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LABORATORIO GIURIDICO : DIRITTO DEI CONTRATTI

OGGETTO RELAZIONE: LE CLAUSOLE VESSATORIE E ABUSIVE


Ai sensi dellart 1341 del c.c. I] Le condizioni generali di contratto predisposte da uno dei contraenti
sono efficaci nei confronti dell'altro, se al momento della conclusione del contratto questi le ha
conosciute o avrebbe dovuto conoscerle usando l'ordinaria diligenza. [II] In ogni caso non hanno
effetto, se non sono specificamente approvate per iscritto, le condizioni che stabiliscono, a favore
di colui che le ha predisposte, limitazioni di responsabilit, facolt di recedere dal contratto o di
sospenderne l'esecuzione, ovvero sanciscono a carico dell'altro contraente decadenze, limitazioni
alla facolt di opporre eccezioni, restrizioni alla libert contrattuale nei rapporti coi terzi, tacita
proroga o rinnovazione del contratto, clausole compromissorie o deroghe alla competenza
dell'autorit giudiziaria.
Possiamo dunque definire abusive e di conseguenza prive di alcuna efficacia, le clausole che
limitano od escludono la responsabilit del professionista in caso di morte o di danno alla persona
del consumatore, qualora questo sia derivato da un fatto od omissione del professionista; quelle
che limitano od escludono la facolt del consumatore di agire nei confronti del professionista o di
altra parte in caso di inadempimento parziale o totale o di adempimento inesatto del
professionista; ed infine quelle che estendono ladesione del consumatore a clausole che egli non
ha avuto modo di conoscere prima della conclusione del contratto.
Lintroduzione del nuovo Codice del Consumo (D.lg n.206/2005) non ha fatto altro che potenziare
la normativa nazionale che di fatto era gi volta a tutelare il consumatore, considerato da sempre
la parte debole nel rapporto contrattuale. Tuttavia quello dellart. 33 non costituisce un elenco
tassativo di ipotesi in cui tali clausole risultano prive di qualunque efficacia, per cui in ogni caso
potranno essere ritenute abusive tutte quelle clausole che determinino un evidente squilibrio tra
le controparti. Larticolo in esame ci indica come cause vessatorie, fino a prova contraria, quelle
che hanno per oggetto:
escludere o limitare la responsabilit del professionista in caso di morte o di danno alla
persona del consumatore, risultante da un fatto o da un'omissione del professionista;
escludere o limitare le azioni o i diritti del consumatore nei confronti del professionista o di
un'altra parte in caso di inadempimento totale o parziale o di adempimento inesatto da parte
del professionista;
escludere o limitare l'opportunit da parte del consumatore della compensazione di un debito
nei confronti del professionista con un credito vantato nei confronti di quest'ultimo;
prevedere un impegno definitivo del consumatore mentre l'esecuzione della prestazione del
professionista subordinata ad una condizione il cui adempimento dipende unicamente dalla
sua volont;
consentire al professionista di trattenere una somma di denaro versata dal consumatore se
quest'ultimo non conclude il contratto o recede da esso, senza prevedere il diritto del
consumatore di esigere dal professionista il doppio della somma corrisposta se quest'ultimo
a non concludere il contratto oppure a recedere;

imporre al consumatore, in caso di inadempimento o di ritardo nell'adempimento, il


pagamento di una somma di denaro a titolo di risarcimento, clausola penale o altro titolo
equivalente d'importo manifestamente eccessivo;
riconoscere al solo professionista e non anche al consumatore la facolt di recedere dal
contratto, nonch consentire al professionista di trattenere anche solo in parte la somma
versata dal consumatore a titolo di corrispettivo per prestazioni non ancora adempiute,
quando sia il professionista a recedere dal contratto;
consentire al professionista di recedere da contratti a tempo indeterminato senza un
ragionevole preavviso, tranne nel caso di giusta causa;
stabilire un termine eccessivamente anticipato rispetto alla scadenza del contratto per
comunicare la disdetta al fine di evitare la tacita proroga o rinnovazione;
prevedere l'estensione dell'adesione del consumatore a clausole che non ha avuto la
possibilit di conoscere prima della conclusione del contratto;
consentire al professionista di modificare unilateralmente le clausole del contratto, ovvero le
caratteristiche del prodotto o del servizio da fornire, senza un giustificato motivo indicato nel
contratto stesso;
stabilire che il prezzo dei beni o dei servizi sia determinato al momento della consegna o della
prestazione;
consentire al professionista di aumentare il prezzo del bene o del servizio senza che il
consumatore possa recedere se il prezzo finale eccessivamente elevato rispetto a quello
originariamente convenuto;
riservare al professionista il potere di accertare la conformit del bene venduto o del servizio
prestato a quello previsto nel contratto o conferirgli il diritto esclusivo d'interpretare una
clausola qualsiasi del contratto;
limitare la responsabilit del professionista rispetto alle obbligazioni derivanti dai contratti
stipulati in suo nome dai mandatari o subordinare l'adempimento delle suddette obbligazioni
al rispetto di particolari formalit;
limitare o escludere l'opponibilit dell'eccezione d'inadempimento da parte del consumatore
consentire al professionista di sostituire a se' un terzo nei rapporti derivanti dal contratto,
anche nel caso di preventivo consenso del consumatore, qualora risulti diminuita la tutela dei
diritti di quest'ultimo;
sancire a carico del consumatore decadenze, limitazioni della facolt di opporre eccezioni,
deroghe alla competenza dell'autorit giudiziaria, limitazioni all'adduzione di prove, inversioni
o modificazioni dell'onere della prova, restrizioni alla libert contrattuale nei rapporti con i
terzi;
stabilire come sede del foro competente sulle controversie localit diversa da quella di
residenza o domicilio elettivo del consumatore;
prevedere l'alienazione di un diritto o l'assunzione di un obbligo come subordinati ad una
condizione sospensiva dipendente dalla mera volont del professionista a fronte di
un'obbligazione immediatamente efficace del consumatore.

La pi recente novit in tema di clausole vessatorie contenuta nella legge n. 27/2012 che ha
convertito il Decreto legge sulle liberalizzazioni . La nuova legge infatti ha introdotto nel Codice del
Consumo lart. 37 bis che attribuisce allAutorit Garante della Concorrenza e del Mercato il
compito di dichiarare, dufficio o su denuncia dei consumatori, la vessatoriet delle clausole
contenute nei contratti per adesione e sottoscritti per moduli e formulari. Il provvedimento che
eventualmente accerti la vessatoriet della clausola sar diffuso mediante pubblicazione
nellapposita sezione del sito internet istituzionale dellAutorit, sul sito internet delloperatore
che adotta la clausola, cos come mediante qualunque altro mezzo ritenuto opportuno al fine di
informare i consumatori. In ogni caso le imprese interessate avranno la facolt di interpellare
lAutorit in modo preventivo sulla vessatoriet delle clausole che intendono utilizzare nei propri
contratti commerciali con i consumatori.
Proprio ultimamente la Corte di Giustizia dellUnione Europea stata chiamata, dal giudice
nazionale ungherese, ad esprimersi sulla legittimit di una clausola inserita in un contratto di
telefonia fissa che prevedeva laddebito in capo allutente di non meglio specificate spese di vaglia
nel caso in cui lo stesso avesse effettuato un pagamento mediante vaglia postale. La Corte
intervenuta nel senso di ampliare la normativa comunitaria volta alla tutela del consumatore,
dichiarando abusiva detta clausola e sancendone la nullit sulla base del fatto che non veniva
affatto indicato limporto di dette spese n tanto meno le modalit di calcolo; lutente non
messo nella condizione di poter conoscere al momento della sottoscrizione del contratto il reale
ammontare delle spese relative al servizio, generando cos un significativo squilibrio tra le due
posizioni contrattuali. (Causa C-472/10, sentenza del 26 aprile 2012)
I giudici hanno stabilito infine che, in via generale, la nullit di una clausola abusiva, accertata
mediante un ricorso azionato collettivamente da unassociazione di consumatori, si tradurr
automaticamente a vantaggio della totalit della categoria, anche nei confronti di coloro che di
fatto non hanno preso parte allazione giudiziaria.
Altra decisione importante fu quella della Corte di Cassazione nella sentenza n. 6481/2010. Nel
caso di specie lorganizzatore di un corso sartoriale e modellismo aveva inserito due clausole
gravose nei confronti degli allievi: una comportava la rinuncia alla facolt di recesso e lassunzione
da parte dellallievo dellimpegno di corrispondere comunque allistituto organizzatore del corso
lintera tassa di frequenza, anche nel caso di recesso anticipato , laltra riconosceva allistituto il
potere di modificare le modalit di svolgimento del corso. A riguardo, i giudici di legittimit
ribadiscono, in generale, che il carattere abusivo delle clausole predisposte dal professionista deve
essere valutato innanzitutto alla luce del principio generale di cui allart. 1469 bis c.1 c.c
(attualmente trasposto nellart. 33, c.1, del Codice del Consumo indicato sopra), per cui vanno
ritenute abusive le clausole che malgrado la buona fede, determinano a carico del consumatore un
significativo squilibrio dei diritti e degli obblighi derivanti dal contratto. Inoltre, la suddetta
valutazione di abusivit va effettuata anche con riferimento alla presunzione di vessatoriet di cui
alle fattispecie tipizzate nel terzo comma dellart. 1469 bis c.c. (attualmente corrispondete al
comma 2 dellart. 33 del Codice del Consumo). Quindi, quanto alla prima delle due clausole sopra
ricordate, va rilevato che questa sanziona indiscriminatamente il recesso dellallievo, sia o non sia
assistito da un giustificato motivo, venendo cos implicitamente a riservare al professionista (che,
in applicazione dei principi generali in materia contrattuale, risponde solo nel caso di recesso
colpevole) un trattamento differenziato e migliore, in contrasto con i principi contenuti nellart.
1469 bis c.c., n.5 e 7.

Tutto ci, per di pi, per di pi senza che lentit della somma dovuta dallallievo nel caso di
recesso, che viene sostanzialmente ad integrare una penale, trovi riscontro in analoga sanzione a
carico del professionista. La pronuncia in oggetto, pur non apportando rilevanti novit rispetto ai
principi gi noti e operanti in tema di clausole vessatorie, appare comunque importante
soprattutto come monito ai molteplici organizzatori privati di corsi professionali che
frequentemente inseriscono nei propri contratti clausole simili a quelle sulle quali si abbattuta la
Suprema Corte.

PASQUALE GIOVANNI CAPUTO

NUMERO DI MATRICOLA 0160107758

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