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SF = 0,2
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SF = 0,4
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SF = 0,6
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Tabella 1 - CARICO SPECIFICO PER IRRAGGIAMENTO SOLARE [W/m2] in funzione del rapporto tra
superficie vetrate superficie in pianta e dell'efficienza degli schermi SF
Si pu notare come i valori dei carichi endogeni superino facilmente la soglia dei 10 W/m2 di
superficie in pianta anche con valori dellirraggiamento solare bassi e superfici vetrate limitate.
Pertanto, la somma dei carichi endogeni e dellirraggiamento solare negli uffici supera facilmente la
soglia di 15 W/ m2 in tutti i periodi dellanno. Pu essere interessante effettuare un esempio su un
ufficio lungo 6 m, largo 4 m e alto 3 m, con una superficie vetrata di 8 m2 e una superficie
disperdente verso lesterno pari a 10 m2. Il rapporto tra superficie vetrata e superficie in pianta
pari a 0,3. Gli apporti gratuiti sono considerati mediamente pari a 20 W/m2 .
Figura 1 POTENZA TERMICA RICHIESTA allinterno di un ufficio lungo 6 m, largo 4 m e alto 3 m, con una
superficie vetrata di 8 m2 e una superficie disperdente verso lesterno pari a 10 m2, apporti gratuiti complessivi di 20
W/m2.. Le prime tre curve dallalto rappresentano la somma della potenza richiesta dallaria (1 volume/ora di rinnovo) e
delle dispersioni della struttura nel caso di isolamento basso (curva rossa: antecedente alla legge 373/96), medio (curva
verde: legge 10/91) e alto (curva azzurra: attuale classe A, senza lutilizzo di un recupero di calore). La quarta curva,
quella blu pi in basso allinterno dellarea grigia, rappresenta la potenza richiesta nel caso di elevato isolamento, ma
con linserimento di un recuperatore sullaria espulsa con rendimento sensibile pari al 90%. Valori di dispersione
inferiore allo zero, evidenziati dallarea grigia, indicano la necessit di disperdere calore e quindi rappresentano
condizioni di funzionamento estivo.
gruppo frigorifero anche in pieno inverno. consigliabile utilizzare recuperatori con un rendimento
non superiore al 60%.
La seconda considerazione riguarda lisolamento termico: se i carichi endogeni e i carichi per
irraggiamento solare sono mediamente superiori a 10 W/m2 di superficie in pianta, probabilmente
inutile isolare eccessivamente ledificio, mentre diviene fondamentale operare sulle schermature
solari, con buona pace della sostenibilit di tutti i grattacieli in vetro che stanno sorgendo un po
ovunque, affascinanti alla vista quanto energivori.
Figura 2 - POTENZA RICHIESTA dal locale allimpianto, considerando un sistema di recupero di calore modulante
La figura 2 mostra il comportamento del locale per uffici visto in precedenza, in funzione del tipo di
isolamento, ipotizzando di installare un recuperatore di calore sullaria espulsa con rendimento pari
al 60%, in grado di modulare la potenza recuperata.
Le curve possono essere divise in tre diverse condizioni di funzionamento: invernale, nella mezza
stagione e estiva. Durante il funzionamento invernale consuma molto meno ledificio con alto
isolamento (la curva blu sta sotto la curva rossa: la potenza richiesta minore). Addirittura, per un
lungo campo di temperature, da -10 fino a 5C, possibile annullare completamente i carichi
termici dellambiente solamente immettendo aria di rinnovo, grazie alla modulazione del
recuperatore di calore. Anche nel periodo estivo, quando la temperatura dellaria esterna superiore
a 26C, ovvero superiore alla temperatura dellaria in ambiente, la potenza richiesta dal locale
inferiore nel caso di elevato isolamento termico (la curva blu sta sopra a quella rossa, per cui
richiede minore sottrazione di calore), anche se la riduzione percentualmente minore di quella
ottenuta nel periodo invernale, perch lisolamento termico tanto pi efficiente quanto maggiore
la differenza tra la temperatura dellaria esterna quella dellaria ambiente. La situazione si inverte
nel lungo periodo della mezza stagione, quando la climatizzazione estiva deve essere attivata anche
se la temperatura dellaria esterna bassa perch la somma dei carichi endogeni e
delllirraggiamento solare supera la somma delle dispersioni attraverso la struttura e della potenza
richiesta per il rinnovo dellaria esterna. In questa situazione consuma meno ledificio con
isolamento pi scarso, per il semplice motivo che le dispersioni di calore sono maggiori a parit di
differenza tra temperatura ambiente e temperatura dellaria esterna.
In questo regime di funzionamento, molto frequente nel clima mediterraneo, le dispersioni termiche
riducono il consumo energetico, perch tanto pi il calore si disperde in modo naturale, tanto
minore lenergia spesa per lattivazione dei gruppi frigoriferi. Unanalisi energetica effettuata su
365 giorni allanno mostra come in qualunque citt italiana, comprese quelle del nord, non mai
conveniente dotare ledificio di isolamento termico troppo elevato, quando i cosiddetti apporti
gratuiti sono mediamente superiori a 20 W/m2 (figura 3).
Figura 3 - ENERGIA RICHIESTA ALLANNO in alcune citt italiane nellufficio descritto nel testo in funzione
dellisolamento (IM = isolamento medio, IA = isolamento elevato)
Come si pu notare, nel caso di isolamento elevato, lambiente si comporta come una passive house
in quasi tutte le localit, perch il consumo in riscaldamento si annulla. Tuttavia i consumi totali
aumentano a dismisura a causa delle bassissime dispersioni concesse dallisolamento nella mezza
stagione, che particolarmente lunga nel clima mediterraneo. La fascia di
temperature tra 5C e 26C, quella in cui il consumo inferiore per un edificio meno isolato, si
verifica nel territorio italiano per un tempo variabile dal 70% all85%. La figura 3 la
dimostrazione di come la lacuna dellattuale certificazione, che non considera minimamente il
funzionamento estivo, possa portare a veri e propri disastri energetici e ottenga il risultato opposto
di quello fissato, ovvero minimizzare il consumo di energia. Prima si capir questo macroscopico
errore, prima si comincer a costruire o restaurare gli edifici con criteri pi logici di quelli attuali e
finalmente si potr davvero risparmiare energia.
Figura 5 - PRESTAZIONI dei sistemi radianti a soffitto in funzione della temperatura dell'acqua di ingresso
Pu apparire strano che sia possibile ampliare larea di non funzionamento dellimpianto fino a
24C dellaria esterna, come mostrato in figura 4. Invece, non affatto cos, se si sfruttano al
meglio le possibilit permesse dal raffreddamento adiabatico sia diretto che indiretto. Le figure 6, 7
e 8 mostrano landamento delle temperature per le varie tipologie di free-cooling possibili, partendo
da una condizione di aria esterna con temperatura di 24C e UR = 50%. Lambiente deve essere
mantenuto a 26C con UR massima = 55%. La figura 6 mostra cosa accade in caso di free-cooling
tradizionale e di free-cooling con raffreddamento adiabattico diretto (RAD). In entrambi i casi lo
scambiatore di calore deve essere escluso o bypassato. Il guadagno dipende solo dalla pi bassa
temperatura dellaria esterna e rispetto allaria ambiente. Per il sistema tradizionale il risparmio
pari al 20%, perch la batteria fredda, collegata al gruppo frigorifero, deve raffreddare laria
solamente di 8C, contro i 10C richiesti da un impianto senza free-cooling. Sfruttando anche il
raffreddamento adiabatico diretto possibile raffreddare gratuitamente laria fino a 20,2C: la
batteria fredda quindi deve fornire una potenza ridotta del 58%, perch la temperatura dellaria deve
essere abbassata dalla batteria fredda solamente di 4,2C. Lefficienza del raffreddamento
adiabatico diretto dipende principalmente dallumidit relativa dellaria esterna: se lUR dellaria
esterna fosse pari al 40%, lumidificazione riuscirebbe ad abbassare fino a 16,5C la temperatura
dellaria in ingresso alla batteria fredda, con un risparmio energetico pari al 95%. Se viceversa lUR
dellaria esterna fosse pari al 55%, la temperatura dellaria verrebbe abbassata solamente fino a
22,5C ed il risparmio complessivo scenderebbe al 35%. Per sfruttare il raffreddamento adiabatico
diretto non richiesta una centrale di trattamento dellaria pi complessa di una utilizzata per il
free- cooling tradizionale: basta spostare la batteria fredda a valle dellumidificatore; normalmente
la batteria posizionata a monte solo perch pu essere installata nello stesso telaio della batteria di
preriscaldamento. Lutilizzo del raffreddamento adiabatico indiretto (RAI) porta ad ulteriori
vantaggi energetici (figura 7): installando un umidificatore con efficienza pari all80% e un
recuperatore di calore con rendimento pari al 60%, le temperature a monte della batteria fredda si
riducono rispettivamente a 18,3C, nel caso di RAI a singolo stadio, e 17,5C, nel caso di RAI a
doppio stadio. La potenza richiesta per la batteria fredda si riduce rispettivamente del 76% e del
91%, rispetto ad una centrale di trattamento senza free-cooling. Il sistema pi complesso e pi
costoso rispetto al precedente, perch gli umidificatori diventano due e lo scambiatore di calore
sullaria espulsa deve essere dimensionato per lintera portata, non solo per il ricircolo, come accade
invece nel cooling tradizionale. Tuttavia il risparmio energetico conseguito notevole, per cui il
confrontandosi con lefficienza dei gruppi frigoriferi. Spesso pu essere pi conveniente utilizzare
un sistema a doppio stadio, ma mettendo in serie fra di loro due scambiatori meno efficienti con
perdite di carico ridotte, ad esempio delle batterie coniugate, particolarmente adatte alluso in free
cooling con raffreddamento adiabatico indiretto. Infatti, questo tipo di recuperatore ha il duplice
vantaggio di basse perdite di carico, anche se sconta un rendimento limitato, e di poter essere
facilmente escluso (basta spegnere la pompa) o anche bypassato (grazie agli ingombri ridotti
rispetto ad uno a flussi incrociati). La figura 9 mostra lefficienza energetica dei sistemi di free
cooling coadiuvati dal solo raffreddamento adiabatico indiretto, con e senza ricircolo dellaria
esterna. Il sistema a singolo stadio dotato di un recuperatore di calore con un rendimento pari al
60% e perdite di carico complessive per 400 Pa, mentre il sistema a doppio stadio dotato di due
recuperatori di calore con rendimento pari al 43%, ma con perdite di carico complessive sempre
pari a 400 Pa. Il rendimento del ventilatore ipotizzato pari al 70% in entrambi i casi. Perch il
sistema di freecooling sia conveniente rispetto allutilizzo dei gruppi frigoriferi, necessario che la
sua efficienza energetica (COP) sia superiore a quella dei gruppi frigoriferi stessi. A parit di
utilizzo o meno dellaria esterna (RAE) il sistema a doppio stadio sempre pi efficiente, anche se i
recuperatori di calore hanno un rendimento minore. Tuttavia, lutilizzo del ricircolo dellaria esterna
(RAE) migliora notevolmente lefficienza, tanto pi quanto pi si abbassa la temperatura dellaria:
pertanto ha un COP migliore un sistema a singolo stadio con RAE rispetto ad uno a doppio stadio
senza. Dovendo limitare la complicazione della centrale di trattamento dellaria meglio utilizzare
un sistema a singolo stadio, ma con ricircolo dellaria esterna piuttosto che uno a doppio stadio
senza ricircolo. Infatti, mentre i sistemi con ricircolo dellaria esterna hanno un COP sempre
superiore a 5 per il singolo stadio, addirittura a 6 per il doppio stadio, quindi superiore o
paragonabile a quello di gruppi frigoriferi ad alta efficienza in ogni condizione di funzionamento, i
sistemi senza RAE hanno unefficienza che decade rapidamente, tanto da non renderli competitivi
neppure con gruppi frigoriferi a minore efficienza quando la temperatura dellaria inferiore a
22C. Ci comporta una netta riduzione del risparmio energetico complessivo.
Figura 9 - EFFICIENZA ENERGETICA di sistemi coadiuvati dal solo raffreddamento adiabatico diretto
Approfondimenti
- Michele
Vio: AJ numero 7 sul Free-cooling nei centri commerciali, consultabile direttamente
nel sito www.aicarr.org
- Michele Vio Impianti di climatizzazione: manuale di calcolo; editoriale Delfino 2009.