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Allegato A

Conferenza dei Comitati Cittadini


L’Aquila – 26.07.2009

LINEE GUIDA PER LA RICOSTRUZIONE/RICONVERSIONE DELLA CITTA’


DELL’AQUILA

La città-territorio può ritrovarsi in un progetto partecipato di processo che le


consenta fin da subito di essere vissuta verso uno scenario di rinnovata
bellezza e qualità urbana, sicurezza costruttiva, autosufficienza,
ecocompatibilità, efficienza ed efficacia economica, fermento creativo che le
consentano di adattarsi alle sfide del III millennio.

Essa dovrà costituire un modello di “riconversione” per le città del pianeta ed assolvere
alle necessità dell’intera collettività secondo parametri di valutazione globale della qualità.

1. La ricostruzione deve essere raccolta in un grande documento strategico


di sintesi capace di indirizzare ed ottimizzare ciascuna singola azione
ricostruttiva/trasformtiva con la convergenza di tutti gli attori istituzionali
secondo una strategia per “innesti” urbani ed architettonici e
l’adeguamento alle prerogative ed alle normative vigenti.. Tale
documento dovrà essere concepito in un luogo specifico di discussione,
comunicazione ed elaborazione, depositario della stratificazione dei
saperi.

2. La ricostruzione urbana deve coincidere con un grande atto collettivo capace di


coinvolgere tutti i gruppi sociali interessati mediante fasi di costruzione del
consenso e procedure partecipative con particolare attenzione al rapporto diretto e
continuativo nelle fasi decisionali con le associazioni ed i singoli cittadini con
centralità rivolta agli abitanti, al territorio, alle conoscenze ed al potenziale creativo
locali.

3. Il processo di ricostruzione deve garantire fin da oggi, e per tutto il suo percorso,
requisiti minimi di urbanità sia attraverso una programmazione virtuosa per
comparti e per fasi, quanto mediante l’installazione reversibile di attrezzature di
servizi essenziali per una piena qualità della vita e delle attività lavorative, in modo
da contrastare la diaspora insediativa, con la finalità di invertire la tendenza in
attrattività.
Qualunque intervento dovrà seguire il principio di non snaturature l’identità storica
della città-territorio.
Nei centri storici la graduale riapertura di determinate porzioni opportunamente
messe in sicurezza dovrà essere accompagnata dall’installazione temporanea di
strutture puntuali dalle spiccate qualità architettoniche e spaziali, destinate a
contenere attività commerciali, servizi, spazi collettivi, ecc a cui si accompagni una
pianificazione dei percorsi pedonali sicuri.
L’extra-moenia va ripensato nel suo assetto spaziale per poter garantire prerogative
di “città” mediante innesti urbani che con le loro qualità spaziali e funzionali possano
fungere da “luoghi” dalle flessibili peculiarità in adattamento alle evoluzioni sociali
ed insediative.

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4. La tragica necessità della ricostruzione deve essere concepita come virtuosa
opportunità di riconversione dell’intero organismo territoriale ai princìpi di
sostenibilità mediante riduzione dei consumi, salvaguardia del territorio, ricorso a
tecnologie a basso impatto, autosufficienza energetica e filiera corta alimentare,
sistemi alternativi di mobilità no-cars in grado di conciliare il diritto alla mobilità ed
alla accessibilità con l'esigenza di ridurre l'inquinamento e le esternalità negative,
messa a reddito del territorio, smart grid energetica, riduzione delle emissioni di gas
serra, risparmio ed uso responsabile delle risorse naturali locali che non
compromettano la fruizione per le generazioni future e che inneschino processi
economici e culturali virtuosi prioritari nelle scelte amministrative della città-
territorio.

5. Nella consapevolezza che l’importanza delle devastazioni provocate dal sisma è


dovuta all’inadeguatezza di parte del patrimonio edilizio storico aquilano nei
confronti dell’evento sismico, la ricostruzione degli edifici non può prescindere da
un profondo ripensamento delle tecniche e metodologie costruttive da accettarsi
come requisiti minimi per garantire un futuro alla città-territorio. E’ necessario quindi
che questi princìpi di sicurezza antisismica vengano considerati prioritari tanto nelle
nuove edificazioni quanto nelle operazioni di restauro e recupero, facendo una
attenta e profonda riflessione su quelli che sono i caratteri storici degli edifici,
evitando museificazioni, falsificazioni e scimmiottamenti (no al falso storico, no al
com’era-dov’era indifferenziato), nella volontà di estetiche della contemporaneità
attente al contesto.
Il restauro ed il recupero vanno interpretati come “atto critico di progetto” dunque,
che parta da una profonda conoscenza del tessuto storico della città-territorio e dei
singoli elementi che lo compongono. Il primo passo verso la conservazione sta nella
ri-conversione e nel ri-uso del patrimonio edilizio storico nel rispetto della loro
identità, senza rinunciare all’integrazione con sistemi attivi e passivi per l’accumulo
e la conversione delle energie rinnovabili da valutarsi caso per caso.

6. La ricostruzione andrà sostenuta da una infrastruttura tecnologica comunitaria e


aperta (open source) progettata con la partecipazione dei cittadini basata sulle più
avanzate tecnologie informatiche e di comunicazione nella direzione di una città
intelligente (smart city) che oltre a facilitare tutte le attività ed i processi urbani
ottimizzandoli nel segno della sostenibilita’ (energia, acqua, trasporti, gestione
differenziata dei rifiuti, etc.) consenta la realizzazione e la fruibilita’ di servizi
innovativi per il cittadino. Tali servizi coprono tutte le dimensioni di vita, da quella
privata a quelle pubblica, economica, sociale, culturale ed artistica.

7. La riconversione del territorio dovrà essere intesa come occasione per un nuovo
modello di sviluppo socio-economico. Improntare la fase della ricostruzione verso
una green town del terzo milennio può voler dire, soprattutto, occasione per
rilanciare un’economia in crisi da anni.
La presenza di fattori ambientali e sociali unici, di una istituzione universitaria votata
alla ricerca e di laboratori di ricerca applicata, la particolare attenzione rivolta a
livello internazionale alla tematica delle energie rinnovabili (giustificata dalle
performances di settore) e la loro profittabilità in specie in territori montani,
rappresentano, in questo contesto storico, una opportunità unica per la provincia
aquilana.

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Si può, a ragione, ritenere che la fase della (non facile) transizione verso un nuovo
modello di sviluppo socio-economico locale potrà essere, nel breve termine,
sostenuta dall'indotto che verrà a crearsi per effetto della ricostruzione post-sisma.
Nel medio-lungo periodo, tuttavia, le scelte che la politica locale prenderà oggi, se
orientate verso la green economy, potranno determinare effetti positivi in numerosi
settori economici (edilizio, turistico, culturale, agricolo etc...).

Attenzione dovrà essere posta, a questo punto, nell'attrazione di investimenti privati


diretti dall'esterno (il territorio come fattore di competitività per le imprese e
destinatario di investimenti pubblici) improntati sui principi della responsabilità
sociale d'impresa (ad esempio Bilancio Sociale Territoriale), nella creazione di un
circolo virtuoso dell’innovazione ("incubatore d'impresa" - incentivi a "start-up"), in
più mirate politiche di marketing territoriale, con l'obiettivo di rilanciare L'Aquila
come centro politico ed economico della Regione Abruzzo.

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