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bnTesto

ln n ll

FITNESS & WELLNESS

Cos il Fitness

bnTesto
ln n ll

Prevenzione
Ginnastica calistenica
Attivit Aerobica
Muscolazione
Fitness metabolico

Cos il Fitness
Quando compare il termine fitness?
Il termine fitness sembra apparire, nella stampa dedicata, gi
dal 1930.
Nel 1936 A.Steinhaus pubblica sul Journal of Health,
Physical Education and Recreation uno dei primi articoli
dedicati al physical fitness.
Sulla stessa testata appare, nel 1938,un articolo di C.H.
McCloy, dal titolo Physical Fitness and Citizenship
(Cittadinanze ed efficienza fisica).

Cos il Fitness?
EFFICIENZA
FISICA

FITNESS =

Condizione
Fisica
Forma Fisica

La strada per il fitness

Cos il Fitness
Forza
Muscolare

Resistenza
Muscolare

Resistenza
Cardiovascolare

Composizione
Corporea

Flessibilit

Cos il Fitness
Resistenza
Cardiovascolare
E la possibilit di svolgere unattivit fisica potendo contare
su cuore, sistema respiratorio e sistema vascolare efficienti,
che riescano, cio a trasportare a tutte le parti del corpo
lossigeno per tutto il tempo necessario alla conclusione
dellesercizio fisico previsto, anche se di lunga durata. La
capacit aerobica un parametro importante e viene di
solito valutata prima di iniziare un programma di
allenamento.

Cos il Fitness
Forza
Muscolare
un elemento fondamentale dellefficienza fisica. Si pu
definire come la massima tensione ottenibile da un gruppo
muscolare in una singola contrazione contro una
resistenza. Ogni volta che si solleva, si spinge o si
abbassa un peso, i muscoli si contraggono, generando la
forza necessaria.

Cos il Fitness
Resistenza
Muscolare
E la capacit di un muscolo di compiere ripetute contrazioni
in un arco di tempo piuttosto lungo, ottenendo per ciascuna
contrazione unintensit di forza inferiore alla massima forza
esprimibile. Ad esempio, utilizziamo la resistenza muscolare
ogni volta che camminiamo, sottoponendo a contrazioni
ripetute i muscoli delle nostre gambe senza mai arrivare alla
soglia massima. La forza e la resistenza muscolare sono
due capacit largamente utilizzate durante la nostra vita
quotidiana e sportiva.

Cos il Fitness
Flessibilit

Si pu definire come la capacit di far muovere le


articolazioni del nostro corpo
per lintero arco di
movimento (R.O.M. - Range Of Motion). La flessibilit
dipende, sia da una buona salute delle nostre
articolazioni che da unadeguata capacit di estensibilit
dei nostri muscoli.

Cos il Fitness
Composizione
Corporea
La nostra salute dipende anche dallamateria con cui siamo
fatti: in particolare da una giusta proporzione tra la nostra
massa magra (formata da ossa, muscoli, pelle, viscere, ecc.)
e la nostra massa grassa. Questa caratteristica del nostro
corpo pu essere misurata in modi diversi, pi o meno
sofisticati, per aiutarci a determinare il nostro stato di
benessere e i reali bisogni di esercizio fisico. Attraverso
lattivit fisica e la corretta alimentazione, possibile
modificare in modo significativo la composizione corporea.

Cos il Fitness

Cos il Fitness

WELLNESS
Qualit ottimale di vita
Fisica

Psichica

Spirituale

Sociale

STATO DI
BENESSERE
TOTALE

Cos il Fitness

FITNESS METABOLICO
=
Miglioramento
Composizione
Corporea

Parametri
Glicemici

Profilo Lipidico
Ematico

Diminuzione
Pressione
Arteriosa

Cos il Fitness
Corretta terminologia

Attivita
Fisica

Movimento

Esercizio
Fisico

Cos il Fitness
Movimento
Con il termine movimento intendiamo un
qualsiasi spostamento del nostro corpo o di
parti di esso.
E quindi un movimento il prendere un
bicchiere dacqua dal tavolo, oppure flettersi in
avanti per raccogliere un oggetto.

Cos il Fitness
Attivita
Fisica

Per attivit fisica sintende qualsiasi occupazione


che preveda movimenti corporei prodotti per
mezzo di contrazioni muscolari ripetute e continue
e che richieda un dispendio energetico maggiore di
quello necessario al metabolismo basale e con una
durata superiore ai 10 minuti.

La strada per il fitness


Attivita Fisica
occupazion
e
attiva

vita
attiva

gioco

- organizzato
- non strutturato

spostament
i
attivi

hobbies

- giardinaggio

opportunit

- camminare

- fare la spesa
- fare le scale
- andare a lavoro
- prendere il bus

- correre
- pedalare

attivit
ricreative
- danza
- cammino
- ciclismo
- taichi

sport

ricreativ
o

formale

- con regole
- giochi di strada - performance
- eccellenza

Cos il Fitness
Esercizio
Fisico
Quando parliamo invece, di esercizio fisico,
facciamo
riferimento
un
movimento
programmato e ripetuto secondo uno schema
ben preciso.
E quindi un esercizio fisico la programmazione di
una camminata allaperto o al treadmill, oppure la
programmazione di una seduta di muscolazione
con i pesi, organizzata per serie e ripetizioni.

Cos il Fitness
Esercizio
Fisico
Lesercizio fisico prevede, dunque, lapplicazione
dei principi F. I. T. T.
ovvero:
FREQUENZA

- Quante volte
devo allenarmi?

TEMPO
(durata)

INTENSITA

TIPOLOGIA

- Quanti minuti/ore
devo allenarmi
- Quanto peso devo usare?
- Quanto veloce devo correre?

- Che allenamento devo fare?


- Con quale attrezzo?

Cos il Fitness
Movimento

Attivita
Fisica

Estremamente generico

Generico

Esercizio
Fisico
Estremamente preciso
e organizzato

La strada per il fitness


Fattori che influenzano la pratica dellattivit fisica

La strada per il fitness


Piramide dellattivit fisica

Ragazzi

La strada per il fitness


Piramide dellattivit fisica

Adulti

La strada per il fitness

La strada per il fitness

La strada per il fitness


Quanto esercizio fisico necessario per la salute?
I
benefici
derivati
dallesercizio
fisico
dipendono, al pari di un
farmaco, da un rapporto
dose-risposta:
tanto
minore il livello di
partenza, tanto maggiori
saranno i risultati ottenibili
e, quindi, diversa sar la
dose di esercizio fisico
da prescrivere ai vari
soggetti.

La strada per il fitness


Effetti dellesercizio fisico sul miglioramento
della salute e la prevenzione delle malattie

La strada per il fitness


Effetti sulle malattie cardiovascolari:
i dati indicano che lattivit
fisica riduce il rischio di
patologie cardiovascolari;
dimostrato infatti che le
persone inattive soffrono pi
spesso di malattie legate al
cuore rispetto ai coetanei che
non praticano alcun tipo di
sport. Lattivit fisica si
dimostrata in grado di
prevenire
linfarto,
la
pressione alta e gli alti valori
di colesterolo.

La strada per il fitness


Effetti sulle malattie cardiovascolari:
il diabete di tipo 2 tipico di
quei soggetti che presentano,
oltre
a
una
certa
predisposizione
genetica,
anche un forte sovrappeso,
scorrette abitudini alimentari e
mancanza di attivit fisica.
Questa, da sola pu ridurre del
58% il rischio di incorrere in
questa
patologia
e
pu
trasformarsi
in
unefficace
strategia terapeutica per tutti i
soggetti gi interessati da
diabete.

La strada per il fitness

Effetti sulle malattie cardiovascolari:


lobesit

diretta
conseguenza della scarsa
attivit fisica, specialmente
se associata a scorretti stili di
vita.
Tranne
rari
casi,
lobesit
deriva
da
unassunzione
calorica
eccessiva, rispetto al reale
consumo
energetico
giornaliero. Il movimento,
soprattutto se eseguito con
costanza e correttamente,
pu
apportare
enormi
benefici.

La strada per il fitness


Effetti sulle malattie cardiovascolari:
Un corretto allenamento della
forza
e
della
resistenza
muscolare permette a un
soggetto adulto di svolgere il
proprio
lavoro
meglio
e
stancandosi di meno. Lattivit
muscolare
previene
la
sarcopenia e latrofia, tipica
delle persone anziane. Per
queste ultime, il mantenersi in
esercizio dal punto di vista
fisico si rivelato positivo
anche per prevenire le cadute
e nei confronti dellosteoporosi.

La strada per il fitness


Effetti sulle malattie cardiovascolari:
dimostrato il legame tra attivit
fisica e riduzione del rischio di
contrarre una patologia di
carattere oncologico. Numerosi
studi illustrano che un abituale
esercizio fisico riduce il rischio di
ammalarsi di cancro del 40%
rispetto ai sedentari. Lattivit
motoria correlata anche alla
riduzione del rischio di cancro
alla mammella, (soprattutto per
le
donne
in
fase
post
menopausa), del colon e del
tumore alla prostata.

La strada per il fitness


Effetti sulle malattie cardiovascolari:
lattivit fisica in grado di ridurre
i sintomi della depressione e
quelli derivati da stress e ansia.
Gli anziani attivi, ad esempio,
percepiscono il proprio stato di
salute migliorato rispetto agli
propri
coetanei
sedentari,
evidenziando
anche
una
maggiore
indipendenza
nei
confronti dei familiari e, di
conseguenza,
una
maggiore
autostima.

La strada per il fitness

La strada per il fitness


VALUTAZIONE DELLO STATO
DI SALUTE DEL CLIENTE

La strada per il fitness

La strada per il fitness

La strada per il fitness


Quanto esercizio fisico necessario per la salute?

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ln n ll

SISTEMA MUSCOLARE

Apparato Muscolare
La produzione del movimento in sintesi
Punto fisso

Osso
(Leva)
Articolazione
(Giunto)

Punto fisso
Componente
Attiva

Muscolo
(Motore)

Tendine
(Cavo)

Componente
Passiva

Il sistema attivato da:


Sistema
Nervoso

Alimenti

Circolazione
Sanguigna

I muscoli
Il tessuto muscolare un tessuto che presenta una
caratteristica predominante: la capacit di contrarsi
volontariamente o involontariamente. Per questa sua
peculiarit le cellule del tessuto muscolare differiscono da
tutte le altre cellule, sia per il contenuto di organuli e
proteine, sia per la struttura del citoplasma (che nel
muscolo prende il nome di sarcoplasma) e della membrana
(sarcolemma) che lo circonda.

(molti nomi di strutture muscolari iniziano con il prefisso


sarco, derivato dal greco sarkos, cio carne).

TIPOLOGIE DI MUSCOLO

Cardiaco

Liscio

Striato

IL MUSCOLO LISCIO

MUSCOLO LISCIO
E composto da cellule piccole e
fusiformi, con un unico nucleo
ovale.

Contratto

Non presenta le tipiche striature


del
muscolo
scheletrico
e
cardiaco e per questo viene
definitoliscio.

Rilassato

MUSCOLO LISCIO
Si trova allinterno dei vasi sanguigni
e degli organi cavi, nel tubo
digerente e nelle pareti dei bronchi.
La sua contrazione regolata dal
sistema nervoso autonomo, di
conseguenza
non

possibile
attivarlo volontariamente: per questo
motivo viene anche detto tessuto
muscolare involontario.
Le cellule del muscolo liscio hanno la
capacit di rigenerarsi, per mezzo del
processo di mitosi, per intervenire nel
caso di un danno al muscolo.

IL MUSCOLO
CARDIACO

MUSCOLO CARDIACO
Le cellule del miocardio sono
piuttosto corte, con un nucleo
centrale e striature trasversali
simili a quelle dei muscoli
scheletrici.
Sono separate le une dalle
altre da alcune strutture a
forma di disco, dette appunto
dischi intercalari.

Le cellule del miocardio non


sono in grado di riprodursi.

MUSCOLO CARDIACO
Al
contrario
del
muscolo
scheletrico, quando il cuore si
contrae lo fa in tutta la sua massa
cellulare e non in gruppi distinti di
cellule.
Da un punto di vista funzionale,
possiamo dire che il miocardio
presenta
delle
caratteristiche
intermedie tra la muscolatura
scheletrica e quella liscia.

MUSCOLO CARDIACO
La contrazione non dipende dalla
volont, estremamente veloce e
sembra non soffrire di fenomeni di
affaticamento. E possibile distinguere
le cellule del muscolo cardiaco in due
tipi principali:
Miocardio Specifico: un gruppo di cellule
in grado di dare origine autonomamente
ad un impulso elettrico che si propaga a
tutte le cellule cardiache comuni.
Cellula cardiaca con
capillare e fibra di
Purkinje

Miocardio
muscolare
compone
contrattile.

Comune: il tessuto
striato involontario che
lintera
massa
cardiaca

MUSCOLO CARDIACO

M. Cardiaco

Miociti
specifici

Disco
intercalare
Miociti
comuni

IL MUSCOLO STRIATO

MUSCOLO STRIATO
I muscoli scheletrici sono all'incirca 400 e il loro
peso rappresenta un po' meno della met del

peso totale del corpo: in un individuo di media


forza che pesi 70 kg, pari a circa 25-30 kg

MUSCOLO STRIATO
Le funzioni del tessuto muscolare
scheletrico
determina il movimento dei vari
segmenti corporei;
sollecitato a una contrazione
continua (tono) in vari gruppi
muscolari ai fini del mantenimento
posturale;
offre supporto e protezione agli
organi interni;
mantiene costante la temperatura
corporea attraverso il calore prodotto
dalla contrazione.

MUSCOLO STRIATO
Ogni singolo muscolo
formato da una serie di
strutture, i fasci muscolari, i
quali sono costituiti da
strutture pi piccole, le
fibro-cellule
muscolari,
composte a loro volta dalle
miofibrille
(successioni
lineari di sarcomeri). Le
miofibrille sono formate da
due filamenti principali:
lactina (o filamento sottile) e
la
miosina
(filamento
spesso).

MUSCOLO STRIATO
Ogni muscolo circondato da una membrana connettivale,
pi o meno spessa, chiamata fascia muscolare, che
avvolge e contiene il muscolo durante la contrazione.
I muscoli volontari sono costituiti da una porzione
principale rossastra e contrattile, composta di fibre
muscolari, che prende il nome di ventre o corpo e che
costituisce il muscolo propriamente detto, e di parti
biancastre, di natura connettivale, non contrattili,
generalmente localizzate alle estremit del muscolo
stesso, che prendono il nome di tendini e che servono per
l'inserzione del muscolo sullosso o su altre strutture.

MUSCOLO STRIATO
Attorno ai tendini, possono esserci formazioni fibrose dette
guaine fibrose, che formano incavature (docciature)
destinate a mantenere i tendini nella loro giusta posizione.
Le guaine mucose, sono invece paragonabili a cuscinetti di
varia forma costituiti da una doppia membrana molto
sottile e contenente una piccola quantit di liquido viscoso
ad azione lubrificante, hanno la funzione di favorire lo
scorrimento dei tendini entro le docciature ossee o nelle
guaine fibrose.

MUSCOLO STRIATO
A differenza di tutte le altre
cellule del nostro corpo,
quelle del muscolo striato
hanno
una
lunghezza
notevole, che a volte pu
raggiungere anche i 30 cm.
Al di sotto della membrana
(o
sarcolemma),
ogni
cellula possiede talvolta
addirittura
centinaia
di
nuclei.

MUSCOLO STRIATO
La fibra muscolare scheletrica composta
per il 75% di acqua,

per il 20% di proteine


per il 5% di massa strutturale

MUSCOLO STRIATO
Il sarcomero pu essere considerato come l'unit funzionale del
muscolo, cio la pi piccola parte in cui un muscolo pu essere
scomposto senza che vadano perse le sue caratteristiche di
contrattilit. Per capire come avvenga laccorciamento
muscolare, occorre esaminare come fatta una miofibrilla. Il
tessuto muscolare striato composto principalmente di proteine;
fra queste le responsabili della contrazione sono tre: Actina,
Miosina, Tropomiosina.

MUSCOLO STRIATO
Sezionando trasversalmente il sarcomero in alcune zone ben
precise, ci si accorge che i filamenti principali sono sovrapposti
solo nella cosiddetta banda A.
Nella banda I, (zona contigua tra due sarcomeri) sono presenti
solo i filamenti di actina, mentre nella zona H (parte centrale del
sarcomero) sono presenti solo i filamenti di miosina.

MUSCOLO STRIATO
Lactina (filamento sottile) ha un andamento a spirale,
ed formata da alcune molecole globulari (G-Actina)
associate a delle particolari proteine (troponina e
tropomiosina). Ogni molecola di actina presenta un
sito attivo a cui la molecola di miosina si lega per dar
luogo alla contrazione muscolare, la quale
innescata dalla presenza di alcuni ioni di calcio.

MUSCOLO STRIATO
La miosina (filamento spesso) composta da centinaia di
molecole elicoidali aggregate a formare un filamento. Ogni
molecola presenta al suo estremo una testa mobile (detta
anche ponte) che si lega al sito attivo dell'actina. Un attacco
delle teste miosiniche provoca l'accorciamento del muscolo
perch queste si 'flettono' trascinando il filamento sottile
verso il centro del sarcomero.

MUSCOLO STRIATO
Schiaffino e Reggiani individuano nel muscolo dei mammiferi 4 specie di
isoforme dominanti di miosina: MyHC I, MyHC IIa, MyHC IIx, MyHC IIb.
Nelluomo sono presenti tutte le isoforme di miosina, compresa la IIb, che
per nellessere umano non pu essere attivata. Ecco perch le fibre che prima
erano conosciute come tipo IIb ora sono denominate come IIx (Smerdu, 1994)

Sito di unione
con lActina

Catena pesante
(MyHCs)

Sito di unione
con lATP

Catena leggera
(MyLCs)
Schema rappresentativo della molecola di miosina (MyHC II) secondo Schiaffino e
Reggiani
Physiological Reviews 1996; 76; 377.

MUSCOLO STRIATO

La contrazione muscolare altro non , che una serie di interazioni


successive tra filamenti spessi e sottili. Perch la contrazione possa
cessare, deve intervenire un meccanismo particolare che assicuri
l'allontanamento del calcio. Una volta che lo spostamento
completato, le teste di miosina si staccano e tutte le strutture
ritornano alla posizione originaria.

INNESCO DELLA
CONTRAZIONE

INNESCO DELLA
CONTRAZIONE

TEORIA DELLO SCORRIMENTO


DEI FILAMENTI
ATTACCO: il ciclo inizia con la testa di
miosina che si attacca sul filamento di
actina in una configurazione detta rigor,
identica appunto al rigor mortis. Questo
perch la mancanza di ATP rende
impossibile il distaccamento della testa di
miosina dal filamento di actina.

RILASCIO: si lega una molecola di ATP


sulla testa di miosina, provocando un
cambiamento di forma, una riduzione
dellaffinit della testa per lactina e un
movimento della stessa lungo il filamento
sottile.

TEORIA DELLO SCORRIMENTO


DEI FILAMENTI
TRAZIONE: il sito di attacco dellATP si
chiude intorno alla molecola stessa.
Questo provoca un grosso cambiamento
di conformazione della testa, la quale si
sposta di circa 5 nm lungo il filamento
sottile. In questa fase per idrolisi lATP si
scinde in ADP e P, che restano per
ancora legati alla miosina.

GENERAZIONE DELLA FORZA: la


testa si lega ad un altro sito dellactina e
rilascia il fosfato inorganico (Pi) prodotto in
precedenza. Il rilascio produce lenergia
necessaria al colpo di potenza che
permette alla testa di riacquistare la sua
conformazione. In questa fase la testa
perde lADP e ritorna ad un nuovo ciclo.

teoria dello scorrimento dei


filamenti

Durante lo slittamento la lunghezza dei filamenti spessi (miosina) e


sottili (actina) rimane costante. La banda I si restringe per via dello
scorrimento dei filamenti sottili verso il centro.

proteine accessorie
della miofibrilla
Oltre alle proteine viste finora possibile riconoscere altri
peptidi allinterno della miofibrilla muscolare, tra questi vi
sono:
Titina: le molecole di titina a forma di molla si estendono dai
filamenti spessi sino al disco Z. Sono a forma di molla e
sembra che la loro funzione sia di mantenere in posizione
centrale al sarcomero i filamenti spessi di miosina;
Nebulina: strettamente associata allactina; sembra
intervenga nellassemblaggio dellactina stessa e nella
regolazione della sua lunghezza;
Distrofina: Proteina ancorata alla membrana plasmatica che
lega actina; la sua assenza o difetto causa la distrofia
muscolare.

proteine accessorie
della miofibrilla

Le molecole di TITINA si estendono dal disco Z alla linea M.


sono in parte strettamente associate alla miosina, mentre il
resto della molecola elastico e cambia di lunghezza quando
il muscolo si rilassa e si contrae. La molecola di NEBULINA,
percorrendo il filamento di actina, si estende dal disco Z fino
alla zona I e sembra possa determinare la lunghezza del
filamento sottile.

TRASMISSIONE DELLIMPULSO

TRASMISSIONE DELLIMPULSO

LE UNIT MOTORIE
La contrazione muscolare si basa su un sistema onoff (che potremmo, semplificando, definire anche
come tutto o niente): significa che limpulso nervoso
deve raggiungere una certa soglia per stimolare la
contrazione della fibra muscolare (questultima infatti
non risponde alleccitazione se lo stimolo troppo
basso).
Come facciamo allora a dosare la nostra forza in
base alle diverse situazioni?

LE UNIT MOTORIE
In realt, le fibre muscolari
sono unite in gruppi, ciascuno
dei quali comandato da un
singolo motoneurone. Questo
legame tra neurone e fibre
muscolari prende il nome di
unit

motoria.

Sono

proprio le unit motorie a


regolare il grado di forza

necessario.

LE UNIT MOTORIE

Se serve molta forza, la quantit di unit motorie


coinvolte sar pi elevata, o addirittura massimale.
Inoltre, pi numerose sono le fibre muscolari presenti
in ciascuna unit (il loro numero pu variare da 20 a
500), maggiore sar la forza prodotta da una singola
contrazione.

LE
UNIT
MOTORIE
Il comando per il movimento volontario concepito a
livello dei neuroni dei centri dellarea motoria posta
sulla corteccia cerebrale, ed trasmesso ai
motoneuroni.

LE UNIT MOTORIE

Dai centri corticali del cervello, limpulso trasmesso,


attraverso particolari vie nervose, ai motoneuroni spinali
contenuti nelle corna anteriori del midollo spinale. Da questi
prendono origine le fibre motrici efferenti destinate alla
muscolatura scheletrica, che terminano sulle fibre
muscolari da loro innervate, formando quelle particolari
strutture che sono le placche motrici.

LE UNIT MOTORIE

La placca motrice al microscopio. Questa ha il compito di


tradurre lo stimolo elettrico nervoso nello stimolo che induce la
contrazione o la decontrazione del muscolo.

LA SINAPSI

La sinapsi la struttura che comprende la terminazione dell'assone di un


neurone (neurone presinaptico) e quella di un dendrite di un neurone
adiacente (neurone postsinaptico). Quando l'impulso viene condotto da un
neurone alla cellula di un muscolo o di una ghiandola, la sinapsi prende il
nome di giunzione, rispettivamente, neuromuscolare o neuroghiandolare.

LE UNIT MOTORIE
Un motoneurone innerva poche fibre muscolari nei
muscoli che devono compiere movimenti di precisione
(es muscoli somatici)
Un motoneurone innerva molte fibre muscolari nei
muscoliche devono esplicare una forza notevole (es
muscoli delle gambe)
Le Unit Motorie piccole contengono molte fibre di tipo
I, mentre le UM grandi contengono molte fibre di tipo II

LE UNIT MOTORIE
Principio di Hennemann (1965)

IMPULSO NERVOSO

IMPULSO NERVOSO

Stimolo

IMPULSO NERVOSO

Stimolo

IMPULSO NERVOSO

IMPULSO NERVOSO

tipologie di contrazione
muscolare

ISOTONICA
durante la contrazione il muscolo cambia la sua lunghezza mantenendo per una
tensione quasi costante. la contrazione che utilizziamo tutti i giorni per spostare
un oggetto, sollevare un peso o semplicemente per pettinarci. Si compone di due
fasi: una fase concentrica, in cui il muscolo si accorcia, e una fase eccentrica, in cui
il muscolo ritorna alla posizione e alla lunghezza originaria man mano che si
decontrae;

ISOMETRICA
durante la contrazione la lunghezza del muscolo rimane pressoch invariata,
anche se il ventre muscolare tende a ingrossarsi. Un esempio diquesto tipo di
contrazione dato dal rimanere appesi a una sbarra con le braccia flesse, senza
effettuare movimenti (per questo motivo la contrazione isometrica anche
chiamata contrazione statica);

ISOCINETICA
Si ha quando la contrazione,
durante
un
movimento,
avviene a velocit costante.
Una contrazione di questo tipo
impossibile in natura, si pu
ottenere solo grazie a speciali
apparecchi,
detti
appunto
isocinetici. E utilizzata a scopo
riabilitativo
o
in
ricerca
scientifica.

AUXOTONICA
E prodotta durante gli
esercizi fisici che prevedono
luso
degli
elastici.
Lallungamento dellelastico,
crescendo, diventa sempre
pi
difficoltoso
perch
lattrezzo richiede una forza
muscolare
sempre
maggiore.

PLIOMETRICA
E basata sul riflesso di stiramento
muscolare. Si ha soprattutto durante i
salti ripetuti o nei salti verso il basso. Nel
momento in cui il piede tocca il terreno, la
muscolatura e i tendini vengono
rapidamente stirati, stimolando un riflesso
di protezione che si compie per mezzo di
una contrazione muscolare. quindi
possibile sfruttare questa contrazione per
aumentare la forza di spinta del corpo
verso lalto, in quanto un muscolo si
contrae con maggior vigore se stato
precedentemente allungato.

Classificazione delle fibre


muscolari

MUSCOLO STRIATO
tipo IIa

Nel corpo umano esistono 3 tipi


principali
di
fibre
muscolari
scheletriche :
a contrazione rapida (tipo IIx)
spesso denominate anche come IIb
a contrazione lenta (tipo I)
a contrazione intermedia (tipo IIa)

tipo IIx

tipo I

MUSCOLO STRIATO
Le diverse azioni messe in atto dai muscoli
dipendono in gran parte dal tipo di fibre di cui
sono composti. Una delle maggiori differenze
tra i vari tipi di fibre data dal diverso sistema di
utilizzo
dellATP
(AdenosinaTriPhosfato)
necessario alla contrazione.
Lattuale descrizione delle fibre muscolari scheletriche
rivela, oltre alle tre principali (I, IIa, IIx) ulteriori tipi di
fibre indicate come "fibre ibride" tipo IIax (composte da
fibre tipo IIa + IIx) e tipo I + IIa (met tipo I e met tipo
IIa).

FIBRE TIPO II
Bianche, Glicolitiche, FTF - Fast Twich Fiber, Veloci, FOG/FG

Le fibre tipo II riescono ad avere una contrazione molto


veloce. Sono in grado di scindere l'ATP pi rapidamente
delle fibre lente, ma a differenza di queste hanno un
consumo di ATP maggiore.

Le fibre di tipo II producono ATP principalmente dalla


glicolisi anaerobica. Presentano una minor quantit di
mitocondri, ragion per cui si stancano rapidamente,
accumulando lattato, il quale aumenta l'acidit della fibra (da
ph 7,4 a 6,2 circa) inibendo cos l'ATPasi (enzima
fondamentale per la contrazione muscolare) e di
conseguenza anche la contrazione muscolare.

FIBRE TIPO II
Le fibre di tipo II presentano un'ulteriore suddivisione. Sono,
infatti, divise in: fibre IIa e fibre IIx. Questa distinzione stata
attuata in quanto, tra il tipo IIa e il tipo IIx, esistono delle
differenze sostanziali, soprattutto nel tipo di miosina; questa, nel
tipo IIx, risulta essere pi veloce durante la fase di distacco
dall'actina. Inoltre, la classe delle fibre IIa, possiede un
patrimonio di enzimi che utilizzano maggiori quantit di
ossigeno e di lipidi rispetto al tipo IIx.

Possiamo quindi definire le fibre IIa come intermedie, tra il


tipo prevalentemente aerobico (fibre rosse - tipo I) e quello
prevalentemente anaerobico (fibre bianche - tipo IIx).

FIBRE TIPO I
Rosse, Ossidative, STF-Slow Twich Fiber, Lente, SO

Presentano un diametro ridotto, pari a quasi la met del


diametro delle fibre di tipo II (bianche). Adottando un
metabolismo di tipo aerobico, riescono a utilizzare il lattato
presente nel flusso circolatorio per poi trasformarlo in
piruvato e usarlo nei mitocondri.
Si contraggono a una velocit inferiore di circa 3 volte alle
fibre di tipo II, per cui utilizzano meno ATP; sembra poi che la
testa miosinica delle fibre lente resti attaccata pi a lungo
all'actina rispetto a quella delle fibre rapide. Le fibre rosse
hanno quindi una efficienza maggiore di quelle bianche, pur
non raggiungendo la stessa velocit di contrazione. Grazie
alla loro elevata efficienza le fibre di tipo I sono pi resistenti
alla fatica.

RIASSUNTO CARATTERISTICHE
- Contraz. rapida
- Forza elevata
- Fatica veloce

Tipo IIx

- Contraz. rapida
- Forza media
- Resistente
fatica

Tipo IIa

- Contraz. lenta
- Forza bassa
- Resitente fatica

Tipo I

RIASSUNTO CARATTERISTICHE

RIASSUNTO CARATTERISTICHE

MODIFICAZIONI DELLE FIBRE


CON LALLENAMENTO

CONTENUTO DI FIBRE

CONTENUTO DI FIBRE

ORDINE DI RECLUTAMENTO
DELLE FIBRE DURANTE ESERCIZIO

suddivisione dei muscoli

SUDDIVISIONE DEI MUSCOLI


In base alla loro forma, i muscoli scheletrici si dividono
in:

muscoli lunghi: sono molto numerosi e distribuiti intorno


alle ossa degli arti;
muscoli larghi: appiattiti e molto sottili, formano, per la
maggior parte, le pareti della cavit toracica, addominale e
pelvica;

muscoli corti o brevi: si trovano, ad esempio, attorno alle


articolazioni e alla colonna vertebrale, quindi dove i
movimenti risultano poco estesi ma richiedono una certa
energia.

SUDDIVISIONE DEI MUSCOLI


In base allorientamento delle fibre si dividono in:

muscoli a fibre parallele;


muscoli fusiformi;
muscoli a ventaglio;
muscoli pennati.

SUDDIVISIONE DEI MUSCOLI


In base allazione svolta si dividono in:
Agonisti, quando sono i promotori del movimento (ad esempio il
bicibite brachiale lagonista del movimento di flessione
dellavambraccio sul braccio).
Antagonisti quando si decontraggono per permettere il movimento
messo in atto dallagonista (nel caso della flessione del braccio, il
muscolo antagonista il tricipite).
Stabilizzatori, quando fissano unarticolazione per permettere il
movimento di unaltra (tornando allesempio della flessione
delbraccio, il muscolo stabilizzatore sar il deltoide, muscolo della
spalla).
Sinergici, quando si contraggono contemporaneamente al
muscolo principale, con funzione ausiliaria (il bicipite il muscolo
principale della flessione del braccio e nel movimento aiutato
dalla contrazione sinergica dei muscoli coraco-brachiale e brachioradiale).

SUDDIVISIONE DEI MUSCOLI

SUDDIVISIONE DEI MUSCOLI


In base alla loro posizione si dividono in:

muscoli superficiali (o pellicciai o cutanei), posti


immediatamente sotto la pelle;

muscoli profondi o scheletrici, posti in profondit a


rivestire lo scheletro. Prendono attacco con le due
estremit tendinee su porzioni di osso.

MODIFICAZIONI DEL
MUSCOLO CON LETA

MUSCOLI E INVECCHIAMENTO
Con let:
- diminuisce la statura
- dai 40 anni in poi compressione dischi intervetebrali
- osteoporosi (deterioramento della micro-architettura ossea)

Variazioni di peso
- 25-45 anni: calo attivit fisica, maggiore assunz. calorica
- inizio accumulo grassi per ridotta mobilizzazione
- 10 anni di stabilit
- successiva diminuzione
- diminuzione appetito
- perdite di calcio osseo (osteopenia)
- perdita di massa muscolare (sarcopenia)
- sintesi proteica < 30%

MUSCOLI E INVECCHIAMENTO
Statura

Peso

MUSCOLI E INVECCHIAMENTO
Con let:
- la forza massima esprimibile diminuisce regolarmente a
causa:
- dimensione delle fibre che diminuisce
- tipologia di fibre muscolari cambia in % (FT > ST)
- motoneuroni FT muoiono
- le unit motorie si allargano
- dai 50 anni si perdono il 10% di fibre allanno
- la frequenza di scarica dal SNC diminuisce a tal punto
da non essere pi sufficiente ad attivare completamente
le unit motorie residue

MUSCOLI E INVECCHIAMENTO

MUSCOLI E INVECCHIAMENTO

Integrazione sensitivo motoria

PROPRIOCETTORI

Informazioni istante per istante su come sta avvenendo un


movimento (McArdle, 2004).

Integrazione sensitivo motoria


I fusi neuromuscolari sono dei recettori di allungamento posti
in parallelo con le fibre muscolari (McArdle, 2004).

(da McArdle 2004)

Integrazione sensitivo motoria


Il riflesso da stiramento

(da McArdle 2004)

Integrazione sensitivo motoria


Innervazione crociata
I segnali fusali in uscita dopo esser passate per il midollo si segmentano:
Stimoli in entrata eccitatori per il muscolo da cui provengono i segnali
fusali
Stimoli in entrata inibitori per il muscolo omolaterale antagonista a quello
da cui provengono i segnali fusali
Stimoli in entrata inibitori per il muscolo controlaterale omonimo a quello
da cui provengono i segnali fusali
Stimoli in entrata eccitatori per il muscolo controlaterale antagonista a
quello da cui provengono i segnali fusali

Integrazione sensitivo motoria


I recettori muscolo-tendinei di Golgi sono dei recettori di
forza che si trovano nelle giunzioni muscolo tendinee e sono
posti in serie rispetto le fibre muscolari (McArdle, 2004).

(da McArdle 2004)

Integrazione sensitivo motoria

I corpuscoli di Pacini sono dei meccanocettori sensibili alle


pressioni e pi in generale alle forze che si generano nel tessuto.
Rispondono al movimento e costituiscono unimportante
afferenza degli arti in movimento (McArdle, 2004).

FISIOLOGIA ESSENZIALE DEL SISTEMA


CARDIO-VASCOLARE

Il sistema CARDIOVASCOLARE caratterizzato da due


circolazioni poste in serie:

Circolazione sistemica o grande circolazione


Circolazione polmonare o piccola circolazione

FUNZIONI
trasportare ossigeno e nutrienti ai tessuti
rimuovere sostanze del metabolismo
regolare la temperatura corporea

CUORE (muscolo striato)

Pompa di sangue

ARTERIE e ARTERIOLE

trasporto di sangue dal cuore

CAPILLARI

scambio di nutrienti a livello tissutale

VENE e VENULE

ritorno del sangue al cuore

Distribuzione
del sangue a
riposo

STRUTTURA DEL CUORE

CIRCOLAZIONE SISTEMICA E POLMONARE


CIRCOLAZIONE SISTEMICA

CIRCOLAZIONE POLMONARE

Camere sinistre del cuore

- Camere destre del cuore

Sangue ossigenato

- Sangue de-ossigenato pompato

pompato tramite le arterie


in tutto il corpo

Ritorno di sangue deossigenato al cuore


destro tramite le vene

ai polmoni tramite larteria


polmonare

- Ritorno di sangue ossigenato al


cuore sinistro tramite le vene
polmonari

Pressione arteriosa

Espressa come sistolica/diastolica


Normale se 120/80 mmHg
Alta se 140/90 mmHg

Sotto sforzo ~200-220 mmHg di sistolica

Pressione sistolica (primo numero):


Pressione generata durante la contrazione
ventricolare (sistole)
Pressione diastolica:
Pressione in aorta durante la fase di rilasciamento
cardiaco (diastole)

Il doppio prodotto FC x PA sistolica un utile indice


di lavoro cardiaco ed fondamentale nei programmi
di riabilitazione di soggetti cardiopatici

Pressione arteriosa ed esercizio fisico


ESERCIZIO CARDIOVASCOLARE DI ENDURANCE
La PA sistolica aumenta in diretta proporzione con laumento
dellintensit dellesercizio

La PA diastolica varia poco durante esercizio di endurance,


nonostante lintensit
ESERCIZIO DI FORZA
Esagerato aumento della PA sino a 480/350 mmHg
Laumento di PA potrebbe essere attribuito alla manovra di
Valsalva

Effects of Incremental Exercise on BP

Blood Pressure (mm Hg)

250
225
200
175
150
125
100
75
Systolic BP
Diastolic BP

50
25
0
0

50

100

150

200

Workload (W)

250

300

Effects of Isometric Exercise on BP


Blood Pressure (mm Hg)

225
200
175
150
125
100
75

Systolic BP
Diastolic BP

50
25
0
0

30

60

90

Time (sec)

120

150

Ma la capacit funzionale del sistema cardiovascolare viene


valutata tramite la GITTATA CARDIACA (GC)

Volume di sangue che il cuore


pompa in un minuto

GC = gittata pulsatoria (GP) x frequenza cardiaca (FC)


~ 5 litri/min a riposo

GITTATA CARDIACA E RESISTENZE PERIFERICHE

GC

=
LEGGE DI
OHM

Pressione arteriosa

Resistenze
periferiche

QUINDI, durante esercizio muscolare la GC pu aumentare o tramite un


aumento del gradiente di pressione oppure attraverso una riduzione delle
resistenze periferiche (fino a 5 volte)

ALCUNE CONSIDERAZIONI

Lipertensione comporta un aumento del lavoro e quindi del fabbisogno


energetico del cuore
attivit fisica aerobica regolare.

Per intensit di lavoro paragonabili, in termini sia assoluti che relativi, la


PA maggiore se lesercizio compiuto con le braccia.

Il miocardio trae la sua energia solo dal metabolismo aerobico. Pertanto


un blocco del flusso coronarico si traduce in una lesione muscolare
irreversibile (INFARTO MIOCARDICO).
Il miocardio usa come substrato glucosio, ac. grassi ed ac. lattico
(prodotto dagli altri muscoli).
Dopo attivit fisica la pressione arteriosa cala al di sotto del valore di
riposo e resta tale per almeno 12 ore.

ESERCIZIO FISICO
MODIFICAZIONI
EMODINAMICHE
GITTATA CARDIACA
CONSUMO DI OSSIGENO
LAVORO PRODOTTO

QUANDO IL LAVORO AUMENTA


ABBIAMO UN INCREMENTO
PROPORZIONALE DEL CONSUMO DI
OSSIGENO

DISTRIBUZIONE DELLA GITTATA CARDIACA


A RIPOSO E DURANTE ESERCIZIO IN UN ATLETA
RIPOSO

ESERCIZIO
INTENSO

DISTRETTI

ml/min

ml/min

DISTRETTO
MUSCOLARE

12OO

21

22000

85,5

ALTRI
DISTRETTI

4600

79

3650

14,5

GETTATA
CARDIACA
TOTALE

5800

100

25650

100

CONFRONTO TRA VOLUME SISTOLICO,FREQUENZA


CARDIACA E GITTATA CARDIACA IN UN ATLETA
ALLENATO E IN UN SOGGETTO SEDENTARIO
VOLUME SISTOLICO
(ml/battito)

FREQUENZA
CARDIACA
(battiti/min)

GITTATA CARDIACA
(l/min)

SEDENTARIO

75

75

5,63

ATLETA

105

50

5,25

SEDENTARIO

110

195

21,5

ATLETA

162

185

29,9

CONDIZIONE

RIPOSO

ESERCIZIO
MASSIMALE

DIFFERENZE TRA UN ATLETA


E UN NON ATLETA
LATLETA RIESCE A RAGGIUNGERE UNA GITTATA
SISTOLICA MAGGIORE

(FINO A 6 VOLTE IN UNO SFORZO MASSIMALE)

CON UNA FREQUENZA


CARDIACA MINORE

IL SISTEMA DI CONDUZIONE DEL CUORE

1) l'onda P corrisponde alla contrazione atriale


2) il complesso QRS corrisponde alla contrazione ventricolare
3) l'onda T corrisponde alla fase di ripolarizzazione ventricolare (la
ripolarizzaziomne atriale mascherata dal complesso QRS)
4) l'intervallo PQ, stabilito per convenzione, una misura del tempo di
conduzione atrio-ventricolare e dei disordini di conduzione correlati a
questo intervallo
5) abbassamenti del segmento ST dalla linea di base indicano insufficenze
coronariche

APPARATO
RESPIRATORIO

IL NASO
La funzione principale del naso
quella respiratoria. Il naso si
compone del naso esterno, o
piramide nasale, e delle fosse nasali.
Queste sono due canali che
terminano nella parte alta della
faringe o rinofaringe.
Le fosse nasali esercitano sullaria
inspirata unazione difensiva, di
riscaldamento,
umidificazione
e
filtrazione; cos laria giunge alle vie
aeree inferiori con una temperatura
intorno ai 37C, pressoch satura di
vapore acqueo e depurata dalle
principali particelle estranee.

IL NASO

Le cavit nasali, facendo parte,


insieme alla bocca e alla faringe,
del tubo risonatore, svolgono
anche un importante ruolo per
quanto riguarda la fonazione.
Infine, da ricordare che nella
parte pi alta delle fosse nasali
localizzata la mucosa olfattiva,
contenente le cellule sensoriali
specifiche
destinate
alla
percezione degli odori.

FARINGE
La faringe consente il passaggio sia del bolo alimentare che dellaria
proveniente dalla respirazione. formata da un condotto, a parete
muscolare, posto davanti alle prime sei vertebre cervicali. La forma
della faringe ricorda quella di un imbuto, esteso dalla base del cranio
fino al punto dove inizia lesofago.

FARINGE

Nella parte della faringe


vicina
al
naso,lepitelio
(ossia il tessuto che copre la
superficie interna) presenta
delle ciglia che, con il loro
movimento, fanno confluire
ogni materiale estraneo
verso la bocca.

FARINGE

Nella parte che segue, invece,


lepitelio, dovendo affrontare
lattrito del cibo, presenta pi
strati
per
opporre
una
resistenza
maggiore.
La
presenza di numerosi globuli
bianchi, insieme alle tonsille, fa
s che la faringe rivesta anche
un ruolo di difesa immunitaria
contro le infezioni.

LARINGE

parte delle vie aeree ed posta


davanti alla faringe, con la quale
comunica, sopra la tracheae sotto la
lingua. La forma della laringe ricorda,
nel complesso, una piramide cava,
con la base rivolta verso lalto. Le
dimensioni variano notevolmente in
rapporto al sesso e allet. Nelluomo
infatti molto pi sviluppata e
presenta
quella
particolare
sporgenza che prende il nome di
pomo dAdamo.

LARINGE

Quando inghiottiamo il cibo, la


laringe si innalza e lepiglottide
(una delle cartilagini che la
compongono) si piega, chiudendo
limboccatura delle vie aeree pi
basse, e impedendo cos che gli
alimenti entrino nella laringe e da
qui nella trachea.

LARINGE
E lorgano fondamentale della fonazione,
visto che comprende le corde vocali;

TRACHEA
Al di sotto della laringe troviamo la
trachea, primo segmento delle vie
aeree inferiori di circa 20 cm. formata
da 15-20 anelli cartilaginei, sovrapposti e
legati tra loro da un tessuto connettivo
ed elastico. La funzione principale della
trachea quella di convogliare laria
respirata
agli
alveoli
polmonari,
assicurandole unadeguata temperatura
e umidit e trattenendo le particelle di
polvere: tale compito svolto dal
rivestimento mucoso e dai movimenti
coordinati delle ciglia del rivestimento
epiteliale.

ALBERO BRONCHIALE
La trachea, dopo essere
discesa verticalmente dal collo
nel mediastino giunta alla sua
estremit inferiore si biforca
nei due bronchi, detti principali
o primari. Questi, dopo un
breve tratto, entrano nel
polmone e, al suo interno,
danno origine a una serie di
diramazioni
secondarie
(bronchi intra-polmonari), simili
ai rami di un albero rovesciato
(da cui il nome di albero
bronchiale).

ALBERO BRONCHIALE
I due bronchi principali si
riducono via via sempre di pi in
dimensione, passando da bronchi
di primo ordine a bronchi di
secondo, terzo e, quindi, quarto
ordine, cos procedendo fino alle
pi
piccole
ramificazioni
bronchiali periferiche. Queste
ramificazioni entrano in rapporto
con gli alveoli polmonari, la cui
parete contiene una fittissima rete
di capillari provenienti dallarteria
polmonare e confluenti nelle vene
polmonari.

A sinistra sono visibili le vie respiratorie dei polmoni.


A destra sono visibili le vie respiratorie, con le arterie e le vene polmonari.
Immagine e calco da Walter Weder (Institute of Anatomy, University of Bern, Bern, Switzerland)

Un primo piano dell'immagine precedente in cui possibile osservare la precisione


con la quale le arterie seguono le vie respiratorie fino alla periferia. Tra un'unit e
l'altra possibile notare le vene.
Immagine e calco da Walter Weder (Institute of Anatomy, University of Bern, Bern, Switzerland)

SCAMBIO DI OSSIGENO

SCAMBIO DI OSSIGENO
La
cosiddetta
ventilazione
polmonare il processo mediante il
quale laria contenuta negli alveoli
polmonari viene rinnovata per
assicurare lo scambio dellossigeno
e dellanidride carbonica.

POLMONI
I polmoni occupano quasi
completamente
la
cavit
toracica, lasciando al centro
uno spazio (il mediastino)
dove si trovano il cuore, il
pericardio, i grossi vasi
sanguigni, la trachea e
lesofago. Il loro colore, roseo
nel
neonato,
diventa
grigiastro con
lavanzare
dellet
a
causa
del
progressivo accumularsi del
pulviscolo atmosferico.

POLMONI

POLMONI

Il polmone destro diviso in


tre parti o lobi: superiore,
medio e inferiore. Il polmone
sinistro presenta invece due
lobi: superiore e inferiore. I
polmoni sono organi molto
leggeri, insieme pesano circa
1.100 gr e hanno un volume
che si aggira sui 1.700 cc.

POLMONI
I
polmoni
hanno
unestensione
di
superficie
straordinariamente grande per soddisfare il nostro notevole
e continuo fabbisogno di ossigeno. La loro struttura
produce infatti un complesso di superficie estesa
corrispondente a circa 40 volte la superficie del corpo:
consente alluomo maggiori possibilit di prestazioni
rispetto a molti animali. Luomo, in altri termini, in grado
di svolgere un pesante lavoro muscolare per diverse ore
senza fermarsi; al contrario, animali come i rospi, ad
esempio, non possono sostenere sforzi protratti proprio
perch la loro area per gli scambi respiratori non molto
maggiore dellarea della superficie cutanea.

POLMONI

RESPIRAZIONE

RESPIRAZIONE
Nelluomo, la respirazione consiste nellassorbimento di
ossigeno e nelleliminazione di anidride carbonica. La
respirazione avviene con lintervento di numerosi apparati tra
loro strettamente collegati.

La cosiddetta ventilazione polmonare il processo


mediante il quale laria contenuta negli alveoli polmonari
viene rinnovata per assicurare lo scambio dellossigeno e
dellanidride carbonica. In condizioni di riposo muscolare
luomo esegue circa 16 atti respiratori al minuto, divisi tra
una fase inspiratoria e una fase espiratoria. Linspirazione
consiste
nellintroduzione
di
aria
nei
polmoni
dallambienteesterno; lespirazione nelluscita della stessa
dai polmoni.

RESPIRAZIONE
Lattivit respiratoria controllata da alcuni centri nervosi (centri
respiratori) che vengono stimolati direttamente o indirettamente
dal contenuto di anidride carbonica, di ossigeno e dallacidit del
sangue arterioso periferico.

RESPIRAZIONE

Dal punto di vista meccanico la ventilazione pu essere


paragonata al funzionamento di una pompa aspirante e
premente, della quale la parete toracica, con il diaframma,
rappresenta il pistone. Il punto di appoggio per i movimenti del
torace, ossia del pistone, dato dalla colonna vertebrale. I
polmoni, grazie alle loro notevoli propriet elastiche, seguono
passivamente i movimenti della gabbia toracica.

RESPIRAZIONE

INSPIRAZIONE
Schema dellinspirazione. Il fenomeno dellespansione polmonare
durante linspirazione puramente passivo: ci che si espande
per effetto della contrazione dei muscoli inspiratori la cavit
toracica e il polmone non fa altro che seguire le variazioni di
volume di questultima. Lespansione della cassa toracica si
compie per mezzo di due meccanismi distinti: costale e
diaframmatico. La contrazione dei muscoli intercostali determina
un sollevamento delle coste con aumento soprattutto del diametro
anteroposteriore. La contrazione del diaframma determina un
raddrizzamento della sua curvatura, quindi unespansione verso il
basso delle basi polmonari. Lespansione dei polmoni determina
quindi lingresso di aria lungo le vie bronchiali e negli alveoli.

INSPIRAZIONE

INSPIRAZIONE - ESPIRAZIONE

Schema dellespirazione.Lespirazione un fenomeno passivo dovuto alla


retrazione elastica del polmone. La riduzione di volume del polmone determina
nellespirazione la fuoriuscita dellaria inspirata.

VOLUMI RESPIRATORI
I volumi respiratori sono le variazioni dei volumi di aria nei
polmoni durante linspirazione e lespirazione. Si dividono in:
VOLUME CORRENTE
quantit di aria che entra ed esce dai polmoni a ogni normale
atto respiratorio. Corrisponde a circa 500 ml nelluomo e 450 ml
nella donna. In un individuo che compie esercizi muscolari
particolarmente intensi questa quantit aumenta notevolmente,
raggiungendo anche i 2500-3000 ml.
VOLUME DI RISERVA ESPIRATORIA
residuo di aria nei polmoni al termine di una respirazione
normale. Equivale a circa 3000 ml di aria.

VOLUMI RESPIRATORI
VOLUME RESIDUO
quantit di aria che rimane nei polmoni dopo una espirazione
massimale forzata; pari a 1500 ml. Questa quanti di aria pu
essere emessa allesterno solo in caso di collasso del polmone.
VOLUME DI RISERVA INSPIRATORIA
quantit di aria immessa in aggiunta al volume corrente (500 ml)
forzando al massimo la normale inspirazione. E pari a circa 25003000 ml. In questo modo possibile aumentare il contenuto totale
dei polmoni a 6000 ml di aria (alcuni atleti di fondo possono
arrivare anche a 8000 ml).
CAPACITA VITALE
il massimo quantitativo di aria che pu essere fatto entrare o
uscire durante un singolo atto respiratorio. Rappresenta la somma
del volume corrente e del volume di riserva inspiratoria, pi il
volume di riserva espiratoria.

SPAZIO MORTO FISIOLOGICO


Non tutta laria ventilata per ogni atto respiratorio raggiunge
linterfaccia alveolo/capillare
Lo spazio morto fisiologico il volume di polmone che non
partecipa agli scambi gassosi
E composto dalle vie aeree di conduzione (spazio aereo
anatomico) e dalle regioni alveolari dove il flusso ematico ridotto
o assente.
nel soggetto normale lo spazio morto fisiologico corrisponde quasi
completamente allo spazio morto anatomico ed il 25-35% del
volume corrente, che a sua volta di circa 500 ml.

VOLUMI POLMONARI
SPAZIO MORTO ANATOMICO
spazio delle vie aeree superiori che imprigiona sempre circa 150
ml di aria. Quando si muovono dai polmoni 500 ml di aria da
espirare, spingono allesterno i 150 ml di aria rimasta
precedentemente intrappolata e ne lasciano altrettanta nello
spazio morto. Quindi solo 350 ml di aria polmonare raggiungono
lesterno, anche se il totale espirato sar comunque di 500 ml.

Durante la successiva inspirazione, 500 ml di aria verranno


convogliati ai polmoni, 350 dei quali saranno composti da aria
atmosferica e 150 ml saranno costituiti dallaria alveolare rimasta
intrappolata nella precedente espirazione. Il volume di aria pura
che entra negli alveoli durante ogni inspirazione sar pari al
volume corrente meno il volume dello spazio morto anatomico
(Vc Vsma = 500 150 = 350 ml) e rappresenta il quantitativo
di ventilazione alveolare.

SPAZIO MORTO ANATOMICO

VOLUMI POLMONARI

APPARATO RESPIRATORIO

MODIFICAZIONI
INDOTTE
DALLESERCIZIO FISICO

CAPACITA LAVORATIVA
Lefficienza cardiovascolare di solito presa in considerazione solo
per le attivit sportive, ma il corpo domanda ossigeno sia per le
attivit di tipo ricreativo che lavorativo. Ci sono infatti molti mestieri
che mettono a dura prova il fisico a causa delle notevoli richieste di
energia muscolare!

Per capacit lavorativa sintende la capacit di svolgere al meglio


il proprio mestiere per un periodo prolungato e senza costituire un
pericolo per se stessi e per gli altri. Sono state effettuate varie
ricerche in merito alla capacit lavorativa necessaria alle diverse
professioni.

MODIFICAZIONI INDOTTE DA
ESERCIZIO FISICO
Da questo deduciamo che, ai fini dellincremento
dellossigenazione, un aumento della profondit del respiro
preferibile a un notevole aumento della velocit degli atti
respiratori. Se il volume corrente diminuisce a causa di
uninsufficiente profondit di respiro, laria che giunger agli
alveoli sar sempre pi quella dello spazio morto anatomico
(dunque meno carica di O2). Questo porter in breve a una
riduzione dellossigeno circolante, con conseguente
momentanea anossia. E vero che durante un esercizio fisico
gli atti respiratori sono accelerati rispetto al normale, ma
anche vero che la profondit dei respiri relativamente
maggiore dellaumento della frequenza.

CAPACITA LAVORATIVA

MODIFICAZIONI INDOTTE DA
ESERCIZIO FISICO
Lesercizio fisico, soprattutto se massimale, determina un
aumento notevole della richiesta energetica
Il sistema cardiorespiratorio deve garantire in modo adeguato il
trasporto e lo scambio di ossigeno e anidride carbonica
coinvolti nei processi metabolici
Il consumo di ossigeno aumenta proporzionalmente
allincremento del carico di lavoro
In un soggetto sedentario pu raggiungere un valore di circa
7 volte superiore a quello misurato riposo
In un soggetto allenato pu aumentare anche di 25 volte
rispetto al valore di base

MODIFICAZIONI INDOTTE DA
ESERCIZIO FISICO
Con lesercizio, la gettata cardiaca aumenta e la perfusione
polmonare diventa pi omogenea
Gli alveoli precedentemente non perfusi, ricevono ora un
adeguato flusso ematico e di conseguenza lo spazio morto
alveolare si riduce

A questo punto per aumentare la ventilazione diventa pi


efficiente aumentare la frequenza respiratoria
Il rapporto spazio morto/volume corrente si riduce
progressivamente durante lesercizio
Questa riduzione dovuta al fatto che durante lesercizio il
volume corrente aumenta mentre il volume dello spazio morto
si riduce perch si riduce lo spazio morto alvolare

MODIFICAZIONI INDOTTE DA
ESERCIZIO FISICO

MODIFICAZIONI INDOTTE DA
ESERCIZIO FISICO
Apparato cardiovascolare ed esercizio fisico
Esercizio fisico

Aumento della richiesta metabolica


da parte dei muscoli attivi
Aumentata estrazione arterovenosa di ossigeno
(Aggiustamenti Centrali)

(Aggiustamenti Periferici)

Aumento della
gettata cardiaca

Ridistribuzione dei
flussi distrettuali

MODIFICAZIONI INDOTTE DA
ESERCIZIO FISICO
Distribuzione a Riposo e durante Esercizio Fisico

Riposo

Leggero

Strenuo

5000

10000

15000

20000

Flusso Splancnico

Flusso Cerebrale

Flusso Coronarico

Flusso Renale

Flusso Muscolare

Flusso Cutaneo

25000

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