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La globalizzazione economica

L'economia mondiale anche formata da una rete di multinazionali. Il mercato globale


costituita una rete di relazioni economiche estesa su scala mondiale rappresentate
da una quarantina di citt dette "globali". L'economia mondiale dominata da
movimenti di capitali.
Gli Stati Uniti distinguono due aree geoeconomiche, "regioni pi sviluppate" e "regioni
meno sviluppate". Ai paesi Sviluppati appartengono: Stati Uniti e Canada, i paesi
europei economicamente pi avanzati, Giappone, Australia e Nuova Zelanda; mentre i
paesi in via di sviluppo: America Latina, Africa, Asia. Vengono chiamati Nord e Sud.
Viene calcolato il reddito nazionale lordo e il reddito nazionale lordo pro capite,
dividendo il numero complessivo di ciascun paese per il numero dei suoi abitanti
ragruppando il mondo in 4 fascie: alto, medio-alto, medio-basso, basso.
Le multinazionali
Le multinazionali operano su scala internazionale attraverso filiali estere e
investimenti di capitale. Sono costituite da gruppi di imprese che mantengono la
societ capogruppo nel paese di origine dal cui sono sostenuti dal governo nel piano
interno e esterno, sia su quello internazionale e non sono vincolate all'appartenenza
nazionale. Le multinazionali posseggono oltre 810000 filiali estere, il 53% in paesi in
via di sviluppo, il 45% in paesi sviluppati e il 2% in paesi con economia in via di
trasizione.
Il mercato globale
Il mercato globale costituito da una rete di relazioni economiche, estesa su scala
mondiale, attraverso cui circolano capitali, prodotti, informazioni. I principali nodi di
questa rete sono rappresentate da circa 40 citt globali dive in 4 livelli: Al primo c'
Londra e New York, i pi importanti centri economici e finanziari, al secondo livello ci
sono Hong Kong, Parigi, Singapore, Sidney, Tokyo, Shangai e Pechino; al terzo livello
Milano, Madrid, Seul, Mosca, Bruxelles, Toronto, Mumbay, Buenos Aires e Kuala
Lumpur. Al quarto livello ci sono 22 citt tra cui le pi importanti: Varsavia, Giacarta,
Zurigo.
Il commercio internazionale
Il commercio internazionale si concentra fra Europa, Asia e Nord America, le cui
esportazioni e importazioni complessivo equivalgono oltre l'80% di quelle mondiali. Al
primo posto l'Europa, al secondo l'Asia orientale e meridionale (Cina, Giappone). Al
terzo il Nord America con gli Stati Uniti.
Ormai le marche non rappresentano pi i posti in cui vengono elaborati i prodotti ma
solo la sede centrale di quel prodotto. Le principali zone che producono per
l'esportazione sono quelle dell'Asia orientale e meridionale. Al secondo posto sono
quelle dell'America Latina, al primo posto invece la Cina con le Export processing
zones.

Il mercato mondiale delle materia prime


Il mercato mondiale delle materie prime largamente controllato da ristretti gruppi di
multinazionali, che dominano nei diversi settori acquistando le materie a basso costo
per poi lavorarle e venderle a costi pi alti. Le multinazionali si concentrano gli
investimenti soprattutto nel petrolio, agricoltura e allevamento quasi sempre in regioni
in via di sviluppo. Si creano contratti (il pi usato quello dei futeres), dove gli
operatori si impegnano a comprare materie prime a una data stabilita e al prezzo
concordato. Avvolte chi compra queste materie sono non-commerciali, ossia piccolo
operatori che speculano sui loro prezzi.
L'altra faccia del mercato globale
Attraverso le reti commerciali delle multinazionali e le campagne pubblicitari condotte
su scala globale, le stesse marche e gli stessi tipi di prodotti vengono usati in tutto il
mondo, portando a una uniformazione dei gusti. Non significa per che vengano usati
da tutti. Spesso i paesi meno sviluppati sono esclusi dai consumi di massa. La
globalizzazione ha portato vantaggi e svantaggi. La delocalizzazione di attivit
produttive in Cina e altri paesi, dove i salari sono molto inferiori, ha permesso
multinazionali e altre aziende di produrre una vasta gamma di commerci e costi
contenuti e accrescere cos i consumi nei paesi sviluppati. La delocalizzazione ha
portato anche alla disoccupazione. Molti pesi che hanno un enorme forza di lavoro
vengono sfruttati e la maggior parte degli occupati lavora a nero, quindi per le
multinazionali diventa facile trovare forza lavoro a basso costo e i lavoratori non
guadagnano quasi niente.
In alternativa a questo sistema si oppone il commercio equo-solidale dove il lavoratore
guadagna ci che gli spetta.
Energia del vento: gli aerogeneratori
Energia del vento pu essere sfruttata grazie agli aerogeneratori: il loro funzionamento
come quello dei mulini, con la differenza che il movimento di rotazione delle pale
viene trasmesso a un generatore di elettricit. E' un sistema che non danneggia
l'ambiente. utilizzandone il 20% si potrebbe produrre una quantit di elettricit pi
volte superiore a quella del fabbisogno mondiale. Per non occupare troppo spazio si
potrebbero creare dei parchi eolici Offshore nel mare dove i venti rimangono pi
costanti
Energia del sole: il sistema fotovoltaico
Si basa sull'effetto fotovoltaico, ossia sulla capacit di alcuni materiali semiconduttori
che generano direttamente energia elettrica quando vengono esposti alla radiazione
luminosa. La componente basilare del sistema la cella fotovoltaica che funziona
come una batteria.

Energia del sole: Il sistema termodinamico


Una delle tecnologie quella dei pannelli solari termici che catturano l'energia del sole
pero produrre acqua calda che, accumulata in un serbatoio, serve a usi sia domestici e
industriali. La tecnica che permette di creare maggiori quantit di energia termica
quella solare termica a concentrazione che consiste di concentrare i raggi del sole con
specchi parabolici, cos da generare alte temperature per l'alimentazione di turbine
che azionano generatori elettrici.

L'idrogeno solare
La produzione di idrogeno, da usare direttamente come combustibile o come reagente
per produrre carburanti, tramite la luce solare, comporta la trasformazione della luce
in elettricit tramite pannelli solari e poi luso dellelettricit per compiere lelettrolisi
dellacqua e ottenere idrogeno e ossigeno. In tutti questi passaggi, per, gran parte
dellenergia solare va persa: considerando che i pannelli fotovoltaici hanno una
efficienza intorno al 20% e lelettrolisi intorno al 60%, la percentuale di energia solare
che alla fine viene effettivamente utilizzata per produrre idrogeno solo un decimo del
totale.
C un sistema molto pi diretto ed efficiente per produrre idrogeno dalla luce solare:
concentrarla con specchi su un reattore portandolo a temperature altissime, e poi
usare questo calore per spezzare direttamente la molecola dellacqua.

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