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Formula di Taylor
Generalizziamo la formula che abbiamo introdotto nella sezione 11 del capitolo 5, cercando
dapprossimare una funzione f con un polinomio di grado n (maggiore di due), vicino a un punto
x0 . Dato che pensiamo di muoverci vicino a x0 , chiamiamo h lincremento della variabile x e
cerchiamo desprimere f (x0 + h) come somma dun polinomio Tn (h) (di grado massimo n) e dun
termine (errore) trascurabile. Come si ricava Tn (h)?
Lidea che il polinomio che meglio approssima f vicino ad x0 , debba avere tutte le derivate
(calcolate in h = 0) uguali alle derivate di f in x0 . Posto, allora,
Tn (h) = a0 + a1 h + a2 h2 + + an hn ,
si calcolano
Tn0 (h) = a1 + 2a2 h + + nan hn1 ,
Tn00 (h) = 2a2 + + n(n 1)an hn2 ,
..
.
(n)
Tn (h) = n!an .
Sostituendo h = 0, si ha
Tn (0) = a0 ,
Tn0 (0) = a1 ,
a1 = f 0 (x0 ),
da cui
a0 = f (x0 ),
f (k) (x0 )
.
k!
f 00 (x0 ) 2
f (n) (x0 ) n
h + +
h .
2
n!
In che senso Tn (h) approssima bene f in prossimit di x0 ? Il teorema seguente ci informa che, se
si sostituisce il valore del polinomio al valore di f in un punto x0 + h vicino a x0 , si commette un
errore trascurabile rispetto a hn (che tende cio a zero pi velocemente di hn ).
Formula di Taylor (resto secondo Peano). Se f : (a, b) R dierenziabile n volte in
x0 (a, b), vale la formula
f (x0 + h) = f (x0 ) + f 0 (x0 )h +
f 00 (x0 ) 2
f (n) (x0 ) n
h + +
h + o(hn ),
2
n!
per h 0.
n
X
f (k) (x0 )
k=0
1 Ovviamente,
k!
hk + o(hn ),
per h 0.
(1)
La (1) si chiama la formula di Taylor con centro in x0 , arrestata allordine n, con resto secondo
Peano. Ponendo x = x0 + h la (1) pu anche essere scritta nella forma
f (x) =
n
X
f (k) (x0 )
k=0
k!
(x x0 )k + o [(x x0 )n ] ,
per x x0 .
ossia
f (x0 + h) f (x0 ) f 0 (x0 )h +
lim
per h 0,
= 0.
hn+1
Il limite pu essere calcolato applicando il teorema di de lHospital, di cui si verificano immediatamente le ipotesi (i) e (ii).
h0
lim
h0
f (n+1) (x0 ) n
h
n!
= 0.
(2)
f (n+1) (x0 ) n
h + o(hn ),
n!
per h 0.
che vera per lipotesi di induzione, in quanto la formula di Taylor arrestata allordine n per la
funzione f 0 (x).
Per il principio di induzione, la (1) vera per ogni n 1.
Formula di Maclaurin. Nel caso particolare in cui x0 = 0, sottiene la formula di Maclaurin
(con resto secondo Peano).
f (x) = f (0) + f 0 (0)x +
f 00 (0) 2
f (n) (0) n
x + +
x + o(xn ),
2
n!
per x 0.
Scriviamo le formule di Maclaurin (arrestate allordine n con resto secondo Peano) per le funzioni
elementari.
1. Sia f (x) = ex .Poich f (n) (x) = ex e f (n) (0) = 1, si ha
ex = 1 + x +
x2
xn
+ +
+ o(xn ),
2
n!
per x 0.
In figura 1(a) riportato il grafico della funzione f (x) = ex e dei polinomi di grado 3 e 6, che
lapprossimano.
2. Sia f (x) = ln(1 + x). Si ha
f 0 (x) =
f 000 (x) =
1
,
1+x
2
(1 + x)
f 00 (x) =
3,
1
(1 + x)2
n1
(n 1)!
(1 + x)n
n =7
n=6
n =4
(a)
(b)
n =3
Figura 1.
e, quindi,
f (0) = 0, f 0 (0) = 1, f 00 (0) = 1,
f (0) = 2, . . . , f (n) (0) = (1)(n1) (n 1)!.
000
La formula
ln(1 + x) = x
xn
x3
x2
+
+ + (1)(n1)
+ o(xn ),
2
3
n
per x 0.
In figura 1 (b) riportato il grafico della funzione f (x) = ln(1 + x) e dei polinomi di grado 4 e
7, che lapprossimano.
3. Siano f (x) = sin x e g(x) = cos x
Si ha
f 0 (x) = g(x) = cos x, f 00 (x) = g 0 (x) = sin x,
f 000 (x) = g 00 (x) = cos x, f (iv) (x) = g 000 (x) = sin x
e cos via. In 0 le derivate dordine pari di f e quelle dordine dispari di g sono nulle, le altre valgono
alternativamente +1 o 1.
Si ha
x3 x5
x2n+1
+
+ + (1)n
+ o(x2n+2 ), per x 0,
3!
5!
(2n + 1)!
x2
x4
x2n
cos x = 1
+
+ + (1)n
+ o(x2n+1 ), per x 0.
2!
4!
(2n)!
sin x = x
In figura 2 riportato il grafico della funzione f (x) = sin x e dei polinomi di grado 5 e 11, che
lapprossimano.
4. Sia f (x) = (1 + x)a ,
R. Si ha
1
, f 00 (x) = ( 1) (1 + x)
f 0 (x) = (1 + x)
f (n) (x) = ( 1) ( n + 1)(1 + x)n ,
, ...,
e, quindi,
f (0) = 1, f 0 (0) = , f 00 (0) = ( 1) , . . . ,
f (n) (0) = ( 1) ( n + 1).
Posto
( 1) ( k + 1)
=
,
k
k!
n=5
n = 11
Figura 2.
per x 0.
f (n) (x0 ) 6= 0.
Se n pari e
f (n) (x0 ) > 0
allora x0 punto di minimo locale (forte); se n pari e
f (n) (x0 ) < 0
allora x0 punto di massimo locale (forte); se n dispari, allora x0 non punto di estremo locale.
Dimostrazione. Dobbiamo studiare, per |h| piccolo, il segno dellincremento
f = f (x0 + h) f (x0 ).
Essendo verificate le ipotesi del teorema, possiamo applicare al formula di Taylor e scrivere
f (x0 + h) = f (x0 ) +
f (n) (x0 ) n
h + o(hn ),
n!
per h 0,
f (x0 + h) f (x0 ) =
f (n) (x0 ) n
h [1 + o(1)],
n!
per h 0,
da cui si ricava
in quanto lespressione
o(hn )
n!
, per definizione del simbolo o, una quantita infinitesima
f (n) (x0 ) hn
per h 0.
Ora, lespressione tra parentesi quadre tende a 1 per h 0, quindi in un intorno di x0 , per il
teorema della permanenza del segno positiva. Il segno dellincremento f dipende dunque dal
segno di f (n) (x0 ) e di hn .
Se n pari, hn positivo per h 6= 0 e, quindi, il segno di f coincide col segno di f (n) (x0 ).
Se f (n) (x0 ) > 0, allora f , in un intorno di x0 (x 6= x0 ) positivo e x0 un punto di minimo
locale forte.
Se f (n) (x0 ) < 0, allora f , in un intorno di x0 (x 6= x0 ) negativo e x0 un punto di massimo
locale forte.
Se n dispari il segno di hn dipende da h e quindi il segno di f cambia a seconda che h sia
positivo o negativo, quindi x0 non punto destremo locale.
Formula di Taylor con resto secondo Lagrange
La formula vista nella sezione precedente ha validit locale, come abbiamo ribadito. Certi esempi
fatti (soprattutto quello con la funzione seno) ci portano, per, a pensare che, con un polinomio
di grado abbastanza elevato, lapprossimazione possa essere buona non solo localmente. Ci chiediamo, quindi, se sia possibile approssimare una funzione su un intervallo fissato, con un polinomio
di Taylor, avendo anche una stima quantitativa dellerrore commesso.
Data una funzione f : (a, b) R dierenziabile almeno sino allordine n + 1 e x0 (a, b),
vogliamo valutare la dierenza
f (x) f (x0 ) f 0 (x0 )(x x0 )
f 00 (x0 )
f (n) (x0 )
(x x0 )2 +
(x x0 )n
2
n!
f 00 (c)
(x x0 )2 .
2
(3)
La (3) prende il nome di formula di Taylor arrestata al secondordine con centro in x0 e resto
secondo Lagrange.
Scrivendola nella forma
f 00 (c)
f (x) f (x0 )
= f 0 (x0 ) +
(x x0 )
x x0
2
essa appare come una generalizzazione del teorema del valor medio. Proprio a questo teorema si
riconduce la prova.
Dimostrazione. Poniamo
w (x) = f (x) f (x0 ) f 0 (x0 )(x x0 ) b(x x0 )2 ,
da cui
w0 (x) = f 0 (x) f 0 (x0 ) 2b(x x0 ).
Tale derivata nulla in x0 e possiamo scegliere b in modo che sia anche w0 (x) = 0: basta infatti
che sia
1 f 0 (x) f 0 (x0 )
.
b=
2
x x0
Valgono le ipotesi del teorema di Lagrange e pertanto esiste c tra x e x0 tale che w00 (c) = 0. Poich
w00 (x) = f 00 (x) 2b,
esiste c tra x e x0 tale che
f 00 (c) 2b = 0,
da cui
f 00 (c)
.
2
Dallespressione trovata per il resto secondo Lagrange discendono maggiorazioni per R (x). Se la
derivata seconda di f non supera mai in modulo un numero M > 0 tra x0 e x, potremo asserire
che lerrore di approssimazione non eccede
b=
M
2
(x x0 ) .
2
Consideriamo, per esempio, la funzione sin x in prossimit di x0 = 0. Questa nuova versione della
formula di Taylor ci garantisce che
sin x = sin 0 + x cos 0 +
1
x2
( sin c) x2 = x +
( sin c) ,
2
2
con c tra 0 e x. Poich il seno dun angolo non supera mai 1 in modulo (M = 1) otteniamo
|T (x) | = | sin x x|
x2
2
Cos, se sostituissimo sin 1/100 con 1/100 commetteremmo un errore non oltre 1/20000 =
0, 00005.
Questa formula di Taylor pu essere estesa oltre il secondordine in maniera aatto analoga.
Formula di Taylor (resto secondo Lagrange). Sia f : (a, b) R dierenziabile n + 1 volte in
(a, b), e siano x0 , x (a, b).
Allora, esiste almeno un punto c tra x0 e x tale che
f (x) =
n
X
f (k) (x0 )
k=0
k!
(x x0 )k +
f (n+1) (c)
(x x0 )n+1 .
(n + 1)!
(4)
Per esteso:
f (x) = f (x0 ) + f 0 (x0 )(x x0 ) + +
f (n) (x0 )
f (n+1) (c)
(x x0 )n +
(x x0 )n+1 .
n!
(n + 1)!
n
X
f (k) (x0 )
k=0
k!
hk +
|h|
|h|n+1 .
(n + 1)!
(n + 1)!
Formula di Maclaurin. Se nella (4) si pone x0 = 0, sottiene la formula di Maclaurin con resto
secondo Lagrange:
f (x) = f (0) + f 0 (0)x +
f 00 (0) 2
f (n) (0) n f (n+1) (c) n+1
.
x + +
x +
x
2
n!
(n + 1)!
(5)
Serie di Taylor
Tracciando il grafico della funzione f (x) = ex e di alcuni sui polinomi di Maclaurin, abbiamo visto
che questi ultimi approssimano bene f in intervalli di sempre maggior ampiezza, al crescere del
grado.
Viene spontaneo chiedersi, dato che f (x) = ex dierenziabile infinite volte, cosa succede facendo
tendere n a +. Non ci meraviglieremmo troppo se risultasse
ex =
+ n
X
x
.
n!
n=0
(6)
Sappiamo gi che la serie scritta a destra converge per ogni x R (vedi lesempio 1 della sezione
5 del capitolo 6), occorre solo controllare che la somma sia proprio ex .
Il termine sn (x) della successione delle ridotte della serie (6) coincide con il polinomio di Maclaurin di grado n.
n
X
xk
sn (x) =
k!
k=0
Rn (x) = ex sn (x) =
ec xn+1
(n + 1)!
ex xn+1
;
(n + 1)!
xn+1
.
(n + 1)!
se x < 0, ec < 1 e
In entrambi i casi, il fattoriale (n + 1)! trascina a zero il quoziente anche quando |x| > 1.
La (6) , dunque, vera per ogni x R. In particolare, per x = 1 si ha
+
X
1
= e.
n!
n=0
Definizione. Se una funzione f : (a, b) R ammette derivate di qualsiasi ordine in x0 (a, b),
possiamo scrivere la serie
+
X
(x x0 )n
f (n) (x0 )
.
(7)
n!
n=0
(1)n1
n=1
xn
.
n
Tale serie converge solo per 1 < x 1 (per x = 1 ha lo stesso carattere della serie armonica
e, per |x| > 1, il termine generale non tende a zero).
Si pu controllare che
+
X
(1)n1
n=1
xn
= ln(1 + x),
n
x (1, 1].
In particolare
+
X
(1)n1
n=1
1
= ln 2.
n
Perch la serie (7) converga alla funzione f in (a, b) la dierenza tra il polinomio di Taylor Tn (x)
e f deve tendere a zero per n +, cio
f (x) Tn (x) = Rn (x) =
deve tendere a zero per ogni x (a, b) . Ci accade sicuramente, se le derivate di f sono limitate,
come per le funzioni seno e coseno. Si ha, infatti, per ogni x R,
sin x =
+
X
(1)n
n=0
x2n+1
,
(2n + 1)!
cos x =
+
X
(1)n
n=0
x2n
.
(2n)!