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UNIVERSIT DEGLI STUDI DI CAGLIARI

FACOLT DI SCIENZE POLITICHE


CORSO DI LAUREA IN RELAZIONI INTERNAZIONALI

ETNOGENESI E STATOGENESI IN KAZAKISTAN


DALLA SOCIET TRADIZIONALE ALLO STATO MODERNO
(XV-XX SECC.)

RELATRICE:
prof.ssa Annamaria BALDUSSI

TESI DI LAUREA DI:


Stefano LODI

ANNO ACCADEMICO 2005-2006

Indice
Premessa

Capitolo I. Il popolo e il territorio

Il territorio

Il territorio kazako: considerazioni conclusive

Lemergere delletnia kazaka

11

Il popolo

15

Lorganizzazione sociale kazaka

22

La religione dei nomadi kazaki

32

Capitolo 2. La lenta penetrazione russa

36

Origini dellimperialismo russo

37

La prima fase della conquista del Kazakistan: contatti commerciali

46

Tra fedelt e rivolt: la sottomissione della Piccola e Media Orda

50

Il protettorato russo sullOrda Piccola e Media

53

Prima fase del dominio russo (1822-1865)

57

La conquista della Grande Orda e delle valli (1865-1905)

61

La colonizzazione del Kazakistan

69

Conseguenze socio-economiche

73

Conseguenze culturali e politico-identitarie

76

La classe intellettuale kazaka

79

Rivoluzioni e rivolte. I primi decenni del XX sec.

81

Capitolo 3. Ascesa e negazione del nazionalismo (1917-1953)


Gli effetti della Rivoluzione di Febbraio

91
94

Il Governo dellAlash Orda e lopposizione

103

Gli anni Venti

109

Leconomia staliniana

122

Statificazione compiuta

126

Epilogo

131

Bibliografia

134

Premessa
La storia rappresenta tuttoggi un elemento importante della cultura di tutta lAsia
Centrale. V una conoscenza generalizzata del passato locale, sconosciuta a noi
occidentali e che causa di autentica fierezza per la popolazione. Essa alimenta il senso
di appartenenza e la consapevolezza delle proprie specificit rispetto al mondo
circostante1. Di contro, la storia di queste genti rimasta a lungo e tuttoggi rimane in
buona parte sconosciuta al di fuori di questarea, se non tra un ristretto numero di
specialisti2. Specialisti teoricamente chiamati a disporre di competenze cos variegate da
poter essere con difficolt padroneggiate virtuosamente da una sola persona o da un
limitato numero di queste3.
Risponde quindi ad una scelta ben precisa lutilizzo di un cospicuo numero di opere
provenienti da settori disciplinari differenziati e apparentemente distanti, pur
principalmente opere storiche, ma rispondenti ad un approccio o focus completamente
differenti. Il lavoro che segue infatti, pur sostanzialmente una normale indagine
politologica affrontata su base storica, non poteva basarsi esattamente su alcun lavoro
compiuto o approccio collaudato. Certamente ci si ampiamente rifatti ad alcune opere
essenziali del settore, veri e propri monumenti degli studi dellarea e la cui influenza
risulta in molti punti palese. Eppure, nessuna di esse, per quanto simile o vicina, ricalca
esattamente lapproccio richiesto da questo lavoro, indipendentemente dai suoi risultati
finali e sostanziali. Si aggiunga a questo lestrema povert di analisi che non si
focalizzano sullAsia Centrale (variamente definita) nel suo complesso e ancor di pi su
un singolo stato o popolazione dellarea, come nel nostro caso il Kazakistan.
Infine va considerato come una delle maggiori difficolt nello studio di un qualsiasi
stato dellarea siano le fonti primarie, la loro incompletezza, la loro attendibilit o anche
solo la loro accessibilit. In particolare, le informazioni sulla vita pi antica nellarea
non possono essere rinvenute da fonti scritte locali, dato che tutta la conoscenza veniva
tramandata oralmente e la sua trascrizione cominci in epoca russa4. Nel passato, le
prime informazioni nel mondo esterno provenivano da rari viaggiatori europei,
mentre gli storici orientali preferirono registrare informazioni sulla vita nelle oasi. In
tempi pi recenti informazioni pi dettagliate cominciarono a provenire sempre a
seguito della penetrazione russa5.
Accanto al problema della lingua, al passaggio dallo zarismo allURSS si affianc il
problema della possibilit di accesso alle fonti russe al riguardo o di effettuare degli
studi in loco, della circolazione di documenti provenienti dallUnione Sovietica o
dellesclusione degli studiosi locali dal grande circuito scientifico internazionale6. A
questi si aggiunsero le pubblicazioni e la retorica di regime che contribuirono a
confondere le idee e a distorcere la realt di questa gi poco nota area7.
Nel mentre, essa divenne una moda tra gli studiosi occidentali essenzialmente per
motivi politici. Si credeva infatti che lampia minoranza musulmana, concentrata al sud
Svat Soucek, A history of Inner Asia, Cambridge University Press, Cambridge 2000, p.16
Lawrence Krader, Peoples of Central Asia, Uralic and Altaic Series Vol.26, Indiana University.
Bloomington, Mouton & Co. Hague 1963, p.73
3
John Joseph Saunders, History of the Mongol Conquest, University of Pennsylvania Press,
Philadelphia 2001 (1971), p.13
4
L. Krader, op.cit, pp. 44-45
5
Martha Brill Olcott, The Kazakhs, Hoover Institution Press, Stanford 1995, p.3
6
Ingvar Svanberg (a cura di), Contemporary Kazaks, Cultural and Social perspectives, Curzon,
Lingby 1999, pp. vii-viii
7
Edward A. Allworth, The modern Uzbeks, from the fourteenth century to the present, a cultural
history, Hoover Instintution Press, Stanford 1990, pp.vii-x
1
2

dellUnione Sovietica, cio proprio in Asia Centrale e intorno ad essa, avrebbe


rappresentato il principale fattore di destabilizzazione interno dellavversario. In
seguito, la crisi afgana e la rivoluzione khomeinista accesero nuovamente sul finire
degli anni Settanta i riflettori sullarea. Immediatamente dopo il collasso sovietico larea
apparve agli occhi del mondo come finalmente dischiusasi in un normale settore geopolitico abitato da stati. Da un lato essa attir distrattamente lattenzione per il
semplice fatto che si trattava di un angolo di mondo esotico completamente
sconosciuto ai pi8. Dallaltro, in maniera parzialmente analoga a quanto accaduto negli
anni Sessanta, essa venne considerata da molti esperti il vaso di Pandora dello
scenario internazionale9. Seppure queste impressioni a circa dieci anni di distanza
poterono apparire superate, i talebani afgani hanno provveduto a richiamare per la terza
volta in pochi decenni lattenzione. Oggi, seppur non direttamente, larea rimane parte
indistinta, ma integrante, di quel luogo oscuro del mondo in cui, in un modo o
nellaltro, buona parte delle paure contemporanee sembrano avere origine.
Ciononostante il lavoro che segue non si occuper sistematicamente degli sviluppi
contemporanei, n dellarea nel suo complesso. Come vedremo, le fasi della storia del
Kazakistan non coincidono periodicamente con la storia dellintera Asia Centrale e
tanto meno il paese legato ad ogni parte della regione con la stessa profondit. Il
mondo centrasiatico, ed in particolare il settore settentrionale, rimarr la cornice entro la
quale si compiranno per osmosi gli avvenimenti che verranno descritti ed analizzati. Il
compito di questo lavoro sar allora proprio quello di evidenziare le specificit del
percorso di formazione di una statualit kazaka, premessa imprescindibile per la
comprensione esatta dei problemi attuali, sia in termini di politica interna (assetto
istituzionale, nation making, politica delle minoranze, etc.) sia di politica estera. E
infatti precisa convinzione di chi scrive che solamente lo studio delle dinamiche di
lungo periodo, opportunamente attualizzate, possa fornire le chiavi di lettura di
fenomeni a noi contemporanei, ma che trovano organicamente la propria spiegazione
reale nellanalisi di fenomeni solo in apparenza lontani e passati.
Infine, proprio a causa della variet delle fonti e delle mie scarse competenze
linguistiche, ho preferito accettare la traslitterazione utilizzata da ciascun autore cui si
di volta in volta fatto riferimento, senza preoccuparmi eccessivamente dellomogeneit
dei nomi. Potr cos capitare che i medesimi luoghi o i medesimi soggetti (singole
persone, movimenti, associazioni, partiti, etc.) possano essere citati in maniera
differente in vari punti della trattazione (come nel caso dei leader Alash, citati in lingua
kazaka, variamente trascritta, tatara o turca, nonch russa). Sono stato daltronde
confortato in questa scelta da pubblicazioni di ben pi alto livello10, confidando da
ultimo nel fatto che chiunque si avvicini ad un lavoro di questo tipo non trover
comunque difficile orientarsi, per competenza o pura e semplice intelligenza.

Peter Ferdinand (a cura di), in The New Central Asia and its Neighbours, Chatham House
Papers, The Royal Institute of International Affairs, Pinter Publishers, London 1994, pp.1-3
9
Marie-Carin Von Gumppenberg, Staats- und Nationsbildung in Kazachstan, Leske-Budrich,
Opladen 2002, pp.11-14
10
Geetha Lakshmi, Ethnic Conflict in Central Asia. A comparative Study of Tibet and Kazakhstan,
New Dehli 2003, p. vii
8

Capitolo I. Il popolo e il territorio


Il primo capitolo di questo lavoro una premessa inevitabile ai successivi. Esso
risponde infatti a un quesito primitivo: Come si originato un territorio kazako? O
meglio: Quand che questa specifica etnia s formata e ha dato il proprio nome a
questo territorio?
Come vedremo, il Kazakistan non solo un ampio territorio, ma anche fortemente
differenziato al proprio interno11. Non costituito dalla semplice somma di singole
entit geografiche (catene montuose, fiumi, etc.) i cui territori risultano integralmente
incorporati nel territorio statale. Specie lungo i confini il territorio kazako attraversa
aree geografiche condivise con altri stati. Questo significa che non si ha una
caratterizzazione geografica tale da renderlo facilmente auto-evidente, chiaro,
indiscutibilmente coeso, uniforme, unentit spaziale a s e inequivocabilmente
distinguibile (come potrebbe essere unisola). Non quindi ununiformit fisica ad aver
suggerito o imposto una qualche coesione politica e sociale. In altre parole, il
Kazakistan, come qualsiasi altro territorio dellAsia Centrale, area culturale o area
politica necessita di una definizione12.
Lambizione di questa sezione quella di evidenziare la stretta correlazione tra
spazialit fisica e spazialit politica. Ovviamente lidea di territorio associata a
unentit politica unelaborazione umana, un costrutto che segna il passaggio dalla
geografia fisica a quella politica. Di qui la necessit di individuare i processi che hanno
portato a questesito e di individuare i soggetti che se ne sono fatti protagonisti.
Questo approccio trova conforto nel fatto che il determinismo geografico sia sorto
proprio tra gli studiosi dellAsia Centrale, in particolare dal lavoro di Ellsworth
Huntington. Probabilmente in nessun altro luogo del pianeta le condizioni di partenza
sono parse agli scienziati sociali cos limitative e discriminanti per linsediamento
umano. O forse semplicemente straordinari gli esiti in termini di civilizzazione, dati
questi presupposti. Queste prime posizioni sono state in seguito radicalmente criticate,
in quanto qualsiasi fenomeno storico trovava in esse una spiegazione ecologica, con
totale negazione della dimensione socio-umana. Cos per esempio, il crollo di
determinate strutture politiche veniva esclusivamente ricondotto ad un coincidente
periodo di siccit; e via dicendo. Il meccanicismo di questo approccio non poteva
chiaramente essere esaustivo13. Ciononostante, pur con le dovute correzioni, esso pu
ancora fornire importanti indicazioni per lanalisi dei fenomeni politici, non solo in una
prospettiva storica. E quanto mai in Centralasia14. Ed da questo approccio di studio
che, pur con scarsa competenza e in maniera non sistematica, si rifar la trattazione
successiva.
Il territorio
Lattuale territorio del Kazakistan cos delimitato: a nord il confine si divide in una
porzione europea (per convenzione al di qua degli Urali) e una asiatica che comprende
Martha Brill Olcott, Kazakhstan, in Glenn Eldon Curtis (a cura di), Kazakhstan, Kyrgyzistan,
Tajikistan, Turkmenistan, and Uzbekistan. Country Studies, Federal Research Division, Washington
1997, p.21
12
Yuri Bregel, Historical Atlas of Central Asia, Brill, Leiden 2003, pp. vii-viii
13
Lawrence Krader, Peoples of Central Asia, Uralic and Altaic Series Vol.26, Indiana University.
Bloomington, Mouton & Co. Hague 1963, pp.4-8
14
David Menashri, Central Asia meets the Middle East, Frank Cass, London-Portland 1998, p.25
11

le steppe meridionali della Siberia; a est e sud-est rispettivamente dalle catene dellAltai
e del Tian Shan; a sud dal Lago dAral e dalla valle del Syr Darya; a sud-ovest dal Kara
Bogaz Gol.
Dal punto di vista della geografia politica, i paesi confinanti con il Kazakistan sono a
nord e nord-ovest la Repubblica Russa, la Repubblica Popolare Cinese ad est, a sud il
Kirghizistan e lUzbekistan, il Turkmenistan a sud-ovest e a occidente i quattro paesi
che saffacciano sul Mar Caspio (in senso orario: Turkmenistan, Iran, Azerbaigian e
Russia)15. Tuttavia, cos come per il Mar Caspio a occidente, appare limitativo
considerare le catene dellAltai come una barriera dal punto di vista geo-politico.
Specialmente da un punto di vista storico e etnografico, ci porta a considerare la
Mongolia un vicino a tutti gli effetti del Kazakistan16.
Situato nel cuore del continente centrasiatico, lattuale territorio del Kazakistan il
nono paese al mondo per estensione (2.717.300 Kmq)17. La sua massima distanza da est
a ovest raggiunge approssimativamente i 3.000 chilometri e da nord a sud allincirca i
2.000 chilometri18. Lampiezza del suo territorio fa s che esso comprenda svariati
paesaggi geo-umani, mentre la sua collocazione a cavallo dEuropa e Asia lo rende oggi come nel passato- un crocevia culturale e materiale straordinariamente
complesso e articolato, ben aldil dellapparente semplicit suggerita dallinospitalit
del territorio e, conseguentemente, dalla tradizionalmente bassa densit demografica19.
Il territorio del Kazakistan pu essere analizzato in diversi modi. Una descrizione
sufficientemente dettagliata delle localit interne il presupposto per la comprensione
del fenomeno storico dal punto di vista evenemenziale. Da questo punto di vista,
laltitudine fornisce preziose indicazioni.
Complessivamente il Kazakistan un vasto bassopiano interrotto solamente da due
aree di media altezza, le montagne del Mugodzhar e lAltopiano Kazako. Le prime
dividono il settore pre-caspico dal bassopiano turanico a occidente. Il secondo separa le
steppe dal bassopiano turanico a oriente. A queste vanno aggiunte le considerevoli
elevazioni dellAltai e del Tian Shan nelle estremit orientale e sud-orientale. Le
diramazioni del Tian Shan entrano in territorio kazako in due punti separati e prendono
rispettivamente i nomi di Monti Tarabagatay pi a nord e di Dzhungrian Ala-Tau pi a
sud.
Le montagne del Mugodzhar sono due diramazioni parallele degli Urali, di cui la
sezione occidentale mediamente pi elevata, seppure nessuna delle due superi in alcun
punto i 1.000 piedi. Esse appaiono come una serie di piccoli rilievi distinti vagamente
allineati da nord a sud.
LAltopiano Kazako raggiunge la sua massima elevazione al centro, dove si
scompone in massicci separati, e si dirama progressivamente in direzione dei suoi bordi,
dove pianure collinari di lieve pendenza scivolano verso i bassopiani.
Infine, se le propaggini degli Altai in territorio kazako non superano mai i 2.000 piedi,
quelle del Tian Shan raggiungono i 5.000 piedi.

Riccardo Redaelli, Kazakistan, in Valeria Fiorani Piacentini (a cura di), La Disintegrazione


dellImpero Sovietico. Problemi di Sicurezza Nazionale e Collettiva in Asia Centrale, Rivista Militare,
Roma 1995, p.223
16
Peter Finke, The Kazakhs of Western Mongolia, in Ingvar Svanberg (a cura di), Contemporary
Kazaks, Cultural and Social perspectives, Curzon Ed, Lingby 1999, pp.103-139
17
Dati in V. F. Piacentini, op. cit, p.223
18
V.P. Kurylev, Kazakhs, in R. Khanam (a cura di) Encyclopaedic Ethnography of Middle-East
and Central Asia, Vol.2, Global Vision Publishing House, New Dehli 2005, p.408
19
Se la tecnologia permette oggi di rimediare allostilit del territorio, lo scarso tasso di natalit
mantiene la densit demografica molto bassa (V.F. Piacentini, op.cit, p.225). Nel passato poi era lo stesso
nomadismo a rendere particolarmente fragile la gravidanza.
15

Rilievi principali; da: G.J. Demko, The Russian Colonization of Kazakhstan (1896-1916), Uralic and Altaic
Series Vol.99, Indiana University. Bloomington - Mouton & Co. Hague 1969, p.18

I bassorilievi sono zone piuttosto omogenee. Unica eccezione rappresentata dalle


aree in prossimit dei laghi. Nellarea pre-caspica in prossimit del Mar Caspio il livello
del terreno scende al di sotto di quello del mare cos da far filtrare parte delle acque del
lago. La paludosit che ne deriva ha da sempre rappresentato un significativo ostacolo
allinsediamento umano. Al contrario, nel bassopiano del Turan, possibile incontrare
delle zone sabbiose o loessiche rispettivamente attorno ai laghi dAral e Balkash e ai
piedi del Tian Shan. Esse rappresentano delle eccezioni che hanno facilitato
linsediamento umano e perfino lo stanziamento agricolo. Analogamente, nelle steppe
numerose conche naturali interrompono lomogeneit dellarea consentendo allacqua
dei numeri corsi che vi scorrono di raccogliervisi20.
Di conseguenza, il territorio kazako pu essere solo a prima vista suddiviso in due
grosse porzioni: il Dashti-Kipchak che occupa tutta la sezione settentrionale e i deserti
attorno ai grandi laghi al sud. Ma innegabile che il vasto Kipchkak, per quanto
uniforme, si differenzi da ovest a est o che la Semirechia differisca dalla regione del Syr
Darya. Di conseguenza necessaria una conoscenza pi approfondita e una
suddivisione pi articolata per la comprensione della distribuzione e dei movimenti
umani sul territorio.
Nella sezione occidentale partendo da nord-est si trovano le depressioni paludose precaspiche. Pi a sud la penisola del Mangyshlak analogamente caratterizzata da
profonde depressioni che seguono le catene dellAktar e del Karatar. Dal Mangyshlak
verso est fino al Lago dAral si estende il deserto di Ust Urt.
Nella porzione centro-occidentale, a est del bassopiano pre-caspico, si trova il plateau
del Turgai. Al nord del lago dAral si trovano i massicci sabbiosi del piccolo e grande
Balger, che fanno parte dei rilievi del Mugodzhar, e il deserto del Karakum. A sud di

George J. Demko, The Russian Colonization of Kazakhstan (1896-1916), Uralic and Altaic
Series Vol.99, Indiana University. Bloomington - Mouton & Co. Hague 1969, pp.17-21

20

questo e a oriente del Lago dAral parzialmente compreso in territorio kazako il


deserto del Kyzylkum.
Pi a est il Kazakistan occupa la parte meridionale della Siberia occidentale. Al di
sotto di essa si trova il deserto del Betpak-Dala, le cui sabbie sono divise da quelle del
Muyurikum dalle acque del fiume Chu21.
Infine allestremit orientale del paese, al sud del Lago Balkash si estende il deserto
del Sarysesik-Atyran, mentre larea sud-orientale nel suo complesso prende il nome di
Semirechia. A nord di esso lAltopiano Kazako segna la porzione nord-orientale
dellampio Dashti-kipchak.
Ma il territorio kazako pu anche essere suddiviso in maniera pi funzionale ai nostri
scopi in tre regioni naturali, tutte allineate in senso verticale come illustrato nella
seguente cartina.

Aree climatiche; da: G.J. Demko, op.cit, p.12

Il clima il principale fattore a determinare questa differenziazione. Esso condiziona


da vicino le precipitazioni e i fenomeni atmosferici, quindi le caratteristiche del suolo, il
tipo di vegetazione e i tempi del ciclo vegetativo22. La quarta area, quella delle
montagne a sud-est, occupa solamente il 12,4% della complessiva superficie del paese23
e le sue peculiarit non sono unicamente imputabili al clima.
Le caratteristiche del clima sono innanzitutto condizionate dalla collocazione del
paese rispetto alle masse continentali circostanti e agli oceani. Il Kazakistan infatti il
pi grande paese al mondo senza sbocco al mare, oltre che il pi lontano da acque
oceaniche. Questo implica che le superfici dacqua non possano mitigare il clima,
rallentando i cambiamenti di temperatura24. Di conseguenza, la principale
caratteristica di un clima continentale cos caratterizzato sono le violente differenze di
temperatura nellarco della giornata e nel corso dellanno su tutto il territorio. In
maniera complementare analoghe differenze di temperatura riguardano anche le diverse
Rielaborazione da V.P. Kurylev, in R. Khanam (a cura di), op.cit, p.408
G.J. Demko, op.cit, pp.11-21
23
M.B. Olcott, in G.E. Curtis, Op. Cit , p.21
24
Reuel. R. Hanks, Central Asia. A Global Studies Handbook, ABC Clio, Santa Barbara, Denver,
Oxford 2005, p.156
21
22

localit, a nord e a sud, nello stesso periodo. Cos la temperatura media nelle steppe a
gennaio di 2 F, mentre quella di luglio di circa 71 F. Simmetricamente a sud le
temperature medie a gennaio saranno di 17 F e di ben 83 F a luglio25.
In inverno gli altipiani sono meno freddi della porzione steppica, che riceve invece i
gelidi e asciutti venti settentrionali. Questi possono raggiungere in inverno maggiore
forza, fino a trasformarsi in tempeste di neve (buran) e condurre ad una vera e propria
ghiacciata del terreno (dzud). Specularmente al sud gli asciutti venti estivi (garmsil)
avvizziscono tutto ci con cui vengono in contatto, spesso riempendo laria di fitte
nuvole di polveri finissime26.
La relativa scarsit di piogge e la loro irregolarit, insieme allalto tasso
devaporazione, rappresentano la principale caratteristica dellarea. I monsoni, cos
importanti per le coste oceaniche dellAsia, sono tagliati fuori dalle massicce catene
montuose a sud e sud-est27. Sul lato opposto, i venti occidentali riescono a mantenere
parte della propria umidit una volta superate le catene degli Urali. Questa viene poi in
parte rilasciata sulle steppe sotto forma di potentissimi e isolati temporali estivi da
Giugno ad Agosto28. Conseguentemente la situazione si aggrava proseguendo da nord
verso sud in corrispondenza delle tre zone sopra individuate. Nelle steppe la media delle
precipitazioni annuali infatti di circa 12 pollici per metro quadro, tra i 7 e i 12 pollici
nellarea semidesertica e variabile, ma costantemente sotto i 10 pollici, nel deserto
meridionale29.
Inoltre, la medesima distanza dagli oceani ha garantito bassissimi tassi di umidit,
trattenuta dalle montagne o dispersa dai venti, che si traduce in una considerevole
asciuttezza del clima30. Se questo fattore ha reso i pi freschi territori settentrionali pi
salubri e favorevoli allinsediamento umano, anche vero che ha contribuito a rendere
quelli meridionali ancora pi invivibili.
Clima, precipitazioni e evaporazione hanno contribuito alla formazione di determinati
tipi di terreno. Si ha una progressione simile a quella climatica da nord verso sud,
seppure non esattamente coincidente. A nord prevale il cosiddetto chernozem, terreno di
colore nerastro e estremamente fertile in quanto ricco di humus. Tuttavia, esso necessit
di abbondanti quantit dacqua per poter essere sfruttato per scopi agricoli. Lo stesso
tipo di terreno si trova pi a nord oltre il territorio kazako nella parte pi centrale della
Siberia, ancora lontana dai ghiacciai che lhanno resa famosa. Nel semideserto si trova
invece il cosiddetto chestnuts, caratteristicamente scuro, relativamente fertile -seppur
meno del chernozem siberiano- e particolarmente adatto alla coltivazione del grano.
Tuttavia, risulta essere un terreno pi fragile del precedente in quanto la mancanza di
uno strato di humus e lasciuttezza del clima lo privano facilmente della sua fertilit
dopo ripetute arature. Il sierozems il tipo di terreno tipico nellarea desertica. Esso
varia da un color rossastro al grigio ed normalmente inutilizzabile a fini agricoli, se
non attraverso massicci interventi in sovrastrutture o attraverso lutilizzo di tecnologie
avanzate (estremamente costose, se non indisponibili fino a pochi secoli fa)31.
La vegetazione tipica del Kazakistan varia inevitabilmente in funzione dei fattori
appena descritti. Al nord si trovano numerose variet di cereali: il tipchak, simile
allavena, ma soprattutto vari tipi di erba, particolarmente ricca di nutrienti e per questo

G.J. Demko, op.cit, p.13.


Elizabeth E. Bacon, Central Asians under Russian Rule. A study in cultural Change, Cornell
University Press, Ithaca, New York 1966, p.10
27
Samuel A.M. Adshead, Central Asia in World History, MacMillan Press, London 1993, p.14
28
E.E. Bacon, op.cit, p.10
29
G.J. Demko, op.cit, p.13
30
John Joseph Saunders, History of the Mongol Conquest, University of Pennsylvania Press,
Philadelphia 2001 (1971), p.11
31
G.J. Demko, op.cit, pp.13-15
25
26

preziosa per il nutrimento delle mandrie32. I principali pascoli estivi (sary-arka) si


trovano in questarea. Nella zona semi-desertica prevale lassenzio (polyn), un cereale
pi resistente al caldo, e erbe pi rade. Nel deserto infine la flora appare molto pi
diradata e costituita essenzialmente da piccoli cespugli resistenti alla siccit, come le
festuche. E possibile anche trovare dei tipi di erba, detti erba salina (solyanka).
Tuttavia, data lestensione dei deserti in proporzione a tutto il territorio e la presenza di
fiumi o rilievi, presente una qualche differenziazione, per esempio nei deserti sabbiosi
(salvia e acacie) o vicino ai laghi (giunchi). Foreste potevano essere eccezionalmente
presenti lungo i fiumi e rappresentano tuttoggi la norma alle grandi altitudini33.
Infine il massimo livello di precipitazioni si ha mediamente in estate al nord, in tarda
primavera nella regione semidesertica (maggio) e agli inizi di questa nella zona
desertica (marzo). Conseguentemente la fioritura sembra partire da sud in primavera per
raggiungere gradualmente il nord in tarda estate. Questo ha avuto ovviamente ampie
ripercussioni sugli spostamenti stagionali delle popolazioni nomadi dellarea34.
Data la complessiva aridit del luogo si pu comprendere limportanza delle risorse
idriche. Le popolazioni centrasiatiche distinguono tra risorse di superficie (oqsu, acqua
bianca) e risorse sotterranee (qorasu, acqua nera). Le prime sono state utilizzate solo
marginalmente come vie di comunicazione/commercio e per la pesca. Le seconde sono
particolarmente importanti per le popolazioni nomadi, che durante le loro migrazioni
devono spesso affrontare aree prive di fiumi o laghi35.
Nel suo insieme lAsia Centrale non povera dacqua, che piuttosto concentrata
sulle grandi catene montuose sotto forma di nevi perenni o ghiacciai. Il periodico
scioglimento di questi ultimi alimenta quasi tutti i corsi dacqua e laghi anche nel
Kazakistan. Le elevate temperature estive portano ad un picco nel discioglimento dei
ghiacciai che viene per compensato da un maggiore tasso devaporazione a valle.
Una situazione opposta si viene a creare in inverno, cosicch si ha una disponibilit
dacqua superficiale piuttosto costante e regolare36.
Nonostante le elevate temperature facciano essiccare molti fiumiciattoli nella stagione
estiva e abbassino considerevolmente il livello dei laghi, rendendo le loro acque
prevalentemente saline, il paese conta un totale di 85.000 specchi dacqua e un cospicuo
numero di fiumi, tra piccoli e medi, stagionali e non37.Nel loro insieme essi
appartengono a quattro sistemi idrologici separati: quello caspico, quello aralico, quello
meridionale e quello settentrionale.
Il Caspio il pi grande lago interno al mondo (371.000 kmq) e dal territorio kazako
confluiscono in esso due fiumi, lUral e lEmba. Il primo scorre a monte lungo la catena
degli Urali e attraversa il Kazakistan solo nel suo ultimissimo tratto. Il secondo sorge
sulle catene del Mugodzhar e scorre perci interamente in territorio kazako. Pochissimi
chilometri oltre il confine occidentale il Volga rimette le sue acque sul Caspio. In realt
alcune ramificazioni orientali del suo delta fanno oggi parte del Kazakistan. Piccoli
fiumi minori riversano le proprie acque nelle varie conche presenti nellarea
contribuendo alla creazione di piccoli laghi salini e alla paludosit dellarea.
Il Lago dAral il quarto lago interno del pianeta (69.000 kmq) ed alimentato dalle
acque dellAmu Darya e del Syr Darya. LAmu Darya il fiume pi lungo di tutta
lAsia Centrale (2.540 km). Sorge sullHindukush, ma scorre completamente al di fuori
del territorio kazako. Al contrario il Syr Darya si forma nel Tian Shan kirghizo per
J.J. Saunders, op.cit, p.11
V.P. Kurylev, in R. Khanam (a cura di), op.cit, p.409
34
G.J. Demko, op.cit, p.13
35
E.E. Bacon, op.cit, p.11
36
Robert A. Lewis, Geographic perspectives on Soviet Central Asia, Routledge, London-New
York 1992, pp.82-83
37
V.P. Kurylev, in R. Khanam (a cura di), op.cit, p.408
32
33

confluenza di svariati fiumi minori e attraversa la valle del Fergana prima di scorrere
per la maggior parte della sua estensione in Kazakistan38. Sia per straripazione che
attraverso il normale scorrimento, entrambi contribuiscono al deposito di fertili
sedimenti lungo le sponde del Lago39. Lo sfruttamento dellAral condiviso
esclusivamente con lUzbekistan, mentre le acque del Syr Darya sono potenzialmente
sfruttabili sia dal Kirghizistan che da Tajikistan e Uzbekistan prima che esso raggiunga
il territorio kazako40.
Il sistema meridionale comprende il Lago Balkash e i fiumi Chu, Ili, Karakatal e
Aqsu. Il fiume Chu disperde le sue acque nel deserto dopo averle raccolte nel lago
Lissikul a ridosso dei ghiacciai kirghizi. Laltro grande fiume del sistema, lIli,
proveniente dai ghiacciai cinesi del Tian Shan, si immette invece nel lago Balkash nella
sua porzione occidentale fornendo l80% delle sue acque e costituendo un ampio delta.
Il Karakatal e lAqsu sorgono lungo il Tian Shan kazako e si immettono nella sezione
orientale del lago41.Questo sistema idrologico lunico a dispiegarsi esclusivamente in
territorio kazako.
Infine, lAltopiano Kazako divide il sistema idrologico meridionale da quello
settentrionale, senza che nessuno di essi possa propriamente attraversarlo, ma piuttosto
affiancarlo alla base. I principali fiumi di questarea sono lIrtish (Ertis, in kazako) e i
suoi affluenti, lIshim (Esil) e il Tobol (Tobyl). LIrtish sorge nella porzione cinese degli
Altai e si riversa nel lago Zaysan prima dunirsi allIshim e al Tobol al di fuori del
territorio kazako42. Questi ultimi due si formano invece rispettivamente sullAltopiano e
sulle catene del Mugodzhar. Questo sistema idrologico lunico a riversare le proprie
acque verso un pi ampio bacino oceanico43.
Nel complesso, fiumi e laghi sono equamente distribuiti lungo il territorio. I laghi
diradano per numero da nord a sud44, ma esiste unimportante superficie dacqua per
ogni segmento longitudinale del paese (il Caspio a ovest, lAral al centro e il Balkash
pi a oriente). Il Caspio occupa la sezione occidentale in quasi tutta la sua altezza. Esso
ha tuttavia avuto unimportanza economica, per i trasporti o per la pesca, solamente in
et antica e non facilita linsediamento umano stabile lungo le rive orientali,
prevalentemente paludose. I due laghi sono invece collocati ben pi a sud, in piena area
desertica. Il deposito lungo le loro coste di fertili sedimenti ha facilitato lo svolgimento
di attivit agricole, rendendo questarea una significativa eccezione rispetto al resto del
paese fin dallantichit. Infine, tutti i corsi e le superfici dacqua contribuiscono tramite
levaporazione a rendere ancora pi favorevoli le condizioni per linsediamento a nord e
a ridurre lincredibile asciuttezza dellaria a meridione45.
Il territorio kazako: considerazioni conclusive
Lo scopo di questa breve ricostruzione delle caratteristiche fisiche del Kazakistan
finalizzata allanalisi storico-politica di fenomeni che su di esse si sono basati. A tal fine
sono necessarie alcune puntualizzazioni che mettano in evidenza gli elementi pi
importanti.
In generale, opportuno notare che, nella sua estensione attuale, il Kazakistan
lunico paese centrasiatico a presentare tutti i tipi di ambiente (steppe, semi-deserto,
Jenniver Sehring, Aralsee, in M.C. Von Gumppenberg & U. Steinbach (a cura di), Zentralasien,
Geschichte-Politik-Wirtschaft, Ein Lexicon, C.H.Beck, Munich 2004, p.21
39
R.A. Lewis, op.cit, p.83
40
J.Sehring in M.C. Von Gumppenberg & U. Steinbach (a cura di), op.cit, p.21
41
http://www.grid.unep.ch/activities/sustainable/balkhash/index.php, consultato il 15/07/2006
42
http://www.bartleby.com/65/ir/Irtysh.html, consultato il 15/07/2006
43
M.B. Olcott, in G.E. Curtis, op.cit, p.21
44
V.P. Kurylev, in R. Khanam (a cura di), op.cit, p.408
45
E.E. Bacon, op.cit, p.11
38

deserto e montagne, oltre che la valle di uno dei grandi fiumi dellarea, il Syr Darya) e a
essere toccato o inglobare i principali specchi dacqua della regione (Caspio, Aral e
Balkash). Questo rende lo studio dellambiente kazako prezioso per la conoscenza
dellintera area.
Pi analiticamente possono essere avanzate le seguenti conclusioni: 1) E evidente che
il territorio si rende progressivamente pi ostile da nord a sud. 2) Questo imputabile
essenzialmente al clima e agli altri fattori che da esso derivano (precipitazioni,
evaporazione e umidit dellarea). Laltitudine svolge un ruolo secondario nella
definizione delle condizioni per linsediamento umano. 3) Eccezione significativa
rappresentata dalle estremit montagnose orientali (Altai) e sud-orientali (Tian Shan), in
cui essa consente condizioni di piovosit e disponibilit di vegetazione eccezionalmente
pi vantaggiose. Ma se le prime non hanno mai rappresentato un limite allo
spostamento umano,46 le seconde sono sostanzialmente inabitabili nella porzione
kazaka. Tuttavia i fiumi che scorrono ai suoi piedi hanno depositato un ampio strato di
fertile loess e riducono lasciuttezza delaria. Questo accade anche nelle aree sabbiose
attorno al Lago dAral e Balkash. 4) Fiumi e laghi rappresentano assieme al clima la
grande variabile dellinsediamento umano e possono significative eccezioni alla regola
generale (1). La presenza di fiumi importanti in ognuna delle tre aree principali, il
bassopiano precaspico, quelli turaniano e siberiano fornisce un importante elemento di
spiegazione, come vedremo, della distribuzione del popolo kazako. 5) Per concludere, le
regioni pi favorevoli allinsediamento umano sono le steppe a nord, le aree ai piedi
delle grandi catene montuose o in prossimit di fiumi e laghi47.
Dal punto di vista della sua collocazione rispetto allarea circostante, s gi fatto
cenno alla centralit del territorio kazako rispetto ad Asia e Europa. Innanzitutto esso
il punto mediano della vasta piana steppica che si estende dal Pacifico allEuropa
orientale, cio dalla Manciuria allUngheria48. Ma tale centralit risulta essere
confermata anche in relazione alla latitudine: il Kazakistan infatti il territorio collocato
pi a nord di tutta lAsia Centrale. Ma perfino considerando lostilit del territorio e il
suo isolamento, lepiteto tradizionale di angolo morto del continente eurasiatico49 non
pare giustificato in relazione ai suoi rapporti storici con le altre parti dellarea
centrasiatica o esterne ad essa. Pur sfuggendo allanalisi di singoli periodi o
avvenimenti, va anticipato che la geografia ha reso destino per questi territori lessere
un tramite tra Asia interna (Russia, Mongolia e Cina nord-occidentale), larea caspicocaucasica e le valli dei fiumi a sud, con tutto quello che esse, storicamente o in termini
di geopolitica contemporanea, implicano. Non un caso quindi che, pi o meno
direttamente, pi o meno profondamente, tutte queste civilt abbiano contribuito alla
formazione del Kazakistan.
Ma ormai chiaro che la geografia non basta da sola a spiegare gli alti e i bassi della
storia. Manca ancora lelemento socio-umano, la cui assenza o linadeguata
considerazione si in precedenza rimproverata ai deterministi. Compito della
prossima sezione sar allora proprio lanalisi di queste popolazioni, del loro
insediamento o delle loro migrazioni. In definitiva, del modo in cui si sono adattate
allambiente naturale e sociale.

46
47
48
49

10

J.J. Saunders, op.cit, p.11


G.J. Demko, op.cit, p.21
J.J. Saunders, op.cit, p.10
Definizione citata, ma non condivisa, da Ingvar Svanberg, op.cit, p.4

Lemergere delletnia kazaka


La storia dellintera Asia Centrale50 convenzionalmente sottoposta alla seguente
periodizzazione: preistoria, storia antica (predominanza politico-culturale iraniana nelle
valli versus progressivo emergere dellelemento altaico al nord), medioevo
(turchizzazione; islamizzazione; invasione mongola; disgregazione dei regni chingisidi),
epoca moderna (conquista russa), contemporanea (dominazione sovietica)51 e attuale
(post-indipendenza). Tuttavia, in questo lavoro daremo un peso differente alle varie
epoche. Questa scelta pare confortata dallanalogo trattamento delle varie fasi
riscontrato in tutte le opere dei massimi studiosi del popolo kazako. Ovviamente
accanto a questo esistono anche delle ragioni ben precise e facilmente argomentabili.
Il popolo kazako ha un indubitabile origine turca. La sua etnogenesi legata
innanzitutto a questondata migratoria. E fuorviante avvicinare i kazaki a imperi o
regni pre-esistenti. Questo quanto stato fatto da russi e sovietici per legittimare la
preponderanza di determinate etnie in ciascuna RSS o quanto gli stessi stati centrasiatici
ormai indipendenti oggi tendono a fare in seno alla politica di nation-building. Si pu
piuttosto accennare a quei popoli che hanno abitato, conquistato o attraversato lattuale
territorio kazako e hanno contribuito a integrarlo in epoca antica nel pi ampio circuito
di scambi culturali e materiali dellarea (si legga Via della Seta, e non solo). Il
territorio kazako non poi mai stato integralmente occupato dalle forze dellImpero
musulmano stanziatesi invece in Transoxiana. Per questo specifico motivo il processo di
islamizzazione seguir tempi e modalit che definiranno le specificit della sintesi
religiosa kazaka. La dominazione mongola interesser tutta larea ed forse il primo
grande evento storico-politico che lintero territorio kazako condivider con tutte le altre
popolazioni dellarea. Al crollo del dominio mongolo lelemento etnico turco, pur mai
spentosi ma piuttosto parte integrante della macchina politico-amministrativa e militare
dei dominatori mongoli, riemerse chiaramente in tutta la sua rilevanza. Cionondimeno
solo a partire dallinvasione mongola, e le innovazioni sociopolitiche da essa
determinate, che si creeranno i definitivi presupposti culturali e politici per lemersione
delletnia kazaka. La stessa dominazione mongola daltronde contribuir indirettamente
anche a consolidare la presenza dellIslam.
Anche la trattazione delle rimanenti fasi che indubbiamente il Kazakistan ha
condiviso con le altre quattro repubbliche centrasiatiche segue una periodizzazione e
richiede un approccio differenti. Il Kazakistan stato il primo territorio in cui iniziata
la penetrazione zarista in Asia Centrale e in cui essa si pu considerare completata ben
ventanni prima di quella del resto dellarea. In Kazakistan essa stata quindi pi lenta,
graduale e ha conosciuto metodi distinti da quelli esclusivamente militari. E solamente
a partire dalle ultime due fasi che, senza dubbio, la periodizzazione coincide con quella
del resto dellAsia Centrale. E non un caso che, se alcune trattazioni precedenti (cos
come recenti pubblicazioni sul periodo pi antico nella storia dellarea) considerassero
Mi pare plausibile parlare di molteplici Asie Centrali. Sostanzialmente questo pu dipendere
dallapproccio disciplinare o dal periodo storico preso in considerazione. Parlerei di unAsia Centrale
piccola, ristretta e limitata spazialmente e geograficamente, che sarebbe quella delle cinque repubbliche
ex- o post-sovietiche. Questo significativamente lapproccio oggi prevalente nellanalisi di politica
interna o di politica estera contemporanee e un po di moda dopo la caduta dellURSS. Esiste poi a mio
avviso (se non nella realt, nelle finzioni teoriche che cercano di spiegarla) unAsia Centrale grande,
molto pi ampia e comprensiva. Essa allora include certamente le cinque repubbliche suddette, ma
ingloba a pari diritto lAsia interna (cio Mongolia, Siberia meridionale e Cina nord-orientale, vale a dire
la Mongolia interna ed esterna); il Turkestan orientale fino ai territori del Tibet storico; la restante area
iranica (lAfghanistan e lIran); larea caspica e per esteso tutta la Russia musulmana. Il breve excursus
storico che segue dimostrer come anche la formazione del Kazakistan come entit politica e territoriale
sia stata influenzata dalle dinamiche complessive che hanno interessato lAsia Centrale grande.
51
L. Krader, op.cit, p.73
50

11

il Kazakistan estraneo allAsia Centrale (riflettendo incidentalmente la divisione


amministrativa in epoca zarista tra Turkestan e Provincia delle Steppe), oggi esso
venga a tutti gli effetti considerato un suo territorio.
Complessivamente, possibile suddividere le primissime vicende del khanato in tre
sottoperiodi principali: lascesa del khanato kazako nella seconda met del XV sec; una
fase intermedia che copre tutto il XVI sec. e in cui lespansione territoriale consente il
raggiungimento di un discreto sviluppo economico e demografico, a cui per non
corrisponder un accentramento politico compiuto; conclusosi questo periodo, a partire
dal 1599 al 1731 inizier un periodo caratterizzato da pesanti divisioni interne e da
sempre maggiori interventi da parte di poteri esterni, che condurranno congiuntamente
alla disgregazione della societ kazaka e porranno i presupposti per la conquista russa.
Dalle ceneri dellimpero mongolo e dei suoi ulus, emersero svariate etnie e
confederazioni tribali. Le lotte tra lOrda dOro e lOrda Bianca, permisero a Timur di
porre fine a entrambe e di far riemergere politicamente lelemento etnico turco, solo
militarmente sottomesso dai mongoli. Dopo che egli trascorse buona parte della propria
vita ingaggiando battaglie contro di essi e spingendosi fino in Russia e Persia, i figli
stabilizzeranno i propri domini tra Khurasan e Fergana, con la Transoxiana come cuore
pulsante del nuovo regno, dove lantica civilt islamica conoscer un nuovo breve, ma
importantissimo periodo di splendore. Al nord invece, i territori del Dashti-Kipchak
rimasero occupati da molteplici gruppi nomadi che potevano vantare chiare origini
chingisidi. Questi beneficiarono dellintervento di Timur contro lOrda dOro, in quanto
avevano privato il territorio di una superiore autorit politica, lasciandoli
completamente liberi di definire gli equilibri nellarea52. I Nogai occuparono le steppe
del Dashti-Kipchak occidentale, mentre gli uzbek la valle del Syr Darya fino al fiume
Irtish al nord53.
Ma la stabilit politica fu piuttosto precaria. Anche il khanato uzbeko dovette soffrire
della complessiva magmaticit dellarea, che imponeva allesterno una lotta tra
confederazioni di trib per la sopravvivenza e allinterno tra trib della medesima
confederazione per la successione dinastica. Fu cos che, contravvenendo alla
tradizionale successione di padre in figlio o alla spartizione del territorio di un regno tra
i membri di una stessa famiglia, la legittima discendenza di Barak Khan venne
allontanata dal potere alla sua morte. Questo fu reso possibile da un compromesso tra il
suo rivale Ulugh Beg (nipote di Timur e pretendente al titolo di khan) e Abul Khayr
della famiglia Shayban, che divenne invece khan.
Questultimo avrebbe portato il khanato al massimo del suo splendore. Una serie di
campagne militari ne espansero il territorio a sud trasformando il Syr Darya nel cuore
del khanato, mentre a nord un ampio confine di sicurezza divideva ormai il khanato
dai luoghi di origine. Ma lemergere dei mongoli oirat, detti anche zungari, nel
Mughulistan (Semirechia, valle dellIli e Turkestan orientale) rese effimero tale idillio.
La sconfitta militare da essi inflittagli determin una crisi di legittimit e un vuoto di
potere che indebolirono lautorit centrale. Svariati pretentori al trono emersero e
lesercito, decimato dagli ultimi scontri e dalle precedenti campagne militari, non fu pi
in grado di controllare per intero tutto il territorio nominalmente sotto controllo.
Tale debolezza fece riemergere le lotte intra-tribali. I figli di Barak Khan, Janibek e
Kirai, che non avevano mai smesso di contestare lautorit di Abul Khayr, si recarono
con il proprio seguito dal Mughulistan alla Semirechia, formalmente sotto controllo
uzbeko, ma in realt lontana dal centro del khanato. Forti dellappoggio dei sovrani
Moghul essi rivendicarono la valle del basso Chu, la valle del Talas e il Betpak-Dala.
Svat Soucek, A history of Inner Asia, Cambridge University Press, Cambridge 2000, pp.123-145
Questi ultimi discendevano da un ramo minore della famiglia di Juchi, quello del suo quinto
figlio Shiban, titolare di un piccolo ulus ai piedi degli Urali. La dislocazione attuale era quindi solamente
parte di un complessivo movimento verso sud.

52
53

12

Abul Khayr respinse tali richieste, ma sia lui che suo figlio, Shaik Haidar, dovettero
soccombere durante le spedizioni inviate per reprimere i ribelli. Il loro posto venne
preso dal nipote di Abul Khayr, Muhammad Shaybani, che occup nuovi territori a sud
e fond la dinastia Shaybanide. Gli scontri tra kazaki e uzbeki, ormai definitivamente
divisi in due gruppi etnici distinti, determinarono gravissimi danni alleconomia
dellarea, con distruzione di centri di scambio, mandrie e raccolti.
Solo una pace nel 1500 segn una breve interruzione in questa rivalit. Gli uzbeki
poterono concentrarsi sulla conquista di Samarcanda e Bukhara, mentre
lallontanamento del baricentro del potere rivale dal confine consent il rafforzamento
del khanato kazako.
Va notato come i kazaki rappresentassero in questo primissimo momento una
semplice unione politica. Essi differivano dagli uzbeki essenzialmente per ragioni
politiche e per il fatto daver occupato un territorio nettamente distinto e ormai
completamente al di fuori delle possibilit di controllo uzbeke. Ma le affinit
linguistiche, economiche, etniche e culturali erano ancora estremamente forti. Tuttavia,
a partire da questo momento kazaki e uzbeki, pur appartenenti allo stesso sottogruppo
etnico turco, vivranno fianco a fianco, occupando spazi separati e sottoposti ad autorit
distinte. Gli uzbeki si stabiliranno da ultimo nel territorio del Mawarannahr, dove la
dinastia shaybanide potr esplodere e mantenersi la principale entit politica della zona.
I kazaki dovettero lottare per mantenere la propria autonomia, ma non riconobbero mai
lautorit shaybanide, n le versarono mai tributi. Un momento essenziale di tale
processo legato alla figura del khan Qasim54.
A Qasim Khan viene tradizionalmente attribuito il merito di aver creato un khanato
kazako stabile nella prima met del XVI sec. Sar lui infatti a conquistare le steppe del
Dashti-Qipchak, che da sole fornivano pi pascoli di tutte le terre controllate fino a quel
momento. Nel 1513 addirittura si spinse fino a Tashkent, ma fu incapace di portare a
termine limpresa. Linverno era alle porte e la necessit di pascoli obblig le trib che
sostenevano lincursione a spostarsi verso nord. Cionondimeno egli rafforz il controllo
sulle citt di confine lungo il Syr Darya che ritrovarono il tradizionale ruolo di
mediatori tra sedentari e nomadi. Saranno proprio questi centri la chiave di volta della
politica di Qasim Khan, in quanto gli scambi sistematici sollevarono i nomadi kazaki
dalla necessit di periodiche incursioni al sud e li tennero alla larga dal ben pi potente
khanato shaibanide. Infine, la confederazione kazaka aument considerevolmente di
numero, in quanto Qasim accolse altre trib turche: i Kipchak del gruppo Nogai e i
Naiman e gli Argyn del gruppo Chagatai. Per la prima volta fu possibile considerare i
kazaki un popolo: quasi un milione di persone che parlavano lo stesso linguaggio,
conducevano lo stesso tipo di mandrie e condividevano la stessa cultura55.
Alla morte di Qasim nel 1523 lo stato kazako andava dal fiume Ural alla Semirechia
nel sud e allIrtish nel nord. Tuttavia il territorio non era stabilmente definito e i suoi
confini mutevoli. La loro estensione era piuttosto legata alla capacit dei vari khan di
trasformare il proprio carisma in successi militari. Ma nessuno dei successori di Qasim
si rivel abile come il predecessore, mentre i territori controllati erano notevolmente
aumentati nei suoi 25 anni di regno.
Subito dopo la morte del padre anche Malmush, il figlio di Qasim, venne assassinato,
mentre il suo successore Tahir (1523-1533), nipote di Qasim, cerc invano di seguirne
le orme nella conquista di Tashkent. Dopo di lui Buidashe (1533-1538) dovette
condividere il proprio potere con Ahmed, khan del Kazakistan occidentale, e Tugun,
khan della Semirechia. Ma nonostante i molteplici cambi al potere e le instabili
alleanze, leconomia pot rifiorire, mentre venivano accolte nuove trib dal DashtiKipchak. In particolare, la stabilit politica facilit la ricostruzione dei centri urbani
54
55

13

Martha Brill Olcott, The Kazakhs, Hoover Institution Press, Stanford 1995, pp.6-9
Ivi, pp.8-9

delle steppe (Sygnak, Sairam e Yasi) e la ripresa dei commerci nei propri territori. Alla
fine del secolo, queste citt vennero fortificate, mentre gli scambi con la Kashgaria e il
Mawarannahr erano ormai consolidati. Lespansione dei mercati in uscita e in entrata,
beni delleconomia nomadica contro beni ad essa estranei, aument complessivamente
il livello di benessere della societ kazaka, che poteva ora sostenere lallevamento di un
crescente numero di capi di bestiame.
Un nuovo khanato stabile e capace di durare qualche decennio nascer a partire del
1538 con Haq Nazar, figlio di Qasim. Egli riusc ad estendere il confine kazako fino al
nord-est dei territori Nogai, ma, incapace di conquistare il Mughulistan e i territori del
Syr Darya, si sottomise allemiro di Bukhara, la maggiore figura politica dellarea.
Dalla parte di Bukhara nelle lotte contro Tashkent, egli non esit a cambiare pi volte
alleanza pur di realizzare le proprie mire di espansione al sud: dapprima in favore di
Tashkent, in cambio di alcune citt sul Syr Darya e, una volta ottenutele, fu nuovamente
al servizio di Bukhara. Nello stesso anno il khan venne ucciso in battaglia (1580). A lui
segu nominalmente Shigai, nipote di Tahir, seppure in realt fosse il figlio Taulkel a
comandare il khanato e guidare lesercito in battaglia. La sconfitta dellemiro di
Tashkent consent di ricevere da Bukhara come premio nuovi territori lungo il fiume
Zeravshan. Dopo questultimo successo, egli venne eletto khan e guid lattacco
definitivo alle citt del Syr Darya. Alla fine del secolo, i kazaki controllavano le citt di
Turkestan e Samarcanda, fino a tentare di conquistare la capitale dellemirato alleato,
Bukhara. Il nuovo khan Esim (1598-1628) rinnov lalleanza con Bukhara e ottenne il
riconoscimento del potere kazako sulla regione del Syr Darya. Ma la pace fu di breve
durata: la successione nellemirato impose la nuova dinastia Ashtarkhan (1599), ostile
al khanato, che non riconobbe le ultime annessioni56.
Di l a poco il regno mongolo degli zungari ad est pose una minaccia ben pi grave:
attratti innanzitutto dai traffici delle citt del Syr Darya, essi intensificarono incursioni e
migrazioni in tutta la sezione orientale del territorio kazako. Cos facendo colpirono il
khanato in due punti nevralgici, il nord-est per i pascoli e il sud-est per i commerci.
Questo alter gli equilibri politici che erano il presupposto dei commerci e lintera area
venne sconvolta dalle incursioni kazake verso il
Mawarannahr per supplire
allimprovvisa carenza di beni esterni. Dallestremit afgana fino a quella russa
imperversarono allora scontri per ristabilire confini ed aree di influenza.
Dal canto loro, gli zungari incrementarono vistosamente in numero e potenzialit
militari, in parte anche grazie alla conquista dei preziosi pascoli kazaki, divenendo
senzaltro la principale potenza militare dellarea. Questo consent loro di avanzare, a
totale discapito dei kazaki fino alle valli dellIrtysh, del Tobol e del Ishim. Allavvento
degli zungari questi ultimi preferirono stabilire relazioni pacifiche con i nuovi arrivati e
non intromettersi tra le popolazioni dellarea.
Tuttavia, lavvento della dinastia Manchu (1644) implic una convergenza di sforzi di
queste popolazioni, zungari compresi, verso il fronte opposto a quello confinante con i
kazaki. Solo molti decenni dopo essi giurarono fedelt alla nuova dinastia imperiale e
poterono riprendere le campagne militari contro le deboli difese kazake guidate da
Jangir (1681). La conquista della Semirechia implic uninterruzione di tutti i traffici
commerciali, riducendo le possibilit di approvvigionamento dallesterno. Poco tempo
dopo la conquista dei territori settentrionali dellOrda Media determin
laccerchiamento del khan Tauke (1680-1718), accampato attorno a Turkestan. Una
riunione dei capi trib e degli anziani dei clan nel deserto di Kara Kum, uno dei pochi
luoghi ancora sicuri, non riusc tuttavia a individuare una linea comune per la difesa,
cosicch i zungari poterono continuare a razziare sistematicamente senza effettive
resistenze.
56

14

Ivi, pp.23-25

Nel mentre i Russi avevano edificato tra il 1716 e il 1718 una linea di forti lungo il
confine con le steppe nella Siberia meridionale. Questa rifletteva le preoccupazioni per
gli stravolgimenti in corso, che con lultima offensiva degli zungari (1723) avevano
dato inizio alla cosiddetta Aqtaban Shubirindi, la Grande Ritirata kazaka. Tra il 1723
e il 1725 essi conquistarono definitivamente i territori kazaki orientali: la Grande Orda
fu costretta a migrare a sud, abbandonando gli ultimi avamposti nelle terre che per
prime divennero kazake. La crescente minaccia sul resto del paese spinse la Piccola e la
Media Orda verso nord-ovest, nei territori controllati dai Russi. Seppure Pietro I il
Grande avesse declinato le richieste daiuto kazake nel 1716, gi nel 1731 la zarina
Anna Ioannovna accett la sottomissione della Piccola Orda. Era ormai chiara ai russi la
necessit di foraggiare i kazaki per contenere la ben pi violenta minaccia zungar sulle
steppe siberiane.
Uno dei tanti discendenti del potente regno mongolo, il khanato kazako se ne riveler
un debole erede. Il controllo di ampi spazi disabitati aveva consentito il mantenimento
del fervore militare nomadico, ma aveva anche abituato a una discreta quiete. Una volta
definito il proprio spazio politico, al di l dei periodici scontri inter-tribali, fu
sufficiente una mobilitazione occasionale di uomini e mezzi per conquiste o incursioni
al sud, verso popolazioni sedentarie che, in caso di divisione politica o debolezza
economica, diventarono facili prede dellespansionismo kazako. Ma il confronto con
ben pi bellicose popolazioni nomadi interruppe improvvisamente la serie di rapporti
pacifici con i vicini dellarea e ripropose con drammaticit il problema del mancato
accentramento politico57.
Il popolo
In generale, merita di essere enfatizzato il ruolo svolto dal linguaggio nel processo di
nation-making per tutte le nazionalit centrasiatiche. La distinzione linguistica da gruppi
pure molto vicini per costumi e discendenza sempre stato un tratto essenziale del
processo di definizione della propria identit58. Il kazako una lingua uralo-altaica,
ramo altaico, gruppo turco, sotto-gruppo del nord-ovest59. Pi specificamente esso
costituisce assieme al karakalpaco e al nogai un ulteriore sotto-gruppo del Kipchak,
detto Kipchak-Nogai60. Il kazako, come lingua a s stante, presenta una formazione
recente che coincide grosso modo al periodo immediatamente successivo alla
formazione del khanato, mentre gli antichi dialetti kazaki (kipchak e kurama) vengono
significativamente assimiliati al sotto-gruppo uzbeko61. Le varianti dialettali locali non
compromettono la comprensione reciproca,62 cos come relativamente facile la mutua
comprensibilit con le altre popolazioni turche dellarea. Il kirghizo e ancor di pi il
karakalpaco sono le lingue pi affini, mentre luzbeko e luighuro se ne differenziano
maggiormente63.
Lorigine delletnonimo kazak stata innanzitutto ricercata nella madrelingua turca.
La spiegazione pi intuitiva che esso si riferisca al verbo qaz, vagare, con
Ivi, pp.25-27
S.Soucek, op.cit, p.29
59
Riccardo Redaelli, in Valeria Fiorani Piacentini (a cura di), op.cit, p.227
60
V.P. Kurylev, in R. Khanam (a cura di), op.cit, p.409
61
L. Krader, op.cit, pp.34-40
62
Alexander Bennigsen & C. Lemercier-Quelquejay, LIslam en Union Sovitique, Payot Parigi
1968, p.32
63
L. Krader, op.cit, pp.39-40. Tutto questo slegato dalla classificazione scientifica dei linguaggi,
che tiene invece conto delle relazioni genetiche tra di essi. Cos per esempio il kirghizo, pur facilmente
comprensibile dai kazaki e viceversa, presenta caratteristiche tali che contribuiscono a renderlo di difficile
classificabilit (S.Soucek, op.cit, p.30).
57
58

15

riferimento alla principale caratteristica di questo gruppo (ma non esclusivamente di


questo gruppo), il nomadismo64. Secondo altre fonti, lidentica parola kazak indicava
unantica istituzione sociale presso le popolazioni nomadiche turche. La parola pu
essere per la prima volta documentata nel periodo tra VIII e XIV sec. con il significato
di indipendente, vagabondo. Con il tempo essa arriv per estensione a indicare
libero, avventuriero, etc. Durante il periodo delle rivolte contro i discendenti di
Timur, esso venne generalmente utilizzato per indicare tutti gli oppositori politici ai
regnanti in carica o i pretendenti al trono. Sotto lo stesso termine vennero
progressivamente inclusi anche i membri del loro seguito65. Altre interpretazioni
suggeriscono che esso nasca dalla fusione dei nomi di due distinte trib, i kaspy e i
sak66. Oppure che discenda dalla parola mongola khasaq, che indicava un tipico carro a
traino animale adibito al trasporto delle abitazioni mobili dei nomadi. Unaltra
ricostruzione riconduce il termine alla tradizionale leggenda sulla genesi del popolo
kazako, secondo la quale unoca (kaz-) bianca (-ak), tramutatasi in principessa, avrebbe
dato la nascita al primo di tutti i kazaki67.
Quale che sia lesatta interpretazione, la maggior parte di esse sembrano comunque
proporre la medesima suggestione e richiamano chiaramente allo stile di vita di questo
popolo, sia in termini di cultura materiale che di identit, cio di autocoscienza e
psicologia collettiva.
Certamente i kazaki praticavano una forma specifica di pastoralismo, quello
nomade68. Come per il resto dellarea, dai deserti dellAsia Centrale alle steppe dalla
Manciuria allUcraina, il nomadismo ha rappresentato la risposta vincente alla sfida
imposta dallambiente. Esso infatti instaura uninterazione con esso estremamente
delicata, ma altamente specializzata, basata sulluso accorto di svariate specie di animali
e il controllo di ampie aree, cos da garantire a bestie e uomini le risorse necessarie alla
sopravvivenza69.
Il nomadismo centrasiatico il risultato di un millenario processo di evoluzione
iniziato allepoca della migrazione andronovica dallUcraina meridionale agli Altaj tra
il IV e il II millennio a.C. Una serie di importanti scoperte nei luoghi dorigine, come
laddomesticamento del cavallo, linvenzione del morso per la cavalcatura e
lallevamento del bestiame resero possibile per la prima volta lattraversamento delle
ampissime steppe. I cavalli avrebbero infatti trasportato uomini e beni, mentre le
mandrie avrebbero garantito riserve di cibo e materiali lungo il cammino. Nel corso di
questo spostamento la civilt andronovica si era resa un importante mediatore tra
culture diverse e distanti, accumulando e fondendo ulteriormente svariate conoscenze
tecnologiche. Luso del carro trainato da cavalli, per esempio, venne probabilmente
acquisito dalle gi fiorenti civilt del Meditterraneo orientale attraverso la mediazione

M.B. Olcott, op.cit, p.4


E. Van Donzel, B.Lewis and C. Pellat (a cura di), The Enciclopaedia of Islam, E.J.Brill, Leiden
1978, p.848
66
E ancora discusso se il termine persiano saka sia stato utilizzato per indicare la popolazione pi
generalmente nota dal greco come sciti (L. Krader, op.cit, p.74) o se fossero un loro sottogruppo,
impostosi successivamente sulle altre trib come gruppo dominante (Beate Eschment, p.136 in M.C. Von
Gumppenberg & U. Steinbach (a cura di), op.cit.). Tuttavia questa ricostruzione etimologica piuttosto
debole (E. Van Donzel, B.Lewis and C. Pellat (a cura di), op.cit, p.848), anche se estremamente
suggestiva in quanto rafforzerebbe lidea di una continuit -non tanto etnica, quanto piuttosto culturalecon il potente regno scita, cos caro al processo di nation building contemporaneo (R.R. Hanks, op.cit,
pp.168-170).
67
M.B. Olcott, op.cit, p.4
68
Ivi, p.16
69
J.J. Saunders, op.cit, p.11
64
65

16

delle popolazioni del Caucaso e venne cos introdotto in Cina70. Al contrario, dalla Cina
venne infine acquisito luso della staffa per la cavalcatura71. Partendo dallEuropa sudorientale tali popolazioni raggiunsero infine larea altaica sul finire del II millennio a.C,
strappando le popolazioni locali alle foreste e alle pi primitive forme di sopravvivenza.
Qu la cultura nomade raggiunse una delle sue pi alte espressioni: lutilizzo di arcieri
montati a cavallo avrebbe fornito successivamente lessenziale strumento militare
dellespansionismo nomade.
Il nomadismo centrasiatico esploder, contemporaneamente alla civilt stanziale delle
valli, come risposta ai drastici cambiamenti climatici e ambientali in corso nel I
millennio a.C. nel Kazakistan centro-orientale. Le popolazioni dellarea dovettero
abbandonare le tradizionali forme di sopravvivenza, una pastorizia stanziale e
unagricoltura primitiva, per saturare i pascoli tra steppe e deserti o occupare le valli
dove, con linvenzione di nuove tecniche di irrigazione, fu possibile la concentrazione
in popolosi centri urbani attorno alle oasi, in cui lattivit principale divenne
unagricoltura estremamente specializzata. Dallunificazione di questi territori sorse
nelle valli la civilt persiana classica, mentre il regno degli Sciti (VIII-IV secc. a.C.), un
popolo nomade di lingua iraniana (pur con elementi mongoli al proprio interno), sar in
grado di assoggettare il vasto territorio che andava dagli Altai al Ponto. Sotto di essi, le
tecniche militari e le gerarchie sociali dellelite militare dominante, un miscuglio di
elementi mongoli e proto-iranici, divennero patrimonio comune e diffuso di tutte le
popolazioni e territori conquistati72. Dal momento della caduta del regno scita nel III
sec. a.C, i deserti e le steppe saranno controllati in modo sempre pi esclusivo da
dominatori nomadi provenienti dagli Altai che si avvicenderanno gli uni agli altri in
maniera piuttosto disarticolata. Tuttavia essi non altereranno i tratti essenziali di una
cultura materiale ormai condivisa e definita, seppure non definitiva e ancora capace
di coniugarsi in maniera differente a seconda delle circostanze specifiche73. E cos
esse si mantennero praticamente intatte fino ai tempi di formazione del khanato kazako,
indipendentemente dal fatto che i suoi territori fossero stati conquistati, in tutto o in
parte, per poco tempo o per secoli, da regni piccoli o grandi, altaici o iranici, nomadici o
sedentari.
Gli elementi-variabili necessari allanalisi-comprensione del nomadismo sono:
disponibilit dacqua; dislocazione dei pascoli; selezione degli animali; sviluppo di
specifiche tecnologie; percorsi migratori. Dei primi due elementi con specifico
riferimento al territorio kazako si gi parlato. Si tratta ora di vedere come luomo
abbia sviluppato quelle competenze e quegli strumenti necessari allinsediamento e alla
sopravvivenza, date le scarse e mal distribuite risorse naturali.
Gli animali che accompagnavano i kazaki nella vita di tutti i giorni erano il centro
materiale e simbolico della loro esistenza. Essi erano per lo pi animali da sempre
presenti allo stato brado in questi territori, ma allepoca in cui letna kazaka emerse, si
trattava ormai di bestie che avevano subito un secolare processo di selezione che aveva
permesso la sopravvivenza artificiosa solamente dei capi pi forti. Essi erano di due
tipi: le mandrie, che rappresentavano loggetto vero e proprio dellattivit economica, e
quelli necessari al controllo di queste, vale a dire strumentali allo svolgimento delle
attivit di transumanza. Le prime potevano essere pecore (qoy), capre (yeshki) o bovini.
A.Brown, J.Fennell, M.Kaser & H.T. Willets (a cura di), The Cambridge Encyclopedia of
Russia and the Soviet Union, Cambridge University Press, Cambridge, London, New York et al.1982,
p.78
71
J.J. Saunders, op.cit, p.11
72
David Christian, A History of Russia, Central Asia and Mongolia, Vol.1: Inner Eurasia from
prehistory to the Mongol empire, Blackwell Publishers, Oxford 1998, p.125
73
J.J. Saunders, op.cit, p.12
70

17

Tuttavia, con riferimento al Kazakistan tradizionale esse erano esclusivamente ovini o


caprini. Sar la colonizzazione russa a introdurre lallevamento dei bovini agli inizi del
XVIII secolo e la loro presenza aumenter progressivamente a partire dalla linea dei
forti russi al nord verso il sud. Le seconde potevano essere cavalli (at o jilqi), ideali
nelle steppe, o cammelli, pi adatti ai deserti, nel Kazakistan centrale e meridionale74. I
cammelli utilizzati dai kazaki erano essenzialmente del tipo Bactria, molto pi resistenti
agli inverni rigidi dei dromedari (nar), pi vulnerabili al freddo e perci pi diffusi
nellarea delle valli. Fino allavvento delle ferrovie i cammelli saranno lunico vero
mezzo di trasporto su grandi distanze. Di conseguenza, erano i cammelli gli animali
privilegiati per il trasporto di merci, mentre i cavalli erano limitati al trasporto di
persone75. Infine dei cani da guardia custodivano gli accampamenti o seguivano il
bestiame durante le migrazioni76.
Ogni animale forniva dei materiali specifici. Le pecore e le capre erano le uniche a
fornire pelli e lana, mentre dalla pelliccia del cammello si ricavava per compressione il
feltro. Da tutti si ricavava largal, sterco secco, lunico combustibile disponibile in un
territorio povero di alberi, se non lungo i fiumi o in prossimit delle steppe. Dagli
animali si ricavavano infine tutti i beni essenziali: cibo, abiti e ripari77.
I cibi principali erano latte e carne. Il latte, se opportunamente trattato poteva fornire
svariati altri prodotti come bevande e formaggi. Le famiglie pi benestanti potevano
disporre di grosse quantit di latte di cavalla da cui ricavare il kumiss (qimiz), pregiato
latte fermentato. Le famiglie pi modeste invece ricavavano bevande simili, ma meno
saporite, dal pi comune latte di pecora. Veniva poi prodotto un particolare formaggio
duro (kurt) e resistente per lunghissimi periodi di tempo. In seguito veniva nuovamente
ammorbidito in latte o acqua e rappresentava unimportante riserva di cibo durante le
migrazioni invernali. La carne aveva un peso minore nella dieta nomadica. Agli inizi
dellinverno solamente i capi meno adatti al lungo spostamento venivano uccisi. Le loro
carni venivano poi affumicate o insaccate, il grasso sciolto e riversato in sacche di
pelle78. Si trattava perci di una dieta fortemente proteica, integrata esclusivamente da
quei vegetali che crescevano spontaneamente nelle aree attraversate, che richiedevano
poche cure o tempo per crescere o che venivano barattate con altre trib o estorte alle
popolazioni stanziali79.
Gli abiti erano costituiti essenzialmente da pelle di pecora, gli accessori come i
copricapi erano fatti di lana filata e poi intrecciata, le scarpe di feltro o cuoio, mentre le
pregiate pellicce di volpi e antilopi erano un lusso piuttosto raro.
Labitazione dei nomadi centrasiatici presentava specificit tali da distinguerla da
quelle di altre popolazioni nomadi, come gli arabi, i berberi, i nativi americani o gli
stessi iraniani80. Nota ai kazaki come ui, verr definita dai russi kibitka e dagli europei
yurta81, senza significative distinzioni con le dimore di tutti i popoli nomadi e seminomadi dellarea. Anchessa costituita essenzialmente da materiali ricavati dagli
animali. Dei bastoni incastrati allestremit superiore e tenuti insieme da legacci di
cuoio forniscono lintelaiatura, poi coperta e chiusa da strati di panni di feltro, tre in
inverno e uno in estate. Sul suolo stavano tappeti di pelle di pecora o lana82. Essa
forniva un ottimo isolamento sia contro il freddo invernale, che contro le elevate
S.A.M. Adshead, op.cit, p.15
Ian Murray Matley, The population and the land, p.129, in Edward Allworth (a cura di), Central
Asia. A century of Russian Rule, Columbia University Press, New York London 1967
76
E.E. Bacon, op.cit, pp.29-30
77
J.J. Saunders, op.cit, p.11
78
E.E. Bacon, op.cit, p.32
79
J.J. Saunders, op.cit, p.12
80
S.Soucek, op.cit, p.42
81
E.E. Bacon, op.cit, p.32
82
S.A.M. Adshead, op.cit, p.15
74
75

18

temperature estive. Inoltre, alloccorrenza veniva acceso al suo centro un fuoco il cui
fumo fuoriusciva attraverso una fessura richiudibile alla sommit. Presentava
dimensioni e colori variabili sulla base dellimportanza e numero degli inquilini, ma
normalmente era coperta di pelli scure non decorate e aveva un diametro di circa sei
metri83. Come per tutte le abitazioni mobili di popolazioni nomadi poteva essere
facilmente smantellata e rimontata in brevissimo tempo in una nuova localit84.
Nella scelta dei percorsi migratori si doveva innanzitutto tener conto delle
caratteristiche specifiche di ciascun animale. I cavalli mangiavano solo la parte
superiore dellerba, i bovini andavano pi a fondo, mentre le greggi erano capaci di
mangiarle fino al suolo. Conseguentemente ciascuno di essi richiedeva differenti
quantit di spazio. A differenza di tutte le altre specie, i cammelli erano invece in grado
di mangiare i cespugli che crescevano nel deserto. Infine essi differivano per velocit,
resistenza alla fatica e alla carenza dacqua o cibo. Per esempio, in presenza di uno dei
pi temuti fenomeni delle steppe, la ghiacciata del suolo (dzud) in inverno, ciascuno di
essi reagiva differentemente o disponeva di differenti risorse. Il cavallo raschiava via
istintivamente la neve, mentre le greggi non ne erano capaci e dovevano aspettare che i
cavalli venissero lasciati agire. Ma in caso di dzud prolungato lo strato di ghiaccio sul
terreno sarebbe stato troppo spesso persino per gli zoccoli dei cavalli e da un quarto alla
met delle greggi potevano venir persi. Analogamente, unimprovvisa siccit estiva
lungo il percorso migratorio poteva ucciderne gran parte85. In particolare, sia i pozzi
temporanei scavati lungo il percorso migratorio, che i pozzi permanenti negli
accampamenti potevano prosciugarsi. La drammaticit della situazione era amplificata
dalla salinit della maggior parte delle superfici dacqua86.
Le migrazioni non erano poi certamente definite in maniera casuale: pur normalmente
prefissate, potevano variare di anno in anno in base alle informazioni ricevute, alle
precipitazioni osservate, alla conoscenza o accessibilit di falde sotterranee o
allavvento di nuovi rivali e pi in generale allesperienza di chi le conduceva87.
Esisteva sempre la possibilit di rivedere i percorsi pi tradizionali e la disponibilit di
ampi spazi era causa e conseguenza di questa necessit. I cicli migratori potevano
quindi variare per distanze percorse e numero di localit da raggiungere. Cos, per
esempio, in Semirechia la Grande Orda migrava per poche miglia e poche settimane da
sud verso nord in estate e in direzione opposta in inverno. Di contro, nel centro del
Kazakistan, in piene steppe, le migrazioni potevano consistere di alcune centinaia di
miglia, durare parecchie settimane e toccare una localit differente per ciascuna
stagione88. Durante le migrazioni trib e aul si mantenevano in contatto tramite una rete
di corrieri a cavallo noto come uyun uzak (orecchio lungo), che consentiva di non
invadere gli spazi altrui e comunicare in tempo quasi reale minacce, sia naturali che
militari.
I poli di queste migrazioni erano degli accampamenti dove i kazaki potevano sostare
per un certo periodo e prepararsi alla migrazione successiva. Il campo invernale (kstau)
era generalmente posto al riparo dalle precipitazioni, mentre era vicino ad abbondanti
fonti dacqua e a pascoli facilmente raggiungibili. Se le condizioni metereologiche si
facevano eccessivamente critiche, gli animali potevano essere alternativamente nutriti
attraverso dellerba raccolta lungo il cammino o ottenuta tramite baratto. Accanto alle
yurte potevano essere edificate anche delle shoshalas, abitazioni a tumulo composte
di fango, pietra e bastoni. La sosta invernale consentiva infine la riparazione o la
83
84
85
86
87
88

19

S.Soucek, op.cit, pp.42-43


J.J. Saunders, op.cit, p.12
Ibidem
M.B. Olcott, op.cit, p.17
E.E. Bacon, op.cit, pp.30-31
J.J. Saunders, op.cit, p.13

costruzione dei carri e degli utensili necessari per le migrazioni dellanno a venire. Una
volta scioltasi la neve era possibile intraprendere la migrazione primaverile in senso
opposto. Raggiunti i pascoli prescelti, poteva essere edificato laccampamento estivo
(jailu). Tuttavia in piena estate lerba era piuttosto rada e questo poteva ritardare il
raggiungimento della meta perch si dovevano inseguire i pascoli lungo il cammino o
obbligare a spostare ripetutamente laccampamento una volta che questi erano stati
raggiunti. Una volta esaurite le scorte dacqua e i pascoli alla fine del periodo estivo
veniva intrapresa la migrazione autunnale89.
Come per tutte le altre popolazioni nomadi quindi anche la vita dei kazaki era molto
povera, fortemente vincolata dallambiente ostile e dal tempo instabile e non
prevedibile. Linsediamento stesso di comunit umane in queste aree non affatto da
considerarsi scontato. Limprevedibilit dellambiente ha in qualche modo perfino reso
proporzionalmente e analogamente variegata la vita delle comunit. La trib poteva
muoversi di anno in anno in luoghi relativamente nuovi, cos come gli assetti politici e
gli equilibri tra di esse potevano riflettere, simbolicamente o concretamente,
linaffidabilit del territorio circostante. Certamente lindividuo, sia uomo che donna,
lanziano come ladolescente, disponeva di discreti spazi di autonomia e iniziativa a
seconda dellevolversi del quadro sociale locale e senzaltro al di fuori di gerarchie
troppo rigide e stabili. Personalit e identit, nellindividuo come nel gruppo, erano
probabilmente il principale elemento della sensibilit nomadica. Gli spiriti dovevano
diventare o rimanere incontenibili per colmare gli ampi spazi della natura e quelli
angusti della sopravvivenza90.
Ben presto la necessit di movimenti frequenti venne assimilata dalla psicologia
collettiva dei gruppi nomadi, diventando il tratto caratterizzante la loro
autocoscienza91. Il cavallo divenne il simbolo per eccellenza dei costumi nomadi. Esso
era uno strumento tecnologico indispensabile per un rapido movimento nelle ampie
distese delle steppe, sia per il controllo delle mandrie che per le lotte inter-tribali
(barynta). Ma lincredibile resistenza alla fatica dei robusti cavalli celesti delle steppe
centrasiatiche era nota ben al di l di esse, in particolare nelle citt dei sedentari dove il
rombo dei loro zoccoli anticipava razzie e saccheggi. La vita sociale era imperniata sul
cavallo: i kazaki spesso rifiutavano di percorrere anche brevi tragitti a piedi e almeno un
cavallo aspettava sempre sellato al di fuori della tenda. Perfino durante il tempo libero
(tamasha) si raggiungevano a cavallo accampamenti vicini per scambiare notizie,
accogliere qualche persona importante o prendere parte a una cerimonia. Molti dei riti
sociali (toi) erano legate in un modo o nellaltro al cavallo. I bambini imparavano a
cavalcare e condurre le mandrie fin da quando avevano pochi anni det e i pi precoci
potevano cavalcare gi a due anni attraverso speciali selle. Quando un uomo moriva, il
suo cavallo veniva ucciso e seppellito con lui; tra le famiglie pi ricche vigeva anche il
costume di sacrificarli sulle tombe dei defunti, in quanto si riteneva che una cos
preziosa rinuncia non poteva non essere gradita agli dei92.
Trasformandosi da un bisogno ad unattitudine, la propensione al movimento
divenne anche la virt che distinse i nomadi dallaltra principale civilt dellarea, quella
sedentaria. Come gli altri nomadi della storia, anche i kazaki nutrivano nei loro
confronti un autentico disprezzo, in quanto legati alla terra e per questo schiavi93. Le
differenze tra gli uni e gli altri sono evidenti anche nellanalisi delle istituzioni sociali
kazake. Al contrario dei servi della gleba, la terra in s non aveva per loro alcun
valore intrinseco, ma era semplicemente strumentale allaccumulo di bestiame, la cui
89
90
91
92
93

20

M.B. Olcott, op.cit, pp.16-17


S.A.M. Adshead, op.cit, pp.15-16
S.Soucek, op.cit, p.42
E.E. Bacon, op.cit, pp.29-30
S.A.M. Adshead, op.cit, pp.15-16

estensione determinava e palesava la posizione sociale di individui e famiglie. Si


possedeva il bestiame, ma lo si pascolava su terreni comuni, poich sulla terra non
poteva esistere un diritto di propriet, ma di semplice uso. Neppure il khan possedeva la
terra e lutilizzo di determinati spazi da parte di ciascun clan non era una sua
concessione agli uomini pi fedeli, ma un atto dovuto la cui iniquit poteva essere
apertamente contestata. La terra era a disposizione di chiunque e il sorgere stesso di una
comunit kazaka stabile fu finalizzata alla sicurezza del bestiame, pi che
allaccapparramento di un determinato territorio94.
Queste argomentazioni ripercorrono il modello dualistico tradizionale, secondo cui
una volta definitesi due distinte forme di organizzazione economica, quella nomadicopastorale e quella agricolo-sedentaria, esse si sarebbero allora contrapposte, sia
culturalmente che militarmente, lungo un vero e proprio confine, mai ersosi per a
barriera95. Se da un lato infatti i nomadi furono da sempre in grado di coltivare piante
che richiedevano minimi sforzi e talvolta erano in grado di lavorare il metallo in prima
persona, questi strumenti ordinari non erano sufficienti a colmare la richiesta, specie in
periodi di espansione demografica o militare. La soluzione normale erano gli scambi
commerciali, ma anche la depredazione per razza o tributo era unattivit
complementare alla pura e semplice conduzione delle mandrie o alla caccia. I beni
scambiati erano alimenti di prima necessit, come cereali e piante, essenziali per
integrare la proteica dieta nomadica, oppure volluttuari, come th o zucchero. Ma gli
scambi fornivano ai nomadi anche prodotti non alimentari: sia strumentali, come
utensili o armi, o di lusso, come la seta, che potevano poi essere utilizzati dai nomadi
stessi o rivenduti. Ma anche i sedentari avevano bisogno dei nomadi per garantirsi dei
beni necessari alla vita cittadina o commerciale, come i cavalli per i trasporti o cuoio e
pelli96. La continuit dei commerci determinava e dipendeva dalla stabilit politica
nellarea o al di fuori di essa: aree di influenza e rapporti di potere definiti, accordi
commerciali o lesistenza di ununica entit politica garantivano la sicurezza degli
scambi, mentre la loro assenza era il preludio di nuove incursioni verso il sud. Questo
risulta verificato anche per le citt del Syr Darya, sistematicamente razzate dai kazaki
prima della conquista, ma mai completamente rase al suolo per gli ovvi vantaggi
economici che esse garantivano97.
Una porzione importante di questo confine scorreva in tutta la sua sezione orientale in
Kazakistan, lungo una linea immaginaria che congiungeva i laghi Balkash e Aral che,
alla pari dei loro affluenti, erano appetibili sia a nomadi che a sedentari, e avrebbero
incidentalmente fatto avvicinare o contrapporre queste popolazioni. Cos come
nellantichit per le altre popolazioni nomadi dellarea, anche il destino dei nomadi
kazaki sarebbe stato segnato da questarea. Pi in particolare, la Semirechia divenne il
primissimo territorio kazako, mentre la conquista della valle del Syr Darya richiese
tempi ben pi lunghi. In questarea leredit tecnologica locale consent il
mantenimento di rudimentali strumenti di irrigazione per la coltivazione di cotone,
miglio e grano, assolutamente inusuale rispetto ai normali costumi kazaki98. Inoltre ai
tempi della conquista kazaka le citt del Syr Darya, in decadenza a causa del collasso
della Via della Seta, ormai al di fuori di un unico e stabile controllo politico, vennero
solo parzialmente e provvisoriamente integrate con leconomia nomadica.
Commercianti estranei al mondo nomade non osavano avventurarsi in territorio kazako
e i kazaki stessi, pur da sempre produttori e intermediari, raramente erano in prima

94
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97
98

21

M.B. Olcott, op.cit, pp.17-18


Tesi formulata da Barthold come riportato in S.Soucek, op.cit, p. 45
S.A.M. Adshead, op.cit, pp.15-16
M.B. Olcott, op.cit, p.17
G.J. Demko, op.cit, p.28

persona commercianti di professione99. E pi in generale il nomadismo stesso era


disfunzionale alla creazione di stabili centri urbani. Conseguentemente, a parte Yasi,
erano allepoca pochissime le citt anche in pieno territorio kazako dotate di bazar di
grosse dimensioni, nonostante la posizione geografica vantaggiosa100.
Seppure i kazaki non vennero mai assimilati dalla cultura sedentaria locale, pur vero
che per essi il contatto con queste popolazioni divenne essenziale proprio per il fatto che
esse svolgevano funzioni, lassorbimento-esportazione di beni steppici eccedenti e
limportazione-produzione di beni esterni altrimenti indisponibili, essenziali per la
prosperit e la stabilit del khanato. E daltronde quando queste aree sfuggirono al
controllo kazako, assieme ai vantaggi economici e alla sicurezza geopolitica che
garantivano, il tempo della decadenza kazaka era gi giunto.
Lorganizzazione sociale kazaka
E difficile oggi ricostruire con certezza le dinamiche e i tempi di formazione delle tre
orde kazake, le principali strutture socio-politiche tradizionali. Lassenza di fonti scritte
coeve e lingresso di osservatori esterni nel paese solo a partire dal XVIII sec. obbligano
a sviluppare semplici congetture. N si possono estrapolare elementi realmente utili
dalle leggende di Alash o di Kosanin, che sembrano semplicemente registrare
lesistenza delle tre orde principali, o piuttosto dare ad esse legittimit attraverso
linvenzione mitologica. Lipotesi prevalente che esse si siano formate al termine del
khanato di Qasim, come risposta al vuoto politico cos creatosi.
Loccupazione di territori come le sponde del fiume Chu e il deserto del Betpak-Dala
permise allepoca di incrementare considerevolmente i territori controllati. Inoltre essi
erano per lo pi inutilizzati, opportunit estremamente rara allepoca. Se la cultura
materiale nomade forniva ancora una volta tutte le risorse tecnologiche necessarie per
insediarvisi, loccupazione di nuove terre da parte di una disparata coalizione di trib
che, pur omogenee culturalmente, non erano mai state sottoposte fino a quel momento
alla medesima autorit politica, poneva con urgenza il problema dellorganizzazione
interna della nascente nazione. Da ultimo inoltre anche trib nogai, uzbeke e mongole si
erano unite al khanato. Da un lato questo determin un accrescimento della pressione
sui pascoli, ma dallaltro anche delle potenzialit militari, cos che sul finire del XVII
sec. pressoch lintero territorio dellattuale Kazakistan era ormai sotto il controllo del
khanato.
Quello che certo che lo stesso termine Orda fuorviante, bench presente sia
nella letteratura russo-sovietica, che occidentale. Alla lettera, le corrispondenti formule
in kazako ulu zhuz, orta zhuz e kichi zhuz dovrebbero essere tradotti come i grandi
cento, i medi cento e i piccoli cento. Questo slittamento terminologico
significativo poich il primo termine implica consanguineit, mentre il secondo
rimarcherebbe la convenzionalit della struttura politica cos creata. In altre parole,
ciascuna Orda sarebbe stata ununione di trib, spesso temporanea, creata per poco pi
che uno scopo esclusivamente militare. In questottica pu essere allora compresa
lapparizione di piccole orde minori in alcuni periodi della storia kazaka101.
Il problema della difesa o dellespansione militare e del controllo del territorio non
sono comunque sufficienti a spiegare la formazione delle tre principali orde, la loro
composizione e organizzazione interna, n loccupazione di specifiche aree di territorio.
La formazione delle tre orde risponde piuttosto a esigenze organizzative legate al
processo di adattamento allambiente. Dal punto di vista delleconomia nomadicopastorale, possono infatti essere individuate tre aree geografiche ben precise, ognuna
99
100
101

22

Kazakh traditions and ways, Almaty Dyke-Press 2002, pp.88-89


M.B. Olcott, op.cit, p.18
Ivi, pp.9-11

delle quali comprende sia pascoli invernali, che estivi. Queste sono definite sia dal
clima che dallaltitudine, oltre che dalla disponibilit dacqua102.

La distribuzione delle Orde kazake allalba della penetrazione russa (XIX sec.);
da G.J. Demko, op.cit, p.24

La prima di queste la Semirechia, territorio tradizionalmente sotto il controllo della


Grande Orda. Situato ai piedi dellaltopiano kazako e delle grandi catene montuose,
essa comprendeva il sistema idrologico meridionale e le sue fertili valli. Per quanto
visibilmente meno esteso degli altri territori e pur in piena area desertica, essa era molto
pi adatta allinsediamento umano e in esso erano possibili migrazioni di poche miglia e
della durata di poche settimane. La seconda regione il Kazakistan centrale, dove
lOrda Media poteva svernare sulle sponde del Syr Darya e in estate accedere ai corsi
dacqua settentrionali. Infine, a occidente la Piccola Orda era solita muovere dal basso
Syr Darya e dal Lago dAral verso i tributari del fiume Ural (Yayk) e le colline del
Mugodzhan. Ma se gli attuali territori del Kazakistan erano cos suddivisi tra le varie
Orde, va notato che gli spostamenti potevano spingersi ben oltre essi. Lassenza stessa
di confini veri e propri in et pre-coloniale rendeva infatti molto pi flessibile la
possibilit di movimento per ciascuna Orda e lunico limite era rappresentato
esclusivamente dalla vicinanza di altre entit politico-militari ostili. Cos la Grande
Orda poteva spingersi fino a Talas, nellattuale Kirghizistan o lOrda Media invadere i
futuri territori meridionali russi, in assenza di ben definiti confini fisici come nel caso
del Volga a occidente per la Piccola Orda.
Se inizialmente la formazione delle tre Orde non minacci la compattezza del popolo
kazako, in seguito per i confini geografici e sociali tra unorda e laltra cominciarono a
definirsi in maniera sempre pi rigida e ad essere tramandati inalterati da una
generazione allaltra. Pur sentendosi sempre parte della medesima entit politica, a poco
a poco i khan delle singole Orde presero a stipulare individualmente accordi con forze e
potenze straniere. Questa sar la situazione quando, ormai decaduto il khanato kazako,
la Russia cercher lo strumento politico migliore per penetrare nel paese e trover in
una paradigmatica politica di divide et impera la soluzione103.
102
103

23

Questa tesi stata proposta da Asfendiarov, cos come riportato da G.J. Demko, op.cit, p.25
M.B. Olcott, op.cit, p.11

Pur approssimativamente, possibile individuare due distinte dimensioni nella vita di


ciascun gruppo umano organizzato: quella prettamente sociale, vale a dire la
strutturazione della societ in determinate unit (classi, ceti, caste, trib, etc.) e secondo
determinati criteri (censo, discendenza, etc.), e quella pi propriamente politica, vale a
dire quelle strutture che attengono a tenere insieme una comunit attraverso specifici
meccanismi (processo decisionale, loro attuazione, sanzionamento delle trasgressioni,
distribuzione di premi e cariche, etc.) e secondo determinati criteri (rispetto di norme
religiose, morali o legali, obbedienza ad un sovrano o ad un nobile, fedelt alla famiglia
o al gruppo dappartenenza, etc.). I limiti tra queste due sfere sono particolarmente esili
in quelle entit sociali che sociologi e antropologi chiamano pre-statali, vale a dire
prive di un assetto istituzionale ben definito, separato e distinguibile, come nel caso
delle strutture statali occidentali (democratiche e non) o dispirazione occidentale e, con
riferimento allantichit, questa dimensione era gi vigente nelle strutture repubblicane
di Roma o, ancor prima, nellapparato mandarinale dellimpero cinese.
Questo quanto pi vero in Kazakistan, in cui la flessibilit delle istituzioni sociopolitiche era indotta -seppur non determinata, come abbiamo visto- dallecologia e
dalleconomia. In entrambi i casi, per, lunit essenziale di ambedue rimaneva lOrda,
sfocato anello di congiunzione tra la dimensione sociale e quella politica. La vita
quotidiana si basava su unorizzonte, fisico e sociale, ritagliatosi nello spazio destinato
alla propria Orda di appartenenza. La propria collocazione sociale era definita in
funzione e allinterno della propria Orda, non in riferimento al complesso della societ
kazaka. Lespressione della propria politicit trovava spazio esclusivamente
attraverso i canali previsti dalle tradizioni di ogni singola Orda.
Ogni Orda era strutturata e funzionava in maniera similare104, ma autonoma luna
dalle altre. Al suo vertice stava il khan e alla sua base i clan composti dalle singole
famiglie, la cui comune discendenza poteva talvolta esser lesito di vere e proprie
finzioni. Se la societ kazaka nel suo complesso era organizzata in Orde, le singole
Orde trovavano la propria unit costitutiva nelle trib, essendo esse stesse come era
regola nei regni nomadi di origine altaica- delle confederazioni tribali tenute insieme da
un vincolo politico e non famigliare, vale a dire di convivenza e non
dappartenenza. Come nel caso delle Orde, un vero e proprio patto sociale o
contratto tribale pu essere considerato come stipulato e rispettato da ciascuna trib
fin da prima della fondazione del khanato e risalente ai tempi di formazione di ciascuna
di esse nei rispettivi luoghi di origine. Non a caso tuttora queste trib sono dirette
discendenti di quelle fondatrici il khanato o frutto della loro frammistione. Nel
complesso per il criterio geografico ha avuto la meglio su quello di sangue nella
composizione di ciascuna Orda: trib che si son trovate a condurre le proprie greggi
sugli stessi pascoli possono aver unito le forze, ma non necessariamente attraverso
legami di sangue. Forti vincoli come il tab del matrimonio esogamico mantennero i
vari gruppi famigliari distinti gli uni dagli altri105. Ma la stessa divisione tra Orde, come
somma di singole trib, in fin dei conti lesito del reciproco riconoscimento del diritto
di pascolare le proprie greggi in territori ben definiti106 e non come suddivisione di ulus
tra i membri della nobilt come nella tradizione post-mongolica107. Al pari delle trib e
come conseguenza della loro alleanza, le Orde risultano essere strutture convenzionali
create per precisi scopi economici e sotto specifiche pressioni politiche.
Ogni trib era composta a sua volta da diverse grandi famiglie, clan o branche di
clan, organizzate in unit migratorie, dette aul. A capo di ciascun aul stava un anziano,
104
105
106
107

24

Ivi, p.13
A. Bennigsen & C. Lemercier-Quelquejay, op.cit, pp.30-31
G.J. Demko, op.cit, p.26
S.Soucek, op.cit, pp.126-127

detto aksakal (barba bianca), che doveva badare alla sicurezza delle famiglie e del
bestiame.
Gli anziani di una stessa famiglia eleggevano un bii con il compito di mediare con le
altre famiglie, risolvere le dispute interne, stabilire le traiettorie da seguire durante le
migrazioni e suddividere i pascoli tra i membri della stessa famiglia. Per quanto il titolo
di bii fosse per consuetudine tramandato di padre in figlio, cos da costituire una sorta di
nobilt minore, esso poteva essere diversamente assegnato dagli anziani.
I bii a loro volta eleggevano un sultano, una sorta di alto nobile e khan minore con il
compito di controllare un determinato territorio e gestire le relazioni tra i singoli clan.
Prerequisito essenziale per questa elezione era lappartenenza alla nobilt, detta ak suiuk
(osso bianco). In un primissimo momento lo status di nobile era definito essenzialmente
dalla discendenza diretta o fittizia dalla famiglia di Genghis Khan. Successivamente
vennero inclusi anche gli hojas, i pii fedeli che avevano compiuto il pellegrinaggio
rituale a La Mecca, e i discendenti del califfo. Quando un singolo sultano poteva
contare su un prestigio e su un seguito abbastanza consistente era in grado di governare
in maniera praticamente autonoma il proprio territorio, pur formalmente inscritto nei pi
ampi possedimenti dellOrda e sottoposto allautorit del khan legittimo.
Se la distinzione rispetto al resto della popolazione (kara suiuk, osso nero) era definita
dal numero di capi di bestiame posseduti, le condizioni e pratiche di vita dei nobili
erano sostanzialmente identiche. Meccanismi di ascesa sociale erano pacifici e accettati
in caso di merito di singoli individui anche non appartenenti a famiglie nobili. In
particolare i batir, singoli uomini che si erano particolarmente distinti in battaglia fino a
guadagnarsi la fama di eroi viventi nel proprio gruppo, venivano spesso incorporati
nel seguito di un sultano o dello stesso khan, per poi venire spesso scelti essi stessi
come khan.
Per quanto riguarda il vertice della gerarchia dellOrda, il khan, egli era eletto da una
riunione dei sultani, dei bii e degli anziani dei singoli clan. Questi incontri si
mantenevano su base annuale anche dopo lelezione di un nuovo khan, in quanto oltre
che essere loccasione per avanzare proposte e suggerimenti, essi erano un momento
cruciale della vita comunitaria, poich in esse venivano allocate le aree per la
migrazione estiva di ciascun clan e aul. La disponibilit di terre dipendeva da vicino
sulla condizione militare dellOrda in quel dato momento e su quali territori fossero di
conseguenza effettivamente sotto controllo.
La scelta del khan era strettamente legata alle qualit personali dellindividuo108, cio
al suo carisma, alle sue competenze, allampiezza e alla fedelt del suo seguto e non
solamente al suo benessere o come risultato di un compromesso tra clan e trib109. Suo
dovere specifico era condurre in prima persona lesercito, sia per una battaglia che nel
corso delle periodiche razze, e gestire la difesa da attacchi esterni. Ma nonostante egli
fosse essenzialmente un leader militare non poteva disporre di un esercito stabilmente al
proprio servizio o che potesse essere rapidamente mobilitato. Il vero potere militare
risiedeva nelle mani degli anziani che potevano invece contare sulla puntuale
disponibilit di almeno un guerriero valido per ogni famiglia. La convocazione di un
esercito per ampie campagne militari richiedeva quindi sempre delle contrattazioni e
non si basava su una coscrizione ineludibile. Analogamente non esistevano dei
meccanismi di tassazione consolidati, ma il khan poteva eccezionalmente richiedere la
raccolta di bestiame e cibo nel caso fosse in corso uno sforzo militare. Se tuttavia
ciascuna famiglia poteva volontariamente donare dei capi di bestiame, non esistevano
dei meccanismi sanzionatori in caso opposto. Al contrario, erano ancora una volta gli
anziani e i capi clan a disporre di un indiscusso diritto di tassazione sugli altri membri
108
109

25

M.B. Olcott, op.cit, p.13


G.J. Demko, op.cit, p.26

del clan, seppure il numero di capi di bestiame che potevano essere presi da ogni
famiglia non veniva stabilito a piacimento, ma sulla base delle tradizioni claniche.
Una volta eletto, il khan regnava normalmente per tutta la vita ed era convenzione
diffusa che fosse succeduto prima dal proprio fratello e infine dal proprio figlio.
Tuttavia, la scelta sulla base dellautorevolezza, anzich sullautorit dellindividuo, la
stessa collegialit del processo elettivo, oltre che la variabilit delle condizioni
economiche di un gruppo o individuo dovutamente a siccit o gelate non escludevano
che nuovi individui o diverse famiglie potessero avanzare pretese al comando.
Dati questi elementi si pu dire a ragione che la principale caratteristica politica
della societ kazaka tradizionale fosse lassenza di unautorit centrale vera e propria. Il
potere del khan era limitato, talvolta persino allinterno della stessa Orda110. Lascesa di
singoli khan capaci di estendere la propria autorit sulle altre Orde era un fenomeno
piuttosto raro e connesso a specifiche circostanze, come la limitatezza territoriale nei
primissimi tempi del khanato o la presenza di specifiche minacce esterne111.
La legge consuetudinaria kazaka (adat), mai codificata se non in epoca russa, non
differiva quindi nella sua sostanza dalle usanze di quel mondo da cui si era separata
nel XVI sec. E diffatti appare chiara la discendenza di questo sistema di regole da un
sub-strato di leggi convenzionali di derivazione turca attraverso la mediazione del
sistema di leggi codificato vigente sotto i Mongoli, detto yasa112. Si potrebbe perfino
azzardare, allora, che il sistema socio-politico kazako rifletta quasi teleologicamente il
processo di formazione della stessa societ tradizionale kazaka: un radicato sub-strato
linguistico e tecnologico di origine turca, filtrato dallelemento sia etnico, che
giuridico mongolo113.
Da trib subordinata allinterno della confederazione tribale altaica dei juan-juan, i
Trk si imposero improvvisamente nel 551 d.C. sostituendosi alla trib dominante. Ma
ben presto il dominio appena conquistato venne diviso in due sottoparti, solo
formalmente coese: il regno dei Turchi Orientali, che comprendeva i luoghi dorigine
altaici, e il principato dei Turchi Occidentali, che occupava i territori di pi recente
conquista sotto i juan-juan, cio il Tian Shan e la Semirechia. I primi poterono
inizialmente godere di pacifiche relazioni con la dinastia cinese Tang, che era stata una
preziosa alleata durante linsurrezione contro i juan-juan. I secondi dovettero presto
confrontarsi con un regno che, come gli juan-juan, era nato dalla sfaldatura del regno
Hsiung-nu: gli Eftaliti. La vittoria fu resa possibile dal secondo grande regno sedentario
che si trovava ai confini dei regni turchi, la Persia Sassanide. Unalleanza turco-persiana
M.B. Olcott, op.cit, p.15
G.J. Demko, op.cit, p.25
112
M.B. Olcott, op.cit, p.18
113
Sia turchi che mongoli facevano parte del mondo nomadico altaico e data limportanza di lungo
termine del primo e lincisivit del secondo, sono stati spesso visti in linea di continuit e perfino come
precursori del futuro Impero Ottomano di base etnica turca. Ma il concetto di eredit o discendenza
estremamente complesso e sfaccettato per popolazioni cos distanti nel tempo e richiama al contributo
anche di popolazioni o formazioni politiche minori. E cos estremamente difficile distinguere ci che
appartiene alleredit turca da quella mongolica, fatti salvi per quegli elementi chiaramente discernibili
dalle pochissime fonti o coeve o dirette, come la Storia Segreta. Appare allora talvolta preferibile riferirsi
ad una complessiva cultura altaica (specie per la cultura materiale) anche quando si analizzano periodi
successivi, come quello del passaggio dai regni post-mongolici alla formazione delle moderne etnie
centrasiatiche (uzbeki e kazaki) ed evitare meccanicismi eccessivi, come quello di indicare i kazaki come
gli eredi dellOrda dOro. Certamente essi emersero come la principale etnia dellarea scaturita dalla
fusione di elementi etnici chinghisidi e che mantenne i tratti economici nomadici, o appunto altaici, di
quella cultura. Non furono tuttavia i soli, come i vicini bashkir, n lo rimarranno dopo le migrazioni
kalmyk. Di contro, non furono le sole popolazioni emerse dalla pangea dellOrda batuide, come palesa il
caso dei tatari, convertitisi tuttavia alla sedentariet consentita dal Volga. Infine, pur con le dovute
correzioni, perfino i russi possono esserne latu sensu considerati eredi legittimi (spunti da Ira M.
Lapidus, Storia delle Societ Islamiche, Vol. II, Einaudi Torino 2000, pp.188-194).
110
111

26

garant infatti ai primi il controllo formale dei piccoli principati che frammentavano la
Sogdiana, importante regione commerciale, e restitu ai secondi il Khorasan,
storicamente parte del regno persiano114.
A questo punto ciascun regno turco si trov a confinare con un importante regno
sedentario: la Cina Tang a oriente e la Persia Sassanide a occidente. La principale
differenza stette nel fatto che la Persia azzard rare incursioni militari in Transoxania
senza mai sfidare i Turchi Occidentali nel proprio territorio, mentre la Cina riorent la
propria linea politica nei confronti dei Turchi Orientali verso un pi tradizionale
tentativo di assorbimento politico e culturale. Questo obbiettivo venne coronato con la
formale sottoposizione allimperatore nel 627. Non solo: lo sviluppo cinese di quegli
anni consent unambiziosa espansione militare fino al Sinkiang, alle porte del regno
turco occidentale.
Tuttavia, la seconda fase del processo di espansione turca scatur proprio dai territori
del regno turco orientale, i primi a essere stati sottomessi. Nel 680 essi riottennero
lindipendenza e restaurarono il proprio regno, comprensivo della porzione occidentale.
Riassestatisi negli antichi territori, essi iniziarono una serie di campagne militari che
toccarono tutti i territori centrasiatici fino al Tokharistan afgano, preludio della futura
conquista militare e culturale. Qualche decennio pi tardi, cio alla met dellVIII sec,
negli stessi anni in cui gli Abbassidi spodestavano gli Omayyadi nel mondo islamico e
poco prima del tracollo della dinastia Tang in Cina, la trib turca degli Uyghur (744840) ebbe la meglio sui Kk Trk doriente, cos come quella dei Trgesh su quelli
occidentali115. In questa maniera si venne a riproporre una divisione tra est ed ovest del
tutto simile a quella delle origini.

Il continente eurasiatico nel VI sec; da J.J.Saunders, op.cit, p.16

Ma dopo che gli Arabi strapparono lestremit orientale del khanato, i turgesh vennero
attaccati dal regno Uighur e definitivamente sconfitti dai Karluk (766), nuove
popolazioni turche provenienti dagli Altai orientali. Il regno Karluk si estendeva in
origine dalla Kashgaria fino al Syr Darya; successive conquiste militari assicurarono il
controllo delle aree attorno ai laghi Issik-Kul e Balkash, oltre che comprendere i corsi
dei fiumi Ili, Chu e Talas. La maggior parte dei territori del Kazakistan vennero quindi
conquistati da questo regno, ad eccezione della porzione occidentale (Kipchak) dove
114
115

27

J.J.Saunders, op.cit, pp.18-22


S.Soucek, op.cit, pp.51-69

altre trib turche, note come Oghuz, mantennero lindipendenza fondendosi con le
popolazioni locali116.
Nel 940 essi persero unimportante lotta dinastica con la famiglia dei Karakhanidi che
si sostitu loro. Per tutto il loro regno essi dovettero sostenere analoghi scontri
allinterno della confederazione per la supremazia e allesterno con i turchi selgiuchidi
per la sopravvivenza. Nonostante i continui scontri con lesterno e allinterno, i
Karakhanidi non interromperanno il periodo di sviluppo iniziato con i Kalmuk: la
popolazione continu a crescere e venne raccolta in nuovi centri urbani, mentre vennero
ampliati quelli fondati dai predecessori nelle steppe; nel mentre leconomia steppica
esplodeva grazie allintegrazione con i grandi centri agricoli e commerciali delle valli.
Ma indeboliti dalla definitiva conquista selgiuchide della Transoxiana, i Karakhanidi
vennero abbattuti dai Karakitai, detti anche Khitan Occidentali (1130)117.
I nuovi arrivati furono costretti alla fuga dal nord della Cina dai Tungus Jrchen.
Seppure questi ultimi saranno destinati alla sinizzazione dalla conquista del nord cinese,
anche i Khitan, pur senza conquistare mai territori cinesi, subirono influssi da questa
cultura e se ne fecero tramiti una volta giunti in Asia Centrale, dove essi poterono
sviluppare la propria sintesi sinico-altaica nellarte di governo a discapito delle
precedenti dinastie turche persianizzate. Il nuovo regno trov il proprio nucleo nella
fiorente Semirechia di quei secoli ed ebbe circa ottantanni di tempo per invassallare
precedenti dinastie locali (principalmente Karakhanidi, Uyghur e Karluk) e sottoporre a
tributo alcuni regni circostanti (tra cui Khwarazm a sud-ovest). Ma la parzialit del
processo di sinizzazione a vantaggio dellelemento altaico emerse puntualmente nelle
continue lotte per la spartizione del potere nella famiglia regnante e negli ininterrotti
scontri con poteri rivali allesterno. E ancora una volta sar la concorrenza di pi
avvenimenti a segnare la fine di un regno nomade. La ribellione di Khwarazm port
dapprima alla sconfitta dei Karakhanidi fedeli ai Karakitai e infine di questi stessi. Ma
una volta che Khwarazm avr volto le proprie attenzioni verso la Baghdad abbasside,
saranno nuovi dominatori altaici a dominare steppe e valli kazake.
Le vicende dei nuovi dominatori Naiman furono segnate dal confronto con un ben pi
imponente avversario: lormai unificata Mongolia chenghiskhanide, da cui loro stessi
provenivano come fuoriusciti e rivali di Temujin. Occupati dapprima i territori del
Sinkiang nord-occidentale, minacciarono successivamente le citt Karluk in Asia
Centrale, ormai liberatesi del giogo Karakhitai. Ma proprio la richiesta daiuto a
Genghis Khan da parte di questi ultimi segn il destino del transitorio regno Naiman. La
conquista della Semirechia nel 1218 preparava infatti alla ben pi significativa
invasione mongola di tutta lAsia Centrale118.
I mongoli erano un sotto-gruppo altaico antico almeno quanto gli stessi turchi. Essi
daranno per la prima volta unit e stabilit politica a buona parte del continente
eurasiatico, sulla sca del fortissimo carisma del suo fondatore Genghis Khan. Alla sua
morte molte campagne erano rimaste incomplete e lobbligo di conquistare questi
territori ricadr sui suoi successori. Il regno verr diviso tra i suoi discendenti in quattro
porzioni principali: la Mongolia nativa al figlio pi giovane Tluy; la Siberia centrale e
il Sinkiang dellest a godei, il nuovo khan prescelto dallo stesso Chinghis prima di
morire; infine lAsia Centrale al pi anziano Chaghathai, mentre i territori del figlio pi
anziano Juchi, morto prima di Genghis Khan, vennero divisi tra Orda (Siberia
occidentale), Shiban (Urali) e Batu, cui erano stati promessi i territori pi a ovest,
ancora da conquistare119. Anche la terza generazione chinghiside si riveler altrettanto
capace nellarte militare. Batu conquister puntualmente i territori dei Rus. Hleg
116
117
118
119

28

Ivi, pp.93-95
M.B.Olcott, in G.E. Curtis, op.cit, pp.10-11
S.Soucek, op.cit, pp.99-101
Ivi, pp.108-109

conquister lIran (1256) e poi lIraq abbasside (1258), fino al suo cuore Baghdad.
Mngke, il terzo khan, si dedicher come lo zio godey alla conquista della Cina,
seppure il merito della sconfitta dei Sung ricadr sul suo fratello e successore Qubilay
alcuni decenni pi tardi (1279)120.
Gli effetti della conquista mongola sono ambivalenti e ampiamente dibattuti. Da un
lato, essi misero a ferro e fuoco le aree conquistate, per poi rivelarsi dominatori
tolleranti (o indifferenti) nel campo delle idee e capaci di garantire pace e benessere alle
popolazioni sottomesse121. Quindi furono la quintessenza stessa della cultura nomadica,
lincarnazione storica del massimo potenziale che una confederazione nomade altaica,
per quanto limitata numericamente, poteva dispiegare122. Ma proprio per questo furono
un caso totalmente atipico, difforme dalla maggior parte dei regni altaici del passato
che aveva tentato unimpresa analoga, non solo per il livello di coesione politica
raggiunto, ma anche per lincredibile capacit organizzativa123.
Con riferimento al futuro territorio kazako, la conquista in s e per s si rivel
disastrosa, in quanto port alla distruzione delle citt del Syr Darya e al
depauperamento dei pascoli della Semirechia, dove le truppe mongole si insediarono
stabilmente, utilizzandola come rampa di lancio per le future conquiste verso
occidente, durante le prime campagne di conquista fuori dalla Mongolia. La divisione
del regno port il Kazakistan a essere suddiviso tra lOrda dOro, che controllava tutti i
territori semidesertici e steppici, e lulus di Chagatai. Ma lemergere dellOrda Bianca
strapp il Syr Darya a Chagatai e divise il paese lungo la linea delle steppe nei continui
scontri per lindipendenza con lOrda dOro. Infine, lulteriore frammentazione dei
territori Chagatai permise lascesa di Timur, da cui, pi o meno direttamente,
scaturirono gli eventi che portarono alla nascita del khanato124.Quindi, pi in generale, il
crollo dei khanati chingisidi determin ampissime conseguenze, prima fra tutte
unulteriore frammentazione geopolitica dellarea e pi in generale con il regno
mongolo spar il fattore nomadico che per pi di un millennio aveva ininterrottamente
condizionato la vita dei continenti europeo e asiatico125.
Ma limportanza della conquista mongola deve essere da parte nostra valutata nei suoi
effetti di lungo periodo nel campo della cultura politica. Essa port per certi versi al
perfezionamento della cultura tradizionale nomade, dallaltro allacquisizione di nuovi
elementi dalle civilt, spesso sedentarie, conquistate. Va riconosciuto infatti che i
mongoli si rivelarono altrettanto voraci nellapprendimento dellarte del governo, delle
finezze della burocrazia e dei segreti della diplomazia. Quintessenza di questo processo
la yasa, un sistema di leggi codificato voluto dallo stesso Genghis Khan. Anche se
nessuna copia integrale del codice mongolo giunta fino a noi, possibile ricostruirne
con sufficiente certezza i contenuti, grazie alla testimonianza di alcuni storici
contemporanei e alle molte versioni parziali redatte in altre lingue. Infine, essa ebbe una
D. Christian, op.cit, pp.385-395
J.J.Saunders, op.cit,pp.63-71
122
S.Soucek, op.cit, p.103
123
D. Christian, op.cit, pp.395-405
124
M.B. Olcott, op.cit, pp.6-7
125
Il millennio nomade cominci con le migrazioni verso ovest delle popolazioni altaiche (in
direzione esattamente speculare a quella andronovica) che contribuiranno al crollo dellImpero Romano
dOccidente. Ma secondo alcuni, questo periodo di tempo toccherebbe i duemila anni e sarebbe da
ricondurre almeno agli Sciti, che per primi sfrutteranno sistematicamente le innovazioni sociali e
tecnologiche sviluppatesi in quei secoli, dando una forma politica compiuta alla cultura nomade (D.
Christian, op.cit, pp.123-128). Una volta unificato il settore settentrionale dellAsia Centrale, avrebbero
infatti anchessi condizionato la vita di entrambi i continenti, asiatico ed europeo, consentendo fluidit,
seppure non sistematicit, ai commerci tra di essi (Christian David, Silk roads or steppe roads? The silk
roads in World History, in David Christian & Craig Benjamin, Realms of the Silk Roads: Ancient and
Moderns, Brepols Publishers, Turnhout 2000, p.77-78).
120
121

29

tale diffusione (fino al rivale Egitto dei Mamelucchi) che le sue caratteristiche essenziali
possono essere ricavate per comparazione da molti sistemi socio-politici posteriori126.
Il primo elemento integralmente mantenuto dagli eredi del regno mongolo sar lidea
di sovranit. Essa non ricadeva sul singolo individuo, ma piuttosto sullintera famiglia
del khan, parimenti titolare del controllo su un certo territorio. La prima implicazione di
questo fatto si rifletteva sul meccanismo ereditario, per cui non era necessariamente il
primogenito maschio a ereditare il titolo khanico. Al contrario, lultimogenito riceveva
convenzionalmente in dono i territori patrimoniali, cio i luoghi dorigine della propria
famiglia, che assumevano un alto valore simbolico, specialmente durante le cerimonie
di investitura. Ma il potere effettivo veniva riposto alla morte del khan nelle mani del
figlio che unassemblea di notabili (kuriltai), anziani e nobili, riteneva essere pi vicino
alle doti politiche e militari del padre127.
Al di l della straordinariet del semplice fatto che leggi e costumi di una popolazione
nomade abbiano trovato sistematica stesura, la conseguente fissit dei suoi contenuti ne
hanno forse incrementato la durevolezza allinterno del patrimonio culturale lasciato in
eredit ai futuri sistemi legali di molti regni dellarea, come il khanato uzbeko da cui i
kazaki li appresero a loro volta128. La legge mongola rappresenter infatti una strana
sintesi di elementi innovativi e tradizionali, di illuminismo politico e superstizione. Ma
soprattutto un punto di svolta centrale nellevoluzione della struttura sociale nomadica,
che non avrebbe pi conosciuto da quel momento cambiamenti altrettanto
significativi129.
Una delle principali innovazioni apportate dal sistema socio-politico mongolo
laffiancamento del rapporto di fedelt amicale (nker) al pi tradizionale
famigliare (anda). Questa innovazione trova fondamento nella stessa esperienza
umana di Genghis Khan, cos come tramandata dalla storia segreta: figlio di un nobile
mongolo ucciso dai suoi stessi parenti, egli stesso dovette ben presto uccidere per
garantire la sopravvivenza alla propria famiglia abbandonata nella miseria dal resto del
clan130. Vero o non vero, questo affresco della vita del futuro khan dei khan
rivelerebbe se non altro la consapevolezza di chi lo succedette circa limportanza di
questa strategia per il futuro del regno. Una volta unificate le trib mongole e iniziate le
campagne di conquista allesterno dei loro territori, questo rapporto diede origine a un
vero e proprio patto di fedelt tra il khan e i suoi sottomessi, che prevedeva la
concessione di pascoli (che non erano terreni e potevano variare di anno in anno), in
cambio di mobilitazione militare. Questo scambio di doni versus fedelt e la piramidale
gerarchia sociale che ne deriva, hanno suggerito agli storici un intuitivo avvicinamento
al coevo sistema feudale europeo. Lesperienza politica mongola appare come la pi
vicina ad un sistema pre-statale simil-occidentale, in cui lapparato politico ha
comunque raggiunto un elevato livello di accentramento131, pur rimanendo legato ad
una logica di spartizione di tipo famigliare. La suddivisione stessa dellimpero alla
morte di Genghis Khan tra i suoi figli rifletterebbe una consolidata consuetudine vigente
tra le popolazioni nomadi altaiche. In questo modo si sarebbe venuta a formare una vera
e propria nobilt di sangue, la sub-feudalizzazione dei cui territori avrebbe contribuito
ad una deriva centrifuga di potere comunque analoga a quella del tardo medioevo
europeo132.
J.J. Saunders, op.cit, p.69
Ivi, op.cit, p.73
128
Gavin Hambly, Die Goldene Horde, in Gavin Hambly (a cura di), Zentralasien, Fischer
Bcherei, Frankfrt am Main 1966, p.133
129
J.J. Saunders, op.cit, p.69
130
D. Christian, op.cit, pp.387-394
131
G. Hambly, op.cit, pp.100-101
132
S.Soucek, pp.126-127
126
127

30

Ma il precedente mongolo differir considerevolmente dal futuro sistema politico


kazako, che da questo punto di vista pi che regredire verso la tradizionali e instabili
confederazioni tribali altaiche, muove piuttosto verso un livello di centralizzazione
inferiore, ma pur sempre efficiente. La principale differenza rimase nel fatto che, al
contrario del caso mongolo, il potere politico nella societ kazaka non muoveva in
senso verticale dallalto verso il basso, ma era piuttosto distribuito orizzontalmente tra
vari centri di potere.
Ma al confronto con altre comunit nomadiche centrasiatiche, pure caratterizzate dal
medesimo background etno-culturale turco-mongolo, spesso acefale o fortemente
segmentate su base clanica, la societ kazaka appare comunque come quella che
maggiormente ha ereditato i tratti tipici della struttura politica mongola con riferimento
alla centralizzazione politica. Nonostante la parzialit e instabilit del loro potere, le
Orde possono essere infatti considerate delle istituzioni specificamente rivolte alla
riproduzione della societ. Inoltre, unulteriore differenza con le altre comunit
nomadiche centrasiatiche coeve risideva nel fatto che lappartenenza alla nobilt
chingiside non era un discriminen invalicabile che escludeva automaticamente dalle
cariche pi elevate133. In altre parole, viene superata la totale acefalit di societ divise
unicamente su base famigliare e tribale, pur senza raggiungere una completa e stabile
centralizzazione politica, ma per far questo viene stipulato una sorta di patto sociale
che rende significativo e forse unico il caso kazako134.
Ancora una volta artificiosit e convenzionalit del processo di etnogenesi kazako
imposero di attingere alla tradizione, ma anche di adattare questi strumenti alle
specifiche circostanze locali. La societ kazaka, per quanto mobile e dinamica, non era
infatti proiettata allesterno come quella mongola. La rigida disciplina e strutturazione
politica mongole, in parte apprese nel corso del processo di espansione, non erano
quindi funzionali al controllo (pure oscillante e instabile) di un territorio comunque
definito e circoscritto, in quanto sempre pi contenuto da crescenti potenze sedentarie.
In generale, nuovi rivolgimenti tecnologici come lavvento delle armi da fuoco, avevano
rivoluzionato equipaggiamenti e tecniche militari, rendendo obsoleta la potente
cavalleria nomade. Pi nello specifico, le comunit nomadiche centrasiatiche saranno
sempre pi inibite dal rafforzarsi di regni sedentari antichi (Cina) o emergenti
(Russia), capaci di contenere la tradizionale vivacit nomade, sfruttando di volta in
volta le ingenti risorse demografiche o un forte accentramento politico135.
Nel complesso difficile valutare la natura del sistema politico kazako. La letteratura
sovietica ha per molto tempo parlato di feudalesimo o tuttal pi di democrazia
militare136. Tuttavia entrambe queste definizioni appaiono estremamente
problematiche e fuorvianti. Problematiche perch si etichettano ancora una volta
fenomeni sociali estranei allarea europea in funzione di categorie da questa derivate.
Fuorvianti perch in questa maniera si esprime implicitamente una connotazione di
valore. Nel primo caso, assimilare una societ tradizionale ad un periodo della storia
occidentale per definizione considerato oscuro e degradato implica che la fase
successiva, quella della colonizzazione, sia stata invece quella della modernizzazione
e dello sviluppo137. In maniera radicalmente opposta, nel secondo caso si cede invece

Paul Georg Gei, Clans und Clanstrukturen, in M.C. Von Gumppenberg & U. Steinbach (a cura
di), Zentralasien, Geschichte-Politik-Wirtschaft, Ein Lexicon, C.H.Beck, Munich 2004, p.50
134
Tentativo di adattamento al caso kazako delle argomentazioni presenti in Akbar S.Ahmed &
David M.Hart, Islam in tribal societies, from the Atlas to the Indus, Routledge & Kegan, London 1985,
p.1-17
135
S.Soucek, op.cit, pp.44-45
136
M.B.Olcott, op.cit, p.14
137
Incidentalmente questo riflette un approccio scientifico, quello sviluppista, di successo nelle
scienze sociali degli anni Settanta, secondo il quale ogni societ si svilupperebbe necessariamente
133

31

ad una quasi romantica e poco oggettiva enfatizzazione della distribuzione del potere
tra le varie unit della societ kazaka, dimenticando i problemi che questa ha talvolta
creato (da ultimo con i russi) nellarco della storia di questo popolo.

La religione dei nomadi kazaki


I kazaki sono ufficialmente musulmani sunniti di scuola hanafita138. Ma le reali
caratteristiche dellIslam kazako sono tuttoggi in buona parte di difficile valutazione,
specie di fronte ai ben pi palesi effetti dei processi di turchizzazione e
mongolizzazione139. La sua storia infatti particolarmente complessa, conoscendo in
buona parte percorsi differenti da quelli del resto delle popolazioni turche dellarea140,
oltre che molteplici momenti di interruzione.
La principale differenza risiede nel fatto che questo territorio non venne mai integrato
nel Dar al-Islam ai tempi della rapida espansione del califfato Omayyade nel resto
dellAsia Centrale fino alla Transoxiana. Lostacolo era rappresentato dapprima dai
Turchi occidentali, che controllavano stabilmente la Semirechia e successivamente dal
potente impero Tang cinese, che dopo la conquista del Sinkiang e labbattimento dei
Turchi occidentali (750 d.C) arriv a minacciare da vicino il Mawarannahr arabo141. La
situazione cambi quando i Samanidi, una dinastia iraniana fedele al califfato abbasside,
portarono il vessillo del jihad oltre il Syr Darya, verso la Semirechia e il Sinkiang nordoccidentale. Ma la conquista politica dei nomadi sar parziale per estensione e rilevanza
futura, essendo la Semirechia complessivamente periferia del mondo nomade e il
Sinkiang conquistato solamente una piccola parte del Turkestan nord-orientale. Inoltre il
paganesimo era ancora ben radicato, nonostante i gi frequenti tentativi delle
popolazioni delle valli di convertire i nomadi al Nestorianesimo o al Buddismo.
Maggiore importanza avrebbero assunto i missionari (dai) che, avventuratisi nelle
steppe, si uniranno ai nomadi assumendone gli stili di vita142.
Un primo significativo risultato sar rappresentato dalla conversione di alcune trib
turche qarluq locali, oggi ricordate come Karakhanidi, dal nome della famiglia
dominante. Questo avvenimento apr unimportante breccia nel mondo nomade turco,
completamente chiuso al proprio interno fino a quel momento e autoreferenziale, sia
culturalmente che politicamente. La prima e pi palese conseguenza fu che essi
invertirono la tendenza islamica di espansione verso nord-est, conquistando la
Transoxania e insediandosi a Samarcanda e Bukhara al posto dei Samanidi, ultima e
unica dinastia iraniana nellarea dopo lavvento dellIslam. Per quanto la generale
influenza culturale iraniana e quella specificamente linguistica non vennero mai
compromesse, dal punto di vista politico larea di influenza verr circoscritta al di l del
Khorasan, cio al cuore storico della Persia. Da questo momento, cio la fine del X sec.
d.C., i turchi rappresenteranno il principale elemento etnico dellAsia Centrale
islamizzata e la forza politico-militare che si far promotrice del nuovo credo. Il
baricentro geografico, culturale e politico del regno karakhanide rimarr per molti versi
a cavallo tra nord e sud, mondo turco nomade e mondo iraniano sedentario.
Territorialmente esso comprendeva pressoch lintero Kirgizistan attuale, il Sinkiang
nord-occidentale e la Semirechia; successivamente la Transoxania divenne per la prima
secondo unevoluzione strutturata in fasi distinte e lineari. Da questo punto di vista, tutto ci che
tradizione diviene allora uno stadio precedente che devessere superato a tutti i costi, e in fretta.
138
S. Akiner, Islamic People of the Soviet Union, Kegan Paul, London 1983, p.301
139
M.B. Olcott, op.cit, pp.18-19
140
M.B. Olcott, in G.E. Curtis, op.cit, p.30
141
S. Soucek, op.cit, pp.51-69
142
Ivi, pp.70-76

32

volta (e definitivamente) possedimento turco143. Da un lato, vennero mantenuti stili di


vita e unorganizzazione politica clanica, a dimostrazione della solidit del background
sociale turco. Dallaltra, verr creata una lingua letteraria turca sul modello di quella
persiana144 e ricostruiti i centri urbani della Semirechia145, a dimostrazione
dellappetibilit della cultura e delleconomia persiane. In altre parole, nonostante la
propria origine nomadica i karakhanidi rivelarono una notevole apertura mentale e
flessibilit politica146. Essi patrocinarono la diffusione della scuola giuridica hanafita e
di quella teologica maturidita147.
Ma la conversione allIslam rappresenter un autentico punto di svolta in un senso ben
pi ampio, in quanto spalancher le porte, mentali e fisiche, dellallora mondo islamico.
Il mondo delle valli non fu pi semplicemente un luogo di rapina, dove gi gli antenati
kk trk avevano eseguito sporadiche incursioni, ma divenne il luogo attraverso la cui
conquista si pot entrare a pieno diritto nel mondo islamico (per poi cambiarne il
destino). Per la prima volta il punto di riferimento ultimo della cultura turca non saranno
pi le steppe altaiche, ma Mecca, Medina e Baghdad, al cui califfo, come gi gli
Shamanidi prima, giurarono incondizionata (e formale) fedelt. Fu per certi versi la
stessa conversione religiosa il presupposto per la tolleranza politica: la costruzione di
edifici religiosi, il supporto alle scuole coraniche o alle fondazioni religiose sarebbero
altrimenti rimasti inconsiderati presso una popolazione nomadica ortodossa148. Di l a
poco i nomadi del Kipchak diverranno (XII sec.) destinatari di una significativa azione
di islamizzazione per opera del sufi Ahmed Yasavi. Originario appunto di Yasi, futura
Trkmenistan, e fondatore dellomonima tariqa, egli diverr il pi grande promotore
dellIslam nel mondo turcofono nomade nel XII sec, nonostante avesse dedicato a
questopera solamente gli ultimi sette anni della propria esistenza149. Perci al momento
della conquista mongola, gli stessi batuidi si trovarono a governare su popolazione
convertite.
Ma ancora una volta, per, linterpretazione del periodo mongolo non facile. Da un
lato, essi vengono considerati come i distruttori di un processo di nation-making kazako
in corso sotto Karakhanidi e Karakitai, in cui lIslam era un elemento portante.
Dallaltro, la stessa yasa divenne, attraverso la sintesi con precetti consuetudinari, un
veicolo dellIslam150, mentre la continuit territoriale garantita dal potere mongolo
facilit i contatti con il vicino oriente, cio con i luoghi originari dellIslam o quelli
dove erano stati raggiunti i maggiori risultati dellortodossia151.
Si poi gi accennato al fatto che i discendenti di Timur saranno i patroni dellultima
espressione del grande Islam centrasiatico. Cos se lelemento Islam risulta acquisito
dalle elites che guideranno il khanato uzbeko, il ritorno nelle steppe dei kazaki pare
riportare queste popolazioni, solo una delle componenti della futura societ kazaka,
verso lelemento naturale del nomadismo e quindi della cultura turco-mongola non
mediata dalle raffinatezze della lingua persiana o dellIslam152. Inoltre, il degrado
allepoca delle citt del Syr Darya, rimaste distrutte dopo il passaggio dei mongoli, non
facilitava sistematiche comunicazioni con le valli; di contro, non verano contatti con le

Ivi, pp.83-85
I.M. Lapidus, op.cit, p.185
145
M.B. Olcott, op.cit, p.6
146
S.Soucek, op.cit, pp.85-92
147
I.M. Lapidus, ibidem
148
S.Soucek, ibidem
149
Ivi, pp.141-143
150
M.B. Olcott, op.cit, pp.6-7
151
I.M. Lapidus, ibidem
152
Ajay Patnaik, Nations, minorities and states in Central Asia, Maulana Abul Kalam Institute of
Asian Studies, Anamika Publishers, Kolkata 2003, pp.16-17
143
144

33

popolazioni tatare al nord153. In altre parole, dopo la conquista mongola si viene a


ricreare un completo isolamento, cio unautosufficienza materiale e
unautoreferenzialit culturale assolutamente tipica della realt nomadica154. Non vi
erano in particolare necessit economiche o urgenze politiche a rendere impellente la
conversione. Economicamente, gli scambi potevano supplire ai beni che non si riusciva
a produrre, specie quando le preziose citt meridionali erano sotto sicuro controllo
politico e militare. Culturalmente, la tradizione nomadica forniva tutto ci di cui un
nomade aveva bisogno per la propria spiritualit. Socialmente, le trib organizzate in
Orde continuarono a svolgere il ruolo di unit nellaggregazione e nellinterazione
sociale che le confraternite svolgevano nelle valli155, rendendo lIslam non necessario
come criterio di organizzazione sociale. Politicamente, un allontanamento dallIslam
poteva anzi essere un elemento di distinzione dal mondo sedentario dei fuoriusciti. Cos
allindomani dello scisma la maggior parte dei kazaki, sia la nobilt che il resto del
popolo, seguiva per lo pi il paganesimo tradizionale, mentre solo i pochi commercianti
delle citt meridionali avevano contatti con lIslam.
Ciononostante khan e sultani si rivelarono ben pi sensibili alla religione delle valli
che continuava a essere veicolata dai dai. Alcuni di questi, seppure solo con la funzione
di scribi e letterati, vennero progressivamente e stabilmente integrati nel loro seguito.
Questa convivenza inocul una certa curiosit che port alla formale accettazione dei
principi islamici. Ma le masse non vennero mai obbligate ad abbracciare il nuovo credo,
n vennero convertite dufficio a seguito delle nuove preferenze della nobilt. In
entrambi i casi, lIslam cos veicolato era o divenne un credo spurio: i dai dovettero
scendere a compromessi con la preesistente cultura pagana e questa flessibilit
dellIslam dellespansione ha quindi portato anche in Kazakistan ad una specifica
sintesi, ad una specifica declinazione dellIslam periferico in Asia156.
Tuttoggi non ci sono prove che ci fossero conoscenze dellarabo o degli insegnamenti
del Corano. Persino i cinque pilastri dellIslam, il tratto pi esteriore e immediato
della nuova religione, erano difficilmente rispettati o compresi. 1) Ad Allah venne
semplicemente riconosciuta una posizione di preminenza nel pantheon tradizionale,
senza comprendere le specificit e i rigori del rigido (e totalizzante) monoteismo
islamico (tawhid)157. 2) Si pregava in occasione della visita di un mullah, ma mai cinque
volte al giorno o puntualmente al venerd in una moschea. Per giunta non esistevano
edifici stabilmente dedicati al culto, essendo le steppe prive dei materiali necessari alla
loro costruzione. 3) Non vera necessit di unelemosina rituale, in quanto
lorganizzazione sociale kazaka garantiva meccanismi di solidariet abbastanza solidi

M.B. Olcott, op.cit, p.19


In realt, forse possibile azzardare lesistenza di una genetica ostilit dellIslam, nella sua
declinazione pi teorica e ortodossa, verso assetti sociali di tipo tribale. In unottica onnicomprensiva e
totalizzante come quella del monolitico sistema socio-culturale islamico il principio essenziale del
tawhid, lunit-unicit divina, trova un riflesso immediato nella stessa strutturazione della societ, che
devessere unica senza segmentazioni legate ad appartenze tribali, etniche, nazionali o territoriali. La
stessa vicenda di Muhammad forse la storia di un riformatore che lotta contro forme di jahiliya sociale,
prima ancora che religiosa, nella penisola arabica divisa in trib del VII secolo.
155
Isenbike Togan, Flexibility and Limitation in Steppe Formation, Brill, Leiden 1998, pp.7-8. In
realt, lautore sostiene proprio il contrario: lavvento dellIslam trova nelle valli terreno fertile in quanto
attraverso le confraternite fornisce un elemento di aggregazione che svolger un ruolo analogo a quello
delle preesistenti trib a nord, consentendo un confronto ad armi pari sia sul piano politico che, da ultimo,
militare. Adatto e rovescio la tesi per argomentare a contrario un ulteriore elemento di scarsa appetibilit
dellIslam agli occhi dei nomadi kazaki, gi forti di ben pi antiche forme sociali, ancora perfettamente
efficienti e funzionali alle esigenze economiche.
156
M.B. Olcott, op.cit, pp.18-19
157
A.S. Ahmed & D.M.Hart, op.cit, pp.3-4
153
154

34

per la sussistenza degli individui e delle famiglie. Infine, il digiuno non era praticato (4)
e pochissimi kazaki compivano il pellegrinaggio alla Mecca (5)158.
Il caso kazako allalba della conquista russa era quindi uno specifico esempio di
sincretismo tra religione tradizionale e Islam, dato che accanto a talvolta poco incisive
pratiche islamiche, certamente sopravvissero molteplici elementi di sciamanesimo,
animismo e culto degli antenati, tipicamente nomadici159, oltre che sporadiche
suggestioni provenienti dallarea culturale iraniana. Questa suggestiva frammistione di
elementi testimonia delle variegate influenze subite dallarea centrasiatica nel suo
complesso160.
Una posizione specifica avevano i corpi celesti, onnipresenti nei culti nomadici,
suggeriti dal quotidiano avvicendarsi di ampi spazi aperti incapace di impedire la loro
puntuale e quindi magica riapparizione161. Infine il culto degli antenati, come sempre
indicativo di una maggiore capacit di astrazione e per questo pi raffinato del
semplice animismo, rivestiva un ruolo centrale ed era strutturale nella cosmologia
kazaka. Ancora una volta le pratiche religiose tradizionali riflettevano le condizioni
della vita quotidiana e rivelavano limplicita consapevolezza popolare circa il ruolo
svolto da ogni elemento che prendeva parte al ciclo economico, compresi gli animali.
I kazaki credevano innanzitutto esistessero un Bene (kei) e un Male (kesir), entit
piuttosto astratte, impersonali e difficilmente identificabili con oggetti o luoghi
specifici. Essi lottavano in continuazione luno contro laltro e questa lotta poteva
indirettamente condizionare la sorte degli umani. Muhammad stesso assunse la
posizione di spirito kei. Accanto a questi stavano gli spiriti della terra (jher-ana),
dellacqua (su-ana), del fuoco (ot-ana) e degli animali, come la pecora (shopan-ana), le
vacche (zengi-baba), i cavalli (kambar-ata) e i cammelli (oisal kara). Si credeva poi che
gli spiriti dei morti (aurak) risiedessero separatamente nel sole, nella luna, nella terra,
come nei vari animali. Questi spiriti potevano essere invocati per intercedere contro le
forze del Male. Tuttavia, il loro intervento era possibile solamente nel caso in cui questi
fossero stati sepolti decorosamente e fossero onorati adeguatamente dopo la sepoltura
dai famigliari. Per questo motivo il culto dei morti assumeva unimportanza pari e
superiore alla cura dei vivi162. Lo sciamano (bagsha), era incaricato di sovrintendere
alle cerimonie in onore dei morti e di intermediare con gli spiriti attraverso pratiche
estatiche163. Questa figura sacerdotale non si estinse neppure con lavvento dellIslam,
che negava teoricamente la possibilit di intercessioni tra Dio e il credente, e mantenne
inalterata la propria preminenza sociale.

158
159
160
161
162
163

35

E.E. Bacon, op.cit, pp. 41-42


M.B. Olcott, op.cit, p.19
L. Krader, op.cit, pp.118-120
J.J. Saunders, op.cit, p.13
M.B. Olcott, op.cit, p.19
L. Krader, op.cit, pp.130-132

Capitolo 2. La lenta penetrazione russa


Nel precedente capitolo si tentato di descrivere la societ tradizionale kazaka nei
suoi aspetti essenziali: collocazione geografica, formazione storica, assetto sociale e stili
di vita. Particolare enfasi stata posta nel sottolineare la profondit dei rapporti che
legavano tale popolazione alle aree e ai popoli circostanti sotto tutti gli aspetti appena
richiamati. In conclusione, si sostenuta la tesi per cui la cultura nomadica altaica, pur
nella sua specificit locale, sarebbe il vero elemento caratterizzante la societ kazaka
anche a discapito di fattori altrove centrali, come lIslam.
Il capitolo che segue affronta invece un altro momento essenziale della trasformazione
della societ tradizionale, cio quello della progressiva penetrazione russa. Larrivo
della Russia zarista in Kazakistan condurr infatti ad una conquista da parte di una
potenza esterna, difforme socialmente e culturalmente. Se larea centrasiatica
meridionale, e con essa il Syr Darya e la Semirechia, aveva gi conosciuto esperienze
analoghe ai tempi di Alessandro Magno o dellImpero musulmano, le steppe e il
semideserto kazako erano stati conquistati in maniera intermittente e instabile
unicamente da altre popolazioni nomadi, compresi i mongoli, cio popolazioni
culturalmente e materialmente simili. E perci dallantichit che nessuna potenza
politica straniera (ed estranea) sottometteva militarmente queste aree, cos come nessun
autentico fenomeno di sincretismo si era qui sviluppato, se non nel passato pi lontano.
Inevitabilmente questa autoreferenzialit della cultura nomade, che non da intendere
n come chiusura n come staticit ma piuttosto come autosufficienza, sar da ultimo la
vera destinataria dellazione politica russa.
E di fatto in questo periodo verranno progressivamente introdotti elementi
assolutamente nuovi: una legge scritta e la codificazione della legge tradizionale, dei
confini territoriali e una burocrazia che agiva per conto di un centro lontano e
sconosciuto. In altre parole, attraverso la conquista russa venne introdotta lidea stessa
di stato, cio quella di unentit istituzionale centrale e separata, e perci
strutturalmente estranea alla tradizionale societ nomadica. Da questo momento infatti
non saranno pi solamente la secolare tradizione o la discrezionalit degli anziani a
stabilire la liceit dei comportamenti; dei confini separeranno stabilmente e
inflessibilmente popolazioni e pascoli; una rigida gerarchia di funzionari stranieri si far
portavoce di poteri esterni.
Dovremo quindi valutare gli effetti di questo agente esogeno sul tessuto sociale, sia
dal punto di vista materiale che culturale. Nel primo caso, il sintomo principale diverr
la sedentarizzazione della popolazione locale, e nel secondo la sua islamizzazione,
attivamente promossa in Kazakistan come vero e proprio instrumentum regni. Entrambi
possono apparire come degli esiti farseschi e paradossali, ma che dallottica russa
apparvero essenziali per porre i presupposti di uno stato moderno di tipo occidentale.
Successivamente questo innesto dar origine a esiti assolutamente peculiari, posto che
la stessa politica di islamizzazione, non necessaria in molte delle aree contigue, avr in
Kazakistan un inaspettato successo proprio come strumento di aggregazione e resistenza

36

politica, nonch di apertura verso lesterno. Successivamente dovremo quindi valutare


leventuale azione di rigetto del fattore russo-occidentale, chiarendone il pi
possibile contenuti e codici, originali o tradizionali.
Ma il dispiegarsi di tutti questi effetti ha richiesto un lunghissimo periodo di tempo
che obbliga ad una periodizzazione attenta e rigorosa. Innanzitutto, va distinto il
momento della progressiva conquista da quello in cui, compiutasi questa, potranno
essere attuate le politiche pi incisive. In entrambi i casi sar necessario valutare tutte le
asimmetrie temporali rispetto alle altre popolazioni centrasiatiche. Infatti proprio al
contrario di queste il primo di questi periodi nel futuro Kazakistan occupa un arco
temporale molto pi ampio che va dal XVI al XX sec, cio dai primi contatti accidentali
fino al controllo politico sostanziale, seppur incompleto. A sua volta esso pu essere
suddiviso in tre fasi principali: la penetrazione commerciale (fine XVI-XVII sec.); il
protettorato sui territori della Piccola e Media Orda; loccupazione militare della
Semirechia, territorio della Grande Orda, e della valle del Syr Darya164. A queste
sottofasi va infine affiancata lanalisi delle principali politiche attuate dalla Russia nel
XX sec. e in particolare quelle relative allo stanziamento dei coloni slavi, allinizio
promosso attivamente dallo stato e poi proseguito illegalmente, e allislamizzazione,
anchessa inizialmente sponsorizzata, ma poi repressa. Pi in generale, ognuno di questi
momenti aiuta a capire la singolarit del rapporto russo-kazako rispetto alle repubbliche
centrasiatiche, consolidato e indiscutibilmente complicato proprio dallampio intervallo
temporale entro cui si sviluppato.
Infine, la complessit di questa fase risente sia di dinamiche squisitamente interne
(come il progresso industriale in Russia o le rivalit per il potere khanico nelle Orde),
sia di dinamiche esterne (come le guerre europee per i russi o contro gli zungari per i
kazaki). In entrambi i casi, lanalisi impone quindi di considerare anche i fattori che
stanno al di l del semplice momento di interazione tra queste due societ, per poi
comprendere come queste dinamiche si intersechino a vicenda man mano che le
relazioni si resero pi sistematiche.
Origini dellimperialismo russo
Secondo alcuni autori lavanzata russa verso oriente risponde ad unistanza intrinseca
nella stessa identit nazionale russa165. Sussisterebbero in questo profonde analogie con
la marcia verso il lontano ovest degli Stati Uniti, pi o meno nello stesso periodo. Da un
lato v chi enfatizza la specularit spaziale delle due avanzate che convergevano verso
il Pacifico166, mentre altri sottolineano le similarit geo-sociale in riferimento al tipo di
territori (ampi e inospitali) che dovettero essere attraversati e al tipo di popolazioni
(nomadi e a struttura tribale) incontrate167. Ma forse ancora pi suggestivo notare
come questa avanzata porr i presupposti materiali di un manifest destiny molto simile
per le due future superpotenze. Veicolo essenziale di tale tendenza fu un altrettanto
speculare spinta missionaria ed evangelizzatrice che per si coniugher differentemente
nei due casi. Negli Stati Uniti dAmerica questa, pur presente fin dalle origini, si potr
164

Questa sottosuddivisione del primo periodo riunisce tre autorevoli ricostruzioni, cio quella di
Martha Brill Olcott in The Kazakhs (Hoover Institution Press, Stanford 1995, p. 28), George J. Demko in
The Russian Colonization of Kazakhstan, 1896-1916 (Indiana University, Bloomington 1969, p. 36), Svat
Soucek in A history of Inner Asia (Cambridge University Press, Cambridge 2000, p.197). Tutte tre infatti
individuano una periodizzazione bifasica, che tuttavia non coincide in ragione del differente focus dei
rispettivi lavori.
165
Josef Popowski, The rival powers in Central Asia. The struggle between England and Russia in
the East [], Archibald Constable & Co, Nendeln\Liechtenstein 1977, pp.1-5
166
Svat Soucek, A history of Inner Asia, Cambridge University Press, Cambridge 2000, p. 199
167
George J. Demko, The Russian Colonization of Kazakhstan (1896-1916), Uralic and Altaic
Series Vol.99, Indiana University. Bloomington - Mouton & Co. Hague, pp. 34-36

37

esprimere compiutamente attraverso un quadro istituzionale radicalmente nuovo


solamente dopo la recissione dei legami con lancien regime europeo. Lo stato russo
invece si former e diverr una potenza occidentale a tutti gli effetti proprio grazie
alloriginario appoggio della Chiesa Ortodossa, fino almeno alla successiva vicenda
rivoluzionaria. In entrambi i casi, lelemento religioso rappresenter il massiccio
rivestimento spirituale dellopera di conquista.
Ma al di l della facile retorica del caso, importante considerare come ancora una
volta sia la geografia a dare da ultimo ragione dei differenti sviluppi di un fenomeno
solo in apparenza simile. Lisolamento continentale degli Stati Uniti consent loro infatti
di confrontarsi esclusivamente con popolazioni indigene locali, divise politicamente e
arretrate tecnologicamente, e con quelle coloniali (Gran Bretagna, Francia e Spagna), su
cui ebbero la meglio per via militare o diplomatica nel pluridecennale processo di
espansione verso ovest168. La collocazione transcontinentale della Russia impose invece
fin dalle sue origini nel IX sec. un costante confronto con popolazioni e civilizzazioni
estremamente differenti, come Bisanzio a occidente, quella caucasica a sud-est, le
popolazioni nomadiche post-turche pi a oriente e lAsia Centrale islamica oltre queste.
Tutte queste entit, ben pi antiche e robuste, furono pericolose per il delinearsi di
unentit politica nuova, ma allo stesso tempo si rivelarono preziose per il definirsi di
una nuova identit culturale, inevitabilmente spuria e sincretica.
Cos la Russia imperiale del XVIII sec. potrebbe apparire ex post come una potenza
occidentale a tutti gli effetti e inserita a pieno diritto nello scrambling dellAsia. Come
assetto politico, come potenziale militare, come economia in espansione, poco
distingueva apparentemente la Russia da Gran Bretagna, Francia o Germania, salvo
quegli elementi che poi esploderanno e si renderanno definitivi nel corso del
Novecento: limmobilismo politico-istituzionale, larretratezza economica, la
disperazione sociale. Ma da un passato a cavallo di due continenti e di pi culture
della Russia del IX sec. che va rinvenuta la specifica declinazione della pulsione
espansiva, imperialistica e missionaria, della Russia del XVI sec. Solamente il processo
di integrazione politica post-mongolo, pur tardivo, port ad un forte accentramento
politico che sarebbe diventato la base, come per tutte le potenze coloniali e imperiali
europee, per sostenere lo sforzo economico e militare dellespansione territoriale.
I primi contatti sistematici tra russi e kazaki si ebbero nel XVI sec. nellarea degli
Urali, pi specificamente quando i cosacchi compirono alcune incursioni per cercare di
limitare la minaccia kazaka sul commercio delle pellicce, che gi da un secolo li
coinvolgeva su basi informali e paritarie con i nomadi siberiani. Se questavvenimento
segna linizio inconsapevole dellimminente processo despansione imperiale russo,
esso narra anche di un popolo, quello kazako, ancora in piena fase espansiva, sia
culturalmente che economicamente. Pur gi attestatosi sui suoi territori esso sapr
ancora conoscere significativi momenti di prosperit a seconda del carisma delle
leadership che si sapranno imporre. Fino a quel momento lunico punto di contatto tra
queste due popolazioni non fu geografico, ma politico, cio il comune passato mongolo
e le interconnesse vicende che portarono allascesa di entrambi questi popoli. Se
lavvento di Tamerlano assest il primo drammatico colpo al potere dellOrda dOro
facilitando lisolamento dei principati russi, anche vero che la ribellione di questi
ultimi contribu alla dislocazione di parte di quelle popolazioni che presero parte alla
formazione dello stesso popolo kazako169.

168

James A. Henretta, W. Elliott Brownlee, David Brody, Susan Ware, Americas History,
Worth Publishers, 2nd Ed, New York 1993
169
Elizabeth E. Bacon, Central Asians under Russian Rule. A study in cultural Change, Cornell
University Press, Ithaca, New York 1966, p.92

38

Non allora ozioso che per una piena comprensione di questi avvenimenti sia
necessario inserirli nella pi ampia dinamica che ne fu la cornice, cercando in
particolare di focalizzare i principali connotati del futuro grande interlocutore e
conquistatore. Inoltre, le stesse politiche attuate dai russi dopo la conquista rispondono
velatamente a degli imperativi culturali molto spiccati e radicati, risultato di un
processo di formazione di unidentit nazionale cominciato nel IX sec.
La stessa origine dei rus come gruppo etnico distinto dalle altre popolazioni slave
rimane tuttoggi confusa tra una leggendaria conquista scandinava, estremamente
popolare, ed una pi recente ricostruzione scientifica, la quale suggerisce che sarebbero
piuttosto state le popolazioni del Caucaso a fornire gli strumenti essenziali alle
popolazioni dellarea, ancora selvagge e anarcoidi, per costituire le prime entit
politiche coese fondate sullagricoltura e i commerci170.
In seguito lidentit nazionale russa si sarebbe venuta formando dal confronto con i
grandi regni dellarea, tra cui in particolare i kazhar. Pur di origine turca e cultura
nomade, al contrario dei loro predecessori bulghar essi si sedentarizzarono dando
origine ad un importante regno situato a sud-ovest degli insediamenti dei rus, che ne
divennero tributari. Ma questi ultimi riuscirono nel 965 a strappare la preziosa citt di
Kiev, crocevia di molteplici rotte commerciali sia via terra che via mare, preludio della
futura distruzione per loro mano del regno khazar stesso.
Da questo momento inizia il cosiddetto periodo kieviano e la storia dei rus come
etnia titolare di una corrispondente entit politica. In realt la storia russa in questa fase
ancora quella di una congerie di singole citt-stato che controllavano popolazioni
pagane. Le prime erano dominate da nobilt locali frequentemente in lotta tra loro e su
cui Kiev esercitava un mero controllo formale. Questo dava periodicamente origine a
rivolte contro la dinastia regnante o a dispute separate tra le singole citt e i regni rivali
attorno ad esse, che contribuirono a definire fin dalle origini una spiccata propensione al
conflitto. Analogamente, il paganesimo venne abbandonato per dotarsi di un importante
strumento di aggregazione politica e legittimazione del potere, quale veniva visto il
monoteismo, ormai abbracciato da tutti i potenti rivali dellarea (la Polonia, lUngheria
e la Scandinavia di credo cristiano-occidentale, la Bisanzio cristiano-orientale a ovest, i
khazar giudaici a sud-est, i bulghar musulmani lungo il medio Volga). E per un certo
periodo di tempo i principi kieviani esitarono su quale credo abbracciare, spesso
valutandone la convenienza pi in base al valore militare dei vari vicini e potenziali
alleati, periodicamente attaccati e provocati171.
E nonostante i khazar avessero rappresentato per alcuni secoli unimportante
roccaforte contro lavanzata dellIslam in Europa, questo non imped al nuovo credo di
superarne i territori, seppure non ancora attraverso strumenti militari. Gi qualche
secolo prima i bulghar, predecessori dei khazar nellarea e da questi sconfitti, si erano
spontaneamente convertiti al nuovo credo; analogamente anche i kypchak, successori
dei khazar nellarea, si convertirono allIslam, ormai sostenuto politicamente dai potenti
centri islamici dellAsia Centrale172. Khwarazm in particolare invi doni e mullah ai
principi russi, che vennero cos provvisoriamente iniziati allIslam173.
Ciononostante loscillante politica russa dellepoca determin infine linglobamento
nella sfera di influenza bizantina attraverso la conversione al cristianesimo ortodosso
David Christian, A History of Russia, Central Asia and Mongolia, Vol.1: Inner Eurasia from
prehistory to the Mongol empire, Blackwell Publishers, Oxford 1998, pp. 358-361
171
A.Brown, J.Fennell, M.Kaser & H.T. Willets (a cura di), The Cambridge Encyclopedia of
Russia and the Soviet Union, Cambridge University Press, Cambridge, London, New York et al.1982,
pp.80-81
172
Alexandre Bennigsen & Marie Broxup, The Islamic Threat to the Soviet State, Croom Helm,
London & Sidney 1983, p.6
173
Edward Allworth (a cura di), Central Asia. A century of Russian Rule, Columbia University
Press, New York London 1967, pp.1-2
170

39

(987-9 ca.) e la caratteristica politica matrimoniale. Linvio di un metropolita avrebbe


poi fornito un prezioso elemento di aggregazione identitaria, dato che la Chiesa
Ortodossa locale non divenne un centro di potere alternativo ed in conflitto con le
dinastie regnanti, quanto piuttosto un loro docile strumento che contribu a rafforzarne
la legittimit174. Tuttavia il fattore religioso non rappresenter mai un ostacolo al
raggiungimento di un equilibrio politico con i vicini islamici, con cui si verr
inizialmente ad instaurare un rapporto paritetico e non conflittuale175.
Limportante periodo kieviano termin con la conquista mongola nel 1237. I territori
rus non vennero tuttavia organicamente inseriti tra quelli dellOrda dOro: la parte a
sud-est venne controllata direttamente dai mongoli, mentre a nord-ovest venne istituita
una forma di controllo indiretto. Pi precisamente i principi locali vennero qui lasciati
in carica con il solo compito di riscuotere i tributi per conto dei dominatori. In questa
maniera continuarono anche le lotte intestine tra i vari principati o con i loro nemici
storici ad occidente, come la Svezia, la Lituania e i cavalieri teutonici176.
Analogamente, la collocazione periferica ebbe effetti disastrosi dal punto di vista
economico, dato che questi territori non incrociarono mai le Vie della Seta (Cina) o
delle Spezie (India), riportate a splendore dalla Pax Mongolica177. Inoltre, il cosiddetto
giogo mongolo consisteva essenzialmente di tributi per tutta la popolazione e
coscrizione obbligatoria per i maschi adulti e per gli artigiani specializzati, chiamati a
servire nei territori dellOrda. Questi elementi, uniti ai danni causati dalla recente
sconfitta, portarono ad un complessivo declino delleconomia russa, che da
prevalentemente commerciale assunse i caratteri di uneconomia quasi esclusivamente
agricola.
Ma il dominio mongolo contribu a rafforzare anche un altro tratto essenziale della
societ russa. Inizialmente i dominatori si rivelarono indifferenti alla questione religiosa
e non promossero alcun tipo di credo particolare a svantaggio di altri. Pi in particolare,
questo rispondeva ad una lunga tradizione, che discendeva direttamente dalla yasa
chinghiside, in base alla quale i saggi e i dotti delle popolazioni conquistate dovevano
essere rispettati e con loro i differenti credi, ugualmente sacri agli occhi dei superstiziosi
dominatori. Questo approccio venne mantenuto anche con il clero ortodosso, perci
esentato dal servizio militare e dal pagamento delle tasse178, mentre allo stesso modo il
cristianesimo pot essere liberamente praticato persino dopo che lOrda dOro si era
convertita allIslam179.
Lesito di questa politica duplice, ma non per questo meno rilevante. Da un lato,
poterono sopravvivere tratti culturali e pratiche tradizionali, e non solo strettamente
religiose, di cui il clero era ormai lautentico guardiano. Inoltre laccresciuta
disponibilit economica facilit la fondazione di un gran numero di monasteri in aree
fino a quel momento disabitate e perci improduttive. Dallaltro, la Chiesa russa
divenne sempre pi corrotta, anche allo scopo di resistere alle pretese dei vari principi
locali sulle ricchezze in suo possesso. Infine incidentalmente proprio in questo periodo
che la Chiesa russa divenne definitivamente unistituzione nazionale, a seguito della
recissione dellantico legame formale con la Chiesa di Costantinopoli nel 1448180.
In definitiva, se la dominazione mongola unanimamente ricordata come lo
spartiacque della storia russa, differente il giudizio degli storici a proposito. La
Jukka Korpela, The Christian Saints and the Integration of Muscovy, p.17, in Sergei Bogatyrev
(a cura di), Russia takes Shape, patterns of integration from the Middle Ages to the Present, Academia
Scientiarum Fennica, Helsinki 2004
175
A.Bennigsen & M.Broxup, ibidem
176
A.Brown et al, op.cit, p.84
177
A.Bennigsen & M.Broxup, op.cit, p.8
178
A.Brown et al, op.cit, pp.84-85
179
A.Bennigsen & M.Broxup, ibidem
180
A.Brown et al, ibidem
174

40

storiografia tradizionale riconduce a questa esperienza il dispotismo politico e la


truculenza nei metodi militari, oltre che larretratezza culturale e una forte
differenziazione sociale181. Questa eredit sarebbe poi stata mantenuta a lungo, poich
la Russia si sarebbe fatta carico dellonere di difendere il risveglio culturale dellEuropa
occidentale di quei secoli dalla minaccia delle barbarie islamiche o nomadiche
provenienti da oriente182.
Tuttavia, unanalisi pi attenta impone di scomporre con cura ciascuno di questi
elementi. Laccentramento politico diverr di l a poco un imperativo del futuro stato
moscovita; ma in maniera del tutto analoga a qualsiasi stato occidentale nella fase di
definizione dei confini nazionali, il dispotismo sar inizialmente lunica soluzione
praticabile in tale direzione. La propensione alla guerra, pur non una costante nella
storia russa, poteva teoricamente essersi gi ampiamente sviluppata in precedenza ai
primordi del periodo kieviano, quando le popolazioni slave dei rus dovettero farsi
spazio tra le altre popolazioni slave dellarea, i regni turchi circostanti e i regni cristiani
a occidente. Se larretratezza economica un dato di fatto inequivocabile, lo stesso non
vale dal punto di vista culturale: al contrario della Persia o della Cina, le popolazioni
russe conquistate non potevano di certo ancora vantare un livello culturale molto pi
raffinato delle popolazioni dominatrici183. Il periodo mongolo piuttosto contribuir al
mantenimento e al rafforzamento dei pilastri della cultura nazionale, come lortodossia
cristiana. Tuttavia, questo non si traduce per il momento in un irrigidimento reciproco:
non lIslam abbracciato dallOrda dOro il criterio di distinzione del dominatore dal
dominato e il confronto politico verr effettivamente vissuto come tale. Al contrario,
rimarranno per molto tempo palesi i punti di contatto tra la Russia ed il mondo nomade,
musulmano e non, preesistenti ai Mongoli, ma resi definitivi proprio dallappartenenza
alla medesima sottounit politica mongola dellOrda dOro.
Ed nellorizzonte di accresciuta frammentazione politica, riassestamento socioeconomico e definizione identitaria del periodo mongolo che gli equilibri di potere
slittano in favore di Mosca, pur divenuta principato autonomo solamente nel 1301. La
rapida espansione militare a svantaggio degli altri principati, linsediamento del
metropolita russo (1328) e lincarico di riscuotere tributi per conto dei dominatori
mongoli consentirono una considerevole mobilitazione di risorse economiche nel
momento in cui il potere dei dominatori si faceva sempre pi labile. Proprio i crescenti
dissidi interni allOrda dOro e le lotte con i khanati vicini avrebbero di l a poco
consentito la vittoria di Kulikovo (1380) guidata da Mosca, che segn la fine del
controllo mongolo. Da questo momento inizia un lungo processo di assestamento
territoriale e accentramento politico che occuperanno i due secoli successivi e
condurranno la Russia alla forma compiuta di stato moderno184.
A.Bennigsen & M.Broxup, ibidem
A.Bennigsen & M.Broxup, ivi, p.5
183
Ivi, p.8
184
Si tratta ovviamente di una categoria cruciale per lintero lavoro e il caso moscovita consente
alcune importanti anticipazioni. In generale, il concetto di stato moderno delinea lavvento di
unorganizzazione politico-territoriale autonoma e separata dai poteri universali del medioevo europeo.
A posteriori, si soliti identificare il corrispondente territorio come omogeneo da un punto di vista etnico,
ma noto che nella grande maggioranza dei casi la formazione degli stati-nazione fu una deliberata
azione di costruzione ideologica posteriore per la legittimazione del potere politico esistente. Solo in un
secondo momento, quando questi valori divennero preponderanti, altre entit hanno richiesto la
separazione territoriale e politica da precedenti entit cui avevano fatto parte, ma anche in questo caso
difficilmente si era trattato di entit assolutamente pure etnicamente. Principalmente questo avvenne nel
periodo della decolonizzazione.
Ma quello che qui per il momento rileva non ancora la questione delle nazioni e tanto meno
quello della qualit politica del regime cos creatosi, posto che nella maggior parte dei casi lo stesso
processo di separazione territoriale prima e di costruzione di unidentit comune dopo, sono quasi sempre
181
182

41

Tappe essenziali di questo processo saranno il regno di Ivan III, detto il Grande, e
Ivan IV, detto il Terribile: il primo fu il principale artefice dellunificazione dei
principati, il secondo dellespansione territoriale al di l di questi, mentre come tutti gli
zar dellepoca entrambi dovettero gestire il problema di un effettivo accentramento del
potere.
Ivan III emerse nel 1462 dopo ottantanni di acerrime lotte dinastiche moscovite per la
ridefinizione degli equilibri di potere dopo la caduta mongola. In un primo momento,
egl oper per ricondurre sotto lesclusivo potere di Mosca tutti i principati indipendenti
affidati ai membri della sua stessa famiglia o a dinastie nobiliari separate. Forza e
fortuna assistettero il principe: la morte naturale di due dei suoi tre fratelli,
lacquisizione di alcuni principati dietro compensazione, unaccorta politica
matrimoniale, linserimento negli affari interni dei vari principati come garante esterno
super partes, cos come la punizione dei principi che avevano tentato accordi con poteri
rivali ne coronarono il successo in poco pi di ventanni e senza massicci spargimenti di
sangue185. Cos lunificazione pose il problema della difesa territoriale in termini
assolutamente nuovi per lestensione dei confini e le dimensioni del regno; di contro,
essa era affidata per la prima volta ad ununica autorit, ma ormai capace di mobilitare
un vasto volume di uomini e risorse186.
Quando dopo il breve interregno di Basilio III (1505-33), Ivan IV eredit la corona a
soli tre anni per poi farsi incoronare gi a quattordici anni, lo zar dovette affrontare una
societ diversa, che aveva definitivamente raggiunto i caratteri di un regno agrario,
analogo agli ormai morenti stati feudali europei. Da un lato, laristocrazia terriera,
spesso erede dei principi decaduti, si era a questi sostituita localmente come centro di
scaturiti per lazione di monarchi (in Europa) o despoti (nelle ex colonie). Linnovazione essenziale
apportata dallo stato moderno attiene piuttosto alla sua organizzazione. Per definizione, esiste uno stato
moderno quando si compie un processo di integrazione territoriale sotto la medesima autorit politica e
quindi questa weberianamente in grado di detenere un monopolio della forza, ad indicare un apparato
di funzionari (giudici, burocrati, militari, forze dellordine, etc.) direttamente dipendenti dal potere
centrale, senza la mediazione tradizionale da parte dei nobili.
Il caso moscovita rimase a lungo una lotta contro poteri locali e nobiliari ed difficile
individuare un momento certo di compimento del processo descritto in precedenza. Infatti, sebbene la
parentesi riformatrice pietrina sia convenzionalmente considerata il momento di svolta definitivo e di
svecchiamento degli apparati statali, anche vero che nel lungo periodo gli esiti di quelle riforme
vennero dispersi e fino allultimo linestricabilit tra servizio pubblico e iniziativa privata renderanno
sempre parziale la modernizzazione statale in Russia.
185
Quando dopo la sconfitta la divisione inter-cittadina si trasform in ostilit, Ivan cerc di
rimediarvi creando un corpo di funzionari regi alle sue dirette dipendenze. Tuttavia, la lunga tradizione di
divisione e autogoverno ne compromise i programmi, dato che dovettero essere riconosciuti degli statuti
speciali ai maggiori centri urbani, che ancora una volta concedevano loro parziale autonomia (A.Brown et
al, op.cit, p.7). Di contro, il cristianesimo ortodosso diveniva per la prima volta un importante strumento
di definizione identitaria. Tutte le popolazioni russe ortodosse, e solo quelle, erano ormai incluse in unico
grande regno, che coincideva con i territori pi orientali raggiunti dal credo bizantino-ortodosso. Lo stato
cominci ad identificarsi con la Chiesa e tutti i sudditi dello zar dovevano essere ortodossi. Tuttavia, lo
stato-religione dellepoca non escludeva i vicini, lituani o tatari che fossero, dallintrattenere relazioni
pacifiche con s o alloccorrenza di convertirsi (A.Bennigsen & M.Broxup, op.cit, p.9).
186
Gi da molto tempo si era delineato il quadro delle ostilit: a occidente i regni lituano e
polacco, entrambi cattolici e rivali tradizionali della Russia, e a oriente i tre khanati nati dalla
frammentazione dellOrda dOro, i tatari del Volga e della Crimea, oltre che la cosiddetta Grande Orda,
diretta discendente ufficiale dellOrda dOro. Entrambi i fronti ponevano problemi significativi, seppure
di ordine diverso: dai khanati tatari periodiche incursioni rapinavano citt e carovane, mentre la Lituania
aveva strappato ai mongoli larea del Dnepr. Ad occidente lo scontro aperto port alla sconfitta dei rivali
e al recupero della valle del fiume, mentre ad oriente si prefer maggiore prudenza, usando la diplomazia
nel caso del khanato di Crimea e la violenza con Kazan. In entrambi i casi, gi con Ivan III si delineano i
tratti essenziali della politica estera russa almeno fino a Caterina II: la maggiore attenzione al fronte
occidentale, dove stabili potenze obbligavano ad una maggiore aggressivit, mentre i regni orientali, in
parte vittime di una crisi generale dellarea, potevano ormai essere trattati da pari alternando la
diplomazia alla violenza.

42

potere alternativo a quello centrale, specialmente speculando sulla reggenza mentre lo


zar era ancora bambino. Dallaltro, la popolazione viveva in condizioni di estremo
disagio ed era sempre pi legata alla terra da vincoli formali di servit (i due ukase di
Ivan III del 1497 e 1500)187.
Alle consuete condizioni di povert si affianc una paura generalizzata nelle
campagne determinata dai pogrom di Ivan IV. Questo fece considerevolmente
incrementare un fenomeno gi in corso da qualche tempo, ossia la fuga di contadini
verso le aree disabitate a sud e sud-est del regno. Al di fuori di un qualsiasi controllo
politico, queste divennero il rifugio di tutti i paesani che desideravano sfuggire ai
pressanti vincoli istituzionali che li legavano alla terra. Qui essi formarono veri e propri
gruppi di banditi a cavallo che, spesso mescolatisi con le popolazioni tatare limitrofe, si
organizzarono come entit politiche autonome che vivevano di caccia, pesca e scorrerie
a danno dei regni vicini. Il risultato finale fu la creazione per un breve tempo di una
sorta di area-cuscinetto tra i regni tatari e la Russia. In realt, i cosacchi verranno ben
presto trasformati a loro insaputa nellavanguardia dellavanzata russa verso est188.
187

Inizialmente lo zar prese semplicemente atto del potere dei boiari, suddividendo il territorio
nazionale in unarea sotto la sua diretta dipendenza (oprichnina) ed una sotto il loro controllo. Il primo
divenne un esperimento di estremo accentramento di potere e modernizzazione istituzionale. La creazione
di organi specializzati per materie di competenza diede origine ad enti simili ai ministeri occidentali.
Venne creata una guardia scelta, costituita dai cosiddetti strelzy, che avrebbero dovuto fungere sia da
pretoriani dello zar, che da embrione di un esercito nazionale. Quindi venne creato un corpo di funzionari
regi, membri dellorgano consultivo detto Duma. A questi ultimi veniva affidato un appezzamento di terra
(pomestje) che non poteva essere diviso, venduto o ereditato, ma a cui era connesso il lavoro di un certo
numero di contadini obbligati a lavorarlo. Attraverso la crescente sostituzione dei funzionari ai boiari
veniva garantita la produttivit della terra, ma venivano evitati i rischi della creazione di centri di potere
alternativo e stabile.
Ma il periodo diarchico termin presto: egli volle sbarazzarsi dei boiari, che avevano attentato al
suo potere durante il periodo di reggenza e continuavano a minacciarne il potere, li sostitu con i
funzionari regi, cos da estendere loprichnina a tutto il territorio nazionale. Tuttavia, la spinta propulsiva
che poteva essere rappresentata da questi ultimi, potenzialmente lanalogo della borghesia occidentale,
venne trattenuta proprio dal vincolo di servizio, che impediva la concentrazione di ricchezze nella stessa
famiglia e in pi generazioni a causa della sostituzione dei funzionari alla loro morte. Infine, anche
artigiani e commercianti, costretti a organizzarsi in corporazioni, vennero analogamente vincolati dal
dovere di svolgere specifiche mansioni istituzionali, nonostante laccresciuto volume di commerci con
lemergente Gran Bretagna potessero fornire loro sconosciute opportunit di impiego, sia per la
produzione ai primi che per la distribuzione ai secondi. Ma nonostante le palesi contraddizioni nella
politica economica di Ivan IV, lintensificarsi proprio negli anni del suo regno delle spedizioni in Asia
Centrale con lo scopo di esplorarne la percorribilit per fini commerciali, palesano la sua giustificata
ossessione affinch il paese si aprisse agli scambi. (A.Brown et al, op.cit, p.89). Questo contempl una
duplice strategia: lapertura verso lOccidente in piena espansione economica, per lintroduzione di beni
tecnologici e competenze, e sistematici rapporti verso i territori centrasiatici, in cui le prime esplorazioni
erano gi iniziate con le missioni Herberstein (1517-1526) e Gubin (1534) ben che lo zar salisse al trono
(Martha Brill Olcott, op.cit, pp.28-29).
Pi in particolare, nonostante il Nuovo Mondo catalizzasse ormai buona parte degli sforzi
commerciali europei e gli scambi con la Cina attraverso i tradizionali percorsi via terra fossero ormai
abbandonati, una missione diplomatica inglese guidata da Lord Anthony Jenkinson visit Mosca e i
territori dellAsia Centrale. Questa ebbe il merito di rivelare nella madrepatria, crescente potenza
marittima e coloniale in Asia, limmenso potenziale rappresentato sia dalla Russia che dai territori oltre
questa (Lawrence Krader, Peoples of Central Asia, Bloomington - Hague 1963, p.91). Seppure questo
non port ad un ripristino delle tradizionali rotte via terra, venne fondata nel 1555 la Compagnia
Commerciale Moscovita, che cur regolarmente gli scambi russi con la Gran Bretagna (A.Brown et al,
ibidem). A partire da questo momento, inoltre, il ricordo di questo resoconto verr gelosamente custodito
a Londra in attesa di tempi pi adatti, anche se non sar mai possibile per la Gran Bretagna un diretto
intervento in queste regioni (Mohammad Anwar Khan, England, Russia & Central Asia. A study in
Diplomacy. 1857-1878, University Book Agency, Peshawar 1963, pp.ix-xi).
188
J. Popowski, op.cit, pp.7-9. Un fenomeno analogo si venne a creare sul versante opposto, ossia
quello occidentale, dove ai fuggitivi russi e ucraini si fusero anche quelli polacchi. In questepoca infatti
la Polonia era un grande regno europeorientale che andava incontro ad analoghi fenomeni di integrazione

43

Di l a poco infatti, seppure ancora una volta la politica di Mosca si concentrasse verso
occidente ed in particolare verso il Baltico e a discapito della Lituania, la situazione
lungo i confini orientali spinse Ivan IV verso una sistematica avanzata militare che
port alla conquista dei khanati di Kazan (1552) e Astrakhan (1556). Le ragioni di
questo impegno furono molteplici: innanzitutto, si desiderava porre fine allinsicurezza
che sia i khanati che i cosacchi ponevano per i commerci fuori dai confini; quindi, i
governi fantoccio e la politica di alleanze di Ivan III con i due khanati era ormai fallita e
rinnovava la tradizionale minaccia per i territori nazionali189; infine, si desiderava
rafforzare i commerci verso lIran190 e verso lAsia Centrale191.
In questo modo lesercito regolare occup militarmente i territori in precedenza
conquistati dai soli cosacchi, sottoponendoli alleffettivo controllo statale, mentre questi
si spinsero pi a est per sfuggirvi. Fu cos che un ampio distaccamento di cosacchi
provenienti dal Don e dal Dniepr si stabil nel 1560 lungo il fiume Ural, al confine del
territorio della Piccola Orda kazaka192. Da questo momento si svilupparono i primi
contatti sistematici tra i kazaki e il mondo russo (seppure non ancora con il regno
russo).
Per quanto i due interlocutori fossero abbastanza simili per usanze, struttura sociale e
cultura, la loro stessa similarit poteva improntarne i rapporti sullindifferenza o la
competizione. Da un lato, la stessa natura nomade escludeva confini troppo rigidi: i
cosacchi si mischiavano frequentemente a popolazioni musulmane, fino ad acquisirne il
credo193; i kazaki erano organizzati in Orde, ma estremamente divise al proprio interno
e permeabili a penetrazioni etniche o politiche. Dallaltro, la stessa natura espansiva
della cultura nomade li rendeva potenziali rivali per laccapparramento dei medesimi
territori che, pur destinati al pascolo con i kazaki e alla coltivazione con i cosacchi,
rappresentavano nella stessa misura un elemento essenziale per la sopravvivenza delle
rispettive comunit. Tuttavia, sar lesercito russo a evitarne lo scontro frontale o la
frammistione, dato che per il momento spinger le truppe cosacche verso i territori
steppici al nord dei pascoli kazaki194.

territoriale e rafforzamento istituzionale. Fondamentalmente basato sullagricoltura, anchesso diede


origine a casi di sfruttamento della servit cos estremi che condussero i pi intraprendenti tra questi alla
via del banditismo.
189
A.Brown et al, op.cit, p.89
190
Il tramite geostrategico tra la Russia e la Persia era rappresentato dal Caucaso. Gi prima della
vera e propria conquista dei territori tatari, lo stesso Ivan IV aveva dato inizio ad una paradigmatica
politica di divide et impera delle fazioni tribali nord-caucasiche, analoga a quella praticata dal nonno sui
tatari, con lo scopo ultimo di garantirsi laccesso ai preziosi mercati persiani a discapito delle altre
potenze coinvolte nellarea (lImpero ottomano, il Turkestan shaibanide, il khanato di Crimea e lo stesso
Iran safavide). Tuttavia, al contrario del precedente caso tataro, la complessit etnica di questa regione ne
imped il successo (Aldo Ferrari, Il Sistema Caucaso, pp.254-256, in Geopolitica della crisi. Balcani,
Caucaso, Asia Centrale nel nuovo scenario internazionale, monografie ISPI, EGEA Milano 2001).
191
M.B. Olcott, op.cit, p.28
192
G.J. Demko, op.cit, pp.40-41
193
Documenti molto recenti, per quanto si riferiscano complessivamente ad un periodo ben pi
tardo, testimoniano indirettamente anche della profondit di queste reciproche influenze, a conferma della
permeabilit del limen kazako in questo momento (Allen J. Frank, Muslim religious Institutions in
Imperial Russia. The Islamic World of Novouzensk District and the Kazakh Inner Horde, 1780-1910,
Brill 2001)
194
J. Popowski, op.cit, pp.9-10. E proprio questa azione dellesercito sui cosacchi per tutto il XVI
sec. segner la progressiva erosione della loro autonomia. Infatti solamente una parte di questi proseguiva
verso est dopo larrivo dellesercito, preferendo stabilirsi come coloni nelle aree appena conquistate. In
questo modo, nonostante liniziale afflusso massiccio di fuoriusciti, laiuto dellesercito divenne via via
necessario per sostenere il confronto con popolazioni sempre pi lontane dalla madrepatria. Gi ai tempi
di Ivan IV i cosacchi vennero annoverati tra le truppe regolari russe, seppure non si considerassero per il
momento sottoposti ad alcun vincolo di fedelt, come dimostra il loro arbitrario allontanamento dai campi
di battaglia o i numerosi attacchi contro lesercito regolare.

44

Lavanzata verso il Caspio aveva definitivamente rivoluzionato la mappa strategica


dellarea. Dal canto suo, la Russia si trovava ora nella posizione esclusiva di poter
sviluppare contatti commerciali e diplomatici con tutte i principali regni dellepoca:
lImpero Ottomano, lIran safavide attraverso il riottoso Caucaso del nord, e lAsia
Centrale musulmana, pur ancora distante e separata dalle desertiche lande kazake195. I
kazaki si rivelarono da subito come i mediatori naturali per gli scambi con lAsia
Centrale e vennero perci contattati dalla famiglia Stroganov, titolare esclusiva del
diritto al commercio con lest196.
Ma la conquista dei due khanati pose ai russi anche problemi di ordine politico e non
solamente strategico. Per la prima volta infatti lufficiale monoliticit etnica del regno
era stata compromessa: delle popolazioni non slave e non cristiano-ortodosse divennero
suddite dello zar. Ma se Ivan IV normalmente ricordato per le efferatezze compiute e
per le ossessioni complottistiche descritteci dalla storiografia ufficiale successiva, la sua
politica rispetto al problema del crescente multi-culturalismo del regno, una tendenza
gi irreversibile, rivela una sagacia rara e che sarebbe completamente scomparsa dopo
di lui.
Si gia reso indirettamente conto di una duplice tendenza in corso a quei tempi: il
ruolo dellortodossia nella definizione dellidentit nazionale e la tolleranza verso le
popolazioni vicine nelle materie culturali, quindi anche religiose. La prima era sorta ai
tempi di Ivan III durante il processo di unificazione, per colmare le distanze politiche tra
le varie parti del regno. Era poi stata formalizzata ai tempi di Basilio III come mito della
Terza Roma197, lidea cio che dopo la caduta di Bisanzio per mano turca, spettasse a
Mosca raccoglierne leredit, diventando il baluardo della difesa della religione contro i
nomadi e i musulmani dellest. Immediata implicazione di questo onere era poi il
compito della loro conversione, seppure in quel momento non si disponesse ancora delle
A.Bennigsen & M.Broxup, op.cit, p.11
M.B. Olcott, op.cit, pp.28-29. Al contrario, lavanzata russa precluse ai regni centrasiatici anche
la via ciscaspica per mantenere i contatti con lImpero Ottomano. Non solo: la formale alleanza antisunnita russo-iraniana separer da questo momento in maniera definitiva i turchi dellovest, gli ottomani
(e i tatari di Crimea), da quelli dellest, gli uzbeki shaibanidi e le altre popolazioni musulmane delle valli.
Al momento la notizia pass pressoch inosservata nel mondo musulmano, anche se questa cesura
avrebbe avuto importanti conseguenze per entrambi i poli turchi del mondo islamico. Gli ottomani
sarebbero infatti rimasti del tutto privi dei raffinati contributi culturali e delle truppe scelte centrasiatiche,
mentre i centrasiatici sarebbero rimasti isolati diplomaticamente, ma ancora di pi economicamente, dato
il nuovo collasso della Via della Seta, appena ripristinata con estrema fatica dopo il periodo mongolo. In
questo modo, questi stessi avvenimenti fornivano ai russi unarea strategicamente essenziale per i
commerci e lavanzata verso est, mentre preparavano il terreno alla conquista dellAsia Centrale, ormai
destinata ad un continuativo e inesorabile declino (A.Bennigsen & M.Broxup, op.cit, pp.11-13).
La nuova situazione pose la necessit per i khanati delle valli di stabilire sistematici contatti
diplomatici con la Russia subito dopo la sconfitta dei tatari, cio gi ai tempi di Ivan IV. Questi rapporti
non erano solamente legati a generiche questioni di buon vicinato, ma piuttosto dettate da problemi
molto specifici che interessarono di volta in volta una delle due parti. Innanzitutto, il nuovo assetto
geopolitico aveva precluso ai musulmani sunniti centrasiatici sia la consueta via vicinorientale, che quella
ciscaucasica per il pellegrinaggio rituale a La Mecca. Bukhara e Khiva chiesero allora ripetutamente agli
zar un lasciapassare per i pellegrini, cosicch questi potessero raggiungere Istanbul e da questa la penisola
araba. In secondo luogo, vera la questione dei nuclei famigliari nati da matrimoni tra commercianti
centrasiatici e donne tatare o bashkir, anchesse musulmane pur se ormai suddite russe. In particolare, i
russi si opponevano al ritorno a casa dei commercianti con le nuove famiglie, in quanto avrebbero privato
il paese di manodopera e rafforzato demograficamente i vicini centrasiatici. Infine si venne
successivamente a creare la speculare questione dei russi che, rapiti durante i raid tatari o dei khanati
centrasiatici, avevano trascorso buona parte della propria esistenza come schiavi a Khiva o Bukhara, si
erano quindi convertiti allIslam e avevano infine sposato donne del luogo. Lapostasia era infatti un atto
particolarmente abietto per la Chiesa Ortodossa, specie nel caso di conversione allIslam; ma soprattutto,
come nel caso precedente, dei sudditi sfuggivano in questa maniera allinfluenza culturale e politica russa
(E. Allworth, op.cit, pp. 4-5).
197
A. Brown et al, op.cit, p.88
195

196

45

energie necessarie per concretizzare questa spinta missionaria. La seconda era invece
diretta eredit del ben pi recente passato mongolo. La passata appartenenza alla
medesima entit politica, cio lOrda di Batu, era un sentimento concretamente
percepito da popoli e governanti, rivali ma interconnessi da profonde affinit culturali e
trame diplomatiche.
Anche Ivan IV sfrutt il peso della religione per necessit politiche. Rispetto
allortodossia, egli divenne un autentico defensor fidei contro il Cristianesimo Latino a
ovest e contro qualsiasi infiltrazione musulmana ad est. Contemporaneamente, divenne
allinterno del paese un intransigente persecutore di eresie, eterodossie e miscredenze,
mentre promosse una massiccia azione missionaria verso le nuove popolazioni
sottomesse e i musulmani, ancora numerosi, del nord. In altre parole, anche grazie ad
Ivan IV il Cristianesimo Orientale divenne sempre di pi il principale criterio di
definizione dellidentit nazionale, allinterno di un processo di accentramento politico
non del tutto compiuto. Eppure egli si rivel un sovrano realista, allo stesso tempo
lucido nel valutare le circostanze politiche e sincero nel non rinnegare le comuni radici
con gli altri popoli dellarea. La stessa conquista venne facilitata dal rispetto e dalla
simpatia che egli seppe ottenere presso i khan dei regni vicini, gi sedotti e circuiti e
che quindi si presentarono allo scontro divisi ed esitanti. E dopo la conquista, egli tratt
da pari le elites sconfitte, spesso mischiandosi con esse attraverso accorte politiche
matrimoniali. Coinvolti nella gestione dello stato e nella vita di corte, i nuovi alleati, pur
divenuti sudditi, accettarono il khan bianco come il legittimo continuatore della
grande tradizione mongola e come colui che tentava di riunificare i territori batidi198.
La stessa conversione allortodossia cristiana infine, pur risparmiata ai nobili, venne
imposta alle nuove popolazioni con calma ed indulgenza, senza alterare lapparente
clima di tolleranza. Cionondimeno essa rimase parte integrante del processo di
smembramento identitario dei temuti vicini e discendenti degli antichi dominatori. Gi
sotto Ivan IV il popolo venne bandito dalle citt e derubato delle terre migliori,
deportato o posto al servizio del clero ortodosso, fino ad essere di fatto costretto a
convertirsi per intero al commercio, in cui avrebbe primeggiato nei secoli successivi
proprio in virt della diaspora iniziata in questi anni. Gli antichi nomadi, titolari di
unormai grandiosa civilt sedentaria le cui origini risalgono gi ai primi accampamenti
batidi alle foci del Volga e a cui tanto la stessa civilt conquistatrice dovr riconoscere
conobbe ora linizio del proprio declino. Solo la Crimea sopravvisse come Stato
indipendente rivendicando la propria supremazia sui khanati perduti attraverso ripetute
incursioni che forzarono i russi alla costruzione di una linea di fortificazione ed ad una
cospicua prudenza per un lungo periodo di tempo199. I tatari di Kazan e Astrakhan ora
dovettero per certi versi tornare alle proprie origini nomadiche, di girovaghi
commercianti in giro per il nascente Impero russo.
La prima fase della conquista del Kazakistan: contatti commerciali
Negli ultimi anni di regno di Ivan IV venne definitivamente intrapresa lavanzata
verso la Siberia, mentre esercito e cosacchi continuavano ad essere massicciamente
impegnati anche al sud, nel Caucaso ed in Crimea. Allepoca la principale entit politica
dellarea era il khanato musulmano di Sibir, nemico atavico dei kazaki ed alleato di
Bukhara200. Una delegazione russa venne allora inviata per richiedere un contingente
kazako in supporto alle truppe cosacche nel 1573. Mosca richiese un doppio stato di
ostilit, insostenibile date le tensioni con i kalmyk: a sud contro Bukhara e a nord contro
A.Bennigsen & M.Broxup, op.cit, pp.10-11
Alexandre Bennigsen & Chantal Lemercier-Quelquejay, Les Mouvements Nationaux chez les
Musulmans de Russie. Le Sultangalievisme au Tatarstan, Mouton & Co. Paris 1960, pp.17-23
200
E. Allworth, op.cit, p.3
198
199

46

i sibir suoi alleati. Ma al contrario dei fronti meridionali dove si registrarono ripetute
sconfitte, i russi riuscirono gi nel 1580 a strappare esclusivamente con le proprie forze
parte della Siberia occidentale al rivale, vanificando limportanza del mancato
intervento kazako. Cos furono piuttosto gli stessi kazaki a richiedere subito dopo, nel
1588 e poi nuovamente nel 1595, formale sottomissione allo zar Fedor I (1584-1598).
Ma le condizioni proposte dal nuovo zar vennero sempre considerate troppo onerose e
infine rifiutate. A partire da questo momento e per circa un secolo le relazioni
diplomatiche vennero sospese201.
Il nuovo zar era un fervente religioso con scarsa attitudine allarte del governo e per
questo motivo prefer delegare la maggior parte delle decisioni al cognato e suo
successore Boris Godunov (1598-1605)202. Ma nonostante per questi motivi sia
generalmente considerato uno zar minore, Fedor I seppe lasciare un segno profondo,
specialmente nel campo della politica religiosa, che avr profonde ripercussioni anche
sulle future scelte di politica estera. Proprio la devozione religiosa di Fedor I disintegr
quanto costruito fino a poco tempo prima dal padre, mentre anticipava la spietatezza
della futura dinastia Romanov. Con lui inizi la colonizzazione slava della valle del
Volga, mentre le terre migliori venivano distribuite tra i nobili e il clero ortodosso. I
tatari, sia i nobili che la popolazione, venivano ora discriminati e parimenti trattati come
sudditi di secondo livello. La normale azione missionaria venne intensificata e imposta
lespulsione dalle citt in caso di mancata conversione. Seppure la numerosa e preziosa
popolazione musulmana non poteva essere espulsa in massa cos da eliminare il
problema alla radice, una grossa porzione fu costretta alla fuga dopo la repressione delle
numerose rivolte. Questi fuggitivi si insediarono in buon numero in Asia Centrale, dove
diffonderanno il ricordo di queste persecuzioni tra le popolazioni locali e saranno
destinate ad avere un ruolo essenziale sia nel processo di islamizzazione, che durante le
future sollevazioni anti-russe. In altre parole, vengono poste le basi in questo periodo
per un problema di nazionalit, sconosciuto in quei termini fino a quel momento, ma
destinato a durare secoli203.
Al contrario che nel campo religioso, Fedor I e i suoi consiglieri continuarono lopera
di Ivan IV in quello militare, occupandosi principalmente di assestare la presenza russa
in Siberia occidentale. A tal scopo vennero qu costruite le prime citt fortificate al
confine con i pascoli della Piccola Orda (Troisk nel 1587 e di l a poco Tyumen e
Tobolsk). Attraverso le roccaforti steppiche poterono essere instaurati sistematici
scambi con la madrepatria: i territori siberiani avrebbero funzionato sia da mercato di
approvvigionamento che da mercato di sbocco. Nel primo caso, i preziosi beni steppici
vennero inseriti nel circuito economico interno e mediante esso in quello internazionale.
Viceversa, i beni prodotti nella Russia europea, principalmente agricoli, vennero
inviati ad est per sostenere le truppe di stanza lungo la frontiera. Inoltre la conquista
della Siberia occidentale garant risultati strategici essenziali rispetto ai regni circostanti,
alla pari della recente conquista del Volga. La principale conseguenza fu il monopolio
delle pellicce, di cui lImpero Ottomano e lIran erano i principali consumatori. La Via
delle Pelli forn alla Russia la principale fonte di introiti per proseguire lavanzata204.
Tuttavia, questa dovette temporaneamente interrompersi, a causa della guerra civile,
nota come periodo dei torbidi (1605-1613), che segu luccisione del ben poco amato
Boris Godunov, detentore del trono dalla morte senza eredi di Fedor. I rappresentanti
della nuova dinastia dei Romanov (Mikhail 1613-45; Aleksi 1645-76; Fedor III 167682) dovettero riassicurarsi leffettivo controllo del paese, sconvolto dalle sollevazioni

201
202
203
204

47

M.B. Olcott, op.cit, pp.28-29


A.Brown et al, op.cit, p. 90
A.Bennigsen & M.Broxup, op.cit, pp. 12-16
Ivi, pp.11-12

cosacche alla periferia e dalle incursioni fino a Mosca di polacchi e svedesi205. E mentre
la minaccia ottomana sullUcraina obbligava ad un rapido ridispiegamento militare sul
fronte occidentale, sul fronte meridionale si prefer temporeggiare, mentre ad oriente
venne lentamente ripresa lavanzata militare206.
Nel 1637 venne istituito un governo locale (prikaz) in Siberia207, mentre la conquista
dellarea degli Urali port alledificazione di nuovi villaggi fortificati, cio Gorodok
(1620) e Guryev (1645). Da Tobolsk e Guryev si staccarono nuove vie commerciali in
direzione sud208. In questa maniera venne a crearsi un nuovo segmento commerciale
nord-sud che pot facilmente essere innestato sulla maggiore via commerciale che univa
gli avamposti siberiani alle citt russe. In particolare, i russi inviavano grano dalla
Siberia occidentale e dalla regione del Volga, assieme a utensili metallici e beni tessili
provenienti dalle nascenti industrie manifatturiere della Russia europea. I kazaki a
loro volta inviavano i tipici beni nomadici, cio carne, formaggio, cuoio e lana. In
questa maniera si riusc progressivamente a spostare il terminale dei traffici kazaki
verso nord al posto di Tashkent e Kokhand e dare un po di respiro alleconomia
kazaka209.
La situazione nelle steppe per andava in quegli anni ulteriormente complicandosi: i
kalmyk, stanziati sul basso Volga, si contrapposero ai mongoli zungari, mentre i kazaki
andavano scontrandosi contro i nogay. La ridefinizione delle aree di influenze vide i
kalmyk avere la meglio sui nogay per i territori al di l del confine nord-occidentale
kazako. Assestatisi in questi pascoli con non pochi problemi di convivenza con i
cosacchi e le truppe russe in continuo avvicinamento, vennero infine sconfitti come i
bashkir pi a nord. A questo punto il confronto al sud delle steppe riguard sempre pi
esclusivamente kazaki e zungari210.
Le lotte inter-nomadiche implicavano una notevole insicurezza per i traffici
commerciali russi, sia oltre le linee fortificate che a meridione di queste. Nonostante
queste popolazioni compissero regolari incursioni tra i nuovi insediamenti russi,
lipotesi di uno scontro aperto non venne tuttavia contemplato. Allo stesso modo non
venne considerata lipotesi di un annessione di questi territori, pur necessari per un
accesso diretto e sicuro ai tanto agognati mercati centrasiatici e particolarmente
pericolosi per i pochi coraggiosi mercanti che vi si avventuravano, spesso derubati e
rapiti211. Ci si limit piuttosto a edificare una linea difensiva che unisse i nuovi villaggi
con quelli creati in precedenza. Venne cos a formarsi il primo segmento (quello degli
Urali) di quella linea fortificata, cos caratteristica dellavanzata russa e che avrebbe
progressivamente segnato il confine tra le steppe ed i pascoli kazaki212. Quasi una nuova
muraglia cinese, ma a parti invertite, con i nomadi al sud e i sedentari al nord213, ma
il cui intento non era stavolta separare le due popolazioni. Cos non vennero
complessivamente compromessi gli scambi con la Russia, ma piuttosto i nomadi
poterono rimanere i principali intermediari commerciali.
A.Brown et al, ibidem
A.Bennigsen & M.Broxup, op.cit, p.15. Si noti come gli autori parlino qui inspiegabilmente di
un arresto nellavanzata orientale di quasi due secoli dopo i Torbidi. Come argomentato in seguito questa
affermazione non in s del tutto vera, ma giustificabile se si comparano le energie impiegate sul fronte
occidentale rispetto a quello orientale.
207
A.Brown et al, op.cit, p.90. Ovviamente questo ufficio periferico del governo centrale aveva
degli scopi ben precisi, cio assicurare un maggiore controllo della periferia pi distante e preziosa del
regno, riducendo rischi e costi di un difficile controllo a distanza e migliorando per tempi e volumi di
beni gli introiti statali legati ai commerci in questa fase di assoluta stagnazione economica.
208
M.B. Olcott, op.cit, p.28
209
G.J. Demko, op.cit, p.29
210
A.Bennigsen & M.Broxup, op.cit, p.15
211
M.B. Olcott, ibidem
212
J. Popowski, op.cit, pp.11-12
213
Baymirza Hayit, Turkestan im Herzen Euroasiens, Studienverlag Kln 1980, p.87
205
206

48

Di l a poco la situazione sarebbe stata ulteriormente complicata dai successi degli


zungari a discapito dei kazaki: in brevissimo tempo erano stati strappati immensi
pascoli, mentre lisolamento economico dellarea fino a quel momento, cio lassenza di
stimoli commerciali nuovi, ossia diversi da quelli interni o regionali con le valli, e
lincapacit di guadagnarsi con la guerra nuovi spazi utili, resero sempre pi difficile
lemergere di khan di successo e sempre pi facile lirrigidimento in Orde divise tra
loro e al loro interno, con un solo formale legame identitario a tenerle unite come
kazake. Cos negli ultimi decenni del XVII sec. le rinnovate offensive zungare la crisi
mancese spinsero perfino Tauke, lultimo grande khan kazako, ad avanzare tra il 1680 e
1693 ben sei richieste ufficiali di sottomissione che, pur puntualmente rifiutate dai russi,
riaprirono definitivamente i contatti diplomatici214.
I rifiuti pi tardi sono da ricondurre alla diretta volont dello zar Pietro I (1682-1725),
fautore della pi intensa politica despansione dai tempi di Ivan IV. Questa scelta non
pu essere giustificata dal semplice desiderio di non scendere a patti con i kazaki e
volerli semplicemente conquistare e ridurre a sudditi, dato che questa ipotesi non venne
probabilmente neppure considerata. Allo stesso modo, la priorit accordata al fronte
occidentale dallo zar non basta a giustificare tale scelta, dato che il completamento
dellavanzata siberiana avrebbe potuto fornire beni economici preziosi per incrementare
il peso internazionale russo, nonch consentire quella concentrazione di capitali
necessaria per unipotetica e mai attuata svolta industriale215.
Per lo stesso motivo, lAsia Centrale rimaneva un ambito miraggio, ma poteva essere
raggiunta solamente in due modi: la conquista militare dellarea kazaka o un tranquillo
transito in questarea. I molteplici impegni militari portarono ad escludere la prima
eventualit, tanto pi che gli zungari si ponevano come un avversario molto pi
agguerrito delle Orde kazake. Anche per questo si prefer per il momento non interferire
tra le popolazioni nomadiche e i loro dissidi per i pascoli o i commerci. Il mancato
intervento a sud della Siberia fu allora il semplice lesito di una necessit di
assestamento interno dopo le grandi trasformazioni di quegli anni216.
Ma lulteriore espansione verso est e la fondazione della Linea dellIrtish (17161752), che univa i nuovi centri di Omsk (1717), Semipalatinsk (1718) e UstKamenogorsk (1720), concluse lavanzata lungo i confini kazaki settentrionali e pose i
russi in diretto contatto anche con gli zungari. La Russia probabilmente non temeva uno
scontro frontale con nessuno dei nuovi vicini, per giunta pesantemente divisi tra loro.
Ma la vulnerabilit dei nuovi insediamenti e la strategia della sicurezza a basso costo,
fecero ben presto tramutare lapparente disinteresse verso di loro in oculato sforzo
diplomatico. Il primo interlocutore valido venne individuato nella Piccola Orda kazaka,
M.B. Olcott, op.cit, pp.28-29
A.Brown et al, op.cit, pp.91-92. Certamente la maggior parte degli sforzi diplomatici e militari
dello zar furono rivolti verso lEuropa, che tanto affascin lo zar e nel cui consesso politico egli voleva
assicurare un posto al paese. Tuttavia sia le vittorie contro la Svezia e il passaggio da regno ad Impero
(Pace di Nystadt 1721) o le sconfitte sul fronte tataro (Prut 1711), che le riforme istituzionali sul modello
occidentale, i maggiori cambiamenti strategici e organizzativi degli anni di Pietro I, richiesero un grosso
sforzo economico, cui fece passo per passo da contrappunto lulteriore avanzata in Siberia.
216
A questo punto il territorio kazako era sufficientemente noto e, pur tra le mille difficolt, era
stato con tutta probabilit sufficientemente battuto da esploratori e commercianti. Non quindi casuale
che, nonostante il disimpegno finale, fu proprio sotto Pietro I che nuove missioni, enon pi
semplicemente esplorative, furono intraprese, seppure nessuna di esse prendesse in considerazione la vera
e propria conquista militare. Nel 1695 il mercante Semen Malenkii venne inviato tra le popolazioni
kazake per individuare il miglior modo di estendere linfluenza russa. Successivamente la missione
Bekovich-Cherkasskii, composta di alcune migliaia di uomini, raggiunse Khiva attraversando il Mar
Caspio e venne poi distrutta dallesercito del khanato che temeva si trattasse dellavanguardia di un
futuro, pi massiccio, attacco. Pi successo ebbe tra il 1714 e il 1716 la spedizione Bukholtz, che porter
infine alla fondazione delle ultime citt della linea fortificata a nord dei pascoli kazaki (M.B. Olcott,
op.cit, p.30).
214

215

49

che ormai dipendeva interamente dalla buona volont dei russi per poter pascolare le
proprie mandrie nelle valli ai piedi degli Urali, dove gi si erano insediati i cosacchi e i
bashkir pascolavano le proprie mandrie217. I rapporti con lOrda Media furono
leggermente diversi: nonostante i primi contatti fossero stati relativamente tardi, ben
presto si svilupparono condizioni del tutto analoghe a quelle dellOrda Piccola per una
sottomissione agli zar (dapprima nel 1734 e nuovamente nel 1740). Ma di l a poco
lemergere di un nuovo leader, Ablai Khan, e levoluzione del contesto regionale
interruppero la vulnerabilit alla diplomazia russa.
Tra fedelt e rivolt: la sottomissione della Piccola e Media Orda
Il giuramento di fedelt del 1731 alla zarina Anna Ioannovna da parte del khan della
Piccola Orda Abul Khayr rispondeva a questo nuovo quadro di eventi e rivela la
provvisoriet del rifiuto, solo pochi anni prima, da parte di Pietro I. Da questo momento
inizia una nuova epoca per la storia kazaka, di cui tuttavia risulta estremamente difficile
valutare le caratteristiche. Da un lato, infatti, Abul Khayr e i suoi figli giurarono la
propria fedelt direttamente agli zar e questo implicava lacquisizione dello status
giuridico di sudditi, ma nei fatti la situazione divenne molto pi variegata e confusa.
Innanzitutto si tratt di un accordo tra sovrani, posto che, in totale contraddizione con
la tradizione kazaka, n direttamente lak suiuk, n indirettamente il kara suiuk erano
stati consultati. Inoltre, al di l di un generico rispetto della volont della zarina, i
concreti obblighi per i kazaki si limitavano al dover garantire un passaggio sicuro a
carovane e mercanti, oltre che accettare le aree di caccia e pascolo stabilite dai
governatori russi lungo il confine. Gli stessi russi non erano intenzionati ad accorpare i
nuovi territori, vale a dire a schierare forze militari stabili e inserire questi territori nella
strategia difensiva del fronte orientale. Veniva cos meno uno dei tratti essenziali della
sovranit, cio la presenza di una forza di polizia che imponesse la legislazione
nazionale o raccogliesse le tasse.
Questa situazione da attribuire al fatto che sul fronte interno Abul Khair intendeva
preservare la proprio autorit contro rivali molto forti, come il sultano Qaip e suo padre
Batir Janibek, mentre la Russia di fatto fraintese complessivamente la capacit di questi
khan di controllare per davvero la popolazione. Da questo momento la lotta interna per
il potere si struttura anche attorno alla questione dei rapporti con i russi, osteggiati dai
rivali di Abul Khayr, che spesso assaltavano le carovane come ritorsione. E curioso
allora notare gi da questo momento levoluzione spontanea degli eventi, ancor prima
della vera e propria annessione: la vicinanza stessa dei russi porta con s possibilit
sconosciute fino a quel momento e potenzialmente rivoluzionarie, cio lalterazione dei
normali meccanismi di avvicendamento al potere, tradizionalmente caotici ma corali218.
I contatti tra le due parti si limitarono alle formali occasioni diplomatiche, che non
impedirono ad Abul Khair di ricevere o essere a sua volta ricevuto dai rivali zungari.
Contemporaneamente molti nel seguito di Abul Khayr continuavano a veder di cattivo
occhio o rifiutare la posizione di sudditi dei russi, mentre il khan avanzava continue
richieste agli zar affinch lo aiutassero a rendere ereditaria la propria carica. Infine,
seppure fosse stato concesso il permesso ai kazaki di pascolare le mandrie attorno ad
alcune delle citt fortificate, nessuno vi si avvicin mai troppo, in rispetto della
tradizionale diffidenza verso i sedentari, e tanto pi venne rifiutata la possibilit di
costruire abitazioni o moschee allinterno delle loro mura.
Se da parte russa, questo si rivel probabilmente linevitabile prezzo da pagare fino a
che la situazione complessiva del regno non avesse potuto permettere un maggiore
impegno nellarea, i kazaki furono doppiamente vincolati: da un lato, per lassenza
217
218

50

M.B. Olcott, ibidem


E.E. Bacon, op.cit, p.93

stessa dellesercito russo nel proprio territorio li lasci di fatto sprovvisti di nuovi
strumenti di difesa verso i nemici, dallaltro per la stessa divisione interna, che si
coagulava ora attorno al rifiuto dellaccordo con i russi.
La rivolta dei bashkir, unaltra popolazione nomade sottopostasi volontariamente
allautorit degli zar pochi anni prima della Piccola Orda, dimostr instabilit e
volubilit della leadership kazaka. Ma bench i russi fossero perfino disposti a pagare
per assicurarsi una fedelt teoricamente dovuta e nonostante il rifiuto di parecchi sultani
di fornire le proprie truppe, Abul Khayr non esit ad allearsi con i ribelli, bench gli
stessi alleati fossero rivali dei kazaki, non tanto in quanto concorrenti nellaccaparrarsi i
favori degli zar, quanto piuttosto poich la Piccola Orda si era spostata verso nord,
proprio dove si trovavano i pascoli bashkir. La sconfitta fu ovvia e prevedibile, ma non
compromise i termini degli accordi russo-kazaki. La reale motivazione della scelta di
Abul Khayr era sempre quella di garantire prosperit alla popolazione cos da
consolidare la propria posizione. Per la stessa ragione egli trasgred nuovamente agli
accordi quando nel 1740 attacc i kalmyk del Volga, anchessi ormai sudditi degli zar.
Abul Khayr si rivel per il resto della sua vita un inaffidabile, ma pur sempre
inevitabile interlocutore per i russi. Tra il 1743 e il 1744 la situazione and
complicandosi notevolmente e nuovi soggetti vennero coinvolti in quella che ormai era
diventata una vera e propria faida tra i kazaki e i russi di Orenburg. Lansia di alleanze
del khan questa volta oscill verso sud, precisamente verso il khanato di Khiva. Seppure
fossero ormai stati instaurati stabili commerci con i russi tramite i kazaki, il khanato si
era rivelato in passato particolarmente suscettibile a qualsiasi avvicinamento russo e
aveva mantenuto la tradizionale diffidenza per qualsiasi contatto con essi che andasse
oltre il mero scambio o accordo di natura commerciale. Nonostante Abul Khayr fosse
ormai suddito degli zar, i recenti scontri e ancor di pi la sua abile dissimulazione
riuscirono a far fruttare unalleanza vantaggiosa. Questa non prevedeva semplicemente
luso congiunto di uomini e risorse, ma concedeva luso dei pascoli a nord di Khiva e
addirittura che il figlio di Abul Khayr, Nur Ali, ne divenisse il nuovo khan.
Specularmente i russi cercavano di facilitare una brutale offensiva kalmyk, quando i
kazaki rinnovarono la propria fedelt al nuovo zar Pietro II, causando una breve
cessazione delle ostilit. Ma il bisogno di ampi spazi port nuovamente le mandrie della
Piccola Orda a nord, dove i kazaki varcarono nellestate del 1746 il fiume Ural,
invadendo e attaccando i territori dei kalmyk del Volga. Sconfitti sia dai questi che dai
russi sulla via del ritorno, le nuove perdite rappresentarono un colpo quasi definitivo al
potere interno di Abul Khayr. Ormai relegati nei territori dei karakalpaki, i suoi fedeli
dovettero quindi cercare di sfruttare nuovamente dei pascoli gi occupati. Ma lintera
area era sotto la protezione del sultano Barak dellOrda Media, che sconfisse e uccise in
battaglia Abul Khayr nel 1748219.
Alla morte di Abul Khayr la successione nella Piccola Orda venne pesantemente
condizionata dai russi, che palesarono ai bii la propria preferenza nei confronti di Nur
Ali. Ma la posizione dellerede di Abul Khayr fu se possibile pi svantaggiata di quella
del padre: Batir Janibek si era infatti garantito una solida base di potere nei territori
meridionali dellOrda e creato una rete ostile di alleanze sia con Barak dellOrda Media
che con gli stessi zungari, oltre che aver posto suo figlio Qayip sul trono di Khiva al
posto di Nur Ali.
Daltro canto la politica di Nur Ali segu per molti versi quella del padre: lalleanza
con i russi era interpretata come un mero strumento di sopravvivenza, mentre era invisa
qualsiasi eventualit di eccessivo avvicinamento ad essi; non mancarono infine nuovi
pretesti per sporadici scontri e linterruzione momentanea di qualsiasi tipo di contatto.
Fallita poi la possibilit di unalleanza con i zungari, al cui khan Nur Ali promise la
219

51

M.B. Olcott, op.cit, pp.28-31

sorella in sposa in cambio dellannessione della Semirechia, gi in parte rubata alla


Grande Orda. La morte prematura della ragazza pose fine a una rischiosa eventualit
che se si fosse concretizzata avrebbe potuto imprevedibilmente accellerare gli eventi: la
rottura con la Russia ed unalleanza con il peggiore rivale nomadico nel momento stesso
in cui le tensioni interne alla Piccola Orda si facevano pi spietate.
E di fatto la seconda fase del khanato di Nur Ali sar piuttosto concentrata contro il
sultano ribelle Batir e il figlio Qayip. Da un lato, Nur Ali depredava tutte le carovane
che avevano precedentemente pagato tributo ai rivali, mentre questi ultimi li
imponevano a chiunque attraversasse i loro territori. Seppure i russi non tradirono mai
gli accordi con Nur Ali, n accettarono le proposte di alleanza dei suoi rivali, la
situazione condusse ad un punto tale da rendere necessarie rappresaglie contro i kazaki
di entrambe le fazioni indistintamente. Questo non riport unit nellOrda, cos come
non si vennero a creare effettive alleanze tra le popolazioni nomadi sottoposte ai russi
contro di essi. I russi erano infatti palesemente superiori sia per organizzazione militare
che per rifornimenti: nessuna delle popolazioni dellarea poteva contare sugli
innumerevoli beni agricoli provenienti dalle steppe occidentali europee.
La politica di divide et impera, fu ancora una volta causata dai nuovi venuti cos come
dalle popolazioni locali, divise e diffidenti sulle proprie capacit. Cos allennesima
sollevazione dei bashkir nel 1755, a cui si erano alleati i tatari di Kazan, i kazaki
accettarono stavolta le vantaggiose condizioni proposte dai russi. Analogamente,
quando la sconfitta dei zungari e il conseguente arrivo della dinastia Ching nellarea
delle steppe (il maggiore sconvolgimento nella seconda met del XVIII sec.), le Orde
kazake supportarono inizialmente i zungari contro i cinesi, ma quando apparve chiara la
loro futura sconfitta ricevettero i messi imperiali, dimostrandosi diversamente benevole
verso le proposte di sottomissione cinesi. Di conseguenza, Nur Ali si confermer un
instabile alleato dei russi: quando questi richiesero nel 1758 un suo attacco contro i
Manch, il khan ritard il pi possibile aspettando lallontanamento cinese per mano
russa cos da non compromettere i rapporti con questo lontano, ma prezioso alleato. Per
lo stesso motivo i russi non poterono ancora una volta punire adeguatamente linstabile
alleato, a cui vennero invece moltiplicate le rendite in moneta, costruiti rifugi per le
greggi e rafforzate tutte le promesse fatte fino a quel momento. Da un lato, una rottura
con i kazaki avrebbe infatti potuto facilitare la penetrazione cinese fino agli Urali.
Specularmene, la stessa sconfitta dei jungar avrebbe potuto spingere Piccola e Media
Orda a occuparne i pascoli ormai liberi, violando cos un territorio cinese e scatenando
la reazione del pericoloso rivale, contro cui la Russia come alleata e protettrice delle due
sarebbe poi dovuta intervenire. In entrambe le ipotesi ci che era in gioco era la
continuit dei preziosi scambi con le valli220.
Nel 1734, data dellaccettazione della cittadinanza russa da parte dellOrda Media,
lallora khan Semeke era morto da qualche tempo e il potere era passato nelle mani del
figlio Abul Muhammad. Si venne cos a strutturare un nuovo scenario politico interno.
Pi in particolare, anche nellOrda Media emerse una fazione rivale al nuovo, debole
khan: analogamente a quanto compiuto da Qayp e dal padre Betir Janibek nella Piccola
Orda, il sultano Ablai divenne il capo di un gruppo di famiglie che, dopo aver occupato
uno specifico territorio, cominciarono a svolgere vita separata dal resto dellOrda.
Tuttavia, la fazione di Ablai disponeva di un peso relativo molto superiore rispetto
allanaloga nella Piccola Orda sotto Abul Khayr221. E di fatto sia Abul Muhammad
M.B. Olcott, op.cit, pp. 34-36
Si nota ancora una volta in queste dinamiche larrugginimento dei meccanismi socio-politici che
avevano funzionato nella fase di espansione descritta nel precedente capitolo. Non in s lemersione di
un khan o di un altro, del discendente del khan precedente o di un sultano, ma la stessa sparizione del
meccanismo corale di selezione del nuovo capo della comunit il vero segnale di questo degrado. La
220
221

52

che Ablai vennero convocati nel 1740 per rinnovare definitivamente la propria
sottomissione allo zar. Fino a quel momento infatti anche il nuovo khan aveva preferito
mantenere i rapporti con i russi i pi vaghi possibili, cercando piuttosto un dialogo con i
zungari per limitarne lavanzata verso i propri pascoli. Infine questi ultimi non
ponevano senzaltro limiti ad eventuali incursioni verso i bashkir, invece protetti da S.
Pietroburgo.
Nel 1741 una nuova pesante offensiva zungari port al rapimento di Ablai, che venne
per riscattato dallo stesso Abul Muhammad. Da questo momento in poi si viene a
creare un provvisorio, quanto improvviso equilibrio: i zungari si ritirano dai territori
dellOrda Media, mentre Ablai seppe guadagnarsi la fiducia della dinastia Ching, che
prima invassall i zungari e poi li sostitu. Gli stessi mancesi gli concessero il Turkestan
orientale, nei cui pascoli sicuri venne per inviato nel 1744 Abul Muhammad, in parte
come ringraziamento e in parte per allontanarlo definitivamente dalle scene. A questo
punto Ablai assunse il potere: fu lui a gestire i rapporti con i russi al nord e a
fronteggiare la Piccola Orda ad est. Tuttavia, la sua posizione venne inizialmente
contesa dal sultano Barak, avvelenato nel 1750 da Nur Ali Khan della Piccola Orda. Da
questo momento e per due decenni egli seppe costantemente sfruttare la vicinanza
cinese per mantenersi autonomo dai russi, nonostante lelezione a khan dovette invece
attendere il 1771, quando Abul Muhammad mor. Ablai rimane nella memoria
nazionale, e a ragione, come lultimo khan indipendente: egli fu lunico capace di
sfruttare la vicinanza di zungari e cinesi e questo gli consent fino alla fine di tener testa
ai russi, pure cos vicini ai suoi pascoli e pesantemente infastiditi dalle sue periodiche e
impunite incursioni oltre la linea dei forti. Sar allora in particolare proprio lazione del
sultano-khan dellOrda Media il pretesto che spinse la Russia a cambiare il proprio
approccio rispetto ai nomadi kazaki222.
Il protettorato russo sullOrda Piccola e Media
Come argomentato, la sottomissione alla Russia aveva fatto emergere un rapporto
equivoco e contrastato su pi punti e da pi parti. Pur tra alterne vicende era iniziata una
collaborazione commerciale, ma non una sistematica interazione politica. La vera
variabile indipendente dellintero processo era stata limpegno della Russia sugli altri
fronti, di politica interna o internazionale, che distolsero fino a quel momento attenzioni
ed energie dallarea centrasiatica223. Ma negli stessi anni in cui Ablai Khan raggiungeva
lapice del proprio potere e Nur Ali combatteva per il mantenimento del proprio, sal al
trono la zarina Caterina la Grande (1762-96) che pi di tutti i suoi predecessori
determin unalterazione dellapproccio russo al settore centrasiatico. Pi in particolare,
con riferimento al Kazakistan, per la prima volta delle decisioni prese a S.Pietroburgo
condizioneranno realmente la vita politica interna, ossia degli atti giuridici veri e propri
diverranno effettivi tra i nomadi kazaki. In altre parole, con la zarina che gli accordi
del 1731 e del 1740 comincieranno a produrre i risultati previsti sulla carta. Infine, sar
gi ai tempi della zarina che verranno avviati sia la dinamica della colonizzazione slava
che il processo di islamizzazione di stato, futuri pilastri della presenza russa nellarea.

divisione interna alle singole Orde evidentemente un secondo stadio della stessa rigida divisione in
Orde, il suo proseguimento logico.
222
M.B. Olcott, op.cit, pp.39-42
223
Vale perci la pena di descrivere preliminarmente la complessiva azione di politica estera della
zarina, in diretta linea di continuit con lazione di Pietro I. Sar infatti Caterina II a chiudere sia il fronte
occidentale, con la spartizione della Polonia con Prussia e Austria nel 1795, che riaprire dopo la sconfitta
pietrina del 1711 a Prut quello meridionale con le due Guerre Turche del 1768 74 e del 1787-91, che
furono per vittoriose e portarono allannessione della Crimea nel 1783 e allaccesso ai mari caldi
attraverso il Mar Nero (A.Brown et al, op.cit, pp. 96-97).

53

Caterina II era personalmente interessata allIslam ed era sua precisa convinzione che
si trattasse di una religione ragionevole, se non altro pi adatta del Cristianesimo
Ortodosso a civilizzare i barbari asiatici. Al pari di Ivan IV, ella si dimostr
consapevole della crescente multinazionalit dellImpero e dei rischi ad essa connessi,
in particolare la discriminazione tra cittadini in base al credo o a elementi simili. Con
Caterina si apre quindi una parentesi di tolleranza, che implicher azioni diversificate
per le varie regioni musulmane dellImpero.
Nella Crimea di recente acquisizione le gerarchie musulmane verranno cooptate tra le
elites dello stato senza alcun obbligo di conversione al Cristianesimo; verranno
mantenute le rendite ricavate dai beni waqf per il clero islamico; lo sheyk ottomano
verr riconosciuto come capo del clero della Crimea; non verr intrapresa alcuna azione
missionaria e addirittura verr imposto il divieto di conversione al Cristianesimo.
Questa linea politica guadagner alla zarina e allo Stato la fedelt della nobilt
musulmana della Crimea, seppure alla lunga non potr essere impedito un processo di
colonizzazione, che port allinsediamento dei russi provenienti dal centro dellImpero
e di numerosi tedeschi e baltici dalla sua periferia, che alla lunga ridurranno a
minoranza la popolazione nativa.
Nella valle del Volga la zarina cerc di rimediare agli errori compiuti fino a quel
momento: la campagna di conversione venne interrotta; chiuse le scuole separate per i
convertiti; concesse ledificazione di nuove moschee e listituzione di un clero religioso
effettivamente autonomo; infine un mufti tataro venne posto come capo religioso delle
popolazioni musulmane dellImpero ad Orenburg (ad eccezione della Crimea).
Importanti madrase vennero poi aperte anche a Ufa e Troitsk, cosicch i tatari
assumeranno da questo momento e per il secolo successivo un ruolo di assoluto rilievo
nel mondo religioso ottomano, come mai prima dallora224.
Questa accorta politica venne ampiamente premiata per tutto il secolo successivo e la
fedelt tatara cos ricavata venne abilmente utilizzata per gestire la problematica
situazione nelle steppe. Nel mentre infatti lavanzata verso il nord della Cina era stata
pressoch completata e Semipalatinsk ne era diventato lavamposto. Da qui potevano
essere aperte nuove vie commerciali nel settore pi orientale delle steppe kazake, cos
da incrementare il controllo anche sullOrda Media225. E proprio i tatari, forti della loro
posizione geografica vantaggiosa, si trasformarono in leali agenti commerciali
dellImpero. Saranno loro ad esplorare le possibilit di commercio in Siberia, Cina e
Asia Centrale, dove popolazioni non musulmane avevano molte pi difficolt di
penetrazione, e costituire delle colonie che, mantenendo forti legami con le aree di
origine, avrebbero funzionato da privilegiati terminali degli scambi russi226.
Tuttavia, proprio allo scopo di rafforzare questi scambi, sempre al centro delle
intenzioni russe, era necessario riuscire a pacificare le steppe. Lavversario pi difficile
da trattare allepoca era evidentemente Ablai, molto meno dipendente dalla benevolenza
russa di Nur Ali. Inoltre di fronte alle crescenti minacce russa, ma soprattutto cinese, si
registr alla fine degli anni Sessanta del XVIII sec. ununit piuttosto inusuale tra tutte
le popolazioni dellAsia Centrale. Per quanto debole, la comune fede musulmana venne
individuata come il principale elemento di distinzione con le due potenze esterne:
dallAfghanistan al Kazakistan si stabil una sintonia di intenti tra tutte le orde227.
Il nomadismo, sia come tecnica produttiva che universo culturale, cio come stili di
vita e forma mentale, apparve come il principale elemento di resistenza locale. Ma
ancora una volta, un assalto frontale andava ben oltre le capacit russe del momento, la
cui politica estera era focalizzata a eliminare la minaccia tatara lungo le coste del Mar
224
225
226
227

54

A.Bennigsen & M.Broxup, pp.18-19


M.B. Olcott, op.cit, p.37
A.Bennigsen & M.Broxup, ibidem
M.B. Olcott, ibidem

Nero e a disimpegnare lesercito a occidente228. Inoltre, la conquista del Kazakistan si


sarebbe comunque dovuta basare su solide basi per poter contrastare un eventuale
rappresaglia dalle valli, i cui khanati e sultanati si erano fino a quel momento
perfettamente dimostrati in grado di respingere qualsiasi avvicinamento russo, anche
pacifico. Infine, pur intuita la necessit strategica di limitare gli spostamenti dei nomadi
per riuscire nei propri scopi, non era tuttavia ancora possibile stabilire dei confini stabili
per i kazaki e assegnare dei pascoli come era stato fatto con bashkir e kalmyk, ormai
completamente circondati e quindi tutelati dagli avamposti russi. Inoltre, la mancanza di
controllo sul territorio non avrebbe mai impedito loro di sconfinare pi a meridione,
creando nuovi e ancora pi complessi problemi229.
Era necessario sviluppare quindi degli strumenti di penetrazione pi raffinati e meno
pervasivi230. Ed i tatari rispondevano brillantemente a questa esigenza231.
Tradizionalmente erano state le valli ad inviare i propri mullah nellardito tentativo di
convertire nuovi nomadi o di mantenere allIslam quelli che in apparenza lavevano
fatto. Ora la zarina promosse la conversione dei kazaki attraverso linvio di mullah
tatari proprio con lo scopo di ridurre i legami con i centri religiosi della valli, Bukhara
in particolare232. Negli ultimi anni di regno infine vennero persino edificate le prime
moschee, madrase e caravanserragli gestiti dai tatari233, a segno di una prima, in
apparenza promettente, trasformazione dei costumi locali.
Nel mentre, venne per il momento riconosciuto ai kazaki il diritto di mantenere la
legge tradizionale (adat), mentre i loro territori vennero sottoposti allautorit
dellAssemblea dOrenburg234. Ma si trattava ancora di meri atti formali, dato che il
controllo del territorio era incompleto e le popolazioni che si contrapponevano alla
Russia estremamente sfuggenti. Ciononostante lo stesso Ablai, dopo aver
orgogliosamente rifiutato nel 1762 degli accampamenti creati appositamente per lui ed
il suo seguito attorno a Petropavlosk, si rivel molto pi accondiscendente e pragmatico
quando la zarina invi nel 1764 una donazione di grano e alcuni contadini per insegnare
ai kazaki a coltivare. Se certamente esistevano gi delle piccole comunit kazake dedite
allagricoltura, tradizionalmente lungo il Syr Darya, pi di recente delle nuove si erano
formate a ridosso della linea dei forti a settentrione. Gli sconvolgimenti politici
dellarea, il rigido ostacolo al movimento migratorio rappresentato dalle fortificazioni
russe e lisolamento commerciale avevano infatti spinto alcuni nomadi ad abbracciare
uno stile di vita che, pur disprezzabile, era ora divenuto molto pi affidabile per la
sopravvivenza. Daltronde, dal punto di vista dei russi, se la diffusione dellagricoltura
sarebbe probabilmente rimasta parziale tra i kazaki, essa avrebbe comunque
rappresentato un notevole risultato strategico: vincolati da un nucleo abitato stabile, i
movimenti sarebbero stati infatti molto pi limitati e con ci la possibilit stessa di
compiere razzie a danno di mercanti russi235.
228

Questultimo risultato venne ottenuto grazie alla spartizione della Polonia con Prussia e Austria
nel 1795 (A.Brown et al, op.cit, pp.95-97)
229
E. Allworth (op.cit, pp.9-10) enfatizza giustamente lunit di intenti e azioni di tutte le
popolazioni centrasiatiche in questa fase.
230
La Commissione Bouver, istituita da Caterina per trovare soluzione al problema dei nomadi
svilupper conclusionic si riveleranno essenziali per le politiche russe successive. Punto di partenza dei
lavori fu la constatazione che la costruzione delle linee fortificate aveva privato i nomadi di tradizionali
pascoli di sfogo in cui erano soliti recarsi durante le periodiche variazioni di rotta in caso di carestie. La
soluzione proposta divenne la creazione di aree di pascolo prefissate per ogni aul e la creazione di scuole
tataro-russe (M.B. Olcott, op.cit, p.42).
231
S. Soucek, op.cit, pp.196-197
232
E. Allworth, op.cit, p. 4
233
M.B. Olcott, op.cit, pp. 46-47
234
Alexander Bennigsen & Chantal Quelquejay, LIslam en Union Sovitique, Payot Paris 1969, p.
27
235
M.B. Olcott, op.cit, p.42

55

Un particolare evento assume un significato rilevante in quegli anni e dimostra


lormai irreversibile interazione tra russi e kazaki: la rivolta di Pugachev del 1773-74.
Se le sue cause pi profonde son da ricondurre esclusivamente a questioni di politica
interna, cio i rivolgimenti nella Russia zarista in una fase di rapida modernizzazione, le
vicende che ne hanno scandito levoluzione sono legate alla problematica gestione di un
territorio in crescita, dalle periferie lontane e difficili. Infine questo avvenimento,
seppure coinvolse maggiormente la Piccola Orda che la Media, sar un autentico
spartiacque nella storia di entrambe, accellerandone di l a poco il declino.
La Piccola Orda trarr un immediato vantaggio dalla repressione russa
immediatamente seguita alle sollevazioni, dato che pot cos accedere ai territori oltre
lUral, altrimenti difesi dallesercito. Per salvaguardare la situazione Nur Ali prese a a
inviare uomini e a dare rifugio ai feriti di Pugachev, fino a che lassedio di Orenburg da
parte dei ribelli sembrava rivelare concrete possibilit di successo. Fallito questo, Nur
Ali smise di supportare i ribelli e si riavvicin ai russi, pur rifiutando di inviare delle
truppe. Se un aiuto nella repressione degli ultimi manipoli di ribelli sarebbe stata
premiata ampiamente dai russi, un numero crescente dei suoi uomini prese a criticare il
tradimento. Il momento di difficolt dei russi venne infatti interpretato come proficuo
per una sollevazione collettiva e il loro definitivo allontanamento. Raggiunte
proporzioni di massa, la spinta anti-russa venne catalizzata dal sultano Dos Ali, capo
delle trib pi vicine agli Urali e quindi maggiormente interessate a quei pascoli, che
trasgred gli ordini di Nur Ali, proseguendo le proprie offensive fino almeno allarresto
di Pugachev nel 1775. Anzich interrompersi, la sollevazione nella Piccola Orda assume
proporzioni senpre maggiori ed altrettanto rivolta contro Nur Ali. Nuove trib si
mobilitarono fino al punto che nemmeno Dos Ali fu capace di condurre alla resa quando
apparve ormai chiara limpossibilit di una vittoria. La sua invocazione daiuto a Nur
Ali si rivel improduttiva, cos che furono gli stessi russi a dover intervenire236.
La totale incertezza nel quadro politico e sociale della Piccola Orda,
indipendentemente dalla mutevole personalit di Nur Ali, ormai ridotto a debole
interprete di uno ruolo ormai decaduto, porter da questo momento a continue rivolte
che scandiranno il declino della figura dei khan di questOrda, fino allabolizione nel
1824237.
Il fallimento della rivolta aveva dimostrato limpossibilit di abbattere la Russia e
questo fece cambiare i piani di Ablai Khan. Come gi visto, egli si era ormai assicurato
i pascoli della zungariia grazie allalleanza con i Ching e questo gli aveva fornito un
considerevole vantaggio nel confronto con i russi, aveva consentito di allocarvi un
consistente numero di aul e esiliare di fatto Abul Muhammad, mentre il proprio seguito
continuava ad occupare la fascia a ridosso delle fortificazioni russe. Negli ultimi anni di
Ivi, pp.37-39
Ivi, pp.44-53. In particolare, meritano di essere ricordate la rivolta di Sirim Batir nella Piccola
Orda (anni 80 e 90 del secolo), Isatai Tamin uli della cosiddetta Orda Interna, creata per decreto
imperiale nel 1801 e a cui vennero affidati i pascoli transuralici (anni 30 e 40 del secolo successivo), e
infine Kenisary Qasimov dellOrda Media (anni 40 e 60 del XIX sec.). Con maggiore riferimento al
periodo considerato, la rivolta di Sirim Batir assume un particolare rilievo, sia per la portata militare della
sua azione, che minacci la stessa presenza russa nellarea oltre che una vera e propria guerra civile tra i
kazaki di tutte le appartenenze, ma soprattutto per le istanze rivoluzionarie di cui egli si fece portatore.
Membro del kara suiuk, egli propose la definitiva abolizione della figura del khan e la gestione della vita
della propria Orda esclusivamente attraverso il consiglio degli anziani (anchessi non-nobili). La sua lotta
di classe tuttavia fall: egli non poteva rivendicare il titolo di khan in quanto non ak suiuk, mentre i
consigli degli anziani, pur convocati, non riuscirono mai a trovare soluzioni corali ai vari problemi. Il suo
avvicinamento ai russi, che intendevano attuare legislativamente le sue proposte per riappacificare larea,
lo obblig a fuggire al sud verso Khiva, dove mor probabilmente assassinato per volont del khan locale
che ne temeva la carismatica concorrenza.

236
237

56

vita decise di sfruttare la propria posizione richiedendo alla zarina il riconoscimento del
proprio titolo di khan e una rendita in denaro. Ma Caterina accondiscese a fatica
solamente alla prima richiesta e rifiut fino allultimo la seconda. Anche se non
minacciarono il suo potere sostanziale, la venuta a patti con i russi e lancora recente
ricordo delle orgogliose sollevazioni bastarono a mettere in discussione autorit e
autorevolezza dellormai anziano khan.
Cos alla sua morte nel 1781 il figlio Vali non pot ereditarne n il prestigio, n i
risultati politici. Il controllo diretto delle aree in prossimit dei russi, se era stato motivo
di vanto per Ablai e segno concreto della sua forza, divenne per il figlio causa di
umiliazione e allo stesso tempo di sopravvivenza, posto che egli pot continuare a
governare solo grazie allaperto aiuto russo. Essi di fatto controllavano ora un quarto dei
territori che furono di Ablai, mentre la zungariia rimase unentit separata governata da
khan locali sotto protezione cinese (gli eredi di Qayip, sultano ribelle della Piccola
Orda) e i territori meridionali furono assorbiti dalla Grande Orda, anchessa ormai
protetta dalla Cina.
Per quanto vennero mantenuti buoni rapporti con le altre due Orde e le ostilit si
limitassero ormai solamente al confine con i turkmeni, gli autentici problemi stavano
ora allinterno di quel che rimaneva dellOrda. Il breve tentativo di avvicinamento ai
Ching spinse alcuni sultani a giurare autonomamente fedelt ai russi, cosicch il potere
del khan fu di fatto distrutto. Da questo momento i russi tentarono di disciplinare da
vicino la vita sociale dellOrda, istituendo un tribunale congiunto russo-kazako a
Petropavlosk nel 1798 e nominando un secondo khan nel 1816. La morte di entrambi
nei due anni successivi sanc la formale abolizione del titolo di khan238.
Prima fase del dominio russo (1822-1865)
Nella prima met del XIX sec. gli amministratori russi dovettero quindi per la prima
volta confrontarsi in maniera sistematica con i problemi delle steppe kazake.
Inzialmente si prefer lasciare in vigore la legge tradizionale (adat)239, seppure ormai
priva di effettive capacit di regolamentazione, data la disgregazione del potere khanico.
La gestione della vita quotidiana venne cos esclusivamente delegata alle varie autorit
claniche locali, cio i sultani ma ancor di pi i bii. Lassenza di unautorit superiore
condusse perci allabuso di strumenti tradizionali di composizione delle controversie,
come i raid punitivi contro pascoli e accampamenti (barymtas) e le uccisioni arbitrarie
di ladri e assassini a titolo di risarcimento (kun)240.
Assieme alla degenerazione dei meccanismi giuridici tradizionali, permaneva il
problema dellaccesso ai mercati indiani, cinesi, centrasiatici e persiani241,
strutturalmente vincolato alla sicurezza delle vie carovaniere in territorio kazako.
Questo insieme di fattori spinse definitivamente i russi ad introdurre nuove forme di
amministrazione per le steppe.
Gi nella seconda parte del regno di Caterina II, cio dopo la rivolta di Pugachev e
durante la rivolta di Sirim, un primo breve ed infruttuoso tentativo (1787-1790) di
imporre meccanismi di amministrazione delle steppe era stato introdotto dallincaricato
imperiale Igelstrom. Questo prevedeva labolizione del khanato della Piccola Orda e la
sua spartizione in tre sotto-segmenti (uno occidentale, uno centrale ed uno meridionale),
M.B. Olcott, op.cit, pp. 43-44
A.Bennigsen & M.Broxup, op.cit, p. 20
240
M.B. Olcott, op.cit, pp. 15-16
241
La guerra con i montanari caucasici richieder infatti ancora qualche decennio (data
convenzionale: 1864) per potersi dire conclusa. I traffici con la Persia attraverso il Caucaso perci tutto
ancora erano, fuorch fluidi (A. Ferrari, op.cit, pp. 261-267). In aggiunta, va considerata la maggiore
accessibilit per scambi sistematici del territorio kazako, pur attraverso il deserto turkmeno, il Kopet Dag
e le lunghe distanze, rispetto al Caucaso, che porter a preferire ancora a lungo il Kazakistan.
238
239

57

ciascuno amministrato da un consiglio dei bii. Per quanto questa idea formalizzasse la
gi avvenuta fine del potere khanico e potesse porre fine ai raid del potente Sirim di cui
rispecchiava le richieste, esso venne osteggiato dai discendenti di Abul Khayr, cos
come dai khan dellOrda Media e dallimperatrice stessa, nel mentre intimorita dagli
avvenimenti della Rivoluzione Francese e ora pronta a supportare tutti i monarchi
legittimi delle popolazioni assoggettate242.
Nel 1822 le riforme del governatore generale della Siberia, Michael M. Speransky,
cercarono di dare risposta ai problemi appena descritti. I territori dellOrda Media in
particolare, dove il potere khanico era stato di recente gi abolito, vennero accorpati
allamministrazione civile della Siberia occidentale. Lunit amministrativa elementare
divennero gli aul, composti di circa 15 famiglie e guidate da un bii eletto. Gruppi di
famiglie etnicamente omogenei (volost) sarebbero stati amministrati da sultani eletti dai
bii. Al di sopra dei volost stavano dei distretti, detti okrug, quattro in tutto e governati da
un consiglio (prikaz), presieduto da un sultano e di composizione mista russo-kazaka.
Seppure la funzione di polizia venivano ora affidate ai cosacchi, si pu facilmente
notare come non si intendesse sostituire con la legge civile russa quella consuetudinaria
kazaka, ritenuta da Speransky incredibilmente adatta a divenire il paradigma per la
disciplina delle questioni giudiziarie di tutte le popolazioni nomadiche dellarea. Una
commissione di studio sullargomento venne infine istituita nel 1842 e la legge
consuetudinaria kazaka venne condificata negli anni Sessanta.
Altro punto essenziale di queste riforme sar la questione della sedentarizzazione dei
nomadi. A tal fine, vennero stabiliti svariati incentivi: lassegnazione di terre, che
sarebbero divenute di propriet esclusiva di un capo famiglia, e la distribuzione di
sementi e attrezzi da lavoro; estensioni di terra maggiori sarebbero proporzionalmente
stati concessi a bii e sultani. Complementarmente si posero misure restrittive per le
migrazioni: ai membri degli okrug che avrebbero mantenuto uno stile di vita nomadico
sarebbero stati imposti dei confini che non sarebbero potuti essere superati senza
autorizzazioni. Queste iniziative servirono semplicemente a incrementare il caos gi
esistente: la divisione in ciascun okrug tra nomadi e agricoltori alle prime armi non
limit gli sconfinamenti e persino la violazione delle consolidate divisioni tra i pascoli
di unOrda e delle altre.
Successivamente queste condizioni vennero estese alla Piccola Orda. Come lOrda
Media dipese da Petropavlosk, analogamente il centro amministrativo divenne in questo
caso Orenburg. La differenza principale consistette nella maggiore frammentazione gi
creatasi allinterno di questOrda, per cui venne ripresa lidea delle precedenti riforme
di Igelstrom e il territorio venne diviso tra i maggiori sultani locali in unarea centrale,
occidentale e orientale. Mentre ad Orenburg venne istituita una commissione mista
russo-kazaka per stabilire le direttive di governo, alcuni reggimenti di cosacchi vennero
affiancati a ciascun signore locale per implementarle.
Pur attraverso varie modifiche e perfezionamenti, la riforma Speranskii venne
mantenuta fino alla totale riorganizzazione amministrativa seguita alla conquista dei
territori della Grande Orda. Tuttavia, per quanto i vari signori locali fossero adesso
affiancati da truppe russe e inglobati in strutture amministrative congiunte, la loro base
di potere era erosa a tal punto che tutte le previsioni di effettivo controllo del territorio
fallirono puntualmente nei quarantanni successivi243 e le steppe degenerarono
stabilmente in una condizione di guerra civile244.
In altre parole, per qualche decennio ancora lintervento burocratico sar preferito a
quello propriamente militare; allo stesso modo, non vennero attuate vere e proprie
242
243
244

58

M.B. Olcott, op.cit, p. 47


Ivi, pp. 58-62
Ivi, pp. 62-69

politiche di assimilazione culturale. Le uniche popolazioni slave a metter piede in


territorio kazako rimanevano i cosacchi qui inviati con funzione di polizia, mentre la
religione non rappresentava ancora un elemento di discriminazione: moschee e madrase
poterono lentamente continuare ad aumentare, mentre i diritti del clero islamico non
vennero per il momento limitati245.
Tuttavia, in particolare la posizione dellaristocrazia rimase piuttosto ambigua, in
questo momento e fino almeno alla fine dellImpero246. Da un lato, tutti i membri
dellak suiuk poterono mantenere il proprio titolo, seppure non vennero mai assimilati
alla nobilt russa, nonostante prestassero analogamente servizio nella burocrazia
dellImpero247. Per giunta, nello stesso istante questo privilegio veniva invece concesso
ai ben pi ostici nobili del Caucaso o agli europei, sia cattolici che protestanti, che
prestavano servizio a corte in qualit di tecnici248. Il differente peso strategico dei nobili
kazaki tuttavia non determin un trattamento fiscale eccessivamente svantaggioso: per
quanto privati di un qualsiasi potere politico concreto, essi rimanevano gli alleati dei
russi in loco e il benessere rimaneva la migliore precondizione per la fedelt. Infine,
venne concesso ai loro figli di frequentare le scuole militari di Omsk e Orenburg, aperte
rispettivamente nel 1813 e nel 1825. Pot cos iniziare fin dalle primissime fasi un
processo di progressivo avvicinamento alla cultura occidentale, che sar una delle
principali differenze con le popolazioni delle valli determinata dalla prolungata presenza
russa nellarea249.
Allo stesso modo, lanticipata penetrazione commerciale comincer in questepoca a
produrre i primi effetti. Se fino a quel momento qualsiasi transazione si era svolta in via
informale, lemergente industria russa imponeva un pi massiccio accesso ai mercati
asiatici che implicava un maggiore attivismo da parte statale. In particolare, data la
scarsa qualit dei beni tessili prodotti dallindustria russa, questi non potevano
competere con i gi pi raffinati prodotti tessili disponibili sui mercati europei250, al
contrario di come sarebbero stati in grado di fare con i beni prodotti con le tecniche
artigianali tradizionali251. A tal fine la penetrazione amministrativa si trasform in un
semplice strumento per rafforzare i commerci: tutti i beni in entrata necessari
alleconomia russa come cotone grezzo, medicine, pesci e bestiame erano sottoposti a
dazi minimi, mentre tutti quelli che vi potevano concorrere erano deliberatamente
sovrattassati. Tuttavia, anche se vennero consolidate le vie commerciali, stabilite sulla
base dei precedenti percorsi esplorativi, esse rimanevano infrequenti, date le grandi
distanze e le perturbazioni estive e invernali; infine, i rischi connessi ai viaggi si
riflettevano sui prezzi estremamente alti252.
Se cos non azzardato affermare che lambiente stesso funzion in maniera tale da
sfavorire una penetrazione eccessivamente rapida e traumatica, altrettanto vero che
linterazione commerciale con i russi produsse fin dalla seconda met del XVII sec. i
primi effetti sulleconomia locale, prima sui commerci e poi sullo stesso nomadismo per
loro tramite.

A.Bennigsen & M.Broxup, op.cit, pp.20-21


Ivi, pp. 23-24
247
M.B. Olcott, op.cit, p. 60
248
A.Bennigsen & M.Broxup, op.cit, pp. 14-16
249
Ivi, pp. 20-21
250
M.A. Khan, op. cit, p.x
251
M.B. Olcott, op.cit, p. 57
252
Normalmente esse avevano cadenza periodica, una o poco pi in un anno. In particolare, esse
potevano circolare solo nella bella stagione che, per quanto comunque ostile, permetteva il transito al
contrario delle ghiacciate invernali. Ogni carovana era normalmente composta da centinaia di cammelli e
il raggiungumento della destinazione richiedeva in media due mesi (Ivi, pp. 69-71).
245
246

59

In particolare la composizione e le percentuali dei beni scambiati sono sintomatici dei


massicci cambiamenti sottostanti. Cos se nella prima met del secolo gli animali
maggiormente richiesti erano i rinomati cavalli kazaki, che potevano essere facilmente
suppliti dalle tecniche tradizionali di allevamento, nella seconda met essi vennero
progressivamente sostituiti dalle greggi di ovini. Nel mentre si faceva lentamente strada
lallevamento di bovini, sconosciuto fino a quel momento e particolarmente inadatto al
territorio steppico. Agli albori del XIX sec. il cavallo venne praticamente escluso dagli
scambi, anche grazie al completamento della penetrazione in Siberia, dove i cosacchi
erano in grado di allevarli in prossimit dei propri accampamenti. Di contro, per quanto
riguarda i beni in entrata nelleconomia kazaka, lapprovvigionamento di grano e altri
beni agricoli si ridusse progressivamente nello stesso lasso di tempo253. Questa
variazione coincide con la maggiore penetrazione russa nellarea ed probabilmente da
attribuire al venir meno della necessit di utilizzare i beni agricoli come strumento per
conquistarsi le grazie di khan o sultani locali da parte di S.Pietroburgo.
Ovviamente, la carenza di beni cos preziosi, specialmente per lOrda Piccola e
Media, pi distanti in tutti i sensi dalle valli, ebbe forti ripercussioni sulleconomia
locale e sulle necessit della popolazione. La sedentarizzazione che ne segu tuttavia
solo indirettamente legata al problema del sostentamento. I kazaki intuirono da subito
gli estremi potenziali dellallevamento dei bovini e dimostrarono una considerevole
capacit di adattamento in questo senso. Tuttavia, i pascoli a disposizione si erano nel
mentre ridotti e i bovini richiedevano quantitativi di foraggio ben superiori a quelli degli
altri animali. In questa fase di transizione perci la sedentarizzazione e lagricoltura
furono piuttosto indotti dalla necessit di garantire il nutrimento ai nuovi animali. In
assenza di altri interlocutori commerciali, esclusivamente i russi avrebbero supplito
grano e altri beni agricoli, rendendo molto pi dipendenti le popolazioni settentrionali
dalle esportazioni russe254.
Inoltre, le fiere e i mercati stagionali che avevano luogo nelle sempre pi ampie e
popolose citt russe ai bordi delle steppe, cos come le incursioni di mercanti sarti dal
Turkestan o tatari provenienti da Kazan, permisero lintroduzione dei nuovi beni di
fattura industriale anzich artigianale, creando bisogni fino ad allora sconosciuti. Questi
erano essenzialmente attrezzi in metallo per i campi ed in minor misura beni di lusso,
specialmente abiti femminili e variopinte stoffe in seta o cotone per la decorazione
interna delle yurte, che conobbero una diffusione notevole in pochi anni.
Infine, vi fu uninusuale crescita del lavoro artigianale; la competenza dei nomadi nel
lavorare il cuoio, in particolare per produrre selle e legamenti per i cavalli, si rivelarono
estremamente competitivi sui nuovi mercati. Tuttavia, lincremento di queste produzioni
tradizionali, non in competizione con la nascente industria russa, erano spesso vissute
dagli interessati, alla pari della pesca o dellagricoltura coltivazione, come un espediente
momentaneo, finalizzato al proprio riscatto come allevatori255.
In altre parole, limportanza dei beni prodotti dalleconomia kazaka tradizionale
scem inizialmente a favore del cotone e degli altri beni agricoli provenienti dai khanati
meridionali. In seguito leconomia kazaka dovette progressivamente trasformarsi per
non essere relegata al semplice al ruolo di intermediaria, abbandonando le produzioni
pi tipiche in favore di nuove, estranee e meno compatibili dal punto di vista
dellequilibrio ambientale. Questa trasformazione tuttavia permise ai russi di svolgere al
nord la funzione che per secoli avevano svolto le valli a sud: luogo di destinazione delle
merci prodotte, centro di scambio, punto di riferimento inevitabile e complementare
alleconomia kazaka. La differenza essenziale fu che i centri delle valli non avevano

253
254
255

60

G.J. Demko, op.cit, p. 31


M.B. Olcott, op.cit, pp. 84-85
E.E. Bacon, op.cit, pp. 93-95

mai dispiegato una capacit espansiva e di penetrazione paragonabile a quella russa in


quegli anni.
In conclusione, questo periodo di transizione dalla semplice collaborazione
commerciale, improntato sulla prudenza strategica, al dispiegamento delle prime
effettive funzioni di controllo caratterizzato da una semplice quanto essenziale catena
di fattori. La riduzione dei pascoli non era stata del tutto compensata dal commercio e
rimanevano molte ragioni di insoddisfazione tra la popolazione, anche tra quella pi
disponibile al cambiamento; di contro, la dipendenza commerciale dei kazaki dai beni
russi e dalle esportazioni verso i loro mercati non era ancora in grado di sostituire a
pieno le fonti di sopravvivenza tradizionali; la debolezza del potere politico impediva
adeguate forme di resistenza a queste trasformazioni. Levoluzione di questo stato di
cose non sar tanto dettato da una qualche strutturata reazione della popolazione kazaka,
i cui membri agiranno ormai in maniera del tutto indipendente e diversificata, ma
piuttosto dalla decisione unilaterale dellImpero russo di rafforzare la propria presenza
nelle steppe.
La conquista della Grande Orda e delle valli (1865-1905)
La Grande Orda, la pi antica, la meno numerosa e la pi fortunata per la bont dei
pascoli, era anche quella stanziata nei primi territori conquistati dal nascente popolo
kazako e la pi distante dal futuro dominatore russo. Per questo stesso motivo essa fu
anche lultima ad entrarvi in sistematico contatto (inizi del XIX sec.) e solamente a
seguito dellavanzamento amministrativo tra le altre due Orde. Durante il
pluridecennale travaglio della Piccola e della Media Orda, essa si trov invece a diretto
contatto con gli altri grandi soggetti esterni dellarea, i zungari a oriente e i regni delle
valli a sud. Le dinamiche che seguirono furono in parte simili e in parte assolutamente
originali rispetto al resto della popolazione kazaka. Da un lato, la Grande Orda fu
lultima ad essere attaccata dai zungari, ma anche la prima a sottomettervisi e a giurare
fedelt ai cinesi, quando questi ne presero il posto nel 1756. Dallaltro, sempre pi
cospicui segmenti di popolazione erano emigrati a nord ed avevano giurato fedelt alla
Russia, cos come altri vennero invece assorbiti di volta in volta dai vari khanati
meridionali. Allalba della conquista russa, la Grande Orda si poteva considerare divisa
in maniera del tutto analoga a quella delle altre due: una parte godeva dei preziosi
pascoli zungari; unaltra aveva assunto uno stile di vita semisedentario nei pressi di
Tashkent e divenne suddita di Kokand; lultima infine aveva occupato i territori pi ad
occidente e per questo era riuscita a mantenersi ben pi indipendente.
Il principale contendente dei russi per la supremazia nellarea era al momento
Kokand, analogamente impegnata in uno speculare sforzo di assorbimento delle
popolazioni kazake. Per giunta, il supporto di Bukhara e Khiva ebbe buon gioco nel
rafforzare le mire espansionistiche di Kokand in nome dellIslam e della resistenza
allinvasore infedele. I kazaki erano divisi sul da farsi: da un lato, lak suiuk supportava
la protezione di Kokand in quanto garantiva loro il mantenimento delle tasse sul
bestiame che contribuivano al loro benessere, mentre il kara suiuk veniva sottoposto ad
una doppia tassazione, cio la zakat e lushur del diritto islamico affianco a quelle
tradizionali. Ma per quanto la storiografia sovietica abbia enfatizzato queste ragioni
materiali, pare molto pi sensato credere che la maggior parte dei kazaki della Grande
Orda supportassero i khanati meridionali, grazie alla cui vicinanza il processo di
islamizzazione aveva conosciuto i maggiori risultati tra la popolazione kazaka256.
Ciononostante, la fazione occidentale nel tentativo di salvaguardare la propria
indipendenza chiese aiuto alla Russia, cui giur fedelt nel 1818. Le norme della
256

La Semirechia, con i mausolei della citt di Turkestan, lattuale Tashkent, rimane tuttoggi
unarea centrale per il culto islamico locale.

61

riforma Speranskii vennero rapidamente estese ed adattate, mentre solo pochi anni pi
tardi un distaccamento cosacco si insediava nel nuovo territorio e nuove fortificazioni
venivano edificate lungo i bordi meridionali delle altre due Orde257. Di l a poco
vennero assorbiti in maniera del tutto pacifica il resto dei territori e anche la Grande
Orda seguir il destino delle altre, venendo formalmente abolita dai russi nel 1848 ed
infine sottoposta nel 1854 alla guberniia di Semipalatinsk. Con labolizione dellultima
Orda si pu considerare concluso il periodo di guerra civile in atto nel corso dei tre
decenni precedenti, cosicch le maggiori minacce alla sicurezza provenivano ora
solamente da meridione258.
La conquista della Grande Orda e dei suoi territori, la Semirechia e lalto Syr Darya,
assumeva anche un notevole significato simbolico e strategico, posto che la conquista
dei territori kazaki pi difformi per caratteristiche ambientali e forme di stanziamento,
gli stessi definiti in precedenza il limen tra sedentari e nomadi, fu preliminare alla rapida
conquista delle valli, cos che per tempi e modalit possono essere correttamente
assimilati e percepiti come un unico fenomeno.
E di fatto la popolazione della Grande Orda fu il primo pretesto di scontro frontale tra
i khanati meridionali e Russia. Dimenticata la sconfitta patita ai tempi di Pietro I, una
nuova spedizione venne inviata verso Khiva nel 1839 con il deliberato intento di
conquistarla259. La cocente sconfitta patita dalla missione Perovskii interromper per
alcuni decenni qualsiasi intento dulteriore avanzamento, ma rappresenter allo stesso
tempo un punto di svolta cruciale nella strategia russa, che in particolare spinse
allaccellerazione della creazione di una linea di forti lungo il Lago dAral, il Syr Darya
e lIli, del tutto analoga a quella settentrionale e quella intrasteppica di recente
formazione260.
Nel mentre le rapide evoluzioni dello scenario internazionale divennero il principale
pretesto per una maggiore dinamicit in Asia Centrale. Innanzitutto, le clausole del
Mar Nero, sancite durante il Congresso di Vienna, impedivano alla Russia di muovere
guerra nel Meditterraneo attraverso questo accesso261. La successiva posizione di
predominanza inglese sul Meditterraneo orientale ne fece il tutore pi influente
dellormai decadente Impero Ottomano, i cui stretti (Bosforo e Dardanelli)
rappresentavano invece unambizione dei russi fin dai tempi di Pietro I. Cos la Guerra
di Crimea (1853-56) esacerb ulteriormente gli attriti con gli inglesi, che imposero un
embargo totale sui russi per i preziosi approvvigionamenti di cotone262. Ma proprio a
seguito di questa rovinosa sconfitta la corte e gli ambienti militari russi videro in
unazione militare di successo la soluzione per rilanciare limmagine del paese263.
Nel mentre la rivoluzione americana aveva privato la Gran Bretagna della sua colonia
pi importante e intendeva ora sostituire il cotone ivi prodotto, cos importante per la
propria industria tessile, attraverso una crescente influenza sui khanati centrasiatici via
India e Afghanistan264, fatto questo che poneva un ulteriore problema rispetto
allaltrettanto antica e frustrata ambizione russa sulla stessa India (ormai
indiscutibilmente colonia inglese). Infine, la Guerra Civile americana negli anni
Sessanta del secolo, determin una totale sospensione delle esportazioni e nuovamente
un drastico taglio sui rifornimenti di cotone russi265.
257
258
259
260
261
262
263
264
265

62

M.B. Olcott, op.cit, pp. 71-72


S. Soucek, op.cit, pp. 197-198
E. Allworth, op.cit, pp. 6-7
M.B. Olcott, op.cit, pp. 72-73
A.Brown et al, op.cit, p. 99
M. A. Khan, op.cit, p.x
M.B. Olcott, op.cit, p. 74
E. Allworth, op.cit, p. 8
M. A. Khan, ibidem

LAsia Centrale si poneva quindi come lunico settore strategico penetrabile dati gli
accordi e la situazione europei, oltre che quello dove si profilava la minaccia pi
concreta, cio quella dellavvicinamento britannico266. Ma allo stesso tempo era quello
che poteva comparativamente ed indirettamente offrire i maggiori vantaggi: attraverso
questa annessione si riteneva infatti che la Russia avrebbe potuto svolgere in Asia il
ruolo che diveniva della Francia in Africa, con il vantaggio aggiunto di potersi porre
come un rivale continentale della marittima Gran Bretagna, data la diretta, per
quanto ampia, continuit territoriale. Infine, si ritenne che unaccresciuta importanza ad
oriente avrebbe probabilmente bilanciato il vantaggio britannico nella Questione
Orientale e aiutato ad ottenere gli ambiti Stretti Turchi267.
Per quanto si intendesse evitare per il momento uno scontro diretto per le possibili
reazioni di Cina e Gran Bretagna, oltre che per pianificare adeguatemente le strategie e
mobilitare adeguate risorse, di l a poco la situazione precipit rapidamente:
limprovvisa offensiva di Kokand sul forte di Vernyi (la futura Alma Ata) nel 1861 fece
emergere il problema delle competenze amministrative nellarea. Le reazioni dei
governatori generali di Orenburg e Petropavlosk, parimenti autorizzati ad uneventuale
rappresaglia, furono opposte e mostrarono una certa debolezza e inaffidabilit al rivale,
colpito solamente su alcuni forti dagli uomini di Orenburg, mentre Petropavlosk cercava
di riallacciare i rapporti. Il trattato anglo-afgano dellanno successiv moltiplic le
paure di Alessandro II, mentre la repressione della rivolta polacca nel 1863 determin
un ulteriore perdita di prestigio in Europa, per cui lo zar ordin la stesura di un piano
dattacco congiunto per il 1864. La conquista non pianificata di Tashkent nel 1865 per
lavventata iniziativa del generale Chernaiev pose non pochi problemi diplomatici con
gli inglesi, pur blanditi dalla sua rimozione dallincarico268. Questa azione rispondeva
comunque ad un bisogno strategico ben preciso, cio garantire la maggiore sicurezza
possibile ai confini meridionali kazaki, di cui Tashkent era il naturale sigillo. Non un
caso quindi che sia la data di questa conquista a segnare convenzionalmente il
completamento della conquista del Kazakistan, seppure non la fine della campagna
centrasiatica. Seppure la diplomazia russa continuasse a optare per delle relazioni
pacifiche con i tre khanati, nel giro di soli tre anni inizieranno nuove offensive, poi
destinate a produrre i propri effetti altrettanto rapidamente con la conquista di Khiva e
Bukhara nel 1873 e infine di Kokand nel 1876, compiutamente sconfitte nel 1884269 e
pacificate nel 1895 con la sconfitta delle trib turkmene270. Nel complesso, la temuta
resistenza centrasiatica o le reazioni diplomatico-militari della Gran Bretagna furono
molto inferiori al previsto. Il numero di morti da parte russa fu molto contenuto, cos
come la Gran Bretagna si lasci rassicurare da pochi impegni formali. I khanati
meridionali erano gi stati indeboliti dallisolamento commerciale e dalla divisione
politica, che si erano poi tradotti in truppe inefficienti ed armamentari arretrati. Infine,
la crisi economica aveva reso le popolazioni diffidenti e disaffezionate ai propri
governanti. Tutto apparve infine propenso ad una rapida ed efficace civilizzazione271.

266

Il valore dellarea per i rapporti tra la Russia e la Gran Bretagna rimase inalterato fino) alla
Prima Guerra Mondiale (Hlne Carrre dEncausse, Systematic Conquest. 1865 to 1884, pp. 149-150 in
Allworth, op.cit.). Lassenza di significative potenze concorrenti lasciava questo settore asiatico un
affare privato russo-britannico, cos che vi sarebbe stato possibile intervenire senza alcun
coinvolgimento di altre potenze europee, al contrario di un impegno europeo come ad esempio accadr
con la Guerra di Crimea nell800.
267
G.J. Demko, op.cit, pp. 35-36
268
M.B. Olcott, op.cit, pp. 74-76
269
S. Soucek, op.cit, pp. 198-199
270
G.J. Demko, op.cit, p. 40
271
H. Carrre dEncausse, op.cit, p. 149

63

Ma la nuova acquisizione pose immediatamente sconosciuti problemi di ordine


amministrativo per unarea sempre pi estesa, distante dalla madrepatria e ormai
differenziata al proprio interno. Dal 1866 al 1898 il complesso dellarea centrasiatica,
kazaka e non, conobbe notevoli rivolgimenti nellorganizzazione amministrativa,
determinata innanzitutto dalla profonda ignoranza della regione e delle sue popolazioni.
In maniera esattamente speculare al Caucaso o ai tatari, stimarono di eccessivo valore
alleati come (prima i khan e poi) laristocrazia nelle steppe kazake, privi di potere reale
e ormai tenuti in naftalina dalla stessa presenza russa. Questo imped spesso di
cogliere le reali aspirazioni delle popolazioni conquistate, costringendo a continui
adattamenti e ritocchi legislativi man mano che questa realt cominciava a essere
compresa in maniera via via pi esatta.
Uno dei fattori furono le stesse modalit della conquista centrasiatica nel suo
complesso: neppure in Kazakistan la conquista militare fu preceduta, come nel caso
siberiano o in parte caucasico, da un significativo movimento di poveri contadini russi
alla ricerca di nuova terra. Dopo un fugace tentativo agli inizi del diciassettesimo secolo
lintera regione rimase ben protetta dallincursione di cosacchi o contadini. Questo ebbe
essenzialmente due conseguenze: la conquista (al contrario della Siberia272) fu
essenzialmente politica, cio basata esclusivamente sul dialogo tra le gerarchie
militari russe vincitrici e le diversificate ed irrequiete popolazioni locali, quindi senza
un momento di confronto sociale pregresso a far da mediatore e fornire esperienza dei
nuovi interlocutori. Contemporaneamente, questo consent alla Russia di disporre
inizialmente in maniera del tutto libera del nuovo territorio, senza trovarsi cio a gestire
il pressante problema di coloni da proteggere o ammansire, ma piuttosto a determinarlo
in un secondo momento273.
Gi da qualche anno prima della conquista, commissioni e spedizioni erano state
istituite per valutare nuove possibilit di organizzazione amministrativa del territorio.
Era evidente infatti che lorganizzazione bicefala Orenburg-Petropavlosk poneva
quotidianamente problemi di ordine pratico che le nuove acquisizioni avrebbero
semplicemente moltiplicato. Tuttavia, solo a seguito delleffettiva conquista di
Tashkent che alcuni mesi dopo venne isituita una commissione di studio, detta delle
Steppe, composta da quattro membri e presieduta dal colonnello Giers. Dopo essersi
recata sul posto, essa consegner ufficialmente i propri suggerimenti due anni pi
tardi274. La Commissione ebbe lincarico di redigere le bozze di due statuti distinti, uno
per le steppe kazake ed uno per le valli. Nel mentre, circostanza non casuale, uno statuto
militare provvisorio rappresent il primo paradigma per lamministrazione dei nuovi
territori, secondo il quale questa doveva essere improntata sulla minima interferenza
possibile nelle questioni locali275.
272

Il paragone tricefalo (Kazakistan, Siberia e Volga) e merita una distinzione tra conquista e
gestione. Anche la valle del Volga venne prima occupata da gruppi cosacchi, ma questi non
spodestarono le popolazioni locali come nel caso siberiano, n avrebbero potuto dato che i regni tatari
erano delle compiute entit statali. Diverso il caso siberiano: allepoca i cosacchi erano gi stati affiancati
dallesercito imperiale e lunico barlume di potere politico centrale, il khanato appunto di Sibir, venne
precocemente sconfitto dopo le prime incursioni. Infine, gli antichi legami con il mondo tataro-mongolico
(come rivelato dallo stesso caso di Ivan IV) non resero nevralgica una prima conquista o penetrazione
informale. Inoltre, la Siberia era al contrario della valle del Volga un territorio ampissimo e
maggiormente ostile, in cui le comunicazioni erano pi difficili e che perci facilitava la divisione
politica. La penetrazione metro per metro da parte di agguerriti manipoli militari si rivel plausibile,
mentre la sua gestione unitaria richiedeva un potere politico estremamente forte e dotato
economicamente. Probabilmente lo stesso afflusso e deflusso commerciale determinato da questi territori
rese capace la Russia di farsene carico.
273
Hlne Carrre dEncausse, Organizing and Colonizing the Conquered Terriories, p. 151, in
Allworth (a cura di), op.cit.
274
M.B. Olcott, op.cit, p. 78
275
H. Carrre dEncausse, op.cit, pp. 151-152

64

Le conclusioni della Commissione partirono da specifici presupposti e giunsero ad


alcune conclusioni estrememante significative per le evoluzioni a venire. Per quanto
concerneva i kazaki si espresse lidea che rappresentassero una popolazione
assolutamente definita e a s stante per discendenza, lingua, religione e stili di vita. Di
conseguenza si doveva sviluppare una soluzione amministrativa unitaria per questa
popolazione, dato che lassetto allora vigente era assolutamente deficitario e inadatto a
causa della divisione di competenze tra Orenburg e Petropavlosk. Laltro assunto
essenziale era che i kazaki rappresentassero ormai una popolazione dellImpero a tutti
gli effetti in virt della lunga conquista e che quindi unamministrazione russa dovesse
qui essere istituita, pur se ancora nel rispetto delle specificit della popolazione. Da tali
assiomi non poteva che discendere linesorabile corollario dellassimilazione culturale,
seppure da intraprendere in maniera estremamente prudente.
Dal punto di vista istituzionale, le proposte avanzate furono essenzialmente due:
lorganizzazione del territorio kazako come una provincia (guberniaa) a s stante e il
mantenimento della legge penale russa affianco a quella civile tradizionale, sia per le
norme, che le procedure da seguire e gli organi incaricati a farle valere. Dal punto di
vista sociale, venne invece proposta la sedentarizzazione della popolazione, seppure
sempre in maniera graduale e non violenta. Il problema essenziale era il controllo di
movimenti da una parte allaltra della guberniia di cospicue masse di nomadi, seppure
vennero contemporaneamente riconosciuti tutti i problemi esistenti, la scarsa
competenza kazaka come agricoltori e linadeguatezza del territorio a tale conversione,
affinch una tale svolta potesse essere spontanea e non traumatica276.
I kazaki infatti erano soliti seminare senza irrigare regolarmente e abbandonavano i
campi una volta che essi si erano esauriti277, in maniera non dissimile dal passato,
quando si limitavano a raccogliere le erbe spontanee cresciute lungo i fiumi.
Disponevano poi esclusivamente di utensili di legno, cio di un materiale abbastanza
raro da reperire, rapidamente deteriorabile se utilizzato come attrezzo nei campi e perci
inefficiente per la quantit di lavoro che ci si poteva compiere, ed anti-economico in
quanto doveva essere sostituito dopo un breve utilizzo. Solamente tra i neosedentari del
nord si diffondevano attrezzi da lavoro in metallo, ottenuti dagli scambi nei mercati dei
forti russi. Per giunta, anche quando gli agricoltori kazaki settentrionali pi evoluti
erano in grado di coltivare efficacemente la terra, non erano altrettanto capaci di
piazzare adeguatamente la merce, solitamente acquistata sottocosto da spregiudicati
mercanti russi o tatari278. Infine, seppure larea degli insediamenti russi si ponesse ora
come un nuovo polo della sedentarizzazione, analogamente a quanto svolto in passato
dal limen costituito dai fiumi a meridione e ormai in competizione con questo,
anche vero che la diffusione dellagricoltura non si traduceva questa volta
necessariamente in sedentarizzazione. Per quanto alcuni kazaki avessero accettato le
lusinghe dei russi per la costruzione di stalle per gli animali, magazzini per il cibo ed il
grano o abitazioni in legno e persino pietra, questo non signific che queste strutture
non venissero momentaneamente abbandonate per seguire le mandrie. Molte delle
pratiche tradizionali riuscirono cos flessibilmente a sopravvivere per qualche decennio
e lagricoltura pot essere praticata senza la necessit di definire dei diritti di propriet
sulla terra, la cui stessa idea era totalmente estranea ai kazaki.
Rimaneva poi valida lintuitiva constatazione che i terreni fossero molto pi adatti ai
pascoli che ad uno sfruttamento agricolo, cos come il bestiame rappresentava un bene
comparativamente molto pi utile per leconomia imperiale, oltre che complementare al
grano prodotto nella madrepatria e perci facilmente scambiabile. Infine, lesperienza
M.B. Olcott, op.cit, p. 77
Marco Buttino, La Rivoluzione capovolta. LAsia Centrale tra il crollo dellimpero zarista e la
formazione dellURSS, LAncora del Meditteraneo Ed, Napoli 2003, p. 56
278
E.E. Bacon, op.cit, p. 95
276
277

65

pi recente dimostrava come buona parte dei rivoltosi negli anni Trenta e Quaranta
fossero stati nomadi costretti a praticare lagricoltura pur di sopravvivere.
Ma seppure i dubbi della Commissione riflettessero unesitazione diffusa tra i tecnici
russi e mai tramontata dallepoca delle riforme Speransky, si decise di proseguire sulla
strada della sedentarizzazione indotta. Certamente non agirono in questo senso semplici
fattori economici, in quanto piuttosto prevalse lantica e mai confermata convinzione
che lagricoltura e la sedentarizzazione fossero comunque il presupposto per una
maggiore possibilit di controllo di una popolazione nomade279.
Le conclusioni della Commissione vennero accolte da un apposito comitato, detto
Comitato Speciale, composto dal ministro degli Interni e degli Esteri e presieduto da
quello della Guerra. Un lungo e acceso dibattito port a molteplici trasformazioni degli
statuti provvisori del 1867 (Trkestan) e del 1868 (steppe), che pure continuarono a
regolamentare lamministrazione locale per alcuni decenni. Solo nel 1886 venne dato un
assetto definitivo alla guberniaa del Turkestan (Trkestan Kray) e nel 1891 a quella
delle Steppe (Steppnoy Kray), che alterarono in buona parte il carattere pacato e
pragmatico dei lavori della Commissione, oltre che portare a diverse riorganizzazioni
delle strutture amministrative vigenti280. Nel frattempo, lamministrazione provvisoria
di questi territori si era rivelata difficoltosa, specialmente sia nellattrarre validi
funzionari imperiali e la corruzione, specie a medio e basso livello, era divenuta
estremamente diffusa contribuendo ai riassestamenti di giurisdizioni e competenze tra
luna e laltra provincia. Complementarmente, le spese supereranno entrate e risorse
messe a disposizione da S.Pietroburgo, rendendo impossibile garantire tutti i sussidi e
gli incentivi allagricoltura in precedenza promessi ai kazaki281.
Tuttavia nellintero periodo, sia a legislazione provvisoria che in seguito, venne
mantenuto il carattere militare della nuova amministrazione (anzich civile come nel
resto del paese) e vennero conferiti poteri eccezionali ai governatori in virt della
lontananza delle nuove province. Questi due elementi vennero completati dal
mantenimento di un terzo elemento suggerito dalla Commissione, cio la non-ingerenza
in tutte le questioni locali che non avessero carattere politico. Questo implic il
mantenimento di un doppio sistema giudiziario russo-kazako e di meccanismi di
elezione di rappresentanti per lapparato burocratico locale282. Tuttavia, vennero
apportate alcune significative modifiche: la riorganizzazione territoriale alla base del
nuovo assetto amministrativo, giudiziario e fiscale, le politiche sulla terra e quelle verso
i musulmani.
I territori kazaki vennero complessivamente suddivisi in sei regioni (oblast). Due di
questi, Semirechia e Syr Darya, entrarono a far parte della provincia delle valli,
separandosi cos dal resto del territorio popolato da kazaki. Ogni oblast era suddiviso in
province (uezd), con a capo dei funzionari russi (nachalnik). Questi, nominati dal
governatore generale delloblast, erano solitamente dei militari e divennero gli autentici
mediatori con le popolazioni locali. Le uezd vennero nuovamente divise in distretti
(volost), sotto controllo di ufficiali kazaki (upravitel), eletti ogni tre anni da
unassemblea di aqsaqal e confermati dal nachalnik. Anche gli aul, composti ciascuno
da 100-200 famiglie (kibitka), sopravviveranno come lunit amministrativa pi
semplice nel nuovo assetto. Lamministrazione a livello locale garantiva una cospicua
rappresentanza indigena e in apparenza non era molto dissimile da quella tradizionale:
ogni aul era sempre guidato da un aqsaqal, il cui diretto interlocutore erano ora gli
amministratori russi degli uezd, anzich i bii.
279
280
281
282

66

M.B. Olcott, op.cit, pp. 83-86


H. Carrre dEncausse, op.cit, p. 152
M.B. Olcott, op.cit, p. 86
H. Carrre dEncausse, ibidem

Ma i nomadi non vennero suddivisi tra aul in base alla loro appartenenza tribale o ad
eventuali alleanze, ma rispetto ai luoghi in cui avevano degli insediamenti stabili.
Questo alter la natura stessa del potere degli aqsaqal e specialmente degli upravitel.
Questi ultimi divenivano i rappresentanti di una comunit stanziata in un determinato
territorio e non pi di un clan, come i bii del passato. Di contro, tale carica era
particolarmente ambita, dato che consentiva di agire da interlocutori dei russi e
conferiva parecchio potere. La competizione che si scatenava al momento dellelezione
tra le varie trib concorrenti rese quindi il sistema particolarmente vulnerabile alla
corruzione attraverso versamento di denaro, brogli elettorali o semplici violenze283.
Nelle aree pi arretrate, quelle in cui il nomadismo manteneva una sua ragione
dessere e il ricordo della tradizione non era ancora completamente sfocato, lautorit
dei capi locali, aqsaqal e upravitel, venne ulterioremente umiliata dal fatto di non poter
assegnare autonomamente la terra rispettivamente alle kibitka ed agli aul. Di contro,
qualsiasi avanzamento di posizione per s ed il proprio clan non era pi determinato da
qualche merito politico o militare, ma esclusivamente dalla connivenza con i russi. Cos
la pur debole meritocrazia vigente nella societ tradizionale, la stessa che aveva
permesso lascesa di alcuni khan e ribelli storici, venne ora ulteriormente
sterilizzata dallinaudito meccanismo della nomina da parte russa, che condizionava
dal principio la gi alterata farsa elettorale. Nel mentre era preclusa a priori la possibilit
di accesso alle cariche medio-alte, assegnate dal potere centrale esclusivamente a
funzionari e militari russi284. A sigillo di questo impianto amministrativo, denso di
implicazioni politiche, rimaneva il fatto ineluttabile che i funzionari kazaki, per quanto
fedeli e vicini ai russi che fossero, mancavano di qualsiasi competenza o visione
dinsieme del nuovo sistema amministrativo per poter assumere incarichi medio-alti.
Queste trasformazioni si fondavano logicamente su una nuova concezione giuridica
della terra, che venne dichiarata di propriet statale. Nella tradizione lidea di propriet
della terra non era poi cos estranea: ogni trib occupava un determinato territorio, entro
cui ciascun aul aveva il diritto di migrare. E quando sia guerre, che carestie non
obbligavano ad alterare i processi migratori, gli aul occupavano le stesse aree come
accampamenti invernali e seguivano gli stessi percorsi. Quindi per quanto esistesse un
semplice diritto di usufrutto, e non di propriet, lidea di un legame stabile con un
determinato appezzamento di terra non era del tutto assente. In seguito, nella fase di
transizione in cui allinfluenza russa si somm quella di uzbeki e tagiki spossessati, i
kazaki cominciarono spontaneamente a riconoscere la propriet privata della terra.
Inizialmente essa era legata alla costruzione di campi invernali permanenti: su di essi e
sui territori circostanti una famiglia poteva vantare dei diritti di propriet, trasferirli in
eredit o venderli. Successivamente questo trattamento venne esteso ai campi
coltivati285.
Ma poco pi in l, al termine di questo processo, lultimo intervento legislativo russo
alter definitivamente questo quadro pre-giuridico (cio basato su vaghe convenzioni
non codificate). La propriet statale delle terre ne rendeva lutilizzo una magnanima
concessione del potere centrale russo che, sottoponendo questi territori allo stesso
trattamento giuridico del resto dei territori imperiali, presumeva di potervi anche
esercitare lo stesso tipo di controllo. Cos gli aul vennero organizzati su base territoriale
e censiti, divenendo unit migratorie indivisibili e limitate negli spostamenti. Gli oblast
divennero il territorio pi ampio entro cui migrare, mentre era necessaria
unautorizzazione per varcare persino i confini del volost. Ovviamente i kazaki
trasgredirono regolarmente queste prescrizioni, almeno fino al momento in cui i russi

283
284
285

67

M. Buttino, op.cit, pp. 61-62


M.B. Olcott, op.cit, p. 104
E.E. Bacon, op.cit, p. 99

non poterono implementarle efficacemente con larrivo massiccio di coloni nella


seconda met del secolo286.
Per qualche tempo ancora rimarr infatti una certa separazione tra le popolazioni non
russe e quelle russe o slave in genere, sia sul piano giuridico (e legislativo), per cui i
centrasiatici vengono ancora considerati stranieri (inorodtsy), che su quello sociale (ed
amministrativo) della quotidianit dei rapporti, per cui non si assiste ad uneccessiva
frammistione delle due popolazioni287. Questo stato di cose rispondeva a considerazioni
pragmatiche e circoscritte. Una conseguenza essenziale della condizione giuridica
differenziata dei centrasiatici fu lesonero dalle pesanti condizioni del servizio militare
vigenti nellImpero. Ovviamente questo non era dettato da preoccupazioni filantropiche,
quanto piuttosto dallo specifico intento di impedire che vi fosse qualcuno tra essi in
grado di utilizzare armi moderne. La stessa capacit dei limitati manipoli russi di
mantenere lordine contro le ricorrenti rivolte era appunto una spiccata superiorit
tecnologica che compensasse lo svantaggio demografico288.
Questa distinzione tra sudditi si rispecchia anche sullamministrazione della giustizia,
che come s detto, si basa fin dagli anni Venti su giurisdizioni separate, penale o civile,
imperiale o tradizionale, sulla base della nazionalit, russa o kazaka. Per il vero, questo
criterio imponeva che in qualsiasi controversia che coinvolgeva un cittadino russo,
slavo od europeo, questi venisse giudicato da una corte russa secondo le leggi
dellImpero. Esclusivamente nel caso di controversie civili tra i kazaki i normali
meccanismi giuridici potevano avere effetto.
Va poi notato come dalle riforme Speranskyi in poi, sulla base della profonda
suggestione esercitata dai costumi kazaki sugli amministratori russi ai tempi del grande
riformatore, sia stato la stessa cornice amministrativa russa a permettere il
mantenimento artificioso di parte di queste tradizioni. In realt, questo stesso processo
si fonda sulla prima codificazione orale (detta Jhety Jharga) fattane dal khan Tauke tra
XVII e XVIII sec. nellestremo tentativo di salvaguardarli. Fu cos gi da questepoca,
cio in pieno sconvolgimento delle steppe, che il processo di amministrazione della
giustizia conobbe la maggiore alterazione per il fatto stesso che la sua codificazione ne
irrigidiva pratiche e procedure, altrimenti flessibili e mai identiche289.
Da questi cambiamenti emerse una nuova figura di bii, non pi lanziano capo di un
lignaggio eletto a mediare le controversie tra pi aul, ma un vero e proprio giudice che
nel nuovo quadro amministrativo russo divenne in tutto e per tutto un funzionario
pubblico. Ma al pari dei khan, anche la figura dei bii era stata ampiamente
sopravvalutata. La stessa nomina dallalto dei giudici, per giunta in maniera
permanente, introduceva un criterio di selezione sconosciuto alla tradizione e che li
rendeva particolarmente vulnerabili alla corruzione e imparziali. Fino ad allora, il loro
giudizio era rispettato per lautorevolezza di chi lo pronunciava, appositamente
consultato dalle parti; da questo momento invece sempre pi spesso le sentenze non
venivano accettate, le controversie gestite con la violenza e conseguentemente giudicate
da tribunali penali russi composti da giudici russi che applicavano la legge russa290. Vi
fu cos un imprevisto ulteriore indebolimento del valore reale della giurisdizione
kazaka.
Infine, il rafforzamento dellapparato burocratico permise persino di esercitare, pur tra
mille difficolt e problemi pratici, uno dei tratti essenziali della sovranit, cio il
prelievo fiscale, impossibile fino a quel momento ed ora facilitato dalla
sedentarizzazione indotta e dalle limitazioni dei movimenti. Lammontare, un tanto
286
287
288
289
290

68

M.B. Olcott, op.cit, pp.76-79


H. Carrre dEncausse, op.cit, p. 159
Ivi, p. 162
M.B. Olcott, op.cit, pp. 14-16
E.E. Bacon, op.cit, p. 98

fisso per yurta che aument puntualmente ogni anno, doveva coprire interamente tutti i
costi di mantenimento dellapparato burocratico291. Questa incomprensibile forma di
prelievo forzava, al pari dei commerci al nord, allutilizzo della moneta come strumento
di scambio e intaccava lautosufficienza dei nuclei famigliari, sempre pi dipendenti da
mercati esterni per la vendita di beni o servizi attraverso cui corrispondere al prelievo
monetario. Per giunta, lutilizzo della yurta anzich del bestiame come criterio di
tassazione fu particolarmente iniquo, poich se un nucleo famigliare occupava sempre
una sola yurta indipendentemente dal numero dei suoi componenti, questo criterio non
era indicativo del suo effettivo benessere292.
La colonizzazione del Kazakistan
Nella met del XIX sec. la Russia si trovava esattamente al bivio tra modernizzazione
e arretratezza. Nonostante i forti legami diplomatici, economici e ormai culturali con il
resto dEuropa, un cospicuo numero di rigidit sistemiche impedivano la definitiva
trasformazione della societ tradizionale.
Se fino a quel momento, la semplice dimensione, demografica o territoriale, e la
capacit di organizzazione militare erano stati sinonimo di potenza ed espansione,
la crescente industrializzazione ridefiniva le regole del gioco politico e militare
internazionale, consentendo la moltiplicazione delle risorse disponibili, se
adeguatamente messe a frutto. Fattori fisici complicavano ulteriormente la transizione:
un clima rigido che riduceva drasticamente qualsiasi attivit umana per molti mesi
allanno; un terreno di difficile lavorazione che limitava la produzione agricola
complessiva; risorse del sottosuolo difficilmente estraibili per le tecnologie esistenti
allepoca; grandi distanze che ostacolavano le comunicazioni ed i trasporti, limitando i
mercati allambito dei villaggi e delle comunit agricole; dispersione delle risorse
fruibili che incrementava i costi della loro accumulazione per lo sfruttamento
industriale. Inoltre, se fino a quel momento la crisi ottomana e la frammentazione
tedesca avevano facilitato il ruolo da gigante continentale per la Russia, la
conclusione del processo espansivo in Asia Centrale rivela le difficolt gi emerse ai
tempi della Guerra di Crimea, durante la quale le forze anglo-russe ebbero la meglio
sullesercito pre-industriale russo grazie ad eserciti pi esigui nel numero, ma meglio
equipaggiati ed addestrati, e a flotte meglio armate e allavanguardia per le
comunicazioni e gli approvvigionamenti293.
Il futuro militare del paese era allora strettamente connesso con il suo sviluppo socioeconomico. Ma la Russia era un caso pressoch unico in Europa per lesistenza di una
grande maggioranza della popolazione contadina ancora in condizione servile. Questo
stato di cose era lesito di un processo secolare che aveva specularmente altrettanto
definito e irrigidito la posizione dei nobili. Inoltre, la popolazione aumentava con una
velocit di circa il 3% allanno che manteneva la Russia il paese pi popoloso dEuropa.
Infine, tecnologie e forme di organizzazione del lavoro antiquate, come la semplice
rotazione tri-fasica delle terre padronali e la suddivisione delle terre comuni per il
sostentamento dei lavoratori incrementarono drasticamente le condizioni di povert
della servit della gleba294.
Le sollevazioni aumentavano conseguentemente in maniera sensibile, cos come
limproduttivit e i debiti dellaristocrazia. Leconomia era in stallo e la nobilt ne era il
freno principale: essa si limitava a fornire il proprio servizio rituale presso
lamministrazione imperiale, mentre lo sfruttamento dei servi non poteva tradursi in
291
292
293
294

69

M.B. Olcott, op.cit, p. 79


E.E. Bacon, ibidem
Tom Kemp, Lindustrializzazione in Europa nell800, il Mulino Bologna 1988, pp. 159-165
G.J. Demko, op.cit, pp. 52-55

aumento di produzione e la mancanza di iniziativa privata spontanea impediva il


miglioramento delle tecniche produttive a danno di terreni sempre pi depauperati.
Questo stato di cose aveva drammaticamente rallentato il promettente processo di
industrializzazione russo e rendeva necessaria una drastica svolta. Lo zar Alessandro II
(1855-81), pur fedele custode dellancien regime, non pot che varare pesanti riforme.
Nel 1861 venne proclamata lemancipazione della servit: a partire da questo momento
nessun contadino sarebbe pi formalmente appartenuto ad un nobile. Se lassegnazione
di terra ai contadini e il rimborso parziale dei nobili bastarono a garantire parte della
produttivit e sedare eventuali nuovi malumori, essi non furono sufficienti ad
ammodernare leconomia nazionale. I contadini dovettero infatti pagare ingenti somme
per riscattare la terra, mentre venne limitata la loro libert di movimento attraverso la
creazione di comuni di contadini. Questa forma organizzativa era particolarmente
funzionale dal punto di vista amministrativo, cio dellorganizzazione della giustizia e
per il prelievo fiscale, e rispettava lorganizzazione comunitaria tradizionale. Ma allo
stesso tempo rimaneva assolutamente irrazionale dal punto di vista economico: i
contadini non erano mai in grado di riscattare completamente la terra e per giunta, se
maschi, erano obbligati ad un servizio militare di ben 25 anni. Infine la maggior parte
dei beni agricoli erano destinati allesportazione, cosicch le carestie continuavano a
flagellare periodicamente la popolazione pi povera295.
La migrazione verso aree periferiche dellImpero divenne perci una soluzione
intuitiva e naturale, che riduceva le possibilit di controllo da parte del potere centrale e
incrementava le speranze di migliorare le proprie condizioni di sopravvivenza. Il
Kazakistan in particolare, la frontiera per eccellenza in quegli anni, metteva a
disposizione ampie distese di terra scarsamente popolate e assolutamente inutilizzate
fino a quel momento per scopi agricoli296. Queste, talvolta note anche come terre
vergini, si concentravano nella zona semidesertica del Dashti-Kipchak orientale, specie
attorno allAltopiano Kazako e lungo lIrtysh297, mentre le aree paludose e i terreni
salini attorno al Caspio, specialmente la penisola del Mangyshlak, erano
sostanzialmente inadattabili298. Nel complesso, esse erano anche meno fruibili delle
grandi valli meridionali, dove ad una lunga tradizione di tecniche di irrigazione
elaborate si sommava un territorio comunque pi favorevole. Tuttavia, anche in
Kazakistan la disponibilit di fiumi di piccola e media grandezza, se opportunamente
utilizzati, avrebbe consentito di sfruttare adeguatamente il chestnuts, discretamente
fertile e adatto, congiuntamente al clima secco, a coltivazioni preziose come quella del
grano e di altri cereali.
Inoltre, al contrario delle valli, in Kazakistan le forze cosacche esercitavano da un
tempo maggiore effettive funzioni di controllo, pur ancora parziali, e le nuove strutture
amministrative, anche se scarsamente radicate, fornivano in ogni caso una cornice di
sicurezza e civilt ritenuta sufficiente per tale avventura. E proprio la vicenda degli
eserciti cosacchi pu essere a ragione considerata il precedente dellattuale emigrazione
colonizzatrice della gleba russa di fine XIX sec. Anchessi essenzialmente contadini in
fuga dallo sfruttamento nobiliare, i cosacchi se ne distinguono tuttavia per la
conclusione della loro vicenda: inglobati dallapparato militare russo, essi continuarono
fino almeno alla fine del secolo in corso a prestare servizio in cambio di una serie di
privilegi, come il diritto di insediarsi attorno ai forti e di coltivarne i terreni. Tuttavia,
nonostante questi avessero fondato citt, fossero organizzati come le comuni agricole
europee e avessero ormai preso possesso di quasi un settimo dellintero territorio
kazako, erano essenzialmente un corpo militare e semi-nomade, incapace di uneffettiva
295
296
297
298

70

A.Brown et al, op.cit, pp. 99-100


G.J. Demko, op.cit, p. 31
L. Krader, op.cit, pp.10-12
M.B. Olcott, op.cit, p. 85

conversione a costumi sedentari. Anche occupando le aree migliori, cio quelle


collocate attorno ai fiumi e destinazione tradizionale delle migrazioni nomadiche
(principalmente Urali, Siberia e Semirechia), essi si preoccuparono maggiormente di
difenderle dalle rivendicazioni dei nativi, anzich metterle stabilmente a frutto. Questo
port a crescenti rappresaglie, come lo sterminio di kazaki nella Semirechia negli anni
Sessanta, mentre la costituzione di veri e propri latifondi nelle loro mani non ne
determin automaticamente un utilizzo razionale. Pi in particolare, lancora scarsa
presenza slava e le tecniche di coltivazione estremamente povere, cio basate sulla
semplice semina e raccolta senza infrastrutture per lirrigazione, consentivano
solamente uno sfruttamento estensivo ed inefficace299. Seppur non gli unici protocolonizzatori delle steppe, dato che sia uighuri e dungani dalla Cina che uzbeki
stabilirono colonie agricole rispettivamente lungo i fiumi Chu e Ili e lungo i bordi
meridionali delle steppe negli anni Settanta e Ottanta300, furono principalmente i
cosacchi ad insegnare ai nativi queste rudimentali forme di agricoltura. Queste, pur
finalizzate al nutrimento delle bestie e non al sostentamento della popolazione,
cominciarono ad essere applicate su aree sempre pi estese, alterando cos i costumi
locali. E queste dinamiche vennero ulteriormente accentuate dalla crescente pratica di
affittare la terra ai nativi, priva di giustificazione sia logica che pratica fino a quel
momento, o di affidare in concessione ai coloni le terre su cui nel frattempo i cosacchi si
erano guadagnati dei diritti di propriet.
In conclusione, se larrivo dei coloni sar principalmente determinato dalle nuove
politiche del potere centrale verso i contadini, anche vero che i cosacchi prepararono
il terreno per linsediamento successivo di coloni civili. Da un lato, essi supplirono
alla fino ad allora carente funzione di mediazione con le popolazioni locali e le
pacificarono; dallaltra diedero inizio alla loro trasformazione ed a quella dei terreni.
Infine, larrivo massiccio dei coloni negli anni Novanta coincise fortuitamente con un
calo fisiologico del numero dei cosacchi, che ne facilit linsediamento. Innanzitutto,
lo stanziamento militare era gi terminato da circa un decennio. Inoltre, una percentuale
significativa era stata decimata dai lunghi periodi di servizio militare e dalle pessime
condizioni di vita. Infine, i rimanenti si erano congedati dallesercito per tentare in tutto
e per tutto lavventura agricola e sedentaria301.
I cosacchi avrebbero cos rappresentato una classe di possidenti terrieri decisamente
sui generis, oltre che in inesorabile declino, che avrebbe certamente preferito affittare le
proprie terre a degli slavi, anzich ai nativi. Allo stesso modo, il loro controllo militare e
amministrativo sulle periferie era ancora sufficientemente debole per controllare in
maniera capillare gli spostamenti della popolazione. E specialmente di quella
popolazione che trasgrediva alle laboriose procedure imposte dal 1824 dal potere
centrale per il reinsediamento: permessi di fuoriuscita dalla comune dappartenenza,
certificati di accettazione dalla comune darrivo, estinzione di tutti i debiti prima di
partire, particolarmente quelli pi esosi legati allemancipazione.
Il fenomeno dellemigrazione fu quindi allinizio in gran parte illegale: le popolazioni
rurali russe, ormai indotte alla fuga dalla disperazione, accettavano il rischio di un cos
ampio spostamento per raggiungere queste valli, le cui leggende si inseguivano con
sempre maggiore intensit. La clandestinit di queste dinamiche limit necessariamente
i volumi di spostamenti almeno fino al 1881, quando lo Stato prese a promuovere
sistematicamente lemigrazione. Venne eliminato il certificato di accettazione e
mantenuto solo il permesso di fuoriuscita, create delle stazioni di sosta lungo i maggiori
percorsi migratori per assistere i migranti regolari e stabiliti dei comitati governativi per
299
300
301

71

G.J. Demko, op.cit, pp. 40-49


E.E. Bacon, op.cit, p. 94
G.J. Demko, ibidem

migliorare la legislazione sullemigrazione. Tuttavia, le nuove norme non vennero mai


pubblicizzate, cos che in pochi ne vennero a conoscenza continuando a emigrare
illegalmente302.
A cavallo del decennio successivo viene a delinearsi una svolta significativa: il
governo non assister pi semplicemente ad un movimento spontaneo di persone,
cercando di incanalarlo o regolamentarlo, ma lo sosterr attivamente. Nel luglio 1889
verr sancito il diritto per ciascun nucleo famigliare contadino di richiedere il
trasferimento, allunica condizione della disponibilit di terra nel luogo di
destinazione303. Lestensione dei territori assegnati variava dalle 15 alle 30 dessyatine
(40-80 acri circa) a seconda della zona, una misura cospicua che avrebbe inizialmente
ridotto la necessit per gli emigranti di pagare un fitto ai cosacchi o ai kazaki.
Allassegnazione della terra si accompagnarono incentivi fiscali ed economici, come
lesenzione dalle tasse per i primi tre anni e lobbligo di pagare solamente la met
dellimporto dovuto per i successivi tre anni o prestiti senza interessi. Inizialmente
queste provvisioni riguardavano gli oblast di Akmolinsk, Semirechia e Semipalatinsk,
ma tra il 1891 e il 1892 vennero estesi a quelli di Uralsk e Turgai. In tutti vennero
tutelate le posizioni giuridiche e le propriet di coloro che si erano insediati in
precedenza, cosacchi o emigrati illegali, ad esclusivo discapito dei kazaki che vedevano
ridursi lammontare di terra non occupata legalmente304. In altre parole, la propriet
statale della terra non negava la possibilit del riconoscimento della propriet dei
privati. Tuttavia, fu apertamente discriminatorio il processo che segu: alla popolazione
russa verr riconosciuta la propriet su quegli stessi terreni che fino a poco tempo prima
prendevano in affitto dai kazaki, mentre solo ai pi benestanti tra questi verr
riconosciuto un analogo diritto305. Per il resto della popolazione kazaka, quella non
avvicinatasi ai costumi russi e la pi numerosa, la sola possibilit concessa di
accapparrarsi della terra divenne cos il suo utilizzo stabile e ledificazione di strutture
permanenti, come case, stalle o magazzini.
E proprio in quegli anni arriv probabilmente laiuto pi formidabile allinsediamento
slavo, cio lo stesso Statuto delle Steppe del 1891, che incidentalmente coincise con la
drammatica carestia del 1891-1892 in Europa. Esso ribadiva la propriet statale della
terra e i meccanismi di acquisizione per i nativi stabiliti dallo Statuto del 1868, ma
aggiungeva una piccola, significativa modifica, cio il limite massimo di 15 dessyatine
(circa 40 acri) da accordare ad ogni nucleo famigliare. Inoltre, larticolo 120 del
provvedimento imponeva che tutta la terra in eccesso in mano kazaka venisse
consegnata allamministrazione locale divenendo propriet statale. Molteplici dubbi
scaturirono sulla legalit del concetto di terra in eccesso, cos come dal punto di vista
pratico quelli relativi al relativo criterio di individuazione. Inoltre, quale che fosse il
criterio utilizzato, le autorit locali potevano requisire legalmente con la forza la terra306.
Ridefinito il quadro legale dei diritti sulla terra, si tratt semplicemente di attendere il
dispiegarsi degli effetti dellaccresciuta immigrazione: se nei novantanni precedenti la
nuova legislazione si stima un afflusso per lo pi illegale di circa 700.000 contadini
slavi, nei 25 anni successivi calcoli ben pi documentati stimano un afflusso di circa 4
milioni di individui. Lepoca dei pionieri agricoli era terminata e i benefici di esser parte
di un grande Impero cominciarono a farsi sentire307. E infatti uno strumento essenziale
per lincremento migratorio fu la costruzione della Transiberiana, larteria ferroviaria
che avrebbe collegato S.Pietroburgo e la Russia europea alla pi remota periferia
302
303
304
305
306
307

72

Ivi, p. 58
M.B. Olcott, op.cit, p. 87
G.J. Demko, op.cit, pp. 58-59
E.E. Bacon, op.cit, p. 100
M.B. Olcott, op.cit, pp. 86-88
G.J. Demko, op.cit, p. 74

siberiana, dal cui snodo di Omsk si cominci a costruire nel 1892 una deviazione in
direzione Orenburg308.
Completata a tempo di record nel 1896, essa avrebbe sensibilmente ridotto rischi e
tempi dellattraversata degli Urali. Inoltre, lorganismo governativo incaricato della sua
costruzione, il Comitato per le Ferrovie Siberiane, ricevette anche lincarico della sua
amministrazione ed attu delle politiche che influirono pesantemente sulla migrazione.
In particolare, ingegneri e lavoratori specializzati vennero inviati a partire dal 1893 in
Siberia e nel Kazakistan del nord per costruire dighe, pozzi, strade ed altre infrastrutture
lungo i due lati della linea ferroviaria. Lo scopo era costruire dei siti particolarmente
confortevoli per gli emigranti che avrebbero difeso con la loro stessa presenza fisica la
linea ferroviaria309. Infine, venne costituita allinterno del Ministero per gli Interni
unamministrazione separata per le questioni dellemigrazione nel 1896 con il compito
di pubblicizzare le nuove terre, come mai realmente fatto fino ad allora. Questi
provvedimenti prepararono alla formalizzazione nel 1904 della libert di movimento dei
sudditi attraverso lImpero310. Infine, vennero create 12 regioni di insediamento nella
Russia asiatica, di cui 5 in Kazakistan. Di l a poco, constatata la progressiva
conversione dei kazaki alla sedentariet, venne notevolmente incrementata la
percentuale di terra in eccesso: poche centinaia di dessyatine vennero lasciate ai
nativi, mentre ben 12 milioni vennero dichiarate a disposizione dei coloni311.
Cos limmigrazione slava trasformer progressivamente unarea etnicamente
omogenea e autosufficiente in una periferia imperiale ormai sconvolta dalla
ridefinizione degli equilibri demografici312. Questo fenomeno sar solo parzialmente
corretto dal ritorno di circa uno dei quattro milioni di emigranti giunti in Kazakistan e
che, incapaci di adattarsi alle nuove condizioni di vita, mossero nuovamente verso
lEuropa313. Limpatto dei tre milioni di slavi stanziatisi in pochi decenni, specialmente
nel nord, deline ugualmente uno degli elementi maggiormente caratterizzanti lo
scenario politico del Kazakistan moderno e contemporaneo.
Conseguenze socio-economiche
La perdita di controllo sulle proprie terre era iniziata con lAqtaban Shubirindi del
XVIII sec. A partire da questo momento le terre a disposizione per i pascoli non
raggiungeranno mai pi le estensioni precendenti, n saranno pi sufficienti per la
popolazione kakaza. La povert e linsicurezza determinate dalle lotte tra nomadi
portarono ad una prima sedentarizzazione spontanea della popolazione come espediente
provvisorio per la sopravvivenza, secondo le consolidate modalit previste dalla
tradizione. Ma di l a poco lavanzata russa lungo i margini settentrionali del paese
limit la possibilit di sconfinamenti alla ricerca di pascoli migliori nei momenti di
difficolt per lormai gi debole e diviso popolo kazako. Man mano che
lamministrazione russa si and radicando sul territorio steppico, il confronto e lo
scontro trovarono in essa il nuovo interlocutore.
Per motivi politici lagricoltura venne promossa tra i nomadi; specialmente quelli pi
vicini alla linea dei forti settentrionale cedettero spontaneamente alle lusinghe
dellagricoltura. Dopo il 1822, quando furono ormai palesi i primi segni delle
trasformazioni economiche indotte dalla presenza russa, la semina di piante divenne una
necessit per supplire al crescente numero di bovini richiesti per le esportazioni.
308
309
310
311
312
313

73

M.B. Olcott, op.cit, p. 92


G.J. Demko, op.cit, pp. 59-60
M.B. Olcott, op.cit, p. 88
G.J. Demko, op.cit, pp. 60-61
M.B. Olcott, op.cit, p. 96
G.J. Demko, op.cit, pp. 81-86

Tuttavia, il nomadismo dimostr ancora una volta una considerevole flessibilit e


capacit di adattamento a delle nuove condizioni: la sedentarizzazione fu parziale e
molte delle tecniche produttive tradizionali poterono essere mantenute tra la Piccola e
Media Orda. Dopo il 1865, a conquista completata, ladattamento socio-economico alle
nuove condizioni acceller drasticamente, fino a che a partire dallultimo decennio del
secolo larga parte della popolazione kazaka praticava ormai lagricoltura.
Questultima fase coincide beffardamente con lingresso di un massiccio numero di
coloni slavi, destinato ad assestare il colpo definitivo al nomadismo accellerando le
dinamiche gi innescate. Le trasformazioni sociali di un territorio, che pur conquistato
da tempo era rimasto sostanzialmente kazako dal punto di vista demografico, sono un
anello di congiunzione essenziale tra questi avvenimenti e le rivolte dei primi decenni
del XX sec314.
Inizialmente il paese non venne interessato nella stessa maniera da questi fenomeni.
Vi furono significative differenze tra luna e laltra parte, determinate principalmente
dalla presenza o assenza di infrastrutture: se le steppe occidentali, cio gli oblast di
Uralsk e Turgai, potevano gi contare su sistematici scambi con i mercati della Russia
attraverso la Transiberiana, le cose furono diverse per il resto del paese. La Siberia
occidentale, Akmolinsk e Semipalatinsk, erano raggiungibili essenzialmente via fiume,
cio risalendo lIrtysh e i suoi defluenti. Al contrario gli oblast kazaki del Trkestan,
cio Syr Darya e Semirechia, erano scarsamente accessibili e i pi lontani dal controllo
e linfluenza russi.
Nel primo, la linea ferroviaria facilit la russificazione economica e alla fine del
periodo coloniale russo poteva gi vantare una significativa esportazione di grano, oltre
che ospitare la popolazione kazaka di maggior successo nellallevamento dei bovini
(cresciuta di ben quattro volte tra il 1906 e il 1914). Al contrario delle aspettative, si
prefer procrastinare la creazione di infrastrutture verso il Dashti-Kipchak orientale,
comunque raggiungibile nonostante le difficolt e relativamente prossimo alla linea dei
forti, in favore di una maggiore penetrazione nelle steppe315. La costruzione della tratta
ferroviaria Orenburg-Tashkent, aperta nel 1906, serv a privare i kazaki dellarea
semidesertica del monopolio della mediazione verso le aree meridionali316, ma rispose
soprattutto a precise motivazioni strategiche. In particolare, essa consent di assicurarsi
definitivamente il controllo sulle valli in un momento delicato per le architetture
diplomatiche internazionali come i primi decenni del XX sec. E nonostante il relativo
ritardo gli effetti furono qui immediati e massicci, tanto che si calcola che allalba della
Rivoluzione ben l80% della popolazione praticasse lagricoltura, seppure come
integrazione ai consueti metodi di sopravvivenza.
Diversa la situazione allest: fino allapertura di una deviazione ferroviaria tra il 19261927, il processo di apprendimento delle tecniche agricole o lintroduzione di utensili
pi efficaci fu molto limitata. Pochi potevano vantare grosse greggi o una conversione
integrale allagricoltura. A occidente, dove le conseguenze erano pi palesi, queste
rimasero comunque proporzionali alla vicinanza ai russi fino alla costruzione del
segmento ferroviario del Trkestan. Per tutto questo periodo si venne perci a formare
una striscia verticale attraverso lintero paese, sostanzialmente desertica, equidistante da
qualsiasi centro agricolo, russo o centrasiatico che fosse, e dove la qualit dei terreni,
chestnuts non compensato da sufficienti approvvigionamenti idrici, era relativamente
meno adatta allagricoltura. Da qui migrarono la maggior parte degli aul kazaki alla
ricerca di nuovi pascoli verso nord e sud. Lontani da qualsiasi esperienza tradizionale o
di recente apprendimento per tramite russo delle tecniche di coltivazione, essi dovettero
314
315
316

74

M.B. Olcott, op.cit, p. 83


Ivi, pp. 89-99
E.E. Bacon, op.cit, p. 95

in gran misura convertirsi allagricoltura come braccianti, una volta che non poterono
trovare collocazione n a sud, dove buona parte dei terreni utilizzabili erano gi stati
convertiti grazie allinfluenza di Kokand, n a nord, dove la massiccia presenza russa
aveva gi condotto alla limitazione delle migrazioni. Normalmente questi non andarono
incontro ad alcun successo n come allevatori, n come agricoltori e ingrossarono le fila
degli autoctoni caduti in disgrazia e divenuti semplici lavoratori salariati. In altre parole,
se al nord la vicinanza russa aveva persino consentito ad una limitata schiera di
fortunati di assumere gli stili di vita europei grazie agli inusitati guadagni che il
commercio di bovini recava, questa fu abbondantemente compensata da una cospicua
mole di ex nomadi, ormai destinati a formare una sorta di proto-proletariato ben distante
dalle limitate e alterabili differenze di censo e status sociale che vigevano nella societ
tradizionale.
La situazione pi a sud fu invece meno drammatica, almeno fino alla costruzione della
Orenburg-Tashkent: il numero degli allevatori di successo era molto limitato, cos come
dei lavoratori salariati ridotti in quasi totale indigenza. La conversione allagricoltura fu
piuttosto indotta dagli sfollati uzbeki o tagiki, dungani o uighuri, le cui tecniche
risultavano essere comunque molto meno invasive da un punto di vista sociale o
ambientale. Il ritardo del processo non imped comunque la produzione di effetti
significativi.
Gi nellanno della conquista si svilupparono progetti per lirrigazione del DashtiKipchak, che da un punto di vista simbolico fu il terreno di incontro tra il tradizionale
passato agricolo, basato su tecniche rudimentali e artigianali, e il futuro agricolo russo,
basato su pianificazione degli interventi e della produzione, la creazione di ampie
infrastrutture idriche (nuovi pozzi, dighe, diversioni di fiumi, etc.), lintroduzione di
nuove tecniche di coltivazione317. Solo una forte centralizzazione politica poteva
daltronde farsi carico della coordinazione di una tale impresa, mentre solamente un
entit politica sufficientemente ricca, cio capace di drenare e accumulare ampie risorse,
poteva concretamente realizzarla.
Infine, nuove attivit economiche vennero introdotte o incentivate, cos come
apparvero nuovi mestieri. Gli investimenti britannici nelle nuove promettenti terre
dellImpero russo consentirono di scoprire nuove miniere di rame e carbone nel nord e
in Siberia, in cui si calcola lavorassero nel 1916 ben 18.000 kazaki, seppure come
semplici lavoratori stagionali spesso per accumulare il denaro necessario al
matrimonio318. Analogamente, solo le risorse e le esigenze occidentali potevano portare
allindividuazione di miniere di sale e incentivare la pesca, prevalentemente estranea
alla vita economica tradizionale319. Ma se fino a quel momento la pesca aveva
rappresentato una risposta alle mutate condizioni economiche analoga ai primi tentativi
spontanei di coltivazione, da questo momento i russi spingeranno intere comunit a fare
della pesca la propria esclusiva occupazione320. Verranno in questo modo a mancare i
presupposti della capacit di adattamento insita nelle pratiche economiche tradizionali e
si applicher un modello capace di produrre rigidit simili alla monocoltura. Ancora,
quando i lavoratori specializzati inviati tra le steppe per la costruzione di infrastrutture
ebbero necessit di manovalanza qualificata, introdussero una limitatissima percentuale
di kazaki ai segreti del mattone e del vetro, del metallo e del legno. Frequentemente gli
stessi kazaki divenirono cos i veicoli di queste novit nelle steppe tra le comunit di
appartenenza321. Non si trattava cio pi di un recupero di attivit artigianali
tradizionali, come la lavorazione del cuoio o lintagliatura di ossa, e della loro
317
318
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321

75

M.B. Olcott, op.cit, pp. 89-99


E.E. Bacon, ibidem
M.B. Olcott, ibidem
E.E. Bacon, ibidem
M.B. Olcott, ibidem

diffusione artificiosa per ragioni di mercato, ma dellintroduzione di saperi rifiutati fino


a quel momento e tecnologicamente molto pi evoluti di quelli disponibili nelle valli.

Conseguenze culturali e politico-identitarie


In altre parole, appaiono chiaramente in questo periodo i primi tentativi di
assimilazione e viene progressivamente superata linattivit istituzionale che vige
invece ancora nella neoprovincia del Trkestan. Qu il primo governatore Von Kaufman
teorizza unattiva indifferenza delle istituzioni verso le questioni socio-religiose locali,
cos da ridurre al minimo i costi della presenza nellarea322. In Kazakistan invece la
situazione era ormai evoluta rapidamente: tutte le delegazioni ufficiali russe inviate tra i
nomadi per rendere note le nuove leggi, tasse e meccanismi delezione dei
rappresentanti, vennero puntualmente attaccate nel timore servissero a implementare
con la forza prelievo fiscale e limitazione dei movimenti e causarono nuove e sempre
pi ampie rivolte323. Queste si concentrarono negli oblast di Uralsk e Turgay, dove le
popolazioni non erano abituate a pagare tributi a Kokand o gi ai russi come i kazaki
orientali e meridionali324, e dove assunsero rapidamente il preoccupante carattere di una
guerra di religione, richiedendo un ampio dispiegamento dellesercito per essere
sedati325. La suddivisione della popolazione nei vari aul e volost si era quindi
rapidamente rivelata insufficiente a deteriorare ununit culturale e materiale verso la
quale lIslam stava ora rapidamente ed inaspettatamente agendo come collante, dopo
essere stato autorizzato ed incentivato dagli stessi russi. Inoltre, mentre lautorit delle
istituzioni tradizionali superstiti venne progressivamente erosa dalla collaborazione con
i russi infatti, la legge religiosa islamica (sharia) si sostituiva informalmente alla legge
consuetudinaria nellamministrazione locale. Infine, una volta deluse le aspettative di
miglioramento delle condizioni di vita causate dal nuovo dominatore, lIslam kazako
conobbe unascesa tale da non poter pi essere trascurata326. Se fino allinizio del XIX
secolo infatti i kazaki potevano essere considerati musulmani solo formalmente, la
generica benevolenza dimostrata qualche anno prima da Caterina II comincer a
dispiegare rapidamente i propri effetti. Gi negli anni Venti e Trenta i mullah tatari, di
fatto inviati dellImpero, vennero progressivamente accolti nel seguito dei sultani.
Questo diede inizio ad una pi approfondita islamizzazione dellaristocrazia, tra la quale
si diffusero rapidamente pratiche musulmane, come la parziale seclusione delle donne, o
322

La posizione di Von Kaufman fu in realt molto meno banale. Si basava innanzitutto su estremo
pragamatismo e capacit dosservazione. I problemi di ordine pratico erano la distanza dalla madrepatria
e la necessit conseguente di ben pi ampie risorse di quelle disponibili. La capacit di osservazione
riguard tanto larea governata, cio le valli del Trkestan, quanto le stesse steppe kazake. Lesperienza
kazaka aveva infatti fornito con circa ventanni danticipo elementi per comprendere le future dinamiche
nel meridione. Il problema principale divenne allora la dirompente posizione dei tatari e dellIslam,
contro i quali lunico effettivo strumento rimasto fu a suo avviso lindifferenza delle istituzioni, cio
evitare che i predicatori tatari disponessero di un avvallo ufficiale per la propria azione di proselitismo,
senza per che questa fosse impedita causando un clima da persecuzione o incoraggiata dallinvio di
missionari ortodossi. Tuttavia, la compressione temporale degli avvenimenti al sud, dove le rivolte
religiose iniziarono solamente negli anni Novanta e la colonizzazione un decennio pi tardi (in
Kazakistan entrambi dagli anni Sessanta), oltre che le differenti linee seguite dai suoi successori,
esarcerbarono rapidamente i rapporti impedendo di poter valutare oggi leventuale efficacia di queste idee
(H. Carrre dEncausse, op.cit, pp. 159-163).
323
M.B. Olcott, op.cit, pp. 79-82
324
E.E. Bacon, op.cit, pp. 97-98
325
H. Carrre dEncausse, op.cit, p. 153
326
Ivi, pp. 159-160

76

il desiderio di compiere lhajj. Ma lislamizzazione spinse soprattutto i sultani a


promuovere la costruzione di scuole religiose. Cos se nella prima met del secolo
lIslam locale era ancora fondato sulla semplice acquisizione di pratiche e liturgie ma
alieno a qualsiasi conoscenza dogmatica o teologica, la situazione pare essersi
considerevolmente trasformata almeno dagli anni Settanta. La maggiore consapevolezza
religiosa divenne presto un sentimento di appartenenza e distinzione. Per giunta, erano
stati incorporati i territori meridionali, sottoposti allautorit di Kokand per un
significativo periodo prima della conquista, durante il quale era stato attivamente
promosso per ragioni politiche un Islam molto conservatore e particolarmente ostile ai
futuri conquistatori infedeli327.
Lassetto definito nel 1891 per le steppe tenne ampiamente conto del mutato scenario
religioso e segna un sostanziale cambiamento dalla non-ingerenza verso gli affari
religiosi dellarea proposta dalla Commissione. Il numero di mullah venne limitato ad
uno solo per volost, mentre ledificazione di scuole religiose o moschee, sconsigliata dal
potere centrale ai deboli upravitel, richiedeva una loro specifica autorizzazione. Tutte le
strutture religiose erano poi sottoposte allautorit del muftiato di Orenburg, a sua volta
dipendente dagli Interni328. La politicizzazione delle questioni religiose venne poi
simbolicamente completata dalla rescissione del legame formale con lo shayk ottomano,
concesso ai tatari in segno di tolleranza.
Ma nonostante lassenza di risorse pubbliche, i divieti, la burocrazia e laperta ostilit
dei russi, il muftiato di Orenburg continu a perseguire i propri progetti finanziando
privatamente scuole clandestine. Per giunta, il clero si era dovuto adeguare alla natura
testardamente nomadica di buona parte della popolazione kazaka, cosicch non
possedeva alcuna terra tassabile e censibile ed era particolarmente predisposta ad agire
allinsaputa del potere politico329. Questo inaudito scenario di ostilit tra i tatari e
lestablishment russo fu determinato da svariati fattori. I governanti russi intendevano
ormai convertire i kazaki al Cristianesimo Ortodosso330. Per giunta questa eventualit,
evitata fin ad allora per pura prudenza politica, venne facilitata in quegli anni dalla
crescente immigrazione che ridefiniva gli equilibri demografici, cos che slavizzazione e
cristianizzazione potevano facilmente supportarsi a vicenda. Ma ancora di pi veniva
avvertita limpellente necessit di limitare la posizione dei tatari nelle steppe.
Pur fedeli servitori dellImpero, questi erano tuttavia ormai capaci di perseguire
interessi propri grazie agli ingenti guadagni legati ai commerci. La stessa Orenburg non
era tanto un possente avamposto militare russo ai confini delle steppe, quanto la capitale
tatara su di esse. Inoltre, difficilmente gli upravitel o i russi, cio coloro che
maggiormente avevano contatto con entrambe le popolazioni, erano dei letterati capaci
di conoscere rispettivamente il russo o il kazako331. Complementarmente i tatari erano
ritenuti i sudditi dellImpero pi adatti ad un ruolo di mediazione con i nomadi, per le
reciproche affinit linguistiche ed etniche. Questo diede loro un ruolo strategico
essenziale nellamministrazione e non pi solamente di semplici commercianti e uomini
di religione. Nonostante i nuovi divieti, i vincoli burocratici diretti ed indiretti o laperta
ostilit, il ruolo dei tatari era ormai divenuto insostituibile. Non solo: questo non era
politicamente neutro, cio conferiva ai tatari, ricchi e colti, una possibilit inaudita di
unire e pilotare le masse kazake.
Era quindi necessario stabilire degli stabili legami che prescindessero dalla
mediazione tatara e stimolassero la fiducia e la fedelt kazake. Lamministrazione
327
328
329
330
331

77

M.B. Olcott, op.cit, pp. 101-104


Ivi, p. 79
Ivi, p. 102
Ivi, p. 79
E.E. Bacon, op.cit, p. 99

promosse cos studi storici e antropologici, mentre i poemi orali della tradizione
vennero trascritti. In maniera alquanto farsesca la ripresa delle tradizioni locali venne
quindi promossa da coloro che maggiormente avevano contribuito alla sua estinzione.
Ma daltronde proprio in quegli anni andava diffondendosi negli ambienti di corte russi
un vezzoso atteggiamento di compassione per questi eroi romantici, i nomadi liberi e
indomiti, che favor questa parentesi nostalgica332.
Ma ancora pi importante fu la nascita di scuole miste russo-kazake in sostituzione a
quelle religiose. Sorte inizialmente per lesclusivo impegno economico dei nobili locali,
le prime scuole elementari si diffonderanno rapidamente negli anni Settanta e Ottanta
dallarea del Turgai e degli Urali proprio per volont dellamministrazione russa333. In
esse a partire da un ukase del 1870 vennero sistematicamente applicate le idee del
pedagogo russo Ilminski, che gi era stato il promotore dellutilizzo dellidioma
nazionale tra i tatari dopo i disastrosi tentativi di passaggio al russo. In Kazakistan,
lutilizzo di un idioma nazionale, che verr formalizzato proprio da uno dei suoi allievi
in quegli anni, implicher lesclusione del tataro e dei tradizionali contenuti religiosi di
cui era portatore. Cos le nuove scuole fornirono unistruzione pi secolare,
principalmente finalizzata alla formazione di quadri intermedi, interpreti e impiegati,
fedeli allo Stato centrale. Tuttavia, alla rimozione dellistruzione islamica coincise una
sorta di iniziazione allortodossia cristiana. Lo scopo immediato di questa scelta era
evitare che dei musulmani disponessero di strumenti di istruzione avanzati. In secondo
luogo, nello scambio con competenze moderne, i russi intendevano far s che i kazaki
contraccambiassero il dono ricevuto agendo da mediatori tra i propri simili della
nuova religione. In questo modo essi avrebbero ampiamente contribuito al compimento
di un passo pressoch definitivo verso la civilizzazione, ora che la politica di
sedentarizzazione cominciava a dare risultati concreti. In questa direzione agiva anche
la necessit si sviluppare finalmente un idioma nazionale scritto334.
Tutte queste iniziative produrranno effetti significativi, bench non previsti alla pari
della islamizzazione di Stato. In primo luogo, la trascrizione dei poemi epici della
tradizione port alla codificazione di un linguaggio kazako letterario335. Come lingua
orale essa gi rappresentava un sufficiente elemento di distinzione dalle popolazioni
circostanti, oltre che un valido elemento di comunicazione e coesione sociale, posto che
le scarse differenziazioni dialettali esistenti consentivano una facile comprensione
dalluna allaltra parte del paese. Ora questo sostitu le due principali lingue letterarie
dellepoca, il tataro di Kazan e il chaghathay, e venne utilizzato come lingua
civilizzante anche per i kirghizi del Tian Shan336. La trascrizione facilitava la lettura,
cio la diffusione di idee non tradizionali e non adatte alla semplice diffusione orale,
mentre ufficializzava un simbolo particolarmente forte di unidentit che non era n
tatara, n russa, ma squisitamente e originalmente kazaka. In secondo luogo, nonostante
le limitatissime possibilit daccesso allistruzione russa, emerse un pur piccolo gruppo
di intellettuali kazaki. Composto principalmente da figli dellaristocrazia formatisi
A. Bennigsen & M. Broxup, op.cit, p. 21
Nel 1823 Zhangir Khan impose listituzione di corsi elementari nel periodo estivo; nel 1841
venne fondato il primo istituto superiore nelle steppe. Tra gli anni Settanta e Ottanta vennero creati
dormitori e corsi per la formazione di insegnanti kazaki. Risale al 1887 il primo dormitorio per le ragazze
kazake. Nel 1913 furono contate solamente 267 scuole elementari a livello di aul e 157 scuole miste
russo-kazake, mentre rimanevano pochissimi i ragazzi meritevoli e benestanti che frequentavano istituti
superiori russi nelle regioni confinanti. Tuttavia, le statistiche sul numero effettivo di studenti nelle scuole
civili sono estremamente parziali dato il ruolo svolto dalle scuole religiose, istituzionali o clandestine
(E.E. Bacon, op.cit, pp. 100-101).
334
A. Bennigsen & C. Quelquejay, LIslam en Union Sovitique, pp. 33-34
335
H. Carrre dEncausse, The Stirring of National Feeling, pp. 174-175, in E. Allworth (a cura di),
op.cit.
336
A. Bennigsen & C. Quelquejay, op.cit, pp. 31-32
332
333

78

presso le scuole militari di Omsk e Orenburg secondo gli standard russi e occidentali
pi che propriamente kazaki, questi agirono comunque da intermediari tra il mondo
delle steppe e quello russo, introducendo nelle prime le idee occidentali. In terzo luogo,
non solo i russi non riusciranno a sostituirsi ai tatari, ma avevano ampiamente
contribuito alla maturazione intellettuale e nazionalista della societ kazaka. In questo
magma di istanze religiose e civili, elitarie o popolari, si era comunque venuto a
formare un barlume di opinione pubblica, specie nei centri urbani. Da un lato,
listruzione secolare form persone in grado di leggere e scrivere e che diverranno
pubblico e autori della prima pubblicistica nazionale. Non solo: la diffusione della
lingua kazaka rimarr lunico elemento di congiunzione tra leducazione secolare russa,
che la promosse, e quella religiosa tatara, che comunque la accett, incentivandola
perch compatibile con le proprie istanze ideologiche e funzionale alla lotta al
dominatore infedele. Inoltre, non tutti gli individui formatisi negli istituti russi
abbandonarono lIslam: disponendo ora di un livello di istruzione relativamente elevato,
essi poterono fruire di libri complessi e partecipare del dibattito modernista in corso nel
mondo islamico dellepoca, cos come dei pi ampi dibattiti ideologici di inizio secolo,
rompendo lisolamento religioso tradizionale. Di contro, la mancata alfabetizzazione
delle masse era stata in parte sostituita dallislamizzazione, come deducibile dai poemi e
dalle canzoni popolari di questepoca. E proprio lIslam popolare, sempre pi dottrinale
e indottrinato, cominci a premere per il riconoscimento di maggiori diritti e libert
religiose, di cui la libert di movimento per compiere lhajj era semplicemente la pi
sonora e palese337.
La classe intellettuale kazaka
Il ruolo svolto dalle elites intellettuali dellepoca di difficile valutazione. Tre di
questi, Shoqan Shingis-uli Valiqhan-uli (Valikhanov, 1835-1865), Ibray Altynsarin
(1841-1889) e Abay Quananbay-uli (Kunanbaev, 1845-1904), mantengono tuttoggi la
loro fama nel pantheon culturale del paese, ma il cui successo venne promosso dai
sovietici che ne declamarono lazione progressista, cio filo-russa.
Il primo era un discendente dei khan dellOrda Media e dopo la prima formazione ad
Omsk, si trasfer a S.Pietroburgo come militare, dove visse a lungo come un autentico
dandy europeo dellepoca. Gi fervente ammiratore del mondo russo, il periodo di
S.Pietroburgo gli permise di sviluppare sistematici contatti con preminenti figure
dellepoca come Dostojevskij e di entrare a far parte della Societ Geografica Russa. In
nome dei suoi interessi antropologici egli comp numerosi viaggi nel Trkestan russo e
cinese, che gli permisero di riavvicinarsi alla sua cultura dorigine. E a lui che si
devono le pi antiche ricostruzioni storico-antropologiche sul Kazakistan, sviluppate
secondo attendibili metodi scientifici. La sua produzione, interamente in lingua russa,
rivela lestrema fiducia nellazione purificatrice che linfluenza culturale russa
avrebbe svolto contro lIslam, ritenuto una forza conservatrice. Mor tuttavia prima di
poter valutare gli esiti delle riforme del 1868338.
Il secondo, fu prevalentemente un educatore. Apprendista del pedagogo russo V.I.
Ilminskii, divenne un attivo promotore dellistruzione nella provincia del Turgaj, in
qualit prima di pianificatore, poi di amministratore e infine di ispettore scolastico. Ma
soprattutto ricordato per i suoi meriti nel campo linguistico: trascrivette per primo il
kazako basandosi sullalfabeto cirillico e lo introdusse assieme al russo al posto del
tataro nelle istituzioni scolastiche che amministrava ed in cui insegnava. Da questo
momento la sua riforma verr estesa al resto del paese, permettendo la diffusione
337
338

79

M.B. Olcott, op.cit, pp. 101-108


Ivi, pp. 104-106

dellidioma nazionale e dello stesso russo339. Fu anche il primo ad utilizzarlo per dei
brevi racconti, basati essenzialmente sulla tradizione e che rappresentarono il primo
caso di prosa secolare in tutta lAsia Centrale. Compil inoltre la prima grammatica
ed il primo dizionario russo-kazako. Come Valikhanov, egli avvert linfluenza russa
come positiva e nella sua opera listruzione divenne lunico strumento per la diffusione
di quelle competenze tecniche che avrebbero fornito al popolo kazako la possibilit di
sopravvivere340.
Abay Qunanbay inizi gli studi in una madrasa del Semipalatinsk e continu i propri
studi superiori presso un istituto russo. Abile parlatore in arabo, persiano e russo, oltre
che profondo conoscitore della letteratura occidentale, egli tradusse in kazako classici
orientali come Le Mille e una Notte od occidentali come opere di Lermontov, Pushkin,
Goethe e Byron (!). La sua produzione saggistica riflette di contro una profonda
conoscenza della letteratura classica greca, cos come della produzione occidentale
moderna e contemporanea, da Spencer a Spinoza fino a Darwin (!!). Pur privi
dellampollosit formale della poesia persiana, i suoi versi erano particolarmente
versatili per il canto dei bardi (aqyn)341. Le fonti sovietiche confermano lestrema
diffusione di questi versi mentre lautore era ancora in vita. La posizione russa pare
giustificabile in virt dellazione progressista e filo-russa svolta anche da questo
intellettuale. Tuttavia, a differenza dei suoi due predecessori di cui era pi giovane, egli
ebbe modo di apprezzare i dissesti della modernizzazione nelle steppe, sviluppando
osservazioni critiche sulla povert e il degrado della popolazione che lo avvicineranno
per certi versi allazione dei successori. Ciononostante il suo giudizio complessivo sulla
cultura russa rimase positivo, n elabor mai una posizione anti-russa342.
Ma partire dagli anni Novanta delle posizioni critiche cominciarono a raccogliersi
attorno alla Kirgizskaia Stepnaia Gazeta/Dala Vilayeti, supplemento settimanale
bilingue dellAkmolinskie Vedomosti, pubblicato dal 1890 al 1906. Questa gazzetta
includeva articoli di storia ed etnografia, racconti inediti e supporti tecnici per gli
inesperti agricoltori kazaki. Gli autori dichiaravano lurgenza di unistruzione secolare e
dellallontanamento del clero tataro. Ma nonostante limpianto filo-russo, secolarista e
modernizzatore, apparvero anche una serie di articoli dal titolo Fame nelle Steppe
che, anche grazie al loro successo, possono essere considerati il segno del passaggio da
posizioni acritiche a posizioni pi indipendenti e ponderate.
Un secondo gruppo di intellettuali oggi ricordato come Zar Zaman (Tempi
Difficili). Shortambai Kanai uli (1818-1881), Dulat Babatai uli (1802-1871), Murat
Monke uli (1843-1906) e Abubakir Kerderi (1858-1903) si impegnarono apertamente in
unazione di propaganda per la salvaguardia degli stili di vita e produzione tradizionali.
Nella loro proposta politica lIslam veniva visto come il sistema di valori che meglio
raggiungeva questo scopo primario. I russi invece divennero i principali responsabili
dellassedio politico ed economico da cui la societ kazaka doveva difendersi a tutti i
costi. Alcuni di essi scelsero la militanza al fianco di Kenisary Kasimov, lultimo
grande ribelle kazako. Dulat, che non si lanci nellavventura militare, vi partecip
invece indirettamente, ma in maniera non meno importante: i suoi poemi, tra cui in
particolare Ablai Khan divenne un vero e proprio inno tra le fila della resistenza
kazaka di quegli anni.
Il passaggio di decennio segn anche il passaggio dallidea dellIslam come elemento
di chiusura difensiva per la comunit kazaka ad elemento di apertura verso il mondo
esterno, con lo stesso scopo ultimo di preservare la comunit dallo smembramento
modernista. Lassenza stessa di un clero antico e radicato daltronde facilit lapertura
339
340
341
342

80

H. Carrre dEncausse, op.cit, p. 177-178


M.B. Olcott, ibidem
E.E. Bacon, op.cit, pp. 102-103
M.B. Olcott, ibidem

mentale e dottrinale, fino allultimo la pi peculiare implicazione sociale della tardiva


islamizzazione kazaka. Infine, il fatto stesso che gli intellettuali kazaki stessero
consapevolmente sperimentando sulla propria pelle lanaloga esperienza conosciuta dal
resto del mondo musulmano favor la diffusione delle correnti ideologiche che
scuotevano in quegli anni il resto del mondo islamico, non solo ottomano: riforma
jadidista, pan-turchismo e pan-islamismo343.
La prima, premessa indistinguibile delle due successive, non venne a svilupparsi
allinterno dellImpero ottomano, ma nel ricco mondo intellettuale tataro. Ismail Bey
Gaspirali (Gasprinsky 1851-1914) era un tataro della Crimea ormai spopolata e
colonizzata344 che si form in Russia, Francia e Turchia. Da queste esperienze ricav
lidea che fosse innanzitutto necessario intervenire nella sfera delleducazione, seppure
la sua instancabile azione di giornalista e linguista riveli motivazioni e implicazioni
politiche ultime della sua azione. Lassioma essenziale del suo pensiero fu la
compatibilit tra conoscenze tecnico-scientifiche occidentali ed Islam. Da qu prese
ispirazione la sua opera di riformatore nel campo delleducazione che lo spinse a
proporre un metodo nuovo negli strumenti e nei contenuti (usul-i cedid) e sperimentarlo
in prima persona. Allarabo dellistruzione religiosa tradizionale egli affianc un tataro
depurato dalle variazioni dialettali e dalle influenze persiane o russe e comunque
comprensibile da tutte le popolazioni di origine turca. In questo modo egli intendeva
limitare la posizione di russo e francese come lingue internazionali, accettate dal clero
conservatore. Di contro, la diffusione della sua principale testata in questo idioma,
Tercman (Interprete), dimostrano la sostanziale correttezza della sua intuizione. I
contenuti delle sue opere ed articoli assumeranno ben presto precisi connotati panturchi, in opposizione alla Russia ed al clero tataro conservatore345.
In Kazakistan, dove queste idee si diffonderanno in maniera estremamente rapida,
apparve di l a poco ben chiaro che la conciliazione tra Islam e conoscenze tecnicoscientifiche occidentali non sarebbero bastate a garantire una ripresa politica e culturale
dellintero mondo turco-musulmano dinnanzi ai conquistatori346. Cos come accaduto in
altre realt musulmane dellepoca347, le idee secolariste e progressiste vennero
pragmaticamente adattate al contesto locale. I kazaki colti di seconda e terza
generazione avevano ormai sviluppato una solida consapevolezza circa lunitariet
culturale kazaka. Limmediata implicazione di questi presupposti, difficolt contingenti
e unitariet culturale, divenne il delinearsi di un rinnovato sentimento di appartenenza
nazionale, nel pieno senso occidentale del termine, cio unappartenenza che aveva
precise implicazioni politiche di autodeterminazione e autogoverno rispetto al territorio
e alla popolazione di appartenenza. Ben presto lappello politico nazionalistico, almeno
tra gli intellettuali, fece riferimento ad uno stato a la occidentale e non pi a
generiche amalgame di clan o trib348.
Rivoluzioni e rivolte. I primi decenni del XX sec.
Il nuovo secolo visibilmente un momento di bilancio, sia per gli osservatori
dellepoca che per gli storici di oggi. Il quadro delle posizioni definitosi non cambier
nella sostanza fino alla caduta del regime zarista e del primo periodo coloniale.
M.B. Olcott, op.cit, pp. 107-108
A.Bennigsen & M.Broxup, op.cit, pp. 18-19
345
Jacob M.Landau, Pantrkism. From Irredentism to Cooperation, Indiana University Press,
Bloomington 1995, pp.9-11
346
M.B. Olcott, op.cit, p. 108
347
Il caso della Turchia il pi eclatante: abbandonate le speranze di una ripresa dellImpero, gli
sforzi nazionalistici converranno progressivamente verso uno stato nazionale turco (J.M. Landau,
op.cit, pp. 20-21), seppure il pi lontano dai luoghi dorigine delletnia.
348
H. Carrre dEncausse, op.cit, pp. 174-175
343
344

81

Tuttavia, i pochi anni che separano le popolazioni kazake da questo avvenimento


registrano una significativa accellerazione, indicativa della precoce maturazione di
questo contesto.
Appare ormai chiaro che la presenza russa nellarea garantita dalla superiorit
militare e tecnologica e non da una qualsivoglia autorevolezza morale. Certamente i
russi avevano ottenuto qualche successo nella politica di sostituzione dei tatari
attraverso la formazione di intemerdiari locali bilingue, ma questo non aveva migliorato
i rapporti tra le due popolazioni o consentito alla istanze kazake di trovare maggiore
ascolto presso i russi, e non solo per disinteresse di questi ultimi. Spesso corrotti o
incompetenti, gli intermediari locali divennero infatti persecutori del proprio interesse
alla pari degli ultimi khan o dei primi imprenditori di successo nel commercio. Le
restrizioni e i dislocamenti determinati dai coloni esacerbarono poi i rapporti, cosicch
se per qualche tempo non si assistette a sollevazioni organizzate, furti di bestiame ed
uccisioni a danno degli slavi divennero la quotidianit.
Teoricamente i kazaki disponevano ora di maggiori strumenti per far valere le proprie
rivendicazioni entro i binari di uno Stato di diritto. Di contro, la stessa diffusione
dellIslam aveva fornito nuovi canali di coesione, ma incrementava
contemporaneamente il fastidio verso i conquistatori349. Da parte russa, con il nuovo
secolo aumentarono i timori: dalle rivolte di fine secolo era ormai chiaro che perfino nel
Trkestan, teoricamente meno tatarizzato e pi autonomo dal punto di vista religioso,
la popolazione era esasperata e poteva rapidamente raccogliersi attorno ai clerici pi
riottosi350. Infine, pur con scarso successo di pubblico, le idee pan-turchiste si erano
infine radicate in profondit anche tra gli intellettuali turkestani, nonostante gli sforzi
del clero conservatore vicino ai russi e la liberale indifferenza di questi ultimi351. Cos se
al sud questo insieme di paure port allabbandono della non-curanza istituzionale verso
le questioni religiose, al nord fece s che al trattamento giuridico restrittivo da nativi
venisse applicato anche quello pi discriminatorio riservato allinterno dellImpero ai
musulmani. La capacit di conciliazione tra contenuti islamici e strumenti secolari da
parte kazaka (e centrasiatica in genere) e lincapacit di muoversi con arguzia da parte
russa sono le due variabili essenziali del momento.
Gli eventi in Russia nel 1904-1905352 rimasero inizialmente uneco lontana, almeno
per le masse: diversi erano i canali ideologici e le basi sociali di questa rivolta rispetto a
M.B. Olcott, op.cit, pp. 109-111
H. Carrre dEncausse, Organizing and colonizing (), pp. 163-171
351
H. Carrre dEncausse, The stirring of (), pp. 176-177
352
Diversi fattori contribuirono allesplosione. Sullo sfondo rimaneva limprovvisa sconfitta patita
per mano giapponese nel 1904, che frantumava limmagine di uno stato solido e prospero, quale
comunemente percepita dai pi fino a quel momento. Dal punto di vista sociale, opportuno distinguere
tra contesto rurale e contesto urbano. Il primo comprendeva la maggior parte della popolazione, per cui la
liberazione dalla servit del 1864 non aveva portato a considerevoli cambiamenti delle condizioni di
sopravvivenza. Per giunta nel 1905 la produzione del grano ebbe un drastico ribasso che esasper
ulteriormente fame e povert. Il mondo urbano, pur limitato, cominciava a comprendere ora i lavoratori
industriali (limitati quasi esclusivamente a S.Pietroburgo e Mosca) e soprattutto gli studenti, sempre pi
frustrati nel dissidio tra ambizioni e condizioni concrete di vita, istruzione e apertura mentale e un mondo
fossilizzato, politicamente e socialmente. Entrambi si fecero portatori delle idee pi estremiste (pur
ancora immature in questo momento e destinate al successo per una concorrenza di fattori in seguito): le
idee socialiste di varia declinazione i lavoratori e quelle anarchiche e ancor pi eversive i secondi. Nel
1904 gli scioperi nelle fabbriche raggiunsero dimensioni di massa, mentre nello stesso anno sarebbe stato
ucciso il Ministro degli Interni. Il governo apparve debole e la polizia disorientata, facilitando la
dimostrazione popolare del gennaio 1905 di fronte al Palazzo dInverno a S.Pietroburgo. Composta da
lavoratori in preghiera e guidata da un prete (e agente della polizia), padre Gapon, essa porse
pacificamente allo zar (che non era l) le proprie petizioni: convocazione di unassemblea costituente,
graduale riforma agraria e un pi equo regime salariale. Quando la folla non si disperse la polizia apr
indiscriminatamente il fuoco, uccidendo almeno 200 manifestanti. Dopo la Domenica di Sangue la rivolta
349
350

82

quella ancora latente in corso in Kazakistan. Qu lIslam sembrava aver gi scelto da


tempo la via dellillegalit, assorbendo a s i nuovi strumenti messi a disposizione
dallistruzione, cio la carta stampata. I russi, sorpresi dallinaudita diffusione di
richiami alla mobilitazione e pamphlet, intervenirono nel modo pi rapido e inutile, cio
ispezioni aul per aul e incarceramenti. Inoltre, gli slavi presenti rimanevano una
minoranza, per quanto importante. Questo implicava una certa fedelt al sistema che li
proteggeva dai nativi. I coloni disponevano poi di quantitativi di terra pro-capite molto
maggiori dei loro pari in Europa. In altre parole, i maggiori motivi di insoddisfazione
riguardavano i problemi legati alla coltivazione dei campi, essendo estremamente
limitata la presenza di un proletariato industriale353.
Tuttavia, pochi anni prima piccoli moti proletari di varia inclinazione ideologica si
erano diffusi nella Transcaspia, nel Mughodzar e sostanzialmente in tutte le regioni
attraversate dalla ferrovia. Si scopr allimprovviso come piccoli manipoli organizzati di
lavoratori fossero stati sistematicamente in grado di portare anche alla periferia
dellImpero le stesse idee che ne scuotevano il centro. Ai pochi lavoratori industriali si
affiancarono nella rivolta gli immigranti dellultima ondata, cio coloro che erano
arrivati clandestinamente quando buona parte della terra era gi stata assegnata. Il
problema delle assegnazioni non poteva pi essere risolto tramite la semplice espulsione
dei nativi o la confisca dei terreni e la maggior parte dei nuovi arrivati si accumulava
nelle citt rimanendo senza lavoro e abitazioni. A questo sotto-proletariato senza
industria si sommarono infine i militari di stanza lungo la ferrovia. Questi erano come
duso criminali efferati e negli ultimi anni anche studenti ritenuti di idee troppo liberali.
Inoltre, questi non disponevano di caserme, dormitori, mense e in generale strutture
separate dal resto della popolazione slava dei lavoratori e delle loro famiglie. Questa
promiscuit di civili e militari, finalizzata esclusivamente a separare dalla
popolazione nativa, facilit una pronta e precoce reazione rivoluzionaria nel 1905. Ma
nonostante queste sollevazioni portarono a parziali miglioramenti delle condizioni di
lavoro anche dei nativi, esse rimasero rivolte essenzialmente slave, estranee alla
popolazione indigena che vedeva di cattivo occhio qualsiasi presenza esogena nellarea
e aveva un impiego marginale nel settore industriale, e paradossalmente facilitate dalla
stessa cittadinanza privilegiata di chi le portava avanti354.
Infine linattesa sconfitta russa da parte giapponese aveva costituito un precedente di
portata planetaria, poich una potenza bianca e cristiana era stata per la prima volta
sconfitta da una extra-europea. Per gli abitanti dellAsia Centrale lavvenimento era
ancora pi importante, dato che coinvolgeva il proprio conquistatore. Questo da un lato
riattiv sopite speranze di rivalsa, dallaltra spazz via buona parte della fiducia
nellistruzione tecnica di matrice russa, specie tra quegli studenti che ne avevano
visitato o frequentato le citt e gli istituti scolastici. I successivi eventi del 1905
constrinsero ad una drastica revisione di prospettive ed orizzonti programmatici. In
particolare, divenne necessario sviluppare nel pi breve tempo possibile una concreta e
praticabile linea operativa, sia per esprimere il malcontento sociale, sia per indirizzare le
corrispondenti riforme che apparvero oramai possibili355. E se in un primo momento i
primi tafferugli avevano determinato unistintiva e disarticolata violenza da parte
kazaka, specie nel Syr Darya dove dovettero addirittura intervenire truppe di rinforzo, le

si estese a macchia dolio: gli scioperi industriali proseguivano, ora organizzati dai soviet, bloccando la
vita economica; alcune unit della flotta si unirono alla sollevazione e apparve chiaro che la via della
repressione, per quanto ancora praticabile, sarebbe stata del tutto controproducente (A.Brown et al, op.cit,
pp. 103-104).
353
M.B. Olcott, ibidem
354
H. Carrre dEncausse, op.cit, pp. 179-183
355
Ivi, pp. 178-179

83

pi influenti figure intellettuali di parte secolarista e religiosa si incontrarono ad


Orenburg e Vernyi per definire una strategia comune356.
La creazione della Duma fu una nuova occasione per dimostrare la maturit raggiunta
dai politici kazaki, nonostante i fallimenti incontrati. Nella prima delle convocazioni del
neonato parlamento infatti, gli oblast kazaki vantavano otto rappresentanti, quattro russi
e quattro kazaki. Tutti i rappresentanti kazaki si allinearono al partito dei Cadetti357 ed
erano membri dellUnione Musulmana358, ma nessuno di essi riusc a far approvare una
sola delle proposte di legge avanzate. Un progetto di riforma della distribuzione delle
terre nelle Steppe, supportato dai Cadetti, dai pan-turchisti e perfino dagli Ottobristi,
venne bloccato dal Consiglio dei Ministri di Stolipyn (governo: 1906-1911). Pur ancora
impossibilitato sul fronte delle riforme come da sua ambizione, il nuovo Primo Ministro
inizi una sistematica azione di repressione di qualsiasi dissidenza nei primi anni di
governo359, cosicch anche gli intellettuali kazaki patirono la stessa sorte360.
Nella seconda Duma (gennaio-giugno 1907) la delegazione kazaka contava ben otto
russi e cinque kazaki e si alle nuovamente con cadetti e pan-turchisti, ma senza
ottenere una reale attenzione verso le questioni delle steppe. Per la terza (1907-1912) e
quarta (1912-1917) convocazione il governo neg infine ai kazaki (cos come alle altre
nazionalit non-slave dellImpero) il diritto ad una rappresentanza361, ma cionondimeno
i grandi proprietari terrieri, i secolaristi, riformatori e conservatori religiosi
compilarono nuove proposte di legge sulla limitazione della colonizzazione e riuscirono
a farle perorare in parlamento o presso la corte, pur senza successo.
La via istituzionale, pur fallita, aveva quindi certamente aiutato a far maturare le
strutture politiche kazake e la propria auto-coscienza nazionale. Certamente si tratt di
un compiuto processo di apprendimento delle procedure e delle strategie della vita
M.B. Olcott, ibidem
Il Kadet era nato essenzialmente dalla parziale soddisfazione verso lukase dello zar Nicola II,
noto come Manifesto dOttobre. Questo documento, pur sancendo alcune libert essenziali, come quella
di stampa, e rinnovando larchittettura istituzionale, ad esempio con lintroduzione della Duma, non
incontr il totale appoggio dei liberali. Pur moderati nelle richieste e avendo ottenuto molti degli scopi
propostisi, riforme e rappresentanza parlamentare, oltre che lesclusione dei rivoluzionari, rimasero per
colpiti dalla palese contraddizione rappresentata dai metodi di repressione dei ribelli utilizzati,
tipicamente dispotici come da tradizione e tuttaltro che liberali. Si vennero cos a creare due frange,
quella dei ceti medio-alti pi conservatori, fedeli allo zar ed alle sue riforme e definiti non a caso
Ottobristi, e quella, meno accondiscendente ma pur fedele alle nuove istituzioni, riunitasi appunto nel
Kadet (A.Brown et al, op.cit, p. 104).
358
Gi nel 1904 durante degli incontri clandestini si erano riuniti a Kazan le principali personalit
centrasiatiche, trkestane e kazake, e tatare che fonderanno alinizio del 1905 lUnione Musulmana
(Ittifak al Muslimin). Linfaticabile azione di propaganda dei giornalisti e politici panturchisti tatari, di
cui Gaspirali fu solo lillustre punta delliceberg, aveva infatti consentito di raggiungere rapidamente
anche il Trkestan dove le idee pantrkiste avevano trovato spazio nonostante la clandestinit e gli sforzi
congiunti di russi e clero conservatore (H. Carrre dEncausse, op.cit, p. 149). Dal Kazakistan
provenivano invece apporti pi secolaristi, ma cionondimeno dissidi e differenze vennero ora accantonati
con lo specifico intento di approffittare del momento di crisi seguito alla sconfitta giapponese. Pur
rimanendo nella sostanza una creatura tatara, essa divenne lunico punto di incontro di tutte le istanze,
religiose e conservatrici, oltre che secolariste del mondo musulmano, cos da divenire il principale
movimento pan-turchirsta nelle nuove istituzioni parlamentari. Inoltre lUnione credette fermamente in
questo primo momento nel lealismo istituzionale come lo strumento pi opportuno per portare avanti il
proprio programma di parificazione dei sudditi slavi e non-slavi dellImpero (A. Bennigsen & C.
Quelquejay, op.cit, pp. 51-53).
359
A.Brown et al, op.cit, p. 104.
360
A. Bennigsen & C. Quelquejay, op.cit, p. 55 n.2
361
A.Brown et al, op.cit, pp. 104-105. Sfruttando lart.87 delle recenti Leggi Fondamentali,
Stolipyn sospese la Duma, cos da poter varare le proprie riforme evitando il periglioso passaggio in
Parlamento. Attraverso questo espediente egli pot anche alterare la legge elettorale nel 1907 cos da
garantirsi lappoggio della Destra e degli Ottobristi, ridurre la presenza del Kadet ed escludere tutte le
forze nazionaliste e socialiste nelle successive convocazioni.
356
357

84

parlamentare. Inoltre, lesperienza di S.Pietroburgo fece comprendere la complessit


della situazione politica ed etnica dellImpero. Se questo facilit lemersione
dellUnione Musulmana come il solo movimento capace di esprimere le istanze dei
musulmani di Russia (primato che consever ancora per pochi anni), il fallimento della
linea collaborazionista si riveler altrettanto centrale per il movimento secolarista362.
Certamente i rivolgimenti del 1905 riguardarono inoltre questioni politiche a livello di
Impero, cio gli assetti istituzionali del potere centrale, e solo collateralmente la vita
nelle steppe363. Inoltre, la comprensione di questi avvenimenti rimase circoscritta alle
minoranze aristocratico-intellettuali e religiose. Entrambi dovevano infatti fare i conti
con un persistente sentimento di appartenenza etnica e tribale delle masse, che pur
svuotato nei fatti della sua ragion dessere, rimaneva la forma di reazione pi intuitiva
contro le aggressioni esterne364.
Nel mentre, erano state le componenti religiose le uniche ad ottenere dei risultati
concreti. Le continue manifestazioni popolari organizzate nella prima fase della
Rivoluzione avevano spinto il governo in difficolt ad ampie concessioni. Le pi
importanti furono lintroduzione dellistruzione religiosa in lingua kazaka nelle scuole
primarie nel 1905 e la creazione di un muftiato distinto per le steppe nel 1906. Ma i
risultati ottenuti non bastarono a pacificare la popolazione. In particolare, lUnione
Musulmana rimase clandestinamente attiva attraverso piccole cellule ad Orenburg,
Omsk, Petropavlosk, Semipalatinsk e Vernyi anche dopo lesclusione dalla vita
parlamentare. Diritto universale di pellegrinaggio, eliminazione della possibilit di veto
per ledificazione di moschee, cessazione dellattivit missionaria ortodossa,
parificazione dello status del clero ortodosso ed islamico: queste erano le richieste
presentate con sempre pi insistenza, coesione e consapevolezza durante le continue
sollevazioni365.
Fallita la via istituzionale e panturchista rappresentata dallUnione Musulmana,
colpita dalla repressione conservatrice stolipyana nel 1908, i movimenti anti-coloniali
locali assunsero un connotato pi spiccatamente nazionalistico. In Kazakistan questo
port anche ad un allontanamento dei secolaristi dai religiosi. Gi nelle prime riunioni
congiunte alla vigilia della rivoluzione, erano emerse alcune figure di intellettuali
particolarmente influenti: Ali Khan Bukeikhanov (1869-1932) e Ahmed Baytursin-uli
(1873-1937). Il primo, storico, economista ed esperto di folklore, di sicure origini
chinghisidi e aristocratiche, era stato a lungo collaboratore del Governatore Generale
delle Steppe. Il secondo, poeta, linguista e pedagogo, anchegli di nobili origini, si era
invece dedicato da tempo ai problemi politici kazaki366. Questultimissima generazione
di intellettuali kazaki riflette, anche alla luce delle imprese portate a segno in seguito,
unulteriore maturazione nel discorso politico. Lestremit delle nuove posizioni si
definisce sia in riferimento alla distanza dal contesto politico tradizionale, che rispetto al
quadro delle posizioni che andava delineandosi in Russia, dove alla vigilia del 1905 il
partito democratico-costituzionale dei borghesi richiedeva semplici riforme, mentre gli
studenti erano travolti dalle idee anarchiche, populiste e marxiste strutturalmente antisistemiche367.
A. Bennigsen & C. Quelquejay, op.cit, pp. 55-56
M. Buttino, op.cit, p. 125
364
A. Bennigsen & C. Quelquejay, ivi, p. 32
365
M.B. Olcott, ibidem
366
A. Bennigsen & C. Quelquejay, op.cit, pp. 53-56
367
A.Brown et al, op.cit, p. 103. Si noti come non casuale il mancato utilizzo del termine
intelligencija, peraltro assente anche in quasi tutte le fonti utilizzate. Per quanto estremamente diffuso
nella lingua corrente, esso sarebbe applicabile solo nel senso pi vago e di tarda diffusione di classe
intellettuale, mentre sarebbe fuorviante nel suo implicito riferimento al coevo caso russo. Tuttavia vi
sono interessanti elementi di affinit destinati ad avere le loro implicazioni sul piano dello svolgimento
dei fatti.
362
363

85

Dal primo punto di vista, essi eranno aperti occidentalisti. Questo port a rinnegare in
toto il pan-islamismo, sbeffeggiato come utopia orientale, e trascurare il
panturchismo, invece fiorente tra i religiosi. Dal secondo punto di vista, cio lo
schieramento nellorizzonte politico pre-rivoluzionario russo, la maggior parte di questi
intellettuali si schierer con i liberali del partito democratico-costituzionale. Tuttavia,
essi andranno costituendone la sinistra, molto pi esigente verso il potere centrale. Lo
stesso Alash Orda, la principale formazione partitica secolarista fondata in occasione
della prima elezione dei rappresentanti locali nel dicembre 1905 ad Uralsk, pur sempre
allineato con il partito democratico-costituzionale ed inizialmente vicina allUnione
Musulmana, era un movimento fortemente nazionalista. Se il quadro complessivo
rimase quello del rinnovamento e non dellabbattimento delle istituzioni, lidea portata
avanti dai secolaristi kazaki sar comunque la parificazione dei diritti di slavi e nonslavi368. Dopo la Duma maturarono posizioni ancora pi ferme rispetto ai russi a
rimarcare la distanza dalle ideologie di matrice tatara e religiosa. Il programma
rivendicava la totale auto-gestione kazaka della propria popolazione e del proprio
territorio, terre e risorse del sottosuolo incluse. Bukeikhanov, ormai leader dellAlash
Orda, divenne un instancabile difensore delle ragioni kazake. Nelle sue pubblicazioni
egli paleser la propria ostilit allo zar e la convinzione che lo sfruttamento del
Nel suo contesto originario lintelligencija rappresentava una classe sociale non definita da
criteri di censo ed estranea alla gerarchia ufficiale per limpiego nellamministrazione statale. Essa era
perlopi costituita da figli di nobili decaduti e pochi giovani provenienti dalle campagne, il cui solo
elemento in comune era laver compiuto studi superiori nelle grandi citt dellImpero. Questi furono i
testimoni consapevoli delle contraddizioni dello sviluppo socio-economico russo: rigidit sociali e pretese
di sviluppo economico. In particolare, essi videro nel potere zarista il principale ostacolo al
dispiegamento spontaneo degli effetti della prima industrializzazione ottocentesca. Assunsero infine
posizioni radicali, principalmente focalizzate allabbattimento del potere esistente ed alleguaglianza
sociale.
Gli intellettuali kazaki erano invece per lo pi pochi privilegiati, figli della nobilt tradizionale in
un contesto in cui lappartenenza famigliare continuava ad avere una notevole importanza. Essi erano cio
distinti da una posizione socio-economica, indipendentemente dalla loro vicinanza reale alla societ
dorigine. Se i rappresentanti della prima generazione rimasero parecchio distanti dalle steppe, quelli
delle successive poterono contare su questo prestigio ascritto quando cominciarono la propria azione di
mobilitazione delle masse. Questa differenza sociologica probabilmente la principale tra i due
movimenti: lintelligencija russa composta dagli orfani della modernizzazione non aveva nulla da
perdere, mentre i primi movimenti politici kazaki organizzati intesero mantenere le proprie posizioni
entro i binari della legalit e delle riforme, anche a causa dellimprovvisa esplosione delle rivolte e le
differenze di status tra slavi e non, che suggerivano una maggiore prudenza operativa.
Pi significative le analogie sul piano ideologico e politico, specialmente dopo il 1905.
Innanzitutto, entrambi i movimenti guardavano con ammirazione al contesto occidentale europeo, assunto
a modello dei cambiamenti. Questo spingeva allidea che tutti i sudditi o cittadini dovessero godere di
pari diritti ed opportunit. Anche i secolaristi kazaki assunsero spiccate posizioni anti-sistema, ma in
contrapposizione alla dualit del trattamento dei sudditi dellImpero ed in misura minore in riferimento ad
astratti ideali di giustizia. La dominazione russa era semplicemente una realt che doveva essere
accettata e per certi versi la posizione kazaka fu molto meno progressista, in quanto orientata al
mantenimento di alcuni caratteri della societ tradizionale. Lo stesso ascendente occidentale ebbe una
valenza molto pi ideologica e utopistica tra i giovani universitari russi, mentre per i giornalisti e
propagandisti kazaki Occidente era maggiormente sinonimo di un complesso di innovazioni
tecnologiche e culturali pi ampio e generico. LOccidente dei russi era poi prabilmente lEuropa
coloniale e delle crescenti democrazie dellepoca, quello dei kazaki rimase piuttosto la Russia stessa in
contrapposizione alle istanze locali pi tradizionaliste e conservatrici.
Esistono poi affinit e differenze sul piano operativo. Anche i kazaki cercheranno di agire da
educatori delle masse e nella stessa misura falliranno nei propri intenti, essendo il campo delleducazione
popolare essenzialmente monopolizzato dai religiosi.
Infine va considerato come lapparente coincidenza di posizioni e strategie sar la causa delle
ambiguit della partecipazione kazaka alla rivoluzione bolscevica, erede dellintelligencija ottocentesca
(Spunti e riflessioni da: Victor Zaslavsky, Storia del Sistema Sovietico. Lascesa, la stabilit, il crollo,
Carocci Roma 2001, pp. 41-49).
368
A. Bennigsen & C. Quelquejay, op.cit, pp.55-56

86

Kazakistan non fosse pi limitato alla sfera economica, ma sistematicamente concepito


per leliminazione della stessa cultura del proprio popolo. Qualsiasi moderazione teorica
era stata superata e Bukeikhanov pagher in prima persona per le proprie idee durante le
repressioni del governo Stolipyn, venendo incarcerato due volte.
Le molteplici testate emerse a seguito della liberalizzazione della stampa ebbero
spesso vita breve. Ciononostante segnarono una vitalit intellettuale rimasta nascosta
sino a quel momento. Firme secolariste e religiose si divisero il campo sulle pagine di
Serke, Kazakstan, Alash, Ai Kap, Kazak e altri. Ma non si trattava di uneffettiva
competizione. Come aveva dimostrato la parentesi parlamentare esistevano ampi
margini di collaborazione, nonostante le differenti vedute strategiche. Si potevano
assumere posizioni pi o meno tolleranti verso le istituzioni russe, pi o meno
conservatrici in religione, ma lintento comune era ormai chiaro e la destinazione ultima
dellazione politica era la mobilitazione delle masse. Allapice della modernizzazione
pareva insomma che si stesse giocando su un altro campo una lotta antica: quella tra le
aristocrazie per guadagnarsi lautorevolezza necessaria a guidare il popolo. Non erano
pi i pascoli loggetto del contendere, ma idee completamente nuove che richiamavano
allorgoglio identitario, sopito da tempo o mai conosciuto con tale intensit.
Certamente la dominazione russa era stata determinante in questo processo e non pi
contraddittoria della tardiva islamizzazione. Leffetto complessivo sar per lemergere
di un popolo musulmano che desiderava ormai organizzarsi autonomamente da poteri
esterni secondo standard occidentali acquisiti e ormai interpretati come positivi. Nello
stesso campo delleconomia, fondamento delledificio culturale tradizionale, si
riconobbe linevitabilit della modernizzazione. Ma sedentarizzazione e agricoltura
cominciarono ad essere interpretate come tappe di un percorso comune a tutte le
popolazioni del pianeta, studiate o visitate in prima persona, e non come una
giustificazione plausibile per la subordinazione politica e lo snaturamento culturale. La
mentalit tradizionale, con i suoi ricordi e le sue leggende, la sua organizzazione sociale
e i valori sottostanti, continuava a dimostrare la propria flessibilit. Labbandono del
nomadismo non giustificava lasservimento, ma era una necessit per conoscere
nuovamente un benessere economico sostenibile e diffuso. Lorganizzazione statale
poteva essere riempita di valori e forme sociali tipicamente kazake, non esclusivamente
russe o islamiche, secolariste o religiose369.
La situazione complessiva delle steppe peggior ulteriormente prima della Grande
Guerra. Specialmente negli oblast di Syr Darya e Semirechia si conobbero gli effetti
della tardiva, e per questo ancora pi rapida e violenta, espropriazione delle terre.
Eppure le avvisaglie di rivolta non furono intuite nel Trkestan, dove fino al 1916 gli
amministratori locali parlavano di una popolazione assolutamente pacifica370, con la
stessa lucidit con cui vennero intraviste nelle steppe, in cui gi nel 1913 le autorit
locali avvertivano di non poter controllare la situazione se si fosse continuato ad
espropriare la terra e discriminare i nativi.
Ma le condizioni economiche negative vennero ulteriormente esacerbate dallo sforzo
militare dopo lingresso in guerra nel 1914, che ebbe ampie ripercussioni sul fronte
internazionale ed interno. Sul piano dei rapporti internazionali il conflitto vedeva la
Russia schierata contro lImpero Ottomano ed affianco a Gran Bretagna, Francia ed
infine Stati Uniti, ormai emergente potenza internazionale. La contrapposizione
allImpero Ottomano accendeva un irrisolubile conflitto per i musulmani delle valli,
legati da lunghe relazioni amichevoli con il califfo ottomano, ultimo rappresentante
politico di ununit tra musulmani, e per i pi devoti kazaki del sud, genericamente
impossibilitati a schierarsi contro dei correligionari affianco a degli infedeli. Ma persino
369
370

87

M.B. Olcott, op.cit, pp. 114-115


H. Carrre dEncausse, The Fall of the Czarist Empire, p. 208, in E. Allworth (a cura di), op.cit.

in piene steppe kazake, dove il legame storico con la Turchia era assai pi debole, il
clero musulmano seppe invocare il jihad come strumento di mobilitazione delle
masse371. E proprio la sollevazione popolare in Trkestan e Kazakistan per molti versi
fu la prima breccia ad aprirsi nella monoliticit del regime zarista372.
Infatti, allinterno dellImpero la prima conseguenza della guerra fu la sospensione
delle vie di comunicazione, cos che gli scambi si ridussero ad una dimensione
estremamente locale. Questo condusse inevitabilmente al crollo del prezzo dei bovini, il
cui mercato era immediatamente saturato dal limitato consumo locale, e ad una
crescente carenza dei beni provenienti dalla Russia. Bench esenti dal servizio militare,
in quanto ancora inorodtsy nonostante le riforme, ai kazaki furono richiesti svariati
sacrifici: donazioni di carne, pelli e cuoio; di cavalli per la cavalleria; lavoro gratuito nei
campi e nelle abitazioni degli slavi chiamati sul fronte. Nel mentre, aument la
pressione fiscale, venne sequestrato del bestiame senza contropartita, si continu nella
confisca di terra.
Nel giugno 1916 lesercito imperiale gi pativa gravi sconfitte, legate specialmente
alla carenza di approvvigionamenti. Venne allora sancita la costituzione di brigate di
lavoro obbligatorio formate dai lavoratori indigeni, lunica forza-lavoro ancora
disponibile. La coscrizione interess tutta la popolazione maschile dai 18 ai 43 anni di
Caucaso, Steppe e Trkestan. In Kazakistan verranno infine prelevati 87.000 uomini
dalla Semirechia, 60.000 dal Syr Darya, 50.000 da Uralsk, 40.000 da Akmolinsk,
60.000 da Turgai e 8.500 da Semipalatinsk373.
Cos come gli effetti della crisi economica vennero amplificati dallarbitraria
fissazione dei prezzi da parte dei commercianti russi, allo stesso modo gli effetti della
convocazione vennero peggiorati dalla sua interpretazione e applicazione374. Pi in
particolare, enormi problemi furono determinati dalla lettera ambigua del decreto, che
rendeva incomprensibile ai nativi chi ne fosse colpito e chi dovesse materialmente
occuparsi della scelta e dellorganizzazione della forza lavoro, facilit una lettura
arbitraria, differenziata caso per caso ed estremamente discriminatoria. La reazione fu
immediata non appena la notizia si diffuse tra gli aul, ma nonostante lampio
dispiegamento dellesercito il vero successo delloperazione dipendeva dalla
collaborazione di aqsaqal e mullah. E nonostante si preferisse in un primo momento
risparmiare gli individui oltre i trentunanni, la situazione cambi in proporzione
allutilizzo politico che essi ne fecero. Negli aul dove pi spiccata era la competizione
per il potere, i capi in carica inserirono puntualmente tutti i giovani conformi della
fazione rivale, escludendo per famigliari ed alleati. Questi divennero le prime vittime
della violenza, seppure la portata degli avvenimenti successivi distolsero i pi dal
continuare la collaborazione con i russi.
La rivolta esplose il 2 luglio in Semirechia e Syr Darya e di l a poco nel resto della
guberniia: il 4 a Samarcanda, l11 a Tashkent e poi nel Fergana. Larrivo della rivolta a
Tashkent segn il primo coinvolgimento dei nomadi kirghizi e kazaki. Nel mese di
Agosto gruppi organizzati di qualche migliaio di persone e composti da kirghizi, kazaki
e uzbeki presero di mira le vie di comunicazione. Dapprima la linea ferroviaria
Orenburg-Tashkent; poi le stazioni telegrafiche e gli uffici postali lungo la strada che
univa Tashkent e Vernyi; infine per tutto il mese lintera rete stradale rimase sotto la
minaccia di imboscate. Ma in settembre nove compagnie dellesercito e quattro
distaccamenti cosacchi guidati dal generale Lavrentiev riportarono lordine con la
forza. Nei due mesi successivi vennero compiuti rastrellamenti aul per aul per scovare
chiunque si fosse opposto alla coscrizione. Interi villaggi, giudicati collaborazionisti,
371
372
373
374

88

M.B. Olcott, op.cit, pp. 118-120


H. Carrre dEncausse, op.cit, p. 207
M.B. Olcott, ibidem
H. Carrre dEncausse, op.cit, pp. 209-210

vennero bruciati. Alla fine di ottobre si contavano alcune migliaia di morti e circa
300.000 sfollati. Alcuni rimasero al sud in attesa di essere riaccampati, alcuni si
spinsero al nord per unirsi agli scontri, ma circa un terzo della popolazione migr in
Cina375.
Tra i kazaki si distinse negli scontri attorno a Vernyi Tokash Bokin. Come Turar
Ryskulov egli sar in seguito uno dei protagonisti della presa del potere bolscevica nelle
steppe. Questultimo sar uno tra i primi kazaki dopo la sollevazioni a Tashkent a far
ritorno per organizzare la rivolta nelle steppe, dove a partire da met luglio consigli di
aqsaqal si riunirono periodicamente ed assunsero la guida della sollevazione. A
cominciare da settembre si pu parlare di una resistenza organizzata ed efficiente anche
per il settentrione, seppure gi ad ottobre la resistenza venne smorzata dallarrivo dei
rinforzi provenienti dal Trkestan del generale Lavrentiev.
Mentre anche i collaborazionisti del nord venivano inseguiti e giustiziati e la masse
costrette ai lavori, il cuore della rivolta si spost a occidente, nellarea oltre lUral. Qui
Amangendy Imanov (1873-1919) riusc a mobilitare e coordinare un esercito di ben
20.000 uomini che port a segno il maggiore risultato strategico della rivolta con
lassedio di Turgai. Isolata completamente, la citt venne tenuta in scacco dalla met
dottobre per un intero mese. Ma alla fine di novembre ancora le truppe di Lavrentiev
avevano gi disperso i combattenti, dopo aver falciato tutte le resistenze incontrate
lungo il cammino.
Dal canto loro, dopo una breve esitazione iniziale che gli aveva visti appoggiare lo zar
in guerra e osteggiare la sollevazione popolare, anche i nobili intellettuali kazaki
dovettero convertirsi alla causa della rivolta per non esserne travolti. Essi temevano
infatti la concorrenza di aqsaqal e mullah che palesarono in questoccasione la capacit
di coagulare consensi e malcontento in presenza di condizioni favorevoli. Tuttavia, se
lappoggio esterno e logistico alla sollevazione si fece sempre pi palese e
determinante, rimase importante fino allultimo non cadere nella trappola della censura.
Lapproccio editoriale non pot che essere prudente, imperniato su una linea che
ribadisse le ragioni kazake pur condannando gli eccessi di violenza di entrambe le parti.
Questa moderazione gioc a favore delle autorit russa che fino allultio enfatizzarono
la disponibilit a collaborare di alcuni settori della societ in rivolta. Tuttavia, i pi
giovani tra gli intellettuali seppero abbondantemente riscattare la categoria attraverso un
massiccio supporto logistico ed organizzativo, che spesso si rivel essenziale per la
durata e le proporzioni della lotta.
Alla vigilia dellabdicazione di Nicola II (27 febbraio 1917), la rivolta nazionalista era
stata pressoch completamente smantellata, nonostante il supporto totale da parte della
popolazione e delle sue avanguardie. La repressione fu puntuale e massiccia, bench
di difficile valutazione. Alle perdite legate direttamente agli scontri, vanno sommate
quelle determinate dalle fughe di belligeranti e non verso le zone pi ostili e inabitate
del paese, deserti e montagne, cos come ai lunghi percorsi migratori verso la Cina o le
valli. La permanenza nelle prime garantiva scarse possibilit di sopravvivenza, mentre
non sempre gli sfollati poterono trovare una nuova collocazione o essere accolti dalle
popolazioni locali. Le perdite legate allabbandono di terre e alla morte di bestiame
spinsero poi i pi volenterosi e validi a tentare la via del ritorno dopo che la rivolta era
stata sedata. Pochi riuscirono nellimpresa e questi dovettero ammirare il desolante
scenario delle propriet distrutte per vendetta dai russi o dei campi ulteriormente spartiti
e occupati da estranei. Con un pizzico di cinismo si potrebbe quindi conclusivamente
affermare che il contributo kazako alla sconfitta dello zarismo sar del tutto indiretto,
involontario e non pianificato: le perdite complessive in termini di produzione agricola
e soprattutto allevamento furono infatti cos massicce che, pur scaturite dai sacrifici
375

89

M.B. Olcott, op.cit, pp. 120-121

richiesti per sostenere lo sforzo bellico, contribuirono paradossalmente alla definitiva


crisi militare prima e poi politica del regime376.
Questultimo capitolo della politica delle steppe sotto lo zarismo sar infine
caratterizzato da una pesante repressione. Lintento delle autorit russe locali era fornire
una dimostrazione pubblica di come la non-fedelt al regime zarista non fosse
accettabile. Listituzione poi di tasse collettive per ogni aul aveva il fine di obbligare gli
aqsaqal sopravvissuti o collaborazionisti a sviluppare un maggiore controllo sui proprio
sottomessi. Infine, anche grazie alla collaborazione di questi ultimi i pochi ribelli
sopravvissuti e non ancora incarcerati furono catturati e condannati a morte, bench il
precipitare degli eventi consent lesecuzione solamente di una loro parte. E coloro che
sfuggirono allincarceramento, non scamparono ai lavori forzati per lesercito ancora in
piena guerra.
Dal canto suo, lamministrazione russa non ricav dalle recenti esperienze
suggerimenti per una revisione della politica delle steppe. Rafforz piuttosto le proprie
convinzioni sullincivilt dei sottomessi e limportanza di uno sfruttamento razionale
delle preziosissime steppe. Nel breve periodo di tempo che separa questi avvenimenti
dal crollo dello zarismo, si pot allora assistere a nuovi esperimenti amministrativi e
sociali. Questi erano basati sullassunto che fosse necessario separare fisicamente la
popolazione kazaka e russa, cosicch ai primi vennero assegnate le aree pi isolate
dellAltopiano e le aree desertiche pi lontane da infrastrutture e corsi dacqua. Lo
spostamento stesso dei 200.000 nativi di ritorno dalla Cina o banditi dalle aree russe
fu facilitato dal volume delle perdite umane patite. Lapparente razionalit del progetto
pareva ora aver scoperto le differenze economiche esistenti tra le due popolazioni ed
averle accettate: ai russi sedentari vennero garantite le terre pi adatte allagricoltura,
mentre gli altipiani e deserti erano oggettivamente funzionali solo per lallevamento.
Tuttavia la reclusione ora imposta ai kazaki negava la caratteristica chiave del
nomadismo tradizionale, cio la transumanza e laccesso ai pascoli migliori, ormai
convertiti alla coltivazione e stabilmente occupati da estranei.
Infine, il bilancio politico di quegli avvenimenti dimostr come i leader tradizionali
non fossero ormai in grado di guidare una rivolta vincente, nonostante linattesa
coesione sociale. E nonostante la crisi del regime, la povert pregressa e poi esasperata
dalle rivolte, la decimazione conseguente al conflitto e alla sua repressione, rendevano
ormai il regime russo un nemico palesemente superiore alle oggettive capacit kazake.
Ciononostante la leadership emergente, la giovane classe degli intellettuali, faticava a
guadagnarsi la stima incondizionata della popolazione rurale, diffidente verso i suoi
metodi di lotta, i suoi raffinati codici comunicativi, le sue ambigue posizioni di
mediazione tra le parti e nonostante il supporto alle recenti lotte. Si dovevano ora
attendere nuovi eventi, per lo pi esterni allAsia Centrale, per il superamento della crisi
delle leadership377.

376

Non si pu certo affermare che sia stata la sollevazione kazaka a determinare il crollo dello
zarismo. Certo che questa si svilupp in un momento particolare inserendosi in unamalgama di fattori:
la guerra stessa, larretratezza tecnologica, la crisi economica e il malcontento politico semplicemente
acutizzati dal conflitto. Tuttavia, il mancato sostegno kazako allapprovvigionamento di beni come
cavalli, pelli e carne, ed il loro rifiuto di costituire le milizie di lavoratori loro imposte e il massiccio
dispiegamento di truppe per la repressione, privarono senzaltro il fronte vero e proprio di molteplici
energie.
377
M.B. Olcott, op.cit, pp. 118-126

90

Capitolo 3. Ascesa e negazione del nazionalismo (1917-1953)


Il periodo sovietico rappresenta unulteriore tappa del processo di trasformazione
della societ kazaka tradizionale e sicuramente la pi incisiva tra quelle precedenti
lindipendenza. Se il compito di questo lavoro valutare le premesse storiche
dellattualit politica in Kazakistan, evidenziandone gli effetti di lunga durata, il periodo
sovietico merita di essere trattato con estrema accuratezza, allo scopo sia di enfatizzarne
il lascito immediato sulla fase contemporanea, sia i palesi elementi di continuit con le
fasi descritte in precedenza. I kazaki superstiti dovranno infatti ora confrontarsi con un
regime che risponde perfettamente al paradigma di totalitarismo moderno", di cui
lEuropa della prima met del Novecento pullulava seppure in forme spesso pi
blande378. In particolare, si viene cos a creare un sistema di regolamentazione della vita
sociale che non solo non in grado di attuare le utopie comuniste, ma attraverso varie
trasformazioni ripiega verso un nuovo regime autocratico, estremamente simile alla
recente tradizione zarista. La differenza essenziale risiede negli strumenti ideologici e
tecnologici di cui ora questo potr disporre, a seguito della significativa accelerazione
industriale voluta da Stalin. La capacit di pervadere la vita individuale supera di gran
lunga qualsiasi forma di sudditanza sperimentata in passato, cos come la capacit di
controllo delle minoranze nazionali o politiche anche nelle zone pi periferiche379.
Ma il 1917 non sar per il Kazakistan solamente lanno dellOttobre. Proprio per
capirne la reale portata necessario tenere a mente la paradossale convergenza di due
dinamiche in apparenza opposte: la repressione militare, il tratto pi pesante
dellamministrazione russa, ma anche lemergere di un discorso nazionalistico maturo,
per quanto scarsamente tutelabile data la debolezza economica e ormai anche di risorse
umane e militari. Da un lato, il 1917 sar semplicemente lapice degli avvenimenti degli
ultimi decenni, durante i quali le terre erano state ancora espropriate senza adeguate
ricompense, le rivolte popolari pesantemente represse e leconomia schiacciata, a piena
conferma della natura coloniale del regime. Dallaltro, i primi decenni del nuovo secolo
hanno anche visto sia i nobili che le masse kazake protagonisti di eventi assolutamente
significativi, anche se destinati a fallire. E seppure il governo dellAlash appaia
probabilmente oggi allesterno come fenomeno di folklore nazionalistico e allo storico
distratto come una breve e fortunata parentesi nelle aspirazioni di una ristretta cerchia
proto-borghese, la sua stessa esistenza testimonia qualcosa in pi.
Certamente la cruda realt politica ridimensioner rapidamente le ingenue aspettative
e le promesse bolsceviche dei primi giorni, contraddicendone la propaganda a favore
dellautodeterminazione nazionale. Il ripristino di semplici meccanismi coloniali tradir
la promessa rivoluzionaria delleguaglianza e di un nuovo assetto sociale in Asia
Centrale. Il mondo tradizionale verr definitivamente alterato, ma ad esso si sostituir
un apparato burocratico solo in parte dissimile da quello degli ultimi decenni nelle sue
caratteristiche sostanziali. Il periodo sovietico incider a fondo nel DNA socio-politico
dellintera regione, cos come in quello economico-ambientale. Tuttavia, la nonunilinearit di tutte le dinamiche storiche ci impone di valutare, pur marginalmente, tutti
378

La scienza politica distingue tra totalitarismo e autoritarismo, in funzione della maggiore o


minore capacit totalizzante di controllo, includendo allunanimit il regime sovietico (specie nella fase
staliniana) nella prima categoria. Ma in questo contesto la distinzione tra moderno e antico, a
enfatizzare le novit strumentali a disposizione.
379
Michael Karpovich, Precedenti storici del controllo sovietico sul pensiero, pp. 26-32, in
Waldemar Gurian (a cura di), LUnione Sovietica. Presupposti, ideologia, realt politica, La Nuova
Italia, Firenze 1954; Victor Zaslavsky, Storia del Sistema Sovietico. Lascesa, la stabilit, il crollo,
Carocci Roma 2001, pp.5-11

91

gli elementi che rompono la monoliticit del quadro. E la sfida di questo capitolo risiede
esattamente nel tentativo di argomentare come la societ tradizionale, un miscuglio di
pregressi elementi clanico-nomadici e ben pi recenti sentimenti di appartenenza
islamica, si siano in qualche maniera adattati, trasformandosi a loro volta in una nuova
originale sintesi.
Certamente, queste risposte dipenderanno in buona parte dagli input provenienti dal
centro e questi a loro volta dalla percezione variabile dei problemi legati alla nazionalit
avuti da Mosca, cos come dalle ridefinizioni ideologiche o operative che le lotte al
potere al Cremlino hanno autonomamente determinato. Perci, come compiuto per il
periodo russo, lanalisi delle oscillazioni dellorientamento di Mosca rispetto al
problema delle nazionalit rimane una necessit insostituibile, che agir in maniera pi
o meno evidente nel corso di tutta la trattazione. Ma se convenzionalmente si riconosce
la pi classica periodizzazione tra periodo leninista, staliniano, brezhneviano e
gorbacioviano, valida da ultimo anche per le politiche delle nazionalit380, le necessit
argomentative di questo lavoro impongono di soffermarsi principalmente sulle prime
due. Da ultimo unimportante specificazione riguarda proprio la periodizzazione e la
scelta di considerare il periodo sovietico come conclusivo dellintero lavoro.
Questo conduce direttamente ai latenti problemi di metodo, categorizzazione ed
analisi che deliberatamente si deciso di escludere da questo lavoro381, ma che ne
rappresentano limplicita cornice e si presumono strumenti compiutamente a
disposizione di chiunque si occupi di analoghi problemi politologici. In questa sede,
bastano le seguenti considerazioni. Innanzittutto, rimane corretta lintuitiva
considerazione per cui uno stato tale dal momento in cui in grado di esprimere la
propria sovranit allinterno ed allesterno del paese, cio garantirsi il monopolio della
forza per lordine interno e la gestione delle dispute, nonch provvedere alla difesa da
eventuali attacchi esterni. Questo assolutamente corretto anche per il caso kazako e
condurrebbe teoricamente (almeno) fino al 1991, anno del crollo del URSS e
dellindipendenza non-combattuta delle repubbliche sovietiche centrasiatiche. Nel
periodo sovietico infatti esse erano sottoposte ad un regime interamente coloniale, con
una forma istituzionale stabilita da Mosca, vertici scelti da Mosca, una presenza militare
dipendente da Mosca e una totale assenza di potest circa le scelte di politica estera.
Questi limiti erano infine solo in parte giustificabili con la forma federale del regime
sovietico.
Tuttavia, un territorio e la corrispondente popolazione non hanno necessariamente
sperimentato il formarsi di un apparato statale in relazione allindipendenza territoriale,
come lesperienza degli stati-nazione europei indurrebbe a credere. In essi il percorso di
formazione della nazione stato strumentale alla formazione dello Stato e venne poi
rappresentato come coincidente dal punto di vista temporale. Anzi: lo Stato, una volta
garantita in vario modo la maggiore omogeneit etnica possibile, stato presentato
come una conseguenza fisiologica dellesistenza di una nazione. Ogni popolazione
insediata in un dato territorio ha dato cos apparentemente origine ad una corrispondente
(e necessaria) entit politica autonoma e (in senso ampio) definita etnicamente, cio per
tradizioni, lingua, cultura, storia comune, etc. Ci non toglie che spesse volte anche
nella patria europea dello Stato-nazione le minoranze pi irriducibili siano state
assorbite da un apparato statale etnicamente disomogeneo, in cui cio maggiore
dignit giuridica stata riconosciuta alletnia prevalente. I loro diritti sono stati
normalmente a lungo repressi, sia come individui che come gruppi di persone.
Geetha Lakshmi, Ethnic Conflict in Central Asia. A comparative Study of Tibet and Kazakhstan,
New Dehli 2003 pp. 25-35
381
Nella seguente argomentazione ha svolto un ruolo rilevante la parte metodologica dellopera di
Katrin Benner (Die vielvlkerstaat Kasachstan, Ethnische Heterogenitt in friedlicher Koesistenz, Lit
Verlag, Hamburg 1996, pp.11-20), significativamente riferita al caso kazako.
380

92

Solamente nel lungo periodo, se sopravvissuti, essi hanno potuto ottenere dei
riconoscimenti. Ma lesperienza stessa dello Stato stata cionondimeno essenziale per
la successiva affermazione o negazione delle proprie specificit culturali.
Infine, va tenuto a mente che per quanto rilevanti le evoluzioni sul piano giuridicoistituzionale, interessa qui registrare i cambiamenti e la maturazione sul piano della
coscienza politica del popolo kazako. Ed innegabilmente il periodo sovietico avr su di
essa un effetto definitivo. Gli assetti politici ed amministrativi sono il pretesto, il dato di
partenza da cui ricavare quali fossero i cambiamenti culturali sottostanti o conseguenti.
Lorganizzazione stessa di una repubblica kazaka separata fin dal principio sottolinea il
riconoscimento ai kazaki di alcune peculiarit distintive. Non si tratt cio pi
solamente di riconoscere delle differenze geografiche, quindi storiche od etniche, di
ritagliare un territorio amministrativo in funzione del grado di resistenza armata o
culturale al nuovo conquistatore. Si tratt ormai di prender atto della capacit di mimesi
della cultura kazaka, come daltronde la precedente esperienza autonomista di governo
aveva recentemente palesato. E la scelta staliniana di ritagliare i confini delle
repubbliche centrasiatiche sulla base delle etnie prevalenti in un dato territorio
(probabilmente il tratto pi caratteristico dellesperienza coloniale sovietica in Asia
Centrale) semplicemente rafforzer in Kazakistan unevoluzione che si era gi definita
in precedenza in maniera spiccata.
Gli effetti della Rivoluzione di Febbraio
La Rivoluzione di Febbraio (Marzo 1917) era iniziata come un movimento spontaneo,
non guidato da alcuna forza politica specifica, n al di sotto di qualsivoglia stendardo
ideologico. Essa rappresentava il culmine fisiologico di una crisi ben pi vasta, dato che
gli insuccessi, le morti e le perdite territoriali degli ultimi mesi servirono solamente a
portare al definitivo collasso leconomia nazionale382. Come nel caso della Rivoluzione
del 1905 questi eventi furono assolutamente indipendenti dai territori centrasiatici, dai
loro problemi e perfino dalle recenti rivolte: la crisi del regime scatur dal suo cuore, la
Russia, e da qui and diffondendosi nel resto dellImpero383.
Nellimmediato, lavvenimento venne accolto in maniera estremamente positiva dai
kazaki: esso non aggiungeva nuovi morti o danni materiali, mentre sospendeva la
repressione zarista seguita alla sollevazione dellanno precedente384. Infine accendeva la
speranza che il logorante conflitto potesse conoscere una rapida fine, mentre la caduta
del regime potenzialmente apriva nuovi spiragli alla revisione della politica delle
steppe385. Al contrario, tra i coloni, il clero e gli amministratori russi, accanto al
differente coinvolgimento emotivo o politico per la caduta del regime, prevalse
unanimamente il timore di perdere posizione, prestigio e propriet in tutta lAsia
Centrale. Un nuovo istinto di unitariet prese piede a livello locale e specie tra coloro
che, come amministratori o militari, erano stati tra i promotori o esecutori delle recenti
rappresaglie e punizioni386. Le due principali componenti della popolazione del
Kazakistan si osservavano con diffidenza in attesa di passi falsi e maggiori certezze
sullevoluzione degli eventi a Pietrogrado. Nessun abbraccio aveva sigillato la caduta
del regime tra queste due popolazioni, che si sentivano parimenti legittimate ad
occupare la stessa terra, senza che la sua occupazione per il breve tempo di una sola
V. Zaslavsky, op.cit, pp. 51-53
Marco Buttino, La Rivoluzione capovolta. LAsia Centrale tra il crollo dellimpero zarista e la
formazione dellURSS, LAncora del Meditteraneo Ed, Napoli 2003, p.105
384
Martha Brill Olcott in The Kazakhs, Hoover Institution Press, Stanford 1995, p. 130
385
M. Buttino, op.cit, p. 106
386
Hlne Carrre dEncausse, The Fall of the Czarist Empire, p. 215 in Edward Allworth (a cura
di), Central Asia. A century of Russian Rule, Columbia University Press, New York London 1967
382
383

93

generazione potesse essere stato sufficiente a farle sentire parte di unentit distinta e
separata dalle lontane, spazialmente o storicamente, comunit dorigine, cui entrambe
continuavano a fare riferimento. Daltronde, lassenza stessa di un colore politico nei
distanti avvenimenti appena occorsi, cos come di specifici vincitori (come accadr
invece nel novembre successivo) dinnanzi allunico sconfitto certo, lo zarismo, imped
contraccolpi violenti a livello regionale, portando piuttosto ad un clima di attesa. Tutte
le differenze politiche tra sostenitori e avversari dello zar sfocavano poi agli occhi dei
nativi, quotidianamente indeboliti dalla presenza di un unico straniero, indistinguibile
nella sua omogenea e materialissima occupazione delle risorse locali. Specularmente,
nessuna differenziazione ideologica tra i russi, fossero questi cadetti, marxisti o
socialisti rivoluzionari, apriva autentici spiragli verso le ragioni delle popolazioni
indigene387.
Sia per lesattezza storica che per cogliere lautentica dinamica degli avvenimenti
successivi, le loro conseguenze politiche devono essere valutate almeno da tre distinti
punti di vista che, pi o meno direttamente, determineranno specifiche conseguenze
allinterno del Kazakistan: quelle a livello di Impero, cio di sistema e valide per tutte
le popolazioni prima sottoposte allo zar; quelle per le popolazioni musulmane di
Russia nel loro insieme e come portatrici di interessi comuni; infine in termini di
prettamente locali, cio delle specifiche conseguenze per il popolo e il territorio kazaki.
Nel primo caso, la principale conseguenza nel periodo di tempo che separa dalla
Rivoluzione di Ottobre la precariet politica incarnata dal Governo Provvisorio.
Questo era stata il principale lascito di quegli avvenimenti, senza alcuna possibilit per
le colonie di influenzarne la formazione e lindirizzamento politico: dal cuore
dellImpero era giunta la crisi, dallo stesso sarebbero ora dovute provenire le indicazioni
per la sua gestione istituzionale. Dal canto suo, il nuovo organo doveva ponderare le
istanze di democraticit intrinseche nella rivolta e la questione delle nazioni, cio il
problema delle colonie: aree e popolazioni fino ad allora in posizione subalterna388. La
debolezza intrinseca del Governo lo render presto incapace di gestire le varie etnie
non-russe, di norma collocate alla periferia dellImpero e verso le quali lintento di
russificazione era mediamente fallito (almeno come acquisizione passiva di una forma
mentale esogena). Per giunta, la decisione di proseguire il conflitto fece ulteriormente
rinviare la soluzione di tutti i principali problemi conseguenti il cambiamento di regime
alla convocazione di unassemblea costituente389. Era infatti necessario non inimicarsi i
vari leader etnici ed altrettanto mantenere lappoggio delle comunit slave locali390.
A differenza delle altre popolazioni centrasiatiche e al di l delle questioni
istituzionali (assetto del nuovo stato, etc.) o politiche (status delle minoranze, etc.), il
principale problema kazako rimaneva quello della terra: bloccare la colonizzazione e
387

I borghesi optavano per unopzione moderata, che implicasse una redistribuzione di diritti e
possedimenti, che si doveva rivolgere principalmente contro i nobili del regime defunto, pur senza
compromettere le poche posizioni economiche loro riconosciute fino a quel momento e piuttosto
consentendo una emersione politica impossibile fino ad allora. I marxisti tutti, non ancora distinguibili in
menscevichi e bolscevichi, identificavano come propria base sociale il proletariato, secondo il dettato
marxista, con i contadini in una posizione di fatto subalterna. Infine, persino i socialisti rivoluzionari,
pure i pi vicini al mondo non-urbano, si rivolgevano comunque ad un mondo agrario e non ad uno
residualmente pastorale e semi-nomadico. Le specificit della questione kazaka sfuggivano alle maglie
delle ideologie.
388
M. Buttino, ibidem
389
H. Carrre dEncausse, op.cit, p. 214. Un decreto governativo del 19 marzo sanciva una
generica uguaglianza per tutti i cittadini, come primo passo verso le future e pi sistematiche riforme
civili. In linea di principio questo avrebbe potuto sancire, anche solo teoricamente, lequiparazione tra
russi e non. Tuttavia, la questione pendente era quella del riconoscimento delle specificit culturali di
gruppi di persone, le nazionalit appunto, a cui accordare pi o meno ampi diritti e prerogative.
390
M. Buttino, op.cit, p. 127

94

garantire ai nativi la terra. Ma negli oblast kazaki come in Russia, dove il Governo non
attu la tanto attesa riforma agraria, esso fu altrettanto incapace di assumere decisioni
definitive riguardanti lamministrazione delle steppe. Il Governo si limit piuttosto a
spedire un proprio rappresentante che doveva riferire della situazione in questa periferia
dellImpero, ma privo di reali poteri di intervento, se non quello di organizzare incontri
regionali per ottenere supporto popolare alle cause della Rivoluzione di Febbraio. Cos
mentre gli alti ufficiali zaristi venivano allontanati (o si dileguarono) senza essere
completamente rimpiazzati, a livello locale la vita quotidiana nei villaggi russi o kazaki
non sub autentiche modifiche391.
Solamente in aprile venne istituito un comitato governativo per il Trkestan a
Tashkent, le cui strutture e competenze rimasero tuttavia indefinite fino alla
Rivoluzione di novembre392, mentre le Steppe rimasero invece sotto il diretto controllo
statale. Le ragioni di questa scelta non sono di difficile valutazione: accanto alla
maggiore vicinanza al cuore dellImpero, la sommossa del 1916 non era ancora stata
completamente sedata in alcune aree steppiche allo scoppio della Rivoluzione di
Febbraio393, circostanza allarmante per il debole Governo, per giunta ancora impegnato
nella Grande Guerra. Per ragioni pratiche veniva cos ribadita la precedente divisione
amministrativa tra sud e nord, anche se le rispettive popolazioni kazake erano
accomunate dai medesimi problemi. Ed infatti, nonostante i residui di rivolta a nordovest fossero infine stati sedati e nonostante linterruzione dei lavori forzati, atto dovuto
per guadagnare la popolazione alla causa della nuova amministrazione, sia al nord che
al sud laddove la situazione concreta era pi tesa trovarono nuovamente spazio azioni di
violenza contro gli slavi ed i loro possedimenti.
Anche per evitare nuove sollevazioni, due milioni e mezzo di ettari vennero
rapidamente restituiti agli aul kazaki in Semirechia, da cui la rivolta era scoppiata. Ma
la questione della terra non verr mai sottoposta ad unanalisi sistematica: le steppe
potevano infatti ancora funzionare come territorio di sbocco per unulteriore
emigrazione slava che riducesse la pressione sociale nel cuore dellImpero, comunque
gravato dagli sforzi bellici e dalla disperazione che ne seguiva. Il desiderio dei kazaki di
avere un controllo pieno sui propri territori era eccessivamente ambizioso ed il debole
Governo non disponeva delle risorse per accondiscendere ad una decisione tanto
coraggiosa.
Ma neppure quando il Governo dichiar le steppe area di emergenza pot far fronte ai
necessari interventi e la condizione del popolo peggior ancora in totale assenza di
potere centrale. Erano ancora una volta gli aqsaqal a cercare invano di supplire alle
urgenze quotidiane con i pochi mezzi disponibili. Si dovette attendere il settembre di
quellanno perch venissero prese le prime decisioni di contingentamento: tutte le
aree confiscate, ma non ancora assegnate dovevano essere restituite allutilizzo
precedente; ulteriori lotti di terra vennero riaffidati ai nativi in Semirechia perch troppo
onerosi per lirrigazione; infine, vennero stanziati 11 milioni di rubli, con una media di
100 rubli per nucleo famigliare. Ma se questi interventi rivelano una crescente
attenzione verso le steppe ed una maggiore disponibilit di mezzi, giunsero senzaltro
con eccessivo ritardo rispetto alla prossima presa del potere bolscevica.
Nel tentativo di non vanificare le deboli iniziative intraprese, il Governo Provvisorio
selezion infine alcuni indigeni come funzionari governativi per le steppe e per il
H. Carrre dEncausse, op.cit, pp. 221-222
M.B. Olcott, op.cit, pp. 130-131. Si cap che fosse necessario individuare un centro da cui
svolgere inizialmente le funzioni di governo e a partire dal quale si sarebbe potuto estendere il controllo
reale sul territorio ed accrescere gradualmente la legittimit del nuovo governo su tutta lAsia Centrale.
La citt eletta a tale scopo divenne Tashkent, non troppo lontana dal cuore dellImpero e abbastanza
vicina alle estremit pi meridionali.
393
H. Carrre dEncausse, op.cit, pp. 213-215
391
392

95

Trkestan. In entrambi i casi questi non poterono che essere i secolaristi, che nonostante
i recenti fallimenti a livello centrale (in particolare, lelezione di Tinynshbaev a
Ministro dellAgricoltura), erano i pi consapevoli tra le forze in campo dei codici
politici e maggiormente affidabili per la passata esperienza parlamentare, oltre che
quindi per la moderazione dimostrata fino a quel momento. Cos gli sforzi kazaki in
questa fase non potevano che essere distribuiti su entrambe le amministrazioni:
Bukeikhanov e Baytursinov, tra gli altri, divennero i funzionari indigeni del debole
Governo nelle Steppe, ma il primo fu anche uno dei quattro musulmani al Comitato del
Trkestan che sostitu il governatorato. Ma si trattava ancora nella forma di
unorganizzazione russa, dipendente dai residui dellapparato imperiale, e nella
sostanza di una struttura troppo debole394. La via kazaka verso lo Stato non poteva
ancora compiutamente esprimersi.
Nel mentre, il nuovo clima di libert politiche e civili che la caduta dello zarismo
aveva determinato consent un intenso fervore intellettuale e politico che ricordava da
vicino il clima che aveva scosso lImpero nel 1905. Amministratori, militari, operai,
intellettuali, clero musulmano e ortodosso, tutti si sentivano chiamati a prendere parte al
dibattito in corso sul futuro assetto politico. Per tutto lintervallo tra le due Rivoluzioni
questa atmosfera rimarr, con i problemi delle steppe in Kazakistan, la principale
caratteristica in tutta lAsia Centrale. Tuttavia, lo status coloniale e il regime militare
rafforzato dalle recenti rivolte rendeva molto pi complicato svolgere qualsiasi ruolo
reale nel processo decisionale395.
Ciononostante sia tra i kazaki del nord che del sud la ripresa dellattivit di stampa ed
il fiorire dei circoli dei giovani intellettuali consentirono in questo breve periodo
unulteriore significativa maturazione della riflessione e dellautocoscienza nazionalista.
E su tutti la precedente generazione di intellettuali-attivisti ebbe un ascendente
notevole396. Questa era sopravvissuta alle repressioni stolypiane e, ricostituitasi in un
circolo nazionalista gi nel 1912 (subito dopo la morte del Primo Ministro nel 1911),
aveva riunito gli sforzi dei propri componenti sulle colonne della nuova testata Qazaq,
fondata lanno successivo397. Sia le posizioni pi radicali che quelle pi moderate che
emergeranno nellestate del 1917 troveranno puntualmente spazio su Qazaq, che si
guadagner cos un notevole prestigio come principale, seppure non esclusiva, arena
politica nazionale. Ma nonostante lautorevolezza di questi pensatori, nessuno era in
grado di chiudere lagenda del frenetico discorso politico di quel momento o imporre la
direzione delle riflessioni, posto che si tardava a trovare posizioni definitive e che non
dovessero essere riviste continuamente in base alle incerte risposte del Governo e
allirregolare reazione popolare398.
Certamente in questa primissima fase tutte le elites secolarizzate emersero quindi
notevolmente rafforzate. Esse rappresentavano un tramite inevitabile per tutti coloro che
consapevolmente (sempre pi numerosi per laccresciuta istruzione ed alfabetizzazione,
ormai di terza-quarta generazione) intendevano ottenere lautodeterminazione e
necessitavano perci di tramiti competenti e dotati di esperienza diretta (quella nella
Duma) per essere iniziate alle questioni di potere dellImpero non-zarista, decadente
ma ancora integro territorialmente nel 1917. Daltronde, la stessa natura della
sollevazione, non violenta e indolore, e lapparente clima di legalit sembrava rendere
ancora una volta possibile, come era accaduto nel 1905, poter perseguire le proprie
ragioni politiche in un quadro di dialogo, concessioni contro collaborazione. E proprio
394
395
396
397
398

96

M.B. Olcott, op.cit, p.129-130


M. Buttino, op.cit, pp. 105-106
M.B. Olcott, op.cit, p. 131-135
M. Buttino, op.cit, p.129
M.B. Olcott, ibidem

la posizione da assumere verso il Governo Provvisorio rimase la questione centrale da


risolvere in questa effimera fase. Questa dipendeva ovviamente dalla sua disponibilit a
concedere ai kazaki la gestione delle risorse del paese e a rimettere a disposizione le
terre confiscate arbitrariamente negli ultimi 25 anni, a consentire cio unampia
autonomia amministrativa. Lipotesi di una separazione o ancor di pi di unalterazione
discriminatoria dello status giuridico degli slavi non era minimamente presa in
considerazione. Ma daltronde, n il Governo poteva imporre una soluzione con la
forza, n i kazaki guidare un forte movimento separatista, per assenza di seguito
popolare e di risorse economiche sufficienti. Per di pi lesercito era ancora impegnato
in guerra e i kazaki erano stati anchessi decimati negli scontri di qualche mese prima.
Ma la vera novit risiedeva nel fatto che la caduta dello zarismo aveva consentito di
riprendere il dialogo tra le popolazioni kazake del Steppnoj Kraj e dei due oblast
meridionali di Semirechia e Syr Darya al di fuori degli spazi angusti della clandestinit
e della separazione amministrativa399. Le idee veicolate da Qazaq si erano da tempo
diffuse anche al sud400, dove pure emergevano testate locali e i nomadi avevano da
tempo unimportante posizione politica, come gli eventi del 1916 avevano daltronde
dimostrato. Anche al sud erano poi emerse delle figure ampiamente assimilabili ai
patroni di Qazaq e in stretto legame con loro, unelite intellettuale molto limitata in
numero, ma dalle caratteristiche molto simili. Ancora una volta si tratt di persone di
origini aristocratiche e che avevano potuto usufruire di unistruzione superiore, spesso
di natura tecnica401.
Ritengo non vada trascurato lo Zeitgeist di quegli anni, seppure i suoi legami con gli eventi qui
trattati siano difficilmente ponderabili. Il primo conflitto mondiale stava portando allemergere sullo
scenario internazionale di concetti nuovi come la wilsoniana autodeterminazione dei popoli, che
spingeva a ragionare in termini di unit etnica (si veda in proposito il caustico Karl E. Meyer, La Polvere
dellImpero. Il grande gioco in Asia Centrale, Corbaccio Ed. Milano 2004, pp. 25-26). Numerosi
fuoriusciti centrasiatici parteciparono a varie conferenze relative al problema denunciando gli abusi russi
sulle minoranze, come la Conferenza di Losanna del 27-29 Giugno 1916. Anche il kazako Ahmad Safar
vi partecip esprimendo per il suo popolo il desiderio ad una considerevole autonomia, seppure non
allindipendenza (Hlne Carrre dEncausse, The Fall of the Czarist Empire, pp. 207-208, in Edward
Allworth (a cura di), Central Asia. A century of Russian Rule, Columbia University Press, New York
London 1967). Non va infine dimenticata linfluenza indipendentista o auto-determinista anche delle
idee di Lenin (Alexandre Bennigsen & Chantal Quelquejay, Les Mouvements Nationaux chez les
Musulmans de Russie. Le Sultangalievisme au Tatarstan, Mouton & Co. Paris 1960, p.65), in realt
precedenti le stesse formulazioni wilsoniane.
400
M. Buttino, op.cit, pp. 128-129. Anche al sud lAlash ebbe i propri organi di stampa, tra cui
Birlik Tuuy in particolare assurse ad una posizione molto simile a quella di Qazaq (M. Buttino, op.cit, pp.
138-139).
401
I pi carismatici rappresentanti dei secolaristi del sud furono Muhammad Tinyshbaev e Mustafa
Chokaev. Il primo nacque da una ricca famiglia, da lungo tempo impegnata nella mediazione con gli
indigeni per conto dellamministrazione. Dopo aver ricevuto la propria formazione superiore a Vernyi,
ebbe modo di studiare ingegneria a Pietroburgo, cos da essere uno dei pochi tecnici indigeni al suo
ritorno in patria e uno dei principali supervisori della costruzione della linea ferroviaria della Semirechia.
Liniziazione politica risale al 1905, quando su invito di Bukheinkhanov prese parte alla fondazione
dellAlash Orda, divenendone presto il principale rappresentante al sud, oltre che rappresentante nella
Seconda Duma. In occasione degli eventi del 1916 assume una posizione perfettamente in linea con il
resto del movimento nazionalista laico, risorto nel 1912: calmare le rivolte, su cui non si aveva alcun
ascendente, e garantire condizioni di arruolamento pi favorevoli, che avrebbero consentito di avanzare
maggiori diritti in caso di vittoria. Membro della delegazione che si rec a Pietrogrado ed ottenne la visita
del presidente Kerenksij in Trkestan, allarrivo del generale Kuropatkin in Trkestan, ne divenne
collaboratore, offrendosi come interprete e mediatore con le popolazioni locali. Difensore fino allultimo
della sollevazione popolare, secondo lui causata dagli abusi ai livelli medio-bassi dellamministrazione,
egli ritenne comunque salutare linfluenza russa per la modernizzazione dei costumi tradizionali. Gli
stessi abusi, erano perfettamente disgiungibili dai benefici gi apportati alla popolazione locale e causati
da degenerazioni pi recenti, come lusurpazione della terra. Quando infine divenne lunico membro
turkestano del Comitato locale del Governo Provvisorio, la sua autorevolezza sia presso la popolazione
399

97

Ma accanto ai tentativi dellAlash Orda di rappresentare i kazaki come un singolo


popolo unito da ataviche tradizioni comuni e soprattutto dal medesimo meccanismo di
predominanza nobiliare, ora non pi militare ma intellettuale, si pales la distanza che
sessantanni di dominio russo avevano determinato tra popolazioni settentrionali e
meridionali, sottoposte a due amministrazioni distinte e protagoniste di eventi in parte
diversi402. La principale differenza sociale risiedeva nel ruolo minore svolto fino ad
allora dal clero conservatore al nord, dove invece il dibattito intellettuale apparteneva ai
secolaristi403.
Le fonti riportano che gi nel corso di uno dei primi incontri ad Uralsk, si consent
unampia partecipazione popolare, cos da renderlo quanto pi rappresentativo
possibile. Ma la via della democraticit quasi diretta divenne impercorribile, e non solo
per i pi intuitivi motivi pratici, ma in quanto rifletteva differenti idee di politicit
stessa. I convegni erano infatti stati organizzati dai secolaristi, che avevano promosso la
presenza delle donne. Questo caus lo scandalo nel clero musulmano, che rifiut di
parteciparvi finch queste non fossero state messe a sufficiente distanza da loro e ben
lontane dallagor vera e propria. Allo stesso modo si opposero ai costumi occidentali
dei loro interlocutori laici. Questi piccoli episodi, che semplicemente impedirono
lemergere di proposte concrete, lasciano comprendere le difficolt inerenti alla stessa
societ come presupposto dellazione politica e alle sue ferite trasversali di
appartenenza culturale e sociale404.
Analogamente nelloblast di Turgai (2-8 aprile) il dibattito politico venne promosso
dai secolaristi. Vennero raccolti ben 300 delegati provenienti da differenti aree e perci
sufficientemente in grado di rappresentare lintera popolazione. Tuttavia, in questo caso
vennero preventivamente inclusi solamente coloro che guardavano ai problemi correnti
in unottica di unit storico-culturale di tutti i kazaki, cos che lintero dibattito potesse
muovere nella direzione desiderata e portare a proposte politiche concrete. Presieduto
infine dai gi citati Ahmed Baitursunov, Bukheikhanov e Dulatov esso arriv a
comprendere anche le componenti religiose pi aperte al dialogo e alle riforme. La
presenza stessa dei primi rendevano le decisioni di quei giorni organicamente connesse
alla precedente esperienza dellomonimo partito, fondato in occasione della Duma. E di
contro, al contrario della precedente e fallimentare esperienza, le soluzioni qu adottate
nel campo degli affari religiosi, delleconomia, della guerra possono essere a ragione
considerate la piattaforma da cui mosse il futuro governo autonomo dellAlash Orda.
Dal punto di vista delle autonomie religiose, venne rilanciata lidea del muftiato di
Orenburg come legittimo organo degli Interni per gli affari religiosi centrasiatici, purch
che il Governo stesso, lo resero una delle figure cruciali di questa pur breve fase (M. Buttino, op.cit, pp.
128-133).
Analogamente Mustafa Chokaev, di una decina danni pi giovane, era nato da una famiglia di
capi della trib Kiptchak. Dopo aver frequentato il ginnasio russo a Tashkent studi legge a Pietroburgo.
Origine e formazione avranno un ruolo determinante nella sua rapida ascesa politica. Limpegno politico
inizier allepoca dellesclusione kazaka dalla terza Duma, a partire da cui entrer infatti in sistematico
contatto con Bukeikhanov. Membro della commissione della Duma che accompagner il presidente
Kerenskij in Trkestan, divenne infine uno dei principali protagonisti anche sul fronte del dibattito
regionale e nazionale (M. Buttino, op.cit, pp. 133-134).
402
M.B. Olcott, ibidem
403
H. Carrre dEncausse, op.cit, p. 213. Buttino (op.cit, pp. 125-127) parla in riferimento al
Trkestan Kraj di tre influenze e accorpamenti politici: gli intellettuali di cultura secolare, di alte origini
sociali e formatisi negli istituti superiori russi, che erano principalmente tatari e kazaki; gli intellettuali
jadid responsabili della rinascita culturale del Trkestan e in stretto contatto con le vicende del resto del
mondo ottomano, ma con scarse esperienze politiche; gli ulema conservatori, contrari alla
modernizzazione delle tecniche e delle idee, ma ora convocati dalla stessa caduta dello zarismo ad un
ruolo politico attivo di conduzione delle masse e di edificazione di una nuova societ libera dalle
influenze russe o tatare.
404
M.B. Olcott, op.cit, pp. 132-133

98

i kazaki potessero in esso avere maggiore rappresentanza rispetto al passato e i delegati


dovessero essere esclusivamente eletti dal popolo. Veniva poi proposta labolizione di
qualsiasi limite nel numero dei funzionari religiosi, esclusivamente funzionale al
numero di moschee, a loro volta liberamente edificabili previa richiesta delle
popolazioni locali. Pur sancendo la separazione tra chiesa e stato, veniva tuttavia
ribadita la necessit di una gestione congiunta delle questioni dellistruzione.
Questultima veniva dichiarata obbligatoria e sancito lobbligo dello stato di finanziare
il clero per lo svolgimento di queste funzioni.
Le conclusioni riguardanti il problema delle terre rivelavano una certa comprensione
per i problemi del Governo Provvisorio, al quale in attesa di un sistematico intervento
legislativo venne per richiesta la restituzione di tutte le terre sequestrate illegalmente,
mentre i russi potevano provvisoriamente continuare lutilizzo di quelle confiscate nel
rispetto del quadro legislativo esistente sotto lo zarismo. Infine, la conferenza invoc la
convocazione di una commissione speciale per la questione delle steppe; questobiettivo
sar fino allultimo la principale destinataria degli sforzi di mediazione a Pietrogrado.
La conferenza consider anche la questione del conflitto ancora in corso. Esattamente
come in occasione degli eventi dellanno precedente anche questo convegno dei
secolaristi espresse piena solidariet alle autorit centrali405. Era infatti loro sincera
convinzione che ladempimento fedele dei propri obblighi di (ex-sudditi e ormai di)
cittadini avrebbe consentito di guadagnare credito presso i russi, ottenere pari
ricompense in caso di vittoria e avere pi peso nella richiesta di nuovi diritti406. Alla
riconosciuta necessit di proseguire nellimpopolare conflitto e perci stesso di fornire
forza lavoro, vennero per contrapposte delle salvaguardie per la popolazione: miglior
trattamento sul lavoro e assistenza sanitaria; impossibilit di convocare coloro che erano
i soli a provvedere al mantenimento di nuclei famigliari poco numerosi; una
remunerazione corrispondente al lavoro svolto407.
Infine, nello stesso mese, si svolse ad Orenburg il primo congresso pan-kazako, in cui
trovarono rappresentanza tutte le componenti sia meridionali che settentrionali e sembr
imporre la linea dei secolaristi sui religiosi e gli ambienti pi ostili alla Russia. Ma
accanto alla decisione di appoggiare il Governo nella guerra, nessuna vera decisione
sembr scaturire da questo incontro: i leader kazaki richiesero una debole autonomia e
nel campo della cultura si limitarono a rivendicare luso esclusivo del kazako per
listruzione, lamministrazione pubblica e la giustizia408. Nonostante i numerosi incontri
regionali che avevano preceduto il Congresso pan-kazako, le differenti posizioni non
riuscirono a collimare o una a prevalere sulle altre. Si dovevano ancora aspettare altri
eventi di quella primavera: la nascita del Centro Musulmano ad aprile ed infine la
rottura nel Congresso dei Musulmani di Russia di maggio. Entrambi porteranno risultati
concreti: la definizione delle diverse posizioni, autonomia culturale in uno stato
accentrato russo versus autonomia politica in uno stato federale, ancora confuse fino a
quel momento; la definizione del quadro delle possibili alleanze regionali, cio con le
altre colonie musulmane.
Il principale contributo trkestano agli eventi in corso in Kazakistan sar
rappresentato dal Primo Congresso dei Musulmani del Trkestan (16-23 aprile), nel
corso del quale verranno definendosi delle posizioni che, se da un lato risulteranno
condizionate dalla stessa produzione intellettuale di Qazaq e dalla presenza di
importanti esponenti dellAlash (come Chokaev, Tinynshbaev e Bukeikhanov), a sua

405
406
407
408

99

M.B. Olcott, ibidem


M. Buttino, op.cit, pp. 129-130
M.B. Olcott, ibidem
H. Carrre dEncausse, op.cit, p. 222

volta rappresenter un momento di riflessione significativo anche del dibattito


nazionalista kazako.
Promosso essenzialmente dal dinamismo dei pensatori jadid, organizzati attorno
allassociazione Shuro-i-Islamiya, esso incluse anche figure di spicco del clero
conservatore come SaidAli Lapin, ormai leader degli ulema tradizionalisti, raccoltisi
nello Jamait-i-ulema. Le conclusioni del dibattito mancheranno di autentici punti fermi;
ciononostante le sue conclusioni verranno rapidamente assimilate fino a rappresentare il
paradigma di riferimento anche in Kazakistan una volta che le sue conclusioni verranno
riferite in patria. Sui problemi istituzionali emersero varie posizioni: le pi radicali
optavano per una federazione di stati presieduta dalla Russia, ma con fortissime
autonomie locali; altri preferirono assumere posizioni pi moderate, nella fiducia che il
nuovo corso democratico avrebbe trovato tempi e spazi per unadeguata revisione dello
status delle colonie. Tra i primi si schierarono Ahmed Zeki Velidi Togan (Toganov 1819), leader del movimento nazionale bashkiro (ed appena iscrittosi al partito socialistarivoluzionario), e il gi noto Tinynshbaev; tra i secondi invece Mustafa Chokaev e Ali
Khan Bukeikhanov. Sulle questioni coloniali si richiese una cessazione dellulteriore
immigrazione slava e la restituzione delle terre. Infine, sui problemi religiosi, per quanto
il testo contenente le conclusioni del Congresso sia andato disperso, pare siano state
accettate le generiche affermazioni di principio degli ulema, cio il riconoscimento delle
autorit religiose e la costruzione del nuovo ordine nel rispetto della legge islamica. Si
prefer probabilmente evitare immediate rotture sui punti pi difficili e mantenere
lunitariet dellorgano nato proprio in questoccasione. La nascita del Trkestan Mill
Shuras (Centro Nazionale dei Musulmani del Trkestan) pu infatti essere considerata
il principale risultato del Congresso. Suo compito era promuovere unitariamente
lattivit politica nel kraj in vista dellassemblea costituente e sviluppando sistematici
contatti con le altre organizzazioni musulmane della Russia e principalmente con
lAlash Orda. Intrinsecamente esso intendeva da ultimo porsi come punto di riferimento
di tutti i musulmani dellAsia Centrale ex-zarista e portare ad una rappresentanza unica
delle comuni istanze a Pietrogrado409.
Poco pi in l, venne convocato a Mosca dall1 all11 maggio un nuovo Congresso
dei Musulmani di Russia, il primo dopo il disfacimento dellUnione Musulmana da
parte di Stolypin. Lincontro, promosso ancora una volta dai tatari di Kazan, aveva
evidentemente lo scopo di valutare il ruolo che le varie minoranze musulmane potevano
unitariamente assumere nel quadro politico post-zarista410. I pi di 900 delegati che vi
presero parte, di cui 300 clerici, rappresentavano le associazioni culturali, quelle
giovanili e quelle di beneficienza, oltre che ogni nazionalit in proporzione alla
rispettiva popolazione ed indipendentemente dallorientamento politico, cos che
vennero comprese tutte le posizioni dallestrema sinistra socialista alla borghesia
moderata. Questultima intendeva orientare lazione politica musulmana verso una
soluzione moderata, come quella che sembr prevalere nella creazione del Governo
Provvisorio. Tuttavia, prevalsero posizioni ben pi estremiste, anche di ispirazione
bolscevica, specie tra i tatari promotori del dibattito e principali ispiratori delle
conclusioni del Congresso: sulla base dellideologia leninista del soviet di Pietrogrado si
rivendic il diritto delle popolazioni dEuropa, Asia e Africa di disporre di s stessi411.
Ma se non sorprende che i tatari, ossia la popolazione musulmana pi benestante e
occidentalizzata dellImpero, avessero gi conosciuto una maggiore influenza delle
emergenti idee socialiste412 e che anche i kazaki furono tra le prime popolazioni
409
410
411
412

100

M. Buttino, op.cit, p. 133,136-137; H. Carrre dEncausse, op.cit, pp. 216-217


M.B. Olcott, op.cit, p. 132
A. Bennigsen & C. Quelquejay, op.cit, pp. 63-65
Ivi, pp. 42-62

musulmane sottomesse e maggiormente occidentalizzate413, il loro ruolo nei fenomeni


in corso in Kazakistan merita di essere fortemente ridimensionato, specie in riferimento
alleccessiva enfasi posta su questo punto dalle fonti sovietiche. Sicuramente anche le
elites kazake furono esposte in maniera crescente allinfluenza socialista, ma le istanze
estremiste emerse in occasione del Congresso Musulmano di Mosca devono comunque
essere valutate in un paradigma esclusivamente nazionalistico. Ed in questo modo
devono essere interpretate le posizioni di Halel Dos Muhammadov, il pi influente
rappresentante kazako in questa seduta e che sostenne la necessit che fossero
riconosciute ai musulmani forti diritti territoriali, anzich una semplice autonomia per le
questioni culturali, come la lingua ufficiale per listruzione, organizzazione religiosa,
etc. Ancora, la riunione stessa, convocata per ribadire la primazia tatara, ne segn
invece la fine, a dimostrazione della maturazione indotta (e non solo in Kazakistan) dai
significativi eventi di inizio secolo. Si venne infatti creando una fazione composta da
azeri, bashkir ed altri, cui presero prontamente parte anche i rappresentanti kazaki, per
ponderare la presenza tatara, da sempre superiore in numero e qualit dei
rappresentanti414.
Infine, come nel caso dellincontro ad aprile in Trkestan, anche lincontro panislamico port alla fondazione di unassociazione, detta Consiglio Centrale Nazionale
(Milliy Markaziy Shora). Il suo compito principale era la coordinazione di tutti i
musulmani in vista dellassemblea costituente, ma a questa dichiarazione di intenti non
seguirono sistematici incontri in tale direzione, cosicch questo progetto, per quanto
destinato a continuare ad esercitare forti suggestioni anche sui nazionalisti kazaki, sar
destinato a fallire415. Per il momento, dal punto di vista dei kazaki il Congresso non
aveva comunque portato i risultati sperati, cio un aiuto concreto per le questioni della
terra. Per questo motivo nessuna rappresentanza kazaka parteciper al secondo
Congresso Musulmano svoltosi a Kazan in luglio, preferendo ripiegare esclusivamente
sullacceso dibattito interno di quei giorni416. Il conseguente isolamento delle
componenti religiose derivatone, facilit probabilmente anche nelle steppe la
monopolizzazione del discorso politico da parte degli intellettuali.
Solamente nel secondo congresso kazako (21-28 luglio) emersero con chiarezza due
posizioni prevalenti e antitetiche, attorno ai cosiddetti principi di nazionalit e
territorialit. Il primo implicava il riconoscimento della specificit culturale di ciascuna
minoranza e il mero conseguimento di una forte autonomia locale. Il secondo invece
individuava come unico risultato accettabile lindipendenza. Dulatov e Baitursinov
divennero i maggiori punti di riferimento per coloro che puntavano alla separazione da
Pietrogrado, mentre Bukheikhanov sostenne lidea della partecipazione ad una
federazione russa democratica e parlamentare, di futura creazione. Anche questa
posizione, apparentemente pi moderata, rilanciava la decisione ultima alla futura
evoluzione degli avvenimenti e alle scelte del Governo. La fedelt a questultimo non
era n cieca, n dettata da questioni ideologiche, ma solamente da un estremo senso
pratico, la cui vera variabile era leffettiva capacit di leadership sulle masse che si
sarebbe riuscita a sviluppare o preservare in seguito per mantenere la propria posizione
allinterno del paese. Nonostante queste divisioni, le risoluzioni approvate in questa
sede andarono a costituire il programma di un vero e proprio partito, erede legittimo
dellAlash Orda nazionalista dellepoca delle prime Duma. Ma ancora pi importante,
venne scelta la data del 21 novembre per dichiarare la nascita delle repubblica autonoma
del Kazakistan.
413
414
415
416

101

M. Buttino, op.cit, p. 125


M.B. Olcott, ibidem
H. Carrre dEncausse, op.cit, p. 218
Ivi, p.222

Il nucleo del nuovo programma era rappresentato ovviamente dagli interventi


demergenza sulla terra. Lulteriore immigrazione slava doveva essere sospesa, almeno
in attesa di un censimento che consentisse di avere un quadro preciso delleffettiva
disponibilit di spazi inutilizzati; le terre confiscate o non ancora riassegnate dovevano
essere immediatamente restituite ai precedenti titolari; anche i territori gi riassegnati,
ma non ancora messi a frutto, dovevano essere liberati; erano da proibire ulteriori
confische. Dovevano poi essere rimborsati i kazaki le cui terre erano state occupate
dopo le migrazioni seguite ai fatti del 1916 e gli spazi comuni non utilizzati dovevano
essere affidati a nuove comuni di prossima istituzione.
Le conclusioni riguardanti i diritti civili e politici rivelano la profonda
occidentalizzazione, ma anche il forte contenimento delle istanze religiose, pure
rappresentate al convegno dal clero pi progressista. Le donne dovevano ricevere pieni
diritti legali; i matrimoni si potevano compiere esclusivamente con il consenso di
entrambe le parti ed entrambe dovevano aver raggiunto la maggiore et; le vedove
sarebbero dovute essere libere di sposarsi nuovamente e solamente la prima moglie
poteva autorizzare la poligamia del marito. Le corti religiose popolari sarebbero dovute
essere rimpiazzate da un nuovo sistema giudiziario, che pure non avrebbe esautorato
completamente, ma affiancato la giurisdizione religiosa. Listruzione sarebbe dovuta
essere obbligatoria e di esclusiva competenza dellautorit civile. I primi due livelli di
studio sarebbero stati esclusivamente in kazako, trascritto per in arabo anzich in
cirillico, cos da allontanare ulteriormente sia linfluenza russa, che tatara, prevalente
nella trascrizione fonetica. Listituzione di un muftiato indipendente a Orenburg
avrebbe infine sancito la definitiva emancipazione dallinfluenza tatara, gi emersa
qualche mese prima e ribadita proprio in quei giorni dalla mancata rappresentazione al
secondo Congresso dei Musulmani di Russia (17 luglio-2 agosto)417.
Tuttavia, merita di essere ribadita a questo punto la natura stessa della futura
emancipazione politica e culturale da russi e kazaki. In entrambi i casi non si tratta di
una scelta verso lisolamento, ma di una scelta verso loriginalit identitaria. La presa di
coscienza delle proprie specificit culturali, oltre che la fiducia nei mezzi di cui ormai si
dispone, la stampa per la formazione dellopinione pubblica e lesperienza politica per
la gestione dellamministrazione, portano ora ad una separazione nazionalistica, ma,
esasperando i termini di paragone che proverranno dal nascente Novecento, non
xenofoba o autarchica. Daltronde, come vedremo, la questione della rappresentanza
unitaria dei musulmani dellImpero rimase cara ai kazaki, purch fossero chiarite le
rispettive posizioni delle varie componenti. Analogamente, la dichiarazione di
indipendenza pianificata per il successivo novembre, altro non sar che listituzione de
facto, cio senza autorizzazioni o conferme dallalto, di un oblast autonomo, ma non di
uno stato indipendente in seno ad una confederazione od una federazione, n tanto
meno listituzione di uno stato separato e a s stante. Tuttavia, due sono gli elementi
proposti ad Orenburg che definiscono la specificit della nuova proposta, accanto alla
novit della gestione nazionale: listituzione di una milizia kazaka per la difesa e
lordine pubblico ed una nuova archittettura amministrativa a livello locale, dove si
intendeva sostituire i funzionari indigeni eletti o nominati dal governo con organi
assembleari elettivi (zemstvo). Pur nellambito dellautonomia, si venne quindi
definendo in quei giorni una soluzione completamente originale, dettata dalle
contingenze del momento e non ancora emersa in precedenza.
Accanto alle misure programmatiche, vennero sancite anche delle iniziative per
incrementare il supporto popolare alla futura autonomia e, cos facendo, legittimarla. In
particolare, si stabil che solamente rappresentanti eletti a livello di oblast e uezd
417

Questo convegno era in realt tricefalo: accanto allincontro propriamente politico, vi fu anche
un congresso religioso, dal 21 luglio al 2 agosto, ed uno militare, dal 17 luglio al 2 agosto (A. Bennigsen
& C. Quelquejay, op.cit, pp. 78-82).

102

potessero partecipare a novembre alle sedute istitutive del governo. Purch eletti, i
rappresentanti di tutte le componenti politiche, religiose o laiche, conservatrici o
progressiste, avrebbero potuto prendervi parte. Tuttavia, era precisa speranza dei
convenuti di Orenburg che emergesse unAssemblea compatta, se non unanime. Questo
avrebbe fatto assumere un maggiore peso alle delegazioni inviate a Pietrogrado a
rappresentare i kazaki presso il Governo, allassemblea costituente di futura
convocazione e presso il Consiglio Nazionale dei Musulmani di Russia. Un maggiore
peso allesterno, stabilmente cementato dal consenso interno, avrebbe quindi consentito
il mantenimento della nuova entit amministrativa pan-kazaka 418.
Il Governo dellAlash Orda e lopposizione
Esattamente come gli eventi del 1905 o del Febbraio dello stesso anno, anche la
Rivoluzione di Ottobre (24-25 novembre) discese sugli abitanti dellAsia Centrale senza
che questi potessero aver influito su di essa o potessero avere sufficiente conoscenza
degli eventi successivi419. Senza dubbio per, a causa dellevanescenza del potere
destituito (il Governo Provvisorio), le implicazioni a livello di Impero furono molto
meno facili da valutare. Si era innanzitutto trattato di un Putsch messo in atto da un
manipolo di persone e che aveva causato solamente una quindicina di morti e non di una
sollevazione di massa come nel Febbraio420 e data la scarsa presenza sociale o
intellettuale in Kazakistan di tutte le forze socialiste (rivoluzionarie, mensceviche o
bolsceviche), non vi fu inizialmente alcuna alterazione delle leadership politiche
esistenti.
Ma per quanto quegli avvenimenti avrebbero richiesto tempo per dispiegare
compiutamente i propri effetti, la presa del potere bolscevica avvenne appena una
settimana prima del nuovo Congresso pan-kazako che, come deciso a luglio, avrebbe
dovuto dichiarare lautonomia della regione. Per quanto il cambio al vertice non ne
impedisse lo svolgimento, la sua stessa ratio ne risult inevitabilmente alterata. Di fatto
tutte le proposte elaborate fino a quel momento presupponevano il Governo
Provvisorio: esso era lestensione logica delle idee emerse con la caduta dello zar e nei
suoi esponenti potevano riconoscersi le stesse leadership kazake. Per istruzione, censo e
impegno politico, i secolaristi kazaki avevano potuto lavorare fianco a fianco con tutti i
riformisti e contribuire allelaborazione stessa di quelle idee che ne avevano orientato le
faticose iniziative. Lautonomia stessa era infine un modo per aiutare la presenza del
Governo nelle Steppe: senza un controllo diretto e stabile della regione, come avvenuto
in quegli ultimi mesi, lanarchia e la povert che ne sarebbero derivate sarebbero infatti
sfuggite di mano a Pietrogrado e quindi alle stesse elits locali. Ma da un lato la caduta
del Governo e dallaltra lo scarso appeal del socialismo nel paese, riaprivano
completamente il dibattito: indipendenza o autonomia? Mentre Qazaq ribadiva
lintenzione di rimanere entro il quadro delle richieste definite in precedenza, un nuovo
congresso ad Orenburg (5-13 dicembre) ribadiva la necessit di un governo kazako che
godesse della fiducia del popolo. I secolaristi ritenevano sempre di pi di essere la sola
forza capace di farsi carico di questonere e le disposizioni finali segnarono
puntualmente una nuova presa di posizione.
Lex Steppnoj Kraj, ribattezzato ora Alash, avrebbe disposto di un organo esecutivo
collegiale (Alash Orda) composto da 25 membri, di cui 10 russi o di altre minoranze,
cos che queste potessero essere salvaguardate fin dai primissimi istanti. Il nuovo
governo avrebbe poi disposto di una corpo di polizia per riscuotere le tasse, avrebbe
potuto contrarre debiti, condurre negoziazioni diplomatiche autonome, stilare una
418
419
420

103

M.B. Olcott, op.cit, p.136


M. Buttino, op.cit, p. 105
V. Zaslavsky, op.cit, pp.52-53

propria carta fondamentale e farsi garante delle elezioni a livello locale per lassemblea
costituente. Si pu facilmente notare come il baricentro degli equilibri tra centro e
periferie sia considerevolmente slittato a favore delle seconde in queste ultime
formulazioni. La stessa parola autonomia, almeno come intesa nel corrente lessico
politico italiano, indica piuttosto una condizione federale estremamente flessibile ed
eccentrica.
Si raggiunse poi un accordo unanime attorno alla questione dei confini: anche gli
oblast di Syr Darya e Semirechia sarebbe dovuti essere inclusi nella giurisdizione del
nuovo governo. Questo per implicava un nuovo problema: da un lato, la contrattazione
con le autorit del Trkestan, dallaltro il problema di come avrebbero potuto reagire le
popolazioni del sud. Di fatto, anche nel caso in cui i kazaki avessero accettato
unanimamente la nuova soluzione, essi costituivano una delle molteplici componenti
etniche presenti. La questione dei confini port ad una nuova divisione sulle strategie da
seguire, posticipando cos anche linsediamento del governo stesso. Da un lato le
popolazioni di Uralsk, dellOrda Interna e del Syr Darya affermavano che si dovesse
dichiarare immediatamente lautonomia e che le popolazioni del sud si sarebbero
volontariamente unite subito dopo: unentit politica stabile sarebbe stata lindiscussa
alternativa vincente allanarchia in cui esse versavano e lappello allunit politica di
conseguenza irresistibile. Dallaltro le fazioni rimanenti, cio la maggioranza, preferiva
aspettare lesito delle future negoziazioni, fatto che avrebbe anche consentito di
costituire la milizia in tempo per la formazione del governo. Emerse infine un
compromesso che rinviava di un solo mese lormai inesorabile autonomia, ma garantiva
al padre del nazionalismo Bukeikhanov, stavolta parte della minoranza, la presidenza.
In questo mese, infine, lo stesso Bukeikhanov avrebbe potuto spostarsi da Orenburg
verso Semipalatinsk, scelta come sede del nuovo governo.
La vera questione rimase la formazione della milizia. Quasi per definizione, era
necessaria unentit dipendente dal potere centrale che monopolizzasse la forza per
mantenere lordine interno e lo difendesse da eventuali aggressioni esterne. I singoli
oblast avrebbero disposto di un contingente composto e foraggiato dai rispettivi uezd,
ma armato direttamente dal governo centrale. Cera grossa aspettativa circa il ruolo che
i cosacchi avrebbero potuto svolgere nel nuovo esercito. Lo stesso successo
dellesperimento dipendeva in buona sostanza dalla capacit di garantirsene la fedelt e
disporne come addestratori di reclute ed ufficiali421.
E difficile valutare con esattezza lazione complessiva dellAlash Orda: i fatti relativi
alla sua esistenza si sono dispersi tra i giudizi e la censura politica sovietica, specie
dopo il giro di vite staliniano negli anni Trenta. Interi archivi tuttora sigillati
impediscono di avere accesso alla copiosa documentazione allepoca, atti ufficiali dei
convegni e le numerose testate giornalistiche, che con quasi totale certezza hanno
registrato fedelmente e continuamente informazioni e dettagli sullaccaduto.
Vaghe notizie riguardano la composizione del principale organo esecutivo del
governo, formato da otto membri, uno per oblast, uno per lOrda Interna e il Presidente
Bukeikhanov, e ben quindici deputati non-kazaki. A questo si affiancavano degli organi
regionali o provinciali, cio dei comitati governativi per ciascun oblast. Nel febbraio del
1918 il governo era certamente responsabile delle popolazioni kazake dei quattro oblast
settentrionali ed in misura minore di quelli meridionali422, dove il potere effettivo
M.B. Olcott, op.cit, pp. 137-140
Pi avanti, in piena crisi dellalleanza con i cosacchi, il governo riusc comunque a prendere
delle decisioni importanti: in risposta al potere bolscevico vennero dichiarati nulli per il territorio delle
steppe e la popolazione kazaka tutti gli accordi da questo stipulati; vennero istituiti dei tribunali speciali
in caso di tradimento; venne stabilita la propriet privata della terra, ma la propriet statale sullacqua;
venne creato un tribunale speciale per le dispute sulla terra (M.B. Olcott, op.cit, pp. 147-148).
421
422

104

continuava ad essere condiviso con i suoi detentori vecchi e nuovi, cio gli ulema e le
forze socialiste, che gi dopo la Rivoluzione di Febbraio potevano vantare un
radicamento decisamente superiore che al nord423.
Tuttavia, la stessa vitalit ed effettivit dellesperimento del governo autonomo tra le
due Rivoluzioni risente pesantemente, nel bene o nel male, della complessiva situazione
nelle steppe. Gli sforzi bolscevichi contro le crescenti offensive tedesche sul fronte
occidentale e la necessit di lasciare la missione rivoluzionaria nella periferia nelle
mani dei loro seguaci locali condizionarono pesantemente gli eventi successivi. Possono
essere rinvenute due dinamiche distinte, o meglio distinguibili ma estremamente
interrelate: la resistenza alla presa del potere bolscevica delle forze controrivoluzionarie
e lazione delle forze socialiste ostili al governo al sud.
La generica apparizione di fazioni bolsceviche in territorio kazako risulta in definitiva
un esito distinto dal processo di propaganda e maturazione intellettuale indotto o
facilitato dal movimento Qazaq, data la scarsa base sociale della nuova ideologia, lo
scarso livello di industrializzazione e lostilit che persino le popolazioni slave in
territorio kazako potevano potenzialmente nutrire verso i bolscevichi. Ma si anche
fatto riferimento alla sovrapposizione di personalit e problemi provenienti dal sud: nel
momento in cui il discorso nazionalista ha nuovamente trovato spazio pubblico dopo il
1912, lambizione di farsi portavoce di tutta la popolazione nazionale, allinterno e
allesterno del kraj delle Steppe, ha reso del tutto naturale linclusione di notabili
locali kazaki del Trkestan (Tinynshbaev e Chokaev tra tutti) che, per formazione,
origini e ambizioni, poterono facilmente identificarsi nella proposta politica avanzata
dagli anziani del nazionalismo kazako. Questo processo per incluse una serie di
personaggi minori, cio persone difformi rispetto allidealtipo di nazionalista kazako
delineato fino a questo momento. Questa difformit sia personale, cio relativa
allestrazione sociale di chi se ne fece portavoce, che sociale, in riferimento ai
problemi e alla popolazione che si intendeva rappresentare nellarena politica. Le
differenze di metodo, cio di ideologia ed azione politica, sono forse da attribuire alla
semplice necessit di porre unalternativa efficace al preponderante circolo Qazaq del
nord424. La resistenza al monopolio del discorso politico ebbe infatti un forte
radicamento territoriale: tutte le istanze di opposizione allAlash provenivano
puntualmente dal sud ed in minor misura dal nord, da tutte quelle realt, come lOrda
Interna, comunque difformi per formazione, collocazione territoriale ed esigenze
immediate. In realt, in questa fase conflitti sociali pregressi trovarono nuove forme per
la propria espressione: lOrda Interna, ad esempio, in virt della sua vicinanza al centro
dellImpero e della sua formazione storica peculiare, intendeva rifiutare legemonia dei
kazaki orientali dellAlash.
423

E certamente difficile credere che le dottrine socialiste e rivoluzionarie, potessero trovare anche
in Trkestan un radicamento sociale effettivo, posto che esso era estremamente esiguo nella stessa Russia,
relativamente ben pi industrializzata. Piuttosto lascendente di queste correnti di pensiero va forse
rinvenuta nel loro approccio radicalmente anti-sistemico, cio di abbattimento dello stato in tutte le sue
forme pre-esistenti; nella suggestiva ma fortuita coincidenza di programmi comunisti nel campo
economico e le tradizioni comunitarie dei nomadi; o forse, pi probabilmente, erano semplicemente
lesito di un bisogno ben pi violento di rompere i ponti con il passato tra quelle persone che in prima
persona e per primi avevano preso parte alle rivolte del 16 e che ora si trovavano a fare i conti con una
soluzione politica inaccettabile (quella borghese del Governo Provvisorio) nei suoi margini di
compromesso con il potere centrale.
424
E importante enfatizzare che questa interpretazione sociologica sottintesa nellunico lavoro
sufficientemente dettagliato su questo episodio della storia nazionale kazaka, cio lopera monografica
della Olcott (op.cit, p.136-137,141). Nella maggior parte delle opere, infatti, il periodo di tempo qui
analizzato viene incluso in una pi generale panoramica della transizione dallo zarismo ai soviet in tutta
lAsia Centrale e tuttal pi assurge al rango di episodio significativo, ma fallimentare, del nazionalismo
kazako. Pur nel corretto ridimensionamento di questesperienza, lAlash rappresenta un segnale
inequivocabile del raggiunto maturamento del nazionalismo kazako.

105

I soviet (consigli elettivi dei lavoratori) cominciarono ad essere organizzati anche al


nord: Akmolinsk, Semipalatinsk, Petropavlosk, Kustanai, Turgai tra i principali.
Seppure la somma delle forze bolsceviche, mensceviche e socialiste-rivoluzionarie
potesse disporre di un seguito estremamente limitato rispetto ad Orenburg o Tashkent,
anche vero che la loro azione si orient ben presto contro lAlash, contribuendo ad una
disomogeneit politica imprevista. Composti principalmente da slavi, gi in aprile
avevano esplicitamente dichiarato lintenzione di separarsi dal resto del Kraj e porsi
sotto lamministrazione di Astrakhan. Infine, i soviet riuscirono a raccogliere consensi
specie dopo la Rivoluzione bolscevica, a causa delle promesse (mai attuate nelle
colonie) di riformare la legislazione sulla terra.
La convergenza di intenti tra le minoritarie fazioni bolsceviche e insoddisfatti
segmenti sociali dei nativi emerge in maniera assai pi chiara analizzando la vicenda di
Kolbai Togusov, il cui movimento politico rimase lunico ad aver significativamente
contestato il campo agli intellettuali Qazaq. Gi allepoca del Primo Congresso dei
Musulmani di Russia (maggio 1917) questa aveva costituito una delegazione separata
per il sud, composta da tre tatari, tre kazaki e tre uzbeki, che ruppe pubblicamente la
monoliticit delle pretese nazionalistiche dellAlash Orda. Allepoca il suo leader, di
etnia bashkir, era appena entrato tra le fila del partito socialista-rivoluzionario.
Nellestate del 1917 poi, questa fazione fu attiva nella lotta per il consenso popolare
che precedette la programmata indipendenza di novembre. A tale scopo, venne creato il
giornale Alash, di cui Togusov fu fondatore ed editore. Attorno a questo, egli riusc a
raccogliere il consenso non guadagnato a sud da Qazaq e ad organizzare i primi
movimenti politici dei kazaki del Trkestan. Nonostante fosse fallita in un primo
momento la mediazione con i trkestani filo-bolscevichi, quando egli fond il partitomovimento Ust Zhuz (Tre Orde), da subito ostile al futuro governo, le dirigenze
bolsceviche del Trkestan cercarono di sfruttarlo per ridurre il suo consenso e dar
spazio alla nuova ideologia sia tra i kazaki sia tra i russi. LUsh Zhuz fu lunica
componente politica kazaka a schierarsi apertamente con i bolscevichi ed a prender
parte, pur marginalmente, allattivit dei soviet centrasiatici. Quando infine il nuovo
governo riuscir a istituire dei comitati a livello regionale, il movimento verr disciolto
con laccusa di parteggiare per i socialisti rivoluzionari, per essere comunque incluso in
un secondo momento nelle gerarchie bolsceviche locali, nonostante il limitatissimo
ruolo nelle vicende decisive della guerra civile425. Lazione di questo gruppo facilit
tuttal pi la mancanza di radicamento del governo al sud, che ne limit di fatto
lautorit ai precedenti territori del Kraj. Ma proseguiamo con ordine: si gi accennato
allimportanza riservata nei discorsi di preparazione allindipendenza alla milizia
nazionale. Si anche accennato al fatto che il successo di questo operazione fosse
intrinsecamente legato alla possibile reazione dei cosacchi, le uniche truppe qualificate
della regione, dotate di armamenti avanzati e dellesperienza per formare il futuro
esercito nazionale. Laccettazione da parte loro del nuovo governo era unidea
azzardata, ma non impossibile nel quadro nebuloso del dopo-Febbraio. Il problema
dellordine, specie se attento anche alle minoranze come ambiva ad essere lAlash, era
prioritario per tutti, diffidenti e slavi compresi. E lOttobre altro non fece che giocare a
favore di unalleanza tra nazionalisti kazaki e cosacchi, ormai parte della coalizione
anti-bolscevica, detta dei bianchi.
La nazionalizzazione del bestiame e delle terre promessa dai bolscevichi infatti ben
presto caus loro la pi aperta ostilit nelle steppe sia tra i nativi che tra i russi. I
cosacchi426 si resero allora promotori di piccole entit di autogoverno locale: un potere
M.B. Olcott, op.cit, pp. 136-137;141
Nel precedente capitolo si accennato al declino, innanzitutto demografico, dei cosacchi, cio dei
discendenti di quelle bande armate che avevano contribuito allavanzata siberiana o di coloro che nel 800
erano penetrati nelle steppe in seno alla progressiva conquista del Kazakistan. Dopo la colonizzazione di

425
426

106

cosacco per la Siberia venne istituito ad Orenburg, capace di esercitare un ampio


controllo sulloblast di Uralsk; analogamente un altro governo cosacco venne istituito
ad Akmolinsk; infine, un breve tentativo funzion anche nel Trkestan. Listituzione di
questi frammentari governi cosacchi, rappresentava una considerevole insidia al
nascente governo kazako. Di per s questo era debole per le poche risorse che era in
grado di mobilitare, dal punto di vista della difesa e a causa degli inevitabili tempi
necessari per la creazione di un apparato amministrativo praticamente ex novo. In caso
di contrapposizione frontale, esso non avrebbe certamente potuto resistere allavanzata
cosacca su pi fronti. Ma proprio questa deformazione della guerra civile nelle steppe
facilit infine lesistenza stessa dellAlash: preoccupazione centrale dei gruppi cosacchi
era labbattimento dei bolscevichi, intesi come usurpatori del governo legittimo; a tale
scopo, le energie dovevano essere concentrate contro di loro ed i loro seguaci nelle
periferie. Un impegno contro i kazaki nello stesso momento avrebbe considerevolmente
complicato la situazione, mentre si apprezz invece lo sforzo dellAlash di cercare di
mantenere lordine nelle steppe. Si venne cos a creare unimplicita divisione delle sfere
giurisdizionali su base etnica, cos che i cosacchi gestirono la popolazione slava e
lAlash, nello stesso momento e sullo stesso territorio, la popolazione kazaka.
Ovviamente, questa soluzione era sostenibile solamente nelleccezionale situazione del
conflitto. Il problema della terra venne accantonato, ma paradossalmente questa
necessaria collaborazione port comunque i cosacchi ad occuparsi in prima persona
della difesa dellAlash stesso. In un secondo momento infine vennero stipulati veri e
propri accordi militari tra kazaki e cosacchi, che ne sancirono la collaborazione bellica.
Tuttavia, i cosacchi non accettarono mai lonere di addestrare i kazaki: il fenomeno
indipendentista era ben visto nella contingenza del conflitto, ma nessuna autentica
necessit pratica o ideologica spingeva i russi a supportarlo attivamente. Laiuto
militare kazako contribu indubbiamente, tra la primavera e lestate 1918, ai nuovi
successi militari che portarono il conflitto nelle steppe al suo apice. Ma queste stesse
vittorie condussero il governo Alash verso la propria rovina.
Da un lato, nel tentativo di interrompere lidillio tra la popolazione russa e kazaka
nelle steppe, i bolscevichi avevano aperto trattative separate con questi ultimi427. Gli
autentici contenuti di questi incontri appaiono oggi compromessi dalla propaganda e
dalla censura, ma appare ragionevole accettare che i bolscevichi avessero promesso
allAlash soldi, comunque rifiutati, ed una nuova legislazione sulla terra, cui non si
diede credito. In un primo momento, quindi, i bolscevichi continuarono a non avere
presa sulle steppe.
Ma nello stesso momento i cosacchi, per quanto scarsamente organizzati e divisi,
avevano guadagnato nuovi centri abitati. La posizione cosacca di netta predominanza al
fine XIX sec. questo termine prese per ad indicare un sottogruppo della complessiva etnia slava presente
in Kazakistan, che mantenne ovviamente un ruolo di rilievo nellesercito e nelleconomia, cos da farsi
ora promotori della Controrivoluzione.
427
La stessa formulazione della cosiddetta prima costituzione sovietica del 10 luglio 1918
conferma quanto appena affermato. Questo documento, stilato in piena guerra civile ed in assenza di
confini certi, esprime evidentemente pi una dichiarazione di intenti che un autentico fondamento di una
nuova struttura istituzionale. Tuttavia, si intese proprio propagandare un progetto del nuovo ordinamento
politico che si intendeva realizzare, cos da attrarre alla rivoluzione sia i territori zaristi perduti, che
eventualmente gli stati occidentali con cui ancora si era in guerra (lAustria, in particolare). Proprio per
questo, alcuni punti avrebbero potuto particolarmente allettare i popoli centrasiatici. Gi nella prima parte
del documento, la dichiarazione dei diritti dei popoli stilata dal georgiano Stalin, il principale incaricato
della questione delle nazioni, viene affermata la libert di propaganda religiosa che, implicitamente, era
estendibile a qualsiasi credo, Islam compreso. Infine, per quanto chiaramente questo documento non
potesse ancora definire lassetto organizzativo dei territori centrasiatici, ancora in mano bianca,
significativo che nella sua seconda parte si proclami la lusinghiera libert per questi territori di aderire o
meno al nuovo stato (Corrado Barbagallo, La Russia comunista (1917-1939), Einaudi, Torino 1945,
pp.81-84).

107

nord, tra lAkmolinsk e la Siberia, permise ai nazionalisti kazaki di intuire i rischi


connessi anche ad uneventuale vittoria anti-bolscevica: il mantenimento della primazia
russa e limpossibilit di rivedere lo status delle terre. In caso di sconfitta dei
bolscevichi, i giochi sarebbero stati infatti decisi a favore dei cosacchi, contro i quali il
governo non poteva certamente schierare un esercito adeguato. Per giunta, le carestie
rimanevano il problema principale, che obbligavano a mobilitare grandi quantit di
risorse spostandole da una parte allaltra del paese, ma anche richiedendo un inevitabile
sforzo maggiore da parte della popolazione contadina russa.
Questo rese particolarmente dannoso lincidentale interruzione delle vie di
comunicazione, in quanto interi segmenti del territorio e comitati locali del governo
kazako si trovarono de facto divisi da questo, privi di rifornimenti e costretti a gestire
separatamente conflitto ed amministrazione. In particolare, i territori occidentali si
trovarono separati da quelli orientali, dove aveva sede il governo (Semipalatinsk). Per
questo motivo, e per il rifiuto dei contadini russi di cedere i propri raccolti per
approvvigionare territori tanto lontani, non appena lArmata Rossa venne dispiegata sul
fronte orientale, loccidente kazako (Uralsk) fu il primo a cadere (ottobre 1919). Gi nel
gennaio del 20 le steppe potevano essere considerate nuovamente sotto controllo
russo428.
Certamente il caso dellAlash Orda non fu un unicum tra le colonie, posto che sia
Khiva, che Bukhara e i trkmeni daranno origine a esperimenti simili durante il
conflitto429. Ma esso fu comunque lesito di uniniziativa e di un percorso peculiari,
nonostante la non-curanza residua di buona parte della popolazione e le divisioni con
gruppi politici a base localistica. Lo stesso supporto popolare al nuovo progetto, per
quanto parziale (ma certamente non minacciato da alcuna presa delle idee bolsceviche,
come stereotipato in seguito nella tradizione storiografica sovietica) rappresenta il
maggiore risultato. E certamente difficile quanti soggetti avessero la possibilit
concreta di occuparsi o di avere un giudizio sulle scelte politiche dei vertici. Certamente
buona parte della popolazione era stata coinvolta nel progetto nel corso di quellestate,
quando la situazione si fece quanto mai critica e la propaganda fu abile nel presentare
gli intellettuali borghesi come le uniche forze in grado di mettere ordine al caos
esistente. Ma accanto al pragmatismo popolare che inevitabilmente ne condizion il
successo, non vanno dimenticati i circa 25 anni di impegno politico quasi ininterrotto
dei pi anziani difensori della causa kazaka, come Bukeikhanov. Se listruzione
pubblica ottocentesca, pur scarsamente diffusa, aveva dato inizio al processo,
lattivismo politico ne aveva in seguito orientato le scelte, portando un potenziale
sociale informe verso un progetto concreto e, per quanto idealizzato in seguito, almeno
percorribile nellimmediato. Infine, vanno enfatizzati i binari invisibili percorsi dal
treno della coscienza kazaka e cio le sue strutture, mentali e sociali, innate e in buona
parte immutate. Si gi accennato allascendente che le origini famigliari degli attuali
leader esercitavano sulla popolazione comune, conferendo loro legittimit sufficiente a
mettersi a capo di una nuova resistenza. Certamente poi lAlash Orda conteneva in s
i germi dei pi avanzati programmi politici europei (semi-parificazione giuridica di
donne e uomini; istruzione obbligatoria; etc.), spingendo cos ben pi lontano gli
immaginari confini della tradizione. Infine, pur ridimensionata la portata sociale del
fenomeno, rimane innegabile il suo significato simbolico per le esperienze
nazionalistiche future.

M.B. Olcott, op.cit, pp. 151-154


H. Carrre dEncausse, The national Republics lose their independence, pp. 225-236, 241-253,
254-259 in Allworth, op.cit.; A. Bennigsen & C. Quelquejay, op.cit, pp. 137-143
428
429

108

Gli anni Venti


Il problema della gestione dei territori periferici, colonie dellImpero fino a qualche
istante prima, poneva enormi problemi di ordine teorico e pratico. La lettera marxista
aveva solamente definito un vago paradigma rivoluzionario per un tipico piccolo stato
occidentale. Non solo non era contemplata la rivoluzione in uno stato tardo-feudale (in
questo le infiltrazioni dellanarchismo russo, cio il populismo), ma non era considerata
leventualit della gestione della rivoluzione da parte di una complessa entit
multietnica ed in specie basata fino a quel momento sulla disparit tra i sudditi in base
alletnia di appartenenza. La questione delle nazionalit daltronde era strutturalmente
considerata meno influente della divisione in classe, trasversale tra le nazioni ed
universale per il genere umano tutto. E proprio in virt di questo principio, si
dibatteva nei primi anni dopo la Rivoluzione sulle modalit della sollevazione
mondiale430.
Ma ciononostante proprio Lenin era stato il primo leader novecentesco ad aver posto
laccento sul concetto di autodeterminazione nazionale, seppure con una slancio ben
diverso da quello wilsoniano. Si tratt in definitiva di una scelta propagandistica che
accompagn lazione politica nella fase di abbattimento del regime zarista. Da un lato,
egli riteneva che le minoranze non sarebbero mai state realmente in grado di ottenere e
mantenere lindipendenza, date le difficili condizioni socio-economiche in cui
versavano, e specialmente in quegli anni. Dallaltro, la proposta stessa
dellindipendenza, rigidamente strutturata in termini separazione-inclusione, negava
leventualit di soluzioni intermedie. In particolare, veniva negata de facto qualsiasi
autonomia territoriale, cio ladesione alla nascente Unione con forti prerogative in
termini di poteri e giurisdizioni per le minoranze. Cos linclusione avrebbe
automaticamente implicato obbedienza e sottomissione assoluti. Le esitazioni e le
apparenti concessioni dei primi tempi non devono perci trarre in inganno: la medesima
simulazione doveva essere mantenuta in attesa di stabilizzare il regime.
A livello centrale il Narkomnet (il Commissariato del Popolo per le Questioni
Nazionali) sarebbe stato coadiuvato a livello locale dai partiti comunisti nazionali.
Specialmente questi ultimi richiedevano dei lunghi periodi di trattativa per logorare
rapporti e alleanze preesistenti. Proprio per facilitare la convergenza tra stato e partito a
livello locale e centrale, daltronde, vennero rapidamente fondate le prime Repubbliche
Sovietiche ai primordi del decennio. Venne infine coniata la formula nazionali nella
forma, ma socialiste nei contenuti, simbolo dellazzardo leninista di sintesi tra
marxismo e questione etnica431.
La politica culturale leninista assicurava la parificazione degli altri linguaggi e culture
a quella russa. E di fatto luso degli idiomi nazionali non venne negato, cos come non
vennero censurati i simboli pi esteriori dellappartenenza etnica tra la popolazione o le
pubblicazioni degli intellettuali. In altre parole, le varie culture locali, se non rafforzate,
non vennero inizialmente neppure represse, mentre vennero permessi e promossi arditi
tentativi di sintesi432 ed avviata lazione di indottrinamento ideologico. Si confidava
infatti nella funzione pedagogica che partito ed ideologia avrebbero potuto svolgere
verso le etnie pi primitive, cos da portare ad un avvicinamento spontaneo e sincero
al nuovo regime, in particolare attraverso la formazione di cadrs locali (Korenzatsiia).
Infine, questo era anche funzionale alla necessit di legittimare una rivoluzione slava
ed urbana, in un paese prevalentemente agrario e multi-etnico433.
V. Zaslavsky, op.cit, pp.83-85
G. Lakshmi, op.cit, pp. 28-30
432
Per il mondo musulmano centrasiatico di Russia basta lesempio emblematico di Sultan Galiev
(in particolare, A. Bennigsen & C. Quelquejay, op.cit, pp. 110-128)
433
G. Lakshmi, op.cit, pp.29-30
430
431

109

Proprio la creazione della repubblica kazaka nel 1920 apr la strada alla
riorganizzazione dellAsia Centrale sulla base del principio della nazionalit secondo i
principi leniniani. Contemporaneamente, il nuovo assetto doveva anche contrastare la
speculare minaccia di ununificazione amministrativa delle popolazioni musulmane
centrasiatiche, diffusa almeno fino al 1924. La prudenza di Lenin impedir fino
allultimo di sistemare unilateralmente questi problemi ed addirittura degli organi
specifici, cio il Consiglio Economico dellAsia Centrale e lufficio regionale del
Partito Comunista, potevano agire in maniera tale da difendere unitariamente gli
interessi centrasiatici contro i russi locali e di Mosca. In realt, anche questa soluzione a
sua volta confliggeva con le aspirazioni dei alcuni gruppi locali di costituire delle entit
amministrative che comprendessero tutti i territori abitati dalla propria etnia (il grande
Kazakistan, la grande Kirghizia ed il grande Uzbekistan)434.
Quando fu poi chiaro che la Siberia e lUcraina non avrebbero subito la stessa sorte
delle province baltiche, della Finlandia e della Polonia, un secondo documento
costituzionale arriv a sigillare il nuovo assetto geo-politico. La Seconda Costituzione
(6 luglio 1923) costituiva lUnione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (URSS), la
cui geometria e gerarchia interna cambi svariate volte fino alla Terza Costituzione (11
maggio 1925), e dopo. Nel complesso, al nocciolo duro slavo (federazione russa,
Ucraina e Russa Bianca) si affiancavano le cosiddette Repubbliche Autonome e, in
posizione subordinata, i Territori Autonomi435. Per quanto specialmente la porzione
asiatica della Federazione sar sottoposta ai maggiori rimaneggiamenti di confini e
status in virt della sua complessit etnica, tra il 24 e il 26 verr definita larchitettura
istituzionale dei territori centrasiatici436.
I primi anni Venti in Kazakistan sono allora scanditi proprio dal tentativo di edificare
il nuovo ordine. Ma dato che neppure in Russia allorganizzazione di un apparato
militare vittorioso contro i bianchi corrispondeva ancora un assetto politicoamministrativo ed economico-fiscale coerente, sussisteva una capacit di intervento
minima nelle periferie. La soluzione pi economica era limitarsi ad individuare
tipicamente dei collaboratori locali e delegare loro molte delle scelte, specie in
politica economica.
In linea di massima, in tutta lAsia Centrale questo ha seguito pressappoco il seguente
meccanismo: forze locali hanno preso ad organizzare soviet cittadini, pi o meno nello
stesso periodo dello scontro civile. Questi compromisero la chiusura dellintera regione,
nonostante la linea cosacca al nord rendesse difficili i collegamenti. Ma non si trattava
tuttavia di rapporti ideologicamente organici e sistematici dal punto di vista
organizzativo, posto che talvolta non si fondavano su alcun contatto personale con i
bolscevichi di Russia. Questi filo-bolscevichi, spesso pseudo-comunisti, avevano
semplicemente costituito dei gruppi antagonisti ai poteri locali. Come accennato, i
kazaki ostili allAlash si organizzarono prima al sud e successivamente presero a
diffondersi, con minimo appoggio popolare, anche nei centri urbani del nord nella
seconda fase gli scontri armati, cio quando il potere sia cosacco che dellAlash
cominciava visibilmente a creparsi e perdere unit. Una volta conquistata larea ed
edificate le prime Repubbliche Autonome, questi sono spesso stati allontanati dal
H. Carrre dEncausse, op.cit, pp. 254-259
C. Barbagallo, op.cit, p. 128-130. La Dichiarazione dei Diritti dei Lavoratori costitu poi
invariabilmente il preambolo di entrambi i documenti. Rispecchiate le idee leniniste (parit dei popoli;
mantenimento dellidioma nazionale nellamministrazione; leader nazionali nei vertici locali), la
Dichiarazione forniva quelle linee-guida verso cui tutti i territori federati dovevano convergere.
436
Stalin, gi ai vertici del partito e in lotta per il potere di fronte ad un Lenin sempre pi debole e
malato (A.Brown et al, op.cit,), ne aveva gi apertamente criticato la politica, affermando la necessit di
ridimensionare la questione etnica (V. Zaslavsky, ibidem). In questo momento per ancora giurava il
rispetto degli impegni presi in nome di tutta lUnione (H. Carrre dEncausse, op.cit, p. 259).
434

435

110

potere, mentre elementi russi o slavi prendevano il loro posto. Solamente le pi


disponibili al compromesso sono state in seguito nuovamente cooptate ai vertici437.
In Kazakistan, invece lo scenario politico interno sar in buona parte differente: prima
dallora le idee socialiste non erano minimamente penetrate in maniera spontanea; le
steppe erano state lultimo territorio centrasiatico dove serano diffusi dei soviet e
questo era avvenuto sotto limminente conquista militare bolscevica; la recente
resistenza cosacca rendeva impossibile gestire con la medesima violenza anche la
popolazione kazaka, per giunta per natura pi incline al dialogo e decimata; la stessa
esperienza di autogestione, per quanto fortuita, aveva palesato alla popolazione per un
breve periodo la possibilit dellindipendenza; al contrario che al sud non esistevano
poteri conflittuali come il clero e la poca popolazione consapevole delle dinamiche
politiche era abituata a identificare lAlash come proprio rappresentante. Solamente
parte della leadership Alash, cio gli amministratori delle regioni nord-occidentali
rimaste separate dal governo durante la guerra, erano gi stati costretti dalle circostanze
ad un certo avvicinamento ai bolscevichi, pur senza ripensamenti ideologici. Inoltre,
nonostante la natura prettamente militare della riconquista russa, i bolscevichi
preferirono fare delle distinzioni tra i rivali sconfitti, specie in Kazakistan dove gli slavi
erano pi numerosi. Fecero cos piazza pulita di coloro tra i russi che avevano

Baymirza Hayit, Soviet Russian Colonialism and Imperialism as an example of the soviet type of
colonialism of an Islamic people of Asia, 1965, pp.28-35. Un po come nel caso degli jadid, idee
provenienti da oltre gli Urali, Volga o Russia europea, scavalcheranno le steppe, per poi averci accesso
dal basso, cio attraverso la mediazione delle valli. Pur essendo il tramite fisico inevitabile tra questi
terminali della distribuzione delle idee, il mondo kazako sembra sempre esserne rimasto in buona parte
impermeabile. In realt, quella grande oasi lungo il percorso commerciale e culturale rappresentata dal
Kazakistan, si gi tempo delineata come unarea capace di produrre autonomamente le proprie visioni e
stabilire la propria posizione politica. Tuttal pi essa ha fino ad adesso drenato qua e l le idee che
risultavano pi funzionali alla propria causa (come listruzione tecnica, giuridica o letteraria occidentale;
il panturchismo o il panislamismo di matrice tatara). Ma bisognerebbe forse interrogarsi sulla natura
spiccatamente strumentale di queste acquisizioni e le sue implicazioni sul piano ideologico e politico. Il
panturchismo o il richiamo religioso hanno agito nel primo Novecento come un mezzo per consolidare
alleanze contro un nemico massimo come la Russia; ma gi dallora lidentit kazaka difficilmente
avrebbe accettato uneffettiva organizzazione politica che non ne riconoscesse lautonomia.
Analogamente, un richiamo religioso o di politica internazionale (il raccoglimento attorno allImpero
Ottomano), non ha mai avuto autentico appeal su unelite ormai ampiamente secolarizzata e mai
concretamente avvantaggiatasi del lontano prestigio ottomano. E di fatto, nonappena le condizioni
sistemiche lo permetteranno, il fenomeno nazionalista emerger in tutta la sua portata, ponendosi come
lunica vera acquisizione dallesterno, lunica funzionale o adattabile alla storia kazaka ed alla
corrispondente autocoscienza derivatane. Certamente linfluenza russa, tramite listruzione, appare pi
palese, mentre quella tatara solamente pi mediata, meno esplicita. I tatari hanno posto il modello
umano, cio lesempio di una popolazione musulmana ricca, istruita ed occidentalizzata, ma ancora
indipendente, intellettualmente attiva e propositiva, arguta e critica in politica; la rappresentazione
vincente del compromesso con la modernit (ma i tatari e i kazaki sono popolazioni ben diverse!). In
tutta apparenza, al contrario, i russi possono apparire come il modello acriticamente imitato dalle
leadership kazake, come rappresentanti dellintera occidentalit, principalmente a causa dellambizione
kazaka di costituire in questi decenni uno stato-nazione. Ammesso poi che la cultura politica
occidentale si limiti alle istituzioni statali, che i russi siano stati di contro un loro semplice tramite (mentre
paradossalmente solo con il totalitarismo sovietico che la Russia dopo secoli si pone in linea con un
trend politico europeo) ed infine i kazaki abbiano consapevolmente o acriticamente assunto formae
mentis esogene. La stessa esperienza parlamentare nel quadro simil-democratico o pre-rivoluzionario del
1905 e del 1917 aveva visto emergere unelite moderata, in quanto si riteneva che in quel contesto le
specificit del caso kazako, terra ed identit, potessero essere opportunamente valorizzate.
Anche la diffusione del comunismo va probabilmente vista in questottica quasi utilitaristica.
La differenza principale attiene al fatto che nei primi due casi si trattato di influssi provenienti
dallesterno, proposti o imposti alla popolazione locale, che ne ha poi pubblicamente rilanciato la propria
interpretazione. Nellultimo caso, quello socialista, sono state singole individualit centrasiatiche che,
nella lotta per le leadership, hanno consapevolmente abbracciato unideologia e una posizione di
opposizione per poter assumere un ruolo in essa.
437

111

appoggiato la fazione controrivoluzionaria, mentre ancor prima della conquista


proposero un armistizio ai leader dellAlash Orda438.
Di contro, fino a quando i bolscevichi mancheranno delleffettivo controllo delle
steppe, la piccola minoranza dei loro seguaci avr un peso relativo ben maggiore che al
sud, proprio in virt della contrattazione-contesa in corso con i nazionalisti Alash. Tra
questi emersero i leader dellUsh Jz, come Amangeldi Iman-uli, condottiero mai
battuto durante le sollevazioni del 1916, o Alibii Jangeldin, che trascin con s alla
causa bolscevica buona parte del suo seguito dellantica trib kipchak. Questultimo in
particolare era riuscito gi nel marzo 1919, cio prima della definitiva conquista
bolscevica, ad ottenere la collaborazione di rappresentanti Alash di primo piano, come
Baytursin-uli ed altri leader occidentali. Dopo che Iman-uli mori di l a poco in
battaglia e dato che Jangeldin era in grado di esercitare il proprio potere esclusivamente
tra i membri del proprio clan, lintero vertice Alash torn ad essere reputato di grande
valore strategico per la pacificazione delle masse. Anche se talvolta sopravvalutato, ad
esempio quando non fu in grado di garantire la fedelt agli ufficiali russi dei reggimenti
inquadrati fino a poco tempo prima al comando dei cosacchi, esso rimase il solo vero
rappresentante della popolazione, il cui supporto era essenziale per legittimare il nuovo
potere.
Cos vennero loro inizialmente offerte numerose rassicurazioni. Prima fra tutte, il
mantenimento dellindipendenza per cui si erano battuti ed a livello personale la
certezza di poter ancora ricoprire incarichi di rilievo, sia nel partito che nello stato. Nel
gennaio 1920 alla Baytursin ed altri leader Alash vennero inclusi nel comitato
rivoluzionario, embrione del futuro governo locale ed appena riorganizzato dopo la
sconfitta ufficiale dei contro-rivoluzionari (appunto includendo sia i seguaci indigeni
della prima ora che gli autonomisti). Ma gi nel marzo lo stesso organismo decise di
liquidare lintero apparato amministrativo ereditato dal governo kazako. Nonostante
questi ostacoli i suoi ex membri continueranno a svolgere un ruolo di primo piano per le
decisioni politiche e nelle strutture amministrative, come loro promesso da Lenin stesso.
Il 26 agosto venne istituita la Repubblica Socialista Sovietica Autonoma del Kazakistan;
il suo primo governo includeva tanti russi, quanti kazaki ed altrettanti europei. Secondo
le promesse bolsceviche, essa doveva inserirsi in un quadro federale (di stampo
sovietico, pur ancora di incerta definizione), ma mantenendo un forte margine di
autonomia, politica ed identitaria, analogamente alle altre repubbliche centrasiatiche.
Ma gi le discussioni di settembre segnano le prime crepe nellalleanza Alashbolscevichi: si palesa il desiderio di rimuovere i persistenti notabili locali, privandoli del
diritto di voto nella futura assemblea costituente kazaka. Ma la presenza degli Alash era
ancora numericamente integra, cos come il prestigio dei suoi capi, che puntualmente
catalizzarono lo sdegno di ben pi di met dellassemblea (circa 700 convenuti) che il
mese successivo avrebbe dovuto formalizzare la proposta dei bolscevichi pi
intransigenti. La posizione degli Alash era al momento salva e la stessa assemblea
costituente sembrava esaudire le pi rosee aspettative a conferma delleffettiva
autodeterminazione: il 20 ottobre venne dichiarata sospesa limmigrazione slava.
Ancora, nellaprile dellanno successivo si decise perfino per lesproprio delle terre
usate da cosacchi e coloni. Infine, nel giugno si ottenne lannessione di Akmolinsk e
Semipalatinsk, ancora sotto controllo della Repubblica Sovietica di Siberia, mentre
venne rifiutata quella dei kirghizi, che rimasero sotto lautorit della Repubblica del
Trkestan439.
Ma quale che fosse la conformazione del nuovo potere politico o lorganizzazione
amministrativa locale, i veri problemi rimanevano di natura economica per i russi e
438
439

112

M.B. Olcott, op.cit, p.154


H. Carrre dEncausse, Civil wars and [], pp. 238-241

specialmente per la popolazione kazaka. Per questultima gli avvenimenti che avevano
anticipato (le rivolte del 1916), accompagnato (gli sforzi prima bellici e poi
autonomisti) ed ora seguivano il conflitto mondiale (le carestie del 20-21),
rappresentavano semplicemente lapice dei 25 anni di colonizzazione sistematica,
espropri forzati e confische mai compensate adeguatamente, lunico autentico elemento
di continuit tra passato e presente.
La guerra civile aveva sfaldato lintero mercato interno dellex Impero. I kazaki non
sapevano pi a chi vendere i pochi capi di bestiame che si riusciva ancora faticosamente
ad allevare. La principale innovazione economica introdotta dai russi, il passaggio
dallallevamento per il nomadismo a quello per il commercio, si rivolt ora contro
coloro che lavevano accettato. Coloro che invece si erano convertiti per intero
allagricoltura videro i propri campi devastati dagli scontri, mentre lisolamento
economico impediva di recuperare sementi o piazzare un ipotetico raccolto. Infine, pi
di tutti patirono coloro che, la maggioranza della popolazione, avevano adottato uno
stile di vista misto, cio semi-nomadico. Limpossibilit di avere dei raccolti si
ripercuoteva sulla dimensione delle greggi, diventate troppo esigue per costituire delle
sufficienti riserve di cibo e consentire il ripristino dello stile interamente nomadico del
passato. Lo sfruttamento della vegetazione spontanea per le bestie rimaneva infatti
lunica soluzione ragionevole. Ma linverno del 20-21 fu particolarmente rigido e
letale per uomini, bestie e vegetazione; a questo si sommavano i nuovi insediamenti
russi illegali che sfruttavano il vuoto di controllo esistente ed avrebbero ostacolato il
libero vagare delle mandrie.
I nativi affamati presero ad accalcarsi in accampamenti, stazioni e villaggi lungo i
binari delle linee ferroviarie, gli unici posti dove si poteva sperare di raccattare del cibo.
Involontariamente quindi leffetto non preventivato di tale disperazione sociale sar
unulteriore, pressoch definitiva sedentarizzazione della popolazione nativa. Infine,
tutto ci che era stato piantato nel 1920 venne consumato, lasciando senza sementi per
lanno successivo, e nel 1921 non ci fu praticamente raccolto. Le richieste daiuto
caddero inascoltate e solamente nel 1922 vennero inviate alcune tonnellate di grano per
nutrire la popolazione e facilitare nuovi raccolti. Date queste informazioni, pur in
assenza di statistiche certe, non c infine ragionevolmente motivo di credere che i
morti, per fame o malattie, siano stati tra centri urbani e campagne meno di un milione
solamente in questo biennio440.
La definitiva vittoria bolscevica nella guerra civile fece venir meno la necessit di
mantenere gli sforzi compiuti nel periodo del comunismo di guerra. Gli stessi contadini,
i pochi operai ed i settori dellesercito che avevano supportato i bolscevichi nella presa
del potere in Russia, non erano pi disposti a sostenere le fatiche compiute in nome
della difesa del paese e le ingerenze dei commissari dei soviet. Le antiche promesse di
Febbraio vennero rispolverate e da pi parti si rinnovava la richiesta di istituire
lassemblea costituente, mentre le campagne esplodevano seguite da isolate rivolte dei
militari. Seppure queste forze non trovarono mai un punto di incontro capace di
orientarne loperato come avvenuto nel novembre attorno ai bolscevichi, la situazione
non poteva a lungo essere tollerata. Era necessario garantirsi il supporto della
popolazione russa per mantenere in piedi il regime economico che si intendeva creare, a
sua volta chiave di volta del corrispondente assetto politico441.
M.B. Olcott, op.cit, pp. 158-160
Se il legame tra una visione marxista, o che si rif al marxismo, e la sfera economica sono fuori
discussione, cos che inevitabilmente la stessa politica economica attuata da un regime di ispirazione
marxista (pi o meno ortodossa) rivela per suo tramite la stessa adesione al marxismo, resta da chiarire
quanto la politica economica sovietica degli anni Venti fosse effettivamente dettata da fattori ideologici e
teorici. In altre parole, se quanto attuato in seguito sia effettivamente lesito del nuovo ordine socialista
440
441

113

La NEP non venne concepita come un semplice espediente di breve periodo per
riorganizzare leconomia e con questo garantirsi il supporto popolare. Essa ambiva a
rispondere allintento di ben pi ampia portata di indurre il paese ad una rapida
modernizzazione. Tecnologia ed istruzione di massa avrebbero consentito di rimediare
al carente sviluppo capitalistico che aveva preceduto la Rivoluzione e secondo i
paradigmi marxisti poteva minacciare il successo della dittatura proletaria. Di contro, la
ristabilizzazione politica post-bellica in Europa non permetteva pi di credere nella
possibilit di esportare rapidamente la rivoluzione, di usufruire dellaiuto del
proletariato dei paesi pi sviluppati o di sfruttare le interconnessioni tra i sistemi
economici nazionali. Il nuovo obbiettivo, funzionale al mantenimento del nuovo ordine,
doveva contare esclusivamente sugli sforzi interni442.
Rimaneva ora la decisione sulle aree e sulle popolazioni da coinvolgere in questo
progetto e sui termini del nuovo patto sociale. La questione delle nazionalit e dei
territori coloniali complicava la realizzazione di un ordine rivoluzionario, che ambiva a
negare le discriminazioni di ceto sussistite sotto lo zar. E evidente poi che alla
dialettica centro-periferia si intersecava la questione ancora pi complessa della
presenza di popolazione russa in questultima. In Kazakistan, infine, era meno incidente
nella popolazione nativa la classica contrapposizione tra coloro che erano disposti, per
interesse o pragmatismo, a collaborare con i russi e coloro che vi si opponevano a priori.
Lunico interlocutore maturo era lAlash e questo parl per la popolazione, che questa
vi si identificasse o meno, ma esprimendo di fatto il malumore diffuso per le questioni
pi urgenti per tutti.
Seppure la carenza iniziale di impegno nelle periferie non avesse causato le medesime
rivolte che in Russia, ed in specie tra la popolazione centrasiatica stremata, la fedelt al
nuovo regime avrebbe pesantemente risentito della sua capacit di migliorare in fretta le
condizioni di sopravvivenza. Da un lato, come gi detto, i proclami di parit tra le
popolazioni dellImpero appena riconquistato in avversione al vecchio regime ed alle
sue discriminazioni. Dallaltro, il trauma di dover gestire un paese reale, immenso,
dalleconomia distrutta e diversificata per tradizioni e condizioni ambientali. La priorit
concessa infine alla popolazione slava del centro non solamente lesito di una quasi
inevitabile politica di discriminazione verso i non-slavi. Semplicemente per saziare le
citt dovevano innanzitutto essere rimesse in piedi le regioni granifere. Il futuro
Kazakistan, almeno nella sua attuale porzione steppica, non era tra queste.
Cos la creazione in itinere della futura economia sovietica rischiava di rendere ancora
pi anonime le richieste kazake. Per quanto si sostenesse infatti limportanza di
che si intendeva istituire. E forse troppo facile enfatizzare gli elementi di continuit tra le politiche
zariste e sovietiche senza tener conto di come la lettera stessa del marxismo avesse previsto in buona
parte gli assetti economici successivi. La deriva post-populista delloperato eterodosso di Lenin e
compagni, cio i tempi e i metodi della creazione del presunto ordine comunista, probabilmente non
inficiarono cio le immediate scelte in campo economico (V. Zaslavsky, op.cit, pp.61-63).
442
V. Zaslavsky, op.cit, pp.75-77. Il caso della NEP rappresenta un momento particolarmente
significativo e contraddittorio dellinstaurazione del nuovo regime. Essa ag di fatto come liaison tra gli
sforzi eccezionali del comunismo di guerra e la normalit delle prime pianificazioni, a regime
stabilizzato. Circostanze significative sono le stesse dichiarazioni ed azioni di Lenin in proposito:
dapprima, egli cerc di ritardarla il pi possibile ed una volta attuata ne sottoline il carattere di assoluta
provvisoriet. Ed in effetti si tratt di una linea politica in certo qual modo imbarazzante dal punto di
vista ideologico, che alcuni critici non esitano a descrivere come una parentesi borghese (C. Barbagallo,
op.cit, 106-107). Di fatto, pur vista come semplice premessa del futuro orientamento economico
(redistribuzione della terra e riforma agraria, nonch direzione statale delleconomia), essa fu o fin per
essere una parziale concessione alle regole del libero mercato. Questa si riflesse in Kazakistan in alcuni
elementi, come la propriet privata sulla terra (pur parziale) o la libert di iniziativa personale, che
senzaltro faranno emergere forze vitali della societ e delleconomia, ma contribuiranno a rendere ancora
pi drastica la futura repressione, dopo aver doppiamente ingannato e sfruttato le aspettative. Infine, nella
stessa contraddizione tra i limiti della pianificazione e della centralizzazione emergenti e leccentricit
delle forze locali risiede da ultimo la causa prima del fallimento di questa fase economica sperimentale.

114

vivificare la spinta rivoluzionaria nelle periferie, il Kazakistan, sia come produttore di


capi di allevamento come nel passato, sia in un eventuale nuova posizione in un sistema
industrializzato, era ormai strutturalmente dipendente da un centro economico
produttivamente florido e da unefficace rete per la distribuzione. Se nel biennio 192021 le steppe vennero cos lasciate a loro stesse, di l a poco invece si sarebbe
rapidamente istituito un rapporto pesantemente gerarchico e predatorio tra il centro
slavo e la periferia, non solo musulmana o centrasiatica.
Ma per il momento, nella totale latitanza di qualsiasi autorit statale, i meccanismi
della sussistenza e della solidariet tradizionale trovarono puntualmente spazio.
Ovviamente si trattava ancora una volta di un equilibrio in buona parte nuovo, posto che
la situazione appena descritta non consentiva lautomatico ripristino dello status quo
sociale tra dominatori e dominati. Lautorit dei khan era ormai dimenticata, n vi erano
per il momento possibilit di collaborazione in qualit di intermediari per i nobili, come
nel passato zarista (lazione dellAlash era cosa ben diversa, trattandosi qui dei quadri
intermedi della passata amministrazione). Ciononostante, colpisce ancora una volta
come la freschezza e flessibilit di una cultura millenaria e di una popolazione secolare
sia stata puntualmente tacciata di resistenza alla modernizzazione dai dominatori.
A ben vedere, questa forma di reazione sociale spontanea altro non fece che riempire
gli spazi lasciati vuoti dal potere statale, proprio nel momento di massima vulnerabilit
del mondo tradizionale, trasformato nelle gerarchie, nellambiente di insediamento,
ridotto a fame e ridotto numericamente. Ma la riemersione delle autorit tradizionali
non era certamente un esito previsto, una variabile che poteva essere presa in
considerazione da chi cos poco conosceva lambiente sociale in questione; e questo fu
il primo motivo di allarme. Tuttavia, gli stessi documenti russi contemporanei
riconoscono che la situazione in Kazakistan era particolarmente critica. Non doveva
quindi ragionevolmente meravigliare che si riattivassero spontaneamente tutte le energie
ancora disponibili: clan, aul e singole famiglie. E in particolare, proprio lazione degli
aqsaqal fu essenziale per contenere un ulteriore collasso demografico; ma questa azione
di contingentamento non aveva a sua volta alcuna capacit propulsiva, innovativa o
sovversiva.
Dal punto di vista prettamente economico, lunico vantaggio dellultima Rivoluzione
(dopo la riconquista) fu la parziale riapertura delle vie di commercio ed il ripristino
delle forze di mercato durante la NEP, che rese lallevamento nuovamente profittevole.
I kazaki cercarono semplicemente di compiere il ruolo economico che avevano svolto
fino al momento della sfaldatura del regime zarista. Ma proprio questo riaccese
listintivo timore di una ripresa dello stile di vita nomadico, complementare a quello
della ripresa delle autorit tradizionali sul piano squisitamente socio-politico. Come ai
tempi di Caterina II, venne cos prepotentemente incentivata lagricoltura, a discapito
dellallevamento. Ma la realt rimaneva che, come descritto, anche tra coloro che per
primi poterono nuovamente contare su dei profitti notevoli, nessuno era ormai pi in
grado di abbandonare le terre utilizzate per i pascoli, faticosamente preservate e rimesse
a frutto. Il semi-nomadismo degli ultimi decenni rimaneva ben altra cosa al confronto
del nomadismo tradizionale.
Ma se la politica non era in grado di proporre soluzioni attivamente, poteva comunque
in questo fasullo clima di liberalit economica decidere di rinunciare ad alcune azioni,
se queste erano adatte alla ripresa economica. Particolarmente rilevanti saranno allora le
esenzioni o le forti riduzioni delle tasse su lana e carni. Questa decisione consentiva
chiaramente il raggiungimento del livello di sostentamento attraverso la vendita di un
numero minore di capi. Si potevano cos risparmiare le bestie pi giovani e farle
giungere allet dellaccoppiamento, incrementando la velocit di riproduzione. Ed ecco
che lunica azione (involontariamente) positiva compiuta dal governo venne
rapidamente soffocata da nuovi (e infondati) timori. Si cominci a vociferare che i

115

kazaki speculassero sui prezzi trattenendo parte dei capi di bestiame, mentre invece vi
era dietro questa scelta unevidente motivazione tecnica. E questo piccolo episodio d
nuovamente il segno di come spesso anche lautorit sovietica agir di istinto, quasi di
superstizione, ogni qualvolta la popolazione nomade kazaka dar segni di ripresa.
A dimostrazione poi del fatto che i kazaki non intendessero abbandonare lequilibrio
semi-nomadico raggiunto, stanno le numerose richieste presentate nonappena lo stato
varer campagne di prestiti o sbandierer il vessillo di terre inutilizzate e di prossima
assegnazione, nel tentativo di reindirizzare gli sforzi dalla temuta riemersione
dellallevamento allagricoltura. Ma cos come i prestiti non potevano essere appoggiati
da sufficiente capitale liquido, analogamente era difficile rinvenire quali terre fossero a
disposizione o meno, posto che i kazaki avevano cambiato i brevi percorsi migratori
durante la guerra ed analogamente interi insediamenti russi si erano spostati
illegalmente in zone diverse da quelle assegnatele. Cos, salvo poche eccezioni, la terra
inutilizzata disponibile era semplicemente quella abbandonata durante la terra in quanto
rovinata dal conflitto.
Piuttosto, le maggiori conseguenze delle dinamiche economiche della prima met
degli anni Venti sono proprio di natura politica. La diffidenza verso liniziativa
popolare, lo scarso intervento o gli interventi selezionati e prudenti impedirono alle
nuove autorit di cavalcare la ripresa con uno sforzo minimo e di legittimarla cos come
un esito della rivoluzione. Di contro, venne cos involontariamente accantonato in pochi
mesi un risultato pluridecennale: i leader nazionalisti, sempre pi fagocitati dal nuovo
apparato, apparvero definitivamente sconfitti agli occhi dei redivivi leader tradizionali,
per il resto mai completamente sedotti dalla partigianeria nazionalista. La ricostituzione
degli aul come semplici soviet, rappresent lultimo espediente formale per la
sopravvivenza, ormai equidistante da qualsiasi forza politica. Il non-stato sovietico
aveva in altre parole delegittimato lunica componente sociale con cui potesse
sviluppare un dialogo proficuo e per il cui tramite penetrare nella vera societ, quella
rurale e non appariscente. Di conseguenza, gli Alash rimasero incastrati tra lassenza di
concreti strumenti di intervento economico e la conseguente incapacit di condizionare
effettivamente le scelte di Mosca. In questo modo, si prepar involontariamente il
terreno alla rimozione di qualsiasi rappresentanza locale, che sarebbe diventata in
seguito un esplicito obbiettivo politico.
La chiusura localistica fu poi facilitata dalla NEP, che aveva concesso una propriet
privata limitata dei campi. Ma questo a sua volta rilanciava il problema, gi affrontato
ma non risolto dallAlash, della redistribuzione delle terre. Se nei mesi dellautonomia e
nei primi del nuovo regime si era pensato allesproprio forzato dei territori occupati
dagli slavi, questa soluzione era divenuta in realt impraticabile. Piuttosto, rimanevano
(ben pochi) lotti ancora inutilizzati e confiscati dalle precedenti amministrazioni e
aperta la questione di come e se assegnarli ai russi o ai kazaki indigenti. Ben poche
indicazioni specifiche provenirono dal centro, che piuttosto deleg a ciascuna guberniia
lonere di istituire dei comitati specifici per decidere delle singole situazioni. Non pare
infine esservi stata alcuna significativa redistribuzione di terra ai privati in Kazakistan,
ma piuttosto lutilizzo in alcune aree delle terre pubbliche come terre comuni per i
pascoli. A queste nel 1923 si affiancarono le scarse aree boschive, dopo circa
cinquantanni di inaccessibilit per i nativi.
Inoltre, la questione della redistribuzione della terra andava di pari passo con la
stabilit dei rapporti tra russi e kazaki: dare una svolta definitiva alla sedentarizzazione
significava assicurarsi lattaccamento alla terra dei kazaki ancora legati a pratiche seminomadiche. Per fare questo era necessario garantire loro lutilizzo indiscusso e
giuridicamente tutelato della terra, ma questo avrebbe privato i coloni russi di terre
vecchie o nuove. A complicare i rapporti stava il rifiuto categorico dei kazaki di
rinunciare alle proprie terre, specie se queste appartenevano alle famiglie nomadi, che

116

poi erano spesso le stesse degli esponenti locali del nuovo regime. Ed analogamente fu
avversata la contraddizione per cui si dovevano corrispondere esose tassazioni per
ricevere poi prestiti e vari servizi di assistenza economica: lantica diffidenza ben
suggeriva di accumulare tutta la ricchezza disponibile e provvedere da soli alla propria
ripresa.
Nonostante tutti questi problemi, leconomia steppica riusc a riprendersi. Gi nel
1925 una produzione di circa due terzi dei raccolti e del bestiame del periodo prebellico era stata recuperata. La principale differenza come prevedibile- stava nella
percentuale di kazaki impiegati in agricoltura, che dal 15% della forza lavoro totale era
passata ora al 25%, su una popolazione nel complesso drasticamente ridotta in numero.
Infine, la lentezza nel ripristinare le infrastrutture limit la distribuzione al consumo
locale, pur rallentando la produzione totale443.
In Kazakistan la ripresa economica incoraggiava il regime. Tuttavia, anzich lasciare
libera leconomia di continuare a stabilizzarsi con le proprie forze, Mosca decise di
stringere la propria presa sulla comunit locale. Questo in parte rifletteva
semplicemente gli eventi in corso a Mosca, cio la lotta per il potere e la revisione della
NEP444. Dallaltra, fu lesito delle consuete difficolt del nuovo potere con la comunit
locale. Entrambe condurranno allinesorabile riemersione di un approccio coloniale
puro.
Le politiche attuate in Kazakistan poi non furono inizialmente estese al resto dellAsia
Centrale, considerata ben pi restia e refrattaria. Al contrario, i kazaki, a lungo
popolazione di confine e ben pi a lungo esposti allinfluenza russa, erano considerati
molto pi malleabili ed aperti al dialogo. Ma soprattutto, una volta costituitasi come
M.B. Olcott, op.cit, pp. 160-165
I maggiori cambiamenti tuttavia sarebbero indirettamente stati determinati nella seconda met
del decennio dalla morte per malattia di Lenin nel gennaio 1924, proprio nel momento della
stabilizzazione del regime. Gi dal 1922 la malattia aveva impedito al leader ed ideologo bolscevico lo
stesso attivismo del passato e in molti dibattono sul ruolo della malattia sulle ultime scelte, politiche e
ideologiche. Resta il fatto che gi nellaprile del 22 Stalin era divenuto segretario generale del partito
centrale, con piena approvazione dello stesso Lenin, che per alla fine dello stesso anno aveva espresso i
propri ripensamenti a proposito in un documento per il congresso del partito, che Stalin riusc ad
intercettare e bloccare. E proprio questo episodio dimostra come il ruolo istituzionale e il peso politico
avessero reso Stalin gi prima della morte di Lenin la figura pi influente del nuovo regime.
Trotsky, anchegli ideologo e stratega della Rivoluzione fin dalle prime ore affianco a Lenin, si
era ormai fatto troppi nemici: le sue origini ebree e i suoi metodi dispotici lo rendevano una figura
scomoda nel partito controllato da Stalin. Dalla parte opposta stava la destra di Bukharin, principale
ideologo e difensore della NEP e delle ultime volont di Lenin. Questultima componente venne
inizialmente manipolata contro la sinistra. Infine, ai vertici del partito, Stalin venne affiancato da
Zinoviev e Kamenev, rapidamente esautorati sul finire del 1925, dopo essersi alleati con Trotsky contro
la crescente dittatura staliniana. Lallontanamento dal partito e dal paese di Trotsky nel 27 e nel 28 fu a
quel punto un atto quasi ovvio e di cui le controversie ideologiche (Rivoluzione Mondiale versus
Rivoluzione in un solo paese) erano probabilmente il semplice rivestimento ideologico. Eliminato il
principale rivale, anche la destra di Bukharin diveniva pericolosa, seppure per ragioni pi pratiche che
ideologiche. In particolare, Bukharin difendeva lidea degli ultimi scritti di Lenin che la NEP dovesse
durare per generazioni, cos da ridurre le distanze materiali e culturali tra citt e campagne. Ma la
situazione nel paese era andata rapidamente cambiando: se gi nel 1925 era stato raggiunto il livello di
produzione agricola dellanteguerra, i beni di prima necessit cominciarono a scarseggiare nelle citt.
Erano infatti trattenuti dai contadini, non pi disposti a rinunciarvi in cambio di unadeguata ricompensa
in denaro o prodotti industriali. Ma non verano ancora praticamente industrie operative sul suolo
nazionale. Collettivizzazione agricola e industrializzazione forzata divennero allora inevitabili. La prima
avrebbe garantito il controllo statale sulle campagne e lafflusso di beni primari nelle citt; la seconda
avrebbe migliorato la produttivit nel suo complesso. Stalin opt infine per unimposizione forzosa della
nuova politica economica, che cost milioni di vite nei primi cinque anni della pianificazione tra tutti
coloro che nelle campagne vi si opposero. Ai vertici questo implic lesautorazione della destra di
Bukharin e la fine della NEP nello stesso 1929 (A.Brown et al, op.cit, pp. 110-111).
443

444

117

repubblica della federazione sovietica e annessi gli oblast meridionali, la sua rilevanza
in termini di strategia economica crebbe considerevolmente, specie per il crescente
contributo nella produzione di grano. Ma lintegrazione economica implicava
unobbedienza politica assoluta. I problemi cui si andava incontro in Kazakistan erano
due: unidentit politico-culturale definita e una leadership nazionale altrettanto definita
e radicata.
In linea di massima, la NEP e latteggiamento di Lenin verso le minoranze avevano
rappresentato le due facce, quella economica e quella culturale, della stessa medaglia, il
cui scopo era accorciare le distanze tra centro e periferia, mondo slavo e non, attraverso
lintegrazione commerciale e valori politici condivisi. Ma la resistenza culturale dei
kazaki aveva fornito da tempo un esempio paradigmatico del fallimento di questa linea
ed indotto a vere e proprie campagne di sovietizzazione per iniziare ai valori del
socialismo. Gi nel 1920 lilluminismo sovietico si era rivolto contro alcuni istituti
delladat: il kun, cio la vendetta di sangue per luccisione o il ferimento di un proprio
famigliare, il kalym, il prezzo della sposa da corrispondere alla famiglia della donna, e
cos molti altri vennero dichiarati fuori-legge445. Persistevano poi tutti i problemi
inerenti alla gestione di popolazioni musulmane, come quello dei beni waqf o il
conflitto con la sharia. Lo status dei beni del clero confliggeva crescentemente con il
problema della propriet collettiva della terra, mentre nessuno sottoponeva
spontaneamente le proprie controversie ai tribunali sovietici446.
Altro problema fu quello delleducazione: lanalfabetismo venne visto come il
problema-chiave da superare per favorire lindustrializzazione, cui la NEP era
strumentale. Nel 1922 tutti gli intellettuali kazaki vennero mobilitati in una massiccia
campagna di istruzione nelle campagne. Le intenzioni politiche di questa scelta
ricordano da lontano la fallimentare andata al popolo di fine ottocento dei populisti
russi. Ed in uno strano gioco di somiglianze e rimembranze, i russi commisero
analogamente un nuovo errore proveniente dal passato. Nellansia di incrementare
listruzione in un contesto povero di mezzi, umani e strutturali, vennero infatti
mobilitati persino gli educatori islamici (muallim). Ma sempre come accaduto
nellOttocento, ben presto questi rappresenteranno un circuito alternativo e semi-illegale
di idee politiche, che anzich affiancarsi allistruzione pubblica, entr in competizione
con essa, spesso sostituendovisi.
Sul piano dellindottrinamento politico, invece, erano state istituite le cosiddette
Carovane Rosse, cio dei gruppi itineranti che diffondevano principi e dogmi del
marxismo e del partito. Sul piano dellassistenza sociale, anche le Yurte Rosse
seguivano i processi migratori della popolazione, ma erano specificamente indirizzate
alle donne, cui intendevano fornire lalfabetizzazione di base negata nelle scuole
religiose. Queste fornivano infine assistenza medica e medicinali, anche se pare
intuitivo che non potessero inseguire tutti i singoli gruppi migratori e che la carente
assistenza medica derivatane non colm le perdite per epidemie o carestie di quegli anni
(nonostante la crescente ripresa economica).
A livello di elites, invece, il semplice indottrinamento non era affatto plausibile, posto
che esse erano perfettamente in grado di argomentare e difendere le proprie posizioni, a
loro volta esito di una riflessione sufficientemente originale e caratteristica. Gi nel
dicembre del 24 era stata ufficializzata la situazione di difficolt del nuovo regime.
Alla conferenza del partito locale dellaprile del 1925 venne poi stabilito che era
M.B. Olcott, op.cit, pp. 170-174
H. Carrre dEncausse, National Republics lose [], p. 254-259. Stalin, gi ai vertici del partito
e in lotta per il potere di fronte ad un Lenin sempre pi debole e malato (A.Brown et al, op.cit, p.110), ne
aveva gi apertamente criticato la politica, affermando la necessit di ridimensionare la questione etnica
(V. Zaslavsky, op.cit, pp.83-85). In questo momento per ancora giurava il rispetto degli impegni presi in
nome di tutta lUnione (H. Carrre dEncausse, op.cit, p. 259).
445
446

118

necessario allontanare i leader locali da tutte le posizioni di comando, a favore di russi


ed ucraini. Il riconoscimento di questa presunta maggiore maturit politica degli slavi
rispetto ai kazaki era in realt funzionale alla prima elezione di massa dei delegati per il
Soviet Supremo, che si sarebbe dovuta tenere nel dicembre successivo. Questa elezione
doveva evidentemente costituire un organismo omogeneo, coeso e capace di riflettere
acriticamente le direttive del vertice del partito, su cui Stalin guadagnava indiscutibile
potere. Le questioni delle nazionalit, in particolare, dovevano essere fortemente
ridimensionate e le ragioni di coloro che si contendevano il potere centrale prevalere a
qualsiasi costo, indipendentemente dalle reciproche ostilit447. Lo stesso Stalin aveva
pesantemente manipolato composizione e scelte del Congresso Sovietico Popolare del
1925448, il quale aveva poi stabilito la necessit dellelezione popolare dei propri
componenti. In quella stessa sede, venne segnato il declino della NEP in favore del
maggiore controllo dello stato sulleconomia e dellindustrializzazione forzosa.
Tuttavia, il 90% degli eletti erano candidati non iscritti al partito: questo costrinse ad
una pi intensa azione di sovietizzazione del paese, che condusse ad escludere i nonmembri del partito per le elezioni degli anni successivi.
Il periodo 1925-1929 segner cos la crescente dipendenza del governo centrale di
quello locale e dal vertice del partito del Kazkraikom (il comitato regionale del partito
comunista). Le deliberazioni dellaprile 1926 di questultimo segnarono infatti le prime
iniziative contro aqsaqal e nazionalisti. Contro i primi, si inizi a rivedere lo status
giuridico degli aul. I secondi venivano invece sempre pi attaccati pubblicamente e con
loro le loro tesi. Qualsiasi tentativo di tutelare i residui di nomadismo sopravvissuti
vennero aggrediti. Qualsiasi considerazione tecnica, come lo scarso rendimento delle
steppe se convertite ad agricoltura, venne deliberatamente accantonate. Lo scopo unico
era rimuovere i leader Alash rimanenti, che del mondo tradizionale rappresentavano
linsidia maggiore, essendo quella parte di societ che aveva maggiormente dimostrato
capacit di mediare tra vecchio e nuovo.
Eliminati definitivamente gli oppositori, Stalin si dedic a ricostituire la completa
autorit del governo centrale trasformando la Federazione Russa nel cuore dellUnione.
La Collettivizzazione, che scosse il paese fino al 1937, doveva garantire la maggiore
coesione tra centro e periferia, ma in maniera ben diversa dalla docile NEP. Compito
della nuova politica economica era sviluppare un controllo costante delleconomia,
controllando a sua volta costantemente gli sviluppi delleconomia stessa. In particolare,
bisognava purgare lerigendo ordine socialista dalle impurit capitalistiche ancora
esistenti nel campo della produzione, sia agraria che industriale ed artigiana. Nel
mentre, le espropriazioni di grano ed altri prodotti avevano gi provveduto a
sovietizzare la distribuzione, cio tutti i commerci effettuati da e tra privati. A tal fine,
la Pianificazione avrebbe provveduto al secondo scopo. Lindustrializzazione forzosa
invece avrebbe consentito la disponibilit delle maggiori tecnologie necessarie al primo,
ma solo se prontamente affiancata dalla collettivizzazione delle campagne449.
La necessaria liberalit di Lenin venne rapidamente accantonata. La repressione
delle identit locali e la loro convergenza verso il modello delletnia gran-russa
divennero prioritari. Lintroduzione obbligatoria dellalfabeto russo, il cirillico, per tutti
gli idiomi nazionali e la riscrittura di tutte le storie nazionali per enfatizzare il carattere
progressivo dellimperialismo russo furono le principali e pi palesi azioni intraprese
da Stalin per rafforzare lo chauvinismo russo e ripristinare la centralit delletnia granrussa.

447
448
449

119

M.B. Olcott, op.cit, pp. 165-166


A.Brown et al, op.cit, p.110
C. Barbagallo, ibidem

Dal punto di vista culturale, la necessaria liberalit di Lenin venne rapidamente


accantonata. La repressione delle identit locali e la loro convergenza verso il modello
delletnia gran russa divennero prioritari. Lintroduzione obbligatoria dellalfabeto
russo, il cirillico, per tutti gli idiomi nazionali e la riscrittura di tutte le storie nazionali
per enfatizzare il carattere progressivo dellimperialismo russo furono le principali e
pi palesi azioni intraprese da Stalin per rafforzare lo chauvinismo russo e ripristinare la
centralit delletnia gran russa.
Limmediata identificabilit nazionale del popolo kazako e lappetibilit del suo
immenso territorio, li avevano resi precoci e principali vittime di tutte le decisioni di
Mosca, dalla costituzione delle repubbliche (la prima di tutta lAsia Centrale nel 1920)
alla Collettivizzazione (in nuce gi dal 1926, ai tempi dei primi provvedimenti
frontali contro gli aqsaqal)450. Se gi nel periodo leninista molti degli istituti
tradizionali erano stati considerati eccessivamente barbarici, la prima vittima degli
attacchi staliniani sar il rivestimento sovieticheggiante dato fino a quel momento agli
aul ed alle altre strutture sociali. Lastio verso le elites politiche locali e, pi in generale,
la nascita stessa delleconomia centralizzata negava la possibilit di riconoscere dei
casi particolari da sottoporre a regole specifiche e distinte da quelle del resto del
paese, salvo correre il rischio di creare precedenti pericolosi. Perci stesso lintera
popolazione kazaka doveva essere impegnata nella produzione di grano, esattamente
come tutta la popolazione della neonata Unione.
Tuttavia, politiche poco accorte accompagnavano queste scelte. Nel 1926 si registr il
primo raccolto pari a quello precedente la guerra. Lincremento era stato notevole, posto
che un terzo di questo risultato venne ottenuto negli ultimi dodici mesi. In un certo
senso, gli sforzi davano i loro frutti e le direttive parvero rispettate. Tuttavia, lo stato
decise di mantenere per s una piccolissima parte della produzione ed immettere la
restante sul libero mercato a prezzi altissimi, quasi proibitivi. Al contrario, lanno
successivo questi subirono una riduzione tale da rendere la vendita sconveniente.
Quindi nelle periferie si prefer utilizzare i raccolti per il nutrimento delle mandrie e
molto meno grano raggiunse le citt, mentre lagricoltura era stata involontariamente
scoraggiata per lennesima volta.
Le oscillazioni e gli effetti indesiderati del libero mercato imposero la definitiva
collettivizzazione delle campagne: qu la terra perdeva qualsiasi connotato di propriet
privata a favore delle cooperative di agricoltori, mentre le direttive centrali dovevano
disciplinare la produzione e garantire la distribuzione verso le citt. Premessa logica
inevitabile dei programmi di industrializzazione, la collettivizzazione nelle campagne
rappresenter il pilastro del primo Piano Quinquennale, approvato nel dicembre 1927. E
da questo momento iniziarono anche le spedizioni punitive di lavoratori dalle citt alle
campagne per la requisizione forzosa del grano.
Normalmente i kazaki preferivano bruciare il raccolto, anzich consegnarlo al
Kazkraikom. Con lintento di fornire un segnale esemplare delle conseguenze di gesti
analoghi, si iniziarono ad espropriare tra il 26 e il 27 le greggi dellak suyuk per
ridistribuirle tra il kara suyuk. In piena logica marxista poi, si ritenne che, una volta
privatili dei mezzi di produzione, essi avrebbero perduto qualsiasi ascendente sulla
popolazione. Se molti di essi preferirono migrare verso le valli, il Volga, la Siberia o la
Cina, in Kazakistan questazione non condusse ai risultati sperati tra la popolazione
comune. Il ruolo della nobilt infatti non era mai stato messo in discussione fino ad
allora, la sua ricchezza non era oggetto di invidia e la popolazione continuava a vedere
in essa un legittimo punto di riferimento, senza accusarla della decadenza attuale.

450

120

G. Lakshmi, op.cit, pp. 30-31

Qualsiasi confisca di terra o bestiame alla nobilt era anzi vista come un attacco
allintera comunit451.
Questo attacco alle propriet nobiliari coincider poi con il loro definitivo
allontanamento dalle posizioni di comando nel partito e nel governo. Le prescrizioni di
requisizione di grano erano da questi state interpretate principalmente contro gli slavi e
lintervento di Mosca non pot che essere celere. In coincidenza con la bocciatura delle
mozioni del blocco Trotskyi-Zinoviev, anche i nazionalisti vennero tacciati di
eterodossia e cacciati. La propaganda si occuper poi di far apparire come concausali
questi due avvenimenti, cio lallontanamento dei nobili kazaki e la pulizia di vertice a
Mosca. Si tratt invece di una palese coincidenza: i tempi erano maturi per quella
convergenza tra i quadri centrali e locali di cui si detto. I notabili locali vennero
puntualmente sostituiti da funzionari slavi provenienti da Mosca, poi rimpiazzati
dallarmeno C.I. Mirzoyan, cui vennero affiancati funzionari europei, cio
principalmente tedeschi.
Tuttavia, lallontanamento dai meccanismi decisionali tolse lultimo vigore alla
resistenza locale. Privata delle risorse materiali tradizionali e ridotta la popolazione alla
fame, venne ora meno anche il segno formale di una sovranit sempre pi svuotata, cio
la compartecipazione al processo decisionale. La sostenibilit di un nuovo conflitto era
scomparsa gi da tempo; anche la resistenza politica e intellettuale tremer ora, fino alla
sparizione fisica dei suoi sostenitori (1935)452.
Ma allontanati lAlash e la sua conoscenza della realt locale, venne persa lautentico
vantaggio connesso a questa improbabile alleanza. La maggior parte dei nuovi decisori
politici erano infatti slavi e non avevano mai messo piede personalmente in questarea,
n vi dedicarono mai alcuno sforzo, salvo quello di ridurla ad obbedienza. La
cognizione che ne ebbero i bolscevichi venne allora inevitabilmente distorta dalla
precedente esperienza russa, se non ereditata direttamente per tramite del personale
amministrativo ormai allontanato, attraverso i documenti da questo lasciato e ancor di
pi dai pregiudizi diffusisi in quel periodo. Fu in estrema sintesi la non-conoscenza
degli usi e dei costumi del luogo, che salvo rari casi, neppure sessantanni di dominio
erano riusciti a migliorare, il principale elemento di continuit tra la politica zarista e
quella sovietica453.
A partire dal 25-26, al Partito Comunista Kazako spetter lincarico della
requisizione del grano. Infine, gli venne affidata lapplicazione del nuovo Codice Civile
del 1925, che imponeva lavori forzati per chiunque avesse continuato ad applicare
ladat. Ma gli scarsissimi appelli popolari alla giustizia sovietica, cos come tutte le
osservazioni compiute da etnografi ed antropologi russi dellepoca, convergono sulla
conclusione che la capacit di trasformare la cultura locale fosse in realt minima. Anzi,
per alcuni versi essa ne risult rafforzata, data la presenza di maggiori infrastrutture a
collegare le steppe al resto del mondo islamico dei fiumi, fossero questi il Volga o
quelli centrasiatici.
In realt, se proprio la questione delle infrastrutture avvicinava i poli islamici del
mondo sovietico, esse erano ancora insufficienti ad avvicinare il centro moscovita alle
steppe, laddove non potevano esistere pregressi binari culturali paragonabili a rendere
pi fluida linterazione. Linizio delleffettiva sovietizzazione delle steppe devessere
allora rimandato agli anni Trenta, quando ancora una volta non saranno le leggi o gli
assetti amministrativi, leconomia o listruzione itinerante a produrre effetti, ma bens,
come ai tempi della prima penetrazione russa, una ben pi solida rete ferroviaria.
Ripristinati quei segmenti che dagli Urali conducevano al Trkestan, una nuova
M.B. Olcott, op.cit, pp. 199-170; Elizabeth E. Bacon, Central Asians under Russian Rule. A
study in cultural Change, Cornell University Press, Ithaca, New York 1966, p. 118
452
H. Carrre dEncausse, op.cit, pp. 259-261
453
M.B. Olcott, op.cit, pp. 157-158
451

121

direttrice prese a collegare il Trkestan direttamente alla Siberia, contribuendo


allintegrazione economica delle steppe sia ad ovest che ad est.
Analogamente, se gli anni Venti segneranno la ripresa economica, in buona parte da
imputare ai liberi sforzi locali, sar a partire dagli anni Trenta che la zona registrer
un surplus per lesportazione, o forse semplicemente una maggiore capacit di
estorsione da parte del centro. Per il momento il raggiungimento dei livelli di
produzione ante bellum, non cambiano la natura semi-nomadica delleconomia kazaka.
Se aumenta il numero di coloro che tra i nativi si dedicano allagricoltura, anche vero
che i territori messi a frutto sono spesso terre marginali, che non riducono il fabbisogno
lasciando inalterata la pressione sulla terra.
Certamente i costi dellintegrazione economica secondo le direttive di Mosca, cio
come area produttrice di grano, saranno altissimi: non solo i sovietici non avevano
risorse sufficienti per imporsi nelle campagne, non solo mancavano le conoscenze per
delle politiche sociali efficaci, non solo mancavano idee per delle politiche economiche
non contraddittorie, ma il Kazakistan rimaneva oggettivamente un territorio di difficile
ammaestramento. Dal punto di vista culturale, i kazaki erano quanto mai estranei al
mondo agricolo e sedentario; quanto raggiunto a partire dagli anni Venti del secolo
precedente era stato in parte dimenticato dopo gli sfollamenti di qualche anno prima. Ed
anche allora il compromesso si era chiuso in pareggio, con una soluzione economica
mista, cio semi-nomadica, non tanto dettata dalla capacit russa di penetrazione
locale, quanto dal suo stesso essere Impero, cio limitare spazialmente i popoli
nomadi e fornire una cornice economica asfissiante. Dal punto di vista ambientale, le
steppe rimanevano territori ostili alla sedentariet, a confermare in maniera del tutto
superflua la sagacia delle forme di insediamento perfezionate in secoli di tempo rispetto
agli sforzi degli ultimi decenni.
Ed anche nellipotesi di un massiccio invio di sementi, utensili ed tecnici, rimane il
pertinente dubbio che questi non sarebbero bastati a trasformare le steppe in oasi.
Lacqua, concentrata in alcune zone e in alcune fasi dellanno, rimaneva il principale
problema. Edificare un accampamento attorno ad un pozzo poteva significare sempre
doverlo abbandonare di punto in bianco perch si era esaurito, senza certezza alcuna che
le piogge dellinverno entrante potessero riempirlo o delle fonti vicine potessero bastare
ad affrontare il tempo che separava dalla stagione umida. Una rivoluzione ambientale
di tale portata non sarebbe certamente potuta dipendere dagli sforzi dei soli kazaki. Solo
un ampio programma di infrastrutture idriche, basato a sua volta su una massiccia
industrializzazione, avrebbe forse potuto cambiare lordine imposto da latitudine e
longitudine, distanza dal mare ed altitudine454.
Leconomia staliniana
Nel novembre 1929 Stalin var la Collettivizzazione per lintera Unione, a due anni di
distanza dallannuncio della Prima Pianificazione (dicembre 1927). Pilastro essenziale
era la propriet collettiva delle imprese agricole nelle campagne. Questa censurava la
propriet privata parziale concessa dalla NEP, pur non rappresentando uninnovazione
cos assoluta. Subito dopo la Rivoluzione infatti i bolscevichi avevano immediatamente
tentato la nazionalizzazione della terra, prontamente abbandonata a causa della sua
impopolarit. La parziale propriet privata della terra concessa dalla NEP intendeva in
qualche maniera rimediare a queste reazioni negative. Cos fin dal 1918 uno sfaccettato
regime di istituzioni ibride aveva disciplinato la propriet della terra: la comune pura e
semplice, in cui i membri condividevano prodotti e risorse; i TOZ, in cui la terra veniva
lavorata in comune, ma la propriet dei capi di bestiame rimaneva separata; gli artel, in
454

122

M.B. Olcott, op.cit, pp. 167-175

cui accanto ad una gestione prevalentemente comunitaria rimanevano dei margini per la
propriet privata di terra e animali; infine, i sovkhozy erano dei terreni di propriet
statale in cui lo stato pagava i contadini come veri e propri salariati. Dal 1925, i primi
segni della ripresa economica avevano consentito di incentivare le forme di propriet
collettiva, cos funzionali ai bisogni del nuovo regime di incarnarne i valori pi
autentici.
E difficile individuare le esatte percentuali della terra gestita in comune in
Kazakistan. La propriet privata era certamente prevalente, nonostante tutte le
limitazioni di quantit e di corrispondenti diritti, e tutte le fonti concordano in questo.
Di contro, si calcola che la percentuale di terre gestite collettivamente ammontasse in
certe ragioni gi al 18% nel 1929, fatto che compiute le dovute approssimazioni per
lintero territorio nazionale- gi soddisfaceva lintento staliniano di portarne la
percentuale al 12% in tutti i territori dellUnione entro il 32, data di scadenza del Primo
Piano Quinquennale (ma una percentuale pi bassa era riservata allAsia Centrale)455.
Teoricamente, la prima pianificazione non avrebbe dovuto perci colpire in maniera
drastica il paese.
Tuttavia, questorganizzazione del lavoro era principalmente diffusa tra gli slavi e
contribuiva in minima parte alla produzione complessiva del paese. I nomadi, seminomadi ed agricoltori kazaki sembravano essersi ormai rassegnati al principio della
divisione in piccoli appezzamenti separati e virtualmente inaccessibili gli uni agli altri
per lo sfruttamento economico. La propriet collettiva della terra, lo sfruttamento delle
semplici risorse messe a disposizioni di stagione in stagione dalla natura e la
competizione per il loro accaparramento, diplomatico o militare, erano daltronde gi
stati superati. Ma come accennato- per la sua conformazione il Kazakistan non poteva
rimanere escluso dallampio intervento statale nelleconomia in programma. Inoltre, il
nomadismo in tutte le sue declinazioni, misto o puro, doveva essere abolito perch
troppo sfuggente, come sempre fin dallinizio della colonizzazione russa, a qualsiasi
forma di controllo giuridico, fiscale o culturale. Tanto pi ora che era in vista una
rivoluzione sociale a tutti gli effetti. Questa sacca di potenziale deriva anarcoide, ai
confini del cuore dellImpero e tra esso e gli ancora remoti confini sud-orientali, non
poteva essere lasciata senza briglie456.
Dinnanzi alla nuova ideologia, lassetto socio-economico attuale poteva davvero
apparire come una conversione al capitalismo borghese, assai dolorosa nel passato,
ma certamente pi intuitiva di un anomalo e anonimo sacrificio in nome di Mosca e
delle sue industrie fantasma. Dalleconomia alla cultura iniziava adesso il preannunciato
passaggio da un imperialismo ottocentesco ad un totalitarismo novecentesco, in una
delle sue attuazioni storiche pi esemplari. La libera iniziativa, lazione individuale
senza riferimento al gruppo di appartenenza, laccumulo di denaro e bestiame,
lingiustificata ascesa sociale di pochi determinata dai profitti e non dal merito militare,
erano ora anchessi minacciati. Se a livello macroscopico il periodo sovietico fu il
perfezionamento del colonialismo russo, a livello micro-sociale ne fu la pi drastica
negazione. Le differenze tra i due modelli di colonialismo sono meglio descritte dalle
perdite umane e dai danni ambientali, avvenute per in maggior numero in un arco di
tempo molto pi contenuto nel secondo caso.
Prima del 1929 esisteva inoltre un ancor pi drastica differenza tra regioni granifere e
non. Si calcola infatti che non vi fosse ancora alcuna propriet comune delle terre al
nord, dove daltronde la situazione sostanziale non era mutata dallinizio del decennio.
Quando il piano quinquennale venne poi rivisitato dopo i cocenti fallimenti del biennio
29-30, che portarono a realizzare limpossibilit di collettivizzare uniformemente e
455
456

123

M.B. Olcott, op.cit, pp. 176-178


E. Bacon, op.cit, pp.117-118

rapidamente lintero paese, si identificarono tre distinte categorie di regioni


nellUnione. Queste dovevano essere collettivizzate rispettivamente entro la primavera
del 31, del 32 e del 33. Il Kazakistan venne cos suddiviso: nessun territorio entr a
far parte dellarea di primissima collettivizzazione, essenzialmente ridottasi oramai
allarea slava, storicamente agricola e etnicamente omogenea al regime; il sud,
difforme etnicamente ma omogeneo dal punto di vista economico, venne inserito tra le
regioni che dovevano essere collettivizzate nel medio periodo; il nord invece tra quelle
aree da collettivizzare per ultime.
Indipendentemente dalleffettiva disponibilit di terra da assegnare ai nomadi da
sedentarizzare, la collettivizzazione procedette a ritmi frenetici: al 1 febbraio si calcola
che il 35% della popolazione fosse stata inserita in un gruppo di proprietariproduttori; al 1 marzo si era gi giunti al 42% (!). Inizialmente, questi risultati vennero
resi possibili nellunico modo possibile, nonch quello gi praticato nel tentativo di
diffondere il verbo rivoluzionario: i comunisti slavi di citt e gli studenti kazaki pi
progressisti si erano sparpagliati nelle campagne, per poi essere affiancati da rinforzi di
circa 25.000 uomini inviati da Mosca ed infine persino dalla polizia segreta sovietica.
E difficile ricostruire fasi, caratteristiche e peculiarit dellultima fiera resistenza
spontanea della popolazione rurale kazaka, spesso anche assai efficace e ben
organizzata. Essa fu ovviamente la vittima privilegiata della successiva censura, che
tuttoggi sembra scoraggiare studi sistematici su questa fase (al contrario di quanto
disponibile per periodi di rivolta ben pi remoti). Certamente, gli scontri nelle
campagne di questi anni hanno visto una controparte, quella dei comunisti slavi e dei
progressisti indigeni, che almeno inizialmente ricorda da vicino lavanzata in
direzione opposta dei cosacchi verso oriente. Di fatto lasciati a se stessi, seppure non
certamente vagabondi o privi di un vertice organizzativo, essi dovettero per affrontare
la popolazione locale a mani nude, prima dellintervento di un esercito di volontari
di cui si detto prima. Anche per la violenza di queste prime fasi plausibile ritenere
che i risultati ottenuti andassero ben al di l delle stesse concrete aspettative di Mosca e
che in qualche maniera la spinta alla collettivizzazione sia rimasta senza controllo, fino
a svilupparsi perfino pi rapidamente che nella stessa Russia. Sta di fatto che per la fine
del 33 possibile individuare i seguenti valori: le aree granifere meridionali e i territori
settentrionali in cui tradizionalmente era pi forte la presenza slava (cio cosacca)
potevano vantare una percentuale di collettivizzazione del 70%, mentre ancora una volta
tutta larea compresa tra queste, pressoch inaccessibile, una percentuale ben inferiore
di circa il 20%. La recente costruzione della linea ferroviaria avvantaggiava per il
momento solamente i terminali, mentre la direttrice occidentale tradizionalmente non
faceva scali intermedi nella zona semi-arida, di suo ben poco funzionale allagricoltura.
Una volta effettuata la conversione si poneva un secondo problema: la
collettivizzazione, come detto, era infatti la semplice cornice giuridica della
pianificazione, il presupposto dellintegrazione economica. In altre parole, ogni comune
doveva ora produrre secondo le direttive di Mosca. La libert di iniziativa economica
era infatti completamente da dimenticare. Tuttavia, il radicamento sociale dellapparato
di partito nel Kazakistan, specie quello centrale, era cos superficiale che nessuno
avrebbe potuto vigilare realmente sul rispetto delle direttive. Inoltre, le campagne di
alfabetizzazione maschile e femminile avevano raggiunto risultati poco pi che nulli,
cos che lo stesso aqsaqal, cio ormai il capo-comune, non poteva di certo applicare i
comandi ricevuti se lasciato a s stesso, anche nella pi assoluta buona fede. I quadri di
partito erano poco pi preparati al cambiamento e cos parecchi raccolti vennero
sequestrati a casaccio ed altrettanto bestiame macellato per errore457.

457

124

M.B. Olcott, op.cit, pp. 179-184

Non quindi difficile affermare che gli anni della prima collettivizzazione costarono
caro al popolo kazako pi che a ogni altra popolazione dellUnione. Il numero dei
nuclei famigliari si dimezz tra il 1929 e il 1934, passando da circa 1.233.000 a soli
565.000, mentre la popolazione scese di circa 900.000 individui nello stesso periodo.
Esattamente come nel periodo pre-bellico, questo altrettanto da imputare alle carestie
dovute alle dislocazioni economiche ed agli scontri armati, ed in misura minore alle
conseguenti emigrazioni verso Uzbekistan e Turkmenistan, Cina e Afghanistan.
Nonostante la faticosa ripresa dalle perdite in bestiame durante il conflitto mondiale, il
numero di ovini scese nuovamente da 27.200.000 a 2.261.000, i cavalli da 4.200.000 a
221.000, cio pressappoco di un rapporto di 20 a 1 per entrambe, ancora una volta la
riduzione pi drammatica tra tutte le regioni nomadi e persino superiore a quella
registrata per lintera Unione. La prima fase della metamorfosi era compiuta:
lallevamento era stato abbandonato, la popolazione vincolata ad un determinato
appezzamento di terra458.
Come sempre accade, provvidenzialmente le carestie intervenirono a ridurre la
pressione sulle risorse e ripristinare un qualche ordine sociale, senza bisogno di reali
miglioramenti nellorganizzazione collettiva. Inoltre, la maggiore stabilit complessiva
dellUnione consentiva una maggiore circolazione di beni, strumentali e di consumo,
consentendo a sua volta un migliore approvvigionamento dei beni di prima necessit.
Nonostante una maggiore percentuale della popolazione fosse ora costretta a praticare
lagricoltura, si registr un lento incremento anche del bestiame, pur con le consuete
differenze tra aree a maggior presenza slava e linterno del paese. Non era comunque
pi sostenibile la formazione di greggi delle dimensioni del passato: la popolazione
aveva in parte modificato i propri costumi alimentari, nutrendosi in misura crescente di
vegetali e la maggior parte di questi non poteva essere destinata al nutrimento delle
bestie, ma veniva prelevata per consumo o esportazione.
Fino a quel momento la popolazione indigena era vissuta prevalentemente in artel,
dove accanto alla produzione agricola comune, i singoli nuclei famigliari potevano
coltivare piccoli appezzamenti di terra, principalmente destinati allallevamento di
poche bestie e responsabili del lieve incremento di bestiame dopo il Primo Piano
Quinquennale. Tuttavia, questi sforzi residuali dedicati allallevamento preoccupavano
Mosca, in quanto riducevano le prestazioni agricole e privavano del dovuto controllo su
un settore delleconomia. Cos il Secondo Piano Quinquennale (34-39) raggiunse
lapice del paradosso. Era innanzitutto precisa intenzione dei vertici di Mosca
ripristinare lallevamento, ora che la popolazione era stata incatenata alla terra, privata
dei diritti su di essa e si avvertiva la carenza delle carni tradizionalmente fornite dalle
steppe (comunque ritenute un bene di lusso rispetto al pane). In assoluta buona fede, si
riteneva che solamente la gestione collettiva anche dellallevamento avrebbe consentito
lo sprigionamento delle migliori e maggiori forze produttive, pur senza compromettere
laccrescimento dei livelli produttivi in campo agricolo. Ma questultimo scopo poteva
essere raggiunto solamente tramite una riorganizzazione delle comuni, cio
laccorpamento di pi nuclei famigliari in ogni comune, ma lo scoppio del nuovo
conflitto mondiale lo imped. Al contrario, la collettivizzazione delle pratiche di
allevamento nelle comuni gi esistenti pot essere realizzato nei consueti limitatissimi
tempi prima che lo sforzo bellico destinasse altrove le energie459.

458
459

125

H. Carrre dEncausse, op.cit, p. 118-119


M.B. Olcott, op.cit, pp. 184-187

Statificazione compiuta
Il secondo conflitto mondiale fu levento nodale del periodo staliniano. La capacit di
mobilitare gli sforzi e le intenzioni nazionali durante lo scontro, nonostante liniziale
penetrazione nazista e lavvicinamento giapponese, confermarono e legittimarono i
risultati economici ottenuti nella prima fase appena descritta. La vittoria infine, oltre che
esorcizzare il fantasma della precedente sconfitta, pales allesterno il peso del leader,
con inevitabili effetti di feedbacking anche allinterno, cos che il periodo post-bellico
allunanimit considerato distintamente. Il ruolo ufficiale di eroe e difensore anche delle
periferie (nonostante tale difesa non fosse mai stata richiesta, n vi fosse alcuna reale
partecipazione in esse alle questioni del conflitto) contribu a renderne inamovibile e
incontestabile la figura. Il compimento della stalinizzazione ha poi avuto una principale
conseguenza, cio il preannunciato completamento della sovietizzazione, coincidente
con le vicende dellincontestato leader460, in tutto il territorio nazionale461.
La guerra vide intrecciarsi un insieme di problemi sistemici e locali. Innanzitutto, la
guerra stessa aveva strappato con lavanzata tedesca del 41 ben il 40% della
popolazione complessiva ed il 38% della terra utilizzata per la produzione di grano ed
altrettanta di quella utilizzata per i pascoli. Era in altre parole richiesto uno sforzo
straordinario alla popolazione rimanente: produrre maggiormente con minori risorse
umane. Il Kazakistan divenne il polmone di questa fatica ed ancora una volta la
geografia ne segner il fato. Innanzitutto, la distanza fisica sia dal fronte occidentale che
da quello orientale lo resero ben presto una vera e propria oasi di sicurezza, dove
concentrare buona parte degli sforzi produttivi che avrebbero dovuto sostenere la
resistenza bellica. La centralit cos ottenuta determin un movimento di uomini e
risorse dimenticato dai secoli precedenti, a conferma di tutte le peculiarit geopolitiche
e deterministiche descritte in precedenza e che il conformarsi del conflitto hanno
incidentalmente riproposto.
Di conseguenza, lo sforzo richiesto alla popolazione sia russa che kazaka della
Repubblica Kazaka sar immenso e peculiare. Innanzitutto, proverranno da qu ben
450.000 uomini diretti al fronte. I 302.000 rimanenti e fisicamente validi non erano
chiaramente sufficienti per svolgere tutte le mansioni lasciate scoperte. Inoltre, questi
erano spesso inesperti e male addestrati. Le donne e i ragazzi dovettero come sempre
svolgere incarichi che normalmente non gli competevano. Le donne in particolare non
solo divennero la principale forza lavoro sui campi, ma svolsero persino lavori pesanti,
come la conduzione di trattori e altri pesanti macchinari agricoli. Ricoprirono talvolta
anche importanti funzioni tecniche (come veterinarie, mediche, agronomiste),
giustificate in quella misura esclusivamente dalle condizioni di guerra anche tra la
popolazione slava. Tuttavia, gli incarichi decisionali rimasero in mano agli uomini,
anche se spesse volte anziani funzionari richiamati in servizio (dai capi-comune ai
supervisori di distretto). Solo il 20% degli uomini costituenti i quadri non erano stati
convocati a combattere e quasi tutti i tecnici (meccanici, autisti di mezzi, etc.) erano
stati chiamati nelle zone calde di confine.
460

E intuitiva la distinzione rispetto allopera di Lenin e ai risultati da questi realmente conseguiti.


In breve, Lenin fu il leader del movimento rivoluzionario: la sua vicenda personale incarna la resistenza
allo zarismo, i suoi scritti lo sforzo di fornire unideologia proficua alla rivoluzione, la sua azione
destinata alla loro applicazione. Tuttavia, sar Stalin a raccogliere quanto seminato dal maestro, e non
senza altrettanti sforzi ideologici e politici: egli porter ad istituzione la neonata creatura politica, con
caratteristiche e difetti a lui principalmente imputabili.
461
Unulteriore precisazione: comunemente ci si riferisce ad un territorio nazionale con
riferimento generico ai territori di uno stato. Tuttavia, il passaggio logico omesso rappresentato
dallimplicito assunto che i confini politici coincidano con la distribuzione della comunit che vi fa capo.
Ma per quanto appena argomentato, cio il compimento della sovietizzazione, opportuno da ora parlare
di un territorio nazionale per tutti quelli dellUnione indistintamente.

126

Su tutto, pesavano alcuni problemi strutturali delleconomia sovietica. Lintegrazione


economica consisteva di fatto in una convergenza dei beni agricoli verso le citt per il
consumo, ma soprattutto per lesportazione. In altre parole, il movimento delle merci
era per lo pi unidirezionale, dalle campagne verso le citt, e solo marginalmente vi era
movimento di beni tecnologici, come ausilio al lavoro nei campi, in direzione opposta.
In altre parole, le comunit rurali erano votate alla totale autosufficienza: esse
destinavano una parte del raccolto per la semina a venire e disponevano del raccolto
unicamente in misura del bisogno riconosciuto loro dalle autorit locali, in pieno
rispetto della gerarchia agricoltura-industria prevista dalla Pianificazione. In pieno
conflitto questa situazione non poteva di certo essere sovvertita e quando una
percentuale maggiore del raccolto venne consumata in loco non fu possibile rimediarvi
inviando sementi dalle parti dellUnione non occupate. Analogamente il basso livello di
meccanizzazione divenne ora preoccupante. Le poche ed arretrate macchine presenti
vennero utilizzate fino allo stremo, ma nessun ricambio poteva essere reperito o
eseguita alcuna manutenzione. Pi in generale tutta la neonata industria pesante venne
convertita da scopi civili a scopi militari e i carriarmati sostituirono la produzione di
macchinari e mezzi agricoli come i trattori.
Questi limiti nella mobilit dei beni economici non impedirono invece il rapido
spostamento degli sfollati occidentali verso le immense distese kazake. I circa 400.000
sfollati, principalmente donne e bambini, quasi pari al numero degli uomini locali
chiamati al fronte, cercarono di rimettere a frutto i campi abbandonati. Come le persone,
anche le bestie sopravvissute allinvasione vennero spedite ad est, ma di circa 900.000
capi meno della met sopravvisse.
Il reale elemento di attrazione nella Repubblica non era solamente il suo isolamento,
ma lintegrit delle risorse del suo sottosuolo. Le industrie minerarie furono le uniche
che si trasferirono qui, portando con s macchinari pesanti ed esperti, gli unici maschi
adulti a muoversi in questa direzione durante il conflitto. Improvvisamente i giacimenti
di carbone, ferro ed alluminio non erano troppo distanti per essere sfruttati e i costi
delledificazione di impianti nelle steppe furono dimenticati. E daltronde proprio questi
investimenti, pi che azzardati ed irrazionali in altri tempi, erano gli unici che avrebbero
consentito di recuperare le risorse gi conosciute e utilizzate a occidente. In particolare,
lestrazione del carbone raggiunse tre volte i livelli previsti per lo stesso arco di tempo
prima della guerra.
A conflitto concluso, venne ripresa la Pianificazione interrotta attraverso la prevista
estensione delle comuni agricole e la collettivizzazione degli allevamenti.
Laccorpamento delle prime ridusse il numero statistico delle comuni, ma non
divenne garanzia di maggiore efficienza. O meglio: gli sforzi congiunti incrementarono
la produttivit, ma questa sar a met anni Cinquanta ancora ben lontana dalle
aspettative delle Pianificazioni. Tuttavia, i minori risultati ottenuti sono difficilmente
imputabili allorganizzazione collettivistica del lavoro, quanto piuttosto alla rinnovata
stabilit regionale ed alla ricostruzione post-bellica. Questultima in particolare
consentir il ritorno di molti combattenti, lincremento dei macchinari a disposizione e
la restaurazione di molte strutture civili, strade, campi e fattorie.
Al contrario, per quanto la nuova organizzazione sociale frenasse lallevamento a
favore del lavoro agricolo, e nonostante le distruzioni patite di recente, lallevamento
conobbe un s lento, ma pure costante recupero. Tuttavia, fu orientato alla pura e
semplice sopravvivenza comunitaria, posto che pochissimi animali venivano macellati o
ceduti. Era infatti preferibile sfruttare a lungo la stessa bestia per la produzione di latte,
che correre il rischio di mantenerne unaltra che si sarebbe potuta rivelare pi debole a
quelle difficili condizioni. Infine, proprio per il fatto che la sopravvivenza continuava ad
essere vincolata a forme private di organizzazione economica, la politica staliniana
fall anche in uno dei suoi ultimissimi obiettivi strategici, cio lurbanizzazione dei

127

kazaki. Erano cos pochi i beni che la popolazione poteva o aveva interesse a vendere,
che lassembramento nei centri abitati (ancora pari solo all8% nel 53) avrebbe
unicamente ostacolato lattivit sia agricola che dallevamento462.
In conclusione, per quanto la trasformazione della societ nativa sar messa a punto
nelle successive fasi del regime sovietico, lepoca staliniana ha talmente accelerato ed
indirizzato il processo, da considerare il periodo fino al 53 come il punto di nonritorno dello sradicamento sociale in corso. Tuttavia, ancor prima di valutare le
implicazioni sociali e politiche di questo passaggio, appare opportuno soffermarsi
brevemente su alcune considerazioni scaturenti dallanalisi delle cifre sulla produttivit
nelle due fasi del periodo staliniano, cio prima e dopo la guerra. La pianificazione
economica, le nuove infrastrutture e la riorganizzazione del lavoro non sapranno di fatto
riportare i livelli di produzione a quelli del periodo pre-bellico, quindi a quelli
precedenti la collettivizzazione. In altre parole, se il conflitto ha accelerato
lassestamento del vertice politico, altrettanto fece nella sfaldatura del tessuto
economico, sociale e ambientale. Paradossalmente, il prezzo del controllo politico,
attuato nelle forme inventate dalla dirigenza staliniana, rende al paragone pi
razionale ed efficiente il periodo del relativamente debole controllo zarista. Questa
maggiore determinazione o rigore, o forse semplicemente il segno dei tempi e di quel
secolo in particolare, consentirono infine di riuscire laddove la politica zarista era
fallita. La sedentarizzazione dei nomadi era infatti stata unossessione dei russi fin dai
tempi di Caterina II, cio da quando ci si era cominciati ad occupare realmente dei
nomadi, al di l del loro marginale ruolo di mediatori commerciali con le valli.
Come descritto, la politica culturale stalinista mise da parte tutta la prudenza della
primora. La principale vittima del nuovo corso stalinista divenne inevitabilmente la
Chiesa Ortodossa, potere concorrenziale nellaccentramento del potere in patria,
minaccia alla solidit del nucleo sociale russo dellUnione ed ideologicamente antitetica
allerigendo ordine socialista. In Asia Centrale, la vera resistenza allindottrinamento
culturale fu quindi innanzitutto rappresentato da quella popolazione slava ed europea
che si trovava ora a resistere alla demonizzazione di qualsiasi culto religioso. Per quanto
riguarda la popolazione locale, la vera urgenza della prima ora fu rappresentata dalla
loro riduzione ad obbedienza per incrementare la produttivit economica.
In Kazakistan, lindottrinamento politico presentava un ulteriore ostacolo di rilievo,
cio la scarsa alfabetizzazione delle masse. Il processo di crescente alfabetizzazione in
corso nellOttocento, attraverso le scuole prima e la stampa in seguito, era stata infatti
ormai completamente interrotta da almeno una generazione e quel patrimonio collettivo
era andato distrutto ben prima dellallontanamento dei nazionalisti dal potere. La
traumatica esperienza storica con le popolazioni musulmane, e quelle nomadi in
particolare, suggeriva poi limportanza di un sistema scolastico che, insegnando a
leggere e scrivere, rendesse le popolazioni locali ricettive della nuova ideologia e
prescindesse dalla mediazione di soggetti esterni, come gli ormai temuti tatari nel
passato. Come si vede, gli errori pi palesi del passato zarista erano stati metabolizzati
anche dal nuovo establishment, al contrario delle erronee strutture mentali che invece le
avevano fondate, intatte nelleredit dal vecchio al nuovo regime.
Quindi, dovevano ancora essere individuati quei mediatori locali verso i quali era
fallita la politica di apertura di Lenin. Questi nuovi quadri statali dovevano essere fedeli
al regime e per questo venire formati in maniera tale da interrompere i tradizionalmente
forti legami con la societ di appartenenza attraverso, ancora una volta, delle scuole di
stato. Queste dovevano deliberatamente strappare i ragazzi pi giovani dalle famiglie
cos che la socializzazione politica e la loro formazione come funzionari di governo
462

128

M.B. Olcott, op.cit, pp. 187-193

potesse iniziare molto presto, interrompendo i legami di lealt con lintera comunit di
appartenenza.
Ma per strappare i futuri quadri alla comunit di appartenenza divenne inevitabile
perseguire nelle politiche gi avviate ai tempi di Lenin di alfabetizzazione itinerante,
anche delle donne e delle bambine. I principali oppositori di queste politiche furono i
muhallim. E sebbene per molto tempo non si fosse improntata una sistematica politica
contro questi ultimi, gi nel 1926 lalfabeto arabo venne sostituito da quello latino per la
trascrizione dellidioma nazionale (nel 1940 infine venne assunto il cirillico moderno,
con lo stesso intento russificante delle primissime trascrizioni ottocentesche). Di l a
poco, a partire dal 1928, erano iniziate le requisizioni dei bais nobiliari, che colpirono in
egual misura i beni waqf del clero. Infine durante la collettivizzazione, moschee,
madrase ed altri istituti religiosi vennero chiusi, come in tutta lAsia Centrale. Questo
avvenne per ovviamente nelle citt, dove venne anche arrestato il maggior numero di
religiosi ribelli. Ma se questi dovevano qui essere puniti in maniera esemplare affinch
non aizzassero il malcontento popolare contro i governanti e i militari di stanza, la
situazione era ben pi difficoltosa nelle campagne. Come detto, qui la penetrazione di
soggetti estranei, e tanto pi delle idee di cui si rendevano portatori, era
presumibilmente limitata463.
Ma anche laddove erano maggiori i risultati della propaganda, difficilmente la cultura
locale poteva essere sradicata attraverso la semplice rimozione del clero. Ancora di pi
in Kazakistan, dove lIslam era rimasto per molti versi un elemento scarsamente
elaborato a livello popolare, spesso identificabile nelle pratiche pi esteriori del
quotidiano e sicuramente confusosi con la cultura nomadica preesistente. E inoltre
significativo come il comunismo fosse stato assimilato ad una nuova religione. Erano
infatti tante e tali le questioni anche della vita quotidiana che il regime intendeva
disciplinare, che specie a paragone con un monoteismo pervasivo come lIslam,
lassociazione risult presumibilmente immediata ed intuitiva. Cos come Maometto
prima, anche Lenin venne considerato un profeta e, in quanto tale, confusamente
assimilato agli altri spiriti normalmente rispettati dalla gente comune464. Quindi,
nonostante la povert avesse ormai reso puramente simboliche pratiche ancora pi
antiche come il kalym, la loro testarda sopravvivenza proprio indicativa del loro
radicamento. Infine, finch non sarebbe emersa una generazione di persone
esclusivamente formatasi nelle scuole di regime, difficilmente alcun funzionario di
partito sarebbe stato totalmente estraneo a piccole involontarie superstizioni, come la
circoncisione per i propri figli o la sepoltura secondo le regole islamiche. Cos, quando
infine anche la sharia (come ladat allinizio del decennio) venne dichiarata fuori-legge
nel 1929, risulta dubbio che essa potesse essere estirpata per via legislativa dal modo di
pensare locale465.
Questi sforzi vennero portati avanti fino al momento della collettivizzazione, a partire
da cui tutti gli sforzi dovettero essere riversati nel settore economico. Inoltre, quando il
Gran Terrore degli anni Trenta prese a preparare il terreno contro chi si opponeva ai
nuovi indirizzi di politica economica, non solo diminuirono le risorse allocate per
listruzione, ma gli stessi rarissimi insegnanti locali ne divennero le vittime, spesso per
sospetti legami con ci che rimaneva dellAlash (anchessa sradicata definitivamente
alla met del decennio). Al di l delle fobie del regime, si ripropose probabilmente la
strutturale tensione tra istruzione e sottomissione politica, persino nel caso dellultima
generazione di persone istruite. Queste infatti, al contrario delle precedenti, avevano
avuto ben minori possibilit di accesso allistruzione superiore in Russia e, tramite la
463
464
465

129

M.B. Olcott, op.cit, pp. 193-196


B. Hayit, op.cit, pp.41-45
M.B. Olcott, op.cit, pp. 196-198

stessa apertura sancita o concessa dagli stessi zar, alle idee perfino provenienti dal suo
esterno466.
Dopo il 34 anche la politica scolastica segu lo spirito scientifico della
pianificazione. Manipoli di esperti pedagoghi vennero inviati nelle steppe ad indagare la
situazione effettiva delle scuole. Per poi scoprire quanto poco fosse stato effettivamente
raggiunto. Gli edifici fatiscenti erano la logica cornice di istituti in cui, sebbene fosse
ufficialmente iscritta pi dell80% della popolazione in et scolastica, poco meno della
loro met poteva esimersi dallo svolgere un qualche lavoro per la famiglia. E al di l
delle apparenze e dei proclami ufficiali, i muhallim erano ancora gli unici in grado di
dare qualche barlume di istruzione e di trattenere per qualche tempo i ragazzi. Ormai
parte di queste societ, cio prodotto di un processo di formazione locale senza
importazioni di sapere dallesterno, essi erano anche gli unici istruttori adatti alle
condizioni di vita comunitaria pi estreme e capaci di essere accettati superando il muro
della diffidenza, che colpiva invece qualsiasi novit proveniente dallesterno. Cos era
sempre accaduto per secoli ed altrettanti secoli erano stati necessari allIslam per fare
breccia tra le mura dellauto-referenzialit steppica. Poteva realmente il mondo
sovietico prescindere da questo lungo iter?
Ciononostante alla repressione dei primissimi tempi segu un ampio dispiegamento di
insegnanti, sia slavi che locali. Mediamente si trattava di persone non eccessivamente
qualificate, senza esperienza e a malapena unistruzione superiore. Ma lutopia della
modernizzazione chiedeva una mobilitazione ancora pi massiccia e vennero aperti i
primi corsi di studio universitari, specialmente scientifici, e svariati istituti tecnici,
ovviamente a disposizione sia di slavi che di russi. Accanto a questi enti andavano
diffondendosi anche vere e proprie strutture educative di partito, come lUniversit
Comunista, la prima, fondata nel 1930 e presto seguita dalla Scuola Superiore di Partito
nel 36. In tutti i dieci istituti presenti nel paese alla fine del decennio, vennero infine
istituiti dei corsi per la propaganda politica, i cui studenti dovevano specificamente
occuparsi dellindottrinamento politico dei locali.
La stampa fu un terreno di attivit dove fu relativamente pi facile rimettere in azione
manovalanze e impianti. Un forte impulso venne poi dato alla pubblicazione di testi di
ogni sorta (alcune centinaia di migliaia lanno) in supporto alla sempre pi crescente
propaganda. La stampa si affiancava ora alle scuole, come gi era stato durante
lOttocento russo, nel diffondere idee e paradigmi valoriali. Come allora, questi
moderni supporti tecnici lanciavano con successo la propria sfida al mondo tradizionale.
Ma con una piccola differenza, cui s gi fatto cenno. Nel passato infatti lessere parte
di un Impero aveva dato vita a molteplici rapporti culturali anche con popolazioni nonslave, come i tatari o i bashkir, contribuendo indirettamente alla maturazione identitaria
dellintera popolazione kazaka. In questo momento, invece, il controllo politico molto
pi pervasivo: i rapporti tra singole regioni dellUnione, pi o meno affini culturalmente
e potenzialmente minacciose dal punto di vista politico, sono ridotte al mero folklore di
regime; i rapporti con lesterno sono invece completamente filtrati, se non del tutto
impediti.
Ma lalfabetizzazione acritica, cio la creazione di un pubblico anonimo di lettori
privi di voce politica, -come si sa- parte integrante del processo di edificazione di un
potere totalitario. Esso implica una comunicazione unidirezionale senza possibilit di
replica o contestazione. Forte dellesperienza passata, Stalin pose decisamente fine a
qualsiasi forma di intelligentsia locale autonoma. Ma la drammaticit del caso kazako
rimane peculiare. Anzich inserirsi in un processo di lungo periodo, in quanto basato sui
parziali risultati ottenuti nel periodo russo, lalfabetizzazione di massa qui si bas
invece sulla tabula rasa creatasi nel vuoto di potere dei primi anni post-rivoluzionari.
466

130

M. Karpovich, pp. 26-32, in op.cit, Waldemar Gurian (a cura di)

Esattamente come nel campo economico, anche la politica culturale venne cio
riattivata improvvisamente e senza potersi fondare su una graduale sedimentazione
pluri-generazionale.
I successi della sovietizzazione culturale e delle politiche anti-religiose sono
estremamente dubbi. Le stime del governo alla fine del periodo staliniano furono
trionfanti: 76% di alfabetizzazione complessiva, il 98% di affluenza maschile per la
scolarizzazione primaria e ben il 66% di quella femminile (pur senza distinzione alcuna
di etnia per la regione). Ma in generale, pare legittimo il dubbio su queste cifre. Tra gli
spiragli della censura e anzi dallesistenza stessa di una censura ferrea su questi
avvenimenti pare molto pi plausibile che fosse stata trascurata la capacit di resistenza
acefala della popolazione, cio spontanea e senza eccessivi apparati organizzativi. Un
primo motivo di dubitare delle stime in questione che difficilmente era possibile
osservare sistematicamente la vita nelle campagne: funzionari statali, osservatori o
giornalisti potevano facilmente essere evitati e sporadicamente persino uccisi467. Il
quadro complessivo della fine del periodo staliniano cos estremamente fosco.
Tuttavia, rimane evidente la diarchia tra potere ufficiale e potere informale, citt e
campagna, ideologia di stato e cultura materiale.
Epilogo
Nel periodo successivo, verranno portati a compimento gli obiettivi della politica
sovietica definita da Stalin. E nonostante le molteplici correzioni di rotta lungo il
cammino, a ragione si pu affermare come, fino almeno al periodo gorbacheviano,
lombra di Stalin abbia orientato buona parte delle politiche sovietiche in Kazakistan.
La formazione delle alte cariche del partito locale e dellamministrazione nelle scuole
pubbliche; lemersione di una sorta di potentato locale nelle mani di un unico
funzionario fedele a Mosca, Kunaev, ininterrotto per decenni fino alla destituzione del
85; lindustrializzazione e la difficile accelerazione dello sfruttamento agricolo con i
suoi disastrosi effetti ambientali; lurbanizzazione e il precario equilibrio etnico.
Tuttavia, la fase staliniana porter con se anche i segni inequivocabili e contraddittori
dellesperimento sovietico sulle nazioni assoggettate. Il caso sovietico rimane infatti
lunico nella storia di uno stato multietnico in cui si evitata la disintegrazione della
cultura di origine (lassimilation a la francese) o il suo parziale mantenimento
nonostante o attraverso la frammistione con le altre culture (il melting pot statunitense).
NellUnione si portata avanti lardita politica di stimolare la lealt verso un centro
(teoricamente) sopranazionale e contemporaneamente la singola appartenza
nazionale. Questa scelta in parte assecondava un trend gi in corso in alcune delle
future repubbliche dellUnione prima della Rivoluzione, specie nella sua porzione
europea. Al contrario, in Asia Centrale questa tendenza era estremamente recente e
scarsamente strutturata468. Elementi di comune appartenenza localistica, specialmente
religiosa, svolgevano ancora un ruolo estremamente importante.
Anche in Kazakistan la fedelt al mondo russo sar parziale e riguarder la sola
popolazione slava e tuttal pi la popolazione indigena della fascia pi settentrionale (e
sottoposta dopo la guerra alla diretta amministrazione russa). Al contrario, il processo di
identificazione nazionale aveva raggiunto i maggiori risultati secondo i paradigmi
occidentali dello stato-nazione- proprio in Kazakistan, dove la minore influenza
islamica era stata in qualche modo sostituita da quella secolarista.
Cos mentre si formavano le altre repubbliche nazionali del Trkmenistan, di Bukhara
e Khiva (che con il senno di poi definiremmo proto-uzbeke, ma ancora divise secondo
M.B. Olcott, ibidem
Preziosi spunti sulla politica delle nazioni sovietica in Ajay Patnaik, Nations, Minorities and
States in Central Asia, Maulana Ed, Kolkata 2003, pp.11-13

467
468

131

le linee dei khanati), testimoniano di una fusione etnica non ancora compiuta come in
Kazakistan, dove invece sar comunque necessario lintervento sovietico per
incorporare i territori meridionali e lUst-Yurt occidentale. Ma proprio collocando
lesperimento dellAlash come un precedente della Repubblica Autonoma, se ne coglie
forse meglio tutta la rilevanza storica. E infatti pur vero che il motivo del supporto
sovietico alle istanze pan-kazake seguiva altre motivazioni di ordine strategico, ma
questa scelta porter a compimento un punto programmatico mai realizzato dallAlash,
ma motivato storicamente ed etnicamente.
Infine, la stessa intuitiva identificabilit etnica e geografica del paese e della sua
popolazione rappresenter il punto di forza e distinzione della sua evoluzione.
Certamente le linee del fallimento sovietico saranno le stesse degli altri paesi
dellUnione, tanto da suggerire per quasi tutte le Repubbliche la formula socialista
nella forma, nazionalista nei contenuti. Ma altrettanto sicuramente il presente kazako
non pu semplicemente essere visto come laritmetico esito delle politiche sovietiche o
russe. Certamente, elementi come la specificit del problema ambientale o, subito dopo
lindipendenza, il problema del disarmo sono imputabili ad una industrializzazione
pianificata da Mosca; i problemi di confini e delle relazioni con protettori vecchi
(Russia) o nuovi (USA) sono in generale da ricondurre al problema di definire ex novo
una sfera di rapporti quasi inesistente fino a poco tempo prima (anche se il Kazakistan
sovietico poteva gi godere di una visibilit estera inconsueta), ma ricordano
drammaticamente la dipendenza innanzittutto psicologica verso un qualsivoglia centro,
cui far riferimento. Ma per ci che attiene alla sfera politica interna, dallassetto
istituzionale alla convivenza pacifica di molteplici etnie, appare troppo semplicativo
imputarne il successo al solo pugno di ferro di eredit sovietica. Il precario equilibrio
locale si fonda e mantiene su dinamiche di contrattazione antiche. E non si tratta della
sola quadri-spartizione di cariche tra ciascuna delle tre Orde e la comunit slava (pi
strutture semi-partitiche che semplici lobbies private, nonostante la censura di
movimenti etnici) di contorno alla sostanziale gestione personalistica del potere. Il
successo stesso del pur indubitabilmente abile gruppo al potere si fonda su un passato
ben preciso e (dal punto di vista occidentale) insolitamente presente nellautocoscienza
della cittadinanza locale.
Lo stesso Islam trova ora un ruolo nuovo solamente in quanto Islam nazionale, cio
religione di stato, sia dal punto di vista amministrativo che ideologico. Questo non
implica uno slancio verso la cooperazione regionale e tanto meno connivenza o
tolleranza dellestremismo religioso, puntualmente perseguitato. Ma difficilmente la
stessa repressione dellI
slam devessere imputata alla censura o alla persecuzione. Queste sono probabilmente
azioni di contingentamento, dato che la nazione pu muovere su pre-esistenti canali
non religiosi per edificare la propria convivenza. Probabilmente, qualsiasi presa
dellIslam politico sar legata, esattamente come ai tempi dellUsh Jhuz, pi alla
necessit di individuare unideologia alternativa a quella monopolizzata dai detentori
del potere, essendo in seconda istanza la religione lunica capace di poter coagulare
consenso, magari facendo presa su supporti esterni.
Ma ben altri sono i supporti esterni su cui pu oggi contare il paese. Lapertura
verso lesterno di accademici, specie occidentali, in movimento verso il paese e
viceversa di studenti di cittadinanza kazaka verso lesterno; lapertura a molteplici
azioni di cooperazione internazionale, pur molto spesso non supportate da organiche
azioni governative; la relativa disponibilit di materiale editoriale e multimediale; la
generica prudenza diplomatica e laccorta candidatura alla Nato, dimostrano ancora
oggi uninalterata versatilit della popolazione e una spregiudicatezza lungimirante
delle elites, che forse testimonia di quella precoce (pur parziale, numericamente e

132

qualitativamente, pur dolorosa e contraddittoria) modernizzazione che ebbe inizio


nell800.

133

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