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Avv.

Giacomo Cirincione
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TRIBUNALE CIVILE DI PALERMO


TRIBUNALE CIVILE DI PALERMO
Sez. I Giudice d.ssa MAISANO
MEMORIA ES ART. 183, 6 COMMA, N. 1

PER
Il sig. CIAMPOLLILLO GIUSEPPE, rappresentato e difeso dall
avv. Giacomo Cirincione [Cod. Fisc. CRNGCM54B24G273O, Partita
I. V. A.

03300570821, giusto mandato a margine dell atto di

costituzione e risposta,

- convenuto,
CONTRO

Anza Salvatore, nata a Patti (ME) il 21 aprile 1955 residente a


Palermo in via Umbria n. 6 [cod.fisc.

NZASVT55D21G377B],

rapp.to e difeso dall avv. Salvatore Ferrara e dall avv. Giuseppe Ugo
Abate,

ricorrente,
PREMESSO
il ricorso ai sensi dell art. 702-Bis c.p.c. notificato l 08 novembre 2011 da
Anz Salvatore il quale chiede al Tribunale di Palermo di condannare il
convenuto Ciampolillo Giuseppe al << risarcimento del danno alla sua
reputazione, personale e professionale>>, avendo premesso che il sig.
Ciampolillo ha condotta nei suoi confronti una campagna denigratoria
attraverso alcuni siti internet nei quali pubblica articoli diffamatori e
denigratori contro di lui e l ufficio che egli stesso dirige;
ritenuto impugnativamente quanto dedotto da parte avversa;
il sig. Giuseppe Ciampolillo, ad integrazione e precisazione dellatto di
costituzione e di risposta, eccepisce e deduce :
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le dichiarazioni del sig. Ciampolillo, espresse attraverso la pubblicazione


on-line sul blog da lui curato non integrano affatto gli estremi del reato di
diffamazione ai sensi dell art. 595 c.p manifestandosi esse nell ambito del
diritto di critica e di cronaca il quale agisce come esimente di una eventuale
e tutta da accertare- responsabilit per danni derivanti dalla lesione
del diritto personale all'onore ed alla reputazione.
Nel caso de quo indubbio che ricorrano le condizioni tutte elaborate dalla
costante e pi aggiornata giurisprudenza e dottrina, e cio :
la verit oggettiva della notizia pubblicata;
l'interesse pubblico alla conoscenza del fatto;
la cd. pertinenza ed infine la correttezza formale dell'esposizione (la cd.
continenza).
I fatti oggetto dell asserito danno alla sua reputazione lamentati del dr.
Anz riguardano la questione del pet-coke, materiale fortemente tossico se
liberato in atmosfera, per l uso del quale la Italcementi SPA aveva chiesto
lautorizzazione per il cui rilascio l Anz convoc il 4 luglio del 2007 una
conferenza di servizi, e il Piano regionale di coordinamento per la tutela
della qualit dell aria della Sicilia.
Non vi dubbio che per sono oggettivamente veri i fatti riportati dal sig.
Ciampolillo nelle dichiarazioni contestate dal ricorrente, come gi si
affermato in atto di costituzione: che cio si giunse alla malaugurata
autorizzazione a favore dell Italcementi per l uso del pet-coke dopo che si
svuot di sostanza la conferenza di servizio in cui tutti i soggetti interessati
si riunirono ma nessuno disse niente, come se di fronte agli interessi in
gioco, fosse ammissibile non dire niente, non porre a confronto le proprie
posizioni, non chiedere informazioni ed assicurazioni. L interesse pubblico
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in quella seduta necessitava certamente di comportamenti attivi mentre il


silenzio e l astensione non possono essere lespediente cui si ricorre per
trarsi d'impaccio: chi doveva tutelare i cittadini siciliani massimamente
proprio l Anz- non poteva nascondersi dietro il silenzio e il non intervento.
Quello che contava non era risultare presenti alla seduta e poi guardarsi
attorno, ma curare gli interessi rappresentati operando affinch quelli privati
della societ commerciale non soverchiassero il diritto alla salute dei
cittadini di Isola delle Femine e dei comuni limitrofi.
Pur non avendo titolo a presenziare a quell incontro, Giuseppe Ciampolillo,
animato da forte senso civico, si poi mosso a tutela di questi interessi
sollevando dubbi, denunce, interrogativi contro cui l Anz non ha mai
voluto rispondere, chiarendo, per esempio, che senso avesse la conferenza di
servizi del 4 luglio 2007 da lui convocata quando indubbio e dimostrato
(doc. n. 12 prodotto agli atti di causa) che egli stesso era a conoscenza che
sulla richiesta della Italcementi SPA per l uso del pet-coke era stata gi
avviata da circa sei mesi la procedura A.I.A., prevista dal Dlgt 592005, art. 5
n. 14, che per legge assorbe e supera ogni altra conferenza di servizi ?
Il comitato Isola Pulita, di cui il Ciampolillo stato sempre uno dei pi
attivi componenti, aveva o no di ch sentirsi allarmato di fronte al modo in
cui era (anzi non era) stata tutelata la salute degli abitanti di Isola delle
Femine, pubblicando infine la narrazione dei fatti, insieme ai commenti
critici all operato di alcuni protagonisti della vicenda, fra cui l Anz, di
modo che ognuno dei lettori potesse conoscere il rischio per la salute a cui
andava incontro, rafforzando cos anche larea del dissenso e la speranza di
una migliore salvaguardia ?
Interesse pubblico alla conoscenza dei fatti e diritto di critica che
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ritroviamo in una dimensione ancora pi allargata anche nella seconda


vicenda su cui verte il ricorso dell Anz: quella che ha posto in gioco la
qualit dell aria di tutti i siciliani.
Se sol si considera che notoriamente in Sicilia si concentrano le industrie pi
inquinanti e pericolose dalle raffinerie di petrolio, ai gasdotti ed altre
produzioni chimjiche che infestano l aria di citt come Gela, Augusta,
Priolo, Milazzo, per includere anche lo stesso cementificio di Isola delle
Femmine dove si fa uso, come detto, del pet-coke, ben si comprenda come
fondamentale sia poter misurare lo stato chimico-fisico dellatmosfera, cos
come viene accertato per legge da un ente al di sopra di ogni altro interesse
com quello istituzionalmente il governo della regione.
Ed di nuovo l Anz pagato o non pagato per lopera realizzata, ha poca
importanza- a condurre una delle pi spregiudicate operazioni nella storia
della Regione Sicilia. La copiatura, per altro grossolana e a tratti
paradossale, dell importante documento da altro analogo proveniente dalla
regione Veneto. Documento neppure sottoposto a correzioni prima di essere
pubblicato talch ripetutamente in esso si parla della regione veneta anzich
di quella siciliana (per esempio a pag. 207 si legge << bacino aerologico
padano>>). Non a caso la stampa locale e nazionale ne hanno tratto motivo
di meraviglia e di preoccupazione. Cos stato per la trasmissione satirica
Striscia la notizia.con un servizio della giornalista Stefania Petix. A lei,
che lo intervistava in televisione sull incredibile copiatura dei due
documenti, lo stesso dr. Anz non d alcuna risposta esauriente e lui, che
responsabile del progetto, tende a lavarsene le mani cos: <<Il piano
stato fatto da molte persone. E alcune lavorano all universit:
probabilmente non apprezzano la differenza fra consiglio regionale e
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assemblea regionale >>. Ma stava proprio all Anz la competenza di


indirizzare prima, e rivedere poi, quanto scritto dai vari collaboratori ed
emendarlo fino a farne un documento veramente utile per la collettivit e
specificamente per i soggetti pubblici e privati che possono farne strumento
di consultazione. Dire allora che egli non ha vigilato, non ha visto, non ha
curato dire, in buona sostanza, che non ha fatto quel che la sua posizione
di responsabile del progetto richiedeva. Sintetizzare questo concetto con la
parola inettitudine -riferito ovviamente a questa vicenda-, ha reso
controparte ancora pi agguerrito fin a chiedere al G.I. di censurare il
vocabolo dalla pag. 9 della comparsa di costituzione e di risposta del sig.
Giuseppe Ciampolillo. Istanza alla quale ovviamente il convenuto ribadisce
la sua opposizione.
E per maggiore conoscenza dei fatti, si riporta anche la fedele trascrizione
del servizio della giornalista Alessandra Pinella del TG3 della R.A.I. andato
in onda il 27 novembre 2007.
[ CONDUTTORE IN STUDIO ] : <<... La regione aveva approvato il
piano della qualit dell'aria: una buona notizia ma ora c' il sospetto che
quel piano sia stato copiato dalla regione Veneto e per di pi con sviste
gravi ed evidenti come vedremo nel servizio di Alessandra Pinella
[ ALESSANDRA PINELLA, autrice del servizio radio-giornalistico ]
<< Una descrizione paesaggistica che con la Sicilia non c'entra nulla.
Eppure, a leggere il piano regionale di coordinamento per la tutela della
qualit dell'aria adottato il 9 agosto scorso in Sicilia, si scopre l'isola come
una regione del Nord d'Italia. Tra le citazioni del piano, il sistema
aerologico padano della regione siciliana; le piste ciclabili lungo gli
argini dei fiumi presenti nei centri storici dei comuni siciliani;

l'inquinamento per l'eccessivo uso del riscaldamento dovuto al clima rigido


dell'isola; la Sicilia trasformata in una regione a statuto ordinario; e per
ultimo un link che richiama la regione Veneto. Sembrerebbe dunque un
piano interamente copiato da quello della regione Veneto e

peraltro

bocciato dall' Unione Europea.


L'appello di Legambiente: <<noi chiediamo all'assessore regionale, che
riteniamo persona assolutamente responsabile, di revocare immediatamente
questo piano, che ha adottato con un decreto il 9 agosto scorso, per passare
immediatamente alla redazione di un piano di risanamento vero. E
chiediamo all'assessore di individuare le gravi responsabilit.>> Per
l'assessore regionale al territorio ambiente si tratta di un errore dovuto
all'urgenza:
<<Errori dovuti alla fretta, senza altro: perch il piano della qualit
dell'aria ha fatto... la mancanza del piano ha fatto s che la Sicilia
incorresse in procedura di infrazione. Per cui il piano sar verificato.
Nomineremo se il caso una commissione - chiamiamola d inchiesta
interna- per verificare questi errori. Poi, magari chi sa, potremo scoprirne
qualche altro:

magari di avere, non lo so, preso come riferimento i

ghiacciai dell'Antartide.>>
Come si vede l assessore dell epoca tenta di minimizzare, con grave
imbarazzo, la responsabilit del team di esperti guidato dall Anz e anticipa
l avvio di una indagine interna. Certo non era il caso di chiudere l
intervista con una battuta sull Antartide, ben sapendo che quel documento
appena pubblicato diventa uno strumento di misurazione e di riferimento per
enti come le Aziende sanitarie locali, gli ospedali, le scuole, i cantieri per le
opere pubbliche. Appare evidente la anche la preoccupazione del comitato
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Isola Pulita, da tempo in attesa di conoscere anche le indagini sull aria in


quella zona in cui gi si utilizzava il pet-coke.
In conclusione risulta ampiamente dimostrato come sul blog curato da
Giuseppe Ciampolillo ricorrano proprio quelle condizioni (la verit
oggettiva della notizia pubblicata; l'interesse pubblico alla conoscenza
del fatto; la cd. pertinenza ed infine la correttezza formale
dell'esposizione, cd. continenza) che ben consentono di dire che egli ha
esercitato il suo diritto di cronaca e di critica e non ha assolutamente
sconfinato nell asserita, e gratuita, diffamazione del dr. Anz.
Il quale, per altro, per l insistenza che fa sulla esistenza del reato
consumato, sembrerebbe altalenare, in alcuni momenti, fra la domanda di
risarcimento del danno e la richiesta di condanna per il reato di
diffamazione. Ora, poich cosa ben diversa essere condannato al
risarcimento del danno in sede civile e l essere condannato per aver
commesso un reato, cogliendo lo spirito della ricercata precisione delle
parole fatto proprio dall Anz, non possiamo non sottolineare che al
massimo egli poteva dire che i fatti da lui narrati astrattamente avrebbero
potuto intergare gli estremi del reato di diffamazione ai sensi dell art. 595
c.p.; giammai concludere che << di tutta evidenza che le suddette
dichiarazioni [quelle riportate nel blog Isola Pulita, n.d.r.] erano del tutto
gratuite ed infondate ed integrano gli estremi del reato di diffamazione ai
sensi dell art. 595 c.cp. sia per la presenza dell elemento oggettivo che di
quello soggettivo. Gli articoli per cui causa presentano, infatti, gli
elementi strutturali del reato di diffamazione on line >>
L affermazione dell Anz ingiusta ed avventata poich nel nostro
ordinamento giuridico il reato tale soltanto in esito all accertamento
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giudiziale confermativo di fatti e circostanze che fino a quel momento sono


notizie di reato (e di fatti con sentenza il Giudice pu dichiarare che il
reato non sussiste). A partire da queste ultime, si procede con indagini
finch il processo dichiarer se reato veramente vi fu. Ma nel caso della
diffamazione, l avvio delle indagini sottoposto alla condizione che vi sia
querela della persona offesa: senza di essa n si svolgono indagini, n
prende avvio l azione penale. E l Anz non ha mai sporto querela alcuna
contro il Ciampolillo. Dunque se manca la querela, se non c azione penale,
come pu egli affermare nel suo scritto difensivo, alle pagg. 10 e 11, che i
fatti riferibili a Giuseppe Ciampolillo << di tutta evidenza [che]
integrano gli estremi del reato >> ?
Tale precipitosa e ingiusta affermazione supera per gravit il lamentato uso
delle parole che l Anz ha rilevato come da verbale di causa del
28.12.2011- nell atto di costituzione in giudizio del Ciampolillo.
E per tale motivo Giuseppe Ciampolillo chiede sin dora che siano censurate
le ingiuste affermazioni di controparte contenute alle pagg. 10 e 11 del suo
ricorso introduttivo.
E affinch, infine, appaia all Anz che non sussiste, neppure in astratto,
l elemento soggettivo del reato di diffamazione anche in riferimento a
quanto si afferma alla pag. 9, dal rigo 10 in poi, della comparsa di
costituzione e risposta, si ribadisce che il convenuto Ciampolillo Giuseppe
rivolge dal suo blog le sue battaglie civili anche contro uomini di poco
spessore morale, <<interessati unicamente ai successi personali, non di
rado economici>>, i quali in tal modo <<gettano ignominia sulle
pubbliche amministrazioni e generano sfiducia ed abbandono nei
cittadini>>. L' affermazione, astratta e non ritagliata sulla persona dell
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Anz, potrebbe addirittura essere da lui condivisa tanto di portata generale;


essa non dovrebbe nuocere ad alcuno che sia consapevole di appartenere a
categorie di uomini ben lontane da tali deviazioni dal senso del dovere
pubblico. Per il convenuto gli avversari sono quelli che oggettivamente non
realizzano il bene pubblico; peggio se mirano in modo sotterraneo a fini
personalistici e privati. Ma egli non fa tautologia delle due affermazione.
L Anz non dovrebbe stare all erta per scorgere ogni pi piccolo errore di
linguaggio anche in corso di causa. Dovrebbe invece dimostrare. A sostegno
delle sue domande, che il Ciampolillo si ingiustamente accanito contro di
lui, arrecando danno alla sua reputazione, al suo onore, alla sua immagine
discendente dalla sua posizione di alto funzionario della Regione Sicilia. Ma
quantunque egli si adoperi, la verit reale dei fatti riportati negli scritti del
Ciampolillo e il diritto di critica che discende direttamente dall art. 21 Cost.
<< pu essere esercitato [perfino] utilizzando espressioni di qualsiasi
tipo anche lesive della reputazione altrui, purch siano strumentalmente
collegate alla manifestazione di un dissenso ragionato dall'opinione o
comportamento preso di mira e non si risolvano in un'aggressione gratuita
e distruttiva dell'onore e della reputazione del soggetto interessato>>.
Tanto chiarisce la Suprema Corte di Cassazione in tale sua recente decisione
: Cass. civ. Sez. III, 08/05/2012, n. 6902.
Ci perch interviene un altra recente decisine della Corte- <<in tema di
diffamazione a mezzo stampa, non sussiste una generica prevalenza
del diritto all'onore sul diritto di critica, in quanto ogni critica alla persona
pu incidere sulla sua reputazione, e del resto negare il diritto di critica
solo perch lesivo della reputazione di taluno significherebbe negare
il diritto di libera manifestazione del pensiero; pertanto, il diritto di critica
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pu

essere

esercitato

anche

mediante

espressioni

lesive

della reputazione altrui, purch esse siano strumento di manifestazione di


un ragionato dissenso e non si risolvano in una gratuita aggressione
distruttiva dell'onore. >> [Cass. civ. Sez. III, 22-03-2012, n. 4545 (rv.
621644]
Giuseppe Ciampolillo ha agito contemporaneamente nell ambito del diritto
di cronaca e del diritto di critica, come gi stato ribadito in comparsa di
costituzione e risposta. Non esercizio di mera dichiarazione di opinione, ma
pieno esercizio di esprimere la propria idea oltre alla puntuale cronaca dei
fatti in cui intervenuto l Anz- su una questione oggettivamente di grande
interesse pubblico e condiviso qual il bene della salute, anch esso
costituzionalmente tutelato.
E sebbene il giudizio, come critica, pu andare oltre la rappresentazione dei
soli fatti (cronaca) esso meritevole della tutela dell art. 21 Cost. <<
poich il diritto di cronaca non deriva solo da una libert, ma anche dal
dovere di informare la collettivit su fatti di interesse pubblico sarebbe
controproducente se si vincolasse il diritto di critica alla verit o alla
continenza formale che si esige nella cronaca, perch non stimolerebbe
alcun dibattito. Il diritto di critica non informazione, ma legittimo
attacco>> [ in Il Diritto di Critica, sito web didefa dell informazione
curato da avv. Antonello Tomanelli del Foro di Bologna :
http://www.difesadellinformazione.com/72/il-diritto-di-critica/ ]
Palermo 15 ottobre 2012

avv. Giacomo Cirincione

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