PUBBLICO
CAPITOLO 1 - LORDINAMENTO GIURIDICO E IL DIRITTO COSTITUZIONALE
LE REGOLE DEL DIRITTO
Qualunque
organizzazione
sociale
costituisce
un
ordinamento
giuridico.
Unorganizzazione ha bisogno di regole che ne disciplinano la vita e lattivit, queste
regole costituiscono il diritto di unorganizzazione e, considerate nel loro insieme
formano un ordinamento giuridico.
Le regole del diritto ma anche religiose, etiche e di costume appartengono al mondo del
dover essere (linguaggio prescrittivo) che si distingue dal mondo dellessere (linguaggio
descrittivo o espressivo). Le regole del diritto e religiose nonostante appartengano
entrambe al mondo del dover essere sono differenti perch, mentre la religione (regole
non giuridiche) impone solo dei doveri, le regole giuridiche accanto ai doveri tutelano
anche i diritti. Nel diritto arcaico non vi erano legislatori ma sacerdoti ed erano loro a
decidere; la distinzione fra lambito giuridico e quello religioso risale alla fase
repubblicana del diritto romano (lex hortensia 287 a.C.) ma, non sempre ancora oggi
vi questa separazione.
ES nei paesi islamici il Corano non solo un testo religioso ma una vera e propria
legge.
Siamo in presenza di norme giuridiche quando si instaura un rapporto fra due o pi
soggetti che sulla base del diritto oggettivo da luogo a vincoli precisi che per alcuni
determinano situazioni giuridiche favorevoli (diritti oggettivi) mentre per altri
sfavorevoli (doveri).
TEORIA DELLA PLURALITA DEGLI ORDINAMENTI GIURIDICI Il diritto non
monopolio di alcuna organizzazione ma inerisce a qualunque organizzazione.
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CAPITOLO 2 LO STATO
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La Repubblica Italiana costruita sulla base della Costituzione del 1948. E uno stato
sociale che si ispira al costituzionalismo liberaldemocratico ed ha le caratteristiche dello
stato costituzionale.
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GLI ATTI NORMATIVI DEL GOVERNO EQUIPARATI ALLA LEGGE: DECRETI LEGGE
REGOLAMENTI PARLAMENTARI
I regolamenti parlamentari sono atti fonte di rango primario a competenza
materiale riservata in quanto attuano direttamente la Costituzione. Sono fonti del
diritto perch disciplinano l organizzazione e le funzioni spettanti alle camere e,
perch regolano i rapporti delle camere con altri organi. I regolamenti delle due
camere prevedono a loro volta ladozione di regolamenti parlamentari
speciali che, disciplinano lorganizzazione e il funzionamento di particolari
organi delle camere. I regolamenti di organizzazione disciplinano invece la
gestione amministrativa degli apparati dei due rami del parlamento.
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LE FONTI REGOLAMENTARI
I regolamenti sono fonti secondarie del diritto, ossia subordinate a quelle primarie.
Questi regolamenti non vanno confusi con altri atti normativi che hanno il medesimo
nomen iuris: trattandosi di fonti subordinate alle fonti primarie esse sono cosa del tutto
diversa dai regolamenti dellUnione europea e dai regolamenti parlamentari. Anche se le
fonti secondarie non costituiscono un sistema chiuso come le fonti primarie, la potest
regolamentare, per essere legittimamente esercitata, deve trovare fondamento,
ancorch generale, in una norma di legge che attribuisca al titolare il relativo potere
(principio di legalit).
REGOLAMENTI DELLESECUTIVO
Disciplinati dallart. 17 della l. 400/1988 che distingue tra regolamenti
ministeriali, del governo e interministeriali.
REGOLAMENTI GOVERNATIVI: sono approvati dal consiglio dei ministri,
sentito il parere del consiglio di stato che deve pronunziarsi entro 90
giorni dalla richiesta e sono emanati con la forma del decreto del
presidente della Repubblica. Tutti i regolamenti devono essere sottoposti
al visto e alla registrazione della Corte dei conti. Ne sono previsti di vario
tipo:
- Regolamenti di esecuzione
- Regolamenti di attuazione e di integrazione
- Regolamenti indipendenti
- Regolamenti di organizzazione
- Regolamenti di delegificazione (autorizzati o delegati)
REGOLAMENTI MINISTERIALI E INTERMINISTERIALI: necessaria
unapposita disposizione legislativa che autorizzi lesercizio del potere
regolamentare.
I regolamenti ministeriali sono adottati nelle materie di competenza di un
ministro o di unautorit sottordinate al ministro;
I regolamenti interministeriali sono adottati in materie di competenza di
pi ministri.
Entrambi sono sempre subordinati ai regolamenti del governo e devono
essere comunicati al presidente del consiglio prima della loro
emanazione.
REGOLAMENTI DI ALTRE AUTORITA
Lordinamento contempla lattribuzione di un potere regolamentare ad altre
autorit quali le autorit portuali e i prefetti e alle autorit amministrative
indipendenti. Questo potere esercitato nei limiti delle rispettive competenze, in
conformit delle leggi particolari. Questi regolamenti non possono dettare norme
contrarie a quelle contenute nei regolamenti del governo.
LE FONTI FATTO
La fonte fatto per eccellenza la consuetudine o uso che consta di due elementi
necessari:
- Un comportamento ripetuto nel tempo
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La convinzione, da parte del corpo sociale, che ripetere quel comportamento sia
giuridicamente dovuto
Le consuetudini per essere valide, devono essere o conformi alle norme giuridiche poste
da fonti fatto oppure al di fuori di qualsiasi norma. Sono vietate e perci invalide le
consuetudini in contrasto con disposizioni normative di fonti atto. Le fonti fatto in
materia costituzionale integrano le norme costituzionali scritte, definendo la posizione e
regolando lattivit degli organi costituzionali. Si tratta delle consuetudini costituzionali,
hanno rango costituzionale in considerazione dei soggetti e dei comportamenti che esse
disciplinano. Le norme di correttezza costituzionale sono invece quelle che nel loro
insieme costituiscono il galateo dei rapporti fra organi costituzionali e non hanno natura
giuridica.
LE FONTI DI COGNIZIONE
Sono quegli atti, non aventi forza normativa, i quali sono volti esclusivamente a rendere
conoscibile il diritto oggettivo. Nell ambito delle fonti di cognizione bisogna distinguere
tra quelle che hanno valore legale (Gazzetta Ufficiale) e quelle che hanno valore
conoscitivo (banca dati Normattiva, istituita per legge per offrire gratuitamente su
internet tutto il complesso delle norme statali vigenti).
LA PUBBLICAZIONE DEGLI ATTI NORMATIVI
Tutti gli atti normativi devono essere pubblicati nelle forme previste dalla legge.
Gli atti normativi statali sono pubblicati nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica.
Gli atti normativi regionali sono pubblicati nel Bollettino Ufficiale di ciascuna
regione.
Gli atti normativi locali sono pubblicati mediante affissione allalbo pretorio
dellente locale.
La pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica curata dal ministro
della giustizia che cura inoltre linserimento degli stessi atti e di tutti gli altri
decreti ma, anche gli accordi internazionali e dei dispositivi delle sentenze della
Corte costituzionale, nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica
italiana.
Denominazione attribuita agli atti normativi: le leggi e le leggi costituzionali
vengono promulgate col nome di legge dal presidente della Repubblica e
pubblicate come tali. Gli atti normativi del governo sono emanati con decreto del
presidente della Repubblica ma vengono indicati con nomi diversi in base alla
loro natura (decreto legislativo, decreto legge) e nei casi dei regolamenti,
decreto del presidente della Repubblica. Se si tratta di regolamenti non deliberati
dal consiglio dei ministri, lemanazione non avviene con decreto del presidente
della Repubblica e sono denominati con decreto del presidente del consiglio ,
decreto ministeriale o decreto interministeriale.
Gli atti normativi si citano indicando giorno, mese e anno della promulgazione o
emanazione + il numero. Questi atti sono numerati annualmente e in modo
progressivo tenendo conto della data di pubblicazione. Le leggi costituzionali
hanno una numerazione progressiva annuale propria.
Gli atti legislativi e regolamentari entrano in vigore quindici giorni dopo la loro
pubblicazione. Latto stesso pu prevedere un termine pi lungo o pi breve.
I TESTI UNICI
Possono avere natura di fonti di cognizione oppure di vere e proprie fonti di
produzione. Sono testi che raccolgono atti normativi preesistenti che anche se
posti in tempi diversi, disciplinano una stessa materia, unificando e coordinando
le norme giuridiche prodotte da quegli atti. I testi unici sono destinati al riordino
della legislazione vigente. Si pu distinguere tra:
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LA
LIBERTA
DI
MANIFESTAZIONE
ALLINFORMAZIONE ART. 21 COST.
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DEL
PENSIERO
IL
DIRITTO
Lart. 33 Cost., oltre a garantire la libert dellarte e della scienza, ne garantisce anche il
libero insegnamento. La libert di insegnamento o libert nella scuola, attiene sia
ai mezzi sia ai contenuti dellinsegnamento stesso e gode di una tutela specifica rispetto
alla libert di manifestazione del pensiero. Oltre al limite del buon costume, lesercizio di
tale libert deve tener conto di altri valori costituzionalmente tutelati (pari dignit della
persona umana). La Costituzione affida allo Stato il compito non solo di stabilire
norme generali sullistruzione ma anche di istituire scuole statali per tutti gli
ordini e gradi, prevedendo un esame di stato per lammissione ai vari ordini e
gradi di scuole o per la conclusione di essi . Il diritto di istituire scuole e istituti di
educazione riconosciuto anche a enti privati. Accanto alla libert nella scuola
prevista la libert della scuola: non solo possono coesistere scuole private e scuole
pubbliche ma anche lalunno libero di scegliere tra scuola pubblica e scuola privata. Il
diritto di istituire scuole private deve essere esercitato senza oneri per lo Stato. Nel
creare le scuole pubbliche lo Stato deve seguire i criteri indicati dallart. 34 Cost.: la
scuola deve essere aperta a tutti e obbligatoria per almeno otto anni . Il diritto
allistruzione non comprende solamente il diritto per tutti di essere ammessi alla
scuola, ma deve essere inteso come diritto a ricevere unadeguata istruzione ed
educazione per la formazione della personalit e lassolvimento dei compiti sociali della
persona. A questo fine la Costituzione garantisce il diritto allo studio, secondo cui i
capaci e i meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i
gradi pi alti degli studi (devono essere garantiti i mezzi finanziari) . In base all
art. 33.6 Cost. le universit hanno il diritto di darsi ordinamenti autonomi nei
limiti stabiliti dalle leggi dello stato. Lautonomia universitaria intesa a tutelare
sia la libert dellinsegnamento sia la libert della ricerca scientifica.
I DIRITTI ASSOCIATIVI
LIBERTA DI RIUNIONE ART. 17 COST.
LIBERTA DI ASSOCIAZIONE ART. 18 COST.
DIRITTO
DIRITTO
DIRITTO
DIRITTO
I DIRITTI SOCIALI
AL LAVORO ART. 4 COST.
ALLASSISTENZA E ALLA PREVIDENZA ART. 38 COST.
ALLA SALUTE ART. 32 COST.
ALLABITAZIONE
La categoria dei diritti sociali trae il proprio fondamento dalla necessit di assicurare
prestazioni dei poteri pubblici uguali per tutti e tali da riequilibrare le posizioni dei
singoli allinterno della societ (libert attraverso lo stato). La differenza tra diritti di
libert e diritti sociali sta nel fatto che i diritti sociali sono diritti di prestazione, da far
valere nei confronti dello stato, valgono come pretesa del singolo affinch la Repubblica
intervenga per renderli effettivi, anche mettendo in bilancio le risorse finanziarie
necessarie. Sono diritti strettamente legati alle risorse finanziarie disponibili o rese
disponibili da scelte effettuate con le politiche di bilancio e sono anche legati
allorganizzazione e allefficienza degli apparati pubblici. La prima costituzionalizzazione
dei diritti sociali risale alla costituzione tedesca di Weimar (1919). I principali diritti
sociali della nostra Costituzione sono:
Diritto al lavoro; diritto dei minori e delle donne lavoratrici; diritto alleducazione
e allavviamento professionale per gli inabili e minorati;
Diritto allassistenza sociale; diritto di previdenza in caso di infortunio, malattia,
invalidit, vecchiaia, disoccupazione involontaria;
Diritto alla tutela della salute;
Diritto allistruzione e diritto allo studio.
L art. 4.1 Cost. afferma: la Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e
promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto, ci incide sulla forma di
stato, definita Repubblica fondata sul lavoro. Il diritto al lavoro inviolabile. Il cittadino
libero di scegliere lattivit lavorativa o professionale da esercitare. Diritto del lavoratore
a non essere licenziato senza giusta causa o un giustificato motivo. Diritto del lavoratore
ad una giusta retribuzione, proporzionata alla quantit e qualit del suo lavoro e
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IL DIRITTO ALLABITAZIONE
IL PRINCIPIO DI EGUAGLIANZA
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LE ELEZIONI PARLAMENTARI
Le formule elettorali con le quali sono eletti i deputati e i senatori del nostro Parlamento
hanno carattere misto: su una base rigorosamente proporzionale si innesca un premio o,
nel caso del Senato, una pluralit di premi: ripartiti i seggi proporzionalmente, si verifica
che chi vince ne abbia ottenuti un numero minimo; se cosi non , si attribuisce a chi
vince un certo numero garantito di seggi, alternando cosi la proporzionale attribuzione
di essi. Camera e Senato hanno due formule elettorali identiche. I seggi da assegnare
sono suddivisi su base territoriale: 617 seggi alla Camera sono ripartiti in 26
circoscrizioni regionali o sub- regionali, ad essi si sommano il deputato eletto nella Valle
dAosta e i 12 deputati eletti nella circoscrizione estero; 309 seggi al Senato sono
ripartiti su base regionale cio nelle 20 regioni, ad essi si sommano 6 senatori eletti
nella circoscrizione estero. Il riparto fra circoscrizioni e regioni avviene in base al
numero di abitanti risultati dal pi recente censimento. Al senato per,
indipendentemente dalla popolazione, si assegnano almeno 7 senatori per ciascuna
regione. Mentre alla Camera la coalizione o la singola lista vincente ottiene da 340 seggi
in su e la coalizione o le singole liste perdenti da 277 in gi, al Senato i seggi totali della
coalizione o lista vincente e di quelle perdenti sono un numero che deriva dalla
sommatoria dellesito delle 20 diverse elezioni regionali. E probabile che chi vince alla
Camera vinca anche al Senato: mentre alla Camera chi vince ha necessariamente avuto
pi voti di qualsiasi altra coalizione o lista, pu succedere che al Senato una coalizione
vinca di poco nelle regioni che hanno pi seggi in palio e perda nettamente nelle regioni
che ne hanno meno, conseguendo meno voti e pi seggi senatoriali.
La circoscrizione estero elegge 12 deputati e 6 senatori. La formula proporzionale e
consente allelettore anche il voto di preferenza per uno o due candidati della lista
prescelta.
LE ELEZIONI REGIONALI
La competenza in materia di sistema elettorale delle regioni a statuto
ordinario spetta alla legge regionale, sia pure nei limiti dei principi
fondamentali stabiliti dalla legge dello Stato (art. 122.1 Cost.).
La vigente legislazione elettorale regionale transitoria si basa sull elezione diretta del
presidente della regione: ad essa per legge consegue lattribuzione della maggioranza
consiliare alle forze politiche che si sono presentate insieme al presidente eletto (premio
di maggioranza).
Le caratteristiche essenziali della formula sono:
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Si vota su una scheda sola e in un unico turno sia per il presidente che per il
consiglio;
I candidati a presidente sono collegati con una o pi liste provinciali;
Lelettore pu votare:
- Il candidato presidente da solo;
- Il candidato presidente e una delle liste provinciali cui collegato;
- Il candidato presidente e una delle liste provinciali cui non collegato;
- Una lista provinciale da sola;
- Lelettore pu esprimere un voto di preferenza scrivendo il nome di uno
dei candidati
Il candidato presidente che ottiene pi voti eletto; con lui sono eletti non meno
del 55% dei consiglieri delle liste a lui collegate attingendo alla lista regionale e
anche assegnando seggi aggiuntivi. Nel caso in cui le liste collegate abbiano
ottenuto meno della met dei seggi, lintera lista regionale viene eletta. Nel caso
in cui abbiano avuto la met dei seggi o pi, viene eletto solo il 50% dei
candidati.
LE ELEZIONI EUROPEE
Si hanno tre formule diverse: comuni (oltre i 15.000 ab), comuni minori (fino a 15.000
ab) e province.
Formula dei comuni maggiori:
Scheda unica per eleggere sindaco e consiglio, divisa in due parti: a sinistra i
candidati a sindaco, a destra di ciascuno di essi le liste cui ogni candidato
sindaco collegato;
Facolt per lelettore di votare:
- Solo per un candidato sindaco;
- Per il sindaco e per una delle liste collegate;
- Solo per la lista;
- Per un candidato sindaco e per una lista non collegata ad esso.
Al voto di lista si pu aggiungere la preferenza per un candidato specifico.
Per essere eletti sindaco occorre conseguire la maggioranza assoluta dei voti
validi; se ci non accade si ricorre ad un secondo turno di ballottaggio fra i due
candidati pi votati al primo, i quali possono collegarsi ad altre liste.
Il candidato eletto garantisce alle liste a lui collegate una maggioranza del 60%
dei seggi consiliari, mentre il resto dei seggi va alle minoranze
Nei comuni minori ciascun candidato sindaco collegato ad una sola lista; si vota in un
solo turno; il candidato che prende pi voti eletto e comporta lelezione dei due terzi
dei consiglieri fra i candidati della sua lista.
Nelle province il sistema simile a quello dei comuni maggiori. Non esiste possibilit del
voto disgiunto. Lelettore pu votare solo per il candidato presidente ma non pu votare
per il presidente e per un candidato al consiglio che non appartenga a uno dei gruppi ad
esso collegati. Stabilito il presidente vincitore vengono eletti coloro che hanno ottenuto
la percentuale pi alta nel proprio collegio.
Nelle circoscrizioni le modalit di elezione dei consigli sono affidate allo statuto del
comune, in mancanza di questo si applica la formula dei comuni maggiori.
la legge elettorale italiana per il Parlamento europeo la meno recente fra le leggi
elettorali vigenti nel nostro ordinamento ed quella che pi si avvicina a una legge
elettorale proporzionale pura.
I seggi da eleggere sono ripartiti in cinque grandi circoscrizioni pluri- regionali
con un numero di abitanti diverso luno dallaltra;
Si applica la formula del quoziente naturale;
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