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YEnmendaie), aus ing 8 W. tle White (onde 1859 ‘ule tedoche SJ. Kichoonn (Lips 188g, 8 A Duchene ss sos tduce Primi e Fee dC. Gebondt iia font tndce Pendens Tole rieraio, del mentarare, Je tude! lane . ‘Danes (ota 1943) edi A. Cast (no 395, del Pen: es gues dE Carll (Uri 298) ‘Trattato sull'emendazione dell’intelletto e sulla migliore via per dirigerlo alla vera conoscenza delle cose Tl Trattato.sullemendazione delfintlletto cc, che, incompiuto, presentiamo qui al Iettore, fu com: posto dallautore gid molti anni or sono. Egli ebbe sempie Tintenzione di completarlo, m2, impedito da altze occupazioni ed infine rapito dalla morte, non poté condurre opera al termine desiderato. Ma con tenendo il Trattato pensieri di grande altezza e uli lita, 1 quali non dubitiamo affatto che saranno di non poco giovamento alfonesto riceratore della ve- rit2, non abbiamo voluto privarne il Tettor. E affinché non si sia troppo severi verso cid che di ‘oscuro, di ancora shozzato e non rifnito visi incon- tra qua e Ii, abbiamo voluto premettere quest avver tenza, perché non s'ignorino questi partcolai 34 [2] Dopo che Tesperienza mi ebbe insegnato che tutto id che spesso ci si presenta nella vita co- mune é vano e futile — e vedendo che tutto cid che temevo ditettamente 0 indirettamente non ave- va in sf niente di buono né di cattivo, se non in quanto Yanimo ne veniva commosso, decisi infine i rceteare se ci fosse qualeosa di veramente buono capace di comunicarsi e da eui solo, respinti tutti ali alts folsi beni, T'animo potesse venire affetto; meglio ancora, se ¢i fosse qualcosa tale che, trove tala ed sioquistatala, potessi godere in eterno di con- timua © grandissima felictt. [2] Dico “infine de- cisi®: infati a prima vista sembrava pazzesco voler lasciare il certo per qualcosa d'ancora incetto. Con- sideravo appunto gli agi che s'acquistano con le ricchezze e con gli onori e vedevo che sarei stato costretto ad astenermi dal ricercrli se volevo dedi- ‘carmi seriamente ad altra, nuova indagine; € se poi 1a somma felicia si fosse trovata in ess, mi accor- ‘gevo che avrei dovuto rimanetne privo, Ma se non Si fosse trovata Ife io avessi ricereato solo gli agi, 3% anche in tal caso sare rimasto privo della somma felicta. [5] Pensavo dungue se mai fosse possibile ragglungere una nuova impostazione della mia vit, 6 almeno la cestezza so di ess, pur non mutando Tordine ed il sistema normale della mia vita; ma To tentai speso invano, Infatt id com cut per lo pit si ha a che fare nella vita e che gli vorini, per quel che si pub dedorre dalle oro oper, stimana som 1mo bene, si riduce a queste tre cose: le icchezze, i sucoesi, il piacere dei sensi. La mente viene da aueste tre cose cost distratta che non. pud allatto pensare ad un qualche altro bene. [4] Inftti per Cid che riguarda il piacere dei sensi, animo ne vie ne tanto assorto come se riposase in un qualche bene. Cid glimpedisce in mania gravisima di de dicatsi ad altri pensie. Ma dopo il godimento di qual piacere segue una grande tristeza che, se non annienta Ia mente, tuttavia Ta turba e la stordisce ‘Anche persguendo riechezze ed onoti Ia mente si distrae non poco dal vero bene. E cid particolar tmente quando tali viccherze ed onoti si ricerca: rho solo per se stesi, perché allora si suppone che si siano il sommo bene? [s] Dalla sicera degli conori poi la mente viene assorbita molto di pitt parché si ritene sempre che ess siamo dei beni di per sé e si considerano come fine ultimo al. quale tutto si indcizza, Inoltxe al conseguimento di que- Tato ib a pote spiegue pid amplamente © aalties sete cat ditingunda Te eceme dhe eno 0 pet oo ‘vila del cnsguimesto one 0 del piacere sas 9 elt ‘ote e deinronesto dle wens e dalle rip ma can ‘al m0 Taega perché go ron inte nda cost see 36 ste due specie di beni nan consegue, come invece a quello del piacere sensuale, il pentimento, ma ‘quanto pit si possiede di enttambi, tanto pi au- rentals gioia di conseguenza tanto pit siamo ec citati ad aomentarlientrambi; ma sein qual siamo delusi nella nesta speranz, allora nasce una grande tristeza. Tnfine la vicerca degli onori & di gande imped mento in quanto, per conseguir, necesriamente bisogna regolae la vita secondo i citer’ comuni, citando cid che tutti gli alti evitano e cereando cid che tutti cerano. {6] Vedendo dunque che tute queste cose mi cstacolavano nella mia impresa di dare una nuova impostazione alla mia vita, anzi che vi erano tanto contarie da essere necessrio rinuncie alle une 0 alfaltra, fui costeetto a ricefare che cosa mi fosse Pi utile; infati, come ho detto, mi sembrava vo" Ter lasciate un bene certo per uno incerto. Ma dopo tun po’ di ifessione mi accorsi che se, tralasciate auele norme di vita, mi foss accinto a seguirne una riiova,aveeilasiato un bene per sua natora incerto (come si pud chiaramente desumere da quanto stato dete), pee un bene incerto non per sua natura (Cicercavo infati un bene stable) ma solo quanto al suo conseguimento. [9] Meditando costante- mente, arivai ala concusione che, purché potesi silletere a fondo, avei abbandonato dei mali ceti per un bene certo, Vedevo infatti che versavo in cstremo pericolo e che exo costco a cercare con tatle le forze un timedio, fesse sso anche inceto; come uno eolpto da una malattia motale che, pre 7 vedendo certa la motte se non si apporti un rime dio, @ costietto a cercarlo, anche se esso & incerto, con tutte le forze, poiché in esso & riposta tutta la sua speranza; ma quei tali “beni” a cui tutti spi ano non solo non apportano nessun rimedio utile a conservate il nostro essere, ma anzi impediscono Gi; di frequente poi sono causa della perdita di coloro che li posseggono ? € sempre causa della perdita di coloro che ne sono pposseduti. [8] Infatti ci sono moltissimi esempi di persone che hanno subito persecuzioni, fino a mo- Firne, a causa delle proprie ricchezze; ed anche esem- pi di persone che per acquistare ricchezze si sono ‘sposti a tanti peticoli da pagare infine con la vita 1h loro pazzia, Né sono meno numerosi gli esempi i persone che per conquistare onori o per difen derli hanno sofferto i mali pid penosi Tnfine sono ‘innumerevoli gli esempi di persone che con i loro straviai si sono affrettata la morte. [6] In verita ‘mi sembrava che tutti questi mali eano sorti dal fatto che ogni felicitt o infelicit’ risiede solo nella qualiti deloggetto col quale Vamore ci unisce, In fatti per cid che non si ama non sorgeranno mai Titi, non ci sar& tristezza se verrd meno, non invidia se sard posseduto da un altro, non timore, non odio; in una parola, Tanimo non si commuovera fatto. Passioni, tutte queste, che invece hanno luogo nel Vamore dei “beni” che possono perire, come sono tutti quelli dei quali abbiamo parlato. {10} Ma amore verso una cosa eterna ed infinita nutre Va 1B & de dimotne pid sccatament #8 nimo di sola letiia, priva di ogni trstezza; cosa che & da desiderare grandemente e da ricercare con tutte Te forze, Ora non senza ragione ho usato Vespres- sione seguente: “purché potessi riflettere seriamen- te", Infatti scbbene capissi certamente bene queste ‘cose, non potevo tuttavia per questo spogliarmi di ‘ogni desiderio di ricchezze, di. piaceri ¢ di suocessi social 1] Ma intanto constatavo che, per tuto il tempo che la mente faceva di questi penser, si dstoglieva da quei falsi beni e pensava seriamente a una nuo- va condotta di vita, E cid mi fu di grande consola ione. Infatti vedevo cosi che quei mali non erano tali da noa voler cedete ai rimedi. E benché alin: tio queste pause fossero rare e durassero pochissimo, tuttavia, dopo ehe il vero bene mi divenne sempre pid noto, ese furono pid frequenti e pit lunghe, particolarmente dopo che mi resi conto che Tacqui sizione di ricchezze o il piacere e la gloria muoeciono nella misura in cui list sicerchi per se stessi e non come mezai per altri fini; ma se li si ricerca come ‘mezzi alloca resteranno contenuti entro cesti limiti non satanno affatto di ostacolo, anzi di grande aiuto (come mostreremo a suo Iuogo) per arrivare al fine per il quale si ricercano. [12] Qui mi limiterd a dice brevemente cid che intendo per vero bene ed anche che cos’ il sommo bene. Per una retta comprensione di questi concetti foccore notare che buono € cattivo si dicono solo in senso relativo, di modo che un'unica e medesima cosa pud essere detta buona o cattiva a seconda dei diversi aspeti. Lo stesso vale per i concetti di per- 39 fezione ed impertezione. Niente, infatti, considerato nella sua natura, si dich perfetto o imperfcto, par- ticolarmente poi che avremo saputo che tutto cid che accade, accade secondo un ordine eterno ¢ se- condo determinate leggi naturali. [13] Ma Tuomo, non potendo nella sua debolezza arcivare a capire quellordine, concepisce nel frattempo una qualche natura umana molto pid forte della propria e con- temporsneamente, non vedendo ostacoli al conse- guimento di tale natura, é stimolato a ricereare i ‘mezzi che lo conducano 2 quella tale perfeione, € tutto cid che pud essere un mezzo per pervenitvi si chiama vero bene, II sommo bene poi é onside rato il pervenirvi, cost che Tuomo con alts indivi ui, se & possibile, goda di tale natura, Mostrere- ‘mo a suo Tuogo qual @ questa natura, tiot che essa @ Ia conoscenza dell'unione che ha la mente con tutta la natura fig] Questo dunque & il fine at quale tendo: acquistare una tale natura © cercare ‘che molti la acquistino insieme con me; ciod fa parte della mia felictt anche Tadoprarmi_ perché ‘molti alti pensino come me ed i Toro intelletto € {loro desideri s'accordino perfettamente col mio in- telletto e coi miei desideri. A questo fine? & necessa- rio capire della natura delle cose tanto quanto basta ad acquistare tale natura umana; ‘poi formare una societ tale quale & da desiderare per- cch6 quanti pid vomini& possibile vi peevengano nella maniera pitt facile e sicua, (15) Inoltce occorre occuparsi della flosofia morale e del- la dottrina sulleduceaione dei bambini. E.poiché la salute non @ piccolo mezzo per conseguite questo scopo, occorreelaborare una me- dicina completa. E poiché motte cose che sono dif ficli vengono sese facili dal'arte, per mezzo della quale possiamo guadagnare in vita molto tempo e ‘molta comodit}, per questo la meceanica non’ @ affatto da disprezzare. [36] Ma innanzitutto occorre escogitare un modo di guarire Tintelleto « per quanto 2 possibile allinizio, di purificalo pevché conosca felicemente le cose, senza ferrore € quanto meglio possibile. Da questo pro sgramma ognuno pots gid vedere che io voglio diti- gate tutte le scienze ad un unico fine* ; che & quello di pervenite alla somma petfezione uumana della,quale abbiamo detto. E cost, tutto cid che nelle scienze non ci fa allatto avanzace versa i nostro fine e scopo, sard da riftare come inutile. Ciod, per disla in una parola, tutte le nostre azioni, come pure i pensieri, sono da dirigere a questo fine. [27] Ma, mentee ef occupiamo di conseguitlo ed sttendiamo a ricondurre Pintelleto sulla retta via, @ necesario vive. Percid innanzitutto siamo co- stretti a. premettere come buone alcune regole di vita, e precisamente le seguent 1. Parlare al lvello della gente comune e fare tut te quelle azioni che non apportano nessun impedi ‘mento al raggiungimento del nostro scopo. Infatti possiamo ottenere dalla gente comune non pochi 11 foe dele ane & unico ttle vnno dite « eno * vantaggi solo che concediamo alla sua intelligenza cid che & possibile concedere, Tnoltre in questo ‘modo porgerd orecchie propense ad ascoltare la ve- rit 2. Godere dei piaceti nella misura suffciente a conservate la salute, 3. Infine icercare denaro, 0 qualsiasi altra cosa del genere, quanto basta a conservare la vita ¢ Ja salute a conformarsi agli usi sociali non contrati al nostro scopo. {18} Cid premesso, mi accingerd al primo compito, che @ da assolvere prima di tutti ciod ad emendare Vintelletto € a renderlo adatto a conoscore Te cose rel modo che occorre per conseguite il nostro fine. Per far questo, Vordine naturale esige che qui rias ‘sum tutti i modi di conoscenza che ho avato fino- per affermare 0 negare qualcosa senza lasciar dub- , di modo che scelga il migliore di tutti ¢ contem- pporaneamente cominci a conascere Te mie fore ¢ Ta natura che desidero perfezionare. [19] Se fac- cio un attento esame, trovo che tali modi si posso- no egregiamente ridure @ quattro: a. C’@ una conoscenza che abbiamo da cid che abbiamo inteso dire o da un qualche segno che vie- ne detto arbitrario. 2. C’ una conoscenza che abbiamo da un'espe- senza vaga, cio’ da un'espericnza che non viene de- terminata dallintelletto; viene pet® chiamata espe- rienza solo perché, essendocisi accidentalmente of- ferta enon avendo noi nessun altro esperimento ‘che le contrast, essa seguita a valere come incon- trastata, 3. C$ una conoscenza nella quale Vessenza di una cosa si conclude da un‘atra cosa, ma non adegua- tamente; cid succede! © quando da un qualche ef fetto coneludiamo alla causa oppute quando da un qualche universale si conclude che una qualche pro- pietd lo eccompagna sempre, 4 Infine c% una conoscenza nella quale la cosa 2 conosciuta per la sua sola essenza, ovvero per Ia co- nnoscenza della sua causa prossima, {20} Illustrerd tutte queste diverse conoseenze con degli exempi. Per solo inteso dire conosco il giorno della mia nascita e so di aver avato cetti genitori — € simili cose, delle quali non ho mai dubitato. So per esperienza vaga che morird: infatti To af fermo perché ho visto altri miei simili morire, seb- Dene non tutti abbiano vissuto nel medesimo lasso di tempo né siano morti per la stessa malattia. Inoltre per esperienza vaga so anche che Volio @ adatto ad alimentare Ia amma, e che Tacqua @ atta ad estin- ‘guerla; so anche che jl cane &.un animale latrante © Tuomo un animale'figionevole ¢ con questo genc- re di conoscenza conosco quasi tutto cid che serve nella vita quotidiana, {21] Nel seguente modo poi si traggono conclusio- 1 Quindo cb mcede, wom comptendiame dla cus site clue che comidesamo nafeetos it she ita wfients {2 Eontatone che allo I cut non ee epee ce con teming etremamente nei, come “donque c® guise "un fue ce una qalcbe poems”. O-sache della cnraton che cou viene erat. sepitvanente "dene nea taut © sell” crete Nel veendo eno si atbuce alt sat, So Sin defeeto, quicon che sf conapice cham come IRowsceno nel'empo; ma ten A allabuacno ae che pe Pi non cea Teseas pene dele co 8 ni da un’altza cosa: avendo capito chiaramente di sentire un tale corpo € nessun allzo, ne ricaviamo Ia chiara conclusione che Yonima & unita al corpo,t la quale unione & causa di tale sensazione; ma quale sia quella sensazione e unione mon possiamo 2sso- Ttamente capitlo da ci? Oppure, conosciuta la natura dela vista, ed anche che essa ha la propricta seguente, che una e medesima cosa posta a. grande distanza la vediamo minore che se la osserviamo da vicino — ne concludiamo che il sole & maggiore di quanto appare, ed altre cose simili, [22] Infine la cosa si conosee per la sua sola exsenza quando, per il fatto che conosco qualeosa, so che cosa sia co- woscere qualeosa; oppure, poicht conosco Vessenza dell'anima, so che essa anima é unita al corpo. Co rnosciamo con la stessa specie di conoscenza che due pid tre fa cingue e che se si dinno due linee paral Tele ad una terza, esse sono fra di loro parallele, ec- cetera, Tuttavia sono state pochissime le cose che finora ho potuto conoscere con tale conoscenza 1 Ds questo empie ets atta con chisera ad dle lo vmanese Af qel'tdeto eo qale cmelodeamo ty cats ela gle non comprendamo site 2 usta conctnone, abe et tuts nan & astnae sic, ne nom pr cheeses pes Tat eon st Inet sterty cdl ait ene, pec ee, gud ‘cepon cok ltanest, non pe Trove eee ee fm inmeditamite cafe dinmsiasone, Toit ob he 2 st oo, sh wom: inmainso che a melee, = 0 ‘he congo aatamente, sepantanente € consent, Sor Dawe ie nal cecal dl cone ey sonlbee Se cow Eom; dk modo che imgitano gle cs come solos 4 [23] Ma perché tutto cid si capisca meglio, mi serv un unico esempio, e precisamente del se- fuente, Si diano tre numeti: se ne cerca un quarto che stia al terzo come il secondo sta al primo. A {questo proposito qualsiasi mercante dice di sapere ‘che cosa bisogna fare per trovare il quarto, poiché certo non a ancora dimenticato Voperazione che da sola, senza dimostrazione, ha appreso dal mac stro, Ma alti dallesperienza di casi serplici rica: vano un assioma universale, cio? quando il quarto numero & manifesto per sé, come nella proporzione 2, 4, 3, 6, Si ccorgono, calcolando, che moltiplcato il secondo numero per il terz0, ¢ diviso il prodotto pet il primo, si ha per quoziente 6; e vedendo che siottiene lo stesso numero, che senza far Voperazione sapevano eser proporzionale, ne concludono che Vopetazione & adatta trovare sempre un quatto numero proporzionale. [2g] Ma ii matematici in base alla dimostrazione della prop. 19 del libro 7 di Euclide sanno quali numeri sono tra i Toro propor- ional, Cio’ To sanno in base alla natura della pro- pporzione e alla sua proprieta secondo la quale il nu ‘mero che risulta dal prodotto del primo col quarto 2 vguale al numero che risulta dal prodotto del se- condo col terzo;tuttavia non vedono Vadeguata pro- porzionalit dei numeri dati ¢, se 1a vedono, non Ta vedono in vir di quella proposizione, ma intui- tivamente, senza fare alcuna operazione, [25] Ma pperché tra questi scegliamo il miglior modo di co- rnoscenza, si richiede che enumeriamo brevemente quali siano i mezzi necessari a conseguite il nostro fine. Essi sono i seguenti 6 1, Conoseere esattamente la nostra natura, che desideriamo perfezionare; © conoscere, della natura delle cose, tanto quanto & necessario, 2, affinché possiamo dedurne correttamente le dif: fetenze, afinit © contrrieth delle cose, 3. alfinché si conosca con esattezza che cosa este .Possono sopportare e che cosa no, 4. affinché cid si paragoni con la natura ¢ la po- tenza dell'uomo. Eda cid apparira facilmente la somma petfezione alla quale I'somo pub pervenire. [26] Fatte queste consideraeioni, vediamo quale modo di tonoscenza dobbiamo sceglere. ‘Quanto al primo, appare da sé che per sentito dite, a parte la grande incertezza di questo modo, non conosciamo affato Tessenza della cosa, come appare dal nostio esempio. E poiché Tesistenza di una qualche cosa singolate non si conosce se non co nosciutane Vessenza (come poi si vedi) ne conclu: diamo chiaramente che tutta la certezza che abbiamo per inteso dite deve essere esclusa dalle scienze. Ine, fatti dal semplice inteso dice (ove non To abbia pre ceduto un atto del vero e proprio intelleto) nessuno potré mai estere colpto, {27}? Per quel che siguarda il secondo modo di conoscenza, non é da ditsi che si abbia attraverso i eso Tidea della proporzione cercata. A patte il fatto che si tratta di indagine estremamente incerta senza termine, resta che in questo modo non si conoscerh delle cose naturali niente oltre gli ac Qu paled un po difwamente deepeienss of eunined i metodo 8h pocedee deg empties € del loeb moder “6 dent, i quali non si intendono mai chisramente se non avendo git conoicinte le exenae. Qnindt oc cone efciudere anche gusto [38] Del terzo modo occore pur dire che so i d8 idea alla com ed anche che i porta alla conlaso ne senza periclo deror; tuttavia non ext por reazo por aequitare la nostra perfezione [25] Solo il quarto modo comprende Tessenza ade gusta della cosa e senza percolo Pemore, prc Bisognerd fame uso pi i tutti gli all, Dun aque ei prenderemo cura di spicgae come eso sa da applicare per poter conosere con questo modo ak conoseenza le cose che ci sono ignte, anche afinché id avvenga nella manna pit breve por [30] , avendo spnto quale comoscenea ci & necessria,oceorteSnsegnare la via ¢ il metodo per conosere con tale conoscenaa le cote che dabbie smo conoscere, Perche eid svvengs, I prima const derarione da fae & che qui non of sad indagine a: Winfnito, Cod, perché tov il miglor metodo di viereare il vero, hon occorte un alto metodo per viercate il metodo dela ricerca del vero; «, pt cetere il secondo metodo, non 8 bisegno dion ter “Go ¢ cos allinfito, Infatti a questo mado non st aervercbbe mai alla conoscnza del vero, ani non Si arrveebse afta ad una conoscena, In vei 3 probleme si pone qui negl ste termini che per aX steumentd materi, « propoito dei quali si po feebbe argomentae allo steso modo. Infati per foxgiae il feo oceorte um martll per avere wn matelle, & necesaio filo; «por fatto, ocorre un alo matello ed ale stramenti,e per avere quest a fccorreranno altri stanmenti, € cost allnfinite; e in questo modo invano si cercherebbe di provare che li vomini non hanno alcuna possibilitt di forgiare il feo. [51] Ma come gli uomini al'nizio pote- ono fare con degli strumenti naturali delle cose fa- cilssime, sebbene fatioosamente ed impesfettamente, e falte queste ne eseguirono altre pi dificili con rinote fatica © maggior perfezione, ¢ cost gradata- ‘mente procedendo dai lavoti pit semplii agli stra- ‘menti © dagti strumenti ad altri lavori ¢ ad altsi strumenti, arrivarono al. punto da exeguite tanti © tanto diffcili lavori con poca fatica — cost anche Tintelleto con Ta sua forza innata? si fa degli stax. ‘menti intellettuali con i quali si acquistaaltre for ze per altte opere® intellettuali € da queste ope- te si forma altri strumenti, ossia il potere dinda- gare ulteriormente; e cost avanza gradatamente, fino ad attingere il culmine della sapienza. [ga] Che poi Finteletto si comporti cos, sard facile vederlo Solo che si capisca che cosa sia il metodo di ricerca del vero € quali siano quegli strumenti innati dei ‘quali solo Tintelletto ha bisogno per costmuire con ‘ssi altri strumenti,cosi da procedere oltre, Per mo- strare cid procedo nel modo che segue. [33] Lidea? vera (abbiamo infatti Tidea vera) & ‘qualcosa di diverso dal suo ideato: infatti altro & 1 Perform fant intndo Gi eben ai nom viene cota ‘oot ete, Sete 0 In sega nels mia Slots Qa chiomo oper nels mis los peed be com 5; not ce qui earame di dinate non slob che wi 2 ppc deta, me anche che sto pocdimenta Hows © to Hoo e isive lve cor mon neceuare = sect a il cerchio, alte idea del cerchio, Infatti Tidea del cerchio non & qualcosa avente una circonferenza © ‘un centro, come il cerchio, né Yidea del vorpo é lo stesso corpo: ed essendo qualcosa di diverso dal suo ideato, sari anche per sé qualcosa di intelligible; cio’ Tidea, quanto alla sua essenza formale, pub es sore Voggetto di un‘altra essenza obiettiva, ¢ di nuo- vo questaltraessenza obiettiva sak anche, ins con- siderata, qualcosa di reale ed intelligible, € cost in- definitamente. [34] Pietio per esempio € qualcosa di real; la vera idea di Pietro poi é Tessenza ogget- tiva di Pietro, ed @ in sé qualcosa di reale ¢ del tut to diverso da Pietro stesso. Essendo dunque Tidea di Pietro qualeosa di reale, avente una sua essenza peciliare, sarh ariche qualeosa di intelligibite, ciot ‘oggetto di un'altra idea, la quale avra in sé ogget- tivamente tutto cid che Videa di Pietro ha formal. ‘mente, e poi Tidea dell'idea di Pietro, ha di nuovo tuna sua essenza, la quale anche pud essere oggetto 'uwaltra idea, € cosi indefinitamente. Di cid ognu no pud rendersi conto constatando di sapere che cosa sia Pietro ed anche di sapere di sapere, ¢ di nuovo sa di sapere che sa, eccetera. Ne risulta che, per conoscere Tessenza di Pietro, non & necessario conoscere Videa stessa di Pietro, ¢ molto meno Tidea dell'idea di Pietro, Tl che & come dite che non & necessaio, perché io sappia, di sapere di sapere, ¢ molto meno & necessatio di sapere che so di sapere non pit di quanto, per conoscere V'essenza del trian- agolo, sia necessario conoscere Vessenza del cerchio.! 4 Sinai che gui non cetcismo in ebe modo ts pine keting css nose, Int ob igsde Tidigne als o ‘Ma il contiario avviene in quelle idee, Infatti per sapere di sapere, devo necesariamente prima sapoe {35] Risulta di qui chiro che Ia eertezza non & alizo che la stesa essenza oggttiva; ied il modo in cui conosciamo Vessenza formale @ la stesa cer- teaza, Di nvovo ne risulta che per conseguire cer- tezza dalla vest non occorre avere alti segni che idea vera. Infati, come abbiamo mostrato, non & necessario, porch jo sappia, che io sappia di sapere. a cid maovamente appare che non pud sapere che cosa sia Ia somma cettezza se non colui che abbia Tidea adeguata 0 Vessenza obietiva di una qualche cost € cid naturalmente perché la certeza e Vessen- 21 oggcttiva sono la stessa cosa. [36] Percié, non avendo la verti bisogno ai segno alcun, ma esen do suifciente avere le essenze oggettive delle cose 0,1 che @ lo stesso, le ides, per togliere ogni dub- bio, ne consegue che il vero metodo non consste nel cercare i segno della verita suecessvamente al- Ja conoscenza delle idee, ma che il vero. metodo € tn via per la quale cercae Ta stesa verti, 0 le cessenze opgettve delle cose o Te idee (termini tutti che significano Ia stessa cosa) nelfordine dovuto? {57] Dial parte it metodo deve trattae necesa- riamente del ragionamento 0 delfintellezione; cio’ it metodo non & lo stesso ragionace por conoscere Te cause delle cose, € molto meno & il conasoere le cause del cose; ma & il capire che cosa sia Ia vera tus, ¢ in ese pepe quits quttine pi donee © Contenpirtemate mastnrone the ainfot delider non C8 Alcon eimacine #6 pepicne né toll wns ‘Neto mia flows speed che eov8 A Heeewe nein 50 x fdea, distinguendola da altte percezioni e ricercan- done la natura, cost da conoscere la nostra capacith i conascere e costringere la mente a conoscere se- condo quella norma tutto cid che & da conoscere; dandole, come aiuti, determinate regole, ed anche facenda in mado che la mente non sia stancata da rioetche inutili, [38] Se ne ricava che il metodo non c' Tidea, il metado non ei sara se prima non sath V'idee, Petcid sar buono quel metodo che mostsi come sia da dicigere la mente secondo la norma del- idea vera data, Inoltre, poiché il apporto che vi & fra Te duc idee & lo stesso che vi @ fra le essence for- ‘mali di quelle iee, me consegue che la conoscenza 1 Aessiva dell'idea dell'Ente perfettissimo, rh superiore alla conoscenza rilessiva delle altre idee; cio® sark perfettissime quel metodo che mostra come si deb- ba ditigere la mente secondo la norma delidea data dall'Ente perfttssimo. {39] Da quanto detto si comprende facilmente in cche modo la mente, aumentando le sue conoscenze, acquisti contemporaneamente altri strumenti con i quali pit facilmente avanzare nella conoscenza. In- fatti, come si pub ricavare da quanto si detto, in- nanditutto deve esistere in not Tidea vera, come strumento innato, conosciuta la quale si capisca ccontemporancamente la differenza che c' fre una tale conoscenza e tutte le altre. In cid consiste una parte del metodo, Ed essendo per sé chiaro che ta mente tanto meglio conosce sé stessa quanto pitt conosce della natura, ne risulia che questa parte st

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