Sei sulla pagina 1di 2

Gioved 31 dicembre

2015
ANNO XLVIII n 308
1,40
San Silvestro I
papa

Opportunit
di acquisto
in edicola:
Avvenire
+ Luoghi dellInfinito

4,00

Quotidiano di ispirazione cattolica

Unioni civili
In aula a fine gennaio
Nel Ddl rispunta
laffido rafforzato
SPAGNOLO

w w w. a v v e n i r e . i t

Gli italiani scrivono al Capo dello Stato

Mercati
Piazza Affari nel 2015
meglio di tutti: +13%
Ma a deludere il Pil

Questa sera il messaggio di fine anno


Ecco le lettere dei cittadini a Mattarella

A PAGINA 10

CELLETTI E PINI

SACC

A PAGINA 11

EDITORIALE

Il fatto. Il vertice tra governo ed enti locali decide una serie di misure

FINE DANNO, RESISTENDO ALLA GUERRA

per contenere linquinamento. Regia nazionale, basta interventi sparsi

OLTRE
LA PAURA
MARCO IMPAGLIAZZO

ntonio Gramsci scrisse che odiava


il capodanno, convinto che ogni
mattino capodanno: non bisogna
diceva perdere il senso della continuit della vita e dello spirito. Se
vero che nella vita e nella storia esiste la continuit, fa riflettere questa posizione gramsciana
di odio per il capodanno. Alcuni messaggi, in
questa fine danno, vorrebbero spingerci a mettere tra parentesi un giorno, additato come pericoloso, per le minacce del terrorismo. Tra gli aspetti che hanno caratterizzato il 2015, c infatti il moltiplicarsi di fatti di terrorismo jihadista.
Papa Francesco, nel messaggio di Natale Urbi et
Orbi, ha ricordato le vittime delle efferate azioni terroristiche, particolarmente delle recenti
stragi avvenute sui cieli dEgitto, a Beirut, Parigi,
Bamako e Tunisi. Il 2015 segnato dalle ferite
del terrorismo: morti, feriti e distruzioni in varie
parti del mondo. Quale la risposta della politica,
della societ, delle istituzioni, di ciascuno di noi?
Nella storia si sa i paragoni non reggono. Se
dovessimo per cercarne uno per la situazione
che viviamo, potremmo trovarlo nel 2001: anno
in cui il terrorismo male antico e mai sopito
riemerse con tanta forza, anche mediatica. Allora, in Occidente, si era impreparati a rispondere. Le reazioni furono di vario tipo, talune scomposte. Alcuni gridarono allo scontro di civilt,
altri incolparono una religione, anzi la religione
in quanto tale. Vennero poi la risposta securitaria e quella delle armi: la guerra del bene contro
il male, si disse. Afghanistan prima, Iraq poi. Oggi, dopo tanta storia vissuta nellultimo decennio, abbiamo imparato che la guerra non la soluzione, ed ingannatrice come lidea dello
scontro di civilt o, peggio, di religione. Se
nel mondo musulmano ci sono responsabilit
chiare nel non aver contrastato seriamente il terrorismo sia a livello di Stati che di certa opinione pubblica, dobbiamo anche constatare come,
da qualche anno, il terrorismo colpisca i musulmani in particolare (sciiti e sunniti), e che Daesh stia facendo una guerra per il potere, innanzitutto, nelle aree a maggioranza islamica. La
guerra in Siria, da quasi cinque anni, sta distruggendo lintero Paese: il terreno in cui si
sviluppa un terrore che travolge tutto e tutti, nessuno escluso. E addirittura diventa il luogo per
lesportazione del terrore, come con gli attentati di Parigi.
La minaccia esiste, non va sottovalutata, ma gli
strumenti bellici, non bastano e hanno mostrato i loro limiti. C il "fronte interno" delle nostre
societ. Oggi siamo pi spaventati di ieri. La paura ormai una compagna costante della vita. Ma
la paura si sa non una buona consigliera e
non aiuta a fare le scelte di lungo periodo che
simpongono in questo momento storico. Dal
2001 le societ hanno cominciato a proteggersi
meglio, il lavoro di intelligence cresciuto, anche
se, in certi casi, manca il coordinamento internazionale. Certamente tante contromisure sono state prese e hanno evitato guai peggiori.
Il problema per come liberare le nostre societ dalla paura (quella che la strategia terroristica impone). Lo si fa, creando legami, motivando e comunicando il gusto e la responsabilit di vivere insieme. C bisogno di una rigenerazione della societ, specie nelle periferie anonime. Una societ pi motivata rende pi agevole lintegrazione dei "nuovi europei". La casa
si costruisce insieme, con il contributo di tutti,
partendo da fondamenta comuni e condivise
che sono la storia e i valori dellEuropa: il diritto,
la solidariet, luguaglianza, la libert.
Oltre ad amare i valori, bisogna per incontrare
e amare le persone: questo un punto di svolta
che spesso manca, ma che ricrea una coesione
sociale. LAnno Santo della misericordia lo ricorda e lo insegna a chi crede e a chi non crede,. Perch la misericordia maestra di vita, a differenza della paura. Su queste basi si potr lavorare
meglio sullintegrazione, vero nodo della pace
sociale in Europa, a partire dalle periferie.
E poi c il grande compito sul "fronte esterno":
la pace. La pace che faremo sar la vera sconfitta del terrorismo. Non a caso la Chiesa apre il primo giorno dellanno (dal lontano 1968) nel nome della pace. E il capodanno, che altrimenti si
pu anche arrivare a odiare, cos ha pi senso.
RIPRODUZIONE RISERVATA

Nasce lo slow smog


Auto a 30 km/h e riscaldamento gi di 2 gradi
Fondi (pochi) e sconti per il trasporto pubblico
Gli interventi potranno scattare nelle citt dove, per sette giorni consecutivi, verr
superato il livello di Pm10
consentito. Allo studio del
comitato di coordinamento, appena costituito, un piano per la rottamazione dei
veicoli pi inquinanti. Ma gli
interventi non piacciono n
agli ambientalisti, che considerano il protocollo inutile se non diventa legge, n
agli automobilisti. E neppure ad alcuni governatori, critici soprattutto per linsufficienza delle risorse a disposizione per gli obiettivi pi
strutturali.

Una ricca
sobriet

I NOSTRI TEMI

Testimoni del Vangelo

Fides: uccisi nel 2015


22 operatori pastorali
Anche 2 laici italiani
GIANNI CARDINALE
La scia degli operatori pastorali uccisi rivela in questa fase storica dellumanit una recrudescenza inaudita,
che sembra non avere eguali nella
storia. questo lamaro commento
di padre Vito Del Prete ai dati drammatici diffusi ieri da Fides, di cui direttore.

A PAGINA 19

CAPODANNO BLINDATO NELLE CAPITALI

Udienza

Francesco: crescere
in fede e libert
contemplando Ges

LEONARDO BECCHETTI
Se il conflitto tra preoccupazioni sulla salute e paradigma di sviluppo insostenibile finalmente arrivato
al pettine vuol dire che veramente scoccata lora del
cambiamento. I reportage
sulla "Milano a piedi" letti,
visti e ascoltati sui media di
questi giorni echeggiano
un senso di straniamento.

A PAGINA 23

Balcani inquieti
Il sogno malato
di un Califfato

Dedicata alla figura di Ges Bambino lultima udienza generale del 2015 con papa
Francesco. Per crescere nella fede avremmo bisogno di contemplare pi spesso Ges Bambino, ha detto il Papa, invitando anche ad abbandonare la nostra
pretesa di autonomia davanti al Bambinello. E sempre ieri diffusi i dati delle presenze dei fedeli alle udienze, cerimonie e
Angelus con Francesco: oltre tre milioni.

A PAGINA 3

ALLE PAGINE 5 E 7

A PAGINA 21

Dossier. Il nostro rapporto sulla pedofilia

A Molfetta

Bambini abusati
Grida nel silenzio
tra web e strade

La Marcia della pace


in cammino
con don Tonino Bello
ANDREA GALLI
Si svolge stasera la tradizionale Marcia della Pace, che riprende il tema voluto dal Papa per la Giornata mondiale della pace di
domani: Vinci lindifferenza e conquista
la pace. Questa edizione ha una particolarit, si svolge a Molfetta, ovvero la diocesi
di cui fu vescovo Tonino Bello, che 23 anni fa guid una storica marcia in Bosnia.

La reazione
che ci vuole

A PAGINA 20

MARCO TARQUINIO

NELLO SCAVO

ai come in questi
anni si parlato e
straparlato di pedofilia, mai i pedofili sono stati pi arroganti. E mai come in
questo tempo (che anche e
sempre pi "digitale") hanno
commesso violenze e sconcezze e concluso criminali affari in modo pi facile, pervasivo, persino ostentato. Torniamo
a documentarlo oggi con uno
dei dossier periodici che dal
2009 proponiamo su "Avvenire". Lo facciamo con grande fatica umana e professionale. Perch la piaga aperta e ripugnante. E perch la reazione
continua a mancare. Non manca il contrasto, sia chiaro, anche
se resta diseguale per convinzione e strumenti nelle diverse
parti del nostro mondo. Ma non
si vede ancora una svolta, efficace e giusta. Quanto ci vorr
perch lOnu, magari ispirato
dallUnicef, convochi una grande Conferenza internazionale
che smascheri definitivamente
questo turpe mercato e mattatoio di innocenza? Quanto ci
vorr perch la liberazione dallincubo che sconvolge e mortifica la vita di bambine e bambini diventi uno degli obiettivi
di civilt condivisi, proclamati e
perseguiti da tutti gli Stati?
RIPRODUZIONE RISERVATA

Non ho mai visto cos tante moschee, tutte nuove e anche molto belle. Lespressione di sorpresa di un profugo yemenita, abituato ai minareti e ai muezzin, spiega bene lavanzata dellislam wahabita nella
penisola balcanica, dove i ponteggi dei centri di culto fanno ombra ai
villaggi sgarrupati dei contadini. Il Balkan Caliphate, Califfato balcanico, non pi il trascurabile vaneggiamento di qualche predicatore
radicale. Lincubo di un Daesh alle porte dEuropa un rischio.

PRIMOPIANO

INSERTO NELLE PAGINE


CENTRALI DEL GIORNALE

ALLE PAGINE

8E9

AUGURI AI LETTORI
Come ogni anno, il 1 gennaio i quotidiani non saranno in edicola. Lappuntamento con i lettori per sabato 2 gennaio. A tutti laugurio di un 2016 sereno,
ricco negli affetti, teso verso la solidariet
e la pace, nel segno della misericordia.

rima dei fatti


Buon anno

n quel continuo prologo che la


vita c posto per altre gioie e
amarezze. Dal Vangelo secondo
Matteo: Non vi inquietate dunque
per il domani, a ciascun giorno
sufficiente la sua pena.
Se dunque la speranza prima di
tutto qui, in questo obbligo di vivere,
Itaca non esiste: doppiato listmo,
troveresti sempre altri mari, e nuove
sirene pronte a fermarti. I Proci, a
loro volta, sono con noi, confusi a
bordo; Penelope qui, con te. Itaca
ogni giorno il tuo animo, la rotta e
lapprodo, il motivo per il quale vale
sempre partire, ma guidati da
qualcosa che immancabilmente
davanti. Baster mettersi a prua,
sapendoci stare. Il resto la vita.

Sergio Zavoli
Nessuno, amo ripeterlo, nasce solo
per se stesso; da quel momento tutto
si connette, si scompone e si rigenera
nel laboratorio dellesistenza, via via
spartendo la realt in piccola e
grande, propizia e contraria. Solo
lamore terr insieme ogni cosa,
perch la sola forza che tende a
unire. Perch si felici solo in due.
Mi congedo dai lettori, secondo i
tempi assegnati via via alla rubrica
di questo bel giornale. Ho raccolto
brevi tracce della realt facendone
una filiera che non appartenesse
alla pretesa di raccontare soltanto
storie mie, mentre la vita seme e
pianta, tronco e rami. Di tutti, e di
ciascuno.
RIPRODUZIONE RISERVATA

Intervista

Nostalgia dello spazio:


Samantha Cristoforetti
parla del futuro
LO CAMPO

A PAGINA

25

Cultura

morto il sociologo
della religione
Sabino Acquaviva
FOLENA

A PAGINA

25

Inchiesta

Ecco i best seller


del 2015
dal mondo globale
GALLI

A PAGINA

26

Gioved
31 Dicembre 2015

LOFFENSIVA
DEL FONDAMENTALISMO

PRIMO PIANO

Lescalation

KABUL

La polizia di Pristina
ha confermato che almeno
120 miliziani hanno fatto
ritorno in Kosovo dopo
aver combattuto nelle file
dei terroristi. Ma non
staranno a riposo. Decine
i ricercati. E in molti villaggi
vige ormai la sharia

I profughi afghani hanno speso


1,8 miliardi di dollari per fuggire
Gli afghani che hanno lasciato il loro Paese
nel 2015 hanno speso circa 1,8 miliardi di
dollari per rifugiarsi in Europa. Lo ha reso
noto a Kabul il ministero afghano per i
Profughi e il Rimpatrio.
Il portavoce ministeriale, Islamuddin Jurat,
ha indicato allemittente "1TvNews" che il
calcolo stato fatto sulla base di circa
150.000 afghani che sono partiti verso
nazioni europee alla ricerca di una vita
IN CAMMINO.Migranti provenienti dalla Siria e dallIraq varcano la frontiera macedone

NELLO SCAVO
INVIATO A SKOPJE (MACEDONIA)
on ho mai visto cos tante moschee, tutte
nuove e anche molto belle. Lespressione
di sorpresa di un profugo yemenita, abituato ai minareti e ai muezzin, spiega bene lavanzata dellislam wahhabita nella penisola balcanica, dove i ponteggi intorno ai centri di culto fanno ombra ai
villaggi sgarrupati dei poveri contadini. Il Balkan Caliphate non pi il trascurabile vaneggiamento di
qualche predicatore radicale. Per quanto improbabile, lincubo di un Daesh alla porte dEuropa si materializza ogni volta che un imam in Macedonia o Kosovo viene arrestato. Le autorit, di solito, minimizzano
per rassicurare lopinione pubblica e gli investitori esteri. Ma le operazioni antiterrorismo raccontano
unaltra storia.
Baki Keljani, portavoce della polizia di Pristina, ha confermato che sono almeno 120 i jihadisti che hanno fatto ritorno in Kosovo dopo aver combattuto dal 2011
nelle file dello Stato islamico in Siria e Iraq. Che Daesh li abbia lasciati rientrare pi di una notizia. Per
lintelligence questo significa due cose: alcuni sono
mercenari che hanno concluso la loro parte di lavoro;
ma molti sono ideologizzati e non se ne staranno tutto il giorno a guardare verso la Mecca.
Solo nello scorso maggio si appreso di un ventiquattrenne albanese emigrato in Grecia con moglie e
bambino. Rimasto
senza lavoro, piuttosto che tornarsene a
La roccaforte
Tirana ha convogliato
la rabbia e si arruodellintegralismo
lato in Siria, trasciresta Gornja Maoca, nando con s la faminel nord della Bosnia glia. Ma la guerra non
faceva per lui. Ervin
Uno dei fondatori
Hasanaj, indicato dalle autorit di Tirana
della comunit,
come uno dei 90 jihaNusret Imamovic,
disti albanesi identificati come mujahed ora uno dei
che si sono uniti al
comandanti del Fronte din
Califfato, stato ucciso l1 aprile mentre
al-Nusra in Siria
tentava di fuggire dal
Daesh. Tornare indietro non si pu. A meno di non avere una missione da compiere. La roccaforte dellintegralismo islamico resta Gornja Maoca, villaggio nei pressi di Brcko, nel nord est della Bosnia. Uno dei fondatori della comunit, Nusret Imamovic, due anni fa si recato in Siria e oggi uno dei
comandanti del Fronte al-Nusra.
Tutti i sospetti terroristi arrestati negli ultimi anni abitavano o si recavano spesso a Gornja Maoca. Gran
parte dei pellegrini sono originari del Sangiaccato,
regione della Serbia e del Montenegro. Da l transitato anche Bilal Bosnic, noto reclutatore nelle settimane scorse condannato a sette anni di carcere dal
tribunale di Sarajevo.
Bosnia, Kosovo e regione del Sangiaccato, nel sud della Serbia, registrano la presenza pi capillare di comunit integraliste, molte delle quali legate alla corrente wahhabita. Nei villaggi, dove difficile incontrare una donna, e meno che mai una donna che non sia
completamente velata, la shaaria viene tollerata dalle
autorit e applicata al chiuso delle case. E proprio dalla Bosnia, allindomani degli attentati a Parigi, sono
partite nuove minacce. I filo Daesh del sito Web in lingua bosniaca Vijesti ummeta (Notizie della comunit
dei fedeli) hanno minacciano nuovi devastanti attacchi terroristici, come vendetta per i raid contro il Califfato, annunciando altre stragi e fiumi di sangue:
Sappiate che stiamo per arrivare, siamo gi tra voi.
Secondo lintelligence locale il portale diretto dal lea-

Intervista.

migliore, e che prevalentemente


sono approdati in Germania.
Secondo le stime disponibili, ha
aggiunto, ognuno degli aspiranti
rifugiati ha dovuto pagare fra 6.000 e 20.000
dollari, spesso a persone senza scrupoli,
per coronare il proprio sogno.
Mancanza di prospettive lavorative e
peggioramento delle condizioni di sicurezza,
ha concluso Jurat, sono stati alla base della
decisione di un cos gran numero di afghani
di abbandonare la propria patria e cercare
fortuna e sicurezza lontano da casa.
RIPRODUZIONE RISERVATA

(Epa)

Lincubo del Califfato balcanico


Daesh sulla soglia dellEuropa
Kosovo, Bosnia, Albania, cresce linfluenza dei jihadisti
der bosniaco della comunit wahhabita in Austria,
Muhamed Porca che a Vienna da diversi anni finanzia
con fondi dellArabia Saudita i wahhabiti in Bosnia. Altro sostenitore della web-jihad balcanica Bajro Ikanovic. Condannato nel 2007 per aver pianificato attentati terroristici, dopo aver scontato una pena di 4
anni oggi tra i quadri dirigenti del Daesh in Siria.
La presenza di gruppi radicali islamici in Bosnia, dove
il 40% dei 3,8 milioni di abitanti sono musulmani - in
larga parte seguaci di un islam che non si concede intemperanze - non un fenomeno recente. Durante la
guerra di Bosnia (1992-95) alcune centinaia di volontari arabi e islamici arrivarono nel Paese per combattere a fianco dei musulmani bosniaci. Alla fine del conflitto, con linizio della missione di pace Nato guidata

dagli Usa, arriv in Bosnia, a suon di petrodollari, anche lArabia Saudita, che cominci a finanziare abbondantemente i gruppi di ex combattenti islamici rimasti nel Paese come missionari. A tal punto che oggi nellarea di influenza wahhabita sono state costruite pi nuove moschee nei ventanni di dopoguerra che
in quattro secoli di dominazione ottomana.
Nonostante le centinaia di militari della Nato ancora
dispiegati su suo territorio, il Kosovo ben lontano dallessere stabilizzato. Migliaia di giovani emigrano con
ogni mezzo. Le speranze di un rilancio economico si
assottigliano. Il tasso di disoccupazione sfiora il 45% e
met dei 2,2 milioni di abitanti non ha compiuto 25 anni. Un mix di inquietudine e rabbia che gli affiliati al
Daesh sanno come mettere a frutto. Nelle ultime set-

Grazie a denaro
di enti wahhabiti
costruite pi moschee
in venti anni che nei
quattro secoli
di dominio ottomano
Torna lodio etnico

timane nel settore nord di Kosovska Mitrovica (nord del


Kosovo) abitato da popolazione serba cristiana e contrapposto alla parte sud abitata da kosovari di etnia albanese musulmana sono apparse scritte inneggianti allo stato islamico su edifici e case abitate da serbi.
Non sono segnali da trascurare. Sette kosovari di etnia
albanese, presunti appartenenti allo stato islamico si
trovano attualmente in Macedonia.
I sette, tutti latitanti, si troverebbero in villaggi intorno
alla capitale. A novembre la polizia di Skopje ha arrestato nove persone con laccusa di essere membri del
Daesh e sono alla ricerca di altri 27 indagati. Sono tutti considerati attivi, ma nessuno di loro risulta partito
per le terre del Califfato.
RIPRODUZIONE RISERVATA

Germania

Assunti 8.500 insegnanti


per istruire i rifugiati
tedeschi, i "land": la media di un
insegnante di tedesco ogni 23
bambini, molto diverso da quella
ono 8.500 gli insegnanti di
nazionale in cui il rapporto di
nuova nomina che la Gerun docente ogni 12 studenti.
mania ha assunto nel corso
Le scuole e le amministrazioni
del 2015, per far fronte allemernon sono mai state di fronte a ugenza di migliaia di rifugiati prona simile sfida ha dichiarato al
venienti in particolare dalla Siria,
Die Welt Brunilde
ma anche da Iraq,
Kurth, alla guida
Afghanistan, Eridellauthority per
trea, Somalia. Un
numero cos alto si Prove dintegrazione: listruzione tedesca
Dobbiamo accetspiega perch i mii migranti, di vari
tare il fatto che quegranti inseriti nel siPaesi e lingue di
sta situazione eccestema scolastico tedesco sono stati ben
provenienza, inseriti zionale diventi la
normalit. Secon196.000. Berlino ha
cos risposto, anche nel sistema scolastico do Heinz-Peter Meisul versante dellisono stati 196mila dinger, del sindacato docenti DPhV,
struzione, allondanon
basteranno
ta migratoria che ha
8.500 nuovi inseportato nel paese
gnanti, ma ne serviranno almeno
oltre un milione di persone. Sealtri 20.000, considerando che i
condo quanto riferito dal quotibambini in et scolare arrivati in
diano Die Welt, sono state istituiGermania, durante il 2015, sono
te classi speciali, create per aiustati circa 325.000.
tare i nuovi arrivati innanzitutto a
Il compito che attende questo picimparare la lingua tedesca, per un
colo esercito di maestri non
totale di 8.264 aule ad hoc in un
semplice, perch non si tratta solsolo anno. Nel report, appena
tanto di saper anche parlare idiopubblicato e ripreso dal magazimi complessi come larabo, ma bine Quartz, vengono presentati i
sogna essere in grado di spiegare
dati relativi agli 16 stati federati
una societ e una cultura completamente diverse ed necessario tenere presente che molti
bambini non sanno neppure leggere e scrivere nella loro lingua
madre. A questo va aggiunto che
Albania. Quali ricadute hanno
la quasi totalit soffre, per via delavuto le visite?
la guerra, di disturbo da stress
post-traumatico (Pstd) e molti di
Il Pontefice ha avuto il merito
loro hanno anche subito traumi
non solo di sostenere e rilanfisici. Infine non facile capire in
ciare il ruolo della comunit catche classe inserire i nuovi stutolica, aprendo nuove possibidenti, poich - soltanto nel caso
lit di dialogo, ma allo stesso
della Siria - sono due milioni e
tempo strappando il velo di i600.000 quelli che hanno perso
pocrisia riguardo il ruolo della
anni scolastici.
comunit internazionale, chiaLa portavoce dellufficio stampa
mata a fare molto di pi. Per
del ministero dellIstruzione delnon mi faccio illusioni. La posta
la Sassonia, Manja Kelch, alla tv
in gioco, soprattutto nei rapporti
Cnn ha parlato di una sfida imcon lArabia Saudita, molto almensa, ma che le autorit sono
ta e con ricadute su molti fronsicure di riuscire a far fronte alti: Siria, Iran, Israele, Iraq, Yelafflusso dei rifugiati nelle scuomen, per dirne alcuni. I Balcani
le. Il governo locale di Dresda ha
sono colpevolmente consideragi assunto 300 nuovi insegnanti
ti marginali e Daesh ha saputo
di lingua tedesca e altri 190 arriapprofittarsene.
veranno entro febbraio 2016.
Nello Scavo

SIMONA VERRAZZO

LARRIVO. Lingresso al campo profughi di Miratovac, al confine tra Serbia e Macedonia

(Epa)

Fondi sauditi ai gruppi radicali sempre pi influenti

essenza del problema che il sedicente Stato islamico nei Balcani esiste gi e molti fingono di non saperlo. Il professor Vladislav B. Sotirovic assertivo. Docente alla facolt di
Scienze politiche di Vilnius in Lituania, tra i massimi analisti di
affari balcanici, stato tra i primi a parlare di un Califfato alle
porte dellUnione Europea.
Quali sono gli elementi a sostegno della sua tesi?
In Kosovo nel corso degli ultimi
16 anni vi stata una sistematica distruzione del cristianesimo
sostenuta dallo Stato, tra cui la
massiccia espulsione dei cristiani (serbi) dalla regione. Perfino i turchi ottomani furono pi
misericordiosi in Kosovo, ri-

spetto ai musulmani albanesi di


oggi. Esiste un processo organizzato di islamizzazione del
Paese, finanziariamente sponsorizzato dallArabia Saudita. Solo in Bosnia-Erzegovina sono
state costruite tre volte pi moschee nel corso degli ultimi 20
anni (dopo la guerra) che durante i 400 anni di occupazione
ottomana.
E nel resto della penisola?
Tutto parte dal movimento
wahhabita, finanziato dallArabia Saudita, che molto attivo
Albania, in Bosnia-Erzegovina,
Kosovo e Macedonia, dove i
combattenti sono reclutati. Tutto questo proprio dove pi forte la presenza militare della Nato e degli Usa. La principale area di presenza e arruolamento

jihadista nei Balcani esattamente nella zona dove sono


presenti forze degli degli Stati
Uniti, in Kosovo.
In cosa diverso il progetto del
Daesh balcanico dal Califfato
nero cos come lo conosciamo?
Prendiamo il caso dei profughi
lungo la cosiddetta rotta balcanica. Lemergenza viene alimentata e sfruttata per colpire
le fondamenta europee.
Pensa davvero che sarebbe giu-

sto respingerli come ha fatto


lUngheria seguita adesso da altri Paesi, con il pretesto di preservare la cultura del Vecchio
Continente?
No, ma osservo un dato. Poich
non si riesce o non si vuole trovare una soluzione al perch fuggano dalle guerre con la Turchia che in alcun modo frena i
flussi , si sta costringendo alla
brutale chiusura dei confini e
questo rende molto chiaro lo

Il professor Sotirovic:
In Kosovo centrali
del reclutamento sotto
gli occhi della Nato
Vladislav B. Sotirovic

scopo: mettere in difficolt lUe,


dimostrando che lideale di una
Europa senza frontiere in
realt velleitario e vicino alla sua
fine. Proprio quello che desidera il Califfato dei Balcani.
La forte pressione migratoria
pu mettere in crisi o diventare un pretesto per rallentare la transizione delle giovani
democrazie nei Paesi dellex Jugoslavia?
Il fondamentalismo islamico e
lislam in quanto tale, stato il
principale baluardo contro leuropeizzazione dei Balcani e la
democratizzazione. ben visibile oggi soprattutto nella parte
musulmana della Bosnia-Erzegovina e del Kosovo.
Papa Francesco si recato due
volte nellarea: a Sarajevo e in

RIPRODUZIONE RISERVATA

RIPRODUZIONE RISERVATA

Potrebbero piacerti anche