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Sc

Ccuola
dL Specia
di D
Dottorato
alistica/M
Magistrale
in Ingeg
gneria
e in Ingeg
Le
eonardo
gneria Me
da
d
eccanica
Vinci

Corso di Progettazione
Aspetti teorici
Assistita
ed applicativi
delle Strutture
del MEF
Meccaniche
Parte II Parte III

Corso di
ASPETTI TEORICI ED APPLICATIVI DEL METODO DEGLI
ELEMENTI FINITI
PARTE II
Rev: 03 del 15/03/2012

PRINCIPI DI MODELLAZIONE

Universit di Pisa 2008

Corso di Progettazione
Aspetti teorici
Assistita
ed applicativi
delle Strutture
del MEF
Meccaniche
Parte II Parte III

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VALUTAZIONE DELLERRORE/1
DELL ERRORE/1
Il metodo EF fornisce soluzioni approssimate.

Se le f.ni di forma rispettano determinate condizioni, il metodo risulta


convergente all
allaumentare
aumentare del nn di g.d.l.
gdl
Risulta
Ri
l di particolare
i l interesse:
i
analizzare la velocit di convergenza
aanalizzare
a a e laa possibilit
poss b t ddi fornire
o e st
stimee a
a poste
posteriori
o de
dellerrore
e o e assoc
associato
ato ad
un determinato modello
stabilire come modificare un modello per ridurre lerrore entro limiti
prestabiliti
bili i

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VALUTAZIONE DELLERRORE/2
Definizioni
Valore esatto
Errore
o e sullo
su o spostamento
sposta e to

eU = (u u )

Errore sulle tensioni

e = ( )

Energia associata all


allerrore:
errore:
-per lelemento i (ETABLE, Lab, SERR)
(dipende dal quadrato di e)

ei =

1
T

(
)
( )dV =

2V

1
T
= ( ) D 1 ( )dV
2V

- totale sul modello (*GET, Par, PRERR, 0, SERSM)

e = ei
i

Norma energia percentuale associata allerrore (Percentage Error Energy Norm)


(*GET Par,
(*GET,
Par PRERR,
PRERR 0,
0 SEPC)
1
2

e
E =
100
U + e
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(proporzionale ad e)

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Assistita
ed applicativi
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VALUTAZIONE DELLERRORE/3
Le funzioni di forma forniscono una rappresentazione polinomiale della
funzione di spostamento
p
nelle vicinanze di un nodo,, simile a qquella ottenibile
attraverso una serie di Taylor:

u
u
2u
2u
2
2
u = u ( xi , yi ) + ( x xi ) + ( y yi ) + 2 ( x xi ) + 2 ( y yi ) + ...
x
y
x
y
Il dominio di validit di tale sviluppo corrisponde
alle dimensioni h degli elementi, pertanto:

max( x xi , y yi ) h

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VALUTAZIONE DELLERRORE/4

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Lerrore connesso con tale approssimazione sar un infinitesimo dellordine


del pprimo termine non incluso nello sviluppo,
pp , vale a dire:

( )

eU 0 h p +1

d polinomiale
li
i l utilizzata
tili t per lo
l sviluppo
il
= grado
d funzioni
f i i di forma
f
p = grado
Quello sulle tensioni, proporzionali alla
derivata m-esima degli spostamenti, sar
invece : e 0 h p +1 m

Energia associata allerrore ei 0 h 2 ( p +1 m )

Norma percentuale dellenergia associata


allerrore
ll
p +1 m

E0h

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VALUTAZIONE DELLERRORE/5

( )
0(h )

eU 0 h 2

Problema piano
Elementi lineari: p=1

Dimezzando le dimensioni degli elementi lerrore su U si dovrebbe ridurre


ad e quello sulle tensioni ad .
Inoltre, dato che:

ngdl h

eU 0 ngdl

12
e 0 ngdl

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VALUTAZIONE DELLERRORE/6

( )
0(h )

eU 0 h

Problema piano
Elementi quadratici: p=2

Dimezzando le dimensioni degli elementi lerrore su U si dovrebbe ridurre


ad 1/8 e qquello sulle tensioni ad 1/4.

Inoltre, dato che:

ngdl h

eU 0 ngdl 2

( )

1
e 0 ngdl

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VALUTAZIONE DELLERRORE/7

( )
0(h )

eU 0 h

Problema 3D
Elementi lineari: p=1

Dimezzando le dimensioni degli elementi lerrore su U si dovrebbe ridurre


ad 1/4 e quello sulle tensioni ad 1/2.
1/2

Inoltre, dato che:

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ngdl h

eU 0 ngdl 3

13
e 0 ngdldl

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VALUTAZIONE DELLERRORE/8

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La convergenza sugli spostamenti generalmente pi rapida di quella sulle


tensioni:

( )

eU 0 h 2

( )

e 0 h

La convergenza in funzione del numero di gdl pi rapida in problemi 2D che


in problemi 3D:

2D:

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12
e 0 ngdl

13
3D: e 0 ngdl

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Fn. di forma: grado 1

eU =

Uy

0(h2)

e = 0(h)

Sx

EF/teorico

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VALUTAZIONE DELLERRORE/8

Studio di convergenza
((applicabile
pp
a qualsiasi
q
grandezza)
0.1
10

100

1000

n g.d.l.
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10000

100000

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VALUTAZIONE DELLERRORE/9
Errore sugli spostamenti
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10

Tasso di convergenza previsto

eU

U
Uy
0.1

0 01
0.01

0.001
10

100

1000

n g.d.l.
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10000

100000

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VALUTAZIONE DELLERRORE/10
Errore sulle tensioni
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10

Tasso di convergenza
g
p
previsto

Sx

0.1

0.01
10

100

1000

n g.d.l.
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10000

100000

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ed applicativi
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Parte II Parte III

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STIMA A
A POSTERIORI
POSTERIORI ERRORE TENSIONI/1
Tecniche di varia natura che tentano di stimare a posteriori lerrore associato
con i risultati di un dato modello.
Non consentono ovviamente una valutazione esatta dell
dellerrore
errore, ma si
propongono di fornirne una maggiorazione e di rappresentarne la distribuzione
nel modello, in modo da guidare il suo eventuale affinamento.
Nel seguito verr presentata la tecnica di stima utilizzata da ANSYS, che si basa
sulla proposta di Zienchievich
Zienchievich.

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STIMA A
A POSTERIORI
POSTERIORI ERRORE TENSIONI/2

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Ogni elemento che converge in un nodo


fornisce una diversa stima di tensione.

Si assume quindi generalmente il


seguente valore per la i-esima
componente di tensione nel nodo:

Esatto
EF

comp. i-esima, stimata


nel nodo n

1
=
Ne
n
i

N di elementi
nell nodo
d n
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n ,e
i

comp. i-esima, calcolata nel nodo


n dallelemento e

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STIMA A
A POSTERIORI
POSTERIORI ERRORE TENSIONI/3
A
Assumendo
d che
h ttale
l valore
l
mediato
di t sia
i accurato,
t sii pu porre:

n ,e
i

n ,e
i

) (

n
n ,e
n

i i i

Errore sulla i-esima


i esima
componente dellelemento e nel
nodo n

Valore mediato
(noto)
Valore esatto
(non noto)

Nota: il valore trovato in generale diverso da e, ma tende chiaramente a zero


contemporaneamente ad esso

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STIMA A
A POSTERIORI
POSTERIORI ERRORE TENSIONI/4

Luso di una stima di errore specifica dellelemento, del nodo e della componente
risulta troppo complesso da gestire in pratica
Si cerca un valore medio rappresentativo dellerrore associabile al nodo

Si stima in primo luogo un valore massimo dellerrore per ogni elemento,


valutato
l t t considerando
id
d tutti
t tti i nodi
di e le
l componenti
ti

e = Max in ,e ; n = 1,.., nnodi; i = 1,.., ncomp.

Parametro SDSG nel comando PLESOL


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A POSTERIORI
POSTERIORI ERRORE TENSIONI/5
Si stima quindi lerrore medio nel nodo, come media quadratica tra tutti gli
elementi che convergono nel nodo:

( )

e 2

n =

Ne

I limiti massimo e minimo di tensione su ogni nodo sono dati da:

max,n
i

= +

min,n
i

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n
i

n
i

SMXB
In ANSYS
SMNB
((Valori massimi nel modello,
visualizzati solo con
/GRAPHICS, FULL)

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STIMA A
A POSTERIORI
POSTERIORI ERRORE TENSIONI/6

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SMXB, SMNB

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SDSG

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OTTIMIZZAZIONE DEL MODELLO/1


E possibile utilizzare gli stimatori di errore per affinare il modello,
migliorandone la mesh al fine di ridurre lerrore stesso.
E possibile procedere in maniera automatica ((mesh
E
mesh adptivity
adptivity)), con la mesh
mesh
che si adatta automaticamente al livello di errore voluto.
Il raggiungimento di un tale obbiettivo richiede la capacita di rispondere ai
seguenti principali quesiti:
in che modo ee preferibile modificare il modello per raggiungere il livello di
errore desiderato?
quando si pu ritenere che tale livello sia stato raggiunto?

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OTTIMIZZAZIONE DEL MODELLO/2

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Lanalisi della dipendenza della error energy dai parametri del modello:

ee 0(h

p +1 m

indica che si puo ridurre lerrore attraverso due tecniche principali:


mantenere
t
fisso
fi
il tipo
ti di elemento
l
t (e
( quindi
i di la
l f.ne
f di forma
f
e quindi
i di p)) e
ridurre progressivamente le dimensioni h degli elementi utilizzati (hconvergence)
g
)
mantenere fisse le dimensioni e la disposizione degli elementi ed aumentare
progressivamente
i
t p, variando
i d le
l funzioni
f i i di forma
f
utilizzate
tili t (p-converegence)
(
)
Nota: sono ppossibili anche approcci
pp
misti (hp-convergence)
( p
g
)

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OTTIMIZZAZIONE DEL MODELLO/3 - h-convergence

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stato dimostrato che un modello nel quale lenergia legata allerrore

1
T
ei = ( ) ( )dV
2V
costante per tutti gli elementi il modello ottimale per il numero di
g.d.l. a disposizione (error equilibration).
Ill valore
l
di ei pu quindi
i di indicare
i di
su quali
li elementi
l
i opportuno intervenire,
i
i
riducendone le dimensioni, al fine di ridurre lerrore nella maniera pi
efficace.
Il raggiungimento della convergenza (in ANSYS) pu poi essere controllato
dalla condizione:
e 1/ 2
E =(
) 100 tol
U +e

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Parte II Parte III

OTTIMIZZAZIONE DEL MODELLO/4 - h-convergence

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Il processo di h-convergence si svolge in maniera iterativa.


Calcolo di ei per gli elementi
Selezione
S
l i
elementi
l
ti con ei
pi elevata
Ulteriore suddivisione degli
elementi selezionati
Soluzione col nuovo mesh
Calcolo E
no

E<tol?
si
FINE

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OTTIMIZZAZIONE DEL MODELLO/5 - h-convergence


INIZIALE
FINALE

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OTTIMIZZAZIONE DEL MODELLO/6 - h-convergence


h convergence

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TENSIONI
INIZIALE

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FINALE

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OTTIMIZZAZIONE DEL MODELLO/7 - h-convergence


h convergence
Energia legata allerrore negli elementi (SERR)
INIZIALE

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FINALE

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d
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OTTIMIZZAZIONE DEL MODELLO/8 - p-convergence


p convergence

In questo caso il mesh viene mantenuto fisso, variando individualmente le


funzioni di forma degli elementi,
elementi fino a raggiungere gradi molto elevati (8
(8-9)
9).

In ANSYS il parametro utilizzato per guidare la convergenza e una


qualunque grandezza in output associabile ad un nodo (una tensione,
tensione uno
spostamento, etc.).

Il programma controlla la convergenza analizzandone la variazione


percentuale al variare del grado delle f.ni di forma.

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OTTIMIZZAZIONE DEL MODELLO/9 - p-convergence


p convergence
MODELLO

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TENSIONE

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OTTIMIZZAZIONE DEL MODELLO/10 - p-convergence


p convergence

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ANDAMENTO DEL PARAMETRO DI CONVERGENZA

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OTTIMIZZAZIONE DEL MODELLO/11 - p-convergence


p convergence

Mod
dello h-convvergennce

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GRADO DELLE F.NI DI FORMA

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400

Te
ensione ma
assima calc
colata [MPa
a]

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d
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Vinci

OTTIMIZZAZIONE DEL MODELLO/12

I risultati ottenuti non sono


del tutto indipendenti
dallinfittimento iniziale del
mesh, in particolare per la
tecnica p-convergence
p-convergence

350

300
"p-convergence"
p-convergence (8-nodi)
"h-convergence" (8 nodi)

250

"h
"h-convergence"
" (4 nodi)
di)
200
10

Infittimento iniziale modello (Smrtsize)

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OTTIMIZZAZIONE DEL MODELLO/13


Varia
azione tensione
e massima [MP
Pa]

50

La differenza tra i valori di


tensione allinizio ed alla
fine del processo di
convergenza elevata
soprattutto se si parte da
mesh
mesh molto grossolani

"p
p-convergence
convergence" (8-nodi)
(8 nodi)
"h-convergence" (8 nodi)

40

"h-convergence" (4 nodi)
30

20

10

0
10

90

Infittimento iniziale modello (Smrtsize)

80
"p-convergence" (8-nodi)
70

La differenza tra i numeri di


g.d.l. iniziale e finale
anchessa
anch
essa significativa
soprattutto se si parte da
mesh grossolani

Varriazione N g.d.l.

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Vinci

60

"h-convergence" (8 nodi)

60

"h-convergence" (4 nodi)

50
40
30
20
10
0
10

Infittimento iniziale modello (Smrtsize)


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Corso di Progettazione
Aspetti teorici
Assistita
ed applicativi
delle Strutture
del MEF
Meccaniche
Parte II Parte III

Se lo stato di tensione del modello presenta dei punti di singolarit (valori tendenti
a ),
) il valore calcolato tramite gli EF nei punti stessi mostra un andamento
sempre crescente (divergente) con laffinamento del mesh. Non quindi
possibile alcuno studio di convergenza.
20

Le singolarit possono avere


unorigine fisica (es. lapice di una
frattura) o dipendere dalla struttura del
modello, vale a dire dal modo di
rappresentare:
carichi
vincoli
dettagli geometrici

18
Tensio
one calcolata [MPa]

Sc
Ccuola
dL Specia
di D
Dottorato
alistica/M
Magistrale
in Ingeg
gneria
e in Ingeg
Le
eonardo
gneria Me
da
d
eccanica
Vinci

SINGOLARITA DELLO STATO DI TENSIONE


SINGOLARITA

16
14
12
10
8

Andamentotipico dellatensionecalcolata inun


puntodisingolarit alvariaredell'infittimento
localedelmesh

6
4
2
0
0

10

12

Dimensioni elementi [mm]

Il modello pu essere corretto anche se contiene una singolarit (dipende dalle sue
finalit), in quanto la conoscenza delle tensioni nellintorno di questultima pu
non essere essenziale
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Parte II Parte III

Sc
Ccuola
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in Ingeg
gneria
e in Ingeg
Le
eonardo
gneria Me
da
d
eccanica
Vinci

SINGOLARITA DELLO STATO DI TENSIONE/2


SINGOLARITA
Schematizzazione di particolari geometrici
Una rappresentazione approssimata dei dettagli geometrici del corpo,
corpo in
particolare la sostituzione di raggi di raccordo con spigoli vivi, pu provocare
singolarit
g
nello stato di tensione ppresente nel modello

Lo stato di tensione
L
i
divergente
di
e non
rappresentativo del corpo reale in tutto un
intorno dello spigolo

gdl
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da
d
eccanica
Vinci

SINGOLARITA DELLO STATO DI TENSIONE/3


SINGOLARITA
Schematizzazione di particolari geometrici
Soluzioni possibili

Creazione di un modello
contenente il raggio di
raccordo

Stato di tensione effettivo

gdl
Pb. Spesso il raggio di raccordo non
noto con sufficiente precisione o varia
d punto a punto (es.
da
( saldature)
ld
)
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SINGOLARITA DELLO STATO DI TENSIONE/4


SINGOLARITA

Sc
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da
d
eccanica
Vinci

Schematizzazione carichi
Il modo di rappresentare i carichi pu influenzare sensibilmente le informazioni
ottenibili dal modello, in particolare per quanto concerne le zone in prossimit del
p nto di applicazione.
punto
applica ione
Gli effetti di una determinata schematizzazione dipendono anche fortemente dal
tipo
p di elemento utilizzato ((trave,, shell,, solido).
)
Nel caso di elementi trave non si riscontrano singolarit dello stato di tensione,
qualunque
l
sia
i la
l schematizzazione
h
ti
i
dei
d i carichi
i hi ((concentrati
t ti o distribuiti).
di t ib iti)
Landamento delle tensioni quello dato dalle teoria delle travi, che garantisce
semplicemente
p
lequilibrio
q
complessivo
p
della sezione.

x
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SINGOLARITA DELLO STATO DI TENSIONE/5

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d
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Vinci

Schematizzazione carichi
Nell caso di elementi
N
l
ti shell
h ll o solidi
lidi sii riscontrano
i
t
singolarit
i
l it nello
ll stato
t t di
tensione in presenza di carichi concentrati.

Infittendo progressivamente si osserva infatti come le


dimensioni (h) degli elementi cui applicato il carico
tendano a zero.
Pertanto, le tensioni medie al loro interno:

P

h
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SINGOLARITA DELLO STATO DI TENSIONE/6

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d
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Schematizzazione carichi
Carichi concentrati su modelli che producono stati di tensione singolari

2D
Tensioni di taglio nello spessore

3D
Tensioni membranali
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SINGOLARITA DELLO STATO DI TENSIONE/7

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d
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Schematizzazione carichi
Carichi distribuiti su di una linea: producono tensioni non singolari su di un
modello a shell e singolari su di un modello solido.

finita: larea attraverso cui


passa il carico 2 s L

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larea attraverso cui


passa il carico pu essere
ridotta a zero

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SINGOLARITA DELLO STATO DI TENSIONE/8

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d
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Schematizzazione carichi
Un carico distribuito su di una superficie non produce singolarit

ph

finito
h
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SINGOLARITA DELLO STATO DI TENSIONE/9

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Vinci

Schematizzazione vincoli
Se il vincolo trasferisce al modello una forza/momento, pu produrre singolarit
nello stato di tensione, analoghe
g a quelle
q
viste per
p i carichi.
Esempi di vincoli concentrati in un solo nodo

P

h
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SINGOLARITA DELLO STATO DI TENSIONE/10

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Schematizzazione vincoli
Vincoli distribuiti su superfici non producono singolarit

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DEFINIZIONE DI CARICHI E VINCOLI SUL MODELLO

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Carichi e vincoli applicati ad una struttura /componente


Carichi

Vincoli

A li i statica
Analisi
t ti
Reazioni
vincolari
Sistema completo
(auto-equilibrato)
di forze applicate
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DEFINIZIONE DI CARICHI E VINCOLI SUL MODELLO

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da
d
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Vinci

Opzione A: applicazione al modello delle forze esterne + il sistema di


vincoli effettivo
Esempio: cilindro di compressore

Vincolo con la biella

Carrelli o gap
Richiede una rappresentazione adeguatamente accurata dei vincoli e delle azioni
d essii esercitate
da
it t sulla
ll struttura
t tt
Alcune delle forze applicate
pp
alla struttura/componente
p
sono ottenute sotto
forma di reazioni vincolari
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d
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DEFINIZIONE DI CARICHI E VINCOLI SUL MODELLO


Opzione B: applicazione al modello del sistema di forze completo (autoequilibrato) + un sistema di vincoli isostatico
Se i vincoli costituiscono un sistema
isostatico le reazioni vincolari risultano
identicamente nulle (carichi esterni autoequilibrati)
ilib ti)
La effettiva posizione dei vincoli
inifluente
I vincoli sono necessari per evitare singolarit della matrice di rigidezza
d ll struttura
della

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SCHEMATIZZAZIONE VINCOLI/1
C elementi
Con
l
ti ttrave la
l schematizzazione
h
ti
i
dei
d i vincoli
i li molto
lt semplice
li edd intuitiva.
i t iti

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da
d
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SCHEMATIZZAZIONE VINCOLI/2 Equivalenza


E i l
cinematica
i
ti
In modelli fatti con elementi shell o solidi si pone spesso il problema di
t d
tradurre
vincoli
i li esterni
t i come incastri
i
t i o cerniere
i
in
i insiemi
i i i di vincoli
i li nodali
d li
applicati a superfici o linee.
Esempio: trave a mensola
Come rappresentare lincastro?

Il vincolo lungo x
x di tutti i nodi,
nodi impedisce anche la rotazione
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SCHEMATIZZAZIONE VINCOLI/4 Equivalenza


E i l
cinematica
i
ti
Sc
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da
d
eccanica
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1 solo nodo vincolato lungo


g Y

Singolarit tensioni
Tutti i nodi vincolati lungo Y

Tensioni da contrazione
di Poisson impedita
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da
d
eccanica
Vinci

SCHEMATIZZAZIONE VINCOLI/5 Equivalenza


E i l
cinematica
i
ti
E necessario ggarantire che linsieme dei vincoli che si impongono
p g
sia
cinematicamente corretto, cio conservi i g.d.l. richiesti per la struttura.

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Un vincolo in direzione radiale


su tutti
tutt i nodi
od della
de a zona
o a di
d
appoggio del cuscinetto
impedisce anche la rotazione
attorno a y
edd a z

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da
d
eccanica
Vinci

SCHEMATIZZAZIONE VINCOLI/6 Equivalenza


E i l
cinematica
i
ti
y

Soluzioni cinematicamente corrette

Vincolare solo un nodo, in


posi ione corrispondente al
posizione
centro di rotazione del
cuscinetto.
Pb: tensioni singolari

Vincolare in direzione
dire ione radiale
tutti i nodi esterni che giacciono
sul ppiano medio del cuscinetto.
Pb: tensioni singolari

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Le
eonardo
gneria Me
da
d
eccanica
Vinci

SCHEMATIZZAZIONE VINCOLI/7 Equivalenza


E i l
cinematica
i
ti

Vincolare in direzione y e z un nodo non appartenente allalbero, ma


posizionato in corrispondenza del centro di rotazione del cuscinetto.
cuscinetto

N d appartenente allalbero
Nodo
ll lb

Nodo non
appartenente
allalbero

Connettere ppoi tale nodo a qquelli della superficie


p
di appoggio
pp gg del cuscinetto
tramite elementi asta.
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da
d
eccanica
Vinci

SIMMETRIE GEOMETRICHE/1
Luso di considerazioni di simmetria consente di ridurre le dimensioni del modello.
I pi comuni tipi di simmetria sono:

Simmetria speculare o di
riflessione

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Simmetria polare o di
rotazione

Nota: la simmetria deve valere per :


geometria
vincoli
propriet materiale
carichi

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SIMMETRIE GEOMETRICHE/2

Sc
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gneria
e in Ingeg
Le
eonardo
gneria Me
da
d
eccanica
Vinci

Sfruttando la simmetria si pu includere nel modello solo una parte della struttura,
sostituendo la parte mancante con opportuni vincoli sul piano di divisione.

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SIMMETRIE GEOMETRICHE/3

Sc
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dL Specia
di D
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gneria
e in Ingeg
Le
eonardo
gneria Me
da
d
eccanica
Vinci

Una condizione di carico qualsiasi pu essere scissa in una componente simmetrica


ed in una antisimmetrica.

F/2

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F/2

F/2

F/2

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SIMMETRIE GEOMETRICHE/4 - Speculare


S
l
Sc
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di D
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gneria
e in Ingeg
Le
eonardo
gneria Me
da
d
eccanica
Vinci

La struttura viene tagliata


g
in corrispondenza
p
del piano
p
di simmetria

Piano di simmetria
Y

X
Z

VINCOLI SUI NODI


Carichi
simmetrici
Uz=0
ROTx=0
ROTy=0

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Carichi
antisimm.
Uy=0
Ux=0
ROTz=0

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Le
eonardo
gneria Me
da
d
eccanica
Vinci

SIMMETRIE GEOMETRICHE/5 - Rotazione


R t i
Il corpo viene tagliato con due piani passanti per llasse
asse di simmetria
simmetria, che
delimitano la porzione ciclica della struttura

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SIMMETRIE GEOMETRICHE/6 - Rotazione

Piano di sezione 2
Piano
a o di
d sezione
se o e 1
Nodo 2
Assee
simm
metria

Sc
Ccuola
dL Specia
di D
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gneria
e in Ingeg
Le
eonardo
gneria Me
da
d
eccanica
Vinci

Sui due piani di sezione necessario individuare coppie di nodi corrispondenti (il
mesh sulle due facce deve essere lo stesso)

Nodo 1

Nodi 1 e 2 sono corrispondenti


(si sovrappongono
in seguito ad una rotazione
attorno allasse di simmetria)

UR,1=UR,2

ROTR,1=ROTR,2

U,1=U
U,2

ROT,1=ROT,2

UZ,1
UZ,2
Z 1=U
Z2

ROTZ,1=ROTZ,2

Condizioni da imporre con CE o CP


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