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ln n ll
Cos il Fitness
bnTesto
ln n ll
Prevenzione
Ginnastica calistenica
Attivit Aerobica
Muscolazione
Fitness metabolico
Cos il Fitness
Quando compare il termine fitness?
Il termine fitness sembra apparire, nella stampa dedicata, gi
dal 1930.
Nel 1936 A.Steinhaus pubblica sul Journal of Health,
Physical Education and Recreation uno dei primi articoli
dedicati al physical fitness.
Sulla stessa testata appare, nel 1938,un articolo di C.H.
McCloy, dal titolo Physical Fitness and Citizenship
(Cittadinanze ed efficienza fisica).
Cos il Fitness?
EFFICIENZA
FISICA
FITNESS =
Condizione
Fisica
Forma Fisica
Cos il Fitness
Forza
Muscolare
Resistenza
Muscolare
Resistenza
Cardiovascolare
Composizione
Corporea
Flessibilit
Cos il Fitness
Resistenza
Cardiovascolare
E la possibilit di svolgere unattivit fisica potendo contare
su cuore, sistema respiratorio e sistema vascolare efficienti,
che riescano, cio a trasportare a tutte le parti del corpo
lossigeno per tutto il tempo necessario alla conclusione
dellesercizio fisico previsto, anche se di lunga durata. La
capacit aerobica un parametro importante e viene di
solito valutata prima di iniziare un programma di
allenamento.
Cos il Fitness
Forza
Muscolare
un elemento fondamentale dellefficienza fisica. Si pu
definire come la massima tensione ottenibile da un gruppo
muscolare in una singola contrazione contro una
resistenza. Ogni volta che si solleva, si spinge o si
abbassa un peso, i muscoli si contraggono, generando la
forza necessaria.
Cos il Fitness
Resistenza
Muscolare
E la capacit di un muscolo di compiere ripetute contrazioni
in un arco di tempo piuttosto lungo, ottenendo per ciascuna
contrazione unintensit di forza inferiore alla massima forza
esprimibile. Ad esempio, utilizziamo la resistenza muscolare
ogni volta che camminiamo, sottoponendo a contrazioni
ripetute i muscoli delle nostre gambe senza mai arrivare alla
soglia massima. La forza e la resistenza muscolare sono
due capacit largamente utilizzate durante la nostra vita
quotidiana e sportiva.
Cos il Fitness
Flessibilit
Cos il Fitness
Composizione
Corporea
La nostra salute dipende anche dallamateria con cui siamo
fatti: in particolare da una giusta proporzione tra la nostra
massa magra (formata da ossa, muscoli, pelle, viscere, ecc.)
e la nostra massa grassa. Questa caratteristica del nostro
corpo pu essere misurata in modi diversi, pi o meno
sofisticati, per aiutarci a determinare il nostro stato di
benessere e i reali bisogni di esercizio fisico. Attraverso
lattivit fisica e la corretta alimentazione, possibile
modificare in modo significativo la composizione corporea.
Cos il Fitness
Cos il Fitness
WELLNESS
Qualit ottimale di vita
Fisica
Psichica
Spirituale
Sociale
STATO DI
BENESSERE
TOTALE
Cos il Fitness
FITNESS METABOLICO
=
Miglioramento
Composizione
Corporea
Parametri
Glicemici
Profilo Lipidico
Ematico
Diminuzione
Pressione
Arteriosa
Cos il Fitness
Corretta terminologia
Attivita
Fisica
Movimento
Esercizio
Fisico
Cos il Fitness
Movimento
Con il termine movimento intendiamo un
qualsiasi spostamento del nostro corpo o di
parti di esso.
E quindi un movimento il prendere un
bicchiere dacqua dal tavolo, oppure flettersi in
avanti per raccogliere un oggetto.
Cos il Fitness
Attivita
Fisica
vita
attiva
gioco
- organizzato
- non strutturato
spostament
i
attivi
hobbies
- giardinaggio
opportunit
- camminare
- fare la spesa
- fare le scale
- andare a lavoro
- prendere il bus
- correre
- pedalare
attivit
ricreative
- danza
- cammino
- ciclismo
- taichi
sport
ricreativ
o
formale
- con regole
- giochi di strada - performance
- eccellenza
Cos il Fitness
Esercizio
Fisico
Quando parliamo invece, di esercizio fisico,
facciamo
riferimento
un
movimento
programmato e ripetuto secondo uno schema
ben preciso.
E quindi un esercizio fisico la programmazione di
una camminata allaperto o al treadmill, oppure la
programmazione di una seduta di muscolazione
con i pesi, organizzata per serie e ripetizioni.
Cos il Fitness
Esercizio
Fisico
Lesercizio fisico prevede, dunque, lapplicazione
dei principi F. I. T. T.
ovvero:
FREQUENZA
- Quante volte
devo allenarmi?
TEMPO
(durata)
INTENSITA
TIPOLOGIA
- Quanti minuti/ore
devo allenarmi
- Quanto peso devo usare?
- Quanto veloce devo correre?
Cos il Fitness
Movimento
Attivita
Fisica
Estremamente generico
Generico
Esercizio
Fisico
Estremamente preciso
e organizzato
Ragazzi
Adulti
diretta
conseguenza della scarsa
attivit fisica, specialmente
se associata a scorretti stili di
vita.
Tranne
rari
casi,
lobesit
deriva
da
unassunzione
calorica
eccessiva, rispetto al reale
consumo
energetico
giornaliero. Il movimento,
soprattutto se eseguito con
costanza e correttamente,
pu
apportare
enormi
benefici.
bnTesto
ln n ll
SISTEMA MUSCOLARE
Apparato Muscolare
La produzione del movimento in sintesi
Punto fisso
Osso
(Leva)
Articolazione
(Giunto)
Punto fisso
Componente
Attiva
Muscolo
(Motore)
Tendine
(Cavo)
Componente
Passiva
Alimenti
Circolazione
Sanguigna
I muscoli
Il tessuto muscolare un tessuto che presenta una
caratteristica predominante: la capacit di contrarsi
volontariamente o involontariamente. Per questa sua
peculiarit le cellule del tessuto muscolare differiscono da
tutte le altre cellule, sia per il contenuto di organuli e
proteine, sia per la struttura del citoplasma (che nel
muscolo prende il nome di sarcoplasma) e della membrana
(sarcolemma) che lo circonda.
TIPOLOGIE DI MUSCOLO
Cardiaco
Liscio
Striato
IL MUSCOLO LISCIO
MUSCOLO LISCIO
E composto da cellule piccole e
fusiformi, con un unico nucleo
ovale.
Contratto
Rilassato
MUSCOLO LISCIO
Si trova allinterno dei vasi sanguigni
e degli organi cavi, nel tubo
digerente e nelle pareti dei bronchi.
La sua contrazione regolata dal
sistema nervoso autonomo, di
conseguenza
non
possibile
attivarlo volontariamente: per questo
motivo viene anche detto tessuto
muscolare involontario.
Le cellule del muscolo liscio hanno la
capacit di rigenerarsi, per mezzo del
processo di mitosi, per intervenire nel
caso di un danno al muscolo.
IL MUSCOLO
CARDIACO
MUSCOLO CARDIACO
Le cellule del miocardio sono
piuttosto corte, con un nucleo
centrale e striature trasversali
simili a quelle dei muscoli
scheletrici.
Sono separate le une dalle
altre da alcune strutture a
forma di disco, dette appunto
dischi intercalari.
MUSCOLO CARDIACO
Al
contrario
del
muscolo
scheletrico, quando il cuore si
contrae lo fa in tutta la sua massa
cellulare e non in gruppi distinti di
cellule.
Da un punto di vista funzionale,
possiamo dire che il miocardio
presenta
delle
caratteristiche
intermedie tra la muscolatura
scheletrica e quella liscia.
MUSCOLO CARDIACO
La contrazione non dipende dalla
volont, estremamente veloce e
sembra non soffrire di fenomeni di
affaticamento. E possibile distinguere
le cellule del muscolo cardiaco in due
tipi principali:
Miocardio Specifico: un gruppo di cellule
in grado di dare origine autonomamente
ad un impulso elettrico che si propaga a
tutte le cellule cardiache comuni.
Cellula cardiaca con
capillare e fibra di
Purkinje
Miocardio
muscolare
compone
contrattile.
Comune: il tessuto
striato involontario che
lintera
massa
cardiaca
MUSCOLO CARDIACO
M. Cardiaco
Miociti
specifici
Disco
intercalare
Miociti
comuni
IL MUSCOLO STRIATO
MUSCOLO STRIATO
I muscoli scheletrici sono all'incirca 400 e il loro
peso rappresenta un po' meno della met del
MUSCOLO STRIATO
Le funzioni del tessuto muscolare
scheletrico
determina il movimento dei vari
segmenti corporei;
sollecitato a una contrazione
continua (tono) in vari gruppi
muscolari ai fini del mantenimento
posturale;
offre supporto e protezione agli
organi interni;
mantiene costante la temperatura
corporea attraverso il calore prodotto
dalla contrazione.
MUSCOLO STRIATO
Ogni singolo muscolo
formato da una serie di
strutture, i fasci muscolari, i
quali sono costituiti da
strutture pi piccole, le
fibro-cellule
muscolari,
composte a loro volta dalle
miofibrille
(successioni
lineari di sarcomeri). Le
miofibrille sono formate da
due filamenti principali:
lactina (o filamento sottile) e
la
miosina
(filamento
spesso).
MUSCOLO STRIATO
Ogni muscolo circondato da una membrana connettivale,
pi o meno spessa, chiamata fascia muscolare, che
avvolge e contiene il muscolo durante la contrazione.
I muscoli volontari sono costituiti da una porzione
principale rossastra e contrattile, composta di fibre
muscolari, che prende il nome di ventre o corpo e che
costituisce il muscolo propriamente detto, e di parti
biancastre, di natura connettivale, non contrattili,
generalmente localizzate alle estremit del muscolo
stesso, che prendono il nome di tendini e che servono per
l'inserzione del muscolo sullosso o su altre strutture.
MUSCOLO STRIATO
Attorno ai tendini, possono esserci formazioni fibrose dette
guaine fibrose, che formano incavature (docciature)
destinate a mantenere i tendini nella loro giusta posizione.
Le guaine mucose, sono invece paragonabili a cuscinetti di
varia forma costituiti da una doppia membrana molto
sottile e contenente una piccola quantit di liquido viscoso
ad azione lubrificante, hanno la funzione di favorire lo
scorrimento dei tendini entro le docciature ossee o nelle
guaine fibrose.
MUSCOLO STRIATO
A differenza di tutte le altre
cellule del nostro corpo,
quelle del muscolo striato
hanno
una
lunghezza
notevole, che a volte pu
raggiungere anche i 30 cm.
Al di sotto della membrana
(o
sarcolemma),
ogni
cellula possiede talvolta
addirittura
centinaia
di
nuclei.
MUSCOLO STRIATO
La fibra muscolare scheletrica composta
per il 75% di acqua,
MUSCOLO STRIATO
Il sarcomero pu essere considerato come l'unit funzionale del
muscolo, cio la pi piccola parte in cui un muscolo pu essere
scomposto senza che vadano perse le sue caratteristiche di
contrattilit. Per capire come avvenga laccorciamento
muscolare, occorre esaminare come fatta una miofibrilla. Il
tessuto muscolare striato composto principalmente di proteine;
fra queste le responsabili della contrazione sono tre: Actina,
Miosina, Tropomiosina.
MUSCOLO STRIATO
Sezionando trasversalmente il sarcomero in alcune zone ben
precise, ci si accorge che i filamenti principali sono sovrapposti
solo nella cosiddetta banda A.
Nella banda I, (zona contigua tra due sarcomeri) sono presenti
solo i filamenti di actina, mentre nella zona H (parte centrale del
sarcomero) sono presenti solo i filamenti di miosina.
MUSCOLO STRIATO
Lactina (filamento sottile) ha un andamento a spirale,
ed formata da alcune molecole globulari (G-Actina)
associate a delle particolari proteine (troponina e
tropomiosina). Ogni molecola di actina presenta un
sito attivo a cui la molecola di miosina si lega per dar
luogo alla contrazione muscolare, la quale
innescata dalla presenza di alcuni ioni di calcio.
MUSCOLO STRIATO
La miosina (filamento spesso) composta da centinaia di
molecole elicoidali aggregate a formare un filamento. Ogni
molecola presenta al suo estremo una testa mobile (detta
anche ponte) che si lega al sito attivo dell'actina. Un attacco
delle teste miosiniche provoca l'accorciamento del muscolo
perch queste si 'flettono' trascinando il filamento sottile
verso il centro del sarcomero.
MUSCOLO STRIATO
Schiaffino e Reggiani individuano nel muscolo dei mammiferi 4 specie di
isoforme dominanti di miosina: MyHC I, MyHC IIa, MyHC IIx, MyHC IIb.
Nelluomo sono presenti tutte le isoforme di miosina, compresa la IIb, che
per nellessere umano non pu essere attivata. Ecco perch le fibre che prima
erano conosciute come tipo IIb ora sono denominate come IIx (Smerdu, 1994)
Sito di unione
con lActina
Catena pesante
(MyHCs)
Sito di unione
con lATP
Catena leggera
(MyLCs)
Schema rappresentativo della molecola di miosina (MyHC II) secondo Schiaffino e
Reggiani
Physiological Reviews 1996; 76; 377.
MUSCOLO STRIATO
INNESCO DELLA
CONTRAZIONE
INNESCO DELLA
CONTRAZIONE
proteine accessorie
della miofibrilla
Oltre alle proteine viste finora possibile riconoscere altri
peptidi allinterno della miofibrilla muscolare, tra questi vi
sono:
Titina: le molecole di titina a forma di molla si estendono dai
filamenti spessi sino al disco Z. Sono a forma di molla e
sembra che la loro funzione sia di mantenere in posizione
centrale al sarcomero i filamenti spessi di miosina;
Nebulina: strettamente associata allactina; sembra
intervenga nellassemblaggio dellactina stessa e nella
regolazione della sua lunghezza;
Distrofina: Proteina ancorata alla membrana plasmatica che
lega actina; la sua assenza o difetto causa la distrofia
muscolare.
proteine accessorie
della miofibrilla
TRASMISSIONE DELLIMPULSO
TRASMISSIONE DELLIMPULSO
LE UNIT MOTORIE
La contrazione muscolare si basa su un sistema onoff (che potremmo, semplificando, definire anche
come tutto o niente): significa che limpulso nervoso
deve raggiungere una certa soglia per stimolare la
contrazione della fibra muscolare (questultima infatti
non risponde alleccitazione se lo stimolo troppo
basso).
Come facciamo allora a dosare la nostra forza in
base alle diverse situazioni?
LE UNIT MOTORIE
In realt, le fibre muscolari
sono unite in gruppi, ciascuno
dei quali comandato da un
singolo motoneurone. Questo
legame tra neurone e fibre
muscolari prende il nome di
unit
motoria.
Sono
necessario.
LE UNIT MOTORIE
LE
UNIT
MOTORIE
Il comando per il movimento volontario concepito a
livello dei neuroni dei centri dellarea motoria posta
sulla corteccia cerebrale, ed trasmesso ai
motoneuroni.
LE UNIT MOTORIE
LE UNIT MOTORIE
LA SINAPSI
LE UNIT MOTORIE
Un motoneurone innerva poche fibre muscolari nei
muscoli che devono compiere movimenti di precisione
(es muscoli somatici)
Un motoneurone innerva molte fibre muscolari nei
muscoliche devono esplicare una forza notevole (es
muscoli delle gambe)
Le Unit Motorie piccole contengono molte fibre di tipo
I, mentre le UM grandi contengono molte fibre di tipo II
LE UNIT MOTORIE
Principio di Hennemann (1965)
IMPULSO NERVOSO
IMPULSO NERVOSO
Stimolo
IMPULSO NERVOSO
Stimolo
IMPULSO NERVOSO
IMPULSO NERVOSO
tipologie di contrazione
muscolare
ISOTONICA
durante la contrazione il muscolo cambia la sua lunghezza mantenendo per una
tensione quasi costante. la contrazione che utilizziamo tutti i giorni per spostare
un oggetto, sollevare un peso o semplicemente per pettinarci. Si compone di due
fasi: una fase concentrica, in cui il muscolo si accorcia, e una fase eccentrica, in cui
il muscolo ritorna alla posizione e alla lunghezza originaria man mano che si
decontrae;
ISOMETRICA
durante la contrazione la lunghezza del muscolo rimane pressoch invariata,
anche se il ventre muscolare tende a ingrossarsi. Un esempio diquesto tipo di
contrazione dato dal rimanere appesi a una sbarra con le braccia flesse, senza
effettuare movimenti (per questo motivo la contrazione isometrica anche
chiamata contrazione statica);
ISOCINETICA
Si ha quando la contrazione,
durante
un
movimento,
avviene a velocit costante.
Una contrazione di questo tipo
impossibile in natura, si pu
ottenere solo grazie a speciali
apparecchi,
detti
appunto
isocinetici. E utilizzata a scopo
riabilitativo
o
in
ricerca
scientifica.
AUXOTONICA
E prodotta durante gli
esercizi fisici che prevedono
luso
degli
elastici.
Lallungamento dellelastico,
crescendo, diventa sempre
pi
difficoltoso
perch
lattrezzo richiede una forza
muscolare
sempre
maggiore.
PLIOMETRICA
E basata sul riflesso di stiramento
muscolare. Si ha soprattutto durante i
salti ripetuti o nei salti verso il basso. Nel
momento in cui il piede tocca il terreno, la
muscolatura e i tendini vengono
rapidamente stirati, stimolando un riflesso
di protezione che si compie per mezzo di
una contrazione muscolare. quindi
possibile sfruttare questa contrazione per
aumentare la forza di spinta del corpo
verso lalto, in quanto un muscolo si
contrae con maggior vigore se stato
precedentemente allungato.
MUSCOLO STRIATO
tipo IIa
tipo IIx
tipo I
MUSCOLO STRIATO
Le diverse azioni messe in atto dai muscoli
dipendono in gran parte dal tipo di fibre di cui
sono composti. Una delle maggiori differenze
tra i vari tipi di fibre data dal diverso sistema di
utilizzo
dellATP
(AdenosinaTriPhosfato)
necessario alla contrazione.
Lattuale descrizione delle fibre muscolari scheletriche
rivela, oltre alle tre principali (I, IIa, IIx) ulteriori tipi di
fibre indicate come "fibre ibride" tipo IIax (composte da
fibre tipo IIa + IIx) e tipo I + IIa (met tipo I e met tipo
IIa).
FIBRE TIPO II
Bianche, Glicolitiche, FTF - Fast Twich Fiber, Veloci, FOG/FG
FIBRE TIPO II
Le fibre di tipo II presentano un'ulteriore suddivisione. Sono,
infatti, divise in: fibre IIa e fibre IIx. Questa distinzione stata
attuata in quanto, tra il tipo IIa e il tipo IIx, esistono delle
differenze sostanziali, soprattutto nel tipo di miosina; questa, nel
tipo IIx, risulta essere pi veloce durante la fase di distacco
dall'actina. Inoltre, la classe delle fibre IIa, possiede un
patrimonio di enzimi che utilizzano maggiori quantit di
ossigeno e di lipidi rispetto al tipo IIx.
FIBRE TIPO I
Rosse, Ossidative, STF-Slow Twich Fiber, Lente, SO
RIASSUNTO CARATTERISTICHE
- Contraz. rapida
- Forza elevata
- Fatica veloce
Tipo IIx
- Contraz. rapida
- Forza media
- Resistente
fatica
Tipo IIa
- Contraz. lenta
- Forza bassa
- Resitente fatica
Tipo I
RIASSUNTO CARATTERISTICHE
RIASSUNTO CARATTERISTICHE
CONTENUTO DI FIBRE
CONTENUTO DI FIBRE
ORDINE DI RECLUTAMENTO
DELLE FIBRE DURANTE ESERCIZIO
MODIFICAZIONI DEL
MUSCOLO CON LETA
MUSCOLI E INVECCHIAMENTO
Con let:
- diminuisce la statura
- dai 40 anni in poi compressione dischi intervetebrali
- osteoporosi (deterioramento della micro-architettura ossea)
Variazioni di peso
- 25-45 anni: calo attivit fisica, maggiore assunz. calorica
- inizio accumulo grassi per ridotta mobilizzazione
- 10 anni di stabilit
- successiva diminuzione
- diminuzione appetito
- perdite di calcio osseo (osteopenia)
- perdita di massa muscolare (sarcopenia)
- sintesi proteica < 30%
MUSCOLI E INVECCHIAMENTO
Statura
Peso
MUSCOLI E INVECCHIAMENTO
Con let:
- la forza massima esprimibile diminuisce regolarmente a
causa:
- dimensione delle fibre che diminuisce
- tipologia di fibre muscolari cambia in % (FT > ST)
- motoneuroni FT muoiono
- le unit motorie si allargano
- dai 50 anni si perdono il 10% di fibre allanno
- la frequenza di scarica dal SNC diminuisce a tal punto
da non essere pi sufficiente ad attivare completamente
le unit motorie residue
MUSCOLI E INVECCHIAMENTO
MUSCOLI E INVECCHIAMENTO
PROPRIOCETTORI
FUNZIONI
trasportare ossigeno e nutrienti ai tessuti
rimuovere sostanze del metabolismo
regolare la temperatura corporea
Pompa di sangue
ARTERIE e ARTERIOLE
CAPILLARI
VENE e VENULE
Distribuzione
del sangue a
riposo
CIRCOLAZIONE POLMONARE
Sangue ossigenato
Pressione arteriosa
250
225
200
175
150
125
100
75
Systolic BP
Diastolic BP
50
25
0
0
50
100
150
200
Workload (W)
250
300
225
200
175
150
125
100
75
Systolic BP
Diastolic BP
50
25
0
0
30
60
90
Time (sec)
120
150
GC
=
LEGGE DI
OHM
Pressione arteriosa
Resistenze
periferiche
ALCUNE CONSIDERAZIONI
ESERCIZIO FISICO
MODIFICAZIONI
EMODINAMICHE
GITTATA CARDIACA
CONSUMO DI OSSIGENO
LAVORO PRODOTTO
ESERCIZIO
INTENSO
DISTRETTI
ml/min
ml/min
DISTRETTO
MUSCOLARE
12OO
21
22000
85,5
ALTRI
DISTRETTI
4600
79
3650
14,5
GETTATA
CARDIACA
TOTALE
5800
100
25650
100
FREQUENZA
CARDIACA
(battiti/min)
GITTATA CARDIACA
(l/min)
SEDENTARIO
75
75
5,63
ATLETA
105
50
5,25
SEDENTARIO
110
195
21,5
ATLETA
162
185
29,9
CONDIZIONE
RIPOSO
ESERCIZIO
MASSIMALE
APPARATO
RESPIRATORIO
IL NASO
La funzione principale del naso
quella respiratoria. Il naso si
compone del naso esterno, o
piramide nasale, e delle fosse nasali.
Queste sono due canali che
terminano nella parte alta della
faringe o rinofaringe.
Le fosse nasali esercitano sullaria
inspirata unazione difensiva, di
riscaldamento,
umidificazione
e
filtrazione; cos laria giunge alle vie
aeree inferiori con una temperatura
intorno ai 37C, pressoch satura di
vapore acqueo e depurata dalle
principali particelle estranee.
IL NASO
FARINGE
La faringe consente il passaggio sia del bolo alimentare che dellaria
proveniente dalla respirazione. formata da un condotto, a parete
muscolare, posto davanti alle prime sei vertebre cervicali. La forma
della faringe ricorda quella di un imbuto, esteso dalla base del cranio
fino al punto dove inizia lesofago.
FARINGE
FARINGE
LARINGE
LARINGE
LARINGE
E lorgano fondamentale della fonazione,
visto che comprende le corde vocali;
TRACHEA
Al di sotto della laringe troviamo la
trachea, primo segmento delle vie
aeree inferiori di circa 20 cm. formata
da 15-20 anelli cartilaginei, sovrapposti e
legati tra loro da un tessuto connettivo
ed elastico. La funzione principale della
trachea quella di convogliare laria
respirata
agli
alveoli
polmonari,
assicurandole unadeguata temperatura
e umidit e trattenendo le particelle di
polvere: tale compito svolto dal
rivestimento mucoso e dai movimenti
coordinati delle ciglia del rivestimento
epiteliale.
ALBERO BRONCHIALE
La trachea, dopo essere
discesa verticalmente dal collo
nel mediastino giunta alla sua
estremit inferiore si biforca
nei due bronchi, detti principali
o primari. Questi, dopo un
breve tratto, entrano nel
polmone e, al suo interno,
danno origine a una serie di
diramazioni
secondarie
(bronchi intra-polmonari), simili
ai rami di un albero rovesciato
(da cui il nome di albero
bronchiale).
ALBERO BRONCHIALE
I due bronchi principali si
riducono via via sempre di pi in
dimensione, passando da bronchi
di primo ordine a bronchi di
secondo, terzo e, quindi, quarto
ordine, cos procedendo fino alle
pi
piccole
ramificazioni
bronchiali periferiche. Queste
ramificazioni entrano in rapporto
con gli alveoli polmonari, la cui
parete contiene una fittissima rete
di capillari provenienti dallarteria
polmonare e confluenti nelle vene
polmonari.
SCAMBIO DI OSSIGENO
SCAMBIO DI OSSIGENO
La
cosiddetta
ventilazione
polmonare il processo mediante il
quale laria contenuta negli alveoli
polmonari viene rinnovata per
assicurare lo scambio dellossigeno
e dellanidride carbonica.
POLMONI
I polmoni occupano quasi
completamente
la
cavit
toracica, lasciando al centro
uno spazio (il mediastino)
dove si trovano il cuore, il
pericardio, i grossi vasi
sanguigni, la trachea e
lesofago. Il loro colore, roseo
nel
neonato,
diventa
grigiastro con
lavanzare
dellet
a
causa
del
progressivo accumularsi del
pulviscolo atmosferico.
POLMONI
POLMONI
POLMONI
I
polmoni
hanno
unestensione
di
superficie
straordinariamente grande per soddisfare il nostro notevole
e continuo fabbisogno di ossigeno. La loro struttura
produce infatti un complesso di superficie estesa
corrispondente a circa 40 volte la superficie del corpo:
consente alluomo maggiori possibilit di prestazioni
rispetto a molti animali. Luomo, in altri termini, in grado
di svolgere un pesante lavoro muscolare per diverse ore
senza fermarsi; al contrario, animali come i rospi, ad
esempio, non possono sostenere sforzi protratti proprio
perch la loro area per gli scambi respiratori non molto
maggiore dellarea della superficie cutanea.
POLMONI
RESPIRAZIONE
RESPIRAZIONE
Nelluomo, la respirazione consiste nellassorbimento di
ossigeno e nelleliminazione di anidride carbonica. La
respirazione avviene con lintervento di numerosi apparati tra
loro strettamente collegati.
RESPIRAZIONE
Lattivit respiratoria controllata da alcuni centri nervosi (centri
respiratori) che vengono stimolati direttamente o indirettamente
dal contenuto di anidride carbonica, di ossigeno e dallacidit del
sangue arterioso periferico.
RESPIRAZIONE
RESPIRAZIONE
INSPIRAZIONE
Schema dellinspirazione. Il fenomeno dellespansione polmonare
durante linspirazione puramente passivo: ci che si espande
per effetto della contrazione dei muscoli inspiratori la cavit
toracica e il polmone non fa altro che seguire le variazioni di
volume di questultima. Lespansione della cassa toracica si
compie per mezzo di due meccanismi distinti: costale e
diaframmatico. La contrazione dei muscoli intercostali determina
un sollevamento delle coste con aumento soprattutto del diametro
anteroposteriore. La contrazione del diaframma determina un
raddrizzamento della sua curvatura, quindi unespansione verso il
basso delle basi polmonari. Lespansione dei polmoni determina
quindi lingresso di aria lungo le vie bronchiali e negli alveoli.
INSPIRAZIONE
INSPIRAZIONE - ESPIRAZIONE
VOLUMI RESPIRATORI
I volumi respiratori sono le variazioni dei volumi di aria nei
polmoni durante linspirazione e lespirazione. Si dividono in:
VOLUME CORRENTE
quantit di aria che entra ed esce dai polmoni a ogni normale
atto respiratorio. Corrisponde a circa 500 ml nelluomo e 450 ml
nella donna. In un individuo che compie esercizi muscolari
particolarmente intensi questa quantit aumenta notevolmente,
raggiungendo anche i 2500-3000 ml.
VOLUME DI RISERVA ESPIRATORIA
residuo di aria nei polmoni al termine di una respirazione
normale. Equivale a circa 3000 ml di aria.
VOLUMI RESPIRATORI
VOLUME RESIDUO
quantit di aria che rimane nei polmoni dopo una espirazione
massimale forzata; pari a 1500 ml. Questa quanti di aria pu
essere emessa allesterno solo in caso di collasso del polmone.
VOLUME DI RISERVA INSPIRATORIA
quantit di aria immessa in aggiunta al volume corrente (500 ml)
forzando al massimo la normale inspirazione. E pari a circa 25003000 ml. In questo modo possibile aumentare il contenuto totale
dei polmoni a 6000 ml di aria (alcuni atleti di fondo possono
arrivare anche a 8000 ml).
CAPACITA VITALE
il massimo quantitativo di aria che pu essere fatto entrare o
uscire durante un singolo atto respiratorio. Rappresenta la somma
del volume corrente e del volume di riserva inspiratoria, pi il
volume di riserva espiratoria.
VOLUMI POLMONARI
SPAZIO MORTO ANATOMICO
spazio delle vie aeree superiori che imprigiona sempre circa 150
ml di aria. Quando si muovono dai polmoni 500 ml di aria da
espirare, spingono allesterno i 150 ml di aria rimasta
precedentemente intrappolata e ne lasciano altrettanta nello
spazio morto. Quindi solo 350 ml di aria polmonare raggiungono
lesterno, anche se il totale espirato sar comunque di 500 ml.
VOLUMI POLMONARI
APPARATO RESPIRATORIO
MODIFICAZIONI
INDOTTE
DALLESERCIZIO FISICO
CAPACITA LAVORATIVA
Lefficienza cardiovascolare di solito presa in considerazione solo
per le attivit sportive, ma il corpo domanda ossigeno sia per le
attivit di tipo ricreativo che lavorativo. Ci sono infatti molti mestieri
che mettono a dura prova il fisico a causa delle notevoli richieste di
energia muscolare!
MODIFICAZIONI INDOTTE DA
ESERCIZIO FISICO
Da questo deduciamo che, ai fini dellincremento
dellossigenazione, un aumento della profondit del respiro
preferibile a un notevole aumento della velocit degli atti
respiratori. Se il volume corrente diminuisce a causa di
uninsufficiente profondit di respiro, laria che giunger agli
alveoli sar sempre pi quella dello spazio morto anatomico
(dunque meno carica di O2). Questo porter in breve a una
riduzione dellossigeno circolante, con conseguente
momentanea anossia. E vero che durante un esercizio fisico
gli atti respiratori sono accelerati rispetto al normale, ma
anche vero che la profondit dei respiri relativamente
maggiore dellaumento della frequenza.
CAPACITA LAVORATIVA
MODIFICAZIONI INDOTTE DA
ESERCIZIO FISICO
Lesercizio fisico, soprattutto se massimale, determina un
aumento notevole della richiesta energetica
Il sistema cardiorespiratorio deve garantire in modo adeguato il
trasporto e lo scambio di ossigeno e anidride carbonica
coinvolti nei processi metabolici
Il consumo di ossigeno aumenta proporzionalmente
allincremento del carico di lavoro
In un soggetto sedentario pu raggiungere un valore di circa
7 volte superiore a quello misurato riposo
In un soggetto allenato pu aumentare anche di 25 volte
rispetto al valore di base
MODIFICAZIONI INDOTTE DA
ESERCIZIO FISICO
Con lesercizio, la gettata cardiaca aumenta e la perfusione
polmonare diventa pi omogenea
Gli alveoli precedentemente non perfusi, ricevono ora un
adeguato flusso ematico e di conseguenza lo spazio morto
alveolare si riduce
MODIFICAZIONI INDOTTE DA
ESERCIZIO FISICO
MODIFICAZIONI INDOTTE DA
ESERCIZIO FISICO
Apparato cardiovascolare ed esercizio fisico
Esercizio fisico
(Aggiustamenti Periferici)
Aumento della
gettata cardiaca
Ridistribuzione dei
flussi distrettuali
MODIFICAZIONI INDOTTE DA
ESERCIZIO FISICO
Distribuzione a Riposo e durante Esercizio Fisico
Riposo
Leggero
Strenuo
5000
10000
15000
20000
Flusso Splancnico
Flusso Cerebrale
Flusso Coronarico
Flusso Renale
Flusso Muscolare
Flusso Cutaneo
25000