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La pagnotta del Quarto Reich.

Luglio 2015: il mese che ha riaperto la questione tedesca

di Marco d'Eramo
Uno dei pi frequenti, e stupefacenti, fenomeni della storia umana la prevaricazione
esercitata sentendosi vittime: vittime si sentono gli israeliani che rinchiudono i
palestinesi in una prigione a cielo aperto, vittime del terrorismo palestinese, vittime
dell'insicurezza, vittime dell'ostilit araba. Vittime si sentono i razzisti italiani che
rinchiudono i richiedenti asilo in lager inumani: vittime dell'invasione di immigrati
clandestini, di rifugiati che minaccerebbero la loro sicurezza, le loro vite, il loro
benessere.
Vittime si sentono i tedeschi delle sanguisughe greche che stanno succhiando il
benessere cos duramente conquistato. Perch non c' dubbio che a leggere gli
economisti tedeschi, la crisi greca sembra una truffa fraudolenta attuata da
fannulloni, incapaci, disonesti meridionali che vanificano l'alacre, parca, industriosa
morigeratezza dei paesi dell'Europa del nord: assai istruttivo il rendiconto che
Jacob Soll ha pubblicato sul New York Times di un convegno di economia tenutosi a
Monaco di Baviera all'inizio di luglio, convegno a cui partecipavano nomi tedeschi di
rilievo come Hans-Werner Sinn, Clemens Fuest, Henrik Enderlein, Daniel Gros.
Mentre per tutto il convegno l'atmosfera era stata equilibrata, quando gli economisti
tedeschi presero la parola nella sessione finale, un tono completamente diverso
prevalse nella sala. Dietro le teorie economiche e dietro i numeri venne un messaggio
morale: i tedeschi erano gli onesti gonzi e i greci corrotti inaffidabili e incompetenti.
Ambedue le parti erano ridotte a caricature di se stesse: questa storia l'abbiamo
sentita durante tutte le trattative, ma in quella stanza era chiaro quanto grande fosse
il risentimento che plasma le opinioni degli economisti tedeschi.

Per chi, come me, in questo momento sta in Grecia,


quasi surreale la rabbia che traspira dai media tedeschi nei confronti di Atene:
soggiornando in un paese che costretto a vendersi tutto, persino le isole, leggere
che sono i greci che stanno derubando i tedeschi sembra di sognare a occhi aperti.
Rendersi conto del vittimismo tedesco forse l'aspetto pi preoccupante nell'attuale
vicenda europea. Semplicemente perch, dopo 70 anni, ripropone in Europa una
questione tedesca che sembrava essere stata risolta per sempre. E forse gli storici
ricorderanno il luglio 2015 non solo come il mese in cui fu affossato il progetto
europeo, ma soprattutto come il momento in cui riemerse con forza la questione
tedesca, dove l'aggettivo tedesco non riguarda i singoli cittadini della Germania, ma
designa lo Stato e il governo politico ed economico tedesco, la classe dominante
tedesca. Esattamente come, quando si parla di imperialismo americano, non si
attribuiscono certo mire imperialistiche a una ragazza madre di un ghetto urbano
statunitense.
E uno dei pochi motivi di gratitudine che avevamo nei confronti dell'imperialismo
americano era che, semplicemente grazie alle loro dimensioni schiaccianti, gli Stati
uniti avevano costretto sia le lites francesi, sia quelle tedesche a rendersi conto di
non fare il peso, di essere gattini in un mondo di elefanti, e avevano cos liberato noi
europei dall'insopportabile prospettiva di altri tre secoli di guerre franco-tedesche.
Ricordiamo che la Germania unita una costruzione statale recentissima nel panorama
europeo, persino pi giovane della stessa Italia unita. E fin dalla sua riunificazione nel
1866, la Germania ha posto all'Europa un problema tedesco: in 79 anni, prima di
essere ridivisa di nuovo, aveva scatenato due guerre europee (con l'Austria nel 1866 e
con la Francia nel 1870) e due guerre mondiali (nel 1914 e nel 1939): una media di una
guerra ogni 19 anni; solo lo Stato d'Israele (anch'esso una creazione recentissima) si
sta dando da fare per battere questo record, con cinque guerre e varie guerricciole in
66 anni: a confronto, gli Stati uniti stanno a 11-12 guerre (a seconda se si considerino
due guerre separate oppure la stessa guerra l'invasione dell'Iraq e quella
dell'Afghanistan) in 241 anni, una guerra ogni 20-21 anni. Tanto che dopo la seconda
guerra mondiale, quando la Germania fu divisa in due, molti condivisero la battuta che

viene attribuita allo scrittore francese Franois Mauriac: Amo talmente tanto la
Germania che sono felice che ce ne siano due.
Quasi a confermare le parole di Mauriac, appena dopo la riunificazione nel 1989, alcuni
segnali avevano suscitato un po' d'inquietudine: il ruolo della nuova Germania unita nel
favorire la dissoluzione della Jugoslavia e quindi nel suscitare il susseguente conflitto;
la fretta nell'annettere all'Unione europea i paesi dell'Est, una fretta che ha
provocato non pochi scompensi e problemi di dissonanza politica; una certa
megalomania imperiale nei piani di ricostruzione di Berlino capitale. Vi si riconosceva il
senso di una nuova assertivit politica, anche se questi segnali potevano essere
considerati errori d'inesperienza, prodotti da un'euforia che si sperava transitoria.
N vale la pena appellarsi alla memoria collettiva. Innanzitutto dubbio che esista
qualcosa chiamato memoria collettiva. Ma se esistesse, sarebbe una memoria piena di
amnesie, come dimostra il fatto che, nonostante Hiroshima e Nagasaki, pi della met
dei giovani nipponici (il 52 % esattamente) ignora che vi sia mai stato un conflitto tra
Giappone e Stati uniti. Il modo in cui gli italiani trattano gli immigrati totalmente
immemore delle umiliazioni, discriminazioni, persino dei linciaggi subiti dagli immigrati
italiani nell'ultimo secolo e mezzo (e sono stati complessivamente decine di milioni).
Anche il modo in cui gli israeliani abusano del proprio potere militare sembra
incompatibile con la memoria delle angherie subite per millenni dal popolo ebraico.

Perci quando si parla di questione tedesca, non in


gioco un ipotetico, improbabile carattere etnico collettivo di supposta teutonica
arroganza autoritaria, bens di un atteggiamento proprio della classe dominante che
sembra discendere in linea diretta dagli Junker prussiani perch, come loro,
accompagna con una violenta svolta conservatrice ogni sua spinta espansionistica. E
bisogna spazzare dal tavolo il paragone con il Terzo Reich, perch proprio l'enormit
delle devastazioni prodotte dal nazismo, e dunque proprio l'improponibilit del

confronto, in un certo senso assolve la Germania attuale da ogni responsabilit. Pi


utile sarebbe ricordare la Germania bismarkiana e guglielmina. Innanzitutto perch
proprio quell'esperienza ha plasmato la nascita dell'euro.
Vale la pena ricordare che una moneta unica europea (prima il Serpente monetario
europeo Sme poi l'Ecu, infine l'euro) fu la condizione che il presidente francese
Franois Mitterrand impose per acconsentire alla riunificazione tedesca, come
strumento per imbrigliare lo strapotere prevedibile di una Germania unita. L'euro fu
quindi vissuto dalla classe dominante tedesca come l'ultimo diktat esercitato dalle
potenze vincitrici mezzo secolo dopo la disfatta della seconda guerra mondiale.
Ancora tre anni fa l'ex socialdemocratico, ed ex membro del Direttorio della
Deutsche Bundesbank, Thilo Sarrazin scriveva un libro dal titolo significativo: Europa
braucht den Euro nicht. Wie uns Wunschendenken in die Krise gefrt hat (Deutsche
Verlags-Anstalt), (LEuropa non ha bisogno delleuro: come i nostri pii desideri politici
ci hanno condotto alla crisi). Sarrazin scriveva esplicitamente che la Germania si
lasciata trascinare nelleuro e nellunit europea a causa del senso di colpa per la
seconda guerra mondiale (die Kriegsschuld: in tedesco colpa e debito sono
espressi dallo stesso vocabolo: die Schuld): I fautori (delleuro e degli eurobonds)
sono spinti dal riflesso squisitamente tedesco per cui la penitenza per lolocausto e la
guerra mondiale davvero conclusa solo quando noi affidiamo tutti i nostri averi e il
nostro denaro in mani europee.
Assistiamo qui a un ennesimo esempio del fenomeno descritto all'inizio: viene
descritto come strumento dell'oppressione e umiliazione subite dai tedeschi
quell'euro che in realt si rivelato per la Germania il suo pi importante strumento di
dominio, controllo e sopraffazione. l'euro che ha permesso la metamorfosi del
progetto europeo dal perseguimento di una Germania europea all'instaurazione
(destinata al fallimento) di un'Europa tedesca.
Innanzitutto perch nel XX secolo il progetto di unificazione europea ha preso a
ricalcare in modo sempre pi pedissequo il processo di unificazione tedesca nel XIX
secolo: primo passo ununione doganale col Mercato comune europeo, sulle orme dello
Zollverein del 1834 tra 38 stati della Confederazione tedesca, ognuno con diritto di
veto. Poi una nuova unione doganale come quella stabilita nel 1866 (dopo la guerra
austro-prussiana), ma in cui i singoli stati membri non avevano pi diritto di veto, e con
un nucleo forte costituito dai 22 stati della Confederazione tedesca del nord che si
erano dotati di un parlamento comune con per poteri limitatissimi rispetto al
Consiglio federale che rappresentava gli stati: per continuare il paragone, il Consiglio
federale era lequivalente della Commissione europea, mentre il Reichstag
corrispondeva allEuroparlamento e la distinzione tra Confederazione tedesca del nord
e area-Zollverein corrispondeva allEuropa a due velocit, con lEurozona dei 17
rispetto allUnione europea dei 27 membri. La similitudine finisce qui perch, dopo soli
cinque anni, nel 1871 la Confederazione tedesca fu assorbita dalla Prussia e inglobata

nellimpero tedesco. Ma in realt non finisce qui, perch in Europa la Germania vede se
stessa sempre pi nella funzione e nello status che aveva avuto la Prussia
nell'unificazione della Germania.
Naturalmente la deriva antidemocratica, francamente autoritaria, del progetto euro
non pu essere ascritta alla sola Germania: la sua data d'inizio va cercata nel
referendum sulla Costituzione europea bocciato nel 2005 dai francesi e dagli olandesi.
Fu a partire da allora che si allontan la prospettiva di un'unione politica e quindi di un
possibile controllo democratico sulle scelte di Bruxelles.
Ed altrettanto naturale che ogni soggetto economico e politico del pianeta cerchi di
sfruttare a proprio vantaggio le circostanze che si presentano. E che perci la crisi
economica sia stata vista come un'opportunit (e usata come tale) per perseguire i
propri scopi politici e finanziari. Cos i poteri finanziari di tutto il pianeta hanno
sfruttato (con successo) la crisi per sottrarre ai lavoratori conquiste che avevano
richiesto secoli di lotta per essere ottenute. Cos la Cina ha sfruttato la recessione
atlantica per affermare definitivamente il proprio status di officina del mondo. Cos la
Germania ha usato la crisi per sottrarre alla Francia una bella fetta di sovranit
nazionale, con l'ironico risultato che l'euro pensato per imbrigliare Berlino ha finito
per imprigionare Parigi (in questo scontro la Grecia solo un birillo sul tavolo da
biliardo). Ma, appunto, il problema definire il soggetto.
Ed chiaro che, almeno dalla riunificazione in poi, la classe dominante tedesca ha
pensato sempre meno in termini di Europa e sempre pi in termini di Germania. Tanto
che, a tutt'oggi, come scriveva sul Financial Times Wolfgang Mnchau, l'euro ha
funzionato bene praticamente per la sola Germania (in misura minore per l'Austria e
l'Olanda, anche se adesso l'Olanda in crisi). Ma l'euro stato disastroso per
l'Italia; sta rivelandosi letale per la stessa Francia; la Finlandia in piena recessione;
la Spagna e il Portogallo sono pi poveri di sette anni fa; per la Grecia non ne parliamo.
Ancora una volta la narrazione prevalente in Germania il contrario della realt:
l'euro viene visto come un regime di cui Berlino deve sopportare tutti i costi, da buona
formica nordica che paga per tutte le cicale meridionali. Mentre l'euro ad aver
garantito la possibilit di esportate i prodotti tedeschi nell'eurozona: un ritorno al
marco, e la sua conseguente rivalutazione, farebbero immediatamente crollare le
esportazioni tedesche nel mondo.
Ed questa la maggiore responsabilit storica delle lites tedesche: quella di aver
consentito, incoraggiato e infine imposto alla stragrande maggioranza della
popolazione tedesca una visione della storia che niente ha a che vedere con la realt e
che favorisce tutti gli stereotipi pi nazionalisti, xenofobi e persino razzisti. Per cui
assistiamo a una commedia del potere, al gioco delle parti di una classe dominante che
si dice costretta a esigere dalla Grecia insane misure di austerit, perch altrimenti
perderebbe i favori di un'opinione pubblica che questa stessa classe dominante ha

plasmato nello stampo pi reazionario; che costretta a esercitare una dittatura del
capitalismo per ragioni democratiche, perch altrimenti perderebbe il consenso
popolare. Il risultato l'evoluzione della Spd tedesca che, dopo aver cacciato
Sarrazin, adotta oggi con il socialdemocratico vicepremier Sigmar Gabriel tutta la
visione del mondo di Sarrazin, con tutte le sue conseguenze politiche.
Quanto sia distante la narrazione che la Germania racconta a se stessa della crisi
greca e della gestione da parte della Trojka, risulta lampante dalla vicenda dei
panettieri greci. A prima vista pu sembrare ridicolo che in un disastro economico
come quello greco, i paesi creditori si ostinino a esigere misure urgenti come la
liberalizzazione della vendita del pane non solo presso i fornai ma perch no anche nei
saloni di bellezza, e che considerino l'equiparazione dell'Iva sul pane nelle panetterie
e nei supermercati (che finora pagavano di pi per salvaguardare il piccolo commercio).
Ma il ridicolo si trasforma in grottesco quando la Trojka impone in modo ultimativo il
diktat sul peso delle pagnotte: finora nei negozi greci si vendevano forme o da un chilo
o da mezzo. Ora sar obbligatorio venderne in pezzature diverse e graduali.
Ma che gliene pu fregare ai creditori del peso della pagnotta greca? Quattro anni fa
avevo iniziato un editoriale del manifesto con una frase che mi provoc indignate
reazioni da parte dei miei amici tedeschi: Dove non era giunta la Wehrmacht,
arrivata la Bundesbank (mi riferivo per esempio a Lisbona e a Madrid). Rispetto ad
allora, c' da aggiungere che neanche i generali prussiani si sarebbero mai sognati di
legiferare sulla pezzatura delle pagnotte in terra d'occupazione.

(17 luglio 2015)

Lisa Mazzi
Lavora presso Universitaet des Saarlandes
pubblicato come retedonneberlino devo per assumere la maternit personale del
contenuto
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Patrizia Molina

E bisogna spazzare dal tavolo il paragone con il Terzo Reich, perch proprio l'enormit
delle devastazioni prodotte dal "nazismo, e dunque proprio l'improponibilit del
confronto, in un certo senso assolve la Germania attuale da ogni responsabilit" Al
contrario io credo che stata proprio questa voglia di dominio della nazione
tedesca,fin dalla sua nascita,a tracimare nelle conseguenze estreme:il nazismo.Il

principio e la fine.Speriamo che si blocchi in tempo questo "nuovo" principio.Ma c'


l'evoluzione culturale ,in Europa,per farlo?.Non dimentichiamo che l'Europa nata
proprio contro la germania,perch questo " principio di dominio e questa "fine",cio il
nazismo non si verificassero pi nella nuova Europa..Anche perch questa volta
potrebbe anche non esserci pi una fine allo stesso.Il Consiglio D'Europa,la
Convenzione europea sono nate per questo,dopo la guerra.Per non farlo tornare mai pi
,il nazismo.
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Silvia De Martino
Lavora presso
Che
bell'articolo!!!
Aggiungerei, se non mi sfuggito nella lettura, che sembra che Schauble and Company
avevano deciso da tempo la cosiddetta Grexit: lo disse Schauble a Varoufakis...
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Mario Stratto
a soggetti come D'Eramo non basta di essere stati mantenuti dallo stato...borghese
con il Manifesto quando tacevano delle atrocit comuniste: adesso vogliono anche che
la Germania sostenga la Gracia, pi di quello che fa. Tra qualche anno, con lo Tsipras
che vi ha fatto fessi a tutti (che goduria!!), la Grecia sar meglio dell'Italia. Un
articolo inconsistente, un lenzuolo in cui non c' un'idea che sia una. Che tristezza. A
proposito di storia tedesca, ricordo che l'Italia era alleata dei nazisti. Non si sa mai lo
si fosse dimenticato.
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Claudio Casalicchio
Lei ha bisogno di uno bravo... Ma veramente bravo.
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Giuseppe Brianza
Politecnico di Milano
Ho cercato di capire: e sono andato a ripercorrere la storia della Germania,
ovviamente per sommi capi, quelli che mi sembrano essenziali per sostenere una tesi
che da anni, in modo dubitativo, mi portavo dentro.
Le domande erano quattro:
1) Perch questa disponibilit alla guerra di conquista?

2) Perch questa forte inclinazione alle atrocit in tempo di guerra?


3) Fu il nazismo causa di queste atrocit?
4) Come potrebbe delinearsi il futuro geo-politico della nazione tedesca?
Lesame muove dal 1871, anno di nascita del KaiserReich (Impero tedesco).
Ho cercato di mettere in luce le ...Altro...
Mamma mia che sfilza di luoghi , purtroppo, comuni....conoscenza delle reali situazioni,
zero.
Questo d'eramo ha mai visto come lavorano i tedeschi? Ha mai frequentato un istituto
di ricerca o una universit tedesca?
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Gaspare Galati

Cavolo!
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Laura Lala
Universit di Pisa - Pagina Ufficiale
Condividi in pieno!
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Mario Brandani
ITIS Enrico Fermi - Lucca
A sentire Voi sembrerebbe che la Grecia NON sia stata il peggior Paese cicala con La
PEGGIORE E PIU' CORROTTA CLASSE POLITICA EUROPEA che OLTRE a dilapidare
delle fortune in denaro e derubare i proprio paese (cos come fanno i nostri politici
con l'Italia) ha mentiti e imbrogliato sui conti ingannando(?) fino all'inverosimile i soci
europei. ESATTAMENTE COME L'ITALIA) Che l'Europa non sia stata in grado di
fermarla (come non riuscita a fermare L'Italia), motivo di perplessit e dubbi sulla
seriet delle Istituzioni europee.
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Mario Stratto
Bravo! Ma questi hanno sempre sbagliato tutto, temono che tocchi pure a loro, perch
se non fosse per i fondi dell'editoria starebbero a pelare patate

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Vanna Taranto
Finalmente qualcuno che osa esprimere chiaramente quello che penso dall'inizio di
questa crisi... Effettivamente la "questione tedesca" non chiusa e la Germania, che, a
mio avviso, non ha pagato abbastanza per i crimini commessi, ricomincia a schiacciare
sotto il proprio tallone il Sud, Grecia in testa, considerato come fannullone e
incompetente. Siamo di nuovo all'etica protestante e allo spirito del capitalismo di
Max Weber (con quella tipica confusione tra morale e prosperit economica secondo la
quale se sei probo sei anche ricco...) e temo che la spaccatura diventi sempre pi
profonda e insanabile...
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Stefano Paltrinieri
Universit degli Studi di Milano
Sono pienamente d'accordo con D'eramo.La terribile prospettiva di un Quarto Reich,
ha trovato il suo fondamento storico nella famigerata riunificazione tedesca,con la
quale la quale la classe capitalista tedesca ha eliminato una Germania antitetica a
quella capitalista ed imperialista,la Repubblica democratica tedesca(DDR)!!!!!!!!
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Rete Donne Berlino - pagina pubblica


L'excursus storico e la presa di posizione sulla situazione attuale sono pervasi da un
tale livore ( parola forse in disuso, ma mi sembra calzante) da farmi assai temere per
l'obiettivit di quanto riportatato e per la tendenza ai "Dagli all 'untore" che
certamente non aiuta la comprensione die fatti e die popoli. Una piccola osservazione
me la permetto se no potrei scrivere pagine, la Germania di oggi non si sente l'erede
della Prussia, tant' che i Lnder + ricchi sono BW e Prussia. . Gabriel e Sarrazin non
Hanno nulla, ma proprio nulla in comune. Il vittimismo tedesco non tale come lo
v...Altro...
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Guglielmo Zanetta

e non finita.....
tra poco toccher anche ai piselli.......
LA SETTIMANA DELLE INTIMIDAZIONI

"Mi dispiace ma non uscirete da questa stanza". Il Financial Times racconta che erano
le sei di mattina di luned 13 luglio: Alexis Tsipras e Angela Merkel discutevano da
quattordici ore, erano arrivati a un punto morto e non vedevano nessuna ragione per
continuare. Ma Donald Tusk, ex premier polacco e presidente del Consiglio europeo, li
ha obbligati ad andare avanti. Il punto di disaccordo erano le privatizzazioni per 50
miliardi di euro, considerate umilianti dai greci e insufficienti dai tedesch...Altro...
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Carlo Marzano
Giurisprudenza
chiagne e fotte
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Antonio Ippolito

I britannici, tra i vincitori della Ii Guerra Mondiale, cercarono di fermare il sionismo


subendo per questo anche attacchi terroristici devastanti come quello all' Hotel Re
David.. E perch comunque i vincitori avrebbero avuto questo debito da ripagare verso
i sionisti? Spiegate la vostra controstoria
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Marco Sillari
Ist tecnico p verri
complimenti---un bellissimo articolo- ci mancava solo la liberalizzazione della pagnotta.
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Roberto Bisanti

S, luglio 2015 sar ricordato per la riapertura della questione Tedesca. Tutto il
gruppo editoriale assieme a gran parte dei media vicini alla destra economica e
finanziaria del paese (cfr. Libero, Il Giornale, ma anche la Stampa ecc.) appaiano
particorlamente impegnati in questo bombardamento politico mediatico. Nessuna
parola per sulla questione Inglese! Forse perch sono gentlemen, portano bombetta e
ombrello, soprattuto guanti bianchi. Non gli piace la UE, anzi non gli mai piaciuta, e
va bene, ognuno ha i suoi gusti. Loro sono gentlemen! Sia chiaro questa UE non piace
nemmeno a me, ma ...Altro...
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Alberto Capece Minutolo



Queste sono pure sciocchezze che paradossalmente trovano una chiave nazionalistica
per giustificare i danni prodotti dall'internazionalismo cieco e automatico di molta
sinistra che ha portato a sostenere il progetto europeo e dell'euro a prescindere dalle
conseguenze, dalle modalit e dalle politiche. Cos adesso chiaro che esiste il
dramma umanitario greco e al tempo stesso in effetti vero che i debiti dei Paesi
meno performanti debbono necessariamente essere pagati da quelli pi ricchi.. La
"questione tedesca" E' una via d'uscita facile per gli europeisti di maniera e gli euristi
ad ogn...Altro...
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Marina Minicuci
ottimo e lucido commento, condivido pienamente.
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Claudio Longo
Universit degli Studi di Milano
sciocchezze: un' espressione molto pesante. Quasi un'offesa
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Antonella Policastrese
Mia
Negare che non esista un potere tedesco cresciuto a dismisura on questi anni,
significa avere i prosciutti sugli occhi. Non sono mai stata sostenitrice della UE a tutti
i costi. Non ho preconcetti ideologici; se poi affermare che ci sono diritti
fondamentali che non possono essere immolati sull'altare del dio denaro e questo
fatto viene bollato, come canagliata, preferisco essere stupida e canaglia. Per quanto
riguarda la questione immigrazione penso che i migranti debbano avere diritti e
dignit al pari nostro:miserabili e vittime di questa europa finanziaria che ci ha
ridotto come cani rabbiosi. E comunque ci che esprime una sua personalissima
opinione che io non definisco canaglia, in quanto questo suo modo d'esprimersi indica
intolleranza ed incapacit a relazionarsi con gli altri senza arroganza
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Antonio Tessitore
Ottaviano
Ma che cavolo dici? "Solo lo Stato d'Israele (anch'esso una creazione recentissima) si
sta dando da fare per battere questo record, con cinque guerre e varie guerricciole in
66 anni!" Certo per i filopalestinesi sbagliato che Israele difenda se stessa da un
popolo di mozzateste! Per me hai chiuso!
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Dado Derrick
Scuola Media Sinopoli
Anche per me tu hai chiuso. Ora vado a piangere sulla spalla di D'Eramo per essere
stati abbandonati da cotanto nobiluomo d'uttaiano.
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Antonio Tessitore
Ottaviano
Risparmiatelo lu chiantu! Avrai tempo per farlo!
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Daniella Ambrosino
cole des hautes tudes en sciences sociales (EHESS)
Analisi stringente sul vittimismo che permette alle classe dirigenti di paesi oppressori
di dipingere se stessi come oppressi ottenendo il consenso delle proprie popolazioni e
impedendo loro di mettersi nei panni dei paesi dominati.
Mi piace Rispondi 3 10 h

Salvatore Tarantino
Ipsia Bagheria
Bisogna ringraziare l'autore dell'articolo, perch interpreta il sentimento di chi
seguendo la vicenda Greca, pensando alle condizioni di vita decisamente misere
imposte alla popolazione di quel paese, si interroga sulla sorte che toccher a noi
italiani nel momento in cui la "Merkel-Company" sposter il suo sguardo nella nostra
direzione. Anche noi siamo , ai loro occhi, meridionali fannulloni , spendaccioni, pieni di
debiti e privi di quelle virt teutoniche che fanno s che il denaro sia l'unico faro della
loro
,
tutto
sommato,
triste
vita.
Ps) una nota di pettegolezzo : per meglio capire il mio concetto di vita triste
di questi signori, pensiamo a come veste la Merkel...
Mi piace Rispondi 2 10 h

Cesare Fumagalli
Politecnico di Milano
Forse a tutto questo pensava il mio Prof di Storia e Filosofia nel lontano 1969
Mi piace Rispondi 11 h

Antonio Ippolito

Ma perch, stato Israele ad aggredire i paesi arabi circostanti? sapevo il contrario.


Ma qui siamo su Micromega
Mi piace Rispondi 3 11 h

Antonio Tessitore
Ottaviano
Appunto!
Mi piace Rispondi

19h

Leone Trinacria

Vada a leggersi un po' di storia. Gli israeliani sono stati messi l dai vincitori della II
Guerra mondiale, i quali pian pianino hanno rosicchiato come tanti topi il territorio dei
palestinesi. Le colpe dei tedeschi per aver sterminato un popolo, le stanno pagando i
palestinesi. E' come se i figli degli assassini dovrebbero andare in galera per espiare
le colpe dei padri.
Mi piace Rispondi 2 9 h

Lucia Evangelisti

Grande Marco d'Eramo!


Mi piace Rispondi 11 h

Antonella Policastrese
Mia
Dalla
Grecia
all'Italia.
La
Germania
all'opera
Ed alla fine il mitico Ulisse si fece legare, per ascoltare il canto delle sirene. Il solo
che ud quelle ammalianti voci, legato all'albero della nave, per non finire in pasto delle

donne pesce, che chiunque seducevano per poi nutrirsi delle sue spoglie. Tsipras si
lanciato in quello specchio di mare non resistendo al quel richiamo e cos facendo ha
condannato il Paese ad essere invaso dai Proci. Inutile le trattative portate avanti da
Varoufakis, inutile il referendum, se alla fine Il "Greco" doveva accettare condizioni
umilianti che riportera...Altro...
Mi piace Rispondi 4 12 h

Silvia De Martino
Lavora presso
Analisi molto lucida.. condivido tutto
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Ermanno Masciulli Cerreto

Condivido - in linea di massima. # Sarei meno severo con Tsipras, per diverse ragioni
che non cito - e lo terrei ancora per un po' sotto osservazione: c' il Gasdotto russo, il
cui accordo con Putin stato firmato, il BRICS......
Mi piace Rispondi 1 2 h

Andrea Vania
Pediatra presso Policlinico Umberto I Roma
fin dall'inizio della crisi greca avevo avuto di questi pensieri, ma certo non avrei
saputo esprimerli n accorparli in modo tanto acuto. in ogni caso, non c' dubbio che
abbiamo non una "questione tedesca" bens un "problema tedesco", e anche molto
grave.
Mi piace Rispondi 3 18 h

Maurizio La Micela

ma poi.. alla fine.. ma che hai voluto dire, D'eramo?


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Herbert Lavorano
Freie Universitaet Berlin
Come un Vittorio Feltri qualsiasi: che i tedeschi sono sempre gli stessi: nazisti,
imperialisti revanscisti ecc. Un articolo da dimenticare.
Mi piace Rispondi 2 9 h

Nerino Pcr
Herbert Lavorano e provare ad entrare nel merito?
Mi piace Rispondi 1 5 h

Raffaele Mauro
Universit del Salento
Dove non era giunta la Wehrmacht, arrivata la Bundesbank (mi riferivo per
esempio a Lisbona e a Madrid). Rispetto ad allora, c' da aggiungere che neanche i
generali prussiani si sarebbero mai sognati di legiferare sulla pezzatura delle
pagnotte in terra d'occupazione.
Mi piace Rispondi 2 20 h

Antonio Tessitore
Ottaviano
Proprio cos!
Mi piace Rispondi 9 h

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