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DECRETO SCIOGLIMENTO
REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
Il Consiglio di Stato
in sede giurisdizionale (Sezione Terza)
ha pronunciato la presente
SENTENZA
sul ricorso numero di registro generale 3960 del 2015, proposto da:
Presidenza della Repubblica, in persona del Presidente della Repubblica pro
tempore, Presidenza del Consiglio dei Ministri, in persona del Presidente del
Consiglio dei Ministri, Ministero dellInterno, in persona del Ministro pro
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FATTO e DIRITTO
1. Gli odierni appellati, Giovanni Geloso, nella qualit di Sindaco, e tutti gli altri
in epigrafe meglio indicati, quali membri del Consiglio comunale e/o della
Giunta del Comune di Giardinello (PA), hanno adto il T.A.R. Lazio per chiedere
lannullamento dei provvedimenti che hanno condotto allo scioglimento dello
stesso Consiglio comunale, ai sensi dellart. 143 del T.U.E.L., chiedendo di
essere reintegrati nelle funzioni precedentemente svolte.
2. Nel primo grado di giudizio si sono costituite le Amministrazioni intimate per
resistere al ricorso ex adverso promosso.
3.
Il
T.A.R.
Lazio,
con
lordinanza
n.
12285/2014,
ha
intimato
consegne
da
effettuarsi
entro
il
termine
di
trenta
giorni
dalla
non
consente
di
trarre
una
univoca
interpretazione
delle
frequentazioni
essenzialmente
di
tipo
personale
privato
quindi
che
le
affermate
irregolarit
dellattivit
della
struttura
scioglimento
devono
essere
considerate
nel
loro
insieme,
non
dellimprescindibile
contesto
locale
dei
suoi
rapporti
con
sulle
elezioni
comunali
di
Giardinello
come
lappoggio
di
detto boss alla lista poi risultata vincitrice abbia determinato, al di l di ogni
dubbio, un condizionamento degli organi politici da parte della criminalit
organizzata di stampo mafioso.
13.5. Non giova in senso contrario assumere, come deducono gli appellati, che
in realt il locale capomafia appoggiasse altra lista, risultata poi perdente alle
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profonda
da
determinare
un
contesto
di
condizionamento
dialogo con lo stesso candidato sindaco, poi eletto, incontrato dallAbbate nella
piazza del paese.
16.2. Con espressioni brachilogiche e allusive, visto il contesto dellincontro (la
piazza del paese), ma rivelatrici di un consolidato rapporto di frequentazione e,
comunque, di conoscenza, se non di sudditanza, Giuseppe Abbate impartisce al
candidato sindaco alcune sintetiche ma precise raccomandazioni, che non sono
diversamente spiegabili se non alla luce di tale consolidato rapporto.
16.3. Subito Giuseppe Abbate richiama il suo interlocutore alla necessit di
recarsi quanto prima dal vecchio capofamiglia di Giardinello, suo zio Vito
Abbate, per definire al meglio gli accordi elettorali, assieme al candidato
Giacomo Caruso, trovando la piena e incondizionata, per non dire supina,
disponibilit di Giovanni Geloso (quando dici tu, per me pure stasera al tardi o
domani sera, quando dici tu).
16.4. Dopo avere ottenuto tale disponibilit, peraltro, Giuseppe Abbate chiede
al candidato sindaco se tutto proceda bene, raccomandandogli il massimo
silenzio e lassoluta riservatezza sui loro accordi (Sempre tenetevi sempre
chiusi, capito? Bello sistemato!... ).
16.5. A questo punto il discorso si focalizza sulla lista avversaria, facente capo
al candidato sindaco Mario Caruso, poich Giuseppe Abbate e Giovanni Geloso
commentano la presenza, nella lista in questione, della candidata al consiglio
comunale Giovannella Donato.
16.6. Il riferimento a tale lista consente a Giuseppe Abbate di ricordare a
Giovanni Geloso il tentativo, fatto da alcuni appartenenti a tale coalizione, di
avvicinare lo stesso Abbate per cercare con lui un accordo al fine di ottenere il
suo appoggio elettorale, senza tuttavia riuscire nel loro intento, poich egli
aveva gi stretto gi accordo con lo stesso Geloso.
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16.7. Nel riferirsi a tali tentativi e a tali preliminari abboccamenti, tra i quali, in
particolare, lapproccio da parte del sindaco uscente di Giardinello, Salvatore
Polizzi, Giuseppe Abbate ribadisce a Giovanni Geloso il valore dellaccordo con
la lista facente capo allo stesso Geloso e limportanza della parola data alla
lista da questo capeggiata (Mi volevano corrompere ma parola ce n una,
Esatto).
16.8. Il colloquio, pur breve ma estremamente significativo, si conclude con la
raccomandazione, fatta da Giuseppe Abbate a Giovanni Geloso, di guardarsi
dalle false promesse dei salta banchi e, cio, di quanti, con trasformismo
tipico del malcostume politico (anche locale) italiano, sarebbero potuti passare
da una lista ad unaltra (Stiamo attenti, non vorrei qualche inghippo,
Troppi salta banchi, c! ).
17. Nel riprendere, dopo tale incontro, la conversazione telefonica con Vita
Caruso, rimasta volutamente ininterrotta per consentirle, come gi si veduto,
di ascoltare il dialogo con Giovanni Geloso, Giuseppe Abbate le indica il nome
di battesimo del suo interlocutore (Giovanni cera), fornendo un prezioso
elemento identificativo del proprio interlocutore in Giovanni Geloso, candidato
sindaco e rappresentante della lista civica Tradizioni nuove idee.
17.1.
questo
punto
Vita
Caruso,
fino
quel
momento
rimasta
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17.2.
Ma
lo
stesso
Giuseppe
Abbate
spiegare
le
vere
ragioni
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La
lucidit
del
ragionamento
la
sicurezza
dellatteggiamento
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considerato
il
contesto
ambientale
ben
rappresentato
La
pur
suggestiva
rappresentazione
che
questi
ultimi
offrono
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noialtri vedi che abbiamo fatto un figurone e che il botto solo noialtri lo
abbiamo fatto.
18.4. Linteresse del locale boss, secondo quanto emerge dalle intercettazioni,
si appunta, al di l dellassessore di sesso femminile (di cui pure lo
stesso boss parla nel corso delle sue conversazioni), sullassessorato ai lavori
pubblici, poich nellintercettazione del 15.5.2012 tra Giuseppe Abbate e Vita
Caruso appare ben evidente tale interesse (a noi interessa lAssessore ai
Lavori Pubblici).
18.5. Tale interesse si concretizza, come ha ben messo in rilievo la relazione
prefettizia, con la nomina dellarchitetto Andrea Caruso quale Assessore ai
lavori pubblici, essendo egli cugino dellamante del boss, n giova a smentire
lassoluta significativit di tale rilievo, come assumono gli appellati (p. 48 della
loro memoria), che questi non sia il soggetto indicato preferenzialmente nelle
intercettazioni dal boss nel suo omonimo Giuseppe Abbate, poich egli un
soggetto senza dubbio legato al boss, per il tramite della sua amante, non
rilevando che le famiglie di Andrea Caruso e di Vita Caruso non intrattengano
da anni rapporti, al di l della veridicit (non dimostrata) di tale assunto.
19. La relazione prefettizia pertanto, al di l di ulteriori significative
circostanze, bene ha messo in rilievo che:
- il sindaco Giovanni Geloso stato per anni consigliere comunale di Giardinello
(PA) e viene eletto con lappoggio del boss;
- lassessore ai lavori pubblici Andrea Caruso, cugino dellamante del boss e
riconducibile a Giuseppe Abbate, ricopriva gi lo stesso ruolo nella precedente
amministrazione comunale, fortemente compromessa, ormai da anni, con la
criminalit locale di stampo mafioso;
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La
Commissione
ha
sottolineato
che
dallesame
della
voluminosa
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dei
beneficiari,
dallamministrazione
poich
comunale
ha
tra
gli
riscontrato
ammessi
la
presenza
contributo
di
soggetti
appartenenti o contigui alle famiglie mafiose del luogo, tra i quali spiccano i
nomi di Francesco Trapani, componente della famiglia mafiosa di Montelepre,
Flavia Geloso, moglie di Giacomo Giuseppe Caruso, cugino di primo grado
del boss Giuseppe Abbate, Maria Iliana Sgroi, appartenente alla nota famiglia
mafiosa di Giardinello, nonch sorella di Antonino Sgroi, consigliere comunale
nella precedente sindacatura di Polizzi, coniugato con Francesca Maniaci,
appartenente alla famiglia mafiosa di Montelepre.
23.2.
Si
tratta
confermano
il
di
circostanze,
fondato
sospetto
queste,
di
assai
gravi,
condizionamenti
che
ulteriormente
dellamministrazione
ed
eccezionali
di
bisogno
non
comprovate
mai
da
alcuna
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aggiudicate alla
ditta
Giacomo
Ferrante
DEPOSITATA IN SEGRETERIA
Il 28/09/2015
IL SEGRETARIO
(Art. 89, co. 3, cod. proc. amm.)
https://www.giustiziaamministrativa.it/cdsintra/cdsintra/AmministrazionePortale/DocumentViewer/in
dex.html?ddocname=H2OOVECQS63GYECFBPGD6JK6LQ&q=ISOLA%20or%20
DELLE%20or%20FEMMINE
2015,
N.
4060
DATA
UDIENZA
11
MARZO
SCIOGLIMENTO DEL CONSIGLIO COMUNALE - ORGANI ELETTIVI SCIOGLIMENTO PER INFILTRAZIONI DELLA CRIMINALIT ORGANIZZATA ITER AMMINISTRATIVO - PARTECIPAZIONE AL PROCEDIMENTO - E'
INESSENZIALE
REPUBBLICA ITALIANA
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Pertanto il Prefetto di Palermo, con decreto n.69/14/ N.C. del 17 gennaio 2014,
su delega del Ministro dell'Interno (giusta D.M. n. 17102/128/56/19 emanato il
14 gennaio), ha disposto l'accesso presso il Comune di Giardinello e la
contestuale nomina di una Commissione d'indagine, che ha redatto una
dettagliata relazione, classificata come documento riservato e trasmessa al
Ministero dell'interno. Il contenuto della suddetta relazione stato illustrato nel
corso della riunione svoltasi il 14 maggio 2014 del Comitato Provinciale per
l'Ordine e Sicurezza Pubblica - integrato, per l'occasione, con la partecipazione
del rappresentante della Procura della Repubblica - DDA, presso il Tribunale di
Palermo - che ha convenuto sulla sussistenza di concreti, univoci e rilevanti
elementi comprovanti collegamenti tra gli amministratori di quel Comune e la
criminalit organizzata, ai sensi dell'art. 143, comma 4, del decreto n.
267/2000. Quindi il Prefetto, con lettera n. 866/R/2014 del 14 maggio 2014,
ha trasmesso al Ministro dell'interno una dettagliata relazione e l8 agosto
2014 il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell'interno, ha
deliberato lo scioglimento del Consiglio Comunale di Giardinello. Ha fatto
seguito l'emissione del Decreto del Presidente della
Repubblica dell'11 agosto 2014 con il quale stata contestualmente nominata
la Commissione Straordinaria per la gestione di quel Comune.
Nelle more, con decreto prefettizio dell'11 agosto 2014 stata disposta, ai
sensi dell'art. 143, comma 12, del T.U.E.L. la sospensione degli organi del
Comune di Giardinello dalla carica ricoperta, nonch di ogni altro incarico ad
essa connesso, affidando la provvisoria amministrazione dell'Ente locale ai
Commissari Straordinari gi individuati.
4- Al riguardo i ricorrenti propongono una pluralit di motivi di ricorso,
concernenti sia censure formali, concernenti presunte violazioni delle norme
procedurali, sia censure sostanziali, concernenti il merito e la fondatezza dei
provvedimento impugnati.
5 - A difesa del proprio operato, lAmministrazione confuta la fondatezza del
primo tipo di censure e, quanto alle seconde, premessi gli assetti della
criminalit organizzata nel territorio di riferimento attraverso la descrizione dei
profili criminali concernenti i principali esponenti del sodalizio mafioso,
argomenta come gli stessi avrebbero avuto una decisiva influenza nel contesto
socio-ambientale ed istituzionale del Comune di Giardinello.
6 In particolare, quanto alle censure di ordine formale e procedurale, i
ricorrenti lamentano anzitutto il difetto di motivazione poich l'atto richiamato
per relationem (la relazione prefettizia) sarebbe a sua volta, incomprensibile
per i molti "omissis", impedendosi cos l'esercizio del diritto di difesa.
Secondo lAmministrazione il motivo non fondato, in quanto il vigente
ordinamento classifica la relazione prefettizia in esame come documento
"riservato"e quindi sottratto alla divulgazione ed allaccesso, consentendo
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componenti degli organi disciolti, che, seppur potenzialmente non estranei alle
irregolarit riscontrate, potrebbero essere stati, loro malgrado, esposti a ricatti
e a varie forme di condizionamento da parte della malavita organizzata che, ai
propri fini, ha tatticamente teso ad affievolire l'esercizio del munus publicum
loro conferito dalla volont popolare (TAR Sicilia, sez. I, 16 giugno 2000).
19 - Il livello istituzionale degli organi competenti (il provvedimento di
scioglimento disposto con decreto del Presidente della Repubblica previa
deliberazione del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell'Interno,
formulata con apposita relazione di cui forma parte integrante quella
inizialmente elaborata dal prefetto) garantisce l'apprezzamento del merito e la
ponderazione degli interessi coinvolti. La giurisprudenza del Consiglio di Stato
andata oltre, rilevando che nello schema della disposizione in oggetto non vi
contrapposizione, ma sostanziale identit di tutela tra diritto costituzionale di
elettorato e lotta alla criminalit proprio perch la norma che legittima lo
scioglimento dei consigli lo condiziona al presupposto dell'emersione, da
un'approfondita istruttoria, di forme di pressione della criminalit che non
consentono il libero esercizio del mandato elettivo (Cons. Stato, sez. VI, 16
febbraio 2007, n. 665).
20 Ne consegue il valore non dirimente, ai fini della decisione, dei dedotti vizi
di ordine procedurale. In particolare, quanto al dedotto mancato rispetto del
principio di partecipazione nel procedimento in esame, osserva il Collegio che
la Corte Costituzionale ha affermato che la partecipazione al procedimento
preordinato allo scioglimento del Consiglio comunale non solo non prevista
dall'art. 143 del D.lgs. 267/2000, ma la sua mancanza ampiamente
giustificata dalla circostanza che trattasi di misura che, caratterizzandosi per il
fatto di costituire la reazione dell'ordinamento alle ipotesi di attentato all'ordine
e alla sicurezza pubblica, esige interventi rapidi e decisivi. Si pu ritenere,
dunque, che nel procedimento in questione ricorrano quelle particolari esigenze
di celerit che, come stabilito dallo stesso art. 7 della legge 241 del 1990,
giustificano l'esenzione dalle forme partecipative del soggetto privato (Cons.
Stato, sez. IV, 13 marzo 2007, n. 1222) e quindi, osserva il Collegio, rendono
non decisiva anche la mancata espressa motivazione circa la valutazione
riservata alle dichiarazioni spontaneamente rese dagli interessati
Recentemente, inoltre, il Consiglio di Stato (Cons. Stato, sez. III, 14 febbraio
2014, n 727) ha confermato la non necessit della comunicazione dellavvio del
procedimento, considerando lo scioglimento del consiglio comunale unattivit
di natura preventiva e cautelare, per la quale non vi necessit di alcuna
partecipazione, anche per il tipo di interessi coinvolti, che non concernono, se
non indirettamente, persone, ma gli interessi dellintera collettivit comunale.
21 Pertanto, le censure di ordine procedurale e formale sopra indicate
devono essere respinte.
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attento
e
ponderato
esame
della
relazione
integrale
acquisita
dallAmministrazione, il materiale raccolto nel
corso dellistruttoria
amministrativa, pur di particolare ampiezza e di estrema complessit, non
consente di trarre ununivoca interpretazione delle circostanze di fatto
evidenziate, alla stregua di un criterio congruenza, ragionevolezza e
proporzionalit, quali indici di un fenomeno di infiltrazione mafiosa in atto,
considerato che i denunciati contatti con la criminalit organizzata hanno
riguardato in primo luogo non lamministrazione oggetto del provvedimento
impugnato e la relativa maggioranza consiliare, bens ambiti politici vicini a
precedenti Gruppi politici oggi di minoranza, che le denunciate frequentazioni
essenzialmente di tipo personale e privato e quindi sostanzialmente estranee,
salvo casuali ed occasionali momenti, allesercizio di funzioni pubbliche- vanno
inquadrate nella fisiologica possibilit di rapporti personali ed affettivi
nellambito della ristretta comunit presente in un piccolo Comune, e che le
affermate irregolarit dellattivit della struttura amministrativa comunale, in
parte ancora da accertare ma, evidentemente, da contrastare in ogni caso, non
sembrano per riconducibili ad un disegno unitario da cui possano evincersi
fenomeni in atto dinfiltrazione mafiosa presso gli organi di direzione politica,
ove non suffragate da ulteriori specifiche circostanze atte a dimostrare la
coltivazione, o comunque la copertura, o comunque la mancata vigilanza, da
parte dei nuovi vertici politici, di eventuali derive di contiguit della gestione
degli uffici amministrativi comunali con la criminalit organizzata.
27 Conclusivamente, il ricorso deve essere accolto, avendo questo Tribunale
accertato la mancata verifica, da parte dellAmministrazione dellInterno e dei
suoi organi che hanno proceduto allistruttoria, di un ragionevole livello di
certezza circa la sussistenza di elementi almeno indiziari dinfiltrazione mafiosa
idonei a consentire una cos drastica deroga dal principio di rappresentanza
democratica, discendendone lannullamento di tutti gli atti extra ordinem
impugnati e quindi- il conseguente obbligo dei soggetti che, su tale base,
sono attualmente preposti al Governo dellEnte locale in esame (ed i cui atti
perfezionati medio tempore restano validi, osserva il Collegio, secondo il
generale principio di continuit dellazione amministrativa, di cui espressione
anche la salvaguardia a certe condizioni delloperato del mero funzionario di
fatto) di consentire limmediato ripristino delle precedenti condizioni di legalit
democratica, mediante il tempestivo passaggio delle consegne ai ricorrenti,
ovvero ai precedenti titolari, democraticamente investiti delle proprie funzioni
ma illegittimamente revocati dai propri incarichi.
28 - La complessit e peculiarit della fattispecie giustifica infine
compensazione delle spese di giudizio fra le parti.
P.Q.M.
Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio (Sezione Prima)
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la
REPUBBLICA ITALIANA
ha pronunciato la presente
ORDINANZA
sul ricorso numero di registro generale 14464 del 2014, proposto da:
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contro
Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministero dell'Interno, U.T.G. - Prefettura di
Palermo, rappresentati e difesi per legge dall'Avvocatura Dello Stato, domiciliata in
Roma, Via dei Portoghesi, 12; Comune di Giardinello;
per l'annullamento
- del decreto prot. n. 24625-19/08/2014 dell'11.8.2014 con il quale il Presidente
della Repubblica ha disposto lo scioglimento del consiglio comunale
di Giardinello (Pa), nonch la nomina della commissione straordinaria con le
attribuzioni spettanti al consiglio comunale, alla giunta e al sindaco;
- della proposta del Ministro dell'Interno e della Relazione del 5.8.2014, allegata al
medesimo decreto del presidente della Repubblica sopra menzionato e che ne
costituisce parte integrante;
- della deliberazione del Consiglio dei Ministri adottata nella riunione dell'8.8.2014,
in parte qua;
della Relazione prot. n. 866/R/2014 del 14.5.2014 della Prefettura di Palermo Area II raccordo Enti Locali;
-del decreto n. 1405/N.C./2014 dell'11.8.2014 del Prefetto della Provincia di
Palermo con il quale stata disposta la sospensione degli organi del Comune
di Giardinello (PA) dalla carica ricoperta, nonch da ogni altro incarico ad essa
connesso e la provvisoria gestione dell'ente ad una commissione straordinaria ai
sensi dell'art. 143 TUEL;
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Considerato che ai fini della decisione del ricorso occorre ordinare allintimata
Amministrazione dellInterno di depositare la relazione della Prefettura di Palermo
in data 14.5.2014 in versione integrale, secondo modalit idonee a garantire le
esigenze di riservatezza che hanno condotto allapposizione, nel documento
depositato, dei numerosi omissis che non rendono utilmente intellegibile il testo;
Considerato peraltro che, gi ad una prima sommaria delibazione propria della fase
cautelare, gli atti impugnati palesano profili problematici, quanto alla congruenza,
ragionevolezza e proporzionalit rispetto alle circostanze di fatto evidenziate nella
parte in chiaro della relazione, che inducono il Collegio a valutare il fumus boni
juris del ricorso;
Rilevato, in particolare, che i denunciati contatti con la criminalit organizzata
sembrano riguardare in primo luogo non lamministrazione oggetto del
provvedimento impugnato e la relativa maggioranza consiliare, bens ambiti politici
vicini a precedenti Amministrazioni ed oggi di minoranza, che potrebbero essere
paradossalmente rimessi in gioco in nuove consultazioni elettorali;
Valutato altres che le denunciate frequentazioni appaiono almeno in parte
riconducibili alla fisiologica situazione di un piccolo Comune, e che le affermate
irregolarit dellattivit della struttura amministrativa comunale, comunque da
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