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ISTITUTO TECNICO STATALE COMMERCIALE E PER GEOMETRI “LUIGI EINAUDI”

PROGETTO MATERIE PLASTICHE

LA STORIA DELLA PLASTICA.


La plastica è una sostanza organica, come il legno,
la carta e la lana. Nasce da risorse naturali:
prevalentemente carbone, sale comune, gas e
soprattutto petrolio, di cui la produzione
mondiale di materie plastiche assorbe circa il 4%
annuo. La plastica è senza dubbio un bene
insostituibile per la odierna società: basta
pensare che, a livello europeo, per sostituire
circa il 70% delle applicazioni in plastica con
materiali alternativi ci sarebbe un aumento di
consumo di petrolio di oltre 25 milioni di
tonnellate ed un corrispondente incremento
dell’emissione di anidride carbonica pari al 30%
dell’obbiettivo di riduzione fissato al protocollo
di Kyoto per l’Europa dei 15 (oltre 100 milioni di
tonnellate di CO 2 ). Bisogna dunque attendere il
1862 per conoscere la prima materia plastica
"moderna" in occasione della Grande esposizione
di Londra, l'inglese Alexander Parkers espone
una serie di minuscoli oggetti realizzati con la
parkesine, una sostanza a base di nitrato di
cellulosa, lavorato a pressione.
Ma è il tipografo statunitense John W. Hyatt che,
con la sua scoperta, da la spinta definitiva
perchè la plastica conquisti l'uomo e ne modifichi
radicalmente il suo sistema di vita.
Hyatt, nel 1869, affascinato dall'idea di vincere
un premio di 1000 dollari, destinato a chi
avrebbe scoperto un materiale sostitutivo
dell'avorio per la fabbricazione di palle da
biliardo, pur essendo a digiuno di conoscenze
specifiche, dimostra coraggio nell'affrontare la
ricerca, genialità e intuito nel miscelare

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Via Prati 2 – 42015 Correggio (RE)

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correttamente i componenti usati e nello


sfruttare industrialmente la sua scoperta, e
fortuna nella casualità del risultato finale.
Dopo alcuni tentativi, mescola la cellulosa con
acido nitrico e acido solforico, ottenendo, senza
saperlo, la nitrocellulosa.
La casualità gli consente di produrre una
sostanza facilmente modellabile a caldo entro
degli stampi che la induriscono nel processo di
raffreddamento. Nasce la più nota delle materie
plastiche: la celluloide.
In breve la celluloide si diffonde e nei successivi
cinquant'anni influenza il costume dell'epoca; dai
colletti rigidi e gli sparati delle camicie alle
tendine delle prime automobili, dalle bambole
alle pellicole di celluloide della Eastman Kodac
del neonato cinematografo dei fratelli Lumière.Il
nuovo secolo si apre con il 1907 che rappresenta
l'anno importante, fondamentale della breve ma
intensa storia delle materie plastiche. Il dottor
Baekeland, negli Stati Uniti, miscelando fenolo e
formaldeide, realizza casualmente un prodotto
che può essere modellato allo stato pastoso e, se
riscaldato, acquista la durezza del metallo e della
pietra, risultandone però molto più leggero. Il
composto viene battezzato con il nome di
bakelite e rappresenta la prima materia
interamente sintetica: le materie che l'hanno
preceduta non lo sono infatti completamente,
perchè derivano da una sostanza naturale, la
cellulosa.
La fondazione della General Bakelite Company,
nel 1910, costituisce l'inizio dello sfruttamento
industriale di questa importantissima scoperta.
La plastica si avvia ad affrontare l'avventuroso
viaggio nei più disparati aspetti della vita
dell'uomo.

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E' storia dei nostri giorni, moltissimi sono i


settori in cui viene utilizzata la componentistica
plastica: dall'industria spaziale a quella
farmaceutica, dalla cosmetica all'elettronica,
dall'abbigliamento all'editoria, dall'automobile
alla casa.

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-PVC-
Il cloruro di polivinile, noto anche come polivinilcloruro o con la corrispondente sigla
PVC, è il polimero del cloruro di vinile. È il polimero più importante della serie ottenuta da
monomeri vinilici ed è una delle materie plastiche di maggior consumo al mondo. Il cloruro di
polivinile fu osseravto per la prima volta come una massa bianca solida di polimero all'interno
di bottiglie di cloruro di polivinile esposte alla luce solare. All'inizio del xx secolo i tentativi
di uno sfruttamento commerciale del prodotto furono frustrati dalla difficoltà di lavorare il
materiale, troppo rigido e fragile.
Nel 1926 si sviluppò una tecnica per rendere lavorabile il PVC, miscelandolo con degli
additivi plastificanti. Il prodotto risultante, più flessibile e facile da lavorare, raggiunse presto
un diffuso utilizzo.
Al termine delle reazioni di polimerizzazione si presenta come polvere o come granulato
bianco;
Risulta essere molto sensibile alla luce ad al calore; questi hanno su di esso un effetto
degradativo che si manifesta dapprima con l'ingiallimento e (a temperature più elevate, di
circa 180 °C con la decomposizione dalla quale si libera acido cloridrico, per questa ragione
viene pertanto stabilizzato. Il PVC plastificato, ovvero addizionato di additivi plastificanti che
ne aumentano la morbidezza, è abitualmente stabilizzato con l'aggiunta di formulati
contenenti soprattutto sali di calcio, bario e zinco. il PVC rigido viene abitualmente
stabilizzato con derivati organometallici dello stagno, con saponi di piombo o di calcio e
zinco.
Gli utilizzi del PVC sono innumerevoli, per aggiunta di prodotti plastificanti, può essere
modellato per stampaggio a caldo nelle forme desiderate. Può essere ridotto a pellicola oppure
a liquido con cui vengono spalmati tessuti o rivestite superfici, serbatoi, valvole, rubinetti,
vaschette, pelli artificiali, carte murali e fibre tessili artificiali.
Le applicazioni più rilevanti sono la produzione di tubi per edilizia (ad esempio grondaie e
tubi per acqua potabile) profili per finestra, pavimenti vinilici, pellicola rigida e plastificata
per imballi e cartotecnica.
In termini applicativi, il PVC è la materia plastica più versatile conosciuta. È il "vinile" per
antonomasia usato per la produzione dei dischi.

La reazione di polimerizzazione del cloruro di vinile porta alla formazione di lunghe molecole
lineari

┌ ┐
n CH2=CHCl → ─┼ CH2-CHCl ┼─

-PS-
Il polistirene, o polistirolo, è il polimero dello stirene.
È un polimero termoplastico, ovvero può essere fuso e rimodellato, dalla
struttura lineare. A temperatura ambiente è una plastica rigida
trasparente; oltre i 70 °C, al crescere della temperatura diviene sempre
più plastico e scorrevole, inizia a decomporsi alla temperatura di 270 °C.
Il polistirolo espanso si presenta in forma di schiuma bianca leggerissima,
spesso modellata in sferette o chips, e viene usato per l'imballaggio e
l'isolamento.
Chimicamente inerte verso molti agenti corrosivi, è solubile nei solventi
organici clorurati (ad esempio diclorometano e cloroformio.
In forma non espansa il suo peso specifico è di 1000 kg/m3, è trasparente,
duro, rigido, di discrete proprietà meccaniche e resistente a molti agenti
chimici acquosi. È un ottimo isolante elettrico per condensatori, ed è
praticamente anigroscopico.
Una prerogativa che lo rende estremamente versatile è la facilità con cui
può essere colorato, sia con tinte lucide che opache. L'aggiunta del colore
può essere fatta al momento dello stampaggio oppure prima dello stampaggio,
Col polistirene viene realizzato un numero enorme di manufatti - contraddistinti dalla sigla PS
- nei più disparati settori applicativi: domestico, industriale, alimentare. Il polistirolo si è
sostituito negli anni ad altri materiali quali il vetro, l'alluminio,il legno per le sue proprietà
meccaniche ed elettriche, la maggior parte dei piatti, bicchieri e posate di plastica sono di PS
sia che siano colorati o no il numero 6 all'interno del simbolo di riciclabilità ne è la conferma
come la presenza della scritta PS sul manufatto.
Il polistirolo è inoltre utilizzato come materiale per la creazione di modelli al posto della cera
nei processi difonderia detti a microfusione. Il vantaggio rispetto alla cera che deve essere
sciolta e fatta uscire dallo stampo, è che il polistirolo a contatto con il metallo fuso sublima
lasciando così la cavità vuota.

La polimerizzazione dello stirene -spontanea benché lentissima- è una reazione di


polimerizzazione per addizione che viene spesso iniziata da prodotti (detti iniziatori) capaci di
produrre radicali, quali ad esempio i perossidi.
La reazione è esotermica e la regolazione della temperatura deve essere tale da non permettere
il surriscaldamento del reattore. Viene condotta in diverse modalità, in funzione del tipo di
impianto e dei volumi di produzione coinvolti
Bibliografia
Indice

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