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NEANCHE UNA LACRIMA

Roma, via dei Condotti 10


26 gennaio 1978, ore 00:23
Sfilai la benda che mi copriva gli occhi, ma ero ancora circondato
dalloscurit. Ogni volta sempre la stessa storia, non riuscir mai ad
abituarmi. Ma rifiutare un simile invito sarebbe stato oltremodo scortese,
se non sconsiderato, dopo tutto quello che i fratelli avevano fatto per me.
La svelta volpe bruna salta oltre tredici cani pigri.
Era la frase concordata che il dottor Corbelli aveva pronunciato poco prima
all'ingresso, una sorta di parola dordine. Stiamo entrando in un luogo
sacro. surrurr il dottore. Il portone si apr con uno scatto ed entrai.
Fui preso sottobraccio e venni guidato, quasi trascinato a dire il vero,
verso una destinazione ignota. Deprivato della vista, ogni essere umano
riluttante a muoversi con la tranquillit che deriva dalla sicurezza di
riuscire
a
collocare
correttamente
gli
oggetti
in
uno
spazio
tridimensionale. Inoltre, chiunque
ignorasse le
ragioni della mia
condizione,
avrebbe
equivocato
la
situazione
con
molta
facilit,
presumibilmente allertando le forze dellordine. Ma il dottor Corbelli
pensa sempre a tutto e la scelta di unora tanto tarda della notte non
casuale.
La svelta volpe bruna salta oltre tredici cani pigri.
Cos'avr voluto dire? Probabilmente niente, ma per sicurezza ripassai
mentalmente il significato simbolico dei principali animali totemici della
Tradizione. Io ero il Serpente, per via della facilit con cui riuscivo a
stringere legami di amicizia e di lavoro. Mi distrassi pensando ai progetti
che avrei sfoderato a tempo debito in quellanno fortunato appena agli
albori, ma le mie elucubrazioni si interruppero quando urtai contro quella
che doveva essere la parete interna di un ascensore.
Faccia attenzione! biascic il dottor Corbelli con il suo caratteristico
accento toscano, trattenendo a stento una mezza risata.
Stronzo! pensai. Voglia perdonarmi dottore, non avevo visto. dissi invece
rispettoso.
Mi scusi lei Cavaliere, ribatt, non mntendo mica di accompagnar
ciechi.
Ma si figuri, si figuri! Piuttosto, posso chiederle dove siamo?
Non potrebbe chiederlo, ma lha gi fatto
E pendendo dalle sue labbra come lAppeso, attendevo una risposta ma,
conformemente al suo insipido umorismo, il dottor Corbelli, uomo enigmatico
dalla personalit evanescente, non disse pi nulla e quella che ritenevo
essere la classica pausa che fa aumentare la tensione crebbe e si svilupp
fino a diventare la fine della conversazione. Anche perch lascensore si
apr e ci sincammin nuovamente. Ripresi la lotta contro il mio subconscio
che rifiutava di affidare il corpo alla guida di quel figuro dai lineamenti
luciferini. Il mio subconscio ignorava che quella persona rappresentava la
svolta nella mia carriera di imprenditore edile. In lui riponevo la mia
totale fiducia e il suo aplomb da gentiluomo veniva meno solo in certe
occasioni prestabilite, in cui la goliardia era la madrina della serata.
Ancora non sapevo che quella sera la goliardia avrebbe ceduto il passo a
unaltra madrina, ben pi ambigua e fatale.
Oggi noter qualche variazione, ma non deve preoccuparsi. Lei sia naturale
e tutto andr come previsto. La rivedr la settimana prossima al

ricevimento dai Frascati Colonna. disse mellifluo il dottor Corbelli. Se


dovesse avere bisogno, mi chiami domattina alle 9 in ufficio. Ci
stringemmo ritualmente i gomiti e si accomiat.
Sar stata la quinta o sesta volta che prendevo parte a un rituale di
passaggio, per sempre la stessa storia. Di norma sono molto estroverso e
pronto alla conversazione quando sono in compagnia, ma al contrario non
posso restare troppo tempo da solo senza lasciarmi prendere dallansia.
Forse cos anche per gli altri fratelli ed per dimostrare di essere
uomini forti che ci sottoponiamo a prove non certo estenuanti per il corpo
ma che a livello psicologico lasciano marchi indelebili. Una volta dentro
il Gabinetto di Meditazione, sfilatomi la benda, mi accorsi fin da subito
che cera qualcosa che non andava, qualcosa di diverso. Tanto per
cominciare, ero al buio. Solitamente c un candeliere per illuminare le
scritture in ebraico poste sulle pareti dellangusta stanzetta. Decisi di
rilassare la tensione concentrando lattenzione sul respiro, che si fece
sempre pi profondo. Linterferenza delle distrazioni si fece attendere
solo pochi minuti. Da quanto tempo mi trovo qui? pensavo. Sembrano ore, ma
non ho modo di saperlo. La clessidra era un altro elemento mancante. In
passato avevo raggiunto stati di trance talmente profondi che riuscivo a
percepire ogni singolo granello di sabbia. Potevo contarli, li sentivo
precipitare dal bulbo superiore e schiantarsi gli uni sugli altri in quello
inferiore come enormi macigni che franano dal fianco di una montagna. Ora
il silenzio era assordante, insopportabile. Non cera neppure il
caratteristico mucchietto di ossa di bimbi, come lo si chiamava
scherzosamente fra fratelli. Suppongo appartenessero a sfortunati vitelli
nati morti, raccolte dal fratello Marcello, un infaticabile allevatore
siciliano che si era fatto le ossa nelle tenute dei rancheros messicani e
che da un paio danni aveva preferito rientrare in patria per dare il suo
contributo allo sviuluppo economico e culturale del nostro amato stivale.
Ma quella sera lansia mi sugger lipotesi pi letterale e un brivido
fulmineo arrovent di paura ed eccitazione la spina dorsale, una vertebra
dopo laltra. Il cervello, ultimo ricettacolo di questa nervosa reazione a
catena,
sprizza
adrenalina
irrorando
i
vasi
sanguigni,
caricando
l'organismo di energia elettrica. Non saprei spiegarlo meglio e anzi, in
quel preciso istante, seduto nelloscurit, mi sentivo un colapasta
cerebrale
con
tutte
le
valvole
degli
inibitori
aperte.
Pessima
similitudine, lo ammetto, non possiedo la dote di esprimermi con la finezza
di un letterato. Datemi un pezzo di terra e vi ci costruisco un condominio
in sei giorni ma lascio volentieri agli artigiani della parola larduo
compito di decorare le mie gesta con barocche astrazioni e figure
retoriche.
Langoscia indescrivibile che cominciai a provare era diventata soffocante,
di colpo avevo caldo, troppo caldo, sudavo, mi mancava laria. Allentai il
nodo alla cravatta ma ero sul punto di perdere i sensi e forse li persi
veramente ma non posso esserne certo perch ero immerso nelloscurit da
almeno due ore ormai e non ero pi in grado di stabilire con esattezza se i
miei occhi fossero aperti o chiusi, tanto era sempre buio. Un terrore
gelido e strisciante si era insinuato in me, stringeva lintestino e lo
contorceva. Al gelo interiore si contrapponeva un calore infernale che
scaturiva dalle pareti. Allungai il braccio destro ma lo ritrassi di scatto
per paura di ustionarmi. Cominciai a pensare seriamente di chiedere aiuto.
Non che non ci avessi gi pensato prima, il terrore ormai corrodeva lanima
silenzioso come un tarlo che scava nel mogano, ma non era loccasione

appropriata per dimostrarsi facile a simili suggestioni effeminate e


infantili. Per nulla al mondo avrei subito lumiliazione di chiedere aiuto
ai fratelli che avevano orchestrato tutto proprio per mettere alla prova il
mio coraggio e la mia fermezza danimo.
A distogliermi dal mio dilemma ci pensarono le allucinazioni. Dalle pareti
nere, il cui spessore si era inspiegabilmente assottigliato fino a lasciar
trasparire un chiarore indistinto proveniente dallesterno, come fossero
tende, ora cominciava ad entrare anche del fumo. E stavolta ci vedevo ma i
riflessi erano ancora lenti, rallentati dalla paura di infrangere le norme
rituali. Ero in pieno stato oniroide, non ero pi sicuro di cosa fosse
reale, ma chiss perch non temevo per la mia vita. Il dottor Corbelli era
un mago eccezionale, non avrebbe mai lasciato morire il suo pupillo.
Ritenni che quel bagliore tremulo fosse una fiamma rituale. Lipotesi
dellincendio divampato accidentalmente nel palazzo durante la preparazione
del rituale non reggeva, anche perch non avevo sentito urla n sirene. E
lodore di foglie umide, fumo e vento tagliente annull ogni pensiero
razionale. Non appena sfiorai il tessuto che mi separava dallesterno il
vento cess, la fiamma si spense, le pareti tornarono pareti e il buio cal
nuovamente il suo lugubre sipario. Uno spiraglio verticale di luce
abbagliante si apr di fronte a me e and allargandos fino ad riempire
completamente il mio campo visivo. Fui costretto a serrare le palpebre con
forza ma anche cos percepii che una figura si stagliava di fronte a me.
Vieni. disse con voce ultraterrena dal timbro di mille esseri non pi
viventi. Non temere, non morirai perch sei gi morto.
Mentre mi muovevo nella sua direzione, socchiusi un po gli occhi e la luce
diminu dintensit. Uscii dal Gabinetto di Meditazione per trovarmi in un
luogo altrettanto buio, rischiarato soltanto da una fiamma che illuminava
il profilo umanoide dellessere. Era un tumulto, un turbine di tratti umani
riconoscibili, anime vissute o che dovevano ancora nascere. I contorni
della sagoma non erano ben definiti a causa del continuo mutamento, ma per
una frazione di un istante si stabilizzarono, divennero netti e unimmagine
si stagli al suo interno. Non fui in grado di capire cosa avessi visto.
Poi di nuovo il mulinello di volti e corpi e ancora limmagine statica, che
persistette un po pi della prima. Colsi frammenti di galassie e quasar,
poi unaltra volta ancora corpi e volti strazianti in caotico amplesso. La
terza volta che vidi limmagine delluniverso racchiuso nei contorni di
quel demone fui colto da unimprovvisa vertigine che annod le viscere in
una morsa orrenda e mi pieg in due. Non potei trattenere il violento
conato di vomito fluorescente che si sparse per il pavimento buio.
Vieni. ripet la voce profonda e multipla mentre mi tendeva una mano
invisibile. Mi attir a s con una forza pi potente della gravit e con la
velocit del fulmine lo attraversai. Non avrei mai potuto opporre
resistenza anche volendo. In un istante vidi la creazione del cosmo e la
sua fine. La mente umana non ha il potere di comprendere linfinito e il
mio subconscio decise che era ora di farmi perdere i sensi, sul serio
stavolta. Al risveglio la situazione non era diventata pi comprensibile.
Tornai di nuovo a sentire il vento insistente. Ero a torso nudo ma non
percepivo alcuna sensazione di freddo. Mi trovavo nella radura di una
foresta, il senso di distacco da me stesso continuava ad aumentare, i miei
sentimenti non erano che un ricordo di una vita lontana, forse mai vissuta.
La luna piena allapice dello zenit illumina la radura. Un altare di pietra
circolare decorato con un mandala bianco e rosso poggia sul ceppo di un
albero non pi secolare. Distesa sul mandala una bambina in trance con

addosso una tunica bianca finissima. Sembrava un angelo, con la luce della
luna che impallidiva riflettendosi nei suoi occhi azzurri, le labbra piene,
rosse di vita e i boccoli biondi timidamente mossi dal vento. Il volto mi
era familiare ma non riuscivo a ricordare chi fosse.
Alle mie spalle sentii delle acque sciabordare pigramente. Mi voltai e
posai lo sguardo sul laghetto su cui la luna si rifletteva scomponendosi in
una miriade di rivoli. Strabuzzando gli occhi intravidi un enorme tentacolo
nero che, frangendo la superficie delle acque attorniato da barbagli
argentei, fuoriusciva gradualmente volgendo una spada nella mia direzione.
Le proporzioni e le distanze erano tutte sbagliate. Sembrava lontano una
ventina di metri e invece era gi di fronte a me ma il diametro del
tentacolo non vari mai, mentre la pozza dacqua era di dimensioni troppo
ridotte per contenere un essere che presumibilmente possedeva altri
tentacoli e una testa. Ma vedendo la spada non ci pensai pi. Lelsa
consisteva di un serprente dorato che lavvolgeva fra le sue fitte spire
come a volerla soffocare, mentre la lama recava incise lettere di un
alfabeto alieno. Lafferrai con un braccio possente irto di squame
smeraldine che con somma sorpresa non riconobbi come il mio. Preso da un
impulso istintivo sollevai il piatto della lama allaltezza del mio volto e
vi scorsi il riflesso di due occhi fiammeggianti dalla pupilla verticale,
nerissima.
Sai cosa fare. sussurr una folata di vento pi delicata delle altre,
quasi carezzevole. Mi voltai e mincamminai senza indugio verso laltare.
Quando la spada si mosse, lo fece con fermezza e precisione, come se fossi
avvezzo a questo genere di cose, pur non avendone alcuna memoria. La
bambina non emise alcun suono. Io non versai neanche una lacrima. Nessun
senso di colpa. Solo occhi spenti che guardano mani sporche di sangue, mani
che sembrano non appartenere pi allo stesso corpo. La mente sterile e
gelida, ma lanima arde pi dellinferno. Quel che ho fatto andava fatto,
non provavo nessuna piet per quella bambina. La testa mozzata era rivolta
verso di me e, quando il suo sguardo ormai spento ma lievemente stupito
incroci il mio, seppi che non era la prima volta che la uccidevo. Il
sangue versato uno strumento per accumulare potere, che richiede
sacrifici da officiare e il boia ne il sacerdote.
Un rivolo di sangue gocciolava in una coppa alla base dellaltare. Attesi
che si riempisse e bevvi avidamente il liquido caldo e amarissimo.
E di colpo mi risvegliai nel mio letto, madido di sudore e ansimante.
Pregai che fosse stato solo un sogno. In preda allansia guardai le mani,
mi toccai il volto. Ero di nuovo umano e mi rasserenai ma, allungando la
mano per prendere il bicchiere dacqua che solitamente tengo sul comodino,
non lo trovai. Mi voltai e al suo posto scorsi un pugnale dal manico di
legno decorato con motivi tribali intagliati. Era piantato su un foglietto
che recava poche righe dalla calligrafia tremolante e sbilenca: Sia lode
al Serpente Dorato che in te! Lunga vita alla Mafia del Terzo Occhio!
Riprendere sonno era impossibile, eppure dovevo riposare. Le tempie
pulsavano senza tregua, troppe domande senza risposta. Per calmarmi lessi
qualcosa, feci una passeggiata in giardino, andai a salutare i cani,
scambiai quattro parole col custode. Poi gli chiesi se poteva prestarmi il
fucile. Avevo bisogno di scaricare la tensione.
Eh io a lei la capisco no bene, benissimo. rispose lui con il suo pesante
accento siciliano. Prego, faccia attenzione per.
Non vuole farmi compagnia?
Mi offre da bere?

Con piacere.
Tutto mio, cavaliere, tutto mio.
Passai il resto della notte con lui. La mattina, intorno alle nove,
telefonai al dottor Corbelli, chiedendogli spiegazioni.
Lei ha visto il Grande Architetto, che in realt un portale, mio caro
Cavaliere, ma non un portale qualunque. Lui il Portale! E si comporta
come una specie di specchio mentale. Io a suo tempo vidi una semplice
porta, mentre lei ha visto quel coso che non ho capito bene Probabilmente
vero che Egli contiene luniverso che Egli stesso ha creato ma non si
affezioni troppo ai concetti metafisici perch ormai avr imparato che ogni
esperienza diversa, il che rende inevitabile una costante revisione dei
nostri valori personali nonostante il nostro obiettivo collettivo resti
invariato. Una cosa certa: lei vuole dominare luniverso e ora ne ha la
facolt, dovr lavorare ancora molto ma secondo me ce la pu fare. Ce la
deve fare, prima che ci riescano i comunisti. Ha scoperto che oltre questo
mondo materiale ce n un altro in cui i nostri corpi, i nostri apparati
psicofisici non potrebbero sopravvivere. L il tempo non lineare e lo
spazio non fisico. Non possono avervi accesso tutti, lei stesso ci ha
messo anni prima di arrivare a questo punto, perch bisogna che lanima
maturi e che la mente istruisca il corpo a non disintegrarsi sotto simili
stress. Ciascuno di noi vi proietta le proprie manie, ambizioni,
aspirazioni e frustrazioni. un luogo simbolico, archetipico e la mente,
liberata da ogni vincolo, pu organizzare lo spazio come meglio crede. Non
si va dallaltra parte per bere champagne. Lei possiede una mente molto
creativa e aggressiva, mentre io sono calmo e riflessivo e mi piace mettere
in ordine. S, assumiamo le forme dei nostri animali totemici e abbiamo un
ruolo ben preciso. Lei ha scoperto qual il suo, passato dallaltro lato
ed ritornato. Scoprir molte altre cose col passare del tempo, riuscir a
leggere la mente degli individui psichicamente pi deboli, potr
manipolarli a suo piacimento, scoprir che tutti vogliono certezze e
calore. E noi invece daremo loro paure e dolore, poi per ci proporremo
come lunico rimedio. Ascolti, laggi pu succedere di tutto, pu dare
sfogo alle sue pulsioni pi sporche e nascoste e nessuno lo sapr mai. No,
lei non ha ucciso quella ragazza. Non nel nostro universo. Qui lei lha
umiliata profondamente, ricorda? Nella visione era diversa da com qui ma
se lha guardata negli occhi avr certamente notato che sono uguali. Ecco.
S, era la figlia del barone Frassone Baccelli, quello che qualche anno fa
ha ucciso moglie e amante e poi si sparato in bocca. Proprio lei, quella
bambina capricciosa che inizialmente non voleva far lamore con lei. Fu la
stessa sera della tragedia, fra laltro. Povera ragazza. S, poi labbiamo
convinta con le cattive. Che serata che fu, dovremmo rifarlo qualche volta.
Meno male che il padre sammazz, non dovevamo stare pi a preoccuparci di
giustificare i lividi. Ora per si rilassi, si faccia prescrivere qualche
sedativo dal dottor Palmieri, al momento le conviene riposare. Ci siamo
passati tutti per questo tipo di esperienze. Le passer ma non deve
stressarsi ulteriormente. Il suo sangue deve smaltire delle tossine, gli
dia il tempo e la calma di cui ha bisogno. Le ragazze che le abbiamo
recapitato erano di suo gradimento? Benissimo, le porgo i miei ossequi
allora. La saluto, Cavaliere.
Ero allibito. Non potevo credere razionalmente che cose simili potessero
esistere realmente. Devessere uno scherzo del dottor Corbelli, molti
adepti della Fratellanza amano la goliardia e prendono in giro i fratelli
pi inesperti inculcando concetti e cosmologie totalmente fuori di testa,

solo per dimostrare, con una sorta di piacere intellettuale perverso, che
la maggior parte degli esseri umani tende a credere con fervore ardente
alle pi improbabili baracconate metafisiche ripiene di simboli e di
richiami ancestrali. Infatti cera anche unaltra parte di me, che credeva
veramente a ci che avevo visto quella notte. Il pensiero lucido e
razionale mi ricorda che ero stato drogato, ma ormai si era insinuato in me
il dubbio che il mondo materiale poteva essere dominato e manipolato da
esseri sapienti in grado di trasmigrare sul piano astrale dellesistenza.
Era lamore per lesotismo a fregarmi. Sono affascinato dal bizzarro, non
posso farci nulla.
Qualche anno fa non avrei potuto credere a tutte queste stronzate. Ma da
quando faccio parte della Fratellanza sono stranamente suggestionabile,
specie su temi che riguardano il sovrannaturale e i superpoteri. In certi
momenti mi sembra di tornare bambino. Un bambino con lego psicotico di un
megalomane. Mi piace lidea di poter plasmare il mondo, anche se impartire
gli ordini necessari alle persone che si sbattono e corrono come formiche
affinch il mondo venga plasmato a mio piacimento forse il piacere pi
grande. Un brivido caldo, rapido e leggero corre per un nanosecondo lungo
la spina dorsale quando sbraito un imperativo
e operai, progettisti e
ingegneri ubbidiscono senza che il pensiero di potersi ribellare alla mia
autorit li sfiori nemmeno. So di avere la mentalit di uno sfruttatore. Le
varie sedute di meditazione a cui ho preso parte mi hanno permesso di
prendere coscienza di ci che sono. Partendo da questa consapevolezza ho
dovuto scegliere se accettarmi per quel che sono o cambiare atteggiamento.
Meglio il vecchio del nuovo diceva sempre mio padre e cos ho deciso di
convivere con il mio caratteraccio. Saranno gli altri ad adattarsi. Chi al
posto mio amputerebbe la propria personalit se scoprisse di avere una
tendenza naturale verso la malvagit? un talento negativo certo, ma
moralmente giusto privare qualcuno di una parte innata di s pur di
modificare i propri comportamenti antisociali? Personalmente ritengo che
ognuno debba poter sviluppare liberamente le proprie capacit innate e che
anche le peggiori attitutini possono essere usate per fare del bene. C
chi sostiene che non esistono capacit innate e che chiunque in grado di
fare qualunque cosa applicandosi e studiando duramente ma non ci credo, per
esperienza personale. Ho provato e riprovato a imparare a cucinare ai tempi
delluniversit ma niente, bruciavo sempre tutto e la cucina era pi un
campo di battaglia che altro. Invece ritengo di essere fra i migliori
candidati, se non il migliore in assoluto, per guidare lumanit attraverso
il nuovo Salto Evolutivo che ci apprestiamo a compiere. Sto seguendo un
percorso che mi porter a sedere sul Trono dellUniverso. Anchio ero
scettico allinizio, ma poi ho capito di che sostanza fatta la materia e
ho imparato a plasmarla a mio piacimento.

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