Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
DOMENICO BASA
Nel ventunesimo secolo lidrogeno potrebbe diventare una forma di energia di
importanza paragonabile a quella dellelettricit. Questa unarea di ricerca, a medio
e lungo termine, di estrema importanza. Comitato di consulenza per la scienza e la
tecnica del Presidente degli Stati Uniti, 1997.
LA PAROLA CHIAVE ormai idrogeno. Il futuro dell'energia, infatti, sembra
giocarsi attorno ad uno scenario che solo qualche anno fa appariva confinato ai
margini, al massimo oggetto di curiosit per scienziati creativi. Ma la solita questione
relativa allesaurimento delle scorte di petrolio - sebbene troppe volte prevista e poi
allontanata nel tempo - e soprattutto linsostenibilit di un modello energetico tutto
basato sui combustibili fossili continuano ad alimentare la ricerca di fonti alternative:
leolico, il fotovoltaico, lidroelettrico. Tuttavia, sono lidrogeno ed una delle sue
principali applicazioni - le fuel cell, o celle a combustibile - ad avere acquisito una
importanza primaria in termini di investimenti e studi.
idrogeno), produce elettricit che pu essere utilizzata per i trasporti come per gli
edifici
Impieghi futuri
Dopo il successo delle missioni spaziali, le aspettative sono cresciute e tutto il mondo
industriale sta sviluppando questa tecnologia cos promettente. Sono passati ormai
dieci anni, infatti, da quando il primo bus alimentato da celle a combustibile ha
iniziato a circolare. Ed del 1997 il primo prototipo automobilistico sviluppato da
Daimler Benz (oggi Daimler Chrysler) e Toyota. Nel 1998, poi, lIslanda annuncia un
ambizioso piano per riconvertire a idrogeno tutta la sua economia, in collaborazione tra le altre aziende - con la Ballard Power System, pioniere mondiale delle celle a
combustibile. Negli anni pi recenti, i progetti per lo sviluppo dellidrogeno e delle
tecnologie connesse si sono moltiplicati e diverse applicazioni stanno per
abbandonare i laboratori e scendere per strada (oppure entrare nelle nostre case). Se a
beneficiarne saranno la nostra salute, e quella del pianeta, solo il tempo potr dirlo.
Un progetto mirato
In passato, la dipendenza americana dal petrolio era in primo luogo un problema
ecologico. Gli idrocarburi sporcano: inquinano laria e lacqua, modificano gli
equilibri climatici, danneggiano la biodiversit e deturpano i panorami costieri. Da
questo punto di vista, la questione pu anche assumere una veste politica, perch si
tratta di contrapporre la salvaguardia della tutela ambientale al semplice interesse
economico. Ma dopo la tragedia dell11 settembre, tutto cambiato. Nelle macerie
del World Trade Center rimasto sepolto anche il mito di unAmerica capace di
sostenere i terribili contraccolpi delle politiche petrolifere internazionali. La fame
occidentale di greggio ha avuto conseguenze drammatiche: crisi economiche come
quella degli anni Settanta, operazioni militari come la Tempesta nel Deserto, rapporti
di tensione con alleati meno avidi di energia e, da ultima, la minaccia del terrorismo
sulla soglia di casa.
scala di queste automobili non prima di altri trenta, se non cinquantanni. Unattesa
decisamente troppo lunga.
Sperare in un programma decennale alla Kennedy pu sembrare assurdo, ma
esattamente lo stimolo che ci vuole per scuotere gli Stati Uniti dallindolenza
dimostrata in materia di energia. Dieci anni sono un periodo sufficiente per compiere
dei progressi significativi, ma allo stesso tempo abbastanza breve da consentire alla
maggior parte degli americani di oggi di vedere con i loro occhi i frutti delliniziativa.
La nota positiva che i problemi tecnici riguardano gli ingegneri e non gli scienziati.
Questo significa che il denaro pu risolverli. Quanti soldi ci vogliono? Allincirca la
stessa cifra che servita a mandare un uomo sulla Luna: cento miliardi dei dollari
attuali. Con un investimento del genere, entro dieci anni la nazione potrebbe spostare
lago della bilancia, dai produttori di petrolio stranieri ai consumatori americani.
Entro il 2013, un terzo delle macchine vendute potrebbe avere unalimentazione a
idrogeno, il quindici per cento delle stazioni di servizio del paese potrebbero
distribuirlo, e gli Stati Uniti potrebbero ricavare da fonti domestiche pi della met
del quantitativo energetico necessario: un significativo passo verso lindipendenza.
Manca solo limpegno. Sarebbe facile - troppo facile - sperperare cento miliardi di
dollari. Per questo motivo la Casa Bianca ha bisogno di un piano. La strategia ideale
dovrebbe appoggiarsi alle infrastrutture gi esistenti e spingere la popolazione al
consumo di idrogeno, rimuovendo contemporaneamente gli ostacoli che essa
potrebbe incontrare facendolo. Gli obiettivi fondamentali sono cinque:
1.
2.
3.
4.
5.
sfrutta la corrente risultante per alimentare il veicolo. Poi combina i restanti ioni
idrogeno (protoni) con lossigeno, formando acqua come unico residuo. Un motore
elettrico ibrido invece unaltra cosa ancora: un motore a benzina che alimenta una
batteria.
Nel 1993, la Ballare Power Systems, azienda canadese produttrice di celle a
combustibile, inizi ad usare la nuova tecnologia negli autobus, gli unici in grado di
sostenere lingombro eccessivo dei motori ad idrogeno e dei serbatoi di prima
generazione. Da allora le apparecchiature sono diventate pi piccole, ma riuscire a
contenere materiale sufficiente per coprire distanze di poco inferiori agli ottocento
chilometri - la media che i consumatori di solito si aspettano - rimane una sfida dura.
Per ovviare a questo inconveniente, lamministrazione Bush dovrebbe spendere
quindici miliardi di dollari. Il problema principale decidere se trasportare il
combustibile allo stato liquido, solido o gassoso, perch ognuna di queste alternative
ha dei pro e dei contro. Finch non verr stabilito uno standard, il mercato non potr
passare alla produzione di massa oppure alla messa a punto di una rete capillare di
distribuzione.
Lipotesi pi semplice quella dellidrogeno gassoso. Il problema che ci vuole
molto spazio, quindi il gas dovrebbe venire compresso e in questo caso ci vorrebbe
un serbatoio capace di sopportare una pressione estremamente elevata. Per percorrere
ottocento chilometri, si tratterebbe di una pressione cinquanta volte superiore a quella
che agisce sui cilindri del comune motore a scoppio, senza contare che dovrebbe
essere prevista una tolleranza almeno doppia, per evitare con certezza leventualit di
unesplosione in caso di incidente. Per trovare materiali abbastanza resistenti, ma allo
stesso tempo leggeri ed economici in vista della produzione di massa, ci vorrebbero
anni e anni di ulteriori ricerche. Ma anche lidrogeno liquido ha dei pro e dei contro.
Esercita molta meno pressione sul serbatoio, ma dovrebbe essere raffreddato alla
pompa fino ad una temperatura di - 423 gradi Fahrenheit e mantenuto tale durante il
trasporto. Questo richiederebbe un significativo dispendio di energia ed isolare il
vano-combustibile ne moltiplicherebbe lingombro. Per di pi, anche nel migliore dei
casi, quotidianamente circa il quatto per cento del liquido evaporerebbe, creando una
pressione che sarebbe possibile eliminare solo rilasciando il vapore. Risultato: una
macchina lasciata due settimane nel parcheggio di un aereoporto perderebbe met del
suo carburante. Gli scienziati devono ancora trovare un modo per aggirare lostacolo.
A lungo termine, lipotesi pi promettente quella di riempire il serbatoio di un
materiale solido che assorba idrogeno come una spugna a fasi alterne per poi
rilasciarlo durante la guida. Al momento, le alternative possibili sono lidruro di litio,
il boroidruro di sodio ed una serie di nuovi materiali nanotech ultraporosi. Al
contrario dellidrogeno gassoso, queste sostanze possono immagazzinare un enorme
quantitativo energetico in uno spazio ristretto di una forma qualsiasi. Ed, al contrario
dellidrogeno liquido, si possono conservare a temperatura ambiente. Daltro canto,
per inserire lidrogeno in un mezzo solido c bisogno di energia, ed in alcuni casi di
temperature molto elevate per farlo riespellere, per cui ci sarebbe bisogno di una
straordinaria efficienza. Oltretutto, per riempire il serbatoio potrebbe volerci molto
pi tempo che per pompare la benzina. Ma i soldi del governo potrebbero colmare il
7
La campagna di promozione
10
UNA SITUAZIONE come quella attuale, caratterizzata dal costante aggravarsi del
debito statale e dal ristagno delleconomia, potrebbe sembrare un momento non
molto adatto per decidere di investire tutti questi soldi. Siamo onesti: anche rivestita
dellaurea della sicurezza nazionale, lipotesi di una spesa da cento miliardi di dollari
non facile da digerire. Ecco perch limpegno dellamministrazione Bush nel
promuovere leconomia dellidrogeno dovr essere ancora pi vigoroso di quello con
cui essa ha invitato il paese alla guerra contro lIraq. Dal punto di vista finanziario,
non si tratta di un caso disperato. Cento miliardi di dollari corrispondono a meno di
un quarto dellinvestimento annuale previsto dal governo federale per i prossimi
cinque anni nel settore della difesa. Aumentare di cinque centesimi a gallone
limporto della tassa sui consumi di gasolio - una cifra peraltro inferiore alle
oscillazioni stagionali del prezzo del combustibile - potrebbe coprire buona parte
della spesa. Per quanto riguarda il resto, invece, ci si potrebbe affidare a delle
obbligazioni H, che garantirebbero ai cittadini la possibilit di prendere parte alla
causa e nello stesso tempo proporrebbero i consueti vantaggi connessi ad ogni valido
investimento. Come testimonial potrebbero essere utilizzati dei personaggi famosi, le
obbligazioni si potrebbero vendere attraverso i boyscout, ed il pagamento potrebbe
avvenire tramite detrazioni dalla busta paga. Una tattica che si rivelata
particolarmente utile, allora come tassa per la libert, durante le Guerre mondiali.
Per convincere il Congresso ci vorr tutta labilit di cui lamministrazione sar
capace, anche se alcuni stati stanno gi contribuendo al programma con crediti
dimposta, finanziamenti alla ricerca ed altre iniziative volte a creare posti di lavoro
nel settore della produzione delle celle a combustibile. Abbiamo intenzione di
collaborare con il governo e le industrie federali per fare della California un leader
dellidrogeno, dichiara Alan Lloyd, presidente dellAir Resources Board, succursale
dellEpa in uno stato in cui sulla maggior parte delle macchine fa bella mostra di s
ladesivo con la scritta Salviamo la Terra (a Los Angeles il primo veicolo Honda a
celle a combustibile stato acquistato gi lo scorso dicembre). Le regioni che
incoraggeranno lo sviluppo delle societ dellidrogeno verranno premiate con
agevolazioni fiscali nella vendita del combustibile allEuropa ed allAsia.
Ancor prima di convincere il Congresso, per, il presidente dovr riuscire a
conquistarsi il favore delle industrie petrolifere e dei fabbricanti di automobili. In fin
dei conti, lidrogeno costituisce una minaccia per loro, ma linfrastruttura distributiva
e le capacit necessarie a diffondere la nuova energia nel mercato sono nelle loro
mani. La prospettiva degli imminenti e massicci investimenti federali agevolerebbe il
tutto: al momento il problema principale per queste industrie quello del calo dei
profitti e del contemporaneo aumento dei costi. Il denaro potrebbe dar loro molto pi
che una semplice consolazione. Potrebbe servire da utile indicazione riguardo alla
strada da seguire in futuro, trasformando gli ostacoli che si frappongono
allaffermazione dellidrogeno in presupposti per il suo trionfo.
Le compagnie petrolifere e le societ automobilistiche sono gi consapevoli della
necessit di svincolare i propri modelli di business dal greggio. Secondo la maggior
parte dei dati pi recenti, la crescita del settore petrolifero mondiale si praticamente
arrestata. Grazie alle nuove scoperte, le riserve del pianeta sono aumentate del 56 per
11
cento tra il 1980 e il 1990, ma solo dell1,4 per cento tra il 1990 e il 2000. Alcuni
geologi ritengono che la produzione di oro nero arriver al declino totale entro il
2006, altri posticipano i termini al 2040. Per di pi, ormai chiaro che il consumo di
petrolio almeno in parte responsabile del riscaldamento globale, il che alimenta
sempre pi la richiesta di forme di energia alternative. Non dovrebbe volerci molto a
convincere le industrie automobilistiche e petrolifere del fatto che la soluzione ideale
quella di adattarsi allidrogeno al pi presto con laiuto degli investimenti federali,
invece di essere costretti a farlo dopo e senza alcun sostegno economico esterno.
Nei prossimi dieci anni, il mercato pi importante sar, ovviamente, quello
statunitense. Lamministrazione dovr stanziare venticinque miliardi di dollari per
convincere gli americani a comprare macchine a celle a combustibile e dunque a
sposare definitivamente la tecnologia dellidrogeno. Questo budget servirebbe a
garantire duemila dollari di sconto allacquisto di ogni veicolo, nonch altre
agevolazioni come i parcheggi preferenziali, le autostrade senza pedaggio,
limmatricolazione gratuita. E almeno un miliardo di dollari lanno lequivalente
dellinvestimento pubblicitario della Nike nel 2001 - dovrebbe essere destinato alle
campagne di informazione, ai manifesti, alle conferenze, ai concorsi, ed a tutti gli
altri mezzi di promozione in grado di veicolare il messaggio che raggiungere
lindipendenza energetica attraverso lidrogeno un dovere di ogni cittadino. lecito
chiedersi se uniniziativa governativa, per quanto decisiva in termini di sicurezza
nazionale, possa riuscire a determinare una trasformazione cos radicale. Altri
programmi federali del genere non hanno lasciato traccia: i tentativi passati di
sponsorizzazione dellidrogeno stesso - dopo le crisi petrolifere del 1973, 1978 e
1980, per esempio - non hanno ottenuto alcun riscontro.
Ma quegli insuccessi erano legati principalmente al fatto che gli Stati Uniti
continuavano ad avere accesso al petrolio a prezzi relativamente bassi. Lautonomia
energetica cominci a diventare una priorit quando lOpec alz le tariffe dai tre ai
dodici dollari per barile tra il 1973 e il 1975, ma appena la crisi pass ed i costi
calarono di nuovo, il trend ebbe subito fine. Risultato: anche la disponibilit politica a
prendere decisioni forti in campo energetico svan. Oggi il pericolo per la sicurezza
nazionale impedisce alle istituzioni di rimanere inerti: meglio fare ora delle scelte
difficili che costringere i nostri figli, un domani, a combattere per il petrolio.
Oltretutto, le iniziative passate erano ostacolate anche dallarretratezza delle
tecnologie di allora, mentre adesso le celle a combustibile sono arrivate a un livello di
evoluzione in cui lidrogeno ormai unalternativa assolutamente valida al petrolio.
La Coleman recentemente ha lanciato sul mercato il primo prodotto commerciale che
utilizza questo tipo di alimentazione: un generatore di corrente demergenza, per uso
domestico. Gli autobus ad idrogeno gi circolano a Toronto e Chicago, e presto
saranno in funzione anche a Londra, Madrid ed Amburgo. Dal canto suo, lIslanda ha
intrapreso un ambizioso programma di conversione dei suoi trasporti pubblici e del
suo sistema di pescherecci alla nuova energia. Il segnale pi incoraggiante da
riscontrare negli investimenti delle compagnie petrolifere ed automobilistiche, per
non parlare del crescente interesse in ambito finanziario.
12
13
14