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NAPOLI MMXIV
Edizione telematica del settembre 2014 per academia.edu
Tutti i diritti riservati allAutore.
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1. Fonti letterarie
Il primo a fornire un sia pur generico ragguaglio delle spese occorse per la
costruzione e per la dotazione del monastero di S. Chiara a Napoli Angelo Di
Costanzo (1507-1591) nella sua Historia1:
Ritornato Napoli, [re Roberto] cominci far bella, et magnifica la
Citt, non hauendo ancora cagione alcuna di guerra: et diede principio al
Monasterio di Santa Chiara, luogo per Monache in ampio numero
quellordine, et in separato Conuento per molti Religiosi conuentuali: et
piacquegli, che fosse Cappella Regia; Fabrica certo, la quale di magnificenza,
et di grandezza non minore niunaltro edificio moderno dItalia: et
fama, che dal d primo del suo regno destin tr mila docati il mese, da
spendersi mentrei viuea, prima in edificare la Chiesa, e conventi, et poscia
in comprare entrada, et possessioni, delli cui frutti potessero viuere le
Monache e Frati.
Di Costanzo, dunque, riferisce della voce tradizionale ( fama) secondo la
quale re Roberto dAngi avrebbe destinato alla costruzione e poi alla dotazione
del monastero la somma di 3.000 ducati mensili a decorrere dal primo giorno di
regno (la sua incoronazione avvenne il 3 agosto del 1309) e fino alla sua morte
(il 20 gennaio 1343), senza per menzionare alcun documento specifico.
Il referto del Di Costanzo ripreso pressoch alla lettera da Giovanni
Antonio Summonte (1538?-1602)2:
Si diede poi il Re Roberto a magnificare la Citt, come nota il Costanzo,
e per la prima di principio al Monastero dellOrdine di S. Chiara, con la
Chiesa ad onore del Santissimo Sagramento, alla qual fabbrica pose i primi
fondamenti lanno 1310, destinandovi tre mila ducati il mese, da spendersi
mentre ei viveva, prima in edificar la Chiesa, e Conventi per le Monache, e
Frati, e poi in comprare entrate, e possessioni, delli cui frutti avessero
vissuto i predetti Religiosi: opera veramente Reale, che per la spesa,
grandezza, e magnificenza avanza gli edifizj moderni dItalia.
Cesare DEngenio Caracciolo (1650)3, semplificando la stessa fonte, riferisce
per che le somme assegnate non ammontavano a 3.000 ducati bens a 3.000
scudi mensili:
della chiesa esterna, avvenuta nel 1340, ed, implicitamente, dellaltra iscrizione
relativa allavvio dei lavori proprio nel 13106. Il guardiano di S. Chiara, peraltro,
tiene a precisare che al milione ed ottantamila ducati si sarebbe anche dovuto
aggiungere tutto quanto stanziato da Roberto e Sancia per la dotazione del
monastero.
Carlo De Lellis (?-1689 ca.)7, a sua volta, riprende pressoch letteralmente
il passo del Santoro come di seguito:
E per quello che spetta alla sua magnificenza e grandezza, lo stesso padre fra
Santoro, folio 4, cerca di mostrarlo dalla spesa grande che vi occorse nella
sua edificatione, mentre havendola il re Roberto fondata nel 1310, un anno
dopo che fu investito del Regno, come si esprime in uno dequattro epitaffii
posti nel campanile, assign da spendersi per la fabrica di essa docati tre
milia il mese mentre viveva; n essendo finita che nel 1340 come afferma il
Vadingo, qu non potuit ante triginta annos compleri, e come si
ricava dallaltro epitaffio del detto campanile della consecratione fatta della
chiesa dopo di essere compita, secondo il detto assignamento deducendone il
computo, dice lo stesso fra Santoro che monta a pi dun milione et ottanta
milia docati, e ci oltre alla dotatione di tante possessioni, poderi e case, terre
e castella, fatta dal re alla stessa chiesa e convento da s fondati, et oltre alle
spese fatte dalla regina Sancia in fondare annessa alla chiesa predetta
unaltra chiesa interiore col monasterio delle monache, cos de suoi proprii
denarii come di quelli somministrategli dal re suo marito; mentre per lo
mantenimento del detto monasterio, cio per cento monache e venti frati di
loro servigio, quanti furono primieramente stabiliti, il re don alla regina
predetta in tante possessioni e beni stabili la valuta di mille e seicento oncie
doro lanno, come dice apparire per lettere regie, stipolate nel 1315 e 1318, e
confirmate da papa Giovanni XXII in Avignone nel quarto anno del suo
pontificato, che fu nel 1320, essendo egli creato sommo pontefice nellanno
1316, il quale nellanno seguente confirma una donatione fatta dalla regina
nel 1321, in cui specifica le possessioni e case che dona a questo monasterio
per sedici miglia appresso Napoli, e di pi altre cento oncie doro annue che
lassegna sopra la dohana e tentoria. E perch vidde che fuori di quello che
haveva determinato il numero centenario delle monache non solo era
compito, ma ecceduto, la medesima regina accresce il numero delle monache
a 200, e de frati a 50 nellanno 1342, e gli d altre possessioni per la rata
dellaccrescimento, come dice leggersi nellinstrumento originale che nel
detto monasterio si conserva; conchiudendo lo stesso fra Santoro che, se si fa
il computo delle spese fatte nel fabricare e nel dotare, ascende a pi milioni
doro, onde dir si deve che in Europa non vi sia cosa pi insigne e di
maggior meraviglia, ragionando di monasterii di monache.
F. CEVA GRIMALDI, Memorie storiche della citt di Napoli, Napoli, Stamperia e calcografia Vico
Freddo a Pignasecca n. 15, 1857, p. 182, p. 189.
9 G. DE MONTEMAYOR, Santa Chiara, in Napoli Nobilissima, IV, 1895, p. 67.
10 A. FENIELLO, Dalle lacrime di Sybille. Storia degli uomini che inventarono la banca, Roma-Bari,
GLF Editori Laterza, 2013, pp. 135-136, e nota 3 ivi (recante la citazione del passo di Ceva
Grimaldi), p. 262.
11 Per lesame di tutti questi documenti si rinvia a M. GAGLIONE, Sancia dAragona-Majorca: da
regina di Sicilia e Gerusalemme a monaca di Santa Croce, in Archivio per la storia delle donne, 1,
2004, pp. 43 ss.; ID., Sancia di Maiorca e la dotazione del monastero di S. Chiara in Napoli nel 1342, in
Rassegna storica salernitana, n. s. 27, 2010, pp. 149-187. Si tratta principalmente di provisiones
e privilegia reali, mentre mancano assolutamente i registri contabili degli expensores operis o pi
precise notizie tratte da quelli dei tesorieri reali e reginali.
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Non allo stato del tutto accertata la precisa successione cronologica degli incrementi delle
provvisioni a favore della sovrana. La somma stanziata nel 1313 ascendeva a 2.000 once da
prelevarsi sulle entrate fiscali di numerosi feudi e territori, e perci, evidentemente, da
corrispondersi annualmente (provvedimento del 6 giugno del 1313, M. GAGLIONE, Sancia
dAragona-Majorca, cit., pp. 43-44, nota 101; provvedimento del 10 luglio del 1315, ID., Sancia
dAragona-Majorca, cit., p. 44, nota 103); secondo alcune fonti, per, la stessa sarebbe stata
portata a 4.000 once complessive gi nel 1314 (provvedimento del 18 maggio 1314, al fine
dichiarato di finanziare ledificazione del monastero e della chiesa di S. Chiara, M. GAGLIONE,
Sancia dAragona-Majorca, cit., p. 44, nota 102, ma la notizia fornita dal solo Minieri Riccio,
laddove provvedimenti successivi, come quello sopra citato del 1315, quantificano limporto
sempre in 2.000 once), o, almeno a 3.000 once gi nel 1316 (secondo Benedetto Spila, con atto del
2 settembre 1316 re Roberto ampli le donazioni fatte a beneficio della Regina Sancia per ledifizio del
monastero e sostentamento delle Moniche, assegnandoli di pi altre 3.000 oncie doro sopra diversi
luoghi, M. GAGLIONE, Sancia dAragona-Majorca, cit., pp. 44-45, nota 104, ma, anche in tal caso,
un di poco successivo provvedimento dell11 settembre di quello stesso anno attesta, ancora
una volta, che lammontare della concessione era pari a 2.000 once, M. GAGLIONE, Sancia
dAragona-Majorca, cit., pp. 48-54); ad ogni modo, nel 1335, furono certamente stanziate 5.000
once (atto del 16 gennaio del 1335, anche al fine di finanziare le spese per i monasteri di S.
Chiara e dellAnnunziata, e cio di S. Maria Maddalena, Roberto assegn 3.500 once annue sui
fiscali del regno e 1.500 once sulla generalis subventio esatta in numerose citt, M. GAGLIONE,
Sancia dAragona-Majorca, cit., pp. 45-46, nota 107). Contrariamente a quanto risulta dalle fonti
letterarie esaminate, inoltre, nessuno dei documenti noti attesta che i fondi assegnati per i lavori
e la dotazione di S. Chiara fossero erogati mensilmente. Le provisiones attingevano invece al
gettito di imposte esatte annualmente ancorch corrisposte in genere ratealmente.
13 Atto del 12 novembre 1336, C. MINIERI RICCIO, Studi storici fatti sopra 84 registri angioini
dellArchivio di Stato di Napoli, Napoli, Tipografia di R. Rinaldi e G. Sellitto, 1876, p. 63; G.
DADDOSIO, Origine vicende storiche e progressi della Real S. Casa dellAnnunziata di Napoli,
Napoli, pei tipi di Antonio Cons, 1883, pp. 308, 322, 323.
12
Sancia era stata autorizzata a legare nel suo testamento complessivamente 3.000 once come
pu dedursi dal privilegium di re Roberto dell11 settembre 1316 pubblicato da M. GAGLIONE,
Sancia dAragona-Majorca, cit., pp. 51-54, ma il relativo provvedimento non pu essere
ragionevolmente interpretato quale indizio che gi in quellanno le provvisioni concesse alla
sovrana avessero superato lammontare delle 2.000 once (cfr. supra la nota 12).
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Atto del 19 luglio del 1315, inserto nella bolla di autorizzazione adottata da papa Giovanni
XXII il 13 di novembre del 1319, M. GAGLIONE, Sancia dAragona-Majorca, cit., p. 44, nota 103.
17 Atto del 24 marzo 1317, B. SPILA, Un monumento di Sancia in Napoli, Napoli, Societ anonima
cooperativa tipografica, 1901, p. 263, doc. n. 10; nonch atti del 7, 11, 12 e 21 febbraio del 1320,
alcuni specificamente a carico dei secreti di Principato e Terra di Lavoro e dei credenzieri della
gabella della tintoria di Napoli, M. GAGLIONE, Sancia dAragona-Majorca, cit., p. 45, nota 105.
18 Atti del 15 marzo 1320 e del 19 marzo 1321, il primo provvedimento, indirizzato ai doganieri
di Napoli, riguarda la corresponsione di 100 once doro per due anni da aggiungersi a quanto
da corrispondersi nelle altre quattro annate. Nelle Ordinationes del 30 gennaio del 1321 fu
stabilita lassegnazione da parte di Sancia al monastero di S. Chiara di 100 once percipiendas
super juribus fundici et dohanae ac tintoriae Neapolis giusta una specifica concessione di re Roberto,
ed, in caso di revoca della stessa, Sancia promise di assegnare beni stabili burgensatici fruttiferi
di quella stessa somma, M. GAGLIONE, Sancia dAragona-Majorca, cit., p. 45, nota 105. Sui
proventi della dogana di Napoli, con ulteriore provvedimento del 6 marzo 1324, re Roberto
assegn a Sancia ben 1.000 once doro annue in conto del suo dotario, M. GAGLIONE, Sancia
dAragona-Majorca, cit., p. 45, nota 106, ma non noto se ed in quale misura questultima
provvisione spettasse a S. Chiara o alle altre fondazioni.
19 Sanciae regine consortis nostre concessio unciarum 541 debitarum a Sinibaldo Scalensi de
Neap. olim cabelloto salis Apulie et hec in subsidium operis monasterii Hostie Sancte quod ipsa
Regina presentialiter construi facit Neapolim, sub die 26 Iulij XIII ind. 1315, Archivio di Stato
15
1320, Carlo, duca di Calabria, vicario del Regno, con riguardo al debito di Luca
di Tauro, amministratore dei sali di Puglia, ordin al capitano della citt di
Napoli la riscossione dello stesso, pari ad once 202, tareni 19 e grana 10, presso
gli eredi o i garanti, ed, in mancanza, che si procedesse alla vendita coattiva dei
beni del di Tauro. In assenza di compratori al prezzo di perizia, gli stessi beni,
ed in particolare quelli destinati alluniversitas di Napoli, dovevano essere
assegnati alla Corte, e per essa al monastero di S. Chiara, verosimilmente per la
dotazione patrimoniale20, come anche per alcune botteghe di macelleria poste
nella Buczaria di Napoli21. Altri beni, citt e terre, furono invece talvolta
assegnati in acconto delle provvisioni di denaro cui si sopra accennato22.
Come si gi osservato, non possibile stabilire lentit delle spese
effettivamente sostenute per i lavori. I pochissimi documenti noti, comunque,
attestano le seguenti. Il 9 maggio 132623 fu convenuto il prezzo di 900 once
doro per lacquisto delle travi occorrenti allarmatura del tetto della chiesa. Il 20
ottobre del 1326, attestato il pagamento di 20 once di carlini dargento (e cio
20 once ad aurum24) per il lavoro e le spese dellaffrescatura di una cappella nella
chiesa esterna, con storie ed opere in conformit alle istruzioni di Carlo
dAngi, duca di Calabria, e di Sancia25. Per il campanile furono pagate, nel
1338, almeno 700 once, cos ripartite: il 13 marzo 1338 furono corrisposte 500
once per la costruzione della torre; due altri documenti, rispettivamente del 24
marzo e del 15 aprile 1338, attestano il pagamento di 200 once complessive per i
lavori; da un atto del 1 dicembre 1337 risulta, infine, lesborso di 131 once doro
e 11 tar per la costruzione di una campana grande per uso del monastero26.
di Napoli [dora in poi ASNA], C. DE LELLIS, Notamenta, ms. (seconda met del sec. XVII), vol.
IV, f. 559; M. CAMERA, Annali delle due Sicilie, Napoli, Stamperia e Cartiere del Fibreno, 1860,
vol. II, p. 194; Chiese antiche di Napoli, ms. della Societ Napoletana di Storia Patria (sec. XIX), f.
62v.
20 B. SPILA, Un monumento, cit., p. 265, doc. n. 19.
21 Con provvedimento del 19 luglio 1325, re Roberto ordin al Capitano di Napoli di assumere
informazioni sul valore di certe chianche (plancae) per macellare site alla bucciria di Napoli e gi di
Nicola di Gianvilla, in possesso del monastero di S. Chiara in nome della corte, B. SPILA, Un
monumento, cit., p. 268, doc. n. 31.
22 Il 10 luglio del 1328, re Roberto, in acconto delle 2.000 once promesse al monastero di S.
Chiara, don alcune case ed il suolo di un palazzo diruto in Napoli di propriet di Bartolomeo
Siginulfo, la donazione fu tramutata in perpetuum, anche se, originariamente, con atto del 6
gennaio 1324 era stata ad beneplacitum, B. SPILA, Un monumento, cit., p. 269, doc. n. 37; il 1
gennaio del 1341, onde consentire il completamento dei monasteri di S. Chiara e di S. Maria
Maddalena, ed a titolo di acconto sulla provvisione di 5.000 once doro, Roberto assegn a
Sancia la citt di Vico con i suoi casali, i castelli di Flumeri e Calvi, con i beni siti in Calvi e
Caiazzo, con riserva di diritti e giurisdizioni, B. SPILA, Un monumento, cit., p. 272, doc. n. 49; il
10 gennaio 1344, con riferimento sempre allassegnazione delle 5.000 once a Sancia, poich la
sovrana era ancora creditrice di 4.770 once, Giovanna I le assegn alcuni beni di Filippo
Stendardo, e cio il castello della Petrella, le terre di Montalbano, Policoro ed altre, B. SPILA, Un
monumento, cit., p. 275, doc. n. 60.
23 Atto del 9 maggio 1326, M. GAGLIONE, Quattro documenti per la storia di S. Chiara in Napoli, in
Archivio storico per le province napoletane, 121, 2003 (2004), pp. 423 ss.
24
Si veda la successiva nota 27.
25 M. GAGLIONE, La basilica ed il monastero doppio di S. Chiara a Napoli in studi recenti, in
Archivio per la Storia delle Donne, 4, 2007, pp. 143-144, nota 50.
26 M. GAGLIONE, Il campanile, pp. 15-16, nota 4; ID., Quattro documenti, cit., pp. 404-405, nota 16.
G. GALASSO, Il Regno dagli Angioini ai Borboni, in A. V., Storia del Mezzogiorno, Roma, Edizioni
del Sole, 1986, vol. IV, 1, p. 57.
30
Con lespressa previsione che fossero impiegate dagli esecutori ed amministratori del
patrimonio della sovrana per il finanziamento delle fondazioni religiose e delle altre opere pie
dalla stessa patrocinate. C. MINIERI RICCIO, Notizie tratte da 62 registri angioini dellArchivio di
Napoli che fanno seguito agli studi storici fatti sopra 84 registri angioini, Napoli, R. Rinaldi e G.
Sellitto, 1887, p. 47, riferisce di un atto relativo appunto al pagamento delle rendite fiscali per un
altro biennio dalla morte di Sancia: exequtoribus testamenti quondam Regine Sancie provisio
pro executione dicti testamenti in recollectione jurium proventuum et reddituum terrarum et
locorum dicte Regine per biennium a die 28 mensis julii proximo preteriti nuper elapsi 13 ind.
quo die ipsa regina decessit.
32 M. GAGLIONE, Sancia dAragona-Majorca, cit., p. 46, nota 111.
33 M. GAGLIONE, Sancia dAragona-Majorca, cit., pp. 40-41; ID., La Domus eleemosynariae ad
instar Pinhotae papalis, notizie su di una ignorata istituzione caritativa napoletana, in Napoli
nobilissima, VI serie, 2, 2011, p. 153.
31
10
Questa cronaca, tramandata da un manoscritto del 1411, raccoglie notizie dal 1130 al 27
agosto 1348; da notare che Sancia era signora di Sessa almeno fin dal 1313.
35 Finiendo [Sancia] dimisit in manibus Abatissae dicti monasterii uncias XVI a/m et quod
dictam pecuniam dispensaret secundum consilium Caroli Ducis Duratii, qui postea dictam
pecuniam totam in suis manibus habuit et pro suis negotiis liberavit, in Raccolta di varie
Croniche, Diary ed altri opuscoli cos italiani, come latini, appartenenti alla storia del Regno di Napoli, a
cura di A. A. Pelliccia, Napoli, B. Perger, 1780, vol. I, p. 64.
36 Si rinvia ai documenti indicati alla precedente nota 18.
37 Il 15 gennaio 1337, re Roberto ridusse in burgensatico, a favore dei monasteri di S. Chiara e S.
Maria Maddalena, i beni feudali donati a Sancia e gi spettanti a Masella di Sus, a Giovanni
dAriano, a Giovanni Scartivacca e Guglielmo Camerlengo, e cio case, territori e starze (vigneti
aventi le viti appoggiate ad olmi o ad altri alberi) site in Aversa, pertinenze e casali, nonch il
casale di Casacugnano, Gualdo, Casaluce, Capodonnico (Campodonico gi di Giovanni
dAriano), S. Elpidio e Giugliano, dietro pagamento di 400 once da parte della regina, e
trasferendo il servizio militare su altri feudi, B. SPILA, Un monumento, cit., p. 270, n. 41.
38 C. DENGENIO, Napoli sacra, cit., p. 326; F. CEVA GRIMALDI, Memorie storiche, cit., p. 184,
riporta la somma donata dalla contessa di Terranova non in once ma in ducati.
34
11
F dotata questa chiesa [di S. Chiara] dalla predetta Reina di ricchi poderi,
e possessioni ascendentino alla summa de docati 7200 nequali volle che
venessero incluse lannue onze cinquanta peruenute a questa Chiesa
dellentrate, e rendite comprategli da Margarita dellOria contessa di Terra
Noua per prezzo donze mille, le quali haueua donato questo luogo per
limosina, come il tutto di legge nello stromento della donatione fatta
questa Chiesa dalla stessa Reina, istipulato nel 1342, per mano di Notar
Giacomo Quaranta di Napoli, et il Giudice contratto f Giouanni
dAriano Segretario della Reina predetta.
Sembrerebbe, dunque, che il DEngenio fornisca una valutazione del
patrimonio immobiliare di dotazione del monastero indicando appunto tale
valore in 7.200 ducati comprensivi, peraltro, delle 50 once costituite dal reddito
dei beni immobili acquistati grazie ad una distinta donazione di 1.000 once ad
opera di Margherita di Lauria, contessa di Terranova (1294 ca.; post 1343),
ciambellana in conversatione domestica della stessa sovrana39. Lerudito autore
formula dichiaratamente queste valutazioni sulla base dellatto di dotazione del
monastero di S. Chiara del 16 ottobre del 134240.
Come gi osservato, il 30 gennaio del 1321, nellambito delle Ordinationes
fu deciso il primo atto (noto) di dotazione del monastero di S. Chiara41, con il
quale Sancia stabil tra laltro che dovessero acquistarsi beni stabili burgensatici
fruttiferi della somma di 400 once annue.
Il 16 ottobre del 1342, la sovrana si preoccup tra laltro di adeguare
loriginaria rendita di 400 once annue, che era stata prevista per il
mantenimento di sole cento monache, portandola a ben 1.200 once in
considerazione del gran numero delle religiose entrate nel frattempo nel
monastero stesso. In tale rendita la sovrana ricomprese appunto anche le 50
once di reddito derivanti dai beni acquisiti con le 1.000 once elemosinaliter oblatae
da Margherita di Lauria.
Per quanto appena osservato, la somma di 7.200 ducati indicata dal
DEngenio, almeno sulla scorta del cambio di unoncia per 6 ducati, equivale
proprio a 1.200 once che costituiscono non gi il valore dei beni immobili dotati,
bens lammontare della rendita annua degli stessi, come stabilito nellatto di
dotazione del 1342. Il dato di maggiore interesse ai nostri fini, tuttavia,
costituito proprio dalla redditivit (annua) dei beni immobili acquistati
impiegando le 1.000 once donate dalla contessa di Terranova, redditivit pari a
50 once, e cio al 5% del capitale. Partendo da questo tasso di redditivit pu
ipotizzarsi che, per assicurare al monastero, come richiesto da Sancia nellatto di
dotazione del 1342, una redditivit di 1.200 once annue occorresse investire in
immobili almeno 24.000 once, deducendo dalle quali le 1.000 donate dalla
contessa di Terranova, lapporto finanziario di Sancia sarebbe asceso ad almeno
23.000 once.
Figlia di Ruggero I di Lauria e di Saurina dEntena, spos Ugo, conte di Chiaromonte, poi
Bartolomeo di Capua ed, infine, Niccol di Gianvilla, conte di Terranova.
40 Per il testo dellatto M. GAGLIONE, Sancia di Maiorca e la dotazione, cit., pp. 159-187.
41 M. GAGLIONE, Sancia di Maiorca e la dotazione, cit., pp. 150 ss.
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12
ASNA, Corporazioni religiose soppresse [dora in poi Corp. rel. soppr.], vol. 2699, sul dorso del
volume lintitolazione: Dizzionario (sic) di antichi istrumenti; in apertura: Inventario deli
Instrumenti et scritture del Sacro Mon.ro del S.mo Corpo de XP.O alias Sancta Chiara dela Citt de
Nap., databile alla seconda met del secolo XVI con annotazioni fino allinizio del secolo XVII.
43 ASNA, Corp. rel. soppr., vol. 2699, n. 17, f. 3r; cenni anche in ASNA, Corp. rel. soppr., vol. 2700,
f. 10v.
44 ASNA, Corp. rel. soppr., 2699, n. 71, f. 10r; ASNA, Corp. rel. soppr., vol. 2684, f. 461r, n. 21.
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