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Salvataggi banche, lItalia recepisce la direttiva Ue


tralasciando la trasparenza
10 settembre 2015
Il recepimento della controversa direttiva Ue sul salvataggio delle banche,
quella che istituisce a partire dal 1 gennaio 2016 il meccanismo del
cosiddetto bail-in che far pagare il dissesto anche ai correntisti, rischia di
trasformarsi in un provvedimento ancora pi penalizzante per i risparmiatori.
Il perch presto detto: la direttiva Ue cerca di controbilanciare lenorme
potere discrezionale di cui gode il cosiddetto Comitato di risoluzione unico
(cio lorganismo europeo che deve attivarsi e intervenire nella gestione e
risoluzione delle maggiori crisi bancarie) con un grande sforzo di trasparenza
nei confronti degli azionisti e dei creditori della banca in dissesto. La direttiva
stabilisce infatti che per tutelare i diritti di azionisti e creditori opportuno
stabilire obblighi chiari riguardo alla valutazione delle attivit e delle passivit
dellente oggetto a risoluzione, valutazione che deve essere equa e realistica
e che andrebbe effettuata prima di svolgere qualsiasi azione di risoluzione,
anche per consentire la sua impugnazione. Non solo, la direttiva stabilisce
anche un raffronto ex post fra il trattamento effettivamente ricevuto da
azionisti e creditori e quello che sarebbe stato riservato loro in una procedura
ordinaria di insolvenza: se risultasse che hanno ricevuto meno opportuno
sancire il loro diritto a incassare la differenza.
Indirizzi che valgono anche per le autorit di risoluzione nazionali, ma di cui
non c traccia nelle bozze del decreto legislativo allesame del consiglio dei
ministri, cos come non ci sono gli inviti formali alla trasparenza della
procedura che deve prevedere che le azioni di risoluzione siano
adeguatamente notificate e rese pubbliche. Invece nel decreto legislativo si
attribuisce alla Banca dItalia il ruolo di autorit di risoluzione (in Europa un
organismo distinto dalla Bce) e si riafferma anche che tutte le notizie,
informazioni e dati sulle attivit di risoluzione degli enti creditizi e delle
imprese di investimento sono coperti da segreto dufficio anche nei confronti
delle pubbliche amministrazioni, ad eccezione del ministero dellEconomia.
Una discrezionalit totale che tanti danni ha prodotto anche nel recente
passato come testimoniano i casi di risoluzione gi gestiti da Via Nazionale:
tra tutti il commissariamento e la svendita della Banca popolare di Spoleto al
Banco di Desio. Chi tuteler i risparmiatori e i correntisti italiani? Chi
controller loperato della Banca dItalia cui ancora una volta viene data carta
bianca nella gestione delle crisi bancarie (o presunte tali)? E soprattutto chi
pagher per gli errori commessi nellambito di queste procedure?
Ai risparmiatori si chiedono ancora una volta sacrifici sostenendo che lo
strumento del bail-in dar agli azionisti e ai creditori degli enti un maggiore
incentivo a vigilare sul buon funzionamento dellente in condizioni normali e

per contro non si prevede alcun rafforzamento delle sanzioni a carico degli
amministratori e dei dirigenti responsabili del dissesto gli istituti di credito, n
si prevede una radicale riforma dellautorit di vigilanza che questi anni ha
fatto tutto fuorch vigilare, come dimostrano i casi MontePaschi, Banca
popolare dellEtruria, Banca delle Marche, Carige, Popolare Vicenza e Veneto
Banca, solo per citare i principali.

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