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COMUNE DI GIARDINELLO GIARDINELLO 2014 8 AGOSTO

DECRETO SCIOGLIMENTO

N. 04529/2015REG.PROV.COLL. N. 03960/2015 REG.RIC

REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
Il Consiglio di Stato
in sede giurisdizionale (Sezione Terza)
ha pronunciato la presente
SENTENZA
sul ricorso numero di registro generale 3960 del 2015, proposto da:
Presidenza della Repubblica, in persona del Presidente della Repubblica pro
tempore, Presidenza del Consiglio dei Ministri, in persona del Presidente del
Consiglio dei Ministri, Ministero dellInterno, in persona del Ministro pro
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tempore, Prefettura di Palermo, in persona del Prefetto pro tempore, tutti


rappresentati e difesi ex lege dallAvvocatura Generale dello Stato, domiciliata
in Roma, Via dei Portoghesi, n. 12;
contro
Giovanni Geloso, Gabriele Nunzio Brusca, Rosario Candela, Andrea Caruso,
Giacomo Caruso, Vito Antonino Di Napoli, Pietro Angelo Polizzi, Giuseppe
Provenziano, Francesco Donato, Giusi Abbate, Lino Gaio, tutti rappresentati e
difesi dallAvv. Giovanni Immordino e dallAvv. Giuseppe Immordino, con
domicilio eletto presso lAvv. Bruno Imbastaro in Roma, Via dellAcqua
Traversa, n. 185;
nei confronti di
Comune di Giardinello (PA);
per la riforma
della sentenza del T.A.R. LAZIO - ROMA: SEZIONE I n. 04060/2015, resa tra le
parti, concernente lo scioglimento del Consiglio comunale di Giardinello (PA) e
la nomina della Commissione Straordinaria per la Gestione del Comune di
Giardinello (PA) con attribuzioni spettanti al Consiglio comunale, alla Giunta e
al Sindaco

visti il ricorso in appello e i relativi allegati;


visti gli atti di costituzione in giudizio di Giovanni Geloso e di Gabriele Nunzio
Brusca e di Rosario Candela e di Andrea Caruso e di Giacomo Caruso e di Vito
Antonino Di Napoli e di Pietro Angelo Polizzi e di Giuseppe Provenziano e di
Francesco Donato e di Giusi Abbate e di Lino Gaio;
viste le memorie difensive;
visti tutti gli atti della causa;

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relatore nelludienza pubblica del giorno 16 luglio 2015 il Cons. Massimiliano


Noccelli e uditi per le parti lAvv. Giovanni Immordino e lAvvocato dello Stato
Agnese Soldani;
ritenuto e considerato in fatto e diritto quanto segue.

FATTO e DIRITTO
1. Gli odierni appellati, Giovanni Geloso, nella qualit di Sindaco, e tutti gli altri
in epigrafe meglio indicati, quali membri del Consiglio comunale e/o della
Giunta del Comune di Giardinello (PA), hanno adto il T.A.R. Lazio per chiedere
lannullamento dei provvedimenti che hanno condotto allo scioglimento dello
stesso Consiglio comunale, ai sensi dellart. 143 del T.U.E.L., chiedendo di
essere reintegrati nelle funzioni precedentemente svolte.
2. Nel primo grado di giudizio si sono costituite le Amministrazioni intimate per
resistere al ricorso ex adverso promosso.
3.

Il

T.A.R.

Lazio,

con

lordinanza

n.

12285/2014,

ha

intimato

allAmministrazione dellInterno di depositare la relazione della Prefettura di


Palermo in versione integrale, e ha fissato con priorit, ai sensi dellart. 55,
comma 10, c.p.a., la trattazione, nel merito, del ricorso.
4. Infine, con la sentenza n. 4060 del 12.3.2015, il T.A.R. Lazio ha accolto il
ricorso, annullando i provvedimenti impugnati, con il conseguente obbligo, per
la gestione straordinaria dellAmministrazione comunale, di disporre la piena
reintegrazione dei ricorrenti nelle proprie funzioni e con definitivo passaggio
delle

consegne

da

effettuarsi

entro

il

termine

di

trenta

giorni

dalla

comunicazione o dalla notifica, se anteriore, della sentenza.


5. Con verbale prot. n. 2596 del 24.3.2015, in esecuzione della sentenza, il
Sindaco, la Giunta e il Consiglio comunale venivano nuovamente reinsediati
nella effettivit e nella pienezza dei loro poteri.
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6. Avverso la sentenza hanno proposto appello il successivo 4.5.2015 la


Presidenza della Repubblica, la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Ministero
dellInterno e la Prefettura di Palermo, chiedendone la riforma con due distinti
motivi, relativi, rispettivamente, alla violazione dellart. 143 del d. lgs.
267/2000 e allerronea interpretazione delle risultanze istruttorie, e ne hanno
chiesto, previa sospensione, la riforma.
7. Si sono costituiti gli odierni appellati, ricorrenti in prime cure, con una lunga
e articolata memoria difensiva, per resistere al gravame proposto dalle
Amministrazioni.
8. Nella camera di consiglio del 27.5.2015, fissata per lesame della domanda
cautelare, il Collegio, ritenuto di dover decidere speditamente la controversia
nel merito, lha rinviata, per la relativa trattazione, alla pubblica udienza del
16.7.2015.
9. In tale udienza il Collegio, sentiti i difensori delle parti, ha trattenuto la
causa in decisione.
10. Lappello proposto dalla Presidenza della Repubblica, della Presidenza del
Consiglio dei Ministri, del Ministero dellInterno e della Prefettura di Palermo
fondato e va accolto.
11. Il primo giudice ha ritenuto, in sintesi, che il materiale raccolto nel corso
dellistruttoria amministrativa, pur di particolare ampiezza e di estrema
complessit,

non

consente

di

trarre

una

univoca

interpretazione

delle

circostanze di fatto evidenziate, alla stregua di un criterio di congruenza,


ragionevolezza e proporzionalit, quali indici di un fenomeno di infiltrazione
mafiosa in atto, considerato che i denunciati contatti con la criminalit
organizzata hanno riguardato in primo luogo non lamministrazione oggetto del
provvedimento impugnato e la relativa maggioranza consiliare, bens ambiti
politici vicini a precedenti Gruppi politici oggi di minoranza, che le denunciate
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frequentazioni

essenzialmente

di

tipo

personale

privato

quindi

sostanzialmente estranee, salvo casuali ed occasionali momenti, allesercizio di


funzioni pubbliche vanno inquadrate nella fisiologica possibilit di rapporti
personali ed affettivi nellambito della ristretta comunit presente in un piccolo
Comune,

che

le

affermate

irregolarit

dellattivit

della

struttura

amministrativa comunale, in parte ancora da accertare ma, evidentemente, da


contrastare in ogni caso, non sembrano per riconducibili ad un disegno
unitario da cui possano evincersi fenomeni in atto dinfiltrazione mafiosa presso
gli organi di direzione politica, ove non suffragate da ulteriori specifiche
circostanze atte a dimostrare la coltivazione, o comunque la copertura, o
comunque la mancata vigilanza, da parte dei nuovi vertici politici, di eventuali
derive di contiguit della gestione degli uffici amministrativi comunali con la
criminalit organizzata (pp. 18-19 della sentenza impugnata).
12. Il ragionamento del primo giudice, cos sviluppato nei suoi passaggi
essenziali, non convincente e non va esente da censura.
13. Occorre ricordare qui brevemente che, in base ai consolidati principi di
questo Consiglio, le vicende che costituiscono il presupposto del provvedimento
di

scioglimento

devono

essere

considerate

nel

loro

insieme,

non

atomisticamente, e devono risultare idonee a delineare, con una ragionevole


ricostruzione, il quadro complessivo del condizionamento mafioso (cfr., ex
plurimis, Cons. St., sez. VI, 10.3.2011, n. 1547).
13.1. Assumono quindi rilievo situazioni, come ha chiarito sempre questa
Sezione (v. di recente, ex plurimis, Cons. St., sez. III, 24.4.2015, n. 2054),
non traducibili in episodici addebiti personali ma tali da rendere, nel loro
insieme, plausibile, nella concreta realt contingente e in base ai dati
dellesperienza, lipotesi di una soggezione degli amministratori locali alla
criminalit organizzata (vincoli di parentela o affinit, rapporti di amicizia o di
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affari, frequentazioni) e ci pur quando il valore indiziario degli elementi


raccolti non sia sufficiente per lavvio dellazione penale o per ladozione di
misure individuali di prevenzione (Cons. St., sez. III, 2.7.2014, n. 3340).
13.2. La Sezione deve quindi riaffermare anche in questa controversia il
principio, gi enunciato dalla sua consolidata e, comunque, pi recente
giurisprudenza, secondo cui il sindacato del giudice amministrativo non pu
arrestarsi ad una atomistica e riduttiva analisi dei singoli elementi, senza tener
conto

dellimprescindibile

contesto

locale

dei

suoi

rapporti

con

lamministrazione del territorio, ma deve valutare la concreta permeabilit


degli organi elettivi a logiche e condizionamenti mafiosi sulla base di una loro
complessiva, unitaria e ragionevole valutazione, costituente bilanciata sintesi e
non mera somma dei singoli elementi stessi (v. gi, sul punto, Cons. St., sez.
III, 14.2.2014, n. 727).
13.3. Orbene, tenendo a mente queste fondamentali coordinate interpretative
dellart. 143 del T.U.E.L., rileva il Collegio che sia meritevole di accoglimento,
anzitutto, il primo motivo dellappello, con il quale le Amministrazioni hanno
lamentato la violazione di tale previsione normativa.
13.4. Dallesame delle intercettazione ambientali e telefoniche disposte nel
corso delloperazione investigativa Nuovo mandamento, anzitutto, risulta ben
evidente come vi sia stato, anzitutto, un preciso condizionamento degli
ambienti malavitosi locali e, in particolare, del locale boss mafioso, Giuseppe
Abbate,

sulle

elezioni

comunali

di

Giardinello

come

lappoggio

di

detto boss alla lista poi risultata vincitrice abbia determinato, al di l di ogni
dubbio, un condizionamento degli organi politici da parte della criminalit
organizzata di stampo mafioso.
13.5. Non giova in senso contrario assumere, come deducono gli appellati, che
in realt il locale capomafia appoggiasse altra lista, risultata poi perdente alle
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elezioni comunali, poich lesame delle intercettazioni rivela, al contrario, che


la mafia condizionava e influenzava, con il peso dei suoi voti, indistintamente
tutte le liste e, per la sua influenza fattasi ormai pervasiva, era in grado di
condizionare, comunque, la vita amministrativa locale anche prescindendo dal
contatto con il candidato o gli esponenti di questa o quella singola lista.
13.6. Questo Consiglio non ha mancato di rilevare, gi in analoga situazione,
che il condizionamento mafioso riguardante tutte le liste nel caso di specie si
trattava di due liste candidatesi in un comune del napoletano entrambe
influenzate ed eterodirette, nella sostanza, dalla criminalit camorristica
costituisce un segno inequivoco dellinteresse della malavita organizzata ad
interferire in modo illecito sul regolare svolgimento della amministrazione
dellEnte (Cons. St., sez. V, 18.3.2004, n. 1425).
13.7. La vasta e multiforme esperienza delle organizzazioni criminali mafiose,
soprattutto in un contesto territoriale assai circoscritto come quello in
questione, insegna che linfluenza di tali organizzazioni pu essere tanto
capillare

profonda

da

determinare

un

contesto

di

condizionamento

ambientale diffuso e pervasivo.


14. Dalla relazione della Prefettura di Palermo del 14.5.2014, in particolare,
emerso un quadro del genere, che ha visto contrapposte, nel corso delle
elezioni amministrative svoltesi il 6 e il 7 maggio 2012 nel Comune di
Giardinello (PA), tre liste: la LISTA 1, Tradizioni nuove idee, che faceva capo
a Giovanni Geloso; la LISTA 2, Nuova generazione, idee, identit, che faceva
capo a Mario Caruso e la LISTA 3, Giardinello che cambia, che faceva capo a
Marcello Bommarito.
14.1. Le indagini confluite nelloperazione di polizia, gi citata, Nuovo
mandamento (aprile/ottobre 2013) hanno messo in luce come, in occasione
delle elezioni del 2012, si siano verificati coinvolgimenti e contatti tra alcuni
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candidati alla carica di Sindaco e di consigliere comunale e i vertici delle


famiglie mafiose di Giardinello e Montelepre che, di volta in volta e in ragione
di accordi intrapresi con gli aspiranti amministratori locali, hanno determinato e
condizionato la confluenza dei voti, lelezione dei candidati a loro graditi
nonch la nomina degli assessori.
14.2. Lesame complessivo delle conversazioni intercettate ha restituito, con
efficace colorazione, come si legge nella relazione prefettizia (p. 3), una
gestione veloce delle candidature da parte dellAbbate, con sostanziale
interscambiabilit dei candidati, indizio esplicito del controllo mafioso sulle
stesse.
15. Quello della interscambiabilit dei candidati e della sostanziale fungibilit
delle liste, per la locale consorteria mafiosa, un elemento centrale nella
valutazione prefettizia, non correttamente valorizzato dal primo giudice, perch
tale elemento, lungi dal confutare lomogeneit e lunivocit del quadro
indiziario posto a sostegno del provvedimento contestato, rafforza anzi il
ragionevole convincimento della totale permeabilit delle liste, di qualsiasi
lista, e dunque di qualsiasi organo elettivo del Comune, una volta svoltesi le
elezioni, a perverse logiche mafiose.
16. I plurimi contatti di Giuseppe Abbate con tutti indifferentemente gli
esponenti e i candidati sindaci delle tre liste e, tra essi, con lo stesso
Giovanni Geloso ne rappresentano eloquente e inconfutabile conferma.
16.1. Basta leggere, al riguardo, il contenuto del dialogo tra Giuseppe Abbate e
Giovanni Geloso registrato nel corso dellintercettazione della conversazione
telefonica dell11.4.2012, alle ore 20.22, tra lo stesso Giuseppe Abbate e la
propria amante, Vita Caruso, conversazione non interrotta dallo stesso
Giuseppe Abbate, allorch questi, trovandosi con lei al telefono, incontra
Giovanni Geloso, al fine di consentire alla stessa Vita Caruso di ascoltare il
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dialogo con lo stesso candidato sindaco, poi eletto, incontrato dallAbbate nella
piazza del paese.
16.2. Con espressioni brachilogiche e allusive, visto il contesto dellincontro (la
piazza del paese), ma rivelatrici di un consolidato rapporto di frequentazione e,
comunque, di conoscenza, se non di sudditanza, Giuseppe Abbate impartisce al
candidato sindaco alcune sintetiche ma precise raccomandazioni, che non sono
diversamente spiegabili se non alla luce di tale consolidato rapporto.
16.3. Subito Giuseppe Abbate richiama il suo interlocutore alla necessit di
recarsi quanto prima dal vecchio capofamiglia di Giardinello, suo zio Vito
Abbate, per definire al meglio gli accordi elettorali, assieme al candidato
Giacomo Caruso, trovando la piena e incondizionata, per non dire supina,
disponibilit di Giovanni Geloso (quando dici tu, per me pure stasera al tardi o
domani sera, quando dici tu).
16.4. Dopo avere ottenuto tale disponibilit, peraltro, Giuseppe Abbate chiede
al candidato sindaco se tutto proceda bene, raccomandandogli il massimo
silenzio e lassoluta riservatezza sui loro accordi (Sempre tenetevi sempre
chiusi, capito? Bello sistemato!... ).
16.5. A questo punto il discorso si focalizza sulla lista avversaria, facente capo
al candidato sindaco Mario Caruso, poich Giuseppe Abbate e Giovanni Geloso
commentano la presenza, nella lista in questione, della candidata al consiglio
comunale Giovannella Donato.
16.6. Il riferimento a tale lista consente a Giuseppe Abbate di ricordare a
Giovanni Geloso il tentativo, fatto da alcuni appartenenti a tale coalizione, di
avvicinare lo stesso Abbate per cercare con lui un accordo al fine di ottenere il
suo appoggio elettorale, senza tuttavia riuscire nel loro intento, poich egli
aveva gi stretto gi accordo con lo stesso Geloso.

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16.7. Nel riferirsi a tali tentativi e a tali preliminari abboccamenti, tra i quali, in
particolare, lapproccio da parte del sindaco uscente di Giardinello, Salvatore
Polizzi, Giuseppe Abbate ribadisce a Giovanni Geloso il valore dellaccordo con
la lista facente capo allo stesso Geloso e limportanza della parola data alla
lista da questo capeggiata (Mi volevano corrompere ma parola ce n una,
Esatto).
16.8. Il colloquio, pur breve ma estremamente significativo, si conclude con la
raccomandazione, fatta da Giuseppe Abbate a Giovanni Geloso, di guardarsi
dalle false promesse dei salta banchi e, cio, di quanti, con trasformismo
tipico del malcostume politico (anche locale) italiano, sarebbero potuti passare
da una lista ad unaltra (Stiamo attenti, non vorrei qualche inghippo,
Troppi salta banchi, c! ).
17. Nel riprendere, dopo tale incontro, la conversazione telefonica con Vita
Caruso, rimasta volutamente ininterrotta per consentirle, come gi si veduto,
di ascoltare il dialogo con Giovanni Geloso, Giuseppe Abbate le indica il nome
di battesimo del suo interlocutore (Giovanni cera), fornendo un prezioso
elemento identificativo del proprio interlocutore in Giovanni Geloso, candidato
sindaco e rappresentante della lista civica Tradizioni nuove idee.
17.1.

questo

punto

Vita

Caruso,

fino

quel

momento

rimasta

silenziosamente in ascolto, commenta il tono, a suo parere distaccato, tenuto


da Giovanni Geloso, con Giuseppe Abbate che, pur concordando, motiva tale
atteggiamento con leccessiva sicurezza del candidato, arrivando ad ironizzare,
paradossalmente, sulleventualit che lo stesso Giuseppe Geloso non lo tenga
in considerazione e non gli attribuisca il giusto spessore mafioso (Pu
essere che gli pare che siamo una pedina piccola, non lo so) e valutando, ma
solo per mera congettura, lipotesi di non appoggiarlo pi elettoralmente.

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17.2.

Ma

lo

stesso

Giuseppe

Abbate

spiegare

le

vere

ragioni

dellatteggiamento, in apparenza distaccato e sbrigativo, tenuto da Giovanni


Geloso, motivato con evidenza dallinopportunit di farsi vedere assieme a lui
nel paese, considerata la notoria appartenenza di Giuseppe Abbate al sodalizio
mafioso, particolare del quale lo stesso Geloso era ben consapevole, come
ricorda, con buona dose di prudenza, lo stesso Abbate (Ma siccome lui sa che
io sono con quelli, capito? E gli ho detto sempre pi poco ci vediamo, meglio
! ).
17.3. Certamente Giuseppe Abbate diffida dellatteggiamento tenuto dallo
stesso Geloso, per motivi di convenienza, ma ben consapevole che, appunto,
esso dettato da tali motivi, oltre che dalla presenza, al momento
dellincontro, della moglie e dei figli dello stesso Giovanni Geloso.
17.4. Giuseppe Abbate si mostra, infatti, sicuro che la lista di Giovanni Geloso
prevarr nella competizione (perch lui, lui sale, quello vero, capito? ),
predicendone lelezione, e gi pregusta, svelando il disegno del sodalizio
criminoso, la realizzazione di tale disegno, consistente, soprattutto, nel
piazzare un uomo di fiducia Giacomo Caruso al posto di assessore (Uno
di noialtri va a fare lassessore).
17.5. Lo stesso Giuseppe Abbate conferma che laccordo consiste nella
confluenza dei voti sulla famiglia mafiosa, a beneficio del candidato Giacomo
Caruso, del quale egli predice, con altrettanta certezza, lelezione (Quando
sale Giacomino, ed io gli faccio il patteggio (ndr: accordo) prima, lui lo sa che
cinquanta voti noi glieli raccogliamo, chiarendo il peso derivante dallappoggio
politico-elettorale mafioso in un contesto tanto ristretto come quello di
Giardinello (E cinquanta voti sono cinquanta voti, non che sono noccioline,
in un paese come noialtri).

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17.7. perfino superfluo sottolineare il peso determinante dellinfluenza


mafiosa sulle elezioni comunali di Giardinello e il conseguente condizionamento
delleletta amministrazione comunale, per la quale, usando licastica metafora
dello stesso boss, cinquanta voti, qualunque sia stato poi il distacco, in termini
di voti, dalle altre liste, non potevano certo essere noccioline in una realt
piccola come Giardinello.
17.8.

La

lucidit

del

ragionamento

la

sicurezza

dellatteggiamento

manifestato da Giuseppe Abbate, nel sottolineare il peso preponderante che


lappoggio mafioso pu avere nel contesto di Giardinello, lesistenza di accordi
(patteggio) con i candidati della lista civica poi uscita vincitrice dalle elezioni,
il rapporto di colleganza, se non di sudditanza, tra il capomafia e il candidato
da lui appoggiato, nonostante il prudente e formale distacco tenuto da questo
per motivi di convenienza, durante lincontro, alla presenza della sua stessa
famiglia e nel centro del paese, sono tutti elementi che inequivocabilmente e
concordemente depongono nel senso di una forte, certa, inesorabile influenza
della mafia locale sullandamento delle elezioni e sulla vita degli organi
comunali.
18. Essi non sono sminuiti dalla contraria ricostruzione, pur suggestiva e ricca
di interessanti spunti, offerta dagli odierni appellati, che nella propria memoria
difensiva (pp. 41-50) si sforzano di dimostrare, senza tuttavia credibilmente
riuscirvi, che il dialogo tra Giuseppe Abbate e Giovanni Geloso sarebbe stato
una semplice conversazione, dal contenuto assolutamente trasparente tra un
soggetto allepoca incensurato che, con fare ipocrita, avrebbe millantato il
proprio appoggio elettorale in favore del Geloso, mentre cos non era, e il
futuro sindaco, che non avrebbe mai richiesto n sollecitato tale appoggio,
come dimostra il fatto che, in dieci mesi di intercettazioni telefoniche e

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ambientali a carico di Giuseppe Abbate durante le indagini penali, mai vi


sarebbe stato alcun contatto, diretto, indiretto, fisico, telefonico, tra i due.
18.1. Largomento prova troppo perch di tale contatto non vi era affatto
bisogno,

considerato

il

contesto

ambientale

ben

rappresentato

dallintercettazione ed emerso nel corso delloperazione Nuovo mandamento,


ben potendo gli accordi tra mafia e politica locali essere stipulati tra
intermediari, soggetti di fiducia, in una realt piccola e contraddistinta da fitte
trame di relazioni interpersonali, come quella in questione, e il linguaggio
secco, ma essenziale, che ha contraddistinto la conversazione tra i due, nella
piazza del paese, dimostra che lesistenza e lattuazione di tali accordi, persino
in un incontro casuale (o, per meglio dire, casualmente intercettato nel corso
delle indagini e per tutti altri fini), era affare certo, scontato, da liquidare in
poche battute, senza troppe parole (inopportune di fronte alla famiglia del
futuro sindaco e in una pubblica piazza, alla luce del sole), e non certo una
millanteria fatta da un potente boss della locale consorteria mafiosa, per
quanto allepoca incensurato, nei riguardi di un candidato addirittura freddo,
distaccato e altero nei suoi riguardi, come vorrebbero gli appellati.
18.2.

La

pur

suggestiva

rappresentazione

che

questi

ultimi

offrono

dellepisodio, altamente significativo del pesante condizionamento mafioso


sullandamento delle elezioni e sullo stesso futuro sindaco, inverte i rapporti di
forza realmente esistenti tra la mafia e il governo del territorio nel
mandamento mafioso di Partinico che, storicamente, uno tra i pi potenti e
cruenti della malavita organizzata in Sicilia.
18.3. Prova ne che Giuseppe Abbate, ottenuto il successo nella tornata
elettorale, se ne compiace in una successiva telefonata del 7.5.2012,
puntualmente intercettata, con la sua amante, dicendo espressamente che

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noialtri vedi che abbiamo fatto un figurone e che il botto solo noialtri lo
abbiamo fatto.
18.4. Linteresse del locale boss, secondo quanto emerge dalle intercettazioni,
si appunta, al di l dellassessore di sesso femminile (di cui pure lo
stesso boss parla nel corso delle sue conversazioni), sullassessorato ai lavori
pubblici, poich nellintercettazione del 15.5.2012 tra Giuseppe Abbate e Vita
Caruso appare ben evidente tale interesse (a noi interessa lAssessore ai
Lavori Pubblici).
18.5. Tale interesse si concretizza, come ha ben messo in rilievo la relazione
prefettizia, con la nomina dellarchitetto Andrea Caruso quale Assessore ai
lavori pubblici, essendo egli cugino dellamante del boss, n giova a smentire
lassoluta significativit di tale rilievo, come assumono gli appellati (p. 48 della
loro memoria), che questi non sia il soggetto indicato preferenzialmente nelle
intercettazioni dal boss nel suo omonimo Giuseppe Abbate, poich egli un
soggetto senza dubbio legato al boss, per il tramite della sua amante, non
rilevando che le famiglie di Andrea Caruso e di Vita Caruso non intrattengano
da anni rapporti, al di l della veridicit (non dimostrata) di tale assunto.
19. La relazione prefettizia pertanto, al di l di ulteriori significative
circostanze, bene ha messo in rilievo che:
- il sindaco Giovanni Geloso stato per anni consigliere comunale di Giardinello
(PA) e viene eletto con lappoggio del boss;
- lassessore ai lavori pubblici Andrea Caruso, cugino dellamante del boss e
riconducibile a Giuseppe Abbate, ricopriva gi lo stesso ruolo nella precedente
amministrazione comunale, fortemente compromessa, ormai da anni, con la
criminalit locale di stampo mafioso;

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- lassessore di sesso femminile, con deleghe ai servizi sociali, attivit


produttive e zootecnia, stata poi individuata in Giusi Abbate, cugina di primo
grado di Giuseppe Abbate.
20. Si tratta di elementi che, gi in s, tratteggiano un quadro significativo e
inquietante di un condizionamento dellambiente malavitoso sugli organi
elettivi del Comune sulla base di accordi, di legami, di parentele che, proprio
per la interscambiabilit delle liste agli occhi della locale consorteria mafiosa,
costituiscono una pesante ipoteca sulla vita politica e amministrativa di
Giardinello (PA).
21. La relazione prefettizia, oltre a tali gravi elementi, gi di per s bastevoli a
giustificare lo scioglimento del consiglio comunale, ha per posto in rilievo
ulteriori elementi di criticit, nella gestione dellente, che, come si legge nelle
conclusioni della Commissione di accesso, appare del tutto compatibile con le
risultanze investigative delle operazioni di polizia e ha posto in luce, nel suo
insieme, un antico e solido rapporto con lambiente politico-burocratico
dellente con la consorteria mafiosa locale, da ultimo rappresentata dal
capomafia Giuseppe Abbate.
22.

La

Commissione

ha

sottolineato

che

dallesame

della

voluminosa

documentazione amministrativo-contabile emergono oggettivi elementi di


riscontro che attestano i vantaggi diretti degli appartenenti alla consorteria
mafiosa, i quali, in forza di una consolidata e ramificata rete di agganci
costituita da parentele, amicizie, frequentazioni, comuni interessi economici,
hanno condizionato lazione amministrativa dellente nellassegnazione degli
appalti, nei conferimenti degli incarichi, nel rilascio di titoli concessori o
lottizzazioni, nella riscossione dei tributi e persino nellelargizione dei contributi
a favore di cittadini bisognosi.

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23. Prendendo le mosse da questultimo elemento, di non scarsa significativit,


si deve rilevare, ad esempio, che tra gli ammessi al contributo per il servizio
civico comunale figura, al primo posto, Stella Moceri, nata a Palermo il
9.1.1977, moglie di Salvatore Abbate, figlio di Vito Abbate, referente di cosa
nostra per Giardinello negli anni 80, e cugino di primo grado del pi volte
citato capomafia Giuseppe Abbate.
23.1. La Commissione, oltre a rinvenire una costante violazione del rispetto dei
requisiti formali nella presentazione delle istanze, la mancanza di controlli sulle
autocertificazioni prodotte dagli interessati, lassenza di relazioni nel fascicolo
concernente la valutazione economica sullo stato di bisogno redatta in
collaborazione con i vigili urbani, ha constatato anche una accentuata
ripetitivit

dei

beneficiari,

dallamministrazione

poich

comunale

ha

tra

gli

riscontrato

ammessi
la

presenza

contributo
di

soggetti

appartenenti o contigui alle famiglie mafiose del luogo, tra i quali spiccano i
nomi di Francesco Trapani, componente della famiglia mafiosa di Montelepre,
Flavia Geloso, moglie di Giacomo Giuseppe Caruso, cugino di primo grado
del boss Giuseppe Abbate, Maria Iliana Sgroi, appartenente alla nota famiglia
mafiosa di Giardinello, nonch sorella di Antonino Sgroi, consigliere comunale
nella precedente sindacatura di Polizzi, coniugato con Francesca Maniaci,
appartenente alla famiglia mafiosa di Montelepre.
23.2.

Si

tratta

confermano

il

di

circostanze,

fondato

sospetto

queste,
di

assai

gravi,

condizionamenti

che

ulteriormente

dellamministrazione

comunale nellelargizione di sussidi e benefici, senza dire dei contributi


generosamente dal Comune concessi una tantum, per presunte situazioni
impreviste

ed

eccezionali

di

bisogno

non

comprovate

mai

da

alcuna

documentazione, in favore di soggetti contigui alle consorterie mafiose come

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Giovanni Cognato, Giusy Mannino, Giacomo Giuseppe Mannino e, non ultimo,


lo stesso padre di Giuseppe Abbate, Giovan Battista Abbate.
23.3. Tali elargizioni, ben sottolineate dalla relazione prefettizia, non sono
state smentite nemmeno dagli odierni appellati nella loro memoria difensiva.
23.4. Numerose sono poi le irregolarit, le anomalie e le operazioni fortemente
sospette riscontrate dalla Commissione di accesso nella gestione degli appalti e
nel rilascio dei titoli concessori.
23.5. Basti qui citare per tutti, a titolo esemplificativo, le gare concernenti la
fornitura di materiali necessari allattivit dei cantieri di lavoro per disoccupati,
avviati dal Comune, connotati da iter procedurali piuttosto anomali, ed
entrambe

aggiudicate alla

ditta

Giacomo

Ferrante

di Isola delle Femmine, impresa unica partecipante alla gara e risultata


essere particolarmente gradita alle consorterie mafiose locali, e le gare
concernenti il Centro Polifunzionale da destinare alla formazione di operatori
turistici, aggiudicate alla P.P.P. s.r.l. di Maniace, il cui titolare risulta segnalato
per mafia dalla Squadra Mobile di Catania, e ad ATI dAlberti Costruzioni s.a.s.
di Francesco DAlberti, il cui padre, Giuseppe DAlberti, stato indagato, nel
2000 e nel 2003, per associazione mafiosa.
23.6. La relazione prefettizia contiene unanalitica descrizione delle irregolarit
e delle anomalie compiute in queste come in altre procedure di gara,
irregolarit e anomalie che, al di l di singole imprecisioni, confermano il
quadro complessivo di un pesante condizionamento dellattivit politica e
amministrativa comunale, in ogni settore della vita pubblica e anche
prescindendo dalle convenienze e/o dalle connivenze dei singoli amministratori,
da parte della locale consorteria mafiosa.
24. Ritiene il Collegio che il quadro ricostruttivo vividamente rappresentato
nella relazione prefettizia, sorretto da adeguata istruttoria e convincente
17 DI 33

motivazione, lasci pienamente emergere nel suo complesso e al di l di singoli


errori e imprecisioni, che tuttavia non ne sminuiscono singolarmente la validit
dinsieme, lesistenza di elementi concreti, univoci e rilevanti, che giustificano,
ai sensi dellart. 143 del T.U.E.L., lo scioglimento del Consiglio comunale di
Giardinello (PA) per il pesante condizionamento mafioso dei suoi organi elettivi
e della sua stessa attivit amministrativa in ogni settore della vita pubblica,
nessuno escluso.
25. In conclusione, per tutte le ragioni sin qui esposte, lappello merita
accoglimento e pertanto, in integrale riforma della sentenza impugnata, deve
essere respinto il ricorso proposto in primo grado da Giovanni Geloso e da
Gabriele Nunzio Brusca e da Rosario Candela e da Andrea Caruso e da
Giacomo Caruso e da Vito Antonino Di Napoli e da Pietro Angelo Polizzi e da
Giuseppe Provenziano e da Francesco Donato e da Giusi Abbate e da Lino Gaio.
26. La legittimit, qui accertata, dello scioglimento del Consiglio comunale, ai
sensi dellart. 143, commi 1 e 2, del T.U.E.L., impone limmediato reintegro
della Commissione straordinaria, gi nominata, con le attribuzioni spettanti al
Consiglio comunale, alla Giunta e al Sindaco.
27. Le spese del doppio grado di giudizio, considerata lestrema complessit
delle vicende qui esaminate, possono essere interamente compensate tra le
parti.
P.Q.M.
Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale (Sezione Terza), definitivamente
pronunciando sullappello, come in epigrafe proposto dalla Presidenza della
Repubblica, dalla Presidenza del Consiglio, dal Ministro dellInterno e dalla
Prefettura di Palermo, lo accoglie e per leffetto, in riforma della sentenza
impugnata, rigetta il ricorso proposto in primo grado da Giovanni Geloso e da
Gabriele Nunzio Brusca e da Rosario Candela e da Andrea Caruso e da
18 DI 33

Giacomo Caruso e da Vito Antonino Di Napoli e da Pietro Angelo Polizzi e da


Giuseppe Provenziano e da Francesco Donato e da Giusi Abbate e da Lino Gaio.
Compensa interamente tra le parti le spese del doppio grado di giudizio.
Ordina che la presente sentenza sia eseguita dallautorit amministrativa.
Cos deciso in Roma nella camera di consiglio del giorno 16 luglio 2015 con
lintervento dei magistrati:
Giuseppe Romeo, Presidente
Carlo Deodato, Consigliere
Salvatore Cacace, Consigliere
Dante D'Alessio, Consigliere
Massimiliano Noccelli, Consigliere, Estensore

DEPOSITATA IN SEGRETERIA
Il 28/09/2015
IL SEGRETARIO
(Art. 89, co. 3, cod. proc. amm.)
https://www.giustiziaamministrativa.it/cdsintra/cdsintra/AmministrazionePortale/DocumentViewer/in
dex.html?ddocname=H2OOVECQS63GYECFBPGD6JK6LQ&q=ISOLA%20or%20
DELLE%20or%20FEMMINE

TRIBUNALE AMMINISTRATIVO REGIONALE LAZIO - ROMA, SEZIONE 1


SENTENZA 12 MARZO
2015 INTEGRALE

2015,

N.

4060

DATA

UDIENZA

11

MARZO

SCIOGLIMENTO DEL CONSIGLIO COMUNALE - ORGANI ELETTIVI SCIOGLIMENTO PER INFILTRAZIONI DELLA CRIMINALIT ORGANIZZATA ITER AMMINISTRATIVO - PARTECIPAZIONE AL PROCEDIMENTO - E'
INESSENZIALE

REPUBBLICA ITALIANA
19 DI 33

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO


IL TRIBUNALE AMMINISTRATIVO REGIONALE PER IL LAZIO
SEZIONE PRIMA
ha pronunciato la presente
SENTENZA
sul ricorso numero di registro generale 14464 del 2014, proposto da:
Gi.Ge. ed altri, rappresentati e difesi dagli avv. Gi.Im. ed altri, con domicilio
eletto presso Br.Im. in Roma, Via (...);
contro
Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministero dell'Interno, U.T.G. - Prefettura
di Palermo, rappresentati e difesi per legge dall'Avvocatura Dello Stato,
domiciliata in Roma, Via (...); Comune di Giardinello;
per l'annullamento
- del decreto prot. n. 24625-19/08/2014 dell'11.8.2014 con il quale il
Presidente della Repubblica ha disposto lo scioglimento del consiglio comunale
di Giardinello (Pa), nonch la nomina della commissione straordinaria con le
attribuzioni spettanti al consiglio comunale, alla giunta e al sindaco;
- della proposta del Ministro dell'Interno e della Relazione del 5.8.2014,
allegata al medesimo decreto del presidente della Repubblica sopra
menzionato e che ne costituisce parte integrante;
- della deliberazione del Consiglio dei Ministri adottata nella riunione
dell'8.8.2014, in parte qua;
della Relazione prot. n. 866/R/2014 del 14.5.2014 della Prefettura di Palermo Area II raccordo Enti Locali;
-del decreto n. 1405/N.C./2014 dell'11.8.2014 del Prefetto della Provincia di
Palermo con il quale stata disposta la sospensione degli organi del Comune di
Giardinello (PA) dalla carica ricoperta, nonch da ogni altro incarico ad essa
connesso e la provvisoria gestione dell'ente ad una commissione straordinaria
ai sensi dell'art. 143 TUEL;
- nonch di tutti gli altri atti presupposti, connessi e consequenziali.
Visti il ricorso e i relativi allegati;
Visti gli atti di costituzione in giudizio di Presidenza del Consiglio dei Ministri e
di Ministero dell'Interno e di U.T.G. - Prefettura di Palermo;
Viste le memorie difensive;
Visti tutti gli atti della causa;
20 DI 33

Relatore nell'udienza pubblica del giorno 14 gennaio 2015 il dott. Raffaello


Sestini e uditi per le parti i difensori come specificato nel verbale;
Ritenuto e considerato in fatto e diritto quanto segue.
FATTO e DIRITTO
1 - I Signori Gi.GE. ed altri, ricorrono davanti a questo Tribunale per
lannullamento dei provvedimenti che hanno portato allo scioglimento degli
organi di governo del Comune di Giardinello, in provincia di Palermo,
chiedendo di essere reintegrati nelle funzioni precedentemente svolte.
2 - In particolare, con il ricorso in epigrafe chiedono l'annullamento, previa
sospensione dell'esecutivit, dei seguenti provvedimenti:
a) decreto prot. n.24625-18/9/2014 dell'11.8.2014 con il quale il Presidente
della Repubblica ha disposto lo scioglimento del consiglio comunale di
Giardinello (Pa), nonch la nomina della commissione straordinaria con le
attribuzioni spettanti al consiglio comunale, alla giunta e al sindaco;
b) proposta del Ministro dell'Interno e della Relazione del 5/8/2014, allegata al
medesimo decreto del Presedente della Repubblica sopra menzionato, e che ne
costituisce parte integrante;
c) deliberazione del Consiglio dei Ministri adottata nella riunione dell'8.8.2014,
in parte qua;
d) relazione prot. n. 866/R/2014 del 14.5.2014 della Prefettura di Palermo Area J1A Raccordo Enti Locali;
e) decreto n.1405/N.C. 2014 dell'11.8.2014 del Prefetto della Provincia di
Palermo con il quale stata disposta la sospensione degli organi del Comune di
Giardinello (PA) dalla carica ricoperta, nonch da ogni altro incarico ad essa
connesso, e la provvisoria gestione dell'ente ad una commissione straordinaria
ai sensi dell'art. 143 T.U.E.L.;
f) tutti gli atti presupposti, connessi e consequenziali;
3 In particolare, riferisce lAmministrazione dellinterno costituitasi in
giudizio con lAvvocatura dello Stato- che nel quadro delle iniziative finalizzate
alla prevenzione di fenomeni riconducibili alle interferenze della criminalit
organizzata all'interno degli Enti locali, stata svolta unindagine del Nucleo
Investigativo Carabinieri di Monreale, confermata dalle successive operazioni di
polizia giudiziaria denominate "Nuovo Mandamento" e "Nuovo Mandamento 3",
che hanno portato all'arresto di vertici ed affiliati della consorteria mafiosa,
anche del territorio di Giardinello, che avrebbero fatto emergere, tra l'altro,
l'esistenza di collegamenti diretti ed indiretti tra la criminalit organizzata ed
amministratori del Comune di Giardinello nellambito della riorganizzazione
territoriale di "Cosa Nostra" nella parte occidentale della provincia di Palermo.
21 DI 33

Pertanto il Prefetto di Palermo, con decreto n.69/14/ N.C. del 17 gennaio 2014,
su delega del Ministro dell'Interno (giusta D.M. n. 17102/128/56/19 emanato il
14 gennaio), ha disposto l'accesso presso il Comune di Giardinello e la
contestuale nomina di una Commissione d'indagine, che ha redatto una
dettagliata relazione, classificata come documento riservato e trasmessa al
Ministero dell'interno. Il contenuto della suddetta relazione stato illustrato nel
corso della riunione svoltasi il 14 maggio 2014 del Comitato Provinciale per
l'Ordine e Sicurezza Pubblica - integrato, per l'occasione, con la partecipazione
del rappresentante della Procura della Repubblica - DDA, presso il Tribunale di
Palermo - che ha convenuto sulla sussistenza di concreti, univoci e rilevanti
elementi comprovanti collegamenti tra gli amministratori di quel Comune e la
criminalit organizzata, ai sensi dell'art. 143, comma 4, del decreto n.
267/2000. Quindi il Prefetto, con lettera n. 866/R/2014 del 14 maggio 2014,
ha trasmesso al Ministro dell'interno una dettagliata relazione e l8 agosto
2014 il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell'interno, ha
deliberato lo scioglimento del Consiglio Comunale di Giardinello. Ha fatto
seguito l'emissione del Decreto del Presidente della
Repubblica dell'11 agosto 2014 con il quale stata contestualmente nominata
la Commissione Straordinaria per la gestione di quel Comune.
Nelle more, con decreto prefettizio dell'11 agosto 2014 stata disposta, ai
sensi dell'art. 143, comma 12, del T.U.E.L. la sospensione degli organi del
Comune di Giardinello dalla carica ricoperta, nonch di ogni altro incarico ad
essa connesso, affidando la provvisoria amministrazione dell'Ente locale ai
Commissari Straordinari gi individuati.
4- Al riguardo i ricorrenti propongono una pluralit di motivi di ricorso,
concernenti sia censure formali, concernenti presunte violazioni delle norme
procedurali, sia censure sostanziali, concernenti il merito e la fondatezza dei
provvedimento impugnati.
5 - A difesa del proprio operato, lAmministrazione confuta la fondatezza del
primo tipo di censure e, quanto alle seconde, premessi gli assetti della
criminalit organizzata nel territorio di riferimento attraverso la descrizione dei
profili criminali concernenti i principali esponenti del sodalizio mafioso,
argomenta come gli stessi avrebbero avuto una decisiva influenza nel contesto
socio-ambientale ed istituzionale del Comune di Giardinello.
6 In particolare, quanto alle censure di ordine formale e procedurale, i
ricorrenti lamentano anzitutto il difetto di motivazione poich l'atto richiamato
per relationem (la relazione prefettizia) sarebbe a sua volta, incomprensibile
per i molti "omissis", impedendosi cos l'esercizio del diritto di difesa.
Secondo lAmministrazione il motivo non fondato, in quanto il vigente
ordinamento classifica la relazione prefettizia in esame come documento
"riservato"e quindi sottratto alla divulgazione ed allaccesso, consentendo
22 DI 33

tuttavia (art. 42, comma 8, legge n. 127/2007) all'autorit giudiziaria di


ordinare l'esibizione di documenti classificati per i quali non sia opposto il
segreto di stato, curandone la conservazione con modalit che ne tutelino la
riservatezza, garantendo il diritto delle parti nel procedimento a prenderne
visione senza estrarne copia, ed quanto avvenuto nel presente giudizio a
mezzo di ordinanza istruttoria del TAR. Volta a consentire un pieno e
consapevole contraddittorio fra le parti;
7 Viene inoltre dedotta lillegittimit della mancata comunicazione di avvio
del procedimento e, comunque, del mancato esame della memoria depositata
"spontaneamente" dal sindaco. LAmministrazione ribatte che, per costante
giurisprudenza, il procedimento previsto dall'art. 143 del T.U.E.L. sfugge alle
regole generali sulla partecipazione dei privati, dal che consegue che non
sussisterebbe alcun obbligo dell'amministrazione procedente di garantire tale
partecipazione, n sotto il profilo formale (mediante invio della comunicazione
di avvio) n sotto il profilo sostanziale, procedendo all'esame dettagliato delle
eventuali osservazioni presentate dal privato.
8 Quanto alle censure di merito, con il primo motivo di ricorso i ricorrenti
deducono che gli accordi politici preelettorali sarebbero stati assunti solo tra il
boss Gi.AB. e i candidati della lista avversaria al Sindaco, tra i quali il
precedente sindaco, ed a tale riguardo trascrivono il contenuto delle
intercettazioni telefoniche effettuate dagli organi investigativi tra i due.
LAmministrazione tuttavia richiama le ulteriori intercettazioni telefoniche
comprovanti i contatti tra il boss AB. ed il sindaco, ed in particolare una
comunicazione intercettata l'11 aprile 2012, prima delle consultazioni elettorali,
circa gli accordi per recarsi quanto prima, unitamente ad altro candidato,
presso l'anziano capo famiglia di Giardinello Vi.AB., zio di Gi.AB.
Il Collegio evidenzia peraltro che dallintercettazione, come ammesso dalla
stessa Difesa erariale, non emergono gli specifici motivi dellincontro, solo
presumibilmente connesso alla competizione elettorale.
Ulteriori
intercettazioni
evidenziano,
prosegue
lAmministrazione,
la
soddisfazione per lelezione del sindaco da parte del boss, che subito dopo si
sarebbe occupato della nomina degli assessori da insediare nei posti chiave
dell'apparato gestionale, per il tramite di un neo eletto consigliere. Anche qui
manca peraltro, osserva il Collegio, un riscontro circa la condivisione da parte
del sindaco.
9 - I ricorrenti deducono inoltre che l'azione di condizionamento dell'esito delle
elezioni 2012 avvenuta due anni prima e che i presunti responsabili di tale
condizionamento sono stati arrestati in esecuzione dell'ordinanza di custodia
cautelare dell'8 aprile 2013.

23 DI 33

LAmministrazione evidenzia tuttavia che, nonostante gli arresti, il Comitato


Provinciale Ordine e Sicurezza Pubblica, nella seduta svoltasi il 14 maggio
2014, ha all'unanimit convenuto che il rischio di condizionamento fosse
tuttora perdurante, mentre il richiamo dei ricorrenti all'art. 7 CEDU non
sarebbe conferente, trattandosi di un provvedimento amministrativo (e non
penale), che ha carattere essenzialmente cautelare e che vede come
destinatario non singoli soggetti bens lente.
10 I ricorrenti negano altres la sussistenza di una "linea di continuit con la
precedente amministrazione, ma per lAmministrazione nel periodo
preelettorale pressoch tutti i candidati, poi risultati eletti, avevano
direttamente intrattenuto rapporti con il capomafia AB.. La connessione
sarebbe stata poi confermata, afferma testualmente lAmministrazione, dal
conferimento della nomina di Vicesindasco ed Assessore ai Lavori Pubblici ad
un consigliere comunale che aveva gi svolto incarichi con la precedente
Giunta e che sarebbe cugino dell'amante del boss.
Osservano peraltro i ricorrenti che le predette circostanze, se pure evidenziano
una certamente non positiva continuit tra le due consiliature, non per questo
dimostrano fenomeni di contiguit diversi dal casuale ruolo di un singolo
amministratore comunale quale appartenente alla schiera di parenti di una
persona che, per libera scelta di adulto consenziente, avrebbe anche
intrattenuto rapporti affettivi con il boss locale.
11 - Ancor meno conferenti, deducono poi i ricorrenti, appaiono le ulteriori
considerazioni circa la "continuit" tra le due amministrazioni che
discenderebbe dal precedente ruolo di consigliere (peraltro di opposizione)
svolto dal sindaco, nonch dalla presenza, nell'Amministrazione disciolta, di
taluni precedenti assessori, del figlio del sindaco uscente e di altri dipendenti
del Comune legati allo stesso o al boss da rapporti di parentela, senza che
peraltro lAmministrazione provveda a chiarire i tempi ed i modi di possibile
risoluzione dei predetti rapporti pattizi politici e contrattuali, e soprattutto i
relativi plausibili motivi, che avrebbero dovuto essere evidentemente diversi
dalla semplice parentela con chicchessia, che comprenderebbe addirittura
cugini di decimo grado.
12 - Inoltre, evidenziano i ricorrenti, neppure i nuovi amministratori comunali
straorinari sarebbero finora riusciti a rimuovere le predette figure, ed al
riguardo
appare
confessoria
osservanola
controdeduzione
dellAmministrazione secondo cui i responsabili, rispettivamente, del Settore
Tecnico e dell'Area Affari Generali (entrambi ritenuti dalla predetta relazione
espressione di continuit e possibile contiguit) non sarebbero stati lasciati ai
loro posti, bens fatti ruotare con decorrenza 11 novembre 2014 (si noti bene)
invertendo l'originaria assegnazione dei predetti.

24 DI 33

13 Pi in generale, secondo i ricorrenti, la stessa relazione prefettizia


documenterebbe che tra il Sindaco, gli Assessori i consiglieri di maggioranza e i
presunti mafiosi non vi sono stati incontri personali n telefonate", mentre la
prognosi di pericolo di condizionamento sarebbe fondata solo su rapporti di
parentela non improbabili in un paesino di circa 2.000 abitanti, e quanto alle
indagini di polizia che avrebbero accertato un interessamento del boss locale
allelezione del sindaco, mancherebbe qualsiasi ulteriore riscontro quanto al
parallelamente necessario interessamento del candidato sindaco ai fini di un
appoggio contrattato (voto di scambio) alla sua elezione.
A tale riguardo lAmministrazione ribadisce il possibile peso anche delle
parentele, a maggior ragione in contesti di cos limitate dimensioni, senza
peraltro contestualizzare laffermazione osservano i ricorrenti- in riscontri
concreti.
14 - Lo scambio di memorie prosegue -osserva il Collegio- in un serrato
contraddittorio fra le parti circa gli ulteriori elementi indiziari evidenziati dalla
relazione prefettizia ma la cui rilevanza contestata dai ricorrenti, senza
peraltro consentire al Collegio di giungere a conclusioni univoche circa la
presenza o meno di infiltrazioni mafiose: cos per la precedente posizione del
gi Vice Presidente del Consiglio comunale nella societ "Al. s.r.l., peraltro gi
da tempo sottoposta a misure interdittive antimafia; cos per i rapporti di
affinit fra un dipendente comunale, addetto all'Area tecnica, ed il gi
Presidente del Consiglio Comunale, che per ammissione della stessa
Amministrazione si risolverebbero in un proprio banale errore per omonimia;
cos per i molti procedimenti amministrativi, gli appalti ed il rilascio di
concessioni edilizie presi in esame dal provvedimento impugnato, senza che
peraltro lAmministrazione riesca, secondo i ricorrenti, ad allegare principi di
prova idonei a far ragionevolmente ritener la sussistenza di plausibili collusioni,
connivenze o coperture dei nuovi vertici politici;
15 - In sede cautelare, alla camera di consiglio del 3 dicembre 2014 questa
Sezione,
con
ordinanza
n.
12285/2014,
ha
ordinato
allintimata
Amministrazione dellInterno di depositare la relazione della Prefettura di
Palermo in data 14.5.2014 in versione integrale, secondo modalit idonee a
garantire le esigenze di riservatezza che avevano condotto allapposizione, nel
documento depositato, dei numerosi omissis che non rendevano utilmente
intellegibile il testo.
Peraltro, considerato che, gi ad una prima sommaria delibazione, gli atti
impugnati palesavano profili problematici, quanto alla congruenza,
ragionevolezza e proporzionalit rispetto alle circostanze di fatto evidenziate
nella parte in chiaro della relazione, il Collegio ha valutato il fumus boni juris
del ricorso, rilevando in particolare che i denunciati contatti con la criminalit
organizzata sembrano riguardare in primo luogo non lamministrazione oggetto
25 DI 33

del provvedimento impugnato e la relativa maggioranza consiliare, bens ambiti


politici vicini a precedenti Amministrazioni ed oggi di minoranza, che
potrebbero paradossalmente essere rimessi in gioco in nuove consultazioni
elettorali;
La Sezione ha considerato altres che le denunciate frequentazioni apparivano
almeno in parte riconducibili alla fisiologica situazione di un piccolo Comune,
e che le affermate irregolarit dellattivit della struttura amministrativa
comunale, comunque da contrastare, non sembravano per riconducibili ad un
disegno unitario da cui potessero evincersi fenomeni in atto dinfiltrazione
mafiosa presso gli organi di direzione politica;
Pertanto la Sezione ha ritenuto che, al fine di valutare la reale sussistenza delle
speciali ed eccezionali circostanze che consentono di derogare al fondamentale
principio costituzionale della rappresentanza politica democratica, fosse
necessario fissare la trattazione di merito del ricorso ai sensi dellart. 55 c.p.a.,
comma 10.
16 - A seguito del deposito della citata relazione della Prefettura di Palermo in
data 14.5.2014 in versione integrale le parti hanno prodotto ulteriori ampie
memorie per argomentare le proprie ragioni, ed a seguito della pubblica
udienza del 14 gennaio 2015 il Collegio ha introitato il ricorso, che, stato
deciso nelle successive camere di consiglio del 14 gennaio , dell11 febbraio e
dell11 marzo 2015 in relazione alla complessit ed articolazione del
contenzioso e della sua delicatezza istituzionale.
17 Al Collegio non sfugge, infatti, la delicatezza della fattispecie, che
concerne una incisiva deroga al fondamentale rapporto di rappresentanza
democratica fra cittadini ed organi elettivi di governo.
18 In linea generale, quanto alla possibile violazione dei principi costituzionali
che presidiano il rapporto fiduciario fra popolo e suoi rappresentanti
democraticamente eletti, il Collegio rileva infatti che il provvedimento di
scioglimento degli organi elettivi locali costituisce una misura che incide in
maniera indicativa sulla libert di autogoverno delle comunit locali. Tuttavia,
l'esercizio di tale potere straordinario persegue il primario interesse pubblico
alla salvaguardia del principio di legalit sancito dallarticolo 1 della
Costituzione, secondo cui la sovranit popolare esercitata nelle forme e nei
limiti della Costituzione, in quanto consente di contrastare una patologia del
sistema democratico: quella dell'infiltrazione della criminalit organizzata nelle
istituzioni. Si tratta, perci, di una particolare misura di controllo sugli organi
posta dall'ordinamento a difesa dell'ordine e della sicurezza pubblica, a
garanzia della sussistenza di quelle condizioni minimali che consentano
liberamente e legalmente lo svolgimento del dibattito e la partecipazione
politica dei cittadini e di tutte le forze espresse dall'attuale societ pluralistica.
Le misure in oggetto pongono inoltre una linea di difesa degli stessi
26 DI 33

componenti degli organi disciolti, che, seppur potenzialmente non estranei alle
irregolarit riscontrate, potrebbero essere stati, loro malgrado, esposti a ricatti
e a varie forme di condizionamento da parte della malavita organizzata che, ai
propri fini, ha tatticamente teso ad affievolire l'esercizio del munus publicum
loro conferito dalla volont popolare (TAR Sicilia, sez. I, 16 giugno 2000).
19 - Il livello istituzionale degli organi competenti (il provvedimento di
scioglimento disposto con decreto del Presidente della Repubblica previa
deliberazione del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell'Interno,
formulata con apposita relazione di cui forma parte integrante quella
inizialmente elaborata dal prefetto) garantisce l'apprezzamento del merito e la
ponderazione degli interessi coinvolti. La giurisprudenza del Consiglio di Stato
andata oltre, rilevando che nello schema della disposizione in oggetto non vi
contrapposizione, ma sostanziale identit di tutela tra diritto costituzionale di
elettorato e lotta alla criminalit proprio perch la norma che legittima lo
scioglimento dei consigli lo condiziona al presupposto dell'emersione, da
un'approfondita istruttoria, di forme di pressione della criminalit che non
consentono il libero esercizio del mandato elettivo (Cons. Stato, sez. VI, 16
febbraio 2007, n. 665).
20 Ne consegue il valore non dirimente, ai fini della decisione, dei dedotti vizi
di ordine procedurale. In particolare, quanto al dedotto mancato rispetto del
principio di partecipazione nel procedimento in esame, osserva il Collegio che
la Corte Costituzionale ha affermato che la partecipazione al procedimento
preordinato allo scioglimento del Consiglio comunale non solo non prevista
dall'art. 143 del D.lgs. 267/2000, ma la sua mancanza ampiamente
giustificata dalla circostanza che trattasi di misura che, caratterizzandosi per il
fatto di costituire la reazione dell'ordinamento alle ipotesi di attentato all'ordine
e alla sicurezza pubblica, esige interventi rapidi e decisivi. Si pu ritenere,
dunque, che nel procedimento in questione ricorrano quelle particolari esigenze
di celerit che, come stabilito dallo stesso art. 7 della legge 241 del 1990,
giustificano l'esenzione dalle forme partecipative del soggetto privato (Cons.
Stato, sez. IV, 13 marzo 2007, n. 1222) e quindi, osserva il Collegio, rendono
non decisiva anche la mancata espressa motivazione circa la valutazione
riservata alle dichiarazioni spontaneamente rese dagli interessati
Recentemente, inoltre, il Consiglio di Stato (Cons. Stato, sez. III, 14 febbraio
2014, n 727) ha confermato la non necessit della comunicazione dellavvio del
procedimento, considerando lo scioglimento del consiglio comunale unattivit
di natura preventiva e cautelare, per la quale non vi necessit di alcuna
partecipazione, anche per il tipo di interessi coinvolti, che non concernono, se
non indirettamente, persone, ma gli interessi dellintera collettivit comunale.
21 Pertanto, le censure di ordine procedurale e formale sopra indicate
devono essere respinte.
27 DI 33

22 Quanto alle dedotte censure di merito, volte a far constatare lassenza di


fenomeni dinfiltrazione mafiosa, occorre premettere che il sindacato
giurisdizionale sul corretto esercizio del potere di scioglimento per infiltrazioni
delinquenziali ha per oggetto il profilo di diritto amministrativo concernente il
procedimento che precede la decisione dellorgano politico garante della
legalit e dellunit della Repubblica (il Presidente) e pertanto non pu
spingersi al di l della verifica della ricorrenza di un idoneo e sufficiente
supporto istruttorio, della veridicit dei fatti posti a fondamento della decisione,
e dell'esistenza di una giustificazione motivazionale logica, coerente e
ragionevole (in tal senso, Cons. Stato, sez. VI, 16 febbraio 2007, n. 665).
23 A tale riguardo, la proposta ministeriale d adeguatamente conto di fatti
storicamente verificatisi e accertati e quindi concreti, che sono stati ritenuti
manifestazione di un quadro indiziario complessivo di situazioni di
condizionamento e di ingerenza nella gestione dell'ente comunale, tali da
evidenziare una gestione amministrativa poco lineare, che renderebbe
ragionevolmente plausibile che l'attivit dell'ente possa non essere
impermeabile a possibili ingerenze e pressioni da parte della criminalit
organizzata.
24 - Dal provvedimento impugnato non emerge, peraltro, il legame causale
intercorrente tra i presupposti in concreto riscontrati e la deviazione dell'azione
dell'ente dal perseguimento dei propri fini istituzionali. Tale legame costituisce
invece, evidenzia il Collegio, il punto nodale della motivazione del
provvedimento. La motivazione appare, pertanto non adeguata ed indice di
unattivit istruttoria non in linea con i requisiti richiesti dalla Corte
Costituzionale nella sentenza n. 103/1993.
25 Infatti, il provvedimento in esame deve essere la risultante di una
ponderazione comparativa tra valori costituzionali parimenti garantiti, quali
l'espressione della volont popolare, da un lato, e la tutela, dall'altro, dei
principi di libert, uguaglianza nella partecipazione alla vita civile, nonch di
imparzialit, di buon andamento e di regolare svolgimento dell'attivit
amministrativa, rafforzando le garanzie offerte dall'ordinamento a tutela delle
autonomie locali.
26 E vero che nellipotesi dello scioglimento del consiglio comunale per
infiltrazioni mafiose lamministrazione gode di ampia discrezionalit,
considerato che non si richiede n la prova della commissione di reati da parte
degli amministratori, n che i collegamenti tra lamministrazione e le
organizzazioni criminali risultino da prove inconfutabili, ma occorrono in ogni
caso sufficienti elementi univoci e coerenti volti a far ritenere un collegamento
tra lamministrazione e i gruppi criminali.
Ci non si verifica nel caso di specie, in quanto, cos come osservato dal
Collegio gi in fase cautelare e cos come ulteriormente confermato da un
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attento
e
ponderato
esame
della
relazione
integrale
acquisita
dallAmministrazione, il materiale raccolto nel
corso dellistruttoria
amministrativa, pur di particolare ampiezza e di estrema complessit, non
consente di trarre ununivoca interpretazione delle circostanze di fatto
evidenziate, alla stregua di un criterio congruenza, ragionevolezza e
proporzionalit, quali indici di un fenomeno di infiltrazione mafiosa in atto,
considerato che i denunciati contatti con la criminalit organizzata hanno
riguardato in primo luogo non lamministrazione oggetto del provvedimento
impugnato e la relativa maggioranza consiliare, bens ambiti politici vicini a
precedenti Gruppi politici oggi di minoranza, che le denunciate frequentazioni
essenzialmente di tipo personale e privato e quindi sostanzialmente estranee,
salvo casuali ed occasionali momenti, allesercizio di funzioni pubbliche- vanno
inquadrate nella fisiologica possibilit di rapporti personali ed affettivi
nellambito della ristretta comunit presente in un piccolo Comune, e che le
affermate irregolarit dellattivit della struttura amministrativa comunale, in
parte ancora da accertare ma, evidentemente, da contrastare in ogni caso, non
sembrano per riconducibili ad un disegno unitario da cui possano evincersi
fenomeni in atto dinfiltrazione mafiosa presso gli organi di direzione politica,
ove non suffragate da ulteriori specifiche circostanze atte a dimostrare la
coltivazione, o comunque la copertura, o comunque la mancata vigilanza, da
parte dei nuovi vertici politici, di eventuali derive di contiguit della gestione
degli uffici amministrativi comunali con la criminalit organizzata.
27 Conclusivamente, il ricorso deve essere accolto, avendo questo Tribunale
accertato la mancata verifica, da parte dellAmministrazione dellInterno e dei
suoi organi che hanno proceduto allistruttoria, di un ragionevole livello di
certezza circa la sussistenza di elementi almeno indiziari dinfiltrazione mafiosa
idonei a consentire una cos drastica deroga dal principio di rappresentanza
democratica, discendendone lannullamento di tutti gli atti extra ordinem
impugnati e quindi- il conseguente obbligo dei soggetti che, su tale base,
sono attualmente preposti al Governo dellEnte locale in esame (ed i cui atti
perfezionati medio tempore restano validi, osserva il Collegio, secondo il
generale principio di continuit dellazione amministrativa, di cui espressione
anche la salvaguardia a certe condizioni delloperato del mero funzionario di
fatto) di consentire limmediato ripristino delle precedenti condizioni di legalit
democratica, mediante il tempestivo passaggio delle consegne ai ricorrenti,
ovvero ai precedenti titolari, democraticamente investiti delle proprie funzioni
ma illegittimamente revocati dai propri incarichi.
28 - La complessit e peculiarit della fattispecie giustifica infine
compensazione delle spese di giudizio fra le parti.
P.Q.M.
Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio (Sezione Prima)
29 DI 33

la

definitivamente pronunciando sul ricorso, come in epigrafe proposto, lo


accoglie e, per leffetto, annulla i provvedimenti impugnati, con il conseguente
obbligo per lattuale gestione straordinaria dellAmministrazione comunale
intimata di disporre la piena reintegrazione dei ricorrenti nelle proprie funzioni,
con definitivo passaggio delle consegne da effettuarsi entro il termine di giorni
trenta dalla data della comunicazione in via amministrativa o della notifica a
cura di parte se anteriore- della presente sentenza, ferma restando la validit
ed efficacia degli atti dagli stessi perfezionati medio termine e comunque non
oltre la predetta data.
Condanna la resistente Amministrazione dellInterno al pagamento delle spese
di giudizio in favore dei ricorrenti, in solido, complessivamente liquidate in Euro
duemilacinquecento oltre IVA ed accessori.
Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall'autorit amministrativa.
Cos deciso in Roma nelle camere di consiglio dei giorni 14 gennaio, 11
febbraio e 11 marzo 2015 con l'intervento dei magistrati:
Luigi Tosti - Presidente
Raffaello Sestini - Consigliere, Estensore
Ivo Correale - Consigliere
Depositata in Segreteria il 12 marzo 2015.
Da: Pubblica Amministrazione 24

N. 12285/2014 REG.PROV.COLL N. 14464/2014 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio


(Sezione Prima)

ha pronunciato la presente
ORDINANZA

sul ricorso numero di registro generale 14464 del 2014, proposto da:

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Giovanni Geloso, Brusca Gabriele Nunzio, Candela Rosario, Caruso Andrea,


Caruso Giacomo, Di Napoli Vito Antonino, Polizzi Pietro Angelo, Provenzano
Giuseppe, Donato Francesco, Abbate Giusi, Gaio Lino, rappresentati e difesi dagli
avv. Giovanni Immordino, Giuseppe Immordino, Giuseppe Nicastro, con
domicilio eletto presso Bruno Imbastaro in Roma, Via dell'Acqua Traversa N.185;

contro
Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministero dell'Interno, U.T.G. - Prefettura di
Palermo, rappresentati e difesi per legge dall'Avvocatura Dello Stato, domiciliata in
Roma, Via dei Portoghesi, 12; Comune di Giardinello;

per l'annullamento
- del decreto prot. n. 24625-19/08/2014 dell'11.8.2014 con il quale il Presidente
della Repubblica ha disposto lo scioglimento del consiglio comunale
di Giardinello (Pa), nonch la nomina della commissione straordinaria con le
attribuzioni spettanti al consiglio comunale, alla giunta e al sindaco;
- della proposta del Ministro dell'Interno e della Relazione del 5.8.2014, allegata al
medesimo decreto del presidente della Repubblica sopra menzionato e che ne
costituisce parte integrante;
- della deliberazione del Consiglio dei Ministri adottata nella riunione dell'8.8.2014,
in parte qua;
della Relazione prot. n. 866/R/2014 del 14.5.2014 della Prefettura di Palermo Area II raccordo Enti Locali;
-del decreto n. 1405/N.C./2014 dell'11.8.2014 del Prefetto della Provincia di
Palermo con il quale stata disposta la sospensione degli organi del Comune
di Giardinello (PA) dalla carica ricoperta, nonch da ogni altro incarico ad essa
connesso e la provvisoria gestione dell'ente ad una commissione straordinaria ai
sensi dell'art. 143 TUEL;
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- nonch di tutti gli altri atti presupposti, connessi e consequenziali.


Visti il ricorso e i relativi allegati;
Viste le memorie difensive;
Visti tutti gli atti della causa;
Visti gli atti di costituzione in giudizio di Presidenza del Consiglio dei Ministri e di
Ministero dell'Interno e di U.T.G. - Prefettura di Palermo;
Relatore nella camera di consiglio del giorno 3 dicembre 2014 il dott. Raffaello
Sestini e uditi per le parti i difensori come specificato nel verbale;

Considerato che ai fini della decisione del ricorso occorre ordinare allintimata
Amministrazione dellInterno di depositare la relazione della Prefettura di Palermo
in data 14.5.2014 in versione integrale, secondo modalit idonee a garantire le
esigenze di riservatezza che hanno condotto allapposizione, nel documento
depositato, dei numerosi omissis che non rendono utilmente intellegibile il testo;
Considerato peraltro che, gi ad una prima sommaria delibazione propria della fase
cautelare, gli atti impugnati palesano profili problematici, quanto alla congruenza,
ragionevolezza e proporzionalit rispetto alle circostanze di fatto evidenziate nella
parte in chiaro della relazione, che inducono il Collegio a valutare il fumus boni
juris del ricorso;
Rilevato, in particolare, che i denunciati contatti con la criminalit organizzata
sembrano riguardare in primo luogo non lamministrazione oggetto del
provvedimento impugnato e la relativa maggioranza consiliare, bens ambiti politici
vicini a precedenti Amministrazioni ed oggi di minoranza, che potrebbero essere
paradossalmente rimessi in gioco in nuove consultazioni elettorali;
Valutato altres che le denunciate frequentazioni appaiono almeno in parte
riconducibili alla fisiologica situazione di un piccolo Comune, e che le affermate
irregolarit dellattivit della struttura amministrativa comunale, comunque da
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contrastare, non sembrano per riconducibili ad un disegno unitario da cui


possano evincersi fenomeni in atto dinfiltrazione mafiosa presso gli organi di
direzione politica;
Ritenuto pertanto che, al fine di valutare la reale sussistenza delle speciali ed
eccezionali circostanze che consentono di derogare al fondamentale principio
costituzionale della rappresentanza politica democratica, sia necessario fin dora
fissare la trattazione di merito del ricorso ai sensi dellart. 55 c.p.a., comma 10;
P.Q.M.
Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio (Sezione Prima):
ordina al Ministero dellInterno di far pervenire la relazione di cui in premessa e la
relativa documentazione, secondo le modalit ivi indicate, nel termine di giorni
trenta dalla comunicazione in via amministrativa, o dalla notifica a cura di parte se
anteriore, della presente ordinanza;
fissa la trattazione di merito alla pubblica udienza del 14 gennaio 2015;
compensa le spese della presente fase cautelare.
Cos deciso in Roma nella camera di consiglio del giorno 3 dicembre 2014 con
l'intervento dei magistrati:
Luigi Tosti, Presidente
Raffaello Sestini, Consigliere, Estensore
Roberta Cicchese, Consigliere

DEPOSITATA IN SEGRETERIA Il 05/12/2014 IL SEGRETARIO


(Art. 89, co. 3, cod. proc. amm.)
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