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ORDINE DEGLI ARCHITETTI

PIANIFICATORI, PAESAGGISTI
E CONSERVATORI
DELLA PROVINCIA DI VICENZA

"Poste Italiane Spa - spedizione in abbonamento postale D.L.353/2003 (conv. in L. 27/02/04 n 46) art.1 comma.1 - CN/BO

ARCHITETTI VICENZA

Saucier + Perrotte
Facolt di Scienze
Farmaceutiche di Vancouver
3XN Architects
The Blue Planet
Renzo Piano Building Workshop
Auditorium del Parco de LAquila
Opus 5 Architectes
cole de Musique
Maurice Durufl di Louviers

n.3

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AVI architetti
Iscritta con lautorizzazione del Tribunale di Bologna
al numero 8223 del 18 gennaio 2012

Direttore Editoriale
Giuseppe Pilla
Direttore Responsabile
Maurizio Costanzo
Caporedattore
Iole Costanzo
Coordinamento di Redazione
Cristiana Zappoli
Art Director
Laura Lebro
Consiglio dellOrdine
Stefano Battaglia, Arduino Busnardo,
Laura Carbognin, Monica Castegnaro,
Joelle De Jaegher, Marisa Fantin,
Andrea Grendele, Marcella Michelotti,
Manuela Pelloso, Giuseppe Pilla, Ugo Rigo,
Enrico Tadiotto, Francesca Professione,
Giuseppe Clemente, Miriam Scaramuzza
Hanno collaborato
Manuela Garbarino, Donatella Santoro
Stampa
ARBE Industrie Grafiche - Modena
www.arbegrafiche.it
finito di stampare in aprile 2013

Via Roma, 3 - 36100 Vicenza


Tel. 0444.325715 - www.ordinearchitetti.vi.it

KOrE
E D I Z I O N I

Via F. Argelati, 19 - 40138 Bologna


Tel. 051.343060 - www.koreedizioni.it

sommario
17

Editoriale

18

Primo piano

Giuseppe Pilla
Burocrazia e politica

Lobbligo della formazione


Professione architetto: una proiezione al femminile

27

Panorama
Un monolite a Siracusa
Nuove produzioni di energia
Un ufficio immerso nel verde
Quasi sospeso sul lago
Costruire con i container
Tschumi in Italia

44

p.18
p.21

p.27
p.30
p.33
p.34
p.37
p.38

Progettare
Una porta sul futuro
Facolt di Scienze Farmaceutiche di Vancouver
Progetto di Saucier+Perrotte

p.44

Antico e nuovo
cole de Musique Maurice Durufl
Progetto di Opus 5 Architectes

p.54

Musica al cubo
Auditorium del Parco de LAquila
Progetto di Renzo Piano Building Workshop

p.64

Spirale volumetrica
The Blue Planet
Progetto di 3XN Architects

p.72

AVI architetti 13

80

89

Eventi
Momenti di cultura

p.80

Vivere senza auto

p.82

Appuntamenti
Architettura, Arte & Design

93

AVI - Focus
La citt e i suoi cambiamenti
Lectio magistralis di Libeskind
Saint-Nazaire Theatre
Progetto di K-architectures
Teatro polivalente
Progetto di MDU architetti
Gindi Holdings Sales Center
Progetto di Pitsou Kedem Architects
Hovenring, Circular Cycle Bridge
Progetto di ipv Delft

14 AVI architetti

p.94
p.98

p.100
p.101
p.102
p.103

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mano. Con levolversi degli stili, dei gusti e dei tempi, ha saputo inserire perfettamente il prodotto artigianale e fatto a mano
in un contesto di arredamento moderno, senza sconvolgerne lanima. Levoluzione delle lavorazioni meccaniche di
precisione e delle finiture di pregio, hanno permesso agli accessori per porte, finestre e lampade realizzati a mano dalla
Fonderia Pegoraro di trovare una perfetta collocazione anche in ambientazioni contemporanee. Per esempio nei
serramenti, con maniglie per porte e finestre che nascono da semplici forme geometriche intersecate fra loro e abbinate a
finiture particolari. Per quanto riguarda larredamento dinterni, si possono abbinare a mobili o componibili semplici e
moderni, maniglie e pomelli che richiamano la stessa semplicit e modernit degli stessi, sempre con la giusta e adeguata
finitura a seconda del contesto. Si possono inoltre creare accessori di decoro che, utilizzati come pomelli, danno a un mobile
quellestro che le forme stesse del mobile non riescono a dare.

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editoriale

Burocrazia e politica
La burocrazia, sia che riguardi le procedure per i lavori privati sia l'ormai mitica e insuperabile regolamentazione riferita ai
lavori pubblici, quella che con norme, solo prescrittive e mai
prestazionali, uccide la qualit dell'architettura. Perch i regolamenti edilizi diversi in ognuno degli 8090 comuni italiani,
le leggi regionali, le norme sui lavori pubblici, tendono a dirci
come dobbiamo fare il progetto dandoci indicazioni deliranti,
fino alla forma del parapetto delle scale, che uccidono il progetto. Per questo sono un danno innanzitutto alla qualit dell'architettura. Sono danno, poi, alla concorrenza perch portano a vincere coloro che sono bravi a usare il sistema burocratico e non coloro che sono bravi a fare l'architettura. Portano arbitrio perch l'assoluta incertezza del diritto in campo
edilizio-urbanistico porta all'arbitrio da parte di coloro che usano questo strumento invece di altri. Un recente lavoro de Il Sole
24 ORE sulle soprintendenze mette in evidenza una situazione gravissima. Laddove c' una persona intelligente va tutto
bene, ma dove c' una persona, un collega, incapace di decidere e che ha un potere autocratico, antidemocratico, la situazione diventa inaccettabile e non esiste nessuna possibilit di rivolgerti a qualcun altro. Le macro ragioni che pi di altre ci indignano sono di seguito espresse. I costi: il processo
edilizio grazie alla burocrazia costa tre volte, quattro volte; questo uccide gli investimenti. I tempi: i tempi della burocrazia italiana in campo edilizio urbanistico sono quattro volte quelli degli altri paesi. Gli investitori internazionali se ne sono andati, non
hanno certezza del diritto, costa loro di pi e non sanno quando riusciranno a realizzare. Per forza non c' pi lavoro in Italia! La corruzione: questa burocrazia la vera sorgente della
corruzione perch sull'arbitrio e l'incertezza del diritto che
la corruzione si annida. I danni al territorio: ha salvato l'Italia
questa bulimia legislativa? Ha salvato il territorio italiano dai danni che noi denunciamo? Ha evitato l'abusivismo edilizio? Perch pi grave la crisi edilizia italiana che non quella degli altri paesi? La bolla immobiliare vera stata in Spagna, non
stata in Italia. Alcuni fondamentali economici sono meglio qui
che altrove. Perch in Italia cos drammatica la situazione?
Perch c questo virus che abbiamo solo noi. La burocrazia
il problema! Ma su questo sbagliato pensare di restare da
soli. Tutta la filiera delle costruzioni, costruttori-professionistiforze sindacali devono darsi un piano per intervenire tutti assieme a dire basta... L'altro problema sul quale va presa una
posizione comune la situazione politica. Non dobbiamo pen-

sare di dover parlare solo dei problemi del comparto dell'edilizia; sappiamo che se non ci sono le condizioni per un governo,
non vengono istituite le commissioni parlamentari e il Parlamento non funziona. evidente che gli Ordini professionali non
prendono parti politiche, ma siamo cittadini di questo Paese
e stiamo morendo per la crisi internazionale e soprattutto per
l'incapacit della dirigenza politica di arrivare ad un governo.
E di questo dobbiamo indignarci, perch di un governo che
funziona e di un Parlamento che funziona abbiamo bisogno,
di qualunque parte sia. La politica senza interlocutori non si
fa. Per cui non solo dobbiamo dire che la burocrazia fa enormi danni e che bisogna porre subito rimedio al problema, ma
gli architetti cittadini italiani pretendono che la politica debba
smetterla di guardarsi allo specchio; la politica deve mettere
in piedi un governo che faccia lavorare il Parlamento, perch
c' il bisogno di intervenire sulla burocrazia e questo necessita di interventi governativi o parlamentari. C' bisogno di regole urbanistiche ragionevoli, c bisogno di sistemi di incentivi, c bisogno di norme sul riuso in grado di riavviare il mercato privato con ritorni grazie a risparmi energetici, idrici e sui
costi di manutenzione che in altri paesi ci sono e che permettono ai piccoli proprietari, come la diffusa e frazionata situazione proprietaria italiana, di intervenire.
E se vogliamo fare ripartire i grandi numeri del mercato privato sono necessari tali interventi da parte di un governo che riconosca queste priorit. Protestiamo non perch non rientriamo
a far parte del gioco, ma perch coloro che devono fare funzionare la macchina sono latitanti e litigano fra di loro. Gli architetti possono e devono chiedere un governo subito e un Parlamento che funzioni perch c una montagna di cose da fare
per riuscire a sopravvivere. Forse un discorso qualunquista,
ma siamo arrivati al limite. Di queste cose dobbiamo imparare a indignarci fuori dalla nostra materia. Se il paese non funziona il lavoro non c', l'architettura non interessa a nessuno
e i talenti della gente brava non vengono fuori. Noi siamo prima di tutto cittadini, non siamo un sindacato, siamo un pezzo dello Stato. Continuiamo a credere che lo Stato sia una cosa
importante e se chi gestisce lo Stato non in grado di farlo
allora alziamo la voce!

Giuseppe Pilla

Presidente Ordine Architetti PPC di Vicenza

AVI architetti 17

Lobbligo della formazione

La formazione professionale sar continua e obbligatoria. LOrdine e la Fondazione di Vicenza


avviano la fase di sperimentazione. Tra le novit i corsi on-line: gli iscritti potranno seguire
i corsi da casa, utilizzando un PC con accesso a internet, uno smartphone o un tablet
Il 24 gennaio 2013 il Consiglio Nazionale degli Architetti ha licenziato una propria bozza di regolamento per quanto riguarda
la formazione professionale continua e obbligatoria: si tratta
ancora di una bozza, pertanto suscettibile di modifiche, perch il documento definitivo sar pubblicato entro il 15 agosto
2013, dopo che avr ottenuto lapprovazione del Ministero della Giustizia.
Il periodo dellattivit di aggiornamento obbligatoria decorrer dal 1 gennaio 2014. Il regolamento sar applicato a tutti
gli iscritti allalbo degli Architetti P.P.C. e la formazione professionale costituir un obbligo previsto nel Codice di deontologia professionale.
Tra le attivit dellaggiornamento e sviluppo professionale continuo (ASPC) ci saranno corsi abilitanti, giornate di studio, tavole rotonde, conferenze, convegni, master, seminari, wor-

18 AVI architetti

kshop, attivit ordinistiche e anche attivit strutturate con formazione a distanza usando gli strumenti delle-learning.
Lunit di misura dellASPC il credito formativo professionale
che corrisponde, se non diversamente specificato, a unora
di formazione.
Il regolamento prevede un periodo transitorio iniziale di 3 anni;
durante tale periodo i CFP da acquisire dovranno essere almeno 60. A regime invece gli iscritti avranno lobbligo di acquisire 90 CFP per ogni triennio.
ll CNAPPC avr il compito di promuovere, monitorare e coordinare lattivit degli Ordini territoriali tramite unapposita commissione di esperti e inoltre realizzer e svilupper uno speciale strumento informatico che consentir la registrazione degli eventi di formazione di ogni iscritto, con lattribuzione dei
crediti, per ottenere una gestione coordinata delle attivit di

primo piano

aggiornamento su tutto il territorio nazionale. Allinterno di questo quadro, lOrdine e la Fondazione di Vicenza, ritenendo di
fondamentale importanza che lobbligatoriet dellaggiornamento professionale non diventi un business per enti di formazione pi o meno qualificati, a danno degli iscritti, ma una
effettiva opportunit di migliorare e perfezionare le proprie competenze tecniche e professionali, si sono fatti parte attiva nelloffrire un ampio ventaglio di occasioni formative, tutte con costi molto ridotti o gratuite.
stata quindi avviata a partire dal 15 marzo 2013, unintensa fase di sperimentazione dellofferta formativa, anche con
luso dei nuovi strumenti, che consenta di valutare, oltre agli
aspetti positivi, le criticit, allo scopo di apportare i necessari aggiustamenti prima che inizi la fase di obbligatoriet dei crediti formativi, che porter necessariamente ad un consistente aumento della partecipazione agli eventi formativi.
Alcuni dei corsi proposti in questo periodo sono effettuati esclusivamente in modalit on line, mentre per altri stata prevista la doppia opzione, con la possibilit di seguirli in sede oppure attraverso il web. I corsi on-line si avvalgono, in questa
fase di sperimentazione, delluso della piattaforma di e-learning Xclima Europe, gi utilizzata anche dallOrdine di Pa-

dova. Gli iscritti allOrdine possono seguire i corsi comodamente


da casa o dall'ufficio, utilizzando un qualsiasi PC con accesso ad internet o anche tramite luso di smartphone o tablet,
senza la necessit di essere presenti fisicamente in aula.
Questa modalit di insegnamento offre la possibilit di ascoltare e vedere in diretta il relatore e di visualizzare vari contenuti multimediali (presentazioni in PowerPoint, documenti PDF,
schede tecniche, filmati, ecc.).
Nel corso dell'esposizione da parte del docente, il partecipante
pu collaborare alla lezione, pur essendo a distanza, ponendo delle domande, scrivendole nell'apposita chat, e il docente
pu rispondere sia in viva voce che attraverso la chat.
Lofferta formativa stata articolata in diversi corsi che toccano varie tematiche dellambito professionale e ordinistico;
possibile iscriversi a uno o pi corsi, senza alcuna limitazione.
Al termine di ciascun corso previsto il rilascio di un attestato di frequenza (con una partecipazione ad almeno l80% delle ore dei singoli corsi).

Ugo Rigo

Presidente Fondazione
Ordine Architetti PPC di Vicenza

AVI architetti 19

primo piano

Professione architetto:
una proiezione al femminile

Nonostante negli ultimi anni sia cresciuta la presenza femminile nella professione, ostacoli e resistenze
ritardano la realizzazione di una vera pari opportunit nel mondo del lavoro. Valorizziamo le diversit
Nel 1919 per la prima volta le donne venivano ammesse all'esercizio delle libere professioni. passato quasi un secolo eppure la strada per la piena affermazione lavorativa della donna si dimostra ancora lunga, nonostante laumentare dei numeri.
Tra i dieci Consigli nazionali con il maggior numero di iscritti nel 2012
solo uno, quello dei Consulenti del lavoro, stato presieduto da una
donna con un consiglio, per, tutto al maschile. Tra questi il mondo
degli architetti non meno popolato da donne, anzi registra in questi anni un aumento costante discrizioni al femminile senza dimenticare i picchi degli anni Novanta dove ai tavoli degli esami di stato
si respirava un clima tutto rosa. Non si capisce allora perch il genere
femminile, nonostante la crescita in termini discritti, continui a essere
cos poco rappresentato nei Consigli provinciali (27%) e in ambito nazionale (6%), con un solo consigliere su 15. Si spera che le 16 presidenti elette nella passata tornata elettorale provinciale siano un segnale positivo, soprattutto in vista delle prossime elezioni.
Alla fine del 2012 si contano 61.955 colleghe su 151.312 iscritti totali, numeri da capogiro se pensiamo che ventanni fa a fatica si contavano in qualche migliaio di unit. A oggi il 41 per cento degli iscritti sono donne, di queste il 10 per cento hanno meno di 31 anni e il
35 per cento unet compresa tra i 31 e i 40 anni. I dati confermano che il 54 per cento dei giovani professionisti di et inferiore ai 40
anni sono donne. Possiamo quindi constatare il rapido processo di
femminilizzazione della nostra professione che induce ad accurate riflessioni sulle necessit e criticit in continua evoluzione.
Dai dati Cresme si ha conferma di quanto la professione femminile
venga penalizzata su pi fronti, a partire da quello economico, il gender pay gap (il differenziale salariale tra uomini e donne) una realt. Almalaurea, Inarcassa e ancora Cresme allertano il mondo delle
professioni tecniche riscontrando una differenza di reddito tra uomini e donne del 75 per cento in favore dei primi. chiaro che la carenza del servizio di welfare incide negativamente sulla capacit della donna di conciliare il lavoro con la famiglia. Del resto, meno tempo per il lavoro vuol dire meno guadagni.
Non meno di rilievo sono i casi di discriminazione di genere che vede
la sfera femminile meno considerata nel mondo professionale, in quanto accusata di minor garanzia di continuit in termini temporali. Ancora il Cresme, in unindagine del 2011, evidenzia i risultati di alcuni
quesiti posti ai colleghi sul tema delle pari opportunit. Emerge il convincimento di quanto sia pi difficile per una donna crearsi un nome
sul mercato per colpa di una radicale diffidenza, trovando cos ostacoli allinserimento nel mondo del lavoro. Lindagine continua con laffermazione dinsoddisfazione professionale della componente fem-

minile intervistata: il 48 per cento ha dichiarato di avere dovuto interrompere la propria attivit professionale per un tempo significativo e l80 per cento di loro ritiene che tale interruzione abbia ritardato o ostacolato la propria carriera. Sviluppare un sistema di welfare
che supporti attivamente le famiglie sia in termini monetari, con assegni o detrazioni fiscali, sia di servizi come asili nido aziendali, periodi di congedo per i padri, potenziamento statale dell'apparato di
assistenza agli anziani garantirebbe pari opportunit per le professioniste rispetto ai colleghi. Ma la sfida vera cambiare la cultura e
la percezione del ruolo della donna nelleconomia e realizzare questo cambiamento senza cadere nel tranello della lotta tra sessi. innanzitutto il rapporto uomo-donna che deve essere ripensato: non
competizione ma collaborazione.
Non tutto ci che conta si pu contare, e viceversa. Un gioco di parole con cui Albert Einstein voleva sottolineare una verit paradossale:
il valore a volte non si pu quantificare. Valore inteso come importanza,
rilevanza, e non appunto come misura quantitativa. Il premier Mario
Monti, al contrario, insiste nel dare un valore a questa energia tutta
al femminile ricordando in pi interventi limpulso positivo che ne verrebbe al Pil qualora si riuscisse a promuovere una divisione del lavoro
di cura tra uomini e donne all'interno di un modello di famiglia pi equilibrata di quella attuale.
Il ruolo del mondo femminile in architettura centrale quando si parla di habitat sociale, di qualit dellabitare, di servizi e necessit comunitarie. Consapevoli che il merito non vede distinzioni di sesso, dobbiamo ripensare alle aspettative fondamentali su dove, come e quando viene svolta l'attivit lavorativa. Sviluppare strumenti di flessibilit come il telelavoro, il coworking o il part-time pu rappresentare
una via duscita: misurare la produttivit sui risultati e non sulle ore
in ufficio potrebbe essere un vantaggio per uomini e donne.
Bisognerebbe immaginare percorsi professionali meno intensivi e pi
lunghi, anzich una parete verticale da scalare, meglio pensare a una
serie di gradini, con soste e persino lievi cadute. Il testo di Riforma
sulle libere professioni non apre spiragli di cambiamento: nessuna misura ad hoc per incentivare il lavoro delle donne. Nonostante ci si
segnalano iniziative che partono direttamente dalle Regioni per il finanziamento, non solo delle nuove aperture di tipiche attivit produttive
e commerciali, ma anche di libere professioni femminili. Un buon punto di partenza, a dispetto del principio Ubi maior minor cessat.

Lisa Borinato

Consigliere Nazionale con delega alle Pari Opportunit


e Presidente Dipartimento Professione iunior

AVI architetti 21

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PANORAMA

a cura di Cristiana Zappoli

Connessioni, riflessioni, segnalazioni. Su materiali, architetture e design

I PREMI Un monolite a Siracusa


La Medaglia dOro allArchitettura 2012, il premio assegnato dalla Triennale di Milano e bandito in collaborazione con il Ministero per i Beni e le Attivit Culturali
e con MADE expo, andata al Padiglione di accesso
agli scavi dellArtemision di Siracusa, frutto di un lungo lavoro completato nel 2011 dallarchitetto siciliano
Vincenzo Latina. La giuria, presieduta da Ennio Brion,
ha dichiarato che nella scelta di questo progetto si vuole testimoniare la grande capacit dellarchitettura italiana di intervenire usando le risorse a disposizione nonostante le difficolt del contesto. Il progetto racconta una storia: la storia italiana. in questo modo che
larchitettura moderna e contemporanea, intervenendo nella storia, ne diviene parte. Da alcuni anni la citt di Siracusa impegnata attivamente in un vasto programma di interventi di riqualificazione urbana volti al
rilancio qualitativo, economico, turistico e culturale. La
realizzazione di un piccolo edificio a padiglione mette in luce un settore importante del tempio ionico (se-

condo linterpretazione di alcuni archeologi dedicato ad


Artemide), localizzato nel cuore dellisola di Ortigia e corrispondente allAcropoli della citt antica. Il tempio stato scoperto parzialmente, negli anni Sessanta, dagli archeologi Gino Vinicio Gentili e Paola Pelagatti, a seguito
degli scavi precedenti alla realizzazione di un edificio comunale limitrofo allarea di progetto, a opera dellarchitetto Gaetano Rapisardi. Tale costruzione ingloba,
al piano interrato, i resti delle fondazioni del tempio ionico, a cui si accede attraverso una scala di servizio interna alledificio comunale. Il Padiglione di accesso agli
scavi del tempio ionico si pone in continuit con larea
scoperta negli anni Sessanta del secolo scorso. Conterr prevalentemente i numerosi reperti rinvenuti nellarea e render fruibili gli scavi archeologici inglobati negli edifici. L'area di progetto, situata nel tessuto urbano, conserva un piccolo affaccio su piazza Minerva:

In questa pagina: fronte


del padiglione su piazza
Minerva a Siracusa

AVI architetti 27

era caratterizzata da un vuoto, o meglio da uno squarcio che interrompeva la continuit della cortina edilizia
e conteneva allinterno alcuni resti di murature pericolanti, per lungo tempo puntellate, di un edificio comunale demolito negli anni 60 del secolo scorso. Vi era
anche una grande cabina Enel, un prefabbricato di cemento, a vista su piazza Minerva. Tale stato non rispondeva a nessun criterio di qualit. Sul lato opposto,
infatti, vi l'eccezionale presenza della colonna d'angolo del peristilio del tempio di Atena, inglobato nel sistema murario della cattedrale. Il progetto realizza, mediante lo scavo archeologico, il collegamento con
un'area sepolta, oggi poco conosciuta, quella dei sotterranei dell'edificio comunale che custodisce parte della testimonianza millenaria dellisola di Ortigia. In questa si individuano i resti delle fondazioni del tempio ionico, di alcune capanne sicule della tarda et del bronzo e la cripta della chiesa di S. Sebastianello.
Il progetto trova la genesi nellarea di sedime che stata interpretata come genius loci creatore di spazi. Il padiglione concepito come un monolite di calcare duro,
generato dal magnetismo delle vestigia sotterranee del
tempio ionico e dalladiacenza dellAthenaion. La colonna dangolo di questultimo dista dal padiglione soltanto 18,30 metri. Linterno del padiglione caratterizzato dal forte movimento plastico, per cui landrone
di connessione e accesso al piano archeologico stato immaginato come una cella aperta, a interpretazio-

3
2
1

Sopra: fasi di progetto: 1- fase antecedente


lo scavo; 2- scavo archeologico; 3- inserimento
del muro di contenimento del terreno;
4- posizionamento dei pilastri su smorzatori
sismici; 5- trave di collegamento;
6- inserimento dei volumi. Sotto: sezione
trasversale di Piazza Minerva

ne della memoria del nos del tempio ionico che genera


all'interno dell'edificio uno spazio ipetrale, simile ad
unopera di scavo attuata nella massa delledificio.
I materiali e lilluminazione interna del padiglione sono
interpretati come evocazione contemporanea di un ipogeo, memoria delle latomie del Paradiso di Siracusa. Il
padiglione caratterizzato dalla penombra e dalla luce
misurata con parsimonia, che filtra attraverso una
grande lanterna che diventa una camera di luce sugli scavi sottostanti. Al termine del percorso si scopre
un piccolo giardino ombreggiato e fresco.
Gli allineamenti e le giaciture dei piani di appoggio esatti della struttura portante del padiglione sono scaturiti
dalle peculiarit del sito, dal rilevato del piano di fondazione individuato dallo scavo archeologico stratigrafico. La notevole valenza archeologica del sito ha imposto la realizzazione di una peculiare struttura portante
del padiglione, costituita da un sistema puntuale e circoscritto di appoggi, isolatori sismici elastomerici
HDRB/LRB. Gli isolatori sono posizionati alla base dei
pilastri della struttura portante del padiglione.
I sei isolatori antisismici installati sono ad alta dissipazione
di energia in elastomero con nucleo in piombo, sono costituiti da strati alternati di elastomero e acciaio, resi solidali mediante processo di vulcanizzazione e nucleo centrale dissipativo in piombo. Sono stati installati anche due
apparecchi dappoggio multidirezionali in elastomero armato, costituiti da strati alternati di elastomero naturale e acciaio laminato. La struttura del padiglione, del tipo
a telaio, non poggia direttamente sul sito archeologico
ma su cuscinetti elastici e ha richiesto la realizzazione
di un giunto sismico perimetrale alledificio. Il giunto denota lo stacco delledificio dal suolo e conferisce alla compatta massa delledificio, vestito da un omogeneo strato di blocchi di calcare, un senso di levitazione.

I PREMI Nuove produzioni di energia


Infrawater un progetto di ridefinizione di un paesaggio eco-agriculturale. Studiato da un gruppo di progettisti
italiani, Beniamino Fabio Arco, Rosario Badessa, Fabrizia
Berlingieri e Giovanna Falzone, ha vinto il concorso Green Boulevards, viali alberati del terzo millennio,
concorso internazionale online lanciato dall'IN/ARCH e
rivolto ai giovani progettisti, studenti e professionisti under 40, dividendo il primo gradino del podio con un altro progetto italiano, Inwave, del gruppo 3a + r.
Iniziativa del Padiglione Italia nell'ambito della 13. Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia, il concorso chiedeva di realizzare un progetto per
utilizzare le reti della mobilit come infrastrutture per la
produzione di energia da fonti rinnovabili. Obiettivo del
concorso era il design dei dispositivi di produzione di
energia e la capacit di inserirli in maniera appropriata
o, meglio ancora, artistica ed evocativa nel paesaggio
per innescare la riqualificazione. La sfida progettuale e
culturale che si proponeva ai progettisti stata quella
di utilizzare le reti autostradali e ferroviarie, con i rilevati,
le trincee, gli svincoli, i viadotti, le aree di rispetto, di risulta e di servizio, per realizzare nuove forme di land
art funzionali alla produzione energetica che, senza interferire con la sicurezza delle infrastrutture, potessero generare risorse, da reinvestire nello sviluppo economico dei territori e delle comunit locali.
Lasse RO-SA, area metropolitana con oltre 11 milioni
di abitanti tra Roma e Salerno, era la parte delle reti, esistenti, da realizzare o dismesse, nel quale contestualizzare le idee proposte dai concorrenti, per la potenzialit di incidere sullo sviluppo e la riqualificazione di ampie porzioni di territorio del Lazio e della Campania. I pro-

30 AVI architetti

SISTEMA FOTOBIOREATTORE

nucleo centrale

Alcune immagini
del progetto Infrawater,
vincitore del concorso
organizzato da
IN/ARCH. Allinterno
di grandi tubi verticali
viene depurata lacqua
che serve per irrigare
i campi agricoli e
produrre Bio - fuel

membrana biodegradabile

fotobioreattore

gettisti di Infrawater sono partiti dal presupposto che


le regioni di Lazio e Campania sono tra le pi piovose
dItalia. Il progetto individua, quindi, le aree inutilizzate
e inutilizzabili in prossimit dei 26 svincoli presenti lungo il nastro infrastrutturale RO-SA per convogliare e accumulare lacqua piovana. Una volta depurata attraverso
un sistema di coltivazione di micro-alghe, lacqua utilizzata, da un lato, per lirrigazione dei campi agricoli e,
dallaltro, per la produzione di olio combustibile utilizzato per sintetizzare Bio-fuel. La coltivazione delle alghe avviene in fotobioreattori, sistemi colturali ad alta
resa, studiati per la crescita di microrganismi fotosintetici. Il progetto propone cos una reinterpretazione dell'immagine dei fotobioreattori, grandi tubi verticali
composti da un nucleo centrale cavo per lapprovvi-

CICLO PRODUTTIVO

acqua

olio di alghe

BIOCARBURANTI

rifiuti
infrastrutture

co2

coltivazione alghe

gionamento di acqua e CO2, di cui si nutrono le alghe,


e da una membrana plastica biodegradabile che contiene le alghe. Essi sono illuminati durante la notte per
aumentare la produzione di olio, ma anche per illuminare gli svincoli stessi. I fotobioreattori sono pensati come
segni a grande scala, landmark che misurano il paesaggio e ne accelerano la percezione. Attrattori di un
turismo e di una produzione agricola eco-sostenibile,

Obiettivo del concorso


era di utilizzare
le reti autostradali
e ferroviarie per
realizzare nuove forme
di land art funzionali
alla produzione di
energia rinnovabile

SISTEMA FUNZIONALE

fotosintesi

pannelli solari
acqua filtrata per uso agricolo
olio estratto dalla coltivazione delle alghe

BIOMASSA

acqua pulita
energia solare

sole

raccolta acqua

ossigeno

AGRICOLTURA BIOLOGICA

questi grandi tubi divengono metafora dei viali alberati tecnologici del terzo millennio.
Le proposte presentate alla giuria del premio sono state valutate secondo i criteri di: rilevanza strategica, intesa come possibilit di offrire un contributo significativo allo sviluppo sostenibile ed economico delle comunit locali; di integrazione della proposta nell'ambiente
e nel paesaggio; di realizzabilit e concretezza delle soluzioni proposte. La giuria ha assegnato il premio a Infrawater perch ha particolarmente apprezzato la capacit del progetto di coniugare nuovi sistemi di produzione di energia da fonti rinnovabili, lungo gli assi infrastrutturali, con segni della contemporaneit, capaci
di creare nuove forme di land art e di caratterizzare il
paesaggio dellasse autostradale Roma-Salerno. Il
progetto presenta anche una proposta interessante a
sostegno delleconomia agricola del territorio e delle comunit locali. La giuria ha ritenuto che la proposta debba trovare approfondimenti sotto il profilo della compatibilit con i contesti paesaggistici specifici coniugando
la contemporaneit e la qualit dellidea progettuale con
i valori delle aree coinvolte.

AVI architetti 31

I PREMI Un ufficio immerso nel verde


Shoffice, il cui nome la crasi di shed che vuole dire
capanno e office, un padiglione da giardino che contiene un ufficio, costruito nel cortile sul retro di una villetta del 1950 nel distretto londinese di St Johns Wood.
Lidea originale degli architetti di Platform 5, uno studio di architettura londinese fondato nel 2006 ma che
ha gi ricevuto diversi riconoscimenti. Infatti, Shoffice
era tra i progetti selezionati per il premio internazionale AJ Small Projects 2013 e partecipa proprio in questi mesi alla mostra, che raggruppa tutti lavori scelti, per
il premio, presso il Building Centre in Store Street, nel
centro di Londra, in occasione dellevento New London
Architecture. Il progetto ha richiesto una stretta collaborazione tra architetti, ingegneri e costruttori: la struttura prevalentemente prefabbricata, per ridurre linconveniente di dover trasportare tutti i materiali da costruzione in giardino passando attraverso la casa per
tutta la durata della realizzazione.
La struttura, estremamente leggera, fatta con due travi ad anello in acciaio, legno montato controventatura e

Sopra: un esterno
del padiglione-ufficio
costruito nel giardino
di una villetta a Londra.
A sinistra: disegno che
spiega la realizzazione
della struttura, pensata
con materiali prefabbricati

compensato. Agli architetti era stato chiesto di realizzare un oggetto-scultura che fluttuasse nello spazio del
giardino, e cos hanno fatto, dandogli la forma di un guscio ellittico che nasconde la vetrata dellufficio e si torce attorno a s per poi finire, con una piccola terrazza, sul prato. Gli interni sono rivestiti in rovere proveniente da foreste a certificazione FSC ed arredato con
una scrivania integrata nella struttura e uno scaffale, nessuno spazio lasciato inutilizzato. Due lucernai fanno
entrare la luce naturale, uno direttamente sopra la scrivania e l'altro sulla veranda. Dalle grandi vetrate, che
amplificano il contatto con lambiente circostante, si ha
una visione diretta sulla casa, fornendo cos un collegamento visivo che non intacca la privacy concessa da
un ufficio distaccato. Grazie alle finestre e a un ottimo
isolamento l'ufficio si scalda velocemente con il sole,
mentre per le giornate pi fredde previsto un riscaldamento elettrico. Nel complesso Shoffice senza dubbio uno spazio di lavoro piacevole, originale nella forma e ben studiato, un workspace pensato come se nascesse naturalmente dallo spazio verde della casa, e
consente di lavorare in solitudine e tranquillit pur non
allontanandosi da essa.

AVI architetti 33

I PADIGLIONI Quasi sospeso sul lago


LArt Pavilion di Henning Larsen situato nella parte occidentale del Videbk Park in Danimarca, dalla sua posizione si pu godere di una splendida vista del lago a
sud. posizionato come fosse una casa da t giapponese sul bordo del parco e del lago, la caffetteria sulla terrazza galleggia sullacqua che si riflette sul soffitto grazie a un bellissimo gioco di luce. Per lo studio Henning Larsen Architects, fondato nel 1959 a Copenhagen e oggi una delle realt pi importanti del panorama architettonico mondiale, la luce un tema centrale, tanto che spesso gli edifici che progettano sono in-

Sopra: interni ed
esterni del padiglione
progettato da Henning
Larsen sul lago del
Videbk Park in
Danimarca. Una
rigorosa geometria che
caratterizza la forma
e la struttura interna
34 AVI architetti

terpretati come uno strumento per riflettere la luce del


giorno. Allinterno dellArt Pavilion, invece, la luce elettrica sul soffitto al centro della zona espositiva, con larrivo del buio fa in modo che il padiglione si rifletta sullacqua. Ledificio costituito da due galleggianti orizzontali, due pannelli quadrati, separati da una facciata
di vetro sottile e da un variegato sistema di diversi pezzi di parete inclinati. La composizione geometrica di questi pezzi si ispira al paesaggio circostante: ai giunchi sul
lago e ai rami degli alberi. La geometria pu essere considerata una divertente interpretazione del simbolo di Videbk, la V. Il padiglione un edificio espositivo flessibile, che pu adattarsi ad accogliere mostre diverse.
In linea di principio un spazio di 400 mq estremamente
flessibile, dove le pareti di luce possono essere montate a seconda delle esigenze delle diverse esposizioni. La prima mostra ospitata dal padiglione stata dedicata proprio al lavoro di Henning Larsen e a quello di
un altro dei figli famosi della citt, lo scultore Jens Lund.
Il giorno dellinaugurazione il sindaco della citt di Ringkbing-Skjern, che comprende anche Videbk, ha
spiegato come il padiglione di Henning Larsen Architects sarebbe diventato un punto di riferimento culturale per l'intera Ringkbing-Skjern e avrebbe certamente
reso Videbk ancora pi attraente.

I RICICLO Costruire con i container


Nel 2001 la Dan Municipal Sanitation Association ha iniziato il processo di riabilitazione della montagna Hiriya,
una grande ex discarica vicino a Tel Aviv, con l'intenzione
di trasformarla in un parco verde che diventasse un
esempio di iniziativa eco friendly in tutto il mondo. Oggi
lHiriya fa parte dellAriel Sharon Park che quando sar
completato, nel 2020, raggiungendo i 2mila ettari di
estensione, diventer uno dei pi grandi parchi urbani
del mondo. ispirandosi alla trasformazione della discarica che gli Yoav Messer Architects hanno progettato un ponte di collegamento tra la Lod road di Tel Aviv
alla montagna di Hiriya, al centro del parco nazionale Ariel
Sharon: 160 metri percorribili da pedoni, biciclette e mezzi leggeri, (il ponte sar attraversato da veicoli speciali
che fungono da servizio navetta per il pubblico dei visitatori dalle aree di parcheggio del parco stesso) fatti
interamente da container in disuso. Sono pi di 800 mila
i container che ogni anno vengono dismessi dal trasporto
marittimo, trasformarli in un ponte come riportare a
nuova vita dei rifiuti, esattamente come la discarica rinata in un parco. Il ponte, che si appoggia su quattro

colonne, una linea continua di container intervallati da


terrazze panoramiche che consentono la vista in tutte
le direzioni, anche verso il cielo, attraverso feritoie di ventilazione, e verso terra, attraverso la maglia di calpestio,
in pi vi si trovano due balconi con posti a sedere e unulteriore passeggiata sul tetto. Il ponte, quindi, non visto solo come luogo di passaggio, ma anche come una
destinazione. Tanto vero che lungo tutto il percorso
sono stati installati diversi pannelli per allestire mostre
dedicate ai temi ambientali. Il ponte in questo modo diventa una piattaforma culturale ed educativa per insegnare limportanza del riciclo. Oltre il 70% della costruzione stato realizzato in fabbrica e questo ha consentito di ridurre al minimo eventuali danni al sito naturale. I lavori di preparazione, trasporto e costruzione sono
stati veloci. Luso ripetuto del container come unit costruttiva e funzionale consente una totale flessibilit. Inoltre, sui tetti dei container, che sono rimasti quelli originali, sono stati posizionati pannelli fotovoltaici che for-

Ogni anno il servizio marittimo


dismette 800mila container

Sequenza produttiva che si basa


sulluso di un prodotto esistente

Sviluppo di un sistema volumetrico


e spaziale che frammenta la
sequenza e trasforma il ponte
da luogo di passaggio a luogo

Attraverso una specifica manipolazione


otteniamo un ponte che partecipa allo
spazio pubblico come via per la circolazione,
spazio espositivo e punto di osservazione

niranno energia elettrica pulita per illuminare il ponte e


i dintorni e serviranno anche a creare ombra, allo scopo di ridurre l'effetto di riscaldamento del ponte.
LEcontainer bridge un risultato in mezzo tra lefficienza
delle costruzioni, il risparmio economico e la sostenibilit, che va di pari passo con una moderna idea di design. Il ponte mette al centro luomo e il suo rapporto con lambiente, perch questa, secondo Yoav Messer Architects, lessenza dellarchitettura. La filosofia dello studio fondato da Messer nel 1987 a Tel Aviv,
quella di creare un luogo in cui il collegamento tra il
contesto (ambiente), le persone e lo spirito fondamentale. Questa nozione di luogo ("makom" - dio) al
centro della religione ebraica. Questi tre elementi sono
alla base del concetto di design nel processo di creazione di "un posto". Yoav Messer nato in Israele e ha
studiato progettazione architettonica presso il Technion di Haifa, dove si laureato con il massimo dei
voti. Ha insegnato arte presso l'Accademia Bezalel di
Arte e Design a Gerusalemme e il Collegio Michlala Leminhal a Tel Aviv, la citt che da sempre al centro della vita professionale e personale di Messer.

Alcuni rendering del


ponte che sar costruito
a Tel Aviv. Lungo 160
metri e percorribile
da pedoni e biciclette
interamente costruito
con container in disuso

AVI architetti 37

I PRE-VISIONI Tschumi in Italia


La prima volta di Bernard Tschumi in Italia. Sar a Grottammare, in provincia di Ascoli Piceno. Il progetto si chiama Anima ed stato commissionato allarchitetto svizzero dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno e dal Comune di Grottammare con lobiettivo di
favorire lidentificazione del territorio e connotare la sua
immagine attraverso la realizzazione di un polo pubblico,
di attrazione per le pi eterogenee manifestazioni della cultura. Il progetto, la cui ultimazione prevista per
il 2016, costituisce un futuro punto di riferimento, un generatore di idee per il territorio, inteso sia nella sua dimensione fisica sia nel suo potenziale creativo.
Compresa in una zona a margine del tessuto urbano
fra il mare e le colline, a met della dorsale autostradale

Sopra: un rendering
che rappresenta
lentrata principale
di Anima. Sotto:
uno schema volumetrico

+8.0 m
+4.0 m

+4.0 m

+_ 0.0

38 AVI architetti

adriatica dalla quale ben visibile e immediatamente raggiungibile dalluscita di Grottammare, la nuova opera
caratterizzata da unelevata flessibilit. I suoi spazi, infatti, sono configurabili in funzione degli eventi. La scelta di affidare lincarico a Bernard Tschumi si deve alla
sua grande esperienza nella progettazione di spazi dedicati alla cultura. Il nome dellopera, ANIMA, nasce da
una consultazione pubblica ed un acronimo: A come
Arte, N come Natura, I come Idee, M come Musica, A
come Azione. Sono le cinque anime del progetto, che
larchitetto ha interpretato come unidentit in divenire.
Lopera sar un catalizzatore di interessi, interazioni, sinergie, voluto da una committenza che guarda allarchitettura come a un processo piuttosto che a un prodotto concluso. La superficie sulla quale lopera si colloca coincide pressappoco con quella del piccolo
centro medievale di Grottammare, poco pi di 7mila metri quadrati. Il progetto si accosta al cuore storico della cittadina non solo nelle dimensioni: esso richiama, sia
allesterno sia allinterno, il concetto di urbs. Allesterno il primissimo lavoro di Tschumi nel nostro paese si
presenta come un corpo compatto, un quadrato perfetto che, se per certi versi allude a unidea di chiusura e di protezione, si infrange e dimostra da subito unelevata permeabilit. Una riflessione sul tema della facciata
, infatti, alla base della ricerca che ha portato Bernard
Tschumi a una soluzione informale per le grandi pareti verticali che contornano ledificio e che trova la sua
pi forte espressione in corrispondenza della parete sud,
attraverso la quale si accede al complesso.
Visto dallesterno il volume si caratterizza come un oggetto ben riconoscibile che esiste in funzione delle risorse presenti nelle vicinanze e che si identifica in una
struttura permeabile e ricettiva. Una volta entrati nel corpo quadrangolare ci si trova immersi in uno spazio scom-

posto, in parte interno e in parte esterno. La complessit di tale spazio determinata dalla rotazione di un
grande volume parallelepipedo che occupa larea centrale delledificio e che contiene la sala principale, con
1.500 posti a sedere, flessibile e configurabile in base
alle variabili esigenze di capienza. La rotazione di questo volume determina un sistema di quattro ampi cortili, verso ciascuno dei quali la sala principale ha la possibilit di aprirsi definendo un sistema fluido e dinamico di percorsi fisici e visivi. Inoltre, un articolato sistema di rampe permette di muoversi allinterno di questo
ambiente eterogeneo e mobile, osservandolo da prospettive e altezze continuamente variabili. Adiacenti alla
sala principale e a essi spettacolarmente collegati attraverso una molteplicit di percorsi in quota sono disposti i laboratori, gli uffici, il caff-ristorante, gli spazi
accessori. Nel descrivere il progetto Bernard Tschumi
ha affermato: possibile progettare una facciata
senza fare ricorso a una composizione formale? possibile fare in modo che non sia n astratta n figurativa ma, per cos dire, senza forma? La motivazione che
ci ha spinto a sollevare queste domande di natura sia
economica sia culturale: in unepoca di crisi economica, indulgere in geometrie formali prodotte da complesse
curve volumetriche non ci sembrata una scelta responsabile. Lepoca del cosiddetto iconismo sembra
terminata, insieme alle figure scultoree arbitrarie del passato recente, spesso prodotte senza considerazione per
il contesto, il contenuto e il budget. Allo stesso modo,
i discorsi che in alcuni circoli architettonici hanno invocato la necessit di una autonomia dellarchitettura,
radicati nelle costanti della storia, ci sono sembrati obsoleti nel momento in cui lobiettivo del progetto Anima era il dialogo con altre discipline, dallarte alla let-

Sud - corte expo

Est - giardino

Nord - cortile all'aperto

Ovest - spazio mercato

Sotto: primo piano


dellarchitetto svizzero
Bernard Tschumi. A
sinistra: alcuni schizzi
del progetto. In fondo:
un rendering di Anima

teratura, alla musica. Non a caso abbiamo esaminato


il lavoro di Vedova, Burri, Manzoni, Fontana e perfino
Fazzini, un artista nato e attivo a Grottammare. Ciascun
artista ci ha aiutato a comprendere una specifica condizione italiana, differente da quella che pu essere praticata a Shanghai, Dubai o Mumbai. Per Anima, piuttosto che aggiungere una nuova autonoma e iconica
figura scultorea, abbiamo deciso di indagare interazione, semplicit e sobriet. Abbiamo capito che lorganizzazione interna degli spazi era socialmente e culturalmente importante, ma che limmagine esterna del progetto era altrettanto significativa. Per questo abbiamo
concepito una semplice pianta quadrata con quattro facciate equivalenti e, come copertura, una quinta facciata.
Ciascuna facciata ha un suo vocabolario cos da permettere di affrontare temi come la protezione dal sole,
lilluminazione naturale, la ventilazione e al tempo stesso proiettare una forte identit sul mondo esterno.

AVI architetti 39

I LIBRI Icone del XXI secolo


Il titolo di questo libro legato
alla consuetudine di indicare
gli edifici contemporanei, che
pi spiccano per la loro creativit, con il termine icona.
Edifici del XXI sec. pensati
per rappresentare le citt e
sollecitare linteresse nei loro
confronti. Ma anche giusto
dire che queste icone architettoniche sono comunque quelle strutture che pi identificano e rendono noti chi li ha progettati. Sono interventi puntuali promotori di un rinnovato fermento economico. Sono musei, concert hall, biblioteche, padiglioni
e altre grandi strutture socialmente utili, simboli di ricercatezza e di qualit. Luoghi architettonici che arrecano benefici a citt note e meno note, ricche e povere,
di provincia o capitali, cambiandone le sorti. Perch larchitettura, come scrive Francesco Pagliari nella presentazione di questo libro, una forma superiore di civilt, visibile e raggiungibile, una rappresentazione
sincretica di desideri, di speranze, di attenzione.

N. Leonardi
(curatore)
Scripta Maneant
Libro rilegato, illustrato
256 pagine
Icons

I LIBRI Lidentit come segno distintivo


N. Leonardi
(curatore)
Scripta Maneant
Libro rilegato, illustrato
256 pagine
Corporate Identity

I LIBRI Sostenibilit nel mondo


A voler imparare sulla sostenibilit da progetti realizzati
nel mondo, in questo volume
possibile conoscerne 4
realizzati in Asia, da architetti del calibro di Mario Cucinella, Kengo Kuma, Steven
Holl, Morphogenesis; 7 in
Europa su progetti di Behnisch, BRT e Herzog, in Irlanda Bucholz McEvoy, Abatos Herreros e Mario Cucinella e Piergiorgio Semerano; 2 in Africa firmati da Guido Moretti e Peter Rich, e tra i 4 degli Usa ci sono Behnisch, Thom Mayne, Renzo Piano e Alejandro Aravena. Tutti nomi noti. Architetti che hanno scelto proprio
questo campo per esprimersi: la sostenibilit. Un ampio contenitore che mai prescinde da efficienza energetica, appartenenza allambiente, climatizzazione, ricercatezza nei materiali e tecnologia. Perch chi progetta seguendo la ricerca sulla sostenibilit non rinuncia alla composizione n ad essere allavanguardia. Oramai una necessit progettare secondo questi principi e lo scopo quello di ridurre l'esorbitante consumo
di energia da parte del mondo industrializzato. I pi sono
consapevoli della progressiva esiguit delle risorse ed
giusto quindi che anche larchitettura si interroghi in
merito e dia soprattutto efficaci risposte. E fino ad oggi
questa disciplina ne ha gi date con la coibentazione,
le nuove tecniche di riscaldamento, l'illuminazione naturale e il ricambio daria. Intuizioni dellarchitettura vernacolare-tradizionale attualizzate attraverso luso di tec40 AVI architetti

nologie innovative che hanno comunque permesso di


non rinunciare al piacere della composizione architettonica. Stessa sorte per alcuni materiali tradizionali che
reinterpretati e assemblati hanno acquisito nuove valenze. Da tutto ci nascono architetture sostenibili: autosufficienti, innovative, ricercate e al passo coi tempi.

N. Leonardi
(curatore)
Scripta Maneant
Libro rilegato, illustrato
240 pagine
Sustainability

Per presentare questo libro


basta citare il titolo della presentazione: tradurre forme in
identit, il progetto della riconoscibilit. Uno scritto che
comincia cos: Formare identit un aspetto dell'operare
architettonico, all'interno di un
contesto urbano o paesaggistico. Il progetto d'architettura produce e orienta elementi in grado di denotare e
identificare edifici, funzioni e luoghi, introducendo
l'espressione di caratteri distintivi. Le architetture cos si
aggiungono ad un luogo, ad un territorio, ne confermano,
ne riproducono le linee guida e le caratteristiche. Questa lidentit degli spazi architettonici. Unidentit legata o slegata dalla funzione, che fa dellarchitettura un
contenitore. Un tramite per valorizzare lintorno. Un unicum dalle forti potenzialit espressive, come il Duravit
Design Centre di Philippe Starck, il Vitrahaus di Herzog
& De Meuron, la Sede Gruppo Ermegildo Zegna di Antonio Citterio, il Museo Mercedes Benz di Ben Van Berkel o il Rolex Learning Center dei SANAA.

I LIBRI Limportanza della trasparenza


N. Leonardi
(curatore)
Scripta Maneant
Libro rilegato, illustrato
248 pagine
Trasparency

La trasparenza un valore
aggiunto. presente nell'architettura moderna (senza
per questo dimenticare il mitico Crystal Palace di Paxton
del 1851) ed molto importante in quella contemporanea. Michael Webb in questo
volume cos comincia la sua
presentazione: viviamo in
unera che celebra la trasparenza e la luce naturale". Nulla di pi vero. La trasparenza la si associa allidea di un
mondo nuovo, di benessere, di serenit e dunque di bellezza. Infatti molti architetti contemporanei lo usano proprio per rinforzare l'idea stessa di apertura verso
lesterno, verso laltro da s. Condizione che rinforza il
concreto paradosso che il vetro un materiale che "smaterializza". Infatti il vetro diffonde la luce allinterno e alleggerisce linvolucro allesterno. Avvicina alla natura.
Crea continuit tra interno ed esterno. Genera una dinamica osmoticit che al contempo tutela e separa. I
progetti proposti in questo libro sono in totale 17: 8 negli Usa, 6 in Europa e 3 in Asia.

Una porta sul futuro

progettare

A Vancouver il futuro ricerca. La nuova Facolt di Scienze Farmaceutiche,


progettata dallo studio Saucier + Perrotte, acquista anche unaltra valenza: quella
di un gateway in grado di interlacciare storia, ricerca e futuro di Mercedes Caleffi

Gli ambienti di lavoro sono confortevoli. Hanno grandi aperture verso il verde che si trova
all'esterno. E la luce naturale che penetra allinterno insieme allattenzione posta, dallo studio
di progettazione, nel rivestimento murario e nell'interior design rendono gli uffici accoglienti.
Gli spazi sono semplici, dai colori classici, e comunque in armonia con tutto il resto delledificio.

Il legno dacero che riveste le pareti caratterizza quasi tutti gli ambienti destinati alla comunicazione
e al lavoro. Limmagine mostra parte della hall del piano terra, il piano destinato a fare da
elemento di comunicazione con il resto dellAteneo. Lessenza lignea esaltata dai colori opachi
del pavimento, realizzato in battuto di cemento lisciato e delle scale realizzate con una pietra scura.

Sfaccettate pareti in calcestruzzo "faccia a vista" si innestano con quelle rivestite in legno senza
generare alcun contrasto. Anzi i ricorsi materici, sia del legno che del cemento si raccordano tra loro
senza appesantire linsieme. Nonostante le scelte cromatiche tendano pi verso i colori scuri, gli ambienti
del piano terra sono luminosi, grazie ai due corpi scala che hanno anche valenza di pozzi di luce.

Le pareti tinteggiate di bianco dei camminamenti dei piani superiori esaltano la luce
proveniente dallalto e si raccordano bene con i parapetti che affacciano nei due pozzi
di luce, e quindi sullatrio. Anchessi rivestiti con pannelli di legno d'acero assemblato, come
gran parte del piano terra-basamento, i ballatoi disegnano e scandiscono i due ampi corpi scala.

Cliente
University of British Columbia
Architetti
Saucier + Perrotte architectes
Strutture
Glotman Simpson
Illuminotecnica
Applied Engineering Solutions
Cemento armato
UCC group

PIANTA PIANO TERRA

Vancouver, a soli 30 minuti dal centro, si


trova la University of British Columbia, uno
dei campus pi famosi del Canada, immerso in rigogliosi giardini e poco distante dall'Oceano Pacifico. A far parlare di questo Ateneo
attualmente la nuova Facolt di Scienze Farmaceutiche progettata dallo studio canadese Saucier
+ Perrotte. Un nuovo edificio-gateway dalla traslucida facciata protuberante e un interno studiato per
rendere ledificio una struttura di rappresentanza.
Vancouver una citt giovane, caratterizzata da
un forte dinamismo multiculturale che la rende interessante agli occhi delle nuove generazioni. la
terza pi grande citt canadese situata nella Columbia Britannica e ha una florida condizione economica. La citt in crescita ed entro il primo ventennio di questo secolo, secondo una possibile proiezione demoscopica, raggiunger una popolazione di 3 milioni di abitanti, oltretutto ha una densit
di popolazione tra le pi alte del Nord America. Per
quanto riguarda l'aspetto economico-imprenditoriale Vancouver ha sempre contato sulle risorse na-

turali come le foreste, le miniere, la pesca e lagricoltura. Negli ultimi anni comunque la sua economia si diversificata e oggi vive anche dellindustria
high-tech fortemente in espansione, almeno quanto quella del turismo e del nuovo e florido mercato legato alla produzione cinematografica, che fa di
Vancouver una nuova Hollywood. Inoltre nel 2010
ha ospitato i Giochi Olimpici e Paraolimpici Invernali e da allora, e per tutte le ragioni prima illustrate, considerata la prima citt al mondo ad offrire
la pi alta qualit di vita. Vista in questa prospettiva si comprende la ragione che ha spinto la University of British Columbia a costruire una nuova Facolt, quella di Scienze Farmaceutiche, con un approccio architettonico atto a farla diventare la principale porta d'accesso dell'Ateneo. Questo nuovo
corpo edilizio stato concepito come una porta che,
posta al bordo sud-est del campus, in grado non
solo di coinvolgere la giovane comunit universitaria,
con il trasparente piano terra che mette in mostra
tutte le funzioni pubbliche presenti nell'edificio, ma
punta anche a far diventare questo piano il simbolo

Sopra: la planimetria del


piano terra. La disposizione
interna aperta. una
piazza a disposizione
degli studenti dellAteneo.
In questo piano previsto
anche uno spazio espositivo
fluido da usare come luogo
di incontro sia per i docenti
e i ricercatori, sia per
gli studenti e il pubblico

AVI architetti 51

PLANIMETRIA GENERALE

Sopra: la sequenza di immagini illustra le 4 fasi


costruttive. Prima fila: a sinistra il lotto e a destra il
basamento solidale con i due corpi scala. Seconda fila:
a sinistra i tre corpi costruiti tra la struttura; a destra
linsieme completato dal sistema della facciata

SEZIONE TRASVERSALE

LIVELLO 6

sale

LIVELLO 5
LIVELLO 4
scale in acciaio

LIVELLO 3
LIVELLO 2

esposizione storia della medicina


LIVELLO 1

di un campus che si proietta con convinzione verso il futuro. Vancouver una citt che crede nei giovani e fa s che i giovani credano in essa. E lUniversity of British Columbia con questo edificio rende chiaro e manifesto quanto anchessa voglia puntare su di loro e soprattutto sulla ricerca, e ci che
ne concerne: il potenziamento dei rapporti internazionali e il miglioramento, l'ottimizzazione e lefficienza nella preparazione culturale delle nuove generazioni. La nuova Facolt di Scienze Farmaceutiche dunque lemblema di tutto ci. E lo rappresenta con un interno improntato su una plasticit dinamica, sfaccettata, aperta e accogliente. La
suggestione iniziale parte dall'idea della chioma di
un albero che, schematizzata geometricamente, si
semplificata in pochi volumi che slittano gli uni sugli altri creando piacevoli variazioni allinterno come
in facciata. Il tronco di questo albero concettuale che
sorregge questa chioma diventa un atrio pieno di
luce naturale. Un ampio camino di luce che rende
possibile lestensione dellilluminazione naturale
anche in spazi come i laboratori. Daltra parte il de-

sign dellintero edificio mette in luce la classe dei ricercatori di Scienze Farmaceutiche. E volutamente stato impostato cos da diventare un elemento di attrazione e di comunicazione dello stesso dipartimento e di tutta la comunit scientifica.
Infatti tra le sue sfaccettate geometrie offre piacevoli spazi vivibili pensati per la ricerca e la formazione,
e nuovi ambiti pubblici e privati che favoriscono lo
scambio di idee. Al piano terra stato previsto anche uno spazio espositivo fluido che pu essere
usato come spazio di incontro sia per i docenti e i
ricercatori, sia per gli studenti e il pubblico. Al piano superiore lesposizione si prolunga affrontando
la storia della medicina e della professione, prendendo in considerazione anche le prospettive future
della farmaceutica. Nel suo complesso questo nuovo edificio, a cavallo tra lessere una facolt e un gateway, risponde pienamente allo scopo di promuovere la creativit, la ricerca individuale e collaborativa e rappresentare l'eccellenza accademica
e scientifica per la quale UBC, la University of British Columbia, rinomata.

Sopra: una sezione


trasversale del corpo
scala di destra. chiara
la scansione ritmata dei
parapetti rivestiti di legno.
La copertura in vetro rende
facile lilluminazione
almeno fino al secondo
livello del basamento

AVI architetti 53

Tutte le foto di Luc Boegly

progettare

Antico e nuovo

Costruito nel XVII secolo per i fratelli del Terzo Ordine di San Francesco,
il convento dei Penitenti, unantica struttura nel cuore della citt di Louviers,
in Normandia, torna alla ribalta delle cronache e dei dibattiti. A riportarlo
in auge, il restauro realizzato dallo studio parigino Opus 5 di Iole Costanzo

nnosa questione. Antico e moderno possono convivere? La domanda cos impostata lascia libera linterpretazione. A voler
focalizzare meglio il tema pi esatto allora dire:
ancora valida oggi la tesi sostenuta dallo storico Cesare Brandi che riteneva alquanto inadatto "inserire
nuove espressioni artistiche in un contesto antico?
E allora c da chiedersi: tale condizione accordata
anche quando il contesto risulta frutto di stratificazioni di epoche diverse? Ricordando per che, a detta dello stesso studioso sopra citato, uneventuale
nuova inserzione, resa necessaria per assicurare la
continuit di lettura del testo figurativo di tutta lopera, potrebbe risultare comunque pi che giustificata. Dunque la questione stagnante. In Italia latteggiamento pi comune quello della conservazione
a ogni costo. Intendendo con ci una propensione
verso una posizione critico-conservativa ben lontana dalle istanze di completamento e innovazione. Rigida condizione che, secondo molti, tende ad aggravarsi con gli anni, anche se nel resto dEuropa la
situazione sta radicalmente cambiando. A tale proposito, come non presentare la particolare cole de
Musique Maurice Durufl di Louviers inaugurata lo
scorso giugno e curata dal gruppo parigino Opus 5?
L'intento del progetto? Offrire alla citt una nuova
scuola di musica dalle prestazioni contemporanee,
funzionale e per molti aspetti unica. Un autentico emblema culturale, ma non solo. Oltre a ci il progetto
ha anche puntato sulla valorizzazione del patrimonio
archeologico presente. Pi precisamente, il sogget-

SEZIONE LONGITUDINALE

56 AVI architetti

to di tale interesse il Convento dei Penitenti, una


struttura pi volte rimaneggiata nei secoli, che con
questo nuovo progetto stato riattato, rivisto, restaurato, consolidato e ampliato. Molti spazi didattici sono stati ricavati sia nella preesistenza sia nei volumi di nuova costruzione aggiunti e sono state cos
ottenute 24 aule, una biblioteca e due grandi spazi
per lorchestra. Un lavoro complesso che, oltre a tutta la preesistenza, ha dovuto tenere in debito conto leccezionale esempio di un chiostro sull'acqua,
struttura prospiciente il fiume L'Epervier e giunto, a
differenza delle diverse stratificazioni e rimaneggiamenti presenti nel resto del complesso, quasi intatto fino ai nostri giorni. Buona parte dellantico Convento stata costruita tra il 1646 e il 1659.
La chiesa costruita a ovest, che per lungo tempo
stata usata come tribunale, nel 1827 ha subto la
completa demolizione, mentre le due ali conventuali
che circondano l'edificio centrale, trasformate in carceri dagli anni della rivoluzione francese fino al1934,
gi dal 1990 sono state riutilizzate dalla citt come
scuola di musica.
Pietra, vegetazione e acqua: un equilibrio armonico
molto vicino a un quadro impressionista. Unimmagine che ha supportato il nuovo progetto. Una suggestione su cui stata costruita la contemporaneit della nuova scuola di musica di Louviers. Restauri
e consolidamenti hanno donato maggiore stabilit alla
muratura indebolita e seguendo la teoria dell'approccio filologico gli architetti hanno rispettato l'intero apparato murario lasciandolo nella sua particolare

In basso: la sezione
longitudinale, quella pi
significativa, che evidenzia
i due corpi di nuova
costruzione. A destra: parte
del prospetto principale.
Varcata la porta si trova un
camminamento che costeggia
il fiume e conduce nella hall
dingresso. Intorno al portico
stato creato un nuovo
camminamento di metallo
con balaustra. Le nuove
facciate in vetro creano,
specchiando, continuit tra
il nuovo e le preesistenze

PIANTA PIANO TERRA

Locale
tecnico

Segreteria

Pianoforte

Direzione

Sala dingresso

Batteria

Jazz

Formazione
strumentale
Formazione
strumentale
Formazione
strumentale

Sala dattesa

Percussioni

Braccio
del fiume
LEpervier

Formazione
strumentale

I tre piani ospitano 24 piccoli laboratori musicali, 2 spazi per lorchestra e altri spazi comuni con affaccio sul fiume. Nel blocco compatto tra ledificio
preesistente e quello di vetro stato creato uno spazio a tuttaltezza che funziona da pozzo di luce per gli ambienti interni, attraversato da passerelle
di collegamento. Allinterno del volume sul fiume si trova la hall dingresso, la biblioteca per gli spartiti musicali e la sala grande per lorchestra

PIANTA PRIMO PIANO

Sala insegnanti

Pianoforte
Formazione
musicale
Piccola
orchestra
Formazione
musicale

Formazione
strumentale
Formazione
strumentale
Formazione
strumentale
Formazione
strumentale

58 AVI architetti

Archivio
spartiti
musicali

Sopra: lingresso ampio, molto luminoso ed essenziale nellarredamento. La parete esterna presenta numerosi finestroni, tutti ricavati dalle ex arcate
dellantichissimo portico, e si affaccia sul braccio del fiume LEpervier e sul nuovo camminamento. Il panorama risulta suggestivo e quasi unico nel suo genere

PIANTA SECONDO PIANO

Giardino
pensile

Pianoforte

Orchestra 2

Formazione
musicale

Orchestra 1

Formazione
strumentale
Formazione
strumentale
Formazione
strumentale
Formazione
strumentale

AVI architetti 59

Progettisti Opus 5 Architectes


Cliente citt di Louviers
Strutture Batiserf
Acustica Impedance
Facciate in vetro MGE
Costo dei lavori 4 500 000 euro
Superficie 2 000 m

A sinistra: il pozzo di luce con i camminamenti nel vuoto. In questa pagina le tre immagini riprendono la sala 1, utilizzata per le prove dorchestra. Lambiente
considerato il simbolo del nuovo intervento. Durante le ore serali da fuori possibile vedere le prove dorchestra che i musicisti, tutti giovani, svolgono allinterno
condizione: identico a se stesso, cristallizzato nello stato in cui giunto fino a noi. Ma lo studio Opus 5 ha comunque fatto una scelta in un certo senso inusuale. intervenuto sulle lacune e ha ricostruito i volumi mancanti con il vetro, proseguendo con un restauro di completamento: a nord, dove ha riproposto lintero volume demolito della chiesa, e a sud, dove ha completato quel volume, solo in parte diruto, che prospetta sul portico. Un
volume puro, un parallelepipedo, un nuovo emblema per
la scuola di musica. E proprio in questo volume la facciata pricipale, realizzata con vetro cromato a strisce, riflette l'ambiente circostante e il cielo, presentando peculiarit che la connotano diversamente dai comuni prospetti traslucidi: ritmo, vibrazione e creativit durante il giorno, calore, luminosit e trasparenza di notte. Oltretutto
la leggerezza, tipica degli elementi costruiti in vetro, contraddistingue questa parte di edificio dal resto del complesso rigoroso e severo. una struttura, infatti, diversa,
quasi uneco per la musica che nasce al suo interno.
un contenitore della sala dorchestra che la sera alza il sipario e larte dei suoni non solo la fa sentire ma anche vedere, esaltando cos limmagine quasi poetica del suono. Anche se, aldil del suo valore iconico, dovuto soprattutto a queste doppie valenze di leggero e pesante,
vecchio e nuovo, lcole de Musique Maurice Durufl resta per sua stessa natura una costruzione introversa. E
nonostante vi sia stato creato un taglio di luce di 8 metri daltezza e 2,4 di profondit tra i setti cronologicamente
differenti, presenta alcuni ambienti non sempre ben illuminati. Ma la magia di vivere nella storia.

AVI architetti 63

Musica al cubo

Tre semplici volumi di cui uno ruotato. Puri, lineari e colorati. Antisismici
e sostenibili. lAuditorium del Parco de LAquila progettato da Renzo
Piano.Tre cubi tra loro collegati che funzionano come uno strumento sonoro.
E come in uno Stradivari la musica in loro risuona, si propaga, echeggia,
si diffonde. Arriva dritta al cuore degli spettatori di Iole Costanzo

Tutte le foto Marco_Caselli_Nirmal

progettare

tavano le attivit musicali. LAuditorium del Parco


una struttura temporanea, facilmente spostabile altrove, che stata costruita nella porzione di parco
compresa tra il Castello e la Piazza della Fontana Luminosa. Una scelta urbanistica determinata dal desiderio di andare incontro alle abitudini dei cittadini.
Unaccortezza progettuale che cerca di non modificare i movimenti, le associazioni di idee, le consuetudini esistenti, nella speranza che tutto possa tornare come prima al pi presto. Ma perch rinunciare intanto allarte che sempre ha accompagnato questa citt? Oltretutto lAuditorium del Parco un dono.
stato realizzato senza che lamministrazione e la
comunit abruzzese sostenessero alcuna spesa. Liniziativa stata totalmente finanziata dalla Provincia di
Trento che ne ha coordinato anche la completa esecuzione. Gli edifici sono provvisori, temporanei, ef-

Sotto: Claudio Abbado,


che ha diretto il concerto
dinaugurazione avvenuto
il 7 ottobre 2012, e Renzo
Piano, fotografato durante
la direzione dei lavori.
In basso: schizzo sezione
del corpo centrale. Il cubo
ruotato, il cui spigolo pi
alto di 18.93 ml, contiene
la sala concerti. Linclinazione
di uno dei lati risponde
allinclinazione della platea

Foto Peter Fischli

re cubi di legno per 250 spettatori e 40 musicisti. lAuditorium del Parco de LAquila, la nuova struttura progettata da Renzo
Piano e realizzata in abete di risonanza, il legno pregiato della Val di Fiemme del Trentino. Costruito accanto alla cinquecentesca monumentale architettura militare, il Castello Spagnolo, luogo tradizionalmente
destinato ad importanti eventi musicali, il nuovo auditorium formato da tre volumi. Tre solidi lignei dalle differenti dimensioni e dallirregolare dislocazione,
che rispondono a diverse funzioni: quello centrale
la sala concerti, gli altri due, collegati al primo attraverso passerelle in ferro, vetro e legno, contengono
i servizi al pubblico, il foyer e la toilette, i locali tecnici, e i camerini per gli artisti. Il legno con cui stato costruito ha ottime qualit acustiche, la stessa
pregiata essenza utilizzata dai maestri liutai di Cremona, a cui nel seicento Stradivari ha dato massima fama. Travi in legno e pannelli di lamellare che garantiscono alla struttura sostenibilit, risparmio energetico e soprattutto antisismicit, aspetto assecondato anche dagli isolatori sismici elastomerici montati al di sotto della platea che li sorregge. Ma la scelta di questo materiale dovuta anche alla praticit
nella lavorazione, condizione che ha consentito di velocizzare le fasi costruttive facendole risultare comunque poco invasive. S perch questopera ovviamente legata alla ricostruzione che si avviata a
LAquila dopo il sisma del 6 aprile 2009, il terremoto che ha seriamente compromesso buona parte del
centro storico cittadino e anche tutte le sedi che ospi-

AVI architetti 65

ESPLOSO ASSONOMETRICO

Rivestimento in doghe di larice termotrattato


Listello in abete di supporto delle doghe
Manto di impermeabilizzazione realizzato con guaina in poliolefine
Pannello OSB
Strato isolante in lana minerale
Pannelli dabete con funzione strutturale
Travi in legno di abete lamellare
Canali di aerazione per il condizionamento della sala
Riflettore acustico in abete rosso
Tende acustiche fonoassorbenti
Riflettore acustico in abete rosso

Pannello dabete con funzione strutturale


Travi in legno di abete lamellare
Pannello dabete
Parete in legno di abete
con fresature acustiche
Riflettore acustico
in abete rosso
Riflettore acustico
in abete rosso

Impalcato in pannelli di kerto


con pavimentazione in doghe
Sottopalco con struttura
in legno di abete

Scala di accesso alla copertura e parafulmine

Basamento di distribuzione in cemento armato

Isolatori sismici costituiti da dischi alternati di acciaio


e di elastomero collegati tramite vulcanizzazione

Pilastri in cemento armato


Platea di fondazione
con muri controterra

Canali di aerazione
per il condizionamento della sala

66 AVI architetti

I 5 macro pannelli dabete con funzione strutturale


e realizzati con doghe orizzontali colorate e termotrattate sono collegati a una sottostruttura che con
lintercapedine creata procura gli stessi benefici di
un sistema a facciata ventilata. Le diverse gradazioni
cromatiche naturali del legno passano a tinte pi
vivaci componendo una fantasia gradevole che non
disturba lambiente circostante. Le pareti vibrano.
I colori nel loro insieme sono gi musica

SEZIONE TRASVERSALE

3
2
13
1
14
15
16

16

16

1. Travi in legno lamellare


2. Pannelli dabete con funzione strutturale
3. Rivestimento in doghe di larice
4. Scala di sicurezza in metallo
5. Pilastri in cemento armato
6. Isolatori sismici
7. Canali di aerazione
8. Sottopalco con struttura in legno di abete
9. Impalcato con pannelli di kerto
10. Basamento di distribuzione in cemento
11. Griglia di mandata dellaria
12. Griglia metallica di sacrificio in caso di sisma
13. Griglia di ripresa dellaria
14. Paraneve
15. Canali di aerazione
16. Riflettore acustico in abete rosso
17. Parete in legno di abete

17

11
9
12
7

8
10
6
7

PLANIMETRIA GENERALE

fimeri, ma nonostante tutto rispondono in modo eccellente ai requisiti acustici e funzionali necessari per
uno spazio dedicato alla musica. E nel loro insieme
sono un vero e proprio strumento musicale. Un grande Stradivari installato nei pressi del Castello, almeno
fino a quando questultimo non verr restaurato. Tale
ubicazione ha anche un'altra valenza: essere vicino
al centro storico, nei pressi della cosiddetta zona
rossa, e alimentare quindi i pi che motivati desideri di una veloce riqualificazione e rivitalizzazione del
centro cittadino senza incorrere in restrizioni per i lavori di ricostruzione. Proprio per questa ragione il
nuovo auditorium stato pensato anche come un
centro polifunzionale entro cui realizzare conferenze e videoproiezioni. Un autentico dispositivo ideato per polarizzare le attivit collettive. Ledificio
centrale ha una inclinazione di 30 che assorbe la
pendenza della gradinata interna offrendo unottima
visibilit dellorchestra, posta su un podio rialzato di
40 cm, nella parte centrale del volume. Le dimensioni dei tre cubi stereometrici non sovrastano il Castello. Sono decentrati rispetto allasse Piazza della Fontana-Castello e non occludono la vista sul Forte Spagnolo, anzi in alcune visuali vi fanno da quinta. Modulano diversamente una parte del parco pri-

va fino ad oggi di una propria identit. Si pu dire,


dunque, che questa nuova architettura accompagna la storica preesistenza, la lascia scoprire, oggi
che in fase di restauro e far s che non venga dimenticata. Claudio Abbado, che ha partecipato allideazione, alla stessa progettazione e soprattutto
allinaugurazione ha dichiarato: Ritengo che il nuovo Auditorium del Parco, sia per LAquila unopera
di grande valenza simbolica. In brevissimo tempo
stato realizzato uno spazio che aiuter la ripresa delle attivit non solo musicali, ma culturali e sociali in
genere. Questo nel rispetto dellambiente e della situazione architettonica circostante.
C da aggiungere, infatti, che per costruire questo
auditorium sono stati sicuramente abbattuti degli alberi in Trentino, ma sul sito ne sono stati spostati tre
a poca distanza. Comunque nelle immediate vicinanze ne verranno piantati altri 250, la cubatura di
legno equivalente a quella utilizzata nella costruzione. E tutto ci lapplicazione di una nuova logica
sostenibile. Una garanzia per il futuro. Un domani migliore per quei giovani che stanno crescendo tra le
rovine. E che hanno anche partecipato, attraverso
luniversit, ad uno stage formativo, che li ha portati a stretto contatto con questo cantiere.

Sopra: vista interna della sala.


La pianta dellAuditorium si
articola in una zona centrale e
due zone contrapposte inclinate
con andamento a gradoni

Progettisti
Renzo Piano Building
Workshop architects in
collaborazione con Atelier
Traldi di Milano
Citt
LAquila
Cliente
Provincia Autonoma di Trento
Strutture
Favero & Milan
Acustica
Mller BBM
Sicurezza
New Engineering

AVI architetti 69

70 AVI architetti

AVI architetti 71

progettare

Spirale volumetrica

Tra acqua e cielo. Nello stretto di resund stato inaugurato, il 21 marzo


scorso, The Blue Planet, il nuovo acquario danese progettato dallo studio 3XN.
La spirale che conduce i propri ospiti nelle profondit subacquee di Mercedes Caleffi
l vortice in acqua un fenomeno interessante: destrorso o sinistrorso secondo lemisfero in cui si trova. un mulinello. Un turbine,
quasi unimplosione. Unopportunit per conoscere i fondali subacquei. cos che il gruppo 3XN
ha pensato The Blue Planet, lacquario pi grande dEuropa, costruito a Taarnby, un piccolo comune a otto chilometri da Copenhagen, sulle
sponde dellresund, lo stretto che separa la Svezia dalla Danimarca. La zona ben collegata, ed
servita da autostrade, metropolitane, treni, aeroporto e il Ponte di resund. Una scelta urbanistica ponderata per un nuovo centro di propulsione

Tutte le foto di Adam Mrk

economica. Con il termine the blue planet solitamente si indica il nostro pianeta visto dallalto.
Un pianeta formato all80% dacqua, e che per tale
ragione visto da lontano risulta essere completamente blu. Blu come lacqua dei mari, degli oceani, dei fiumi e dei laghi. Mondi in buona parte sconosciuti, ricchi di flora e di fauna. Una porzione di
natura che affascina, che incuriosisce, e che produrr in questa zona della Danimarca un aumento
dei flussi turistici. Storicamente lacquario danese stato fondato nel 1939 e nonostante le difficolt dovute alla seconda guerra mondiale rimasto aperto, a fare da cornice all'istruzione e al

Sotto: il plastico
rende facile la lettura
dellimpostazione
spiraliforme del nuovo
acquario. Un vortice
dalle valenze semantiche,
difficile da cogliere
nella sua totalit

I prospetti plastici seguono


i lembi del vortice ed
esaltano, con la loro
morbida spigolosit,
la dinamicit e la forza
centripeta di tutto ledificio

I prospetti ricoperti
da lamine di alluminio
specchiano e riflettono i
colori e le luci delle stagioni
che si susseguono e delle
diverse fasi del giorno

74 AVI architetti

Gli interni ospitano grandi


vasche in cui sono stati
riprodotti alcuni biomi
acquatici. E i visitatori,
nel percorrere le diverse
sezioni del vortice, possono
conoscere la flora e la
fauna di laghi, fiumi e mari

divertimento di pi generazioni, fino ai giorni nostri. Negli ultimi anni per linteresse
verso questa struttura scemato e gi negli anni '90, quando Jesper Horsted, il curatore dellAcquario della Danimarca, ha illustrato quale doveva essere lo scopo della struttura, fu chiaro che rinnovare il vecchio edificio sarebbe stato costoso e
poco proficuo, e quindi era necessaria una
nuova struttura in grado di dare ai visitatori straordinarie avventure. Il direttore
creativo del gruppo 3XN, Kim Herforth Nielsen, ha dichiarato: Il nostro desiderio era
quello di condurre i visitatori fin gi, negli
abissi del mondo subacqueo. La progettazione di The Blue Planet, pertanto, si
basata sulla storia dellacqua e della vita
sottomarina. L'ambizione quella di raggiungere i 700mila visitatori annui, e ci
sar possibile anche perch The Blue Planet gi considerata una delle cinque attrazioni turistiche pi importanti del paese. E sar la stessa struttura ad attrarre la
curiosit dei visitatori. Perch unarchitettura enfatica e simbolica. Un vortice tridimensionale che esplicita l'idea progettuale: approfondire i meravigliosi mondi subacquei. L'edificio, situato a nord di Kastrup Harbor, in una posizione anfibia,
sorge tra terra e mare, e fa da legame tra
i due mondi: lacqua e la terraferma. Ha 10
facciate, 2 per ogni lembo della spirale, e
sono ricoperte da lastre di alluminio di ridotte dimensioni, che accompagnano le
linee organiche, sinuose, avvolgenti e

AVI architetti 75

coinvolgenti. Mentre luci e colori, senza alcuna mediazione, con una naturale spontaneit entrano nel gioco delle proporzioni, dei volumi, e riflettendosi nell'acqua e
sull'alluminio li omogeneizzano rendendo
il corpo di fabbrica cangiante e sensibile
alla mutevolezza della natura. Laspetto di
questo tuttuno fatto di acqua e volumi costruiti acquista dinamicit. Una dinamicit che si proietta anche nel futuro: la possibilit di espandersi nel tempo stata calcolata, prevista e programmata.
I cinque lembi possono allungarsi e il vortice pu crescere e potenziarsi. Pu fare
aumentare la sua forza centripeta. Quella stessa forza che attualmente conduce
i visitatori dallingresso fin sotto la superficie del mare. Il primo elemento del vortice quello pi lungo. La suggestione che
un lembo di terra, attraversando lacqua,
conduca lentamente in medias res: nel foyer. E sin dallingresso il mare presente,
compenetra la struttura e giunge lambendola quasi al cuore della spirale, l dove il
blu, lessenza dellacqua, totalizzante.
S perch gi nel circolare foyer, il luogo di
propulsione di tutti i percorsi, sono presenti
i cangianti e madreperlati riflessi dellacqua.
Ed proprio qui che il visitatore-spettatore sceglie con quale mondo vuole cominciare la sua visita: il lago, il fiume o il mare?
Tre mondi acquatici, diversi e unici. Tre
mondi che, pur incontrandosi e in alcuni
casi compenetrandosi e influenzandosi, restano in buona parte differenti.

76 AVI architetti

Grandi schermi che


prospettano sulle vasche
immagini, suoni e voci
didascaliche, accompagnano
lungo i percorsi la visita.
Anche la luce all'interno
simula quella che pu
essere percepita sottacqua.
I riflessi sulle pareti
conferiscono a tutti
gli ambienti un aspetto
cangiante e dinamico

AVI architetti 77

SEZIONI TRASVERSALI

I 5 lembi della pianta spiraliforme non sono uguali tra loro. Sono volumi che variano in sezione: cambia laltezza cos come cambia la larghezza. Tre
parti dell'edificio ospitano le ricostruzioni dei biomi acquatici, gli altri due invece sono di servizio. C tra questi unala dedicata alla comunicazione ed
suddivisa in auditorium, aula scolastica e ristorante. Mentre il lembo da cui si accede suddiviso e organizzato per la gestione amministrativa del tutto

78 AVI architetti

Lacquario costato circa 700 milioni di DKK. stato


completato nel tempo e nel budget previsto, grazie
agli sforzi fatti da tutte le figure che hanno partecipato
al processo di costruzione. Il presidente dellacquario
Flemming Frandsen ha dichiarato La nostra
ambizione quella di accogliere 700.000 visitatori
ogni anno. The Blue Planet una delle cinque
attrazioni turistiche pi importanti del Paese

PLANIMETRIA

ESPLOSO ASSONOMETRICO

Sopra: il foyer, cuore della spirale.


circolare ed il luogo da cui
cominciano i percorsi espositivi

Progettisti
3XN Architects
Ingegneria
Moe & Broodsgaard
Consulenza esposizione
Kvorning design & kommunikation
Luogo
Taarnby, Copenhagen, Danimarca
Premiazione concorso
27 giugno 2008
Inizio costruzione
1 ottobre 2010
Inaugurazione
21 marzo 2013
Costi
730 milioni DKK
Superficie totale
10.000 mq

AVI architetti 79

eventi

Momenti
di cultura

Gli architetti vicentini visitano il


complesso residenziale Le Albere
realizzato su progetto di Renzo Piano.
Una giornata di studio e riflessione
dedicata ai rivestimenti in zinco-titanio,
organizzata in collaborazione con lazienda
Zintek Srl. di Ugo Rigo, Presidente Fondazione
Ordine Architetti PPC di Vicenza

80 AVI architetti

Nellambito delle giornate di approfondimento sulluso di materiali innovativi, proposte dalla Fondazione dellOrdine di Vicenza, stata
effettuata, il 5 aprile scorso, una visita dedicata ai rivestimenti in zinco-titanio organizzata in collaborazione con lazienda Zintek Srl presso il quartiere Le Albere di Trento. Riservata agli architetti dellordine professionale di Vicenza, la visita ha visto la partecipazione di oltre 60 progettisti vicentini, che hanno potuto assistere alla presentazione dettagliata di una delle creazioni pi recenti di Renzo Piano,
e ammirarla poi in prima persona girando per il cantiere. Il quartiere Le Albere nasce dalla riqualificazione dellarea industriale ex Michelin, che viene restituita alla collettivit, dopo un periodo di degrado
e di abbandono, come luogo a misura duomo e delle sue esigenze, proponendo un nuovo standard per la qualit della vita.
Le sfide costruttive portate avanti dal disegno progettuale del Renzo Piano Building Workshop, erano quelle della ricucitura dellarea
con il tessuto cittadino e del recupero del rapporto con lambiente
fluviale, attuato con la realizzazione di un ampio parco attrezzato posto lungo lAdige. Per rafforzare ulteriormente il legame con lacqua,

stato progettato, allinterno del quartiere, un sistema di canali, che


andranno ad alimentare due grandi bacini. Il progetto stato costruito
con linee originali e rigorosa modularit, puntando allutilizzazione di
materiali naturali come il legno e la pietra, rispettosi della tradizione
locale, e applicando luso di energie rinnovabili, cosa che caratterizza il lavoro di Renzo Piano. Nel corso della giornata presso il quartiere Le Albere, i partecipanti hanno potuto scoprire tutti i particolari relativi allopera, dalla visione progettuale alla realizzazione, grazie
allintervento di autorevoli relatori, quali i professori Marco Imperadori e Gabriele Masera del Politecnico di Milano. stato possibile
visitare anche gli interni degli edifici, scoprendo come gli appartamenti,
gli uffici e gli spazi commerciali siano stati concepiti e proposti nella loro composizione architettonica e negli arredi. Eccezionalmente
si sono poi aperte ai partecipanti le porte del MUSE, il Museo tridentino
di storia naturale, che con le sue forme decisamente ardite, gli spazi a diverse altezze e il profilo frastagliato, che ricorda quello delle montagne circostanti, uno straordinario esempio di come larchitettura possa integrarsi organicamente nel paesaggio urbano.

La visita ha visto la partecipazione di oltre 60


progettisti vicentini, che hanno potuto assistere
alla presentazione dettagliata di una
delle creazioni pi recenti di Renzo Piano

AVI architetti 81

eventi

Vivere senza auto

Riflessioni a margine di una mostra presentata presso il Forum Center di


Vicenza. possibile pensare la nostra vita senza lutilizzo dellautomobile?
Alcuni esempi europei di insediamenti abitativi liberi dal traffico ci
aiutano a capire limportanza del recupero di spazi da adibire a verde,
spazi per la comunit e spazi da gioco per bambini di Giovanni De Felice

In una indagine dellAnci del 2007 La citt che vorrei


gli italiani intervistati individuavano tra i problemi principali del malessere urbano quelli legati al traffico, ai parcheggi e allinquinamento. Le soluzioni che nel corso
degli anni hanno seguito delle strategie politiche legate alle direttive europee sensibili allambiente e alla sostenibilit e al benessere delluomo, provengono da
esperienze legate ai paesi del nord europa: Svizzera,
Germania, Svezia, Olanda, Austria. Alcune di queste
esperienze sono state studiate in una ricerca che ha visto dal 12 aprile 2013 presso il Forum Center di Vicenza
la sede di una mostra intitolata: Vivere senzauto scelta possibile? Attraverso una fattiva collaborazione tra
la Fondazione dellOrdine degli Architetti Pianificatori,
Paesaggisti e Conservatori di Vicenza e IUAV Alumni,
coordinati dal Prof. Mauro Lena, docente dello IUAV di
Venezia, liniziativa rientra nel pi ampio progetto di Laboratorio di progettazione. La casa di qualit per il benessere dellindividuo e della comunit, promosso dalla Fondazione dellOrdine P.P.C. di Vicenza.

82 AVI architetti

La mostra ha inteso rappresentare attraverso lanalisi di


tre insediamenti campione, Vauban (Svizzera), GWL Terrein (Olanda), Florisdorf (Austria), la realizzazione di quartieri car free. E lo ha fatto attraverso le tre sezioni della
mostra:
1) selezione di immagini con analisi sulla mobilit-uso delle risorse-comunit;
2) selezione di video per comprendere come gli insediamenti vengono vissuti dagli abitanti;
3) selezione di immagini che rappresentano la comparazione dei tre insediamenti presi a campione.
La mobilit, aspetto fondamentale nel concepire quartieri carfree, significa eliminare quasi totalmente luso delle auto allinterno del quartiere, con lintroduzione di sistemi ausiliari come luso della bicicletta attraverso percorsi ciclabili, ma soprattutto luso di mezzi pubblici che
permettono il collegamento al centro cittadino e ai servizi. Leliminazione della viabilit carraia interna al quartiere permette di recuperare spazi da adibire a verde, spazi per la comunit, spazi gioco per bambini. Lintrodu-

ta come acqua di scarico. La manutenzione delle aree


esterne condominiali viene effettuata a rotazione dai condomini stessi.
La partecipazione attiva della comunit di residenti di questi quartieri fondamentale: sia per la definizione del progetto che per lautogestione dei servizi comuni.
Alla base del processo vi un modello di progettazione flessibile in cui i residenti hanno potuto definire gli spazi pubblici e verdi. Gli architetti hanno messo a disposizione diversi gradi di approccio alla partecipazione. Anche la realizzazione ha potuto integrare misure di partecipazione e autogestione di alcune opere riguardanti
lappartamento stesso. Molte sono le iniziative allinterno del quartiere volte a far crescere la coesione sociale come lattivazione di servizi tipo falegnameria, riparazione di cicli, iniziative di mercatini allinterno ecc.ecc.
Queste tematiche ci fanno riflettere su alcune questioni che stanno alla base della difficolt di attuazione di progetti di questo tipo in Italia e nella nostra provincia veneta. Che fare allora? Sono convinto che anche i quar-

tieri della citt veneta possono essere sottoposti a un


processo di rigenerazione urbana attraverso un patto
con i residenti stessi e un impegno con lamministrazione
pubblica. Il patto riguarda la rinuncia a far uso della
macchina per gli spostamenti entro i 3-5 Km attraverso lutilizzo della bicicletta. Quindi un cambio mentale
e culturale. Dallaltra limpegno dellamministrazione a
introdurre nel territorio connessioni sistemiche mediante
intermodalit tra mezzi di trasporto verso una pi ragionata localizzazione dei servizi, coadiuvata dalla realizzazione delle piste ciclabili. Credo che questo ritardo
italiano possa, attraverso la conoscenza delle esperienze
europee, essere colmato in fretta per il futuro delle nostre generazioni e il benessere della comunit stessa.

TRE ESEMPI EUROPEI A CONFRONTO

zione di sistemi di carsharing assolvono esigenze di spostamenti a pi largo raggio. Luso delle risorse allinterno di questi quartieri viene visto in chiave ecologica affrontando le tematiche energetiche con un approccio globale. Gli edifici utilizzano sistemi solari passivi (pannelli
in copertura) sia attivi con lo studio della porzione finestrata pi ampia a sud e posa in opera di isolanti di forte spessore per limitare la dispersione termica. Comune a questi quartieri lutilizzo delle acque reflue con cui
viene recuperato il calore mediante scambiatori termici. Di sicuro interesse lutilizzo delle coperture piane degli edifici che diventano giardini e orti coltivabili. Lacqua
piovana confluisce in specchi dacqua interni al quartiere,
mentre lacqua grigia viene filtrata per essere riutilizza-

AVI architetti 83

materials

Il segno creativo
della trasparenza
A destra: parapetti in cristallo
extrachiaro serigrafato.
Sotto: parapetti in cristallo
extrachiaro temperato

VETRERIA COGO SRL


Via L. Da Vinci, 23
36066 Sandrigo (VI)
Tel. 0444.659143
Fax 0444.659060
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Il vetro trasparenza, resistenza, leggerezza, inalterabilit nel tempo, perfetta compatibilit con qualunque materiale. Cos Oscar Cogo, uno dei titolari della Vetreria Cogo, racconta il vetro, una passione
della sua famiglia fin dal 1968, quando Giovanni Cogo,
suo padre, fond in provincia di Vicenza una vetreria artigianale di piccole dimensioni. Fin da allora prosegue Oscar Cogo - il nostro obiettivo principale era che i nostri clienti fossero soddisfatti in ogni loro
richiesta. E ancora oggi cerchiamo di lavorare con la
qualit e l'attenzione che useremmo se la casa fosse nostra. Oggi la Vetreria Cogo offre unampia
gamma di prodotti, dai box doccia su misura ai complementi darredo, dalle pensiline e i parapetti alle porte e ai divisori, fino alle vetrate artistiche. Il vetro un
materiale versatile che si adatta a ogni tipo di ambiente, spiega Renata Cogo. Pu essere funzionale all'utilizzo specifico richiesto e allo stesso tempo
abbellire e arredare l'ambiente in cui si trova, sia esso
trasparente, monocromatico o decorato. Pu essere personalizzato, a seconda del gusto e delle esigenze del cliente, nelle forme, nelle dimensioni e nella tipologia, e applicato ai vari ambienti con elementi metallici di qualit e nuovi sistemi tecnologici. A partire dal 2007, Vetreria Cogo ha ricevuto la certificazione CE per la costruzione di vetrate isolanti di ultima generazione, prodotte con vetri basso emissivi e con l'immissione di gas nobili quale l'argon (per
il suo elevato isolamento termico). Nasce cos Isolveco,
la vetrata isolante che coniuga prestazioni eccellenti con una grande attenzione alle normative vigenti in
materia di sicurezza e rispetto dell'ambiente. Queste
vetrate vengono impiegate nelle nuove costruzioni
come nelle ristrutturazioni per diminuire la trasmittanza
termica degli edifici, come richiesto dalle normative
in fatto di riclassificazioni energetiche. Una buona vetrata isolante in doppia camera con vetri basso emissivi, gas argon e canalino termico riesce a raggiungere un valore Ug di 0.5 in tutta la superficie. Limitando la dispersione termica, i vetri BE, - spiega Mirco Magnago Amministratore delegato - oltre a migliorare il comfort interno degli ambienti, consentono di diminuire notevolmente i costi per il riscaldamento e di ridurre inoltre l'emissione di anidride carbonica nell'atmosfera. L11 dicembre 1997 in Giappone stato sottoscritto da pi di 160 paesi il Pro-

tocollo di Kyoto, riguardante il riscaldamento globale. Gli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra vengono soddisfatti mediante lapplicazione di questo vetro basso emissivo nella vetrata isolante. Lo staff
della Vetreria Cogo costituito da personale giovane e qualificato che segue il cliente in ogni fase della realizzazione del progetto con sopralluoghi, rilevazioni, misure ed esecuzione della posa in opera. La
nostra forza - concludono Oscar e Renata Cogo -
un mix di disponibilit, qualit e servizio. Servizio inteso come velocit nella formulazione dei preventivi,
come consigli riguardanti le diverse soluzioni da adottare e precisione nel fornire al progettista le caratteristiche tecniche dei prodotti, cos che possa avere
un ulteriore aiuto nel pensare l'ambiente.

materials

Seguire il design
e le sue evoluzioni
SOSSAN
Via Pr Bordoni, 7
Zan (VICENZA)
Tel. 0445.315409
Fax 0445.315853
www.sossan.com
info@sossan.com

Mille metri quadri adibiti a show-room allestito ad arte,


dove sono esposti i migliori prodotti del mercato mondiale: questo il biglietto da visita di Sossan srl che,
in oltre quarantanni di attivit, diventata unazienda leader nel mercato della pavimentazione, dei rivestimenti e dellarredo bagno. Fin dagli anni Settanta racconta il fondatore, Francesco Sossan mi
sono occupato del settore ceramico, prima in qualit di posatore, poi di rappresentante di pavimenti e
rivestimenti. Il mercato, in quei tempi, era decisamente
in espansione e io ho deciso di cavalcare il
momento aprendo un piccolo punto
vendita. Era il 1978. Oggi il punto
vendita di Zan, in provincia di Vicenza, unico per tipologia di
materiali e prodotti proposti. un
luogo dedicato a chi vuole accarezzare l'idea di un ambiente
raffinato, dove il cliente pu progettare infinite soluzioni di interior
design insieme al team Sossan. Infatti, attraverso uno studio costante
di forme e materiali e unattenta analisi
delle proposte compositive pi efficaci, il
cliente viene affiancato nella creazione di ambienti e
spazi individualizzati, grazie, ad esempio, alla combinazione di pavimenti ceramici e di legni pregiati, allimpiego di marmi preziosi e mosaici in pietra lavica e vetro, alla miscelazione di pietre e di colori, per
dare vita a cromie suggestive e uniche. Sossan coordina e cura le fasi di personalizzazione di ambienti
e spazi, dallesecuzione alla posa, fino ai processi di
finitura, grazie alla collaborazione di professionisti
esperti e abili artigiani. Lofferta del materiali ampia e varia e la disponibilit garantita. Talvolta, in nuo-

ve costruzioni o in ristrutturazioni, luso di alcuni prodotti chimici associato alla scarsa ventilazione e alla
ridotta traspirabilit dei materiali utilizzati, non favoriscono il comfort ambientale necessario. proprio in
questo contesto che Sossan propone una gamma
di prodotti che possano soddisfare i gusti
estetici pi raffinati, senza tralasciare
laspetto eco-compatibile, in sinergia
con partner qualificati e frutto della collaborazione con Piero Lissoni. Da anni, per esempio, collabora con KeraKoll per la realizzazione di pavimentazioni continue di elevatissima qualit, garantendo nel tempo i lavori grazie
alla seriet e competenza che entrambe le aziende possono offrire.
Lultimissima novit il Cementoresina,
un composto innovativo a basso impatto ambientale. La qualit estetica e architettonica, frutto
della collaborazione fra KeraKoll e Piero Lissoni.
Questo progetto estremamente attuale e molto versatile, offre alte prestazioni nella realizzazione di superfici continue orizzontali e verticali, ideale in spazi
privati, commerciali e pubblici. Una particolare attenzione viene dedicata da Sossan allambiente bagno, per trasformarlo da semplice stanza di servizio
a confortevole luogo di relax, una piccola zona wellness nella propria casa, grazie a marchi che hanno
fatto la storia del design e del lusso.

appuntamenti

ARCHITETTURA, ARTE & DESIGN

UN OMAGGIO
A MEIER
In occasione dei cinquant'anni di
attivit di Richard Meier, gli spazi della Fondazione Bisazza accoglieranno un'ampia e inedita
retrospettiva dell'opera dell'architetto americano. Richard Meier progetter inoltre un'installazione site-specic, intitolata Internal Time, che andr ad arricchire la Collezione Permanente
della Fondazione. La mostra sar
organizzata dalla Fondazione Bisazza in collaborazione con lo
Studio Meier e includer alcuni
dei lavori pi emblematici del famoso architetto americano. I
progetti presentati nell'ambito
dell'esposizione metteranno in
luce per la prima volta in Italia la
sua losoa del design, con
esempi delle diverse tipologie di
lavoro da lui affrontate. La retrospettiva includer una selezione
di modelli, bozzetti originali, rendering, fotograe e prodotti di design meno conosciuti come alcune collezioni per la tavola. Alcuni tra i progetti pi noti presentati in mostra saranno: Smith
House nel Connecticut, Getty
Center a Los Angeles, la Neugebauer Residence in Florida e la
Chiesa del Giubileo a Roma. Altri progetti in mostra sono famose realizzazioni quali le Perry
Street Towers, l'High Museum of
Art ad Atlanta, il Museo Ara Pacis di Roma e il Museo Arp a Rolandseck in Germania, comple-

tato di recente. In aggiunta a quest'ampia selezione, verranno presentati anche alcuni progetti
come le proposte per il World
Trade Center Memorial, il New
York Avery Fisher Hall e la Bibliothque Nationale in Francia.
Oltre alla presentazione dei progetti, stata commissionata
un'installazione site-specic progettata appositamente dall'architetto americano, che andr ad
arricchire la Collezione Permanente della Fondazione Bisazza.
Il progetto, dal titolo Internal
Time, un giardino geometrico,
un bosco stilizzato di possenti
elementi verticali in mosaico bianco in cui perdersi e in cui un unico modulo orizzontale accoglie
una seduta dedicata alla meditazione. Piero e Rossella Bisazza, Presidente e Vicepresidente
della Fondazione Bisazza, dichiarano: Considerata la vocazione della Fondazione Bisazza
ad inserirsi con contributi originali
nel dibattito culturale dell'architettura contemporanea, abbiamo
voluto rendere omaggio ad un architetto come Meier. Siamo onorati che la restrospettiva che accoglieremo sia completamente
inedita, realizzata in collaborazione con lo studio Richard Meier & Partners di New York.
Montecchio (VI), Fondazione Bisazza/
Richard Meier. Architettura e Design/
Dal 17 maggio al 28 luglio 2013

IL DESIGN
DI GAE AULENTI
Triennale Design Museum ricorda Gae Aulenti attraverso una selezione dei suoi pi iconici oggetti
di design realizzati dal 1962 al
2008, a cura di Vanni Pasca con
progetto di allestimento dello studio Gae Aulenti Architetti Asso-

ciati. La mostra si sofferma in particolare sugli oggetti di design,


partendo da progetti (come la
Sgarsul, del 1962, rilettura di
una poltrona a dondolo, derivata dallincrocio di due ellissi in legno curvato, o i mobili Locus Solus, del 1964, in cui viene piegato non il legno ma il tubolare metallico) che appartengono a una
fase, inuenzata da Rogers, in cui
il design italiano cerca una strada autonoma, superando il paradigma razionalista attraverso la
rilettura della tradizione viennese
e promuovendo cos quella cultura dellabitare che si delinea negli anni sessanta. Gae Aulenti
esplora le potenzialit linguistiche
relative a una fuoruscita dai rigori del funzionalismo, ma sempre
con una ricerca progettuale controllata attraverso luso attento
delle geometrie. La mostra prosegue con una serie di oggetti in
cui la razionalit si incrocia con la
cultura pop: dalle lampade, come
Pipistrello (1965), Ruspa e Rimorchiatore (1967), ai tavoli composti di un piano di cristallo con
ruote, per arrivare al recupero di
tecniche della tradizione come il
vetro sofato, per esempio nella
lampada Parola (con Piero Castiglioni, 1980) o nei vasi per Venini (1995). La mostra vuole inoltre documentare lattenzione della designer ai progetti sistemici,
tra cui, per esempio, i manuali per
il sistema di arredamento coordinato dei punti vendita dei con-

cessionari Fiat del 1975. Viene poi


fornita una lettura sintetica dei
progetti di spazi interni attraverso una selezione di immagini di alcuni progetti esemplari: lintervento alla Triennale del 1964 dedicata al tempo libero, dove le gure femminili in corsa di Pablo
Picasso diventano metafora di
una trasformazione epocale degli stili di vita; gli showroom per
Olivetti a Parigi, concepito come
una piazza, o a Buenos Aires
(1968), uno spazio continuo articolato in una serie di livelli; la Casa
del collezionista a Milano (1969);
o, ancora, i lavori per il teatro, fra
cui la scenograa de Il viaggio a
Reims di Rossini, dove larticolazione volumetrica del palcoscenico si incrocia con lirruzione del
corteo nuziale dalla piazza esterna nel teatro.
Milano, Triennale Design Museum/
Gae Aulenti. Gli oggetti e gli spazi/ Fino
all8 settembre 2013

SANTELIA
E LA CITT NUOVA
Lesposizione analizza un secolo di visioni urbane, attraverso 100
opere, alcune delle quali inedite,
tra dipinti, disegni, modelli, lmati,
installazioni di artisti, architetti, registi quali Antonio SantElia, Umberto Boccioni, Fernand Lger,
Mario Sironi, Le Corbusier, Frank
Lloyd Wright, Fritz Lang, Yona
Friedman, Archizoom, Superstudio, Chris Burden, Carsten
Hller e altri. In contemporanea,
una sezione allestita nella Pinacoteca Civica presenta 50 disegni di Antonio SantElia di propriet del Comune di Como, da
anni inaccessibili al grande pubblico. Levento espositivo nasce
da un originale progetto scientico, pensato per uno sviluppo

AVI architetti 89

appuntamenti

drammatici problemi, igienici,


morali, politici, culturali, funzionali,
che richiedevano riforme radicali
sia nel campo della viabilit e dei
trasporti, che in quello dellabitazione e della organizzazione della vita domestica.

triennale, e analizza cento anni di


visioni urbane che hanno attraversato lintero ventesimo secolo, prendendo avvio dai disegni di
Antonio SantElia (Como, 1888 Monfalcone, 1916). La rassegna
vedr nel 2015 il suo ideale completamento, in contemporanea
con lapertura dellExpo 2015 di
Milano, con una grande esposizione dedicata alle tematiche
dello spazio urbano, delle sua
identit presenti e future, dei
luoghi e delle forme della convivenza collettiva. La mostra afferma Luigi Cavadini, assessore alla cultura del Comune di
Como - nasce dalla considerazione che parlare di Expo signica parlare di citt; questo comporta una riessione sul futuro e
sullo sviluppo del panorama urbano. naturale che tutto dovesse partire da Antonio SantElia
che, allinizio del secolo scorso,
guardava a queste prospettive
con occhio lucido e lungimirante. Il percorso espositivo in Villa Olmo si aprir proprio con La
Citt Nuova, ovvero una serie di
dodici disegni che SantElia aveva presentato alla mostra milanese delle Nuove Tendenze del
1914, nei quali si riassumevano
le visioni urbane del giovane architetto comasco che aveva appena formulato il suo manifesto
per una architettura futurista.
Fin dal suo apparire, nel corso
dellOttocento, la metropoli era
apparsa come una delle manifestazioni pi drammatiche e
pi contraddittorie dellet moderna, caratterizzata da inediti e

90 AVI architetti

Como, Villa Olmo e Pinacoteca civica/


La citt nuova. Oltre SantElia/ Fino al
14 luglio 2013

I MURI STRACCIATI
DI BELLONI
In mostra 40 scatti di Silvano Belloni, a cura di Rosy Fuga De
Rosa e della Direzione di Artes,
in collaborazione con l'Associazione no prot Leonardo e la societ Palazzo del Moro S.r.l., che
ritraggono manifesti lacerati, grafati e maltrattati, testimoni, quasi involontari, dei grandi temi di
oggi: la politica, i giovani, il ruolo delle donne, la necessit di apparire, le ambiguit della comunicazione, i diritti umani, la famiglia, l'infanzia, il lavoro, le speranze. Attraverso le foto lartista
vuole stimolare la fantasia e la
sensibilit del pubblico. Le sue
immagini vogliono renderci una
cruda testimonianza della realt
che ci circonda attraverso una dimensione estetica di alto livello,
suscitando attrazione ma lasciando allo sguardo di ciascuno
di noi l'interpretazione. E per
raggiungere questo scopo, Belloni scarta il superuo che sta attorno allimmagine. Nel suo lavoro
seleziona, inquadra, ritaglia ed elimina quanto non serve o pu

nuocere al risultato nale che non


deve mai dire troppo, che deve
limitarsi a restare a met strada
tra il dire e il non-dire. Attraverso la scelta di uninquadratura
piuttosto che di unaltra, lartista
si muove tra la spinta propulsiva
per la ricerca di contenuti e una
rigorosa conoscenza tecnica ed
estetica legate al mondo dell'arte e della comunicazione. Silvano Belloni nasce a Milano nel
1974. Ama l'arte e la graca, il
teatro e la musica. Poco pi
che ventenne scopre la fotograa. Inizia allora una serie di
sperimentazioni sulle possibilit
della fotograa e sui materiali fotograci. Viaggia e fotografa tutto ci che in lui desta curiosit particolari, paesaggi, persone spinto dal desiderio di "fermare"
la realt. Nel 2009 l'Atelier Hlam
Design di Milano ospita la sua prima personale "A prima vista". 40
scatti restituiscono limmagine
della citt contemporanea, fatta
di architetture, oggetti, muri stracciati, panoramiche, visioni urbane e gente... in cerca di riposo.
Mortara (Pavia), Palazzo del Moro/
Muri stracciati. Opere di Silvano
Belloni/ Fino al 9 giugno 2013

desh (1962-83). Con la mostra


Louis Kahn The Power of Architecture, il Vitra Design Museum gli dedica la prima grande
retrospettiva degli ultimi vent'anni. La mostra contiene una
vasta collezione di modelli, illustrazioni originali, foto e lm che
non sono mai stati presentati.
Tutti i progetti pi importanti
vengono ampiamente documentati, dai suoi primi piani urbanistici e villette unifamiliari,
no alle opere pi tarde e monumentali come il Roosevelt
Memorial a New York (1973/74),
che fu completato postumo nell'ottobre del 2012. In pi lo
sguardo sulle opere architettoniche di Louis Kahn viene arricchito con una selezione di acquerelli, disegni a pastello e carboncino che egli stesso ha creato durante i suoi numerosi viaggi e che documentano, attraverso il suo tratto, la sua competenza come illustratore e artista. Uno dei pezzi forti della
mostra il modello di quattro
metri della spettacolare City Tower di Philadelphia (1952-57),
cos come alcune riprese cinematograche di Nathaniel Kahn,

LARCHITETTURA
SECONDO LOUIS KAHN
L'architetto americano Louis
Kahn (1901-1974) considerato uno dei grandi maestri costruttori del XX secolo. Con le
sue complesse strutture spaziali
e le coreograe luminose Kahn
creava delle costruzioni cariche
di una bellezza arcaica e di un
potere simbolico e universale. Alcune delle sue opere pi importanti sono il Salk Institute, a La
Jolla in California (1959-65), il
Kimbell Art Museum a Fort
Worth in Texas (1966-72) ed il
palazzo del Parlamento del Bangladesh a Dhaka, in Bangla-

suo glio e registra del lm "My


Architect", che vengono qui presentate per la prima volta. Le interviste con architetti del calibro
di Frank Gehry, Renzo Piano,
Peter Zumthor o Sou Fujimoto
sottolineano l'importanza attuale dell'opera di Kahn.
Weil am Rhein, Vitra Design Museum/
Louis Kahn The Power of
Architecture/ Fino all11 agosto 2013

AVI focus

Pensieri. Commenti. Interviste. Schede di progetto


ALFREDO MELA - CRISTINA BIANCHETTI
DANIEL LIBESKIND

SAINT-NAZAIRE THEATRE TEATRO POLIVALENTE DI MONTALTO


DI CASTRO GINDI HOLDINGS SALES CENTER, SHOHAM
HOVENRING, CIRCULAR CYCLE BRIDGE, EINDHOVEN

DIBATTITO

LA CITT E I SUOI CAMBIAMENTI


Lincontrollato allargamento degli insediamenti urbani. La modificazione di senso nella definizione
di cittadino. L'allarme crescente verso il consumo e spreco di suolo. Lincapacit delle amministrazioni
nella riorganizzazione del territorio. Su questi e altri temi si confrontano Alfredo Mela, professore
di Sociologia e Cristina Bianchetti, professore di Urbanistica, entrambi presso il Politecnico di Torino

Il limite dell'espansione
cittadina nei secoli si
pi che modificato. Oggi
la dimensione della citt
molto vicina a quella
del territorio. Quali
ragioni portano oggi
gli insediamenti ad
allargarsi senza alcun
criterio? Come
intervenire?

Ci che pi colpisce
che nelle grandi citt
si sia modificata anche
lidea di essere cittadini.
E al desiderio di migliorie
oggi segue laccettazione
di ci che si ha. Allora
una citt non progettata
porta alla remissivit
dei propri abitanti?

Alfredo Mela
La tendenza allo sviluppo di insediamenti periurbani a bassa densit riscontrabile in tutti i continenti;
quando si parla di una crescita della concentrazione urbana della popolazione globale, in realt si deve
intendere in gran parte una espansione in forme diffuse al di fuori dei nuclei compatti delle citt. Le
ragioni di questa crescita sono differenti. In Italia, in alcune regioni lespansione si produce sia a partire dalle grandi citt, sia da una struttura insediativa basata su una molteplicit di piccoli centri e da
una tta rete di connessioni viarie. Vi una pluralit di ragioni che concorrono a produrre questa forma insediativa: esse dipendono da fattori che agiscono sia sul versante dellofferta edilizia, sia su quello della domanda. Per poter intervenire a contrastare gli effetti negativi necessario comprenderlo.
Cristina Bianchetti
Oggi la dimensione della citt vicina a quella del territorio. Quando nel 1990 Francesco Indovina ha
parlato di citt diffusa alludeva a un diverso modo di organizzazione della societ nello spazio. Un
modo caratterizzato dal fatto che la vita nei territori esterni la citt, poteva considerarsi a pieno diritto urbana. La diffusione ha innanzitutto a che fare con questo diverso riarticolarsi dei rapporti tra territorio, societ ed economia. Ed oggi profondamente in crisi. Non credo che ci sia avvenuto senza alcun criterio. I criteri ci sono e sono quelli di una societ che vive in modo diverso il rapporto con
lo spazio. Questo ha fatto s che negli ultimi 40 anni abbiamo assistito ad un enorme espandersi di
un patrimonio edilizio disperso di modesta qualit. Si tratta di un fenomeno complesso e pervasivo.
Alfredo Mela
Le idee connesse con la cittadinanza si stanno modicando: in gran parte questi cambiamenti derivano da processi che riguardano la societ nel suo complesso, come ad esempio dalle tendenze allindividualizzazione e alla frammentazione di interessi, aspirazioni e stili di vita. Non direi che il segno
di queste trasformazioni sia quello della remissivit, n quello di un disinteresse per la propria citt.
C una crescente sducia nella politica, ma direi che questa colpisce maggiormente i livelli superiori (lo Stato, in primo luogo), piuttosto che il livello urbano, certamente pi vicino ai cittadini. Pi che
di remissivit parlerei di difcolt a far convergere le istanze che provengono da gruppi eterogenei verso una domanda complessiva di citt, capace di confrontarsi costruttivamente con le amministrazioni.
Il fatto che la citt sia poco e male progettata ha senzaltro un peso negativo sulla condizione urbana; spesso, per, lo hanno anche alcuni grandi progetti, calati dallalto senza partecipazione, di fronte ai quali i cittadini non hanno altro strumento di intervento se non unopposizione tout-court.
Cristina Bianchetti
Intravedo due temi. Il primo ha a che fare con lidea di cittadinanza, con il desiderio di essere cittadini. qualcosa che sta tra luniversalit dei principi e dei diritti da un lato e i dispositivi selettivi che
regolano lappartenenza a una comunit politica dallaltro. La cittadinanza ha molto a che fare con la
rivendicazione di diritti. E i diritti hanno molto a che fare con lo spazio. Non perch lo spazio (la citt)
mette in scena i diritti, ma perch costruisce le condizioni di una loro affermazione o negazione. Il
primo problema pu essere riformulato nella domanda: in una fase difcile come quella che stiamo
attraversando quale possibilit ha il desiderio di migliorare la propria idea di cittadinanza? Il secondo
tema non legato al primo se non dalla sopravvalutazione del ruolo che la pianicazione ha poich
lega il carattere progettato dello spazio alla remissivit dei cittadini o alla loro capacit di attivarsi.

94 AVI architetti

professore straordinario
di Sociologia al Politecnico
di Torino. Si occupa di analisi
sociologica per la pianificazione
territoriale, progettazione
urbanistica e percezione
soggettiva dello spazio costruito
e dei rischi ambientali. Tra le
sue pubblicazioni, Sociologia
delle citt, Urbanistica
partecipata. Modelli ed
esperienze (con Daniela Ciaffi).
Alfredo Mela

condivisibile l'allarme
sempre maggiore verso il
consumo, forse definibile
anche spreco, del suolo?

professore di Urbanistica
presso il Politecnico di Torino.
Ha insegnato nelle Facolt di
Architettura di Pescara, Venezia,
Milano. Collabora con
numerose riviste disciplinari
ed nel comitato redazionale
de LIndice. Tra i suoi scritti:
Pescara, Abitare la citt
contemporanea, Urbanistica
e sfera pubblica, Il Novecento
davvero finito.
Cristina Bianchetti

Alfredo Mela
Laspetto pi importante la interpretazione del suolo come bene comune, alla stregua, ad esempio, dellacqua. La mobilitazione che si avuta in occasione del referendum sullacqua potrebbe, forse, allargarsi presto ad altri beni comuni e favorire una pi larga opposizione alle modalit di espansione che hanno caratterizzato soprattutto gli anni recenti. Una difcolt che i movimenti incontrano
dipende dal fatto che, spesso, il consumo del suolo deriva da una molteplicit di micro-interventi privati - e talora anche pubblici - anzich solo da quei grandi interventi che pi facilmente incontrano
unopposizione sociale. Un altro ostacolo dato dal disinteresse della gran parte delle forze politiche
per questo tema, mentre frequente che su progetti di espansione urbanistica che si traducono in
perdita di suoli agricoli e di biodiversit si determinino accordi tra partiti e operatori economici.
Cristina Bianchetti
Oggi utile uno sguardo capace di cogliere le nuove questioni che si stanno ponendo in questa fase.
Alcuni urbanisti si stanno muovendo in questa direzione. Provano a immaginare la possibilit di un
diverso funzionamento del territorio. Di quel territorio disperso che il bersaglio diretto di tutti i ragionamenti sul consumo di suolo. Si prova a pensare alle forme e ai modi di un diverso funzionamento delle infrastrutture minute, quelle che riguardano la distribuzione dellacqua, dellenergia, il muoversi, gli insediamenti, gli spazi del produrre e dello scambio. Un funzionamento che valorizzi il capitale sociale gi ssato nel territorio. Che eventualmente sappia rimetterlo in funzione. Oggi la parola riciclo molto utilizzata, ma dietro a questa c soprattutto lintuizione del fatto che il territorio,
i materiali che vi insistono, possono essere pensati come oggetti di diversi cicli di vita.

Il disinteresse verso i
piani di attuazione da
parte dei progettisti
sicuramente la causa
principale del volgere
delle nostre citt verso la
dissolvenza, lo sprawl.
Ma quanto a tutto ci
hanno contribuito
amministrazioni poco
lungimiranti e per nulla
preparate?

Alfredo Mela
Credo che le cause dello sviluppo periurbano in aree a bassa densit siano molteplici e non riguardino solo i progettisti, n solo lassenza di pianicazione. Anche numerose amministrazioni locali hanno avuto un ruolo per nulla lungimirante. In una fase di tagli sempre pi pesanti alle amministrazioni comunali, gli oneri di urbanizzazione sono diventati una voce di entrata sempre pi importante e
questo ha portato ad una rincorsa nel cercare di attrarre nuova edicazione. Per questo i piani di molti comuni contengono previsioni di edicazione molto ampie. Poich la domanda si rivolta verso
lottizzazioni esterne ai nuclei compatti, il risultato quello sparpagliamento delle frange urbane che
comporta crescente consumo di suolo. Non parlerei solo di impreparazione: a determinare il fenomeno convergono gli interessi di molti attori, anche se lesito va contro lesigenza di sostenibilit.
Cristina Bianchetti
Penso che nel ritenere lo sprawl esito di un disinteresse dei progettisti verso alcuni strumenti urbanistici vi sia una sopravvalutazione del ruolo del loro agire. Lo sprawl, lespansione di territori segnati
dalla frammentariet, ha ben altre ragioni. Le competenze tecniche sono fondamentali nel cercare
di organizzare meglio il funzionamento di quei territori. Sono fondamentali nel mostrare come la citt diffusa potrebbe meglio funzionare. Quello che lurbanista porta in campo sono idee. La sua attivit non pu essere ricondotta alla costruzione di norme, magari sempre pi minuziose e astratte.
bene che il progettista sia attento alle sue competenze, ma non pu essere costruito un legame
di determinazione tra fenomeni complessi e apparati giuridico normativi del piano. Che poi alcune
amministrazioni siano poco preparate un elemento che incide.
AVI architetti 95

DIBATTITO

Lurbanizzazione pubblica
in molti altri paesi europei
si basa, ancora oggi,
sull'acquisizione delle aree
da parte del comune,
con successiva cessione
del diritto di superficie.
Condizione che ha
garantito negli anni un
controllo dei costi di
costruzione, delle opere
e anche dei servizi.
Perch in Italia stato
ed difficile attuare
questi tipi di processi?

Oggi la crisi economica


ha reso nuovamente
attuale la rivendicazione
di una confortevole
abitazione a un prezzo
adeguato. Come si sta
muovendo lItalia?

Alfredo Mela
Non c dubbio che altri paesi abbiano impostazioni molto pi efcaci, con risultati migliori; peraltro, il problema dello sprawl ha radici pi complesse e riguarda anche contesti con una regolamentazione
delluso del suolo migliore di quella italiana. In Italia, la difcolt sorge da una scelta politica che ha
un ruolo quasi strutturale nella storia recente: quella relativa alle modalit di edicazione rappresenta una delle opzioni politiche di pi lungo periodo su cui si consolidata nel tempo una pluralit di
interessi. Il basso livello di pianicazione (che, daltra parte, si abbina a un alto livello di burocratizzazione), come pure la scelta di favorire unicamente la propriet privata della casa sono delle costanti della vita politica italiana, che si sono radicate nel costume e nelle aspettative di larga parte
della popolazione. Si tratta di scelte che denirei multi-partisan: favorite soprattutto da alcuni blocchi di interessi, ma non osteggiate da altri. Daltra parte, nei momenti di crisi, diffusa la convinzione che basterebbe ridar ato alledilizia e questo produrrebbe effetti a catena su molti altri settori.
Cristina Bianchetti
Le condizioni in cui versa lamministrazione pubblica oggi precludono anche solo di immaginare politiche attive sul mercato fondiario. In passato nel nostro Paese si scelta una strada diversa, come
la sempre richiamata vicenda Sullo ha mostrato con chiarezza. Le ragioni sono molto articolate, difcili da trattare in poco spazio: in denitiva attengono a un differente modo di intendere il ruolo del
pubblico e i sistemi di protezione sociale. Sistemi entro i quali la citt ha avuto un posto importante. quello il piano entro il quale si pu articolare un discorso sulla capacit dello Stato di far fronte al problema abitativo e urbano: ovvero la particolare costruzione del welfare in Italia, nella seconda
parte del XX secolo. In questa esperienza le politiche per la casa sono state in primo luogo politiche di acquisizione del consenso attraverso facilitazioni di accesso alla propriet. Inutile ribadire
la divergenza con lesperienza delle democrazie nord-europee.
Alfredo Mela
Il sistema politico, a livello centrale, mi sembra ben poco attento a queste problematiche. Iniziative
pi interessanti provengono dalle iniziative messe in atto da alcuni comuni. Esse sono ispirate dalla convinzione che il problema della casa mutato e il quadro delle esigenze, cui occorre dare risposta, pi articolato di quello che aveva ispirato le politiche dei decenni precedenti. Oggi coesistono problematiche molto diverse: quella legata alle situazioni estreme dei senza casa (una popolazione in aumento e a sua volta sempre pi diversicata); quella della cosiddetta fascia grigia, che
riguarda anche ceti medi impoveriti; quella legata alle trasformazioni demograche (con un numero
crescente di anziani soli); quella propria della popolazione giovanile che non riesce a rendersi indipendente dalla famiglia dorigine; quelle legate allimmigrazione e cos via. Tuttavia, lo sforzo di dare
risposte ricade in larga parte sulle municipalit, cui peraltro vengono dati sempre meno i mezzi per
farlo. In parte, per, comincia a svilupparsi anche una iniziativa diretta da parte della societ civile,
come mostra linteresse per il cohousing, o per altre forme di auto-organizzazione su temi urbani.
Cristina Bianchetti
La crisi economica ha bloccato gran parte delle operazioni di riqualicazione urbana, il mercato edilizio e quello immobiliare. Su questo sfondo, si cercano sempre altre forme di accesso allabitazione. Ci si arrangia come si pu, spesso erodendo patrimoni familiari in via di veloce sgretolamento.
Non colgo rivendicazioni. Piuttosto lemergere di altre forme di abitare che fanno riferimento al superamento di modelli tradizionali. Abbiamo condotto una ricerca su queste forme nella citt europea. I materiali e le riessioni sono nel blog www.territoridellacondivisione.wordpress.com. Il fenomeno interessante e, bench puntuale, sembra avere la forza di cambiare in profondit la citt. Almeno nelle sue due forme tradizionali: quella della citt individualista, dellemergere del soggetto (la
citt diffusa di cui parlavamo) e quella della comunit chiusa. Le nuove forme abitative hanno ragioni
economiche, ma non solo. Esprimono un mutato quadro valoriale. Si abita in cooperative per avere pi spazio di quanto un appartamento tradizionale offra, pi gente intorno di quanto non accada
nella famiglia tradizionale, per godere di pi tempo, essere pi virtuosi dal punto di vista ecologico.
Il riscontro molto lavoro e un sorta di eccitazione continua. Una forma estrema di superamento
della solitudine accompagnato da un eccesso di comunicazione e promozione via web.

96 AVI architetti

Quando in Italia sar chiaro


che al pregio dell'ambiente
interno di un'abitazione
giusto che corrisponda
anche una qualit
ambientale esterna, qui
pi volte non rispettata a
favore della speculazione
edilizia?

Alfredo Mela
La casa stata e continua a essere una delle priorit essenziali nella percezione degli italiani e, di
fronte ai singoli cittadini e alle singole famiglie, linterno si presenta come una variabile direttamente controllabile, mentre la qualit ambientale esterna dipende tanto da variabili strutturali, quanto dalleffetto di comportamenti aggregati di molti soggetti. Al problema dellinterno pu essere data una
risposta individuale; a quello dellesterno occorre una risposta collettiva, oltre che una molteplicit
di scelte da parte di ciascuno. Torna a questo riguardo il tema dei beni comuni: il termine qualit
ambientale evoca lidea di una equilibrata tutela di una pluralit di commons: acqua, aria, suolo, paesaggio ecc. Penso che la questione dei beni comuni sar uno dei nodi fondamentali per la denizione di un modello di sviluppo praticabile nel prossimo periodo. Un tema che dovrebbe essere connesso con quello relativo alla fuoriuscita dalla crisi economica. Su di esso credo che siano destinate a focalizzarsi in modo crescente anche le preoccupazioni e le attese della popolazione.
Cristina Bianchetti
La qualit un concetto molto utilizzato da parte di architetti, urbanisti, amministratori, promotori immobiliari, politici. Si usa il riferimento alla qualit per valutare ambienti o progetti: in questo caso guardando agli aspetti morfologici con riferimento a una tradizione che in Italia stata importante e ha
avuto una specica attenzione allo spazio tra le cose, ovvero al suolo, al suo disegno, al rapporto tra spazio costruito e spazio aperto. Si usa il riferimento alla qualit per valutare la capacit di un
brano di citt di rispondere alle esigenze di coloro che lo abitano. Pi in generale, si usa il riferimento
alla qualit per costruire ducia, legittimare interventi, giusticare valori. La qualit alla base di un
insieme molto vasto di dispositivi di controllo (osservatori, agenzie di certicazione, ufci studi) ed
al centro di molti momenti partecipativi. Dispositivi e pratiche partecipative cercano di consolidare
(i primi), contestare (le seconde) lautorit legittima di un progetto o di una politica in nome della qualit. Nei due casi, la qualit rispetto alladesione di protocolli, norme, indici. Costruisce una uniformit
che i francesi chiamano ville garantie. Qualcosa di molto diverso dalla qualit per chi abita la citt e il territorio. In altri termini, il tema ambiguo: rende esplicite, non nega, le proprie contraddizioni.
Considerarlo il rovescio della speculazione una scorciatoia.

Lo squilibrio tra spazi


privati e pubblici in Italia
coinvolge anche altri
campi oltre all'assetto
urbano: i servizi, i trasporti
e il regime del suolo. Le
ultime frane e alluvioni
dovrebbero far riflettere.
Come vive il cittadino
questa condizione di
profonda precariet e
incertezza?

Alfredo Mela
Nellultimo rapporto annuale dellOsservatorio Europeo della Sicurezza, del gennaio 2013, ci che
si prola un quadro di aumento complessivo delle percezioni di insicurezza da parte degli italiani.
Come comprensibile, le preoccupazioni legate al lavoro e alla crisi economica sono in forte aumento.
Ci non di meno, nella graduatoria delle paure, la distruzione dellambiente e della natura compare
al primo posto, essendo condivisa circa dai 2/3 degli italiani e, con percentuali minori, emergono anche le preoccupazioni relative alla sicurezza del cibo e alle frane e alluvioni. Non si pu dire che le
preoccupazioni di tipo ambientale, come quelle legate al territorio e al consumo del suolo, non siano ben presenti ai cittadini. Tuttavia esse stentano a trovare unadeguata rappresentazione nei mass
media, a trasformarsi in una domanda politica continuativa e in una pressione perch questi temi orientino lagenda politica. In molti casi, essendo chiamati a formulare un parere diretto, gli italiani si sono
espressi a favore di una coerente difesa dellambiente.
Cristina Bianchetti
Al contrario di quanto dicevamo in rapporto alla qualit, non c molta discussione pubblica attorno a questo tema. Della vulnerabilit ambientale del territorio si parla concitatamente nel momento
in cui alluvioni, frane, terremoti accadono. Ci si indigna, si sottoscrivono appelli. Ma poi come se
le priorit fossero sempre altre. Bisognerebbe tenere conto del rapido mutamento che ha investito
il nostro territorio che ha come riscontro anche la sua pi evidente esposizione a rischi ambientali e
sociali. Entro nuove combinazioni di economia e societ insorgono, evidenti, nuove problematiche
di vulnerabilit ambientale (rischi idrogeologici, inquinamenti, congestione, erosione risorse) e sociale
(immigrazione, working poor, difcolt del ceto medio). Certo il mutamento una condizione straticata e altamente contraddittoria sulla quale si delineano nuove relazioni tra le competenze (non
solo tecniche) e le decisioni. Ma non possiamo non cogliere lurgenza di un ripensamento profondo, mentre il dibattito pubblico nel nostro Paese sembra semplicemente guardare altrove.

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EVENTI

Lectio magistralis di Libeskind


Invitato al Saie3, di fronte a unattenta platea, Daniel Libeskind ha messo a fuoco i punti cardine
che guidano la sua filosofia progettuale. Sottolineando limportanza di far convergere la cultura
tutta allinterno del processo architettonico. Inteso come luogo di stratificazione storica e sociale,
ma soprattutto fonte di ispirazione per un dialogo costante tra il nostro passato e il futuro prossimo

Quando sale sul palco del Saie3 di Bologna, davanti a una platea
di architetti, giornalisti, addetti ai lavori e soprattutto tantissimi studenti, Daniel Libeskind sorridente e sembra sinceramente entusiasta. Indossa una giacca di pelle nera, una t-shirt giro collo e un
paio di stivali texani con la punta. Durante tutta la sua lectio magistralis e la successiva intervista condotta da Nicola Leonardi, direttore di The Plan, riesce a essere coinvolgente, interessante, mai
banale, con intelligenza e con uno spiccato senso dellumorismo.
Le sue parole, la sua gestualit, i suoi racconti: tutto parla di un
uomo che, a quasi 67 anni e dopo aver pensato e realizzato alcuni
dei progetti architettonici pi importanti al mondo, ancora capace
di meravigliarsi davanti alla vita e di affrontarla con una mente aperta
e pronta ad essere stimolata. E alla ne dellintervista, interrogato su
cosa avrebbe voluto consigliare ai tanti giovani presenti, Libeskind
li invita a prendersi dei rischi, a uscire dal sistema, ad allontanarsi
dalla loro casa per conoscere cosa c al di fuori, ad andare avanti
da soli. E a sostegno della sua tesi cita Mos, che invitava i giudei
a lasciarsi tutto alle spalle per andare in nessun luogo, nowhere.
Larchitetto polacco viene introdotto da Leonardi: nato nel 1946 a
d da genitori scampati a un campo di sterminio nazista, dopo
aver vissuto in Israele, dove studia musica, si trasferisce a New York
allet di 13 anni. Qui abbandona la musica per dedicarsi allarchitettura: si laurea nel 1970 alla Cooper Union for the Advancement

98 AVI architetti

of Science and Art e nel 1972 ottiene un diploma post laurea in Inghilterra alla School of Comparative Studies della Essex University.
Il 1988 il momento della consacrazione, espone i propri lavori al
Moma, insieme a Zaha Hadid, Frank O. Gehry e Peter Eisenman, in
occasione di una mostra dedicata agli architetti decostruttivisti.
Decostruttivismo - specicher nel corso della conferenza - un
termine strano per denire un modo di fare architettura, larchitettura infatti costruction non decostruction.
Nel 1989 si stabilisce a Berlino. Tra i suoi progetti pi conosciuti ci
sono il master plan per la ricostruzione del World Trade Center e il
Museo ebraico di Berlino. A ne 2011 il suo studio, Studio Daniel Libeskind, ha completato la riprogettazione di quello che oggi il pi
grande museo della Germania: il Museo di Storia Militare di Dresda.
Attualmente sta lavorando ad alcuni progetti molto importanti in tutto
il mondo, tra cui la riqualicazione dellarea City Life a Milano, Archipelago 21, il master plan per il distretto nanziario internazionale
di Yongsan a Seoul e lIstituto per la democrazia e la risoluzione dei
conitti che si trova in Inghilterra. Daniel Libeskind ha tenuto conferenze e insegnato in molte universit del mondo e nel 2001, primo
architetto nella storia, ha ricevuto l'Hiroshima Art Prize, un riconoscimento che premia gli artisti che hanno a cuore la pace.
Il titolo della conferenza, Anatomy of Architecture, anche il nome
dellinstallazione che Libeskind ha progettato per il Futuredesign

2013 e che rappresenta una riessione su come la posizione della


testa abbia da sempre inuenzato la percezione dellarchitettura.
Libeskind parte proprio da qui, spiegando che pensa alla testa
come allemblema della realt e che la posizione della testa la
chiave di lettura del suo lavoro: gli spazi ruotano intorno allocchio
umano e alla prospettiva con cui osserva la realt che lo circonda.
E parlando di prospettiva parla di Piero della Francesca, del rigore
matematico che utilizza nei suoi dipinti e dei suoi importantissimi
studi sulla prospettiva: non solo stato uno dei pi grandi pittori
mai vissuti, ma anche uno dei pi grandi architetti, pur non avendo
mai progettato edici. Il suo libro De prospectiva pingendi sempre sulla mia scrivania.
Larchitetto polacco entra nel vivo dei suoi lavori architettonici cominciando dalla 18.36.54 House, unabitazione privata situata nel
Cunnecticut occidentale e completata nel 2010, il cui nome deriva
dai 18 piani, 36 punti e 54 linee nel nastro a spirale che ne denisce gli spazi abitativi. Attraverso questo lavoro Libeskind evidenzia
due punti fondamentali della sua poetica: la luce e linserimento delledicio nel paesaggio circostante. La casa infatti rivestita di un
acciaio inossidabile bronzato che riette il paesaggio circostante e
cambia colore a seconda del tempo e delle stagioni. In un secondo
momento, interrogato da un partecipante riguardo alluso dei colori
in architettura, larchitetto risponde che non ama colorare i propri
edici, mi piacciono i colori naturali dei materiali perch in fondo,
tutto colore; e, pi ancora dei materiali, amo la luce, che in architettura la cosa pi importante e che cambia sempre incontrando
la materia.
Libeskind affronta uno dei tempi portanti della sua architettura, il
tema della memoria, attraverso il Military History Museum di Dresda. Larchitetto ha progettato lampliamento delledicio preesistente, risalente all800, studiando un grande corpo appuntito di
forma triangolare fatto di acciaio e vetro che si concca come una
freccia nella struttura gi esistente dividendola in due. Fin dalla sua
fondazione nel 1897, il Museo di Storia Militare di Dresda stato
unarmeria sassone e, successivamente, un museo nazista, un
museo sovietico e un museo tedesco-orientale, oggi il museo di

storia militare di una Germania unita e democratica. Quello che volevo realizzare era un museo che esprimesse una visione critica della
storia, che ne conservasse memoria ma che rappresentasse anche
un paese, la Germania, che oggi ha una nuova identit. Il mio museo non vuole essere solo un contenitore di reperti storici, vuole
portare il visitatore a farsi delle domande, a chiedersi perch c la
guerra?, cosa ci spinge a fare la guerra?, da dove viene la violenza che porta alla guerra?. Libeskind ha voluto che ledicio pi
antico fosse ricostruito in maniera del tutto fedele alloriginale per
creare un dialogo costante tra passato e presente. Salendo sulla
cima delledicio, nel punto pi alto, a 30 metri di altezza, si gode
un ampio panorama della citt di Desdra, ricostruita dopo i bombardamenti che la distrussero nel 1945: Dalla parte opposta,
spiega larchitetto alla base delledicio, si trovano le armi che
hanno portato alla distruzione della citt. Il percorso che porta dalla
base al punto pi alto del museo rappresenta un percorso di rinascita, la possibilit di un futuro migliore. Dagli spazi bui dove sono
custodite le armi, si arriva alla luce che caratterizza il percorso che
porta al punto panoramico. Il passato non deve essere nascosto,
deve essere compreso per poter migliorare il futuro. Il museo lemblema di come la Germania abbia cambiato il proprio modo di vedere la storia per farne tesoro e costruire un futuro migliore. E in
conclusione non risparmia una stoccata a noi italiani: mi sorprendo sempre quando sento che in Italia ci sono ancora persone
che guardano positivamente a Mussolini, una totale mancanza di
consapevolezza.
La storia, per Daniel Libeskind, non qualcosa che puoi fotografare e non solo nostalgia, qualcosa che c, che viva, come
lanima di un uomo che c anche se non si vede. Parla ancora di
memoria quando racconta del masterplan per Ground Zero e della
difcolt di trovare un giusto equilibrio tra il rispetto per la tragedia
avvenuta e la vita che ricomincer in quello stesso luogo. Nel ragionare sulla direzione da prendere per quel progetto ripensai alla
prima volta che vidi la skyline di New York, nel 1959, quando la nave
su cui cerano i miei genitori, io e altre centinaia di immigrati, entr
nel porto della citt. Ho ripensato ai miei genitori che, proprio
come tanti altri newyorkesi, prendevano tutte le mattine la metropolitana per andare a lavorare in fabbrica. Capii che quello che volevo era che il mio progetto non fosse solo per i pochi che avrebbero lavorato in quel luogo, volevo che fosse per tutti, che
diventasse il pi grande spazio pubblico di New York. Per questo
motivo, dei 16 acri su cui dovevo lavorare, 8 sono dedicati al memoriale delle vittime e allo spazio pubblico.
Larchitettura, per Libeskind, che lo ribadisce a pi riprese durante
la lectio magistralis di Bologna, ha a che fare con tutta la cultura.
Non un caso che i miei architetti preferiti non siano architetti, per
esempio Michelangelo e Piero della Francesca, come dicevo allinizio. Come la musica e come la letteratura, larchitettura racconta
lanimo umano. Rifacendosi alla sua formazione musicale, spiega
che creare un edicio come comporre della musica: non solo
mettere insieme porte e nestre, come la musica non solo mettere insieme delle note. Entrambe queste arti creano emozioni andando oltre le regole matematiche che ne costituiscono il fondamento. Larchitetto deve costruire seguendo il musical sense of
armony, il senso musicale dellarmonia. (di Cristiana Zappoli)

AVI architetti 99

SCHEDE
Saint-Nazaire Theatre, Saint-Nazaire (Francia)

Foto Patrick Miara

Foto Luc Boegly

Progetto: K-architectures

Foto Luc Boegly

Il nuovo teatro di Saint-Nazaire, in Francia, occupa il vuoto lasciato dalla distruzione di una vecchia
stazione ferroviaria neoclassica distrutta durante la seconda guerra mondiale. La superficie
di calcestruzzo perforato ripropone caratteristici motivi floreali dei tessuti di seta del XVII secolo

Il teatro di Saint Nazaire, un comune francese situato nel dipartimento della Loira Atlantica, nella
regione della Loira, stato costruito sui resti di
una vecchia stazione ferroviaria dove un tempo
sono passati alcuni dei commercianti pi ricchi del
mondo e i passeggeri dei grandi transatlantici.
Larea della stazione stata da poco coinvolta nel
rinnovamento urbanistico che ha interessato il
porto della citt, che ancora oggi uno scalo marittimo importante per leconomia locale. Durante
la seconda guerra mondiale, l'edicio ha subto un
pesante bombardamento che ha distrutto i due
terzi della citt. Lo studio K-architectures, con
sede a Parigi, ha progettato il teatro ispirandosi,
nei materiali e nello stile, agli edici circostanti. La
massa monolitica richiama un bunker presente
nelle vicinanze, mentre la supercie di calcestruzzo perforato ripropone i tipici motivi oreali
dei tessuti di seta del XVII secolo. Il bombardamento distrusse la galleria vetrata che accoglieva
i visitatori e questo vuoto rimane anche nel restauro dei Karchitectures, lasciato per testimoniare la storia di quel luogo: lentrata costituita
da quello che rimane della vecchia stazione. Appena sorpassate le arcate ci si ritrova nello spazio vuoto che custodisce i resti dei preesistenti binari del treno. uno spazio che gli architetti hanno
interpretato come un foyer allaperto, dove gli
spettatori possono cogliere lincontro tra la storia
del luogo e la nuova architettura. Al volume di cemento destinato all'auditorium maggiore e al palcoscenico, stato annesso un altro corpo che
comprende la hall, l'area per le prove, gli spogliatoi e altri ambienti tecnici. Le facciate di questo
nuovo volume sono state realizzate usando due
tipi di cemento, quello montato in opera e quello
prefabbricato dei pannelli decorativi.

100 AVI architetti

Teatro polivalente, Montalto di Castro (Viterbo)


Progetto: MDU architetti
Il Nuovo Teatro di Montalto di Castro, vincitore
dell'International Property Awards 2010, stato
realizzato dallo studio di Prato MDU architetti. Il
progetto nasce con un duplice obiettivo: si propone come modello concettuale di misurazione
del territorio e contemporaneamente cerca di
esprimere la magia esercitata dall'evento teatrale
nello spettatore. Il territorio di Montalto di Castro
affonda le origini nell'antropizzazione etrusca, le
cui vestigia testimoniano un'architettura di grandi
masse stereometriche in tufo. Nell'immaginario
collettivo contemporaneo Montalto di Castro
evoca il mondo delle macchine della pi grande
centrale elettrica italiana. Il progetto propone un
corto-circuito temporale rispetto al quale l'evoluzione del territorio viene espressa in un unico momento architettonico: arcaicit etrusca versus
estetica della macchina. Il Nuovo Teatro un
grande monolite in cemento, caratterizzato da
leggere variazioni cromatiche e di texture, sul
quale la torre scenica appare appoggiata in modo
etereo: un volume in vetro industriale Uglass che
si smaterializza di giorno confondendosi con il
cielo e che di notte, illuminandosi dall'interno, si
trasforma in una grande lanterna. Una nuova, allungata, piazza in asfalto colorato, concepita
come deviazione del tracciato della strada di accesso al centro storico, conduce all'ingresso del
Nuovo Teatro individuato da un'imponente copertura a sbalzo. Attraverso di esso lo spettatore
viene introdotto in un ambiente continuo in cui foyer e platea uiscono l'uno nell'altra. Le pareti in
cotto dall'andamento spezzato generano uno
spazio che deriva concettualmente dallo scavo
del monolite in cemento. Questa pesantezza morfologica contraddetta dalla vibrazione del materiale che avvolge lo spazio con una grande
tenda e introduce lo spettatore alla magica attesa
dell'apertura del sipario. Alla platea per 400 persone contrapposta un'arena all'aperto per 500
persone che pu usufruire della scena del teatro.

AVI architetti 101

SCHEDE
Gindi Holdings Sales Center, Shoham (Israele)
Progetto: Pitsou Kedem Architects

Nelle foto, esterni e interni del Gindi Holdings Sales Center


di Shoham. Ledificio attira la curiosit dei passanti.
I suoi punti di forza sono la moderazione monocromatica
dellesterno e la geometrica divisione degli spazi interni
102 AVI architetti

Tutte le foto Amit Geron

Il Gindi Holdings Sales Center di Shoham, in


Israele, una struttura utilizzata dalla compagnia
immobiliare come ufcio vendite per un progetto
residenziale in costruzione. stato realizzato
dallo studio israeliano Pitsou Kedem Architects,
fondato nel 2002 da Pitsou Kedem e che oggi si
compone di altri otto architetti, Hagar Tsvi, Irene
Goldberg, Nurit Ben Yosef, Raz Melamed, Noa
Groman, Ran Broides, Hila Sela, Omer Dagan.
Il progetto si pone al conne tra architettura,
marketing e consumo. Lo studio di architetti ha
scelto di relazionarsi a questo edicio come a un
padiglione contemporaneo, nel tentativo di combinare, in ununica costruzione, principi moderni,
minimalisti e architetturali.
Allo stesso tempo il Gindi Holdings Sales Center
riesce, attraverso purezza e forza, a servire la necessit del marchio di una grande compagnia immobiliare, il cui scopo solitamente evidenziare
la sua grandiosit. La struttura, nonostante la
propria natura temporanea (sar demolita nel
giro di un anno) porta con s quelle qualit che
sono di norma associate alla durata.
Ledicio attira la curiosit e lattenzione dei passanti pur mantenendo la sua moderazione monocromatica e la sua forza estetica. Utilizza vasche riettenti per rafforzare il proprio aspetto e
creare illusioni e riessi e combina i cortili interni
e centrali con alberi che spuntano da spazi bianchi e bidimensionali, dando la suggestione dello
spazio e del volume allinterno delledicio.
Uno schema geometrico di linee verticali lignee
funge da involucro per dividere gli spazi. I raggi
solari, urtando la parete, creano un effetto ripetitivo e tridimensionale. Il padiglione riesce perfettamente a rispecchiare entrambe le sue funzioni, quella architettonica e quella di marketing.
stato disegnato e costruito in appena tre mesi.
interamente costituito da uno scheletro metallico per la maggior parte realizzato in fabbrica e poi trasportato sul sito per essere eretto
e rinito. Il Design Team del progetto comprende
Pitsou Kedem stesso, Irene Goldberg e Raz
Melamed.

Hovenring, Circular Cycle Bridge, Eindhoven (Olanda)


Progetto: ipv Delft

Uno spettacolare ponte ciclabile circolare


nella citt olandese di Eindhoven, lHovenring, stato recentemente aperto al
pubblico. Il ponte, sostenuto da cavi, progettato dallo studio di architettura ipv
Delft, offre a ciclisti e pedoni uneccitante
traversata. Con il suo impressionante pilone dal diametro di 72 metri, il suo ponte
e la sua cospicua illuminazione, questa rotatoria ciclistica il nuovo punto di riferimento visivo per la citt. Comprende, oltre allimponente pilone, 24 cavi dacciaio
e una supercie circolare in acciaio. I cavi
sono attaccati alla parte interna del ponte
di copertura, proprio dove il pavimento si
unisce al contrappeso circolare. I supporti fatti a M, vicino agli accessi, assicurano ulteriormente la stabilit. Una delle
sde del processo di progettazione
stata la speciale integrazione con il luogo.
Linfrastruttura e gli edici esistenti hanno
segnato i limiti per i pendii che conducono
su per la rotatoria. Poich lo spazio era limitato, si pensato di abbassare lintersezione sotto il livello del suolo di circa un
metro e mezzo, permettendo una comoda
salita a pedoni e ciclisti. Gli architetti hanno
pensato a un design luminoso: lo spazio
interno tra il contrappeso metallico e il pavimento stato riempito con lamine di alluminio, un rivestimento translucente e ilLa rotonda dacciaio ha un diametro di 72 metri sostenuta da un
luminazione tubolare, che di notte si pilone centrale alto 70, collegato alla rotonda stessa da 24 tiranti.
Pedoni e ciclisti possono accedere tramite quattro rampe
rivelano in un anello di luce ben visibile.
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