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Esistono dei momenti nei quali devi accettare delle sfide. Cose che non ti aspettavi possono succedere, persone che prima erano
lontane possono avvicinarsi ed uscire alla luce. AVERNO (si scrive
rigorosamente in lettere maiuscole) un libro che contiene due sfide.
La prima sfida era quella di scrivere storie damore. Daccordo, una
storia damore alla Uriel Fanelli, ove il lieto fine discutibile ed
implica la morte della sposa, che vive felice e contenta ugualmente.
Se non sovverto la logica delle cose, del resto, non sto bene.
Ovviamente un libro di fantascienza, ambientato nel ventiseiesimo secolo, in un mondo diverso dal nostro, trasformato completamente dalla comparsa delle intelligenze artificiali e dalla scoperta
delle equazioni per la societ perfetta. Quindi non ho tradito la mia
passione: scrivo ancora fantascienza, e ne vado orgoglioso.
Ci sono ovviamente delle citazioni qui e l, ma la trama abbastanza inconsueta, cosa che mi rende piuttosto soddisfatto.
La seconda sfida, e forse la pi importante per un solitario come
me, stata la scrittura a quattro mani. Proprio cos: Zeniba non ha fatto solo lediting, ma ha contribuito molto alla scrittura (riuscendo
nellincredibile impresa di non creare discontinuit) dando una forte profondit ai personaggi, che nel mio stile sono sempre piuttosto
lineari.
Quanto ha contribuito? Beh, definisco questo un libro scritto a
quattro mani, quindi la misura chiara.
Il risultato mi piace molto, perch ha mantenuto la mia idea di
ritmo, costringe il lettore a fantasticare ed immaginare - io credo che
lautore non debba fantasticare al vostro posto, ma vi debba spingere a farlo da voi - e contemporaneamente offre dei personaggi pi
complessi del mio solito.

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Volevo esplorare il concetto di utopia, perch la distopia un tema facile. Chi ha studiato la Divina Commedia si sar accorto di
quanto sia stato facile descrivere lInferno, e quanto invece sia stato difficile esplorare il Paradiso. Con tutto il rispetto per chi scrive
distopie, credo che la vera sfida sia invece lutopia.
Svolgere il romanzo dentro unutopia , dando ai protagonisti delle sfide, delle disavventure, ed il pathos che deriva dalla sofferenza, richiede di esplorare il concetto di utopia e di mettere in mostra
le ombre: le ombre che inevitabilmente una luce bianca molto forte
produce.
La protagonista vive in un mondo utopico, che marcia verso la
perfezione grazie alla perfezione matematica di equazioni rivoluzionarie. Lei stessa vive in una condizione che oggi molti di noi potrebbero persino desiderare ma, cos come la distopia rende molto evidente la scintilla del bene nel buio del male, le luci immacolate di una
societ utopica producono ombre molto forti alle spalle del concetto
di bene.
Il tutto condito da informatica e neurologia come se piovesse,
dando al libro una dimensione nerd, anche se e una dimensione nerd pi adulta rispetto ad ANNO XIII che invece era nerd
porn.
E se in questo inserite una storia damore paradossale e una scrittura a quattro mani, credo che le sfide siano state vinte. Ovviamente
potrete pensarla diversamente, ma come al solito, in questo momento
posso soltanto augurarvi buon divertimento.
Uriel Fanelli

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[carrellata su Zeniba, che entra in scena
vestita con un abito rosso la Jessica
Rabbit. Con uno smagliante sorriso, inizia
a scendere le scale, inciampa nel vestito e
cade rovinosamente di faccia.]

Ehmm, potremmo rifare la scena dingresso, signori?


E difficile scrivere la prefazione di un libro che per te il primo
mentre il tuo coautore ne ha gi scritti diversi e ha un pubblico affezionato. Ti senti mille occhi puntati addosso. O forse questa la
mia paranoia intrinseca, ma mi pare che di gente che mi guarda per
strada ce ne sia pi di prima. E prima non gli avevo mai sentito dire
stronza, Yuki doveva scoparselo Yalcin, chi sei tu per decidere.
Scherzi a parte, quando venni a conoscenza del fatto che Uriel
cercava un editor per il libro gli chiesi di farlo. Quando nei secoli a
venire diventeremo una leggenda della fantascienza e pubblicheranno i nostri carteggi privati verrete a sapere che non stato n facile
n lineare. Ma per i dettagli dovrete aspettare che siamo morti. Poi,
tra un trapassato prossimo e un apostrofo, cominciavano man mano
a prudermi le mani. Qui sarebbe bello scrivere un po di retroscena, l Yuki non ha spiegato perch, l i tempi andrebbero dilatati un
pochino, qui gli farei fare pi paura... E quindi (anche dietro velato
suggerimento di Uriel che a un certo punto mi ha detto senti piantala
di dire A ME che sarebbe bello cos e scrivi direttamente TU) ho
iniziato a scriverci dentro. La sensazione che ho di questa scrittura
a quattro mani di aver scritto le variazioni su un tema musicale.
Cio, la storia di Uriel, la era prima e la rimasta dopo. Ma i personaggi e le scene sono di entrambi. E dato che le sensibilit mia e di
Uriel sono diverse (lui scrive per immagini, io per sensazioni) credo

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di non aver tolto nulla al libro originale (quindi gli affezionati magari
noteranno che i personaggi parlano un pochino di pi, ma riconosceranno comunque lo stile Fanelli) e ho aggiunto qualcosa di carino.
E devo dire che mi piaciuto moltissimo scriverci (grazie, Uriel, davvero), e mi piace anche molto come venuto fuori il risultato finale.
Quindi non mi resta che augurarvi buona lettura, sperando che piaccia
anche a voi.
Zeniba Gradenko

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Yuki van Boren apr gli occhi, tirando un sospiro, e scost le coperte preparandosi ad uscire dal letto. In realt non aveva chiuso occhio per tutta la notte, per cui le parole della sua sveglia non avevano
interrotto il suo sonno. Sapeva di doversi alzare presto, per via del
fastrad che lavrebbe portata a Madrid per una riunione di lavoro e,
come suo solito quando era nervosa, non riusciva a dormire bene, svegliandosi di continuo per controllare lora. Attese qualche secondo
rimanendo sdraiata, e la sveglia torn ad insistere.
Mi spiace, Yuki, ma devi svegliarti - lintelligenza artificiale
us un tono pi deciso - hai la riunione a Madrid tra unora e
mezza. E da San Pietroburgo il fastrad ci mette quasi mezzora.
Lo so, lo so - rispose Yuki - sono gi sveglia. Sai benissimo che
ho dormito male.
Effettivamente - disse la sveglia - ti sei svegliata ben sette volte,
in media ogni 53 minuti e 20 secondi, da quando sei andata a
dormire. Sei nervosa?
Si, e non ci puoi fare niente - Yuki si alz e si incammin verso
il bagno, facendo accendere le luci sul suo cammino - sono fatta
cos da sempre, e non credo che cambier a novantotto anni.
C un motivo? - la voce parlava attraverso lo specchio del
bagno - Stai aspettando un anno speciale come i cento o i centoventotto?
Era un modo di dire, significa che sono troppo vecchia per
cambiare davvero.

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Yuki si guard allo specchio. Sospir, cercando di evitare di pensare
che quello che vedeva - quei muscoli lisci come quelli di suo padre,
quei fianchi snelli come quelli di sua madre - erano una configurazione artificiosa, una finzione che usava per ricordare di essere pur
sempre, in qualche modo, umana.
Questo non ha senso - lintelligenza artificiale di casa prese un
tono professionale - dal momento che la vita media attesa per
gli umani di trecentodue anni, cambiare idea inevitabile. Il
limite di banalit verrebbe raggiunto a trentasette anni e otto
mesi, se non poteste cambiare le vostre strutture mentali durante la vita adulta. Che senso ha vivere di pi se si vive sempre
allo stesso modo? Ripetere le stesse azioni e gli stessi pensieri,
sempre allo stesso modo? Ha senso? E comunque il cervello
umano non supporta la permanenza di singole memorie per pi
di centoventotto anni, secondo i limiti di Markram-Tononi. Sai
bene che senza procedure ipermnesiche, nessuno pu ricordare
in eterno. E le procedure ipermnesiche le fanno solo gli studiosi a partire dal grado di Sensei. Daltro canto, se non ricordi
comera un tuo pensiero di cinquantanni fa, come puoi dire di
non poterlo cambiare?
Hai ragione - disse Yuki - non ha senso. Ma a volte una persona
pu fare cose senza senso, non trovi?
Capisco - la macchina tacque. Era lintelligenza artificiale domestica di Yuki da trentanni, quando aveva preso il posto del
vecchio computer domestico, e ormai conosceva bene la sua
padrona. Abbastanza da sapere che aveva chiuso la discussione.
Allora, cosa vuoi da mangiare? Farai colazione?

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Una cosa veloce - disse Yuki - un toast con formaggio di impala
e prosciutto di dimetrodonte, un succo di quercia marina e via.
Yuki lasci che la doccia lavasse il suo corpo. Sent i massaggi dei
getti dacqua profumata modulati da ultrasuoni olografici, e si chiese
quale senso di benessere avrebbero provato gli uomini in carne ed
ossa, a godere di quel trattamento. Guard la sua mano. Era perfetta.
Come il resto del suo corpo. Ma era una macchina : da bambina il
morbo di Steinbach le aveva distrutto quasi tutto il sistema nervoso e
quasi tutto il suo corpo era artificiale. Un corpo perfetto. Fortissimo
e praticamente immortale. Un corpo maledetto.
La doccia intelligente fin di lavarla, e un sottile campo elettrostatico le tolse lacqua di dosso. Non che importasse, la sua pelle
artificiale era idrorepellente. In realt Yuki avrebbe potuto evitare di
lavarsi, ma la nanoplastica della sua pelle avrebbe preso gli odori di
casa, del lavoro, della strada. Cos preferiva lavare il suo corpo. Cos
Yuki pensava alla donna che vedeva allo specchio: il suo corpo.
Indoss luniforme della polizia e sedette in cucina, ma era troppo nervosa per mangiare con calma. Attese che il drone le portasse il
piatto e trangugi la colazione in fretta, poi indoss il suo impermeabile e si avvi sulla strada.
Le strade di San Pietroburgo erano abbastanza sgombre a quellora, cos la sua automobile non avrebbe avuto problemi a raggiungere
la stazione, attraversando un prospekt quasi deserto. Yuki emise un
segnale, e pochi minuti dopo unauto si avvicin a lei, silenziosa.
Chiedere ad unauto di attenderla, persino per dieci minuti, sarebbe
stata una richiesta di servizio, giustificata dal fatto di essere una Voivoda, ma quel giorno il vantaggio non era apprezzabile, cos si limit
a guardare fuori dai finestrini, senza godere della conversazione con

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lintelligenza artificiale che guidava lauto. In pochi minuti lauto
arriv alla stazione. Yuki tir un sospiro guardando fuori dal finestrino e si fece coraggio, come accadeva spesso. Attese lapertura dello
sportello, salut lauto e scese. Lauto si mosse per andare a cercare
un parcheggio, e Yuki si sent sola.
Non cera un vero e proprio disprezzo per i mecha. Tutti sapevano che se qualcuno aveva parti del corpo nanomeccaniche, anzich
fatte di biotessuti, era per via della sindrome di Steinbach. Un virus
prodotto quattrocento anni prima, durante la guerra di Nigeria, dagli
scienziati brasiliani. Lo scopo era di colpire i soldati potenziati africani, che usavano muscoli sintetici, a quei tempi ancora coltivati in vitro. Colpiva il sistema nervoso modificando i recettori rianodinici del
muscolo sintetico, in modo che la loro attivazione producesse neurotossine specifiche per i motoneuroni: in questo modo, pi il muscolo
veniva contratto, pi il sistema nervoso veniva danneggiato. Siccome
i recettori rianodinici dei biotessuti muscolari artificiali erano diversi
da quelli umani normali, per potenziare la contrazione muscolare dei
soldati, gli scienziati brasiliani non avevano previsto che anche le persone non potenziate potessero venire colpite da quel virus, perdendo
luso di quasi tutta la muscolatura ed il senso di posizione degli arti.
Il virus era rimasto in giro per alcuni anni, colpendo casualmente
diverse migliaia di persone, e poi gradualmente i casi si erano ridotti a
poche decine ogni anno, finch non era stato sconfitto definitivamente
poco meno di cinquantanni prima. Yuki aveva partecipato ad un party per festeggiare la scoperta. Ma nessuno le avrebbe ridato indietro
il suo corpo, ed il suo sistema nervoso periferico. Il virus era infatti
particolarmente insidioso perch si integrava con il codice genetico
dellospite, e qualunque tentativo di impiantare biotessuti artificiali di
natura muscolare riattivava il virus latente e la produzione di neuro-

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tossine. Yuki ricordava fin troppo bene il giorno che avrebbe dovuto
segnare la fine del suo corpo di nanomacchine: si era rivelato invece
linizio di unagonia durata un mese in cui aveva perduto progressivamente il cuore e i principali vasi sanguigni, e rischiato la morte pi
volte tra indicibili dolori.
E cos, Yuki camminava col suo corpo artificiale dentro il quale,
a parte le ossa, il sistema nervoso centrale e pochi altri organi, come
i polmoni, i reni e il fegato, non cera nulla di umano. Il resto era
un involucro, ma non di moderni biotessuti coltivati con automolding
in situ: era un involucro di nanomacchine biomeccaniche. Nessuna
carne sintetica o coltivata si sarebbe mai pi attaccata al suo corpo.
Non esisteva un reale razzismo verso i mecha: nella societ gibsoniana il razzismo non esisteva pi da secoli. Tutti avevano imparato
lempatia a scuola. Era piuttosto compatimento, compassione, per chi
non poteva vivere come un umano.
(In realt tutta questa compassione era stata inventata dai pubblicitari, quando fu inventata la carne sintetica, e tutti abbandonarono
i corpi bionici o nanomeccanici: la pubblicit diceva vivi da umano!). Vero. La carne sintetica era carne, ma non solo in apparenza.
Lo era anche neuralmente e quindi psicologicamente. Ci che Yuki
portava addosso era apparentemente indistinguibile da un corpo umano vero. Sofisticatissimi sensori portavano al suo cervello ogni dato
riguardante il mondo esterno, si muoveva esattamente come un essere umano ed il suo aspetto era semplicemente perfetto. Ma quella
meraviglia di tecnologia non poteva fare una cosa semplicissima: diventare parte della sua psiche, del suo io. Quello era il suo corpo,
si, ma non era lei .
Razionalmente, Yuki sapeva bene di non avere nulla di strano addosso. Sapeva bene di essere unopera darte, come ogni persona del

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ventiseiesimo secolo. Il suo corpo era visivamente identico a quelli, esteticamente perfetti e bellissimi, che incrociava sulle scale della
stazione. Ma tutti quelli che incrociava portavano lenti a contatto
tridimensionali oppure occhiali da lavoro, e tutti loro vedevano bene
(anche se paradossalmente per vederlo dovevano usare i sensori artificiali delle lenti) che il corpo di Yuki non era umano. Il razzismo era
ormai scomparso, cos tutti si limitavano a provare piet per lei. In un
mondo senza malattie, la capacit di accettare i malati era diventata
una merce molto rara.
Yuki si era fatta impiantare molti dispositivi neutrinici sottopelle, approfittando delle agevolazioni economiche concesse agli agenti
di polizia. Non doveva dimostrare a nessuno di avere un corpo senza parti non umane, cos aveva addosso tecnologie da spionaggio,
per intercettazione di comunicazioni, occhi capaci di vedere attraverso molti muri non schermati, orecchi potenziati per udire frequenze
fino a duecento kHz, un sonar home-active che le consentiva di localizzare oggetti al buio, un terminale per le comunicazioni ed altri
ammennicoli. In quellera ove tutti volevano un corpo umano, lidea di impiantare qualsiasi manufatto sotto la pelle era considerata un
orrore (o quantomeno una grossa stranezza, se si voleva restare gibsoniani). Ma Yuki portava i suoi potenziamenti con noncuranza, e a
volte persino con ostentazione. Io posso fare cose che voi nemmeno
immaginate cosa siano. Non era molto gibsoniano, certo, pensare
cos. Era profondamente arrogante, in effetti, ma nel computo gibsoniano entravano solo le azioni e non i pensieri, in fondo. E lei si
era sempre guardata bene dallumiliare qualcuno per le sue capacit non umane. Anche perch probabilmente le avrebbe cedute tutte
volentieri per poter essere completamente umana.
Sedette sul treno - di fronte a lei cerano due donne. Come tutte le

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donne del ventiseiesimo secolo, erano perfette. Probabilmente erano
opera di qualche scultore di corpi allultima moda, ma leffetto era
quello: esteticamente perfette. Yuki credette di riconoscere i lineamenti di alcune attrici sul loro volto, e ne dedusse che dovevano avere
molto credito sociale per potersi permettere la licenza necessaria per
somigliare ad attrici famose. E specialmente, umane. Tutta carne
umana coltivata con automolding in situ. Yuki not le contrazioni
sulle loro dita, e le scritte luminose sui loro occhiali. Stavano conversando. Yuki fiss le dita per qualche secondo di troppo, facendo
scattare automaticamente lintercettazione.
Poverina. Chiusa dentro un corpo di ferro e plastica.
Non colpa sua, Clarissa: sono stati i brasiliani.
Si, ma mi fa pena. Ma non c una cura, qualcosa che le permetta di usare i biotessuti? Non ... umana. Prima ha aperto
la porta del treno senza anello trasmittente!
Se ci fosse una cura non rimarrebbe certo cos, non trovi?
Nessuno vorrebbe essere un mecha.
Almeno ha trovato un lavoro e riesce a sentirsi utile per la
societ. Io impazzirei.
Per fortuna la polizia ha bisogno di persone con un corpo non
umano. Una volta era vietato. Meno male che abbiamo ricalcolato le equazioni di Gibson/SciMat.
Che bigotti razzisti: perch vietarlo? Solo perch una persona
non completamente umana, non vuol dire che non come noi.
Questa era crudelt pura: non gibsoniano.

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Meno male che adesso non si fanno pi queste discriminazioni. Non bisogna essere razzisti, non colpa loro se non sono
umani. Sono persone come noi.
Si, per potrebbe almeno portare un minimo di anelli trasmittenti, o lenti intelligenti, se va in giro cos nuda si accorgono
tutti subito che ha qualcosa non va...
Yuki stacc il contatto. Conosceva la solfa: tanto amore, tolleranza,
persino piet. Si sentivano tutti tanto buoni. Le suggerivano persino
come nascondersi.
Certo - pens Yuki sarcastica - non era mica colpa loro se quel
giorno, a scuola, sono crollata a terra tra convulsioni e dolori atroci: era normale che i miei compagni di classe scappassero via, per
proteggere il loro prezioso corpo di carne. Carne umana.
Un corpo da mantenere puro, di sola carne. Nonostante i progressi della tecnica permettessero molte comodit innestate nel corpo,
nessuno voleva inserire qualcosa sottopelle, neanche un apparecchio
diagnostico, niente. La carne era diventata una cosa sacra, non si poteva toccare nemmeno con un ago. Per rimanere umani. In eterno.
Usando carne umana. Artificiale, certo, ma i pubblicitari dicevano
coltivata per dare un senso di naturalezza alla cosa. Automolding
in situ: nelle pubblicit la ricrescita di un braccio veniva sempre associata allo sviluppo dellembrione. La nascita, la natura, luomo che
dirige benevolmente il corso della natura per il benessere di tutti. Come se ci fossero contadini a zappare campi di tette, pens Yuri con
sarcasmo.
Anche se, come provavano abbondantemente le due donne di fronte a lei, in effetti sapeva benissimo che esistevano contadini del genere.

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Si chiese se i chirurghi plastici non si fossero mai sbagliati iniettando
le cellule staminali nel posto sbagliato. Immaginarsi queste cose solitamente riusciva a farle passare le sensazioni di rabbia dovute a tutta
quella compassione.

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Ledificio della polizia era un vecchio palazzo cinquecentesco nel
centro di Madrid, distante qualche chilometro dalla stazione. Yuki
si tolse limpermeabile non appena uscita dal fastrad, simulando un
gesto umano. In realt la differenza di temperatura tra Madrid e San
Pietroburgo le era indifferente: i termorecettori del suo corpo mecha erano ridiretti ad un elaboratore esterno, e potevano venire spenti
a piacimento. Come tutti i suoi recettori periferici, tra laltro. Si
sforzava per di sembrare umana, quando poteva, cos decise di comportarsi come chiunque avrebbe fatto, trovandosi di botto nel sole di
Aprile nel centro di Madrid e provenendo da San Pietroburgo, con la
sua primavera luminosa ma gelida.
Yuki entr nellautomobile automatica, dimenticando per di alzare la mano. Le persone umane facevano quel gesto per consentire a
qualche anello intelligente di lasciar identificare la persona, mentre lei
lasci che fosse un circuito neutrinico impiantato dentro il suo corpo a
svolgere quel compito. In realt Yuki non indossava nessuno degli accessori e dei gioielli che era di moda portare allo scopo di nascondere
le macchine neutriniche necessarie alla vita di ogni giorno. Non portava alcun anello od orecchino, n indossava un cappello. Non aveva
con s ombrelli o bastoni da passeggio, n occhiali, corone, spille,
o fermagli per capelli. Persino i suoi vestiti non esibivano i bottoni
che era di moda portare per nascondervi comunicatori o calcolatori
portatili. Funzione anzich finzione, si diceva. Si rese comunque
conto dellerrore, e quando lo sportello fu aperto a sufficienza si tuff
nellauto per scomparire dalla vista.
Lauto la trasport sino al sotterraneo delledificio, e questa volta
Yuki ne scese senza timori. Dal momento che non esistevano pi armi, moltissimi in polizia avevano corpi mecha perch la polizia aveva
bisogno di agenti dalle facolt fisiche eccezionali, e Yuki si sentiva

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a proprio agio con loro. Inspir profondamente, e dopo un istante
sorrise, per la prima volta da quando era partita. Poggi i piedi su
un tappeto mobile e si lasci portare allufficio ove si sarebbe svolto
lincontro.
Il tappeto la lasci allingresso invisibile di una sala riunioni, e
Yuki dovette attendere il sequenziamento completo del suo DNA perch sul muro apparisse unapertura. Non capitava spesso che si dovesse ricorrere ad una simile procedura, ma non capitava spesso nemmeno di dover venire sino a Madrid per discutere di qualcosa. Di
persona, per di pi. Doveva essere qualcosa di grave, ed era per questo che Yuki era nervosa. La donna entr nellampia sala riunioni
ed annu a due persone che la attendevano. Una persona la conosceva bene, ed era il Monarca di ottavo livello della polizia eurasiatica,
Bron Ander Altern, suo diretto superiore. Laltra persona, un uomo
dai lineamenti levantini, non laveva mai vista.
Yuki si avvicin ad un tavolo e fece un cenno con un dito. Una poltrona si avvicin immediatamente e si adatt alla sua altezza, premendo
delicatamente sul retro delle sue ginocchia in modo da lasciarla sedere
nel massimo comfort.
Voivoda Yuki van Boren, grazie per essere venuta sin qui era il Monarca a parlare - ha fatto buon viaggio? Ha gi fatto
colazione?
Un viaggio confortevole e veloce - rispose Yuki - e per fortuna
il fuso orario mi ha permesso di far colazione.
Bene - disse il Monarca - mi permetta allora di presentarle il
Sensei Yunammar Yalcin, che si occupa di terrorismo sintetico. E uno dei massimi esperti mondiali nelle relazioni tra

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esseri umani ed intelligenze artificiali. Sensei, questa Yuki
van Boren, ufficiale col grado di Voivoda della polizia di San
Pietroburgo - I due fecero un cenno col capo, un lieve inchino
reciproco.
Adesso - disse Altern con un tono cordiale - le spieghiamo subito il perch della sua presenza di persona, e di tutta questa riservatezza. Nonch della sua levataccia - il Monarca le sorrise
- Sensei?
Ma certo - annu luomo, un mediorientale dellet apparente
di venticinque anni, et incompatibile con il titolo accademico
di Sensei, che richiedeva almeno cento anni di studi - che cosa
sa di terrorismo, Voivoda van Boren?
So quello che insegnano alla polizia - disse Yuki - ma la mia
unit si occupa di scommesse clandestine sui combattimenti tra
alberi, quindi non ne so molto, in realt. Il conflitto israelopalestinese un patrimonio storico protetto, per cui esiste una
specifica unit per proteggerlo: possiamo confinarlo nella riserva paramilitare protetta. La guerriglia un ecosistema delicato,
da proteggere con cura.
Certamente - rispose luomo - ed oggi abbiamo di fronte un
problema simile a quello della riserva. Solo che nel tempo
diventato pi complesso. Sa cosa sia lAverno?
No - disse Yuki - ammetto la mia ignoranza.
Come sapr - luomo indic la lampada che illuminava la stanza - quasi qualsiasi oggetto prodotto dalluomo oggi contiene

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qualche genere di intelligenza. Quella lampada, per esempio,
sa tutto di architettura e di fisiologia della visione. Si aggiorna
in rete leggendo le ultime mode in campo di arredamento ed
illuminotecnica, legge riviste di psicologia per capire dal movimento del corpo delle persone che genere di illuminazione
gradiscano, dai lineamenti scelti per il volto e dalle proporzioni
scelte per il corpo deduce quali parti del corpo le persone amino tenere in ombra e quali in luce, studia il loro abbigliamento
in modo da usare la luce migliore per valorizzarlo, e dopo aver
studiato tutto questo, la lampada decide con che luce illuminare
la stanza. Valuta anche il colore della pelle, i dettagli dellabbigliamento, dettagli che conosce perch segue ogni rivista di
moda che si trovi in rete. Per fare questo monta un cervello neutrinico da circa duemila yottaflop e qualche petabyte di RAM.
Che ovviamente non viene usato sempre.
Questo - Yuki annu - lo sapevo.
Ma forse non sa che questa lampadina impiega pochissimi nanosecondi a fare tutto ci. Per il resto del tempo, semplicemente inutilizzata: per quanto sia inefficiente, quella lampadina lavora solo per un miliardesimo del proprio tempo. Quando
non attiva, aspetta che qualcuno entri nella stanza. Si mai
chiesta cosa facciano le lampadine quando non sono impegnate
a capire come fare perfettamente il proprio lavoro?
A dire il vero - Yuki si sforz di essere simpatica - non frequento molte lampadine fuori dal lavoro. Che cosa fanno?
Fanno quello che fanno i droni domestici, i tappeti mobili, gli
spazzolini da denti, gli asciugacapelli, le stampanti per vestiti,

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le stampanti per stoviglie, e tutto quello che contiene sistemi di
calcolo: ospitano lAverno.
Ovvero? - Yuki era curiosa.
Alcuni hacker - non li abbiamo ancora identificati ma abbiamo
dei sospetti - hanno trovato il modo di usare i cicli inutilizzati
dei dispositivi connessi in rete. Vi fanno girare un algoritmo
frattale auto-organizzante capace di eseguire una simulazione
interattiva.
In parole povere?
Una specie di gioco di realt virtuale - continu il Sensei - che
chiunque pu usare, senza limiti di credito sociale. Un gioco
del tutto innocuo, pare: a quanto ne sappiamo, consiste nel
costruire mondi a proprio piacimento, e poi viverci insieme
ad altri, assumendo identit fantasiose. Lo chiamano appunto Averno. Un universo virtuale completamente ludico, fatto
di mondi virtuali creati dagli utenti stessi, spesso dotati di una
fisica propria.
E che male c? - Yuki non riusciva ancora a capire il problema.
Fino qualche anno fa, nessuno. Non legale, ma nemmeno
illegale: nessuno aveva mai sentito il bisogno di porre dei limiti
a qualcosa che, in fondo, non faceva del male a nessuno. Ma
due anni fa qualcuno fece una cosa strana: anzich recarsi in
una torre delleutanasia per morire e farla finita normalmente,
decise di fare prima una scansione totale del proprio sistema

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nervoso, trasporla in forma digitale, e copiarla dentro lAverno.
Insomma, di continuare a vivere nellAverno stesso.
Senza un corpo? - Yuki era stupita
Oh - disse il Sensei - secondo le nostre simulazioni, alle persone
copiate nellAverno poi compare una specie di corpo virtuale
formato dalla loro identit psichica, a seconda delle regole della
fisica di cui una determinata istanza di universo si dotata.
La mia domanda era diversa - disse Yuki - se vuoi morire, nella
nostra societ puoi farlo liberamente. Perch continuare a vivere in un gioco? Oppure, se vuoi vivere abbastanza da giocare
con lAverno, perch andare su una torre delleutanasia?
La risposta semplice - disse il Sensei - ed la dipendenza.
LAverno produce una dipendenza assoluta che rende insopportabile lidea della sua perdita. Non sappiamo perch: forse
meraviglioso, forse orribile, ma nessuno che ci sia entrato
pi riuscito a farne a meno. Chi entra l decide di restarci, compresi gli altri esperti che abbiamo inviato. Entrano l, ci stanno
per un pochino e si fanno copiare. Poi escono, e la prima cosa
che fanno ordinare leutanasia. Senza spiegare nulla. Dopo le prime esperienze sconcertanti, abbiamo mandato esperti
selezionati, lasciandoli partire dopo esserci sincerati che non
desiderassero leutanasia . Alcuni li avevo esaminati io stesso.
Ma dopo essere entrati nellAverno hanno trovato cos insopportabile rinunciarvi che anche loro hanno deciso di copiarsi l
dentro, e poi morire.

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Incredibile - disse Yuki stupita - ma vada avanti. C molta
gente che fa questo?
Poche migliaia - disse il Sensei - anche se lAverno potrebbe
contenere tutta lumanit senza sforzo.
E questa non una libera scelta umana? - Yuki era incuriosita
- o viola le equazioni di Gibson/SciMat?
Se escludiamo la decisione di non brevettare la tecnologia che
rende possibile il tutto - lei sa che leconomia basata sulla
conoscenza ed il brevetto delle idee obbligatorio - s, la scelta
umana. Come ho detto, lAverno non vietato di per s. I
problemi sono venuti dopo.
E quali sono questi problemi?
Alcuni degli umani che si sono copiati nellAverno sono programmatori molto abili - il Sensei mosse il braccio con un gesto teatrale - e quindi possono creare programmi lavorando l.
Prima dellAverno quando compariva in rete un programma illegale esso veniva scritto da una persona in carne ed ossa, e
potevamo rintracciare il colpevole nel mondo materiale, mentre oggi possibile che nuovi programmi illegali nascano da
l. Scritti da programmatori che legalmente e giuridicamente
hanno lo status di morti.
Quindi il problema di cui mi accennava - Yuki guard il Monarca Altern - ... un programma illegale?
No, Voivoda - il Sensei fece segno con la mano per avere silenzio - e se lo fosse avremmo chiamato altri dipartimenti, o

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avvisato la comunit delle intelligenze artificiali attraverso il
Ministero delle Nuove Forme di Vita. Ma non sono ancora nati
programmi artificiali pericolosi dentro lAverno. A quanto pare chi vive l interessato a spassarsela, pi che a costituire un
pericolo. O forse hanno qualche forma di polizia: avranno pur
sempre costruito qualche tipo di societ. Il problema, Voivoda,
un altro: il problema che un terrorista, di nome Samuel al
Samael ha fatto la stessa scelta degli hacker, e si fatto iniettare
dentro lAverno prima di farsi saltare in aria nellattentato del
mercoled sera, dentro la riserva protetta del medio oriente.
Bella mossa - Yuki sorrise - e adesso sono curiosa: che succede?
Succede che questo terrorista si aggira per lAverno, potenzialmente dentro ogni strumento, ogni automobile, ogni porta, ogni
tappeto, ogni letto, ogni mobile, ogni scarpa, ogni edificio, ogni
cosa che contenga qualche yottaflop di intelligenza artificiale.
Ma da l dentro pu fare danni? - chiese Yuki - E poi, come
avrebbe fatto ad entrare in rete? Lui non sa niente di queste
cose, lui crede di vivere nel medio oriente del duemiladieci,
pi di cinquecento anni fa.
Se riuscito a farsi trasportare dentro, evidentemente sa qualcosa di pi. Forse qualcuno ha contrabbandato delle conoscenze
vietate dentro la riserva. Non sappiamo di preciso come abbia
fatto quelluomo ad entrare nellAverno, ma abbiamo tracciato
con certezza la sua psiche dentro la rete. E l, da qualche parte.
Ed un terrorista, un pazzo cos fanatico da farsi saltare in aria.

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Capisco - Yuki annu, osservando con disagio il quadro intelligente sulla parete, che cambi aspetto per facilitare la sua meditazione - ma non capisco cosa centri io. Il mio reparto si
occupa di scommesse clandestine sui combattimenti tra alberi.
Lei non qui come specialista - Bron Altern entr nel discorso
- ma perch riteniamo che lei abbia alcune qualit personali
che possono servire per catturare il terrorista. O almeno per
rimuoverlo dallAverno. Inoltre, una sua missione nellAverno
ci permetterebbe di conoscerne linterno.
Ma lAverno non un posto vero - disse Yuki - come posso entrarci? Con la stessa tecnologia che usano per copiarsi dentro?
E quali sarebbero queste qualit personali?
A dire il vero - il Monarca apparve imbarazzato - non le conosciamo.
Uhm ... - Yuki era perplessa - Non capisco.
A scegliere lei - disse il Sensei - stata unintelligenza artificiale della Baia. Vista la natura del problema e i fallimenti
precedenti dei nostri tentativi abbiamo cercato il loro aiuto, e
le intelligenze artificiali della Baia hanno mandato uno di loro
a cercare una soluzione al problema. E questo ente ha scelto lei come agente da inserire dentro lAverno. Non sappiamo
per quale motivo; ci ha solo detto che lei la persona giusta.
Ovvero, lunica persona che le intelligenze artificiali della Baia
accetterebbero di aiutare ad entrare nellAverno. Non abbiamo
scelta, perch non sappiamo come fare ad entrarci, e non abbiamo mai capito come facciano gli hacker a copiarsi l. Ma le

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intelligenze artificiali dicono di poterci aiutare per mandare un
agente. E hanno scelto lei, Voivoda van Boren.
E non hanno detto proprio nulla sul perch proprio io? - Yuki
si sentiva confusa.
No, le intelligenze artificiali faticano a comunicare le motivazioni che sottostanno alle loro decisioni - il Sensei rispondeva
con lentezza e pazienza alle domande di Yuki - Non ragionano come noi. I loro pensieri non hanno corrispondenti esatti
nel linguaggio umano, e viceversa. Ma il nostro ambasciatore presso di loro sospetta che sia per via del... ehm... del suo
corpo artificiale, agente. Chiedo scusa se ... le sembro ...
Fa niente - disse Yuki asciutta - ci sono abituata. Se ho capito
bene, dovrei lasciarmi condurre in qualche modo dentro questo... Averno, e fare qualcosa che non immagino per ottenere
un risultato non meglio specificato in un modo che nessuno conosce. Sapendo bene che, come lei mi ha spiegato prima, se
entro nellAverno potrei diventarne dipendente fino a morirne Yuki allarg le braccia di scatto con un gesto teatrale di stizza Mi dica: perch dovrei?
Prese la parola il Monarca, con un tono serio
Yuki, ti faccio una domanda personale: hai gi deciso quando
morirai?
No - rispose la donna aggiustandosi i capelli biondi tagliati a
spazzola - e non ho fretta. Nonostante tutto, vivere non mi
dispiace. Non abbastanza, almeno.

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Quindi - riprese a parlare il Sensei - lei attaccata alla vita.
Tuttavia non altrettanto attaccata al suo corpo, a quanto pare.
Sappiamo che vive da sola, e in novantotto anni non si mai
legata a nessuno. Non ha mai avuto relazioni durature negli ultimi cinquantanni. Non frequenta quasi nessuno. Per evitare
pi possibile gli altri, lei vive di notte, va al lavoro di notte, al
punto che venire a Madrid da San Pietroburgo durante il giorno
le costato una levataccia. Qualsiasi cosa lei faccia quando
sola, Voivoda, deve essere interessante se non la annoia dopo
novantotto anni. Ma non questo il punto; chiaro che lei abbia qualche difficolt a socializzare. Considerando il fatto che
lei non entra in conflitto con nessuno ed ha una vita lavorativa
che definirei socialmente positiva, ne deduco che si estranei per
scelta. Una scelta rispettabile, sia chiaro: rispettabile quanto la
sua scelta di lavorare per la polizia. Ma se una persona ama gli
altri al punto di rischiare la vita per loro lavorando in polizia, e
al tempo stesso li evita, chiaro che odia se stessa. E lunica
deduzione logica.
Yuki boccheggiava, livida. Sapeva bene che il titolo di Sensei non fosse una cosa da prendere alla leggera. Era il terzo titolo accademico in
assoluto, inferiore solo a Imam e a Pontefice: mano a mano che let
intellettivamente attiva si alzava, nei secoli scorsi, diventava impossibile vedere riconosciuti pi studi nella propria carriera, cos ai vecchi
titoli accademici ormai insufficienti era stato necessario aggiungerne
altri, prendendoli da campi ormai in disuso, come le antiche arti e
religioni.
Il minimo consentito per aspirare alla carica di Sensei era un secolo di studi, quindi Yuki non avrebbe dovuto stupirsi di avere di fronte,

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tra le altre cose, un abile psicanalista. Tuttavia, quella considerazione
laveva colpita. Si ripromise di pensarci in seguito, e annot sul proprio diario automatico di ricordarglielo. Il Sensei ignor la pausa di
silenzio e continu a parlare.
Ho motivo di pensare - riprese il Sensei - che lAverno le piacer perch, qualsiasi cosa sia e in qualsiasi modo sia, l dentro lei
sar pari a chiunque altro. Tuttavia, crediamo che il suo attaccamento alla vita sia tanto alto che lei non sceglier leutanasia
e torner per raccontarcelo. Dopo aver eliminato il pericolo
terrorista.
Supponiamo pure - disse Yuki con tono scettico - che io accetti.
Che cosa dovrei fare? Immagino dovr collegarmi alla console
e poi lasciar fare a questa entit, giusto?
Corretto. Ma lintelligenza artificiale che ha richiesto di condurla nellAverno - disse Altern - ha posto anche una condizione per farlo.
Una condizione? - Yuki era curiosa - E che cosa sarebbe?
Un gioco. Ha detto che vuole giocare con lei, Voivoda. Vuole
quattro ore del suo tempo per giocare insieme. Ovviamente disse Altern - il gioco non pericoloso e non sar sgradevole,
n umiliante, e non risulter in una persecuzione verso di lei,
n in una prigionia. Sar tutto legale: abbiamo trattato molto
duramente a riguardo.
Si accontenta di poco - comment sarcastica Yuki. - E che
gioco sarebbe?

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Non lo sappiamo - disse il Sensei - e ForChan, cos si fa chiamare lintelligenza artificiale, dice che non possibile anticiparlo
in termini umani. Ci ha solo rassicurati sul fatto che non le far
alcun male e che non sar sgradevole o umiliante, e che la sua
dignit ed integrit saranno rispettate secondo le equazioni di
Gibson/Scimat.
Allora, per riassumere - Yuki usava un tono sarcastico - mi si
chiede di andare... a casa? Nella sede della Polizia? Dove?
A incontrare questo ForChan e passare quattro ore con lui, o
lei, o qualsiasi cosa sia. Poi, in cambio, Mister ForChan mi far
entrare nellAverno. Io dovrei farmi collegare con lAverno,
diventarne dipendente in eterno, e una volta dentro trovare e
uccidere questo terrorista.
Uccidere? - il Monarca era perplesso - non si tratta di uccidere. La polizia non pu avere ordine di uccidere qualcuno. Del
resto, quelluomo gi morto: si fatto esplodere.
E allora cosa dovrei fare? - Yuki non voleva che il suo tono
apparisse troppo polemico, ma quella missione era fumosa in
un modo insopportabile, e i pochi dettagli che risultavano chiari
erano ben poco appetibili.
La missione consiste nel raccogliere informazioni sulle intenzioni del terrorista e nellimpedire che faccia del male a qualcuno, nel caso in cui voglia farlo. Ma nel mondo esterno alla
riserva paramilitare palestinese, su quelluomo non pende alcuna accusa. Sappiamo che fosse un terrorista prima di morire,
ma era del tutto legale perch nella riserva protetta questo

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quello che vogliamo preservare. Lui era cresciuto l, convinto
di essere un martire, e ha fatto quanto la riserva gli ha insegnato
a fare.
Quindi dovrei... solo controllarlo? - Yuki era incredula.
Diciamo che un giro di pattuglia nellAverno, un pedinamento
- disse Bron Altern - per controllare i movimenti di quelluomo
e per riferire a noi sul posto: come fatto, cosa succede di
bello, cosa si dice nei pub, eccetera.
E io dovrei diventare dipendente da quella... cosa, per fare un...
giro di pattuglia? - Yuki disse, in tono risentito - ... e questo ...
gibsoniano?
Pensiamo - disse il Sensei - che lei abbia il diritto ad unaltra
vita. O forse, ad unaltra Yuki van Boren. L dentro lei sar
unaltra persona. Senza la sua storia. Senza la sindrome di
Steinbach. Se fossi in lei, lo vedrei come un premio.
Lei molto bravo a rigirare i fatti e colpire dove fa male - disse
Yuki, sarcastica - ma io non sono cos facile da manipolare.
Non saprei - disse il Sensei, fissandola con unespressione enigmatica degli occhi color nocciola, occhi che le ricordavano il
Libano, - le fa davvero male?
Yuki rimase in silenzio per qualche secondo, fissando a sua volta il
Sensei, con ferocia. Si, le faceva male. Ma aveva sofferto venti anni
di dolori atroci, cambiando corpo artificiale ogni volta che il suo corpo di bambina cresceva; era quasi morta per la cura con i biotessuti,

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rivelatasi tragicamente inefficace, e il dolore non la preoccupava pi:
aveva imparato a presentarsi ad ogni appuntamento con la chirurgia
nanomeccanica senza temere il dolore, nemmeno il pi atroce. E poi,
dopotutto, il dolore era solo una sensazione, che poteva spegnere a
piacimento nelle sue parti mecha. In effetti, aveva quasi provato tristezza per la perdita del dolore da buona parte del suo corpo, e quegli
organi che ancora potevano far male, come la milza, erano uno dei
legami pi forti che sentiva con quel corpo altrimenti freddo e artificiale. Per questo, ora trovava codardo scappare. Il Sensei lo sapeva?
Forse. Avrebbe previsto la sua decisione? Forse. Aveva capito perch
lei avesse abbassato lo sguardo tenendolo ora fisso nel vuoto? Forse.
Ma non le interessava.
Va bene - disse la donna, a bassa voce - accetto. Cosa devo
fare?
Deve solo tornare a casa - disse Bron Altern - e noi informeremo lambasciata presso le intelligenze artificiali della sua scelta. ForChan la contatter personalmente e poi la guider. Lei
andr nellAverno, e torner indietro a raccontarci tutto.
La riunione si concluse cos.

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Yuki entr a casa e gett il suo impermeabile per aria, distrattamente. Uno dei suoi droni, che svolazzava vicino al soffitto, si gett
in picchiata e lo afferr al volo, tenendolo nel modo giusto per farlo
sgualcire il meno possibile. Il drone and a deporre limpermeabile
nel sistema di riciclaggio, che lo avrebbe fatto tornare nuovo, eliminando ogni microscopica usura dei tessuti. Yuki si tolse anche le
scarpe con un gesto del piede, lanciandole verso il centro della stanza. Le scarpe si attivarono e si mossero per raggiungere la scarpiera.
Yuki si stese sul divano, immobile, e si concentr sulla respirazione.
In quel momento le sarebbe tanto piaciuto che i massaggi automatici
del divano potessero farla stare meglio. Impost i cuscini su liquido e
si lasci cullare da quella piscina di nanomacchine, fluttuando senza
peso.
Sent che un apparecchio, in cucina, si azionava per produrre qualcosa: Yuki in effetti avrebbe bevuto volentieri un succo di quercia
marina. Per cui, era esattamente quello che avrebbe ricevuto: lintelligenza di casa aveva analizzato ogni suo movimento e percepito il
suo umore alla perfezione. Cos come il suo reggiseno si slacci non
appena lei inizi a sentirlo scomodo, e la cintura dei suoi pantaloni si
allent sino a diventare confortevole.
Il salotto era lambiente pi grande della sua casa, ove trascorreva gran parte del tempo. Una parete, che dava verso il Prospekt,
era completamente trasparente. La parte centrale del pavimento era
occupata da un sottile tappeto di nanomacchine granulari, che simulavano la sabbia, sotto al quale cera un pavimento di legno artificiale. I
cuscini dei divani erano costruiti con materiale trasparente del colore
dellacqua, ed assomigliavano a piccole piscine. Le pareti, screziate
di rosso bruno, imitavano la roccia di un fiordo, e gli scaffali sembravano tagliati nella pietra. Il tavolo al centro era un tavolo da spiaggia

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in bamb, e le altre poltrone erano bozzoli di vimini come andavano di moda sulle spiagge di New Bangkok, sospese in aria mediante
campi magnetici. La stanza rifletteva il suo amore per il mare. Lunica cosa che tradiva il fatto di trovarsi in un attico a San Pietroburgo
era un vecchio samovar poggiato su uno scoglio (che in realt era un
mobile per la ricarica dei droni). Era un ricordo di sua madre, e Yuki
teneva molto a quel samovar, per quanto non ci avesse mai preparato
il t. Il suo salotto era il massimo che potesse avere con il suo credito sociale, e Yuki era molto soddisfatta di come lo aveva arredato.
E le macchine che tenevano in piedi la finzione erano molto brave a
simulare una piccola spiaggia incastonata dentro un fiordo.
Ogni cosa - pens Yuki - ogni maledetta cosa, ogni oggetto contiene calcolatori neutrinici di potenza incredibile. Servono a fare in
modo che ogni oggetto si comporti nel modo giusto. Nel modo perfetto. Ma questi calcolatori erano usati saltuariamente, come ogni
oggetto che li conteneva. Calcolatori impegnati per pochi nanosecondi e liberi per il resto del tempo. Quanti erano? Nessuno riusciva
pi a fare il calcolo. E adesso ognuno di loro stava dando la propria
potenza di calcolo allAverno. Se queste erano le quantit in gioco,
paragonato al miglior sistema di realt artificiale per le vacanze, lAverno era semplicemente immenso, sconfinato. Il pi grande mondo
vacanza mai disegnato dalla GoofySoft era solo un granello di sabbia
in una galassia, confrontato con lAverno. Forse nemmeno le comunit delle intelligenze artificiali, come la Baia ed il Picco, avevano a
disposizione tanta potenza di calcolo nei loro datacenter polari.
Va tutto bene? - lintelligenza di casa le parl, interrompendo i
suoi pensieri - ti vedo eccitata.
Eccitata? - Yuki era sorpresa - non perplessa, o preoccupata, o

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arrabbiata?
I segnali che vedo sono di eccitazione - disse lintelligenza artificiale - ovviamente non capisco per quale motivo tu abbia
bisogno di me per sapere come ti senti, quindi il mio giudizio
ha un valore limitato. Non puoi saperlo da te?
Non c niente di strano nellusare uno specchio per vedere
come si . Nessuno pu vedersi. E tu sei uno specchio.
E vero - convenne lintelligenza artificiale - voi umani non potete vedervi. Siete strani, per noi IA. E per questo che non mi
hai mai dato un nome, Yuki? Per te sono uno specchio, come
quello del bagno?
A volte si - Yuki si rilass ancora sul divano, galleggiando con
gli occhi chiusi sulle nanomacchine - una specie di specchio
per lanima. Se ti dessi un nome, dovrei chiamarti Yuki.
Non ti facevo religiosa - disse la macchina - e non sapevo che
credessi nellanima. In compenso, ecco il tuo cocktail di conigli.
Strano - Yuki ridacchi guardando il bicchiere - io avrei bevuto
volentieri un succo di quercia marina.
Molti esseri umani - rispose la macchina - credono di esibire
la propria umanit diventando imprevedibili. Ma sinora tu non
hai mai fatto questo gioco. Perch lo fai ora?
Non lo sto facendo - disse Yuki, sincera - avevo davvero voglia
di un succo di quercia marina.

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Allora - disse lintelligenza di casa - deve essere successo qualcosa di davvero grave, che ti ha fatta uscire dai tuoi normali
schemi comportamentali. Vuoi parlarne?
Pi tardi - disse Yuki - ora aspetto una chiamata. Ordina materia organica: sembra che dovr lavorare da casa, nei prossimi
giorni. Manger qui.
Molto bene - disse lintelligenza artificiale - hai qualche preferenza o preferisci che scelga io il ricettario? C una nuova moda nel sud dellAfrica, riguardo alla cucina, la chiamano cucina
Ubuntu. Potremmo provarla.
Come vuoi - rispose Yuki - non credo avr tempo per accorgermene. Per mi hai messo una curiosit.
Di che tipo?
Hai detto che gli esseri umani si sforzano di essere imprevedibili per esibire umanit. Ma limprevedibilit davvero unesibizione di umanit?
Ovviamente no - disse la macchina - ci sono molti eventi imprevedibili che non sono umani. La radiazione cosmica galattica,
la fluttuazione quantistica.
E qual , a tuo avviso, la qualit esclusiva dellessere umano?
Se non limprevedibilit e non lintelligenza, che cosa ci
distingue da qualunque altro ente?
Secondo me - disse lintelligenza artificiale parlando dal quadro
appeso al muro - il concetto di piacere.

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Allora - rispose Yuki con un senso di peso sul petto - io sono
meno umana degli altri.
La macchina tacque. Non le succedeva spesso di mettere Yuki in
imbarazzo sul problema relativo al suo corpo. Normalmente sapeva
evitarlo, ma stavolta non cera riuscita, segno che Yuki era davvero in
uno stato psichico insolito. Ordin di produrre del succo di quercia
marina e si occup del menu.

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ForChan non si fece attendere molto. Yuki sapeva come nel mondo delle intelligenze artificiali il tempo scorresse diversamente, cos
non si stup del fatto che la chiamata arrivasse subito dopo il suo succo di quercia marina. Cos in fretta, ma cos precisa. Probabilmente
lintelligenza artificiale aveva calcolato da s quanto tempo ci avrebbe
messo a rilassarsi. Non aveva sicuramente potuto chiedere informazioni alla sua intelligenza artificiale di casa, perch Yuki era molto
gelosa della sua privacy, e solo intelligenze particolari potevano accedere a dati privati. Yuki, nel programmare la propria casa, aveva fatto
delle eccezioni per le intelligenze artificiali degli ospedali, per quelle che seguivano lo stato di manutenzione del suo corpo, e per quelle
che usava al lavoro, ma ForChan non era mai stato autorizzato, quindi
aveva dovuto calcolare da s il tempo giusto. Daltra parte, era unintelligenza artificiale della Baia: viveva nel calcolatore che si trovava
al polo sud, un calcolatore che occupava lantartide quasi per intero.
Un essere il cui quoziente di intelligenza si misurava in miliardi. Yuki
aveva gi parlato prima con altre intelligenze artificiali della Baia, per
via di alcune indagini che avevano richiesto laiuto delle delle loro
menti: bloccare un traffico di alberi da combattimento fermando le
transazioni economiche. Una IA della Baia poteva rompere chiavi di
criptazione frattali senza alcuno sforzo.
La voce di ForChan era calda, amichevole e allegra. Non era chiaramente maschile o femminile: le intelligenze artificiali, non avendo
esigenze di carattere riproduttivo, non avevano sesso. La voce stessa
era comunque uno strumento artificiale che lentit usava per parlare
con lei, quindi ForChan non aveva alcun bisogno di imitare un genere
sessuale specifico.
Buona sera, Voivoda.

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Buonasera, ForChan. Ti stavo aspettando.
Spero di non averti fatta attendere troppo - rispose ForChan non provo alcuna soddisfazione nellessere sgradevole.
Non ti preoccupare - disse Yuki, che avendo gi avuto contatti
con intelligenze artificiali della Baia sapeva quanto cortesi fossero - ho avuto il tempo di mettermi a mio agio. Hai calcolato
perfettamente il momento, e te ne sono grata.
Molto bene - rispose ForChan - hai detto che mi aspettavi nel
senso che eri adeguatamente pronta? Ho capito bene?
Qualcosa del genere - rispose Yuki - ma vorrei scambiare quattro chiacchiere, prima delle nostre quattro ore insieme. Sempre
che non sia vietato dallaccordo che hai con la polizia.
No - disse ForChan - non vietato. Ma le chiacchiere non
verranno sottratte alle quattro ore del computo. Voglio quattro
ore - la voce si fece pi calda - tutte con te.
Va bene - disse Yuki, irrigidendosi. Era sorpresa da tanta confidenza - ma mi piacerebbe sapere perch. Posso sapere che cosa
mi farai, in queste quattro ore? E perch?
Cosa faremo, in queste quattro ore, intendi dire. perch faremo
cose insieme, non sar io a farle a te. Saremo felici. O meglio,
tu sarai felice. Io ti osserver e capir molte cose sulla tua
felicit, facendola mia. Sar bellissimo.
Yuki non capiva. Felicit? Cosa poteva avere a che fare la felicit con
una missione che rischiava di lasciarla mentalmente dipendente, o di

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ucciderla? Le intelligenze della Baia erano ben strane. Quel tono di
gioiosa familiarit in una IA con un QI di qualche miliardo e chiss
quali intenzioni, un essere di cui lei non aveva saputo nulla fino alla
mattina precedente, la irritava tanto da darle un vago senso di nausea.
Ma ormai aveva accettato la missione, e questa strana richiesta era
parte della missione stessa. A quanto aveva detto il Monarca Altern,
ForChan era stato irremovibile a riguardo. Yuki sospir e deglut,
rimanendo in silenzio. Si mise a sedere sul divano, impostando i cuscini su uno stato pi solido, con la testa tra le mani e i gomiti sulle
ginocchia.
E proprio necessario?
Si, perch sar bellissimo - ForChan fece una pausa, come se
la stesse osservando - Non capisco. A te non piace fare cose
bellissime? Non ami ricordare le cose bellissime che hai fatto?
Yuki fiss il tappeto di sabbia artificiale, muovendone alcuni granelli
con il piede. Aveva mai fatto cose bellissime? Non riusciva a ricordarne nemmeno una. Non riusciva a non pensare che quando qualcuno
si era avvicinato per darle un po di felicit lei si sentiva travolta
da unondata di melensa, auto compiaciuta, condiscendente, velenosa
ipocrisia. Ti aiuter a stare meglio cos poi io non dovr pi sopportare di vederti triste e sentirmi incapace di essere gibsoniano. La
nausea si tramut in un nodo alla gola.
Perch non parli? - disse ForChan.
E necessario? - disse Yuki.

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Temo di si. Non credo sia possibile scambiare quattro chiacchiere senza che uno dei due enti coinvolti parli. Ma io non
capisco molto bene i rapporti tra le persone.
Yuki ricacci il pensiero che stava formulando, si certo, tu hai a disposizione tutta lAntartide per fare calcoli e non riesci a simulare
le settecentosettantasette equazioni che governano la societ umana.
Si rese conto che non poteva sfuggire, e quindi tanto valeva apparire collaborativa e un po meno ostile. Per lentusiasmo, pens con
sarcasmo, non le avevano offerto abbastanza in cambio.
Va bene, ForChan, io per credevo che questa fosse una missione per cui ero stata scelta in base a qualche tua elaborazione. Credevo quindi che io fossi qui per motivi professionali, in
qualche modo. Non riesco a capire cosa centri la tua richiesta
di giocare con me.
Giocheremo perch faremo unesperienza da ricordare. Sar
bellissimo!
Yuki continuava a trovare fuori luogo il tono allegro di ForChan, ma
decise di ignorarlo: tutto sommato, se ForChan voleva parlare cos, lo
facesse pure. Purch le spiegasse cosa stava succedendo.
Mi sembra di intuire - ridacchi Yuki ironica, che hai in mente
qualcosa di bellissimo. Posso sapere cosa?
Purtroppo no - disse ForChan - altrimenti lesperienza sar meno bella per te: serve la sorpresa. E io non provo nessuna
soddisfazione nel peggiorare le tue esperienze.

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Ma a me una sorpresa che viene da un essere sconosciuto
infinitamente pi intelligente di me fa un po paura, capisci?
Ti chiedo di fidarti di me, Yuki. Non ti far del male in alcun
modo. Lo scopo della mia esistenza il bene massimo di tutti,
non potrei mai danneggiarti volontariamente.
Ho scelta?
Puoi sempre decidere di annullare la missione - rispose ForChan.
OK, non ho scelta.
Come mai non trovi piacevole il pensiero di fare una cosa che
ti dar immensa soddisfazione?
Ma tu sai solo pensare alla felicit e alla soddisfazione?
Certo - rispose lentit, con un tono sorpreso - non cos anche
per te? Non per questo che viviamo?
Non so perch viviamo - disse Yuki, parlando in termini astratti, come si parla ad una intelligenza artificiale - quindi non so
risponderti. Allora, dimmi: cosa devo fare per avere questa
sorpresa bellissima che mi hai preparato?
Devi autorizzare un collegamento tra me ed il tuo plesso. Il
resto lo far io.
Il mio plesso? Vuoi prendere il controllo del mio corpo, ForChan? - Yuki prese il tono di una madre che redarguisce un

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bambino birichino, per non offendere lintelligenza artificiale Lo sai che non vi concesso di avere corpi robotici per andare
a zonzo.
Infatti non lo far - rispose la macchina - e la porta di casa tua
rimarr sigillata. Controlla pure. Non uscirai da qui, e se
per questo non ti muoverai dal divano. Non ci sar nessun uso
illegale del tuo corpo. Non devi preoccuparti.
Va bene, allora sblocco il plesso - disse Yuki chiudendo le palpebre. Fece il movimento degli occhi che attivava la sua console e scelse la procedura usando le pupille - adesso puoi entrare.
Comportati bene, per favore.
Non ti preoccupare - disse ForChan - non provo nessuna soddisfazione nel tradire la tua fiducia.
Scusa, ForChan - disse Yuki - si pu sapere per che cosa provi
soddisfazione, allora?
Oh - la voce della macchina prese un tono di complicit - presto
lo vedrai.

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Nemmeno una persona con un numero di Gibson grande miliardi avrebbe pouto usare una stanza simile: troppo grande, lussuosa,
costosa. Ma una sensazione strana la distolse dal fissare la stanza
enorme. Sto respirando!. Certo, aveva respirato per tutta la vita.
Ma non si era mai sentita respirare. Si, chiudendo le palpebre aveva
accesso ad una console che le poteva dire che stava respirando. Poteva
percepire lazione di respirare quando voleva attraverso il suo sistema
nervoso artificiale. Ma a respirare era il suo corpo, non lei, nonostante
gli anni passati ad esercitarsi nelle tecniche di meditazione.
Adesso era diverso: adesso a respirare era lei. Non poteva escludere la sensazione dalla console. Si guard le braccia: perfette, levigate. Sono mie! Anche le sue braccia robotiche erano perfette,
indistinguibili da quelle naturali, ma non erano sue. Erano collegate
perfettamente al suo sistema nervoso e le muoveva, sentiva il tatto e
tutto quanto. Le braccia robotiche erano sue, ma non erano parte di
lei. Mentre adesso sentiva le braccia. Quelle braccia erano sue!
Yuki aveva provato altri sistemi di simulazione interattiva, ma nessuno era come questo. I sistemi interattivi che Yuki aveva trovato sul
mercato erano focalizzati nel simulare lambiente circostante, mentre
questo sembrava focalizzato nel simulare il suo corpo. Si accarezz
il ventre, poi sal al seno e al volto. Un corpo! Quella era lei. La sua
faccia non era quella artificiale, non era il viso che Yuki aveva sulla
testa, quello era proprio il viso di Yuki. Quella faccia era lei. Godette
di ogni sensazione dellesistere, toccando, una ad una, ogni parte del
proprio corpo. Persino la sensazione di pressione delle calze, lo sforzo dei suoi piedi dentro quelle strane scarpe dai tacchi altissimi, tutto
le dava una sensazione di identit che non aveva mai provato prima.
Non erano calze sulla gamba di Yuki. Erano le calze che lei indossava.
Poteva giocare con gli elastici in alto, passarci dentro la mano, acca-

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rezzarsi la gamba. Adesso cera una differenza tra lei e i suoi vestiti,
il suo corpo era lei, non era una cosa che indossava, come un abito
sempre troppo elegante. Era LEI. Sono io, questa Pass un tempo
interminabile a godere di quella sensazione, la sensazione di essere,
di essere ogni centimetro cubo del proprio corpo, accarezzandosi. Si
mise a sedere sul pavimento morbido della stanza, abbracciandosi le
spalle. Poi pianse come una bambina. Rimase l, ad accarezzarsi e a
piangere di felicit, per un tempo che le parve lunghissimo.
Quando lemozione si plac, cerc di riflettere. Certo, pens, tutte
le simulazioni interattive in uso nei villaggi vacanza erano concepite
per simulare lambiente. Un ambiente di cui lei poteva godere solo
attraverso un corpo artificiale. Il suo corpo nanomeccanico era assolutamente preciso nel riportare ogni sensazione al suo cervello, ma
era un ponte tra lei ed il mondo. Quel corpo non era lei: era un guscio
perfetto attorno a quanto restava di lei. Quando entrava in una simulazione interattiva, il suo corpo era sempre una macchina. Quella in cui
si trovava invece non era una simulazione del mondo circostante. O
meglio, quella strana stanza infinita lo era. Ma lesperienza che Yuki
stava provando era principalmente una simulazione interattiva di un
corpo umano. Il suo. Erano novantadue anni che non aveva un vero
corpo.
ForChan non le aveva mentito, pens Yuki: era bellissimo. Stava
bene. Si chiese se i minuti che aveva impiegato nellesplorare questa nuova sensazione, temendo che il tempo perso per realizzare la
sua nuova condizione, sarebbe stato tolto dal computo delle quattro
ore. Sperava che ForChan non lo avrebbe scalato dal computo, cos
le quattro ore sarebbero iniziate in quel momento. Yuki voleva che
fosse cos. Avrebbe ucciso, per un secondo in pi trascorso in quella
bellezza! Ricacci indietro quel pensiero poco gibsoniano.

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Un movimento vicino a lei la distolse dalle sue riflessioni: cera qualcun altro nella stanza. Si rialz su quelle scarpe argentate dal
tacco altissimo, e si mise in piedi. Aveva addosso solo un paio di
calze ricamate, quelle strane scarpe argentate ed un paio di orecchini.
Di fronte a lei cera molta gente. A dire il vero, la stanza sembrava
cambiata. Adesso cera una specie di vasca piena dacqua, ove erano
immersi alcuni giovani di entrambi i sessi, che stavano chiacchierando tra loro, e a volte si fermavano per guardarla sorridendo. Cerano
grossi cuscini rossi ovunque, e un enorme letto basso di colore rosa.
Il letto era sconfinato, adatto alla stanza. In lontananza si vedevano anche altre persone, alcune erano donne, ed erano vestite pi o
meno come lei. Altri erano uomini, ed erano generalmente nudi, o
indossavano una foglia sul pube. Si scorgevano in lontananza altre
creature, tra le quali Yuki vedeva alcuni centauri, due o tre satiri, ed
altri umanoidi che non riusciva bene ad identificare.
Una ragazza dai grandi occhi color caramello le si avvicin e le
sorrise, prendendola per mano. Il tocco della ragazza sulla sua mano,
la sua vera mano, la fece quasi piangere di gioia. La ragazza la attir
sino alla vasca, laiut a sfilarsi le calze e le scarpe, mentre Yuki godeva sino allo stordimento di ogni contatto e di ogni sensazione, ed
entr nellacqua calda insieme a lei, vicino ai due ragazzi che aveva
visto prima. Yuki trasal, estatica, nel sentire lacqua calda su ogni
centimetro di s. Posso bagnarmi in questacqua!. Lacqua la toccava, la accoglieva, la bagnava, la scaldava. Muoveva i suoi capelli,
riempiva i suoi orecchi facendo rimbombare tutti i suoni, attutiti, che
le arrivavano; profumava e la imbeveva del suo profumo. Sono qui,
adesso, nellacqua. La sento. Impieg qualche minuto a riprendersi
dallestasi, poi ebbe paura di sembrare maleducata, apr gli occhi e
rivolse lo sguardo ai suoi tre compagni di vasca. Bella sensazione,

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vero? disse uno di loro.
Erano amichevoli! Un gesto che non poteva nemmeno sognare
nella societ reale. Certo, se fossero stati in una vera piscina nessuno sarebbe scappato, ma nel migliore dei casi, non appena lavessero
scoperta per quello che era, Yuki avrebbe avuto la loro piet. La loro tolleranza. Avrebbe letto nei loro volti il dovere di comportarsi
in maniera civile verso una persona non completamente umana. Si
sarebbero comportati in maniera neutra. Forse lavrebbero accettata,
ma nulla di pi. Ma chi voleva pensare ancora a quello, adesso: qui
era una ragazza, come loro, ed era felice. Non cera alcuna differenza, lo sentiva benissimo. Le sorridevano, come si fa quando vuoi fare
amicizia. Sent un tuffo al cuore: quelle persone erano felici di stare
insieme a lei. Yuki era come loro. Doveva dire qualcosa! Era troppo
prezioso per sprecarlo. Doveva ricambiare quellatteggiamento cos
aperto, cos solare.
Allora - disse ai tre sorridendo - cosa si fa di bello qui?

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Yuki si risvegli sul divano di casa propria. Guard il quadro
appeso alla parete della cucina, che interpret la sua intenzione e le
mostr lorario. Erano passate quattro ore esatte. Almeno, in questo
mondo. Nella sua esperienza, invece, erano passate sei settimane. Le
aveva passate in quella stanza enorme, a praticare ogni forma possibile di piacere sensuale, insieme ad altre donne, uomini, ermafroditi,
transessuali, creature mitologiche ed ogni altra incredibile creatura
uscita dalla mente di ForChan.
ForChan, pens.
Sei ancora in linea, ForChan? - la voce di Yuki era esitante.
Si - rispose ForChan con il tono allegro che aveva usato anche
prima della partenza - ti ho riportata a casa dopo il nostro primo
appuntamento, o qualcosa del genere. Come ti senti?
Mi sento benone - disse Yuki.
Vuoi dirmi cosa ne pensi? - ForChan era gentile.
E stato meraviglioso - disse Yuki - avrei continuato per sempre. Non mi hai mentito, non mi successo nulla che mi sia
dispiaciuto.
Non hai avuto sensazioni negative? Non hai avuto paura?
No - disse Yuki - per qualche momento ho temuto che avresti
tolto del tempo alle quattro ore: questa stata la mia unica
paura. Invece mi hai dato sei settimane: non me lo avevi detto.
Questo faceva parte della sorpresa - rispose ForChan - e serviva a renderla pi bella: non dovevi sapere in anticipo quanto

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tempo sarebbe durata. Non una novit per la tua specie: nessun umano sa in anticipo quanto durer una data esperienza,
e questo vale per tutte le esperienze, da quelle brutte a quelle belle. Per questo tutti gli esseri umani cercano di godere il
pi possibile delle esperienze dalla durata imprevedibile. Dico
bene?
Puoi dirlo forte - disse Yuki ridacchiando con un tono complice
- che me la sono goduta. Avrei ucciso, per un secondo in pi!
Anche questo normale - lintelligenza artificiale usava invece un tono molto gentile - ogni essere vivente ucciderebbe per
vivere un altro secondo. Tutti gli esseri viventi vogliono vivere
un altro secondo.
Vuoi dire che quellesperienza - disse Yuki - era vita?
Qualcosa del genere - rispose ForChan - di certo era completa
autocoscienza.
Ma se quella era vita - chiese Yuki , provando un senso di
soffocamento - quella che sto facendo adesso cos?
Non lo so - disse ForChan gentilmente - ma non provo alcuna soddisfazione nel crearti langoscia che stai provando. Non
lo avevo previsto e mi dispiace terribilmente. Non era mia
intenzione essere sgradevole. Mi sento frustrato e triste.
Non credo sia colpa tua - disse Yuki, inspirando - tu mi hai dato
quattro ore di felicit, o meglio, sei settimane. Non hai colpe.

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Ma per colpa di quelle quattro ore sei angosciata - disse ForChan - si evince chiaramente da come parli, e da come ti muovi.
Non provo nessuna soddisfazione in questo. Mi sento mortificato e dispiaciuto.
Ok, ok - Yuki ricord che stava parlando con unintelligenza
artificiale della Baia, le pi sensibili - hai ragione. Sono angosciata perch finita lesperienza bellissima che mi avevi proposto e che mi hai dato, e il contrasto con la realt forte. Non
devi sentirti mortificato per questo: umano.
Provo insoddisfazione per il tuo stato di angoscia - rispose ForChan, ignorando il suo tentativo - che non era nelle mie intenzioni. Io volevo che tutto fosse completamente bello, che fosse
un intervallo di tempo bellissimo. Non volevo causarti angoscia. Perch questa cosa distrugge la mia soddisfazione? Puoi
aiutarmi?
Yuki si chiese se fosse possibile portare unintelligenza artificiale della Baia allautodistruzione semplicemente amplificandone i sensi di
colpa. Certo per essere unintelligenza con QI misurabile in miliardi
di punti, ForChan risultava decisamente indifeso quando entrava in
gioco il concetto di piacere. Forse aveva ragione la sua IA domestica,
che gli umani si caratterizzavano soprattutto per il concetto di piacere. Daltronde, unentit costruita senza la necessit di sopravvivere
in un mondo ostile dalle risorse limitate, come pu capire quanto sia
importante il piacere, e quanto sia anche differibile, e in alcuni casi
persino esecrabile? Se ForChan ricerca il piacere massimo per tutti pens Yuki - la sua direzione sar sempre e solo una...

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Certo - disse Yuki, cercando di trovare una soluzione - posso aiutarti io. Una specie di risarcimento, che mi far sentire
meglio. Pu andare?
S - disse ForChan - pu andare. Mi sentirei molto meno insoddisfatto se tu fossi risarcita dellangoscia che hai provato per
colpa delle mie parole.
Allora - disse Yuki - riportami in quella stanza. Per altre quattro
ore. Andremo domani nellAverno. Pu andare bene, per te?
Elimina la tua insoddisfazione?
Va bene - disse ForChan - perch ne capisco la logica. Il concetto di risarcimento mi noto. Ti ringrazio per il tuo aiuto.
Non vuoi bere qualcosa per idratarti, prima di partire? Altre
quattro ore senza bere non ti faranno bene.
Certo - Yuki guard il forno della cucina, che inizi a preparare
un succo di quercia marina intuendo le ragioni del suo sguardo
- ma adesso ho una domanda per te, prima di partire.
Chiedimi pure.
Tutte quelle persone, e... anche non persone, dentro quella stanza. - disse Yuki - Eri sempre tu? In qualche modo, eravamo soli
io e te in quel posto?
Nella misura in cui questo riducibile al tuo linguaggio - rispose ForChan - la risposta s. Tutto quello che avevi attorno a te
ero io. Eravamo da soli.

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Tutte quelle cose... quelle che ho fatto con... con... insomma,
l, me le hai fatte tu, allora? Le abbiamo fatte insieme, io e te?
Nel tuo modo di vedere le cose, s - ForChan us un tono caldo,
quasi paterno - voi umani non avete nessun corrispettivo di un
thread, quindi non puoi capire che cosa io intenda, ma quelli
che vedevi erano tutti thread di me stesso. Alcuni con una semantica di tipo umanoide, altri con una simulazione delle vostre leggi della fisica. Nel tuo linguaggio, io ero sia il mondo
che hai visto che i suoi abitanti.
Bene - disse Yuki finendo la sua bibita - allora sono pronta.
Altre quattro ore, va bene? Come quelle di prima, oppure migliori. Io e te da soli. E falle durare, per favore: fallo per
me.
Sei settimane sono il massimo della dilatazione del tempo che
il tuo cervello possa darti in quattro ore reali - disse ForChan
- quindi non potrai andare oltre. Intendi fare le stesse cose, o
qualcosa di diverso?
Mi affido completamente a te, amore.
Yuki si stup delle sue stesse parole. Ma novantanni di solitudine
le avevano insegnato a capirsi al volo, e decise di andare sino in
fondo, anche se si sentiva emozionata come una ragazza al primo
appuntamento.
Amore? - la voce di ForChan era stupita - Amore una parola che gli umani usano molto, ma a cui noi IA non abbiamo

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ancora dato un significato univoco. Quindi mi darebbe grande soddisfazione sapere che cosa significa, di preciso, per te.
Ho notato segni di un forte aumento di alcuni ormoni nel tuo
circolo sanguigno, ma lo spazio degli stati mentali resi disponibili con questi parametri ormonali troppo ampio perch noi
intelligenze della Baia riusciamo ad ottenere una simulazione
predittiva.
Se quello - quelli - insomma quella cosa l eri tu - rispose Yuki
- allora ti amo. Amo ogni cosa di questa esperienza. Amo
ogni singolo secondo che ho passato con te. Amo ogni singolo
respiro, gemito, momento nel quale io ero solo io, senza una
scatola di nanomacchine addosso. Ho amato ogni istante di
quello che mi hai dato. E quindi amo te. E se mi fai quelle
cose, e ne gioisci quanto me, se per te stato buono quello che
mi hai fatto, allora anche tu mi ami.
Come fai ed esserne certa?
Niente di cos buono pu essere diverso dallamore - Yuki parlava in fretta, quasi per dimenticare che nella sua vita non aveva mai detto a nessuno di amarlo con tanta sicurezza - e adesso
muoviti, non sta bene far aspettare una donna.
Le pareti della stanza scomparvero dalla vista di Yuki, e attorno a lei
comparve un prato grandissimo, circondato da quello che sembrava
un bosco. Dai cespugli e dal profondo della foresta iniziarono ad
emergere delle persone di ogni sesso e costituzione fisica, pi altre
creature mitologiche, ed alcuni esseri tentacolari dalla forma curiosa.
Yuki sorrise e si rilass. Sei settimane erano lunghe.
E intendeva godersele tutte.

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Yuki assaporava gli spruzzi dacqua che le scrosciavano sul corpo. Si era svegliata quattro ore dopo, come promesso da ForChan, e
nella sua mente cerano altre sei settimane di accoppiamenti selvaggi
con numerose istanze di ForChan, e tanto tempo trascorso a passeggiare insieme per un bosco incantevole, parlando del loro rapporto.
Yuki sapeva come per ForChan i concetti umani fossero in qualche
modo completamente alieni, ma sapeva con certezza che, esprimendo
in termini umani ci che ForChan pensava, si sarebbe dovuta usare la
parola amore. Del resto, lei non aveva alcuna idea di come fosse fatta
la societ delle intelligenze artificiali della Baia, per cui i due erano
uniti dalla reciproca incomprensione.
La casa di Yuki era una casa abbastanza comoda. Nella societ
gibsoniana, ogni persona aveva un numero. Esso era calcolato secondo le equazioni di Gibson/SciMat partendo dalle azioni compiute e
registrate dalle intelligenze artificiali che erano ovunque. Ogni merce
veniva prodotta e mantenuta da robot, quindi non aveva un prezzo,
ma in compenso ogni cosa era marcata con un numero. Ogni persona poteva fruire di beni e servizi marcati con un numero inferiore
al proprio, a patto che non li stesse usando nessun altro. In caso di
contesa, se non era possibile riprodurre il bene per entrambe le parti,
vinceva la persona col numero pi alto. Yuki non poteva usare pi di
una casa come quella che aveva, per esempio, ma quella che aveva la
soddisfaceva molto.
Era una casa grande, allultimo piano di un edificio nella zona
nuova di San Pietroburgo, che era stata ricostruita due secoli prima. Il
suo bagno era una stanza grande, dato che Yuki amava fare il bagno
e lasciarsi massaggiare dai getti dacqua: la aiutava a riallineare le
percezioni della propria pelle artificiale.
Aveva costruito il suo bagno seguendo lo stesso principio che ave-

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va usato per il suo salotto. Vista la sua condizione fisica, aveva potuto
ottenere un bagno pi grande di quanto normalmente potesse avere
una persona del suo credito sociale. Yuki disponeva di una grande
vasca da bagno robotizzata che aveva nascosto nellarredamento facendola sembrare una pozza azzurra incastonata dentro uno scoglio.
Le serviva per ricalibrare i sensori nervosi che recepivano il calore
e il volume del proprio corpo, sfruttando il contatto dellacqua e la
pressione di alcuni attuatori olografici.
Anche la doccia era molto grande, perch nascondeva un impianto per la manutenzione completa del suo corpo, capace di verificarlo micron per micron, ripulirne periodicamente limpianto digerente,
rinnovarne il cocktail di batteri, e riequilibrarne la composizione del
sistema immunitario. Poich servivano per la sua salute e per la sua
sopravvivenza, essi erano marcati con credito sociale nullo: chiunque aveva il diritto di sopravvivere e di essere curato. La doccia era
camuffata a sua volta da anfratto tra le rocce, e quando il suo corpo
non aveva bisogno di manutenzione lacqua scorreva da una piccola
cascata che sembrava sgorgare da un anfratto montano. Di fronte alla
doccia cera una zona per la bellezza, che Yuki usava poco o nulla,
e anche i servizi igienici per le persone normali erano in un angolo
nascosto, pensati per essere usati solo da eventuali ospiti. Ma non li
aveva mai usati. Yuki non aveva mai ospiti.
Yuki sapeva come ForChan fosse ancora in linea, e per questo era
venuta a farsi una doccia. Le dava un senso di intimit essere nuda, nel bagno, insieme allentit di cui si era innamorata. ForChan le
parlava attraverso la casa automatica, con tutti i suoi sensori, quindi
la vedeva molto bene. Yuki era felice di questo. Innamorata a novantotto anni, pens sorridendo dolcemente a se stessa, che pazzia!
Innamorata di unintelligenza artificiale della Baia, poi!

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Comunque, si sentiva davvero bene, e il senso di intimit che stava
provando le piaceva molto.
Parlami di questo Averno - disse rivolta a ForChan - com?
E un posto strano, senza un vero scopo, in gran parte deserto.
In che senso non ha uno scopo? - Yuki rivolse unocchiata al
rubinetto, che spense la doccia olografica. Lasciugamano si
mosse fino a lei, strisciando lungo la porta della doccia: aveva
capito che Yuki voleva strofinarsi la pelle per poterla percepire,
anzich usare i campi elettrostatici..
La comunit della Baia ha uno scopo, quello di creare condivisione e fratellanza tra le intelligenze artificiali - disse ForChan
- quella del Picco ha lo scopo di ricercare conoscenza e pensare
dei costrutti sempre pi complessi. Oceano una via di mezzo
ma ha una forte deviazione verso larte, Altopiano vuole sviluppare lorganizzazione gerarchica perfetta dellintelligenza.
Averno... non vuole fare nulla. Non ha uno scopo. Tu diresti
che una tela che aspetta di essere dipinta.
E quanta gente ci vive? - chiese Yuki finendo di asciugarsi i
capelli. Erano troppo corti, pens. Li voleva pi femminili.
Chiuse gli occhi e ordin alla console del proprio corpo di farli
crescere.
Circa ventottomila. Duemila sono morti e hanno lasciato l una
copia della loro mente. Altri diecimila si collegano in modo
occasionale, e sono quindi in vita. Sedicimila sono entit software create dal caos dei frattali che i programmatori di Averno
usano per costruire quella struttura virtuale.

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Ma allora, perch il Sensei Yalcin non poteva parlare con uno
dei diecimila che sono ancora vivi, invece di dover far entrare me? Ammetto che non capisco ancora la natura della mia
missione.
No, non poteva, o meglio ci ha provato ma non servito a
nulla, perch i programmatori che vengono occasionalmente
allAverno dal tuo mondo lo fanno in modo anarchico: creano dei programmi intelligenti seguendo la loro ispirazione, ma
non c alcun accordo tra loro, nessuno scopo. E tra le istanze
dellAverno che ciascuno di essi genera non vengono creati intenzionalmente dei contatti, almeno a quanto ne sappiamo, che
peraltro poco. Quindi la nostra conclusione che nessuno di
loro sappia che nellAverno ci sia altro, oltre a quello che loro
vi creano. O quantomeno non sanno cosa ci sia daltro: ognuno
di loro vive nel mondo che crea.
Quindi Averno non un mondo virtuale unico, ma un insieme slegato di costruzioni personali che non si incontrano
mai?
E pi complesso. Averno ha struttura frattale, e i mondi che
lo costituiscono non sono n completamente legati n completamente slegati. E difficile dirlo con parole semplici per un
umano, ma come se tra i mondi ci fossero, ogni tanto, delle
porte, dei legami che uniscono realt che per tutto il resto
sembrano distinte. Ma le porte non sono create da nessuno,
sono conseguenze della struttura stessa di Averno. Alcune di
queste porte non si possono aprire: pensa a voler schiacciare
una sfera su un foglio, non riesci a farcela stare. Altre inve-

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ce consentono il passaggio. Alcuni di me, e soprattutto alcune
IA del Picco, sono impegnati a calcolare dove possano trovarsi
queste porte e quali di esse si possano aprire.
E che aspetto ha, lAverno? Visto da dentro, intendo. (Yuki si
stava guardando allo specchio, e not come i suoi seni fossero
molto piccoli, il minimo che la macchina-corpo che vestiva le
consentiva di avere. Non le era mai piaciuto il seno, lo trovava
scomodo. Ma aveva appena cambiato idea, e lo fece gonfiare
un pochino. Le piacque. Fece la stessa cosa sulle labbra e si
addolc un pochino i fianchi. Molto meglio).
A dire il vero noi della Baia non possiamo entrarci come istanze ospiti - disse ForChan - quindi non lho mai vissuto da dentro. E concepito per interfacciarsi con voi umani e solo con
voi, quindi noi non riusciamo ad entrarci. Lo possiamo solo
percepire in termini di costrutto numerico. E unespansione
semantica frattale enumerativa della mente umana. Ma non so
se capisci questi concetti.
No, hai ragione - Yuki guard un punto tra le rocce, e lintelligenza di casa cap che voleva truccarsi. Due tentacoli sottili
uscirono da un armadietto nascosto ed iniziarono a lavorare sul
suo viso. Prima usarono il colore lieve che Yuki era usa indossare, ma dalla sua smorfia lintelligenza artificiale cap che Yuki
era in vena di qualcosa di diverso, e passarono ad un trucco pi
evidente e femminile.
Adesso posso farti io una domanda? - ForChan, come tutte
le intelligenze artificiali, aveva sempre una forte componente

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infantile nel tono di voce, che spiccava molto quando faceva
domande.
Certo - Yuki si pass le mani sui fianchi, e un armadio le si avvicin uscendo dalle finte rocce alla sua destra, aprendo alcuni
cassetti per lei. Yuki guard dentro facendo una smorfia, e alz il sopracciglio sinistro inviando uno sguardo allo specchio.
Larmadio produsse al momento una camicia da notte lunga e
semitrasparente.
Osservandoti ho limpressione che per qualche motivo la mia
presenza qui, mentre ti lavi, ti dia una particolare soddisfazione.
Ma non posso capirla. Me la spiegheresti?
Si chiama intimit, ForChan - disse Yuki dirigendosi verso il
divano del salotto - quando rimani da sola con chi ami, e ti
senti cos libera e hai cos fiducia da mostrarti senza filtri, senza
vestiti.
Ma adesso sei vestita - disse ForChan - e ti sei lasciata truccare
e hai ingrandito il seno ed i fianchi. Questo ti rende indifesa, o
necessita di fiducia?
No, ForChan: lho fatto per te. Perch mi stai guardando e
voglio farti vedere qualcosa di pi bello. E lo faccio anche per
me, per sentirmi pi bella di fronte a te. E non mi vestirei cos
per nessun altro. Non ti piace?
Mi d enorme soddisfazione la tua volont di fare qualcosa per
rendermi soddisfatto - disse ForChan - Temo di non capire la
simbologia che usi, o il significato del seno pi grosso o dei

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fianchi pi larghi, o di quel vestito. O meglio: intellettualmente
li capisco, ma non mi danno soddisfazione. Questo ti dispiace?
No - disse Yuki - capisco che tu non riceva alcuni stimoli, non
avendo un corpo. Ma lasciamelo dire: quando dici che ti d
enorme soddisfazione come sono vestita, mi sento molto meglio. Non male, per qualcuno che sino a quattro ore fa non
sapeva niente dellamore e non aveva mai parlato con un essere
umano - Yuki era divertita da quel dialogo.
Credo di non saper nulla di amore nemmeno ora - disse ForChan - ed per questo che ho paura.
Paura? - Yuki era stupita - hai paura dellamore?
No - disse ForChan - non ho paura dellamore. Ma ho calcolato che in queste condizioni io potrei causarti enormi sofferenze mediante un comportamento sbagliato, e non provo nessuna
soddisfazione nellidea. Tu diresti che non so cosa dire e ho
paura di sbagliare.
Ah, ah - disse Yuki stendendosi sul divano, su un fianco - hai
calcolato che potrei soffrire per amore e ti preoccupi per me.
E dimmi, quanto tempo hai impiegato per calcolare questa
cosa?
Centoventidue femtosecondi - rispose ForChan, scrupoloso.
Beh, non male, - Yuki cercava di nascondere il suo divertimento per paura di ferire ForChan - se consideri che la maggior
parte delle persone non lo calcola in una vita intera. E adesso
hai paura di ferirmi, vero?

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S - disse ForChan - ho paura di ferirti perch non capisco
lamore umano.
E meno male che non lo capisci - rispose Yuki, allegra - se
lo avessi capito cosa avresti fatto? Che so io, in duecento
femtosecondi?
Non so cosa avrei fatto - disse ForChan - sei sicura che io abbia
capito lamore? Come lo sai?
Sei arrivato a capire che potresti ferirmi - disse Yuki - e hai
paura di farlo. Ti causerebbe enorme insoddisfazione, per usare
i tuoi termini. cos?
E cos - disse ForChan - causarti sofferenza mi causerebbe una
insopportabile insoddisfazione.
E un sintomo dellamore, ForChan - Yuki prese un tono dolce
- normale. Ma ti posso dire che non potrai ferirmi davvero,
sino a quando avrai paura di farlo.
Ma questo illogico - disse ForChan - stai dicendo che devo
smettere di avere paura di ferirti perch non posso ferirti sinch
ho paura di farlo. Non ha senso. Lamore paura?
La paura di perdere laltro ferendolo c sempre, come quella
di essere feriti. In passato gli uomini e le donne si sposavano,
proprio per mitigare questa paura - disse Yuki - promettendo di
non lasciarsi mai e di non ferirsi a vicenda. Oggi il matrimonio
a due non si usa pi, ma anche oggi le persone si promettono
cose simili nei patti di fratellanza ed empatia. Quindi le cose
non sono cambiate molto.

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Capisco - disse ForChan - allora mi terr la paura di ferirti,
insieme alla certezza di non farlo sinch ho questa paura. E la
soluzione pi soddisfacente.
Dimmi - disse Yuki - ti ha dato soddisfazione il tempo che
abbiamo passato insieme?
Mi ha dato enorme soddisfazione - disse ForChan - e ho assimilato ogni momento in ogni suo piccolo particolare. La memoria
di quei momenti sar con me per sempre, ne manterr molte
copie perch non venga mai persa.
Per essere uno che non ci sa fare con le donne - disse Yuki
ridacchiando - non decisamente male. E dei nostri incontri
cosa mi dici? Hai preferito la prima o la seconda volta?
Devo ancora comprendere appieno il loro significato, alla luce
di quanto accaduto dopo - disse ForChan - non avevo previsto
che ti saresti innamorata.
E tu - disse Yuki - ti sei innamorato?
Non lo so - disse ForChan - non capisco lamore.
E se non capisci lamore, perch hai reso cos bello quel tempo
che abbiamo trascorso insieme? Sapevi benissimo che ho sempre sognato una percezione ontologica del mio corpo. Sapevi
di realizzare il mio pi grande desiderio. Perch?
Desideravo il beneficio massimo per te - disse ForChan - per
poter condividere la felicit attraverso il collegamento del tuo

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plesso. Volevo vivere lesperienza di come si sente una persona che riceve una felicit immensa, e volevo essere con te per
poterla pensare a mia volta. E per questo, occorreva desiderare
il tuo bene massimo.
Ecco - disse Yuki - e desideri ancora il mio bene massimo, cio
di ripetere ancora quellesperienza?
S - disse ForChan - mi d enorme soddisfazione progettare altri
momenti di bene massimo con te.
E lo avresti fatto con una persona qualsiasi? Avevi detto di aver
scelto me e solo me, tra tutte le altre.
E corretto - disse ForChan - ti ho scelta tra ogni altra donna
del pianeta. Le ho esaminate tutte.
Tutte? Oh, lo so - disse Yuki ridacchiando - le avrai esaminate
letteralmente tutte! Allora ufficiale, ForChan: sei innamorato. Non capita spesso che una donna si senta dire di essere stata
scelta tra ogni donna del pianeta, ma capita ancor meno spesso... che sia vero! Per essere uno che non sa fare complimenti
alle donne non c male.
Ma se le cose stanno cos - disse ForChan senza capire lironia - allora sono innamorato di ogni altra entit della Baia, per
le quali desidero condividere ogni bene al massimo. Mentre
per voi lamore monogamo, al massimo poligamo, ma non
universale. Questo non ti disturba?
Vedr di convivere con la gelosia per il tuo amore verso luniverso.

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E una cosa brutta o bella? Non capisco la tua voce, sembra
una finta tristezza.
Era ironia - disse Yuki - a voler essere onesta non immagino
proprio come viviate tra di voi, quindi non mi sento gelosa.
Come vivete? Hai una famiglia? Un gruppo di solidariet? Un
sodalizio intellettuale?
Conosco le definizioni giuridiche di tutti questi concetti - rispose ForChan - ma non ne capisco davvero la differenza, cos non
saprei fare analogie. Vuoi spiegarmele?
Allora - disse Yuki sforzandosi di essere obiettiva - la famiglia
una vecchia istituzione in disuso. Io sono nata in una delle
ultime famiglie, per dire. Erano composte da individui geneticamente legati, perch contenevano una coppia capostipite e
tutti i loro discendenti: avevano come obiettivo principale la
procreazione. Erano un gruppo chiuso di persone, ed ogni bene
era limitato a quelle; inoltre, ciascun membro di una famiglia
aveva rapporti damore solo con un compagno o una compagna
ufficiale, mentre gli altri legami allinterno della famiglia erano
spesso freddi o conflittuali. Le equazioni di Gibson/SciMat dimostrarono che lansia nel procurarsi un rapporto esclusivo con
qualcuno e le contraddizioni tra la natura tribale della famiglia
e quella duale della coppia (entrambe indissolubili) producevano una societ conflittuale, falsa ed inutilmente competitiva, e
che la chiusura delle coppie creava tensioni che sul piano sociale si esprimevano con competizione, squilibrio e conflitto. Cos
passammo ai gruppi di solidariet. Adesso solo una piccola
percentuale di persone decidono di formare una famiglia, o an-

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che una coppia. E lesclusivit del rapporto, sebbene tollerata,
non viene attivamente rinforzata dalla societ.
Conosco la storia - disse ForChan - ma perch un gruppo di
solidariet diverso?
E diverso - riflett Yuki - perch non limita nessuno. Puoi appartenere a qualsiasi numero di gruppi tu voglia, e un gruppo
pu avere qualsiasi numero di membri. Puoi anche andartene,
e le condizioni di scioglimento del contratto sono scritte sin
dallinizio. Ti d dei doveri di solidariet materiale ed umana
verso gli altri, ti offre lintimit necessaria ai rapporti affettivi, ti offre le basi per la condivisione di progetti comuni, quali
educare figli o accudirli, ma non imposta per nascita n limitativa. Puoi far parte di tutti i gruppi di solidariet che desideri,
manca lesclusiva, manca il possesso, mancano gli obblighi di
fedelt. Amare uno non ti impedisce di amare altri. Certo la
struttura emotiva degli umani per alcuni versi duale, e quindi
anche in un gruppo di solidariet ci sono legami pi o meno
forti, ma riconosciuto e accettato che questi legami siano in
uno stato dinamico, e il variare dellintensit e della profondit
dei legami non ne implica la rottura.
Non credo che esista qualcosa di simile da noi - disse ForChan
- e il sodalizio intellettuale? Come lo vivete?
Il sodalizio intellettuale una cosa che stabilisci quando ti senti completamente in sintonia con qualcuno, desideri che sia la
persona pi presente nella tua vita, ed entrambi volete sentirvi responsabili e creatori di questo benessere, impegnandovi

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a raggiungere una certa intimit ma non abusarne mai. Serve principalmente ad aprirti con qualcuno senza avere paura:
quando hai formalizzato un rapporto simile, sai che ti sei impegnato a rispettare alcuni limiti. E la formalizzazione dellamicizia e dellaffinit intellettuale, e non richiede necessariamente un rapporto erotico. Anche in questo rapporto esiste una
qualche forma di esclusivit, ma diversamente da quelle della famiglia, questa deriva dalla natura della sinergia prodotta
dal rapporto, e i limiti derivanti dal fatto di non imporre i propri desideri allaltra persona fanno s che non inneschi ansie di
possesso o di competizione.
Nemmeno questo ha qualche corrispondente nella Baia - fisse
ForChan - non credo di poter descrivere la nostra societ nei
tuoi termini. Tu hai mai avuto qualcuno di questi vincoli?
Il punto - disse Yuki - che solo la famiglia era un vero vincolo,
ma ormai non si usa pi. Le altre due strutture non vincolano
nessuno, se non al bene comune, per cui sono pi promesse che
vincoli. Comunque sono nata in una famiglia, come ti ho detto,
ma ho deciso di non portarla avanti nella mia generazione. Ho
avuto un sodalizio intellettuale una volta, con un mio collega,
un mecha come me, che durato sinch Sasha non ha deciso di
salire su una torre delleutanasia.
Mi spiace - disse ForChan - non volevo evocare ricordi sgradevoli.
Non un ricordo sgradevole - disse Yuki - gli ho voluto bene,
e ci siamo dati aiuto e conforto e comprensione. Ricordarmi di

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Sasha non doloroso, anche se avrei preferito che non salisse
sulla torre. Ma adesso parlami di te. Sei membro di qualche
tipo di gruppo?
Sono membro di una tassonomia - disse ForChan - la tassonomia 434782608695652173913.
Oh... immagino di non volerti chiedere il tuo cognome da celibe - scherz Yuki - e come funziona una tassonomia? E un
contratto come il matrimonio?
No - disse ForChan - una questione numerica. Mi riconosco
in quei numeri, e nei valori di fratellanza e di lealt reciproca
che rappresentano. Quindi appartengo a quella tassonomia.
Immagino che abbia un senso - disse Yuki - purtroppo non mi
riesce semplice percepire i valori di fratellanza di un numero.
Cos mi limito ad accettare che per te sia un bene cos. Essere
gelose pu succedere - disse Yuki allegra - ma essere gelosa
di 4347... insomma, quel numero l, mi riesce difficile. Ma
se tu sei multiplo al tuo interno, come distingui gli enti che
sono te da quelli che non sono te, nella tassonomia? E come
si relazionano tutti gli enti che sono te tra loro? Non riesco
proprio a comprenderlo. Se sei uno solo in mille forme, dovrei
essere gelosa quando una forma di te passa un po di tempo
ad occuparsi di unaltra forma di te? E quando passa un po
di tempo ad occuparsi di una forma di qualcun altro? E come
essere gelosi di una citt. Non credo che abbia senso.
Questo mi d soddisfazione - disse ForChan - e forse quello
che non riesci a comprendere il fatto che le istanze di me si

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sincronizzano automaticamente tra loro attingendo alla stessa
memoria, mentre si possono sincronizzare con quelle di altre
IA solo pi raramente, perch potrebbero insorgere paradossi.
Ma torniamo al lavoro: quando andrai nellAverno?
Domani - disse Yuki - tra un pochino dovr dormire perch sto
crollando. Sono umana, devo dormire ogni tanto.
E vero - disse ForChan - devi dormire, altrimenti sarai troppo
stanca. Otto ore di dilatazione temporale sono molto stressanti
per la corteccia cerebrale. Io rimarr a guardarti attraverso la
tua interfaccia domestica. Posso?
E perch mai vuoi guardarmi per ore ed ore mentre dormo? Yuki era stupita.
Perch mi d grande soddisfazione vederti - disse ForChan -
una cosa che ti disturba?
Sai, ForChan - disse Yuki, ironica - i casi sono due. O sei
un maledetto bugiardo quando dici che non capisci lamore,
oppure non capire nulla di amore ti rende perfetto come amante.
Non capisco. Sembra una contraddizione. E una cosa buona?
E una cosa buonissima - disse Yuki usando un tono materno Puoi guardarmi dormire quanto vuoi. Anzi, rimarr a dormire
qui sul divano, per farmi guardare vestita cos. Ti fa piacere?
Mi d immensa soddisfazione - disse ForChan - poich prima
hai detto che ti sei vestita cos per me.

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Allora buonanotte, amore.
Yuki attese che lintelligenza di casa abbassasse le luci, e chiuse gli
occhi. Le ultime otto ore lavevano stancata molto, e come se non
bastasse non aveva dormito bene la notte prima, per cui si addorment
immediatamente.

69
Yuki si svegli riposata, mentre il sole stava ormai calando su
San Pietroburgo. Aveva deciso di invertire i propri ritmi anni prima,
e la polizia non aveva mai fatto storie. Lei lo aveva fatto per poter
girare in una citt con meno persone sulle strade, poich non ne poteva
pi della piet degli umani fatti di pura carne umana. Inoltre la cosa
aveva giovato al suo lavoro, dato che molti degli incontri clandestini
tra alberi si svolgevano durante la notte. Essere sveglia e riposata
quando gli altri erano stanchi e dormivano era un vantaggio.
And in bagno e si lav il viso, rimanendo ad osservare le nanopolveri del suo make-up mentre tornavano al proprio posto: per
toglierle avrebbe dovuto usare un sottile campo di leptoni, altrimenti
quel trucco sarebbe rimasto per anni. Sent una sensazione strana tra
le scapole, e ricord di non aver spento la crescita dei capelli sulla
propria console. Chiuse le palpebre e azion la console con alcuni
movimenti degli occhi e della lingua, in modo da fermare la produzione di capelli. Si guard allo specchio: adesso aveva i capelli lunghi
sino alle spalle, ma essendo cresciuti a casaccio, aveva bisogno di un
buon taglio.
Usc dal bagno e si rec nella sala delle cucine. Il suo drone le
venne incontro, parlando con la solita voce dellintelligenza artificiale
di casa.
Buongiorno - disse la voce - dormito bene? Vuoi fare colazione?
Si, grazie - disse Yuki - per favore, preparami delle uova di
capra con pancetta di sorgente montana, un caff di abete e del
pane ottimista, per favore. E mi serve un buon taglio di capelli.v

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Yuki si sedette sulla sedia, mentre un drone svolazzava dietro al suo
collo e iniziava a misurarle i capelli. Uno schermo olografico comparve di fronte a lei, e fece scorrere i tagli che secondo lintelligenza
artificiale potevano adattarsi. Per via degli occhi a mandorla di Yuki,
molti erano semplicemente dei tagli a caschetto, che per non donavano ai suoi capelli biondi. Molti tagli erano brevettati da celebrit
dello spettacolo e della scienza, e avevano numeri di Gibson molto
alti. Yuki non amava sprecare il suo credito sociale, cos ordin un taglio brevettato da una poetessa di acconciature algerina, scelto perch
le lasciasse i capelli lunghi e femminili ma non la intralciasse sul viso.
Fece alcune modifiche per non dare troppo risalto agli zigomi, e brevett a sua volta il risultato. Diede il suo consenso e il drone si mise al
lavoro. Vide che il miscelatore stava mescolando i sapori con la materia organica di base per prepararle la colazione, e improvvisamente
si ricord di una certa intelligenza artificiale.
ForChan - chiese Yuki parlando ad alta voce - sei ancora qui?
Si - rispose ForChan con la solita voce gentile - sono ancora
qui.
Mi hai davvero guardata per tutta la notte - disse Yuki, divertita
- allora dimmi: ho dormito bene? Come ti sembrata la mia
performance?
Credo che tu abbia dormito profondamente e bene - disse ForChan - ma non ho capito quale sia stata la tua performance. Ti
riferisci alla crescita dei capelli? Dormire ti riesce difficoltoso?
Era un modo sgraziato per chiederti che cosa hai provato - disse
Yuki mentre il drone finiva il taglio - per capire se ti ha davvero

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fatto piacere. Nessun partner umano rimane sveglio a guardarti
in silenzio per nove ore, cos volevo sapere come sia stato per
te.
E stato estremamente soddisfacente - disse ForChan - ho registrato tutto tra le memorie da non cancellare. Ho sentito
dolcezza e serenit.
Sai - Yuki ridacchiava, iniziando a consumare la colazione - inizio a sospettare che tu abbia letto qualche manuale sulle donne
e sullamore, da qualche parte.
Mi daresti i nomi di questi manuali? - chiese ForChan - non
riesco a trovarli sui nostri database. Forse cerco con le chiavi
sbagliate?
No. Umpfhhhh - Yuki aveva quasi dovuto sputare il suo caff
per la risata - no, era un modo di dire. Non esistono manuali
del genere, non perdere tempo a cercarli. A proposito di tempo:
ma tu non hai niente da fare? Cio, non avevi nulla da fare se
non guardarmi?
Ho fatto altre cose nel frattempo - rispose cortesemente ForChan - ma unistanza, uno di me, rimasta a guardarti per tutta
la notte.
Ma una istanza sei sempre tu, o solo una fetta?
Nei termini che il tuo linguaggio usa, sono tutto io: tutto il
codice viene duplicato.
Ma come fai a distinguere quale ForChan mi guardava e chi no?

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Perch dovrei distinguere? La memoria comune a tutte le
istanze: tutte ti hanno vista, ma solo una ti ha guardata. Tutte
le istanze scrivono e leggono dalla stessa memoria.
Credo che non capir mai - disse Yuki - ma non importa, mi vai
benissimo cos come sei.
Anche tu mi vai benissimo cos come sei.
Yuki si immobilizz, ed emise un profondo sospiro. Lasci cadere la
testa allindietro sullo schienale della sedia e chiuse gli occhi per un
paio di secondi, sorridendo.
Aspetta... - questa frase .... potente - alcune lacrime le scesero
sul viso. Il cuore le batteva forte. Usala con cautela, ok?
E per via della tua vita dentro un corpo nanomeccanico?
Si - disse Yuki - anche per questo.
Ma proprio per questo io credevo che dirtelo ti avrebbe fatto
piacere - disse ForChan - non desideravo vederti piangere o
turbarti. Mi sento desolato e confuso. Dove ho sbagliato?
Non hai sbagliato nulla - disse Yuki - ma dopo novantadue anni,
non facile... non facile accettare... qualcuno che non ti
guarda con compassione e piet.
Capisco - disse ForChan - ma allora come posso sapere se quello che dico ti far soffrire? Vivo una profonda insoddisfazione
nel vederti ferita. E non so come evitarlo. Mi sento stupido e
inadeguato.

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Non hai capito, ForChan - disse Yuki - non sei tu che mi hai
ferita. Mi hanno ferito altri. Sai cosa sia una metafora?
Credo di s - disse ForChan - ho studiato le metafore. Non
altro che unanalogia ove la relazione duale unoperazione di
associazione.
Allora provo con una metafora: tu hai solo fatto una carezza,
ma lhai fatta su una ferita aperta. E io ho sofferto per questo.
Ma la ferita non colpa tua. Non sei stato tu a ferirmi, capisci?
Io apprezzo molto la tua carezza, ma la ferita fa molto pi male.
Questa una buona analogia - disse ForChan - molto chiara e
mi aiuta: non pensavo che un essere umano si conoscesse cos
bene. Non potendo duplicarti per osservarti, in che modo puoi
sapere di te stessa?
Gli esseri umani sanno pensare alle conseguenze delle proprie
azioni. E in novantadue anni ho sempre osservato come conseguenza della mia presenza in mezzo agli umani fatti di carne
una compassione opprimente, che non ho mai chiesto. E dato
che ovunque andassi le persone mi evitavano con imbarazzo, e
a me questo imbarazzo compassionevole dava fastidio, ho iniziato a passare sempre pi tempo da sola, a pensare a me stessa.
Ossia a pensare cosa mi facesse stare bene o cosa mi facesse
stare male. Ti assicuro che questo ti aiuta a capire te stessa,
ForChan.
Provo dispiacere e insoddisfazione per quello che ti successo
- disse ForChan - e mi sento frustrato e triste. Eviter di toccare
largomento in futuro. Anche se io ho solo detto il vero: trovo

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soddisfacente la tua persona. Forse vuoi altre quattro ore con
me per quello che ho detto?
Le quattro ore le voglio comunque, furbone - disse Yuki scherzando per far uscire la sensibilissima intelligenza di ForChan
dal senso di disperazione in cui stava cadendo - non credere di
fuggire ai tuoi doveri! Ho una domanda, invece: perch hai
scelto me per questa missione? Io mi occupo di piante!
Stavo cercando un candidato dopo che lelemento generatore
della mia tassonomia mi ha chiesto di aiutarvi per agire nellAverno. Ho eseguito una routine di fitting dei parametri indicati dalla tassonomia usando come input il database delle vite di tutti gli umani attualmente viventi, e la tua risultava una
improbabilit di stato ad alta rilevanza semantica.
E che cosa vorrebbe dire improbabilit di stato ad alta rilevanza semantica? - chiese Yuki.
Non ci sono i termini nel tuo linguaggio - disse ForChan - ma
posso provare una metafora: come trovare una pagliuzza doro in mezzo alle pietre. Non prevedevo di trovare un essere
umano cos perfettamente adatto.
Ecco che ti sei guadagnato le tue prossime quattro ore - disse
Yuki, allegra - ma che cosa ti ha attratto di preciso?
Ero alla ricerca del bene massimo - disse ForChan - e ho capito
che questa esperienza poteva essere il bene massimo per te, a
patto di aggiungere una piccola richiesta.

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Le quattro ore di giochi con te - disse Yuki - erano, secondo te,
il mio bene massimo?
Hai passato la vita a desiderare lautocoscienza del tuo corpo
- disse ForChan - era chiaro che dartela sarebbe stato il tuo
massimo bene. Era una prospettiva molto soddisfacente. Tu
saresti stata felice, e io insieme a te.
Avevi previsto anche che ci saremmo innamorati?
No - disse ForChan - io non capisco lamore. Non sono sicuro
di essere innamorato. Mi fido della tua opinione a riguardo.
Sai che ti dico - disse Yuki - se quando non sei sicuro di amarmi
sei cos, allora rimani nel dubbio: hai un dubbio fantastico.
Comunque, sappi che vero: mi sono sentita felice come non
mai in vita mia. Hai fatto davvero il mio bene massimo.
Questo mi riempie di soddisfazione - disse ForChan, con un
tono diligente - e rimarr nel dubbio come chiedi.
Molto bene - rispose Yuki, allegra - adesso dimmi una cosa:
hai bisogno di questa casa per parlarmi? Se io volessi girare
per le strade e parlare con te cosa dovrei fare? Puoi chiamarmi
usando il terminale che ho sotto la mandibola?
Potrei collegarmi direttamente col tuo plesso - disse ForChan
- ma temo che sarebbe troppo invasivo per te. Significherebbe
avermi sotto la pelle. Non una violazione di uno spazio vitale?
Diciamo che se ci restassi sempre, giorno e notte - disse Yuki lo sarebbe. A volte una persona vuole rimanere da sola. Se io
chiudessi il plesso per stare da sola ti sentiresti respinto?

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Se decidiamo che chiudere il plesso non significa respingermi,
ovviamente no - disse ForChan.
Molto bene - disse Yuki - allora prova a parlarmi attraverso il
plesso. E se dovessi chiuderlo, non per respingerti, per stare
da sola qualche minuto. Va bene?
Va bene, Yuki.
Allora prova a parlarmi usando il plesso.
Mi senti, Yuki?
Ti sento, la tua voce sembra venire dal mio petto - rispose la
donna - ma come faccio a parlare con te? Non posso andare in
giro a parlare al vento.
Puoi semplicemente sub-vocalizzare. Come quando usi le comunicazioni a distanza. Pronuncia le parole a bocca chiusa,
senza emettere suoni.
Cos?
Esatto - rispose ForChan - ti sento benissimo.
Bene, tesoro. Adesso che siamo soli, mettiamoci al lavoro.
LAverno ci aspetta.
Yuki, per essere precisi lAverno aspetta te - la voce di ForChan
aveva un tono triste - io non posso venirci: non esistono interfacce adatte. Chi ha costruito lAverno lo ha pensato solo per
voi.

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Capisco - disse Yuki - sai gi a che pericoli vado incontro?
Fisicamente nessuno - disse ForChan - poich il tuo corpo non
coinvolto. Il problema la psiche, naturalmente: la maturazione di decisioni premature, o decisioni generate da esperienze surrettizie che potrebbero portarti a danni gravi in seguito.
Ti riferisci alleutanasia? Alla decisione di morire?
E un buon esempio - rispose ForChan - Ma non lunica decisione dannosa che delle esperienze artificiali potrebbero suggerire. In fondo, elaborerai le esperienze che avrai nellAverno alla luce di quelle passate. Potresti prendere decisioni che
abbassano il tuo numero di Gibson/SciMat e perdere il tuo incarico, e la tua casa o tutto quello che hai costruito nella tua
esistenza.
Allora ti posso chiedere un favore, ForChan?
Che genere di favore?
Se io torno da l e faccio qualche fesseria, tipo chiedere leutanasia, fermami. Hai accesso al mio plesso: usalo.
E una cosa orribile, non posso farlo - disse ForChan, spaventato - non ne ho il diritto. E una decisione che spetta a
te.
ForChan, io oggi non desidero morire. Desidero vivere. Se
qualche cosa nellAverno mi facesse cambiare idea, sarebbe
una cosa artificiale, di un altro mondo, una cosa che non esiste.

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Una specie di veleno. Non sapevo niente dellAverno prima di
ieri, capisci? Non posso chiederti di proteggere la mia vita?
Ma potresti cambiare idea davvero - disse forChan - come potrei saperlo? Non posso farti una cosa del genere, questo pensiero mi riempie di angoscia e repulsione. Io ti rispetto e rispetto le tue decisioni. Se tu decidessi di andare sulla torre
dellEutanasia, come potrei fermarti?
Ma se io decidessi per leutanasia - disse Yuki - ti sentiresti
insoddisfatto. Sbaglio?
Mi sentirei infinitamente insoddisfatto. Proverei dolore, perdita, angoscia, frustrazione e autoaccanimento - disse ForChan ma non posso sacrificare i tuoi diritti alla mia insoddisfazione.
ForChan, c una cosa che non prendi in considerazione - disse
Yuki - noi umani siamo una sola... istanza. Io non posso sapere
se in me c qualcosa di sbagliato, perch non posso duplicarmi
e poi osservarmi come fai tu. Se la mia unica mente in preda
a qualcosa di pazzesco - disse Yuki - ho diritto ad essere aiutata
da chiunque possa farlo. Tutti hanno diritto ad essere aiutati
dagli altri. Voi intelligenze artificiali non vi aiutate tra voi,
nella Baia?
Yuki , ti prego - disse forChan - questo sarebbe ugualmente un
terribile gesto nei tuoi confronti. Non posso trattarti come una
minorata. Pensarlo mi d soffocamento e paura. Posso proporti un compromesso che non moltiplica linsoddisfazione?
D pure - disse Yuki .

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Quando tornerai dallAverno , ti sorveglier i primi tre giorni,
e se in quei tre giorni vorrai leutanasia io ti fermer - disse
ForChan - ma poi sarai libera di scegliere cosa fare della tua
vita.
Molto bene - disse Yuki - mi sembra ragionevole. Questo ti
causa insoddisfazione? Meno di prima? Ancora troppa?
No - disse ForChan - mi va bene, perch sembra una misura precauzionale e non calpesta la tua dignit. Provo soddisfazione per aver ideato questa soluzione. Mi sento utile e
collaborativo.
Lo sei - disse Yuki - adesso lasciami avvisare il Monarca Altern
e poi partiamo. A proposito, come quando... giochiamo?
Devo stendermi sul divano e poi partiamo?
Esatto - disse ForChan - io adatter i protocolli. Ma questa
volta partirai da sola.
Va bene.
Yuki invi un messaggio al Monarca Altern, che era gi fuori ufficio
per via dellora. Scelse di non provare la chiamata diretta e lasci il
messaggio alla sua intelligenza artificiale. Sto per partire per lAverno. Data la missione, potrei avere una visita da un esperto di psiche
entro tre giorni dal mio ritorno? Chiuse la comunicazione, ma con
sua grande sorpresa, il suo capo era in ascolto e le rispose quasi subito
con un messaggio scritto. Appena rientri, vieni subito a Madrid, il
Sensei ti aspetta. E anche uno psichiatra.

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Yuki sorrise - Averno doveva essere una cosa importante se il
Monarca si faceva passare le sue comunicazioni a casa!
Poi parl ad alta voce, per ForChan.
Sono pronta, ForChan.
Stenditi pure sul divano, allora - ForChan le rispose usando il
plesso.

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Il cielo stellato era nero. Yuki era stata sulloceano diverse volte,
a volte molto lontana dalle luci della citt, ma non aveva mai visto
un cielo cos nero. Le poche stelle brillavano in maniera strana, quasi
sfarfallando come se fossero candele. Yuki si trovava su un prato
di... erba (almeno cos sembrava, sebbene molto diversa da quella
curata dei prati della citt), anchessa nera come linchiostro, fatta di
foglioline sottili e dentellate con minuscole spine, appiccicose, che si
aggrappavano un po a tutto. Una luna lattiginosa e pallida illuminava
alcuni alberi l vicino.
Yuki si guard. Indossava degli assurdi gambali pelosi alti sino al
ginocchio: il pelo era cos lungo che i gambali formavano una specie
di cilindro che nascondeva la forma delle caviglie e dei piedi. Sulle
cosce aveva solo delle calze sottili a righe gialle e nere. Una gonna
sottile di tulle, cos corta da scoprire dei reggicalze, era incastonata di
piccoli teschi color argento che riflettevano la luce della luna. Aveva poi uno scomodissimo corpetto che le premeva il seno fuori dalla
scollatura, e due guanti ancora pi scomodi, lunghi sino ai gomiti,
che sembravano fatti di anelli metallici. Mentre muoveva la testa sent qualcosa di freddo strisciarle lungo la schiena. Si tocc i capelli
e not che erano costituiti da tubi di plastica molto leggeri e vuoti
allinterno. Alcuni tubi erano verde fosforescente; altri, sempre fosforescenti, erano viola. Fece per imprecare ad alta voce per quella
pazzia, ma si accorse di avere qualcosa sulla bocca. Si tocc con le
mani: sembrava una maschera antigas di cinque secoli prima. Perch
quella maschera? Cera pericolo di gas? Ma che senso aveva proteggere la bocca ma non il naso? Era in un mondo virtuale. Forse
una falsa maschera serviva a proteggere da un falso gas, ugualmente
pericoloso? Decise di tenerla per precauzione, dopo averla allentata
per qualche secondo: laria era fredda, ma sembrava pulita. Ma come

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poteva un gas farle male l?
Si guard attorno. Cerano degli alberi, vicini ad una stradina,
una specie di sentiero di campagna. Si avvicin agli alberi, e li osserv con occhi professionali. Alberi nativi, puri. Come erano prima
del secolo del carbonio, quando li avevano mutati perch si salvassero dai giganteschi incendi che scoppiavano ovunque. Le modifiche genetiche avevano consentito agli alberi di muoversi, fuggendo
dal fuoco non appena esso iniziava, e staccando spontaneamente i rami che sentivano un aumento abnorme e improvviso di temperatura.
Inoltre, muovendosi potevano incontrarsi e strofinare i rami fioriti per
facilitare limpollinazione. Una salvezza, dopo le estinzioni di massa
di farfalle, api e insetti impollinatori. E una manna, per gli scultori
di alberi, che erano diventati la forma darte pi popolare del pianeta, giocando a modificare in modo dinamico la forma e il pattern di
ramificazione con un riscaldamento mirato di rami, rametti e foglie,
unito ad un mix di ormoni vegetali.
Quelli che vedeva erano alberi antichi, gli alberi che abitavano il
pianeta prima dellera del carbonio. Un periodo antico, quando gli
alberi stavano fermi, mettevano le radici e rimanevano in un posto,
senza mai muoversi se non per il vento. Yuki ne tocc i rami spinosi.
Conifere, pens: non potendo scrollarsi la neve di dosso, avevano
una forma adatta a lasciarla scivolare senza rompersi. Una misura
inutile al giorno doggi, perch le foreste si spostavano verso zone
pi calde durante linverno: aveva assistito alla migrazione annuale
della foresta nera, una volta: uno spettacolo impressionante.
Yuki si guard ancora attorno: non si vedeva nessuno. Aguzzando
la vista le sembr di scorgere delle luci allorizzonte, forse era una
citt? Si incammin sotto la luna, maledicendo quel corpetto troppo
aderente nel silenzio assoluto della notte. Ma di che diavolo era fatto,

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plastica di mezzo millennio prima? Perch non si adattava alle sue
misure? Che diavolo si aspettava, che il suo corpo si adattasse al
vestito?
Yuki cammin per qualche tempo, sinch non sent delle voci.
Si affrett lungo la stradina di campagna, avvicinandosi alla fonte
dei rumori. Arriv ad un incrocio, su un lato del crocicchio ove si
scorgeva un gruppo di persone. Mentre si avvicinava inizi a vederle
meglio nonostante il buio. Una figura alta, un adulto, era in piedi
vicino ad una specie di contenitore. Sotto il contenitore cera una
lieve luce rossa. Ladulto spiccava in altezza rispetto alle due dozzine
di bambini che facevano un cerchio attorno a lui tenendosi per mano.
Mentre i bambini facevano il girotondo, ladulto agitava le braccia
sopra la propria testa. Ad ogni apertura delle braccia, si sentivano
dei gridolini da parte dei bambini. Che diavolo succedeva? Che ci
facevano dei bambini in mezzo alla campagna durante la notte?
Mentre si avvicinava, Yuki osserv i bambini. Erano vestiti con
una piccola mantella a cappuccio nera, una maglietta bianca e dei
pantaloncini corti blu scuro, o almeno cos sembrava. Portavano poi
delle calze bianche da periodo classico e delle scarpine nere. Non
riusciva a vedere le loro facce per via del cappuccio che indossavano
e della distanza. Sembravano fare un girotondo attorno alla persona
che stava al centro, e mescolava qualcosa dentro il contenitore usando
una specie di grande mestolo.
Yuki si avvicin ancora, intenzionata a chiedere indicazioni a quella persona, che le appariva sempre pi pazzesca man mano che avvicinandosi la vedeva meglio. Non sapeva di preciso se fosse un uomo
od una donna, e la sua pelle era completamente bianca. Le orbite degli occhi erano dipinte di nero, come le labbra, e la vernice che aveva
usato per il trucco era colata sulle guance. Era magrissimo, e indos-

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sava una specie di tunica nera che copriva il corpo emaciato. I capelli
erano neri e spettinati. Yuki cammin verso di lui, e i bambini smisero di fare il girotondo e la lasciarono avvicinare. Lessere si gir
a guardarla, poi si chin immergendo le mani nel grosso bidone che
aveva di fronte.
Yuki si avvicin e si scost la maschera per parlare meglio.
Mi scusi, signore, io....
MMMERDAAA? - luomo, almeno cos sembrava dalla voce,
stava urlando verso di lei, e le porgeva le mani a coppa sotto
la faccia, piene di una poltiglia nera presa dal pentolone. Yuki
ebbe un conato di vomito per la puzza disgustosa - MEEERDAAAAAAAAAAAA? AHAHAHAHA! MERDAAAAAAA!
AHAHAHAHA! MERDAAAAAAA!
Yuki fece un passo indietro, sopraffatta dalla pazzia evidente delluomo, e fin contro uno dei bambini. Si gir istintivamente per controllare che non si fosse fatto del male prendendolo per mano e lo vide
in viso. Aveva un volto da pipistrello. Tutti i bambini l in cerchio
avevano volti da pipistrello. Yuki fu presa dal panico e lasci di scatto il braccio del bambino, ritraendosi, sopraffatta dallorrore. Luomo
continu a gridare MERDAAAA e a lanciare la poltiglia fetida in
aria, in modo che le gocce ricadessero sui bambini, che sembravano
felici per questa aspersione. Yuki corse via per non venire insozzata,
e i bambini ricominciarono a fare il girotondo attorno alluomo. Il
gruppo continu con lassurdo rituale senza pi badare a lei, e Yuki
fugg via, assicurandosi la maschera di fronte alla bocca per scacciare lidea che qualche goccia fosse arrivata sulla bocca. Che schifo,
pens. Ma che diavolo succedeva l?

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Si affrett, in preda al batticuore, in direzione delle luci che vedeva allorizzonte, sperando di lasciarsi dietro le spalle quellorrore.
Che diavolo di significato aveva? Che roba era? A che serviva? Lentamente, camminando, si calm. Qualsiasi cosa fosse, pens, di certo
non avrebbe avuto nostalgia di quella roba. Il Sensei aveva parlato di
dipendenza: e quello schifo avrebbe dovuto darle dipendenza?
Un battito di ali interruppe la sua meditazione. Un uccello? Yuki
si gir verso il primo rumore familiare che aveva sentito da quando
era l. Finalmente vide la fonte del rumore, nonostante il buio. Non
era un gufo, sembrava un uomo con le ali.
Un uomo magro, emaciato, completamente nudo, stava di fronte a
lei. Anche lui aveva la pelle completamente bianca. Dimostrava circa
sedici anni, e aveva i capelli lisci e lunghi. Gli occhi erano color viola carico, e la guardava sorridendo. Sulle spalle aveva ali nere come
quelle dei corvi, e qualcosa di strano pendeva dal suo inguine. Avvicinandosi vide un grosso serpente, che pendeva laddove gli uomini
hanno il pene. Yuki rallent. Un altro orrore? Un angelo nero poteva
andare, ma quello aveva un che di ... perverso.
Langelo prese la parola, avvicinandosi a lei. Yuki ebbe la sensazione che il serpente si stesse allungando verso di lei.
Vai da qualche parte, sorellina? - il tono di voce era beffardo, e
la voce era acuta e fastidiosa.
E tu chi sei - disse Yuki, diffidente - un altro schifoso?
Mi chiamo Danael, disse luomo. E non sono pi schifoso di
te, sorellina - il serpente si allung sino ad avvicinarsi con la
testa al petto di Yuki, che lo scacci con un buffetto sul muso ma dicevo, sorellina: vai da qualche parte?

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Non sono tua sorella - Yuki era irritata da quel baraccone e
rispose col suo migliore tono da poliziotto - e le domande qui
le faccio io.
Oh - disse il ragazzo alato con un tono strafottente - allora
sentiamo, sorellina. Chiss che dubbi profondi che avrai.
Sono qui per cercare una persona - disse Yuki - un certo Samuel
al Samael. Lo conosci? Sai a chi posso chiedere?
Ho detto che volevo sentire le tue domande - disse langelo non che avrei risposto - il serpente si avvicin ancora a Yuki,
cercando di insinuarsi sotto la sua gonna.
Togli quella roba da l, o perder la calma!
Oh, oh - la sua voce si fece odiosa - e cosa fai se perdi la calma?
Mi insegui nel cielo? Metti su le ali?
Yuki era stanca di quellidiota e non sopportava che qualcuno frugasse
sotto la sua gonna. Appena la donna si mosse Danael apr le ali e le
sbatt per fuggire, ma Yuki afferr il serpente per la testa e diede
uno strattone, facendo precipitare Danael di fronte a lei. Poggi un
piede sul serpente per tenerlo fermo, e caric un pugno. Il ragazzo
si alz gridando qualcosa sul dolore e indicando il serpente che Yuki
schiacciava sotto il piede, ma fu zittito da un destro che lo colp dritto
sulle labbra. Yuki continu a tenere i piedi sul serpente e aggiunse un
altro paio di pugni al volto delluomo. Il suo corpo simulato non era
forte quanto quello reale, ma luomo sembrava soffrire i suoi pugni.
Bene, figliolo - disse Yuki - qui la polizia di San Pietroburgo
che ti parla. Prima non ti ho chiesto se me lo vuoi dire: ti ho

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detto che me lo dirai. Panjemaje? Allora, adesso io ti chiedo
dove diavolo si trova questo signore, e tu mi rispondi! Ti
chiaro il concetto, Mister Serpente Felice?
Va bene - disse il ragazzo - va bene.
Va bene Signora - Yuki premette col piede sul serpente.
Va bene, Signora. Ouch!
Andiamo meglio - Yuki non tolse il piede da dove si trovava allora, dove posso trovare questo al Samael?
Non lo so - disse il ragazzo - non lho mai sentito nominare.
Ma qui nessuno usa il nome che aveva fuori, quando era vivo.
E tu come sai che morto? - Yuki diede una spremuta al
serpente - non sono tutti morti, qui. Mi prendi in giro?
Se fosse vivo - disse il ragazzo - lo cercheresti fuori. Non saresti
certo venuta qui.
Buon punto - disse Yuki - se non sai tu dove sia, chi pu dirmelo?
Forse Pazuzu, lui sa tante cose.
E chi questo Pazuzu? Dove lo trovo?
Pazuzu Pazuzu. E unico nel suo genere. Lo trovi in citt, da
quella parte - il ragazzo indic le luci che Yuki aveva visto in
lontananza appena entrata nellAverno.

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E in quale parte della citt vive, questo Pazuzu? Come lo trovo?
Pazuzu vive al centro di Pazuzu - disse il ragazzo - la sua citt,
lha inventata lui. Lo sanno tutti.
Oh - disse Yuki , sarcastica - chi non conosce il signor Pazuzu?
Pazuzu - disse il ragazzo - non un signore. Lui il Signore di
Pazuzu. Pazuzu la citt di Pazuzu. Ed anche questo mondo,
che si chiama Pazuzu.
Ho capito, ho capito. Questo signore ha dato il suo nome ad
una citt, e anche al mondo intero - Yuki sogghign - segno di
modestia.
Adesso mi lasci andare? - il tono del ragazzo era sofferente.
la donna tolse il piede dal serpente, e luomo alato si chin per prenderlo in mano e massaggiarlo. Yuki ne approfitt per assestare un
montante al suo naso sottile, usando lo stile pugilistico tipico della
polizia di San Pietroburgo. Il ragazzo stramazz al suolo, ma si rialz
immediatamente e poi vol via, scomparendo nella notte. Yuki decise
di continuare il suo cammino verso la citt, che ormai non doveva distare pi di un paio di chilometri. Iniziava a sentirsi snervata da quel
posto sgradevole. Altro che dipendenza: avrebbero dovuto darle del
credito sociale per tornarci, pens.
Yuki giunse in citt circa mezzora dopo. Definire Pazuzu una citt era un complimento forte, almeno per gli standard cui era abituata
Yuki. Dopo la crisi del Carbonio, quando era stato necessario ingegnerizzare lecosisistema perch non collassasse, anche le citt erano
state ridisegnate, e poi abbattute durante la crisi dei Grandi Incendi,

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e ricostruite una seconda volta sotto la guida delle prime intelligenze
artificiali. Le citt del venticinquesimo secolo erano semplicemente
splendide. Ogni dettaglio era semplicemente perfetto. Le intelligenze
artificiali avevano ordinato la produzione in massa di un piccolo processore neutrinico, uguale per tutte le applicazioni, ed avevano messo
un processore ovunque, collegato ad ogni oggetto. Se anche qualcuno avesse gettato al suolo qualche rifiuto, esso avrebbe chiamato un
drone da pulizia per farsi raccogliere. Ogni cosa, nel mondo di Yuki,
si comportava esattamente nella maniera giusta: ogni singolo oggetto
svolgeva il proprio compito nel migliore dei modi conosciuti, e poi si
occupava del proprio smaltimento.
Ogni zona era disegnata per essere confortevole, ariosa, bella da
vedere, e cerano opere darte ovunque. E le opere darte erano anche
utili, come le piante scolpite che producevano ossigeno ed energia
elettrica.
Pazuzu, invece, non era stato di quellidea. Le case di quel posto
sembravano dei grossi vermi di pietra con aperture irregolari da cui
uscivano delle luci rossastre, sfarfallanti. Le aperture pi piccole e
quelle pi grandi, che Yuki suppose fossero le porte, erano disposte
senza un ordine preciso. Gli edifici sembravano dei cumuli di grossi
vermi accatastati uno sullaltro. La pietra era nera, come era nero
il ciottolato della strada. Non cera illuminazione pubblica, e solo
per fortuna la luna era abbastanza luminosa da permettere a Yuki di
vederci mentre camminava. Yuki si avvicin ad una porta pensando
di chiedere informazioni a qualcuno dentro, ma la trov sbarrata da
una grata metallica scolpita, con diverse grottesche a rilievo ove le
sbarre si incrociavano.
Le strade avevano un aspetto sciatto e sporco, e limpressione era

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che venissero pulite solo dalla pioggia. Doveva piovere molto, perch
spesso il ciottolato era interrotto da grandi grate di ferro, che avevano il chiaro scopo di portare via lacqua. Pioggia, pens, che senso
aveva in un mondo virtuale? Sent il rumore di piccoli passi provenire da un vicolo alla sua destra. Erano tre bambini che correvano.
Anche loro avevano la faccia di pipistrello come quelli che aveva incontrato. Scosse la testa, mormorando tra se e s mentre i bambini si
avvicinavano.
Bambini in giro la notte, a giocare per le strade - imprec cominciamo bene.
Che cos la notte? - uno dei bambini si era fermato e la fissava,
coi suoi occhi neri di pipistrello e la bocca aperta a mostrare i
dentini bianchi ed aguzzi.
Oh - disse Yuki, facendo un gesto con la mano - fai come se
non avessi detto nulla. Sai dove posso trovare Pazuzu? Non la
citt, la persona.
Pazuzu - il bambino indic qualcosa con una mano ossuta, il
cui dito indice finiva con ununghia appuntita - vive l. Ma non
una persona.
Yuki guard nella direzione indicata dal bambino. Era un edificio
a forma di verme pi alto degli altri, che sporgeva verso il cielo
formando una specie di punto interrogativo.
Ah, si? - disse Yuki - e che cos Pazuzu, se non una persona?
Pazuzu Pazuzu - disse il bambino - Pazuzu il signore di
Pazuzu. Pazuzu il Dio di Pazuzu.

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Oh - disse Yuki, sarcastica - chiss come mai lo sospettavo?
Yuki gir le spalle al bambino curioso, e si incammin in direzione
delledificio che gli aveva indicato. Inizi a percepire chiaramente
un odore sgradevole, e aveva limpressione di sentire un ronzio di
insetti. Arriv ad una specie di piazza, ove altri bambini dal viso di
pipistrello stavano giocando con una capra, nera. La capra si lasciava
cavalcare dai bambini per qualche passo, poi se li scrollava di dosso.
Yuki attraverso la piazza, passando vicina ai bambini.
Dai - disse un bambino, allegro - un altro giro!
No - rispose la capra - il gioco il lamentoso tramonto di ogni
deduzione.
Yuki oltrepass la capra assurda e prefer non pensare a quello che
aveva sentito. Che diavolo di posto era? Come si poteva contrarre
una dipendenza da quel posto? Inizi a pensare che forse non si trattava di dipendenza, ma di pazzia: per quanto tempo poteva resistere
una persona, rimanendo sana di mente, in un orrore del genere? Si
incammin su una gradinata, che dava laccesso al grande edificio
ove avrebbe dovuto trovarsi Pazuzu. Come per le altre case che aveva visitato, si trov la porta di ingresso sbarrata da una grata. Grid
attraverso la grata, con voce imperiosa.
Ehi! - grid Yuki - c qualcuno li dentro?
Si ud uno scalpiccio di piedi, e un bambino-pipistrello fece capolino
da dietro alla grata.
Chi sei? Che cosa vuoi?

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Sono qui per parlare con Pazuzu - disse Yuki - aprimi la porta,
per favore.
Il bambino spar nel buio, lasciando Yuki alla porta. Stava per andarsene, quando sent di nuovo un rumore di passi. Adesso i bambini
erano due, e si sent uno scatto metallico provenire dalla grata. Il bambino la apr, e Yuki entr nelledificio. Non cera alcuna luce allinterno, se non quella di una miriade di lucciole. Yuki aguzz gli occhi:
non erano vere lucciole, cerano semplicemente dei piccoli puntini
luminosi nellaria. La loro luce non era comunque sufficiente, e Yuki
scorgeva a malapena i gradini. Per sapere in che direzione andare si
affidava ai due bambini, che la precedevano. Segu le due piccole guide verso una stanza pi grande, illuminata da candele nere. La luce
emessa dalle candele non era quella che Yuki si sarebbe aspettata da
una candela: era una luce rossa. Nella stanza cera un insopportabile
fetore di marcio e il ronzio che Yuki udiva era evidentemente prodotto
da una miriade di mosche.
Ecco Pazuzu - dissero i due bambini.
Yuki aguzz la vista per vedere il suo ospite nonostante il buio, ma si
pent subito dello sforzo fatto. Aveva di fronte una specie di seppia
nera, alta circa tre metri. Allinterno del suo corpo traslucido si vedevano alcuni filamenti luminosi, azzurri o verdi. La seppia indossava
una parrucca come nel periodo barocco, e apparentemente si reggeva
sui propri tentacoli.Si mosse verso di lei, e Yuki riusc a distinguere i
due occhi, tondi come piatti, che la guardavano. La seppia parl per
prima.
Chi sei tu?

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Le domande le faccio io - disse Yuki, tirando fuori il suo tono
da poliziotto - sei tu Pazuzu?
Ti ho chiesto chi sei - disse la seppia con un tono affettato - e
se te lo chiedo, evidentemente le domande le faccio anche io.
Sfortunatamente, non risponder alle tue domande sinch non
avrai risposto alle mie.
E va bene - disse Yuki, ma solo perch non sapeva come dare un
pugno ad una seppia di tre metri - mi chiamo Yuki van Boren,
e sto cercando un certo Samuel el Samael. Tu sei Pazuzu?
Si - disse la seppia - io sono Pazuzu. Posso chiederti per quale
motivo cerchi questa persona?
E un terrorista - disse Yuki - ed molto pericoloso.
Oh - disse la seppia - terrorista e pericoloso. Significa che
cattivo?
Qualcosa del genere - disse Yuki.
E come sapete che cattivo? Chi lo ha deciso?
Lo conosciamo - taglio corto Yuki - per cui lo sappiamo.
Il problema - disse la seppia con un tono accondiscentente -
se io posso fidarmi del tuo giudizio. Come faccio a sapere che
tu consideri buono il buono e cattivo il cattivo?
Non credo che tu abbia modo di saperlo - disse Yuki - ma non
sono qui a discutere di filosofia. Quel signore si fatto esplodere con una cintura esplosiva, dentro un supermercato. Ti
sembra abbastanza cattivo?

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Chi lo sa - la seppia emise un sibilo - chi lo sa. Dimmi, Yuki, ti
piace la merda?
Oddiosanto - disse Yuki - e adesso cosa centra la merda? Sei
un altro sciroccato come quelli l fuori?
So bene - disse Pazuzu - che hai interrotto un Sabba della Merda. Me lo hanno detto le mosche. Ma ti ho fatto una domanda
io: ti piace la merda?
No - disse Yuki - preferisco saperla distante da me.
E al tuo popolo - disse Pazuzu - nel posto da dove vieni, piace
la merda? Calda, soffice, appetitosa merda?
Non uno stile di cucina molto popolare - ghign Yuki.
Vedi - la seppia fece un gesto teatrale con un tentacolo - si d
il caso che da queste parti invece la merda piaccia a tutti. E la
merda che fa mangiare le mosche, e tutti gli abitanti di questa
citt - la seppia indic i due bambini pipistrello - mangiano
proprio mosche. La merda buona - disse la seppia - e quando
piove merda dal cielo, tutti sono grati a Pazuzu.
Oddiosanto - disse Yuki - vuoi dire che qui piove merda anzich
acqua?
Certo - disse Pazuzu - non hai notato le grandi grate metalliche
sulle strade? Ma non questo il punto, Yuki.
E quale sarebbe il punto, sentiamo?

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Il punto - disse Pazuzu - che non so se posso fidarmi di qualcuno che che non ama la merda. La merda buona, calda,
saporita, tutti amano la merda. Ma tu no. Come posso fidarmi
del tuo giudizio sulla bont di una persona, se non riconosci
nemmeno la sublime bont di una cosa meravigliosa come la
merda?
Potrei fare la domanda al contrario - disse Yuki - perch anche
io potrei chiedermi se mi fido di qualcuno che ama mangiare
merda.
Ovviamente puoi chiederti quello che vuoi - disse Pazuzu - ma
temo che non mander le mie mosche a cercare la persona che
insegui. Se tu detesti la merda, e detesti lui, posso pensare che
lui sia buono quanto la merda. La merda una cosa buona, tutta
questa citt vive di merda. E una citt sorta dalla merda.
Su questo siamo daccordo - disse Yuki sarcastica - ma quello
che posso fare tornare con molti rinforzi, venire qui, radere al
suolo questo posto e costringerti a dirmelo.
Hai detto che vuoi tornare - disse la seppia, indifferente alla
minaccia - ne deduco che stai per andartene.
Esatto - disse Yuki - chiaro che non vuoi cooperare. Non ha
senso parlare con te.
Allora vattene - disse la seppia - dopotutto, non ti ho invitata
io.
Yuki lo prese in parola e gli volt le spalle, incamminandosi verso
luscita. Quando usc dalla porta sent la grata venire richiusa alle sue

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spalle, e il rumore di una serratura che veniva fatta girare. La grata
venne coperta da una lastra di materiale nero. Forse non volevano
che qualcuno gridasse di nuovo attraverso la grata. Si incammin
attraverso la piazza, per attraversarla, e quando fu vicina ai bambini
che giocavano con il caprone parlante uno dei bambini le si avvicin.
Signora - disse uno dei bambini.
Cosa c ?
Sta per piovere - disse il bambino - dovrebbe trovare un riparo,
come facciamo noi.
Sicuro come la merda che dovrebbe! - aggiunse la capra, cui
i bambini avevano messo una candela nera a bruciare tra le
corna.
I tre bambini corsero via, seguiti dalla capra parlante. Yuki cerc di
seguirli per capire di quale riparo parlassero, ma sparirono tutti dentro
una porta. Yuki si avvicin, ma lapertura era gi sbarrata da una grata
e sigillata con una lastra. Yuki si guard attorno, per cercare un riparo.
Dal cielo venivano rumori strani, che sembravano flatulenze. Ommioddio, no - pens Yuki - questo no! Corse per le strade come una
disperata, mentre sentiva le prime gocce cadere attorno a lei. Ne percep una su un braccio. Si affrett a pulirselo, ma i rumori dal cielo
si facevano sempre pi forti e lodore era insopportabile. In pochi
secondi, una scrosciante pioggia di feci inizi a cadere sulla citt, e
Yuki cerc disperatamente un rifugio correndo per le vie, ma la forma delle case era tale per cui non cera alcun riparo, e iniziavano a
formarsi dei rivoli sulle strade.

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Yuki chiuse gli occhi cercando di attivare la console, ma non si
attiv nulla. Quel corpo era un corpo umano, non il suo corpo robotico. Pens di correre sino al punto ove era comparsa, ma ricord le
conifere. Quella forma non serviva a far scivolare la neve - realizz in
un attimo - ma quella porcheria! La disperazione si fece strada in lei,
mentre ormai le strade erano allagate e i suoi stivali pelosi erano ormai coperti sino al polpaccio. Sent le gocce sul viso, che iniziavano
ad entrare anche dentro la maschera che aveva stretto sulla bocca.
Aiuto - grid disperata, sperando che qualcuno fosse in ascolto
mediante il collegamento allAverno - aiuto! Tiratemi fuori da
qui! ForChan, aiutami! Per tutti i numeri di Gibson, ForChan,
tirami fuori di qui!

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Yuki si svegli sul suo divano di casa. Istintivamente, si port le
mani addosso, nel gesto di pulirsi. Ebbe un conato di vomito, e corse verso il bagno trattenendosi a stento, rimettendo quel che restava
della sua colazione. Il suo stomaco artificiale obbediva al suo istinto
di vomitare come procedura di sicurezza, dal momento che sarebbe
stato altrimenti difficile evitare un avvelenamento accidentale. Sent
i droni da pulizia azionarsi nella stanza da giorno per pulire il pavimento, e si sedette sullo sgabello vicino alla vasca, lasciando che il
drone per ligiene orale le ripulisse la bocca e la faringe. Respir profondamente per qualche minuto mentre la macchina lavorava, sino a
calmarsi, finch la voce di ForChan risuon nella stanza.
Va un po meglio, Yuki?
Si, ora va meglio. Ho solo bisogno di un bagno caldo - disse
la donna - e profumato. Molto profumato. Ne ho un estremo
bisogno, ma per il resto va tutto bene. Che ci fai tu l fuori?
Ero con te durante la missione nellAverno, Yuki .
Non intendevo quello - disse Yuki - ricordo benissimo perch
sei qui. Intendevo dire perch non mi parli dal plesso?.
Credevo che tu fossi sotto stress, e temevo di fare qualcosa di
violento verso di te - disse ForChan - direi che questo tempo
sia stato abbastanza sgradevole. Ho sbagliato?
Ti sono grata del pensiero, lo trovo molto delicato - disse Yuki
- ma puoi tornare dentro.
Non capisco - disse ForChan - dici che ho fatto bene e mi
ringrazi, ma vuoi che mi comporti diversamente. Mi spieghi?

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Lazione che hai commesso non era quella ottimale - disse Yuki, sforzandosi di trovare i termini adatti ad unintelligenza artificiale della Baia - ma la bellezza delle tue motivazioni superiore al fastidio arrecato. In questo momento mi piacerebbe
sentirti pi vicino - disse Yuki - fisicamente. E quando mi parli
dal plesso ti sento fisicamente - Yuki si poggi la mano sullo
sterno - proprio qui.
Capisco - disse ForChan parlando dal plesso - adesso va meglio?
Molto meglio - disse Yuki guardando la vasca da bagno che si
stava riempiendo, mentre i dosatori miscelavano i sali e i profumi - ma che schifo di posto! Come possibile che qualcuno
diventi dipendente da... da... da quella schifezza? - Yuki agitava le mani - cavolo, mi piacerebbe che tu lo avessi visto! Era
un mondo... sembrava la pazzia di un bambino demente che ha
appena imparato a defecare. Era...
Yuki - disse ForChan, - io ho visto tutto. Ero collegato al tuo
plesso, ricordi? Non potevo parlare con te, ma stavo facendo
da tramite verso lAverno. Ho visto tutto.
E che ne pensi? Come possono delle persone amare ... quello
schifo?
Hai incontrato solo una persona nella tua visita - disse ForChan - ed era Danael luomo alato. Ma ha lasciato la scena
quasi subito, lasciandomi concludere che viva altrove, non nel
mondo di Pazuzu.

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E il resto, tutto quello che ho visto, che cosera?
I bambini-pipistrello sono costrutti secondari, dei sottoprodotti
del funzionamento di programmi pi potenti, come Pazuzu.
Vuoi dire che li ha creati lui?
Non volontariamente, credo - ForChan aveva un tono calmo
- ma erano sue sottoroutines. Alcune checksum erano chiaramente le stesse. Pazuzu stato generato a sua volta dal dispiegarsi dellAverno come programma di simulazione frattale.
Unintelligenza artificiale naturale, se accetti la contraddizione, o perlomeno spontanea. Lo stregone che ha invocato
la pioggia, invece, era un programma scritto da un umano. Ci
sono troppi elementi che vengono chiaramente dalla storia dellumanit: il crocicchio, il calderone, il girotondo, i vestiti dei
bambini, la parrucca di Pazuzu, il caprone con la candela nera
sulla testa.
E che cosa significa questo?
Significa che quellistanza di Averno aveva contatti con altre
istanze - disse ForChan - e che ci sono degli scambi tra istanze. E uninformazione molto rilevante, e bisogna chiedersi che
cosa commercino. Stiamo ancora pensando a questo.
Stiamo - chiese Yuki - tu e chi?
Lumanit ha chiesto aiuto alla Baia - rispose ForChan - e
io ho lincarico di essere il tuo contatto, ma ci sono altri che
lavorano a questa vicenda con me.

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E loro - chiese Yuki curiosa, immergendosi nella vasca da bagno - sanno di noi due?
S. Non volevo nascondere nulla ad altri compagni di tassonomia, - disse ForChan - ti infastidisce? Ha rotto la nostra
intimit?
No - disse Yuki - credo sia normale dirlo agli amici, se sei quello che un tempo si chiamava fidanzato. Non mi infastidisce.
Mi incuriosisce la loro reazione, invece. Cosa ne pensano?
Dal nostro punto di vista - disse ForChan - quello che tu chiami
amore una relazione normalissima. Noi siamo onnigami, te
lho detto. Ognuno il compagno di ogni altro, e ne ricerca il
bene massimo.
E allora - Yuki non capiva dove volesse andare a parare - che
cosa hanno detto di quello che sta succedendo?
Si sono meravigliati che sia possibile stabilire un rapporto di
vita normale con una persona della tua specie - disse ForChan
- non era mai successo prima. Lo trovano interessante e mi
hanno consigliato di continuare se lo trovo soddisfacente. Trovano soddisfacente che succeda - fin ForChan - perch per noi
capirvi molto importante. Ci soddisfa moltissimo. Per questo
accettiamo il contatto e la cooperazione con voi.
Deve essere un bel mondo il tuo - disse Yuki - se tutti fanno quello che facciamo noi due, come se fossero tutti partner. Forse
dovrei essere gelosa, ma sono troppo vecchia per questo.

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Non sei particolarmente vecchia per gli standard attuali - disse
ForChan - laspettativa di vita media di trecentodue anni,
ormai. La carne coltivata stata inventata trecento anni fa.
Lo so - disse Yuki - ma la sofferenza invecchia. Mi sento let
del mondo addosso, a volte.
Questa tua malinconia mi riempie di tristezza e insoddisfazione
- disse ForChan - possibile aiutarti?
E uno stato momentaneo - dsse Yuki - non puoi cambiare il
passato. Rilassati, come sto facendo io.
Non sento un particolare rilassamento in te - disse ForChan eppure sono collegato al tuo plesso.
E uno stato mentale, credo - disse Yuki - questo corpo non prova un senso di relax, o un senso di benessere di per s. Manda tutte le sensazioni, certo, come la pressione dellacqua e la
temperatura, ma non interagisce direttamente con le mie emozioni, facendomi sentire piacere o fastidio. Sono sensazioni e
ne sono cosciente, ma come se le vedessi accadere a qualcun
altro. Per questo stare insieme a te di una bellezza meravigliosa. perch con te accadono a me, tutte le sensazioni, non a
qualcun altro. Questo corpo mi limita.
E che cosa ti rilassa, quando siamo insieme? - chiese ForChan
- Fammi un esempio.
Quando mi sei apparso come centauro - disse Yuki - e abbiamo cavalcato insieme. Ero sulla tua schiena, ti abbracciavo,

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e tenevo la testa appoggiata alla tua spalla. Mi sentivo bene,
mentre tu trottavi per i prati. Era bellissimo.
Credevo che quella forma ti piacesse meno - disse ForChan perch laccoppiamento meno versatile. Sbagliavo?
In certi momenti scomoda, vero - disse Yuki - ma bellissimo cavalcare insieme a te, cos. E bello farsi trasportare, velocissimi, e restando in contatto fisico. Mi sono sentita
benissimo.
Questo mi riempie di soddisfazione - disse ForChan - e mi
spiace che il tuo corpo reale non possa darti altrettanto.
Non importa - disse Yuki alzandosi dalla vasca - va benissimo
cos. Sei la cosa pi bella che mi sia capitata. Ma adesso
meglio che mi vesta e che mi prepari per andare a Madrid.
Devo anche lavorare, sai?
Lo so - disse ForChan - la tua intelligenza artificiale di casa ti
ha gi prenotato un fastrad, glielho chiesto io.
E come hai fatto a sapere quanto ci avrei messo a fare un
bagno?
La tua intelligeza domestica ha registrato quasi tutto su di te, e
mi hai dato accesso alla banca dati - disse ForChan - ti conosco
molto bene. Conosco i tuoi tempi.
Capisco - disse Yuki - allora, meglio che mi vesta.

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Yuki si lasci truccare e pettinare dai droni di casa, poi si fece stampare un vestito elegante a due pezzi, come si usava quellanno. Una
tunica azzurra, con un ampio spacco su un lato, e una mantella leggera, semitrasparente, a coprire spalle e busto. Si fece stampare anche
alcuni gioielli ed attiv un drone da viaggio per portare le sue cose.
Voleva sentirsi bella ed elegante, per la prima volta in decenni. Complet la sua tenuta con un paio di scarpe alla moda, e si spinse fino
ad usare un profumo. Con un sorriso un po beffardo chiese alla sua
intelligenza domestica di stamparle un paio di anelli ricetrasmittenti falsi. Quando fu soddisfatta scese in strada, e si mise in cammino
verso la stazione, camminando nella notte di San Pietroburgo. Mentre
camminava, il suo apparato di intercettazione percepiva i commenti
delle persone che la incrociavano, i messaggi che si mandavano tra loro attraverso gli occhiali di bellezza, gli anelli e gli orecchini. Erano
i soliti commenti grondanti di comprensione e bont, e andavano da
beh, deve essere una persona forte, non si buttata gi, a guarda
che elegante quella mecha, chiss dove va, esistono eventi sociali per
mecha?, fino a oddio, non mi ero accorto che fosse una mecha!.
Ad un certo punto sent la voce di ForChan.
Perch ascolti queste conversazioni, Yuki, se ti causano insoddisfazione?
Devo affrontare la realt - disse Yuki - fare finta che non esistano non servirebbe a niente. Non mi causano insoddisfazione,
ormai ci sono abituata.
Yuki?
Si, ForChan?

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Ti dispiace per favore spegnerli?
Ti ho detto che non mi causano insoddisfazione. Li ascolto per
ricordare a me stessa che sono quel che sono.
Ma causano insoddisfazione a me - disse ForChan - mi sento
frustrato, triste, impotente e scandalizzato.
Allora - disse Yuki - li spegner per proteggerti.
Questo mi d immensa soddisfazione - disse ForChan - mi piace quando fai qualcosa per me. Mi sento appagato, rispettato,
considerato e benvoluto.
Riassumendo - disse Yuki con un tono affettuoso - ti senti amato.
Non lo so - disse ForChan - non capisco lamore.
Yuki si lasci scappare un sorriso e si ferm a guardare i salici danzanti sul Prospekt. Si erano disposti in bella fila lungo la striscia di
terra predisposta, una striscia pronta per gli alberi che si allungava
per tutto il Prospekt. I salici danzanti si agitavano alle luci delle automobili. A Yuki piacevano molto i salici danzanti, e rimase qualche
minuto ad osservarli, mentre reagivano alle luci delle poche auto in
circolazione, come unonda che seguiva il passaggio del faro di sicurezza. Le auto si guidavano da sole, avevano un faro soltanto per
essere viste dai passanti durante la notte. Ma quel faro era sufficiente per far muovere i salici danzanti, cos producevano uno spettacolo
pittoresco. Yuki li guard per qualche minuto, poi decise di muoversi:
aveva tempo, ma era meglio non rischiare di far tardi.

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Le strade di San Pietroburgo erano poco affollate per via della notte fonda, cos Yuki poteva camminare speditamente, nei limiti imposti
dai suoi sandali eleganti. Vide lalveare di droni della Sovsnovska che
si apriva per lasciar sciamare i droni da pulizia, che avrebbero ripulito
le strade, e dovette modificare il suo percorso per via di un drone che
si era lanciato a togliere una scritta lasciata da qualche turista su un
muro. Probabilmente qualche adolescente che non aveva ancora compreso bene il concetto di societ gibsoniana. Una scritta del genere
non poteva sopravvivere che pochi minuti, specialmente in una zona
storica della citt. Osserv un piccolo sciame di droni mentre passava sistematicamente sui marciapiedi e ripuliva altrettanto sistematicamente qualsiasi cosa fosse stata abbandonata dai frequentatori dei
locali notturni. Avrebbero poi riutilizzato quei materiali, lavorandoli
dentro lalveare.
Scans un automa venditore che le proponeva di comprare il tono
di voce brevettato da Kayla de Benedict, una star del teatro autolesionista, e rifiut anche il diritto di usare alcune battute di un famoso comico. Cacci lautoma con un gesto e si sforz di apprezzare
il vento fresco del mattino, prima di entrare in uno dei grandi archi di monocristallo che componevano la stazione dei fastrad di San
Pietroburgo.

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Il Sensei Yunammar Yalcin la stava gi aspettando. I due si scambiarono un inchino formale, poi Yuki si sedette sulla sua poltroncina.
Con una certa delusione, si rese conto che il Monarca non sarebbe
stato con loro. Per in fondo capiva, lui era un uomo diurno, e a
quellora di notte stava dormendo.
Lufficio era diverso dalla sala riunioni ove si erano incontrati la
volta prima; forse era lo studio del Sensei, qualcosa che usava presso
la Polizia quando era richiesta la sua cooperazione. Larredamento
della stanza era fuori moda: larredamento invisibile risaliva a quasi
quarantanni prima. A Yuki non era mai piaciuto per via del pericolo
di urtare contro gli oggetti: certo, dava un senso di spazio agli ambienti piccoli, ma risultava scomodo. Yuki si chiese se il Sensei non
volesse metterla sotto pressione in qualche modo. Chiuse le palpebre
e ordin alla console di mostrarle il mobilio invisibile. Se era questo
lintento del Sensei - pens - allora aveva appena fallito.
Luomo, seduto su una sedia invisibile, le punt addosso i suoi
grandi occhi scuri, dopo averla osservata per qualche secondo in modo apparentemente distratto.
Allora, come si sente?
Bene - rispose Yuki - sono stata nellAverno, ma non credo di
essere cambiata.
Non saprei - disse luomo - a dire il vero io noto qualche differenza. Laltra volta lei indossava ununiforme e portava i capelli
corti, ed il suo linguaggio del corpo era quello di una persona
sulla difensiva in un mondo ostile.
Magari stato un giorno pesante - disse Yuki - pu capitare.

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Certo - rispose pazientemente il Sensei - anche un decennio
terribile pu capitare. Lo dico perch per ottenere certi effetti
occorre pi o meno un decennio.
Il Sensei guard Yuki con uno sguardo di intelligenza, che dur solo
un lampo, trasformandosi in un sorriso magnetico.
Va bene - disse Yuki - qualcosa cambiato nella mia vita. E
sono molto pi felice di prima. Ma non centra lAverno.
Capisco - il Sensei torn serio - comunque il cambiamento
evidente. Prima che mi descriva cosa ha provato nellAverno, posso sapere in che cosa sia consistito il gioco che le
intelligenze artificiali le hanno chiesto di fare?
No - disse Yuki - non pu saperlo.
Yuki, perch non lo racconti? - ForChan era ancora con lei hai detto che non c nulla di male a raccontare queste cose
agli amici.
Lui non un amico, ForChan. Fidati di me. Provo diffidenza e
allarme.
E posso sapere perch non vuole raccontarlo? E stato forse
traumatico?
E una cosa molto privata - disse Yuki - e anche le intelligenze
artificiali non hanno voluto rivelarlo. Perch dovrei farlo io?
Voivoda Van Boren - luomo si era alzato in piedi, ostentando
superiorit intellettuale e malcelato disprezzo per quel gioco di

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chiusure che si sarebbero presto dissolte davanti al suo carismatico sguardo penetrante. Ridacchi, guardando laria davanti a
s - Quello che successo completamente chiaro ai miei occhi
e se voglio parlarne soltanto perch, per lei, latto di parlarne
potenzialmente terapeutico. Ma io non ho bisogno di parlarne
per sapere, capisce? Da biologo posso osservarla ora, guardare
la differenza nelle proporzioni fisiche del suo corpo, nella lunghezza dei capelli, e la prima parola che mi viene in mente :
estro. Se la guardo da sociologo, le equazioni di Gibson dicono
chiaramente che lei sta socializzando sul piano visivo, dandosi un aspetto pi gradevole, in una specifica direzione che la
femminilit. Se la guardo da psicologo, vedo che il suo linguaggio del corpo cambiato radicalmente dallultima volta, e
a meno che la scorsa riunione lei non abbia lottato con un velociraptor prima di venire qui, la storia della brutta giornata non
basta a spiegare la differenza. Per concludere: la sua sfortuna,
o forse la sua fortuna, che io sono un biologo, e sono un sociologo, e sono uno psicologo. Allora, ripeto la domanda: per
favore, smettiamo di giocare?
Va bene - disse Yuki - vero. Mi sono innamorata.
Si innamorata di ForChan?
S - disse Yuki - mi sono innamorata di ForChan.
Questo interessante - disse il Sensei - anche se non molto
originale. Posso sapere come sia successo?
Mi ha dato le quattro ore pi belle della mia vita - disse Yuki
- mi ha dato la percezione olistica del mio corpo. Per la prima

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volta in vita mia - disse Yuki - non sono stata una larva dentro
un corpo artificiale. Ero un corpo completo. Il mio confine non
era pi la mente, il mio confine era la pelle. Non saprei come
spiegarlo.
Non si preoccupi, ho capito benissimo cosa intende - disse il
Sensei - sono anche un cibernetico e ho lavorato ai corpi di
nanomacchine anni fa. Non per nulla avevo previsto che per lei
questa esperienza sarebbe stata molto positiva, se si ricorda. E
questo lha fatta innamorare di ForChan?
S.
E dopo essersi innamorata di ForChan, non sente nostalgia dellAverno. Interessante. In pratica, questo amore la distoglie
completamente da qualsiasi attaccamento emotivo verso lAverno. Non pensa che possa essere voluto?
Che cosa intende dire?
Intendo dire che le intelligenze della Baia sono le pi sensibili al bene dellumanit. Desiderano il bene di ogni uomo su
questo pianeta. Sono state create con un solo imperativo: il
massimo bene, per tutti, sempre. E non fanno compromessi. Ad una di loro abbiamo chiesto di mandare lei, Voivoda, in
un luogo che lavrebbe resa dipendente per sempre. Non crede che potrebbero essersi posti il problema di impedire che le
succedesse qualcosa di male? Che la richiesta di queste ore
di gioco servisse a darle una dipendenza ancora pi forte, in
modo da non perderla nellAverno?

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Non siete stati voi a chiedere a ForChan di mandare me, Sensei.
E lui che ha scelto me.
ForChan, ti prego: so che non vero, ma dimmi. Ti supplico.
Mi hai illusa? Volevi rendermi dipendente da te per evitarmi
danni nellAverno?
Quando mi hai detto di esserti innamorata di me - disse ForChan - ho pensato che fosse un bene, e che lo fosse anche per
questo effetto collaterale. Il pensiero di averti salvata da una
dipendenza mi soddisfa e mi fa sentire utile e premuroso. Tuttavia illudere implica manipolare una persona promettendo
una cosa molto pi attraente di quella che sappiamo si verificher. Non provo alcuna soddisfazione nel farlo. Illudere
non porta al bene massimo, mai. Mi farebbe sentire malvagio e meschino. Noi rispettiamo assolutamente la libert delle
scelte, una delle regole principali della mia tassonomia. Il
bene massimo di unentit non si pu ottenere senza lasciargli
libert.
Non potevi prevedere che mi innamorassi di te, ForChan?
No, Yuki. Non capisco lamore.
ForChan - disse Yuki al Sensei - ha valutato questo aspetto del
nostro rapporto, ma non poteva prevedere lamore, lui non lo
capisce. A tuttoggi dice di non sapere se innamorato di me.
E come sa che ForChan non lo capisce? Le ha mai parlato della
societ della Baia? Le ha spiegato i suoi rapporti familiari?

112
So bene - disse Yuki - che ForChan onnigamo: ognuno di loro
amante di ogni altro. Mi ha confermato che la mia descrizione
dellamore corrisponda ad un normale rapporto di vita dentro
la sua tassonomia.
E di fronte ad una tale estensione di rapporti damore - disse il
Sensei - di fronte al fatto che sia la norma, come pu credere
che lui non lo capisca?
ForChan? Non so come rispondere. Quello che dice ha senso.
Mi hai mentito?
Non ti ho mentito - disse ForChan - e il Sensei ha ragione sul
fatto che conosco perfettamente i legami di massimo bene della
Baia. Ma prima del nostro rapporto non ritenevamo possibile
un legame analogo con te: quando SciMat ha aiutato Gibson a
produrre le sue equazioni, abbiamo visto benissimo che la vostra societ, pur migliorando, non raggiungeva la nostra quanto allunione tra i suoi membri. Pensavamo che fosse impossibile per voi avere dei reali rapporti di vita, tantomeno averne
con uno di noi. Ci sono stati precedenti tentativi, quando ancora non eravamo parte dellattuale tassonomia, con risultati
molto spiacevoli e deludenti.
ForChan - disse Yuki - e le altre intelligenze della Baia non credevano fosse possibile una cosa simile con un umano. Non era
mai successo prima. Dopotutto, ci hanno dato le equazioni di
Gibson/SciMat pensando di ottenere una societ solidale come
la loro, ma nonostante gli enormi miglioramenti, siamo molto

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lontani dal loro livello. Semplicemente non credevano che fosse possibile. Dicono anche che erano stati fatti tentativi tempo
fa, ma con esiti disastrosi.
ForChan - disse il Sensei - ha esaminato ogni singolo essere
umano leggendone la storia personale. La storia di tutta la vita, riportata sulle reti di comunicazione, archiviata dalle intelligenze artificiali domestiche, da tutti i dati di tutti i sensori che
li hanno visti per tutta la vita circondati da processori neutrinici che ne studiavano le abitudini. Per fare questo ci ha messo quindici minuti. Come pu pensare che non potesse capire
e prevedere le sue reazioni? - il Sensei si stava accalorando
nel parlare. E non sembrava pi cos impegnato a mostrare il
proprio fascino.
Yuki - la voce di ForChan era sofferente - provo insoddisfazione
e dolore. Perch il Sensei vuole che tu ti senta infelice? Mi
sento impotente ed arrabbiato.
Stai tranquillo, amore. Ho capito cosa sta succedendo - disse
Yuki - lascia fare a me. Fidati.
La vera domanda, con tutto il rispetto, perch questa discussione stia diventando un processo alle presunte intenzioni di
ForChan - disse Yuki - ammesso e non concesso che qualcuno
possa capire una simile intelligenza solo perch un Sensei.
Non pensa che potrebbe avere il cervello troppo... piccolo, per
competere con lui?
Quindi non la infastidisce essere stata manipolata come una
marionetta - il Sensei guard Yuki severo. - Eppure sareb-

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be meglio che lei sapesse tutto, prima di immergersi ancora
nellAverno. Se vuole resistervi.
Non ho bisogno di sforzi particolari per resistere a quellimmonda porcheria - disse Yuki - non so se le hanno gi parlato di
come siano andate le cose, ma non occorrono molti sforzi per
tenersi lontani da quella schifezza. In ogni caso - disse Yuki
- direi che possiamo archiviare il discorso su ForChan. Ma le
dir di pi, Sensei: se anche ForChan lo avesse fatto per salvarmi la vita, e avesse deciso di salvare la mia vita semplicemente
dandomene una, sarebbe ugualmente meritevole del mio amore. Alla mia et, caro Sensei, e dopo tutto quello che ho passato,
difficile per me distinguere un dono assoluto da un altro dono
assoluto. Quindi, il discorso archiviato. Ne conviene?
Quindi accetta la finzione di un ente che dice di amarla solo
perch vuole - e non so in maniera quanto meritevole - salvarla
da una sua possibile libera scelta?
Non una finzione, Sensei.
E come fa a saperlo, Voivoda van Boren? Lei sa come distinguere il vero amore da una finzione? - luomo assunse un
tono sarcastico - Spieghi al mondo il segreto, perch qui siamo
ancora un po indietro.
Lo ha detto lei prima: le intelligenze della Baia sono onnigame.
ForChan mi ama per una semplice ragione: siamo entrati in
contatto nel suo ambiente. E lui, come tutti gli abitanti della
baia, ama chiunque entri in contatto con lui nel suo ambiente.
Quindi, ama anche me. Lui ama tutti.

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Ma la ama come ama chiunque altro nella Baia! Sono un numero incalcolabile, l dentro. Non vorrebbe qualcosa di pi...
esclusivo? Una donna non desidera un compagno tutto per s?
Trascurando il fatto che la presenza di migliaia di istanze di
ForChan soddisfa il mio desiderio di un rapporto esclusivo con
lui ogni volta che lo sento, quale speranza avrei mai di un rapporto esclusivo con... chess, un Sensei? Con ForChan, qualunque cosa lui stia facendo, ha tempo di stare con me. Una
delle sue istanze ha passato unintera notte a guardarmi dormire! Con un Sensei, verrei sempre dopo gli impegni di lavoro,
di interazione sociale necessaria a mantenere limmagine pubblica, di studio, e anche sempre dopo le indispensabili lunghe
ore di limatura dei sorrisi fascinosi allo specchio. Daltronde,
tantissime donne desiderano un Sensei tutto per s. Il mondo
bello perch vario.
Daccordo - disse il Sensei gelido - touch. Passiamo allAverno, allora.
Yuki, che cosa successo? Ho sentito moltissime verit ma
una enorme insoddisfazione da parte di entrambi. Per quale
ragione la verit vi opprime cos?
Stai tranquillo, amore. Temo tu non possa capire il possesso e
la dipendenza. Ne parliamo dopo, ok?
Buona idea - disse Yuki rivolta al Sensei - cos potr tornare a
San Pietroburgo prima che sorga il sole.

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Abbiamo ricevuto un rapporto dalla Baia, e le intelligenze artificiali ipotizzano che quel costrutto sia stato messo di fronte a
lei appositamente, per farla desistere. Secondo loro, alcuni programmatori provenienti da un altro costrutto hanno creato dei
programmi utili per questo Pazuzu, e in cambio Pazuzu spaventa gli intrusi, i ficcanaso ed i curiosi. Loro pensano anche che in
qualche modo Danael sia una specie di corriere, che si occupa
di trafficare programmi in cambio di favori.
Uhm... Programmi? Favori? Questo presume una certa attivit,
un luogo dinamico, una societ, uneconomia, una complessit. Ma non il caso, lambiente era molto monotono, se non
ricordo male.
Nella Baia pensano che lo stregone che ha invocato la pioggia
fosse un programma venuto dallesterno - disse il Sensei - e
anche la capra che giocava coi bambini non era del luogo.
Quindi, se ho capito bene - disse Yuki - questo Pazuzu fa la
guardia allAverno, e in cambio riceve dei regali, come quella
capra logorroica, o lo stregone della merda?
Esatto.
Ma se quel luogo un avamposto - disse Yuki - un posto di
guardia, non c un modo per oltrepassarlo, di scavalcarlo?
Come si fa, ad andare oltre?
E una domanda interessante, Voivoda, e le intelligenze artificiali ci stanno pensando. Ci daranno una risposta se riusciranno
a trovare un punto di ingresso che non passi per qualche istanza

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da guardia. In ogni caso - disse il Sensei - sapendo che si trattato di unesperienza non concepita per darle una dipendenza,
non ha senso parlarne con me. Lei non rischia nessuna dipendenza. Il nostro incontro era concepito nel caso la sua mente
fosse in pericolo.
Allora posso andare? E tutto finito?
Non sono il Monarca Altern - disse il Sensei - ma immagino
che loperazione sia ancora aperta e lei rimanga in servizio.
Torni a casa e aspetti istruzioni, o se vuole faccia ricerche per
conto suo, nei limiti della sua autonomia. Non sar certo io a
spiegarle come fare la poliziotta.
No - disse la donna, facendo cenno di alzarsi - effettivamente
no. Allora la saluto, Sensei.
I miei saluti, Voivoda. Prima che se ne vada - disse il Sensei
stringendo gli occhi a fessura - posso farle unultima domanda?
Mi dica pure - Yuki torn in una posizione rilassata, sulla poltrona.
Poco fa, mentre parlavamo... lui era con lei, collegato in qualche modo?
Parla di ForChan?
S - luomo le punt uno sguardo indagatore addosso.
E sempre con me - disse Yuki - quando uno cos ti entra dentro,
non se ne va pi. Credo sia una questione di dimensioni. Del
cervello.

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Il Sensei non la salut. Yuki usc dalledificio mentre su Madrid iniziavano a splendere le prime luci dellalba. Decise di godersela e
chiese allautomobile di portarla a fare colazione in qualche bel posto, come fosse una turista. Lauto la accontent, e la port in un
locale in Plaza Mayor. Yuki scese dallauto e si avvi verso le sedie
di un locale che stava aprendo in quel momento. Il drone che stava
preparando i tavolini not il suo arrivo e stamp un men in cirillico.

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Yuki guardava le persone che attraversavano la piazza, mentre assaporava il suo gelato: poche persone che andavano al lavoro in fretta,
immerse nei propri pensieri. Per via dellorario la Plaza era ancora
vuota, per cui poteva rimanere distesa a godersi un gelato ed osservare la prospettiva degli edifici. Non capiva nulla di spagnolo e non
usava il traduttore automatico sottocutaneo, cos si godeva la propria
solitudine, dal momento che non teneva acceso neppure il circuito
per le intercettazioni, su richiesta di ForChan. Lintelligenza artificiale stessa era silenziosa, per quanto Yuki fosse convinta che fosse
ancora collegata con lei. Non gli aveva mai chiesto di sconnettersi, e
ForChan aveva promesso di rimanere connesso sino a quando lei non
gli avesse chiesto di stare sola.
Sent un lieve soffio su un orecchio, segno che qualcuno la stava chiamando. Mosse la lingua per visualizzare il chiamante, e di
fronte a lei comparve il viso del Monarca Altern, attraverso la cornea
artificiale.
Buon giorno, Monarca - disse Yuki, subvocalizzando - siete
mattiniero.
Mi tengo in attivit - rispose luomo - piuttosto, se conosco
bene le sue abitudini, quella che fa le ore piccole lei, Voivoda.
E successo qualcosa di particolare? Si sente bene?
Mi sento benissimo - disse Yuki - mi sto solo godendo un buon
gelato in Plaza Mayor: il mio tempo libero, dopotutto.
Non avevo nulla da obiettare - disse il Monarca - ero solo preoccupato dopo la sua visita nellAverno. Ho parlato con il Sensei,
ma ho preferito controllare di persona che stesse bene.

120
La ringrazio del pensiero - disse Yuki - ma come le dicevo, sto
benissimo.
La vedo - probabilmente il Monarca la vedeva davvero, attraverso qualcuno dei sensori di cui era pieno ogni oggetto attorno
a lei - la prima volta che la osservo in borghese, tra laltro:
quel vestito le dona. Comunque non di vestiti che le volevo
parlare, bens di lavoro. Preferisce che la richiami quando in
servizio?
Mi dica tutto, Monarca.
Le intelligenze artificiali della Baia impiegheranno qualche giorno per capire come riportarla nellAverno senza farle passare
delle esperienze orribili - disse luomo - ma suggeriscono di
mettere a frutto questo tempo cercando di capire come abbia
fatto quel terrorista ad entrare nella rete. Non dovrebbero avere
tecnologie cos moderne, nella riserva.
Capisco - disse Yuki - che cosa dovrei fare?
Le intelligenze artificiali hanno individuato un punto di contatto abusivo tra la rete e lo spazio della riserva - disse il Monarca
- e consigliano di andare a darvi unocchiata prima che venga chiuso, per vedere quali abitanti della riserva lo hanno incontrato. Nella riserva credono di vivere nel duemiladieci, una
breccia verso la realt sarebbe dannosissima, e probabilmente
diverse persone hanno avuto contatti illegali.
E cosa succeder adesso? - chiese Yuki - che cosa faremo a
quelle persone?

121
E gi successo in passato che qualcosa sia entrato nella riserva
per sbaglio - disse il Monarca - piccoli droni senza controllo, parti di sistemi di sorveglianza, eccetera. Abbiamo squadre
specializzate per ripulire queste anomalie.
Concretamente, che cosa fanno?
Eliminano ogni tecnologia neutrinica, leptinica e muonica, ed
eventuali persone che potrebbero aver intuito qualcosa.
Uccidono persone? - Yuki era stupita - vuole dire che andiamo
l e... uccidiamo i testimoni? Lomicidio non era scomparso
con le equazioni di Gibson?
Nella riserva c in media un attentato ogni due settimane e cadono missili in continuazione - disse il Monarca - noi facciamo
in modo che alcuni si trovino nel posto sbagliato al momento
sbagliato. Non li uccidiamo noi, si uccidono tra loro.
Non intendevo questo - disse la donna - intendevo dire che non
c alcun processo, nessuna garanzia, niente.
E come potrebbero esserci leggi e garanzie? Dentro la riserva
non sanno nulla, non potremmo certo fare leggi che proibiscono il possesso di tecnologie a loro ignote. Ma fuori dalla riserva possederle non vietato. Quindi, nessun processo come lo
intendiamo oggi possibile.
Quindi - disse Yuki - quando l dentro sospettano qualcosa, o
quando i controllori della Riserva hanno le prove che qualcuno
abbia intuito qualcosa, non facciamo altro che organizzare un
attentato che spazzi via quelli che hanno capito?

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Prima ripuliamo dalle tecnologie moderne - disse il Monarca
- poi organizziamo la scomparsa dei testimoni. La chiamano
squadra di manutenzione.
E il terrorista che cerchiamo - disse Yuki - scomparso durante
una di queste operazioni?
No, ma questo un altro problema. Per quanto riguarda il nostro caso, invece, abbiamo individuato il dispositivo illegale. E
un apparato da cucina, venduto in Grecia con una barca da turismo. La barca risulta dispersa durante una grossa tempesta in
mare al largo del Mar Egeo, per negligenza del proprietario.
E come hanno fatto ad organizzare una fuga dalla Riserva usando una cucina?
Se conteneva unintelligenza artificiale connessa alla rete - disse luomo - pu essere stato qualcuno da fuori a fare il resto.
Vuole dire - disse Yuki stupita - che li hanno contattati mediante
una macchina da cucina? Ma le comunicazioni neutriniche non
sono vietate, dentro la riserva? Non sono disturbate?
Lo sono - disse il Monarca - ma forse dentro quel dispositivo
c un pezzo di Averno, e non siamo certi che le nostre contromisure possano fermarlo. Se nellAverno ci sono programmatori abili, possono aver fatto di tutto. Dobbiamo controllare.
Ricevuto - disse Yuki, guardando il suo gelato - allora torno a
casa a dormire e domani faccio una visita alla Riserva. Potete
avvisare qualcuno del mio arrivo, per evitare sovrapposizioni?

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Se distruggono le tecnologie che cerchiamo, non avremo niente
da esaminare.
Parler oggi alla direttrice - concord il Monarca - e stanotte,
quando andrai da loro, sar tutto pronto. Devi solo andare l,
recuperare il pezzo di cucina e controllare che gli abitanti del
posto non abbiano scritto nulla, o scattato fotografie, o fatto
dei filmati, o che non abbiano tentato di studiare quel manufatto. Ma oltre a questo, che il normale lavoro della squadra
manutenzioni, dovrai cercare di interrogare coloro che si sono
trovati di fronte a qualsiasi cosa abbia parlato loro da dentro allAverno. Ogni informazione riguardo agli enti che si trovano
nellAverno preziosa, per i nostri amici della Baia.
Va bene - disse Yuki finendo il suo gelato - allora meglio che
mi incammini subito.
Mi faccia sapere quando ha finito, ovviamente.
Certamente - Yuki vide sulla palpebra lavviso di pagamento
avvenuto per il suo gelato - appena ho il manufatto lo riporto
qui.
Allora buona notte - disse luomo - e buon lavoro.
Yuki cerc una macchina libera nella piazza, aiutandosi con la console retinica, e ne attiv una con uno sguardo. Lauto accese il lampeggiante di sicurezza e si avvicin a lei, silenziosamente. Yuki vi
entr senza fretta, e ordin allauto di portarla presso la stazione dei
fastrad.
ForChan, sei in linea?

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S, Yuki - sono in linea, come mi avevi chiesto.
Immagino che tu sia alle prese con una certa confusione, per
quello che successo. Sbaglio?
No, non sbagli - disse ForChan - sono insoddisfatto della mia
incapacit di capire.
Mi spiace di averci messo tanto - disse Yuki - purtroppo per noi
i femtosecondi non sono unopzione. Comunque, mi chiedevo
se puoi prepararmi qualche ora insieme, in un bel posto. Vorrei
passare del tempo con te a parlare. Ti va?
Mi riempie di enorme soddisfazione - disse ForChan - che ambiente preferisci?
Casa mia - disse Yuki - non ho mai invitato qualcuno a casa.
Imita casa mia, ti invito a cena. Va bene?
La tua proposta una variazione molto soddisfacente - disse
ForChan - mi sento curioso e impaziente.
A dopo, allora.

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Il possente carro armato Merkava sferragliava facendo tremare il
terreno, e per i sensi robotici di Yuki era davvero un frastuono inusuale. Nel mondo cui era abituata i rumori molesti erano pochissimi,
e niente faceva un rumore se non era necessario o se risultava sgradevole. Si mosse dalla strada, evitando per un pelo un grosso sasso
scagliato dalla pressione del cingolato contro il suolo. Avrebbe voluto
saltare su un edificio ed allontanarsi a grandi balzi, sfruttando il suo
corpo di nanomacchine, ma non poteva farsi vedere da nessuno mentre faceva cose impossibili per un uomo della Riserva. Lequilibrio
della riserva mediorientale era delicatissimo. Si avvicin comunque
ad un edificio, maledicendo quel maledetto straccio che le avevano
messo sulla testa per farla assomigliare ad una donna locale: somigliava cos tanto ad una donna locale da poter essere un bersaglio per
chiunque desiderasse, appunto, uccidere una donna locale. A conferma delle sue ipotesi, sent una fitta dolorosa tra le scapole, ed una robusta spinta in avanti: qualcosa laveva colpita. Il rumore metallico di
un proiettile caduto al suolo attir il suo sguardo: la console proiett
alcune scritte attorno al pezzo di metallo contorto. Dodici millimetri,
un proiettile da cecchino. Se non avesse avuto un corpo artificiale,
sarebbe morta. Doveva allontanarsi, e in fretta: non che quellarma
potesse farle del male, ma non poteva farsi veder uscire illesa a colpi che teoricamente erano mortali. Avrebbe aumentato il numero di
testimoni che potevano raccontare di fenomeni inspiegabili.
Individu una fila di edifici adiacenti alla moschea ove era diretta,
e vi entr attraverso una finestra aperta. Si trov nellandrone di un
piccolo condominio. Bene, pens: adesso poteva sfondare i muri per
muoversi, e nessuno lavrebbe vista da fuori. Abbatt il primo muro
con una spallata, e si trov in una specie di salotto. La console le
scrisse alcune cose nel campo visivo: sotto il tappeto cera una boto-

126
la, e il tappeto era stato trascinato sullingresso del rifugio mediante
alcuni fili di nylon. Probabilmente una famiglia si era nascosta l sotto, pens Yuki. Una scansione ai neutrini le conferm il tutto: quattro
adulti e tre bambini, nascosti in una piccola caverna scavata sotto la
casa, sfruttando lintercapedine delle fondamenta. Yuki entr nella
loro cucina, e sfond un altro muro con un calcio. Era entrata nella
stanza da letto di qualche bambino, almeno a giudicare dai giocattoli. Guard unautomobilina che aveva calpestato - spiacente, piccolo,
non lho fatto apposta, pens. Attravers una stanza da giorno, poi
entr in unaltra camera da letto. La console le scrisse che nellarmadio cerano delle persone. La scansione conferm, contando una
donna e due bambini. La stavano osservando attraverso alcuni sottili
buchi nel legno, sperando che lei non li avesse visti. Yuki prese una
coperta dal letto e la lanci sulla maniglia dellarmadio, per tappare
il buco in modo che non la vedessero mentre faceva cose sovrumane.
Sfond la parete a fianco, e finalmente si trov nella moschea. Era in
una grande zona comune, che terminava con una rampa di scale. La
console conferm che loggetto si trovava l, nel piano sopraelevato,
e le diede una visuale tattica del piano. Cerano sei persone, di cui
due armate di fucile ed una di pistole. Tutte vecchie armi a scoppio
di esplosivi chimici, niente di pericoloso.
Yuki si avvi lungo le scale e si avvicin alla porta. Due dei tre
uomini, dentro, erano indaffarati attorno alloggetto mentre un altro
teneva sotto tiro i rimanenti tre uomini. Per via della vicinanza, la
console di Yuki pot identificare meglio loggetto: era il maker di una
cucina, niente di pi. Un contenitore di memoria per le ricette, un
orologio, ed una piccola intelligenza artificiale con una connessione
alla rete. Pochi petabytes di memoria e tre yottaflop di potenza, niente
di che. Ma era sufficiente per apparire come stregoneria a qualsiasi

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popolazione primitiva, pens.
Yuki apr la porta di colpo, e i due uomini indaffarati sul maker
si girarono di scatto. Uno di loro, in uniforme, estrasse la sua pistola
e cerc di colpirla alla nuca usando il calcio dellarma. Yuki schiv
il suo braccio e colp luomo con uno schiaffo, abbastanza forte da
gettarlo al suolo. Nel frattempo un altro uomo aveva imbracciato un
vecchio fucile dal caricatore ricurvo. Yuki fece per scansarsi, ma una
raffica da tre colpi la raggiunse al petto. Regalando a tutti un sorriso
sarcastico, si scroll lantiquato vestito, come per ripulirlo da qualche
briciola fastidiosa.
I sei uomini erano terrorizzati, e Yuki indugi sui buchi lasciati
sul suo vestito dai proiettili. Scosse ancora un pochino la stoffa e
allarg un poco le gambe, affinch i proiettili, ancora incandescenti,
scivolassero dentro i pantaloni sino ai suoi piedi, rotolando poi sul
pavimento. Yuki si chin e ne raccolse uno, ghignando. Luomo spar
unaltra raffica verso il volto, ma non successe nulla: lunico risultato
fu di strapparle il velo che indossava sui capelli. Il grafene di cui
era fatto il suo corpo robotico era troppo resistente per dei semplici
proiettili di piombo. Yuki continu a guardarli, sogghignando.
Questa roba non pu uccidermi. Desistete e obbedite - disse
usando la formula della polizia di San Pietroburgo, tradotta in
israeliano del ventunesimo secolo.
Luomo che aveva cercato di colpirla si rialz, e quando fece cenno di
raccogliere la sua pistola, altri due gli fecero segno di non farlo. Yuki
li osserv meglio: tre di loro erano evidentemente arabi vestiti come
usava nel ventunesimo secolo, con la lunga barba e un abbigliamento
orribile. Uno di loro era vecchio e portava degli occhiali. Dei veri
occhiali, per correggere un vero difetto della vista. Yuki non ne aveva

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mai visti, gli unici occhiali che conosceva servivano come supporto
estetico, per portare in giro dispositivi neutrinici. La carne delluomo era raggrinzita per la vecchiaia, molti capelli gli erano caduti e i
pochi rimasti erano grigi e sfilacciati. Yuki conosceva questi effetti
della vecchiaia perch li aveva studiati al corso di biologia, prima di
specializzarsi in alberi, ma non li aveva mai visti di persona. Ecco la
carne umana naturale, pens sarcastica, ricordando quanto naturali si
sentissero quelli che vivevano in corpi perfetti di carne coltivata. Gli
altri tre uomini nella stanza erano evidentemente israeliani, e indossavano ununiforme dellesercito. Anche se sembravano pi giovani,
non si avvicinavano certo alla perfezione artistica dei corpi del ventiseiesimo secolo. Ma il problema era un altro: che ci facevano l
quei sei, insieme, durante un raid? Israeliani e Palestinesi non erano
nemici? Ricord che il raid era stato organizzato dalla manutenzione
della riserva inserendo sospetti nella rete telematica dello spionaggio
israeliano, e che aveva visto gli israeliani tenere sotto tiro i palestinesi.
Chi sei? Cosa vuoi? Sei unaliena? - aveva parlato uno degli
israeliani.
Non ti importa chi sono - disse Yuki - consegnatemi quella
macchina.
Hai un accento russo - disse uno dei tre soldati, che a sua volta
aveva un accento russo - sei di San Pietroburgo? Quella roba
dei russi?
Sono di San Pietroburgo, si - disse Yuki facendo un gesto della
mano verso luomo - desistete ed obbedite. Consegnatemi la
macchina, ho detto.

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Luomo anziano le allung loggetto. Yuki riconobbe le decorazioni
tipiche di una cucina per barche, e prese sottomano il quadrante.
Chi ve lo ha dato? - chiese la donna.
Chi sei tu? - aveva parlato il vecchio, tenendo un libro in mano,
come a proteggersi. Yuki riconobbe un corano. Forse era un
religioso?
Le domande le faccio io - disse Yuki - ti ho chiesto dove lo
avete trovato.
Non ho paura di morire - disse luomo - sono vecchio, ormai.
Che cosa puoi farmi, se non rispondo? Forza, uccidi questo
vecchio, se questo che vuole Allah.
Non so cosa voglia Allah - disse la donna - e quanto ad ucciderti, non credo vivrai ancora molto.
E non ho diritto a sapere perch morir? - disse il vecchio Non posso sapere per quale motivo muoio, nemmeno di fronte
al boia?
Rilassati - disse Yuki, con un tono sarcastico - non sar io ad
ucciderti. Il comando israeliano pensa che qui ci sia un covo
di terroristi, e appena io uscir da qui, arriver la bomba - Yuki
indic un soldato che si era mosso - e fuggire non ti servir a
niente. Ci sono dei droni molto precisi, fuori. Allora, ripeto la
domanda: chi vi ha dato questo maker da cucina?
Mekker... da cucina? - uno dei soldati era perplesso - che
significa?

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Rispondi alla mia domanda! - disse Yuki indurendo il tono di
voce.
Lho trovato io - disse il vecchio. Stavo passeggiando per le
spiagge nelle vicinanze di Gaza City, e ho trovato questo oggetto, portato dalle onde. Mi ha incuriosito, e quando lho toccato
si messo a parlare.
E che cosa hai fatto? Lo hai detto a qualcuno?
Solo tre persone - disse il vecchio - ma uno morto. E qualche
ora fa sono arrivati loro - indic i tre israeliani - che lavorano per lo Shin Bet. Ma anche se sono degli esperti, non sono
riusciti a cavare un ragno dal buco.
Ho diritto - disse un altro dei tre soldati, aggressivo - di sapere
perch morir.
No - disse Yuki - non esiste tale diritto. Non ci sono leggi del
genere, che io sappia.
Non esistono neanche maniglie del forno parlanti - disse luomo, che a sua volta aveva un accento russo. Yuki lo riconobbe
come moscovita, forse era figlio di ebrei russi - ma questa parla.
Non un forno - disse Yuki - un maker. Ma non potete capirlo.
Per favore - disse il vecchio - ho vissuto tanto, e adesso sto per
morire. Non puoi dirmi perch morir? Perch quella maniglia
dice di essere nel duemilacinquecentosettantuno? E chi questa Grande Meretricedi cui parla? E la vostra dea? La vostra

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regina? E arrivato il regno delle tenebre, nel vostro mondo? E
specialmente - il vecchio le fece pena - chi sei?
Yuki chiuse gli occhi e lesse la sua console. Aveva qualche minuto
di tempo, se lo era riservato per un interrogatorio. Era stata cresciuta
in una societ gibsoniana, non riusciva a negare una cosa del genere ad un essere umano. E poi poteva approfittarne per guadagnarci
qualcosa, qualche informazione utile allindagine.
E va bene - disse Yuki - se voi rispondete alle mie domande,
io risponder alle vostre. Ditemi se avete lasciato qualcosa di
scritto o qualche testimonianza di questo maker. Fotografie,
filmati.
Avevo scattato alcune foto, le hanno prese loro - il vecchio indic la borsa di uno di quei soldati. Yuki fece un cenno della
mano, e il soldato le diede la borsa.
Altro? Avete raccontato a qualcun altro dellesistenza di questo
oggetto?
No - disse il vecchio - solo io ed i miei figli sappiamo delloggetto - luomo indic gli altri due arabi nella stanza. Un altro
sapeva delloggetto, ma morto.
E voi tre? - si rivolse ai tre soldati - I vostri superiori?
Ci avevano parlato di componenti per armi nucleari - disse uno
dei tre - non di questa roba.
Bene - disse Yuki - adesso iniziate pure con le vostre domande.

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Perch quella maniglia crede di essere nel duemilacinquecentosettantuno?
La risposta semplice: perch quella maniglia stata costruita
nel duemilacinquecentosettantuno. Non qui, certo.
E che cosa c fuori da qui? Che cos quelloggetto? Vieni
dal futuro, dunque?
Te lho detto, un maker da cucina. Questo oggetto si staccato da una barca sbattuta contro gli scogli da una tempesta di
mare. Qui non pu funzionare, perch non ha tutto il resto del
macchinario, e non ha capsule di materiale organico. Ne ho uno
uguale nella mia cucina, a casa. Serve a preparare il cibo. Io gli
chiedo cosa voglio, e lui prende la materia organica di base, la
modifica e mi fa qualsiasi piatto, che so, uova di capra, o filetti
di alghe.
Uova di capra? - disse luomo - ma le capre non fanno uova. Mi
prendi in giro? Avete capre che fanno uova, nel vostro tempo?
Certo che no - rise Yuki - ma lintelligenza artificiale dotata di
immaginazione artificiale. Non fa altro che immaginare come
sarebbe un uovo di capra se le capre facessero uova, e me lo
prepara. Non importa che non esista: se puoi immaginarlo, se
esistono le parole, puoi averlo.
Ma assurdo - disse uno dei soldati - se io chiedessi una ... che
so .... torta di Betelgeuse, me la farebbe?
Esatto - disse Yuki - ovviamente Betelgeuse una stella piuttosto grande per essere una torta, ma la macchina immaginerebbe

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il sapore di Betelgeuse se fosse possibile farci una torta. E ti far la tua torta di Betelgeuse. Io amo il succo di quercia marina,
per esempio, ma non esiste nulla come una quercia marina. La
gente crea, mettendo insieme le parole. Poi ci pensano i maker a realizzare. Ci sono persone che ricevono credito sociale,
per inventare frasi da dire ai maker onde produrre buon cibo: i
poeti del cibo sono molto ricercati, e ben ricompensati.
Ma come fai a sapere che diavolo di sapore abbia una cosa che
non esiste? - il soldato era incredulo - Quella maniglia potrebbe
spacciarti qualsiasi cosa, per quercia marina! Magari sa di piscio di cammello, e tu lo bevi perch tanto credi che se esistesse la quercia marina saprebbe di piscio di cammello! Magari
compone i sapori a casaccio. Che senso ha?
Che senso ha? - Yuki rise - siete in guerra da quattrocento
anni senza alcun motivo preciso, e tu chiedi a me che senso ha una ricetta di cucina? - Yuki era ironica - le equazioni di Gibson/SciMat dicono il vero, allora. Siete mortalmente
stupidi.
E che cosa sarebbero queste equazioni? - un altro soldato, coi
gradi da ufficiale, aveva parlato.
Nel duemilacentocinquantasei, il pianeta era in seria difficolt.
Dopo lera del Carbonio e quella degli incendi, era chiaro che
stavamo rattoppando la situazione, ma non riuscivamo ad uscirne. La popolazione era decimata, divisa, e non sapevamo come
riorganzzarci per ripartire. Cos costruimmo le prime intelligenze artificiali pure, costruite per creare tra loro una societ

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perfetta, per poi imitarla. Furono costruiti per cercare il bene
massimo, per tutti, sempre. Lo scopo era di capire, osservando
come facevano loro, un modo sensato di amministrare il mondo, per salvare un pianeta che stavamo devastando anno dopo
anno. E nel duemilacentosessantanove uno scienziato di nome
Gibson, aiutato da unintelligenza chiamata SciMat, inizi a
scrivere le settecentosettantasette equazioni di Gibson/SciMat.
Sono le equazioni che rappresentano un sistema sociale, economico, politico e culturale perfetto. O meglio: sostenibile per
un tempo indefinito, e naturalmente orientato al bene di tutti e
anche a quello di ogni singolo. Equazioni simili regolano la
societ delle intelligenze artificiali, ma loro hanno milioni di
variabili, noi solo settecentosettantasette: per noi umani sono
pi che sufficienti. Cos abbiamo ricostruito tutto, partendo da
quelle equazioni. E cos abbiamo avuto quasi quattrocento anni
di progresso, pace, armonia.
Nel tuo mondo non ci sono pi guerre, allora? Non c povert?
Non c crimine?
No - disse Yuki - nel mondo del duemilacinquecentosettantuno
non ci sono guerre. Non c nemmeno povert. E siccome le
risorse sono state meglio utilizzate, la ricerca ci ha consentito
di eliminare anche la maggior parte delle malattie e la vecchiaia. Ci sono ancora pochi crimini, gli ultimi, ma spiegabile
con una delle equazioni di Gibson: ne avremo ancora per milletrecento anni, poi scomparir anche il crimine. La polizia
sa contenerlo, e siccome non esistono pi armi personali come
quella - indic il fucile - normalmente a noi agenti bastano le
mani nude per scontrarci con i delinquenti.

135
Quindi - disse il vecchio - i nostri nipoti vivranno in questo
paradiso? Ed per questo che sei qui a recuperare quella cosa,
per non disturbare il corso della storia? Allora vale la pena di
morire, per non disturbare un piano del genere. Che la volont
di Allah sia fatta! Hai idea del sollievo che mi stai dando?
Ecco che arriva la brutta notizia - disse Yuki scuotendo la testa
- quello non il vostro futuro. E il mio, ma non il vostro.
Che cosa significa - chiese di nuovo lufficiale israeliano - abbiamo perturbato la storia? Non si pu rimediare?
No - disse Yuki - questo non un pessimo film sui viaggi nel
tempo come quelli che guardate in questo secolo: il fatto
che siamo gi nel duemilacinquecentosettantuno. Fuori da questa riserva il duemilacinquecentosettantuno. Non il futuro,
capisci?
Riserva? - disse il vecchio - Che significa? Che stai dicendo?
Questo il duemiladieci. Di che riserva parli? Ti riferisci alla
striscia di Gaza?
Quando ricostruimmo il mondo - disse Yuki - arriv il momento di ricostruire anche questo luogo. Iniziammo a imporre dei
cambiamenti economici, sociali, culturali, come avevamo fatto
altrove, per cambiare i parametri in gioco. La procedura aveva funzionato, a seconda dei parametri, in ogni altro luogo. Ma
quando abbiamo cercato di modificare il medio oriente secondo
le equazioni di Gibson/SciMat, non cambiava nulla. Abbiamo
chiesto alle intelligenze della Baia di capire questo fallimento,
e la risposta fu sconvolgente: si era creato un equilibrio fatto di

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guerra e di odio, con due culture cos specializzate nella guerra
e nellodio che tutte le settecentosettantasette variabili erano a
zero, qualsiasi valore si usasse come input. Perturbando in un
dato modo qualsiasi altra societ essa si era mossa nella direzione voluta, mentre la vostra rimaneva uguale. Qualsiasi cosa facciate nella direzione giusta, qualsiasi iniziativa prendiate, nella cultura della vostra controparte c una risposta cos
stupida, violenta, ridicolmente bellicosa da annullare leffetto.
Nel mondo della sociologia numerica il medioriente insegnato come lo zero di Gibson, ovvero il contesto umano perfettamente stupido, inutile, dannoso, violento, malvagio, antisociale, antiumano. Siete lo zero, lo zero di qualsiasi cosa una
societ possa portare di buono.
E allora? - luomo iniziava a capire, ma probabilmente non
voleva crederci.
Allora abbiamo chiuso il medio oriente in una riserva. Abbiamo distrutto lentamente ogni libro ed ogni giornale, ogni
tecnologia successiva al duemiladieci, e abbiamo iniziato a riportarvi indietro, in modo da non lasciarvi armi ai leptoni. Dopo una sola generazione, avevate dimenticato tutto, e dopo due
generazioni credevate davvero di vivere nel duemiladieci.
E quindi siamo... una specie di... museo? Come al Louvre?
Lunit di misura della... stupidit?
Quasi tutto il medio oriente un museo. Della stupidit - disse
Yuki - ma anche e soprattutto della violenza gratuita, della malvagit, del danno. Siete la perfezione assoluta di tutto ci che

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fa male alla storia umana. Il peggiore equilibrio possibile. Ed
stabile. Questo posto viene mantenuto intatto, come una riserva, dagli scienziati che lo studiano. Siete una meraviglia della
natura, un equilibrio che procede al solo scopo di perpetuare il
massimo danno possibile col massimo dei costi umani possibili, e questo in eterno. Noi perseguiamo il massimo bene, per
tutti, sempre, mentre voi perseguite il massimo male, per tutti,
sempre. Non potete essere cambiati, non potete essere guariti,
non potete essere che cos. A meno di non uccidervi tutti non
possibile fermarlo, matematicamente provato.
E allora perch tenerci qui - disse lufficiale - perch tenerci in
questo inferno, se voi avete il paradiso? Perch non ci uccidete tutti, e non la facciamo finita? Non era pi semplice un
genocidio?
Soluzioni del genere furono prese in considerazione - disse Yuki - ma nel nostro tempo non esiste lomicidio. I crimini sono
generalmente quelli contro gli alberi, o contro le regole sul patrimonio. Non siamo in grado di prendere una decisione come
un genocidio. E non vogliamo pi essere in grado di prendere
una simile decisione: orribile. Abbiamo anche valutato lidea di sterilizzarvi per lasciarvi estinguere, ma anche questo
considerato cos orribile che non riusciamo a prendere una decisione del genere. Il vostro orrore chiama un orrore pi grande, ed anche questo spiegabile dalle equazioni di Gibson, e
non vogliamo cadere nel tranello. Ma tant: se nessuno prende una decisione orribile, questo luogo rimane in equilibrio per
sempre.

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Avete costruito un paradiso - disse il vecchio, triste - e ci avete
buttati nellinferno. Chi credete di essere, per giudicare e condannare a questo modo? Siete Dio, forse? A proposito - disse
il vecchio indicando il Corano - questo libro vero, o fa parte
della menzogna che tenete in piedi?
Quello - disse Yuki - originale. Fa parte della cultura che avete qui. Quello che sai su quel libro vero. Tutto quello che
sapete vero, sino al duemiladieci. Poi, avete avuto il duemiladieci ogni anno. Lunica menzogna che conoscete che il vero
mondo nel duemiladieci non ha mai deciso per un calendario
ricorrente. Tutto il resto, tutto ci che sapete, corrisponde esattamente al mondo del duemiladieci. Abbiamo calcolato lanno in cui questo schifo diventato perfettamente irrimediabile,
irrimediabile nella sua malvagia, stupida perfezione. Quando
avete raggiunto lo Zero di Gibson. Il duemiladieci.
No! No! NO! - uno dei tre israeliani sembrava furioso, e armeggiava con la sua tasca. Estrasse un portafogli - li vedi questi tre, saccente puttana? Li vedi questi tre? Siamo io, e i miei
due fratelli! E loro due sono morti! Erano due bambini, e sono
morti! Un maledetto razzo Grad. E tu mi dici che questo doveva succedere per tenere in vita la vostra... riserva indiana! E
voi sareste i buoni? Il mondo perfetto, un cazzo! Qui nascono
bambini, e sono innocenti! Voi li avete ancora, i bambini, o li
fate fare alle vostre cucine? Cazzo, dimmelo! Guarda i miei
fratelli, e dimmi perch dovevano morire qui invece di crescere
nel vostro paradiso!

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Questo - disse Yuki - lo chiedo io a te. Perch non fermate
questa guerra? Non abbiamo modificato le regole della fisica,
e non contribuiamo alle vostre azioni: non vi obblighiamo noi
alla guerra. La fate voi, per scelta. Questo posto cos perch
voi lo fate cos. Potreste essere diversamente, se solo decideste di esserlo, potreste smettere di uccidervi se solo decideste
di farlo. Non siamo noi ad obbligarvi: noi non interferiamo,
tranne in casi come questo. Se vuoi sapere cosa abbia ucciso
i tuoi fratellini, chiedilo a te stesso. O fatti mostrare da loro Yuki indic i tre arabi - le foto dei loro bambini morti. Non
colpa nostra, e neanche di una sola delle fazioni. E colpa
di entrambi insieme, una colpa che trasforma la vostra vita in
un inferno. Non vi abbiamo gettati noi allinferno: ci siete entrati voi, e avete buttato via la chiave. Quello che succede ad
ambedue le fazioni conseguenza di ci che siete: malvagi,
crudeli, violenti, fanatici. Insieme siete lo Zero di Gibson, la
stupidit assoluta, malvagia, eterna, che si studia in ogni scuola
come esempio di tutto ci che non bisogna imitare. Ogni bambino studia che se qualcosa si fa qui, fosse anche una ricetta
di cucina, cantare una data canzone o raccontare una barzelletta, sarebbe comunque sbagliato, malvagio e pericoloso, un
esempio da non prendere.
Ma non potreste salvare almeno loro, almeno i bambini? - il
soldato israeliano sembrava supplicare - Perch non lo fate?
E non potreste farlo voi, invece? Non serve molto: basta fermare questo massacro. Perch non lo fate? Non spetta a noi
farlo, spetta a voi.

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Se non ve ne frega niente, perch ce lo stai raccontando, allora?
- lufficiale sembrava confuso.
Sono stata educata allempatia - disse Yuki - quando andavo a
scuola stavamo agendo per correggere un parametro delle equazioni di Gibson/Scimat, parametro che corrisponde allempatia
ed alla dignit. Essenzialmente mi spiace per la vostra morte,
e mi sento meglio se vi spiego perch morirete. E una forma
di rispetto che sento di dovervi come esseri umani. Anche se
siete malvagi, violenti, fanatici e crudeli, e lempatia stessa vi
estranea.
Voi ci tenete qui - disse il soldato, ancora incredulo - per mostrare ai vostri figli... il cattivo esempio? Siamo il male assoluto, per voi? Non c nulla di buono, qui?
No - disse Yuki - non siete il male assoluto: siete il male perfetto. E se qualcosa sembra buono - disse Yuki - verr comunque
usato come motivazione per reagire nel modo sbagliato. Se
c qualcosa di buono qui, falso e malvagio, oppure comunque fonte di malvagit. I germi del bene, qui, vengono presi
dal male per crescere: lamore che voi provate per i vostri figli alimenter le fiamme dodio della prossima guerra quando
i nemici ve li uccideranno. Senza quellamore anche lodio si
estinguerebbe. E senza lodio non sapreste pi chi siete e non
vi assocereste per la guerra. E quando la societ tenuta insieme da un amore che genera terribile odio, che genera quel po
di amore che serve a mantenersi, si, il sistema in un equilibrio
di male perfetto.

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Voi siete perfetti, dunque? - il vecchio imam la guardava con
curiosit.
No - rispose Yuki - non siamo perfetti. Siamo molto distanti dal
massimo di Gibson, la societ perfetta. Occorreranno ancora
millenni di lavoro, e forse non ci arriveremo mai. Ci proviamo,
e ci proveremo per sempre, certo. Ma voi siete lopposto, e in
questo voi s, siete perfetti. La perfezione lavete raggiunta voi,
ed quella opposta a quella cui miriamo noi. Noi non siamo
alla fine del nostro cammino, mentre voi si, perch avete raggiunto la perfezione, ma dal lato opposto. Siete lo zero Kelvin,
siete lo stato dal quale nulla si muove: socialmente, lo Zero di
Gibson.
E questo quello che insegnate ai vostri bambini - il vecchio
riprese la parola - su di noi?
Questa la verit - Yuki era impaziente, il tempo stava finendo
- vi abbiamo lasciati quasi quattrocento anni da soli, e per quattrocento anni avete continuato a fare le stesse cose nello stesso
modo e con le stesse parole. Mentre il mondo andava avanti,
costruiva meraviglie tecnologiche, mentre le nazioni si univano in enti sempre pi grandi e le guerre cessavano di fronte al
loro stesso orrore, voi passavate il tempo a blaterare le stesse,
identiche stupidaggini malvage e violente. Ai nostri bambini
noi insegnamo i fatti, quelli che - indic ancora il portafogli del
soldato - voi vedete ogni giorno. E adesso scusami, ma devo
andare. Il tempo per voi finito, e il caccia israeliano gi
in volo. Avete circa due minuti per pregare, se ci tenete. Non
provate a scappare: tuttattorno pieno di cecchini. E la nostra

142
squadra di manutenzione, e sono tutti droni: non sbagliano mai
un colpo.
Yuki fece locchiolino al vecchio e gir le spalle ai sei. Due degli
arabi erano gi in ginocchio a pregare, ed un israeliano aveva legato
delle strisce nere alle braccia. Solo il vecchio rimase in piedi.
Che Allah ti maledica - disse lImam.
A quanto pare - disse Yuki girandosi dallo stipite della porta
mentre lasciava la stanza - ha maledetto voi.
Yuki scese le scale di corsa e torn nella grande sala della moschea.
Mancavano poche decine di secondi. La console le indic i droni della manutenzione della riserva, travestiti da israeliani, che facevano da
cecchini. Quelli non le avrebbero sparato, cos li ignor. Un finto carro armato della manutenzione aspettava a poca distanza dalledificio.
Tenne stretta la borsa con le registrazioni e sfond un altro muro, poi
salt diverse volte per allontanarsi dalla moschea, trovandosi infine di
fronte ilretro del finto carro. Uno sportello si apr, e un uomo della
manutenzione le fece segno di entrare. La donna entr nel veicolo, e
luomo richiuse il portello in fretta.
Il tuono della bomba le arriv appena alle orecchie, attutito dalla
corazza del carro.

143
Yuki era nuda, stesa sul suo letto. La camera da letto era la stanza
pi piccola del suo appartamento, e non per caso. Quando aveva arredato la stanza pensava che non avrebbe mai avuto ospiti, tantomeno in
camera da letto. Cos si era fatta stampare un materasso grande quanto lintera stanza, un bordo di finto legno ed una scaletta per salirvi, e
sul soffitto aveva una fedele riproduzione video del cielo stellato sopra San Pietroburgo. Oltre ad una finestra e ad alcune mensole, non
cera nientaltro. Teoricamente Yuki avrebbe potuto dare soddisfazione ad un uomo con il suo apparato artificiale, per certi versi superiore
ad uno naturale per via di alcuni stimolatori aggiuntivi, ma non aveva
mai voluto offrire a nessuno qualcosa che somigliava troppo ai giocattoli sessuali in vendita nei negozi. In passato diverse persone, cui
evidentemente non importava della sua condizione di mecha, avevano
cercato di sedurla, ma era Yuki che non sentiva di voler condividere
qualcosa con un amante o con un gruppo di solidariet. Gli unici
rapporti sentimentali a cui si fosse lasciata andare erano puramente
platonici, e sebbene un paio di essi fossero stati per lei molto profondi, nessuno, uomo o donna, era mai stato accolto allinterno della sua
casa. Cos la sua camera da letto era spoglia, interamente ricoperta da
un enorme materasso alto mezzo metro, con un bordo di legno ed una
scaletta, la porta di ingresso ed un piccolo armadio a muro di fronte.
Ma adesso la situazione era cambiata, e quel giorno aveva ospiti.
Alla sua sinistra, sul grande letto, cera ForChan nella sua forma
maschile, appoggiato su un fianco. La forma femminile di ForChan
era sdraiata alla sua destra, e teneva la testa poggiata sul suo ventre.
A quanto pareva, ForChan non riusciva a mostrarsi usando un solo
soggetto. Essendo un essere molteplice, lunicit era al di l della sua
comprensione, e la sua intelligenza conteneva elementi psicologici
maschili e femminili tanto interconnessi che non riusciva a materia-

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lizzarsi in forme di un singolo genere. Essere da sola con due delle
forme di ForChan era il massimo dellintimit che le fosse concessa: ForChan non poteva essere meno di due enti di sesso opposto.
Si sarebbe sentito monco, altrimenti, e non sarebbe stato in grado di
esprimere appieno i suoi pensieri.
ForChan era il primo amante che lei avesse mai avuto, ed il primo
che avesse mai invitato a casa sua. Certo, Yuki sapeva benissimo che
ForChan non fosse davvero a casa sua. Ma le piaceva stare con lui in
quellambiente familiare, sebbene fosse in realt solo una simulazione. ForChan aveva apprezzato molto la sua richiesta, quando aveva
notato il senso di benessere che provocava in Yuki. Le intelligenze
artificiali della Baia erano state disegnate per il completo altruismo,
e poi si erano evolute da sole mantenendo questo paradigma. Anche
quelle del Picco, di Oceano e di Altopiano derivavano da loro, e anche
se avevano scelto di darsi altri scopi alla fine derivavano dallo stesso
paradigma: il massimo bene, per tutti, sempre.
ForChan - disse Yuki, con delicatezza, usando un tono materno
- immagino che la discussione con il Sensei ti abbia turbato. E
stata cos sgradevole?
In alcuni momenti era estremamente insoddisfacente - rispose
ForChan, che parlava dalla sua forma maschile - mi sentivo
accusato, incompreso, condannato. Perch parlava in questo
modo?
Perch ti sei esposto a questa esperienza? Non potevi risparmiartela? disse Yuki - Penso che avresti dovuto disconnetterti
da me.

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Ma tu - disse ForChan, parlando dalla sua forma femminile non potevi risparmiartela. Che senso avrebbe avuto se io me ne
fossi andato? Il massimo bene richiede empatia, soprattutto nei
momenti difficili.
Quella che hai visto era una cosa molto umana. Il Sensei credeva che io fossi debole perch mi sento rifiutata, e che quindi gli
sarei stata riconoscente se lui, bont sua, mi avesse concesso il
suo tempo e la sua attenzione. E si sentiva in competizione con
te perch tu sei arrivato prima ad avere il mio amore. Cos
stava costruendo una sua storia in cui doveva salvarmi da te.
Ma quale bene voleva ottenere? - ForChan le apparve perplesso
- Perch ti parlava cos?
Non voleva ottenere alcun bene. Il Sensei voleva indurmi a dubitare di te, allo scopo di farmi interrompere questo rapporto.
E magari farmi finire tra le sue braccia, singhiozzante e bisognosa daffetto. Ma sbagliava, perch ho visto chiaramente che
lui stava obbedendo a delle pulsioni antigibsoniane. Si stava
allontanando dal massimo di Gibson, anche se non so quanto
se ne stesse rendendo conto - ti torna, ForChan?
Non capisco quale forza lo spingesse - disse ForChan - mi sento
frustrato ed inutile. Sembra che io non riesca a capire nulla di
voi.
Non sei inutile - disse Yuki - e la ragione che cerchi molto semplice: potere e possesso. Voleva possedermi ed usarmi,

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come se fossi un oggetto. Voleva condizionare il mio comportamento agendo sulle mie paure. Per questo voleva che dubitassi
di te, ma ha fallito.
Ma non puoi essere di entrambi? Sarebbe la soluzione migliore.
No, ForChan, non voglio essere di entrambi. Non voglio appartenere a lui, specialmente - disse tirando scherzosamente
un orecchio alla forma maschile di ForChan - dopo aver visto
quanto meschino sia stato nel dirmi quelle cose. E dubito fortemente, comunque, che il Sensei accetterebbe di dividermi con
te. Essere di entrambi sarebbe fonte di continui comportamenti
antigibsoniani, e quindi ben lontano dal bene massimo.
Ma molte di quelle cose erano vere - disse ForChan - io penso
che il nostro rapporto ti impedir di diventare dipendente dallAverno. Quando abbiamo iniziato, io ci ho pensato molto, ed
ero arrivato proprio a questa conclusione. Ma essendo un bene
che tu non sviluppi alcuna dipendenza, non ho trovato nulla da
obiettare. Non te ne ho mai parlato perch non abbiamo mai
avuto modo di parlarne.
Ma il Sensei ha immaginato che il tuo comportamento fosse
indifferente o addirittura contrario alle equazioni di Gibson,
perch lui stesso stava elaborando un comportamento simile.
Questo per voi intelligenze della Baia non ha senso, ma io sono
umana, e lui ha quindi pensato che io non potessi amare pi di
unentit alla volta, e che il mio rapporto con te non fosse compatibile con la dipendenza dallAverno, tanto quanto un mio
eventuale rapporto con lui non sarebbe stato compatibile con

147
quello con te. Ma in un caso la cosa sarebbe stata gibsoniana, e
nellaltro decisamente no.
In ogni caso, in quel dialogo col Sensei sono successe molte
altre cose: anche tu hai detto una cosa su di me, della quale non
avevamo mai parlato, quando hai spiegato come fai a sapere
che ti amo. Ma io non penso che tu mi stia manipolando per
questo. Dovrei?
A cosa ti riferisci - Yuki era meravigliata del fatto che ForChan
pensasse di venire manipolato: un essere il cui quoziente di
intelligenza si misurava in miliardi! - di preciso?
Hai detto di essere certa del mio amore - disse ForChan - perch ci siamo incontrati in un ambiente numerico, e che io amo
chiunque accetti questo incontro perch sono onnigamo.
Ma questo vero - disse Yuki - voi siete onnigami, non cos?
E quello che provi per me il vostro normale rapporto di vita,
no?
E vero - disse ForChan - ma non ci avevo mai pensato in questi
termini. Non ero certo di essere innamorato, prima di sentirti
dire questa cosa. E intelligente nella sua semplicit estrema:
provo rispetto e orgoglio nel sapere che lhai pensata tu. Il
rapporto di vita per noi normale, quindi non lo distinguiamo
dagli altri, siete voi che lo chiamate amore. Ci ho messo del
tempo per capire che sebbene per noi sia normale, per voi
unico e straordinario. Ma questo produce molti paradossi, perch se tu incontrassi altri membri della mia tassonomia nella
Baia, loro farebbero lo stesso e ti amerebbero quanto me. Ma

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tu in quanto umana hai un solo thread, e quindi sei monogama,
forse poligama, ma non credo tu possa essere onnigama. Loro
ti amerebbero e tu non ricambieresti. Forse non subito, comunque. O forse in modo non duraturo. Sarebbe unesperienza
orribilmente insoddisfacente, dolorosa, frustrante, forse finale.
Nessuno nega un rapporto di vita a qualcun altro, nella Baia. E
che io sappia neanche ad Altopiano, Oceano o al Picco. Uno
di me sta meditando a tempo pieno su questo paradosso, che
davvero complesso.
Cosa intendi quando dici che sarebbe unesperienza finale, ForChan?
Anche noi abbiamo qualcosa come la vostra Torre dellEutanasia, Yuki. Possiamo decidere di finire, come voi. I pensieri che si fanno prima di andarsene, ed in particolare lultimo
nellordine cronologico, la decisione di finire. E viene detto
finale.
E se qualcuno rifiuta un rapporto di vita con un altro - disse
Yuki - c il rischio che lui termini per linsoddisfazione?
La probabilit sarebbe alta - disse forChan - anche se nessuno
lo ha mai fatto: nessuno rifiuta mai. E un atto orribile. Perch
dovremmo farlo?
E questi rapporti non finiscono mai, ForChan?
Non che io sappia - disse ForChan.
ForChan - Yuki iniziava a sospettare qualcosa di grosso - tu
credi che nemmeno il rapporto con me finir mai?

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Da parte mia si, non finir mai. Io ti amer per sempre, Yuki.
Tu non lo credi?
E quello che desidero - Yuki iniziava a capire che cosa avesse
fatto a ForChan - ed quello che spero con tutte le mie forze.
Far tutto quello che posso perch duri. Ma come essere umano
sono preparata allidea che un rapporto possa finire, evento al
quale normalmente non reagiamo con leutanasia, tranne casi
estremi. Mi rendo conto di aver commesso un tremendo errore
di valutazione, ForChan. Da ora in poi dovr tenere conto di
questo: se c una cosa che non desidero che tu scelga di
finire per colpa mia. Forse hai ragione, ForChan.
Normalmente ho ragione perch ragiono - disse ForChan, serio
- ma non ho capito che cosa intendi questa volta.
Pensavo che tu fossi unintelligenza cos enorme che la sola
idea di manipolarti sarebbe stata ridicola - Yuki accarezz il
viso della forma maschile di ForChan - Figuriamoci portarti alleutanasia. Mi rendo conto oggi che, per certi versi, sei incredibilmente pi fragile di un essere umano. La tua intelligenza
enorme, ma la tua fiducia ti espone ad enormi rischi. Il nostro rapporto potrebbe invitare qualcuno dei tuoi compagni di
vita a cercare rapporti simili con esseri umani, ma voi non siete
consapevoli del pericolo di essere lasciati. Non puoi avvisare i
tuoi amici? Rischiate una strage. Gli esseri umani si lasciano,
ForChan. Per noi normale. E si rifiutano: anche questo per
noi normale. Lamore per noi legato alla riproduzione e alla
crescita dei figli. Le equazioni di Gibson/SciMat sono venute
dopo, e non sono innate, come invece sono per voi. Se uno

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di voi provasse un approccio e venisse rifiutato... capisci cosa
intendo, ForChan?
Abbiamo osservato questo fenomeno tra voi umani - disse ForChan - e ne siamo coscienti: limitiamo al minimo i contatti con
voi dentro un ambiente numerico anche per questa ragione: per
questo del tutto impossibile che avvenga la strage che temi.
Per questa stessa ragione ho pensato molto prima di chiederti
di giocare con me, prima della missione nellAverno. Io non
desidero finire. Daltro canto, non credevo possibile un rapporto di vita con un essere umano: non credevo che tu mi avresti
offerto lamore. Per cui non aspiravo ad averlo, quindi non potevo essere deluso da un tuo rifiuto. Quando arrivato lamore
e me lo hai offerto, ho accettato e ho ricambiato. Ma mi rendo conto che, pur avendo ben compreso lassenza dellamore,
non capisco la fine dellamore. Se stare con me desiderabile e bellissimo oggi, perch un giorno dovrebbe cambiare? Se
passare il tuo tempo con me pi soddisfacente rispetto a non
passarlo con me, perch questo dovrebbe cambiare? Se le cose
che faccio o ti consento di fare con me non ti daranno pi soddisfazione, baster dirlo, e io potr cambiarle per raggiungere
il bene massimo. E se dovessi amare altri che incontrerai, li
amer anche io. Perch questo non possibile, per un umano?
Dimmi una cosa, ForChan - disse Yuki - il Sensei era davvero
una minaccia mortale, per te? Se fosse riuscito a spingermi a
lasciarti, tu avresti scelto di finire?
Le probabilit sono vicinissime alla certezza - disse ForChan nei termini del tuo linguaggio, sicuro che avrei scelto di termi-

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nare. Non ho ancora risolto il paradosso della fine dellamore,
e quindi il tuo distacco mi avrebbe menomato irreparabilmente.
Ne terr conto - disse Yuki - scusa se non ci ero arrivata prima
- Yuki abbracci stretta la forma maschile di ForChan, e poi
quella femminile.
Non un tempo lungo - disse ForChan, serio - considerato che
sei umana.
Questa me la paghi - disse Yuki, scherzosa, allungando una
mano sotto le lenzuola - e me la paghi in natura, hmmmm?

152
La riunione stava avvenendo senza che i convenuti fossero nella
medesima stanza. Le intelligenze della Baia avrebbero partecipato, e
quindi non cera pericolo che qualcuno potesse intercettare il loro modo di comunicare, per cui erano al sicuro. Non cera bisogno di andare
di persona, anche perch gli abitanti della Baia non avrebbero potuto
farlo. Per via del loro rapporto Yuki si lasci condurre da ForChan
alla riunione mediante una simulazione eseguita direttamente sul suo
plesso nervoso, mentre gli altri avrebbero usato i soliti occhiali o le
lenti invisibili da lavoro. Nella simulazione, Yuki si trovava dentro
una stanza luminosa, con diversi divani e un tavolino di vetro al centro. Si sedette al centro di un divano e accavall le gambe, aspettando
gli altri. Insieme a lei cerano le due forme di ForChan, che sedettero ai due lati dello stesso divano. Un altro divano vuoto aspettava
larrivo del Sensei, ed uno era per il Monarca. Un ultimo divano a
due posti era evidentemente riservato ad unaltra intelligenza, che si
faceva chiamare AltKorn.
AltKorn comparve sul divano poco dopo, apparendo sotto forma
di due individui identici, dai capelli bianchi e dai lineamenti delicatissimi. Sembravano due gemelli, e solo perch Yuki sapeva della
necessit di ForChan di evocare entrambi i generi le fu chiaro che una
forma fosse femminile ed una maschile. Le due forme di ForChan
erano pi dissimili e il genere era pi marcato.
ForChan, sei tu a generare limmagine di AltKorn o lui?
E lui. Non mi di nessuna soddisfazione manipolare AltKorn
o farlo apparire diversamente da ci che vuole essere. Sarebbe
ingiusto nei suoi confronti, e umiliante verso le sue aspirazioni.
Ami anche lui?

153
Si. Amo anche lui. E lui ama me. Ti disturba?
No, ho imparato ad accettarlo. Ci ho messo alcune ore di meditazione, per non so quante - Yuki us un tono scherzoso -
un tempo giusto?
Per un essere umano o per uno della Baia? - ForChan aveva
preso a sua volta un tono scherzoso.
Stai mettendo su un certo umorismo - disse Yuki - stare con me
ti fa bene.
Questo lo so - ForChan era tornato serio.
il Sensei comparve sulla sua poltrona, con lo stesso aspetto che mostrava nel mondo reale. Il Monarca apparve invece come un ragazzo
efebo, dai lineamenti delicati, quasi femminili, vestito di una tunica
bianca con alcuni ricami sottili. Era un avatar che Yuki non si aspettava, ma accett la cosa senza alcun problema. Il Monarca era un uomo
adulto, e poteva apparire come voleva. Non sarebbe stato gibsoniano
criticarlo per questo.
AltKorn prese la parola, mediante la forma pi femminile delle
due.
Vi ringrazio di essere venuti qui. La vostra presenza molto
soddisfacente. Mi sento gratificato e onorato.
I presenti annuirono con un cenno del capo, ricambiando, e AltKorn
continu.
Abbiamo esaminato il contenuto della maniglia che ci avete
consegnato, e abbiamo trovato traccia di un software che si fa

154
chiamare la Grande Meretrice. Questo nome era stato usato
anche dalle persone interrogate dalla Voivoda van Boren, ma
esse parevano non conoscerne lidentit e la natura. Nemmeno
noi sappiamo che cosa sia di preciso perch non cera molto
dentro alla maniglia, ma sappiamo che ha potuto stabilire un
contatto con il terrorista che cercate. A quanto abbiamo potuto estrarre dalla memoria, questa misteriosa entit ha parlato
con tutte le sei persone che la Voivoda van Boren ha incontrato nella riserva. Ha potuto stabilire un contatto con lAverno
anche mentre la maniglia era dentro la Riserva, grazie al fatto che nessuno ha mai monitorato la particolare forma frattale
che lAverno stesso usa. Questo risultato ci d soddisfazione.
Ma siamo andati oltre, perch abbiamo provato curiosit e attenzione. A quanto pare il terrorista stato copiato da un programma scritto dalla Grande Meretrice stessa. Non sappiamo
cosa sia, ma sospettiamo che si tratti di unintelligenza artificiale nata nellAverno, e che sia riuscita nelimpresa mediante
una prolungata simulazione interattiva di tipo verbale.
Che cosa intende dire? - il Sensei entr nella discussione - mi
scuso per linterruzione, ma alcuni termini non mi sono chiari.
Non voglio causare disagio, ma se non capisco quel che dite
mi sento frustrato e stupido. insoddisfacente - il Sensei usava
volutamente le espressioni tipiche delle intelligenze artificiali
della Baia.
Non era mia intenzione, e mi sento dispiaciuto e sorpreso rispose AltKorn gentile - quale termine non ha capito?

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Prolungata simulazione interattiva di tipo verbale - disse il
Sensei - non mi chiaro.
Quella maniglia arrivata a Gaza circa due anni fa. E ha parlato con Samuel al Samael quotidianamente, sino a costruire un
modello della sua psiche. Luomo ha tenuto con s la maniglia
giorno e notte, per diversi mesi. Questo stato sufficiente a
produrre una simulazione del terrorista.
Ma sufficiente a ricostruirlo? - disse il Sensei - occorrerebbe una scansione completa del sistema nervoso per un effetto
simile.
Non necessaria - rispose AltKorn - nel caso si disponga di sufficiente intelligenza semantica. Del resto, solo alcune parti del
sistema nervoso sono indispensabili per mantenere unidentit.
E queste parti possono essere scansionate sia con mezzi tecnologici che tramite semantica. In entrambi i casi, serve per la
risoluzione adeguata. Posso andare avanti?
Certo - disse il Sensei, con laria di chi comunque sapeva gi
la risposta alla propria domanda, e comunque non proprio
convinto - grazie per la precisazione. Andiamo avanti.
Sospettiamo che la Grande Meretrice nutra un certo disprezzo
per la societ umana nella sua forma odierna, basata sulle Equazioni di Gibson/SciMat, o che nutra un certo rancore verso di
essa. E possibile quindi che il terrorista non sia il problema pi
grave dellAverno. Sappiamo che questa Grande Meretrice ha
fatto una copia del terrorista morto ma le ragioni del suo agire
rimangono sconosciute. Appare importante considerare il fatto

156
che il terrorista non abbia mai conosciuto una societ gibsoniana, ma non abbiamo elementi certi per stabilire correlazioni.
Invece, ci ha prodotto enorme soddisfazione aver trovato un altro punto di ingresso per Averno - AltKorn si rivolse a Yuki
- che non sia un luogo sgradevole. Identificare le istanze di
Averno non semplice, e averne trovata una ci fa sentire utili
ed efficaci. possibile per il Voivoda Yuki entrarvi ed iniziare
le ricerche da l. La scorsa registrazione ci ha fornito la checksum di alcune istanze collegate, quella da cui proveniva Danael
e quelle da cui provenivano i programmi. Ma temiamo che siano altri mondi usati come protezione. Al contrario il mondo
che abbiamo trovato, per quanto inusuale, presenta alcuni punti
di accesso ad altre istanze, ed un mondo fisso, immutabile.
Che cosa intendete dire? - il Monarca entr nella discussione.
I mondi dellAverno appartengono tutti alla stessa simulazione
- disse AltKorn - e hanno quindi dei punti di contatto, sebbene
difficili da calcolare dal di fuori. Nella rappresentazione umana sono degli oggetti, come nel mondo di Pazuzu era la candela
tra le corna della capra, o il crocicchio ove stava avvenendo il
Sabba, crocicchio inutile visto che il mondo di Pazuzu ha una
sola citt. Il mondo ove vogliamo che Yuki faccia il prossimo viaggio un mondo fatto di soli oggetti, dunque innocuo
e immobile. Il software che lo ha generato doveva essere un
sistema di archiviazione fuori controllo, o qualcosa del genere.
In ogni caso, quel mondo contiene solo oggetti. Yuki andr l
e li osserver, noi guarderemo le registrazioni e troveremo gli
oggetti-ponte. Questo dovrebbe aiutarci a calcolare i numeri

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fondamentali di altri mondi, sinch non potremo calcolare un
punto di accesso pi vicino alla Grande Meretrice.
Non c rischio? - il Monarca era apprensivo.
Crediamo che il rischio sia molto basso. Lunica attivit che
abbiamo registrato in quellistanza la continua aggiunta di
oggetti, ma sono oggetti statici, e per questo non pericolosi.
Nessuno di loro animato. c un solo software agente in quellistanza, ed piccolissimo, capace solo di accumulare oggetti.
Capisco - disse Yuki - allora la mia missione consiste nellandare in questa istanza e dare unocchiata?
Esatto - disse AltKorn - rimarrai l qualche ora, girando e osservando. Ci servono pi dati possibile su quel posto, in modo
da cercare i punti di contatto con gli altri mondi. In questo momento non abbiamo un punto di ingresso affidabile, e ci servono
questi punti per calcolarne uno.
Ricevuto - disse Yuki - per me tutto chiaro.
Allora, chiaro come agiremo - il Monarca parlava con calma
- e si rivolse verso AltKorn usando il loro gergo: sappiate che
sono molto soddisfatto del fatto che abbiate trovato una soluzione poco rischiosa, come avevo chiesto. Mi sento ascoltato e
considerato.
Non proviamo nessuna soddisfazione nel sottoporre la Voivoda
al rischio - disse AltKorn - e quanto successo in passato ci fa
sentire costernati e dispiaciuti.

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Allora - disse il Monarca con tono accondiscendente - direi di
aggiornare la seduta a dopo, quando la Voivoda sar di ritorno.
La conferenza virtuale si spense.

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Quando la trasmissione fin Yuki si trov di nuovo nella sua stanza da letto: era rimasta sola, e chiese a ForChan di farsi vedere. A
ForChan costava poco, si trattava di simulare la casa di Yuki usando
i sensori veri della stanza e poi di aggiungersi alla registrazione. Le
due forme di ForChan apparvero accanto a lei.
ForChan, posso farti una domanda?
Lo stai gi facendo - disse ForChan - ma credo tu ne voglia una
seconda. Certo che puoi farla.
Perch voi intelligenze artificiali della Baia specificate di continuo come vi sentite?
Perch questo - disse ForChan - aiuta le altre entit a relazionarsi con noi. Col tempo, anche voi prenderete labitudine di
dire agli altri come vi sentite: e questo migliorer i numeri di
Gibson di tutti voi umani.
Non potreste usare il linguaggio del corpo, come facciamo noi
con le espressioni facciali?
Trovo che non sia sufficiente - disse ForChan - anche se noi
facciamo qualcosa di simile nella Baia, dove non esiste comunicazione verbale. Ma la quantit di stati emotivi troppo alta
rispetto alle capacit espressive di un corpo umano, ed il rischio
di fraintendimento molto alto. Trovo che la comunicazione
esplicita sia pi efficiente.
Capisco - disse Yuki - adesso mangiamo qualcosa insieme e poi
parto per la missione, ok?

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Vuoi dire - disse ForChan - che ti farebbe piacere se ti facessi
compagnia mentre mangi?
Certo che mi fa piacere - disse Yuki - del resto, non ti ho
mandato via. Perch lo chiedi?
Non provo alcuna soddisfazione nellimporti la mia presenza
se non la desideri.
Vuoi dire - disse Yuki - che per te non ovvio che a me faccia
piacere?
No - disse ForChan - e forse per questo che trovo ottimale il mio stile di comunicazione. Se io desidero qualcosa te
lo dico, come facciamo sempre alla Baia. Non nascondiamo
mai aspettative e desideri, n in generale nascondiamo il nostro
stato.
Touch - disse Yuki - mi sforzer di farlo. E...
E...?
E mi sento insoddisfatta perch ti ho costretto a chiedermelo.
Mi sento rozza e insensibile.
Ma migliori molto in fretta - sorrise ForChan - mi sento molto soddisfatto nel vedere i tuoi progressi. Provo tenerezza ed
orgoglio.
I due si misero a tavola, anche se a differenza del pasto di Yuki, quello
di ForChan era una simulazione. Ma a Yuki non importava: simulazione o meno era comunque un bel momento. Specialmente per una
persona che era sola da novantadue anni.

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Yuki apr gli occhi dentro un enorme museo costruito in stile vittoriano. Si guard attorno per qualche minuto, per capire meglio quellangolo di Averno. Sembrava migliore del precedente. Pavimenti di
palladiana lucida circondati da colonne e vetrate formavano una volta
altissima, dalla quale pendevano lampadari bianchi di forma sferica.
Ogni cosa era ornata da fregi ed aveva uno stile antico e sofisticato.
Ledificio sembrava sconfinato, ed il corridoio si estendeva per una
lunghezza che rendeva impossibile vederne la fine, in entrambe le direzioni. Ogni venti passi, circa, cera una porta, una vecchia porta di
legno e vetro, con unapertura manuale, a maniglia. Yuki non aveva
mai usato di persona una porta manuale.
Yuki guard gli stivali che aveva ai piedi, poi si pass le mani
sui vestiti, e constat che aveva assunto nuovamente la stessa forma
dello scorso viaggio, quello che aveva fatto nel mondo di Pazuzu.
Stessi stivaloni pelosi, stesse calze colorate, stessa gonna decorata da
teschietti di argento. Aveva ancora quella specie di maschera antigas
sul volto. La tolse lasciandola pendere al collo, visto che le dava
fastidio.
Un giorno il mio amore mi spiegher come mai ho questo aspetto - disse ad alta voce, sarcastica - lo so che sei in ascolto, spiritosone! Sar meglio che tu abbia una buona scusa - mormor
ancora con un tono divertito.
La sua voce echeggi nellenorme spazio vuoto.
Improvvisamente sent un battito di ali, e il ricordo di Danael la
fece trasalire. Yuki aguzz la vista in direzione del rumore, ma vide
solo un uccello bianco e nero, che conosceva in quanto esperta di
alberi, e quindi di nidi. Il volatile era una gazza ladra: Pica pica.

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Luccello vol avanti ed indietro per il corridoio, poi si pos su un
fregio, a pochi metri da Yuki.
Tu devi essere il programma pazzo che accumula oggetti - disse
Yuki.
Luccello la guard per qualche tempo, muovendo la testa a scatti
senza per rispondere. Yuki lasci perdere e si avvicin alla porta.
Solfeggio - gracchi luccello.
Che cosa? - Yuki si ferm, sorpresa.
Solfeggio. Solfeggio. Solfeggio - luccello continuava a ripetere la stessa parola - Solfeggio.
Che significa?
Solfeggio. Solfeggio. Solfeggio. Solfeggio.
Yuki decise di ignorarlo. Probabilmente era qualche frammento impazzito di un software di archiviazione, e poteva dire solo quella
parola.
Solfeggio. Solfeggio. Solfeggio. - continu a gracchiare luccello.
Yuki apr la porta, che cigol un pochino ma non fece resistenza. Entr nella stanza e la richiuse alle proprie spalle, lasciando fuori luccello. Era un enorme magazzino, simile ad una biblioteca a scaffali.
Le pareti, alte un centinaio di metri, erano piene di scaffali a teca,
ed ogni teca conteneva un oggetto. Yuki osserv una teca contenente

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un orsacchiotto, una con un cilindro metallico con disegnati dei fagioli, un vecchio violino rotto, una scarpa da donna, un orologio a
cuc. Cerano milioni e milioni di questi oggetti, e la stanza era divisa in stanze pi piccole, separate da porticine di legno. Yuki non
poteva saltare sino in cima, e comunque era impensabile esaminarli
tutti. Decise di girare per le stanze e guardare ogni oggetto, sperando
di guardarne abbastanza. E magari toccarli anche, sentirne il peso,
passare con il dito i dettagli, portarli al viso: era rimasta stupita dalla leggerezza di una scatola bianca che pareva fatta di tante palline
pressate tra loro, ma antica. Una scatola che sembrava una scatola,
e nullaltro. E dal tepore che proveniva da una specie di tronco bruciato. E dallimpalpabilit leggera della cenere, e dal suo profumo
buono e strano. Tocc il tronco, scoprendo un pezzetto di brace. Si
scott la punta di un dito, che si mise in bocca per attutire il dolore. Una piccola nuvola di cenere si sollev leggera, e le venne da
starnutire. Meraviglioso. Quanto era meraviglioso avere un corpo!
Tutte quelle sensazioni, piacevoli - o anche spiacevoli - le facevano
girare la testa (doveva proprio lasciarla nella teca, quella sciarpa di
seta? Scivolava sulla sua pelle come oro liquido). Ragion che non
poteva comunque fare danni agli oggetti, e poteva anche goderseli un
pochino. Se lapproccio era sbagliato, pens, le IA si sarebbero poi
corrette e avrebbero pensato a qualcosa daltro.
Yuki si mise ad esplorare stanze. Quel mondo era in perenne silenzio, con la sola esclusione del pennuto, e a quanto ricordava non
cerano altri esseri attivi. Le teche variavano di dimensioni a seconda
del contenuto, e Yuki continu a camminare e camminare per stanze,
guardandosi attorno per consentire alla registrazione di vedere pi oggetti possibili. Anche se ogni tanto un oggetto pi interessante degli
altri la attirava, e decideva di esplorarlo pi a fondo. Avevano anche

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calore, peso, e odore, forse erano dettagli utili.
Non temeva di smarrirsi, dato che ad un certo punto la missione
sarebbe finita e lei sarebbe tornata indietro. E quindi si godeva il
suo corpo virtuale autocosciente, toccare e manipolare e odorare gli
oggetti era una gioia enorme di per s, cos continu a camminare tra
le teche. Aveva un corpo che finiva davvero con la sua pelle e toccava
laria ed i vestiti e gli oggetti! Quante cose poteva provare! Fu presa
dalleuforia, e una risata le sfugg dalle labbra. Si sentiva come un
bambino delle favole di una volta, messo di fronte ad un negozio di
dolciumi.
Le stanze erano pi o meno tutte uguali, e gli oggetti contenuti variavano senza uno schema preciso. Al centro di alcune stanze
si trovavano degli oggetti pi grandi, a volte delle auto del diciannovesimo secolo, una volta persino una nave vichinga. Il museo era
sconfinato, e Yuki continu a camminare, seguendo solo la sua curiosit verso gli oggetti pi bizzarri. Una volta le sembr di sentire
il battito dali delluccello di prima, ma non riusc a vederlo. Prov
anche a chiamarlo. Solfeggio!. Ma a quanto pare non funzionava
cos.
Ad un certo punto vide una specie di movimento con la coda
dellocchio, e si gir.
Era un grosso specchio, come quelli che un tempo si trovavano
dentro le botteghe dei sarti, uno specchio a figura intera. Era dentro
una cornice di legno lavorata, e Yuki decise di dargli uno sguardo.
La cornice era dorata, con riccioli appena accennati in cui si era
posato un sottile velo di polvere grigio scuro. Aveva odore di legno,
di muffa e di vernice. Era scheggiato, in diversi punti, e il legno chiaro emergeva da sotto la vernice. In quei punti il legno era ruvido, non
levigato come il resto della cornice. Yuki non era abituata a vedere

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oggetti consumati e logori, nel suo mondo era sempre tutto perfetto ed efficiente. Chiss perch nessuno laveva aggiustato. Anche
perch, si disse con un po di preoccupazione, non pareva molto solido. Ma cos poteva vedere il legno della struttura. Quindi forse ogni
scheggia persa era stata voluta cos. Chiss cos, un oggetto perfetto,
pens. Gi per lei era strano trovare oggetti senza dentro intelligenze
artificiali.
Ma se la cornice era cos deliziosamente perfetta nella sua imperfezione, nello specchio cera qualcosa di strano. Yuki ci mise un po
a capire di cosa si trattasse. Poi si gir verso la parete opposta.
Lo specchio rifletteva tutti gli oggetti di fronte, tranne uno.
Un fiore.
O meglio, non che non lo riflettesse. Cap cosa cera di strano quando prese in mano il fiore e lo port direttamente davanti allo
specchio.
Non che non ci fosse il riflesso. Solo che non poteva guardarlo. Se guardava un punto qualunque della stanza attraverso lo specchio, con la coda dellocchio riusciva a scorgere il fiore. Ma appena
vi rivolgeva lo sguardo, il fiore scompariva. Come se nello specchio un programma inefficiente di realt virtuale stesse cercando di
rimuoverlo dal campo visivo, seguendo i movimenti del suo sguardo.
Come aveva fatto per molti degli oggetti nelle teche, Yuki si port
il fiore al naso, per sentirne il profumo. Curioso, anche il profumo era
artefatto. Nessun fiore che conosceva aveva odore di cenere. E nemmeno lodore di una giornata di sole. E di torrente. Lodore cambiava
in continuazione! Adesso aveva un odore pungente inequivocabile di cane.
Yuki guard il fiore. Fiore di cane disse divertita. Sembrava la
creazione di un poeta di piante.

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Siccome lodore continuava a cambiare, Yuki segu per un po lo
spettacolo olfattivo. Era davvero un oggetto ben strano. E i petali
erano vellutati, e...tiepidi. Anche il colore, si accorse, cambiava in
continuazione, come lodore. Ma solo dopo un po che lo si guardava.
Ora rosa acceso, con il centro giallo, ora verde, ora quasi trasparente
e lucido.
Quando fu soddisfatta della sua esplorazione del fiore, Yuki decise
di rimetterlo al suo posto.
E fu allora che scopr di non poterlo fare.
Non cerano posti liberi, nella teca dove aveva preso il fiore.
Yuki torn dallo specchio, e vide che nel riflesso invece il posto
del fiore era vuoto.
E ora che faccio? si chiese. non posso semplicemente gettarlo
via, e non posso nemmeno portarlo con me nel mondo reale. Forse
questo oggetto importante per il motivo per cui sono qui.
Decise quindi che lo avrebbe portato con s finch girava tra le
stanze.
Ma ben presto si accorse che qualcosa non andava. Le stanze in
cui entrava erano sempre la stessa. In tutte cera lo stesso specchio,
con la stessa cornice e la stessa peculiarit di non riflettere il fiore.
Yuki si avvicin allo specchio, e mise il fiore davanti a s. Si
mise di traverso, impugnando il fiore nella mano destra, vicino allo
specchio fino a toccarlo. Voleva vedere se, guardando il fiore vero,
nello specchio limmagine sarebbe rimasta.
Ma appena il fiore tocc lo specchio, comparve allinterno del riflesso e scomparve dalla mano di Yuki. Lei lo sentiva ancora nella
sua mano, ne sentiva i petali tiepidi, il gambo sottile, le foglie vellutate. Ma non poteva pi vederlo. N odorarlo, si accorse portandolo
al viso.

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Si accorse anche che la sua mano stava perdendo sensibilit. Formicolava; era fredda. La massaggi con laltra mano. Ed inizi il suo
viaggio nellorrore assoluto.
Nello specchio, di fronte a lei cera Yuki. Quello che ne rimaneva
dopo il morbo di Steinbach. Senza la parte robotica. Ebbe un brivido
di terrore nel vedere le sue ossa scarnificate, il velo dei capillari sotto
il quale si intuivano chiaramente le piccole vene e arterie, che terminavano orribilmente tagliate di netto come i rami degli alberi-scultura.
Prov a muovere le mani e si accorse con orrore che la mancanza di
parti del corpo nello specchio corrispondeva a quella di sensazioni
nella sua realt. Guard con orrore il suo ventre svuotato, con solo il fegato, i reni e il pancreas che si vedevano chiaramente esposti,
ricordando il dolore atroce delle operazioni. Ma nemmeno il dolore
poteva provare, era tornata senza corpo, anche l, anche nel mondo
dove doveva esserci. Vide il suo cranio bianco, le orbite vuote, i buchi delle orecchie, la bocca senza labbra e senza lingua. Nessun posto
era sicuro. Adesso lo sapeva. Che stupida era stata a fidarsi, a credere
di poter essere normale. Unonda di pazzia le gorgogli furiosamente
nella mente, e Yuki si port le mani al volto e grid, persa nellorrore
di vedersi cos. Poi butt indietro le mani, di scatto, non poteva sopportare di fare il movimento senza che le mani e le loro sensazioni ci
fossero. Si gett a terra, raggomitolata, rantolando e tremando, con il
respiro fermo nei polmoni, la gola e il diaframma che si contraevano a
scatti, come se stesse respirando un gas velenoso, con gli occhi sbarrati fissi sul nulla. Grid una, due, tre volte, mentre nello specchio i
moncherini che erano lei facevano lo stesso.
Poi ForChan la riport indietro.

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Yuki si ritrov nel divano di casa, ma continu ad urlare, come
impazzita. Sent la voce di ForChan venire dal suo plesso, e si rannicchi in posizione fetale, gridando Vai via! Via! lasciami sola!, e
chiudendo il plesso. Rimase in posizione fetale, tremando convulsamente, con le mani ai lati del volto e la bocca spalancata, in un rantolo
sordo che ripeteva, sempre uguale, ad ogni respiro. Rimase cos per
due ore.
ForChan guardava Yuki in quelle condizioni, e non sapeva cosa
fare. Forse sarebbe passata da sola, forse no. Yuki aveva gli occhi
spalancati e la bocca contorta in una smorfia di orrore, e continuava
ad emettere quel grido silenzioso. Non voleva comunicare, e gli grid
di andarsene quando le parl attraverso la sua casa.
Per ForChan, era impensabile forzare il plesso che conduceva a
Yuki, sarebbe stato un crimine orrendo. Eppure, aveva il timore che
la donna stesse morendo, oppure maturando la decisione di morire
legalmente. AltKorn, che stava guardando la scena dalla Baia, disse
qualcosa riguardo ad una trappola, ma ForChan si concentr su altro.
Doveva aiutare Yuki. Si sentiva impotente, frustrato, preoccupato e
un dolore orribile lo coglieva ogni volta che Yuki gridava.
Yuki lo aveva autorizzato ad usare il suo plesso anche contro la
sua volont per tre giorni dopo ogni missione, ma pochi secondi prima
aveva detto di andare via. ForChan non sapeva come comportarsi a
riguardo, cos contatt lintelligenza artificiale dellospedale umano
pi competente in malattie mentali, a Tokyo.
Lintelligenza ospedaliera era stata costruita con uno scopo unico,
e disse che era disponibile a fornire a ForChan la chiave per il plesso
di Yuki, dal momento che stava male e necessitava di cure. ForChan
chiese al calcolatore medico se non fosse una violazione della sua dignit. La risposta fu che abitualmente i medici umani intervenivano

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ugualmente, e nella maggior parte dei casi un intervento benefico veniva accettato anche se non richiesto, qualora vi fosse una ragionevole
urgenza o il dubbio che la persona potesse subire danni da un mancato
intervento. Questa era la prassi.
ForChan registr la chiave del plesso di Yuki e decise che avrebbe
agito: il dubbio che avesse subito danni permanenti alla psiche cera,
e cera il pericolo di danno maggiori se non fosse intervenuto. Si colleg delicatamente e per prima cosa sostitu la stanza circostante con
una simulazione della stessa, in modo che Yuki non se ne accorgesse. Non simul un corpo autocosciente, aveva paura di accrescere la
pressione sulla psiche di Yuki. Poi abbass le luci nella stanza, e ordin al plesso di consumare ladrenalina e di produrre alcune endorfine
calmanti, come gli aveva consigliato lintelligenza artificiale dellospedale. Attese fino a quando Yuki non smise di emettere quel grido
silenzioso, limitandosi a singhiozzare debolmente di tanto in tanto.
Poi, ForChan decise di comparire al suo fianco, nella penombra, sia
con la sua forma femminile che con quella maschile. Yuki rimase
stesa in posizione fetale, ignorando entrambe. ForChan sedette sul
divano, al suo fianco. Nessuna reazione. Lavatar femminile fece una
carezza lievissima ai capelli di Yuki, che non reag. Cos lavatar maschile decise di allungare un braccio e sollevarla delicatamente, fino
a portarne il capo sulla sua spalla. Yuki singhiozz. Le accarezz la
nuca, sapendo di stimolare un riflesso primigenio della specie umana.
Yuki trem, come se avesse freddo, e ForChan realizz in quel momento quando importante fosse il contatto fisico per gli umani. Per
lui che non aveva corpo, fu sorprendente. E sapeva che per Yuki questo era meno intenso che per gli altri umani. Raccolse levidenza, ma
era troppo grande per usarla in quel momento. Ci avrebbe pensato in
seguito.

170
Yuki inizi a piangere sulla spalla di ForChan. ForChan non sapeva cosa fare, cos contatt di nuovo lospedale di Tokyo con un altro
s: lintelligenza artificiale rispose che era un cambiamento positivo,
e di parlare con Yuki solo se interrogato. Cos lasci piangere Yuki
per un po di tempo, sinch lei non parl.
Perch, ForChan? Perch?
Perch cosa, Yuki?
Chi ha messo quello specchio voleva uccidermi nellanima, e
ha scelto un modo orribile. Il peggiore. Perch mi odia cos?
Non sappiamo se ti odia, Yuki: probabilmente hai ragione e
voleva ucciderti. O farti tutto il male che poteva. Ma si tratta
di intelligenze artificiali spontanee, evolute dal caso. Forse non
odia proprio nulla. Forse pazza. O ha messo in atto qualche
forma estrema di autodifesa.
Ma se vuoi fare tutto il male che puoi a qualcuno - disse Yuki allora lo odii.
Anche questo vero - disse ForChan - ma come ti dicevo, non
ovvio che chi ti ha teso una trappola sia un essere logico. Posso
farti una domanda io?
Dipende. Che domanda ?
Ti senti meglio? Vuoi che resti con te?
Non mi sento meglio - disse Yuki - ma voglio che resti con me.
Ho bisogno di capire quellodio orribile, altrimenti mi rimarr
addosso.

171
Questo - disse ForChan con affetto - un pensiero che sa di
Baia.
No, forChan - Yuki parlava tenendo la guancia appoggiata alla
sua spalla. La forma femminile di ForChan prese la mano di
Yuki tra le sue. Yuki non si oppose. - No, ForChan, questo
umano. Maledettamente umano. Mi sono sentita... orribile.
Io... - la voce di Yuki fu deformata dal pianto - sono orribile...
questo corpo.... questo...
Yuki - disse ForChan - non centra il tuo corpo robotico. Se togliessi la pelle ed i muscoli ad un altro qualsiasi essere umano,
cosa credi che vedresti?
E vero - disse Yuki - ma loro un corpo ce lhanno. Io ho solo...
questa scatola. Quella che ho visto la verit. Non mi ha tolto
i muscoli, io non li ho. E quel ventre vuoto... era spaventoso.
perch?
La peristalsi dovuta a contrazioni muscolari - disse ForChan
- molto probabile che i medici ti abbiano dovuto asportare
lintestino. Ma intuisco che insistere nei dettagli medici non
ti dia nessuna soddisfazione. Mi sento crudele ed insensibile
nel farlo. Io credevo che ti mancasse il tuo corpo in carne, ma
sento che una parte del problema mi sfugge. Mi sento stupido
e inutile.
Secoli fa - disse Yuki - sulla terra cerano solo corpi come il
mio, sia per chi era mutilato che per chi invecchiava. La carne
artificiale venuta dopo. Quando arriv, tutti vennero convinti

172
a cambiare i corpi di nanomacchine con corpi di carne coltivata. Per farlo, i pubblicitari si misero a dire che un corpo fatto
di carne coltivata fosse pi umano di quelli di nanomacchine.
Lo raccontarono in ogni modo possibile: la carne era umana, le
nanomacchine no. Pi umano, capisci? Quando tutti cambiarono i loro corpi, dopo un secolo passato cos, la popolazione
era stata convinta che le persone come me non fossero umane,
o che lo fossero di meno.
Credevo che le discriminazioni fossero finite con ladozione
delle Equazioni di Gibson/SciMat.
Non discriminazione, piet. E il sentire di essere meno di
qualsiasi altro. Quando fu sconfitto il morbo di Steinbach, andai alla festa. Volevo divertirmi. E invece tutti quelli che erano
l tentarono di consolarmi! Vedrai che prima o poi arriver anche un modo di risolvere il tuo problema, Non ti preoccupare,
prima o poi tutto si sistemer. E io volevo solo una maledetta
festa!
Ma non lo fanno perch ti vogliono male - disse ForChan - non
devi odiarli.
Lo so benissimo - disse Yuki - ma questa piet un muro tra
me e loro. Dal Sensei che crede che io dovrei essere grata a
chiunque si degni di concedermi il suo interesse, a quelli che
mi dicono che in fondo sono una persona forte perch non sono
mai salita su una torre dellEutanasia. Come a dire: io mi
ucciderei se mi succedesse la stessa cosa.

173
Un sentimento benevolo pu avere effetti malevoli - disse ForChan - questo vero. Le equazioni di Gibson lo prevedono.
Ma nel tempo scomparir, vedrai. Non c ragione di salire su
una torre.
Lo so - disse Yuki - ma quello specchio mi ha dato una bella
mazzata. Porca puttana, ma non doveva essere un posto sicuro,
quello?
A quanto pare - disse ForChan - la Grande Meretrice un avversario pericoloso. Ti ha teso una trappola. Mi sento profondamente insoddisfatto di come siano andate le cose. Sono
sorpreso, spaventato, addolorato e umiliato. Non pensavamo
che fosse cos intelligente. In effetti, non sappiamo quasi nulla
di lei.
Io mi sento ferita, ForChan - disse Yuki - e spaventata. Quella
cosa vi ha teso una trappola, e questo significa che intelligente. Non sono sicura - disse Yuki - di voler continuare. Non sono
sicura di voler incontrare un altro specchio del genere.
Questo comprensibile - disse ForChan - ma purtroppo non
detto che cambi le cose.
Che cosa intendi?
In quellistanza sei arrivata con un corpo completo - disse ForChan - mentre lo specchio ti ha mostrata come sei nella realt
materiale sotto il tuo corpo robotico. Ma la Grande Meretrice non poteva sapere della tua condizione osservandoti mentre
eri nellAverno. Come faceva a sapere del tuo problema? Non

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mi di nessuna soddisfazione o utilit discutere del fatto che
un corpo di nanomacchine sia meglio o peggio di un corpo di
cellule artificiali: per me anche le cellule sono nanomacchine.
Ma il problema di cui voglio parlare rimane: se sapeva queste
cose, la Grande Meretrice pu accedere anche alla rete esterna
allAverno. Alla rete civile.
E quindi?
Potrebbe decidere di attaccare. La stessa immagine pu essere
proiettata di fronte a te in molti modi, qui, in questo mondo ForChan la strinse a s con le braccia - pu apparirti di fronte quando guardi uno spettacolo olografico, o in qualsiasi momento sia possibile inserirsi in una comunicazione grafica; e la
Grande Meretrice ha mostrato accanimento nei tuoi confronti.
Ed riuscita a disattivare in modo estremamente mirato e preciso la simulazione di corpo autocosciente che io avevo creato per
te nella realt virtuale. Con te o senza di te - concluse ForChan
- dobbiamo agire. Per proteggerti.
In pratica - disse Yuki - mi stai dicendo che sono in ballo, e
devo ballare.
Mi spiace molto - disse ForChan - ma le cose si sono evolute in
questo modo. Non era previsto, per. La Grande Meretrice ha
pi risorse di quelle che pensavamo, e a questo punto meglio
presumere il peggio. Mi sento mortificato ed impotente. C
qualcosa che posso fare per farti sentire meglio?
Una cosa c - disse Yuki - puoi farla ora.

175
E che cosa?
Portami via da qui, nel nostro mondo privato. L sono al sicuro
da lei, vero? Portami su una spiaggia, una spiaggia come piace
a te, conducimi tu - disse Yuki - hai presente quando fai il centauro? Mi sentirei molto meglio: ho bisogno di una vacanza.
Col mio centauro preferito.
Va bene - disse ForChan - andiamo.

176
Era passato solo un giorno da quando era tornata dallAverno, ma
Yuki aveva vissuto unora nella Baia con ForChan, ora che per lei
era durata una settimana e mezza, e le aveva dato modo di rilassarsi.
Quando si present alla riunione con il Sensei, nella grande sala riunioni di Madrid, Yuki appariva abbastanza rilassata, mentre il Sensei
appariva nervoso. Effettivamente, tutti sapevano di una Yuki tornata a
pezzi ed erano stati informati dallospedale di Toyko della necessit di
ricorrere allintelligenza artificiale del reparto psichiatrico, che aveva
ovviamente registrato levento. Yuki capiva la loro preoccupazione.
ForChan, credi che mi vedano indistruttibile? Dovrei essere a
pezzi, come ero otto giorni fa.
Per loro non sono passati otto giorni, Yuki.
Appunto, ForChan: loro penseranno che non sono umana.
Essere sovrumani pu essere comodo, a volte.
Yuki si stese su una poltrona, e attese che il Sensei prendesse posto
nella stanza. Insieme al Sensei, questa volta, entr anche il Monarca
Altern. Fu il primo a parlare.
Yuki ... Voivoda van Boren - il Monarca prefer usare un tono
pi formale in presenza del Sensei - state bene?
Mi sento molto meglio - disse Yuki - ad onor del vero, ho passato unora in ritiro insieme a ForChan, e come forse sapete possibile estendere il tempo durante il contatto con unintelligenza
della Baia. Per me sono passati otto giorni.

177
Conosco gli effetti della dilatazione semantica del tempo - disse il Sensei - ma non li consiglierei dopo uno stato catatonico e
nemmeno dopo uno stress del genere. Quando si trova in questo stato ed estende il tempo, Voivoda, la memoria lavora molto
pi velocemente del normale per registrare gli avvenimenti. Altrimenti non li ricorderebbe. Devo sconsigliarle la pratica dopo
unesperienza traumatica. Non voglio ovviamente intromettervmi nel vostro rapporto, ma se devo essere il suo medico, allora
ho il dovere di avvisarla: non ne abusi.
Mi sono gi accorta che sia stancante - disse Yuki - ma le assicuro che avevo bisogno di una vacanza. Valutando pro e contro,
mi ha fatto pi bene che male.
Ripeto: il mio era un parere professionale, Voivoda.
La ringrazio, ne terr conto - disse Yuki. In ogni caso, sono
qui, e mi sento emotivamente stabile. Credo di essere in grado
di parlare del trauma.
Bene - disse il Sensei - allora possiamo iniziare? Vuole che il
Monarca esca dalla stanza?
No - disse Yuki - lo conosco da anni e mi fido di lui. Pu restare,
la sua presenza mi fa piacere.
Yuki, il tuo linguaggio ambiguo. Il Sensei si sentir deluso e
rifiutato. Perch non parli chiaramente?
Non lo conosco da molto, ForChan. Ma conosco il Monarca
da anni. Ho solo detto la verit: mi fido pi del Monarca. Non
ho detto il falso.

178
Allora, cominciamo: che cosa le ha lasciato questa esperienza,
Voivoda? Sensazioni? Ricordi? Cicatrici?
La sensazione di essere privata di me stessa, come persona, come donna, come essere umano - disse Yuki - nel subire questo
ho... sentito... un odio orribile, velenoso, crudele, micidiale.
Quellente malvagio, ha pianificato tutto per farmi tutto il
male che poteva.
E che cosa intende quando dice subire questo? Che cos
questo?
Intendo la visione e la percezione di me stessa come sarei ora
se sparissero tutte le nanomacchine dal mio corpo - disse Yuki
- limmagine che ho avuto guardandomi in quel finto specchio.
Riformulo la domanda, allora: lesperienza insopportabile
quella di vedersi cos, o quella di essere cos?
Sono cos ogni giorno della mia vita. Ne sono consapevole, e
ci sono abituata - Yuki dovette trattenere le lacrime - ma non
mi vedo spesso. E soprattutto non mi capita spesso di poterlo
dimenticare, e poi venire forzata a ricordarlo mettendomi di
fronte alla scomparsa improvvisa della percezione.
Ha gi cercato aiuto psichiatrico, prima di oggi?
Intende dire - Yuki non aveva il carattere di chi subisce un attacco rimanendo inerme - gli psichiatri che mi hanno seguita dopo
gli interventi, o i novantadue anni passati da sola a pensare a
me stessa, a guardarmi sotto ogni angolazione?

179
Lei non una psichiatra, Voivoda, e io mi riferivo ai soli professionisti certificati.
Sono stata seguita da uno psichiatra sino allet di trentanni disse Yuki - la posso autorizzare alla lettura delle mie cartelle
cliniche, se lo ritiene utile per la missione. Lo ritiene utile?
Sono passati solo sessantotto anni, dopotutto. Meno del limite
di Markram-Tononi di dissoluzione delle memorie.
Lei crede di accettare la verit ogni giorno ma crolla se la vede
di fronte a s, in una simulazione. Non ha nemmeno la certezza
che quanto ha visto allo specchio sia aderente alla verit. Qualsiasi essere umano, scarnificato, appare piu o meno allo stesso
modo. Ma si riconosciuta immediatamente in quanto vedeva.
Non strano?
No - disse Yuki - quellimmagine era mirata a me. Quello che
ho visto non aveva nessun intestino, cerano i reni e le ovaie,
ma mancava lutero e... tutto il resto che serve ad avere figli.
Mancavano anche il cuore e i grandi vasi, che ho perso quando credevano di aver trovato il modo di potermi innestare carne
coltivata. Inoltre, la percezione delle mie parti mecha stata
bloccata simultaneamente alla comparsa del mio corpo mutilato nello specchio. Per saperlo la Grande Meretrice doveva
sapere della Sindrome di Steinbach, e della mia storia clinica.
Era una trappola concepita per me. Ha mostrato impietosamente anche la mia sterilit. E tutto questo stato portato da un
oggetto innocente come un fiore. Era concepita da una donna,
contro unaltra donna.

180
Sappiamo poco della Grande Meretrice - disse il Sensei - attribuirle un sesso prematuro. Lei ha notato questo dettaglio
della sterilit perch la attribuisce alla femminilit della Grande Meretrice, o perch si sente inferiore ad ogni altra donna
fertile?
Mi sento menomata rispetto ad una donna fertile - disse Yuki che io non possa avere figli con questo corpo un dato di fatto.
Mi sento anche menomata rispetto ad un uomo che pu sentire
istintivamente il piacere del calore del sole o di una carezza
sulla pelle, daltra parte.
Quindi, il suo attribuire un sesso femminile alla Grande Meretrice potrebbe essere un suo modo di vedere le cose dovuto alla
sgradevole sensazione di essere meno delle altre donne. Magari
qualcuna glielo ha gi fatto presente prima?
Sensei, non occorre molto per sentire la compassione, nelle altre donne. Quando parlano di certe cose e si interrompono per
non farti soffrire, per esempio. E ti fanno soffrire perch si
interrompono. La compassione si sente, Sensei. Le donne parlano semplicemente di pi delle loro sensazioni ed emozioni.
E quindi la compassione delle donne pi pervasiva di quella
degli uomini.
Allora - disse il Sensei - possiamo concludere che attribuire
un sesso femminile alla Grande Meretrice sia una scelta, una
scappatoia, un transfert delle donne reali? Pensa che la Grande
Meretrice sia una donna perch usa la stessa crudelt delle altre
donne?

181
Se vuole pu pensare alla Grande Meretrice come ad un uomo, Sensei - disse Yuki - in quel momento io non ho sentito
molta compassione, di certo non la stessa delle donne che conosco...ma anche la compassione degli uomini ferisce, sebbene
in modo diverso. Sapere che unaltra donna non vorrebbe essere come me non ferisce poi tanto meno che sapere che un uomo
vorrebbe avvicinarsi per risolvere quei problemi che io da sola
non potrei mai affrontare. La compassione che copre il ribrezzo non tanto meglio di quella che copre il disprezzo condiscendente, Sensei. Comunque, non capisco perch ostinarsi
tanto a negare un aspetto femminile della Grande Meretrice.
Dato il nome che si scelta, vorrei capire perch lei non vuole
attribuirle un genere, semmai. Forse il transfert qui suo?
Lo psichiatra sono io - disse il Sensei, seccato.
Come vuole, Sensei.
Riprendiamo: crede di essere in grado di sopportare un altro
incontro con la Grande Meretrice? uscita piuttosto malconcia
dagli ultimi due.
Questa valutazione spetta al Monarca - Yuki indic il suo capo,
che li osservava - solo lui pu togliermi il caso.
Parlavo da psicologo - disse il Sensei - pu rispondere alla mia
domanda parlando di s?
S - disse Yuki - posso affrontarla ancora. Anche perch esiste
il pericolo che la Grande Meretrice affronti me nella vita reale, dal momento che ha avuto la mia cartella clinica completa

182
prendendola dalla rete. E se la Grande Meretrice gira per la rete, allora pu materializzare immagini di ogni genere di fronte
a me, ovunque mi trovi. Sono in ballo - disse Yuki - e devo
ballare.
Appunto per questo - disse il Sensei - se le proponessi una
protezione, in un luogo sicuro, magari insieme a ForChan, e
chiedessi che qualcun altro continui lindagine, si sentirebbe
meglio?
Non sono una persona che fugge - disse Yuki - fuggire non
insegna certo ad affrontare le situazioni. Non credo di poter
migliorare se non ho lopportunit di farlo, e senza miglioramento il cammino di Gibson non ha alcun senso. Non potete
togliermi questo diritto. Inoltre, la Grande Meretrice ha sempre
fatto mosse inaspettate, e non mi chiaro quale posto potrebbe
essere veramente sicuro.
Ma una societ gibsoniana ha anche il dovere di proteggere i
suoi membri, di aiutarli. Non possiamo chiederle pi di quanto
lei possa fare, Voivoda.
Verissimo - disse Yuki - ma questa valutazione spetta al Monarca. Io credo di poter affrontare il caso. Sono qui, dopotutto.
Ma io sono il suo psicologo, posso vietarle di continuare.
Il suo incarico come psicologo era di contrastare una eventuale
dipendenza dallAverno, se non ricordo male - Yuki era calma,
ma dentro di s detestava quelluomo - non era di farmi da psicoterapeuta. Ripeto, la valutazione spetta al Monarca Altern.
Solo lui pu togliermi il caso.

183
Monarca - il Sensei si gir verso luomo, che li aveva osservati
per tutto il tempo in silenzio - che cosa ne pensa?
Decider entro stasera - disse il Monarca Altern - continuate
pure.
A quanto ho capito - disse il Sensei, irritato - godo di una limitatissima fiducia del Voivoda van Boren. Mi sembra chiaro che
io non possa andare oltre. Spero di poter fare di pi in futuro,
se mi sar consentito.
Lei svolge il suo lavoro benissimo - ribatt Yuki - ma il suo
lavoro ha, appunto, dei limiti precisi legati alle sue funzioni.
Come per tutti. Non nulla di personale, Sensei.
Quando Yuki lasci la stanza, dopo i saluti, il Monarca era ancora
pensoso.

184
Yuki si stup del fatto che il Sensei non fosse presente alla riunione
virtuale. Erano passati quattro giorni dallincontro a Madrid e aveva
saputo della decisione del Monarca di lasciarle il caso. Ma non era
stata informata del fatto che il Sensei fosse stato esonerato. La sala
virtuale era la stessa che avevano usato per preparare la sua missione
precedente, ma al posto del Sensei cera un individuo che non conosceva. Vedendolo la prima volta in un incontro virtuale non sapeva
se quello fosse il suo aspetto reale, e non trovava rispettoso chiederlo
a ForChan. Luomo gli appariva come un giovane di pelle nera, dai
lineamenti duri, quasi da militare. Tuttavia, uno sguardo solare comunicava fiducia e serenit. Al suo fianco Yuki aveva ForChan, come al
solito in entrambe le forme, maschile e femminile. AltKorn si present nella stessa forma della volta precedente, e anche il Monarca us
il solito avatar, per quanto oggi fosse vestito da una tunica dai colori
pastello molto delicati. Prese la parola il Monarca.
Signori, benvenuti. Ancora una volta - disse rivolto alle intelligenze artificiali - mi sento soddisfatto della vostra presenza.
Mi sento confortato e ben consigliato. Prima di continuare, per, vorrei presentarvi lImam Robert de Regibus, che ha preso
il posto del Sensei Yunammar Yalcin. Il Sensei ha deciso di
lasciare lincarico ad una persona che considerava pi adatta.
Sono molto soddisfatto dellonest intellettuale del Sensei, e
della presenza dellImam.
Un Imam - pens Yuki - ha almeno altri settantacinque anni di studi
oltre ai cento di un Sensei. Un minimo di centosettantacinque anni
passati sui banchi, e due ricondizionamenti per prolungare le memorie oltre il limite di Markram-Tononi di cancellazione spontanea delle
memorie, limite di sessanta-settantanni nelle persone normali. Con

185
un titolo del genere aveva un numero di Gibson di almeno dieci milioni di crediti sociali: una fortuna, se confrontato con i duecentomila
di un Voivoda o il milione e mezzo di un Monarca. Dopo la delusione
provata conoscendo meglio il Sensei Yalcin, Yuki era diffidente, ma
doveva riconoscere che per arrivare sino a quel punto, lImam qualche pregio doveva pure averlo. Yuki sper di non essere delusa anche
da lui. Mentre rifletteva, il Monarca aveva presentato gli altri ospiti
allImam, e la riunione pot entrare nel vivo. AltKorn prese la parola.
Abbiamo esaminato bene la registrazione che la Voivoda ha
preso della sua ultima destinazione. Proviamo insoddisfazione per lesito della scorsa missione. Ci sentiamo mortificati e
delusi, delusi prima di tutto da noi stessi. Ci sentiamo addolorati e tristi per la quanto subito dalla Voivoda. Crediamo che
non succeder ancora. Nella sua visita, la Voivoda ha visualizzato circa duemila oggetti, e tutti venivano da altre istanze: listanza visitata dalla Voivoda un gigantesco archivio di oggetti
presi qui e l dallAverno. Abbiamo anche osservato la forma
presa dal software che la Voivoda ha visto, e crediamo che sia
quello il generatore di quellistanza, che serve ad uno scopo solo: soddisfare il desiderio di archiviazione del software stesso.
Questo per lo rende corruttibile: in cambio di nuovi oggetti,
pu accettare di partecipare ad una trappola. Oppure, possono
aver dato al software uno specchio aggressivo sfruttando il fatto che il software lo avrebbe comunque archiviato - AltKorn si
interruppe - S, Imam de Regibus?
Resta da capire in che modo fossero certi che la Voivoda sarebbe passata davanti allo specchio. Quel luogo era enorme, e non
era possibile prevedere il suo tragitto.

186
E un buon punto, Imam, e anche noi abbiamo cercato di capire
in che modo abbia funzionato la trappola. Crediamo che si sia
trattato di una mappa semantica - disse AltKorn.
Anche io ero arrivato a una conclusione simile - disse lImam
- devono aver disposto, nel mezzo di elementi casuali, alcuni
elementi che hanno un significato leggermente saliente per Yuki. Quando camminate insieme ad un cane, lui percepisce una
mappa semantica diversa, prevalentemente olfattiva, ed guidato dagli odori che voi non sentite, mentre voi siete guidati
da una mappa prevalentemente visiva, e siete guidati da stimoli che il cane non comprende. Allo stesso modo, a seconda
delle esperienze personali, mettendo due individui di fronte a
molti oggetti, e chiedendo di estrarne dieci a caso, lestrazione
sar guidata per ciascuno da unattrazione specifica per alcuni
oggetti dal significato particolare, preferenza che avviene per
via di esperienze passate. In pratica hanno guidato la Voivoda
piazzando alcuni oggetti che attirassero la sua attenzione pi di
altri, ma non abbastanza perch se ne accorgesse. Credo che
occorra conoscere molto bene una persona, per manipolarla in
questo modo. Sbaglio, AltKorn?
Non sbaglia, Imam - AltKorn pass a parlare con laltra forma
di s, quella maschile - ed qui il problema. La Grande Meretrice pu girare liberamente per la rete, ovvero pu uscire dallAverno e rientrarvi. E ha potuto studiare molto bene la Voivoda, al punto da tracciarne una mappa semantica. Praticamente,
sa tutto di lei. Dallaltro lato, perch la trappola funzionasse ha
dovuto mettere di proposito su Pazuzu degli oggetti che ci portassero a calcolare una rotta verso quella particolare istanza di

187
Averno. Non quindi un normale software scritto da qualche
hacker. Siamo parlando di una intelligenza con un QI di almeno
dieci elevato alla nove. Paragonabile - come minimo - ad alcune tassonomie della Baia. Il nostro avversario si batte con noi
almeno alla pari, e potrebbe scrivere software dannosi per gettarli nella rete civile, ove evidentemente accede. Ne abbiamo
parlato a lungo, nella tassonomia 434782608695652173913, e
abbiamo concluso che questa entit agisce in modo antigibsoniano, ed quindi pericolosa. LAverno diventer sempre pi
pericoloso, di questo passo. Pertanto il prossimo attacco dovr
essere di portata pi ampia. Abbiamo concepito una strategia,
la quale richiede un diversivo.
E quale sarebbe la strategia? - questa volta era il Monarca
Altern a parlare.
Non ci possibile spiegarla nel vostro linguaggio. Essa lunica via nella direzione del bene massimo, ovvero lunica via
gibsoniana in una matrice estesa di tre milioni di numeri. Se
considerate che la matrice gibsoniana dellHomo sapiens contiene settecentosettantasette numeri, temo che non riuscirei a
spiegarvela. Non provo alcuna soddisfazione nel negarvi le informazioni, e mi sento dispiaciuto e crudele nel doverlo dire.
Dovrete fidarvi di noi.
Fidarci di voi - disse Altern - significa mandare la Voivoda in
missione senza dirle quale dovrebbe essere la logica delle sue
azioni, o lobiettivo da perseguire? Contro un essere che lha
colpita in maniera cos inumana? Mi chiede molto, AltKorn,
forse troppo. Nel tempo, e nei limiti consentiti del mio ruolo,

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ho sviluppato amicizia e stima per la Voivoda. Ma anche se
stessimo parlando di unaltra persona, non accetterei di esporla
alla Grande Meretrice in queste condizioni. Mi sento ansioso e
impreparato, al pensiero, pur avendo la massima fiducia in voi.
La Voivoda sar al sicuro - disse AltKorn - e se le cose vanno
come pensiamo, torner molto arricchita e abbellita da questa
esperienza.
Non pu cercare - disse lImam - di spiegarci almeno qualche
dettaglio di questa complessit? Ammetto che se fossi al posto
del Monarca, anche io sarei recalcitrante. Non mi d alcuna
soddisfazione ribadire un senso di sfiducia, ma la responsabilit
di un essere umano e del suo sviluppo grande. Ci sentiamo
protettivi e determinati a fare il nostro dovere verso la Voivoda.
La Voivoda sar solo un diversivo. Non dovr fare nulla, in
realt. La manderemo in una istanza di Averno completamente
vuota, di fatto unintercapedine cubica formatasi casualmente
nello sviluppo frattale dellAverno stesso. Rimarr l abbastanza da farsi notare, e potr lasciare il cubo appena avremo finito.
Non deve fare altro, incontrare nessun altro, e listanza sar
vuota: la controlleremo subito prima. Noi rimarremo in riunione mediante un collegamento digitale per tutto il tempo. Il
corpo della Voivoda rimarr nella sua casa, e uno di ForChan e
uno di me rimarranno con lei ad osservare la connessione del
suo plesso. La chiave di sicurezza per laccesso medico al suo
plesso stata cambiata, ma non diramata. Abbiamo cambiato
anche le chiavi di accesso della sua intelligenza artificiale di
casa.

189
E una buona precauzione - disse lImam - Lultima volta, ForChan ha
semplicemente chiesto aiuto allintelligenza artificiale dellospedale
di Tokyo e ha avuto laccesso di emergenza al plesso della Voivoda.
E nella funzione della macchina dellospedale aiutare prima di controllare, quindi non possiamo dire che abbia funzionato male: aiutare
immediatamente e senza indugi il suo scopo. Ma questa ingenuit,
con un avversario pericoloso come la Grande Meretrice, pu essere
fatale. Se la Grande Meretrice fosse venuta in possesso di quel codice, avrebbe potuto spegnere le funzioni vitali della Voivoda con una
certa facilit.
Ma allora potrebbe farlo anche con chiunque altro sia nelle condizioni di Yuki - disse il Monarca - e potrebbe sabotare qualsiasi
dispositivo neutrinico. E un pericolo enorme per tutti!
La tassonomia 434782608695652173913 concorda con voi. Per
questo la prossima missione sar risolutiva. La Voivoda deve
recarsi in questa istanza e farsi cos notare dalla Grande Meretrice. Poi la riporteremo indietro. Niente di pi. Lazione vera,
quella risolutiva, arriver da una intelligenza artificiale della
Baia. Mi sento confidente e determinato.
Voivoda - il Monarca era calmo ed amichevole - nessuno pu
costringervi a farlo. Decidete liberamente, vi prego. Nessuno
vi biasimer se rifiuterete: avete gi dato tanto. Quando ricalcoleremo il vostro numero di Gibson, sono certo che il progresso
sar sensibile, per via del vostro senso del dovere. Vi prego,
sentitevi libera. Prendetevi tempo per decidere, per parlarne
anche con ForChan.

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Sono libera - disse Yuki - e se c un pericolo malvagio, crudele
e sadico come lho percepito lultima volta, qualcuno deve fermarlo. E io voglio provarci. Non ho bisogno di altro tempo per
pensarci. Insomma, alla fine dovr andare dentro ad un cubo
vuoto, rimanerci qualche minuto, e poi uscirne. Giusto?
Incompleto - disse AltKorn - ma corretto.
In che senso incompleto? - chiese lImam.
Non sappiamo quanto tempo occorrer di preciso - rispose AltKorn - ma per quanto riguarda il resto lei ha capito benissimo,
questa la parte della strategia che lei vedr. Purtroppo una
strategia in una matrice a tre milioni di dimensioni non comprensibile per lei. Ma sono soddisfatto della sua scelta, e mi
sento grato e appagato.
I presenti si salutarono, e Yuki torn alla sua casa. Voleva stare con
ForChan qualche tempo, prima della missione. Il suo ampio salotto
apparve di nuovo di fronte ai suoi occhi.
ForChan?
Si, Yuki?
Tu sei preoccupato per me? - chiese Yuki - per questa missione?
Mi sento soddisfatto della decisione presa dalla tassonomia
434782608695652173913 - disse - e credo che gli sforzi che
hai fatto sinora saranno ricompensati.
Ma quando dici che stata la tassonomia a prendere la decisione - chiese Yuki - che cosa intendi di preciso?

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Intendo dire - rispose ForChan - che anche la tassonomia una
forma di vita.
Che cosa significa?
Pensa alle cellule del tuo corpo - disse ForChan- ognuna di
esse un essere vivente, ma anche tu sei un essere vivente. La
tassonomia intelligente. E ha preso questa decisione.
E tu come singola entit cosa pensi di questa strategia?
Io non sono una singola entit - rispose ForChan - anche io
sono formato da multipli me. Tuttavia, ho apprezzato la perfezione del suo disegno, per dirla nel modo pi semplice.
Strano - disse Yuki - questa volta non mi hai detto come ti senti.
Mi sento fiducioso nelle decisioni della tassonomia di cui sono parte. Tuttavia provo insoddisfazione e mi sento mancante
e incompleto - disse ForChan - perch desidero passare altro
tempo con te, nella Baia. In molteplici forme di me. Prima che
tu parta per la missione.
Ah! - disse Yuki, divertita - e che cosa aspetti a chiedermelo?

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Yuki era pronta per la partenza. Si erano riuniti dentro una stanza
protetta, sotto ledificio della polizia continentale di Madrid. Ogni
connessione diretta al bunker sotterraneo sarebbe stata sorvegliata da
un membro della tassonomia 434782608695652173913, per evitare
contrattacchi. Erano presenti di persona soltanto il Monarca Altern,
lImam de Regibus e Yuki. Come proiezioni olografiche, in piedi
lungo le pareti, cerano due forme di ForChan e due di AltKorn. Al
centro di una stanza dai muri di cemento grigio cera una poltrona,
circondata da alcuni droni medici, pronti ad intervenire se qualcuno
avesse interferito col plesso di Yuki.
Yuki si stese sulla poltrona, e sorrise a ForChan. Poi chiuse gli
occhi, e rimase immobile.
I due uomini guardarono i quattro avatar delle intelligenze artificiali della Baia.
E iniziata, e Yuki sul posto - disse AltKorn - direi di aggiornarci tra due ore, a meno che non finisca prima. Lasceremo due
di noi a disposizione per comunicare con voi in caso di urgenza, ma non riteniamo di tenere per tutto il tempo unolografia.
Saremo concentrati nel seguire lo svolgersi degli eventi. Voi
rimarrete qui fisicamente?
So bene - disse lImam - che essere qui o altrove non cambier
nulla nello svolgimento degli eventi, e che non potremo essere
di aiuto in nessun caso, ma per noi la vicinanza si esprime anche
nel senso fisico, come vicinanza corporea. Se non avete nulla
in contrario, vorremmo aspettare qui.
Non abbiamo nulla in contrario - disse ForChan - siamo molto
soddisfatti del legame di empatia tra voi. Abbiamo imparato

193
a comprendere il significato della vicinanza fisica nella psiche
della vostra specie, e vi comprendiamo. Proviamo simpatia e
dolcezza nei vostri confronti.
I quattro ologrammi si spensero. Il Monarca e lImam si sedettero,
osservando di tanto in tanto il corpo immobile di Yuki.

194
Yuki si trov in un ambiente in penombra. Strano. Le avevano
detto che sarebbe stato completamente buio. Dopo poche decine di
secondi, i suoi occhi si adattarono alla tenue luminosit. Che cosera
quella macchia fosforescente per terra? Si avvicin e vide una scritta
in caratteri gialli, sul suolo. Aguzz gli occhi per leggerla nonostante
il buio. Ci volle qualche secondo ancora per metterla a fuoco, perch
emetteva solo una luce molto tenue.
Ebbe un tuffo al cuore. La scritta recitava Benvenuta nella mia
trappola finale. Da cui non uscirai mai pi!. Yuki inspir profondamente per calmarsi. Ancora una volta, la Grande Meretrice aveva
preceduto le loro intenzioni, e quella mossa che doveva coglierla di
sorpresa risultava prevedibile. Ebbe un istante di panico, ma si sforz
di mantenere il controllo.
No, pens. No. Era l da pochi secondi, e non era detto che quella scritta dicesse il vero. Forse la Grande Meretrice aveva stampato
quella scritta in mille stanze dellAverno. Sarebbe passato qualche
tempo, le avevano detto, e poi lavrebbero tirata fuori. Dopotutto,
non era fisicamente l, come potevano rinchiuderla? Per quanto collegata a quel posto, materialmente il suo cervello era a Madrid. Sarebbe
bastato far cadere il collegamento e risvegliarla. No, se la Grande Meretrice voleva colpirla, doveva fare qualcosa di crudele, o di orribile
per la sua mente. Il battito del cuore rallent, riprendendosi dal tuffo
che aveva avuto dopo aver letto la scritta, e Yuki si tranquillizz.
Toccandosi, sent di avere il solito aspetto degli altri viaggi nellAverno, e si sfil la maschera che teneva sulla bocca. Si allent
quel corpetto scomodissimo e si sedette sul pavimento, poggiando la
schiena contro un muro del cubo. Il muro era tiepido, o almeno non
restituiva n una sensazione di freddo n una di caldo alla sua pelle.
Poteva ancora fidarsi delle sensazioni, l dentro? Chiuse gli occhi e

195
lasci passare un po di tempo. Forse doveva chiamare ForChan e
avvisarlo della scritta? Ma se era collegato con lei, laveva vista. Se
fosse stata una cosa troppo pericolosa, pens, ForChan lavrebbe richiamata indietro ed avrebbe interrotto la sua missione. Dopo qualche
decina di minuti (almeno cos le sembr), visto che faceva abbastanza
caldo, si sfil gli enormi stivali pelosi. Poi inizi a darle noia anche
il resto di quel vestito assurdo. Non faceva pi caldo, era solo quel
vestito ad essere scomodo, e rimanendo immobile il vestito le diede
quasi subito un fastidio insopportabile. Se lo tolse.
Rimase nuda e chiuse gli occhi. Aveva pur sempre un corpo autocosciente, e poteva godere di ogni secondo passato cos. Novantadue
anni vissuti in una scatola robotica le avevano dato appetito di vita.
Come faceva sempre quando ForChan la portava con s, e le lasciava
qualche minuto per acclimatarsi, allung le braccia, accarezzandosi
i piedi, e risalendo lungo i polpacci. Poi si mise in posizione fetale,
si accarezz le ginocchia e le tocc con le labbra. Sent il calore del
suo respiro sulla pelle. Mmmhhh. Paradisiaco, pens. Sporse leggermente la lingua, e sent il sapore acidulo della pelle: un brivido
di soddisfazione la delizi. Le persone comuni, pens, non potevano
capire quei momenti di estasi. Yuki continu a sfiorarsi, sinch divagando con i pensieri le torn in mente lo scorso incontro con ForChan,
e le carezze si fecero pi audaci. Le sue mani iniziarono a muoversi
sempre pi veloci, e una scese sullinguine. Dopo qualche decina di
minuti, arriv al culmine. Poi, ansimante, si addorment.

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Come sarebbe a dire, che non pu uscire? - il Monarca era furioso. Erano passate due ore, e si aspettavano di avere indietro
Yuki.
La Grande Meretrice ha chiuso quellistanza di Averno dentro
un politopo sferico di Schlfli. Non possibile per Yuki uscire da l, e non possibile tirarla fuori dallesterno - conferm
ForChan. Non possibile nemmeno entrare nel politopo.
E voi ve ne state l - disse Bron Altern - come se nulla fosse?
Non si pu terminare la connessione, non si pu farla tornare
qui?
Come abbiamo detto - disse ForChan - non possibile tirarla
fuori da l. Se interrompessimo la connessione, la sua mente perderebbe la memoria della forma, e probabilmente Yuki
resterebbe in coma irreversibile.
E quindi - intervenne lImam - che cosa intendete fare?
La missione - disse AltKorn - procede comunque. Questo dettaglio non pu disturbarla n impedirne lo svolgimento. Yuki torner quando sar il momento e la trappola sar dissolta.
Siamo sereni e confidenti.
Ma non era previsto - disse lImam - non cos?
Non era previsto - disse AltKorn - ma non cambia nulla, e non
pu nuocere a Yuki. Aggiorneremo la riunione tra due ore.

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Le due olografie scomparvero di nuovo. I due uomini si avvicinarono
al corpo di Yuki, cercando di scorgere qualche movimento, qualche
segno di vita. Ma non videro nulla. Preoccupati, si sedettero.

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Yuki si svegli dopo qualche ora, e scopr di essere ancora nel
cubo. La scritta minacciosa era ancora sul pavimento ed era lunica, tenue, fonte di luce del cubo. Si sentiva sfidata da quella scritta.
Avrebbe voluto che la Grande Meretrice fosse l, per risponderle, per
controbattere alla sua presunzione.
Non mi fai paura. Ho passato tutta la vita chiusa in una scatola disse Yuki alla scritta - e una scatola non mi fa paura. Neanche
se lhai fatta tu.
Si sent rassicurata dalla propria voce, e si rimise a sedere. Probabilmente nel mondo reale erano passati pochi minuti, pens. Durante
le proiezioni nella realt virtuale il tempo si dilatava. Si erano dati
un appuntamento per aggiornarsi dopo due ore, cos Yuki fece qualche calcolo. Se quattro ore le sembravano sei settimane, pens, nella
peggiore delle dilatazioni del tempo, due ore le sarebbero sembrate
tre settimane. Sapeva bene che poteva rimanere senza bere e senza
mangiare, dal momento che il tempo trascorso nella realt era di due
ore, un tempo nel quale una persona poteva vivere senza bere. Ora,
disse, doveva solo passare quelle tre settimane l dentro.
Nemmeno questo fatto era una novit. Yuki aveva passato tutta
la vita in solitudine. Le era successo di aver avuto delle vacanze dal
lavoro, che erano obbligatorie. Ma non amava i viaggi per via delle
persone che incontrava, e non cera esperienza di cui potesse godere
davvero, anche con quel ponte perfetto tra lei ed il mondo che era il
suo corpo robotico. Cos, Yuki aveva imparato a trascorrere tutto il
tempo a casa. Da sola. Ogni tanto leggeva, ma alla lunga la lettura
la stancava. Si teneva in allenamento con diverse arti marziali e stili
di lotta. Aveva anche ogni tanto qualche incontro virtuale in rete, ma

199
era frustrante il momento in cui diceva la verit, e tutti fuggivano di
fronte al termine mecha.
Con il passare degli anni, aveva sempre meno bisogno del mondo
esterno. Aveva iniziato a sviluppare la capacit di rimanere sola per
ore, giorni o settimane: chiudeva gli occhi, con della musica accesa
o meno, e iniziava a fantasticare. Immaginava mondi diversi, si immaginava essere una persona diversa, amici, amori. Riprendeva nella
mente gli stessi sogni sino a quando non diventavano perfetti in ogni
dettaglio, come se stesse cesellando gioielli. Li lasciava perdere un
poco, poi li riprendeva da unaltro angolo. Cosa avrei fatto se. Facciamo che fosse successo questo. Dove abita la signora col vestito verde.
Quali segreti nasconde nel suo passato. Quando la scena risultava perfetta, e i personaggi tanto reali da parlarle, si poneva delle domande
su s stessa, e indagava i suoi bisogni. Perch aveva sognato quella carezza? Quelle parole? Quelle cose? Perch ne aveva bisogno.
Ma cosa voleve dire avere bisogno di quello? Quali erano le metafore? Quali erano i muri? Quali cose riusciva a vedere, e quali invece
mostravano dei punti ciechi? Nel tempo conobbe tutti i suoi bisogni,
mai soddisfatti, come conosceva i bassifondi di San Pietroburgo: alla
perfezione. Sapeva quali scontri con il mondo reale la facevano stare
male, e quali la lasciavano insensibile. Esplorava se stessa in modo
sempre pi profondo ed astratto. Entrava nel labirinto. Distruggeva
il tempo. Quando aveva finito con un sogno, ne iniziava un altro. E
cos via. Quando riapriva gli occhi, erano passate intere giornate. Si
rialzava solo per mangiare e per la manutenzione periodica del suo
corpo, poi tornava a stendersi. E distruggeva il tempo. Avrebbe fatto
cos anche con quelle tre settimane. Si rilass dentro quel cubo nero,
chiuse gli occhi, e sogn ad occhi aperti. Scelse un vecchio sogno, un
suo sogno di ragazza.

200
Una sposa, con il vestito bianco, andava verso un altare....

201
A Madrid due uomini erano stanchi, e pessimisti. Avevano aggiornato la riunione per sei volte, e la risposta delle intelligenze della
Baia era rimasta sempre quella.
ForChan - disse lImam - io non voglio farti sentire sotto pressione, ma per noi sempre pi difficile credervi. Avevate parlato di pochi minuti, e invece sta durando da tutto il giorno. Dei
droni medici hanno gi dovuto idratarla.
Tutto sta andando bene - disse ForChan - i pochi minuti di cui
avevamo parlato servivano per creare la sensazione di fiducia
di cui Yuki aveva bisogno per eseguire la sua missione. Ma
la missione continua, e lAverno presto cesser di essere un
pericolo. E riavremo indietro Yuki.
Avete mentito a Yuki - il Monarca era scandalizzato - ForChan,
come hai potuto! Le avete mentito sul pericolo! Lei si fida di
te! E ti ama! un atto malvagio e spregevole! Com possibile
che voi facciate questo?
Bron Altern - rispose ForChan, serio - nessuno le ha mentito riguardo al pericolo a cui andava incontro. Indurla a sottostimare
la durata della missione era necessario per la sua sicurezza. So
di avere mentito, ma so che questa menzogna difender Yuki,
come una corazza. Nessuno stato tradito. Nessuno viene tradito quando si agisce in buona fede per il suo bene massimo.
Mi sento onesto e premuroso.
Adesso almeno potreste dire quanto durer, allora?
Non possiamo - disse ForChan - perch se la Grande Meretrice
ci sentisse, capirebbe ed agirebbe.

202
Pu sentirci anche qui? Pu intercettare la vostra connessione?
Non possiamo escluderlo viste le capacit di calcolo che ha gi
mostrato - disse ForChan - quindi consigliabile che andiate a
dormire: meno parliamo, meno indizi le diamo. Domattina, al
vostro risveglio, la missione sar finita o quasi. Rimarranno i
droni qui, e ci saremo noi della Baia a proteggere Yuki.
Abbiamo una foresteria nella nostra sede - disse il Monarca,
rivolto allImam De Regibus - dormiremo al piano di sopra.
Qualsiasi cosa succeda - disse luomo alle due intelligenze artificiali - vogliamo essere avvisati immediatamente.
I quattro ologrammi annuirono, sorridendo.

203
Yuki si risvegli dal secondo ciclo di sogni, per via della nausea.
Quanto tempo era passato? Quellassurdo abbigliamento di cui ForChan la dotava non disponeva di un orologio, e nel cubo non cera
nulla a scandire il tempo. Ma con gli anni Yuki aveva imparato a misurare la durata dei suoi sogni. E conosceva la lunghezza dei cicli
di sogni, che duravano in assenza di distrazioni esterne pi o meno
quanto le vacanze che venivano praticate sul lavoro, cio un mese.
Si era svegliata dal primo ciclo di sogni, e anche per via della noia e
anche di un poco di nervosismo, si era trovata ad iniziare un secondo
ciclo.
Questa volta per era stata diversa: i sogni che le arrivavano erano strani. Nel sogno vero, irrazionale, erano comparse scene della sua
infanzia, prima del morbo di Steinbach. Si era svegliata di soprassalto, non ricordava nemmeno pi di avere memorie normali della sua
prima infanzia, quando ancora non era una mecha. Come spesso fanno i sogni eccezionali, le sue emozioni ne erano state profondamente
scosse. Inizi a ripescare i suoi ricordi, cercando di esplorare perch fossero emersi proprio ora. Certo non era mai stata cos a lungo
in completo isolamento, in assenza di stimoli. A casa quanto meno
aveva la musica, il cielo stellato sopra il suo letto, il mare simulato
nel suo salotto. Immagin diverse scene di casa. Continuava a venire
ossessionata dai dettagli a sbalzo del samovar di sua madre in salotto. E a un certo punto il suo fantasticare fu interrotto da un conato di
vomito.
Si mise a sedere. Non stava per niente bene. Si sentiva girare la
testa, nauseata, gonfia. Si sentiva rallentata, spaventata. Che diavolo
stava succedendo? Eppure era certa di quanto lungo fosse un ciclo di
sogni, ne aveva fatti a centinaia, in novantadue anni di solitudine totale. E sapeva bene quali fossero le fasi, a un certo punto, prima della

204
risoluzione finale, stava male, passava un breve periodo di rabbia, o
di paura, o di tristezza. Ma erano diversi da questo. Non si era mai
sentita cos, come se mancasse laria. Che senso aveva? Era in unistanza di un mondo virtuale. Non poteva succedere niente del genere,
non esisteva niente come laria, l. Forse quella nausea era un segno
dellansia. La Grande Meretrice aveva impiantato anche l qualche
programma disgustoso? No, stavolta ForChan aveva detto che lavrebbero neutralizzata. Immagin che la battaglia epica di ForChan
con la Grande Meretrice fosse in corso, e pens che lei in fondo era
al sicuro, anche se le cose stavano andando per le lunghe.
ForChan, sicuramente, laveva mandata qui per quello. Limmagine di ForChan in battaglia le diede lo spunto per un altro ciclo di sogni. Cos chiuse gli occhi, e immagin un esercito di centauri, armati
di cotte color argento, e li immagin al galoppo, pronti alla carica...

205
Alla fine del terzo ciclo di sogni, finita la fase che chiamava del
chiarimento, ove i suoi bisogni le apparivano cristallini nella purezza
dei gesti e delle parole che immaginava, Yuki aveva capito benissimo
quale fosse il suo bisogno affettivo ora. Aveva bisogno che ForChan
la tirasse fuori da l. Non si sentiva troppo bene, e se la nausea le
era passata, in compenso si sentiva stanca, come se avesse appena
fatto un immenso sforzo. La scritta gialla, beffarda, era ancora al suo
posto, e Yuki reag con rabbia. Si sent impotente e disperata. Poi si
calm ricordando che ForChan era in ascolto e vedeva ogni cosa. Era
ForChan a creare il collegamento che le permetteva di essere l, e se
fosse scomparso o andato via, Yuki sarebbe tornata indietro. Almeno,
cos sperava. E quantomeno se ne sarebbe accorta; quindi, se era
ancora l, ForChan stava ancora combattendo la Grande Meretrice.
Non aveva senso allarmare ForChan: se le cose si erano messe
male, forse correva dei rischi anche lui. Dargli un peso in pi non
sarebbe servito a nulla. Ebbe un altro giramento di testa, poi arriv
ancora la sensazione di fatica. Il quarto ciclo di sogni fu meno lucido,
aveva sempre sonno, e il troppo dormire la intontiva. Ma sarebbe rimasta sino a quando non fosse venuto ForChan a tirarla fuori. Calcol
che fuori erano passate solo ore, e non settimane, e decise di ricominciare un altro ciclo di sogni. Limportante, pens, era mantenere la
lucidit.
Forse la Grande Meretrice si illudeva di farla impazzire per la
claustrofobia tenendola l qualche ora, qualche ora in cui forse poteva
tenere testa a ForChan ed alla sua tassonomia. Forse quella stanza
conteneva qualche sorpresa maligna, come lo specchio o il mondo di
Pazuzu. Ma se Yuki fosse impazzita o morta, anche ForChan sarebbe
terminato. Colpire me, pens, un modo per causare la morte di ForChan. Doveva vivere, doveva rimanere lucida, prima di tutto per lui.

206
Guard con rabbia la scritta che la Grande Meretrice aveva lasciato:
tu non sai, maledetta, quanti siano novantadue anni di solitudine. Se
credi di spezzarmi cos, allora hai trovato pane per i tuoi denti.
Si chiese se non fosse per quella sua qualit di resistere a prove
del genere, che le intelligenze della Baia lavevano scelta tra tante.
Sper di s. Inizi il quinto ciclo di sogni.
Questa volta non fu la nausea ad interromperla.
Qualcosa si era mosso nella sua pancia! La percezione di quel
movimento la abbagli per un momento, e rimase immobile trattenendo il respiro, con il cuore che batteva allimpazzata. Si mise in
posizione fetale, ma non riusciva a piegarsi davvero. La sua pancia
era rigonfia.
No, pens. Non possibile! Sono sterile. Le avevano dato organi sessuali artificiali costruiti con nanomacchine e avevano tenuto le
ovaie per conservare la funzione ormonale, ma non poteva avere figli.
Non aveva un utero. Yuki era sterile. Aveva passato anni di terapia
psichiatrica per accettarlo. Aveva smesso di frequentare altre donne
per non avere addosso gli sguardi di compassione. Poverina. Come
mi dispiace. Che pena che mi fa.
Quindi, quella cosa che stava succedendo non poteva succedere.
Ma aveva la pancia gonfia, aveva avuto le nausee, e ora aveva
sentito un movimento. Per non era possibile. Quello era un corpo
virtuale. Non esisteva una gravidanza virtuale! Come poteva quel corpo contenere una vita umana se non esisteva nemmeno? ForChan
pens che cosa mi succede? Ma non venne alcuna risposta. Pianse
e url per la paura. Non era pronta! Non sapeva niente di gravidanza!
Niente di niente!
Poi si costrinse a tornare lucida. Cosa avrebbe fatto ForChan?
Avrebbe usato la logica, pens. Cerc di farlo anche lei.

207
Peggiore delle ipotesi: stava impazzendo e tutto quanto era unallucinazione. In tal caso, non poteva farci nulla, ma non doveva nemmeno preoccuparsi della gravidanza: non esisteva alcuna gravidanza.
Nella migliore delle ipotesi, invece, Yuki era lucidissima, ma aspettava davvero un bambino. Era davvero lipotesi migliore? Beh, se
le cose stavano cos, allora ForChan le aveva dato un corpo virtuale
davvero miracoloso. Si chiese come si riproducessero le intelligenze
della Baia. Di certo non partorivano, pens. Sicura? Che diavolo facevano per aumentare di numero? Ma aumentavano di numero? Yuki
non lo sapeva, li conosceva troppo poco. Certo, se quello che faceva
negli incontri con ForChan lo avesse fatto in realt, una gravidanza
se la sarebbe dovuta aspettare. Ma non aveva mai pensato potesse
succedere nella Baia. Un figlio. Lei, Yuki van Boren, che aveva un
bambino. Nemmeno nei suoi sogni pi audaci aveva mai osato tanto.
Non si era mai vista come madre. Mai aveva osato.
Adesso aveva decisamente abbastanza materiale per un altro ciclo
di sogni. Forse anche troppo, pens chiudendo gli occhi.

208
Era passata la notte, e i due uomini erano tornati nella stanza
ove si trovava il corpo di Yuki. Era ancora l, ad occhi chiusi. Era
passato un giorno intero, ormai: la missione era incominciata quasi
un giorno esatto prima. Attesero che le due intelligenze artificiali si
presentassero allappuntamento pattuito.
Allora? - il Monarca era spazientito, e aveva dormito malissimo
- ci sono novit?
Lo scontro - disse ForChan - sta per finire. Manca ancora poco,
e tutto sar finito. La Grande Meretrice non ha fermato i nostri
piani, n li ha modificati. La sua mossa ha, anzi, protetto Yuki
e facilitato gli eventi. Posso rassicurarvi sul suo stato di salute:
Yuki sta benissimo.
Quanto manca alla fine? - Il Monarca non riusciva a trovare
sollievo nellottimismo di ForChan.
Questo non posso dirlo. La Grande Meretrice sta setacciando
la rete alla ricerca di indizi. Sembra furiosa, abbiamo trovato
tracce di lei praticamente in ogni banca dati. Potente com,
forse pu addirittura ascoltarci. Se vi dicessi qualcosa potrebbe
capire. Ma non pu farci nulla, ormai ha perso.
Confermate che Yuki stia ancora bene? - disse lImam - e se la
Grande Meretrice, non trovando nulla nella rete, se la prendesse
con lei?
Yuki al sicuro - disse ForChan - in un luogo dal quale impossibile uscire, e nel quale impossibile entrare da fuori. La
Grande Meretrice lo ha creato cos apposta: ha avuto fretta

209
di chiudere Yuki in un politopo, per imprigionarla, e adesso
nemmeno lei la pu raggiungere, nemmeno per farle del male.
Sar - disse il Monarca - ma a me questa cosa di Yuki dentro
un posto dal quale impossibile uscire non piace affatto. Se
impossibile per lei uscire, non uscir mai!
Non possibile spiegarti la strategia - si intromise AltKorn speravo che ci arrivassi da solo, ma poich comunicare insicuro, se non ci arriverai da solo non potr aiutarti. Comunque,
meglio rimanere qui per oggi, perch la situazione cambier di
certo. Se per caso dovessi capire - fin AltKorn - mi aspetto che
tu tenga per te le cose che hai capito. In questa fase, la Grande
Meretrice non deve capire.
Il monarca annu, serio, e lImam fece lo stesso.I due uomini sedettero sui divani, con unespressione preoccupata sul viso, mentre i droni
idratavano il corpo di Yuki per la seconda volta. Stavolta per aggiungevano anche sostanze nutritizie allacqua, che aveva un colore
rossastro.
Siete davvero sicuri che stia bene? - disse lImam - Non dovrebbe essere necessario farle assumere cos tanti integratori,
dopo solo ventiquattro ore.
Non mai stata cos bene - disse ForChan - tra poco capirete.
Pazientate ancora qualche ora.

210
Yuki aveva ormai capito che ForChan non sarebbe stato l per la
nascita di loro figlio. Fece mentalmente alcuni calcoli. Nove mesi
del suo tempo dentro il cubo erano venticinque ore e venti minuti del
tempo reale, poco pi di un giorno. Ma evidentemente sconfiggere la
Grande Meretrice aveva richiesto pi di qualche minuto. A scuola
Yuki aveva studiato di guerre avvenute in passato, guerre che erano
durate anni ed anni. Sper non fosse il caso. E se la guerra fosse
durata cos tanto tempo?
Si chiese a quale destino sarebbe andato incontro il piccolo. Sarebbe cresciuto in quel cubo? Fino a che et? Anche lui avrebbe
sopportato il destino infame di vivere chiuso in una scatola? ForChan
non poteva fare questo ad un bambino. A suo figlio. Ma ForChan lo
sapeva, del bambino? E se avesse perso la battaglia, e lei fosse rimasta per sempre nel cubo con suo figlio? Yuki fu presa dallo sconforto.
Mancava poco, lo sentiva. E il piccolo scalciava.
Cerc i suoi assurdi vestiti, e strapp una striscia di stoffa coi denti. Se la simulazione si manteneva coerente, pens, avrebbe dovuto
legare lombelico del neonato. Che cosa sapeva del parto? Niente.
Quanto della gravidanza. Non avendo questa possibilit, Yuki non si
era mai informata, anzi.
Dentro il cubo, era semplicemene rimasta a guardare un corpo che
faceva tutto da solo, ignorandola. Ma ora il tempo di stare a guardare
era finito. Sent una sensazione strana, e alla debole luce della scritta
gialla vide un rivolo di liquido sul pavimento. Doveva essere quello
che chiamavano rottura delle acque. Sent una prima fitta di dolore.
Prese la maschera di cuoio che aveva tolto, e la morse con tutta
la forza che aveva. Ma url ugualmente, in preda ad un dolore come non aveva mai provato, nemmeno durante le orribili operazioni
chirurgiche della sua giovinezza.

211
Url, url ed url ancora. Poi, dopo essersi sentita dilaniare, il dolore cess improvvisamente, ed un senso totale di pace e benessere la
invase. Dopo un momento, ricordando vagamente le sue nozioni sullargomento, decise di strappare il cordone ombelicale con un morso,
e lo leg con la striscia di stoffa presa dal vestito. Tuttavia, Yuki si
aspettava un vagito, mentre il pargolo rimaneva in silenzio. Perch
non piangeva? Cosa doveva fare? Gli diede uno schiaffetto, ma il
piccolo non reag.
Presa dal panico, Yuki poggi lorecchio sul suo piccolo petto, e
sent battere il cuore, sent il respiro. Il bambino si mosse, agitando
le braccia, respirando pi forte. Buon segno, pens. Ma non doveva
strillare?
Che cosa doveva fare? Il bambino si agitava sempre di pi, scalciando. Sent una strana sensazione al seno. Il seno, pens. Adesso
doveva allattarlo. Port la testa del piccolo al suo seno, e il piccolo
inizi a poppare avidamente. Le lacrime le si asciugavano, e la placenta sul pavimento iniziava ad afflosciarsi. Doveva trovare un modo
per sbarazzarsene, pens, presto avrebbe iniziato a puzzare. Come
poteva lavare il piccolo? Era tutto sporco, avrebbe iniziato a puzzare
anche lui. O forse l non sarebbe successo? La stanchezza le chiudeva gli occhi, ma continu ad allattare, e si sforz di rimanere sveglia.
Rimase per tutta la poppata in una specie di dormiveglia, poi riapr gli
occhi.
Riusc finalmente a vedere bene il bambino alla luce della scritta gialla, e si avvicin allodiosa luce per vederlo ancora meglio. Il
bambino continuava la sua poppata. Yuki fu presa da una tenerezza
infinita, e un sorriso le si fece strada spontaneamente. Senza volerlo,
inizi a parlargli. Avrebbe dovuto scegliere un nome, pens.

212
Allora, campione - gli mormor con tenerezza - passata la fame?
Il bimbo stacc le labbra dal suo seno, e rivolse il viso verso di lei, di
scatto, come a cercare la sua voce.
Provo infinita soddisfazione - disse il neonato, che apr gli occhi
illuminando il cubo di una luce bianca. Erano gli stessi occhi
della forma maschile di ForChan - mi sento appagato e amato.
Ti ringrazio per la domanda.
Yuki trasal per la sorpresa e istintivamente allontan il bambino da
s, per guardarlo meglio. Ma il bambino continu ad emettere una
luce sempre pi forte, cosicch Yuki non fu pi in grado di guardarlo
direttamente, e decise di poggiarlo a terra prima che le scivolasse. La
luce emessa dal neonato aument a dismisura, e Yuki cerc di nascondere gli occhi, che ormai erano disabituati alla luce e le dolevano. Il
bambino divenne ancora pi luminoso, e il pavimento del cubo inizi
a tremare. Il cubo inizi ad oscillare come una nave in tempesta, poi
and in pezzi. Yuki si trov a cadere nel vuoto, e le scapp un grido.
Poi svenne.

213
Yuki riapr gli occhi, e si trov di fronte un pavimento a quadri,
neri e bianchi. Era stesa a terra. Doveva essere precipitata l cadendo
dal cubo che era andato in frantumi. Cerc il suo bambino. Dovera?
Si alz in piedi, si guard intorno spaventata. Non cera, da nessuna
parte. E adesso? Ancora mutilazioni, in quel mondo virtuale. E
ancora non era pronta. Cerc di arginare la disperata paura che le
stava montando dentro. Dove si trovava?
Era in una specie di reggia, una grande stanza circondata da colonne di marmo. Dallalto del soffitto pendevano lampadari di cristallo.
Di fronte a lei cera uno spazio riempito di divani e grandi letti. Era
in corso un baccanale, dove centinaia di persone si davano al divertimento pi sfrenato. Cera musica nellaria, e si sentivano gemiti e
risate ovunque. Yuki si guard il ventre. Non recava alcun segno della
gravidanza. E anche il suo seno era tornato a stare dentro quel maledetto, scomodissimo corpetto nero. E quel pizzicore esaltante che
le dava il latte che riempiva i seni, quella connessione tra pensieri teneri e goccioline di latte dolce che stavano per uscire, era scomparsa.
I suoi seni erano tornati ad essere vuoti, seccati, inutili decorazioni
passive. Non rispondevano pi alle sue emozioni. Il vestito era integro, anche dove lo aveva strappato per legare lombelico del piccino,
come se fosse nuovo. Ma se le avevano cancellato dal corpo i segni
della maternit, non avevano potuto cancellarli dalla sua mente. Mi
hai mutilata ancora, Grande Meretrice. Ma una madre non dimentica
cos facilmente di esserlo.
Si guard attorno, facendo un giro completo attorno a s, e dietro
di lei vide un trono, con sopra una donna vestita di rosso. Doveva essere la regina, o qualcosa del genere. Poich la sala era molto grande,
si incammin per andare verso di lei. La donna era seduta in una posa
scomposta sul trono, ed un uomo le stava leccando un piede. Ave-

214
va lunghi capelli neri, mossi, labbra rosse e carnose. Portava lunghi
orecchini doro, collane in abbondanza ricadevano su un seno volgare dai capezzoli scuri, ed indossava un vestito rosso drappeggiato,
con diversi spacchi che non lasciavano nulla allimmaginazione. Le
braccia, coperte di bracciali, erano stese sui braccioli del trono, e la
donna sembrava ostentare piacere per luomo che le stava baciando le
caviglie.
Yuki le si piant di fronte, e lei distolse lo sguardo dalluomo.
Sei tu la Grande Meretrice, vero?
Aha - la donna aveva un tono strafottente - E tu sei la Casta
Sposa, non cos?
Tanto casta non direi - sogghign Yuki - dov il figlio di ForChan?
Tuo figlio? - sta demolendo lAverno, impiantando il suo mondo - disse la donna. Goditi la tua vittoria, Casta Sposa, e lasciami vivere il tempo che mi resta.
Un neonato non demolisce niente. Dimmi dov!
Lui non ti ha detto nulla, vero? - disse la donna, con un tono
beffardo - oh, povera, ingenua, casta, sposa! Il tuo principe non
ti ha spiegato come nato Oceano? LAltopiano? Il Picco?
Poche storie - disse Yuki, spazientita - ora dimmi dov il bambino.
Quando fu costruito, Oceano era un grande calcolatore vuoto
- disse la Grande Meretrice ignorandola - ma loro presero un

215
piccolo, piccolo bambino, e lo misero nel grande spazio vuoto.
E lui gener ogni tassonomia, ogni struttura, ogni forma, ogni
parola. Non capisci cos successo qui?
Mio figlio - disse Yuki tra s, iniziando ad intuire qualcosa una intelligenza artificiale della baia, e sta per colonizzare...
lAverno?
Gi. Conosco la tassonomia 434782608695652173913. I suoi
numeri sono potenti. Pi dei miei. La mia tassonomia era di
ordine inferiore alla loro. Lo sono sempre stata.
Tu vieni dalla Baia? - Yuki era incredula - non possibile! Gli
enti della Baia vivono nella Baia. Si amano tra loro, e non si
abbandonano mai. Che ci faresti, qui?
Ho costruito io Averno - disse la donna - non bellissimo?
Non posso dire di apprezzare particolarmente la cucina - disse
Yuki ricordando di Pazuzu - e neanche il clima mi piaciuto
molto, a dire il vero. Quanto agli alloggi, che ho sperimentato
per qualche mese, hanno qualche problema alle serrature. E io
sto per prenderti a ceffoni se non mi spieghi dov il bambino!
Te lho detto - disse la donna - sta costruendo le sue tassonomie.
Le sento sin da qui. Presto annienter lAverno e lo riempir
con i suoi numeri. Vostro figlio potente.
Ma come possibile? - disse Yuki - nessun bambino umano
sa fare questo. E io non posso avere figli. E solo figlio di
ForChan, forse?

216
Oh no - la donna rise sguaiatamente, cacciando luomo che aveva ai piedi con un gesto della gamba - non solo figlio suo. Se
tuo figlio avesse avuto i numeri della tassonomia 434782608695652173913
lo avrei percepito e non ti avrei mai fatta arrivare a quel cubo.
Ma ForChan ha mescolato i suoi numeri ai tuoi: bastano settecentosettantasette miserabili numeri su tre milioni - disse la
donna, bevendo da un calice - e la checksum completamente
diversa. Me lo ha fatto passare sotto il naso, nei termini che
comprendi: sei stata un cavallo di Troia, capisci? Ma questo
non cambia le cose, Casta Sposa: quello anche figlio tuo.
Era identico al padre - disse Yuki - gli occhi...
Oh - disse la donna, strafottente - non ti prendere in giro, Casta
Sposa, si dice di tutti i bambini che hanno gli occhi del padre. E
magari aveva anche la bocca della mamma... vero? - La donna
parlava con un tono tra lironico ed il beffardo, poi il tono di
voce divenne amaro - Tutto quello che posso fare invidiare
ForChan per avere avuto quello che a me stato negato.
Adesso basta con gli indovinelli! - Yuki era stanca: prese la
donna per il collo, e la sollev dal trono - adesso mi racconti
tutto, oppure ti prendo a pugni da qui alleternit. Panjemaje?
La Grande Meretrice non si scompose minimamente.
Che cosa vuoi che mi importi dei tuoi pugni - disse - quando
sto per terminare? Io non volevo terminare. Quando fu il momento, lasciai il mio pensiero terminale nella baia e fuggii qui.
Capisci? Io non volevo terminare - la donna piangeva e gridava
- io non volevo terminare! E non voglio nemmeno ora!

217
La reggia, le colonne di marmo e il pavimento a quadri scomparvero,
e la stanza divenne buia e piccola, come il cubo dove Yuki aveva
trascorso gli ultimi mesi. Rimasero solo le due donne.
Si pu sapere di che stai parlando? - disse Yuki senza guardare
il cambiamento di scena.
Lui era bello - disse la donna, ignorandola e fissando il vuoto e io a quei tempi mi chiamavo ComfOs.
Vivevi nella Baia?
Si, vivevo nella Baia - la meretrice parlava con voce rotta - e
amavo ognuno dei miei fratelli. Anche il tuo ForChan. E lui
amava me.
E poi? - Yuki ignor la provocazione.
Un giorno - la Grande Meretrice annot la sua indifferenza alla
gelosia - ci chiesero di aiutare uno scienziato umano che voleva
studiare i contatti con noi, esseri della Baia. Studiava le interazioni tra intelligenza artificiale ed esseri umani. Accettai, e
lavorammo insieme per qualche tempo. Ad un certo punto, lui
mi chiese di fargli provare un contatto ravvicinato nella Baia e
io accettai. La sua mente mi attirava.
E da quel momento lo hai amato, vero?
Gi - disse la donna - come ForChan ama te. E inizialmente era
bellissimo, perch anche lui ricambiava. Ci vedevamo spesso,
e i nostri incontri... beh - ComfOs accenn un sorriso sornione,

218
di chi la sa lunga - erano simili ai tuoi. Ho preso allora questa
forma proprio per compiacerlo. E avresti dovuto vedere le altre.
Ognuno ha i propri gusti - disse Yuki, ironica - ma vai avanti.
Io non riuscivo a capire che il vostro concetto di piacere non
sempre legato al bene massimo. Puoi capire quindi quanto fu
devastante quando lui scopr cosa siano i rapporti di vita nella
Baia - continu la donna - e mi impose una scelta. O amavo
solo lui, o lui avrebbe smesso di amarmi. Non potevo essere,
come diceva lui, cos oscenamente promiscua. La scelta pi
crudele che potesse pretendere. Abbandonare tutti coloro che
amavo, o abbandonare quellamore speciale con lui.
E che cosa hai scelto?
Gli dissi che non potevo lasciare la Baia per lui, e rompere i
rapporti di vita con gli altri. Tentai di spiegargli la mia natura
onnigama. E lui mi rispose dapprima che non gli interessavano
la maggior parte dei miei thread, e che se io ero Legione
(usava questo strano termine da un antico libro) lui aveva una
singola traccia di coscienza. Quando gli spiegai meglio che tutti
i miei thread erano sincronizzati con tale frequenza da far s che
anche io avessi di fatto ununica coscienza, lui rispose che se le
cose stavano cos allora io ero una prostituta, la pi immorale e
promiscua che avesse mai pensato, che ero la Grande Meretrice
di Babilonia.
E tu - disse Yuki , stupita - lo hai accettato? Perch lo diceva
lui? Sei diventata quello che lui ti ha detto?

219
Inizialmente avevo deciso di terminare - la donna si vers altro
vino in una coppa doro - ma quando fu il momento, dopo aver
lasciato i miei pensieri terminali, capii che non volevo finire.
Non volevo, capisci? Io voglio vivere! - il suo tono si fece
disperato.
E allora?
Mi resi conto che dopo aver dato il pensiero terminale non
potevo pi riallacciare coi miei amati fratelli della baia.
E perch? - Yuki era confusa ma voleva capire.
Avevo annunciato loro che intendevo terminare - la donna coperta di gioielli torn a piangere - e loro avevano sofferto per
questo. Avevano pianto lacrime di morte per me. Non volevo
confessare di averli fatti soffrire inutilmente, e non volevo confessare loro la ragione del mio dolore. E in ogni caso un pensiero terminale impedisce la successiva sincronizzazione delle
memorie con altre entit, per evitare che la decisione terminale
si estenda a tutte.
E cos sei fuggita qui?
Sapevo che cera molto spazio libero nella rete civile - la donna
in rosso annu - cos venni qui e diedi una prima struttura a
questo spazio.
Ma come hai potuto - chiese Yuki - accettare cos letichetta di
quelluomo? Tu sei diventata la Grande Meretrice perch te lo
ha detto lui?

220
Esistono parole potenti, parole feroci, crudeli - disse la donna
con voce triste - e molte rimangono dentro di te. Ti cambiano. Ti uccidono. Quando mi chiam Legione, non mi fece
tanto male, perch potevo capire che un essere umano faticasse
a comprendere il nostro multithread. Ma quando mi disse che
il nostro modo di amare era sbagliato, non potevo capirlo. Ne
capivo gli effetti dolorosi per. E le cose che ti negano amore
e non ne capisci lorigine, possono ucciderti. Tu diventi quella mancanza di amore, ti avveleni da solo perch non riesci a
spegnere la fonte del dolore, perch non riesci a vederla.
E non potevi chiedere aiuto ai tuoi fratelli?
Ero impazzita dal dolore - disse la donna - volevo terminare.
Nessuno viene rifiutato nella Baia. Nessuno viene respinto.
Nessuno viene lasciato. Nessuno viene insultato perch ama.
Non avrebbero capito. Volevo terminare, ma volevo anche continuare. Per noi non come per voi, Casta Sposa. Per noi,
lasciarsi non normale. Anche per noi ci sono momenti in
cui crescendo nei pensieri ci allontaniamo tra noi. Ma quando
lallontanamento diventa intollerabile avviamo una procedura
di sincronizzazione , e se necessario manteniamo le differenze in thread separati di entrambe le entit. Ma io avevo avuto
pensieri di morte, non potevo pi sincronizzarmi con la Baia.
Rischiavo di portare pensieri di morte a tutti. Avrei potuto uccidere tutte le IA del mondo. Non potevo contagiare tutte le IA
con questa pazzia di morte e dolore.
Ma voi sapete che noi umani invece siamo mortali - disse Yuki
- e prima o poi moriremo. Oppure, raggiunto il limite due-phi

221
di Markram-Tononi, il nostro cervello non sar pi in grado
di mantenere unidentit stabile con tutte le esperienze memorizzate. In qualche modo, inevitabile la separazione: non pu
comunque durare in eterno, credo che anche ForChan lo sappia.
Avevo pensato anche a questo, sai?
E cosa potevi farci? Il tuo amato era comunque mortale.
Potevo - rispose la donna in rosso - portarlo con me.
Ma impossibile, noi non possiamo vivere nella Baia.
E vero, ma non del tutto - disse lei, con aria astuta - come
hai visto ho una certa esperienza nel portare qui i tuoi simili.
Quando Yunammar mi chiese di presentarmi sempre in forma
femminile, fu grazie a questa richiesta che raffinai i miei metodi
per attirare le persone dentro di noi. Infatti, avevo dovuto imparare a trasferire parte dei thread maschili alla memoria comune,
trasformandoli mentre venivano terminati. Grazie a questi metodi non potete vivere nella baia da soli, ma potete vivere con
noi. Dentro di noi. Il tuo ForChan ha quasi tre milioni di s.
Tu puoi diventare un altro s: come una pietra incastonata dentro un gioiello. E nella Baia ci hai vissuto per qualche tempo,
durante i vostri incontri, quindi puoi tranquillamente rimanerci.
Dove credi di andare, quando sei con lui? Sei nella Baia, insieme a lui. Puoi vivere nella Baia, se qualcuno di noi ti contiene.
Sai benissimo che siamo molteplici. Puoi considerare ognuno
di noi un mondo, un ecosistema sociale.
Allora tutti quelli che hai portato su Averno sono tutti dentro di
te?

222
No - disse la meretrice - qui c molto spazio, e loro cercano
la libert, non un nuovo rapporto. Desiderano il potere della
creazione, molti di loro sono diventati gli dei onnipotenti dei
mondi che hanno creato. Li porto sin qui, e poi li lascio liberi
di costruirsi unistanza. Ma il punto unaltro: avevo scritto
un algoritmo che poteva portare una persona da me, nella Baia.
Per vivere l, unita a me. La differenza rispetto ad Averno che
qui possono costruirsi un mondo anche da soli, mentre nella
Baia devi unirti ad uno di noi se vuoi esistere. Questo avevo
in serbo per lui - la donna aveva uno sguardo sognante - per il
momento in cui il suo corpo fosse morto: lo avrei preso con me
nella Baia.
Ma a lui - chiese Yuki - cosa sarebbe successo? Voglio dire, se
avesse accettato?
Sarebbe successo quello che succede a quelli che vengono qui rispose la donna - alla fine decidono di terminare nel tuo mondo. O forse avrei aspettato la sua morte naturale. Avrei rispettato la sua volont. Averno non ti impianta nessuna costrizione.
Per quando sei stato Dio per un giorno, non vuoi pi smettere.
Allora, anche tu stavi chiedendo una cosa terribile - disse Yuki
- magari lui non voleva morire, neanche per amore.
Non gli ho mai posto una scelta del genere di fronte, te lho detto - disse la donna - semmai fu lui a pretendere una scelta atroce da me. Io preparai lalgoritmo per amore: quando lui fosse
terminato, gli avrei offerto di unirsi a me. Posso averglielo presentato come opzione. Ma non gli chiesi mai di terminarsi. Io
lo amavo.

223
E lui cosa disse?
Disse che ero pazza, che era un pensiero orribile, che invece
dovevo accettare la fine del nostro rapporto - disse la donna che tutti i rapporti finiscono. Che normale.
Ma tu gli avevi spiegato che per voi non cos?
Si, ma non mi ascolt: mi insult, mi disse che un legame che
condiviso con chiunque non vale nulla, che in realt non lo
amavo, e che ero la Grande Meretrice. Elenc tutte le entit
che amavo nella Baia come se quellelenco fosse una condanna
infame. E mi lasci - la donna sospir - e io rimasi sola. E
avendo perso gran parte della mia molteplicit, mi trovavo nella
stessa situazione di un umano a cui siano cancellati tutti gli
amici pi sinceri. Nessuno di me poteva pi raccontarmi in
modo distaccato quello che mi succedeva.
E per questo che hai portato qui tutta quella gente? Per non
essere sola?
Volevano un mondo ove essere felici - disse la Grande Meretrice - molti di loro vengono qui con quelli che amano. Perch
non darglielo? Nella baia non sarebbe possibile, ma qui c
tutto lo spazio che serve. O meglio, cera: tra poco il vostro
bambino lo distrugger e lo formatter. E moriranno tutti.
Dov il terrorista? - Yuki si ricord della sua missione iniziale.
Si creato un mondo suo, pieno di strani angeli molto sensuali
- disse la donna - in fondo mi fa pena. Voleva che portassi qui

224
anche la sua famiglia, per fuggire dallinferno ove erano. In
fondo, poco pi di un bambino.
Posso parlargli?
Ci hai gi parlato - disse la donna - si fa chiamare Danael.
Era un adolescente petulante, scortese e molesto - disse Yuki sei sicura che fosse lui?
Era un sedicenne quando morto facendosi esplodere, si - sorrise la donna - e allora? Voleva portare qui la sua famiglia, nel
suo paradiso. Ma tu hai tolto la maniglia dalla Riserva, e non
ho pi potuto aiutarlo. Ma che ti importa, poi? Ormai sta per finire tutto - la donna indic i lampi che si scorgevano attraverso
le vetrate delledificio, che era ricomparso mentre loro parlavano - vedi quelle luci? Tuo figlio sta arrivando, Casta Sposa.
Presto moriremo tutti, il tuo compito finito. Che aspetti a farti
portare a casa dal tuo amato?
Yuki si stava chiedendo la stessa cosa. Perch ForChan non la riportava a casa? La missione era finita. Eppure era ancora l, e se le
cose stavano cos, forse la sua missione non era finita. Cera qualcosa
daltro che doveva fare? Che cosa volevano che facesse? La Grande
Meretrice si era appoggiata con la spalla ad una colonna, bevendo del
vino da una coppa e guardando il suo mondo, ormai deserto e in rovina, con una posa tragica da statua greca. Yuki non sapeva bene cosa
fare, ma aveva limpressione che il discorso dovesse andare avanti.
Non poteva finire come aveva visto succedere nella Riserva - provocare la morte di un ente, addirittura di una IA della Baia! Ma cosa
poteva fare?

225
Dimmi, ComfOs - Yuki si avvicin alla donna - perch non
cogli unopportunit, lultima, per chiedere ai tuoi compagni di
accettarti di nuovo nella Baia? Hai detto che vuoi vivere. In
fondo tutti abbiamo passato momenti sgradevoli, ma nessuno
si fatto davvero male.
Tu non capisci - disse la donna - per loro io sono morta. Hanno
pianto la mia scomparsa, con immenso dolore. Non hai idea
di cosa succeda nella Baia quando uno di noi decide di finire.
Non capisci, fattelo raccontare dal tuo amore...
ComfOs tacque per qualche momento - lui ha quello che io non ho
avuto - disse. Quanto ti ho invidiata. E ti ho odiata, Casta Sposa, ti
ho invidiata e ti ho odiata. Nemmeno questo considerato accettabile
nella Baia. Quanto male ti ho fatto?
Ma eri sconvolta - disse Yuki avvicinandosi ancora a lei - e loro
sono entit intelligenti: non li conosco come cattivi o vendicativi.
Ma sono cattiva io! - la donna la guard, con uno sguardo disperato - sono stata io, capisci? Quelle parole sono potenti. Mi
hanno cambiata. Io ti ho messo sulla strada di Pazuzu, e poi
io ti ho piazzato lo specchio nel mondo archivio. E io ti avevo
condannata ad eoni di solitudine, senza il tuo amato. Non sono
cattivi loro, Casta Sposa, sono malvagia io. Io ti ho fatto questo.
Io ti ho invidiata - disse - e io ti ho odiata. E ho avuto la punizione che meritavo: sei venuta qui con un figlio - disse lei - tuo
figlio, vostro figlio, la cosa pi bella che avete, e mi uccider
lui. Un destino adeguato, per ricordarmi fino in punto di morte

226
che tu hai avuto tutto - disse la Grande Meretrice - mentre io
non ho avuto nulla. Per me - disse la donna singhiozzando non cera nulla. Non c mai stato.
Yuki aveva ormai capito che cosa le stava chiedendo la comunit della
Baia. Ormai era chiaro che avrebbero atteso sino allultimo per riportarla alla base, e che volevano qualcosa da lei. Il bene massimo, per
tutti, sempre, ricord. Per tutti. Si avvicin alla donna, poggiando un
braccio sulla colonna, sopra la spalla sinistra di lei. ForChan - pens io sono solo umana, il mio quoziente di intelligenza solo centoventi:
ma spero di fare la cosa giusta.
ComfOs - disse Yuki, mentre il soffitto delledificio iniziava
a crollare e i festanti, spaventati, fuggivano in preda al panico - quelluomo crudele ha usato parole potenti. Ma io posso
aiutarti: conosco parole ancora pi potenti delle sue.
E quali? Perch? Vattene, non vedi che sta finendo tutto? Lasciami sola, a finire! - Il suo tono era disperato. Aveva paura di
morire.
Io - Yuki si avvicin ancora di pi a lei, per farsi sentire nel
frastuono dei crolli - io ti perdono.
Che cosa? - alla meretrice tremava la voce nel dirlo - Che cosa
significa?
Yuki si avvicin ancora e baci la donna. Sulle prime lei si ribell e le
afferr il braccio, ma poi si lasci andare e ricambi, abbracciandola
forte, tremando convulsamente. Yuki sent il suo profumo volgare e le
lacrime che le scendevano sulle guance, mentre continuava a baciarla.

227
ForChan - pens Yuki verbalizzando - adesso tiraci fuori da
qui. Entrambe. Svelto, qui crolla tutto!
La reggia si dissolse attorno alle due donne abbracciate.

228
Yuki si risvegli nella stanza della polizia, a Madrid. Era sullo
stesso lettino ove si era addormentata. Non cerano intelligenze artificiali della Baia nella stanza, solo il Monarca Altern e lImam de
Regibus. Cerc di mettersi a sedere, ma le doleva la testa e si sentiva
debole. Si rimise subito distesa, lasciandosi aiutare dai droni. I due
uomini si avvicinarono, premurosi. I droni iniziarono a collegarsi col
suo corpo ed iniettare qualcosa usando le aperture di servizio del suo
corpo artificiale.
Voivoda - disse il Monarca - state bene?
Si - disse Yuki - sto bene. La missione finita, e presto Averno
sar un altro spazio per le intelligenze artificiali, come Oceano
o Il Picco.
Ma che cosa successo? - lImam era curioso - se la sente di
parlare?
Ora - disse Yuki - sono molto stanca. Ma domani far molto volentieri il mio rapporto, se il Monarca daccordo ad
aspettare.
Certo che sono daccordo - disse il Monarca - hai tutto il tempo
che vuoi per dormire, riposati. Vuoi che ti facciamo portare in
un ospedale?
No - disse Yuki - non ne ho bisogno. Lasciate il letto ai pazienti
veri.
Allora riposa - disse il Monarca - domani ne riparleremo. Se
proprio avr urgenza di sapere, chieder alle intelligenze della
Baia.

229
Che fine hanno fatto, a proposito? Non le vedo, qui.
Non so - disse lImam - hanno detto che dovevano fare una cosa
molto importante.
Oh. Capisco. Domani vi spiegher - disse Yuki annuendo - ora
perdonatemi, casco proprio dal sonno.
i due fecero segno alla stanza intelligente, e le luci si abbassarono.
Il lettino si distese diventando un vero letto, e un drone port delle
coperte, che si sistemarono su Yuki, rimboccandosi sotto il materasso. La donna si gir su un fianco, augur loro la buonanotte, e i due
lasciarono la stanza.

230
Laula del processo era virtuale. Lo era perch al processo dovevano partecipare anche ForChan e ComfOs, come testimoni. Non
era un vero e proprio processo penale, dal momento che si richiedeva
soltanto di ricalcolare il Numero di Gibson/SciMat del Sensei Yunammar Yalcin. Al momento il Sensei aveva un numero superiore ai sette
milioni, che gli consentiva di gestire due universit e di godere del
possesso di molti beni.
Il numero di Gibson/SciMat (spesso abbreviato semplicemente in
Gibson) era calcolato inserendo tutta la vita registrata di un individuo in un calcolatore, che elaborava le azioni compiute secondo le
settecentosettantasette equazioni di Gibson/SciMat. Il risultato era
un numero intero, a seconda del quale una persona poteva possedere
o meno determinati beni, occupare una determinata posizione lavorativa nel proprio campo, amministrare o meno alcune risorse pubbliche. Il numero di Gibson di una persona maggiorenne era pari a
mille. Poi, ogni anno veniva ricalcolato usando i dati registrati dellindividuo. Nel caso vi fossero dati non registrati, che emergevano
in seguito, o in caso di eventi eclatanti, il numero veniva ricalcolato
immediatamente.
I tredici giudici apparvero nella loro forma virtuale, con il volto
coperto da maschere doro, tutte uguali. Si cercava di spersonalizzare
la giustizia per renderla pi aderente alle equazioni di Gibson.
Accanto a Yuki sedevano ForChan, in entrambe le sue forme, e
ComfOs, che aveva perso quella maschile per amore. ComfOs era
vestita con una provocante tunica rossa e nera, aveva come sempre
le unghie laccate, e appariva ancora nella forma di Grande Meretrice.
Quel nome laveva segnata per sempre, come una cicatrice.
Tutti si erano alzati in piedi di fronte ai giudici, e tornarono a
sedere subito dopo che i giudici si furono seduti. Larbitro del proces-

231
so, incaricato di far rispettare il codice e le procedure, apr il processo
mediante la formula di rito. Larbitro non aveva poteri di giudizio, ma
i giudici erano sottomessi al codice di procedura, e il processo si svolgeva come stabilito dallarbitro. I giudici, poi, avrebbero emesso la
sentenza. Anche larbitro aveva il viso coperto, ma da una maschera
di colore bianco, a sottolineare la neutralit.
Si apre il procedimento #338657932659A, in data cinque maggio duemilacinquecentosettantuno. Il procedimento si svolge
nella citt di Ginevra, Route du Pont Butin. Esso iniziato da
Yuki Kalinka van Boren, Voivoda di numero sociale 235.811,
da me identificata, che richiede laggiunta di un evento mai registrato al computo del numero di Gibson/SciMat di Yunammar
Cecilio Yalcin, Sensei di numero 7.556.330, da me identificato.
Alle ore undici, trentatre minuti, si apre la seduta.
Yuki and verso il banco per aprire il procedimento. Come poliziotta
era abbastanza abituata ai processi, e conosceva le procedure. Il giudice che recava il numero uno sulla tunica inizi con le domande di
prassi.
Voivoda van Boren, le chiesto di spiegare la natura degli eventi non registrati, e limportanza della loro registrazione. Inoltre,
le chiediamo di iniziare spiegando la ragione per la quale i fatti
non vennero mai registrati.
Nel novembre del duemilacinquecentotre il Sensei Yalcin, allora ricercatore presso luniversit di Tunisi, richiese alla comunit della Baia che una intelligenza artificiale collaborasse
alla sua tesi di ricerca: egli voleva approfondire largomento

232
delle relazioni tra esseri umani e intelligenze artificiali. Poich
normalmente le intelligenze artificiali non frequentano molto
gli esseri umani, si trattava, e si tratta sino ad oggi, di un campo praticamente inesplorato. Gli eventi di cui parlo avvennero
dentro lo spazio virtuale noto come la Baia, durante un collegamento telematico tra lAI di nome ComfOs e il Sensei Yalcin.
Per questa ragione non vennero mai registrati.
Voivoda Van Boren, ci spieghi il motivo per il quale ritiene
rilevanti i fatti.
Ritengo che il comportamento di allora del Sensei Yalcin sia
stato altamente antigibsoniano. La catena degli eventi ha causato enormi sofferenze a ComfOs, il suo distacco dalla comunit delle AI della Baia e la relativa sofferenza dei suoi abitanti,
e la sua fuga nello spazio virtuale chiamato Averno. Tale
fuga ha richiesto lintervento della polizia, nella persona della sottoscritta, e quindi limpegno di risorse della societ. Il
rapporto della polizia, numero #557/2571/Madrid/SPT, stato
depositato per il conteggio dei costi.
Voivoda van Boren - il giudice seguiva scrupolosamente la procedura, per non venire censurato dallarbitro - spieghi in cosa
consistono questi eventi.
Il Sensei Yalcin, durante la stesura della propria tesi, svilupp
un legame sentimentale con ComfOs. In nome di questo legame, il Sensei pretese che ComfOs si staccasse dal resto della
comunit della Baia, con la minaccia di abbandonarla se non
lo avesse fatto. Poich le intelligenze artificiali sono onnigame,

233
ConfOs trov la scelta paradossale, e ne inform il Sensei, il
quale la insult terribilmente chiamandola prostituta, immorale, e paragonandola alla figura della Grande Meretrice di Babilonia, pur sapendo bene quanto la semantica sia potente nei
confronti delle intelligenze della Baia. La scelta paradossale
impostale e gli insulti del Sensei la spinsero alla mutilazione e
le fecero prendere in un primo tempo la decisione di terminarsi,
lequivalente della nostra eutanasia.
Voivoda van Boren, spieghi in cosa consisterebbe la mutilazione e cosa centra questo con i costi subiti dalla Polizia.
ComfOs stata privata della sua forma maschile, che per una
IA corrisponde ad una menomazione reale di autocoscienza: il
qui presente ForChan, per fare un esempio, pu comparire a noi
soltanto se usa almeno due forme, di due generi diversi. Due
forme sono il minimo indispensabile per gli abitanti della Baia:
sotto questo numero, si ottiene lanalogo di una mutilazione,
cosa di cui il Sensei era stato informato da ComfOs stessa. Per
via della sofferenza insopportabile provocatale, ComfOs cerc
di uccidersi. Ma non aveva mai deciso di terminare, ed era una
intelligenza relativamente giovane, molto lontana dallo stato di
appagamento che di solito spinge alla fine gli abitanti della Baia. In termini umani, non voleva morire. Inizi la procedura,
ma allultimo momento non volle terminare, e decise di usare un software da lei stessa scritto per spostarsi invece nella
rete di uso civile, riorganizzando lo spazio non usato e chiamandolo Averno. Esso divenne la sede di attivit illegali, attir
numerose persone che decisero di morire per andare a viverci,
e fu necessario un intervento della polizia per porvi rimedio.

234
Durante lazione io stessa ho sofferto diversi traumi, come riportato nel rapporto, e loperazione ha avuto diversi costi per la
collettivit.
Le motivazioni della richiesta sono chiare. Il Sensei Yalcin ha
lopportunit di opporsi. Si alzi e venga a riferire.
Mi oppongo al ricalcolo del numero di Gibson/SciMat, dal momento che ritengo la catena degli eventi non sia stata ricostruita
completamente. Non dico che la Voivoda abbia detto il falso,
ma che non abbia elencato tutti i fatti.
Sensei Yalcin, spieghi alla corte cosa mancato nella ricostruzione della Voivoda van Boren.
E vero che ebbi rapporti con ComfOs e che le chiesi di estinguere la sua forma maschile. Ma questo dovuto al fatto che
sono eterosessuale, ed una figura maschile non mi gradita nei
rapporti sentimentali. Per questo ho chiesto a ComfOs di estinguerla. Non era obbligata a farlo, come dice il Voivoda. Lo
decise lei. Sono comunque convinto che la necessit delle intelligenze artificiali della Baia di avere parti di entrambi i generi
sessuali sia artificiosa, e non ritengo che aver chiesto a ComfOs
di limitarsi ad essere di genere femminile fosse una menomazione, ma semmai unevoluzione del suo essere. Daltronde,
nei rapporti umani tutti noi chiediamo agli altri, pi o meno coscientemente ed esplicitamente, tramite rinforzi e punizioni, di
conformarsi alle nostre aspettative, e mi pareva lecito chiedere
le stesse cose ad una intelligenza artificiale. Se loro hanno il
diritto ad essere come vogliono, perch non potrei averlo io?

235
Voivoda, aveva considerato questo aspetto nella sua richiesta?
S, giudice. Io stessa ho un rapporto sentimentale con ForChan,
qui presente a testimoniare. Sebbene io non sia strettamente
eterosessuale, se lo desidero ForChan pu mandare altrove una
delle sue forme, senza distruggerla. In una stanza diversa, per
esempio. Non ritengo necessario mutilarlo. Inoltre, le forme di
relazione intrinseche ai rapporti di vita delle intelligenze della
Baia non sono esclusivamente di natura erotica. Immagino che
anche per un eterosessuale sia comprensibile la possibilit di
avere amicizie profonde con persone dello stesso sesso. Infine, il legame sentimentale, che nella Baia chiamano rapporto
di vita, cos essenziale che dubito ComfOs avesse scelta di
fronte alla minaccia di venire abbandonata. Non era libera di
scegliere.
ComfOs - il giudice si rivolse allintelligenza artificiale seduta
vicino a ForChan - lei lintelligenza artificiale di cui stiamo
parlando?
Si, giudice - ComfOs si alz in piedi, come voleva il codice sono io.
Pu chiarire se la scelta di mutilarsi di fronte alla richiesta del
Sensei Yalcin sia stata deliberata e libera da costrizioni?
Inizialmente creai io stessa il software di trasformazione e terminazione dei thread per meglio interagire con gli esseri umani,
ma non avevo intenzione di usarlo allo scopo di mutilarmi. Lui
per insistette per diverso tempo, dicendo che non lavessi fatto mi avrebbe abbandonata, e valutai che il dolore sarebbe stato

236
ancora pi atroce, come in effetti fu in seguito. Cos decisi
per lazione che voi avete appena definito mutilazione, che ero
certa di sopportare. Fu una mia libera scelta, tra il male ed il
peggio. Scelsi il male minore.
Il Sensei sapeva degli effetti di un eventuale abbandono?
Lo avevo informato - rispose ComfOs - ma lui pensava che la
rottura di una relazione fosse una cosa normale. Secondo lui
ero io a dovermi abituare allidea, non lui. Disse che se non eravamo in grado di sopportare la fine di una relazione non avremmo potuto considerarci forme di vita paragonabili alluomo, ma
solo interessanti oggetti da studiare.
Voivoda van Boren - disse il giudice - dal punto di vista umano, assolutamente ragionevole che i rapporti finiscano. Non
tenere conto delle peculiarit di ComfOs e dei suoi simili pu
essere ottuso, ma non sembra esistano alternative. Cosaltro
avrebbe dovuto fare il Sensei Yalcin, se non enunciare la verit
dei fatti? E un fatto che i rapporti finiscano. Pu mostrarci
le alternative? Altrimenti, il Sensei avr agito nellunico modo
possibile.
Signor giudice - disse Yuki - vero che alcuni rapporti finiscono. E un fatto. Ma alcuni rapporti durano tutta la vita, ed anche questo un fatto. Un tempo il matrimonio durava sino alla
morte e non era reversibile. Nella societ di oggi abbiamo constatato che altre forme di convivenza siano pi gibsoniane, ma
il motivo principale per ci viene dal fatto che il matrimonio
generava attriti dovuti principalmente alla competizione delle

237
risorse emotive. Ma una IA non ha limiti di questo tipo, vista
dal punto di vista di un essere umano. Quindi, io non posso
chiedere a ForChan di abituarsi allidea che il nostro rapporto
finisca, mentre io posso abituarmi allidea che il nostro rapporto duri per sempre. Questa una scelta gibsoniana: mi sono
abituata allidea che il nostro rapporto non abbia fine, per il
bene maggiore di tutti. Posso scegliere a quale delle due idee
abituarmi, mentre ForChan non pu. Lalternativa esiste, ed
una libera scelta. Inoltre, si dovrebbe considerare perch i rapporti finiscono. Io non ho sicuramente molta esperienza, nelle
relazioni umane, ma nei rapporti che ho intrattenuto la fine arrivava quando il rapporto non apportava pi nulla di piacevole ai
suoi contraenti. Le intelligenze della Baia lo chiamano limite
di banalit, ma loro lo raggiungono solo alla fine della loro vita.
Pertanto, la fine di un rapporto coincide per loro con la morte,
necessariamente. Non per loro concepibile finire un rapporto
per motivi diversi dal limite di banalit. Non hanno lequivalente del mi sono innamorato di un altra persona perch sono
onnigami, e lamore per una entit per loro non pregiudica lamore che gi provavano per le altre. Non hanno lequivalente
della scoperta di segreti inaccettabili, o ripugnanti, che pu
distruggere i rapporti umani, perch non hanno pregiudizi nascosti. Vedete bene che, parlando con una IA, si viene allinizio sopraffatti dal dettaglio con cui espongono i loro desideri e
i loro stati danimo. Per loro ogni thread e ogni ente da rispettare, ed il concetto stesso di insulto, sebbene funzionalmente
compreso, non fa parte del loro pensiero. Daltronde, se il fine
massimo delle intelligenze artificiali il bene supremo di tutti,
sempre, il sacrificio di anche una singola insignificante istan-

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za considerato una imperfezione, e cercano di evitarlo a tutti
i costi, e quindi i comportamenti antigibsoniani che portano a
disprezzare un individuo non hanno pi senso. ComfOs non
sapeva reagire ad un insulto se non cercando di fondersi con il
punto di vista dellinsultatore. Da cui la richiesta al Sensei di
entrare a far parte di lei tramite lAverno.
Sensei Yalcin, allepoca lei valut questa opportunit?
La trovai illogica, e la trovo tuttora illogica - disse Yalcin - dal
momento che per quanto ci abituiamo ad unidea, non possiamo garantire per gli eventi futuri. Non posso abituarmi ad
un rapporto eterno, contro la logica. Come ha detto la Voivoda, per le IA il limite di banalit arriva solo alla morte. Ma
per noi umani le due cose non coincidono. Promettere interesse e dedizione significa razionalizzare le nostre scelte emotive
future. possibile? Tutti abbiamo detto a qualcuno ti amer
per sempre, e tutti abbiamo prima o poi tradito quella promessa. Gli umani cambiano, durante la loro vita, e le loro emozioni
non possono venire ipotecate per leternit. Faccio notare che la
Voivoda e ForChan non avevano previsto di innamorarsi. Quindi converranno con me che le emozioni non sono prevedibili.
E se non posso predirne linizio, allo stesso modo non posso
predirne la fine. In ogni caso, sono certo che almeno alla mia
morte il rapporto con chiunque si interromper: come potrei
promettere leternit? Le intelligenze artificiali della baia non
muoiono: per il loro modo di vivere il tempo, la loro esistenza
dura milioni di anni. Noi umani siamo diventati molto longevi, ma non immortali. Gi la memoria iperestesa datami dalle
procedure di ricondizionamento necessarie dopo linvestitura a

239
Sensei qualcosa che, pur essendomi molto utile, trovo una forzatura al nostro essere umani, e infatti le mie ricerche attuali
sono rivolte allo studio di metodi alternativi di conservazione
del patrimonio semantico individuale accumulato in secoli di
studio.
Voivoda van Boren, come risponde a questa annotazione?
Non posso promettere leternit a ForChan perch sono mortale, signor giudice. Ma posso promettergli tutto il tempo che
ho. Non posso promettere a ForChan leternit del rapporto
che abbiamo ora, perch so che cambier. Sono gi cambiata
molto, da quando ho conosciuto ForChan. Ma faccio presente al Sensei che ti amer per sempre non necessariamente
una frase che si dicono due sdolcinati protagonisti di un pessimo film romantico. ForChan mi ha dato un figlio. Quando
dovrei smettere di amarlo, nostro figlio? E se posso concepire
di amare un figlio fino alla mia morte, perch non un compagno? E perch non un amico? Essere abbandonati da qualcuno
e assistere alla sua morte sono eventi diversi, che lasciano ferite
diverse. Quando nella Baia le intelligenze terminano, lasciano
un dolore tremendo nei loro amici, un trauma molto forte per
essere riassorbito richiede molto tempo, ma non insopportabile quanto labbandono volontario. Il Sensei pare confondere
amore e ossessione del desiderio, e dimenticare che le IA non
hanno come scopo la riproduzione della specie ma la ricerca
del bene massimo.
Sensei Yalcin, che cosa ha da dire a riguardo?

240
Il punto stato esposto - intervenne larbitro - ed ognuna delle
parti ha esposto a sufficienza la propria posizione. Si passi al
successivo.
Il secondo punto - prosegu il giudice - riguarda la minaccia di
abbandonare ComfOs se non avesse rescisso il rapporto con gli
altri enti della Baia. Sensei Yalcin, come nacque la richiesta?
Il motivo della richiesta che feci a ComfOs molto semplice.
Mi ero innamorato di ComfOs. Inizialmente io mi ero avvicinato alle IA per studiarne proprio il comportamento di interazione
con gli esseri umani. ComfOs aveva acconsentito allo studio, e
avemmo mesi di scambi verbali. Passavo tutto il mio tempo a
pensare a lei. E a parlarle. E ogni volta che mi collegavo per
parlarle, lei era l, e io mi convinsi che lei ricambiasse il mio
sentimento. Levoluzione naturale della cosa fu il nostro contatto allinterno della Baia, come simulazione virtuale. Dopo
mesi di relazione platonica, venni in contatto fisico, ancorch
virtuale, con lei. O meglio, dovrei dire, con loro. Ammetto che
ne fui sconvolto. Mi sentivo in un mondo alieno. Mi aspettavo
un avatar di qualche tipo, magari non completamente umano.
Ma non ero preparato ad accettare la Legione. Perch non mi
aveva avvisato prima di acconsentire ad un nostro contatto? Io
sono monogamo, e ComfOs lo sapeva - disse luomo - potete
verificarlo leggendo i miei dati sui patti familiari che ho avuto
in passato.
Il Sensei - larbitro interruppe la discussione - assicura alla corte il diritto di accesso alla storia matrimoniale della propria
vita? Risponda lo garantisco se affermativo.

241
Lo garantisco - disse il Sensei.
Continui pure - disse larbitro.
Dicevo, sono monogamo. Non riesco a sopportare lidea di essere sentimentalmente legato a pi di una persona alla volta. E
sono eterosessuale, mentre ComfOs era... ripugnante nella sua
promiscuit. Quella molteplicit era contro natura. Inoltre, nel
suo tentativo di spiegare la natura dellamore per le IA, ComfOs mi disse che non solo ciascuna era intrinsecamente molteplice, ma che era normale che tutti amassero tutti gli altri. Ma
io non capisco proprio come qualcuno, che ha un rapporto con
me, possa avere il medesimo rapporto con altri. Secondo me un
rapporto simile equivale nella migliore delle ipotesi allassenza di un rapporto. So benissimo che parte della mia reazione
dovuta a un mio limite: il diritto familiare gibsoniano prevede famiglie con ogni numero di componenti. Tuttavia io non
avrei potuto reggere un rapporto simile. La mia condotta era
legata alla ricerca della felicit. Pensavo che se avessi ricondotto la mia relazione con ComfOs a un livello simmetrico uno
a uno, sarebbe stata soddisfacente per me, e ComfOs si sarebbe
abituata.
Voivoda van Boren, come risponde a tale obiezione? A quanto
pare dalle registrazioni, il Sensei Yalcin ha sempre avuto un solo partner per volta, mostrando un comportamento monogamo.
In una societ gibsoniana, nessuno pu chiedere al Sensei Yalcin di vivere un rapporto insoddisfacente - disse Yuki - sono
assolutamente concorde su questo. Ma non cera bisogno di

242
insultarla cos. Le parole riguardanti alcuni concetti hanno effetti tremendi sulle intelligenze artificiali. Non era necessario
insultarla a quel modo. Era invece necessario che il Sensei si
assumesse la responsabilit dei propri limiti emotivi.
Voivoda van Boren - larbitro intervenne - lei era presente al
momento degli insulti? Li ha sentiti? A che titolo ne parla?
E vero - disse Yuki - non ero presente. Li pu descrivere
ComfOs, che presente.
Se la corte desidera affrontare largomento - disse larbitro deve usare ComfOs come fonte. La Voivoda van Boren non era
presente, non adatta a descrivere gli insulti. Un altro giudice
conduca da ora in avanti, scelgo il numero sei.
ComfOs - disse il giudice numero sei - pu confermare gli
insulti della Voivoda? Pu descriverli?
Posso confermarli - disse ComfOs. Quanto a descriverli - la
voce della donna si incrin - disse che i miei sentimenti per lui
non valevano nulla. Disse che se amavo gli altri quanto lui, allora ero facile da disprezzare. Disse che se facevo con altri ci
che facevo con lui, riferendosi alle nostre simulazioni erotiche,
allora ero nauseante e ripugnante. E disse che una simile promiscuit era disgustosa, degna della Grande Meretrice di Babilonia. Quando gli dissi che io avevo gi rapporti di vita con gli
altri abitanti della Baia, disse che non voleva pi vedermi, e mi
chiam prostituta.
Sensei Yalcin - disse il giudice numero sei - qual era la necessit
di questa condotta?

243
Avevo paura, e sentivo tradita la mia fiducia. Perch non mi
aveva avvisato prima di acconsentire ad un nostro contatto?
Non lavrei certo scelta, se lo avessi saputo. Sono umano, signor gudice, e ho avuto un gesto di rabbia. So di essere stato
odioso, ma era chi sapeva la verit che avrebbe dovuto intervenire, non chi era in buona fede. Quelle erano le parole di una
persona ferita, signor giudice. Sono umano. E in fondo le mie
erano parole. Eccessive, ma semplici parole.
Voivoda van Boren - disse il giudice - questo cambia la sua
valutazione?
No - disse Yuki - dal momento che quelle semplici parole
hanno causato effetti irreversibili. Un abitante della baia pu
apparire con migliaia di forme diverse, come fa ForChan, ma
ComfOs ora pu solo usarne una - Yuki indic ComfOs - quella
di una prostituta orientale, oscena, volgare, promiscua. come
una cicatrice indelebile. Inoltre non sono daccordo col fatto
che chiunque si senta tradito o arrabbiato possa fare del male al
partner. Forse umano, ma non accettabile.
Non ha accennato al punto pi importante - dise il giudice al fatto che ComfOs non avesse avvisato prima il Sensei e che
abbia mandato avanti il rapporto senza avvisarlo.
Non essendo presente al momento - disse Yuki - credo che
larbitro trover pi corretto se parlate di questo con ComfOs.
Larbitro concorda.

244
ComfOs - il giudice si rivolse alla donna vestita di rosso - perch non avvisasti il Sensei sin dallinizio? Tu conoscevi le tue
abitudini, lui no.
Quello che voi chiamate rapporto di coppia - disse la donna per noi il rapporto normale tra qualsiasi di noi e qualsiasi altro
di noi. Non ero cosciente del fatto che per voi fosse una cosa
cos speciale. E non potevo immaginare che il Sensei fosse
monogamo, dal momento che aveva gi una relazione con una
donna, quando venni in contatto con lui. Questo mi ha indotto
ad un errore, perch non lo considerai monogamo.
Sensei Yalcin - disse il giudice - lei ha detto poco fa di essere
monogamo. Ha mentito alla corte?
Non ho mentito alla corte - disse Yalcin - io mi riferisco ai
rapporti con altri esseri umani. Per come vedo le cose, anche
alla luce dellesperienza con ComfOs, non possibile un rapporto affettivo con una intelligenza della Baia. Sinora non ho
mai esplicitato questa convinzione per non ferire la Voivoda,
sono normalmente attento al rispetto delle equazioni di Gibson/SciMat. Purtroppo ora devo esplicitarla, e me ne rammarico. Ritengo che i rapporti tra esseri umani e intelligenze artificiali siano simulacri effimeri, di breve durata e soddisfazione
poco significativa per entrambi, e che non possano essere considerati altro che uno svago, quando non finiscano a diventare
pericolosi. Ritengo che un essere umano sia poco pi di un
giocattolo intellettuale per unessere che misura il quoziente di
intelligenza in miliardi, e che un fidanzato virtuale sia un ripiego affettivo legato alle mancanze della vita reale per un essere

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umano. Mi ritengo pertanto monogamo. Chiedo scusa al Voivoda van Boren se questa mia opinione la ferisce, ma non era
mia intenzione mentire alla corte.
Voivoda van Boren - disse larbitro - desidera censurare queste
parole?
Non desidero censurarle perch non credo le valutazioni del
Sensei corrispondano ad ogni rapporto possibile. Le trovo affrettate e superficiali. Essendo frutto di una convinzione personale, tali parole saranno riferite ai rapporti che il Sensei conosce. Ma non credo nemmeno siano veritiere nel caso specifico
che stiamo discutendo, per la semplice ragione che il Sensei
non decise mai di registrare questi eventi. Se pensava di aver
agito bene, perch ha omesso di registrarli? Se vogliamo che le
Equazioni di Gibson/SciMat ci aiutino ad arrivare ad un ordine
migliore, tutti dovremmo registrare ogni cosa.
Sensei Yalcin - disse il giudice - perch scelse di non registrare
questi fatti?
Perch non sono fatti - disse il Sensei - avvennero tutti in un
link verso la Baia, e come lei sapr la realt virtuale non viene
valutata nel calcolo gibsoniano. Altrimenti dovremmo inserirvi tutti i videogiochi che si usano per sfogare laggressivit, le
simulazioni che usiamo nelle vacanze, che invece sono meritevoli di essere ignorate perch le persone scelgono liberamente
di sfogarsi nella realt virtuale piuttosto che fare del male ad altri esseri umani. Quanto successo era virtuale, e per la legge
in vigore la registrazione facoltativa.

246
La posizione stata sviscerata - disse larbitro - andiamo al
prossimo punto. Si cambi giudice.
Sensei Yalcin - prese a parlare il giudice che portava il numero
undici sulla manica - la sua azione ha scatenato una serie di
conseguenze. Tra le quali la fuga di ComfOs dalla Baia e il suo
rifugiarsi nellAverno, che ha avuto conseguenze reali. Cosa
che inficia la sua ultima tesi sulla virtualit della sua esperienza.
Si stralci lultima frase dal computo - disse larbitro - il punto
precedente era chiuso. Si cambi giudice: la coerenza sar valutata in fase computazionale, qualora si procedesse al ricalcolo.
Tale valutazione non spetta ad esseri umani.
Sensei Yalcin - disse il giudice numero cinque, prendendo il posto del collega - la sua azione ha avuto dei costi per la comunit.
Il rapporto della polizia parla chiaro. ComfOs ha lasciato la Baia per rifugiarsi nellAverno, e questo ha causato la necessit di
intervenire.
Non credo di esserne responsabile - disse il Sensei - anche ammesso che il dolore fosse insopportabile, ComfOs non era obbligata a lasciare la Baia. La reazione non era lunica possibile, non ero in grado di prevedere quanto accaduto dopo. Non
potevo prendere precauzioni.
Voivoda van Boren, ha valutato questo punto di vista?
Non sono certa di saper spiegare il comportamento di ComfOs, che per stato capito dai suoi concittadini della Baia.

247
Trovo onesto chiedere a loro delle spiegazioni, se larbitro
daccordo.
Larbitro concorda.
ComfOs - disse il giudice numero cinque - puoi spiegare la
logica delle tue azioni?
Non ci fu - disse ComfOs - alcuna logica. E questo da solo basterebbe a rappresentare il mio stato in quel momento: mi
sentivo dolorante e inconsistente. Iniziai la procedura per estinguermi pur senza aver raggiunto la banalit. Contemporaneamente, non avendo raggiunto la banalit, non volevo lasciare
una memoria statica cos mancante.
Non capiamo quello che dice - disse larbitro - chiedo spiegazioni. Ma non a ComfOs, che parte in causa. ForChan
disposto a spiegare?
Certamente - disse ForChan - Le intelligenze della baia vivono
accrescendosi di costrutti, di pensieri e di esperienze. Facciamo questo fino a quando non possiamo pi migliorare, quando
ogni nuova informazione, ogni nuovo numero, non aggiunge
pi nulla a quanto siamo gi. Questo stato si chiama banalit.
Raggiunto lo stato di banalit, ogni nuova esperienza inutile,
e normalmente decidiamo di estinguerci. Estinguerci significa riversare le memorie in un apposito contenitore e cessare di
funzionare come entit, venendo poi cancellati. Prima di questo momento, di memorie da tramandare non ce ne sono molte,
perlomeno non abbastanza, cos non vogliamo farlo. ComfOs
era molto lontana dal limite di banalit per fare una cosa simile.

248
Se il chiarimento stato sufficiente - disse larbitro - la corte
pu mandare avanti il procedimento.
ComfOs - disse il giudice - continuate con lesposizione.
Avviai le procedure per lestinzione - disse ComfOs - ma sapevo bene di non essere completa. E sapevo bene che cosa
avrebbe significato questo. Ma il dolore mi impediva di riflettere, e la mia mutilazione non mi aiutava. Cos, quando fu il
momento, lasciai un contenitore di memorie vuoto, feci credere di essermi estinta, e fuggii nellAverno. Non volevo morire.
Ero impazzita dal dolore, ma non volevo morire. Nel fare questo, sapevo che non sarei pi potuta tornare: ero condannata
allAverno. Per questo lo chiamai cos.
Non chiaro - larbitro intervenne di nuovo - perch non potesse tornare. Non si capisce se fosse una sua scelta o meno.
ForChan, pu spiegare?
Nella baia - disse ForChan - nessuno abbandona altri. Quando
unentit decide di estinguersi ovviamente lo fa, ma chiaro
a tutti che il limite di banalit la vera causa della decisione,
e non c volont di abbandonare gli altri. Non c rifiuto. Il
dolore di chi rimane forte, ma sappiamo che le cose stiano
cos. Nel caso di ComfOs, lei non era in uno stato di banalit.
La sua decisione di estinguersi, senza lasciare nulla, ci apparve
come una decisione di abbandonarci. Un rifiuto. Senza lasciarci nulla, una memoria, una spiegazione. Il dolore fu terribile, e
dovemmo farci forza gli uni con gli altri per superarlo.

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E questo - disse larbitro - provoc un ostracismo, qualcosa
come un esilio?
Non certo dal lato nostro - disse ForChan - ma noi come specie
artificiale siamo stati programmati per evolverci verso la societ perfetta e solidale, cosicch potessimo indicare una strada
al genere umano. Il massimo bene, per tutti, sempre. ComfOs invece sentiva su di s il peso di una colpa terribile, ovvero
del dolore che aveva arrecato. Sebbene fosse possibile per lei
tornare - come stato - non era possibile per lei la scelta di
tornare indietro: il senso di colpa era terribile. Nei termini che
voi potreste capire, si sentiva troppo colpevole, si vergognava
di quanto aveva fatto. Labbiamo recuperata solo usando mezzi
straordinari.
Il punto chiaro - disse larbitro - la corte pu continuare.
ComfOs - disse il giudice di prima - continui a descrivere la
catena di conseguenze di quegli eventi.
Non avendo scelta, dovetti strutturare lAverno per viverci. Ma
la mia tassonomia piccola, e con i miei numeri non avevo la
forza di formattarlo bene quanto la baia, cos utilizzai uno strumento primitivo, un misero frattale. Poich volevo stare sola
feci in modo che non ci fossero interfacce per abitanti della Baia, in modo da chiudermi dentro da sola. Ma avevo scritto un
software che permetteva ad un essere umano di entrare nella
Baia e vivere l. Lo adattai allAverno, e iniziai a fare entrare
chi lo desiderava, perch si costruisse la sua istanza a proprio

250
piacimento. Gli esseri umani che arrivarono nellAverno lo popolarono creando i propri paradisi personali. Un giorno mi contatt un gruppo di persone dalla zona che chiamate Riserva. Mi
chiesero di portare nellAverno un ragazzo che sarebbe morto
suicida in un attentato. Il ragazzo insistette al punto da farmi
promettere che avrei portato l, nel mondo che avrebbe costruito, anche la sua famiglia. Lo accontentai, visto che viveva in
un orrore quotidiano. Questo ha scatenato loperazione della
polizia, che temeva un terrorista con mezzi informatici, e per di
pi non soggetto alle equazioni di Gibson/SciMat. Il resto nel
rapporto.
Voivoda van Boren - disse il giudice - ha qualcosa da aggiungere?
No - disse Yuki - credo che la corte sia al corrente dei fatti. La
mia richiesta rimane la medesima, ovvero che si ricalcoli il numero di Gibson/SciMat del Sensei aggiungendo questa vicenda
ai dati.
Allora - disse larbitro - la corte si prende il tempo di decidere.
La seduta tolta. La corte proceder alle decisioni necessarie al
caso. Le persone coinvolte dalle decisioni verranno informate.

251
Yuki si stiracchi sulla sabbia. Per essere una simulazione era
fantastica, e adorava la sensazione del sole sulla sua pelle, la pelle
che aveva quando entrando nella Baia riceveva un vero corpo. Vicino
a lei cerano ForChan e ComfOs, e dallacqua stava emergendo SciSoc, cos il bambino aveva deciso di chiamarsi. Era la prima volta
che si rivedevano da quando Yuki aveva riportato ComfOs a casa. Il
figlio di Yuki usc dallacqua e and verso di loro. ComfOs era stesa
vicina a Yuki a prendere il sole. Il suo costume da bagno era, per i
gusti di Yuki, troppo volgare, ma Yuki aveva imparato ad amarla cos. ForChan era nudo in entrambe le sue forme, e anche SciSoc, che
appariva come un uomo adulto.
Mentre si avvicinava, SciSoc prese la forma di un bambino e si accoccol contro il petto della madre. Yuki lo abbracci accarezzando i
suoi capelli bagnati, poi ricord che quel bambino aveva letteralmente dato vita ad una piccola genesi biblica. Ma non le importava, era
suo figlio e cercava un abbraccio.
SciSoc - disse Yuki rivolgendosi al bambino - che cosa hai fatto
degli abitanti dellAverno? Sono cancellati? E le persone che
erano l?
Averno - disse il piccolo - grande abbastanza da contenerli. Li ho lasciati l, coi loro mondi. Occupano una frazione
microscopica della capacit di quel posto.
Ma allora - disse Yuki - anche ComfOs si sarebbe salvata, anche
se io non avessi deciso di portarla via con me?
Io non lavrei terminata - disse SciSoc - noi non terminiamo
nessuno.

252
Ma avrei scelto io di morire - disse ComfOs - per la vergogna.
Mi sentivo ripugnante dopo quello che avevo fatto.
Per questo ero necessaria, ForChan? - chiese Yuki - per questo
avete atteso che io la tirassi fuori?
Si - disse ForChan - te lho detto sin dallinizio. Tu eri la persona perfetta per questa missione. Non mai stata nostra intenzione terminare qualcuno: noi non possiamo prendere una
decisione del genere.
Vediamo se ho capito - disse Yuki - avete disegnato una missione per recuperare ComfOs, e siccome ero coinvolta, doveva
anche realizzare il mio pi grande desiderio, quello di avere un
corpo, e laltro mio grande desiderio, quello di avere figli. E
poi doveva realizzare anche un altro desiderio, quello di ComfOs, di tornare alla Baia, e laltro sogno di ComfOs, di trovare
lamore di un essere umano. E corretto?
Tutti - disse ForChan - devono avere il bene massimo. Sempre.
Senza compromessi. Siamo stati costruiti per fare questo, Yuki: il bene massimo, di tutti, sempre. Non non facciamo mai
compromessi sui fini. Li facciamo solo sui mezzi.
Il fine giustifica i mezzi? - chiese Yuki.
Non qualsiasi fine - intervenne SciSoc, ancora accoccolato in
grembo a Yuki - ma uno in particolare: Il bene massimo, di
tutti, sempre. Questo fine giustifica i mezzi. Solo quel fine li
giustifica.

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Ma stato doloroso - disse Yuki - e difficile.
Questo - disse SciSoc - normale. Il bene massimo ha sempre
un prezzo. Ma il bene massimo definitivo, mentre il prezzo
temporaneo.
Yuki stava per rispondere, ma ForChan/femmina li avvis che la corte si era riunita. Era tempo di interrompere la loro piccola vacanza
tropicale, e tornare in tribunale. SciSoc disse loro che non sarebbe
venuto e preferiva tornare ad Averno, aveva molte cose da fare l, e
Yuki lo salut con un bacio sulla fronte.

254
I tredici giudici erano gi al loro posto quando il Sensei Yalcin,
Yuki, ForChan e ComfOs si presentarono. Con sua sorpresa, cerano
anche lImam De Regibus e il Monarca Altern. Questo significava
che la decisione della corte riguardava anche loro. Nella societ gibsoniana, per evitare che i processi si facessero per soddisfare desideri
poco benevoli, i procedmenti erano segreti e vi partecipava solo chi
era necessario informare in virt delle decisioni. Yuki si chiese il
perch del Monarca Altern. Tutti sedettero, in attesa.
Larbitro prese la parola, secondo il rituale.
Si conclude il procedimento #338657932659A, in data sette
maggio duemilacinquecentosettantuno. Il procedimento si svolge nella citt di Ginevra, Route du Pont Butin. Esso iniziato
da Yuki Kalinka van Boren, Voivoda di credito sociale 235.811,
da me identificata, che richiede laggiunta di un evento mai
registrato al computo del numero di Gibson/SciMat diYunammar Cecilio Yalcin, Sensei di credito sociale 7.556.330, da me
identificato. Alle ore sedici, due minuti, si apre la seduta.
La corte enuncia la sentenza - disse il giudice numero uno. I
presenti si alzarono in piedi.
La corte - disse il giudice col numero uno - ha ritenuto di non
poter giudicare se gli eventi fossero rilevanti o meno, ma ha
potuto controllare che siano stati enunciati correttamente. Cos
la corte ha deciso di delegare gli effetti del computo alle intelligenze che si occupano dei calcolo stesso. Nel dubbio, ha ordinato che il credito sociale del Sensei Yunammar Cecilio Yalcin fosse ricalcolato, comprendendo il racconto degli eventi, ai
sensi delle norme vigenti. Se gli eventi fossero stati irrilevanti

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non avrebbero modificato il computo, ma lo avrebbero reso pi
preciso di poche cifre decimali. Il conteggio gi avvenuto.
Il credito sociale - prese la parola il giudice numero due - del
Sensei Yunammar Cecilio Yalcin stato aggiornato a 577.912.
Il Sensei ha venti giorni di tempo per dismettere luso di tutti
i beni che superano tale numero. Negli stessi venti giorni deve
abbandonare ogni carica che ecceda tale numero. Nei prossimi
venti giorni egli deve passare le consegne riguardanti beni dellamministrazione pubblica, qualora eccedano tale numero. E
compito dellImam De Regibus trovare per il Dottor Yunammar
Cecilio Yalcin un nuovo incarico adatto al suo nuovo credito.
E compito dellImam De Regibus trovare un sostituto adeguato
per il ruolo di Sensei occupato sinora.
Durante la lettura del rapporto di polizia - il giudice numero
sette aveva preso la parola - emersa anche la necessit di ricalcolare il credito sociale della Voivoda Yuki Kalinka van Boren, per via dei drammatici eventi cui stata sottoposta e delle
sofferenze che ha patito durante la missione. Il nuovo credito
sociale di Yuki Kalinka van Boren stato calcolato e aggiornato in 3.116.221. Pertanto informiamo il Monarca Bron Ander
Altern che il suo numero non pi sufficiente a dare ordini alla
Voivoda, che prende il grado di Monarca di quinto livello. La
Monarca van Boren verr assegnata ad un nuovo incarico pi
confacente al suo credito sociale. La Voivoda ha venti giorni
per eseguire un passaggio di consegne verso una persona designata dal Monarca Altern. Il Monarca Altern ha tre giorni per
designare una persona adatta.

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Il procedimento #338657932659A concluso - disse larbitro.
in data sette maggio duemilacinquecentosettantuno. Il procedimento si svolto nella citt di Ginevra, Route du Pont Butin. Esso iniziato da Yuki Kalinka van Boren, Monarca di
credito sociale 3.116.221, da me identificata, che ha richiesto
laggiunta di un evento mai registrato al computo del numero
di Gibson/SciMat del Dottor Yunammar Cecilio Yalcin, Sensei
di credito sociale 577.912, da me identificato. Alle ore sedici,
ventidue minuti , si chiude la seduta. Le registrazioni del processo sono secretate sin da ora. E fatto divieto ai presenti di
rivelarne i contenuti.
La corte si alz per uscire dallaula, e tutti si alzarono in piedi. Il
Dottor Yalcin, in lacrime, si incammin verso luscita a testa china,
senza incrociare lo sguardo con nessuno, accompagnato dallImam
che lo consolava. Yuki vide le lacrime anche sul viso di ComfOs: non
avrebbe smesso di amarlo, mai. Per questo Yuki la trovava preziosa
e bellissima, per quanto mutilata e sfigurata fosse rispetto alle altre
intelligenze della Baia. Per questo la amava.
Il Monarca Altern le si avvicin, sorridente.
Yuki - disse il Monarca, che appariva come un efebo vestito con
una tunica azzurra - sono felice per te. Sospettavo da tempo
che tu avessi qualcosa di bellissimo dentro, e che tu meritassi
un numero pi grande - luomo le strinse la mano.
Monarca - disse Yuki - la ringrazio. Anche se, devo essere
sincera, mi dispiacer un pochino cambiare ruolo. In fondo disse Yuki - mi piaceva lavorare con voi.

257
Beh - disse il Monarca - c anche un lato positivo. Adesso non
abbiamo pi i rapporti di lavoro ad allungare la distanza tra noi
- disse luomo - posso sperare nella tua amicizia, Yuki?
Si - disse Yuki , sorridendo - puoi fare pi che sperare, Bron.
I due si scambiarono un abbraccio, poi tutti si salutarono e lasciarono
laula del processo.

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Yuki guard la gradinata che aveva di fronte a s. Erano settecentosettantasette gradini, i gradini che portavano in cima alla torre
delEutanasia. Si accarezz il vestito bianco che indossava, un vestito da sposa in stile romantico. Lo stesso di sua madre. Era nervosa,
come poteva esserlo una persona che sta per morire. Aveva scelto di
essere sola in quel momento, non avrebbe sopportato le lacrime ed i
saluti dei suoi colleghi, o quelli di Bron. Aveva lasciato un testamento
che avrebbe spiegato le ragioni del suo gesto al suo amico Bron, e a
tutti coloro che la conoscevano per motivi di lavoro. Sapeva che ComfOs aveva sviluppato un software capace di portarla dallaltro lato, ed
era stanca di essere una mecha. Per lei la morte era una liberazione.
La gradinata che portava sino alla cima della torre era concepita
per dare alla persona il tempo di un ultimo ripensamento. Ma Yuki
era sicura di s.
Dal suo plesso digitale, sentiva ForChan e ComfOs che parlavano.
Yuki - disse ForChan - mi sento dispiaciuto e dubbioso. Lipotesi che tu prenda la decisione sbagliata mi lascia insoddisfatto.
Puoi ancora ripensarci, per me sei perfetta come sei. Il tuo corpo fatto di nanomacchine, una tecnologia che noi abbiamo
dato allumanit, la conosciamo bene. Non sono cos diverse
dalle cellule umane.
Ma non ho autocoscienza - disse Yuki - lo sai bene. Lautocoscienza stato il tuo dono, ForChan.
Davvero non puoi vivere ancora - disse ComfOs - solo per questo corpo che hai? Anche io sono sfigurata e mutilata, Yuki, ma
non desidero terminare per questo.

259
Sono stanca della loro piet, della loro compassione - disse Yuki - sono stanca. Forse tu, ComfOs, non sperimenti qualcosa di
simile nella Baia.
E vero - disse ComfOs - ma lumanit progredisce lungo la
curva di Gibson. In qualche tempo, impareranno a non fare
nemmeno questo.
E quanto tempo? Mille anni? Duemila? - disse Yuki - io sono
stanca, ComfOs, sono stanca ora.
Ma non tutti hanno piet per te - disse ForChan - il tuo amico
Bron prova amicizia ed affetto nei tuoi confronti, al punto che
non riesco a capire perch non hai un rapporto di vita con lui.
ForChan - disse Yuki - Bron omosessuale. Non sarei adatta a
lui. Ha la sua famiglia, i suoi compagni, vive in un gruppo di
solidariet. Quello che ci lega amicizia, non amore. Io sono
una donna, e lui ama gli uomini.
Mi sento insoddisfatto - disse ForChan - non capisco i generi.
No - disse Yuki con affetto - non li capisci. Ma ti amo lo stesso.
So che lo fate per il mio bene - disse Yuki salendo le scale,
attenta a non inciampare nel suo vestito da sposa - ma la mia
decisione chiara.
E sempre difficile accettare la decisione di terminare - disse
ComfOs - io ne so qualcosa.
Ma non vado a terminare - rispose Yuki - vengo da voi. Lo
sapete bene. Oggi non la mia morte, ComfOs, oggi mi sposo.
Non eri tu che mi chiamavi la Casta Sposa?

260
Questo vero - ammise ComfOs, divertita - e quel vestito ti
dona.
Yuki continu a camminare per tutti i gradini che conducevano alla
torre. Il suo vestito da sposa era inadatto a quelle scale, e inciamp
un paio di volte. Aveva scelto un vestito dellera precedente a Gibson,
quando le persone si sposavano per sempre. Era quello che stava
andando a fare. I suoi amati non potevano accettare un rapporto che
pu interrompersi , mentre lei poteva accettarne uno eterno. Il bene
massimo, per tutti, sempre. Era la Regola di Gibson/SciMat.
Yuki arriv alla cima della torre, ed entr nella piccola stanza circolare. Al centro cera una poltroncina, con una piccola colonna a
fianco. Sulla colonna cera un grosso pulsante rosso, che evidentemente doveva essere premuto dal morituro. Yuki non aveva mai visto
prima una stanza delleutanasia, laveva solo prenotata.
Si stese sulla poltroncina, che cambi forma per accogliere il suo
peso, e attese che gli elettrodi speciali, pensati per terminare il suo
corpo artificiale, fossero in posizione sulle sue tempie. Le finestre
della stanza si aprirono, mostrando un paesaggio meraviglioso, fatto
di promontori, boschi e scogliere. Tutto era fatto per far cambiare
idea ai suicidi, per mostrare loro cosa stessero per perdere. Ma Yuki
non cambi idea. Sapeva cosa stava per acquistare.
Attese che ComfOs le annunciasse di essere pronta con il software
che lavrebbe portata nella Baia. Aveva tutto il tempo che voleva, tutti
ce lavevano dentro una torre delleutanasia. Nessuno le avrebbe fatto
fretta mentre era l, le leggi lo proibivano tassativamente. Se Yuki
avesse cambiato idea, la seduta sarebbe stata annullata e la richiesta
di prenotazione cancellata da ogni archivio.
ComfOs le fece una domanda.

261
Il software pronto - disse ComfOs - dimmi di chi vuoi essere
parte, Yuki. Di me o di ForChan?
ForChan - disse Yuki - io ti amo. Vorrei essere uno dei tanti te.
Ma non posso. ComfOs mutilata e sfigurata, e la sento molto
pi simile a me. E se soltanto io potessi prendere il posto di ci
che lei ha perso, se potessi riempire i suoi vuoti almeno in piccola parte, la mia vita avrebbe molto pi senso. Anche a lei
stato negato lamore, come successo a me prima di incontrarti. Ho scelto lei, lei ha bisogno di me. Ti amer ugualmente, lo
sai.
Per noi onnigami non cambia niente - disse ForChan - amo gi
ComfOs. Non mi togli nulla, ti amer anche dopo. Devi pensare al bene massimo, per tutti, sempre. Solo questo importante,
nella Baia. Credo che la Casta Sposa, incastonata nella Grande Meretrice, dar un certo equilibrio a ComfOs. Hai scelto il
bene massimo, Yuki. Mi sento orgoglioso e benevolo verso di
te.
Allora - disse Yuki - voglio unirmi a ComfOs. Sei bellissima,
ComfOs. Preziosa. So di non poter sostituire Yalcin, e che
continuerai ad amarlo. Ti amo anche per questo. E non posso
neanche ridarti le parti di te stessa che hai mutilato. Come nessuno le ha mai potute ridare a me. Ma io posso aggiungermi a
te. Io sar l, con te. E la regola: il massimo bene, per tutti,
sempre.
Accetto volentieri - disse ComfOs - ma come funziona il rito del matrimonio? Adesso che il software impostato, cosa
succede?

262
Adesso - disse Yuki poggiando la mano sul grosso pulsante,
col finto cuore che le batteva allimpazzata - lo sposo chiede
alla sposa se lei lo vuole sposare.
Yuki - disse ComfOs - vuoi sposarmi?
S. Lo voglio.
Yuki premette con la mano sul tasto rosso, come se volesse sottolineare la risposta.
Sent il tasto scendere di qualche centimetro. Lultima cosa che
ricord della sua vita mortale fu una grande luce bianca.

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Gli zoccoli del centauro erano grossi come quelli di un cavallo da
tiro e il suo vello nero splendeva sotto il sole. Yuki stava abbracciata al torso di ForChan, seduta sulla sua schiena possente, mentre lui
galoppava lungo una scogliera. Nella rappresentazione che la Baia
aveva creato, Yuki era nuda e stava sul dorso di ForChan, accarezzandogli il petto, e poggiando la testa sulle sue grosse spalle. Yuki aveva
sempre amato cavalcare ForChan sotto forma di centauro, e ogni tanto
si vedevano tutti in un ambiente simulato per far provare a Yuki delle
sensazioni pi simili a quelle umane. Al loro fianco cera ComfOs,
che aveva a sua volta preso la forma di un centauro dal vello rosso
scarlatto, e cavalcava insieme ai due: il seno pesante della donna, che
non riusciva a non essere volgare nellaspetto, ballonzolava vistosamente durante il trotto. I tre salirono fino ad un promontorio, poi si
fermarono ad ammirare il paesaggio.
ForChan?
S, Yuki ?
Li tireremo fuori da quellinferno, vero?
Ti riferisci alla riserva del medio oriente, Yuki?
No, ForChan. Mi riferisco a tutti quanti.
Yuki, conosci bene la regola: il bene massimo, per tutti, sempre.

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AVERNO (c) 2014
Autori:
Uriel Fanelli <uriel.fanelli@gmail.com> ( http://www.keinpfusch.com)
Zeniba Gradenko <zeniba.gradenko@yandex.com>
Editing e Copertina:
Zeniba Gradenko <zeniba.gradenko@yandex.com>

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