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Moretti - Lingua latina

28/09/2012
2 lezione
Questa la definizione di LATINITAS che viene data nel
Capitolo 17 del IV Libro della Rhetorica ad Herennium.
Latinitas est quae sermonem purum conservat ab omni vitio remotum.

Ve la segnalo semplicemente perch da questa definizione si


capisce che cosa io ieri ho tentato di dirvi - spero con successo e
chiarezza -, vale a dire che il concetto di latinitas collegato dalla
tradizione grammaticale e retorica allidea di una lingua
appropriata:
La latinitas il modo espressivo che conserva una lingua pura
[lasciamo laggettivo latino con tutte le molteplici connotazioni che
pu avere] lontano da ogni vizio [abbiamo visto come in questo
caso il vitium morale sia lambito semantico che viene
normalmente utilizzato per indicare il difetto linguistico].
Questa definizione segue di poco il testo che leggeremo oggi.
Ieri un vostro collega alla fine della lezione - sbagliando
perch doveva farlo durante la lezione, ma meglio che non farlo mi ha chiesto una precisazione che forse utile per tutti.
Giustamente lui mi ha domandato: se latin, o latinitias o latinum
est vuol dire parlare o scrivere correttamente, allora, non vuol dire
anche scrivere e parlare in lingua latina? Come si dice parlare e
scrivere in lingua latina? Fondamentalmente a grandi linee due
sono gli aggettivi che originariamente sono etnonimi, non
glottonimi, ma che vengono usati come glottonimi, come nomi di
lingua, per riferirsi alla lingua latina: uno latinus e uno romanus.
Ovviamente latinus fa riferimento alle popolazioni che abitavano il
Lazio, romanus a coloro che abitavano in Roma. Entrambi si trovano
in epoca molto antica, perch entrambi sono attestati in Ennio, gi
come glottonimi, cio in riferimento alla lingua latina: quando si
parla di latina lingua si parla di latina lingua in opposizione ad
lingue altre, quindi non il greco, anche se allepoca la lingua altra
per eccellenza era il greco.
Dei due glottonimi latinus resta quello di uso pi frequente per tutta
lepoca che esamineremo noi nel modulo A, ovvero per lepoca
della latinit fino al IV/V sec d.C. Si trova anche romanus sermo,
romana lingua ma pi raramente.
Romanus invece diventa pi frequente in epoca successiva come
glottonimo tant vero che noi diciamo lingue romanze proprio
per derivazione da romanus > romanice loqui, per la storia di
romanus, romanicus, romanice come glottonimo successiva al V
sec. Le prime attestazioni mi pare che siano dellVIII, per non ho
fatto indagini approfondite su questo argomento. Quello che ieri
volevo dire non che latine loqui non possa voler mai dire parlare
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latino: quando si parla di latinus sermo o latina lingua evidente


che si parla di una lingua contro altre lingue, per differenziarla,
cio, da altre lingue. Ma quello che volevo dire ieri io era
aggiungere unaltra connotazione: parlare latin, o la latinitas in s
in realt per i latini non vuol dire solo esprimersi in una certa
lingua, ma vuol dire anche esprimersi in questa lingua
adeguatamente, soprattutto quando latinitas e latin figurano
allinterno di testi della tradizione grammaticale e retorica.
Quello che farei oggi una lettura a velocit piuttosto
sostenuta del testo della Rhetorica ad Herennium con lo scopo che
ho detto ieri, cio: nella esemplificazione positiva dei tre stili e poi
nellesemplificazione delle forme viziose dei tre stili dobbiamo
tenere docchio lobbiettivo, che quello di cercare di capire quali
caratteristiche lautore della Rhetorica ad Herennium percepisse
come caratteristiche proprie del registro colloquiale. Sono
caratteristiche che possono emergere per contrasto di commenti
che fa anche sui due stili elevato e medio, sono caratteristiche che
evidentemente dovrebbero emergere in modo pi chiaro dalle
esemplificazioni dello stile basso e dai commenti che lautore
propone sullo stile basso.
Vedremo che per forse la questione non cos semplice e che il
testo un po pi complicato di quanto potremmo aspettarci: una
ricerca che presenta degli aspetti problematici.
Tanto pi che in quelledizione che ho pubblicato su Armida, che
ledizione Marx, ci sono alcune differenze piuttosto significative dal
punto di vista quantitativo soprattutto nella veste fonetica del testo
rispetto alledizione che ho io fra le mani che ledizione della
collana delle Belles Lettres curata da Guy Achard (1989).
Si tratta di differenze minime ma che gi ci mettono di fronte al
problema di come le scelte e le opzioni delleditore critico in
qualche modo influenzino la facies linguistica dei testi. Se noi
avessimo interesse, per esempio, per la dottrina retorica e basta,
leggere infima o infuma nel testo della Rhetorica ad Herennium non
farebbe nessuna differenza, o per lo meno solo relativamente. Se
noi ci interessiamo alla facies linguistica e quindi laspetto fonetico
ha una certa rilevanza, allora diventa importante anche capire
quanto di ci che noi leggiamo frutto della tradizione manoscritta,
quanto frutto di cambiamenti avvenuti nel corso della tradizione
manoscritta e quanto frutto di opzioni delleditore critico
moderno.
Comunque questo solo per accennare a un aspetto problematico
e che esiste ma evidente che io non posso pubblicare su Armida
con lapparato. Se siete interessati andate in biblioteca, cercate la
collana delle Belles Lettres e vi fotocopiate le pagine con lapparato
critico.
Ne esiste unaltra un po pi vecchia, che avr una quindicina o una
ventina danni direi, curata da Gualtiero Calgoli, per direi che
quella delle Belles Lettres la migliore, primo perch raccoglie gi
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in s la tradizione delle edizioni critiche, Calgoli compreso, inoltre


ha un apparato molto ricco e di aiuto in quanto presenta la
traduzione, francese, ma pur sempre una traduzione, mentre
Calgoli non traduce.
Passiamo alla lettura. Quello che far oggi di leggere e poi
di proporvi qualche dato di fondo che si trae dallesame di questi
testi, i tre esempi positivi dei tre stili e la loro rispettiva
degenerazione. Dopo di che lascer alla vostra riflessione, fino a
gioved prossimo, lesame di questi passi e la messa in evidenza di
alcuni elementi importanti per la nostra indagine.
Ripartiamo dal Capitolo 13. Abbiamo letto la parte in cui si
introduceva la figura mediocris, lo stile medio. Noi abbiamo visto
che nel primo caso si trattava della amplificatio criminis, quindi si
descriveva con tono molto appassionato la vicenda di un
personaggio traditore della patria. Qui la vicenda cui si accenna
quella di socii, quindi alleati, unit politiche legate ad altre da
vincoli di societas, che si ribellano agli alleati storici.
[13] Quibuscum bellum gerimus, iudices, videtis: cum sociis, qui pro nobis
pugnare et imperium nostrum nobiscum simul virtute et industria conservare
soliti sunt. Ii cum se et opes suas et copiam necessario norunt, tum vero
nihilominus propter propinquitatem et omnium rerum societatem, quid
omnibus rebus populus Romanus posset, scire <et> existimare poterant. Ii,
cum deliberassent nobiscum bellum gerere, quaeso, quae res erat, qua freti
bellum suscipere conarentur, cum multo maximam partem sociorum in officio
manere intellegerent? Cum sibi non multitudinem militum, non idoneos
imperatores, non pecuniam publicam praesto esse viderent? Non denique
ullam rem, quae res pertinet ad bellum administrandum?

Il senso : quae res erat, qual il motivo che li ha persuasi a fare


una cosa del genere dal momento che vedevano che
Si cum finitumis de finibus bellum gererent, si totum certamen in uno proelio
positum putarent, tamen omnibus rebus instructiores et apparatiores
venirent; nedum illi imperium orbis terrae, cui imperio omnes gentes, reges,
nationes partim vi, partim voluntate consenserunt, cum aut armis aut
liberalitate a populo Romano superati essent, ad se transferre tantulis viribus
conarentur. Quaeret aliquis: Quid? Fregellani non sua sponte conati sunt? Eo
quidem isti minus facile conarentur, quod illi quemadmodum discessent
videbant. Nam rerum inperiti, qui unius cuiusque rei de rebus ante gestis
exempla petere non possunt, ii per inprudentiam facillime deducuntur in
fraudem: at ii, qui sciunt, quid aliis acciderit, facile ex aliorum eventis suis
rationibus possunt providere. Nulla igitur re inducti, nulla spe freti arma
sustulerunt? Quis hoc credet, tantam amentiam quemquam tenuisse, ut
imperium populi Romani temptare auderet nullis copiis fretus? Ergo aliquid
fuisse necessum est. Quid aliud, nisi id, quod dico, potest esse?

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La situazione quella di una citt socia che si ribella a Roma.


Lautore - diciamo - si domanda quale possa essere stato e in che
cosa possa confidate per ribellarsi a colei che detiene limperium
orbis terrae - forse una delle prime attestazioni di imperium orbis
terrae - dove imperium detto nel senso di stato, ovviamente ecumenico, cio che aspirasse a contenere in s tutto il mondo
abitato. Loratore si immagina lobiezione di qualcuno che potrebbe
dire ma lha fatto anche, a suo tempo, la citt di Fregelle che,
come vedremo, una citt del Lazio, una citt che si era ribellata a
Roma qualche anno prima - sono vicende accadute a met degli
anni trenta del II secolo, nel 125 - e che per questo era stata rasa al
suolo e tutti i suoi abitanti deportati in Roma o in unaltra citt
prossima. Loratore osserva che quelli che si ribellano adesso a
Roma dovrebbero far tesoro dellexemplum di Fregelle. Quindi di
fronte allobiezione che lhanno fatto anche altri la risposta che,
proprio per il fatto che hanno davanti lexemplum del passato, non
dovrebbero farlo. Questo il senso generale del testo.
O giudici vedete con chi noi stiamo facendo guerra: con degli
alleati [sociis il termine tecnico] che furono soliti in passato a
combattere per noi e insieme con noi a tendere a mantenere il
nostro imperium [imperium: stato, dominio, predominio, potere]
con tutto il loro valore e con tutte le loro risorse. Costoro conoscono
necessariamente loro stessi, le loro forze [opes: non sono solo le
ricchezze ma in generale le possibilit, le forze] e ci che a loro
possibile [copiam: va nella stessa direzione di opes], ci non di
meno a causa della vicinanza a noi e della condivisione [societas:
la alleanza ma anche la condivisione] di tutte le cose potevano ben
sapere e valutare che cosa potesse [e quindi quanto fosse potente]
il popolo romano [quindi costoro se da un lato conoscono le proprie
risorse, ci non di meno dallaltro avevano ben tutti gli strumenti
per sapere quanto il loro tentativo fosse destinato a fallire]. Costoro
avendo deciso di fare guerra con noi, io domando, quale cosa era
contando sulla quale decidessero di intraprendere la guerra, dal
momento che capivano che di gran lunga la massima parte degli
alleati restavano nel loro dovere [cio restavano nel loro ruolo di
socii e non tradivano]? Dal momento che vedevano di non avere a
disposizione moltitudine di soldati, comandanti idonei, risorse di
pubblico denaro? E vedevano di non avere a disposizione insomma
[denique = insomma] alcuna cosa che sia pertinente alla gestione
di una guerra? [quindi su cosa contavano se, quando si sono mossi,
potevano vedere, potevano valutare, potevano comprendere sia
che gli altri alleati non si muovevano e rimanevano fedeli, sia che le
loro stesse forze non erano forse adeguate?] Se avessero fatto
guerra con una popolazione vicina per stabilire un confine [se
avessero dovuto affrontare una guerra locale e limitata], se
avessero pensato che tutta la guerra fosse posta in una battaglia
[se avessero pensato che la vicenda si sarebbe risolta con un unico
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scontro, quindi perfino se avessero pensato che la guerra che


affrontavano non fosse cos importante], tuttavia sarebbero venuti
pi pronti e pi attrezzati in tutte le cose; a maggior ragione
[nedum = tanto meno, a maggior ragione; venendo contro di noi,
contro i Romani] quelli avrebbero tentato di trasferire a s la
sovranit sul mondo con forze cos ridotte [detto con un certo
disprezzo; tantulus: diminutivo di tantus = tanto grande], sovranit
alla quale tutte le genti, tutti i re, tutte le nazioni acconsentirono, in
parte forzati altri di buon grado, dopo che erano stati vinti dal
popolo romano o con le armi o nella generosit [liberalitas =
generosit; questo termine resta ambiguo e si presta in realt a due
interpretazioni, una quella che questi popoli furono corrotti, ma si
pu leggere anche pi benevolmente]. Uno mi potr chiedere:
cosa dici? Gli abitanti di Fregelle non hanno fatto un tentativo
analogo di propria volont? Quelli che si stanno ribellando adesso
[isti] tanto meno facilmente avrebbero dovuto intraprendere
questo tentativo, per il fatto che videro [illi] che fine avessero fatto
i fregellani. Infatti [quella che segue unosservazione generale, di
natura anche morale, molto consona di per s alla mentalit
romana] coloro i quali non hanno fatto esperienza di una cosa
[inperiti = inesperti] non possono cercare esempi di ciascuna cosa
a partire dai fatti del passato [delle imprese e anche dalla storia se volete - del passato], costoro imprudentiam [per impossibilit di
essere videntes, per incapacit di essere prudentes, di fare dei
consapevoli calcoli anche sul futuro] facilissimamemte sono tratti in
inganno: ma invece [at: forte valore avversativo] coloro i quali
sanno che cosa successo ad altri possono facilmente prendere
provvedimenti
[pro-videre:
non
prevedere,
ma
prendere
provvedimenti] sui propri modi di muoversi[rationes: i modi di
muoversi, i progetti, i piani, non c una sola traduzione di ratio
nemmeno in questo contesto] a partire da come sono andate a
finire le vicende degli altri. E quindi indotti da nessuna cosa,
contando su nessuna speranza, questi hanno preso le armi? Chi
creder ci, che qualcuno abbia avuto una tale follia [amentia:
assenza di mens, irrazionalit] da mettere alla prova il predominio
del popolo romano senza contare su alcuna forza? Dunque
inevitabile [necessum: una forma identica come significato a
necesse (est), un arcaismo che troviamo nella lingua della
commedia e quindi in Plauto e in Terenzio e si trova fino a Lucrezio
nella lingua letteraria] che qualche cosa ci sia stato [cio che
abbiano contato su qualche cosa, che ci deve essere stato qualcosa
su cui avevano fiducia e speranza che li ha indotti a intraprendere
questa impresa assurda]. E che cosaltro pu essere se non ci che
vi sto spiegando? [anche se a noi manca, in realt, il contesto].
Limpressione - non so voi cosa ne abbiate tratto - che la
differenza tra i due testi che abbiamo letto, tra stile alto e stile
medio, in realt non sia cos facile da percepire. Probabilmente si
tratta di una differenza di quantit di presenza degli stessi elementi
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che non una differenza qualitativa, cio presenza di elementi


diversi. Comunque questa osservazione tenetela l e ci rifletterete.
Andiamo al fulcro di ci che ci interessa: la descrizione della
figura adtenuata o demissa, umilis,
[14] In adtenuato figurae genere, id quod ad infumum et cottidianum
sermonem demissum est, hoc erit exemplum:

Per il tipo di stile adtenuato [sottile, esile, se vogliamo semplice,


comune, lessenziale ricollegare adtenuatus al suo ambito
semantico proprio], vale a dire quel genus che abbassato
[demissum est: abbassato, piegato, si piega] nella direzione del
sermo [cio dellespressione linguistica] bassissimo [infimum: non
sicuramente un aggettivo con connotazione positiva, nel senso che
per interpretarlo in senso buono possiamo dire neutrale] e
quotidiano [cotidianus: ci fa capire come lautore della Rhetorica ad
Herennium sia consapevole dellesistenza di un sermo cotidianus,
cio di un registro parlato, una lingua di tutti i giorni per cos dire,
per non sappiamo se stia pensando a una lingua anche dal punto
di vista sociolinguistico caratterizzata come bassa, cio dei ceti
bassi e delle persone incolte, oppure se stia pensando - e questo
un aspetto problematico, non che c una risposta - a un registro
parlato ma non necessariamente dagli incolti, perch un sermo
cotidianus, un modo di esprimersi colloquiale, ce lo avranno avuto
anche le persone colte], questo sar lesempio:
Il terzo esempio, per, si differenzia fortemente, in modo
marcato, da quelli che abbiamo visto finora.
Nam ut forte hic in balineas venit, coepit, postquam perfusus est, defricari;
deinde, ubi visum est, ut in alveum descenderet, ecce tibi iste de traverso:
Heus, inquit, adolescens, pueri tui modo me pulsarunt; satis facias oportet.
Hic, qui id aetatis ab ignoto praeter consuetudinem appellatus esset, erubuit.
Iste clarius eadem et alia dicere coepit. Hic: Vix; tamen, inquit, sine me
considerare. Tum vero iste clamare voce ista, quae perfacile cuivis rubores
eicere potest: ita petulans est atque acerba, ne ad solarium quidem, ut mihi
videtur, sed pone scaenam et in eiusmodi locis exercitata. Conturbatus est
adolescens: nec mirum, cui etiam nunc pedagogi lites ad oriculas versarentur
inperito huiusmodi conviciorum. Ubi enim iste vidisset scurram exhausto
rubore, qui se putaret nihil habere, quod de existimatione perderet, <ut>
omnia sine famae detrimento facere posset?

Allora qui siamo, come ben si pu comprendere fin da subito, in un


testo che potrebbe anche in realt figurare in un discorso, ma
evidentemente in un contesto diverso dai testi precedenti che
potevano ben figurare, per esempio, nella peroratio finale. Qui si
tratta di un episodio di vita comune che viene riferito, tra laltro con
linserzione di discorso diretto e dialogo, che quindi rappresentano

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un punto di interesse almeno per lobiettivo che abbiamo noi; un


dialogo che si svolge ai bagni pubblici.
Infatti quando per caso costui giunse ai bagni [qui balineas,
nelled. Della Belles Lettres si trova balneas; la prima, rispetto a
balneas, una forma che gli studiosi - anche sulla base della
testimonianza della Rhetorica ad Herennium - hanno pensato
potesse essere una forma colloquiale di registro basso perch noi
vedremo che figura attestata unanimemente, quindi anche nelle
Belles Lettres, nellesempio deteriore di terzo stile. Il problema
che nellesempio positivo di registro colloquiale non attestato
unanimemente dai manoscritti e quindi c chi fra gli editori la
elimina e questo sortisce come effetto che balneas sarebbe il
registro colloquiale parlato e balineas sarebbe invece un elemento
deteriore, criticabile come negativo, e c chi invece la conserva
come Marx, e a questo punto possiamo pensare ad un elemento del
registro colloquiale che per non oggetto di una particolare presa
di distanza, almeno in questa sede; per, appunto, lelemento resta
problematico] inizi, dopo essere stato unto [perfusus est:
letteralmente sfamato di olio], a farsi frizionare; e poi, quando gli
parve il momento di scendere nella vasca [in alveum: uso
evidentemente metaforico] ecco che costui ti si para davanti
allimprovviso e dice [de traverso: letteralmente significherebbe
proprio di traverso ma da qui d lidea di uno che ti si mette tra i
piedi allimprovviso, inaspettato]: Hei, giovane, i tuoi schiavi mi
hanno poco fa colpito [modo = poco fa, appena; pulsarunt = mi
hanno colpito, infastidito, mi hanno fatto qualcosa di male];
bene che tu mi dia soddisfazione [cio, bene che tu ti scusi].
Questo [cio ladulescens che viene ritratto come un personaggio
che non si sente molto a suo agio rispetto allinterlocutore], che
allet che aveva era stato interpellato da questa persona
sconosciuta contro luso solito [ovvero: che non era abituato ad
essere interpellato cos da uno sconosciuto, contro luso, al di l
delluso e dellabitudine che aveva], divenne rosso di vergogna
[erubesco]. Questo [cio linterlocutore] a voce sempre pi alta
prese a dire queste stesse cose e ad aggiungerne anche altre.
Questo [ladulescens; hic - iste: la dialettica tra i due]: A mala
pena - disse - ma lasciami [sine: imperativo di sino] pensare
[evidentemente questo, interpellato, non sa bene come
comportarsi]. E allora quellaltro si mette a gridare [clamare:
infinito narrativo, in questo caso anche abbastanza efficace; notate
la ripetizione di iste, ista] con questa voce che poteva
facilissimamente strappare il rossore a chiunque [cio fare arrossire
chiunque; chiunque interpellato a voce cos alta ed evidentemente
cos sgraziata si sarebbe vergognato. E il personaggio grida al
povero adulescens]: sei cos insolente e violento [acer - noi sulla
nostra edizione abbiamo acerba] che ti sei esercitato [si vede che ti
sei esercitato, cio che sei il risultato di uneducazione] non nel foro
[solarium = orologio solare o meridiana. Dato che un orologio
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solare, tipo meridiana, era presente nel foro, ad solarium era un


modo colloquiale per dire: il foro; si vede che non ti sei esercitato
nel foro, quindi che non sei una persona di buona educazione e di
buona famiglia], a quanto pare, ma [pone = dietro a + accusativo]
dietro la scena e in luoghi di questo tipo [cio sei il prodotto non del
foro ma del teatro, con tutto ci che questo comporta, vedi la
disistima per gli attori. Quindi sei tale che si vede proprio che non
sei frutto del foro ma del teatro]. Il giovane resta un po male: e
non c da meravigliarsi, per una persona alla quale anche ora
nelle orecchie stavano le sgridate del maestro [il pedagogo, il
maestro, cio lo schiavo che lo portava a scuola. Cio il massimo
delloffesa che questo ragazzo un po impreparato alla vita aveva
sentito erano le sgridate dello schiavo che lo portava a scuola] e
che era inesperta di questo tipo di insulti. Dove infatti costui
avrebbe mai potuto incontrare un buffone [scurra = il buffone, un
personaggio da poco] che ha dato fondo alla vergogna [cio che
non ha nessun tipo di vergogna], che pensasse di non avere niente
da perdere quanto alla reputazione [quindi disposto a tutto perch
tanto non ha niente da perdere] al punto da potersi permettere
qualunque cosa senza perdere quanto a fama?.
Qui si capisce, con questo testo, che se siamo ancora
allinterno di una sezione che pu essere colta in un discorso, in
una orazione, per evidentemente potr ben collocarsi nella
narratio dove si racconta come si arrivati a una certa circostanza
della quale si discute; non si tratta di un passo volto a commuovere
lanimo delluditore. Qui, poi quando ci rifletterete mi direte le
vostre considerazioni. Rispetto ai due passi precedenti la differenza
notevole, molto pi facilmente percepibile per tanti aspetti a
partire dallaspetto sintattico in senso generale: lassetto che le
frasi hanno in generale. Ma poi si pu arrivare fino allaspetto anche
fonetico (oriculas), luso di hic, iste, ci sono molti elementi che si
possono notare e che contraddistinguono questo testo rispetto a
quelli precedenti.
C un differenza significativa tra Marx e ledizione delle
Belles Lettres. Marx non intende le parole da ita petulans est atque
acerba in poi come discorso diretto ma intende queste parole come
riferite al modo di esprimersi dellinterlocutore delladulescens,
infatti dice questo modo di esprimersi tanto petulante e tanto
aspro che sembra venir fuori non dal foro ma dal teatro. Questo
venir fuori non dal foro ma dal teatro riferito non alladulescens
come unoffesa ma al suo interlocutore come una caratterizzazione
da parte dellinterlocutore. Quindi di per s il senso cambia
abbastanza, la coloritura linguistica, invece, no.
Nel prosieguo, secondo quella che la migliore tradizione
della manualistica retorica, dopo aver presentato i pregi, si
presentano gli exempla vitiosa, quelli difettosi, cio degli
esempla dei testi che per in qualche modo esagerano alcune
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caratteristiche dei tre stili e quindi, in qualche modo, arrivano ad


una espressione inappropriata.
[15] Igitur genera figurarum ex ipsis exemplis intellegi poterant. Erat enim et
adtenuata verborum constructio quaedam et item alia in gravitate, alia
posita in mediocritate.

Dunque si potranno i capire i genera figurarum da tali esempi. E ci


sar una organizzazione delle parole [constructio verborum: quasi
intraducibile, in realt. un modo espressivo verbale] bassa e poi
ce ne sar unaltra solenne e unaltra media.
Inizia la parte di correzione dei vitia, o meglio di descrizione
dei vitia.
Est autem cavendum, ne, dum haec genera consectemur, in finituma et
propinqua vitia veniamus. Nam gravi figurae, quae laudanda est, propinqua
est ea, quae fugienda; quae recte videbitur appellari, si sufflata nominabitur.
Nam ita ut corporis bonam habitudinem tumos imitatur saepe, item gravis
oratio saepe inperitis videtur ea, quae turget et inflata est, cum aut novis aut
priscis verbis aut duriter aliunde translatis aut gravioribus, quam res postulat,
aliquid dicitur, hoc modo:

Qui si capisce dalle asserzioni dellautore che la distinzione


tra lexemplum positivo e lexemplum vitiosum propriamente una
questione di sfumature. Lasserzione con cui si apre la descrizione
dei tre exempla negativi dice proprio questo:
Noi dobbiamo per stare attenti che non accada che, mentre noi
ci impegniamo a scrivere secondo uno dei tre generi [pi
letteralmente: puntiamo a questi generi], giungiamo ai difetti che
sono vicinissimi. [Qui inizia a parlare della gravis figura, cio dello
stile alto] Infatti allo stile alto, nella sua forma degna di lode,
vicino quella figura che da fuggire; la quale sembrer essere
chiamata giustamente [cio ricever un giusto nome] se la si
chiamer sgonfiata [poi vedrete che se lambito semantico fosse
prevalente per caratterizzare lo stile basso quello della direzione
verso il basso, lambito semantico per caratterizzare lo stile
elevato, uno degli ambiti semantici prediletti quello del tumor,
tumeo -ere = essere gonfi, quindi di ci che gonfio, non saprei
quale altro termine italianao usare]. Infatti come spesso nella figura
fisica un aspetto non esile [ma in senso anche positivo: qui si
intende tumor come contrario dellaspetto esile, esiguo. Qui sta
facendo un paragone con laspetto fisico] riproduce una buona
salute, cos spesso a chi non se ne intende pare stile solenne quella
che [turgor sempre sulla linea di tumor] gonfia e gonfiata
[inflata = gonfiata dal vento. Sono tutti termini che hanno una
connotazione negativa, di gravitas esagerata], quando qualcosa
viene detto [qui osservate le caratteristiche che si sottolineano
come
caratteristiche
negative]
o
con
neologismi
[qui
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evidentemente leccesso che si condanna, non di per s il novum


verbum] oppure con arcaismi [Quintiliano diceva che le parole sono
come la moneta: devono essere in corso; questo il criterio
fondamentale perch le parole possano essere usate] oppure con
parole impropriamente traslate da unaltra parte [cio con usi
metaforici traslati, violenti, impropri] oppure con parole
eccessivamente pompose rispetto a quanto la cosa non richieda,
secondo questo esempio:
Quindi lo stile e la sue degenerazione sono vicini, questione
di sfumature e anche di dose rispetto a questi elementi che ha
citato. Notate come si dia un certo privilegio nel caratterizzare la
distanza tra forma propria e forma deteriore allaspetto lessicale,
per lo meno nel commento.
Esempio brevissimo per questo stile:
Nam qui perduellionibus venditat patriam, non satis subplicii dederit, si
praeceps in Neptunias depultus erit lacunas. Poenite igitur istum, qui montis
belli fabricatus est, campos sustulit pacis.

E infatti colui che vende la patria ai traditori [perduellio colui che


si macchiato di alto tradimento], non avr pagato a sufficienza di
pena, neppure se sar stato spinto a precipizio [depultus erit:
arcaismo che evidentemente sta per depulsus erit, participio
perfetto di depello] nelle Lagune Nettunie [ovviamente vuol dire
nelle profondit del mare]. [attenzione che qui il testo
controverso. Poenite: sarebbe una forma foneticamente non
standard di punio, ire] Punite dunque costui, che ha fabbricato
montagne di guerra [montis = montes] e ha distrutto le pianure
della pace.
Diciamo che elementi abbastanza stranianti ce ne sono, al di l
degli arcaismi, soprattutto le questioni metaforiche risultano molto
esagerate, oserei dire.
In hoc genus plerique cum declinantur et ab eo, quo profecti sunt,
aberrarunt, specie gravitatis falluntur nec perspicere possunt orationis
tumorem.

In pi quando si sono mossi nella direzione di questo genere [cio


del genus grave] e poi si sono trovati ad allontanarsi dalla meta
dalla quale erano partiti, sono tratti in inganno dallaspetto solenne
[della loro produzione] e non sono in grado di cogliere leccesso di
gonfiore della loro oratio [del loro modo espressivo].
Quindi spesso che cosa succede? Che uno parte con la migliore
intenzione e non si rende neanche conto, ingannato dallaspetto
apparentemente solenne di questa dizione, di essere caduto nel
vitium.

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[16] Qui in mediocre genus orationis profecti sunt, si pervenire eo non


potuerunt, errantes perveniunt ad confinii genus eius generis; quod
appellamus <dissolutum, quod est sine nervis et articulis; ut hoc modo
appellem fluctuans eo, quod> fluctuat huc et illuc nec potest confirmate
neque viriliter sese expedire. Id est eiusmodi:

Coloro i quali [cio la stessa cosa pu succedere a uno che invece


vuole scrivere nello stile medio] sono partiti nella direzione del
mediore genus orationis, se non sono stati in grado di arrivare alla
meta, errando [qui in realt si usa la metafora del partire per e
dellandare a, ma evidentemente errantes ha anche dentro lidea di
errore = errando, sbagliando] giungono al genere confinante di
quel genere [cio alla forma deteriore del genus medio] che
chiamiamo sciolto [dissolutum: letteralmente sciolto] perch un
genere privo di nerbo [nervis: nerbo, muscoli; qui si usa di nuovo
una metafora del corpo umano che si usata prima] e senza
articolazioni [andare a capire esattamente che cosa intenda non
cos semplice]; al punto che io lo chiamerei fluttuante, perch
ondeggia di qua e di l e non in grado di svilupparsi in modo
solido e in modo virile [quindi un genere per cos dire ondeggiante,
incerto, dissolutum]. Questo lesempio:.
Socii nostri cum belligerare nobiscum vellent, profecto ratiocinati essent
etiam atque etiam, quid possint facere, si quidem sua sponte facerent et non
haberent hinc adiutores multos, malos homines et audaces. Solent enim diu
cogitare omnes, qui magna negotia volunt agere. Non potest huiusmodi
sermo tenere adtentum auditorem; diffluit enim totus neque quicquam
conprehendens perfectis verbis amplectitur.

Chiarissima la ragione per cui viene disprezzata la forma


deteriore di questo genere, un po meno chiaro quali siano le
caratteristiche di questa degenerazione secondo me.
I nostri alleati dal momento che ci volevano far guerra,
certamente avrebbero pensato [ratiocinare: avrebbero fatto bene i
conti] ancora e ancora [cio avrebbero a lungo fatto oggetto di
riflessione] che cosa potessero fare [cio che cosa fosse nelle loro
possibilit, nelle loro risorse], se si fossero mossi di propria
iniziativa e non avessero avuto da qui molti complici, uomini
malvagi e audaci [cio se si fossero mossi contando solo sulle loro
forze avrebbero fatto bene i conti di quello che potevano fare.
Evidentemente se si sono mossi in modo cos azzardato perch
contavano che qualcuno di noi li avrebbe aiutati]. Sono soliti infatti
tutti pensare a lungo, coloro i quali che vogliono intraprendere
imprese grandi. [Fine dellesempio deteriore] Non pu uno stile di
questo tipo tenere attento chi ascolta; infatti questo sermo tutto
ondeggia [diffluit: letteralmente si disperde di qua e di l] e non
abbraccia alcuna cosa [e non c nessun concetto, nessuna cosa
che abbracci] esprimendola con unespressione compiuta.

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Moretti - Lingua latina

Per si capisce che la critica mossa diciamo quella di una scarsa


efficacia. Quale sia la causa di questa scarsa efficacia forse non
immediatamente chiaro, no? Anche perch mentre il primo esempio
era breve ma portava in quantit cospicua esempi di difetti, vitia,
questo esempio breve e apparentemente non rende visibili i
difetti.
Comunque potete fare oggetto delle vostre riflessioni il testo
fino a qui soffermandovi soprattutto sulle caratteristiche appunto
dei testi proprie del registro colloquiale.

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