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strumento che rivela valenze politico-sociologiche impensabili nei decenni precedenti, comportando
profonde modificazioni nelle dimensioni, nelle funzioni, nelle strutture e nei comportamenti delle
pubbliche amministrazioni5.
Le norme contenute nella L. n. 241/90 in tema di partecipazione al procedimento
amministrativo costituiscono una svolta nel ruolo con cui si considera il procedimento dando la
possibilit ai cittadini di partecipare allazione amministrativa sin dalla fase della sua impostazione
e dalla scelta degli obiettivi. Tali norme hanno praticamente contribuito a far venir meno il cd.
principio inquisitorio sul quale si basava, in passato, listruttoria del procedimento
amministrativo6.
Sostanzialmente la garanzia di partecipazione al procedimento amministrativo pare diretta a
specifici fini:
1) perfezionare il processo di democratizzazione dellattivit amministrativa;
2) consentire alla pubblica amministrazione, nellemanazione dei provvedimenti, di tener conto
di importanti elementi che altrimenti avrebbe ignorato;
3) attenuare il contenzioso giurisdizionale, attraverso il sistema collaborativo;
4) apportare un alto grado di trasparenza nellattivit amministrativa;
5) dotare il cittadino di efficaci mezzi di tutela preventiva dei propri diritti soggettivi ed
interessi legittimi, garantendolo mediante lassicurazione della possibilit formale di
introdurre nel procedimento la conoscenza dei propri interessi;
6) attribuire al procedimento la funzione di mediazione fra concentrazione e pluralismo, tra
struttura burocratica ed autoamministrazione sociale, tra principio autoritativo e principio
democratico, tra realizzazione dellimparzialit (fine di garanzia) e realizzazione
dellefficacia (fine di buona amministrazione).
Mentre prima della L. n. 241/90 la tendenza dellamministrazione era quella di limitare o
addirittura annullare lo spazio del cittadino, con la legge sul procedimento amministrativo si
invece voluto trasformare lazione amministrativa da autoritaria in azione partecipata con il pregio,
da un lato, di avere caratteristiche di democraticit e, dallaltro, di avvicinare ed interessare gli
estranei allazione amministrativa.
Nellordinamento italiano vigevano sino allemanazione della L. n. 241/90 delle particolari
forme di partecipazione quali il diritto di audizione in materia disciplinare, il diritto di
partecipazione al procedimento attraverso osservazioni ed opposizioni in materia urbanistica, nel
contesto dellespropriazione ecc.; dopo la legge la partecipazione ha assunto carattere generale e si
estende ad ogni procedimento, salvo quanto disposto dallart. 13 della stessa, per rendere
trasparente lattivit amministrativa.
Alla luce del procedimento come partecipazione e cio del procedimento partecipato sta la
concezione di unamministrazione rilevante non solo e non tanto per la funzione esecutiva rispetto
alle leggi ed operante in margini ristretti di discrezionalit, bens unamministrazione
sufficientemente libera rispetto alla volont legislativa, svincolata da obiettivi politici immediati,
informata al rispetto di precise regole di comportamento, in grado di congegnare con libert le
operazioni, le misure ed i provvedimenti in funzione sociale e capace di individuare e selezionare
interessi.
La partecipazione del privato al procedimento mira ad attivare una vera e propria
collaborazione dello stesso allattivit amministrativa esplicando un ruolo collaborativo assegnato al
5
6
14
Cfr G. Virga, La partecipazione al procedimento amministrativo, Milano, 1998; G. Pericu, in AA.VV., Diritto
amministrativo, vol. II, Bologna, 1993.
15
V. Italia, Procedimento e accesso agli atti e documenti amministrativi negli statuti e nei regolamenti comunali e
provinciali, in I rapporti fra cittadini e istituzioni nelle recenti leggi di riforma delle autonomie locali e del
procedimento amministrativo, Milano, 1992, p. 39, ove lAutore sostiene che, pur essendoci differenze tra le due norme,
tali differenze non sono di portata tale da comportare contraddittoriet ed incompatibilit tra di esse.
16
Cfr Consiglio di Stato, sez. V, 2.2.1996, n. 132.
Comunque sia tutti i soggetti sopraccitati, indipendentemente dalle forme con cui vengono a
conoscenza del procedimento, hanno gli stessi diritti e facolt di intervenirvi come si desume
dallart. 10 della L. n. 241/90.
Nella parte iniziale dellart. 9 della L. n. 241/90 si dispone che pu intervenire nel
procedimento qualunque soggetto che sia portatore di interessi pubblici o privati ed il
riconoscimento di tale facolt di intervento prescinde dal fatto che linteresse sia di natura pubblica
o privata; inoltre la possibilit di intervento prescinde da ogni distinzione circa il tipo di
procedimento o la natura dellinteresse.
Il fatto che la norma disponga che pu intervenire qualunque soggetto portatore di
interessi pubblici o privati dimostra la maggiore incisivit della stessa rispetto allart. 8, c. 2 del
D.Lvo n. 267/2000 ove si dispone che nel procedimento amministrativo devono essere previste
forme di partecipazione degli interessati.
Pu intervenire al procedimento amministrativo qualsiasi persona fisica, anche straniera e
poich deve essere portatore di interessi pubblici o privati dovr essere capace di intendere e di
volere mentre risulta quindi preclusa la partecipazione agli interdetti, inabilitati e incapaci ecc. ma
non certo ai loro tutori e curatori.
Dato che il riferimento a qualunque soggetto nulla vieta che possano intervenire nel
procedimento amministrativo anche persone giuridiche, associazioni, fondazioni, enti pubblici,
partiti politici ecc..
Il termine interesse in senso giuridico considerato come causa, motivo, fine, funzione e
la sua funzione varia a seconda di chi esercita lapprezzamento. Gli interessi indicati nellart. 9 della
L. n. 241/90 devono comunque essere rilevanti e quindi non devono essere fantasiosi o impossibili
da realizzare: possono essere anche interessi morali17 e comunque deve trattarsi di un interesse
concreto.
E opportuno ora soffermarsi su alcuni concetti enunciati nellart. 9 della L. n. 241/90 quale
quello di interessi pubblici.
La dottrina ha fornito diverse definizioni di interesse pubblico; sono interessi di una pluralit
di soggetti, considerata come unit che trascende i singoli componenti 18; sono interessi riferibili ad
un corpo sociale nel suo complesso o a sue componenti particolari, ma sempre di gruppo, e quindi
interessi generali o settoriali che possono essere affidati alla cura di un organismo esponenziale del
corpo o del gruppo19; quindi linteresse pubblico pu costituire la sommatoria di tanti interessi
individuali nella stessa materia e nello stesso segno: in tal caso si parla di interessi sociali, o
collettivi, o superindividuali ai quali lordinamento attribuisce rilevanza giuridica20.
Gli interessi pubblici vengono affidati alle persone giuridiche pubbliche le quali non sono
libere di disporre ma sono tenute per obbligo di legge alla loro cura e protezione. Interessi pubblici
sono quelli della massima collettivit, tipicamente gli interessi propri dello Stato, ma anche quelli di
17
Cfr Consiglio di Stato, Sez. VI, 10.7.1989, n. 846: in forza di tale decisione il solo interesse morale sufficiente a
legittimare la tutela giurisdizionale contro atti che si sostiene erano stati adottati contra legem.
18
Pugliatti, voce Diritto pubblico e privato, in Enciclopedia del diritto,p. 740; si vedano anche gli art. 82 Costituzione e
gli artt. 868 e 384 cod. civ..
19
Caianello, Diritto processuale amministrativo, Torino, 1988, p. 159; Federici, Gli interessi diffusi, Padova, 1984, p.
99.
20
Quarantulli, Mezzi e modi di composizione degli interessi pubblici, in Amministrazione e politica, 1985.
raggruppamenti della collettivit come le regioni, le province ed i comuni che sono portatori di
interessi della comunit.
Nella categoria degli interessi pubblici si distinguono quelli generali (ad es. istruzione
pubblica, sicurezza esterna ecc.), settoriali (ad es. amministrazione dellindustria, del commercio
ecc.), globali che riguardano linteresse preso in tutta la sua consistenza materiale, in tutta la sua
interezza (ad es. igiene pubblica) o puntuali che investono singole parti di un interesse.
Circa linteresse privato un interesse riconosciuto dallordinamento giuridico come
esclusivamente proprio del suo titolare ed un interesse individuale21. Il portatore dellinteresse
privato ne il dominus che pu a suo piacimento, provvedere o meno alla sua soddisfazione o alla
sua tutela.
La differenza tra interesse protetto nel diritto privato e interesse protetto nel diritto
amministrativo individuabile nelle diverse strutture per cui la protezione dellinteresse protetto nel
diritto privato tale da non esserne concepibile neanche la violazione, mentre la protezione
dellinteresse protetto nel diritto amministrativo non ha il fine di rendere giuridicamente impossibile
la lesione della posizione fatta allinteressato.
Ad esempio, dei portatori di interessi privati ai sensi dellart. 9 della L. n. 241/90 potrebbero
essere quei destinatari previsti dallart. 7 della stessa legge, ai quali, per difficolt legate alla loro
identificazione, non sia pervenuta la comunicazione di avvio del procedimento.
Lart. 9 della L. n. 241/90 dopo aver previsto la possibilit di intervenire nel procedimento
amministrativo da parte dei soggetti portatori di interessi pubblici o privati, prevede che possano
intervenire nel procedimento i portatori di interessi diffusi che siano costituiti in associazioni o
comitati.
La giurisprudenza22 ha ritenuto che la nozione di interesse diffuso presuppone il
collegamento a beni individuali o collettivi della cui tutela si fanno promotori formazioni sociali
munite di struttura organizzativa e caratterizzate da idoneo grado di rappresentativit, ma non pu
essere dilatata fino a comprendere le situazioni di mero interesse semplice alla legalit, economicit
e buon andamento dellazione amministrativa.
Gli interessi diffusi individuano quelli di cui titolare una buona parte della collettivit,
senza per che tali interessi possano essere imputati a soggetti ben individuati.
Gli interessi diffusi si differenziano da quelli pubblici (a questi ultimi accomunati dal loro
oggetto costituito da beni di rilevanza generale) per la diversit dei soggetti ai quali sono imputabili
le situazioni giuridiche che li riguardano. La tutela degli interessi pubblici affidata
istituzionalmente a soggetti preposti alla loro gestione. Gli interessi diffusi fanno capo a soggetti
che fruiscono i beni collettivi e somigliano agli interessi legittimi, potendo entrambi essere
rispettati spontaneamente, oppure calpestati, dallattivit autoritaria della pubblica
amministrazione23.
21
La dottrina in modo controverso ha anche sostenuto che gli interessi diffusi si differenziano
dagli interessi collettivi perch questi ultimi costituiscono una categoria pi ristretta di interesse
diffuso24.
Gli interessi diffusi, come quelli collettivi, sono superindividuali ma mentre quelli collettivi
sono imputabili ad un determinato ente, gli interessi diffusi restano allo stato fluido e richiedono un
processo di aggregazione mediante lopera di associazioni di tutela25. Si considerano pertanto
interessi diffusi gli interessi di uguale contenuto, comuni a pi soggetti, distinti dalle tradizionali
situazioni giuridiche soggettive, che vengono condivise da una pluralit di soggetti, perch
manifestazioni di un nuovo modo di intendere il rapporto soggetto bene.
Affinch i portatori di interessi diffusi possano partecipare al procedimento amministrativo
necessario che siano costituiti in associazioni o in comitati in quanto il legislatore ha voluto
lesistenza di una organizzazione stabile volta ad assicurare la seriet dellintervento nel
procedimento e quindi non avere il solo fine di creare blocchi allattivit amministrativa 26. Pertanto
fino a quando non ci sia la costituzione di enti esponenziali che perseguono interessi diffusi, non si
pu riconoscere n al gruppo n ai singoli appartenenti la potest di intervenire nel procedimento
per la tutela dei predetti interessi.
E quindi necessario ricordare che per associazione si intende lorganizzazione stabile di
pi soggetti per la gestione di un interesse comune e per il raggiungimento di uno scopo che, a
differenza di quanto accade per le societ civilistiche e della comunione ereditaria, non si propone
n un conferimento iniziale, n guadagni o beni da ripartire tra i soci 27. Nellassociazione infatti la
collettivit organizzata prende vita da un atto di autonomia contrattuale assunto dai componenti.
Ai fini dellapplicazione della L. n. 241/90 non rileva il fatto che lassociazione sia
riconosciuta o non riconosciuta in quanto lart. 9 fa riferimento solo ad associazioni; risulta pertanto
irrilevante la distinzione tra associazioni facoltative, obbligatorie e coattive oppure tra associazioni
perpetue e temporanee, oppure tra associazioni nazionali o locali.
Perch si possa parlare di associazione riconosciuta necessario che la stessa, ai sensi
dellart. 14 e seguenti del codice civile, abbia i seguenti elementi fondamentali atto costitutivo,
statuto, scopo, patrimonio, sede e denominazione e sia rispettosa di quanto previsto nel DPR n.
361/2000; per lassociazione non riconosciuta, disciplinata negli artt. 36 e seguenti del codice civile,
non richiesta una forma determinata per la costituzione.
Nel procedimento amministrativo possono intervenire solamente quelle associazioni o
comitati qualificate dalla liceit degli interessi perseguiti, dalladeguata rappresentativit degli
interessi oggetto della loro finalit, dallo svolgimento effettivo dellattivit indicata nello statuto
ecc..
In merito al comitato si ricorda che consiste in un gruppo ristretto di persone che cura
determinati interessi ed disciplinato principalmente dagli artt. 39 e seguenti del codice civile. La
sua durata normalmente transitoria28 e persegue finalit assistenziali o promozionali avvalendosi
24
Cfr Bricola, Partecipazione e giustizia penale, le azioni a tutela di interessi collettivi, in Questione criminale, 1976.
Cfr Gabrielli, Appunti su diritti soggettivi, interessi legittimi, interessi collettivi, in Rivista trimestrale processuale
civile, 1984, p. 969.
26
Caranta-Ferraris, La partecipazione al procedimento amministrativo, Milano, 2000.
27
Si veda al riguardo De Giorni, Le persone giuridiche in generale. Le associazioni e le fondazioni, in Trattato
Rescigno, 2, Torino, 1982; G. Rossi, voce Associazioni di diritto pubblico, in Digesto delle discipline pubblicistiche,
Torino, 1987.
28
Rescigno, Manuale del diritto privato italiano, Napoli, 1986, p. 222.
25
di mezzi finanziari ricevuti da terzi. Il suo primo atto ufficiale consiste nellannuncio del suo
programma effettuato al fine di sollecitare il pubblico a compiere le oblazioni occorrenti per
finanziare liniziativa programmata; dal programma e dallo scopo del comitato si pu desumere se
possa esprimere o meno interessi diffusi.
La definizione delle associazioni o comitati dei singoli settori che abbiano carattere
rappresentativo di interessi partecipativi di competenza delle singole amministrazioni che devono
provvedere mediante atti amministrativi di carattere generale.
Nellart. 9 della L. n. 241/90 altro punto da sviluppare la disposizione cui possa
derivare un pregiudizio dal provvedimento .. Nella disposizione non si fa alcun riferimento alla
lesione di interessi ma ad un concetto pi ampio tale da ricomprendere anche il pi lieve disturbo
allesercizio o al godimento di determinate facolt.
Il pregiudizio si pu definire come un danno materiale o morale, non necessariamente
economico (es. alla salute, ai cosiddetti diritti della personalit ecc.), provocato da un dato evento
che colpisce o minaccia un singolo o una collettivit. E pertanto da intendersi come un ostacolo al
conseguimento di determinati vantaggi, uno svantaggio, un ostacolo 29. Dato che la norma non
distingue alcuna categoria di interesse da difendere ma accorda la partecipazione ed il
contraddittorio a qualsiasi procedimento, il pregiudizio non consiste solo in una situazione
soggettiva attuale che pu essere diminuita dallazione pubblica, ma anche nel venir meno di una
aspettativa. Danno, svantaggio o ostacolo che sono potenziali in quanto si potrebbero verificare solo
nel caso in cui venisse in essere quel determinato provvedimento amministrativo.
Non si tratta di un danno ingiusto o di un danno antigiuridico ex art. 2043 del cod. civ. che
d luogo ad un risarcimento, in quanto il provvedimento finale non pu essere un atto contra legem;
il pregiudizio consiste quindi in un danno da atto legittimo e non antigiuridico, in una diminuzione
dellinteresse altrui in quanto contrastante con altri interessi, causando un conflitto di interessi
secondo le esigenze della giustizia che potrebbero essere composti nel procedimento
amministrativo. Pertanto non consequenziale che dalleventuale pregiudizio debba derivare
necessariamente un indennizzo a favore di coloro che, con il provvedimento, vedono menomati
alcuni propri interessi.
Il pregiudizio non deve riguardare, per le associazioni ed i comitati, le posizioni di cui
titolare il soggetto giuridico, bens il bene collettivo per la cui tutela sono state costituite.
Affinch ci possa essere pregiudizio necessario che lo stesso derivi da un provvedimento
finale del procedimento e non da un atto intermedio; il provvedimento amministrativo una
categoria di atto amministrativo tipico e nominato ed un atto amministrativo autoritativo ossia un
atto nel quale la pubblica amministrazione esprime il momento dellautorit. Si tratta pertanto di un
atto volto alla realizzazione di interessi specifici della pubblica amministrazione e consistente in
disposizioni destinate a produrre modificazioni di situazioni giuridiche, oppure a negare le
modifiche richieste dagli interessati.
Sulla scorta di quanto sopra non ammessa la partecipazione in procedimenti che non si
concludono con un provvedimento ma con un atto amministrativo che assolve funzioni strumentali
o accessorie o in atti non dotati di carattere autoritativo.
29
30
Piccozza, Finalmente la legge sul procedimento amministrativo e sul diritto di accesso ai documenti amministrativi,
in Il corriere giuridico, 1990, n. 10, p. 1048.