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Questa relazione stata redatta nella privavera del 2006 al tavolo di lavoro
coordinato da Paolo degli Espinosa, Roberto Avella e Claudia Bassano, nella sede
dellISSI di Roma.
Il tavolo di lavoro vedeva convocati i maggiori esperti italiani di agroenergia, in
logica assolutamente bipartisan dai responsabili di Enel e Enea, dal CNR alla Confagricoltura,
dal Comitato Termotecnico Italiano ad Esco Italia, dalle varie Universit alle
Associazioni Agricole di Categoria, decise
A vantaggio della semplicit e dellefficacia, qui si vuole sviluppare una sola proposta, ritenuta in accordo con il dibattito,
quella del distretto agricolo energetico (DAE), senza escludere, per questo, la validit di alter proposte
di utilizzare il modello DAE come base di lavoro per la redazione di tutta la normativa
legislativa legata allo sviluppo delle Agroenergie. Questo modello presentato da GeaFaber
e da Atena sarebbe diventato traccia del Quadro Strategico Nazionale presentato a
Bruxelles da Fabrizio Barca a nome del Governo Italiano e sarebbe stato adottato
conseguentemente come traccia dai vari Quadri Strategici Regionali che al QSN devono
obbligatoriamente adeguarsi.
GeaFaber srl e Atena srl sono le societ responsabili del marketing strategico agronomico
del
Consorzio Produttori Agricoli AMU
Il DAE, diventato DAET con le nuove implementazioni e adattamenti ha fruttato al
Consorzio AMU il premio SEE Award 2009 come miglior progetto Europeo nell'ambito della
Campagna Europea sull'Energia Sostenibile 2008/2009
- la potenza termica, in determinati casi, potr essere utilizzata anche come calore di
processo per produzioni industriali da definire caso per caso;
- in passato, per alimentare 1 MW elettrico erano necessari 400-500 ettari dedicati;
oggi con i nuovi sistemi colturali e cloni (pioppo, robinia, sorgo da fibra, miscanto,
kenaf ecc.) si possono calcolare 300 ettari per 1 MW elettrico;
- lestensione complessiva della superficie agricola dedicata a energia, valutata in circa
1500 ettari, corrisponde ad una piccola parte della superficie totale di un quadrato con
lato 50 km (superficie totale del quadrato 2500 km2, pari a 250000 ettari; lestensione
dedicata, pari a 1500 ettari, corrisponde a circa 1/150 della superficie totale ossia lo
0,6 %; questa proporzione dovrebbe assicurare la fattibilit).
Sul piano organizzativo, al DAET deve corrispondere un modulo partecipativo
sufficientemente compatto e interconnesso, in grado di sviluppare relazioni con le
amministrazioni pubbliche e di fruire delle incentivazioni.
I migliori risultati si otterrebbero con la partecipazione diretta delle aziende agricole
alla costituzione e alla gestione dellimpianto di trasformazione nel qual comunque
necessaria la presenza di un soggetto industriale specializzato.
E da segnalare anche il ruolo possibile dellESCO, Energy Service Company, con
funzione di intermediazione finanziaria e di rapporto con le banche.
Nota:
Nellindividuazione effettiva di un DAET si cercher la massima compattezza, quindi
si cercher di collocare in ununica organizzazione le diverse aziende che nel loro
insieme corrisponderanno ad almeno 1500 ettari, entro un diametro di 20-30 km.
Reciprocamente, organizzando come DAET unestensione con diametro di circa 50
km, si aprir la possibilit di individuare al suo interno, oltre il minimo di 1500 ettari,
altre estensioni dedicate, con possibilit di realizzare due o pi impianti di
trasformazione o di relazionarsi con aree contigue.
3. PRODUZIONE DI ENERGIA MEDIANTE BIOMASSE
Lesperienza italiana , nel suo complesso, di scarso successo, a causa delle difficolt
seguenti:
A. scarsa disponibilit di biomasse realmente accessibili e scarsa
densit energetica del prodotto;
B. costi elevati delle biomasse, rispetto ai combustibili
fossili;
C. frazionamento della propriet agricola;
D. dipendenza dalla incentivazione comunitaria per i prodotti
agro alimentari;
E. abitudini tradizionali (cereali ecc.);
F. problemi organizzativi e gestionali, non affrontati , della
filiera costituita da:
produzione delle biomasse (siano esse da bosco ceduo che da coltivazione dedicata),
raccolta, trasformazione e commercializzazione;
G. diffIc olt di accettazione, da parte della popolazione, dellintero
sistema(impianto di trasformazione, auto-trasporto, ecc ).
Il modello di riferimento potrebbe essere una societ per azioni o di altro tipo
giuridico, che si incarichi della gestione dellimpianto di trasformazione energetica e
di tutte le attivit connesse, di seguito indicate:
- raccolta del prodotto agricolo in piedi, cippatura in situ mediante cippatrice mobile,
stoccaggio;
- trasformazione energetica con produzione di energia elettrica e calore sotto forma di
acqua calda;
- commercializzazione dei due prodotti energetici;
- eventuale autoconsumo in attivit industriale di vario genere.
Lordine di grandezza della potenza elettrica dellimpianto, come valutata in
appendice e come gi accennato in precedenza, di 5 MW elettrici; tale impianto
richieder 15 occupati permanenti per la condotta dellimpianto, pi altri 2 per
assolvere i compiti di raccolta, cippatura, trasporto e stoccaggio, con un occupazione
complessiva dellordine di 17 unit.
La caratterizzazione e lincentivazione di questo nuovo sistema agricolotrasformativo dipenderanno principalmente dallimpiego certificato di fonti
rinnovabili locali.
Di conseguenza i prelievi in campo e i relativi trasporti, ai fini dellincentivazione,
dovranno essere tutti documentati con opportune bolle daccompagnamento, che
dovranno essere registrate allaccettazione allingresso dellimpianto.
Lincentivazione dovr quindi, essere strettamente associata ai prodotti energetici
conseguenti alla biomassa di produzione locale certificata fino allingresso
nellimpianto.
Il sistema attuale dei certificati verdi dovr, di conseguenza, essere rivisto
qualitativamente e quantitativamente, in relazione al nuovo tipo dimpianto e al
nuovo scenario delineato. ( la SRF non comporta arature per 10 anni e la conseguenza
perdita di gas serra).
Lincentivazione dovr essere basata su certificati verdi conseguenti alla riduzionedelle
emissioni serra, dovuta allimpiego delle fonti rinnovabili.
Va sottolineata lesigenza di un unico accordo organizzativo ed economico tra
imprenditori agricoli e imprenditori della trasformazione, allinterno del quale siano
regolate fin dallinizio le attribuzioni dei vari vantaggi ed oneri.
Unaltra fonte dincentivazione, su base europea o nazionale, o regionale, pu
provenire in alcuni casi, dalla funzione di presidio del territorio.
Si pu pensare, inoltre, a facilitazioni regionali per i costi davviamento, e per i
prestiti bancari (credito agevolato e fideiussione).
6SUPERFICI
POSSIBILITA UTILIZZABILI
DI DIFFUSIONE DEL
DAET:
MATRICE
DELLE
E ALLE
DELLE
POTENZE
REALIZZABILI
IN
RELAZIONE
DIVERSE
AREE
GEOGRAFICHE ITALIIANE
1.316.003
549.115 0,2
109.826
1,2
1.612.020
503.816
0,2
100.763
1.515.594
609.600
0,2
121.920
1.787.384
422.831
0,25
105.708
1.057.231
335.855
0,25
83.964
7.288.232 2.421.218
522.178
131.788
429
2.635.752
1,2
120.916
403
2.418.317
1,2
146.304
488
2.926.080
1,2
126.849
423
2.536.986
1,2
100.757
336
2.015.130
626.613 2.089 12.532.265
Ai valori della precedente tabella si potranno aggiungere altri 300.000 ettari provenienti
da superficie agricole non utilizzate, nellipotesi che i proprietari possano essere
sufficientemente sollecitati dai rendimenti economici delle nuove culture, questo valore
stato assunto pari a 1/3 della superficie agricola non utilizzata (917.263 ettari), valore
tratto da ISTAT statistichedellagricoltura anno 2000 pubblicata sullannuario n. 48
2005.
Tabella 2: calcolo dei MW e dei Mwh totali potenzialmente installabili in Italia
Fonte: V Censimento generale sullAgricoltura del 2000
superficie utile effettiva
626.613
300.000
926.613
2.089
1.000
3.089
12.532.265
6.000.000
18.532.265
Nota: limpostazione qui seguita utile solo per determinare lordine di grandezza
complessivo dei contributi DAET nelle varie aree geografiche e nellItalia nel suo
insieme.
Volendo invece progettare gli impianti nelle situazioni concrete, sar necessaria una
impostazione basata su:
- studio del territorio specifico;
- individuazione del sistema tecnologico, economico e commerciale pi adatto;
- aggregazione delle diverse componenti, agricole e industriali in un'unica
organizzazione imprenditoriale.
7 CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE