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RELATRICE:
prof.ssa Annamaria BALDUSSI
Indice
Premessa
Il territorio
11
Il popolo
15
22
32
36
37
46
50
53
57
61
69
Conseguenze socio-economiche
73
76
79
81
91
94
103
109
Leconomia staliniana
122
Statificazione compiuta
126
Epilogo
131
Bibliografia
134
Premessa
La storia rappresenta tuttoggi un elemento importante della cultura di tutta lAsia
Centrale. V una conoscenza generalizzata del passato locale, sconosciuta a noi
occidentali e che causa di autentica fierezza per la popolazione. Essa alimenta il senso
di appartenenza e la consapevolezza delle proprie specificit rispetto al mondo
circostante1. Di contro, la storia di queste genti rimasta a lungo e tuttoggi rimane in
buona parte sconosciuta al di fuori di questarea, se non tra un ristretto numero di
specialisti2. Specialisti teoricamente chiamati a disporre di competenze cos variegate da
poter essere con difficolt padroneggiate virtuosamente da una sola persona o da un
limitato numero di queste3.
Risponde quindi ad una scelta ben precisa lutilizzo di un cospicuo numero di opere
provenienti da settori disciplinari differenziati e apparentemente distanti, pur
principalmente opere storiche, ma rispondenti ad un approccio o focus completamente
differenti. Il lavoro che segue infatti, pur sostanzialmente una normale indagine
politologica affrontata su base storica, non poteva basarsi esattamente su alcun lavoro
compiuto o approccio collaudato. Certamente ci si ampiamente rifatti ad alcune opere
essenziali del settore, veri e propri monumenti degli studi dellarea e la cui influenza
risulta in molti punti palese. Eppure, nessuna di esse, per quanto simile o vicina, ricalca
esattamente lapproccio richiesto da questo lavoro, indipendentemente dai suoi risultati
finali e sostanziali. Si aggiunga a questo lestrema povert di analisi che non si
focalizzano sullAsia Centrale (variamente definita) nel suo complesso e ancor di pi su
un singolo stato o popolazione dellarea, come nel nostro caso il Kazakistan.
Infine va considerato come una delle maggiori difficolt nello studio di un qualsiasi
stato dellarea siano le fonti primarie, la loro incompletezza, la loro attendibilit o anche
solo la loro accessibilit. In particolare, le informazioni sulla vita pi antica nellarea
non possono essere rinvenute da fonti scritte locali, dato che tutta la conoscenza veniva
tramandata oralmente e la sua trascrizione cominci in epoca russa4. Nel passato, le
prime informazioni nel mondo esterno provenivano da rari viaggiatori europei,
mentre gli storici orientali preferirono registrare informazioni sulla vita nelle oasi. In
tempi pi recenti informazioni pi dettagliate cominciarono a provenire sempre a
seguito della penetrazione russa5.
Accanto al problema della lingua, al passaggio dallo zarismo allURSS si affianc il
problema della possibilit di accesso alle fonti russe al riguardo o di effettuare degli
studi in loco, della circolazione di documenti provenienti dallUnione Sovietica o
dellesclusione degli studiosi locali dal grande circuito scientifico internazionale6. A
questi si aggiunsero le pubblicazioni e la retorica di regime che contribuirono a
confondere le idee e a distorcere la realt di questa gi poco nota area7.
Nel mentre, essa divenne una moda tra gli studiosi occidentali essenzialmente per
motivi politici. Si credeva infatti che lampia minoranza musulmana, concentrata al sud
Svat Soucek, A history of Inner Asia, Cambridge University Press, Cambridge 2000, p.16
Lawrence Krader, Peoples of Central Asia, Uralic and Altaic Series Vol.26, Indiana University.
Bloomington, Mouton & Co. Hague 1963, p.73
3
John Joseph Saunders, History of the Mongol Conquest, University of Pennsylvania Press,
Philadelphia 2001 (1971), p.13
4
L. Krader, op.cit, pp. 44-45
5
Martha Brill Olcott, The Kazakhs, Hoover Institution Press, Stanford 1995, p.3
6
Ingvar Svanberg (a cura di), Contemporary Kazaks, Cultural and Social perspectives, Curzon,
Lingby 1999, pp. vii-viii
7
Edward A. Allworth, The modern Uzbeks, from the fourteenth century to the present, a cultural
history, Hoover Instintution Press, Stanford 1990, pp.vii-x
1
2
Peter Ferdinand (a cura di), in The New Central Asia and its Neighbours, Chatham House
Papers, The Royal Institute of International Affairs, Pinter Publishers, London 1994, pp.1-3
9
Marie-Carin Von Gumppenberg, Staats- und Nationsbildung in Kazachstan, Leske-Budrich,
Opladen 2002, pp.11-14
10
Geetha Lakshmi, Ethnic Conflict in Central Asia. A comparative Study of Tibet and Kazakhstan,
New Dehli 2003, p. vii
8
le steppe meridionali della Siberia; a est e sud-est rispettivamente dalle catene dellAltai
e del Tian Shan; a sud dal Lago dAral e dalla valle del Syr Darya; a sud-ovest dal Kara
Bogaz Gol.
Dal punto di vista della geografia politica, i paesi confinanti con il Kazakistan sono a
nord e nord-ovest la Repubblica Russa, la Repubblica Popolare Cinese ad est, a sud il
Kirghizistan e lUzbekistan, il Turkmenistan a sud-ovest e a occidente i quattro paesi
che saffacciano sul Mar Caspio (in senso orario: Turkmenistan, Iran, Azerbaigian e
Russia)15. Tuttavia, cos come per il Mar Caspio a occidente, appare limitativo
considerare le catene dellAltai come una barriera dal punto di vista geo-politico.
Specialmente da un punto di vista storico e etnografico, ci porta a considerare la
Mongolia un vicino a tutti gli effetti del Kazakistan16.
Situato nel cuore del continente centrasiatico, lattuale territorio del Kazakistan il
nono paese al mondo per estensione (2.717.300 Kmq)17. La sua massima distanza da est
a ovest raggiunge approssimativamente i 3.000 chilometri e da nord a sud allincirca i
2.000 chilometri18. Lampiezza del suo territorio fa s che esso comprenda svariati
paesaggi geo-umani, mentre la sua collocazione a cavallo dEuropa e Asia lo rende oggi come nel passato- un crocevia culturale e materiale straordinariamente
complesso e articolato, ben aldil dellapparente semplicit suggerita dallinospitalit
del territorio e, conseguentemente, dalla tradizionalmente bassa densit demografica19.
Il territorio del Kazakistan pu essere analizzato in diversi modi. Una descrizione
sufficientemente dettagliata delle localit interne il presupposto per la comprensione
del fenomeno storico dal punto di vista evenemenziale. Da questo punto di vista,
laltitudine fornisce preziose indicazioni.
Complessivamente il Kazakistan un vasto bassopiano interrotto solamente da due
aree di media altezza, le montagne del Mugodzhar e lAltopiano Kazako. Le prime
dividono il settore pre-caspico dal bassopiano turanico a occidente. Il secondo separa le
steppe dal bassopiano turanico a oriente. A queste vanno aggiunte le considerevoli
elevazioni dellAltai e del Tian Shan nelle estremit orientale e sud-orientale. Le
diramazioni del Tian Shan entrano in territorio kazako in due punti separati e prendono
rispettivamente i nomi di Monti Tarabagatay pi a nord e di Dzhungrian Ala-Tau pi a
sud.
Le montagne del Mugodzhar sono due diramazioni parallele degli Urali, di cui la
sezione occidentale mediamente pi elevata, seppure nessuna delle due superi in alcun
punto i 1.000 piedi. Esse appaiono come una serie di piccoli rilievi distinti vagamente
allineati da nord a sud.
LAltopiano Kazako raggiunge la sua massima elevazione al centro, dove si
scompone in massicci separati, e si dirama progressivamente in direzione dei suoi bordi,
dove pianure collinari di lieve pendenza scivolano verso i bassopiani.
Infine, se le propaggini degli Altai in territorio kazako non superano mai i 2.000 piedi,
quelle del Tian Shan raggiungono i 5.000 piedi.
Rilievi principali; da: G.J. Demko, The Russian Colonization of Kazakhstan (1896-1916), Uralic and Altaic
Series Vol.99, Indiana University. Bloomington - Mouton & Co. Hague 1969, p.18
George J. Demko, The Russian Colonization of Kazakhstan (1896-1916), Uralic and Altaic
Series Vol.99, Indiana University. Bloomington - Mouton & Co. Hague 1969, pp.17-21
20
localit, a nord e a sud, nello stesso periodo. Cos la temperatura media nelle steppe a
gennaio di 2 F, mentre quella di luglio di circa 71 F. Simmetricamente a sud le
temperature medie a gennaio saranno di 17 F e di ben 83 F a luglio25.
In inverno gli altipiani sono meno freddi della porzione steppica, che riceve invece i
gelidi e asciutti venti settentrionali. Questi possono raggiungere in inverno maggiore
forza, fino a trasformarsi in tempeste di neve (buran) e condurre ad una vera e propria
ghiacciata del terreno (dzud). Specularmente al sud gli asciutti venti estivi (garmsil)
avvizziscono tutto ci con cui vengono in contatto, spesso riempendo laria di fitte
nuvole di polveri finissime26.
La relativa scarsit di piogge e la loro irregolarit, insieme allalto tasso
devaporazione, rappresentano la principale caratteristica dellarea. I monsoni, cos
importanti per le coste oceaniche dellAsia, sono tagliati fuori dalle massicce catene
montuose a sud e sud-est27. Sul lato opposto, i venti occidentali riescono a mantenere
parte della propria umidit una volta superate le catene degli Urali. Questa viene poi in
parte rilasciata sulle steppe sotto forma di potentissimi e isolati temporali estivi da
Giugno ad Agosto28. Conseguentemente la situazione si aggrava proseguendo da nord
verso sud in corrispondenza delle tre zone sopra individuate. Nelle steppe la media delle
precipitazioni annuali infatti di circa 12 pollici per metro quadro, tra i 7 e i 12 pollici
nellarea semidesertica e variabile, ma costantemente sotto i 10 pollici, nel deserto
meridionale29.
Inoltre, la medesima distanza dagli oceani ha garantito bassissimi tassi di umidit,
trattenuta dalle montagne o dispersa dai venti, che si traduce in una considerevole
asciuttezza del clima30. Se questo fattore ha reso i pi freschi territori settentrionali pi
salubri e favorevoli allinsediamento umano, anche vero che ha contribuito a rendere
quelli meridionali ancora pi invivibili.
Clima, precipitazioni e evaporazione hanno contribuito alla formazione di determinati
tipi di terreno. Si ha una progressione simile a quella climatica da nord verso sud,
seppure non esattamente coincidente. A nord prevale il cosiddetto chernozem, terreno di
colore nerastro e estremamente fertile in quanto ricco di humus. Tuttavia, esso necessit
di abbondanti quantit dacqua per poter essere sfruttato per scopi agricoli. Lo stesso
tipo di terreno si trova pi a nord oltre il territorio kazako nella parte pi centrale della
Siberia, ancora lontana dai ghiacciai che lhanno resa famosa. Nel semideserto si trova
invece il cosiddetto chestnuts, caratteristicamente scuro, relativamente fertile -seppur
meno del chernozem siberiano- e particolarmente adatto alla coltivazione del grano.
Tuttavia, risulta essere un terreno pi fragile del precedente in quanto la mancanza di
uno strato di humus e lasciuttezza del clima lo privano facilmente della sua fertilit
dopo ripetute arature. Il sierozems il tipo di terreno tipico nellarea desertica. Esso
varia da un color rossastro al grigio ed normalmente inutilizzabile a fini agricoli, se
non attraverso massicci interventi in sovrastrutture o attraverso lutilizzo di tecnologie
avanzate (estremamente costose, se non indisponibili fino a pochi secoli fa)31.
La vegetazione tipica del Kazakistan varia inevitabilmente in funzione dei fattori
appena descritti. Al nord si trovano numerose variet di cereali: il tipchak, simile
allavena, ma soprattutto vari tipi di erba, particolarmente ricca di nutrienti e per questo
confluenza di svariati fiumi minori e attraversa la valle del Fergana prima di scorrere
per la maggior parte della sua estensione in Kazakistan38. Sia per straripazione che
attraverso il normale scorrimento, entrambi contribuiscono al deposito di fertili
sedimenti lungo le sponde del Lago39. Lo sfruttamento dellAral condiviso
esclusivamente con lUzbekistan, mentre le acque del Syr Darya sono potenzialmente
sfruttabili sia dal Kirghizistan che da Tajikistan e Uzbekistan prima che esso raggiunga
il territorio kazako40.
Il sistema meridionale comprende il Lago Balkash e i fiumi Chu, Ili, Karakatal e
Aqsu. Il fiume Chu disperde le sue acque nel deserto dopo averle raccolte nel lago
Lissikul a ridosso dei ghiacciai kirghizi. Laltro grande fiume del sistema, lIli,
proveniente dai ghiacciai cinesi del Tian Shan, si immette invece nel lago Balkash nella
sua porzione occidentale fornendo l80% delle sue acque e costituendo un ampio delta.
Il Karakatal e lAqsu sorgono lungo il Tian Shan kazako e si immettono nella sezione
orientale del lago41.Questo sistema idrologico lunico a dispiegarsi esclusivamente in
territorio kazako.
Infine, lAltopiano Kazako divide il sistema idrologico meridionale da quello
settentrionale, senza che nessuno di essi possa propriamente attraversarlo, ma piuttosto
affiancarlo alla base. I principali fiumi di questarea sono lIrtish (Ertis, in kazako) e i
suoi affluenti, lIshim (Esil) e il Tobol (Tobyl). LIrtish sorge nella porzione cinese degli
Altai e si riversa nel lago Zaysan prima dunirsi allIshim e al Tobol al di fuori del
territorio kazako42. Questi ultimi due si formano invece rispettivamente sullAltopiano e
sulle catene del Mugodzhar. Questo sistema idrologico lunico a riversare le proprie
acque verso un pi ampio bacino oceanico43.
Nel complesso, fiumi e laghi sono equamente distribuiti lungo il territorio. I laghi
diradano per numero da nord a sud44, ma esiste unimportante superficie dacqua per
ogni segmento longitudinale del paese (il Caspio a ovest, lAral al centro e il Balkash
pi a oriente). Il Caspio occupa la sezione occidentale in quasi tutta la sua altezza. Esso
ha tuttavia avuto unimportanza economica, per i trasporti o per la pesca, solamente in
et antica e non facilita linsediamento umano stabile lungo le rive orientali,
prevalentemente paludose. I due laghi sono invece collocati ben pi a sud, in piena area
desertica. Il deposito lungo le loro coste di fertili sedimenti ha facilitato lo svolgimento
di attivit agricole, rendendo questarea una significativa eccezione rispetto al resto del
paese fin dallantichit. Infine, tutti i corsi e le superfici dacqua contribuiscono tramite
levaporazione a rendere ancora pi favorevoli le condizioni per linsediamento a nord e
a ridurre lincredibile asciuttezza dellaria a meridione45.
Il territorio kazako: considerazioni conclusive
Lo scopo di questa breve ricostruzione delle caratteristiche fisiche del Kazakistan
finalizzata allanalisi storico-politica di fenomeni che su di esse si sono basati. A tal fine
sono necessarie alcune puntualizzazioni che mettano in evidenza gli elementi pi
importanti.
In generale, opportuno notare che, nella sua estensione attuale, il Kazakistan
lunico paese centrasiatico a presentare tutti i tipi di ambiente (steppe, semi-deserto,
Jenniver Sehring, Aralsee, in M.C. Von Gumppenberg & U. Steinbach (a cura di), Zentralasien,
Geschichte-Politik-Wirtschaft, Ein Lexicon, C.H.Beck, Munich 2004, p.21
39
R.A. Lewis, op.cit, p.83
40
J.Sehring in M.C. Von Gumppenberg & U. Steinbach (a cura di), op.cit, p.21
41
http://www.grid.unep.ch/activities/sustainable/balkhash/index.php, consultato il 15/07/2006
42
http://www.bartleby.com/65/ir/Irtysh.html, consultato il 15/07/2006
43
M.B. Olcott, in G.E. Curtis, op.cit, p.21
44
V.P. Kurylev, in R. Khanam (a cura di), op.cit, p.408
45
E.E. Bacon, op.cit, p.11
38
deserto e montagne, oltre che la valle di uno dei grandi fiumi dellarea, il Syr Darya) e a
essere toccato o inglobare i principali specchi dacqua della regione (Caspio, Aral e
Balkash). Questo rende lo studio dellambiente kazako prezioso per la conoscenza
dellintera area.
Pi analiticamente possono essere avanzate le seguenti conclusioni: 1) E evidente che
il territorio si rende progressivamente pi ostile da nord a sud. 2) Questo imputabile
essenzialmente al clima e agli altri fattori che da esso derivano (precipitazioni,
evaporazione e umidit dellarea). Laltitudine svolge un ruolo secondario nella
definizione delle condizioni per linsediamento umano. 3) Eccezione significativa
rappresentata dalle estremit montagnose orientali (Altai) e sud-orientali (Tian Shan), in
cui essa consente condizioni di piovosit e disponibilit di vegetazione eccezionalmente
pi vantaggiose. Ma se le prime non hanno mai rappresentato un limite allo
spostamento umano,46 le seconde sono sostanzialmente inabitabili nella porzione
kazaka. Tuttavia i fiumi che scorrono ai suoi piedi hanno depositato un ampio strato di
fertile loess e riducono lasciuttezza delaria. Questo accade anche nelle aree sabbiose
attorno al Lago dAral e Balkash. 4) Fiumi e laghi rappresentano assieme al clima la
grande variabile dellinsediamento umano e possono significative eccezioni alla regola
generale (1). La presenza di fiumi importanti in ognuna delle tre aree principali, il
bassopiano precaspico, quelli turaniano e siberiano fornisce un importante elemento di
spiegazione, come vedremo, della distribuzione del popolo kazako. 5) Per concludere, le
regioni pi favorevoli allinsediamento umano sono le steppe a nord, le aree ai piedi
delle grandi catene montuose o in prossimit di fiumi e laghi47.
Dal punto di vista della sua collocazione rispetto allarea circostante, s gi fatto
cenno alla centralit del territorio kazako rispetto ad Asia e Europa. Innanzitutto esso
il punto mediano della vasta piana steppica che si estende dal Pacifico allEuropa
orientale, cio dalla Manciuria allUngheria48. Ma tale centralit risulta essere
confermata anche in relazione alla latitudine: il Kazakistan infatti il territorio collocato
pi a nord di tutta lAsia Centrale. Ma perfino considerando lostilit del territorio e il
suo isolamento, lepiteto tradizionale di angolo morto del continente eurasiatico49 non
pare giustificato in relazione ai suoi rapporti storici con le altre parti dellarea
centrasiatica o esterne ad essa. Pur sfuggendo allanalisi di singoli periodi o
avvenimenti, va anticipato che la geografia ha reso destino per questi territori lessere
un tramite tra Asia interna (Russia, Mongolia e Cina nord-occidentale), larea caspicocaucasica e le valli dei fiumi a sud, con tutto quello che esse, storicamente o in termini
di geopolitica contemporanea, implicano. Non un caso quindi che, pi o meno
direttamente, pi o meno profondamente, tutte queste civilt abbiano contribuito alla
formazione del Kazakistan.
Ma ormai chiaro che la geografia non basta da sola a spiegare gli alti e i bassi della
storia. Manca ancora lelemento socio-umano, la cui assenza o linadeguata
considerazione si in precedenza rimproverata ai deterministi. Compito della
prossima sezione sar allora proprio lanalisi di queste popolazioni, del loro
insediamento o delle loro migrazioni. In definitiva, del modo in cui si sono adattate
allambiente naturale e sociale.
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Abul Khayr respinse tali richieste, ma sia lui che suo figlio, Shaik Haidar, dovettero
soccombere durante le spedizioni inviate per reprimere i ribelli. Il loro posto venne
preso dal nipote di Abul Khayr, Muhammad Shaybani, che occup nuovi territori a sud
e fond la dinastia Shaybanide. Gli scontri tra kazaki e uzbeki, ormai definitivamente
divisi in due gruppi etnici distinti, determinarono gravissimi danni alleconomia
dellarea, con distruzione di centri di scambio, mandrie e raccolti.
Solo una pace nel 1500 segn una breve interruzione in questa rivalit. Gli uzbeki
poterono concentrarsi sulla conquista di Samarcanda e Bukhara, mentre
lallontanamento del baricentro del potere rivale dal confine consent il rafforzamento
del khanato kazako.
Va notato come i kazaki rappresentassero in questo primissimo momento una
semplice unione politica. Essi differivano dagli uzbeki essenzialmente per ragioni
politiche e per il fatto daver occupato un territorio nettamente distinto e ormai
completamente al di fuori delle possibilit di controllo uzbeke. Ma le affinit
linguistiche, economiche, etniche e culturali erano ancora estremamente forti. Tuttavia,
a partire da questo momento kazaki e uzbeki, pur appartenenti allo stesso sottogruppo
etnico turco, vivranno fianco a fianco, occupando spazi separati e sottoposti ad autorit
distinte. Gli uzbeki si stabiliranno da ultimo nel territorio del Mawarannahr, dove la
dinastia shaybanide potr esplodere e mantenersi la principale entit politica della zona.
I kazaki dovettero lottare per mantenere la propria autonomia, ma non riconobbero mai
lautorit shaybanide, n le versarono mai tributi. Un momento essenziale di tale
processo legato alla figura del khan Qasim54.
A Qasim Khan viene tradizionalmente attribuito il merito di aver creato un khanato
kazako stabile nella prima met del XVI sec. Sar lui infatti a conquistare le steppe del
Dashti-Qipchak, che da sole fornivano pi pascoli di tutte le terre controllate fino a quel
momento. Nel 1513 addirittura si spinse fino a Tashkent, ma fu incapace di portare a
termine limpresa. Linverno era alle porte e la necessit di pascoli obblig le trib che
sostenevano lincursione a spostarsi verso nord. Cionondimeno egli rafforz il controllo
sulle citt di confine lungo il Syr Darya che ritrovarono il tradizionale ruolo di
mediatori tra sedentari e nomadi. Saranno proprio questi centri la chiave di volta della
politica di Qasim Khan, in quanto gli scambi sistematici sollevarono i nomadi kazaki
dalla necessit di periodiche incursioni al sud e li tennero alla larga dal ben pi potente
khanato shaibanide. Infine, la confederazione kazaka aument considerevolmente di
numero, in quanto Qasim accolse altre trib turche: i Kipchak del gruppo Nogai e i
Naiman e gli Argyn del gruppo Chagatai. Per la prima volta fu possibile considerare i
kazaki un popolo: quasi un milione di persone che parlavano lo stesso linguaggio,
conducevano lo stesso tipo di mandrie e condividevano la stessa cultura55.
Alla morte di Qasim nel 1523 lo stato kazako andava dal fiume Ural alla Semirechia
nel sud e allIrtish nel nord. Tuttavia il territorio non era stabilmente definito e i suoi
confini mutevoli. La loro estensione era piuttosto legata alla capacit dei vari khan di
trasformare il proprio carisma in successi militari. Ma nessuno dei successori di Qasim
si rivel abile come il predecessore, mentre i territori controllati erano notevolmente
aumentati nei suoi 25 anni di regno.
Subito dopo la morte del padre anche Malmush, il figlio di Qasim, venne assassinato,
mentre il suo successore Tahir (1523-1533), nipote di Qasim, cerc invano di seguirne
le orme nella conquista di Tashkent. Dopo di lui Buidashe (1533-1538) dovette
condividere il proprio potere con Ahmed, khan del Kazakistan occidentale, e Tugun,
khan della Semirechia. Ma nonostante i molteplici cambi al potere e le instabili
alleanze, leconomia pot rifiorire, mentre venivano accolte nuove trib dal DashtiKipchak. In particolare, la stabilit politica facilit la ricostruzione dei centri urbani
54
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Martha Brill Olcott, The Kazakhs, Hoover Institution Press, Stanford 1995, pp.6-9
Ivi, pp.8-9
delle steppe (Sygnak, Sairam e Yasi) e la ripresa dei commerci nei propri territori. Alla
fine del secolo, queste citt vennero fortificate, mentre gli scambi con la Kashgaria e il
Mawarannahr erano ormai consolidati. Lespansione dei mercati in uscita e in entrata,
beni delleconomia nomadica contro beni ad essa estranei, aument complessivamente
il livello di benessere della societ kazaka, che poteva ora sostenere lallevamento di un
crescente numero di capi di bestiame.
Un nuovo khanato stabile e capace di durare qualche decennio nascer a partire del
1538 con Haq Nazar, figlio di Qasim. Egli riusc ad estendere il confine kazako fino al
nord-est dei territori Nogai, ma, incapace di conquistare il Mughulistan e i territori del
Syr Darya, si sottomise allemiro di Bukhara, la maggiore figura politica dellarea.
Dalla parte di Bukhara nelle lotte contro Tashkent, egli non esit a cambiare pi volte
alleanza pur di realizzare le proprie mire di espansione al sud: dapprima in favore di
Tashkent, in cambio di alcune citt sul Syr Darya e, una volta ottenutele, fu nuovamente
al servizio di Bukhara. Nello stesso anno il khan venne ucciso in battaglia (1580). A lui
segu nominalmente Shigai, nipote di Tahir, seppure in realt fosse il figlio Taulkel a
comandare il khanato e guidare lesercito in battaglia. La sconfitta dellemiro di
Tashkent consent di ricevere da Bukhara come premio nuovi territori lungo il fiume
Zeravshan. Dopo questultimo successo, egli venne eletto khan e guid lattacco
definitivo alle citt del Syr Darya. Alla fine del secolo, i kazaki controllavano le citt di
Turkestan e Samarcanda, fino a tentare di conquistare la capitale dellemirato alleato,
Bukhara. Il nuovo khan Esim (1598-1628) rinnov lalleanza con Bukhara e ottenne il
riconoscimento del potere kazako sulla regione del Syr Darya. Ma la pace fu di breve
durata: la successione nellemirato impose la nuova dinastia Ashtarkhan (1599), ostile
al khanato, che non riconobbe le ultime annessioni56.
Di l a poco il regno mongolo degli zungari ad est pose una minaccia ben pi grave:
attratti innanzitutto dai traffici delle citt del Syr Darya, essi intensificarono incursioni e
migrazioni in tutta la sezione orientale del territorio kazako. Cos facendo colpirono il
khanato in due punti nevralgici, il nord-est per i pascoli e il sud-est per i commerci.
Questo alter gli equilibri politici che erano il presupposto dei commerci e lintera area
venne sconvolta dalle incursioni kazake verso il
Mawarannahr per supplire
allimprovvisa carenza di beni esterni. Dallestremit afgana fino a quella russa
imperversarono allora scontri per ristabilire confini ed aree di influenza.
Dal canto loro, gli zungari incrementarono vistosamente in numero e potenzialit
militari, in parte anche grazie alla conquista dei preziosi pascoli kazaki, divenendo
senzaltro la principale potenza militare dellarea. Questo consent loro di avanzare, a
totale discapito dei kazaki fino alle valli dellIrtysh, del Tobol e del Ishim. Allavvento
degli zungari questi ultimi preferirono stabilire relazioni pacifiche con i nuovi arrivati e
non intromettersi tra le popolazioni dellarea.
Tuttavia, lavvento della dinastia Manchu (1644) implic una convergenza di sforzi di
queste popolazioni, zungari compresi, verso il fronte opposto a quello confinante con i
kazaki. Solo molti decenni dopo essi giurarono fedelt alla nuova dinastia imperiale e
poterono riprendere le campagne militari contro le deboli difese kazake guidate da
Jangir (1681). La conquista della Semirechia implic uninterruzione di tutti i traffici
commerciali, riducendo le possibilit di approvvigionamento dallesterno. Poco tempo
dopo la conquista dei territori settentrionali dellOrda Media determin
laccerchiamento del khan Tauke (1680-1718), accampato attorno a Turkestan. Una
riunione dei capi trib e degli anziani dei clan nel deserto di Kara Kum, uno dei pochi
luoghi ancora sicuri, non riusc tuttavia a individuare una linea comune per la difesa,
cosicch i zungari poterono continuare a razziare sistematicamente senza effettive
resistenze.
56
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Ivi, pp.23-25
Nel mentre i Russi avevano edificato tra il 1716 e il 1718 una linea di forti lungo il
confine con le steppe nella Siberia meridionale. Questa rifletteva le preoccupazioni per
gli stravolgimenti in corso, che con lultima offensiva degli zungari (1723) avevano
dato inizio alla cosiddetta Aqtaban Shubirindi, la Grande Ritirata kazaka. Tra il 1723
e il 1725 essi conquistarono definitivamente i territori kazaki orientali: la Grande Orda
fu costretta a migrare a sud, abbandonando gli ultimi avamposti nelle terre che per
prime divennero kazake. La crescente minaccia sul resto del paese spinse la Piccola e la
Media Orda verso nord-ovest, nei territori controllati dai Russi. Seppure Pietro I il
Grande avesse declinato le richieste daiuto kazake nel 1716, gi nel 1731 la zarina
Anna Ioannovna accett la sottomissione della Piccola Orda. Era ormai chiara ai russi la
necessit di foraggiare i kazaki per contenere la ben pi violenta minaccia zungar sulle
steppe siberiane.
Uno dei tanti discendenti del potente regno mongolo, il khanato kazako se ne riveler
un debole erede. Il controllo di ampi spazi disabitati aveva consentito il mantenimento
del fervore militare nomadico, ma aveva anche abituato a una discreta quiete. Una volta
definito il proprio spazio politico, al di l dei periodici scontri inter-tribali, fu
sufficiente una mobilitazione occasionale di uomini e mezzi per conquiste o incursioni
al sud, verso popolazioni sedentarie che, in caso di divisione politica o debolezza
economica, diventarono facili prede dellespansionismo kazako. Ma il confronto con
ben pi bellicose popolazioni nomadi interruppe improvvisamente la serie di rapporti
pacifici con i vicini dellarea e ripropose con drammaticit il problema del mancato
accentramento politico57.
Il popolo
In generale, merita di essere enfatizzato il ruolo svolto dal linguaggio nel processo di
nation-making per tutte le nazionalit centrasiatiche. La distinzione linguistica da gruppi
pure molto vicini per costumi e discendenza sempre stato un tratto essenziale del
processo di definizione della propria identit58. Il kazako una lingua uralo-altaica,
ramo altaico, gruppo turco, sotto-gruppo del nord-ovest59. Pi specificamente esso
costituisce assieme al karakalpaco e al nogai un ulteriore sotto-gruppo del Kipchak,
detto Kipchak-Nogai60. Il kazako, come lingua a s stante, presenta una formazione
recente che coincide grosso modo al periodo immediatamente successivo alla
formazione del khanato, mentre gli antichi dialetti kazaki (kipchak e kurama) vengono
significativamente assimiliati al sotto-gruppo uzbeko61. Le varianti dialettali locali non
compromettono la comprensione reciproca,62 cos come relativamente facile la mutua
comprensibilit con le altre popolazioni turche dellarea. Il kirghizo e ancor di pi il
karakalpaco sono le lingue pi affini, mentre luzbeko e luighuro se ne differenziano
maggiormente63.
Lorigine delletnonimo kazak stata innanzitutto ricercata nella madrelingua turca.
La spiegazione pi intuitiva che esso si riferisca al verbo qaz, vagare, con
Ivi, pp.25-27
S.Soucek, op.cit, p.29
59
Riccardo Redaelli, in Valeria Fiorani Piacentini (a cura di), op.cit, p.227
60
V.P. Kurylev, in R. Khanam (a cura di), op.cit, p.409
61
L. Krader, op.cit, pp.34-40
62
Alexander Bennigsen & C. Lemercier-Quelquejay, LIslam en Union Sovitique, Payot Parigi
1968, p.32
63
L. Krader, op.cit, pp.39-40. Tutto questo slegato dalla classificazione scientifica dei linguaggi,
che tiene invece conto delle relazioni genetiche tra di essi. Cos per esempio il kirghizo, pur facilmente
comprensibile dai kazaki e viceversa, presenta caratteristiche tali che contribuiscono a renderlo di difficile
classificabilit (S.Soucek, op.cit, p.30).
57
58
15
16
delle popolazioni del Caucaso e venne cos introdotto in Cina70. Al contrario, dalla Cina
venne infine acquisito luso della staffa per la cavalcatura71. Partendo dallEuropa sudorientale tali popolazioni raggiunsero infine larea altaica sul finire del II millennio a.C,
strappando le popolazioni locali alle foreste e alle pi primitive forme di sopravvivenza.
Qu la cultura nomade raggiunse una delle sue pi alte espressioni: lutilizzo di arcieri
montati a cavallo avrebbe fornito successivamente lessenziale strumento militare
dellespansionismo nomade.
Il nomadismo centrasiatico esploder, contemporaneamente alla civilt stanziale delle
valli, come risposta ai drastici cambiamenti climatici e ambientali in corso nel I
millennio a.C. nel Kazakistan centro-orientale. Le popolazioni dellarea dovettero
abbandonare le tradizionali forme di sopravvivenza, una pastorizia stanziale e
unagricoltura primitiva, per saturare i pascoli tra steppe e deserti o occupare le valli
dove, con linvenzione di nuove tecniche di irrigazione, fu possibile la concentrazione
in popolosi centri urbani attorno alle oasi, in cui lattivit principale divenne
unagricoltura estremamente specializzata. Dallunificazione di questi territori sorse
nelle valli la civilt persiana classica, mentre il regno degli Sciti (VIII-IV secc. a.C.), un
popolo nomade di lingua iraniana (pur con elementi mongoli al proprio interno), sar in
grado di assoggettare il vasto territorio che andava dagli Altai al Ponto. Sotto di essi, le
tecniche militari e le gerarchie sociali dellelite militare dominante, un miscuglio di
elementi mongoli e proto-iranici, divennero patrimonio comune e diffuso di tutte le
popolazioni e territori conquistati72. Dal momento della caduta del regno scita nel III
sec. a.C, i deserti e le steppe saranno controllati in modo sempre pi esclusivo da
dominatori nomadi provenienti dagli Altai che si avvicenderanno gli uni agli altri in
maniera piuttosto disarticolata. Tuttavia essi non altereranno i tratti essenziali di una
cultura materiale ormai condivisa e definita, seppure non definitiva e ancora capace
di coniugarsi in maniera differente a seconda delle circostanze specifiche73. E cos
esse si mantennero praticamente intatte fino ai tempi di formazione del khanato kazako,
indipendentemente dal fatto che i suoi territori fossero stati conquistati, in tutto o in
parte, per poco tempo o per secoli, da regni piccoli o grandi, altaici o iranici, nomadici o
sedentari.
Gli elementi-variabili necessari allanalisi-comprensione del nomadismo sono:
disponibilit dacqua; dislocazione dei pascoli; selezione degli animali; sviluppo di
specifiche tecnologie; percorsi migratori. Dei primi due elementi con specifico
riferimento al territorio kazako si gi parlato. Si tratta ora di vedere come luomo
abbia sviluppato quelle competenze e quegli strumenti necessari allinsediamento e alla
sopravvivenza, date le scarse e mal distribuite risorse naturali.
Gli animali che accompagnavano i kazaki nella vita di tutti i giorni erano il centro
materiale e simbolico della loro esistenza. Essi erano per lo pi animali da sempre
presenti allo stato brado in questi territori, ma allepoca in cui letna kazaka emerse, si
trattava ormai di bestie che avevano subito un secolare processo di selezione che aveva
permesso la sopravvivenza artificiosa solamente dei capi pi forti. Essi erano di due
tipi: le mandrie, che rappresentavano loggetto vero e proprio dellattivit economica, e
quelli necessari al controllo di queste, vale a dire strumentali allo svolgimento delle
attivit di transumanza. Le prime potevano essere pecore (qoy), capre (yeshki) o bovini.
A.Brown, J.Fennell, M.Kaser & H.T. Willets (a cura di), The Cambridge Encyclopedia of
Russia and the Soviet Union, Cambridge University Press, Cambridge, London, New York et al.1982,
p.78
71
J.J. Saunders, op.cit, p.11
72
David Christian, A History of Russia, Central Asia and Mongolia, Vol.1: Inner Eurasia from
prehistory to the Mongol empire, Blackwell Publishers, Oxford 1998, p.125
73
J.J. Saunders, op.cit, p.12
70
17
18
temperature estive. Inoltre, alloccorrenza veniva acceso al suo centro un fuoco il cui
fumo fuoriusciva attraverso una fessura richiudibile alla sommit. Presentava
dimensioni e colori variabili sulla base dellimportanza e numero degli inquilini, ma
normalmente era coperta di pelli scure non decorate e aveva un diametro di circa sei
metri83. Come per tutte le abitazioni mobili di popolazioni nomadi poteva essere
facilmente smantellata e rimontata in brevissimo tempo in una nuova localit84.
Nella scelta dei percorsi migratori si doveva innanzitutto tener conto delle
caratteristiche specifiche di ciascun animale. I cavalli mangiavano solo la parte
superiore dellerba, i bovini andavano pi a fondo, mentre le greggi erano capaci di
mangiarle fino al suolo. Conseguentemente ciascuno di essi richiedeva differenti
quantit di spazio. A differenza di tutte le altre specie, i cammelli erano invece in grado
di mangiare i cespugli che crescevano nel deserto. Infine essi differivano per velocit,
resistenza alla fatica e alla carenza dacqua o cibo. Per esempio, in presenza di uno dei
pi temuti fenomeni delle steppe, la ghiacciata del suolo (dzud) in inverno, ciascuno di
essi reagiva differentemente o disponeva di differenti risorse. Il cavallo raschiava via
istintivamente la neve, mentre le greggi non ne erano capaci e dovevano aspettare che i
cavalli venissero lasciati agire. Ma in caso di dzud prolungato lo strato di ghiaccio sul
terreno sarebbe stato troppo spesso persino per gli zoccoli dei cavalli e da un quarto alla
met delle greggi potevano venir persi. Analogamente, unimprovvisa siccit estiva
lungo il percorso migratorio poteva ucciderne gran parte85. In particolare, sia i pozzi
temporanei scavati lungo il percorso migratorio, che i pozzi permanenti negli
accampamenti potevano prosciugarsi. La drammaticit della situazione era amplificata
dalla salinit della maggior parte delle superfici dacqua86.
Le migrazioni non erano poi certamente definite in maniera casuale: pur normalmente
prefissate, potevano variare di anno in anno in base alle informazioni ricevute, alle
precipitazioni osservate, alla conoscenza o accessibilit di falde sotterranee o
allavvento di nuovi rivali e pi in generale allesperienza di chi le conduceva87.
Esisteva sempre la possibilit di rivedere i percorsi pi tradizionali e la disponibilit di
ampi spazi era causa e conseguenza di questa necessit. I cicli migratori potevano
quindi variare per distanze percorse e numero di localit da raggiungere. Cos, per
esempio, in Semirechia la Grande Orda migrava per poche miglia e poche settimane da
sud verso nord in estate e in direzione opposta in inverno. Di contro, nel centro del
Kazakistan, in piene steppe, le migrazioni potevano consistere di alcune centinaia di
miglia, durare parecchie settimane e toccare una localit differente per ciascuna
stagione88. Durante le migrazioni trib e aul si mantenevano in contatto tramite una rete
di corrieri a cavallo noto come uyun uzak (orecchio lungo), che consentiva di non
invadere gli spazi altrui e comunicare in tempo quasi reale minacce, sia naturali che
militari.
I poli di queste migrazioni erano degli accampamenti dove i kazaki potevano sostare
per un certo periodo e prepararsi alla migrazione successiva. Il campo invernale (kstau)
era generalmente posto al riparo dalle precipitazioni, mentre era vicino ad abbondanti
fonti dacqua e a pascoli facilmente raggiungibili. Se le condizioni metereologiche si
facevano eccessivamente critiche, gli animali potevano essere alternativamente nutriti
attraverso dellerba raccolta lungo il cammino o ottenuta tramite baratto. Accanto alle
yurte potevano essere edificate anche delle shoshalas, abitazioni a tumulo composte
di fango, pietra e bastoni. La sosta invernale consentiva infine la riparazione o la
83
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87
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19
costruzione dei carri e degli utensili necessari per le migrazioni dellanno a venire. Una
volta scioltasi la neve era possibile intraprendere la migrazione primaverile in senso
opposto. Raggiunti i pascoli prescelti, poteva essere edificato laccampamento estivo
(jailu). Tuttavia in piena estate lerba era piuttosto rada e questo poteva ritardare il
raggiungimento della meta perch si dovevano inseguire i pascoli lungo il cammino o
obbligare a spostare ripetutamente laccampamento una volta che questi erano stati
raggiunti. Una volta esaurite le scorte dacqua e i pascoli alla fine del periodo estivo
veniva intrapresa la migrazione autunnale89.
Come per tutte le altre popolazioni nomadi quindi anche la vita dei kazaki era molto
povera, fortemente vincolata dallambiente ostile e dal tempo instabile e non
prevedibile. Linsediamento stesso di comunit umane in queste aree non affatto da
considerarsi scontato. Limprevedibilit dellambiente ha in qualche modo perfino reso
proporzionalmente e analogamente variegata la vita delle comunit. La trib poteva
muoversi di anno in anno in luoghi relativamente nuovi, cos come gli assetti politici e
gli equilibri tra di esse potevano riflettere, simbolicamente o concretamente,
linaffidabilit del territorio circostante. Certamente lindividuo, sia uomo che donna,
lanziano come ladolescente, disponeva di discreti spazi di autonomia e iniziativa a
seconda dellevolversi del quadro sociale locale e senzaltro al di fuori di gerarchie
troppo rigide e stabili. Personalit e identit, nellindividuo come nel gruppo, erano
probabilmente il principale elemento della sensibilit nomadica. Gli spiriti dovevano
diventare o rimanere incontenibili per colmare gli ampi spazi della natura e quelli
angusti della sopravvivenza90.
Ben presto la necessit di movimenti frequenti venne assimilata dalla psicologia
collettiva dei gruppi nomadi, diventando il tratto caratterizzante la loro
autocoscienza91. Il cavallo divenne il simbolo per eccellenza dei costumi nomadi. Esso
era uno strumento tecnologico indispensabile per un rapido movimento nelle ampie
distese delle steppe, sia per il controllo delle mandrie che per le lotte inter-tribali
(barynta). Ma lincredibile resistenza alla fatica dei robusti cavalli celesti delle steppe
centrasiatiche era nota ben al di l di esse, in particolare nelle citt dei sedentari dove il
rombo dei loro zoccoli anticipava razzie e saccheggi. La vita sociale era imperniata sul
cavallo: i kazaki spesso rifiutavano di percorrere anche brevi tragitti a piedi e almeno un
cavallo aspettava sempre sellato al di fuori della tenda. Perfino durante il tempo libero
(tamasha) si raggiungevano a cavallo accampamenti vicini per scambiare notizie,
accogliere qualche persona importante o prendere parte a una cerimonia. Molti dei riti
sociali (toi) erano legate in un modo o nellaltro al cavallo. I bambini imparavano a
cavalcare e condurre le mandrie fin da quando avevano pochi anni det e i pi precoci
potevano cavalcare gi a due anni attraverso speciali selle. Quando un uomo moriva, il
suo cavallo veniva ucciso e seppellito con lui; tra le famiglie pi ricche vigeva anche il
costume di sacrificarli sulle tombe dei defunti, in quanto si riteneva che una cos
preziosa rinuncia non poteva non essere gradita agli dei92.
Trasformandosi da un bisogno ad unattitudine, la propensione al movimento
divenne anche la virt che distinse i nomadi dallaltra principale civilt dellarea, quella
sedentaria. Come gli altri nomadi della storia, anche i kazaki nutrivano nei loro
confronti un autentico disprezzo, in quanto legati alla terra e per questo schiavi93. Le
differenze tra gli uni e gli altri sono evidenti anche nellanalisi delle istituzioni sociali
kazake. Al contrario dei servi della gleba, la terra in s non aveva per loro alcun
valore intrinseco, ma era semplicemente strumentale allaccumulo di bestiame, la cui
89
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delle quali comprende sia pascoli invernali, che estivi. Queste sono definite sia dal
clima che dallaltitudine, oltre che dalla disponibilit dacqua102.
La distribuzione delle Orde kazake allalba della penetrazione russa (XIX sec.);
da G.J. Demko, op.cit, p.24
23
Questa tesi stata proposta da Asfendiarov, cos come riportato da G.J. Demko, op.cit, p.25
M.B. Olcott, op.cit, p.11
24
Ivi, p.13
A. Bennigsen & C. Lemercier-Quelquejay, op.cit, pp.30-31
G.J. Demko, op.cit, p.26
S.Soucek, op.cit, pp.126-127
detto aksakal (barba bianca), che doveva badare alla sicurezza delle famiglie e del
bestiame.
Gli anziani di una stessa famiglia eleggevano un bii con il compito di mediare con le
altre famiglie, risolvere le dispute interne, stabilire le traiettorie da seguire durante le
migrazioni e suddividere i pascoli tra i membri della stessa famiglia. Per quanto il titolo
di bii fosse per consuetudine tramandato di padre in figlio, cos da costituire una sorta di
nobilt minore, esso poteva essere diversamente assegnato dagli anziani.
I bii a loro volta eleggevano un sultano, una sorta di alto nobile e khan minore con il
compito di controllare un determinato territorio e gestire le relazioni tra i singoli clan.
Prerequisito essenziale per questa elezione era lappartenenza alla nobilt, detta ak suiuk
(osso bianco). In un primissimo momento lo status di nobile era definito essenzialmente
dalla discendenza diretta o fittizia dalla famiglia di Genghis Khan. Successivamente
vennero inclusi anche gli hojas, i pii fedeli che avevano compiuto il pellegrinaggio
rituale a La Mecca, e i discendenti del califfo. Quando un singolo sultano poteva
contare su un prestigio e su un seguito abbastanza consistente era in grado di governare
in maniera praticamente autonoma il proprio territorio, pur formalmente inscritto nei pi
ampi possedimenti dellOrda e sottoposto allautorit del khan legittimo.
Se la distinzione rispetto al resto della popolazione (kara suiuk, osso nero) era definita
dal numero di capi di bestiame posseduti, le condizioni e pratiche di vita dei nobili
erano sostanzialmente identiche. Meccanismi di ascesa sociale erano pacifici e accettati
in caso di merito di singoli individui anche non appartenenti a famiglie nobili. In
particolare i batir, singoli uomini che si erano particolarmente distinti in battaglia fino a
guadagnarsi la fama di eroi viventi nel proprio gruppo, venivano spesso incorporati
nel seguito di un sultano o dello stesso khan, per poi venire spesso scelti essi stessi
come khan.
Per quanto riguarda il vertice della gerarchia dellOrda, il khan, egli era eletto da una
riunione dei sultani, dei bii e degli anziani dei singoli clan. Questi incontri si
mantenevano su base annuale anche dopo lelezione di un nuovo khan, in quanto oltre
che essere loccasione per avanzare proposte e suggerimenti, essi erano un momento
cruciale della vita comunitaria, poich in esse venivano allocate le aree per la
migrazione estiva di ciascun clan e aul. La disponibilit di terre dipendeva da vicino
sulla condizione militare dellOrda in quel dato momento e su quali territori fossero di
conseguenza effettivamente sotto controllo.
La scelta del khan era strettamente legata alle qualit personali dellindividuo108, cio
al suo carisma, alle sue competenze, allampiezza e alla fedelt del suo seguto e non
solamente al suo benessere o come risultato di un compromesso tra clan e trib109. Suo
dovere specifico era condurre in prima persona lesercito, sia per una battaglia che nel
corso delle periodiche razze, e gestire la difesa da attacchi esterni. Ma nonostante egli
fosse essenzialmente un leader militare non poteva disporre di un esercito stabilmente al
proprio servizio o che potesse essere rapidamente mobilitato. Il vero potere militare
risiedeva nelle mani degli anziani che potevano invece contare sulla puntuale
disponibilit di almeno un guerriero valido per ogni famiglia. La convocazione di un
esercito per ampie campagne militari richiedeva quindi sempre delle contrattazioni e
non si basava su una coscrizione ineludibile. Analogamente non esistevano dei
meccanismi di tassazione consolidati, ma il khan poteva eccezionalmente richiedere la
raccolta di bestiame e cibo nel caso fosse in corso uno sforzo militare. Se tuttavia
ciascuna famiglia poteva volontariamente donare dei capi di bestiame, non esistevano
dei meccanismi sanzionatori in caso opposto. Al contrario, erano ancora una volta gli
anziani e i capi clan a disporre di un indiscusso diritto di tassazione sugli altri membri
108
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25
del clan, seppure il numero di capi di bestiame che potevano essere presi da ogni
famiglia non veniva stabilito a piacimento, ma sulla base delle tradizioni claniche.
Una volta eletto, il khan regnava normalmente per tutta la vita ed era convenzione
diffusa che fosse succeduto prima dal proprio fratello e infine dal proprio figlio.
Tuttavia, la scelta sulla base dellautorevolezza, anzich sullautorit dellindividuo, la
stessa collegialit del processo elettivo, oltre che la variabilit delle condizioni
economiche di un gruppo o individuo dovutamente a siccit o gelate non escludevano
che nuovi individui o diverse famiglie potessero avanzare pretese al comando.
Dati questi elementi si pu dire a ragione che la principale caratteristica politica
della societ kazaka tradizionale fosse lassenza di unautorit centrale vera e propria. Il
potere del khan era limitato, talvolta persino allinterno della stessa Orda110. Lascesa di
singoli khan capaci di estendere la propria autorit sulle altre Orde era un fenomeno
piuttosto raro e connesso a specifiche circostanze, come la limitatezza territoriale nei
primissimi tempi del khanato o la presenza di specifiche minacce esterne111.
La legge consuetudinaria kazaka (adat), mai codificata se non in epoca russa, non
differiva quindi nella sua sostanza dalle usanze di quel mondo da cui si era separata
nel XVI sec. E diffatti appare chiara la discendenza di questo sistema di regole da un
sub-strato di leggi convenzionali di derivazione turca attraverso la mediazione del
sistema di leggi codificato vigente sotto i Mongoli, detto yasa112. Si potrebbe perfino
azzardare, allora, che il sistema socio-politico kazako rifletta quasi teleologicamente il
processo di formazione della stessa societ tradizionale kazaka: un radicato sub-strato
linguistico e tecnologico di origine turca, filtrato dallelemento sia etnico, che
giuridico mongolo113.
Da trib subordinata allinterno della confederazione tribale altaica dei juan-juan, i
Trk si imposero improvvisamente nel 551 d.C. sostituendosi alla trib dominante. Ma
ben presto il dominio appena conquistato venne diviso in due sottoparti, solo
formalmente coese: il regno dei Turchi Orientali, che comprendeva i luoghi dorigine
altaici, e il principato dei Turchi Occidentali, che occupava i territori di pi recente
conquista sotto i juan-juan, cio il Tian Shan e la Semirechia. I primi poterono
inizialmente godere di pacifiche relazioni con la dinastia cinese Tang, che era stata una
preziosa alleata durante linsurrezione contro i juan-juan. I secondi dovettero presto
confrontarsi con un regno che, come gli juan-juan, era nato dalla sfaldatura del regno
Hsiung-nu: gli Eftaliti. La vittoria fu resa possibile dal secondo grande regno sedentario
che si trovava ai confini dei regni turchi, la Persia Sassanide. Unalleanza turco-persiana
M.B. Olcott, op.cit, p.15
G.J. Demko, op.cit, p.25
112
M.B. Olcott, op.cit, p.18
113
Sia turchi che mongoli facevano parte del mondo nomadico altaico e data limportanza di lungo
termine del primo e lincisivit del secondo, sono stati spesso visti in linea di continuit e perfino come
precursori del futuro Impero Ottomano di base etnica turca. Ma il concetto di eredit o discendenza
estremamente complesso e sfaccettato per popolazioni cos distanti nel tempo e richiama al contributo
anche di popolazioni o formazioni politiche minori. E cos estremamente difficile distinguere ci che
appartiene alleredit turca da quella mongolica, fatti salvi per quegli elementi chiaramente discernibili
dalle pochissime fonti o coeve o dirette, come la Storia Segreta. Appare allora talvolta preferibile riferirsi
ad una complessiva cultura altaica (specie per la cultura materiale) anche quando si analizzano periodi
successivi, come quello del passaggio dai regni post-mongolici alla formazione delle moderne etnie
centrasiatiche (uzbeki e kazaki) ed evitare meccanicismi eccessivi, come quello di indicare i kazaki come
gli eredi dellOrda dOro. Certamente essi emersero come la principale etnia dellarea scaturita dalla
fusione di elementi etnici chinghisidi e che mantenne i tratti economici nomadici, o appunto altaici, di
quella cultura. Non furono tuttavia i soli, come i vicini bashkir, n lo rimarranno dopo le migrazioni
kalmyk. Di contro, non furono le sole popolazioni emerse dalla pangea dellOrda batuide, come palesa il
caso dei tatari, convertitisi tuttavia alla sedentariet consentita dal Volga. Infine, pur con le dovute
correzioni, perfino i russi possono esserne latu sensu considerati eredi legittimi (spunti da Ira M.
Lapidus, Storia delle Societ Islamiche, Vol. II, Einaudi Torino 2000, pp.188-194).
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26
garant infatti ai primi il controllo formale dei piccoli principati che frammentavano la
Sogdiana, importante regione commerciale, e restitu ai secondi il Khorasan,
storicamente parte del regno persiano114.
A questo punto ciascun regno turco si trov a confinare con un importante regno
sedentario: la Cina Tang a oriente e la Persia Sassanide a occidente. La principale
differenza stette nel fatto che la Persia azzard rare incursioni militari in Transoxania
senza mai sfidare i Turchi Occidentali nel proprio territorio, mentre la Cina riorent la
propria linea politica nei confronti dei Turchi Orientali verso un pi tradizionale
tentativo di assorbimento politico e culturale. Questo obbiettivo venne coronato con la
formale sottoposizione allimperatore nel 627. Non solo: lo sviluppo cinese di quegli
anni consent unambiziosa espansione militare fino al Sinkiang, alle porte del regno
turco occidentale.
Tuttavia, la seconda fase del processo di espansione turca scatur proprio dai territori
del regno turco orientale, i primi a essere stati sottomessi. Nel 680 essi riottennero
lindipendenza e restaurarono il proprio regno, comprensivo della porzione occidentale.
Riassestatisi negli antichi territori, essi iniziarono una serie di campagne militari che
toccarono tutti i territori centrasiatici fino al Tokharistan afgano, preludio della futura
conquista militare e culturale. Qualche decennio pi tardi, cio alla met dellVIII sec,
negli stessi anni in cui gli Abbassidi spodestavano gli Omayyadi nel mondo islamico e
poco prima del tracollo della dinastia Tang in Cina, la trib turca degli Uyghur (744840) ebbe la meglio sui Kk Trk doriente, cos come quella dei Trgesh su quelli
occidentali115. In questa maniera si venne a riproporre una divisione tra est ed ovest del
tutto simile a quella delle origini.
Ma dopo che gli Arabi strapparono lestremit orientale del khanato, i turgesh vennero
attaccati dal regno Uighur e definitivamente sconfitti dai Karluk (766), nuove
popolazioni turche provenienti dagli Altai orientali. Il regno Karluk si estendeva in
origine dalla Kashgaria fino al Syr Darya; successive conquiste militari assicurarono il
controllo delle aree attorno ai laghi Issik-Kul e Balkash, oltre che comprendere i corsi
dei fiumi Ili, Chu e Talas. La maggior parte dei territori del Kazakistan vennero quindi
conquistati da questo regno, ad eccezione della porzione occidentale (Kipchak) dove
114
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27
altre trib turche, note come Oghuz, mantennero lindipendenza fondendosi con le
popolazioni locali116.
Nel 940 essi persero unimportante lotta dinastica con la famiglia dei Karakhanidi che
si sostitu loro. Per tutto il loro regno essi dovettero sostenere analoghi scontri
allinterno della confederazione per la supremazia e allesterno con i turchi selgiuchidi
per la sopravvivenza. Nonostante i continui scontri con lesterno e allinterno, i
Karakhanidi non interromperanno il periodo di sviluppo iniziato con i Kalmuk: la
popolazione continu a crescere e venne raccolta in nuovi centri urbani, mentre vennero
ampliati quelli fondati dai predecessori nelle steppe; nel mentre leconomia steppica
esplodeva grazie allintegrazione con i grandi centri agricoli e commerciali delle valli.
Ma indeboliti dalla definitiva conquista selgiuchide della Transoxiana, i Karakhanidi
vennero abbattuti dai Karakitai, detti anche Khitan Occidentali (1130)117.
I nuovi arrivati furono costretti alla fuga dal nord della Cina dai Tungus Jrchen.
Seppure questi ultimi saranno destinati alla sinizzazione dalla conquista del nord cinese,
anche i Khitan, pur senza conquistare mai territori cinesi, subirono influssi da questa
cultura e se ne fecero tramiti una volta giunti in Asia Centrale, dove essi poterono
sviluppare la propria sintesi sinico-altaica nellarte di governo a discapito delle
precedenti dinastie turche persianizzate. Il nuovo regno trov il proprio nucleo nella
fiorente Semirechia di quei secoli ed ebbe circa ottantanni di tempo per invassallare
precedenti dinastie locali (principalmente Karakhanidi, Uyghur e Karluk) e sottoporre a
tributo alcuni regni circostanti (tra cui Khwarazm a sud-ovest). Ma la parzialit del
processo di sinizzazione a vantaggio dellelemento altaico emerse puntualmente nelle
continue lotte per la spartizione del potere nella famiglia regnante e negli ininterrotti
scontri con poteri rivali allesterno. E ancora una volta sar la concorrenza di pi
avvenimenti a segnare la fine di un regno nomade. La ribellione di Khwarazm port
dapprima alla sconfitta dei Karakhanidi fedeli ai Karakitai e infine di questi stessi. Ma
una volta che Khwarazm avr volto le proprie attenzioni verso la Baghdad abbasside,
saranno nuovi dominatori altaici a dominare steppe e valli kazake.
Le vicende dei nuovi dominatori Naiman furono segnate dal confronto con un ben pi
imponente avversario: lormai unificata Mongolia chenghiskhanide, da cui loro stessi
provenivano come fuoriusciti e rivali di Temujin. Occupati dapprima i territori del
Sinkiang nord-occidentale, minacciarono successivamente le citt Karluk in Asia
Centrale, ormai liberatesi del giogo Karakhitai. Ma proprio la richiesta daiuto a
Genghis Khan da parte di questi ultimi segn il destino del transitorio regno Naiman. La
conquista della Semirechia nel 1218 preparava infatti alla ben pi significativa
invasione mongola di tutta lAsia Centrale118.
I mongoli erano un sotto-gruppo altaico antico almeno quanto gli stessi turchi. Essi
daranno per la prima volta unit e stabilit politica a buona parte del continente
eurasiatico, sulla sca del fortissimo carisma del suo fondatore Genghis Khan. Alla sua
morte molte campagne erano rimaste incomplete e lobbligo di conquistare questi
territori ricadr sui suoi successori. Il regno verr diviso tra i suoi discendenti in quattro
porzioni principali: la Mongolia nativa al figlio pi giovane Tluy; la Siberia centrale e
il Sinkiang dellest a godei, il nuovo khan prescelto dallo stesso Chinghis prima di
morire; infine lAsia Centrale al pi anziano Chaghathai, mentre i territori del figlio pi
anziano Juchi, morto prima di Genghis Khan, vennero divisi tra Orda (Siberia
occidentale), Shiban (Urali) e Batu, cui erano stati promessi i territori pi a ovest,
ancora da conquistare119. Anche la terza generazione chinghiside si riveler altrettanto
capace nellarte militare. Batu conquister puntualmente i territori dei Rus. Hleg
116
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119
28
Ivi, pp.93-95
M.B.Olcott, in G.E. Curtis, op.cit, pp.10-11
S.Soucek, op.cit, pp.99-101
Ivi, pp.108-109
conquister lIran (1256) e poi lIraq abbasside (1258), fino al suo cuore Baghdad.
Mngke, il terzo khan, si dedicher come lo zio godey alla conquista della Cina,
seppure il merito della sconfitta dei Sung ricadr sul suo fratello e successore Qubilay
alcuni decenni pi tardi (1279)120.
Gli effetti della conquista mongola sono ambivalenti e ampiamente dibattuti. Da un
lato, essi misero a ferro e fuoco le aree conquistate, per poi rivelarsi dominatori
tolleranti (o indifferenti) nel campo delle idee e capaci di garantire pace e benessere alle
popolazioni sottomesse121. Quindi furono la quintessenza stessa della cultura nomadica,
lincarnazione storica del massimo potenziale che una confederazione nomade altaica,
per quanto limitata numericamente, poteva dispiegare122. Ma proprio per questo furono
un caso totalmente atipico, difforme dalla maggior parte dei regni altaici del passato
che aveva tentato unimpresa analoga, non solo per il livello di coesione politica
raggiunto, ma anche per lincredibile capacit organizzativa123.
Con riferimento al futuro territorio kazako, la conquista in s e per s si rivel
disastrosa, in quanto port alla distruzione delle citt del Syr Darya e al
depauperamento dei pascoli della Semirechia, dove le truppe mongole si insediarono
stabilmente, utilizzandola come rampa di lancio per le future conquiste verso
occidente, durante le prime campagne di conquista fuori dalla Mongolia. La divisione
del regno port il Kazakistan a essere suddiviso tra lOrda dOro, che controllava tutti i
territori semidesertici e steppici, e lulus di Chagatai. Ma lemergere dellOrda Bianca
strapp il Syr Darya a Chagatai e divise il paese lungo la linea delle steppe nei continui
scontri per lindipendenza con lOrda dOro. Infine, lulteriore frammentazione dei
territori Chagatai permise lascesa di Timur, da cui, pi o meno direttamente,
scaturirono gli eventi che portarono alla nascita del khanato124.Quindi, pi in generale, il
crollo dei khanati chingisidi determin ampissime conseguenze, prima fra tutte
unulteriore frammentazione geopolitica dellarea e pi in generale con il regno
mongolo spar il fattore nomadico che per pi di un millennio aveva ininterrottamente
condizionato la vita dei continenti europeo e asiatico125.
Ma limportanza della conquista mongola deve essere da parte nostra valutata nei suoi
effetti di lungo periodo nel campo della cultura politica. Essa port per certi versi al
perfezionamento della cultura tradizionale nomade, dallaltro allacquisizione di nuovi
elementi dalle civilt, spesso sedentarie, conquistate. Va riconosciuto infatti che i
mongoli si rivelarono altrettanto voraci nellapprendimento dellarte del governo, delle
finezze della burocrazia e dei segreti della diplomazia. Quintessenza di questo processo
la yasa, un sistema di leggi codificato voluto dallo stesso Genghis Khan. Anche se
nessuna copia integrale del codice mongolo giunta fino a noi, possibile ricostruirne
con sufficiente certezza i contenuti, grazie alla testimonianza di alcuni storici
contemporanei e alle molte versioni parziali redatte in altre lingue. Infine, essa ebbe una
D. Christian, op.cit, pp.385-395
J.J.Saunders, op.cit,pp.63-71
122
S.Soucek, op.cit, p.103
123
D. Christian, op.cit, pp.395-405
124
M.B. Olcott, op.cit, pp.6-7
125
Il millennio nomade cominci con le migrazioni verso ovest delle popolazioni altaiche (in
direzione esattamente speculare a quella andronovica) che contribuiranno al crollo dellImpero Romano
dOccidente. Ma secondo alcuni, questo periodo di tempo toccherebbe i duemila anni e sarebbe da
ricondurre almeno agli Sciti, che per primi sfrutteranno sistematicamente le innovazioni sociali e
tecnologiche sviluppatesi in quei secoli, dando una forma politica compiuta alla cultura nomade (D.
Christian, op.cit, pp.123-128). Una volta unificato il settore settentrionale dellAsia Centrale, avrebbero
infatti anchessi condizionato la vita di entrambi i continenti, asiatico ed europeo, consentendo fluidit,
seppure non sistematicit, ai commerci tra di essi (Christian David, Silk roads or steppe roads? The silk
roads in World History, in David Christian & Craig Benjamin, Realms of the Silk Roads: Ancient and
Moderns, Brepols Publishers, Turnhout 2000, p.77-78).
120
121
29
tale diffusione (fino al rivale Egitto dei Mamelucchi) che le sue caratteristiche essenziali
possono essere ricavate per comparazione da molti sistemi socio-politici posteriori126.
Il primo elemento integralmente mantenuto dagli eredi del regno mongolo sar lidea
di sovranit. Essa non ricadeva sul singolo individuo, ma piuttosto sullintera famiglia
del khan, parimenti titolare del controllo su un certo territorio. La prima implicazione di
questo fatto si rifletteva sul meccanismo ereditario, per cui non era necessariamente il
primogenito maschio a ereditare il titolo khanico. Al contrario, lultimogenito riceveva
convenzionalmente in dono i territori patrimoniali, cio i luoghi dorigine della propria
famiglia, che assumevano un alto valore simbolico, specialmente durante le cerimonie
di investitura. Ma il potere effettivo veniva riposto alla morte del khan nelle mani del
figlio che unassemblea di notabili (kuriltai), anziani e nobili, riteneva essere pi vicino
alle doti politiche e militari del padre127.
Al di l della straordinariet del semplice fatto che leggi e costumi di una popolazione
nomade abbiano trovato sistematica stesura, la conseguente fissit dei suoi contenuti ne
hanno forse incrementato la durevolezza allinterno del patrimonio culturale lasciato in
eredit ai futuri sistemi legali di molti regni dellarea, come il khanato uzbeko da cui i
kazaki li appresero a loro volta128. La legge mongola rappresenter infatti una strana
sintesi di elementi innovativi e tradizionali, di illuminismo politico e superstizione. Ma
soprattutto un punto di svolta centrale nellevoluzione della struttura sociale nomadica,
che non avrebbe pi conosciuto da quel momento cambiamenti altrettanto
significativi129.
Una delle principali innovazioni apportate dal sistema socio-politico mongolo
laffiancamento del rapporto di fedelt amicale (nker) al pi tradizionale
famigliare (anda). Questa innovazione trova fondamento nella stessa esperienza
umana di Genghis Khan, cos come tramandata dalla storia segreta: figlio di un nobile
mongolo ucciso dai suoi stessi parenti, egli stesso dovette ben presto uccidere per
garantire la sopravvivenza alla propria famiglia abbandonata nella miseria dal resto del
clan130. Vero o non vero, questo affresco della vita del futuro khan dei khan
rivelerebbe se non altro la consapevolezza di chi lo succedette circa limportanza di
questa strategia per il futuro del regno. Una volta unificate le trib mongole e iniziate le
campagne di conquista allesterno dei loro territori, questo rapporto diede origine a un
vero e proprio patto di fedelt tra il khan e i suoi sottomessi, che prevedeva la
concessione di pascoli (che non erano terreni e potevano variare di anno in anno), in
cambio di mobilitazione militare. Questo scambio di doni versus fedelt e la piramidale
gerarchia sociale che ne deriva, hanno suggerito agli storici un intuitivo avvicinamento
al coevo sistema feudale europeo. Lesperienza politica mongola appare come la pi
vicina ad un sistema pre-statale simil-occidentale, in cui lapparato politico ha
comunque raggiunto un elevato livello di accentramento131, pur rimanendo legato ad
una logica di spartizione di tipo famigliare. La suddivisione stessa dellimpero alla
morte di Genghis Khan tra i suoi figli rifletterebbe una consolidata consuetudine vigente
tra le popolazioni nomadi altaiche. In questo modo si sarebbe venuta a formare una vera
e propria nobilt di sangue, la sub-feudalizzazione dei cui territori avrebbe contribuito
ad una deriva centrifuga di potere comunque analoga a quella del tardo medioevo
europeo132.
J.J. Saunders, op.cit, p.69
Ivi, op.cit, p.73
128
Gavin Hambly, Die Goldene Horde, in Gavin Hambly (a cura di), Zentralasien, Fischer
Bcherei, Frankfrt am Main 1966, p.133
129
J.J. Saunders, op.cit, p.69
130
D. Christian, op.cit, pp.387-394
131
G. Hambly, op.cit, pp.100-101
132
S.Soucek, pp.126-127
126
127
30
Paul Georg Gei, Clans und Clanstrukturen, in M.C. Von Gumppenberg & U. Steinbach (a cura
di), Zentralasien, Geschichte-Politik-Wirtschaft, Ein Lexicon, C.H.Beck, Munich 2004, p.50
134
Tentativo di adattamento al caso kazako delle argomentazioni presenti in Akbar S.Ahmed &
David M.Hart, Islam in tribal societies, from the Atlas to the Indus, Routledge & Kegan, London 1985,
p.1-17
135
S.Soucek, op.cit, pp.44-45
136
M.B.Olcott, op.cit, p.14
137
Incidentalmente questo riflette un approccio scientifico, quello sviluppista, di successo nelle
scienze sociali degli anni Settanta, secondo il quale ogni societ si svilupperebbe necessariamente
133
31
ad una quasi romantica e poco oggettiva enfatizzazione della distribuzione del potere
tra le varie unit della societ kazaka, dimenticando i problemi che questa ha talvolta
creato (da ultimo con i russi) nellarco della storia di questo popolo.
32
Ivi, pp.83-85
I.M. Lapidus, op.cit, p.185
145
M.B. Olcott, op.cit, p.6
146
S.Soucek, op.cit, pp.85-92
147
I.M. Lapidus, ibidem
148
S.Soucek, ibidem
149
Ivi, pp.141-143
150
M.B. Olcott, op.cit, pp.6-7
151
I.M. Lapidus, ibidem
152
Ajay Patnaik, Nations, minorities and states in Central Asia, Maulana Abul Kalam Institute of
Asian Studies, Anamika Publishers, Kolkata 2003, pp.16-17
143
144
33
34
per la sussistenza degli individui e delle famiglie. Infine, il digiuno non era praticato (4)
e pochissimi kazaki compivano il pellegrinaggio alla Mecca (5)158.
Il caso kazako allalba della conquista russa era quindi uno specifico esempio di
sincretismo tra religione tradizionale e Islam, dato che accanto a talvolta poco incisive
pratiche islamiche, certamente sopravvissero molteplici elementi di sciamanesimo,
animismo e culto degli antenati, tipicamente nomadici159, oltre che sporadiche
suggestioni provenienti dallarea culturale iraniana. Questa suggestiva frammistione di
elementi testimonia delle variegate influenze subite dallarea centrasiatica nel suo
complesso160.
Una posizione specifica avevano i corpi celesti, onnipresenti nei culti nomadici,
suggeriti dal quotidiano avvicendarsi di ampi spazi aperti incapace di impedire la loro
puntuale e quindi magica riapparizione161. Infine il culto degli antenati, come sempre
indicativo di una maggiore capacit di astrazione e per questo pi raffinato del
semplice animismo, rivestiva un ruolo centrale ed era strutturale nella cosmologia
kazaka. Ancora una volta le pratiche religiose tradizionali riflettevano le condizioni
della vita quotidiana e rivelavano limplicita consapevolezza popolare circa il ruolo
svolto da ogni elemento che prendeva parte al ciclo economico, compresi gli animali.
I kazaki credevano innanzitutto esistessero un Bene (kei) e un Male (kesir), entit
piuttosto astratte, impersonali e difficilmente identificabili con oggetti o luoghi
specifici. Essi lottavano in continuazione luno contro laltro e questa lotta poteva
indirettamente condizionare la sorte degli umani. Muhammad stesso assunse la
posizione di spirito kei. Accanto a questi stavano gli spiriti della terra (jher-ana),
dellacqua (su-ana), del fuoco (ot-ana) e degli animali, come la pecora (shopan-ana), le
vacche (zengi-baba), i cavalli (kambar-ata) e i cammelli (oisal kara). Si credeva poi che
gli spiriti dei morti (aurak) risiedessero separatamente nel sole, nella luna, nella terra,
come nei vari animali. Questi spiriti potevano essere invocati per intercedere contro le
forze del Male. Tuttavia, il loro intervento era possibile solamente nel caso in cui questi
fossero stati sepolti decorosamente e fossero onorati adeguatamente dopo la sepoltura
dai famigliari. Per questo motivo il culto dei morti assumeva unimportanza pari e
superiore alla cura dei vivi162. Lo sciamano (bagsha), era incaricato di sovrintendere
alle cerimonie in onore dei morti e di intermediare con gli spiriti attraverso pratiche
estatiche163. Questa figura sacerdotale non si estinse neppure con lavvento dellIslam,
che negava teoricamente la possibilit di intercessioni tra Dio e il credente, e mantenne
inalterata la propria preminenza sociale.
158
159
160
161
162
163
35
36
Questa sottosuddivisione del primo periodo riunisce tre autorevoli ricostruzioni, cio quella di
Martha Brill Olcott in The Kazakhs (Hoover Institution Press, Stanford 1995, p. 28), George J. Demko in
The Russian Colonization of Kazakhstan, 1896-1916 (Indiana University, Bloomington 1969, p. 36), Svat
Soucek in A history of Inner Asia (Cambridge University Press, Cambridge 2000, p.197). Tutte tre infatti
individuano una periodizzazione bifasica, che tuttavia non coincide in ragione del differente focus dei
rispettivi lavori.
165
Josef Popowski, The rival powers in Central Asia. The struggle between England and Russia in
the East [], Archibald Constable & Co, Nendeln\Liechtenstein 1977, pp.1-5
166
Svat Soucek, A history of Inner Asia, Cambridge University Press, Cambridge 2000, p. 199
167
George J. Demko, The Russian Colonization of Kazakhstan (1896-1916), Uralic and Altaic
Series Vol.99, Indiana University. Bloomington - Mouton & Co. Hague, pp. 34-36
37
168
James A. Henretta, W. Elliott Brownlee, David Brody, Susan Ware, Americas History,
Worth Publishers, 2nd Ed, New York 1993
169
Elizabeth E. Bacon, Central Asians under Russian Rule. A study in cultural Change, Cornell
University Press, Ithaca, New York 1966, p.92
38
Non allora ozioso che per una piena comprensione di questi avvenimenti sia
necessario inserirli nella pi ampia dinamica che ne fu la cornice, cercando in
particolare di focalizzare i principali connotati del futuro grande interlocutore e
conquistatore. Inoltre, le stesse politiche attuate dai russi dopo la conquista rispondono
velatamente a degli imperativi culturali molto spiccati e radicati, risultato di un
processo di formazione di unidentit nazionale cominciato nel IX sec.
La stessa origine dei rus come gruppo etnico distinto dalle altre popolazioni slave
rimane tuttoggi confusa tra una leggendaria conquista scandinava, estremamente
popolare, ed una pi recente ricostruzione scientifica, la quale suggerisce che sarebbero
piuttosto state le popolazioni del Caucaso a fornire gli strumenti essenziali alle
popolazioni dellarea, ancora selvagge e anarcoidi, per costituire le prime entit
politiche coese fondate sullagricoltura e i commerci170.
In seguito lidentit nazionale russa si sarebbe venuta formando dal confronto con i
grandi regni dellarea, tra cui in particolare i kazhar. Pur di origine turca e cultura
nomade, al contrario dei loro predecessori bulghar essi si sedentarizzarono dando
origine ad un importante regno situato a sud-ovest degli insediamenti dei rus, che ne
divennero tributari. Ma questi ultimi riuscirono nel 965 a strappare la preziosa citt di
Kiev, crocevia di molteplici rotte commerciali sia via terra che via mare, preludio della
futura distruzione per loro mano del regno khazar stesso.
Da questo momento inizia il cosiddetto periodo kieviano e la storia dei rus come
etnia titolare di una corrispondente entit politica. In realt la storia russa in questa fase
ancora quella di una congerie di singole citt-stato che controllavano popolazioni
pagane. Le prime erano dominate da nobilt locali frequentemente in lotta tra loro e su
cui Kiev esercitava un mero controllo formale. Questo dava periodicamente origine a
rivolte contro la dinastia regnante o a dispute separate tra le singole citt e i regni rivali
attorno ad esse, che contribuirono a definire fin dalle origini una spiccata propensione al
conflitto. Analogamente, il paganesimo venne abbandonato per dotarsi di un importante
strumento di aggregazione politica e legittimazione del potere, quale veniva visto il
monoteismo, ormai abbracciato da tutti i potenti rivali dellarea (la Polonia, lUngheria
e la Scandinavia di credo cristiano-occidentale, la Bisanzio cristiano-orientale a ovest, i
khazar giudaici a sud-est, i bulghar musulmani lungo il medio Volga). E per un certo
periodo di tempo i principi kieviani esitarono su quale credo abbracciare, spesso
valutandone la convenienza pi in base al valore militare dei vari vicini e potenziali
alleati, periodicamente attaccati e provocati171.
E nonostante i khazar avessero rappresentato per alcuni secoli unimportante
roccaforte contro lavanzata dellIslam in Europa, questo non imped al nuovo credo di
superarne i territori, seppure non ancora attraverso strumenti militari. Gi qualche
secolo prima i bulghar, predecessori dei khazar nellarea e da questi sconfitti, si erano
spontaneamente convertiti al nuovo credo; analogamente anche i kypchak, successori
dei khazar nellarea, si convertirono allIslam, ormai sostenuto politicamente dai potenti
centri islamici dellAsia Centrale172. Khwarazm in particolare invi doni e mullah ai
principi russi, che vennero cos provvisoriamente iniziati allIslam173.
Ciononostante loscillante politica russa dellepoca determin infine linglobamento
nella sfera di influenza bizantina attraverso la conversione al cristianesimo ortodosso
David Christian, A History of Russia, Central Asia and Mongolia, Vol.1: Inner Eurasia from
prehistory to the Mongol empire, Blackwell Publishers, Oxford 1998, pp. 358-361
171
A.Brown, J.Fennell, M.Kaser & H.T. Willets (a cura di), The Cambridge Encyclopedia of
Russia and the Soviet Union, Cambridge University Press, Cambridge, London, New York et al.1982,
pp.80-81
172
Alexandre Bennigsen & Marie Broxup, The Islamic Threat to the Soviet State, Croom Helm,
London & Sidney 1983, p.6
173
Edward Allworth (a cura di), Central Asia. A century of Russian Rule, Columbia University
Press, New York London 1967, pp.1-2
170
39
40
41
Tappe essenziali di questo processo saranno il regno di Ivan III, detto il Grande, e
Ivan IV, detto il Terribile: il primo fu il principale artefice dellunificazione dei
principati, il secondo dellespansione territoriale al di l di questi, mentre come tutti gli
zar dellepoca entrambi dovettero gestire il problema di un effettivo accentramento del
potere.
Ivan III emerse nel 1462 dopo ottantanni di acerrime lotte dinastiche moscovite per la
ridefinizione degli equilibri di potere dopo la caduta mongola. In un primo momento,
egl oper per ricondurre sotto lesclusivo potere di Mosca tutti i principati indipendenti
affidati ai membri della sua stessa famiglia o a dinastie nobiliari separate. Forza e
fortuna assistettero il principe: la morte naturale di due dei suoi tre fratelli,
lacquisizione di alcuni principati dietro compensazione, unaccorta politica
matrimoniale, linserimento negli affari interni dei vari principati come garante esterno
super partes, cos come la punizione dei principi che avevano tentato accordi con poteri
rivali ne coronarono il successo in poco pi di ventanni e senza massicci spargimenti di
sangue185. Cos lunificazione pose il problema della difesa territoriale in termini
assolutamente nuovi per lestensione dei confini e le dimensioni del regno; di contro,
essa era affidata per la prima volta ad ununica autorit, ma ormai capace di mobilitare
un vasto volume di uomini e risorse186.
Quando dopo il breve interregno di Basilio III (1505-33), Ivan IV eredit la corona a
soli tre anni per poi farsi incoronare gi a quattordici anni, lo zar dovette affrontare una
societ diversa, che aveva definitivamente raggiunto i caratteri di un regno agrario,
analogo agli ormai morenti stati feudali europei. Da un lato, laristocrazia terriera,
spesso erede dei principi decaduti, si era a questi sostituita localmente come centro di
scaturiti per lazione di monarchi (in Europa) o despoti (nelle ex colonie). Linnovazione essenziale
apportata dallo stato moderno attiene piuttosto alla sua organizzazione. Per definizione, esiste uno stato
moderno quando si compie un processo di integrazione territoriale sotto la medesima autorit politica e
quindi questa weberianamente in grado di detenere un monopolio della forza, ad indicare un apparato
di funzionari (giudici, burocrati, militari, forze dellordine, etc.) direttamente dipendenti dal potere
centrale, senza la mediazione tradizionale da parte dei nobili.
Il caso moscovita rimase a lungo una lotta contro poteri locali e nobiliari ed difficile
individuare un momento certo di compimento del processo descritto in precedenza. Infatti, sebbene la
parentesi riformatrice pietrina sia convenzionalmente considerata il momento di svolta definitivo e di
svecchiamento degli apparati statali, anche vero che nel lungo periodo gli esiti di quelle riforme
vennero dispersi e fino allultimo linestricabilit tra servizio pubblico e iniziativa privata renderanno
sempre parziale la modernizzazione statale in Russia.
185
Quando dopo la sconfitta la divisione inter-cittadina si trasform in ostilit, Ivan cerc di
rimediarvi creando un corpo di funzionari regi alle sue dirette dipendenze. Tuttavia, la lunga tradizione di
divisione e autogoverno ne compromise i programmi, dato che dovettero essere riconosciuti degli statuti
speciali ai maggiori centri urbani, che ancora una volta concedevano loro parziale autonomia (A.Brown et
al, op.cit, p.7). Di contro, il cristianesimo ortodosso diveniva per la prima volta un importante strumento
di definizione identitaria. Tutte le popolazioni russe ortodosse, e solo quelle, erano ormai incluse in unico
grande regno, che coincideva con i territori pi orientali raggiunti dal credo bizantino-ortodosso. Lo stato
cominci ad identificarsi con la Chiesa e tutti i sudditi dello zar dovevano essere ortodossi. Tuttavia, lo
stato-religione dellepoca non escludeva i vicini, lituani o tatari che fossero, dallintrattenere relazioni
pacifiche con s o alloccorrenza di convertirsi (A.Bennigsen & M.Broxup, op.cit, p.9).
186
Gi da molto tempo si era delineato il quadro delle ostilit: a occidente i regni lituano e
polacco, entrambi cattolici e rivali tradizionali della Russia, e a oriente i tre khanati nati dalla
frammentazione dellOrda dOro, i tatari del Volga e della Crimea, oltre che la cosiddetta Grande Orda,
diretta discendente ufficiale dellOrda dOro. Entrambi i fronti ponevano problemi significativi, seppure
di ordine diverso: dai khanati tatari periodiche incursioni rapinavano citt e carovane, mentre la Lituania
aveva strappato ai mongoli larea del Dnepr. Ad occidente lo scontro aperto port alla sconfitta dei rivali
e al recupero della valle del fiume, mentre ad oriente si prefer maggiore prudenza, usando la diplomazia
nel caso del khanato di Crimea e la violenza con Kazan. In entrambi i casi, gi con Ivan III si delineano i
tratti essenziali della politica estera russa almeno fino a Caterina II: la maggiore attenzione al fronte
occidentale, dove stabili potenze obbligavano ad una maggiore aggressivit, mentre i regni orientali, in
parte vittime di una crisi generale dellarea, potevano ormai essere trattati da pari alternando la
diplomazia alla violenza.
42
Inizialmente lo zar prese semplicemente atto del potere dei boiari, suddividendo il territorio
nazionale in unarea sotto la sua diretta dipendenza (oprichnina) ed una sotto il loro controllo. Il primo
divenne un esperimento di estremo accentramento di potere e modernizzazione istituzionale. La creazione
di organi specializzati per materie di competenza diede origine ad enti simili ai ministeri occidentali.
Venne creata una guardia scelta, costituita dai cosiddetti strelzy, che avrebbero dovuto fungere sia da
pretoriani dello zar, che da embrione di un esercito nazionale. Quindi venne creato un corpo di funzionari
regi, membri dellorgano consultivo detto Duma. A questi ultimi veniva affidato un appezzamento di terra
(pomestje) che non poteva essere diviso, venduto o ereditato, ma a cui era connesso il lavoro di un certo
numero di contadini obbligati a lavorarlo. Attraverso la crescente sostituzione dei funzionari ai boiari
veniva garantita la produttivit della terra, ma venivano evitati i rischi della creazione di centri di potere
alternativo e stabile.
Ma il periodo diarchico termin presto: egli volle sbarazzarsi dei boiari, che avevano attentato al
suo potere durante il periodo di reggenza e continuavano a minacciarne il potere, li sostitu con i
funzionari regi, cos da estendere loprichnina a tutto il territorio nazionale. Tuttavia, la spinta propulsiva
che poteva essere rappresentata da questi ultimi, potenzialmente lanalogo della borghesia occidentale,
venne trattenuta proprio dal vincolo di servizio, che impediva la concentrazione di ricchezze nella stessa
famiglia e in pi generazioni a causa della sostituzione dei funzionari alla loro morte. Infine, anche
artigiani e commercianti, costretti a organizzarsi in corporazioni, vennero analogamente vincolati dal
dovere di svolgere specifiche mansioni istituzionali, nonostante laccresciuto volume di commerci con
lemergente Gran Bretagna potessero fornire loro sconosciute opportunit di impiego, sia per la
produzione ai primi che per la distribuzione ai secondi. Ma nonostante le palesi contraddizioni nella
politica economica di Ivan IV, lintensificarsi proprio negli anni del suo regno delle spedizioni in Asia
Centrale con lo scopo di esplorarne la percorribilit per fini commerciali, palesano la sua giustificata
ossessione affinch il paese si aprisse agli scambi. (A.Brown et al, op.cit, p.89). Questo contempl una
duplice strategia: lapertura verso lOccidente in piena espansione economica, per lintroduzione di beni
tecnologici e competenze, e sistematici rapporti verso i territori centrasiatici, in cui le prime esplorazioni
erano gi iniziate con le missioni Herberstein (1517-1526) e Gubin (1534) ben che lo zar salisse al trono
(Martha Brill Olcott, op.cit, pp.28-29).
Pi in particolare, nonostante il Nuovo Mondo catalizzasse ormai buona parte degli sforzi
commerciali europei e gli scambi con la Cina attraverso i tradizionali percorsi via terra fossero ormai
abbandonati, una missione diplomatica inglese guidata da Lord Anthony Jenkinson visit Mosca e i
territori dellAsia Centrale. Questa ebbe il merito di rivelare nella madrepatria, crescente potenza
marittima e coloniale in Asia, limmenso potenziale rappresentato sia dalla Russia che dai territori oltre
questa (Lawrence Krader, Peoples of Central Asia, Bloomington - Hague 1963, p.91). Seppure questo
non port ad un ripristino delle tradizionali rotte via terra, venne fondata nel 1555 la Compagnia
Commerciale Moscovita, che cur regolarmente gli scambi russi con la Gran Bretagna (A.Brown et al,
ibidem). A partire da questo momento, inoltre, il ricordo di questo resoconto verr gelosamente custodito
a Londra in attesa di tempi pi adatti, anche se non sar mai possibile per la Gran Bretagna un diretto
intervento in queste regioni (Mohammad Anwar Khan, England, Russia & Central Asia. A study in
Diplomacy. 1857-1878, University Book Agency, Peshawar 1963, pp.ix-xi).
188
J. Popowski, op.cit, pp.7-9. Un fenomeno analogo si venne a creare sul versante opposto, ossia
quello occidentale, dove ai fuggitivi russi e ucraini si fusero anche quelli polacchi. In questepoca infatti
la Polonia era un grande regno europeorientale che andava incontro ad analoghi fenomeni di integrazione
43
Di l a poco infatti, seppure ancora una volta la politica di Mosca si concentrasse verso
occidente ed in particolare verso il Baltico e a discapito della Lituania, la situazione
lungo i confini orientali spinse Ivan IV verso una sistematica avanzata militare che
port alla conquista dei khanati di Kazan (1552) e Astrakhan (1556). Le ragioni di
questo impegno furono molteplici: innanzitutto, si desiderava porre fine allinsicurezza
che sia i khanati che i cosacchi ponevano per i commerci fuori dai confini; quindi, i
governi fantoccio e la politica di alleanze di Ivan III con i due khanati era ormai fallita e
rinnovava la tradizionale minaccia per i territori nazionali189; infine, si desiderava
rafforzare i commerci verso lIran190 e verso lAsia Centrale191.
In questo modo lesercito regolare occup militarmente i territori in precedenza
conquistati dai soli cosacchi, sottoponendoli alleffettivo controllo statale, mentre questi
si spinsero pi a est per sfuggirvi. Fu cos che un ampio distaccamento di cosacchi
provenienti dal Don e dal Dniepr si stabil nel 1560 lungo il fiume Ural, al confine del
territorio della Piccola Orda kazaka192. Da questo momento si svilupparono i primi
contatti sistematici tra i kazaki e il mondo russo (seppure non ancora con il regno
russo).
Per quanto i due interlocutori fossero abbastanza simili per usanze, struttura sociale e
cultura, la loro stessa similarit poteva improntarne i rapporti sullindifferenza o la
competizione. Da un lato, la stessa natura nomade escludeva confini troppo rigidi: i
cosacchi si mischiavano frequentemente a popolazioni musulmane, fino ad acquisirne il
credo193; i kazaki erano organizzati in Orde, ma estremamente divise al proprio interno
e permeabili a penetrazioni etniche o politiche. Dallaltro, la stessa natura espansiva
della cultura nomade li rendeva potenziali rivali per laccapparramento dei medesimi
territori che, pur destinati al pascolo con i kazaki e alla coltivazione con i cosacchi,
rappresentavano nella stessa misura un elemento essenziale per la sopravvivenza delle
rispettive comunit. Tuttavia, sar lesercito russo a evitarne lo scontro frontale o la
frammistione, dato che per il momento spinger le truppe cosacche verso i territori
steppici al nord dei pascoli kazaki194.
44
196
45
energie necessarie per concretizzare questa spinta missionaria. La seconda era invece
diretta eredit del ben pi recente passato mongolo. La passata appartenenza alla
medesima entit politica, cio lOrda di Batu, era un sentimento concretamente
percepito da popoli e governanti, rivali ma interconnessi da profonde affinit culturali e
trame diplomatiche.
Anche Ivan IV sfrutt il peso della religione per necessit politiche. Rispetto
allortodossia, egli divenne un autentico defensor fidei contro il Cristianesimo Latino a
ovest e contro qualsiasi infiltrazione musulmana ad est. Contemporaneamente, divenne
allinterno del paese un intransigente persecutore di eresie, eterodossie e miscredenze,
mentre promosse una massiccia azione missionaria verso le nuove popolazioni
sottomesse e i musulmani, ancora numerosi, del nord. In altre parole, anche grazie ad
Ivan IV il Cristianesimo Orientale divenne sempre di pi il principale criterio di
definizione dellidentit nazionale, allinterno di un processo di accentramento politico
non del tutto compiuto. Eppure egli si rivel un sovrano realista, allo stesso tempo
lucido nel valutare le circostanze politiche e sincero nel non rinnegare le comuni radici
con gli altri popoli dellarea. La stessa conquista venne facilitata dal rispetto e dalla
simpatia che egli seppe ottenere presso i khan dei regni vicini, gi sedotti e circuiti e
che quindi si presentarono allo scontro divisi ed esitanti. E dopo la conquista, egli tratt
da pari le elites sconfitte, spesso mischiandosi con esse attraverso accorte politiche
matrimoniali. Coinvolti nella gestione dello stato e nella vita di corte, i nuovi alleati, pur
divenuti sudditi, accettarono il khan bianco come il legittimo continuatore della
grande tradizione mongola e come colui che tentava di riunificare i territori batidi198.
La stessa conversione allortodossia cristiana infine, pur risparmiata ai nobili, venne
imposta alle nuove popolazioni con calma ed indulgenza, senza alterare lapparente
clima di tolleranza. Cionondimeno essa rimase parte integrante del processo di
smembramento identitario dei temuti vicini e discendenti degli antichi dominatori. Gi
sotto Ivan IV il popolo venne bandito dalle citt e derubato delle terre migliori,
deportato o posto al servizio del clero ortodosso, fino ad essere di fatto costretto a
convertirsi per intero al commercio, in cui avrebbe primeggiato nei secoli successivi
proprio in virt della diaspora iniziata in questi anni. Gli antichi nomadi, titolari di
unormai grandiosa civilt sedentaria le cui origini risalgono gi ai primi accampamenti
batidi alle foci del Volga e a cui tanto la stessa civilt conquistatrice dovr riconoscere
conobbe ora linizio del proprio declino. Solo la Crimea sopravvisse come Stato
indipendente rivendicando la propria supremazia sui khanati perduti attraverso ripetute
incursioni che forzarono i russi alla costruzione di una linea di fortificazione ed ad una
cospicua prudenza per un lungo periodo di tempo199. I tatari di Kazan e Astrakhan ora
dovettero per certi versi tornare alle proprie origini nomadiche, di girovaghi
commercianti in giro per il nascente Impero russo.
La prima fase della conquista del Kazakistan: contatti commerciali
Negli ultimi anni di regno di Ivan IV venne definitivamente intrapresa lavanzata
verso la Siberia, mentre esercito e cosacchi continuavano ad essere massicciamente
impegnati anche al sud, nel Caucaso ed in Crimea. Allepoca la principale entit politica
dellarea era il khanato musulmano di Sibir, nemico atavico dei kazaki ed alleato di
Bukhara200. Una delegazione russa venne allora inviata per richiedere un contingente
kazako in supporto alle truppe cosacche nel 1573. Mosca richiese un doppio stato di
ostilit, insostenibile date le tensioni con i kalmyk: a sud contro Bukhara e a nord contro
A.Bennigsen & M.Broxup, op.cit, pp.10-11
Alexandre Bennigsen & Chantal Lemercier-Quelquejay, Les Mouvements Nationaux chez les
Musulmans de Russie. Le Sultangalievisme au Tatarstan, Mouton & Co. Paris 1960, pp.17-23
200
E. Allworth, op.cit, p.3
198
199
46
i sibir suoi alleati. Ma al contrario dei fronti meridionali dove si registrarono ripetute
sconfitte, i russi riuscirono gi nel 1580 a strappare esclusivamente con le proprie forze
parte della Siberia occidentale al rivale, vanificando limportanza del mancato
intervento kazako. Cos furono piuttosto gli stessi kazaki a richiedere subito dopo, nel
1588 e poi nuovamente nel 1595, formale sottomissione allo zar Fedor I (1584-1598).
Ma le condizioni proposte dal nuovo zar vennero sempre considerate troppo onerose e
infine rifiutate. A partire da questo momento e per circa un secolo le relazioni
diplomatiche vennero sospese201.
Il nuovo zar era un fervente religioso con scarsa attitudine allarte del governo e per
questo motivo prefer delegare la maggior parte delle decisioni al cognato e suo
successore Boris Godunov (1598-1605)202. Ma nonostante per questi motivi sia
generalmente considerato uno zar minore, Fedor I seppe lasciare un segno profondo,
specialmente nel campo della politica religiosa, che avr profonde ripercussioni anche
sulle future scelte di politica estera. Proprio la devozione religiosa di Fedor I disintegr
quanto costruito fino a poco tempo prima dal padre, mentre anticipava la spietatezza
della futura dinastia Romanov. Con lui inizi la colonizzazione slava della valle del
Volga, mentre le terre migliori venivano distribuite tra i nobili e il clero ortodosso. I
tatari, sia i nobili che la popolazione, venivano ora discriminati e parimenti trattati come
sudditi di secondo livello. La normale azione missionaria venne intensificata e imposta
lespulsione dalle citt in caso di mancata conversione. Seppure la numerosa e preziosa
popolazione musulmana non poteva essere espulsa in massa cos da eliminare il
problema alla radice, una grossa porzione fu costretta alla fuga dopo la repressione delle
numerose rivolte. Questi fuggitivi si insediarono in buon numero in Asia Centrale, dove
diffonderanno il ricordo di queste persecuzioni tra le popolazioni locali e saranno
destinate ad avere un ruolo essenziale sia nel processo di islamizzazione, che durante le
future sollevazioni anti-russe. In altre parole, vengono poste le basi in questo periodo
per un problema di nazionalit, sconosciuto in quei termini fino a quel momento, ma
destinato a durare secoli203.
Al contrario che nel campo religioso, Fedor I e i suoi consiglieri continuarono lopera
di Ivan IV in quello militare, occupandosi principalmente di assestare la presenza russa
in Siberia occidentale. A tal scopo vennero qu costruite le prime citt fortificate al
confine con i pascoli della Piccola Orda (Troisk nel 1587 e di l a poco Tyumen e
Tobolsk). Attraverso le roccaforti steppiche poterono essere instaurati sistematici
scambi con la madrepatria: i territori siberiani avrebbero funzionato sia da mercato di
approvvigionamento che da mercato di sbocco. Nel primo caso, i preziosi beni steppici
vennero inseriti nel circuito economico interno e mediante esso in quello internazionale.
Viceversa, i beni prodotti nella Russia europea, principalmente agricoli, vennero
inviati ad est per sostenere le truppe di stanza lungo la frontiera. Inoltre la conquista
della Siberia occidentale garant risultati strategici essenziali rispetto ai regni circostanti,
alla pari della recente conquista del Volga. La principale conseguenza fu il monopolio
delle pellicce, di cui lImpero Ottomano e lIran erano i principali consumatori. La Via
delle Pelli forn alla Russia la principale fonte di introiti per proseguire lavanzata204.
Tuttavia, questa dovette temporaneamente interrompersi, a causa della guerra civile,
nota come periodo dei torbidi (1605-1613), che segu luccisione del ben poco amato
Boris Godunov, detentore del trono dalla morte senza eredi di Fedor. I rappresentanti
della nuova dinastia dei Romanov (Mikhail 1613-45; Aleksi 1645-76; Fedor III 167682) dovettero riassicurarsi leffettivo controllo del paese, sconvolto dalle sollevazioni
201
202
203
204
47
cosacche alla periferia e dalle incursioni fino a Mosca di polacchi e svedesi205. E mentre
la minaccia ottomana sullUcraina obbligava ad un rapido ridispiegamento militare sul
fronte occidentale, sul fronte meridionale si prefer temporeggiare, mentre ad oriente
venne lentamente ripresa lavanzata militare206.
Nel 1637 venne istituito un governo locale (prikaz) in Siberia207, mentre la conquista
dellarea degli Urali port alledificazione di nuovi villaggi fortificati, cio Gorodok
(1620) e Guryev (1645). Da Tobolsk e Guryev si staccarono nuove vie commerciali in
direzione sud208. In questa maniera venne a crearsi un nuovo segmento commerciale
nord-sud che pot facilmente essere innestato sulla maggiore via commerciale che univa
gli avamposti siberiani alle citt russe. In particolare, i russi inviavano grano dalla
Siberia occidentale e dalla regione del Volga, assieme a utensili metallici e beni tessili
provenienti dalle nascenti industrie manifatturiere della Russia europea. I kazaki a
loro volta inviavano i tipici beni nomadici, cio carne, formaggio, cuoio e lana. In
questa maniera si riusc progressivamente a spostare il terminale dei traffici kazaki
verso nord al posto di Tashkent e Kokhand e dare un po di respiro alleconomia
kazaka209.
La situazione nelle steppe per andava in quegli anni ulteriormente complicandosi: i
kalmyk, stanziati sul basso Volga, si contrapposero ai mongoli zungari, mentre i kazaki
andavano scontrandosi contro i nogay. La ridefinizione delle aree di influenze vide i
kalmyk avere la meglio sui nogay per i territori al di l del confine nord-occidentale
kazako. Assestatisi in questi pascoli con non pochi problemi di convivenza con i
cosacchi e le truppe russe in continuo avvicinamento, vennero infine sconfitti come i
bashkir pi a nord. A questo punto il confronto al sud delle steppe riguard sempre pi
esclusivamente kazaki e zungari210.
Le lotte inter-nomadiche implicavano una notevole insicurezza per i traffici
commerciali russi, sia oltre le linee fortificate che a meridione di queste. Nonostante
queste popolazioni compissero regolari incursioni tra i nuovi insediamenti russi,
lipotesi di uno scontro aperto non venne tuttavia contemplato. Allo stesso modo non
venne considerata lipotesi di un annessione di questi territori, pur necessari per un
accesso diretto e sicuro ai tanto agognati mercati centrasiatici e particolarmente
pericolosi per i pochi coraggiosi mercanti che vi si avventuravano, spesso derubati e
rapiti211. Ci si limit piuttosto a edificare una linea difensiva che unisse i nuovi villaggi
con quelli creati in precedenza. Venne cos a formarsi il primo segmento (quello degli
Urali) di quella linea fortificata, cos caratteristica dellavanzata russa e che avrebbe
progressivamente segnato il confine tra le steppe ed i pascoli kazaki212. Quasi una nuova
muraglia cinese, ma a parti invertite, con i nomadi al sud e i sedentari al nord213, ma
il cui intento non era stavolta separare le due popolazioni. Cos non vennero
complessivamente compromessi gli scambi con la Russia, ma piuttosto i nomadi
poterono rimanere i principali intermediari commerciali.
A.Brown et al, ibidem
A.Bennigsen & M.Broxup, op.cit, p.15. Si noti come gli autori parlino qui inspiegabilmente di
un arresto nellavanzata orientale di quasi due secoli dopo i Torbidi. Come argomentato in seguito questa
affermazione non in s del tutto vera, ma giustificabile se si comparano le energie impiegate sul fronte
occidentale rispetto a quello orientale.
207
A.Brown et al, op.cit, p.90. Ovviamente questo ufficio periferico del governo centrale aveva
degli scopi ben precisi, cio assicurare un maggiore controllo della periferia pi distante e preziosa del
regno, riducendo rischi e costi di un difficile controllo a distanza e migliorando per tempi e volumi di
beni gli introiti statali legati ai commerci in questa fase di assoluta stagnazione economica.
208
M.B. Olcott, op.cit, p.28
209
G.J. Demko, op.cit, p.29
210
A.Bennigsen & M.Broxup, op.cit, p.15
211
M.B. Olcott, ibidem
212
J. Popowski, op.cit, pp.11-12
213
Baymirza Hayit, Turkestan im Herzen Euroasiens, Studienverlag Kln 1980, p.87
205
206
48
215
49
che ormai dipendeva interamente dalla buona volont dei russi per poter pascolare le
proprie mandrie nelle valli ai piedi degli Urali, dove gi si erano insediati i cosacchi e i
bashkir pascolavano le proprie mandrie217. I rapporti con lOrda Media furono
leggermente diversi: nonostante i primi contatti fossero stati relativamente tardi, ben
presto si svilupparono condizioni del tutto analoghe a quelle dellOrda Piccola per una
sottomissione agli zar (dapprima nel 1734 e nuovamente nel 1740). Ma di l a poco
lemergere di un nuovo leader, Ablai Khan, e levoluzione del contesto regionale
interruppero la vulnerabilit alla diplomazia russa.
Tra fedelt e rivolt: la sottomissione della Piccola e Media Orda
Il giuramento di fedelt del 1731 alla zarina Anna Ioannovna da parte del khan della
Piccola Orda Abul Khayr rispondeva a questo nuovo quadro di eventi e rivela la
provvisoriet del rifiuto, solo pochi anni prima, da parte di Pietro I. Da questo momento
inizia una nuova epoca per la storia kazaka, di cui tuttavia risulta estremamente difficile
valutare le caratteristiche. Da un lato, infatti, Abul Khayr e i suoi figli giurarono la
propria fedelt direttamente agli zar e questo implicava lacquisizione dello status
giuridico di sudditi, ma nei fatti la situazione divenne molto pi variegata e confusa.
Innanzitutto si tratt di un accordo tra sovrani, posto che, in totale contraddizione con
la tradizione kazaka, n direttamente lak suiuk, n indirettamente il kara suiuk erano
stati consultati. Inoltre, al di l di un generico rispetto della volont della zarina, i
concreti obblighi per i kazaki si limitavano al dover garantire un passaggio sicuro a
carovane e mercanti, oltre che accettare le aree di caccia e pascolo stabilite dai
governatori russi lungo il confine. Gli stessi russi non erano intenzionati ad accorpare i
nuovi territori, vale a dire a schierare forze militari stabili e inserire questi territori nella
strategia difensiva del fronte orientale. Veniva cos meno uno dei tratti essenziali della
sovranit, cio la presenza di una forza di polizia che imponesse la legislazione
nazionale o raccogliesse le tasse.
Questa situazione da attribuire al fatto che sul fronte interno Abul Khair intendeva
preservare la proprio autorit contro rivali molto forti, come il sultano Qaip e suo padre
Batir Janibek, mentre la Russia di fatto fraintese complessivamente la capacit di questi
khan di controllare per davvero la popolazione. Da questo momento la lotta interna per
il potere si struttura anche attorno alla questione dei rapporti con i russi, osteggiati dai
rivali di Abul Khayr, che spesso assaltavano le carovane come ritorsione. E curioso
allora notare gi da questo momento levoluzione spontanea degli eventi, ancor prima
della vera e propria annessione: la vicinanza stessa dei russi porta con s possibilit
sconosciute fino a quel momento e potenzialmente rivoluzionarie, cio lalterazione dei
normali meccanismi di avvicendamento al potere, tradizionalmente caotici ma corali218.
I contatti tra le due parti si limitarono alle formali occasioni diplomatiche, che non
impedirono ad Abul Khair di ricevere o essere a sua volta ricevuto dai rivali zungari.
Contemporaneamente molti nel seguito di Abul Khayr continuavano a veder di cattivo
occhio o rifiutare la posizione di sudditi dei russi, mentre il khan avanzava continue
richieste agli zar affinch lo aiutassero a rendere ereditaria la propria carica. Infine,
seppure fosse stato concesso il permesso ai kazaki di pascolare le mandrie attorno ad
alcune delle citt fortificate, nessuno vi si avvicin mai troppo, in rispetto della
tradizionale diffidenza verso i sedentari, e tanto pi venne rifiutata la possibilit di
costruire abitazioni o moschee allinterno delle loro mura.
Se da parte russa, questo si rivel probabilmente linevitabile prezzo da pagare fino a
che la situazione complessiva del regno non avesse potuto permettere un maggiore
impegno nellarea, i kazaki furono doppiamente vincolati: da un lato, per lassenza
217
218
50
stessa dellesercito russo nel proprio territorio li lasci di fatto sprovvisti di nuovi
strumenti di difesa verso i nemici, dallaltro per la stessa divisione interna, che si
coagulava ora attorno al rifiuto dellaccordo con i russi.
La rivolta dei bashkir, unaltra popolazione nomade sottopostasi volontariamente
allautorit degli zar pochi anni prima della Piccola Orda, dimostr instabilit e
volubilit della leadership kazaka. Ma bench i russi fossero perfino disposti a pagare
per assicurarsi una fedelt teoricamente dovuta e nonostante il rifiuto di parecchi sultani
di fornire le proprie truppe, Abul Khayr non esit ad allearsi con i ribelli, bench gli
stessi alleati fossero rivali dei kazaki, non tanto in quanto concorrenti nellaccaparrarsi i
favori degli zar, quanto piuttosto poich la Piccola Orda si era spostata verso nord,
proprio dove si trovavano i pascoli bashkir. La sconfitta fu ovvia e prevedibile, ma non
compromise i termini degli accordi russo-kazaki. La reale motivazione della scelta di
Abul Khayr era sempre quella di garantire prosperit alla popolazione cos da
consolidare la propria posizione. Per la stessa ragione egli trasgred nuovamente agli
accordi quando nel 1740 attacc i kalmyk del Volga, anchessi ormai sudditi degli zar.
Abul Khayr si rivel per il resto della sua vita un inaffidabile, ma pur sempre
inevitabile interlocutore per i russi. Tra il 1743 e il 1744 la situazione and
complicandosi notevolmente e nuovi soggetti vennero coinvolti in quella che ormai era
diventata una vera e propria faida tra i kazaki e i russi di Orenburg. Lansia di alleanze
del khan questa volta oscill verso sud, precisamente verso il khanato di Khiva. Seppure
fossero ormai stati instaurati stabili commerci con i russi tramite i kazaki, il khanato si
era rivelato in passato particolarmente suscettibile a qualsiasi avvicinamento russo e
aveva mantenuto la tradizionale diffidenza per qualsiasi contatto con essi che andasse
oltre il mero scambio o accordo di natura commerciale. Nonostante Abul Khayr fosse
ormai suddito degli zar, i recenti scontri e ancor di pi la sua abile dissimulazione
riuscirono a far fruttare unalleanza vantaggiosa. Questa non prevedeva semplicemente
luso congiunto di uomini e risorse, ma concedeva luso dei pascoli a nord di Khiva e
addirittura che il figlio di Abul Khayr, Nur Ali, ne divenisse il nuovo khan.
Specularmente i russi cercavano di facilitare una brutale offensiva kalmyk, quando i
kazaki rinnovarono la propria fedelt al nuovo zar Pietro II, causando una breve
cessazione delle ostilit. Ma il bisogno di ampi spazi port nuovamente le mandrie della
Piccola Orda a nord, dove i kazaki varcarono nellestate del 1746 il fiume Ural,
invadendo e attaccando i territori dei kalmyk del Volga. Sconfitti sia dai questi che dai
russi sulla via del ritorno, le nuove perdite rappresentarono un colpo quasi definitivo al
potere interno di Abul Khayr. Ormai relegati nei territori dei karakalpaki, i suoi fedeli
dovettero quindi cercare di sfruttare nuovamente dei pascoli gi occupati. Ma lintera
area era sotto la protezione del sultano Barak dellOrda Media, che sconfisse e uccise in
battaglia Abul Khayr nel 1748219.
Alla morte di Abul Khayr la successione nella Piccola Orda venne pesantemente
condizionata dai russi, che palesarono ai bii la propria preferenza nei confronti di Nur
Ali. Ma la posizione dellerede di Abul Khayr fu se possibile pi svantaggiata di quella
del padre: Batir Janibek si era infatti garantito una solida base di potere nei territori
meridionali dellOrda e creato una rete ostile di alleanze sia con Barak dellOrda Media
che con gli stessi zungari, oltre che aver posto suo figlio Qayip sul trono di Khiva al
posto di Nur Ali.
Daltro canto la politica di Nur Ali segu per molti versi quella del padre: lalleanza
con i russi era interpretata come un mero strumento di sopravvivenza, mentre era invisa
qualsiasi eventualit di eccessivo avvicinamento ad essi; non mancarono infine nuovi
pretesti per sporadici scontri e linterruzione momentanea di qualsiasi tipo di contatto.
Fallita poi la possibilit di unalleanza con i zungari, al cui khan Nur Ali promise la
219
51
52
che Ablai vennero convocati nel 1740 per rinnovare definitivamente la propria
sottomissione allo zar. Fino a quel momento infatti anche il nuovo khan aveva preferito
mantenere i rapporti con i russi i pi vaghi possibili, cercando piuttosto un dialogo con i
zungari per limitarne lavanzata verso i propri pascoli. Infine questi ultimi non
ponevano senzaltro limiti ad eventuali incursioni verso i bashkir, invece protetti da S.
Pietroburgo.
Nel 1741 una nuova pesante offensiva zungari port al rapimento di Ablai, che venne
per riscattato dallo stesso Abul Muhammad. Da questo momento in poi si viene a
creare un provvisorio, quanto improvviso equilibrio: i zungari si ritirano dai territori
dellOrda Media, mentre Ablai seppe guadagnarsi la fiducia della dinastia Ching, che
prima invassall i zungari e poi li sostitu. Gli stessi mancesi gli concessero il Turkestan
orientale, nei cui pascoli sicuri venne per inviato nel 1744 Abul Muhammad, in parte
come ringraziamento e in parte per allontanarlo definitivamente dalle scene. A questo
punto Ablai assunse il potere: fu lui a gestire i rapporti con i russi al nord e a
fronteggiare la Piccola Orda ad est. Tuttavia, la sua posizione venne inizialmente
contesa dal sultano Barak, avvelenato nel 1750 da Nur Ali Khan della Piccola Orda. Da
questo momento e per due decenni egli seppe costantemente sfruttare la vicinanza
cinese per mantenersi autonomo dai russi, nonostante lelezione a khan dovette invece
attendere il 1771, quando Abul Muhammad mor. Ablai rimane nella memoria
nazionale, e a ragione, come lultimo khan indipendente: egli fu lunico capace di
sfruttare la vicinanza di zungari e cinesi e questo gli consent fino alla fine di tener testa
ai russi, pure cos vicini ai suoi pascoli e pesantemente infastiditi dalle sue periodiche e
impunite incursioni oltre la linea dei forti. Sar allora in particolare proprio lazione del
sultano-khan dellOrda Media il pretesto che spinse la Russia a cambiare il proprio
approccio rispetto ai nomadi kazaki222.
Il protettorato russo sullOrda Piccola e Media
Come argomentato, la sottomissione alla Russia aveva fatto emergere un rapporto
equivoco e contrastato su pi punti e da pi parti. Pur tra alterne vicende era iniziata una
collaborazione commerciale, ma non una sistematica interazione politica. La vera
variabile indipendente dellintero processo era stata limpegno della Russia sugli altri
fronti, di politica interna o internazionale, che distolsero fino a quel momento attenzioni
ed energie dallarea centrasiatica223. Ma negli stessi anni in cui Ablai Khan raggiungeva
lapice del proprio potere e Nur Ali combatteva per il mantenimento del proprio, sal al
trono la zarina Caterina la Grande (1762-96) che pi di tutti i suoi predecessori
determin unalterazione dellapproccio russo al settore centrasiatico. Pi in particolare,
con riferimento al Kazakistan, per la prima volta delle decisioni prese a S.Pietroburgo
condizioneranno realmente la vita politica interna, ossia degli atti giuridici veri e propri
diverranno effettivi tra i nomadi kazaki. In altre parole, con la zarina che gli accordi
del 1731 e del 1740 comincieranno a produrre i risultati previsti sulla carta. Infine, sar
gi ai tempi della zarina che verranno avviati sia la dinamica della colonizzazione slava
che il processo di islamizzazione di stato, futuri pilastri della presenza russa nellarea.
divisione interna alle singole Orde evidentemente un secondo stadio della stessa rigida divisione in
Orde, il suo proseguimento logico.
222
M.B. Olcott, op.cit, pp.39-42
223
Vale perci la pena di descrivere preliminarmente la complessiva azione di politica estera della
zarina, in diretta linea di continuit con lazione di Pietro I. Sar infatti Caterina II a chiudere sia il fronte
occidentale, con la spartizione della Polonia con Prussia e Austria nel 1795, che riaprire dopo la sconfitta
pietrina del 1711 a Prut quello meridionale con le due Guerre Turche del 1768 74 e del 1787-91, che
furono per vittoriose e portarono allannessione della Crimea nel 1783 e allaccesso ai mari caldi
attraverso il Mar Nero (A.Brown et al, op.cit, pp. 96-97).
53
Caterina II era personalmente interessata allIslam ed era sua precisa convinzione che
si trattasse di una religione ragionevole, se non altro pi adatta del Cristianesimo
Ortodosso a civilizzare i barbari asiatici. Al pari di Ivan IV, ella si dimostr
consapevole della crescente multinazionalit dellImpero e dei rischi ad essa connessi,
in particolare la discriminazione tra cittadini in base al credo o a elementi simili. Con
Caterina si apre quindi una parentesi di tolleranza, che implicher azioni diversificate
per le varie regioni musulmane dellImpero.
Nella Crimea di recente acquisizione le gerarchie musulmane verranno cooptate tra le
elites dello stato senza alcun obbligo di conversione al Cristianesimo; verranno
mantenute le rendite ricavate dai beni waqf per il clero islamico; lo sheyk ottomano
verr riconosciuto come capo del clero della Crimea; non verr intrapresa alcuna azione
missionaria e addirittura verr imposto il divieto di conversione al Cristianesimo.
Questa linea politica guadagner alla zarina e allo Stato la fedelt della nobilt
musulmana della Crimea, seppure alla lunga non potr essere impedito un processo di
colonizzazione, che port allinsediamento dei russi provenienti dal centro dellImpero
e di numerosi tedeschi e baltici dalla sua periferia, che alla lunga ridurranno a
minoranza la popolazione nativa.
Nella valle del Volga la zarina cerc di rimediare agli errori compiuti fino a quel
momento: la campagna di conversione venne interrotta; chiuse le scuole separate per i
convertiti; concesse ledificazione di nuove moschee e listituzione di un clero religioso
effettivamente autonomo; infine un mufti tataro venne posto come capo religioso delle
popolazioni musulmane dellImpero ad Orenburg (ad eccezione della Crimea).
Importanti madrase vennero poi aperte anche a Ufa e Troitsk, cosicch i tatari
assumeranno da questo momento e per il secolo successivo un ruolo di assoluto rilievo
nel mondo religioso ottomano, come mai prima dallora224.
Questa accorta politica venne ampiamente premiata per tutto il secolo successivo e la
fedelt tatara cos ricavata venne abilmente utilizzata per gestire la problematica
situazione nelle steppe. Nel mentre infatti lavanzata verso il nord della Cina era stata
pressoch completata e Semipalatinsk ne era diventato lavamposto. Da qui potevano
essere aperte nuove vie commerciali nel settore pi orientale delle steppe kazake, cos
da incrementare il controllo anche sullOrda Media225. E proprio i tatari, forti della loro
posizione geografica vantaggiosa, si trasformarono in leali agenti commerciali
dellImpero. Saranno loro ad esplorare le possibilit di commercio in Siberia, Cina e
Asia Centrale, dove popolazioni non musulmane avevano molte pi difficolt di
penetrazione, e costituire delle colonie che, mantenendo forti legami con le aree di
origine, avrebbero funzionato da privilegiati terminali degli scambi russi226.
Tuttavia, proprio allo scopo di rafforzare questi scambi, sempre al centro delle
intenzioni russe, era necessario riuscire a pacificare le steppe. Lavversario pi difficile
da trattare allepoca era evidentemente Ablai, molto meno dipendente dalla benevolenza
russa di Nur Ali. Inoltre di fronte alle crescenti minacce russa, ma soprattutto cinese, si
registr alla fine degli anni Sessanta del XVIII sec. ununit piuttosto inusuale tra tutte
le popolazioni dellAsia Centrale. Per quanto debole, la comune fede musulmana venne
individuata come il principale elemento di distinzione con le due potenze esterne:
dallAfghanistan al Kazakistan si stabil una sintonia di intenti tra tutte le orde227.
Il nomadismo, sia come tecnica produttiva che universo culturale, cio come stili di
vita e forma mentale, apparve come il principale elemento di resistenza locale. Ma
ancora una volta, un assalto frontale andava ben oltre le capacit russe del momento, la
cui politica estera era focalizzata a eliminare la minaccia tatara lungo le coste del Mar
224
225
226
227
54
Questultimo risultato venne ottenuto grazie alla spartizione della Polonia con Prussia e Austria
nel 1795 (A.Brown et al, op.cit, pp.95-97)
229
E. Allworth (op.cit, pp.9-10) enfatizza giustamente lunit di intenti e azioni di tutte le
popolazioni centrasiatiche in questa fase.
230
La Commissione Bouver, istituita da Caterina per trovare soluzione al problema dei nomadi
svilupper conclusionic si riveleranno essenziali per le politiche russe successive. Punto di partenza dei
lavori fu la constatazione che la costruzione delle linee fortificate aveva privato i nomadi di tradizionali
pascoli di sfogo in cui erano soliti recarsi durante le periodiche variazioni di rotta in caso di carestie. La
soluzione proposta divenne la creazione di aree di pascolo prefissate per ogni aul e la creazione di scuole
tataro-russe (M.B. Olcott, op.cit, p.42).
231
S. Soucek, op.cit, pp.196-197
232
E. Allworth, op.cit, p. 4
233
M.B. Olcott, op.cit, pp. 46-47
234
Alexander Bennigsen & Chantal Quelquejay, LIslam en Union Sovitique, Payot Paris 1969, p.
27
235
M.B. Olcott, op.cit, p.42
55
236
237
56
vita decise di sfruttare la propria posizione richiedendo alla zarina il riconoscimento del
proprio titolo di khan e una rendita in denaro. Ma Caterina accondiscese a fatica
solamente alla prima richiesta e rifiut fino allultimo la seconda. Anche se non
minacciarono il suo potere sostanziale, la venuta a patti con i russi e lancora recente
ricordo delle orgogliose sollevazioni bastarono a mettere in discussione autorit e
autorevolezza dellormai anziano khan.
Cos alla sua morte nel 1781 il figlio Vali non pot ereditarne n il prestigio, n i
risultati politici. Il controllo diretto delle aree in prossimit dei russi, se era stato motivo
di vanto per Ablai e segno concreto della sua forza, divenne per il figlio causa di
umiliazione e allo stesso tempo di sopravvivenza, posto che egli pot continuare a
governare solo grazie allaperto aiuto russo. Essi di fatto controllavano ora un quarto dei
territori che furono di Ablai, mentre la zungariia rimase unentit separata governata da
khan locali sotto protezione cinese (gli eredi di Qayip, sultano ribelle della Piccola
Orda) e i territori meridionali furono assorbiti dalla Grande Orda, anchessa ormai
protetta dalla Cina.
Per quanto vennero mantenuti buoni rapporti con le altre due Orde e le ostilit si
limitassero ormai solamente al confine con i turkmeni, gli autentici problemi stavano
ora allinterno di quel che rimaneva dellOrda. Il breve tentativo di avvicinamento ai
Ching spinse alcuni sultani a giurare autonomamente fedelt ai russi, cosicch il potere
del khan fu di fatto distrutto. Da questo momento i russi tentarono di disciplinare da
vicino la vita sociale dellOrda, istituendo un tribunale congiunto russo-kazako a
Petropavlosk nel 1798 e nominando un secondo khan nel 1816. La morte di entrambi
nei due anni successivi sanc la formale abolizione del titolo di khan238.
Prima fase del dominio russo (1822-1865)
Nella prima met del XIX sec. gli amministratori russi dovettero quindi per la prima
volta confrontarsi in maniera sistematica con i problemi delle steppe kazake.
Inzialmente si prefer lasciare in vigore la legge tradizionale (adat)239, seppure ormai
priva di effettive capacit di regolamentazione, data la disgregazione del potere khanico.
La gestione della vita quotidiana venne cos esclusivamente delegata alle varie autorit
claniche locali, cio i sultani ma ancor di pi i bii. Lassenza di unautorit superiore
condusse perci allabuso di strumenti tradizionali di composizione delle controversie,
come i raid punitivi contro pascoli e accampamenti (barymtas) e le uccisioni arbitrarie
di ladri e assassini a titolo di risarcimento (kun)240.
Assieme alla degenerazione dei meccanismi giuridici tradizionali, permaneva il
problema dellaccesso ai mercati indiani, cinesi, centrasiatici e persiani241,
strutturalmente vincolato alla sicurezza delle vie carovaniere in territorio kazako.
Questo insieme di fattori spinse definitivamente i russi ad introdurre nuove forme di
amministrazione per le steppe.
Gi nella seconda parte del regno di Caterina II, cio dopo la rivolta di Pugachev e
durante la rivolta di Sirim, un primo breve ed infruttuoso tentativo (1787-1790) di
imporre meccanismi di amministrazione delle steppe era stato introdotto dallincaricato
imperiale Igelstrom. Questo prevedeva labolizione del khanato della Piccola Orda e la
sua spartizione in tre sotto-segmenti (uno occidentale, uno centrale ed uno meridionale),
M.B. Olcott, op.cit, pp. 43-44
A.Bennigsen & M.Broxup, op.cit, p. 20
240
M.B. Olcott, op.cit, pp. 15-16
241
La guerra con i montanari caucasici richieder infatti ancora qualche decennio (data
convenzionale: 1864) per potersi dire conclusa. I traffici con la Persia attraverso il Caucaso perci tutto
ancora erano, fuorch fluidi (A. Ferrari, op.cit, pp. 261-267). In aggiunta, va considerata la maggiore
accessibilit per scambi sistematici del territorio kazako, pur attraverso il deserto turkmeno, il Kopet Dag
e le lunghe distanze, rispetto al Caucaso, che porter a preferire ancora a lungo il Kazakistan.
238
239
57
ciascuno amministrato da un consiglio dei bii. Per quanto questa idea formalizzasse la
gi avvenuta fine del potere khanico e potesse porre fine ai raid del potente Sirim di cui
rispecchiava le richieste, esso venne osteggiato dai discendenti di Abul Khayr, cos
come dai khan dellOrda Media e dallimperatrice stessa, nel mentre intimorita dagli
avvenimenti della Rivoluzione Francese e ora pronta a supportare tutti i monarchi
legittimi delle popolazioni assoggettate242.
Nel 1822 le riforme del governatore generale della Siberia, Michael M. Speransky,
cercarono di dare risposta ai problemi appena descritti. I territori dellOrda Media in
particolare, dove il potere khanico era stato di recente gi abolito, vennero accorpati
allamministrazione civile della Siberia occidentale. Lunit amministrativa elementare
divennero gli aul, composti di circa 15 famiglie e guidate da un bii eletto. Gruppi di
famiglie etnicamente omogenei (volost) sarebbero stati amministrati da sultani eletti dai
bii. Al di sopra dei volost stavano dei distretti, detti okrug, quattro in tutto e governati da
un consiglio (prikaz), presieduto da un sultano e di composizione mista russo-kazaka.
Seppure la funzione di polizia venivano ora affidate ai cosacchi, si pu facilmente
notare come non si intendesse sostituire con la legge civile russa quella consuetudinaria
kazaka, ritenuta da Speransky incredibilmente adatta a divenire il paradigma per la
disciplina delle questioni giudiziarie di tutte le popolazioni nomadiche dellarea. Una
commissione di studio sullargomento venne infine istituita nel 1842 e la legge
consuetudinaria kazaka venne condificata negli anni Sessanta.
Altro punto essenziale di queste riforme sar la questione della sedentarizzazione dei
nomadi. A tal fine, vennero stabiliti svariati incentivi: lassegnazione di terre, che
sarebbero divenute di propriet esclusiva di un capo famiglia, e la distribuzione di
sementi e attrezzi da lavoro; estensioni di terra maggiori sarebbero proporzionalmente
stati concessi a bii e sultani. Complementarmente si posero misure restrittive per le
migrazioni: ai membri degli okrug che avrebbero mantenuto uno stile di vita nomadico
sarebbero stati imposti dei confini che non sarebbero potuti essere superati senza
autorizzazioni. Queste iniziative servirono semplicemente a incrementare il caos gi
esistente: la divisione in ciascun okrug tra nomadi e agricoltori alle prime armi non
limit gli sconfinamenti e persino la violazione delle consolidate divisioni tra i pascoli
di unOrda e delle altre.
Successivamente queste condizioni vennero estese alla Piccola Orda. Come lOrda
Media dipese da Petropavlosk, analogamente il centro amministrativo divenne in questo
caso Orenburg. La differenza principale consistette nella maggiore frammentazione gi
creatasi allinterno di questOrda, per cui venne ripresa lidea delle precedenti riforme
di Igelstrom e il territorio venne diviso tra i maggiori sultani locali in unarea centrale,
occidentale e orientale. Mentre ad Orenburg venne istituita una commissione mista
russo-kazaka per stabilire le direttive di governo, alcuni reggimenti di cosacchi vennero
affiancati a ciascun signore locale per implementarle.
Pur attraverso varie modifiche e perfezionamenti, la riforma Speranskii venne
mantenuta fino alla totale riorganizzazione amministrativa seguita alla conquista dei
territori della Grande Orda. Tuttavia, per quanto i vari signori locali fossero adesso
affiancati da truppe russe e inglobati in strutture amministrative congiunte, la loro base
di potere era erosa a tal punto che tutte le previsioni di effettivo controllo del territorio
fallirono puntualmente nei quarantanni successivi243 e le steppe degenerarono
stabilmente in una condizione di guerra civile244.
In altre parole, per qualche decennio ancora lintervento burocratico sar preferito a
quello propriamente militare; allo stesso modo, non vennero attuate vere e proprie
242
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La Semirechia, con i mausolei della citt di Turkestan, lattuale Tashkent, rimane tuttoggi
unarea centrale per il culto islamico locale.
61
riforma Speranskii vennero rapidamente estese ed adattate, mentre solo pochi anni pi
tardi un distaccamento cosacco si insediava nel nuovo territorio e nuove fortificazioni
venivano edificate lungo i bordi meridionali delle altre due Orde257. Di l a poco
vennero assorbiti in maniera del tutto pacifica il resto dei territori e anche la Grande
Orda seguir il destino delle altre, venendo formalmente abolita dai russi nel 1848 ed
infine sottoposta nel 1854 alla guberniia di Semipalatinsk. Con labolizione dellultima
Orda si pu considerare concluso il periodo di guerra civile in atto nel corso dei tre
decenni precedenti, cosicch le maggiori minacce alla sicurezza provenivano ora
solamente da meridione258.
La conquista della Grande Orda e dei suoi territori, la Semirechia e lalto Syr Darya,
assumeva anche un notevole significato simbolico e strategico, posto che la conquista
dei territori kazaki pi difformi per caratteristiche ambientali e forme di stanziamento,
gli stessi definiti in precedenza il limen tra sedentari e nomadi, fu preliminare alla rapida
conquista delle valli, cos che per tempi e modalit possono essere correttamente
assimilati e percepiti come un unico fenomeno.
E di fatto la popolazione della Grande Orda fu il primo pretesto di scontro frontale tra
i khanati meridionali e Russia. Dimenticata la sconfitta patita ai tempi di Pietro I, una
nuova spedizione venne inviata verso Khiva nel 1839 con il deliberato intento di
conquistarla259. La cocente sconfitta patita dalla missione Perovskii interromper per
alcuni decenni qualsiasi intento dulteriore avanzamento, ma rappresenter allo stesso
tempo un punto di svolta cruciale nella strategia russa, che in particolare spinse
allaccellerazione della creazione di una linea di forti lungo il Lago dAral, il Syr Darya
e lIli, del tutto analoga a quella settentrionale e quella intrasteppica di recente
formazione260.
Nel mentre le rapide evoluzioni dello scenario internazionale divennero il principale
pretesto per una maggiore dinamicit in Asia Centrale. Innanzitutto, le clausole del
Mar Nero, sancite durante il Congresso di Vienna, impedivano alla Russia di muovere
guerra nel Meditterraneo attraverso questo accesso261. La successiva posizione di
predominanza inglese sul Meditterraneo orientale ne fece il tutore pi influente
dellormai decadente Impero Ottomano, i cui stretti (Bosforo e Dardanelli)
rappresentavano invece unambizione dei russi fin dai tempi di Pietro I. Cos la Guerra
di Crimea (1853-56) esacerb ulteriormente gli attriti con gli inglesi, che imposero un
embargo totale sui russi per i preziosi approvvigionamenti di cotone262. Ma proprio a
seguito di questa rovinosa sconfitta la corte e gli ambienti militari russi videro in
unazione militare di successo la soluzione per rilanciare limmagine del paese263.
Nel mentre la rivoluzione americana aveva privato la Gran Bretagna della sua colonia
pi importante e intendeva ora sostituire il cotone ivi prodotto, cos importante per la
propria industria tessile, attraverso una crescente influenza sui khanati centrasiatici via
India e Afghanistan264, fatto questo che poneva un ulteriore problema rispetto
allaltrettanto antica e frustrata ambizione russa sulla stessa India (ormai
indiscutibilmente colonia inglese). Infine, la Guerra Civile americana negli anni
Sessanta del secolo, determin una totale sospensione delle esportazioni e nuovamente
un drastico taglio sui rifornimenti di cotone russi265.
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LAsia Centrale si poneva quindi come lunico settore strategico penetrabile dati gli
accordi e la situazione europei, oltre che quello dove si profilava la minaccia pi
concreta, cio quella dellavvicinamento britannico266. Ma allo stesso tempo era quello
che poteva comparativamente ed indirettamente offrire i maggiori vantaggi: attraverso
questa annessione si riteneva infatti che la Russia avrebbe potuto svolgere in Asia il
ruolo che diveniva della Francia in Africa, con il vantaggio aggiunto di potersi porre
come un rivale continentale della marittima Gran Bretagna, data la diretta, per
quanto ampia, continuit territoriale. Infine, si ritenne che unaccresciuta importanza ad
oriente avrebbe probabilmente bilanciato il vantaggio britannico nella Questione
Orientale e aiutato ad ottenere gli ambiti Stretti Turchi267.
Per quanto si intendesse evitare per il momento uno scontro diretto per le possibili
reazioni di Cina e Gran Bretagna, oltre che per pianificare adeguatemente le strategie e
mobilitare adeguate risorse, di l a poco la situazione precipit rapidamente:
limprovvisa offensiva di Kokand sul forte di Vernyi (la futura Alma Ata) nel 1861 fece
emergere il problema delle competenze amministrative nellarea. Le reazioni dei
governatori generali di Orenburg e Petropavlosk, parimenti autorizzati ad uneventuale
rappresaglia, furono opposte e mostrarono una certa debolezza e inaffidabilit al rivale,
colpito solamente su alcuni forti dagli uomini di Orenburg, mentre Petropavlosk cercava
di riallacciare i rapporti. Il trattato anglo-afgano dellanno successiv moltiplic le
paure di Alessandro II, mentre la repressione della rivolta polacca nel 1863 determin
un ulteriore perdita di prestigio in Europa, per cui lo zar ordin la stesura di un piano
dattacco congiunto per il 1864. La conquista non pianificata di Tashkent nel 1865 per
lavventata iniziativa del generale Chernaiev pose non pochi problemi diplomatici con
gli inglesi, pur blanditi dalla sua rimozione dallincarico268. Questa azione rispondeva
comunque ad un bisogno strategico ben preciso, cio garantire la maggiore sicurezza
possibile ai confini meridionali kazaki, di cui Tashkent era il naturale sigillo. Non un
caso quindi che sia la data di questa conquista a segnare convenzionalmente il
completamento della conquista del Kazakistan, seppure non la fine della campagna
centrasiatica. Seppure la diplomazia russa continuasse a optare per delle relazioni
pacifiche con i tre khanati, nel giro di soli tre anni inizieranno nuove offensive, poi
destinate a produrre i propri effetti altrettanto rapidamente con la conquista di Khiva e
Bukhara nel 1873 e infine di Kokand nel 1876, compiutamente sconfitte nel 1884269 e
pacificate nel 1895 con la sconfitta delle trib turkmene270. Nel complesso, la temuta
resistenza centrasiatica o le reazioni diplomatico-militari della Gran Bretagna furono
molto inferiori al previsto. Il numero di morti da parte russa fu molto contenuto, cos
come la Gran Bretagna si lasci rassicurare da pochi impegni formali. I khanati
meridionali erano gi stati indeboliti dallisolamento commerciale e dalla divisione
politica, che si erano poi tradotti in truppe inefficienti ed armamentari arretrati. Infine,
la crisi economica aveva reso le popolazioni diffidenti e disaffezionate ai propri
governanti. Tutto apparve infine propenso ad una rapida ed efficace civilizzazione271.
266
Il valore dellarea per i rapporti tra la Russia e la Gran Bretagna rimase inalterato fino) alla
Prima Guerra Mondiale (Hlne Carrre dEncausse, Systematic Conquest. 1865 to 1884, pp. 149-150 in
Allworth, op.cit.). Lassenza di significative potenze concorrenti lasciava questo settore asiatico un
affare privato russo-britannico, cos che vi sarebbe stato possibile intervenire senza alcun
coinvolgimento di altre potenze europee, al contrario di un impegno europeo come ad esempio accadr
con la Guerra di Crimea nell800.
267
G.J. Demko, op.cit, pp. 35-36
268
M.B. Olcott, op.cit, pp. 74-76
269
S. Soucek, op.cit, pp. 198-199
270
G.J. Demko, op.cit, p. 40
271
H. Carrre dEncausse, op.cit, p. 149
63
Il paragone tricefalo (Kazakistan, Siberia e Volga) e merita una distinzione tra conquista e
gestione. Anche la valle del Volga venne prima occupata da gruppi cosacchi, ma questi non
spodestarono le popolazioni locali come nel caso siberiano, n avrebbero potuto dato che i regni tatari
erano delle compiute entit statali. Diverso il caso siberiano: allepoca i cosacchi erano gi stati affiancati
dallesercito imperiale e lunico barlume di potere politico centrale, il khanato appunto di Sibir, venne
precocemente sconfitto dopo le prime incursioni. Infine, gli antichi legami con il mondo tataro-mongolico
(come rivelato dallo stesso caso di Ivan IV) non resero nevralgica una prima conquista o penetrazione
informale. Inoltre, la Siberia era al contrario della valle del Volga un territorio ampissimo e
maggiormente ostile, in cui le comunicazioni erano pi difficili e che perci facilitava la divisione
politica. La penetrazione metro per metro da parte di agguerriti manipoli militari si rivel plausibile,
mentre la sua gestione unitaria richiedeva un potere politico estremamente forte e dotato
economicamente. Probabilmente lo stesso afflusso e deflusso commerciale determinato da questi territori
rese capace la Russia di farsene carico.
273
Hlne Carrre dEncausse, Organizing and Colonizing the Conquered Terriories, p. 151, in
Allworth (a cura di), op.cit.
274
M.B. Olcott, op.cit, p. 78
275
H. Carrre dEncausse, op.cit, pp. 151-152
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65
pi recente dimostrava come buona parte dei rivoltosi negli anni Trenta e Quaranta
fossero stati nomadi costretti a praticare lagricoltura pur di sopravvivere.
Ma seppure i dubbi della Commissione riflettessero unesitazione diffusa tra i tecnici
russi e mai tramontata dallepoca delle riforme Speransky, si decise di proseguire sulla
strada della sedentarizzazione indotta. Certamente non agirono in questo senso semplici
fattori economici, in quanto piuttosto prevalse lantica e mai confermata convinzione
che lagricoltura e la sedentarizzazione fossero comunque il presupposto per una
maggiore possibilit di controllo di una popolazione nomade279.
Le conclusioni della Commissione vennero accolte da un apposito comitato, detto
Comitato Speciale, composto dal ministro degli Interni e degli Esteri e presieduto da
quello della Guerra. Un lungo e acceso dibattito port a molteplici trasformazioni degli
statuti provvisori del 1867 (Trkestan) e del 1868 (steppe), che pure continuarono a
regolamentare lamministrazione locale per alcuni decenni. Solo nel 1886 venne dato un
assetto definitivo alla guberniaa del Turkestan (Trkestan Kray) e nel 1891 a quella
delle Steppe (Steppnoy Kray), che alterarono in buona parte il carattere pacato e
pragmatico dei lavori della Commissione, oltre che portare a diverse riorganizzazioni
delle strutture amministrative vigenti280. Nel frattempo, lamministrazione provvisoria
di questi territori si era rivelata difficoltosa, specialmente sia nellattrarre validi
funzionari imperiali e la corruzione, specie a medio e basso livello, era divenuta
estremamente diffusa contribuendo ai riassestamenti di giurisdizioni e competenze tra
luna e laltra provincia. Complementarmente, le spese supereranno entrate e risorse
messe a disposizione da S.Pietroburgo, rendendo impossibile garantire tutti i sussidi e
gli incentivi allagricoltura in precedenza promessi ai kazaki281.
Tuttavia nellintero periodo, sia a legislazione provvisoria che in seguito, venne
mantenuto il carattere militare della nuova amministrazione (anzich civile come nel
resto del paese) e vennero conferiti poteri eccezionali ai governatori in virt della
lontananza delle nuove province. Questi due elementi vennero completati dal
mantenimento di un terzo elemento suggerito dalla Commissione, cio la non-ingerenza
in tutte le questioni locali che non avessero carattere politico. Questo implic il
mantenimento di un doppio sistema giudiziario russo-kazako e di meccanismi di
elezione di rappresentanti per lapparato burocratico locale282. Tuttavia, vennero
apportate alcune significative modifiche: la riorganizzazione territoriale alla base del
nuovo assetto amministrativo, giudiziario e fiscale, le politiche sulla terra e quelle verso
i musulmani.
I territori kazaki vennero complessivamente suddivisi in sei regioni (oblast). Due di
questi, Semirechia e Syr Darya, entrarono a far parte della provincia delle valli,
separandosi cos dal resto del territorio popolato da kazaki. Ogni oblast era suddiviso in
province (uezd), con a capo dei funzionari russi (nachalnik). Questi, nominati dal
governatore generale delloblast, erano solitamente dei militari e divennero gli autentici
mediatori con le popolazioni locali. Le uezd vennero nuovamente divise in distretti
(volost), sotto controllo di ufficiali kazaki (upravitel), eletti ogni tre anni da
unassemblea di aqsaqal e confermati dal nachalnik. Anche gli aul, composti ciascuno
da 100-200 famiglie (kibitka), sopravviveranno come lunit amministrativa pi
semplice nel nuovo assetto. Lamministrazione a livello locale garantiva una cospicua
rappresentanza indigena e in apparenza non era molto dissimile da quella tradizionale:
ogni aul era sempre guidato da un aqsaqal, il cui diretto interlocutore erano ora gli
amministratori russi degli uezd, anzich i bii.
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Ma i nomadi non vennero suddivisi tra aul in base alla loro appartenenza tribale o ad
eventuali alleanze, ma rispetto ai luoghi in cui avevano degli insediamenti stabili.
Questo alter la natura stessa del potere degli aqsaqal e specialmente degli upravitel.
Questi ultimi divenivano i rappresentanti di una comunit stanziata in un determinato
territorio e non pi di un clan, come i bii del passato. Di contro, tale carica era
particolarmente ambita, dato che consentiva di agire da interlocutori dei russi e
conferiva parecchio potere. La competizione che si scatenava al momento dellelezione
tra le varie trib concorrenti rese quindi il sistema particolarmente vulnerabile alla
corruzione attraverso versamento di denaro, brogli elettorali o semplici violenze283.
Nelle aree pi arretrate, quelle in cui il nomadismo manteneva una sua ragione
dessere e il ricordo della tradizione non era ancora completamente sfocato, lautorit
dei capi locali, aqsaqal e upravitel, venne ulterioremente umiliata dal fatto di non poter
assegnare autonomamente la terra rispettivamente alle kibitka ed agli aul. Di contro,
qualsiasi avanzamento di posizione per s ed il proprio clan non era pi determinato da
qualche merito politico o militare, ma esclusivamente dalla connivenza con i russi. Cos
la pur debole meritocrazia vigente nella societ tradizionale, la stessa che aveva
permesso lascesa di alcuni khan e ribelli storici, venne ora ulteriormente
sterilizzata dallinaudito meccanismo della nomina da parte russa, che condizionava
dal principio la gi alterata farsa elettorale. Nel mentre era preclusa a priori la possibilit
di accesso alle cariche medio-alte, assegnate dal potere centrale esclusivamente a
funzionari e militari russi284. A sigillo di questo impianto amministrativo, denso di
implicazioni politiche, rimaneva il fatto ineluttabile che i funzionari kazaki, per quanto
fedeli e vicini ai russi che fossero, mancavano di qualsiasi competenza o visione
dinsieme del nuovo sistema amministrativo per poter assumere incarichi medio-alti.
Queste trasformazioni si fondavano logicamente su una nuova concezione giuridica
della terra, che venne dichiarata di propriet statale. Nella tradizione lidea di propriet
della terra non era poi cos estranea: ogni trib occupava un determinato territorio, entro
cui ciascun aul aveva il diritto di migrare. E quando sia guerre, che carestie non
obbligavano ad alterare i processi migratori, gli aul occupavano le stesse aree come
accampamenti invernali e seguivano gli stessi percorsi. Quindi per quanto esistesse un
semplice diritto di usufrutto, e non di propriet, lidea di un legame stabile con un
determinato appezzamento di terra non era del tutto assente. In seguito, nella fase di
transizione in cui allinfluenza russa si somm quella di uzbeki e tagiki spossessati, i
kazaki cominciarono spontaneamente a riconoscere la propriet privata della terra.
Inizialmente essa era legata alla costruzione di campi invernali permanenti: su di essi e
sui territori circostanti una famiglia poteva vantare dei diritti di propriet, trasferirli in
eredit o venderli. Successivamente questo trattamento venne esteso ai campi
coltivati285.
Ma poco pi in l, al termine di questo processo, lultimo intervento legislativo russo
alter definitivamente questo quadro pre-giuridico (cio basato su vaghe convenzioni
non codificate). La propriet statale delle terre ne rendeva lutilizzo una magnanima
concessione del potere centrale russo che, sottoponendo questi territori allo stesso
trattamento giuridico del resto dei territori imperiali, presumeva di potervi anche
esercitare lo stesso tipo di controllo. Cos gli aul vennero organizzati su base territoriale
e censiti, divenendo unit migratorie indivisibili e limitate negli spostamenti. Gli oblast
divennero il territorio pi ampio entro cui migrare, mentre era necessaria
unautorizzazione per varcare persino i confini del volost. Ovviamente i kazaki
trasgredirono regolarmente queste prescrizioni, almeno fino al momento in cui i russi
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fisso per yurta che aument puntualmente ogni anno, doveva coprire interamente tutti i
costi di mantenimento dellapparato burocratico291. Questa incomprensibile forma di
prelievo forzava, al pari dei commerci al nord, allutilizzo della moneta come strumento
di scambio e intaccava lautosufficienza dei nuclei famigliari, sempre pi dipendenti da
mercati esterni per la vendita di beni o servizi attraverso cui corrispondere al prelievo
monetario. Per giunta, lutilizzo della yurta anzich del bestiame come criterio di
tassazione fu particolarmente iniquo, poich se un nucleo famigliare occupava sempre
una sola yurta indipendentemente dal numero dei suoi componenti, questo criterio non
era indicativo del suo effettivo benessere292.
La colonizzazione del Kazakistan
Nella met del XIX sec. la Russia si trovava esattamente al bivio tra modernizzazione
e arretratezza. Nonostante i forti legami diplomatici, economici e ormai culturali con il
resto dEuropa, un cospicuo numero di rigidit sistemiche impedivano la definitiva
trasformazione della societ tradizionale.
Se fino a quel momento, la semplice dimensione, demografica o territoriale, e la
capacit di organizzazione militare erano stati sinonimo di potenza ed espansione,
la crescente industrializzazione ridefiniva le regole del gioco politico e militare
internazionale, consentendo la moltiplicazione delle risorse disponibili, se
adeguatamente messe a frutto. Fattori fisici complicavano ulteriormente la transizione:
un clima rigido che riduceva drasticamente qualsiasi attivit umana per molti mesi
allanno; un terreno di difficile lavorazione che limitava la produzione agricola
complessiva; risorse del sottosuolo difficilmente estraibili per le tecnologie esistenti
allepoca; grandi distanze che ostacolavano le comunicazioni ed i trasporti, limitando i
mercati allambito dei villaggi e delle comunit agricole; dispersione delle risorse
fruibili che incrementava i costi della loro accumulazione per lo sfruttamento
industriale. Inoltre, se fino a quel momento la crisi ottomana e la frammentazione
tedesca avevano facilitato il ruolo da gigante continentale per la Russia, la
conclusione del processo espansivo in Asia Centrale rivela le difficolt gi emerse ai
tempi della Guerra di Crimea, durante la quale le forze anglo-russe ebbero la meglio
sullesercito pre-industriale russo grazie ad eserciti pi esigui nel numero, ma meglio
equipaggiati ed addestrati, e a flotte meglio armate e allavanguardia per le
comunicazioni e gli approvvigionamenti293.
Il futuro militare del paese era allora strettamente connesso con il suo sviluppo socioeconomico. Ma la Russia era un caso pressoch unico in Europa per lesistenza di una
grande maggioranza della popolazione contadina ancora in condizione servile. Questo
stato di cose era lesito di un processo secolare che aveva specularmente altrettanto
definito e irrigidito la posizione dei nobili. Inoltre, la popolazione aumentava con una
velocit di circa il 3% allanno che manteneva la Russia il paese pi popoloso dEuropa.
Infine, tecnologie e forme di organizzazione del lavoro antiquate, come la semplice
rotazione tri-fasica delle terre padronali e la suddivisione delle terre comuni per il
sostentamento dei lavoratori incrementarono drasticamente le condizioni di povert
della servit della gleba294.
Le sollevazioni aumentavano conseguentemente in maniera sensibile, cos come
limproduttivit e i debiti dellaristocrazia. Leconomia era in stallo e la nobilt ne era il
freno principale: essa si limitava a fornire il proprio servizio rituale presso
lamministrazione imperiale, mentre lo sfruttamento dei servi non poteva tradursi in
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Ivi, p. 58
M.B. Olcott, op.cit, p. 87
G.J. Demko, op.cit, pp. 58-59
E.E. Bacon, op.cit, p. 100
M.B. Olcott, op.cit, pp. 86-88
G.J. Demko, op.cit, p. 74
siberiana, dal cui snodo di Omsk si cominci a costruire nel 1892 una deviazione in
direzione Orenburg308.
Completata a tempo di record nel 1896, essa avrebbe sensibilmente ridotto rischi e
tempi dellattraversata degli Urali. Inoltre, lorganismo governativo incaricato della sua
costruzione, il Comitato per le Ferrovie Siberiane, ricevette anche lincarico della sua
amministrazione ed attu delle politiche che influirono pesantemente sulla migrazione.
In particolare, ingegneri e lavoratori specializzati vennero inviati a partire dal 1893 in
Siberia e nel Kazakistan del nord per costruire dighe, pozzi, strade ed altre infrastrutture
lungo i due lati della linea ferroviaria. Lo scopo era costruire dei siti particolarmente
confortevoli per gli emigranti che avrebbero difeso con la loro stessa presenza fisica la
linea ferroviaria309. Infine, venne costituita allinterno del Ministero per gli Interni
unamministrazione separata per le questioni dellemigrazione nel 1896 con il compito
di pubblicizzare le nuove terre, come mai realmente fatto fino ad allora. Questi
provvedimenti prepararono alla formalizzazione nel 1904 della libert di movimento dei
sudditi attraverso lImpero310. Infine, vennero create 12 regioni di insediamento nella
Russia asiatica, di cui 5 in Kazakistan. Di l a poco, constatata la progressiva
conversione dei kazaki alla sedentariet, venne notevolmente incrementata la
percentuale di terra in eccesso: poche centinaia di dessyatine vennero lasciate ai
nativi, mentre ben 12 milioni vennero dichiarate a disposizione dei coloni311.
Cos limmigrazione slava trasformer progressivamente unarea etnicamente
omogenea e autosufficiente in una periferia imperiale ormai sconvolta dalla
ridefinizione degli equilibri demografici312. Questo fenomeno sar solo parzialmente
corretto dal ritorno di circa uno dei quattro milioni di emigranti giunti in Kazakistan e
che, incapaci di adattarsi alle nuove condizioni di vita, mossero nuovamente verso
lEuropa313. Limpatto dei tre milioni di slavi stanziatisi in pochi decenni, specialmente
nel nord, deline ugualmente uno degli elementi maggiormente caratterizzanti lo
scenario politico del Kazakistan moderno e contemporaneo.
Conseguenze socio-economiche
La perdita di controllo sulle proprie terre era iniziata con lAqtaban Shubirindi del
XVIII sec. A partire da questo momento le terre a disposizione per i pascoli non
raggiungeranno mai pi le estensioni precendenti, n saranno pi sufficienti per la
popolazione kakaza. La povert e linsicurezza determinate dalle lotte tra nomadi
portarono ad una prima sedentarizzazione spontanea della popolazione come espediente
provvisorio per la sopravvivenza, secondo le consolidate modalit previste dalla
tradizione. Ma di l a poco lavanzata russa lungo i margini settentrionali del paese
limit la possibilit di sconfinamenti alla ricerca di pascoli migliori nei momenti di
difficolt per lormai gi debole e diviso popolo kazako. Man mano che
lamministrazione russa si and radicando sul territorio steppico, il confronto e lo
scontro trovarono in essa il nuovo interlocutore.
Per motivi politici lagricoltura venne promossa tra i nomadi; specialmente quelli pi
vicini alla linea dei forti settentrionale cedettero spontaneamente alle lusinghe
dellagricoltura. Dopo il 1822, quando furono ormai palesi i primi segni delle
trasformazioni economiche indotte dalla presenza russa, la semina di piante divenne una
necessit per supplire al crescente numero di bovini richiesti per le esportazioni.
308
309
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312
313
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in gran misura convertirsi allagricoltura come braccianti, una volta che non poterono
trovare collocazione n a sud, dove buona parte dei terreni utilizzabili erano gi stati
convertiti grazie allinfluenza di Kokand, n a nord, dove la massiccia presenza russa
aveva gi condotto alla limitazione delle migrazioni. Normalmente questi non andarono
incontro ad alcun successo n come allevatori, n come agricoltori e ingrossarono le fila
degli autoctoni caduti in disgrazia e divenuti semplici lavoratori salariati. In altre parole,
se al nord la vicinanza russa aveva persino consentito ad una limitata schiera di
fortunati di assumere gli stili di vita europei grazie agli inusitati guadagni che il
commercio di bovini recava, questa fu abbondantemente compensata da una cospicua
mole di ex nomadi, ormai destinati a formare una sorta di proto-proletariato ben distante
dalle limitate e alterabili differenze di censo e status sociale che vigevano nella societ
tradizionale.
La situazione pi a sud fu invece meno drammatica, almeno fino alla costruzione della
Orenburg-Tashkent: il numero degli allevatori di successo era molto limitato, cos come
dei lavoratori salariati ridotti in quasi totale indigenza. La conversione allagricoltura fu
piuttosto indotta dagli sfollati uzbeki o tagiki, dungani o uighuri, le cui tecniche
risultavano essere comunque molto meno invasive da un punto di vista sociale o
ambientale. Il ritardo del processo non imped comunque la produzione di effetti
significativi.
Gi nellanno della conquista si svilupparono progetti per lirrigazione del DashtiKipchak, che da un punto di vista simbolico fu il terreno di incontro tra il tradizionale
passato agricolo, basato su tecniche rudimentali e artigianali, e il futuro agricolo russo,
basato su pianificazione degli interventi e della produzione, la creazione di ampie
infrastrutture idriche (nuovi pozzi, dighe, diversioni di fiumi, etc.), lintroduzione di
nuove tecniche di coltivazione317. Solo una forte centralizzazione politica poteva
daltronde farsi carico della coordinazione di una tale impresa, mentre solamente un
entit politica sufficientemente ricca, cio capace di drenare e accumulare ampie risorse,
poteva concretamente realizzarla.
Infine, nuove attivit economiche vennero introdotte o incentivate, cos come
apparvero nuovi mestieri. Gli investimenti britannici nelle nuove promettenti terre
dellImpero russo consentirono di scoprire nuove miniere di rame e carbone nel nord e
in Siberia, in cui si calcola lavorassero nel 1916 ben 18.000 kazaki, seppure come
semplici lavoratori stagionali spesso per accumulare il denaro necessario al
matrimonio318. Analogamente, solo le risorse e le esigenze occidentali potevano portare
allindividuazione di miniere di sale e incentivare la pesca, prevalentemente estranea
alla vita economica tradizionale319. Ma se fino a quel momento la pesca aveva
rappresentato una risposta alle mutate condizioni economiche analoga ai primi tentativi
spontanei di coltivazione, da questo momento i russi spingeranno intere comunit a fare
della pesca la propria esclusiva occupazione320. Verranno in questo modo a mancare i
presupposti della capacit di adattamento insita nelle pratiche economiche tradizionali e
si applicher un modello capace di produrre rigidit simili alla monocoltura. Ancora,
quando i lavoratori specializzati inviati tra le steppe per la costruzione di infrastrutture
ebbero necessit di manovalanza qualificata, introdussero una limitatissima percentuale
di kazaki ai segreti del mattone e del vetro, del metallo e del legno. Frequentemente gli
stessi kazaki divenirono cos i veicoli di queste novit nelle steppe tra le comunit di
appartenenza321. Non si trattava cio pi di un recupero di attivit artigianali
tradizionali, come la lavorazione del cuoio o lintagliatura di ossa, e della loro
317
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La posizione di Von Kaufman fu in realt molto meno banale. Si basava innanzitutto su estremo
pragamatismo e capacit dosservazione. I problemi di ordine pratico erano la distanza dalla madrepatria
e la necessit conseguente di ben pi ampie risorse di quelle disponibili. La capacit di osservazione
riguard tanto larea governata, cio le valli del Trkestan, quanto le stesse steppe kazake. Lesperienza
kazaka aveva infatti fornito con circa ventanni danticipo elementi per comprendere le future dinamiche
nel meridione. Il problema principale divenne allora la dirompente posizione dei tatari e dellIslam,
contro i quali lunico effettivo strumento rimasto fu a suo avviso lindifferenza delle istituzioni, cio
evitare che i predicatori tatari disponessero di un avvallo ufficiale per la propria azione di proselitismo,
senza per che questa fosse impedita causando un clima da persecuzione o incoraggiata dallinvio di
missionari ortodossi. Tuttavia, la compressione temporale degli avvenimenti al sud, dove le rivolte
religiose iniziarono solamente negli anni Novanta e la colonizzazione un decennio pi tardi (in
Kazakistan entrambi dagli anni Sessanta), oltre che le differenti linee seguite dai suoi successori,
esarcerbarono rapidamente i rapporti impedendo di poter valutare oggi leventuale efficacia di queste idee
(H. Carrre dEncausse, op.cit, pp. 159-163).
323
M.B. Olcott, op.cit, pp. 79-82
324
E.E. Bacon, op.cit, pp. 97-98
325
H. Carrre dEncausse, op.cit, p. 153
326
Ivi, pp. 159-160
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promosse cos studi storici e antropologici, mentre i poemi orali della tradizione
vennero trascritti. In maniera alquanto farsesca la ripresa delle tradizioni locali venne
quindi promossa da coloro che maggiormente avevano contribuito alla sua estinzione.
Ma daltronde proprio in quegli anni andava diffondendosi negli ambienti di corte russi
un vezzoso atteggiamento di compassione per questi eroi romantici, i nomadi liberi e
indomiti, che favor questa parentesi nostalgica332.
Ma ancora pi importante fu la nascita di scuole miste russo-kazake in sostituzione a
quelle religiose. Sorte inizialmente per lesclusivo impegno economico dei nobili locali,
le prime scuole elementari si diffonderanno rapidamente negli anni Settanta e Ottanta
dallarea del Turgai e degli Urali proprio per volont dellamministrazione russa333. In
esse a partire da un ukase del 1870 vennero sistematicamente applicate le idee del
pedagogo russo Ilminski, che gi era stato il promotore dellutilizzo dellidioma
nazionale tra i tatari dopo i disastrosi tentativi di passaggio al russo. In Kazakistan,
lutilizzo di un idioma nazionale, che verr formalizzato proprio da uno dei suoi allievi
in quegli anni, implicher lesclusione del tataro e dei tradizionali contenuti religiosi di
cui era portatore. Cos le nuove scuole fornirono unistruzione pi secolare,
principalmente finalizzata alla formazione di quadri intermedi, interpreti e impiegati,
fedeli allo Stato centrale. Tuttavia, alla rimozione dellistruzione islamica coincise una
sorta di iniziazione allortodossia cristiana. Lo scopo immediato di questa scelta era
evitare che dei musulmani disponessero di strumenti di istruzione avanzati. In secondo
luogo, nello scambio con competenze moderne, i russi intendevano far s che i kazaki
contraccambiassero il dono ricevuto agendo da mediatori tra i propri simili della
nuova religione. In questo modo essi avrebbero ampiamente contribuito al compimento
di un passo pressoch definitivo verso la civilizzazione, ora che la politica di
sedentarizzazione cominciava a dare risultati concreti. In questa direzione agiva anche
la necessit si sviluppare finalmente un idioma nazionale scritto334.
Tutte queste iniziative produrranno effetti significativi, bench non previsti alla pari
della islamizzazione di Stato. In primo luogo, la trascrizione dei poemi epici della
tradizione port alla codificazione di un linguaggio kazako letterario335. Come lingua
orale essa gi rappresentava un sufficiente elemento di distinzione dalle popolazioni
circostanti, oltre che un valido elemento di comunicazione e coesione sociale, posto che
le scarse differenziazioni dialettali esistenti consentivano una facile comprensione
dalluna allaltra parte del paese. Ora questo sostitu le due principali lingue letterarie
dellepoca, il tataro di Kazan e il chaghathay, e venne utilizzato come lingua
civilizzante anche per i kirghizi del Tian Shan336. La trascrizione facilitava la lettura,
cio la diffusione di idee non tradizionali e non adatte alla semplice diffusione orale,
mentre ufficializzava un simbolo particolarmente forte di unidentit che non era n
tatara, n russa, ma squisitamente e originalmente kazaka. In secondo luogo, nonostante
le limitatissime possibilit daccesso allistruzione russa, emerse un pur piccolo gruppo
di intellettuali kazaki. Composto principalmente da figli dellaristocrazia formatisi
A. Bennigsen & M. Broxup, op.cit, p. 21
Nel 1823 Zhangir Khan impose listituzione di corsi elementari nel periodo estivo; nel 1841
venne fondato il primo istituto superiore nelle steppe. Tra gli anni Settanta e Ottanta vennero creati
dormitori e corsi per la formazione di insegnanti kazaki. Risale al 1887 il primo dormitorio per le ragazze
kazake. Nel 1913 furono contate solamente 267 scuole elementari a livello di aul e 157 scuole miste
russo-kazake, mentre rimanevano pochissimi i ragazzi meritevoli e benestanti che frequentavano istituti
superiori russi nelle regioni confinanti. Tuttavia, le statistiche sul numero effettivo di studenti nelle scuole
civili sono estremamente parziali dato il ruolo svolto dalle scuole religiose, istituzionali o clandestine
(E.E. Bacon, op.cit, pp. 100-101).
334
A. Bennigsen & C. Quelquejay, LIslam en Union Sovitique, pp. 33-34
335
H. Carrre dEncausse, The Stirring of National Feeling, pp. 174-175, in E. Allworth (a cura di),
op.cit.
336
A. Bennigsen & C. Quelquejay, op.cit, pp. 31-32
332
333
78
presso le scuole militari di Omsk e Orenburg secondo gli standard russi e occidentali
pi che propriamente kazaki, questi agirono comunque da intermediari tra il mondo
delle steppe e quello russo, introducendo nelle prime le idee occidentali. In terzo luogo,
non solo i russi non riusciranno a sostituirsi ai tatari, ma avevano ampiamente
contribuito alla maturazione intellettuale e nazionalista della societ kazaka. In questo
magma di istanze religiose e civili, elitarie o popolari, si era comunque venuto a
formare un barlume di opinione pubblica, specie nei centri urbani. Da un lato,
listruzione secolare form persone in grado di leggere e scrivere e che diverranno
pubblico e autori della prima pubblicistica nazionale. Non solo: la diffusione della
lingua kazaka rimarr lunico elemento di congiunzione tra leducazione secolare russa,
che la promosse, e quella religiosa tatara, che comunque la accett, incentivandola
perch compatibile con le proprie istanze ideologiche e funzionale alla lotta al
dominatore infedele. Inoltre, non tutti gli individui formatisi negli istituti russi
abbandonarono lIslam: disponendo ora di un livello di istruzione relativamente elevato,
essi poterono fruire di libri complessi e partecipare del dibattito modernista in corso nel
mondo islamico dellepoca, cos come dei pi ampi dibattiti ideologici di inizio secolo,
rompendo lisolamento religioso tradizionale. Di contro, la mancata alfabetizzazione
delle masse era stata in parte sostituita dallislamizzazione, come deducibile dai poemi e
dalle canzoni popolari di questepoca. E proprio lIslam popolare, sempre pi dottrinale
e indottrinato, cominci a premere per il riconoscimento di maggiori diritti e libert
religiose, di cui la libert di movimento per compiere lhajj era semplicemente la pi
sonora e palese337.
La classe intellettuale kazaka
Il ruolo svolto dalle elites intellettuali dellepoca di difficile valutazione. Tre di
questi, Shoqan Shingis-uli Valiqhan-uli (Valikhanov, 1835-1865), Ibray Altynsarin
(1841-1889) e Abay Quananbay-uli (Kunanbaev, 1845-1904), mantengono tuttoggi la
loro fama nel pantheon culturale del paese, ma il cui successo venne promosso dai
sovietici che ne declamarono lazione progressista, cio filo-russa.
Il primo era un discendente dei khan dellOrda Media e dopo la prima formazione ad
Omsk, si trasfer a S.Pietroburgo come militare, dove visse a lungo come un autentico
dandy europeo dellepoca. Gi fervente ammiratore del mondo russo, il periodo di
S.Pietroburgo gli permise di sviluppare sistematici contatti con preminenti figure
dellepoca come Dostojevskij e di entrare a far parte della Societ Geografica Russa. In
nome dei suoi interessi antropologici egli comp numerosi viaggi nel Trkestan russo e
cinese, che gli permisero di riavvicinarsi alla sua cultura dorigine. E a lui che si
devono le pi antiche ricostruzioni storico-antropologiche sul Kazakistan, sviluppate
secondo attendibili metodi scientifici. La sua produzione, interamente in lingua russa,
rivela lestrema fiducia nellazione purificatrice che linfluenza culturale russa
avrebbe svolto contro lIslam, ritenuto una forza conservatrice. Mor tuttavia prima di
poter valutare gli esiti delle riforme del 1868338.
Il secondo, fu prevalentemente un educatore. Apprendista del pedagogo russo V.I.
Ilminskii, divenne un attivo promotore dellistruzione nella provincia del Turgaj, in
qualit prima di pianificatore, poi di amministratore e infine di ispettore scolastico. Ma
soprattutto ricordato per i suoi meriti nel campo linguistico: trascrivette per primo il
kazako basandosi sullalfabeto cirillico e lo introdusse assieme al russo al posto del
tataro nelle istituzioni scolastiche che amministrava ed in cui insegnava. Da questo
momento la sua riforma verr estesa al resto del paese, permettendo la diffusione
337
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79
dellidioma nazionale e dello stesso russo339. Fu anche il primo ad utilizzarlo per dei
brevi racconti, basati essenzialmente sulla tradizione e che rappresentarono il primo
caso di prosa secolare in tutta lAsia Centrale. Compil inoltre la prima grammatica
ed il primo dizionario russo-kazako. Come Valikhanov, egli avvert linfluenza russa
come positiva e nella sua opera listruzione divenne lunico strumento per la diffusione
di quelle competenze tecniche che avrebbero fornito al popolo kazako la possibilit di
sopravvivere340.
Abay Qunanbay inizi gli studi in una madrasa del Semipalatinsk e continu i propri
studi superiori presso un istituto russo. Abile parlatore in arabo, persiano e russo, oltre
che profondo conoscitore della letteratura occidentale, egli tradusse in kazako classici
orientali come Le Mille e una Notte od occidentali come opere di Lermontov, Pushkin,
Goethe e Byron (!). La sua produzione saggistica riflette di contro una profonda
conoscenza della letteratura classica greca, cos come della produzione occidentale
moderna e contemporanea, da Spencer a Spinoza fino a Darwin (!!). Pur privi
dellampollosit formale della poesia persiana, i suoi versi erano particolarmente
versatili per il canto dei bardi (aqyn)341. Le fonti sovietiche confermano lestrema
diffusione di questi versi mentre lautore era ancora in vita. La posizione russa pare
giustificabile in virt dellazione progressista e filo-russa svolta anche da questo
intellettuale. Tuttavia, a differenza dei suoi due predecessori di cui era pi giovane, egli
ebbe modo di apprezzare i dissesti della modernizzazione nelle steppe, sviluppando
osservazioni critiche sulla povert e il degrado della popolazione che lo avvicineranno
per certi versi allazione dei successori. Ciononostante il suo giudizio complessivo sulla
cultura russa rimase positivo, n elabor mai una posizione anti-russa342.
Ma partire dagli anni Novanta delle posizioni critiche cominciarono a raccogliersi
attorno alla Kirgizskaia Stepnaia Gazeta/Dala Vilayeti, supplemento settimanale
bilingue dellAkmolinskie Vedomosti, pubblicato dal 1890 al 1906. Questa gazzetta
includeva articoli di storia ed etnografia, racconti inediti e supporti tecnici per gli
inesperti agricoltori kazaki. Gli autori dichiaravano lurgenza di unistruzione secolare e
dellallontanamento del clero tataro. Ma nonostante limpianto filo-russo, secolarista e
modernizzatore, apparvero anche una serie di articoli dal titolo Fame nelle Steppe
che, anche grazie al loro successo, possono essere considerati il segno del passaggio da
posizioni acritiche a posizioni pi indipendenti e ponderate.
Un secondo gruppo di intellettuali oggi ricordato come Zar Zaman (Tempi
Difficili). Shortambai Kanai uli (1818-1881), Dulat Babatai uli (1802-1871), Murat
Monke uli (1843-1906) e Abubakir Kerderi (1858-1903) si impegnarono apertamente in
unazione di propaganda per la salvaguardia degli stili di vita e produzione tradizionali.
Nella loro proposta politica lIslam veniva visto come il sistema di valori che meglio
raggiungeva questo scopo primario. I russi invece divennero i principali responsabili
dellassedio politico ed economico da cui la societ kazaka doveva difendersi a tutti i
costi. Alcuni di essi scelsero la militanza al fianco di Kenisary Kasimov, lultimo
grande ribelle kazako. Dulat, che non si lanci nellavventura militare, vi partecip
invece indirettamente, ma in maniera non meno importante: i suoi poemi, tra cui in
particolare Ablai Khan divenne un vero e proprio inno tra le fila della resistenza
kazaka di quegli anni.
Il passaggio di decennio segn anche il passaggio dallidea dellIslam come elemento
di chiusura difensiva per la comunit kazaka ad elemento di apertura verso il mondo
esterno, con lo stesso scopo ultimo di preservare la comunit dallo smembramento
modernista. Lassenza stessa di un clero antico e radicato daltronde facilit lapertura
339
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si estese a macchia dolio: gli scioperi industriali proseguivano, ora organizzati dai soviet, bloccando la
vita economica; alcune unit della flotta si unirono alla sollevazione e apparve chiaro che la via della
repressione, per quanto ancora praticabile, sarebbe stata del tutto controproducente (A.Brown et al, op.cit,
pp. 103-104).
353
M.B. Olcott, ibidem
354
H. Carrre dEncausse, op.cit, pp. 179-183
355
Ivi, pp. 178-179
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Dal primo punto di vista, essi eranno aperti occidentalisti. Questo port a rinnegare in
toto il pan-islamismo, sbeffeggiato come utopia orientale, e trascurare il
panturchismo, invece fiorente tra i religiosi. Dal secondo punto di vista, cio lo
schieramento nellorizzonte politico pre-rivoluzionario russo, la maggior parte di questi
intellettuali si schierer con i liberali del partito democratico-costituzionale. Tuttavia,
essi andranno costituendone la sinistra, molto pi esigente verso il potere centrale. Lo
stesso Alash Orda, la principale formazione partitica secolarista fondata in occasione
della prima elezione dei rappresentanti locali nel dicembre 1905 ad Uralsk, pur sempre
allineato con il partito democratico-costituzionale ed inizialmente vicina allUnione
Musulmana, era un movimento fortemente nazionalista. Se il quadro complessivo
rimase quello del rinnovamento e non dellabbattimento delle istituzioni, lidea portata
avanti dai secolaristi kazaki sar comunque la parificazione dei diritti di slavi e nonslavi368. Dopo la Duma maturarono posizioni ancora pi ferme rispetto ai russi a
rimarcare la distanza dalle ideologie di matrice tatara e religiosa. Il programma
rivendicava la totale auto-gestione kazaka della propria popolazione e del proprio
territorio, terre e risorse del sottosuolo incluse. Bukeikhanov, ormai leader dellAlash
Orda, divenne un instancabile difensore delle ragioni kazake. Nelle sue pubblicazioni
egli paleser la propria ostilit allo zar e la convinzione che lo sfruttamento del
Nel suo contesto originario lintelligencija rappresentava una classe sociale non definita da
criteri di censo ed estranea alla gerarchia ufficiale per limpiego nellamministrazione statale. Essa era
perlopi costituita da figli di nobili decaduti e pochi giovani provenienti dalle campagne, il cui solo
elemento in comune era laver compiuto studi superiori nelle grandi citt dellImpero. Questi furono i
testimoni consapevoli delle contraddizioni dello sviluppo socio-economico russo: rigidit sociali e pretese
di sviluppo economico. In particolare, essi videro nel potere zarista il principale ostacolo al
dispiegamento spontaneo degli effetti della prima industrializzazione ottocentesca. Assunsero infine
posizioni radicali, principalmente focalizzate allabbattimento del potere esistente ed alleguaglianza
sociale.
Gli intellettuali kazaki erano invece per lo pi pochi privilegiati, figli della nobilt tradizionale in
un contesto in cui lappartenenza famigliare continuava ad avere una notevole importanza. Essi erano cio
distinti da una posizione socio-economica, indipendentemente dalla loro vicinanza reale alla societ
dorigine. Se i rappresentanti della prima generazione rimasero parecchio distanti dalle steppe, quelli
delle successive poterono contare su questo prestigio ascritto quando cominciarono la propria azione di
mobilitazione delle masse. Questa differenza sociologica probabilmente la principale tra i due
movimenti: lintelligencija russa composta dagli orfani della modernizzazione non aveva nulla da
perdere, mentre i primi movimenti politici kazaki organizzati intesero mantenere le proprie posizioni
entro i binari della legalit e delle riforme, anche a causa dellimprovvisa esplosione delle rivolte e le
differenze di status tra slavi e non, che suggerivano una maggiore prudenza operativa.
Pi significative le analogie sul piano ideologico e politico, specialmente dopo il 1905.
Innanzitutto, entrambi i movimenti guardavano con ammirazione al contesto occidentale europeo, assunto
a modello dei cambiamenti. Questo spingeva allidea che tutti i sudditi o cittadini dovessero godere di
pari diritti ed opportunit. Anche i secolaristi kazaki assunsero spiccate posizioni anti-sistema, ma in
contrapposizione alla dualit del trattamento dei sudditi dellImpero ed in misura minore in riferimento ad
astratti ideali di giustizia. La dominazione russa era semplicemente una realt che doveva essere
accettata e per certi versi la posizione kazaka fu molto meno progressista, in quanto orientata al
mantenimento di alcuni caratteri della societ tradizionale. Lo stesso ascendente occidentale ebbe una
valenza molto pi ideologica e utopistica tra i giovani universitari russi, mentre per i giornalisti e
propagandisti kazaki Occidente era maggiormente sinonimo di un complesso di innovazioni
tecnologiche e culturali pi ampio e generico. LOccidente dei russi era poi prabilmente lEuropa
coloniale e delle crescenti democrazie dellepoca, quello dei kazaki rimase piuttosto la Russia stessa in
contrapposizione alle istanze locali pi tradizionaliste e conservatrici.
Esistono poi affinit e differenze sul piano operativo. Anche i kazaki cercheranno di agire da
educatori delle masse e nella stessa misura falliranno nei propri intenti, essendo il campo delleducazione
popolare essenzialmente monopolizzato dai religiosi.
Infine va considerato come lapparente coincidenza di posizioni e strategie sar la causa delle
ambiguit della partecipazione kazaka alla rivoluzione bolscevica, erede dellintelligencija ottocentesca
(Spunti e riflessioni da: Victor Zaslavsky, Storia del Sistema Sovietico. Lascesa, la stabilit, il crollo,
Carocci Roma 2001, pp. 41-49).
368
A. Bennigsen & C. Quelquejay, op.cit, pp.55-56
86
87
in piene steppe kazake, dove il legame storico con la Turchia era assai pi debole, il
clero musulmano seppe invocare il jihad come strumento di mobilitazione delle
masse371. E proprio la sollevazione popolare in Trkestan e Kazakistan per molti versi
fu la prima breccia ad aprirsi nella monoliticit del regime zarista372.
Infatti, allinterno dellImpero la prima conseguenza della guerra fu la sospensione
delle vie di comunicazione, cos che gli scambi si ridussero ad una dimensione
estremamente locale. Questo condusse inevitabilmente al crollo del prezzo dei bovini, il
cui mercato era immediatamente saturato dal limitato consumo locale, e ad una
crescente carenza dei beni provenienti dalla Russia. Bench esenti dal servizio militare,
in quanto ancora inorodtsy nonostante le riforme, ai kazaki furono richiesti svariati
sacrifici: donazioni di carne, pelli e cuoio; di cavalli per la cavalleria; lavoro gratuito nei
campi e nelle abitazioni degli slavi chiamati sul fronte. Nel mentre, aument la
pressione fiscale, venne sequestrato del bestiame senza contropartita, si continu nella
confisca di terra.
Nel giugno 1916 lesercito imperiale gi pativa gravi sconfitte, legate specialmente
alla carenza di approvvigionamenti. Venne allora sancita la costituzione di brigate di
lavoro obbligatorio formate dai lavoratori indigeni, lunica forza-lavoro ancora
disponibile. La coscrizione interess tutta la popolazione maschile dai 18 ai 43 anni di
Caucaso, Steppe e Trkestan. In Kazakistan verranno infine prelevati 87.000 uomini
dalla Semirechia, 60.000 dal Syr Darya, 50.000 da Uralsk, 40.000 da Akmolinsk,
60.000 da Turgai e 8.500 da Semipalatinsk373.
Cos come gli effetti della crisi economica vennero amplificati dallarbitraria
fissazione dei prezzi da parte dei commercianti russi, allo stesso modo gli effetti della
convocazione vennero peggiorati dalla sua interpretazione e applicazione374. Pi in
particolare, enormi problemi furono determinati dalla lettera ambigua del decreto, che
rendeva incomprensibile ai nativi chi ne fosse colpito e chi dovesse materialmente
occuparsi della scelta e dellorganizzazione della forza lavoro, facilit una lettura
arbitraria, differenziata caso per caso ed estremamente discriminatoria. La reazione fu
immediata non appena la notizia si diffuse tra gli aul, ma nonostante lampio
dispiegamento dellesercito il vero successo delloperazione dipendeva dalla
collaborazione di aqsaqal e mullah. E nonostante si preferisse in un primo momento
risparmiare gli individui oltre i trentunanni, la situazione cambi in proporzione
allutilizzo politico che essi ne fecero. Negli aul dove pi spiccata era la competizione
per il potere, i capi in carica inserirono puntualmente tutti i giovani conformi della
fazione rivale, escludendo per famigliari ed alleati. Questi divennero le prime vittime
della violenza, seppure la portata degli avvenimenti successivi distolsero i pi dal
continuare la collaborazione con i russi.
La rivolta esplose il 2 luglio in Semirechia e Syr Darya e di l a poco nel resto della
guberniia: il 4 a Samarcanda, l11 a Tashkent e poi nel Fergana. Larrivo della rivolta a
Tashkent segn il primo coinvolgimento dei nomadi kirghizi e kazaki. Nel mese di
Agosto gruppi organizzati di qualche migliaio di persone e composti da kirghizi, kazaki
e uzbeki presero di mira le vie di comunicazione. Dapprima la linea ferroviaria
Orenburg-Tashkent; poi le stazioni telegrafiche e gli uffici postali lungo la strada che
univa Tashkent e Vernyi; infine per tutto il mese lintera rete stradale rimase sotto la
minaccia di imboscate. Ma in settembre nove compagnie dellesercito e quattro
distaccamenti cosacchi guidati dal generale Lavrentiev riportarono lordine con la
forza. Nei due mesi successivi vennero compiuti rastrellamenti aul per aul per scovare
chiunque si fosse opposto alla coscrizione. Interi villaggi, giudicati collaborazionisti,
371
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374
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vennero bruciati. Alla fine di ottobre si contavano alcune migliaia di morti e circa
300.000 sfollati. Alcuni rimasero al sud in attesa di essere riaccampati, alcuni si
spinsero al nord per unirsi agli scontri, ma circa un terzo della popolazione migr in
Cina375.
Tra i kazaki si distinse negli scontri attorno a Vernyi Tokash Bokin. Come Turar
Ryskulov egli sar in seguito uno dei protagonisti della presa del potere bolscevica nelle
steppe. Questultimo sar uno tra i primi kazaki dopo la sollevazioni a Tashkent a far
ritorno per organizzare la rivolta nelle steppe, dove a partire da met luglio consigli di
aqsaqal si riunirono periodicamente ed assunsero la guida della sollevazione. A
cominciare da settembre si pu parlare di una resistenza organizzata ed efficiente anche
per il settentrione, seppure gi ad ottobre la resistenza venne smorzata dallarrivo dei
rinforzi provenienti dal Trkestan del generale Lavrentiev.
Mentre anche i collaborazionisti del nord venivano inseguiti e giustiziati e la masse
costrette ai lavori, il cuore della rivolta si spost a occidente, nellarea oltre lUral. Qui
Amangendy Imanov (1873-1919) riusc a mobilitare e coordinare un esercito di ben
20.000 uomini che port a segno il maggiore risultato strategico della rivolta con
lassedio di Turgai. Isolata completamente, la citt venne tenuta in scacco dalla met
dottobre per un intero mese. Ma alla fine di novembre ancora le truppe di Lavrentiev
avevano gi disperso i combattenti, dopo aver falciato tutte le resistenze incontrate
lungo il cammino.
Dal canto loro, dopo una breve esitazione iniziale che gli aveva visti appoggiare lo zar
in guerra e osteggiare la sollevazione popolare, anche i nobili intellettuali kazaki
dovettero convertirsi alla causa della rivolta per non esserne travolti. Essi temevano
infatti la concorrenza di aqsaqal e mullah che palesarono in questoccasione la capacit
di coagulare consensi e malcontento in presenza di condizioni favorevoli. Tuttavia, se
lappoggio esterno e logistico alla sollevazione si fece sempre pi palese e
determinante, rimase importante fino allultimo non cadere nella trappola della censura.
Lapproccio editoriale non pot che essere prudente, imperniato su una linea che
ribadisse le ragioni kazake pur condannando gli eccessi di violenza di entrambe le parti.
Questa moderazione gioc a favore delle autorit russa che fino allultio enfatizzarono
la disponibilit a collaborare di alcuni settori della societ in rivolta. Tuttavia, i pi
giovani tra gli intellettuali seppero abbondantemente riscattare la categoria attraverso un
massiccio supporto logistico ed organizzativo, che spesso si rivel essenziale per la
durata e le proporzioni della lotta.
Alla vigilia dellabdicazione di Nicola II (27 febbraio 1917), la rivolta nazionalista era
stata pressoch completamente smantellata, nonostante il supporto totale da parte della
popolazione e delle sue avanguardie. La repressione fu puntuale e massiccia, bench
di difficile valutazione. Alle perdite legate direttamente agli scontri, vanno sommate
quelle determinate dalle fughe di belligeranti e non verso le zone pi ostili e inabitate
del paese, deserti e montagne, cos come ai lunghi percorsi migratori verso la Cina o le
valli. La permanenza nelle prime garantiva scarse possibilit di sopravvivenza, mentre
non sempre gli sfollati poterono trovare una nuova collocazione o essere accolti dalle
popolazioni locali. Le perdite legate allabbandono di terre e alla morte di bestiame
spinsero poi i pi volenterosi e validi a tentare la via del ritorno dopo che la rivolta era
stata sedata. Pochi riuscirono nellimpresa e questi dovettero ammirare il desolante
scenario delle propriet distrutte per vendetta dai russi o dei campi ulteriormente spartiti
e occupati da estranei. Con un pizzico di cinismo si potrebbe quindi conclusivamente
affermare che il contributo kazako alla sconfitta dello zarismo sar del tutto indiretto,
involontario e non pianificato: le perdite complessive in termini di produzione agricola
e soprattutto allevamento furono infatti cos massicce che, pur scaturite dai sacrifici
375
89
376
Non si pu certo affermare che sia stata la sollevazione kazaka a determinare il crollo dello
zarismo. Certo che questa si svilupp in un momento particolare inserendosi in unamalgama di fattori:
la guerra stessa, larretratezza tecnologica, la crisi economica e il malcontento politico semplicemente
acutizzati dal conflitto. Tuttavia, il mancato sostegno kazako allapprovvigionamento di beni come
cavalli, pelli e carne, ed il loro rifiuto di costituire le milizie di lavoratori loro imposte e il massiccio
dispiegamento di truppe per la repressione, privarono senzaltro il fronte vero e proprio di molteplici
energie.
377
M.B. Olcott, op.cit, pp. 118-126
90
91
gli elementi che rompono la monoliticit del quadro. E la sfida di questo capitolo risiede
esattamente nel tentativo di argomentare come la societ tradizionale, un miscuglio di
pregressi elementi clanico-nomadici e ben pi recenti sentimenti di appartenenza
islamica, si siano in qualche maniera adattati, trasformandosi a loro volta in una nuova
originale sintesi.
Certamente, queste risposte dipenderanno in buona parte dagli input provenienti dal
centro e questi a loro volta dalla percezione variabile dei problemi legati alla nazionalit
avuti da Mosca, cos come dalle ridefinizioni ideologiche o operative che le lotte al
potere al Cremlino hanno autonomamente determinato. Perci, come compiuto per il
periodo russo, lanalisi delle oscillazioni dellorientamento di Mosca rispetto al
problema delle nazionalit rimane una necessit insostituibile, che agir in maniera pi
o meno evidente nel corso di tutta la trattazione. Ma se convenzionalmente si riconosce
la pi classica periodizzazione tra periodo leninista, staliniano, brezhneviano e
gorbacioviano, valida da ultimo anche per le politiche delle nazionalit380, le necessit
argomentative di questo lavoro impongono di soffermarsi principalmente sulle prime
due. Da ultimo unimportante specificazione riguarda proprio la periodizzazione e la
scelta di considerare il periodo sovietico come conclusivo dellintero lavoro.
Questo conduce direttamente ai latenti problemi di metodo, categorizzazione ed
analisi che deliberatamente si deciso di escludere da questo lavoro381, ma che ne
rappresentano limplicita cornice e si presumono strumenti compiutamente a
disposizione di chiunque si occupi di analoghi problemi politologici. In questa sede,
bastano le seguenti considerazioni. Innanzittutto, rimane corretta lintuitiva
considerazione per cui uno stato tale dal momento in cui in grado di esprimere la
propria sovranit allinterno ed allesterno del paese, cio garantirsi il monopolio della
forza per lordine interno e la gestione delle dispute, nonch provvedere alla difesa da
eventuali attacchi esterni. Questo assolutamente corretto anche per il caso kazako e
condurrebbe teoricamente (almeno) fino al 1991, anno del crollo del URSS e
dellindipendenza non-combattuta delle repubbliche sovietiche centrasiatiche. Nel
periodo sovietico infatti esse erano sottoposte ad un regime interamente coloniale, con
una forma istituzionale stabilita da Mosca, vertici scelti da Mosca, una presenza militare
dipendente da Mosca e una totale assenza di potest circa le scelte di politica estera.
Questi limiti erano infine solo in parte giustificabili con la forma federale del regime
sovietico.
Tuttavia, un territorio e la corrispondente popolazione non hanno necessariamente
sperimentato il formarsi di un apparato statale in relazione allindipendenza territoriale,
come lesperienza degli stati-nazione europei indurrebbe a credere. In essi il percorso di
formazione della nazione stato strumentale alla formazione dello Stato e venne poi
rappresentato come coincidente dal punto di vista temporale. Anzi: lo Stato, una volta
garantita in vario modo la maggiore omogeneit etnica possibile, stato presentato
come una conseguenza fisiologica dellesistenza di una nazione. Ogni popolazione
insediata in un dato territorio ha dato cos apparentemente origine ad una corrispondente
(e necessaria) entit politica autonoma e (in senso ampio) definita etnicamente, cio per
tradizioni, lingua, cultura, storia comune, etc. Ci non toglie che spesse volte anche
nella patria europea dello Stato-nazione le minoranze pi irriducibili siano state
assorbite da un apparato statale etnicamente disomogeneo, in cui cio maggiore
dignit giuridica stata riconosciuta alletnia prevalente. I loro diritti sono stati
normalmente a lungo repressi, sia come individui che come gruppi di persone.
Geetha Lakshmi, Ethnic Conflict in Central Asia. A comparative Study of Tibet and Kazakhstan,
New Dehli 2003 pp. 25-35
381
Nella seguente argomentazione ha svolto un ruolo rilevante la parte metodologica dellopera di
Katrin Benner (Die vielvlkerstaat Kasachstan, Ethnische Heterogenitt in friedlicher Koesistenz, Lit
Verlag, Hamburg 1996, pp.11-20), significativamente riferita al caso kazako.
380
92
Solamente nel lungo periodo, se sopravvissuti, essi hanno potuto ottenere dei
riconoscimenti. Ma lesperienza stessa dello Stato stata cionondimeno essenziale per
la successiva affermazione o negazione delle proprie specificit culturali.
Infine, va tenuto a mente che per quanto rilevanti le evoluzioni sul piano giuridicoistituzionale, interessa qui registrare i cambiamenti e la maturazione sul piano della
coscienza politica del popolo kazako. Ed innegabilmente il periodo sovietico avr su di
essa un effetto definitivo. Gli assetti politici ed amministrativi sono il pretesto, il dato di
partenza da cui ricavare quali fossero i cambiamenti culturali sottostanti o conseguenti.
Lorganizzazione stessa di una repubblica kazaka separata fin dal principio sottolinea il
riconoscimento ai kazaki di alcune peculiarit distintive. Non si tratt cio pi
solamente di riconoscere delle differenze geografiche, quindi storiche od etniche, di
ritagliare un territorio amministrativo in funzione del grado di resistenza armata o
culturale al nuovo conquistatore. Si tratt ormai di prender atto della capacit di mimesi
della cultura kazaka, come daltronde la precedente esperienza autonomista di governo
aveva recentemente palesato. E la scelta staliniana di ritagliare i confini delle
repubbliche centrasiatiche sulla base delle etnie prevalenti in un dato territorio
(probabilmente il tratto pi caratteristico dellesperienza coloniale sovietica in Asia
Centrale) semplicemente rafforzer in Kazakistan unevoluzione che si era gi definita
in precedenza in maniera spiccata.
Gli effetti della Rivoluzione di Febbraio
La Rivoluzione di Febbraio (Marzo 1917) era iniziata come un movimento spontaneo,
non guidato da alcuna forza politica specifica, n al di sotto di qualsivoglia stendardo
ideologico. Essa rappresentava il culmine fisiologico di una crisi ben pi vasta, dato che
gli insuccessi, le morti e le perdite territoriali degli ultimi mesi servirono solamente a
portare al definitivo collasso leconomia nazionale382. Come nel caso della Rivoluzione
del 1905 questi eventi furono assolutamente indipendenti dai territori centrasiatici, dai
loro problemi e perfino dalle recenti rivolte: la crisi del regime scatur dal suo cuore, la
Russia, e da qui and diffondendosi nel resto dellImpero383.
Nellimmediato, lavvenimento venne accolto in maniera estremamente positiva dai
kazaki: esso non aggiungeva nuovi morti o danni materiali, mentre sospendeva la
repressione zarista seguita alla sollevazione dellanno precedente384. Infine accendeva la
speranza che il logorante conflitto potesse conoscere una rapida fine, mentre la caduta
del regime potenzialmente apriva nuovi spiragli alla revisione della politica delle
steppe385. Al contrario, tra i coloni, il clero e gli amministratori russi, accanto al
differente coinvolgimento emotivo o politico per la caduta del regime, prevalse
unanimamente il timore di perdere posizione, prestigio e propriet in tutta lAsia
Centrale. Un nuovo istinto di unitariet prese piede a livello locale e specie tra coloro
che, come amministratori o militari, erano stati tra i promotori o esecutori delle recenti
rappresaglie e punizioni386. Le due principali componenti della popolazione del
Kazakistan si osservavano con diffidenza in attesa di passi falsi e maggiori certezze
sullevoluzione degli eventi a Pietrogrado. Nessun abbraccio aveva sigillato la caduta
del regime tra queste due popolazioni, che si sentivano parimenti legittimate ad
occupare la stessa terra, senza che la sua occupazione per il breve tempo di una sola
V. Zaslavsky, op.cit, pp. 51-53
Marco Buttino, La Rivoluzione capovolta. LAsia Centrale tra il crollo dellimpero zarista e la
formazione dellURSS, LAncora del Meditteraneo Ed, Napoli 2003, p.105
384
Martha Brill Olcott in The Kazakhs, Hoover Institution Press, Stanford 1995, p. 130
385
M. Buttino, op.cit, p. 106
386
Hlne Carrre dEncausse, The Fall of the Czarist Empire, p. 215 in Edward Allworth (a cura
di), Central Asia. A century of Russian Rule, Columbia University Press, New York London 1967
382
383
93
generazione potesse essere stato sufficiente a farle sentire parte di unentit distinta e
separata dalle lontane, spazialmente o storicamente, comunit dorigine, cui entrambe
continuavano a fare riferimento. Daltronde, lassenza stessa di un colore politico nei
distanti avvenimenti appena occorsi, cos come di specifici vincitori (come accadr
invece nel novembre successivo) dinnanzi allunico sconfitto certo, lo zarismo, imped
contraccolpi violenti a livello regionale, portando piuttosto ad un clima di attesa. Tutte
le differenze politiche tra sostenitori e avversari dello zar sfocavano poi agli occhi dei
nativi, quotidianamente indeboliti dalla presenza di un unico straniero, indistinguibile
nella sua omogenea e materialissima occupazione delle risorse locali. Specularmente,
nessuna differenziazione ideologica tra i russi, fossero questi cadetti, marxisti o
socialisti rivoluzionari, apriva autentici spiragli verso le ragioni delle popolazioni
indigene387.
Sia per lesattezza storica che per cogliere lautentica dinamica degli avvenimenti
successivi, le loro conseguenze politiche devono essere valutate almeno da tre distinti
punti di vista che, pi o meno direttamente, determineranno specifiche conseguenze
allinterno del Kazakistan: quelle a livello di Impero, cio di sistema e valide per tutte
le popolazioni prima sottoposte allo zar; quelle per le popolazioni musulmane di
Russia nel loro insieme e come portatrici di interessi comuni; infine in termini di
prettamente locali, cio delle specifiche conseguenze per il popolo e il territorio kazaki.
Nel primo caso, la principale conseguenza nel periodo di tempo che separa dalla
Rivoluzione di Ottobre la precariet politica incarnata dal Governo Provvisorio.
Questo era stata il principale lascito di quegli avvenimenti, senza alcuna possibilit per
le colonie di influenzarne la formazione e lindirizzamento politico: dal cuore
dellImpero era giunta la crisi, dallo stesso sarebbero ora dovute provenire le indicazioni
per la sua gestione istituzionale. Dal canto suo, il nuovo organo doveva ponderare le
istanze di democraticit intrinseche nella rivolta e la questione delle nazioni, cio il
problema delle colonie: aree e popolazioni fino ad allora in posizione subalterna388. La
debolezza intrinseca del Governo lo render presto incapace di gestire le varie etnie
non-russe, di norma collocate alla periferia dellImpero e verso le quali lintento di
russificazione era mediamente fallito (almeno come acquisizione passiva di una forma
mentale esogena). Per giunta, la decisione di proseguire il conflitto fece ulteriormente
rinviare la soluzione di tutti i principali problemi conseguenti il cambiamento di regime
alla convocazione di unassemblea costituente389. Era infatti necessario non inimicarsi i
vari leader etnici ed altrettanto mantenere lappoggio delle comunit slave locali390.
A differenza delle altre popolazioni centrasiatiche e al di l delle questioni
istituzionali (assetto del nuovo stato, etc.) o politiche (status delle minoranze, etc.), il
principale problema kazako rimaneva quello della terra: bloccare la colonizzazione e
387
I borghesi optavano per unopzione moderata, che implicasse una redistribuzione di diritti e
possedimenti, che si doveva rivolgere principalmente contro i nobili del regime defunto, pur senza
compromettere le poche posizioni economiche loro riconosciute fino a quel momento e piuttosto
consentendo una emersione politica impossibile fino ad allora. I marxisti tutti, non ancora distinguibili in
menscevichi e bolscevichi, identificavano come propria base sociale il proletariato, secondo il dettato
marxista, con i contadini in una posizione di fatto subalterna. Infine, persino i socialisti rivoluzionari,
pure i pi vicini al mondo non-urbano, si rivolgevano comunque ad un mondo agrario e non ad uno
residualmente pastorale e semi-nomadico. Le specificit della questione kazaka sfuggivano alle maglie
delle ideologie.
388
M. Buttino, ibidem
389
H. Carrre dEncausse, op.cit, p. 214. Un decreto governativo del 19 marzo sanciva una
generica uguaglianza per tutti i cittadini, come primo passo verso le future e pi sistematiche riforme
civili. In linea di principio questo avrebbe potuto sancire, anche solo teoricamente, lequiparazione tra
russi e non. Tuttavia, la questione pendente era quella del riconoscimento delle specificit culturali di
gruppi di persone, le nazionalit appunto, a cui accordare pi o meno ampi diritti e prerogative.
390
M. Buttino, op.cit, p. 127
94
garantire ai nativi la terra. Ma negli oblast kazaki come in Russia, dove il Governo non
attu la tanto attesa riforma agraria, esso fu altrettanto incapace di assumere decisioni
definitive riguardanti lamministrazione delle steppe. Il Governo si limit piuttosto a
spedire un proprio rappresentante che doveva riferire della situazione in questa periferia
dellImpero, ma privo di reali poteri di intervento, se non quello di organizzare incontri
regionali per ottenere supporto popolare alle cause della Rivoluzione di Febbraio. Cos
mentre gli alti ufficiali zaristi venivano allontanati (o si dileguarono) senza essere
completamente rimpiazzati, a livello locale la vita quotidiana nei villaggi russi o kazaki
non sub autentiche modifiche391.
Solamente in aprile venne istituito un comitato governativo per il Trkestan a
Tashkent, le cui strutture e competenze rimasero tuttavia indefinite fino alla
Rivoluzione di novembre392, mentre le Steppe rimasero invece sotto il diretto controllo
statale. Le ragioni di questa scelta non sono di difficile valutazione: accanto alla
maggiore vicinanza al cuore dellImpero, la sommossa del 1916 non era ancora stata
completamente sedata in alcune aree steppiche allo scoppio della Rivoluzione di
Febbraio393, circostanza allarmante per il debole Governo, per giunta ancora impegnato
nella Grande Guerra. Per ragioni pratiche veniva cos ribadita la precedente divisione
amministrativa tra sud e nord, anche se le rispettive popolazioni kazake erano
accomunate dai medesimi problemi. Ed infatti, nonostante i residui di rivolta a nordovest fossero infine stati sedati e nonostante linterruzione dei lavori forzati, atto dovuto
per guadagnare la popolazione alla causa della nuova amministrazione, sia al nord che
al sud laddove la situazione concreta era pi tesa trovarono nuovamente spazio azioni di
violenza contro gli slavi ed i loro possedimenti.
Anche per evitare nuove sollevazioni, due milioni e mezzo di ettari vennero
rapidamente restituiti agli aul kazaki in Semirechia, da cui la rivolta era scoppiata. Ma
la questione della terra non verr mai sottoposta ad unanalisi sistematica: le steppe
potevano infatti ancora funzionare come territorio di sbocco per unulteriore
emigrazione slava che riducesse la pressione sociale nel cuore dellImpero, comunque
gravato dagli sforzi bellici e dalla disperazione che ne seguiva. Il desiderio dei kazaki di
avere un controllo pieno sui propri territori era eccessivamente ambizioso ed il debole
Governo non disponeva delle risorse per accondiscendere ad una decisione tanto
coraggiosa.
Ma neppure quando il Governo dichiar le steppe area di emergenza pot far fronte ai
necessari interventi e la condizione del popolo peggior ancora in totale assenza di
potere centrale. Erano ancora una volta gli aqsaqal a cercare invano di supplire alle
urgenze quotidiane con i pochi mezzi disponibili. Si dovette attendere il settembre di
quellanno perch venissero prese le prime decisioni di contingentamento: tutte le
aree confiscate, ma non ancora assegnate dovevano essere restituite allutilizzo
precedente; ulteriori lotti di terra vennero riaffidati ai nativi in Semirechia perch troppo
onerosi per lirrigazione; infine, vennero stanziati 11 milioni di rubli, con una media di
100 rubli per nucleo famigliare. Ma se questi interventi rivelano una crescente
attenzione verso le steppe ed una maggiore disponibilit di mezzi, giunsero senzaltro
con eccessivo ritardo rispetto alla prossima presa del potere bolscevica.
Nel tentativo di non vanificare le deboli iniziative intraprese, il Governo Provvisorio
selezion infine alcuni indigeni come funzionari governativi per le steppe e per il
H. Carrre dEncausse, op.cit, pp. 221-222
M.B. Olcott, op.cit, pp. 130-131. Si cap che fosse necessario individuare un centro da cui
svolgere inizialmente le funzioni di governo e a partire dal quale si sarebbe potuto estendere il controllo
reale sul territorio ed accrescere gradualmente la legittimit del nuovo governo su tutta lAsia Centrale.
La citt eletta a tale scopo divenne Tashkent, non troppo lontana dal cuore dellImpero e abbastanza
vicina alle estremit pi meridionali.
393
H. Carrre dEncausse, op.cit, pp. 213-215
391
392
95
Trkestan. In entrambi i casi questi non poterono che essere i secolaristi, che nonostante
i recenti fallimenti a livello centrale (in particolare, lelezione di Tinynshbaev a
Ministro dellAgricoltura), erano i pi consapevoli tra le forze in campo dei codici
politici e maggiormente affidabili per la passata esperienza parlamentare, oltre che
quindi per la moderazione dimostrata fino a quel momento. Cos gli sforzi kazaki in
questa fase non potevano che essere distribuiti su entrambe le amministrazioni:
Bukeikhanov e Baytursinov, tra gli altri, divennero i funzionari indigeni del debole
Governo nelle Steppe, ma il primo fu anche uno dei quattro musulmani al Comitato del
Trkestan che sostitu il governatorato. Ma si trattava ancora nella forma di
unorganizzazione russa, dipendente dai residui dellapparato imperiale, e nella
sostanza di una struttura troppo debole394. La via kazaka verso lo Stato non poteva
ancora compiutamente esprimersi.
Nel mentre, il nuovo clima di libert politiche e civili che la caduta dello zarismo
aveva determinato consent un intenso fervore intellettuale e politico che ricordava da
vicino il clima che aveva scosso lImpero nel 1905. Amministratori, militari, operai,
intellettuali, clero musulmano e ortodosso, tutti si sentivano chiamati a prendere parte al
dibattito in corso sul futuro assetto politico. Per tutto lintervallo tra le due Rivoluzioni
questa atmosfera rimarr, con i problemi delle steppe in Kazakistan, la principale
caratteristica in tutta lAsia Centrale. Tuttavia, lo status coloniale e il regime militare
rafforzato dalle recenti rivolte rendeva molto pi complicato svolgere qualsiasi ruolo
reale nel processo decisionale395.
Ciononostante sia tra i kazaki del nord che del sud la ripresa dellattivit di stampa ed
il fiorire dei circoli dei giovani intellettuali consentirono in questo breve periodo
unulteriore significativa maturazione della riflessione e dellautocoscienza nazionalista.
E su tutti la precedente generazione di intellettuali-attivisti ebbe un ascendente
notevole396. Questa era sopravvissuta alle repressioni stolypiane e, ricostituitasi in un
circolo nazionalista gi nel 1912 (subito dopo la morte del Primo Ministro nel 1911),
aveva riunito gli sforzi dei propri componenti sulle colonne della nuova testata Qazaq,
fondata lanno successivo397. Sia le posizioni pi radicali che quelle pi moderate che
emergeranno nellestate del 1917 troveranno puntualmente spazio su Qazaq, che si
guadagner cos un notevole prestigio come principale, seppure non esclusiva, arena
politica nazionale. Ma nonostante lautorevolezza di questi pensatori, nessuno era in
grado di chiudere lagenda del frenetico discorso politico di quel momento o imporre la
direzione delle riflessioni, posto che si tardava a trovare posizioni definitive e che non
dovessero essere riviste continuamente in base alle incerte risposte del Governo e
allirregolare reazione popolare398.
Certamente in questa primissima fase tutte le elites secolarizzate emersero quindi
notevolmente rafforzate. Esse rappresentavano un tramite inevitabile per tutti coloro che
consapevolmente (sempre pi numerosi per laccresciuta istruzione ed alfabetizzazione,
ormai di terza-quarta generazione) intendevano ottenere lautodeterminazione e
necessitavano perci di tramiti competenti e dotati di esperienza diretta (quella nella
Duma) per essere iniziate alle questioni di potere dellImpero non-zarista, decadente
ma ancora integro territorialmente nel 1917. Daltronde, la stessa natura della
sollevazione, non violenta e indolore, e lapparente clima di legalit sembrava rendere
ancora una volta possibile, come era accaduto nel 1905, poter perseguire le proprie
ragioni politiche in un quadro di dialogo, concessioni contro collaborazione. E proprio
394
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Questo convegno era in realt tricefalo: accanto allincontro propriamente politico, vi fu anche
un congresso religioso, dal 21 luglio al 2 agosto, ed uno militare, dal 17 luglio al 2 agosto (A. Bennigsen
& C. Quelquejay, op.cit, pp. 78-82).
102
potessero partecipare a novembre alle sedute istitutive del governo. Purch eletti, i
rappresentanti di tutte le componenti politiche, religiose o laiche, conservatrici o
progressiste, avrebbero potuto prendervi parte. Tuttavia, era precisa speranza dei
convenuti di Orenburg che emergesse unAssemblea compatta, se non unanime. Questo
avrebbe fatto assumere un maggiore peso alle delegazioni inviate a Pietrogrado a
rappresentare i kazaki presso il Governo, allassemblea costituente di futura
convocazione e presso il Consiglio Nazionale dei Musulmani di Russia. Un maggiore
peso allesterno, stabilmente cementato dal consenso interno, avrebbe quindi consentito
il mantenimento della nuova entit amministrativa pan-kazaka 418.
Il Governo dellAlash Orda e lopposizione
Esattamente come gli eventi del 1905 o del Febbraio dello stesso anno, anche la
Rivoluzione di Ottobre (24-25 novembre) discese sugli abitanti dellAsia Centrale senza
che questi potessero aver influito su di essa o potessero avere sufficiente conoscenza
degli eventi successivi419. Senza dubbio per, a causa dellevanescenza del potere
destituito (il Governo Provvisorio), le implicazioni a livello di Impero furono molto
meno facili da valutare. Si era innanzitutto trattato di un Putsch messo in atto da un
manipolo di persone e che aveva causato solamente una quindicina di morti e non di una
sollevazione di massa come nel Febbraio420 e data la scarsa presenza sociale o
intellettuale in Kazakistan di tutte le forze socialiste (rivoluzionarie, mensceviche o
bolsceviche), non vi fu inizialmente alcuna alterazione delle leadership politiche
esistenti.
Ma per quanto quegli avvenimenti avrebbero richiesto tempo per dispiegare
compiutamente i propri effetti, la presa del potere bolscevica avvenne appena una
settimana prima del nuovo Congresso pan-kazako che, come deciso a luglio, avrebbe
dovuto dichiarare lautonomia della regione. Per quanto il cambio al vertice non ne
impedisse lo svolgimento, la sua stessa ratio ne risult inevitabilmente alterata. Di fatto
tutte le proposte elaborate fino a quel momento presupponevano il Governo
Provvisorio: esso era lestensione logica delle idee emerse con la caduta dello zar e nei
suoi esponenti potevano riconoscersi le stesse leadership kazake. Per istruzione, censo e
impegno politico, i secolaristi kazaki avevano potuto lavorare fianco a fianco con tutti i
riformisti e contribuire allelaborazione stessa di quelle idee che ne avevano orientato le
faticose iniziative. Lautonomia stessa era infine un modo per aiutare la presenza del
Governo nelle Steppe: senza un controllo diretto e stabile della regione, come avvenuto
in quegli ultimi mesi, lanarchia e la povert che ne sarebbero derivate sarebbero infatti
sfuggite di mano a Pietrogrado e quindi alle stesse elits locali. Ma da un lato la caduta
del Governo e dallaltra lo scarso appeal del socialismo nel paese, riaprivano
completamente il dibattito: indipendenza o autonomia? Mentre Qazaq ribadiva
lintenzione di rimanere entro il quadro delle richieste definite in precedenza, un nuovo
congresso ad Orenburg (5-13 dicembre) ribadiva la necessit di un governo kazako che
godesse della fiducia del popolo. I secolaristi ritenevano sempre di pi di essere la sola
forza capace di farsi carico di questonere e le disposizioni finali segnarono
puntualmente una nuova presa di posizione.
Lex Steppnoj Kraj, ribattezzato ora Alash, avrebbe disposto di un organo esecutivo
collegiale (Alash Orda) composto da 25 membri, di cui 10 russi o di altre minoranze,
cos che queste potessero essere salvaguardate fin dai primissimi istanti. Il nuovo
governo avrebbe poi disposto di una corpo di polizia per riscuotere le tasse, avrebbe
potuto contrarre debiti, condurre negoziazioni diplomatiche autonome, stilare una
418
419
420
103
propria carta fondamentale e farsi garante delle elezioni a livello locale per lassemblea
costituente. Si pu facilmente notare come il baricentro degli equilibri tra centro e
periferie sia considerevolmente slittato a favore delle seconde in queste ultime
formulazioni. La stessa parola autonomia, almeno come intesa nel corrente lessico
politico italiano, indica piuttosto una condizione federale estremamente flessibile ed
eccentrica.
Si raggiunse poi un accordo unanime attorno alla questione dei confini: anche gli
oblast di Syr Darya e Semirechia sarebbe dovuti essere inclusi nella giurisdizione del
nuovo governo. Questo per implicava un nuovo problema: da un lato, la contrattazione
con le autorit del Trkestan, dallaltro il problema di come avrebbero potuto reagire le
popolazioni del sud. Di fatto, anche nel caso in cui i kazaki avessero accettato
unanimamente la nuova soluzione, essi costituivano una delle molteplici componenti
etniche presenti. La questione dei confini port ad una nuova divisione sulle strategie da
seguire, posticipando cos anche linsediamento del governo stesso. Da un lato le
popolazioni di Uralsk, dellOrda Interna e del Syr Darya affermavano che si dovesse
dichiarare immediatamente lautonomia e che le popolazioni del sud si sarebbero
volontariamente unite subito dopo: unentit politica stabile sarebbe stata lindiscussa
alternativa vincente allanarchia in cui esse versavano e lappello allunit politica di
conseguenza irresistibile. Dallaltro le fazioni rimanenti, cio la maggioranza, preferiva
aspettare lesito delle future negoziazioni, fatto che avrebbe anche consentito di
costituire la milizia in tempo per la formazione del governo. Emerse infine un
compromesso che rinviava di un solo mese lormai inesorabile autonomia, ma garantiva
al padre del nazionalismo Bukeikhanov, stavolta parte della minoranza, la presidenza.
In questo mese, infine, lo stesso Bukeikhanov avrebbe potuto spostarsi da Orenburg
verso Semipalatinsk, scelta come sede del nuovo governo.
La vera questione rimase la formazione della milizia. Quasi per definizione, era
necessaria unentit dipendente dal potere centrale che monopolizzasse la forza per
mantenere lordine interno e lo difendesse da eventuali aggressioni esterne. I singoli
oblast avrebbero disposto di un contingente composto e foraggiato dai rispettivi uezd,
ma armato direttamente dal governo centrale. Cera grossa aspettativa circa il ruolo che
i cosacchi avrebbero potuto svolgere nel nuovo esercito. Lo stesso successo
dellesperimento dipendeva in buona sostanza dalla capacit di garantirsene la fedelt e
disporne come addestratori di reclute ed ufficiali421.
E difficile valutare con esattezza lazione complessiva dellAlash Orda: i fatti relativi
alla sua esistenza si sono dispersi tra i giudizi e la censura politica sovietica, specie
dopo il giro di vite staliniano negli anni Trenta. Interi archivi tuttora sigillati
impediscono di avere accesso alla copiosa documentazione allepoca, atti ufficiali dei
convegni e le numerose testate giornalistiche, che con quasi totale certezza hanno
registrato fedelmente e continuamente informazioni e dettagli sullaccaduto.
Vaghe notizie riguardano la composizione del principale organo esecutivo del
governo, formato da otto membri, uno per oblast, uno per lOrda Interna e il Presidente
Bukeikhanov, e ben quindici deputati non-kazaki. A questo si affiancavano degli organi
regionali o provinciali, cio dei comitati governativi per ciascun oblast. Nel febbraio del
1918 il governo era certamente responsabile delle popolazioni kazake dei quattro oblast
settentrionali ed in misura minore di quelli meridionali422, dove il potere effettivo
M.B. Olcott, op.cit, pp. 137-140
Pi avanti, in piena crisi dellalleanza con i cosacchi, il governo riusc comunque a prendere
delle decisioni importanti: in risposta al potere bolscevico vennero dichiarati nulli per il territorio delle
steppe e la popolazione kazaka tutti gli accordi da questo stipulati; vennero istituiti dei tribunali speciali
in caso di tradimento; venne stabilita la propriet privata della terra, ma la propriet statale sullacqua;
venne creato un tribunale speciale per le dispute sulla terra (M.B. Olcott, op.cit, pp. 147-148).
421
422
104
continuava ad essere condiviso con i suoi detentori vecchi e nuovi, cio gli ulema e le
forze socialiste, che gi dopo la Rivoluzione di Febbraio potevano vantare un
radicamento decisamente superiore che al nord423.
Tuttavia, la stessa vitalit ed effettivit dellesperimento del governo autonomo tra le
due Rivoluzioni risente pesantemente, nel bene o nel male, della complessiva situazione
nelle steppe. Gli sforzi bolscevichi contro le crescenti offensive tedesche sul fronte
occidentale e la necessit di lasciare la missione rivoluzionaria nella periferia nelle
mani dei loro seguaci locali condizionarono pesantemente gli eventi successivi. Possono
essere rinvenute due dinamiche distinte, o meglio distinguibili ma estremamente
interrelate: la resistenza alla presa del potere bolscevica delle forze controrivoluzionarie
e lazione delle forze socialiste ostili al governo al sud.
La generica apparizione di fazioni bolsceviche in territorio kazako risulta in definitiva
un esito distinto dal processo di propaganda e maturazione intellettuale indotto o
facilitato dal movimento Qazaq, data la scarsa base sociale della nuova ideologia, lo
scarso livello di industrializzazione e lostilit che persino le popolazioni slave in
territorio kazako potevano potenzialmente nutrire verso i bolscevichi. Ma si anche
fatto riferimento alla sovrapposizione di personalit e problemi provenienti dal sud: nel
momento in cui il discorso nazionalista ha nuovamente trovato spazio pubblico dopo il
1912, lambizione di farsi portavoce di tutta la popolazione nazionale, allinterno e
allesterno del kraj delle Steppe, ha reso del tutto naturale linclusione di notabili
locali kazaki del Trkestan (Tinynshbaev e Chokaev tra tutti) che, per formazione,
origini e ambizioni, poterono facilmente identificarsi nella proposta politica avanzata
dagli anziani del nazionalismo kazako. Questo processo per incluse una serie di
personaggi minori, cio persone difformi rispetto allidealtipo di nazionalista kazako
delineato fino a questo momento. Questa difformit sia personale, cio relativa
allestrazione sociale di chi se ne fece portavoce, che sociale, in riferimento ai
problemi e alla popolazione che si intendeva rappresentare nellarena politica. Le
differenze di metodo, cio di ideologia ed azione politica, sono forse da attribuire alla
semplice necessit di porre unalternativa efficace al preponderante circolo Qazaq del
nord424. La resistenza al monopolio del discorso politico ebbe infatti un forte
radicamento territoriale: tutte le istanze di opposizione allAlash provenivano
puntualmente dal sud ed in minor misura dal nord, da tutte quelle realt, come lOrda
Interna, comunque difformi per formazione, collocazione territoriale ed esigenze
immediate. In realt, in questa fase conflitti sociali pregressi trovarono nuove forme per
la propria espressione: lOrda Interna, ad esempio, in virt della sua vicinanza al centro
dellImpero e della sua formazione storica peculiare, intendeva rifiutare legemonia dei
kazaki orientali dellAlash.
423
E certamente difficile credere che le dottrine socialiste e rivoluzionarie, potessero trovare anche
in Trkestan un radicamento sociale effettivo, posto che esso era estremamente esiguo nella stessa Russia,
relativamente ben pi industrializzata. Piuttosto lascendente di queste correnti di pensiero va forse
rinvenuta nel loro approccio radicalmente anti-sistemico, cio di abbattimento dello stato in tutte le sue
forme pre-esistenti; nella suggestiva ma fortuita coincidenza di programmi comunisti nel campo
economico e le tradizioni comunitarie dei nomadi; o forse, pi probabilmente, erano semplicemente
lesito di un bisogno ben pi violento di rompere i ponti con il passato tra quelle persone che in prima
persona e per primi avevano preso parte alle rivolte del 16 e che ora si trovavano a fare i conti con una
soluzione politica inaccettabile (quella borghese del Governo Provvisorio) nei suoi margini di
compromesso con il potere centrale.
424
E importante enfatizzare che questa interpretazione sociologica sottintesa nellunico lavoro
sufficientemente dettagliato su questo episodio della storia nazionale kazaka, cio lopera monografica
della Olcott (op.cit, p.136-137,141). Nella maggior parte delle opere, infatti, il periodo di tempo qui
analizzato viene incluso in una pi generale panoramica della transizione dallo zarismo ai soviet in tutta
lAsia Centrale e tuttal pi assurge al rango di episodio significativo, ma fallimentare, del nazionalismo
kazako. Pur nel corretto ridimensionamento di questesperienza, lAlash rappresenta un segnale
inequivocabile del raggiunto maturamento del nazionalismo kazako.
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Proprio la creazione della repubblica kazaka nel 1920 apr la strada alla
riorganizzazione dellAsia Centrale sulla base del principio della nazionalit secondo i
principi leniniani. Contemporaneamente, il nuovo assetto doveva anche contrastare la
speculare minaccia di ununificazione amministrativa delle popolazioni musulmane
centrasiatiche, diffusa almeno fino al 1924. La prudenza di Lenin impedir fino
allultimo di sistemare unilateralmente questi problemi ed addirittura degli organi
specifici, cio il Consiglio Economico dellAsia Centrale e lufficio regionale del
Partito Comunista, potevano agire in maniera tale da difendere unitariamente gli
interessi centrasiatici contro i russi locali e di Mosca. In realt, anche questa soluzione a
sua volta confliggeva con le aspirazioni dei alcuni gruppi locali di costituire delle entit
amministrative che comprendessero tutti i territori abitati dalla propria etnia (il grande
Kazakistan, la grande Kirghizia ed il grande Uzbekistan)434.
Quando fu poi chiaro che la Siberia e lUcraina non avrebbero subito la stessa sorte
delle province baltiche, della Finlandia e della Polonia, un secondo documento
costituzionale arriv a sigillare il nuovo assetto geo-politico. La Seconda Costituzione
(6 luglio 1923) costituiva lUnione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (URSS), la
cui geometria e gerarchia interna cambi svariate volte fino alla Terza Costituzione (11
maggio 1925), e dopo. Nel complesso, al nocciolo duro slavo (federazione russa,
Ucraina e Russa Bianca) si affiancavano le cosiddette Repubbliche Autonome e, in
posizione subordinata, i Territori Autonomi435. Per quanto specialmente la porzione
asiatica della Federazione sar sottoposta ai maggiori rimaneggiamenti di confini e
status in virt della sua complessit etnica, tra il 24 e il 26 verr definita larchitettura
istituzionale dei territori centrasiatici436.
I primi anni Venti in Kazakistan sono allora scanditi proprio dal tentativo di edificare
il nuovo ordine. Ma dato che neppure in Russia allorganizzazione di un apparato
militare vittorioso contro i bianchi corrispondeva ancora un assetto politicoamministrativo ed economico-fiscale coerente, sussisteva una capacit di intervento
minima nelle periferie. La soluzione pi economica era limitarsi ad individuare
tipicamente dei collaboratori locali e delegare loro molte delle scelte, specie in
politica economica.
In linea di massima, in tutta lAsia Centrale questo ha seguito pressappoco il seguente
meccanismo: forze locali hanno preso ad organizzare soviet cittadini, pi o meno nello
stesso periodo dello scontro civile. Questi compromisero la chiusura dellintera regione,
nonostante la linea cosacca al nord rendesse difficili i collegamenti. Ma non si trattava
tuttavia di rapporti ideologicamente organici e sistematici dal punto di vista
organizzativo, posto che talvolta non si fondavano su alcun contatto personale con i
bolscevichi di Russia. Questi filo-bolscevichi, spesso pseudo-comunisti, avevano
semplicemente costituito dei gruppi antagonisti ai poteri locali. Come accennato, i
kazaki ostili allAlash si organizzarono prima al sud e successivamente presero a
diffondersi, con minimo appoggio popolare, anche nei centri urbani del nord nella
seconda fase gli scontri armati, cio quando il potere sia cosacco che dellAlash
cominciava visibilmente a creparsi e perdere unit. Una volta conquistata larea ed
edificate le prime Repubbliche Autonome, questi sono spesso stati allontanati dal
H. Carrre dEncausse, op.cit, pp. 254-259
C. Barbagallo, op.cit, p. 128-130. La Dichiarazione dei Diritti dei Lavoratori costitu poi
invariabilmente il preambolo di entrambi i documenti. Rispecchiate le idee leniniste (parit dei popoli;
mantenimento dellidioma nazionale nellamministrazione; leader nazionali nei vertici locali), la
Dichiarazione forniva quelle linee-guida verso cui tutti i territori federati dovevano convergere.
436
Stalin, gi ai vertici del partito e in lotta per il potere di fronte ad un Lenin sempre pi debole e
malato (A.Brown et al, op.cit,), ne aveva gi apertamente criticato la politica, affermando la necessit di
ridimensionare la questione etnica (V. Zaslavsky, ibidem). In questo momento per ancora giurava il
rispetto degli impegni presi in nome di tutta lUnione (H. Carrre dEncausse, op.cit, p. 259).
434
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110
Baymirza Hayit, Soviet Russian Colonialism and Imperialism as an example of the soviet type of
colonialism of an Islamic people of Asia, 1965, pp.28-35. Un po come nel caso degli jadid, idee
provenienti da oltre gli Urali, Volga o Russia europea, scavalcheranno le steppe, per poi averci accesso
dal basso, cio attraverso la mediazione delle valli. Pur essendo il tramite fisico inevitabile tra questi
terminali della distribuzione delle idee, il mondo kazako sembra sempre esserne rimasto in buona parte
impermeabile. In realt, quella grande oasi lungo il percorso commerciale e culturale rappresentata dal
Kazakistan, si gi tempo delineata come unarea capace di produrre autonomamente le proprie visioni e
stabilire la propria posizione politica. Tuttal pi essa ha fino ad adesso drenato qua e l le idee che
risultavano pi funzionali alla propria causa (come listruzione tecnica, giuridica o letteraria occidentale;
il panturchismo o il panislamismo di matrice tatara). Ma bisognerebbe forse interrogarsi sulla natura
spiccatamente strumentale di queste acquisizioni e le sue implicazioni sul piano ideologico e politico. Il
panturchismo o il richiamo religioso hanno agito nel primo Novecento come un mezzo per consolidare
alleanze contro un nemico massimo come la Russia; ma gi dallora lidentit kazaka difficilmente
avrebbe accettato uneffettiva organizzazione politica che non ne riconoscesse lautonomia.
Analogamente, un richiamo religioso o di politica internazionale (il raccoglimento attorno allImpero
Ottomano), non ha mai avuto autentico appeal su unelite ormai ampiamente secolarizzata e mai
concretamente avvantaggiatasi del lontano prestigio ottomano. E di fatto, nonappena le condizioni
sistemiche lo permetteranno, il fenomeno nazionalista emerger in tutta la sua portata, ponendosi come
lunica vera acquisizione dallesterno, lunica funzionale o adattabile alla storia kazaka ed alla
corrispondente autocoscienza derivatane. Certamente linfluenza russa, tramite listruzione, appare pi
palese, mentre quella tatara solamente pi mediata, meno esplicita. I tatari hanno posto il modello
umano, cio lesempio di una popolazione musulmana ricca, istruita ed occidentalizzata, ma ancora
indipendente, intellettualmente attiva e propositiva, arguta e critica in politica; la rappresentazione
vincente del compromesso con la modernit (ma i tatari e i kazaki sono popolazioni ben diverse!). In
tutta apparenza, al contrario, i russi possono apparire come il modello acriticamente imitato dalle
leadership kazake, come rappresentanti dellintera occidentalit, principalmente a causa dellambizione
kazaka di costituire in questi decenni uno stato-nazione. Ammesso poi che la cultura politica
occidentale si limiti alle istituzioni statali, che i russi siano stati di contro un loro semplice tramite (mentre
paradossalmente solo con il totalitarismo sovietico che la Russia dopo secoli si pone in linea con un
trend politico europeo) ed infine i kazaki abbiano consapevolmente o acriticamente assunto formae
mentis esogene. La stessa esperienza parlamentare nel quadro simil-democratico o pre-rivoluzionario del
1905 e del 1917 aveva visto emergere unelite moderata, in quanto si riteneva che in quel contesto le
specificit del caso kazako, terra ed identit, potessero essere opportunamente valorizzate.
Anche la diffusione del comunismo va probabilmente vista in questottica quasi utilitaristica.
La differenza principale attiene al fatto che nei primi due casi si trattato di influssi provenienti
dallesterno, proposti o imposti alla popolazione locale, che ne ha poi pubblicamente rilanciato la propria
interpretazione. Nellultimo caso, quello socialista, sono state singole individualit centrasiatiche che,
nella lotta per le leadership, hanno consapevolmente abbracciato unideologia e una posizione di
opposizione per poter assumere un ruolo in essa.
437
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specialmente per la popolazione kazaka. Per questultima gli avvenimenti che avevano
anticipato (le rivolte del 1916), accompagnato (gli sforzi prima bellici e poi
autonomisti) ed ora seguivano il conflitto mondiale (le carestie del 20-21),
rappresentavano semplicemente lapice dei 25 anni di colonizzazione sistematica,
espropri forzati e confische mai compensate adeguatamente, lunico autentico elemento
di continuit tra passato e presente.
La guerra civile aveva sfaldato lintero mercato interno dellex Impero. I kazaki non
sapevano pi a chi vendere i pochi capi di bestiame che si riusciva ancora faticosamente
ad allevare. La principale innovazione economica introdotta dai russi, il passaggio
dallallevamento per il nomadismo a quello per il commercio, si rivolt ora contro
coloro che lavevano accettato. Coloro che invece si erano convertiti per intero
allagricoltura videro i propri campi devastati dagli scontri, mentre lisolamento
economico impediva di recuperare sementi o piazzare un ipotetico raccolto. Infine, pi
di tutti patirono coloro che, la maggioranza della popolazione, avevano adottato uno
stile di vista misto, cio semi-nomadico. Limpossibilit di avere dei raccolti si
ripercuoteva sulla dimensione delle greggi, diventate troppo esigue per costituire delle
sufficienti riserve di cibo e consentire il ripristino dello stile interamente nomadico del
passato. Lo sfruttamento della vegetazione spontanea per le bestie rimaneva infatti
lunica soluzione ragionevole. Ma linverno del 20-21 fu particolarmente rigido e
letale per uomini, bestie e vegetazione; a questo si sommavano i nuovi insediamenti
russi illegali che sfruttavano il vuoto di controllo esistente ed avrebbero ostacolato il
libero vagare delle mandrie.
I nativi affamati presero ad accalcarsi in accampamenti, stazioni e villaggi lungo i
binari delle linee ferroviarie, gli unici posti dove si poteva sperare di raccattare del cibo.
Involontariamente quindi leffetto non preventivato di tale disperazione sociale sar
unulteriore, pressoch definitiva sedentarizzazione della popolazione nativa. Infine,
tutto ci che era stato piantato nel 1920 venne consumato, lasciando senza sementi per
lanno successivo, e nel 1921 non ci fu praticamente raccolto. Le richieste daiuto
caddero inascoltate e solamente nel 1922 vennero inviate alcune tonnellate di grano per
nutrire la popolazione e facilitare nuovi raccolti. Date queste informazioni, pur in
assenza di statistiche certe, non c infine ragionevolmente motivo di credere che i
morti, per fame o malattie, siano stati tra centri urbani e campagne meno di un milione
solamente in questo biennio440.
La definitiva vittoria bolscevica nella guerra civile fece venir meno la necessit di
mantenere gli sforzi compiuti nel periodo del comunismo di guerra. Gli stessi contadini,
i pochi operai ed i settori dellesercito che avevano supportato i bolscevichi nella presa
del potere in Russia, non erano pi disposti a sostenere le fatiche compiute in nome
della difesa del paese e le ingerenze dei commissari dei soviet. Le antiche promesse di
Febbraio vennero rispolverate e da pi parti si rinnovava la richiesta di istituire
lassemblea costituente, mentre le campagne esplodevano seguite da isolate rivolte dei
militari. Seppure queste forze non trovarono mai un punto di incontro capace di
orientarne loperato come avvenuto nel novembre attorno ai bolscevichi, la situazione
non poteva a lungo essere tollerata. Era necessario garantirsi il supporto della
popolazione russa per mantenere in piedi il regime economico che si intendeva creare, a
sua volta chiave di volta del corrispondente assetto politico441.
M.B. Olcott, op.cit, pp. 158-160
Se il legame tra una visione marxista, o che si rif al marxismo, e la sfera economica sono fuori
discussione, cos che inevitabilmente la stessa politica economica attuata da un regime di ispirazione
marxista (pi o meno ortodossa) rivela per suo tramite la stessa adesione al marxismo, resta da chiarire
quanto la politica economica sovietica degli anni Venti fosse effettivamente dettata da fattori ideologici e
teorici. In altre parole, se quanto attuato in seguito sia effettivamente lesito del nuovo ordine socialista
440
441
113
La NEP non venne concepita come un semplice espediente di breve periodo per
riorganizzare leconomia e con questo garantirsi il supporto popolare. Essa ambiva a
rispondere allintento di ben pi ampia portata di indurre il paese ad una rapida
modernizzazione. Tecnologia ed istruzione di massa avrebbero consentito di rimediare
al carente sviluppo capitalistico che aveva preceduto la Rivoluzione e secondo i
paradigmi marxisti poteva minacciare il successo della dittatura proletaria. Di contro, la
ristabilizzazione politica post-bellica in Europa non permetteva pi di credere nella
possibilit di esportare rapidamente la rivoluzione, di usufruire dellaiuto del
proletariato dei paesi pi sviluppati o di sfruttare le interconnessioni tra i sistemi
economici nazionali. Il nuovo obbiettivo, funzionale al mantenimento del nuovo ordine,
doveva contare esclusivamente sugli sforzi interni442.
Rimaneva ora la decisione sulle aree e sulle popolazioni da coinvolgere in questo
progetto e sui termini del nuovo patto sociale. La questione delle nazionalit e dei
territori coloniali complicava la realizzazione di un ordine rivoluzionario, che ambiva a
negare le discriminazioni di ceto sussistite sotto lo zar. E evidente poi che alla
dialettica centro-periferia si intersecava la questione ancora pi complessa della
presenza di popolazione russa in questultima. In Kazakistan, infine, era meno incidente
nella popolazione nativa la classica contrapposizione tra coloro che erano disposti, per
interesse o pragmatismo, a collaborare con i russi e coloro che vi si opponevano a priori.
Lunico interlocutore maturo era lAlash e questo parl per la popolazione, che questa
vi si identificasse o meno, ma esprimendo di fatto il malumore diffuso per le questioni
pi urgenti per tutti.
Seppure la carenza iniziale di impegno nelle periferie non avesse causato le medesime
rivolte che in Russia, ed in specie tra la popolazione centrasiatica stremata, la fedelt al
nuovo regime avrebbe pesantemente risentito della sua capacit di migliorare in fretta le
condizioni di sopravvivenza. Da un lato, come gi detto, i proclami di parit tra le
popolazioni dellImpero appena riconquistato in avversione al vecchio regime ed alle
sue discriminazioni. Dallaltro, il trauma di dover gestire un paese reale, immenso,
dalleconomia distrutta e diversificata per tradizioni e condizioni ambientali. La priorit
concessa infine alla popolazione slava del centro non solamente lesito di una quasi
inevitabile politica di discriminazione verso i non-slavi. Semplicemente per saziare le
citt dovevano innanzitutto essere rimesse in piedi le regioni granifere. Il futuro
Kazakistan, almeno nella sua attuale porzione steppica, non era tra queste.
Cos la creazione in itinere della futura economia sovietica rischiava di rendere ancora
pi anonime le richieste kazake. Per quanto si sostenesse infatti limportanza di
che si intendeva istituire. E forse troppo facile enfatizzare gli elementi di continuit tra le politiche
zariste e sovietiche senza tener conto di come la lettera stessa del marxismo avesse previsto in buona
parte gli assetti economici successivi. La deriva post-populista delloperato eterodosso di Lenin e
compagni, cio i tempi e i metodi della creazione del presunto ordine comunista, probabilmente non
inficiarono cio le immediate scelte in campo economico (V. Zaslavsky, op.cit, pp.61-63).
442
V. Zaslavsky, op.cit, pp.75-77. Il caso della NEP rappresenta un momento particolarmente
significativo e contraddittorio dellinstaurazione del nuovo regime. Essa ag di fatto come liaison tra gli
sforzi eccezionali del comunismo di guerra e la normalit delle prime pianificazioni, a regime
stabilizzato. Circostanze significative sono le stesse dichiarazioni ed azioni di Lenin in proposito:
dapprima, egli cerc di ritardarla il pi possibile ed una volta attuata ne sottoline il carattere di assoluta
provvisoriet. Ed in effetti si tratt di una linea politica in certo qual modo imbarazzante dal punto di
vista ideologico, che alcuni critici non esitano a descrivere come una parentesi borghese (C. Barbagallo,
op.cit, 106-107). Di fatto, pur vista come semplice premessa del futuro orientamento economico
(redistribuzione della terra e riforma agraria, nonch direzione statale delleconomia), essa fu o fin per
essere una parziale concessione alle regole del libero mercato. Questa si riflesse in Kazakistan in alcuni
elementi, come la propriet privata sulla terra (pur parziale) o la libert di iniziativa personale, che
senzaltro faranno emergere forze vitali della societ e delleconomia, ma contribuiranno a rendere ancora
pi drastica la futura repressione, dopo aver doppiamente ingannato e sfruttato le aspettative. Infine, nella
stessa contraddizione tra i limiti della pianificazione e della centralizzazione emergenti e leccentricit
delle forze locali risiede da ultimo la causa prima del fallimento di questa fase economica sperimentale.
114
115
kazaki speculassero sui prezzi trattenendo parte dei capi di bestiame, mentre invece vi
era dietro questa scelta unevidente motivazione tecnica. E questo piccolo episodio d
nuovamente il segno di come spesso anche lautorit sovietica agir di istinto, quasi di
superstizione, ogni qualvolta la popolazione nomade kazaka dar segni di ripresa.
A dimostrazione poi del fatto che i kazaki non intendessero abbandonare lequilibrio
semi-nomadico raggiunto, stanno le numerose richieste presentate nonappena lo stato
varer campagne di prestiti o sbandierer il vessillo di terre inutilizzate e di prossima
assegnazione, nel tentativo di reindirizzare gli sforzi dalla temuta riemersione
dellallevamento allagricoltura. Ma cos come i prestiti non potevano essere appoggiati
da sufficiente capitale liquido, analogamente era difficile rinvenire quali terre fossero a
disposizione o meno, posto che i kazaki avevano cambiato i brevi percorsi migratori
durante la guerra ed analogamente interi insediamenti russi si erano spostati
illegalmente in zone diverse da quelle assegnatele. Cos, salvo poche eccezioni, la terra
inutilizzata disponibile era semplicemente quella abbandonata durante la terra in quanto
rovinata dal conflitto.
Piuttosto, le maggiori conseguenze delle dinamiche economiche della prima met
degli anni Venti sono proprio di natura politica. La diffidenza verso liniziativa
popolare, lo scarso intervento o gli interventi selezionati e prudenti impedirono alle
nuove autorit di cavalcare la ripresa con uno sforzo minimo e di legittimarla cos come
un esito della rivoluzione. Di contro, venne cos involontariamente accantonato in pochi
mesi un risultato pluridecennale: i leader nazionalisti, sempre pi fagocitati dal nuovo
apparato, apparvero definitivamente sconfitti agli occhi dei redivivi leader tradizionali,
per il resto mai completamente sedotti dalla partigianeria nazionalista. La ricostituzione
degli aul come semplici soviet, rappresent lultimo espediente formale per la
sopravvivenza, ormai equidistante da qualsiasi forza politica. Il non-stato sovietico
aveva in altre parole delegittimato lunica componente sociale con cui potesse
sviluppare un dialogo proficuo e per il cui tramite penetrare nella vera societ, quella
rurale e non appariscente. Di conseguenza, gli Alash rimasero incastrati tra lassenza di
concreti strumenti di intervento economico e la conseguente incapacit di condizionare
effettivamente le scelte di Mosca. In questo modo, si prepar involontariamente il
terreno alla rimozione di qualsiasi rappresentanza locale, che sarebbe diventata in
seguito un esplicito obbiettivo politico.
La chiusura localistica fu poi facilitata dalla NEP, che aveva concesso una propriet
privata limitata dei campi. Ma questo a sua volta rilanciava il problema, gi affrontato
ma non risolto dallAlash, della redistribuzione delle terre. Se nei mesi dellautonomia e
nei primi del nuovo regime si era pensato allesproprio forzato dei territori occupati
dagli slavi, questa soluzione era divenuta in realt impraticabile. Piuttosto, rimanevano
(ben pochi) lotti ancora inutilizzati e confiscati dalle precedenti amministrazioni e
aperta la questione di come e se assegnarli ai russi o ai kazaki indigenti. Ben poche
indicazioni specifiche provenirono dal centro, che piuttosto deleg a ciascuna guberniia
lonere di istituire dei comitati specifici per decidere delle singole situazioni. Non pare
infine esservi stata alcuna significativa redistribuzione di terra ai privati in Kazakistan,
ma piuttosto lutilizzo in alcune aree delle terre pubbliche come terre comuni per i
pascoli. A queste nel 1923 si affiancarono le scarse aree boschive, dopo circa
cinquantanni di inaccessibilit per i nativi.
Inoltre, la questione della redistribuzione della terra andava di pari passo con la
stabilit dei rapporti tra russi e kazaki: dare una svolta definitiva alla sedentarizzazione
significava assicurarsi lattaccamento alla terra dei kazaki ancora legati a pratiche seminomadiche. Per fare questo era necessario garantire loro lutilizzo indiscusso e
giuridicamente tutelato della terra, ma questo avrebbe privato i coloni russi di terre
vecchie o nuove. A complicare i rapporti stava il rifiuto categorico dei kazaki di
rinunciare alle proprie terre, specie se queste appartenevano alle famiglie nomadi, che
116
poi erano spesso le stesse degli esponenti locali del nuovo regime. Ed analogamente fu
avversata la contraddizione per cui si dovevano corrispondere esose tassazioni per
ricevere poi prestiti e vari servizi di assistenza economica: lantica diffidenza ben
suggeriva di accumulare tutta la ricchezza disponibile e provvedere da soli alla propria
ripresa.
Nonostante tutti questi problemi, leconomia steppica riusc a riprendersi. Gi nel
1925 una produzione di circa due terzi dei raccolti e del bestiame del periodo prebellico era stata recuperata. La principale differenza come prevedibile- stava nella
percentuale di kazaki impiegati in agricoltura, che dal 15% della forza lavoro totale era
passata ora al 25%, su una popolazione nel complesso drasticamente ridotta in numero.
Infine, la lentezza nel ripristinare le infrastrutture limit la distribuzione al consumo
locale, pur rallentando la produzione totale443.
In Kazakistan la ripresa economica incoraggiava il regime. Tuttavia, anzich lasciare
libera leconomia di continuare a stabilizzarsi con le proprie forze, Mosca decise di
stringere la propria presa sulla comunit locale. Questo in parte rifletteva
semplicemente gli eventi in corso a Mosca, cio la lotta per il potere e la revisione della
NEP444. Dallaltra, fu lesito delle consuete difficolt del nuovo potere con la comunit
locale. Entrambe condurranno allinesorabile riemersione di un approccio coloniale
puro.
Le politiche attuate in Kazakistan poi non furono inizialmente estese al resto dellAsia
Centrale, considerata ben pi restia e refrattaria. Al contrario, i kazaki, a lungo
popolazione di confine e ben pi a lungo esposti allinfluenza russa, erano considerati
molto pi malleabili ed aperti al dialogo. Ma soprattutto, una volta costituitasi come
M.B. Olcott, op.cit, pp. 160-165
I maggiori cambiamenti tuttavia sarebbero indirettamente stati determinati nella seconda met
del decennio dalla morte per malattia di Lenin nel gennaio 1924, proprio nel momento della
stabilizzazione del regime. Gi dal 1922 la malattia aveva impedito al leader ed ideologo bolscevico lo
stesso attivismo del passato e in molti dibattono sul ruolo della malattia sulle ultime scelte, politiche e
ideologiche. Resta il fatto che gi nellaprile del 22 Stalin era divenuto segretario generale del partito
centrale, con piena approvazione dello stesso Lenin, che per alla fine dello stesso anno aveva espresso i
propri ripensamenti a proposito in un documento per il congresso del partito, che Stalin riusc ad
intercettare e bloccare. E proprio questo episodio dimostra come il ruolo istituzionale e il peso politico
avessero reso Stalin gi prima della morte di Lenin la figura pi influente del nuovo regime.
Trotsky, anchegli ideologo e stratega della Rivoluzione fin dalle prime ore affianco a Lenin, si
era ormai fatto troppi nemici: le sue origini ebree e i suoi metodi dispotici lo rendevano una figura
scomoda nel partito controllato da Stalin. Dalla parte opposta stava la destra di Bukharin, principale
ideologo e difensore della NEP e delle ultime volont di Lenin. Questultima componente venne
inizialmente manipolata contro la sinistra. Infine, ai vertici del partito, Stalin venne affiancato da
Zinoviev e Kamenev, rapidamente esautorati sul finire del 1925, dopo essersi alleati con Trotsky contro
la crescente dittatura staliniana. Lallontanamento dal partito e dal paese di Trotsky nel 27 e nel 28 fu a
quel punto un atto quasi ovvio e di cui le controversie ideologiche (Rivoluzione Mondiale versus
Rivoluzione in un solo paese) erano probabilmente il semplice rivestimento ideologico. Eliminato il
principale rivale, anche la destra di Bukharin diveniva pericolosa, seppure per ragioni pi pratiche che
ideologiche. In particolare, Bukharin difendeva lidea degli ultimi scritti di Lenin che la NEP dovesse
durare per generazioni, cos da ridurre le distanze materiali e culturali tra citt e campagne. Ma la
situazione nel paese era andata rapidamente cambiando: se gi nel 1925 era stato raggiunto il livello di
produzione agricola dellanteguerra, i beni di prima necessit cominciarono a scarseggiare nelle citt.
Erano infatti trattenuti dai contadini, non pi disposti a rinunciarvi in cambio di unadeguata ricompensa
in denaro o prodotti industriali. Ma non verano ancora praticamente industrie operative sul suolo
nazionale. Collettivizzazione agricola e industrializzazione forzata divennero allora inevitabili. La prima
avrebbe garantito il controllo statale sulle campagne e lafflusso di beni primari nelle citt; la seconda
avrebbe migliorato la produttivit nel suo complesso. Stalin opt infine per unimposizione forzosa della
nuova politica economica, che cost milioni di vite nei primi cinque anni della pianificazione tra tutti
coloro che nelle campagne vi si opposero. Ai vertici questo implic lesautorazione della destra di
Bukharin e la fine della NEP nello stesso 1929 (A.Brown et al, op.cit, pp. 110-111).
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repubblica della federazione sovietica e annessi gli oblast meridionali, la sua rilevanza
in termini di strategia economica crebbe considerevolmente, specie per il crescente
contributo nella produzione di grano. Ma lintegrazione economica implicava
unobbedienza politica assoluta. I problemi cui si andava incontro in Kazakistan erano
due: unidentit politico-culturale definita e una leadership nazionale altrettanto definita
e radicata.
In linea di massima, la NEP e latteggiamento di Lenin verso le minoranze avevano
rappresentato le due facce, quella economica e quella culturale, della stessa medaglia, il
cui scopo era accorciare le distanze tra centro e periferia, mondo slavo e non, attraverso
lintegrazione commerciale e valori politici condivisi. Ma la resistenza culturale dei
kazaki aveva fornito da tempo un esempio paradigmatico del fallimento di questa linea
ed indotto a vere e proprie campagne di sovietizzazione per iniziare ai valori del
socialismo. Gi nel 1920 lilluminismo sovietico si era rivolto contro alcuni istituti
delladat: il kun, cio la vendetta di sangue per luccisione o il ferimento di un proprio
famigliare, il kalym, il prezzo della sposa da corrispondere alla famiglia della donna, e
cos molti altri vennero dichiarati fuori-legge445. Persistevano poi tutti i problemi
inerenti alla gestione di popolazioni musulmane, come quello dei beni waqf o il
conflitto con la sharia. Lo status dei beni del clero confliggeva crescentemente con il
problema della propriet collettiva della terra, mentre nessuno sottoponeva
spontaneamente le proprie controversie ai tribunali sovietici446.
Altro problema fu quello delleducazione: lanalfabetismo venne visto come il
problema-chiave da superare per favorire lindustrializzazione, cui la NEP era
strumentale. Nel 1922 tutti gli intellettuali kazaki vennero mobilitati in una massiccia
campagna di istruzione nelle campagne. Le intenzioni politiche di questa scelta
ricordano da lontano la fallimentare andata al popolo di fine ottocento dei populisti
russi. Ed in uno strano gioco di somiglianze e rimembranze, i russi commisero
analogamente un nuovo errore proveniente dal passato. Nellansia di incrementare
listruzione in un contesto povero di mezzi, umani e strutturali, vennero infatti
mobilitati persino gli educatori islamici (muallim). Ma sempre come accaduto
nellOttocento, ben presto questi rappresenteranno un circuito alternativo e semi-illegale
di idee politiche, che anzich affiancarsi allistruzione pubblica, entr in competizione
con essa, spesso sostituendovisi.
Sul piano dellindottrinamento politico, invece, erano state istituite le cosiddette
Carovane Rosse, cio dei gruppi itineranti che diffondevano principi e dogmi del
marxismo e del partito. Sul piano dellassistenza sociale, anche le Yurte Rosse
seguivano i processi migratori della popolazione, ma erano specificamente indirizzate
alle donne, cui intendevano fornire lalfabetizzazione di base negata nelle scuole
religiose. Queste fornivano infine assistenza medica e medicinali, anche se pare
intuitivo che non potessero inseguire tutti i singoli gruppi migratori e che la carente
assistenza medica derivatane non colm le perdite per epidemie o carestie di quegli anni
(nonostante la crescente ripresa economica).
A livello di elites, invece, il semplice indottrinamento non era affatto plausibile, posto
che esse erano perfettamente in grado di argomentare e difendere le proprie posizioni, a
loro volta esito di una riflessione sufficientemente originale e caratteristica. Gi nel
dicembre del 24 era stata ufficializzata la situazione di difficolt del nuovo regime.
Alla conferenza del partito locale dellaprile del 1925 venne poi stabilito che era
M.B. Olcott, op.cit, pp. 170-174
H. Carrre dEncausse, National Republics lose [], p. 254-259. Stalin, gi ai vertici del partito
e in lotta per il potere di fronte ad un Lenin sempre pi debole e malato (A.Brown et al, op.cit, p.110), ne
aveva gi apertamente criticato la politica, affermando la necessit di ridimensionare la questione etnica
(V. Zaslavsky, op.cit, pp.83-85). In questo momento per ancora giurava il rispetto degli impegni presi in
nome di tutta lUnione (H. Carrre dEncausse, op.cit, p. 259).
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Qualsiasi confisca di terra o bestiame alla nobilt era anzi vista come un attacco
allintera comunit451.
Questo attacco alle propriet nobiliari coincider poi con il loro definitivo
allontanamento dalle posizioni di comando nel partito e nel governo. Le prescrizioni di
requisizione di grano erano da questi state interpretate principalmente contro gli slavi e
lintervento di Mosca non pot che essere celere. In coincidenza con la bocciatura delle
mozioni del blocco Trotskyi-Zinoviev, anche i nazionalisti vennero tacciati di
eterodossia e cacciati. La propaganda si occuper poi di far apparire come concausali
questi due avvenimenti, cio lallontanamento dei nobili kazaki e la pulizia di vertice a
Mosca. Si tratt invece di una palese coincidenza: i tempi erano maturi per quella
convergenza tra i quadri centrali e locali di cui si detto. I notabili locali vennero
puntualmente sostituiti da funzionari slavi provenienti da Mosca, poi rimpiazzati
dallarmeno C.I. Mirzoyan, cui vennero affiancati funzionari europei, cio
principalmente tedeschi.
Tuttavia, lallontanamento dai meccanismi decisionali tolse lultimo vigore alla
resistenza locale. Privata delle risorse materiali tradizionali e ridotta la popolazione alla
fame, venne ora meno anche il segno formale di una sovranit sempre pi svuotata, cio
la compartecipazione al processo decisionale. La sostenibilit di un nuovo conflitto era
scomparsa gi da tempo; anche la resistenza politica e intellettuale tremer ora, fino alla
sparizione fisica dei suoi sostenitori (1935)452.
Ma allontanati lAlash e la sua conoscenza della realt locale, venne persa lautentico
vantaggio connesso a questa improbabile alleanza. La maggior parte dei nuovi decisori
politici erano infatti slavi e non avevano mai messo piede personalmente in questarea,
n vi dedicarono mai alcuno sforzo, salvo quello di ridurla ad obbedienza. La
cognizione che ne ebbero i bolscevichi venne allora inevitabilmente distorta dalla
precedente esperienza russa, se non ereditata direttamente per tramite del personale
amministrativo ormai allontanato, attraverso i documenti da questo lasciato e ancor di
pi dai pregiudizi diffusisi in quel periodo. Fu in estrema sintesi la non-conoscenza
degli usi e dei costumi del luogo, che salvo rari casi, neppure sessantanni di dominio
erano riusciti a migliorare, il principale elemento di continuit tra la politica zarista e
quella sovietica453.
A partire dal 25-26, al Partito Comunista Kazako spetter lincarico della
requisizione del grano. Infine, gli venne affidata lapplicazione del nuovo Codice Civile
del 1925, che imponeva lavori forzati per chiunque avesse continuato ad applicare
ladat. Ma gli scarsissimi appelli popolari alla giustizia sovietica, cos come tutte le
osservazioni compiute da etnografi ed antropologi russi dellepoca, convergono sulla
conclusione che la capacit di trasformare la cultura locale fosse in realt minima. Anzi,
per alcuni versi essa ne risult rafforzata, data la presenza di maggiori infrastrutture a
collegare le steppe al resto del mondo islamico dei fiumi, fossero questi il Volga o
quelli centrasiatici.
In realt, se proprio la questione delle infrastrutture avvicinava i poli islamici del
mondo sovietico, esse erano ancora insufficienti ad avvicinare il centro moscovita alle
steppe, laddove non potevano esistere pregressi binari culturali paragonabili a rendere
pi fluida linterazione. Linizio delleffettiva sovietizzazione delle steppe devessere
allora rimandato agli anni Trenta, quando ancora una volta non saranno le leggi o gli
assetti amministrativi, leconomia o listruzione itinerante a produrre effetti, ma bens,
come ai tempi della prima penetrazione russa, una ben pi solida rete ferroviaria.
Ripristinati quei segmenti che dagli Urali conducevano al Trkestan, una nuova
M.B. Olcott, op.cit, pp. 199-170; Elizabeth E. Bacon, Central Asians under Russian Rule. A
study in cultural Change, Cornell University Press, Ithaca, New York 1966, p. 118
452
H. Carrre dEncausse, op.cit, pp. 259-261
453
M.B. Olcott, op.cit, pp. 157-158
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cui accanto ad una gestione prevalentemente comunitaria rimanevano dei margini per la
propriet privata di terra e animali; infine, i sovkhozy erano dei terreni di propriet
statale in cui lo stato pagava i contadini come veri e propri salariati. Dal 1925, i primi
segni della ripresa economica avevano consentito di incentivare le forme di propriet
collettiva, cos funzionali ai bisogni del nuovo regime di incarnarne i valori pi
autentici.
E difficile individuare le esatte percentuali della terra gestita in comune in
Kazakistan. La propriet privata era certamente prevalente, nonostante tutte le
limitazioni di quantit e di corrispondenti diritti, e tutte le fonti concordano in questo.
Di contro, si calcola che la percentuale di terre gestite collettivamente ammontasse in
certe ragioni gi al 18% nel 1929, fatto che compiute le dovute approssimazioni per
lintero territorio nazionale- gi soddisfaceva lintento staliniano di portarne la
percentuale al 12% in tutti i territori dellUnione entro il 32, data di scadenza del Primo
Piano Quinquennale (ma una percentuale pi bassa era riservata allAsia Centrale)455.
Teoricamente, la prima pianificazione non avrebbe dovuto perci colpire in maniera
drastica il paese.
Tuttavia, questorganizzazione del lavoro era principalmente diffusa tra gli slavi e
contribuiva in minima parte alla produzione complessiva del paese. I nomadi, seminomadi ed agricoltori kazaki sembravano essersi ormai rassegnati al principio della
divisione in piccoli appezzamenti separati e virtualmente inaccessibili gli uni agli altri
per lo sfruttamento economico. La propriet collettiva della terra, lo sfruttamento delle
semplici risorse messe a disposizioni di stagione in stagione dalla natura e la
competizione per il loro accaparramento, diplomatico o militare, erano daltronde gi
stati superati. Ma come accennato- per la sua conformazione il Kazakistan non poteva
rimanere escluso dallampio intervento statale nelleconomia in programma. Inoltre, il
nomadismo in tutte le sue declinazioni, misto o puro, doveva essere abolito perch
troppo sfuggente, come sempre fin dallinizio della colonizzazione russa, a qualsiasi
forma di controllo giuridico, fiscale o culturale. Tanto pi ora che era in vista una
rivoluzione sociale a tutti gli effetti. Questa sacca di potenziale deriva anarcoide, ai
confini del cuore dellImpero e tra esso e gli ancora remoti confini sud-orientali, non
poteva essere lasciata senza briglie456.
Dinnanzi alla nuova ideologia, lassetto socio-economico attuale poteva davvero
apparire come una conversione al capitalismo borghese, assai dolorosa nel passato,
ma certamente pi intuitiva di un anomalo e anonimo sacrificio in nome di Mosca e
delle sue industrie fantasma. Dalleconomia alla cultura iniziava adesso il preannunciato
passaggio da un imperialismo ottocentesco ad un totalitarismo novecentesco, in una
delle sue attuazioni storiche pi esemplari. La libera iniziativa, lazione individuale
senza riferimento al gruppo di appartenenza, laccumulo di denaro e bestiame,
lingiustificata ascesa sociale di pochi determinata dai profitti e non dal merito militare,
erano ora anchessi minacciati. Se a livello macroscopico il periodo sovietico fu il
perfezionamento del colonialismo russo, a livello micro-sociale ne fu la pi drastica
negazione. Le differenze tra i due modelli di colonialismo sono meglio descritte dalle
perdite umane e dai danni ambientali, avvenute per in maggior numero in un arco di
tempo molto pi contenuto nel secondo caso.
Prima del 1929 esisteva inoltre un ancor pi drastica differenza tra regioni granifere e
non. Si calcola infatti che non vi fosse ancora alcuna propriet comune delle terre al
nord, dove daltronde la situazione sostanziale non era mutata dallinizio del decennio.
Quando il piano quinquennale venne poi rivisitato dopo i cocenti fallimenti del biennio
29-30, che portarono a realizzare limpossibilit di collettivizzare uniformemente e
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Non quindi difficile affermare che gli anni della prima collettivizzazione costarono
caro al popolo kazako pi che a ogni altra popolazione dellUnione. Il numero dei
nuclei famigliari si dimezz tra il 1929 e il 1934, passando da circa 1.233.000 a soli
565.000, mentre la popolazione scese di circa 900.000 individui nello stesso periodo.
Esattamente come nel periodo pre-bellico, questo altrettanto da imputare alle carestie
dovute alle dislocazioni economiche ed agli scontri armati, ed in misura minore alle
conseguenti emigrazioni verso Uzbekistan e Turkmenistan, Cina e Afghanistan.
Nonostante la faticosa ripresa dalle perdite in bestiame durante il conflitto mondiale, il
numero di ovini scese nuovamente da 27.200.000 a 2.261.000, i cavalli da 4.200.000 a
221.000, cio pressappoco di un rapporto di 20 a 1 per entrambe, ancora una volta la
riduzione pi drammatica tra tutte le regioni nomadi e persino superiore a quella
registrata per lintera Unione. La prima fase della metamorfosi era compiuta:
lallevamento era stato abbandonato, la popolazione vincolata ad un determinato
appezzamento di terra458.
Come sempre accade, provvidenzialmente le carestie intervenirono a ridurre la
pressione sulle risorse e ripristinare un qualche ordine sociale, senza bisogno di reali
miglioramenti nellorganizzazione collettiva. Inoltre, la maggiore stabilit complessiva
dellUnione consentiva una maggiore circolazione di beni, strumentali e di consumo,
consentendo a sua volta un migliore approvvigionamento dei beni di prima necessit.
Nonostante una maggiore percentuale della popolazione fosse ora costretta a praticare
lagricoltura, si registr un lento incremento anche del bestiame, pur con le consuete
differenze tra aree a maggior presenza slava e linterno del paese. Non era comunque
pi sostenibile la formazione di greggi delle dimensioni del passato: la popolazione
aveva in parte modificato i propri costumi alimentari, nutrendosi in misura crescente di
vegetali e la maggior parte di questi non poteva essere destinata al nutrimento delle
bestie, ma veniva prelevata per consumo o esportazione.
Fino a quel momento la popolazione indigena era vissuta prevalentemente in artel,
dove accanto alla produzione agricola comune, i singoli nuclei famigliari potevano
coltivare piccoli appezzamenti di terra, principalmente destinati allallevamento di
poche bestie e responsabili del lieve incremento di bestiame dopo il Primo Piano
Quinquennale. Tuttavia, questi sforzi residuali dedicati allallevamento preoccupavano
Mosca, in quanto riducevano le prestazioni agricole e privavano del dovuto controllo su
un settore delleconomia. Cos il Secondo Piano Quinquennale (34-39) raggiunse
lapice del paradosso. Era innanzitutto precisa intenzione dei vertici di Mosca
ripristinare lallevamento, ora che la popolazione era stata incatenata alla terra, privata
dei diritti su di essa e si avvertiva la carenza delle carni tradizionalmente fornite dalle
steppe (comunque ritenute un bene di lusso rispetto al pane). In assoluta buona fede, si
riteneva che solamente la gestione collettiva anche dellallevamento avrebbe consentito
lo sprigionamento delle migliori e maggiori forze produttive, pur senza compromettere
laccrescimento dei livelli produttivi in campo agricolo. Ma questultimo scopo poteva
essere raggiunto solamente tramite una riorganizzazione delle comuni, cio
laccorpamento di pi nuclei famigliari in ogni comune, ma lo scoppio del nuovo
conflitto mondiale lo imped. Al contrario, la collettivizzazione delle pratiche di
allevamento nelle comuni gi esistenti pot essere realizzato nei consueti limitatissimi
tempi prima che lo sforzo bellico destinasse altrove le energie459.
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Statificazione compiuta
Il secondo conflitto mondiale fu levento nodale del periodo staliniano. La capacit di
mobilitare gli sforzi e le intenzioni nazionali durante lo scontro, nonostante liniziale
penetrazione nazista e lavvicinamento giapponese, confermarono e legittimarono i
risultati economici ottenuti nella prima fase appena descritta. La vittoria infine, oltre che
esorcizzare il fantasma della precedente sconfitta, pales allesterno il peso del leader,
con inevitabili effetti di feedbacking anche allinterno, cos che il periodo post-bellico
allunanimit considerato distintamente. Il ruolo ufficiale di eroe e difensore anche delle
periferie (nonostante tale difesa non fosse mai stata richiesta, n vi fosse alcuna reale
partecipazione in esse alle questioni del conflitto) contribu a renderne inamovibile e
incontestabile la figura. Il compimento della stalinizzazione ha poi avuto una principale
conseguenza, cio il preannunciato completamento della sovietizzazione, coincidente
con le vicende dellincontestato leader460, in tutto il territorio nazionale461.
La guerra vide intrecciarsi un insieme di problemi sistemici e locali. Innanzitutto, la
guerra stessa aveva strappato con lavanzata tedesca del 41 ben il 40% della
popolazione complessiva ed il 38% della terra utilizzata per la produzione di grano ed
altrettanta di quella utilizzata per i pascoli. Era in altre parole richiesto uno sforzo
straordinario alla popolazione rimanente: produrre maggiormente con minori risorse
umane. Il Kazakistan divenne il polmone di questa fatica ed ancora una volta la
geografia ne segner il fato. Innanzitutto, la distanza fisica sia dal fronte occidentale che
da quello orientale lo resero ben presto una vera e propria oasi di sicurezza, dove
concentrare buona parte degli sforzi produttivi che avrebbero dovuto sostenere la
resistenza bellica. La centralit cos ottenuta determin un movimento di uomini e
risorse dimenticato dai secoli precedenti, a conferma di tutte le peculiarit geopolitiche
e deterministiche descritte in precedenza e che il conformarsi del conflitto hanno
incidentalmente riproposto.
Di conseguenza, lo sforzo richiesto alla popolazione sia russa che kazaka della
Repubblica Kazaka sar immenso e peculiare. Innanzitutto, proverranno da qu ben
450.000 uomini diretti al fronte. I 302.000 rimanenti e fisicamente validi non erano
chiaramente sufficienti per svolgere tutte le mansioni lasciate scoperte. Inoltre, questi
erano spesso inesperti e male addestrati. Le donne e i ragazzi dovettero come sempre
svolgere incarichi che normalmente non gli competevano. Le donne in particolare non
solo divennero la principale forza lavoro sui campi, ma svolsero persino lavori pesanti,
come la conduzione di trattori e altri pesanti macchinari agricoli. Ricoprirono talvolta
anche importanti funzioni tecniche (come veterinarie, mediche, agronomiste),
giustificate in quella misura esclusivamente dalle condizioni di guerra anche tra la
popolazione slava. Tuttavia, gli incarichi decisionali rimasero in mano agli uomini,
anche se spesse volte anziani funzionari richiamati in servizio (dai capi-comune ai
supervisori di distretto). Solo il 20% degli uomini costituenti i quadri non erano stati
convocati a combattere e quasi tutti i tecnici (meccanici, autisti di mezzi, etc.) erano
stati chiamati nelle zone calde di confine.
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kazaki. Erano cos pochi i beni che la popolazione poteva o aveva interesse a vendere,
che lassembramento nei centri abitati (ancora pari solo all8% nel 53) avrebbe
unicamente ostacolato lattivit sia agricola che dallevamento462.
In conclusione, per quanto la trasformazione della societ nativa sar messa a punto
nelle successive fasi del regime sovietico, lepoca staliniana ha talmente accelerato ed
indirizzato il processo, da considerare il periodo fino al 53 come il punto di nonritorno dello sradicamento sociale in corso. Tuttavia, ancor prima di valutare le
implicazioni sociali e politiche di questo passaggio, appare opportuno soffermarsi
brevemente su alcune considerazioni scaturenti dallanalisi delle cifre sulla produttivit
nelle due fasi del periodo staliniano, cio prima e dopo la guerra. La pianificazione
economica, le nuove infrastrutture e la riorganizzazione del lavoro non sapranno di fatto
riportare i livelli di produzione a quelli del periodo pre-bellico, quindi a quelli
precedenti la collettivizzazione. In altre parole, se il conflitto ha accelerato
lassestamento del vertice politico, altrettanto fece nella sfaldatura del tessuto
economico, sociale e ambientale. Paradossalmente, il prezzo del controllo politico,
attuato nelle forme inventate dalla dirigenza staliniana, rende al paragone pi
razionale ed efficiente il periodo del relativamente debole controllo zarista. Questa
maggiore determinazione o rigore, o forse semplicemente il segno dei tempi e di quel
secolo in particolare, consentirono infine di riuscire laddove la politica zarista era
fallita. La sedentarizzazione dei nomadi era infatti stata unossessione dei russi fin dai
tempi di Caterina II, cio da quando ci si era cominciati ad occupare realmente dei
nomadi, al di l del loro marginale ruolo di mediatori commerciali con le valli.
Come descritto, la politica culturale stalinista mise da parte tutta la prudenza della
primora. La principale vittima del nuovo corso stalinista divenne inevitabilmente la
Chiesa Ortodossa, potere concorrenziale nellaccentramento del potere in patria,
minaccia alla solidit del nucleo sociale russo dellUnione ed ideologicamente antitetica
allerigendo ordine socialista. In Asia Centrale, la vera resistenza allindottrinamento
culturale fu quindi innanzitutto rappresentato da quella popolazione slava ed europea
che si trovava ora a resistere alla demonizzazione di qualsiasi culto religioso. Per quanto
riguarda la popolazione locale, la vera urgenza della prima ora fu rappresentata dalla
loro riduzione ad obbedienza per incrementare la produttivit economica.
In Kazakistan, lindottrinamento politico presentava un ulteriore ostacolo di rilievo,
cio la scarsa alfabetizzazione delle masse. Il processo di crescente alfabetizzazione in
corso nellOttocento, attraverso le scuole prima e la stampa in seguito, era stata infatti
ormai completamente interrotta da almeno una generazione e quel patrimonio collettivo
era andato distrutto ben prima dellallontanamento dei nazionalisti dal potere. La
traumatica esperienza storica con le popolazioni musulmane, e quelle nomadi in
particolare, suggeriva poi limportanza di un sistema scolastico che, insegnando a
leggere e scrivere, rendesse le popolazioni locali ricettive della nuova ideologia e
prescindesse dalla mediazione di soggetti esterni, come gli ormai temuti tatari nel
passato. Come si vede, gli errori pi palesi del passato zarista erano stati metabolizzati
anche dal nuovo establishment, al contrario delle erronee strutture mentali che invece le
avevano fondate, intatte nelleredit dal vecchio al nuovo regime.
Quindi, dovevano ancora essere individuati quei mediatori locali verso i quali era
fallita la politica di apertura di Lenin. Questi nuovi quadri statali dovevano essere fedeli
al regime e per questo venire formati in maniera tale da interrompere i tradizionalmente
forti legami con la societ di appartenenza attraverso, ancora una volta, delle scuole di
stato. Queste dovevano deliberatamente strappare i ragazzi pi giovani dalle famiglie
cos che la socializzazione politica e la loro formazione come funzionari di governo
462
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potesse iniziare molto presto, interrompendo i legami di lealt con lintera comunit di
appartenenza.
Ma per strappare i futuri quadri alla comunit di appartenenza divenne inevitabile
perseguire nelle politiche gi avviate ai tempi di Lenin di alfabetizzazione itinerante,
anche delle donne e delle bambine. I principali oppositori di queste politiche furono i
muhallim. E sebbene per molto tempo non si fosse improntata una sistematica politica
contro questi ultimi, gi nel 1926 lalfabeto arabo venne sostituito da quello latino per la
trascrizione dellidioma nazionale (nel 1940 infine venne assunto il cirillico moderno,
con lo stesso intento russificante delle primissime trascrizioni ottocentesche). Di l a
poco, a partire dal 1928, erano iniziate le requisizioni dei bais nobiliari, che colpirono in
egual misura i beni waqf del clero. Infine durante la collettivizzazione, moschee,
madrase ed altri istituti religiosi vennero chiusi, come in tutta lAsia Centrale. Questo
avvenne per ovviamente nelle citt, dove venne anche arrestato il maggior numero di
religiosi ribelli. Ma se questi dovevano qui essere puniti in maniera esemplare affinch
non aizzassero il malcontento popolare contro i governanti e i militari di stanza, la
situazione era ben pi difficoltosa nelle campagne. Come detto, qui la penetrazione di
soggetti estranei, e tanto pi delle idee di cui si rendevano portatori, era
presumibilmente limitata463.
Ma anche laddove erano maggiori i risultati della propaganda, difficilmente la cultura
locale poteva essere sradicata attraverso la semplice rimozione del clero. Ancora di pi
in Kazakistan, dove lIslam era rimasto per molti versi un elemento scarsamente
elaborato a livello popolare, spesso identificabile nelle pratiche pi esteriori del
quotidiano e sicuramente confusosi con la cultura nomadica preesistente. E inoltre
significativo come il comunismo fosse stato assimilato ad una nuova religione. Erano
infatti tante e tali le questioni anche della vita quotidiana che il regime intendeva
disciplinare, che specie a paragone con un monoteismo pervasivo come lIslam,
lassociazione risult presumibilmente immediata ed intuitiva. Cos come Maometto
prima, anche Lenin venne considerato un profeta e, in quanto tale, confusamente
assimilato agli altri spiriti normalmente rispettati dalla gente comune464. Quindi,
nonostante la povert avesse ormai reso puramente simboliche pratiche ancora pi
antiche come il kalym, la loro testarda sopravvivenza proprio indicativa del loro
radicamento. Infine, finch non sarebbe emersa una generazione di persone
esclusivamente formatasi nelle scuole di regime, difficilmente alcun funzionario di
partito sarebbe stato totalmente estraneo a piccole involontarie superstizioni, come la
circoncisione per i propri figli o la sepoltura secondo le regole islamiche. Cos, quando
infine anche la sharia (come ladat allinizio del decennio) venne dichiarata fuori-legge
nel 1929, risulta dubbio che essa potesse essere estirpata per via legislativa dal modo di
pensare locale465.
Questi sforzi vennero portati avanti fino al momento della collettivizzazione, a partire
da cui tutti gli sforzi dovettero essere riversati nel settore economico. Inoltre, quando il
Gran Terrore degli anni Trenta prese a preparare il terreno contro chi si opponeva ai
nuovi indirizzi di politica economica, non solo diminuirono le risorse allocate per
listruzione, ma gli stessi rarissimi insegnanti locali ne divennero le vittime, spesso per
sospetti legami con ci che rimaneva dellAlash (anchessa sradicata definitivamente
alla met del decennio). Al di l delle fobie del regime, si ripropose probabilmente la
strutturale tensione tra istruzione e sottomissione politica, persino nel caso dellultima
generazione di persone istruite. Queste infatti, al contrario delle precedenti, avevano
avuto ben minori possibilit di accesso allistruzione superiore in Russia e, tramite la
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stessa apertura sancita o concessa dagli stessi zar, alle idee perfino provenienti dal suo
esterno466.
Dopo il 34 anche la politica scolastica segu lo spirito scientifico della
pianificazione. Manipoli di esperti pedagoghi vennero inviati nelle steppe ad indagare la
situazione effettiva delle scuole. Per poi scoprire quanto poco fosse stato effettivamente
raggiunto. Gli edifici fatiscenti erano la logica cornice di istituti in cui, sebbene fosse
ufficialmente iscritta pi dell80% della popolazione in et scolastica, poco meno della
loro met poteva esimersi dallo svolgere un qualche lavoro per la famiglia. E al di l
delle apparenze e dei proclami ufficiali, i muhallim erano ancora gli unici in grado di
dare qualche barlume di istruzione e di trattenere per qualche tempo i ragazzi. Ormai
parte di queste societ, cio prodotto di un processo di formazione locale senza
importazioni di sapere dallesterno, essi erano anche gli unici istruttori adatti alle
condizioni di vita comunitaria pi estreme e capaci di essere accettati superando il muro
della diffidenza, che colpiva invece qualsiasi novit proveniente dallesterno. Cos era
sempre accaduto per secoli ed altrettanti secoli erano stati necessari allIslam per fare
breccia tra le mura dellauto-referenzialit steppica. Poteva realmente il mondo
sovietico prescindere da questo lungo iter?
Ciononostante alla repressione dei primissimi tempi segu un ampio dispiegamento di
insegnanti, sia slavi che locali. Mediamente si trattava di persone non eccessivamente
qualificate, senza esperienza e a malapena unistruzione superiore. Ma lutopia della
modernizzazione chiedeva una mobilitazione ancora pi massiccia e vennero aperti i
primi corsi di studio universitari, specialmente scientifici, e svariati istituti tecnici,
ovviamente a disposizione sia di slavi che di russi. Accanto a questi enti andavano
diffondendosi anche vere e proprie strutture educative di partito, come lUniversit
Comunista, la prima, fondata nel 1930 e presto seguita dalla Scuola Superiore di Partito
nel 36. In tutti i dieci istituti presenti nel paese alla fine del decennio, vennero infine
istituiti dei corsi per la propaganda politica, i cui studenti dovevano specificamente
occuparsi dellindottrinamento politico dei locali.
La stampa fu un terreno di attivit dove fu relativamente pi facile rimettere in azione
manovalanze e impianti. Un forte impulso venne poi dato alla pubblicazione di testi di
ogni sorta (alcune centinaia di migliaia lanno) in supporto alla sempre pi crescente
propaganda. La stampa si affiancava ora alle scuole, come gi era stato durante
lOttocento russo, nel diffondere idee e paradigmi valoriali. Come allora, questi
moderni supporti tecnici lanciavano con successo la propria sfida al mondo tradizionale.
Ma con una piccola differenza, cui s gi fatto cenno. Nel passato infatti lessere parte
di un Impero aveva dato vita a molteplici rapporti culturali anche con popolazioni nonslave, come i tatari o i bashkir, contribuendo indirettamente alla maturazione identitaria
dellintera popolazione kazaka. In questo momento, invece, il controllo politico molto
pi pervasivo: i rapporti tra singole regioni dellUnione, pi o meno affini culturalmente
e potenzialmente minacciose dal punto di vista politico, sono ridotte al mero folklore di
regime; i rapporti con lesterno sono invece completamente filtrati, se non del tutto
impediti.
Ma lalfabetizzazione acritica, cio la creazione di un pubblico anonimo di lettori
privi di voce politica, -come si sa- parte integrante del processo di edificazione di un
potere totalitario. Esso implica una comunicazione unidirezionale senza possibilit di
replica o contestazione. Forte dellesperienza passata, Stalin pose decisamente fine a
qualsiasi forma di intelligentsia locale autonoma. Ma la drammaticit del caso kazako
rimane peculiare. Anzich inserirsi in un processo di lungo periodo, in quanto basato sui
parziali risultati ottenuti nel periodo russo, lalfabetizzazione di massa qui si bas
invece sulla tabula rasa creatasi nel vuoto di potere dei primi anni post-rivoluzionari.
466
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Esattamente come nel campo economico, anche la politica culturale venne cio
riattivata improvvisamente e senza potersi fondare su una graduale sedimentazione
pluri-generazionale.
I successi della sovietizzazione culturale e delle politiche anti-religiose sono
estremamente dubbi. Le stime del governo alla fine del periodo staliniano furono
trionfanti: 76% di alfabetizzazione complessiva, il 98% di affluenza maschile per la
scolarizzazione primaria e ben il 66% di quella femminile (pur senza distinzione alcuna
di etnia per la regione). Ma in generale, pare legittimo il dubbio su queste cifre. Tra gli
spiragli della censura e anzi dallesistenza stessa di una censura ferrea su questi
avvenimenti pare molto pi plausibile che fosse stata trascurata la capacit di resistenza
acefala della popolazione, cio spontanea e senza eccessivi apparati organizzativi. Un
primo motivo di dubitare delle stime in questione che difficilmente era possibile
osservare sistematicamente la vita nelle campagne: funzionari statali, osservatori o
giornalisti potevano facilmente essere evitati e sporadicamente persino uccisi467. Il
quadro complessivo della fine del periodo staliniano cos estremamente fosco.
Tuttavia, rimane evidente la diarchia tra potere ufficiale e potere informale, citt e
campagna, ideologia di stato e cultura materiale.
Epilogo
Nel periodo successivo, verranno portati a compimento gli obiettivi della politica
sovietica definita da Stalin. E nonostante le molteplici correzioni di rotta lungo il
cammino, a ragione si pu affermare come, fino almeno al periodo gorbacheviano,
lombra di Stalin abbia orientato buona parte delle politiche sovietiche in Kazakistan.
La formazione delle alte cariche del partito locale e dellamministrazione nelle scuole
pubbliche; lemersione di una sorta di potentato locale nelle mani di un unico
funzionario fedele a Mosca, Kunaev, ininterrotto per decenni fino alla destituzione del
85; lindustrializzazione e la difficile accelerazione dello sfruttamento agricolo con i
suoi disastrosi effetti ambientali; lurbanizzazione e il precario equilibrio etnico.
Tuttavia, la fase staliniana porter con se anche i segni inequivocabili e contraddittori
dellesperimento sovietico sulle nazioni assoggettate. Il caso sovietico rimane infatti
lunico nella storia di uno stato multietnico in cui si evitata la disintegrazione della
cultura di origine (lassimilation a la francese) o il suo parziale mantenimento
nonostante o attraverso la frammistione con le altre culture (il melting pot statunitense).
NellUnione si portata avanti lardita politica di stimolare la lealt verso un centro
(teoricamente) sopranazionale e contemporaneamente la singola appartenza
nazionale. Questa scelta in parte assecondava un trend gi in corso in alcune delle
future repubbliche dellUnione prima della Rivoluzione, specie nella sua porzione
europea. Al contrario, in Asia Centrale questa tendenza era estremamente recente e
scarsamente strutturata468. Elementi di comune appartenenza localistica, specialmente
religiosa, svolgevano ancora un ruolo estremamente importante.
Anche in Kazakistan la fedelt al mondo russo sar parziale e riguarder la sola
popolazione slava e tuttal pi la popolazione indigena della fascia pi settentrionale (e
sottoposta dopo la guerra alla diretta amministrazione russa). Al contrario, il processo di
identificazione nazionale aveva raggiunto i maggiori risultati secondo i paradigmi
occidentali dello stato-nazione- proprio in Kazakistan, dove la minore influenza
islamica era stata in qualche modo sostituita da quella secolarista.
Cos mentre si formavano le altre repubbliche nazionali del Trkmenistan, di Bukhara
e Khiva (che con il senno di poi definiremmo proto-uzbeke, ma ancora divise secondo
M.B. Olcott, ibidem
Preziosi spunti sulla politica delle nazioni sovietica in Ajay Patnaik, Nations, Minorities and
States in Central Asia, Maulana Ed, Kolkata 2003, pp.11-13
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468
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le linee dei khanati), testimoniano di una fusione etnica non ancora compiuta come in
Kazakistan, dove invece sar comunque necessario lintervento sovietico per
incorporare i territori meridionali e lUst-Yurt occidentale. Ma proprio collocando
lesperimento dellAlash come un precedente della Repubblica Autonoma, se ne coglie
forse meglio tutta la rilevanza storica. E infatti pur vero che il motivo del supporto
sovietico alle istanze pan-kazake seguiva altre motivazioni di ordine strategico, ma
questa scelta porter a compimento un punto programmatico mai realizzato dallAlash,
ma motivato storicamente ed etnicamente.
Infine, la stessa intuitiva identificabilit etnica e geografica del paese e della sua
popolazione rappresenter il punto di forza e distinzione della sua evoluzione.
Certamente le linee del fallimento sovietico saranno le stesse degli altri paesi
dellUnione, tanto da suggerire per quasi tutte le Repubbliche la formula socialista
nella forma, nazionalista nei contenuti. Ma altrettanto sicuramente il presente kazako
non pu semplicemente essere visto come laritmetico esito delle politiche sovietiche o
russe. Certamente, elementi come la specificit del problema ambientale o, subito dopo
lindipendenza, il problema del disarmo sono imputabili ad una industrializzazione
pianificata da Mosca; i problemi di confini e delle relazioni con protettori vecchi
(Russia) o nuovi (USA) sono in generale da ricondurre al problema di definire ex novo
una sfera di rapporti quasi inesistente fino a poco tempo prima (anche se il Kazakistan
sovietico poteva gi godere di una visibilit estera inconsueta), ma ricordano
drammaticamente la dipendenza innanzittutto psicologica verso un qualsivoglia centro,
cui far riferimento. Ma per ci che attiene alla sfera politica interna, dallassetto
istituzionale alla convivenza pacifica di molteplici etnie, appare troppo semplicativo
imputarne il successo al solo pugno di ferro di eredit sovietica. Il precario equilibrio
locale si fonda e mantiene su dinamiche di contrattazione antiche. E non si tratta della
sola quadri-spartizione di cariche tra ciascuna delle tre Orde e la comunit slava (pi
strutture semi-partitiche che semplici lobbies private, nonostante la censura di
movimenti etnici) di contorno alla sostanziale gestione personalistica del potere. Il
successo stesso del pur indubitabilmente abile gruppo al potere si fonda su un passato
ben preciso e (dal punto di vista occidentale) insolitamente presente nellautocoscienza
della cittadinanza locale.
Lo stesso Islam trova ora un ruolo nuovo solamente in quanto Islam nazionale, cio
religione di stato, sia dal punto di vista amministrativo che ideologico. Questo non
implica uno slancio verso la cooperazione regionale e tanto meno connivenza o
tolleranza dellestremismo religioso, puntualmente perseguitato. Ma difficilmente la
stessa repressione dellI
slam devessere imputata alla censura o alla persecuzione. Queste sono probabilmente
azioni di contingentamento, dato che la nazione pu muovere su pre-esistenti canali
non religiosi per edificare la propria convivenza. Probabilmente, qualsiasi presa
dellIslam politico sar legata, esattamente come ai tempi dellUsh Jhuz, pi alla
necessit di individuare unideologia alternativa a quella monopolizzata dai detentori
del potere, essendo in seconda istanza la religione lunica capace di poter coagulare
consenso, magari facendo presa su supporti esterni.
Ma ben altri sono i supporti esterni su cui pu oggi contare il paese. Lapertura
verso lesterno di accademici, specie occidentali, in movimento verso il paese e
viceversa di studenti di cittadinanza kazaka verso lesterno; lapertura a molteplici
azioni di cooperazione internazionale, pur molto spesso non supportate da organiche
azioni governative; la relativa disponibilit di materiale editoriale e multimediale; la
generica prudenza diplomatica e laccorta candidatura alla Nato, dimostrano ancora
oggi uninalterata versatilit della popolazione e una spregiudicatezza lungimirante
delle elites, che forse testimonia di quella precoce (pur parziale, numericamente e
132
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