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ALMA MATER STUDIORUM - UNIVERSITA' DI BOLOGNA

SCUOLA DI LETTERE E BENI CULTURALI


Corso di laurea in
Lettere Curriculum moderno

TITOLO DELLA TESI


CASA DE NIALTRI.
MIGRAZIONE E SPAZI ABITATIVI.
Tesi di laurea in
Sociologia della letteratura

Relatore Prof: Fulvio Pezzarossa

Presentata da: Enrico Mariani

Sessione
seconda

Anno accademico
2013-2014

PREMESSA

Il presente lavoro prende spunto da unesperienza personale che ha avuto luogo tra dicembre
2013 e gennaio 2014 in occasione delloccupazione a fine abitativo, da parte di migranti e di
homeless, dellex asilo Regina Margherita ad Ancona.
La comunit occupante ledificio scolastico abbandonato ha preso il nome, in dialetto
anconetano, di Casa de nialtri. Il termine noialtri presuppone due soggetti, include un noi
escludendo implicitamente un loro in opposizione, e si rivela utile a definire la maternit
delliniziativa, nata dalla collaborazione e il supporto offerto da un gruppo di cittadini a persone che
soffrono di precariet abitativa. Lo scopo quello di costruire in autonomia un progetto che prevede
una gestione dello spazio abitativo alternativa, rispetto alle strutture che svolgono servizio di
assistenza sul territorio. Linefficienza di tali forme di assistenza, confermata dalla stessa
situazione di emergenza abitativa sofferta dagli occupanti, nonch documentata in molti studi critici
sullargomento, come quelli di Maria Golinelli e Paolo Pezzana, citati nel corso della tesi. Luso
della forma dialettale nialtri mette in evidenza il radicamento dellesperienza nella dimensione
locale della citt di Ancona e costituisce il legame tra comunit interna e cittadinanza, nellottica di
stimolare il coinvolgimento di attori esterni alle attivit svolte durante il percorso di coabitazione e
favorire il concreto inserimento degli occupanti nel tessuto sociale.
Partecipare alle attivit di Casa de nialtri ha richiesto di lasciare da parte i pregiudizi per
mettere in comune esperienze, saperi, professionalit, con persone provenienti da contesti
completamente diversi, dando loro la possibilit di fare altrettanto. In questo modo nato lo
scambio e la condivisione del patrimonio culturale di ognuno, che si valorizza come ricchezza per
tutti. Lo scopo quello di non cadere nelle generalizzazioni che annullano le individualit: a Casa
de nialtri ognuno protagonista nella costruzione del percorso di convivenza.
Alcune dinamiche osservate nel microcontesto Casa de nialtri, richiamano situazioni che sono
presenti nel quadro generale delle occupazioni a fine abitativo in Italia: il primo capitolo dunque
dedicato a delineare un quadro riassuntivo del contesto italiano, che prende le mosse da
unintroduzione sulla portata dellemergenza abitativa. Segue un elenco che comprende le
esperienze ritenute utili ad un confronto con il caso di Ancona, in cui emergono le particolarit delle
singole esperienze e le somiglianze reciproche. Risulta evidente come, accanto alle strutture di
propriet degli enti pubblici, siano in fase di affermazione una serie di iniziative sperimentali o
autogestite che mettono da parte il concetto di assistenza, proponendo percorsi mirati alla
valorizzazione delle individualit presenti.
2

La specificit dellesperienza anconetana approfondita nel secondo capitolo, attraverso una


sintesi dello svolgimento cronologico dei fatti e il rilevamento degli elementi peculiari o comuni
alle altre esperienze e progetti di cui si parlato nel primo capitolo.
Inoltre alcuni aspetti relativi al tema della casa nel percorso di migrazione e allatto dellabitare,
o coabitare, in una casa strutturalmente diversa da quella delle proprie origini, osservate nella
quotidianit del contesto multiculturale di Casa de nialtri, sono rilevabili in molti esempi di
letteratura di migrazione.
Pertanto il terzo capitolo dedicato ad individuare la presenza di queste dinamiche nelle
narrazioni di alcuni autori migranti, operando confronti e individuando punti di contatto con alcuni
studi critici. Molti studiosi infatti hanno evidenziato la centralit del tema della casa non solo sul
piano pratico della quotidianit, ma anche su quello simbolico, come indicatore di percorsi pi o
meno efficaci di integrazione. La maggior parte delle riflessioni sono tratte dagli studi di M.
Golinelli, U. Fracassa, F. Pezzarossa, sui seguenti temi: lo scambio di elementi tipici nelle cucine
multietniche; la percezione dello spazio abitativo come luogo familiare, in cui la persona riconosce
e custodisce la propria identit; la lingua dorigine come casa, simbolico rifugio per il migrante in
un contesto estraneo.
Il confronto del dato letterario, volto ad evidenziare la singolarit, con la specificit del caso
osservato personalmente, si rivela utile ad indagare la complessit delle dinamiche che si
intrecciano nel rapporto del migrante con lo spazio fisico dellabitazione.

1. EMERGENZA ABITATIVA IN ITALIA

1.1 QUADRO INTRODUTTIVO SULLEMERGENZA ABITATIVA IN ITALIA

La recente crisi economica che ha colpito negli ultimi anni molti Stati dellUnione Europea e in
particolare lItalia, la principale causa di situazioni di disagio per nuclei familiari e singoli
individui. Secondo dati dellIstat che fanno riferimento al 2013, in Italia il 12,6% delle famiglie in
condizione di povert relativa (per un totale di 3 milioni 230 mila) e il 7,9% lo in termini assoluti
(2 milioni 28 mila). Le persone in povert relativa sono il 16,6% della popolazione (10 milioni 48
mila persone), quelle in povert assoluta il 9,9% (6 milioni 20 mila). Per quanto riguarda la povert
relativa, il dato stabile rispetto al 2012 (12,7%), mentre evidente laumento dellincidenza della
povert assoluta: dal 6,8% al 7,9% (per effetto dell'aumento nel Mezzogiorno, dal 9,8 al 12,6%),
coinvolgendo circa 303 mila famiglie e 1 milione 206 mila persone in pi rispetto all'anno
precedente. La povert assoluta aumenta tra le famiglie con tre (dal 6,6 all'8,3%), quattro (dall'8,3
all'11,8%) e cinque o pi componenti (dal 17,2 al 22,1%).1
Vivendo in condizione di costante precariet lavorativa, anche una risorsa fondamentale come la
casa diventata, per molti cittadini italiani e per la maggior parte dei migranti, difficile da ottenere e
salvaguardare.2
La soluzione abitativa scelta da molti quella dellaffitto, ma si rivela problematica a causa della
crescente insufficienza di reddito. Uninchiesta dellAdnkronos rivela che in Italia un affitto su due
non viene pagato. Il rapporto di uno a due la media nazionale, che presenta situazioni di criticit in
alcune realt, come Napoli (60 %) , o Roma (45%), mentre a Milano il dato si ferma al 35%. 3
Secondo Massimo Pasquini, presidente del sindacato Unione Inquilini, ogni giorno in Italia si
eseguono 140 sfratti, di cui il 90% per morosit incolpevole.
Una delle misure emesse dal governo Renzi per contrastare la piaga degli sfratti per morosit
incolpevole, che nel 2013 ha coinvolto 65.300 italiani, un fondo che ammonta a 20 milioni di
euro, a cui si aggiungono altri 15 milioni, approvati con il decreto Lupi il 28 maggio 2014.

ISTAT, La povert in Italia, 14 luglio 2014, disponibile su <http://www.istat.it/it/archivio/128371>


Migranti, la guerra del Mediterraneo, 31 marzo 2014, disponibile su <speciali.espresso.repubblica.it>; Annual report
situation of asylum in the European Union 2013, disponibile su <easo.europe.eu>
3
Affitti, uno su due non viene pagato. Casi di insolvenza su del 5% rispetto al 2013, Il fatto quotidiano, 26 luglio
2014,
disponibile
su
<http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/07/26/affitti-uno-su-due-non-viene-pagato-casi-diinsolvenza-su-del-5-rispetto-a-2013/1072820/>
2

Dividendo la spesa per il totale delle famiglie in morosit incolpevole, si ottiene un contributo di 45
euro al mese, senza considerare i morosi incolpevoli prima del 2013.4
In base alle recenti ordinanze (decreto attuativo 14 maggio del Ministero delle Infrastrutture
relativo allarticolo 6 comma 5 della legge 124 del 2013, approvato e pubblicato nella Gazzetta
Ufficiale nello scorso luglio 2014) i Comuni ad alta tensione abitativa devono depositare un elenco
delle famiglie con morosit incolpevole (secondo i criteri stabiliti dal decreto) ai prefetti, i quali
hanno il compito di graduare gli sfratti. Tuttavia lunico Comune Italiano a rispettare il decreto
stato quello di Pisa, seguito da altri Comuni della stessa provincia.5
Per quanto riguarda lacquisto della prima casa, la ricerca condotta dal portale mutui.it, in
collaborazione con facile.it, che ha preso in esame circa 10.000 preventivi di mutuo richiesti nel
primo semestre del 2014, ha rilevato che le domande da parte di residenti stranieri sono diminuite, e
le cifre da loro richieste si sono fatte pi contenute. La media delle richieste diminuita del 16% in
due anni, dato che accomuna stranieri e italiani e testimonia la crescente difficolt nel provvedere
ad una soluzione abitativa stabile.6
I problemi legati alla povert , alla difficolt abitativa e alla condizione dei senza dimora sono
stati studiati e analizzati recentemente in un rapporto elaborato dallIstat in collaborazione con il
Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, la Federazione Italiana degli Organismi per le
Persone Senza Dimora (fio.PSD) e la Caritas Italiana. Il rapporto stato pubblicato nel 2014 e fa
riferimento a dati raccolti tra Novembre e Dicembre 2011 presso le mense e le strutture di
accoglienza notturna di 158 Comuni Italiani che offrono servizi ai senza tetto. Intercettare i senza
dimora nei luoghi in cui si recano per reperire ci di cui hanno bisogno si rivelato il metodo
migliore per evitare errori nei conteggi, tuttavia in questo modo si trascurata la gran parte di quelli
che fanno un uso saltuario di tali strutture. Sul totale di 47 mila senza fissa dimora, 6 su 10 sono
stranieri, in media pi giovani degli Italiani e con un titolo di studio pi alto. Di questi solo il 20%
era senza dimora prima di arrivare in Italia. Questa ricerca significativa perch per la prima volta
si indagato il tema della povert abitativa nella diverse forme in cui essa si realizza, rilevando
come sia causa di esclusione sociale.7
Lemergenza abitativa coinvolge anche molti stati europei, rendendo necessaria una
classificazione della condizione dei senza dimora, che deve tener conto delle molteplici situazioni
da cui tale disagio pu derivare e le forme di diversa esclusione sociale che comporta.
4

L. BAGNOLI, Emergenza sfratti, via al fondo per aiutare gli inquilini. Ma i soldi non bastano, Il fatto quotidiano, 20
luglio 2014, p. 16.
5
M. PASQUINI, Sfratti illegali, Il Manifesto, 19 agosto 2014, p. 14.
6
Mutui pi difficili per gli immigrati: diminuiscono le domande di credito e gli importi richiesti, Il sole 24 ore, 3
luglio 2014, disponibile su <http://www.casa24.ilsole24ore.com/art/mutuo-casa/2014-07-03/mutui-difficili-immigratidiminuiscono-122342.php?uuid=Abi8JuzJ>
7
ISTAT, La ricerca nazionale sulle persone senza dimora in Italia, Roma, Stealth, 2014.

FEANTSA (Federazione europea delle organizzazioni che lavorano con persone senza fissa
dimora) ha sviluppato una classificazione, denominata ETHOS, attraverso una griglia di indicatori
che fanno riferimento alle diverse situazioni di esclusione abitativa. ETHOS definisce tre aree che
garantiscono la condizione di piena abitabilit: avere uno spazio abitativo sul quale lindividuo o la
famiglia possano esercitare un diritto di esclusivit (area fisica), avere la possibilit di intrattenere
in quello spazio relazioni soddisfacenti e riservate (area sociale), avere un titolo legale che ne
garantisca il pieno riconoscimento (area giuridica). Lassenza di queste condizioni permette di
individuare quattro categorie di grave esclusione abitativa: persone senza tetto, persone prive di una
casa, persone che vivono in condizione di insicurezza abitativa, persone che vivono in condizioni
abitative inadeguate. Queste quattro categorie concettuali sono divise in tredici categorie operative
utili per diverse prospettive politiche: si parte creando una mappatura del fenomeno fino a
sviluppare, monitorare e verificare politiche adeguate alla risoluzione del problema che possano
applicarsi in ambito europeo.8
Bisogna

inoltre

sottolineare

quanto

emerge

dal

rapporto

della

Scuola

Superiore

dellAmministrazione dellInterno, a cura di M.G. Galeotti, per cui il disagio abitativo dei migranti
particolarmente critico vista la ridotta disponibilit di alloggi delledilizia pubblica popolare, sono
presenti difficolt di accesso al mercato immobiliare a causa dei prezzi elevati delle locazioni e
della scarsa disponibilit economica che impedisce la richiesta di mutui; si consideri inoltre la
presenza di una generale diffidenza dei proprietari nei confronti degli utenti stranieri, che si
aggiunge al timore che limmobile subisca una svalutazione. Questo comporta fenomeni di
sovraffollamento di alcuni quartieri, in condizioni igieniche precarie, ed ampie fasce di evasione
fiscale causate da affitti in nero.9

FEANTSA, ETHOS Tipology on Homelessness and housing exclusion, 29 agosto 2014, disponibile su
<http://www.feantsa.org/spip.php?article120&lang=en>
9
Gli stranieri in Italia: situazione abitativa e censimento delle strutture di accoglienza, a cura di MARIA GABRIELLA
GALEOTTI, Roma, SSAI, 2010, p. 5, disponibile su <http://ssai.interno.it/download/allegati1/glistranieriinitalia.pdf>,
ultimo accesso 7/10/2014.

1.2 PROCEDURE E STRUTTURE DI ACCOGLIENZA IN ITALIA PER RIFUGIATI E


RICHIEDENTI ASILO

Per quanto riguarda i rifugiati e i richiedenti asilo, il sistema di accoglienza in Italia


particolarmente complesso e si fonda su una serie di disposizioni che si sono succedute nel tempo,
integrandosi luna con laltra.
La prima forma di accoglienza per i rifugiati dovrebbe limitarsi a fornire un sostegno materiale
durante la fase dellemergenza, necessaria al riconoscimento dello status di rifugiato. I centri si
suddividono in quattro categorie: CPSA (centro di primo soccorso e accoglienza), CDA (centri di
accoglienza), CARA (centri di accoglienza per richiedenti asilo) e CIE (centri di identificazione ed
espulsione).
I migranti possono essere assistiti o trattenuti allinterno di tutte e quattro le tipologie di struttura,
tuttavia gli unici centri che possano considerarsi di accoglienza per i richiedenti protezione
internazionale sono i CARA. Questi ultimi presentano delle criticit, la prima delle quali pu
considerarsi il loro posizionamento (periferie, zone industriali) e il loro uso precedente (ex caserme,
ex aeroporti, ex saline), che rendono apparentemente primario il contenimento rispetto
allaccoglienza. Inoltre per quanto riguarda i tempi, la legge prevede che in 35 giorni sia
riconosciuto lo status di rifugiato, limitando a questo periodo la fase della prima accoglienza. In
realt liter burocratico spesso molto pi lungo, e la permanenza nei CARA pu protrarsi anche
per un anno, in media circa 4 mesi. Ci dovuto anche alla scarsa capacit ricettiva delle strutture
di seconda accoglienza.
La seconda fase di accoglienza costituita dal progetto SPRAR: un sistema decentrato composto
da una rete di enti locali e di organizzazioni del terzo settore che, attraverso la realizzazione di
progetti a livello locale, forniscono quella che viene definita l'accoglienza integrata, che ha come
obbiettivo limplementazione di servizi materiali (vitto e alloggio) e la fruizione di servizi del terzo
settore volti a favorire lintegrazione sociale del beneficiario. Tali servizi sono raggruppabili in nove
categorie: assistenza sanitaria, assistenza sociale, attivit multiculturali, inserimento scolastico dei
minori, mediazione linguistica e culturale, orientamento e informazione legale, inserimento
abitativo, inserimento lavorativo e servizi per la formazione. Tra le misure di assistenza sociale
rientrano anche le attivit volte all'apprendimento della lingua e di alfabetizzazione, mentre le
attivit di mediazione linguistico-culturale toccano i diversi ambiti con i quali i beneficiari devono
confrontarsi, tra cui quello abitativo, lavorativo e sociale.

Le strutture di accoglienza variano da appartamenti a centri collettivi di medie o grandi


dimensioni e il tempo di permanenza flessibile a seconda dello status del singolo beneficiario, ma,
anche nel migliore dei casi, non supera i sei mesi.10
Dal 2002 si registrato un costante aumento di tali strutture, che ha raggiunto il culmine nel
2006, quando il numero aumentato di un terzo rispetto allanno precedente. Va rilevato come un
aumento delle strutture non comporti una maggiore capacit di accoglienza, poich molto spesso si
tratta di appartamenti con disponibilit limitata (due/quattro persone). Dal 2007 le strutture hanno
subito un ridimensionamento, con una flessione del 6,6% dei posti letto, che da 30.765 si sono
ridotti a 28.722.11
Se si rapporta la disponibilit ricettiva di tali strutture alla popolazione straniera presente in
ciascuna regione, evidente una maggiore disponibilit in Puglia, Sicilia, Campania, Trentino, dove
per ogni posto letto disponibile vi sono in media cinquanta stranieri in attesa di sistemazione. Vi
sono altres regioni, quali le Marche, Umbria, Veneto, Liguria e Sardegna dove il dato supera le
duecento unit per posto letto, con un rapporto di gran lunga superiore a quello nazionale, che di
135 stranieri per posto letto.12
Il fenomeno migratorio interessa il territorio italiano con cifre che sono minori rispetto ad altre
nazioni che fanno parte dellUnione Europea, infatti tra il 2012 e il 2013 il flusso calato del 19%, 13
tuttavia nei primi quattro mesi del 2014 stato registrato un nuovo aumento di sbarchi sulle coste
meridionali italiane, superiore dell823% rispetto allo stesso periodo dellanno precedente, con
25.650 arrivi solo in Sicilia.14
Anche se le migrazione sfugge per sua natura ad una determinazione numerica, ed ancora pi
difficile riuscire a quantificare il fenomeno vista linstabilit dei flussi migratori, questi dati bastano
ad evidenziare come le strutture messe a disposizione dallapparato statale non siano sufficienti a
rispondere concretamente al bisogno reale di assistenza, come si legge nel rapporto annuale SPRAR
2010-2011. Nel pieno della cosiddetta Emergenza Nord- Africa, Daniela Di Capua, Direttrice del
Servizio centrale dello SPRAR, rilevava
limprovvisa discontinuit dei flussi migratori dopo il 2007, con il picco di arrivi via mare nellanno 2008 e il
conseguente raddoppio delle domande di protezione, quindi il calo improvviso di numeri negli anni 2009/2010 e
il nuovo eccezionale afflusso prevalentemente dallAfrica per tutto il 2011. Il fatto che tali fluttuazioni non
trovino tuttavia corrispondenza con il numero di persone accolte nei progetti SPRAR trova spiegazione sia nella
10

S. OMAR OSMAN , Come funzionano le strutture di accoglienza in Italia, disponibile su


<http://unipdcentrodirittiumani.it/it/schede/Il-sistema-di-accoglienza-in-Italia/246>
11
Gli stranieri in Italia: situazione abitativa e censimento delle strutture di accoglienza, a cura di MARIA GABRIELLA
GALEOTTI, cit., p. 57.
12
Ivi, p. 59.
13
OECD, Migration Policy Debates, disponibile su <www.oecd.org/migration>
14
Flussi migratori, + 823% di arrivi nei primi 4 mesi del 2014, Rai cultura economia,
<http://www.economia.rai.it/articoli/flussi-migratori-823-di-arrivi-nei-primi-4-mesi-del-2014/24876/default.aspx>

cronica insufficienza di posti finanziati nello SPRAR che mortifica lobiettivo di una risposta complessiva e
incisiva, sia nellinevitabile coda di richieste di accoglienza che si viene a creare negli anni successivi a flussi
numerosi e improvvisi15

I dati del rapporto pi recente, che risale al biennio 2012/2013, testimoniano un allargamento
della rete da 9500 a 20000 posti disponibili. 16 Tuttavia tale implementazione non sembra incidere
significativamente nel contesto nazionale: in una ricerca condotta da Cittalia (redattrice del rapporto
SPRAR) sullemergenza abitativa in Italia, il 18% dei richiedenti asilo dorme in alloggi di fortuna o
palazzi occupati.17

1.3 MODELLI DI INTERVENTO IN AIUTO AI SENZA DIMORA

A causa della diffusione del fenomeno homelessness in tutto il territorio italiano, considerando la
crescente difficolt, non solo da parte di migranti, ma anche di molti cittadini italiani, nel sostenere
le spese relative allabitazione, in molte realt si manifestata la necessit di sperimentare modelli
di sostegno ai senza dimora alternativi a quelli tradizionali.
Le misure adottate nella maggioranza dei paesi occidentali per il sostegno alle persone senza
dimora corrispondono essenzialmente a rielaborazioni o adattamenti dello staircase model (modello
a gradini) o housing ready model, che prevede laccompagnamento della persona in un percorso che
gradualmente permetta di raggiungere unautonomia sempre maggiore. Attraverso laiuto di un
operatore professionale che svolge sia sostegno psicologico che educativo, al senza dimora vengono
concessi mano a mano servizi che vanno gradualmente dalla prima accoglienza alla sistemazione in
un alloggio, fino ad arrivare allo svolgimento di un lavoro in autonomia, attraverso il monitoraggio
di un operatore professionale che verifica quanto la persona sia pronta a passare allo step
successivo.18

15

Rapporto annuale del sistema di protezione richiedenti asilo e rifugiati, a cura di A.CALDAROZZI e M. GIOVANNETTI,
Roma, Cittalia, 2011, p. 45.
16
Rapporto annuale del sistema di protezione richiedenti asilo e rifugiati, a cura di DANIELA DI CAPUA e PAOLO TESTA,
Roma, Cittalia, 2013, p. 24.
17
La popolazione in forte disagio abitativo in Italia. La condizione dei richiedenti asilo, dei rifugiati e dei rom, a cura
di GIAMPIERO DELLA ZUANNA, Padova, Cittalia, 2013, p. 31.
18
P. PEZZANA, Presentazione dati ISTAT su servizi per persone senza dimora, 3 novembre 2011, p. 5, disponibile su
<http://www.fiopsd.org/wp-content/uploads/2012/11/Pezzana-30111.pdf>

1.3.1 Housing first

Un altro modello di sostegno stato introdotto negli anni 90 in America e recentemente stato
adottato dal governo Obama come strategia per contrastare il fenomeno dellhomelessness,19 esso
anche chiamato first house approach. La premessa ontologica la concessione di una sistemazione
abitativa non precaria, che costituisce il punto di partenza per un processo di accompagnamento
personalizzato, condotto attraverso lintegrazione con altre condizioni materiali e personali, fino al
raggiungimento della piena autonomia.
Negli ultimi anni anche in Italia sono in fase di sperimentazione in alcune realt progetti di
housing first. Lassociazione fio.PSD la promotrice del network HFI (Housing First Italia) che si
riconosce in un manifesto comune e in un protocollo di intervento basato sui cinque principi
fondanti lhousing first: separazione tra housing (inteso come diritto alla casa) e trattamento
terapeutico, appartamenti individuali e sparsi in diverse zone della citt, autodeterminazione e libera
scelta dei partecipanti al sistema HF, orientamento al recovery, ovvero un processo di recupero
continuo e permanente, impegno dellequipe a lavorare con gli assistiti fino a quando essi ne hanno
bisogno. Laspetto innovativo di tale approccio costituito dalla centralit che assume la persona
nel proprio percorso di reinserimento.20
Oggi le realt che sperimentano i principi dellhousing first sono diffuse in tutta Italia, con una
particolare presenza nel Nord est dItalia e in Sicilia, coinvolgono molte realt pubbliche, private o
del terzo settore che gestiscono servizi dintervento per la grave marginalit: a Bologna gi attiva
una rete housing first, tramite il progetto Tutti a casa promosso dallassociazione Piazza Grande.21
Nel complesso tuttavia, secondo la fio.PSD, il nostro Paese non pu considerarsi aderente n al
modello staircase, n allhousing first, per quanto la maggior parte dei servizi venga erogata
secondo il percorso a scalini. Se da un lato un gran numero di utenti usufruisce dei servizi
primari, destinati alla fase di emergenza, sono pochi i servizi idonei allaccompagnamento verso la
seconda e terza fase del percorso di reinclusione sociale. Lipotesi pi congrua non tanto quella di
una scarsit di utenti meritevoli al passaggio verso gli step successivi del progetto, quanto quella di
uneffettiva scarsit di tali percorsi e di una loro disomogenea distribuzione sul territorio, che li
renderebbe poco efficienti e funzionali. Questo causato dalla natura stessa di molti servizi, che si
limiterebbero ad una mera funzione contenitiva del fenomeno, legata allemergenza e allassistenza
19

UNITED STATES DEPARTMENT OF HOUSING AND URBAN DEVELOPMENT , Homelessness Prevention and Rapid ReHousing Program, disponibile su <https://www.hudexchange.info/hprp/>
20
FIO.PSD, Housing first Italia, disponibile su <http://www.fiopsd.org/housing-first-italia/>
21
PIAZZA
GRANDE,
From
street
to
home,
disponibile
su
<http://www.flashgiovani.it/files/archivio/documenti/Cercocasa/progetto-Housing-First-3.0.pdf>

10

primaria pi che ad effettivi tentativi di reinclusione sociale. La dinamica descritta una sorta di
modello a imbuto, dove tanti entrano nel sistema assistenziale ma pochi hanno leffettiva
possibilit di uscirne. In questo modo anche gli operatori sociali che dovrebbero svolgere la
funzione di accompagnamento attraverso il percorso di reinserimento, rischiano di trasformarsi in
semplici operatori del controllo per leffettiva impossibilit di offrire alle persone in difficolt
servizi che vadano oltre un primo livello di assistenza, con la conseguente immobilit degli stessi
assistiti, che diventano dipendenti, assuefatti a tali servizi.22
Considerando i limiti del modello a scalini, sperimentare forme di reinserimento sociale
alternativo la cui efficacia stata provata da studi recenti23 costituisce una priorit. LAgenda
Europa 2020 invita gli Stati membri a risolvere il problema dei senza tetto con strategie basate sulla
prevenzione, auspicando il ricorso a metodi che diano lassoluta priorit allalloggio, nellottica
di rendere accessibili percorsi di riabilitazione a quelle fasce di popolazione che soffrono condizioni
di emarginazione e precariet abitativa.24 Lestensione del fenomeno evidente in Italia, ed
accomuna rifugiati e richiedenti asilo a molti cittadini italiani.
Abitare in una casa fattore imprescindibile per il pieno inserimento di una persona nella
struttura sociale in cui essa si trova a vivere. Per quanto riguarda i migranti, lapproccio alla nuova
realt condizionato dallo spazio fisico in cui lindividuo si trova a soggiornare, per il ruolo stesso
che ha labitazione nei momenti privati della vita di ognuno. Il diritto di ogni essere umano di
ottenere, conquistare e costruire la possibilit di abitare in un luogo adeguato al proprio progetto di
vita e rispettoso di tutte le dimensioni, sempre sociali e relazionali, in cui possa realizzarsi la sua
esistenza sancito dalla Carta di Lampedusa (approvata il primo Febbraio 2014), e prende le
mosse dalla difficolt sempre crescente da parte di alcune fasce di popolazione nel reperire un
alloggio. Il diritto allabitare e alla residenza connesso alla libert di esercitare altri diritti
fondamentali, come quello alla partecipazione sociale e politica direttamente connesso a quello di
cittadinanza, il diritto allistruzione, alle cure mediche e alla libert di costruire un progetto di vita.
Considerando che alcune minoranze, gruppi etnici o religiosi sono costrette ad abitare in zone
marginali della citt sulla base di pregiudizi discriminatori, e rilevando anche il gran numero di
immobili, di propriet pubblica o privata lasciati in abbandono, la Carta di Lampedusa afferma il
diritto di ogni persona a conquistare e costruire la possibilit di abitare in un luogo adeguato al
proprio progetto di vita.25

22

P. PEZZANA, cit., p. 11.


M. GOLINELLI, Le tre case degli immigrati. Dallintegrazione incoerente allabitare, Milano, Franco Angeli, 2008.
24
COMMISSIONE EUROPEA, Investire nel settore sociale a favore della crescita e della coesione, in particolare attuando
il fondo sociale europeo nel periodo 2014-2020, Bruxelles, 20 febbraio 2013, p. 27.
25
La carta di Lampedusa, Lampedusa, 2 febbraio 2014, disponibile su <http://www.lacartadilampedusa.org/indexitaliano.html>
23

11

La necessit di affermare tali principi spesso connessa al fenomeno delle occupazioni a fine
abitativo, in costante crescita negli ultimi anni, esempio pi evidente della criticit di alcune realt
in Italia. Lemergenza abitativa, la difficolt nellavere accesso ad un alloggio popolare (con i tempi
di attesa che oscillano tra i 3 e i 15 anni) e nel provvedere al pagamento degli affitti ha spinto ad
effettuare occupazioni anche di immobili sfitti. Solo a Roma, gli immobili vuoti di propriet privata
sono il 7% del totale, pi di 85.000.26
Spesso quella delloccupazione abusiva si presenta come unica possibilit che hanno i senza
dimora di uscire dalla condizione di marginalit del giaciglio di fortuna. Inoltre, in molti casi
rappresentano lunica soluzione sia per i migranti che versano in difficolt economiche, e
sperimentano le difficolt descritte sopra nellaccedere al mercato immobiliare con un potere
dacquisto concreto (cfr. cap. 1.1); sia per il gran numero di rifugiati politici che una volta ultimato
il periodo di sei mesi garantito dal progetto SPRAR, rimangono esclusi dai percorsi detti di
seconda accoglienza, come testimonia il rapporto del fio.PSD riportato sopra in questo capitolo
(cfr. anche cap. 1.2 ).
Gestite in maniera virtuosa, queste occupazioni sono diventate centro attivo di reinserimento
lavorativo e sociale per coloro che vivevano in strada, contribuendo alla riqualificazione degli spazi
interni ed esterni alle strutture utilizzate, che nella maggior parte dei casi, dallo stato di abbandono,
tornano ad essere fruibili ed aperte alla cittadinanza. Sono numerosi in Italia gli esempi di
esperienze simili che hanno condotto a risultati positivi.

1.4 ALCUNI CASI DI OCCUPAZIONE A FINE ABITATIVO IN ITALIA

Gli esempi riportati non costituiscono la totalit delle occupazioni a fine abitativo verificatesi in
Italia negli ultimi anni. Tuttavia queste esperienze rappresentano un campione della realt
nazionale, che fa riferimento a citt di medie e grandi dimensioni, utile al fine di individuare
somiglianze e divergenze al caso che ho avuto modo di osservare in prima persona: loccupazione
dellex asilo Regina Margherita ad Ancona.
Pur provenendo da contesti molto diversi tra loro, la sintesi fotografa una domanda abitativa
sempre pi pressante anche nei centri di medie dimensioni, tra i quali si pu inserire anche Ancona.
E` il caso di Bari, Rimini, Reggio Emilia e Parma, dove gli occupanti sono tendenzialmente
migranti, in molti casi rifugiati o richiedenti asilo, che tramite il supporto di associazioni e cittadini
26

C. ZUNINO, Gli italiani nella morsa della crisi si prendono i palazzi lasciati vuoti, Repubblica, 12 maggio 2013, p.
28.

12

solidali hanno provveduto allautorecupero della struttura ed allavviamento di molte iniziative


volte a stimolare la partecipazione della cittadinanza.
Tra le attivit proposte opportuno rilevare una convergenza ecologica, nellottica di
sperimentare modalit di intervento e gestione del territorio alternative, che pongano al primo posto
il rispetto dellecosistema in cui tali realt vivono. Tale approccio si riflette sulla gestione delle
risorse e degli spazi occupati, privilegiando il riutilizzo e il riciclo di attrezzature gi disponibili o
donate dai solidali, il cui apporto si rivelato fondamentale anche ad Ancona.
Nel caso di Bari, il costituirsi in associazione dei migranti pu aver reso agevole, rispetto ad altre
realt, lapertura ad un dialogo costruttivo con le istituzioni che ha permesso lavviamento di un
progetto di autorecupero dopo il riconoscimento della residenza, conseguito anche nelle realt di
Reggio Emilia e Torino. Si vedr come il capoluogo piemontese sia un caso particolare: concedere
la residenza al gran numero di stranieri che vivono in stabili occupati la strategia messa in campo
dallamministrazione per riuscire a quantificare il fenomeno e mettere in pratica modalit di
intervento.
Nelle citt di maggiori dimensioni, quali Roma e Milano, si rendono evidenti complicazioni
dovute alla portata dellemergenza. Nella capitale ci sono vari casi di concentrazione eccessiva di
migranti che vivono in condizioni igieniche pessime, a fianco di realt in cui progetti di
autorecupero, patrocinati o meno dalle istituzioni, hanno condotto ad ottimi risultati. Anche il
Comune di Milano sta provando ad arginare il crescente numero delle occupazioni tramite progetti
che prevedono lautorecupero di strutture dismesse da parte di associazioni senza scopo di lucro.
Nel complesso comunque non sono numerosi i percorsi di occupazione che hanno stimolato un
costruttivo dialogo con le istituzioni. Da parte delle amministrazioni pubbliche lattenzione rivolta
al contenimento di una situazione che viene spesso percepita emergenziale a causa dellalta
concentrazione di migranti (cfr. cap. 2.2) , piuttosto che allindividuazione di possibili strategie da
mettere in pratica.
Va rilevata altres la positivit delle esperienze patrocinate da enti e istituzioni, la cui
partecipazione nella fase progettuale e realizzativa contribuisce, tra le altre cose, a legittimare tali
esperienze agli occhi dellopinione pubblica. Inoltre la maggiore disponibilit di risorse nella fase
esecutiva del progetto di riqualificazione e autorecupero, conduce nella maggior parte dei casi a
progetti articolati e completi, in grado di rispondere in modo adeguato alle esigenze abitative e di
partecipazione sociale dei soggetti che vi partecipano: la realt del Socrate a Bari, lesempio delle
cooperative sociali a Roma e i progetti patrocinati dal comune di Milano costituiscono esempi
concreti della positivit di queste collaborazioni.

13

Nel caso in cui si presenti la forte volont degli organizzatori affinch loccupazione mantenga la
propria autonomia, opportuno distinguere due modelli in genere riconoscibili: nel primo
lamministrazione pubblica riconosce la positivit delliniziativa e concede la struttura in uso
allassociazione che si propone come garante, spesso con le modalit del comodato duso: ne sono
lesempio concreto le realt della Casa Cantoniera a Parma, Casa Bettola a Reggio Emilia, il
Metropoliz a Roma. Il secondo caso, che accomuna Casa de nialtri a molte altre realt presenti
in Italia (soprattutto a Bologna), si concretizza laddove loccupazione non ottiene alcun tipo di
riconoscimento da parte dellistituzione. In entrambi i casi fondamentale la rete di sostegno e
solidariet che si forma intorno queste esperienze, per la necessit di reperire autonomamente ad
ogni risorsa; per quanto riguarda la seconda eventualit la maggior parte degli sforzi risulta diretta
ad evitare lo sgombero, che incombe quotidianamente a causa dellabusivismo, rendendo difficile
concepire progetti a lungo termine.

1.4.1 Bari

Nel 2009 un gruppo di sessanta migranti, provenienti dal corno dAfrica (Eritrea, Sudan,
Somalia) occupa il Liceo Socrate di Bari, dismesso dal 2004.27 Lo status di rifugiati politici obbliga
queste persone a stazionare presso i territori di competenza, per comunicare periodicamente la
propria presenza, ma a causa della mancanza di un piano di seconda accoglienza efficiente da
parte degli enti locali competenti, molti si trovano costretti a dormire per strada. Loccupazione del
Socrate si configura da subito come unesperienza innovativa. Il suo intento primario quello di
unautogestione che lavori al recupero della struttura, cui durante il primo periodo stato di
fondamentale supporto la rete di solidariet che si formata attorno alloccupazione, fornendo
generi di prima necessit, attrezzature necessarie ai lavori e rendendo partecipe tutta la cittadinanza
del percorso di inclusione sociale dei soggetti coinvolti nelloccupazione.28
Gli occupanti si sono riuniti nellassociazione Socrate, che funge da referente giuridico per il
progetto di autorecupero e per ottenere la residenza.
Nel 2011, in collaborazione con Ingegneri senza frontiere-Bari e Rivoltiamo la precariet
nasce il progetto di autorecupero, attraverso la partecipazione attiva degli occupanti ai lavori, sia
nella fase progettuale che in quella esecutiva, previa opportuna preparazione professionale dei
27

A. ANACLERIO, Socrate occupato, la vita di 50 migranti che sperano in una delibera, 7 novembre 2012, disponibile
su <http://www.barinedita.it/inchieste/n281---socrate-occupato----la-vita-di-50-immigrati-che-sperano-in-una-delibera>
28
Bari, al Socrate lautorecupero per prendersi una casa, disponibile su <http://www.meltingpot.org/Bari-Al-Socrate-lauto-recupero-per-prendersi-una-casa.html#.U_t6xvl_tIE>

14

soggetti coinvolti.29 Lautorecupero presenta benefici di cui tener conto, tra cui un concreto percorso
di inclusione sociale degli occupanti, costi di intervento ridotti per il recupero edilizio di un edificio,
il protagonismo dei soggetti coinvolti e lacquisizione di professionalit tecnica. Inoltre previsto
lavviamento di servizi aperti alla cittadinanza, tramite i quali uno spazio abbandonato diventa
fruibile a tutti.30 Le prime iniziative a concretizzarsi sono state a un corso di italiano , un cineforum,
un laboratorio di autocostruzione ed artigianato, giornate di sistemazione e recupero di alcune parti
della struttura, cene e pranzi conviviali.
Il progetto stato avviato verso la sua fase esecutiva dal Protocollo dintesa siglato il 22 maggio
2014, in cui le diverse parti sociali coinvolte - lassociazione Socrate, la Regione Puglia, il
Comune di Bari, lo IACP, il Formedil Bari, il Politecnico di Bari e lassociazione Ingegneri senza
frontiere confermano il loro impegno nel sostenere secondo le proprie disponibilit il progetto di
autorecupero.31
Nel febbraio 2014 si verificata loccupazione di un altro immobile da parte di rifugiati politici
il cui percorso nelle strutture di accoglienza concluso o si trova ad un punto morto per la
mancanza di fondi. Ledificio un ex convento, occupato inizialmente da 40 migranti, che sono
diventati quasi 200.32 I migranti stanno lavorando al recupero della struttura, cercando di renderla
abitabile con laiuto di cittadini solidali. La ristrutturazione dellimmobile era gi programmata
nellambito di un progetto che prevede anche la musealizzazione del castello svevo. Per non perdere
i finanziamenti connessi a tale progetto, il sindaco Decaro potrebbe decidere lo sgombero, ma le
struttura alternative proposte versano in stato di abbandono da tempo, rendendo difficile un
trasferimento immediato.

29

ASSOCIAZIONE SOCRATE, ISF BARI , Intervento di autorecupero dellex ist. Classico liceo Socrate, 29 aprile 2014,
disponibile su <http://issuu.com/autorecuperosocrate/docs/documento_di_sintesi>
30
Autorecupero Socrate: unaltra casa possibile, disponibile su <http://www.isfbari.org/autorecupero-socrate.html>
31
Inclusione e rigenerazione urbana, cos rivive lex Socrate di Bari, Repubblica, 22 maggio 2014, disponibile su
<http://bari.repubblica.it/cronaca/2014/05/22/news/protocollo_socrate-86856995/>
32
A. DI GIACOMO, Tra i migranti di Santa Chiara occupata: non vogliamo tornare a dormire per strada,
Repubblica, 10 agosto 2014, p. 35.

15

1.4.2 Bologna

A Bologna diverse realt sono impegnate nelloccupazione di stabili abbandonati e nella


conversione di questi spazi a fine abitativo.
Il collettivo Labas ha gi riqualificato tre appartamenti allinterno di quella che diventata
sede del movimento, lex caserma Masini in via Orfeo.33 Il recupero e lutilizzo della struttura per le
diverse iniziative proposte dal collettivo - mercato biologico, orto urbano, incontri culturali e
concerti, una sala studio, un laboratorio creativo per bambini sui temi delleducazione alimentare e
del riciclo ecologico, un laboratorio per la lavorazione del legno con materiali di recupero
ascrivibile a quelle pratiche che mirano a restituire uno spazio abbandonato ad un uso socialmente
utile.34 Nellottica di un progetto da espandere e rendere replicabile, Labas ha promosso nelle
giornate dell8 e 9 marzo 2014, la riqualificazione e il recupero di alcune palazzine abbandonate site
nella vicina via Borgolocchi, con la collaborazione di volontari SCI e di ragazzi e ragazze
interessate al crowdhousing, inteso come riqualificazione e recupero autonomo di spazi con il fine
di renderli abitabili.
Tali esperienze sono alla costante ricerca di una legittimazione, ma la richiesta da parte degli
occupanti di via Borgolocchi di registrare la residenza anagrafica nelle palazzine da loro
ristrutturate, stata respinta dal Comune di Bologna.35
Il collettivo Social Log ha promosso di recente due occupazioni di palazzine a fine abitativo
che hanno scatenato molte polemiche. La prima il 6 marzo 2014 in via Mario de Maria, ha generato
la reazione immediata dei proprietari dellimmobile, che si sono opposti in loco allingresso delle
famiglie negli stabili.36 Tuttavia loccupazione sta proseguendo con dodici nuclei familiari, cos
come i lavori di ristrutturazione per rendere vivibili gli spazi e le iniziative di socialit allinterno
degli ambienti riqualificati.37 Il 18 giugno 2014 stata occupata la seconda palazzina, in via Mura di

33

Crowdhousing: una risposta concreta contro la rendita e per il diritto alla citt, 29 marzo 2014, disponibile su
<https://labasoccupato.wordpress.com/2014/03/29/crowdhousing-una-risposta-concreta-contro-la-rendita-e-per-ildiritto-alla-citta/>
34
Eventi, disponibile su <https://labasoccupato.wordpress.com/category/eventi/>
35
Negata la residenza agli occupanti: il Piano casa marginalit ed esclusione sociale, 3 luglio 2014, disponibile su
<https://labasoccupato.wordpress.com/category/crowdhousing-2/>
36
A. CORI, Occupata palazzina in via de Maria, tensione con i proprietari, un ferito, Repubblica, 6 marzo 2014,
disponibile su
<http://bologna.repubblica.it/cronaca/2014/03/06/news/occupata_palazzina_in_via_de_maria_tensioni_con_i_proprietar
i_un_ferito-80336044/>
37
Da oggi 12 nuclei familiari alloccupazione in via de Maria, 12 marzo 2014, disponibile su <http://www.zic.it/daoggi-12-nuclei-familiari-alloccupazione-di-via-de-maria/>

16

Porta Galliera. La presenza di 31 famiglie, per un totale di 80 persone tra cui 29 bambini, rende la
situazione particolarmente delicata.38
La richiesta di residenza presentata da alcuni occupanti di via de Maria e via Borgolocchi stata
inizialmente accolta dallufficio anagrafe, che ha poi revocato la decisione iniziale scatenando una
polemica che ha coinvolto rappresentanti delle diverse parti politiche attive in citt. 39 Lassessore al
welfare Amelia Frascaroli ha messo in evidenza la criticit del Piano casa, che prevede la mancata
assegnazione della residenza e dellallacciamento alle utenze per chi occupa un edificio. Secondo
Frascaroli lemergenza abitativa obbliga a valutare caso per caso le necessit sottese ogni
occupazione, cercando di dare alternative agli occupanti, che sono in molti casi famiglie con
bambini.40 In risposta alle residenze negate, si sono verificate delle occupazioni simultanee
allinterno degli uffici anagrafe dei quartieri in cui sono situate le occupazioni.41

1.4.3 Rimini

Casa Madiba nasce il 7 ottobre 2013 con lobbiettivo di fornire una sistemazione stabile a
senza dimora e migranti.42 Nelle intenzioni dei promotori delloccupazione (Campagna facciamo
spazio- Lab.Paz Rimini, Ass. Rumori Sinistri, Autside Social Football) c la volont di aprire
uno spazio abbandonato e renderlo nuovamente fruibile per la socialit, attraverso iniziative
virtuose tra le quali una colletta alimentare che vorrebbe coinvolgere non solo cittadini solidali al
progetto, ma anche supermercati per ridurre lo spreco dei tanti generi alimentari ancora buoni che
spesso vengono scartati. Nellottica di provvedere ad una gestione autonoma delle risorse, nato
Orto Madiba, attraverso il quale gli occupanti si dedicano alla coltivazione di prodotti biologici,
in aperta controtendenza nei confronti dello sfruttamento dei terreni.
Allinterno della struttura non c n luce n corrente elettrica, per cui fondamentale luso di
generatori che fanno lievitare le spese. Per questo motivo, accanto alla necessit di provvedere alle
risorse materiali, si organizzano varie attivit che mirano al coinvolgimento della cittadinanza ed
alla raccolta di fondi: una scuola di autoformazione, il laboratorio musicale Madiba Sound
38

Edificio occupato da 31 famiglie. Social log: la risposta al piano casa , Corriere di Bologna, 18 giugno 2014,
disponibile su <http://corrieredibologna.corriere.it/bologna/notizie/cronaca/2014/18-giugno-2014/occupato-edificioabbandonato-social-log-risposta-piano-casa-223417604876.shtml>
39
E. FRASCAROLI, Palazzo occupato, lassessore Monti smentisce la Frascaroli: Residenze gi tolte a chi non ne ha il
diritto, Il resto del carlino, 31 luglio 2014, p. 15.
40
Ibidem.
41
Negata la residenza agli occupanti: il Piano casa marginalit ed esclusione sociale, cit.
42
Rimini, occupata Casa Madiba, 8 dicembre 2013, disponibile su
<http://www.globalproject.info/it/in_movimento/rimini-aperta-la-porta-dei-nuovi-diritti-nasce-casa-madiba/15952>

17

Family, il laboratorio di autorecupero AP.E.. Sono presenti anche progetti per coinvolgere e far
conoscere il progetto alla cittadinanza e agli studenti.43
Il numero di persone che vive a Casa Madiba aumentato negli ultimi mesi, rendendo
necessario lampliamento degli spazi dedicati alle iniziative sociali con loccupazione del
Magazzino abbandonato in cui era situato lassessorato alla cultura.44

1.4.4 Reggio Emilia

Nellaprile 2013 quattro migranti, che in seguito alla conclusione del piano Emergenza nord
Africa si sono trovati senza una sistemazione, hanno occupato uno stabile procedendo da subito al
lavoro di ristrutturazione con la collaborazione dellassociazione Citt Migrante e di cittadini
volontari.45 Nel novembre 2013 sono state avviate le procedure per il riconoscimento della
residenza, presupposto indispensabile per laccesso a molti diritti e fondamentale per la richiesta del
permesso di soggiorno. Grazie al sostegno degli avvocati di strada che collaborano con Citt
Migrante, la domanda di residenza stata esaminata dallufficio anagrafe. Dopo alcune iniziali
difficolt e la promozione di un dibattito pubblico sul tema della residenza, che sollecita ulteriori
controlli dellufficio anagrafe, si comunica ai migranti che le pratiche per il trasferimento della
residenza sono state concluse positivamente.46
Un altro caso di occupazione quello della casa cantoniera situata nella periferia di Reggio
Emilia, denominata Casa Bettola. Occupato nel 2009, ledificio si presentava in discrete
condizioni. Attraverso lautorecupero sono stati portati a termine miglioramenti strutturali: il
rinforzo delle pareti perimetrali, ladeguamento degli impianti, il rifacimento degli infissi e
dellintonaco, nuove pavimentazioni. Sulla copertura sono stati installati pannelli fotovoltaici. I
lavori sono stati possibili con il sostegno del collettivo Sottotetto e grazie alla rete di associazioni e
cittadini che hanno collaborato: associazione Ya! Basta, associazione Animali Sociali,
Alternativa libertaria, Cobas, gruppo di acquisto solidale Il setaccio, laboratorio del Quarto
43

Rimini, Casa Madiba: ponte tra scuola, nuovi diritti e accoglienza degna, 10 aprile 2014, disponibile su
<http://www.meltingpot.org/Rimini-Casa-Madiba-ponte-tra-scuola-nuovi-diritti-e.html#.VDKxrfl_tIE>
44
Assemblea pubblica, casa Madiba Network uno spazio da difendere, area ex Hera uno spazio da riutilizzare, 5 luglio
2014, disponibile su <http://www.globalproject.info/it/in_movimento/rimini-assemblea-pubblica-casa-madiba-networkuno-spazio-da-difendere-area-ex-hera-uno-spazio-da-riutilizzare/17479>
45
Reggio Emilia, diritto allabitare, accoglienza, residenza, 11 luglio 2014, disponibile su
<http://www.meltingpot.org/Diritto-all-abitare-accoglienza-residenza.html#.VDKyW_l_tIF>
46
Reggio Emilia, ottenuta residenza nella casa occupata da alcuni migranti provenienti dalla Libia, 8 marzo 2014,
disponibile
su
<http://www.meltingpot.org/Reggio-Emilia-Ottenuta-residenza-nella-casa-occupatada.html#.VDKy3_l_tIE>

18

stato/MuMe. La struttura accoglie attualmente funzioni diverse e coordinate che ne garantiscono


lutilizzo autonomo e la fruizione libera alla cittadinanza lungo larco della settimana. Il piano terra
destinato a funzioni pubbliche rivolte alla socialit, come lo sportello per il diritto alla casa, uffici
di consulenza del sindacato Cobas, archivio biblioteca con raccolta di materiali di studio e
approfondimenti sul territorio e labitare, spazio polifunzionale in cui hanno luogo giornate di
studio e incontri, presentazioni di libri, workshop, iniziative culturali. Il secondo piano destinato
agli appartamenti, la cui utenza rappresentata da cittadini italiani.47
Casa Bettola attiva anche nei confronti dei migranti che hanno occupato negli ultimi mesi a
Reggio Emilia, proponendo cene sociali con lo scopo di raccogliere fondi. Un esempio liniziativa
Cucine senza frontiere, svoltasi dal 14 giugno al 3 luglio 2014. La proposta una cena africana
con accompagnamento musicale, il cui ricavato devoluto ai progetti di autorecupero attivi presso
gli edifici recentemente occupati.48

1.4.5 Parma

La Casa Cantoniera uno stabile occupato nel 2003 da una rete di comitati cittadini a sostegno
di tre famiglie in emergenza abitativa. Nel 2005 il Comune lo ha concesso in comodato duso (per
un periodo di nove anni prolungabile di altri nove) alle associazioni promotrici, rendendo possibile,
attraverso lunghi lavori di autorecupero e ristrutturazione, levoluzione del progetto.49
Attualmente diverse realt cooperano allinterno della struttura: attivo uno sportello
informativo sul diritto allabitare gestito dalla rete Diritti in casa, la scuola di italiano per migranti
Perch no?, lassociazione Ya!Basta e la squadra di calcio antirazzista La Paz.
Grande interesse suscitano anche le attivit che promuovono riflessioni sulle tematiche
dellecologia e dello sviluppo sostenibile, diventati appuntamenti fissi nel corso della settimana. La
Mercatineria un mercato di autoproduzioni locali che coinvolge molte realt agricole
provenienti dalle zone limitrofe,50 il G.A.S. (gruppo di acquisto solidale) e la Biosteria, che
nasce dallo stretto legame tra queste iniziative e ne rappresenta lapplicazione pratica. Lo scopo
quello di promuovere pratiche virtuose nella gestione delle materie prime, specie nella fase di
trasformazione che avviene in cucina con lutilizzo di prodotti di stagione. Particolare attenzione
47

AUTORECUPERO SOCRATE, Schede tecniche progetti di autorecupero in Italia, scheda 4, disponibile su


<http://issuu.com/autorecuperosocrate/docs/04_-_all._b_-_schede_tecniche_proge>
48
Cucine senza frontiere, 10 giugno 2014, disponibile su <http://www.casabettola.org/archives/2502>
49
Incontri e serate, disponibile su <http://casacantonierautogestita.blogspot.it/>
50
Blog Casa Cantoniera, disponibile su <http://www.anomaliaparma.org/casa-cantoniera-2/>

19

rivolta allo smaltimento dei rifiuti, leliminazione delle stoviglie di plastica, del packaging e il
compostaggio dei rifiuti organici. Il rispetto per lambiente e la valorizzazione delle risorse naturali
sono i maggiori valori della Biosteria, che diviene anche il terreno concreto su cui costruire una
riconnessione sociale tra citt e campagna, tra spazio urbano e spazio agricolo, che costituiscono
due modi diversi di intendere il rapporto con la natura.51

1.4.6 Torino

Il capoluogo di regione piemontese presenta esempi significativi di occupazioni a fine abitativo,


tra i quali sono presenti anche realt consolidate i cui inquilini hanno ottenuto il riconoscimento
della residenza.
Dati relativi a gennaio 2014, stimavano a circa seicento le persone che vivono in edifici occupati
a Torino.52 La realt pi consistente quella del MOI, nato per ospitare gli atleti durante le
Olimpiadi invernali svoltesi a Torino nel 2006. Il complesso di edifici doveva essere riqualificato
per uso residenziale, ma lasciato nellincuria sono peggiorate velocemente le sue condizioni, anche
a causa di lavori non ottimali eseguiti durante la prima fase di costruzione. 53 Dopo sette anni, il 30
marzo 2013, le palazzine vengono occupate da circa duecento rifugiati provenienti dal piano
Emergenza nord Africa, supportati da alcuni membri dei centri sociali Gabrio e Askatasuna.
Il 7 aprile viene occupata una terza palazzina, ed inizia il dialogo con il Comune per il
riconoscimento della residenza.
Nel frattempo il comitato si attiva per la gestione delle incombenze contingenti: la gestione della
struttura, la creazione di canali di trattativa con le istituzioni, il supporto dei servizi sociali presenti
sul territorio, lassistenza medica e legale, la fondazione in loco della scuola di Italiano Giordano
Bruno. Durante lestate 2013 unaltra palazzina facente parte del complesso viene occupata.54
Il Comune si impegna a garantire la residenza, con un provvedimento che dovrebbe coinvolgere
anche le altre occupazioni a fine abitativo presenti in citt, che sono realt consolidate da pi tempo:
si parla del 2007 per quanto riguarda via Bologna, in cui abitano 50 persone tra etiopi, sudanesi,
eritrei; del 2008 per loccupazione di via Revello, denominata la casa bianca e ospitante 50 tra
eritrei, etiopi e somali; e del 2010 per la caserma dei carabinieri abbandonata di via Chieri, dove ad
51

Biosteria, disponibile su <http://www.anomaliaparma.org/biosteria-2/>


Residenza a Torino, tra atti dovuti e diritti al ribasso, 15 gennaio 2014, disponibile su <http://viedifuga.org/?
p=10229>
53
G. GRUCCIONE, La decadenza del villaggio olimpico: ecco perch si sta sbriciolando, Repubblica, 13 luglio 2013,
p. 38.
54
Blog ex Moi, disponibile su <http://exmoi.wordpress.com/about/>
52

20

oggi vivono circa 50 somali. La stima di circa 600 persone, titolari dello status di rifugiato,
costrette a dormire in sistemazioni precarie. Sono difficili da quantificare il numero di pakistani,
bangladesi e afgani senza domicilio stabile che non vivono in case occupate. 55 Durante questo
inverno inoltre, ha avuto luogo lottava occupazione in via Madonna delle Salette, dove circa una
settantina di migranti provenienti dallex MOI, che durante linverno sovrappopolato, hanno
trovato una riparo provvisorio dal freddo.56
Il 23 dicembre arriva la delibera della citt di Torino sulla residenza per i titolari di protezione
umanitaria o internazionale senza fissa dimora e senza tetto, che in sostanza crea un domicilio
virtuale in via della casa comunale 3, per le persone di cui venga accertata la permanenza in citt. In
tal modo si garantisce da un lato laccesso ai servizi connessi al domicilio stabile, tra i quali le cure
mediche e laccesso ai centri per limpiego, dallaltro la delibera sulla residenza fornisce al Comune
di Torino uno strumento utile per monitorare e regolare il fenomeno dei rifugiati, in costante
espansione negli ultimi anni.57

1.4.7 Roma

La capitale da tempo la citt italiana in cui si concentrano le rivendicazioni delle categorie che
vivono situazioni di disagio ed emarginazione.
Loccupazione dellex pastificio Pantanella nel 1990 una delle prime gravi emergenze abitative
verificatesi in Italia. A pochi mesi dai Mondiali di calcio, che videro Roma citt ospitante, un gran
numero di migranti furono sgomberati da rifugi di piccole o medie dimensioni situati nel centro
citt.58 Nel giugno 1990 si trovano cos ad occupare lex pastificio situato in via Casilina un numero
di migranti e rifugiati in crescita costante, che arriva a costituire, con 2500 presenze, la pi
consistente ed eterogenea concentrazione di immigrati in Italia.59
Gli spazi furono divisi e assegnati in base a criteri etnici, nazionali e religiosi, nellottica di
limitare le inevitabili occasioni di attrito. Ladattamento ed il riutilizzo degli spazi avviene spesso in
maniera improvvisata e fortuita, ma significativa la ricerca di una dimensione sociale e familiare
nella sistemazione degli ambienti, attraverso la creazione di ristoranti e negozi di prodotti
55

Residenza a Torino, tra atti dovuti e diritti al ribasso,cit.


G.GODIO, Case occupate a Torino: un tetto, per cominciare, 4 marzo 2014, disponibile su <http://viedifuga.org/?
p=10729&utm_source=feedburner&utm_medium=email&utm_campaign=Feed%3A+viedifuga%2Fnews+
%28Vie+di+fuga+%C2%BB+News%29>
57
A. ROSSI, La scelta di Torino, profughi e rifugiati avranno la residenza, La Stampa, 24 dicembre 2013, p. 8.
58
P. MUDU, Gli Esquilini: contributi al dibattito sulle traformazioni nel rione Esquilino dagli anni settanta al duemila,
in I territori di Roma, a cura di R. MORELLI, E. SONNINO, C.M. TRAVAGLINO, Roma, 2002, pp. 646-647.
59
G. BOLAFFI, nato un racket di poveri che opprime altri poveri, Repubblica, 6 novembre 1990, p. 21.
56

21

alimentari, della sartoria, di zone adibite ai servizi sanitari. Il piano sotterraneo ospitava una
Moschea.60
Ledificio conosce una densit abitativa pari a quella di una Citt, cos come alcuni degli
abitanti la chiamano,61 tanto da rendere necessario la costituzione di un comitato in grado di
interloquire con le istituzioni. A causa delle crescenti tensioni tra le etnie presenti allinterno
delledificio e delle condizioni sanitarie sempre pi critiche, nel gennaio del 1991 viene emanato un
provvedimento di sgombero.
I tempi di intervento e le modalit adottate dallamministrazione per far fronte allemergenza
scatenarono polemiche, in particolare fu criticata la scelta di smistare gli occupanti tra le varie
circoscrizioni romane in cui erano gi presenti strutture in stato di abbandono, con il rischio di
creare tante piccole Pantanella .62
Attualmente unaltra occupazione, quella del Selaam Palace, presenta caratteristiche comuni
alla Pantanella. Vi alloggiano circa 1200 persone, tra rifugiati e richiedenti protezione
internazionale, in totale mancanza di servizi e assistenza. Come nel caso della Pantanella,
loccupazione del palazzo ex sede delluniversit Tor Vergata stata causata dalla dispersione di
unaltra occupazione, lHotel Africa, complesso abbandonato nei pressi della stazione Tiburtina
nel quale avevano trovato rifugio un gruppo di circa 600 tra eritrei, somali, sudanesi. Dallo
sgombero dellHotel Africa nel 2004, 250 persone hanno occupato palazzo Selaam per essere
immediatamente sgomberate e sistemate in una tendopoli. Le proteste furono tali da indurre il
Comune a concedere gli ultimi due piani della struttura. Nel 2007, in seguito al rifiuto da parte degli
occupanti delle soluzioni abitative proposte dal Comune, loccupazione del Selaam divenuta
illegale, pertanto Comune ha cessato di pagare le utenze e di occuparsi della gestione del palazzo. 63
Questo ha comportato il progressivo declino strutturale, causato dallafflusso continuo di migranti
fino al raggiungimento del numero attuale: secondo la Croce Rossa italiana a maggio 2014 si
contavano circa 1600 occupanti in condizioni igienico sanitarie precarie.64
A Roma si registrano da una parte grandi insediamenti occupati come il Selaam palace, la
Romanina, la Collatina, ma anche micro insediamenti, in condizioni non dignitose, come denuncia
lassociazione Medici per i Diritti Umani65 e continuamente colpiti da provvedimento di sgombero.
60

M. MELLITI, Pantanella Canto lungo la strada, Roma, Edizioni Lavoro, 1992, p. 11.
Ibidem
62
F. ALVARO, Sgombero alla Pantanella, allarme in periferia, LUnit, 8 novembre 1990, p. 13.
63
I milleduecento rifugiati invisibili di Selam, il palazzo dei fantasmi, 19 giugno 2014, disponibile su
<http://www.redattoresociale.it/Notiziario/Articolo/462961/I-milleduecento-rifugiati-invisibili-di-Selam-il-palazzo-deifantasmi>
64
La croce rossa al Selam Palace di Roma: intervento indispensabile, 12 maggio 2014, disponibile su
<http://www.cri.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/22220>
65
Rifugiati a Roma, almeno 2500 vivono per strada o in case occupate, 19 gennaio 2014, disponibile su
<http://www.agenzia.redattoresociale.it/Notiziario/Articolo/453003/Rifugiati-a-Roma-almeno-2500-vivono-per-lastrada-o-in-case-occupate>
61

22

Vanno altres segnalati numerosi casi di occupazione nel Comune di Roma, da parte sia di
cittadini italiani sia di rifugiati, che nel corso dellultimo decennio hanno trovato il sostegno di
associazioni quali Inventare lAbitare, o si sono essi stessi costituiti in associazioni quali
Corallo, Vivere 2000 , Puzzle, e la collaborazione del Ministero dei Lavori Pubblici, della
Regione Lazio, del Comune di Roma. In seguito a convenzioni o a protocolli dintesa sono stati
effettuati lavori di autorecupero delle strutture affidati agli stessi occupanti, previa una mirata
formazione per i poco esperti in materia edilizia. Le strutture sono sia ex scuole materne adibite poi
ad abitazioni sia edifici di propriet comunale o privati. La maggior parte dei progetti ha puntato
allutilizzo di impianti energetici per contenere i consumi, allimpiego di energie rinnovabili, alla
bioedilizia e alluso di materiali biocompatibili. Gli ambienti sono stati progettati in modo da
favorire la relazione e lintegrazione sociale, fornire servizi e laboratori: nella maggior parte delle
strutture autorecuperate si svolgono corsi di Italiano o di sostegno scolastico, viene ospitato uno
sportello per il diritto alla casa, si svolgono momenti di convivialit.66
Un altro esempio di gestione virtuosa di spazi lasciati nellabbandono il Metropoliz, ex
salumificio in cui ora coabitano circa 200 persone, provenienti da diverse regioni del mondo: Per,
Tunisia, Marocco, Eritrea, Sudan, Ucraina, Polonia, Romania e Italia.
Occupato nel 2009 dai Blocchi Precari Metropolitani, si presenta da subito come un
esperimento di convivenza multiculturale basato sullautorecupero degli ambienti e lautogestione
delle risorse. Dal 2009 iniziata una collaborazione tra lo spazio Metropoliz e il gruppo di ricerca
Pidgin City dellUniversit di Roma Tre, attraverso due workshop durante il quale sono stati
attuati interventi di autorecupero e interazione creativa con gli occupanti per la trasformazione degli
spazi comuni, che hanno reso la struttura simile ad un museo a cielo aperto. La pratica artistica, che
con la sua dimensione ludica punta a rivalutare la funzione sociale di uno spazio abbandonato,
anche al centro della produzione multimediale realizzata da due registi cinematografici, in cui la
storia di Metropoliz si intreccia allevasione immaginaria degli occupanti in una terra
promessa. La gestione creativa dello spazio sociale crea una reale permeabilit tra lesterno e
linterno, favorendo la partecipazione sociale e stimolando linteresse dellopinione pubblica.
1.4.8 Milano

Il fenomeno delle occupazioni abitative appare nel capoluogo lombardo in costante crescita,
difficile da quantificare.
66

AUTORECUPERO SOCRATE, Schede tecniche progetti di autorecupero in Italia, schede da 8 a 17, disponibile su
<http://issuu.com/autorecuperosocrate/docs/04_-_all._b_-_schede_tecniche_proge>

23

Da parte del Comune vengono proposte due forme alternative di gestione degli immobili ERP
sottosoglia (di superficie inferiore agli standard regionali) non pi assegnabili tramite graduatoria:
lAlbergo sociale diffuso e lHousing sottosoglia.
Lobbiettivo dellAlbergo sociale diffuso provvedere temporaneamente al bisogno di quelle
fasce sociali che si trovano in emergenza abitativa e disagio sociale o che dimessi da ricoveri
ospedalieri hanno ancora bisogno di assistenza. A questo scopo il Comune individua le strutture pi
adeguate come edifici scolastici dismessi, aree condominiali comuni, piani terra sfitti da assegnare
ad associazioni ed enti senza scopo di lucro che dovranno assicurare gli interventi di recupero.67
LHousing sottosoglia si configura come progetto pilota con lobiettivo di valorizzare circa 50
unit immobiliari comunali, offrire una soluzione residenziale, in genere non pi lunga di un anno,
per avviare in seguito a soluzioni pi stabili, creare occasioni di scambi culturali nei quartieri
dellEdilizia Residenziale Pubblica. Il Progetto vede la sinergia tra gli assessorati di Area
metropolitana, Casa e Demanio, Politiche sociali e Cultura della Salute del Comune di Milano
nonch la collaborazione del Politecnico di Milano nellambito del programma di responsabilit
sociale dellAteneo.68
Con tali iniziative, che presentano aspetti comuni al progetto di autorecupero e riqualificazione
Quattro Corti, che prevedeva la riqualificazione di alcune palazzine tramite una partnership tra
privato e istituzioni,69 si tenta di porre un freno al fenomeno delle occupazioni a scopo abitativo: le
case di propriet pubblica occupate abusivamente sono arrivate nel 2014 a 3575,70 mentre le liste
dattesa per lassegnazione degli alloggi ERP si fanno sempre pi lunghe. Secondo i dati resi noti
dallAler (Azienda Lombarda Edilizia Residenziale) , se nel primo semestre del 2013 i tentativi di
occupazione abusiva erano 53 ogni mese, nella prima parte del 2014 sono arrivati a toccare quota
80.71

2. IL CASO DI ANCONA: CASA DE NIALTRI

Considerato il complesso panorama nazionale, in cui si intrecciano esperienze autonome con


iniziative patrocinate dalle varie amministrazioni pubbliche, in questo capitolo si introduce
67

Emergenza abitativa, a Milano sorge il primo albergo sociale, 30 settembre 2013, disponibile su
<http://www.ediliziaurbanistica.it/pf/testo-news/33884/Emergenza-abitativa-a-Milano-sorge-il-primo-albergo-sociale>
68
Housing sociale: a Milano alloggi in cambio di attivit di volontariato, 1 luglio 2014, disponibile su
<http://www.ediliziaurbanistica.it/pf/testo-news/39411/Housing-sociale-a-Milano-alloggi-in-cambio-di-attivita-divolontariato>
69
AUTORECUPERO SOCRATE, Schede tecniche progetti di autorecupero in Italia, scheda 3, disponibile su
<http://issuu.com/autorecuperosocrate/docs/04_-_all._b_-_schede_tecniche_proge>
70
Casa te la scippano. Migliaia le occupazioni abusive, 18 agosto 2014, <http://www.blitzquotidiano.it/cronacaitalia/casa-te-la-scippano-migliaia-le-occupazioni-1950804/>
71
A. POLO, Assalto alle case popolari. Centinaia di occupazioni abusive, 12 agosto 2013, disponibile su
<www.news.immobiliare.it>

24

loccupazione a fine abitativo realizzatasi ad Ancona, che ho avuto modo di osservare in prima
persona. Tramite una sintesi volta a delineare lo svolgimento cronologico degli avvenimenti,
emergeranno elementi comuni e divergenti rispetto alle realt descritte in 1.4, che verranno messi in
luce nella seconda parte del capitolo.

2.1 CRONACA DELLOCCUPAZIONE

Il dibattito sullemergenza abitativa emerso nel novembre 2013 nel capoluogo marchigiano,
quando un gruppo di lavoro composto da membri della lista civica Ancona Bene Comune (ABC)
inizia una campagna informativa e di monitoraggio sulla totalit degli alloggi disponibili ad
Ancona, richiedendo allERAP (Ente Gestore delle Abitazioni Popolari) e al Comune di fornire dati
sugli alloggi posseduti, quelli assegnati e quelli vuoti.1
A seguito di riunioni organizzative utili a delineare possibili strategie da mettere in pratica,
partecipate anche dallUnione Inquilini e da alcuni migranti gi attivi presso il Comitato contro la
crisi, casa, lavoro, famiglia, viene indetta il 29 novembre unassemblea cittadina sul problema
della casa.2 Largomento principale lo sfratto di Elisabetta, una signora in pensione che a causa
dellaumento del canone previsto per le case ERAP non riesce pi a provvedere alle spese
dellaffitto. Poche settimane prima alcuni membri di ABC sono riusciti a rinviare la procedura di
un mese, intervenendo sul posto al momento dello sfratto. 3 La presenza di una quindicina di
migranti fa passare in secondo piano lordine del giorno. Sono quasi tutti africani, trasferitisi in
Italia da alcuni anni, in regola con il permesso di soggiorno e provenienti da Sudan, Costa dAvorio,
Somalia. Hanno conosciuto i percorsi di inserimento tradizionale, il progetto Sprar e il conseguente
periodo di sei mesi presso i centri di prima accoglienza della zona. Per molti di loro dopo la fine
della prima accoglienza, vista la difficolt nel trovare lavoro, si concretizzato lincubo delle
notti alladdiaccio, con temperature notturne che a fine novembre scendono sotto lo zero. In assenza
di alternative, il 4 dicembre si decide di ospitare un certo numero di migranti al centro sociale
Asilopolitico.4
1

Ancona- sullassemblea del 29.11 per il diritto alla casa, 1 dicembre 2013, disponibile su
<http://www.globalproject.info/it/in_movimento/ancona-sullassemblea-del-2911-per-il-diritto-alla-casa/15903>
2
Marche, oltre 1200 sfratti in un anno ad Ancona il vertice su nuove abitazioni, Il messaggero, 28 novembre 2013,
disponibile
su
<http://www.ilmessaggero.it/marche/marche_oltre_1200_sfratti_in_un_anno_ad_ancona_il_vertice_su_nuove_abitazio
ni/notizie/377494.shtml>.
3
AUTORI TANTI E VARI, Casa de nialtri, storia di unoccupazione, Ancona, Italic, 2014, pp. 7-8.
4
Ancona. Assemblea emergenza casa, Umanit nuova, 2013, 38, <http://www.umanitanova.org/n-38-anno93/ancona-assemblea-emergenza-casa>

25

Domenica 8 dicembre si tiene unaltra assemblea cittadina al circolo anarchico Malatesta, dove
la grande partecipazione in termini numerici il segnale del crescente rilievo che il tema del diritto
alla casa sta assumendo. Qui sono presenti tutte le realt associative che prenderanno parte alla
costruzione, sia progettuale che fisica, della futura Casa de nialtri: Sel, Pdci, Rc, centro sociale
Asilopolitico, associazione Senza Confini, Free Woman, Unione Inquilini, Unione
sindacati italiani Usi-Ait e gruppo anarchico Malatesta.
Il 18 dicembre il giorno del primo confronto del gruppo con lassessore ai Lavori pubbliciCasa- Frana M. Urbinati, in cui viene formulata una proposta di locazione alternativa per
Elisabetta. In seguito si passa alla situazione dei migranti. Sono loro stessi a raccontare il dramma
che stanno vivendo. La proposta della rete di associazioni presente allincontro quella di
convertire uno stabile comunale inutilizzato per realizzare progetti di housing sociale, con lo scopo
di arginare il grave disagio abitativo sofferto da un sempre crescente numero di persone in citt. A
fronte dello scarso interesse dellassessore,5 il gruppo decide di abbandonare la sala per riunirsi a
discutere fuori dal palazzo del Comune. La mancata comprensione della necessit stringente dei
migranti spinge il gruppo ad unazione eclatante, che riesca a mettere non solo lamministrazione
comunale, ma lintera citt, davanti allevidenza. Si decide per loccupazione, motivata da un lato
dallautonomia che si ottiene nella gestione degli spazi, dallaltro dalla proposta di forme di
gestione alternativa del patrimonio edilizio di propriet del Comune di Ancona.
Loccupazione a fine abitativo dellex asilo Regina Margherita in via Ragusa ad Ancona si
concretizza il 22 dicembre 2013, con la partecipazione di un gruppo di circa sessanta migranti. La
convivenza tra persone che provengono da nazionalit cos diverse si configura da subito come la
sfida pi impegnativa cui gli occupanti sono chiamati: Burkina Faso, Costa dAvorio, Niger,
Nigeria, Somalia. Sudan, Portogallo, Romania, Tunisia, Marocco, Italia, Repubblica Dominicana,
Pakistan, India e Afghanistan sono i paesi rappresentati. La struttura durante i due anni di
abbandono stata gi utilizzata da alcuni senza dimora, i materassi trovati sul pavimento ne sono la
dimostrazione. Si provvede da subito ad una pulizia generale, mentre la notizia corre di bocca in
bocca. Cominciano ad arrivare giornalisti e carabinieri, dopo un paio dore arriva anche lassessore
Stefano Foresi (Partecipazione democratica Manutenzioni-Protezione civile e sicurezza-Traffico).
Questultimo si raccomanda di non salire al piano superiore inagibile e informa che lex scuola
destinata ad unassociazione di disabili.
Durante i primi giorni si provvede a reperire lindispensabile per rendere vivibile la struttura:
materassi, reti, coperte, cibo, un generatore per la luce e lattacco allacqua pubblica, il tutto donato
da associazioni caritatevoli o cittadini solidali. Il sostegno di una parte del quartiere e dei vicini di
5

AUTORI TANTI E VARI, Casa de nialtri, cit., p. 11.

26

casa, in una zona come il Piano, da sempre multietnica e vivace, un segnale positivo per gli
occupanti. A causa della recente ondata di criminalit, proprio in questo quartiere la Lega Nord ha
ottenuto un discreto successo alle ultime elezioni amministrative. indubbio che la zona abbia
bisogno di essere monitorata per evitare che si creino tensioni, ma indicativo riscontrare come
loccupazione sia stata percepita dai residenti del Piano solo inizialmente come un atto di forza.
Passati alcuni giorni, vista la stabilit che si creata allinterno di Casa de nialtri, la forza
rivoluzionaria di un progetto innovativo e proposto da una parte della cittadinanza ha finito per
convincere anche i pi scettici che tali esperimenti di convivenza si rivelano utili a rendere coeso il
gruppo di persone che vi partecipa, riducendo il rischio di tensioni causate dallemarginazione. 6 Nel
frattempo si lavora alla divisione degli spazi: mentre i due nuclei familiari si sistemano in stanze pi
piccole e riservate a loro, il resto della struttura viene divisa in camere di maggiori dimensioni, in
cui gli abitanti si collocheranno in base alla conoscenza reciproca e allappartenenza etnica.
Vengono utilizzati esclusivamente i locali presenti al piano terra, da cui si riesce a ricavare anche
una sala comune: allestita con due lunghe tavolate, sar adibita a mensa e alle assemblee. La sala
il vero fulcro della socialit che si sviluppa a Casa de nialtri , in cui si discute e si prendono le
decisioni, ma si passa anche del tempo a chiacchierare e a guardare la televisione. Le assemblee,
che durante le prime settimane di occupazione si svolgono giornalmente, sono il modo migliore per
tenere alta lattenzione di tutti sulla grande responsabilit che loccupazione di uno stabile
comporta. Grazie alla traduzione per chi non conosce bene la lingua, si riesce a garantire che tutti
prendano parte a decisioni che li riguardano, dalle questioni pratiche alla linea da tenere con le
istituzioni. Inoltre vengono nominati dei referenti da ogni comunit, e si provvede a nominare degli
addetti alla cucina e al ripostiglio che contiene vestiario ed altri oggetti donati dai cittadini.
Le dichiarazioni da parte di alcuni esponenti della giunta comunale, apparse sulla stampa durante
i primi giorni di occupazione, sono molto dure e non lasciano presagire un confronto costruttivo: il
sindaco Mancinelli dichiara che la vicenda stata vergognosamente strumentalizzata da alcuni
rivoluzionari della domenica definendo gli organizzatori irresponsabili, mentre Urbinati afferma
di non aver mai lasciato nessuno in mezzo alla strada.7
Le feste natalizie trascorrono in tranquillit, la maggior parte dei migranti non cattolica e non
sente particolarmente la festivit. Il 29 dicembre il giorno del primo torneo di calcio a 5,
organizzato dalla Polisportiva antirazzista Assata Shakur, un momento importante di svago e
socializzazione attraverso lo sport. Il 30 dicembre previsto il primo incontro con il Sindaco,
mentre fervono i preparativi per il cenone di Capodanno, aperto a tutta la cittadinanza. Lordine
6

Migranti, cin cin con i vicini di casa, Corriere Adriatico, 2 gennaio 2014, p. 6; Intanto alcuni vicini storcono il
naso, Il resto del Carlino, 3 gennaio 2014, p. 2.
7
E. GAROFALO, M. VERDENELLI, Mancinelli, sono rivoluzionari della domenica, Il Messaggero, 24 dicembre 2013,
p. 5.

27

degli interventi stato gi deciso in assemblea: la prima a parlare la Mancinelli, che nega ogni
apertura al dialogo nei confronti di chi compie un atto contro le leggi. La sua proposta un
periodo di sei mesi presso le strutture di accoglienza che i migranti gi conoscono: Un tetto per
tutti e Tenda di Abramo.
Si tratta di soluzioni utili a posticipare la risoluzione del problema, vista la temporaneit dei
soggiorni che il Comune garantirebbe in tali strutture. Gli interventi successivi da parte dei molti
migranti non mancano di evidenziare tale aspetto, vista anche la conoscenza diretta che molti di loro
hanno di queste strutture. Lincontro si conclude con la proposta di una nuova riunione fissata per il
2 gennaio.
Il cenone di Capodanno trascorre in un clima sereno, con la partecipazione da parte dei vicini
del quartiere, che testimoniano la grande solidariet di una parte della citt a questa esperienza.
Durante le assemblee dei giorni seguenti al primo confronto con il Sindaco, la discussione di
alcuni problemi organizzativi non ha lasciato spazio per discutere dellincontro successivo: per
questo motivo si chiede di poterlo posticipare al 9 gennaio. Tuttavia alle 18 il Sindaco Mancinelli si
presenta alle porte dellex asilo, dicendo di aver modificato la sua proposta. Vista lassenza di molti
occupanti si decide di non farla entrare, ma alcuni escono dal cancello, richiamati dalle proposte
degli assistenti sociali. Chi rimasto compatto al gruppo non gradisce questo gesto, che rappresenta
la prima spaccatura allinterno del movimento Casa de nialtri, come i giornali non mancheranno
di evidenziare.8 Al termine dellassemblea seguente, si afferma la libert di ognuno nellaccettare la
proposta del Comune, ma tutti gli occupanti si dichiarano concordi nellintenzione di restare nella
struttura.
Domenica cinque gennaio si festeggia la pasquella, tradizione particolarmente sentita nelle
Marche, in Romagna e nel Lazio. La pasquella un canto di questua: I pasquaroli, ( pasqualotti
o pasquarellari, a seconda del dialetto) accompagnati da strumenti musicali, girano per le strade
chiedendo cibo e vino, augurano la buona sorte per lanno venturo e ricordano di prepararsi per la
prossima Pasqua. Per loccasione arriva verso le 18 un gruppo di amici e musicisti che animeranno
il pomeriggio a Casa de nialtri. Si presentano gi suonanti e in formazione, fermandosi davanti
allentrata dellasilo per completare il brano e attirare lattenzione degli occupanti, che escono tutti
battendo le mani a tempo e accolgono il gruppo che ha gi portato aria di festa. Anche i vicini
residenti si sporgono dalle finestre, incuriositi dal baccano, e alcuni si uniscono al ballo. I migranti,
per cui tale tradizione sconosciuta, vincono liniziale timidezza e ballano il saltarello.
Le tradizioni si condividono: cos i Somali chiedono un microfono per intonare una canzone che
a loro piace molto. Riescono a fornire una traduzione approssimativa, cos si capisce che il testo
8

G. BOVE, Asilo occupato prime crepe: gruppo tratta con il Comune, Il Messaggero, 4 gennaio 2014, p. 42.

28

molto malinconico: parla della nostalgia per una donna e per la terra natale, entrambe
irraggiungibili e distanti nelle parole dellautore.
Il 7 gennaio la consueta assemblea delle 18 aperta a tutta la cittadinanza, e la sala comune
gremita dei tanti solidali che in questi giorni hanno sostenuto il percorso di Casa de nialtri.
loccasione per gli occupanti di farsi conoscere, raccontare il proprio percorso e la recente
esperienza di convivenza allinterno della struttura. Essi ribadiscono: noi qui dentro abbiamo
ritrovato la dignit. Abbiamo un bel programma per andare avanti e lo manterremo. 9 I giornali
evidenziano la difficolt nel trovare un accordo tra le parti e il Sindaco, a due giorni dallincontro,
dichiara: Lesperienza delloccupazione andr chiusa e quellimmobile liberato.10
Il confronto del 9 gennaio un remake di quello precedente, con la proposta di altre soluzioni
abitative (una struttura della Curia con venti camere, appartamenti del Comune dove poter
alloggiare) per un periodo non superiore ai sei mesi. Da parte degli occupanti si ribadisce la
positivit della dimensione comunitaria, attraverso la quale molti hanno alleviato la condizione di
marginalit grazie al dialogo ed al confronto con persone che provengono da culture eterogenee, ma
condividono problemi simili. Ritornare nelle strutture di accoglienza sarebbe per molti una
sconfitta, considerando lassenza totale (o quasi) di momenti di socialit. Per questo motivo si
ribadisce che Casa de nialtri non radicata allo spazio materiale dellex asilo, se la struttura
destinata ad altro uso gli occupanti chiedono la concessione di un altro spazio in cui poter
intraprendere progetti di cohousing e autorecupero.11 Le ultime parole del Sindaco non lasciano
tuttavia spazio alla speranza: Avete tempo fino a luned 13 per presentarvi agli uffici dei servizi
sociali e accettare la proposta, poi non ci sar pi tempo.
Nei giorni seguenti saranno una ventina le persone ad accettare la proposta del Comune, 12tra
queste una delle due famiglie e il nutrito gruppo di Somali. A causa della scarsa conoscenza della
lingua, i somali sono rimasti sempre ai margini delle assemblee, con lunico di loro che parla
italiano a fare il resoconto finale. La difficolt nel comunicare con il resto degli occupanti porta
questi ragazzi a formare un gruppo a parte, limitando fortemente le occasioni di interazione. Il
riconoscersi in un gruppo attraverso determinati fattori identitari (la lingua, la musica, il cibo) uno
dei legami fondamentali che il migrante tenta di preservare, ma pu condurre a dinamiche settarie.
Gli occupanti sono rimasti una quarantina e si decide di non accrescere troppo il numero, per
ragioni economiche e di spazi. Nonostante questo le sette persone che si presenteranno da met

In cento allAssemblea Da qui non ci spostiamo, Il resto del Carlino, 8 gennaio 2014, p. 4.
Scuola pericolosa e occupazione illegale, Adesso tutti fuori di l, Il resto del Carlino, 8 gennaio 2014, p. 5.
11
P. CURZI, Ex asilo occupato, scontro sui numeri, Il resto del Carlino, 11 gennaio 2014, p. 3.
12
AUTORI TANTI E VARI, Casa de nialtri, cit., p. 52; A. CAMILLETTI, In fuga dalla casa per un tetto vero, Corriere
Adriatico, 11 gennaio 2014, p. 8.
10

29

gennaio in poi saranno tutte accettate, previo colloquio con una commissione formata da alcuni
occupanti e membri della associazioni.
Il 13 gennaio alcuni rappresentanti del gruppo Sel-Ancona Bene Comune incontrano il Prefetto,
che si dichiara contrario a prove di forza: una questione squisitamente politica e sociale, trovate
un accordo.13
Pochi giorni dopo, il 17 gennaio, Casa de nialtri organizza unassemblea pubblica in Comune
nella ex sala del Consiglio, che stimola un interessante dibattito sulle gestione di possibili progetti
di cohousing ad Ancona.14 Lincontro si rivela utile anche per rispondere ad una polemica
recentemente apparsa sui giornali: i genitori dei ragazzi disabili cui era destinato lex asilo di via
Ragusa, gi sfrattati dalledificio utilizzato in precedenza e accolti ora presso una struttura privata
che presto non sar pi disponibile, hanno espresso tutto il loro disappunto per loccupazione. 15 Gli
occupanti dunque ritengono doveroso invitare le famiglie che rivendicano lo stabile a partecipare
allassemblea: [...] invitiamo i genitori dei disabili a non lasciarsi strumentalizzare da chi li vuole
usare per metterli contro i senza tetto [] la loro condizione non era affatto sconosciuta, ma
lamministrazione ha ignorato la loro situazione. 16 I consiglieri comunali di Sel durante lincontro
presentano documenti che provano linesistenza di una delibera del Consiglio Comunale che
assegna la scuola ai disabili. Limmobile risulta inserito nellelenco dei beni alienabili, cio
vendibili ai privati.17 Lincontro si chiude con lannuncio, da parte del gruppo consiliare Sel, della
presentazione di una mozione per promuovere il cohousing da discutere in Consiglio Comunale.
La sala gremita e i tanti interventi rendono evidente la sensibilizzazione di una parte della
cittadinanza, mentre anche i giornali in questi giorni presentano inchieste sulle strutture
daccoglienza (registrando come Un tetto per tutti abbia fornito accoglienza a 475 persone nel
2013, a fronte di 900 richieste rimaste insoddisfatte) 18 e dati sulle numerose micro-occupazioni di
edifici in zone storiche del centro citt lasciate nellincuria.19
Nei giorni seguenti, le assemblee a Casa de nialtri saranno quasi totalmente dedicate al
regolamento dei turni delle pulizie (fonte di alcune tensioni) e al problema del reperimento dei
fondi: i soldi che arrivano dalle sottoscrizioni sono infatti spesi interamente per la mensa. 20
Leliminazione delle posate di plastica rappresenta gi un risparmio consistente, mentre le occasioni
in cui gli occupanti sono chiamati a descrivere lesperienza in situazioni pubbliche o tramite
13

AUTORI TANTI E VARI, Casa de nialtri, cit., p. 56.


Ed ora lex asilo diventa un caso politico, Il Resto del Carlino, 18 gennaio 2014, p. 5.
15
L. NICCOLINI, Lasilo spetta a noi, ma siamo impotenti, Corriere Adriatico, 11 gennaio 2014, p. 12.
16
P. CURZI, I senza casa invitano le famiglie dei disabili, Il Resto del Carlino, 17 gennaio 2014, p. 5.
17
M. ROCCHETTI, Noi non togliamo spazio ai disabili, Corriere Adriatico, 18 gennaio 2014, p. 3.
18
L.B. SALAH, Povert, in 900 dormono senza un tetto, Corriere Adriatico, 21 gennaio 2014, p. 2.
19
C. COMIRATO, Viaggio negli angoli degli invisibili, Corriere Adriatico, 20 gennaio 2014, p. 4.
20
AUTORI TANTI E VARI, Casa de nialtri, cit., p. 71
14

30

interviste radiofoniche (Radio onda durto di Brescia, Radio popolare network nazionale per
citarne alcuni) contribuiscono a diffondere la notizia e alimentare nuove reti di solidariet.21
A conferma del crescente interesse che lesperienza sta suscitando, presso il tavolo istituzionale
organizzato dallassessorato alla Casa in Regione, due esponenti di Casa de nialtri illustrano il
progetto allassessore riscontrando interesse.22 Emerge lorientamento della Regione ad appoggiare
progetti di cohousing, con lo scopo di attuare interventi di recupero e non di espansione,[] Ed
oltre le residenze devono prevedere servizi e spazi comuni.23 Un gruppo di lavoro sarebbe gi alla
ricerca delle strutture adatte.24
Alcuni dei servizi previsti generalmente nel cohousing, a Casa de nialtri sono gi in funzione
grazie allimpegno congiunto di cittadini solidali e occupanti: attivo il corso di italiano, mentre un
gruppo composto da membri delle associazioni sta valutando le capacit ed esperienze lavorative di
ognuno, che per la maggior parte riguardano lagricoltura e ledilizia. Gli occupanti hanno gi
ricevuto due offerte di lavoro: una da un agricoltore della zona che vorrebbe mettere un terreno a
disposizione di qualcuno che abbia esperienza nel settore, laltra per lavori di imbustamento
documenti e confezionamento pacchi, che si potrebbe svolgere allinterno della struttura.25
Lentrata in funzione dello Sportello casa sar impedita dallo sgombero di mercoled 5
febbraio.
Lo schieramento di polizia irrompe nellasilo verso le 6.30 del mattino, costringendo tutti a salire
sopra un autobus diretto verso un agriturismo della campagna jesina. Privati del cellulare, a tutti
verr notificata la denuncia per occupazione, compresi i tre che si sono rifiutati di salire sul
pullman. Dopo tre giorni saranno collocati in alcune strutture di propriet del Comune e presso il
Tetto per tutti, con il definitivo disgregamento di una comunit che per 44 giorni aveva
convissuto nel rispetto reciproco.
Si decide di tenere subito una conferenza stampa, e unassemblea pubblica alle 17.30 presso la
sala dellAnpi, come risposta allo sgombero. Il giorno dopo si organizza un sit in davanti al
Comune, e viene anticipata anche la manifestazione prevista per il secondo mese di occupazione, si
terr il 15 febbraio.
Lassemblea pomeridiana molto partecipata, ed loccasione per leggere un testo inviato da
Dario Fo la sera prima a Casa de nialtri, in cui espressa ammirazione e solidariet verso quello
che si stava costruendo allex asilo. In particolare il premio Nobel si dichiara contrario allo
sgombero, auspicando che lesperienza possa continuare.26
21

Ivi, p. 72.
Ivi, p. 75.
23
A. CAMILLETTI, Palazzi senza speranza, una raffica di ex, Corriere Adriatico, 1 febbraio 2014, p. 13.
24
Il gruppo a caccia di immobili, Corriere Adriatico, 1 febbraio 2014, p. 13.
25
AUTORI TANTI E VARI, Casa de nialtri, cit., pp. 73-74.
26
D. FO, Un atto di forza sbagliato, Corriere Adriatico, 6 febbraio 2014, p. 6.
22

31

2.2 LINEE GUIDA DEL PROGETTO ED ELEMENTI COMUNI AD ALTRE REALTA`


IN ITALIA

Loccupazione dellex asilo nasce con lo scopo di fornire una sistemazione temporanea ad un
gruppo inizialmente formato da una sessantina di persone, cui sono stati garantiti 2 pasti al giorno
per 44 giorni, tramite risorse provenienti esclusivamente dai solidali e dallautofinanziamento.
Il punto centrale del progetto la partecipazione attiva dei senza dimora ad un percorso di
convivenza attraverso il quale uscire dalla condizione di invisibilit. Il disagio, materiale e psichico
di chi in tale stato di emarginazione, pu essere alleviato dalla condivisione dei propri problemi
con chi pu comprenderli, perch ci passato, e dallincontro/scontro con la pluralit di percorsi,
aspirazioni, culture che animano Casa de nialtri.
I pasti consumati abitualmente dagli occupanti nella sala comune, rappresentano un momento di
socialit e confronto tra modi diversi di concepire la cucina. Due i ragazzi che si occupano a tempo
pieno della preparazione (un italiano e un egiziano), nel rispetto delle varie usanze e cercando di
differenziare il pi possibile il men giornaliero. La convivialit dei pasti, come si vedr pi avanti
in questo capitolo, rappresenta un momento di socialit anche nelle realt di Reggio Emilia e
Parma, con la creazione di appuntamenti fissi in cui svolge un ruolo attivo il coinvolgimento della
cittadinanza.
Dopo lingesso allinterno della comunit di Casa de nialtri, la solitudine del giaciglio di
fortuna diventa coabitazione di uno spazio in continua evoluzione, che cambia con la crescente
consapevolezza, da parte di chi lo abita, del valore che la propria individualit conquista nel
percorso. La speranza che ognuno conquisti crescente autonomia, non solo dal punto di vista
economico. Ci avviene tramite lincontro/scontro con la diversit, aspetto centrale della
convivenza che non deve spaventare, ma stimolare ad una maggiore comprensione dellaltro, che
passa inevitabilmente da un percorso interno al proprio io.
La grande variet di etnie presenti allinterno della struttura costituisce la prima sfida da
affrontare, ma anche una risorsa fondamentale di questo progetto: tramite laiuto reciproco e la
condivisione degli spazi di vita, cos come delle difficolt quotidiane possibile costruire un
inserimento sociale che non rimanga solo di facciata. La dimensione comunitaria infatti, che gli
occupanti hanno dichiarato essere il valore aggiunto dellesperienza, pu rivelarsi fruttuosa sia per i

32

migranti che hanno bisogno di rompere il ghiaccio con la nuova lingua (per i quali stato attivato
un corso di italiano, sullesempio del Socrate a Bari, dellex Moi a Torino e della Casa
cantoniera a Parma) , sia per chi abitualmente escluso da occasioni di socialit.
Lassemblea che si tiene quotidianamente ha proprio lo scopo di rendere partecipi gli abitanti
nella discussione di proposte, idee, iniziative da realizzare, in modo che tutti divengano
protagonisti nellevoluzione progettuale e fisica di Casa de nialtri. Il proporsi come attori aventi
un ruolo attivo nella costante evoluzione del progetto, contribuisce ad uscire da una condizione di
marginalit, con la possibilit di metter in pratica le proprie competenze e professionalit.
Individuare i punti di forza del variegato patrimonio umano presente a Casa de nialtri, con una
lista dei lavori precedentemente svolti dagli occupanti, utile tra laltro a favorire linserimento
lavorativo, aspetto rivelatosi centrale in tutte le realt che sostengono occupazioni a fine abitativo,
anche a causa delle leggi27 che vincolano la permanenza sul territorio italiano allo svolgimento di un
lavoro regolare, mentre disporre di un alloggio una delle condizioni per ottenere il contratto di
lavoro. In particolare sono attivi sportelli informativi sul diritto alla casa a Bologna, Reggio
Emilia, Parma, Roma, Torino, mentre a Casa de nialtri tale iniziativa sarebbe entrata in funzione
il giorno dopo lo sgombero. Le strategie di inserimento lavorativo messe in campo in molte realt
riguardano prevalentemente il campo agricolo (Bari con il progetto di crowdfounding Netzanet 28,
Parma con la Mercatineria, Rimini con Orto Madiba) con particolare attenzione alla
dimensione ecologica e del consumo consapevole, edilizio (progetti di autorecupero sono avviati
nella maggior parte delle realt nazionali), ma anche culinario (la Biosteria alla Casa Cantoniera di
Parma, liniziativa Cucine senza frontiere a Reggio Emilia) e artistico, come nel caso del progetto
Metropoliz a Roma.
La gestione degli spazi costituisce un altro punto focale per quanto riguarda gli stessi abitanti,
che, limitatamente agli ambienti disponibili, provano a costruire la propria dimensione privata,
connessa al bisogno abitazionale del quale parla M. Golinelli, relativo allatto di abitare con tutte
le implicazioni socio-relazionali e di auto-realizzazione individuale che comporta 29 e che in molti
casi rimane insoddisfatto a causa della carenza di spazi e risorse, per cui realizzato il solo bisogno
abitativo (da habitat) riconducibile al bisogno-oggetto dellesigenza materiale di una casa.
Oltre alla dimensione privata, non va sottovalutata lattivit di ristrutturazione e recupero
delledificio, da affidare agli occupanti pi esperti nel campo edile (che agiscono autonomamente in
realt quali Bologna, Rimini, Parma) con la supervisione di enti e associazioni, (sul modello
27

T.U. 286/98, in particolare gli artt. 6, 22, 23, 26, 29 indicano limportanza dellalloggio ai fini del soggiorno, del
lavoro e del ricongiungimento familiare.
28
A. DI GIACOMO, Netzanet, nellex liceo Socrate nasce la salsa di pomodoro a sfruttamento zero, Repubblica, 24
agosto 2014, p. 41.
29
M. GOLINELLI, cit., pp. 24-27.

33

dellautorecupero Socrate di Bari, Casa Bettola a Reggio Emilia, le numerose esperienze


romane e in particolare il Metropoliz, Quattro Corti a Milano). A beneficiarne anche il
quartiere presso cui tali esperienze hanno luogo, perch uno spazio lasciato nellincuria torna ad
essere vissuto, aperto ad occasioni di socialit: un esempio sono le cene sociali, come a Parma,
Reggio Emilia, Bologna e altri incontri pubblici quali presentazioni di libri, workshop, iniziative
culturali a Casa Bettola a Reggio Emilia; scuola di autoformazione e laboratorio musicale a Casa
Madiba di Rimini; concerti, orto urbano, mercato biologico, laboratorio di lavorazione del legno
con materiali di recupero, laboratorio per bambini sulleducazione alimentari al Labas di
Bologna; la Mercatineria e il Gruppo di acquisto solidale a Parma.
Una riflessione a parte merita la gestione della situazione da parte dellamministrazione
comunale. Le politiche tese a monitorare le condizioni di inserimento abitativo degli immigrati si
concentrano principalmente sul controllo dei fattori di allarme sociale connessi con linserimento
degli immigrati in un determinato territorio30 portando a identificare i problemi abitativi degli
immigrati da problemi di alloggio a problemi di coabitazione di uno stesso territorio, non tenendo
conto della complessit che implica il processo dellabitare, un rapporto non solo con un luogo
fisico, ma anche con un ambiente e con una comunit.
Ne consegue che la tendenza delle politiche abitative per gli immigrati guidata dalle categorie
dellemergenza, della concentrazione e della soglia di tolleranza, circoscrivendo loccasione di
intervento alla risoluzione di effettive situazioni eccezionali [] a fornire risposte settoriali alla
problematica del disagio abitativo e ad intervenire solo dove il fenomeno si presenta pi
drammaticamente, rischiando di innescare forme di assistenzialismo e adattamento dellutente. 31
Per questo motivo partecipare alla progettazione degli ambienti, aspetto centrale in tutti i progetti di
autorecupero presi in esame, si configura come una delle strategie attive di adattamento degli
abitanti alla casa, favorisce il superamento dellimmagine dellimmigrato come utente di un
servizio sociale e di alcuni problemi di tipo relazionale e culturale favorendo la convivenza.32
Quando si verifica tale eventualit, cio la concentrazione di un numero consistente di migranti e
il superamento di una certa soglia di visibilit, i fenomeni di intolleranza dettati dalla paura e
dallinsicurezza

tendono a crescere, e alcune

categorie

sociali

invocano lintervento

dellistituzione,33 come avvenuto ad Ancona durante il periodo delloccupazione.


Tuttavia considerato le modalit di insediamento dei migranti in una citt piuttosto che in
un'altra, dettate da un insieme composito di fattori spesso non dipendenti solamente dalla volont

30

Ivi, p. 67.
Ivi, p. 66.
32
Ivi, p. 100.
33
Ivi, p. 68.
31

34

del migrante,34 difficile sostenere empiricamente la dipendenza diretta tra concentrazione e


pericolosit sociale. possibile che lequazione si riveli vera se, oltre ad essere migranti, le persone
sono anche socialmente deboli o emarginate. Ci pu corrispondere al rischio di pericolosit
sociale, accentuato e reso pi visibile dalla concentrazione in determinate zone, come nel caso
delloccupazione dellex pastificio Pantanella a Roma.
Nel caso specifico di Casa de nialtri, essendo la reinclusione sociale uno dei valori portanti del
progetto, meno alto il rischio di possibili tensioni, siano esse interne ai coabitanti o nei rapporti
con il vicinato, grazie ad un graduale miglioramento delle relazioni che la persona intrattiene non
solo con i propri coinquilini, ma anche con le numerose realt associative e individualit che
supportano a vario titolo lesperienza.
In altre parole la progressiva emancipazione da un contesto di marginalit, raggiunta attraverso
nuove relazioni sociali e una convivenza basata sul rispetto della reciproca diversit, si rivelata il
migliore antidoto contro tensioni interne ed esterne. La conferma di un certo livello di stabilit
raggiunto nel caso di Ancona, data dalla simpatia e dal sostegno di una larga parte di vicinato,
nonch dai rari episodi di tensione verificatisi.

3. DINAMICHE E TEMI CHE EMERGONO NEGLI SCRITTI DI AUTORI


MIGRANTI

Durante il periodo di cohousing presso lex asilo Regina Margherita ho avuto modo di
partecipare, come osservatore, a molte conversazioni e dibattiti in cui emergevano in modo pi o
meno esplicito idee, riflessioni, aspirazioni, problemi dei migranti e senza dimora. Questi momenti
rappresentano passi importanti nel percorso di conoscenza reciproca, in cui lemergere delle
diversit nel confronto tra i vari fattori identitari pu costituire occasione di arricchimento
personale, spunto per guardare da un punto di vista alternativo la realt.
possibile operare un confronto tra alcune dinamiche instauratesi in altre realt multietniche,
come ad esempio lHotel House a Portorecanati, le cui problematiche sono presenti nei testi che
citer nel corso del capitolo, con alcuni degli aspetti pi significativi che ho osservato allinterno di
Casa de nialtri: il primo paragrafo dedicato al ruolo svolto dalla dimensione culinaria nel
contatto tra le culture e nella costruzione delle identit nazionali, il secondo tratta il rapporto con lo
spazio fisico dellabitazione nellesperienza migratoria, nel terzo sono approfondite le dinamiche di
inclusione ed esclusione generate dal contatto con un sistema linguistico sconosciuto. Le
somiglianze e le divergenze osservate negli scritti di letteratura di migrazione, in cui emergono
34

Ibidem

35

esperienze di vita, sentimenti e istanze identitarie proprie dei percorsi di migrazione, offrono chiavi
di lettura utili ad un confronto tra la singolarit delle realt narrate e i contesti di scambio culturale e
convivenza interetnica osservati personalmente, per una maggiore consapevolezza delle complesse
dinamiche che entrano in gioco nellincontro/scontro tra esponenti di culture diverse.

3.1 LA CUCINA

Come gi accennato nei capitoli precedenti, la condivisione dei pasti rappresenta a Casa de
nialtri uno dei momenti centrali della convivenza. Preparare due pasti per sessanta persone la
sfida cui ogni giorno sono chiamati i ragazzi che si occupano della cucina. La loro esperienza nella
gestione delle risorse si rivela fondamentale a monitorare luso dei tanti generi alimentari donati
dalla cittadinanza solidale ed a limitare gli sprechi,1 mentre lappartenenza a culture culinarie
diverse (i due cuochi sono un Italiano e un Egiziano, a cui si aggiunger in seguito un Albanese)
garantisce men diversificati, tramite esperimenti e contaminazioni degli elementi tipici delle varie
culture e abitudini culinarie.
possibile trovare ricette della tradizione italiana, condividere lo stesso piatto con pietanze
provenienti da altre culture: per fare un esempio la pasta o il fricchi (ricetta contadina tipica delle
Marche, Lazio, Sicilia consiste in un mix di verdure cucinate in padella) accompagnate da
peperoncino mangiato a morsi, con rischio di soffocamento per i meno abituati, oppure il cuscus
con contorno di sardoncini fritti.
Esperimenti e contaminazioni simili, sono un esempio di come molto spesso il confronto tra la
cultura dorigine e quella dapprodo trovi una convergenza sul piano del cibo, che si rivela in alcuni
esempi di letteratura migrante grande metafora dei costi necessari e delle difficolt da affrontare
per rivitalizzare i piatti di una tradizione ormai stanca, e per aprirsi alla gamma sorprendente dei
sapori proposti dalle altre culture, alla ricerca di equilibri e gusti tutti da inventare.2
Nel racconto Curry di pollo di Laila Wadia, litalo-indiana Anandita aspira ad una piena
integrazione, entrando in conflitto con i genitori, da lei definiti arretrati, radicati al ricordo del
paese natio.3 Labbandono delle tradizionali vesti e acconciature, ritenute dostacolo al
riconoscimento da parte della cultura dapprodo, si accompagna allimbarazzo per lestraneit che

AUTORI TANTI E VARI, Casa de nialtri, cit., pp.35, 67-68.


F. PEZZAROSSA, Una casa tutta per s. Generazioni migranti e spazi abitativi in Certi Confini: sulla letteratura
italiana dellimmigrazione, a cura di L. QUAQUARELLI, Milano, Morellini, 2010, p. 103.
3
L. WADIA, Curry di pollo in Pecore nere, a cura di F. CAPITANI e E. COEN, Roma, Laterza, 2005, pp. 39-52.
2

36

la madre minaccia di esibire4 con la preparazione del curry di pollo ad una cena in cui
invitato il fidanzato italiano Marco. Ripiegare sulla pasta al pomodoro espressione della ricerca di
unintegrazione che trova uno dei suoi punti focali nel riconoscere come proprie le ricette tipiche
del paese dapprodo. La resistenza dei genitori, per i quali fondamentale fattore identitario il
preservare certe usanze, esprime la forte tensione intergenerazionale, che raggiunge il suo apice
durante la cena. Tuttavia proprio quando le divergenze sembrano incolmabili, il cibo permette di
trovare un punto dincontro nella contaminazione degli elementi tipici: Marco ammette di aver
provato il curry solo su pizza con funghi, panna e curry, la madre di Anandita suggerisce ironica
peperoncino e spezie per mettere su pasta per interrompere la nostalgica tirata del padre sulla vita
nelle campagne in India.
Nel caso dei genitori di Anandita in Curry di pollo, il radicamento ai sapori delle ricette
tradizionali, attenua limpatto con una cultura altra, nel processo di adattamento ai costumi locali
e ai tempi di lavoro. Nella realt narrata da Laila Wadia, la madre la depositaria delle ricette
tipiche indiane, elemento comune anche ai primi immigrati italiani in America: liniziale resistenza
allomologazione culinaria trov un baluardo significativo nelle donne, il cui ruolo di cuoche
costituiva un importante strumento di identit e autostima 5 affievolitosi nella ricerca di inclusione
sociale dei pi giovani: io volevo essere presa per unamericana. Volevo un hamburger, 6 proprio
come accade in Curry di pollo, con il distacco di Anandita dalle forme tipiche dellespressione
identitaria indiana.
Il rapporto con la cucina risalta in molti scritti gi a partire dalle prime esperienze italiane in
America, dove i migranti, che provenivano da un panorama variegato di tradizioni dialettali e
culinarie, trovarono un riconoscimento identitario nella pizza e nella pasta, il cui carattere
riconoscibile e replicabile conquist la curiosit degli americani.7
Proprio la pasta rappresenta un esempio di contaminazione: la tecnica medio-orientale della
pasta allungata, essiccata al sole per potersi conservare a lungo, introdotta in Italia gi nel XVIII
secolo, solo nel XX si sposa con la salsa ricavata dal vegetale precolombiano. Ingredienti e
modalit di preparazione che hanno le proprie radici in luoghi distinti, contribuiscono a cementare
lappartenenza ad unidentit che qui fra noi, si costruita mettendo insieme pezzi di culture
altre.8
4

F. PEZZAROSSA, I cibi dei migranti in Banchetti Letterari, a cura di G. M. ANSELMI e G. RUOZZI, Roma, Carocci,
2011, p. 105.
5
S. CINOTTO, Una famiglia che mangia insieme: cibo ed etnicit nella comunit italoamericana di New York, 19201940, Torino, Otto, 2001, p. 43.
6
L. DE SALVO in F. PEZZAROSSA, I cibi dei migranti in Banchetti Letterari, cit., p. 101.
7
S. CINOTTO in F. PEZZAROSSA, I cibi dei migranti in Banchetti Letterari, cit. p., 101.
8
M. MONTANARI, Identit, confronto, scambio in Mi raccontoTi racconto, a cura di R. RASHIDY, Bologna, Coop
Editrice, 2007, p. 11.

37

La raccolta Babel Hotel contiene racconti e poesie di autori vari sul tema delle citt plurali,
della possibile/impossibile interculturalit, ma anche delle diverse forme di marginalizzazione
sociale e del sentimento di paura legato alla venuta dei nuovi intrusi che nella scrittura si sono
liberamente ispirati alle ricerche svolte da Ramona Parenzan sulla realt multietnica dellHotel
House a Porto Recanati (Macerata), il condominio composto da quasi 500 appartamenti e abitato da
circa 3000 persone, mischiando e impastando insieme, con estrema creativit e libert stilistica, gli
ingredienti reali (le interviste) con quelli immaginati.9
Il racconto Grande dolce, F.B.I., geloso segreto10 mette in scena i rischi di una concezione
dellidentit dellimmigrato basata sulle apparenze: Sembri, come dire, forse sei, chiss, che non
sei come gli altri. Per sempre, sembri e non sei, diventi, per sempre un Sembri. Ma sei un migrante,
direi, per Sempre. I giochi di parole servono ad evidenziare la ripetizione di certi stereotipi,
leggibili negli stralci di conversazione riportati con la tecnica del flusso di coscienza dallautrice del
breve racconto, che ciclico nella struttura, con brevi paragrafi chiusi dalluso sempre diverso
dellacronimo F.B.I. : Fare Bene Immigrato, Falsa Burocrazia Italiana.[]Fili Brevi Ingarbugliati,
Finto Benessere Italico.
Nel paragrafo in cui a parlare il pasticciere marocchino emerge la grande importanza dellarte
culinaria nel confronto tra due persone di origine diversa. Il millefoglie che sta preparando una
ricetta francese, eredit del passato coloniale Sembra, diverso. Sembri. Millefoglie glassate
sopra. E` diverso, non allora, sembra, non in nessun modo. E`, si fa per dire, sospeso, respinto,
per cos dire, segreto, trasferito. La conversazione assume la forma di un interrogatorio Domande
da F.B.I. fai tu, sembri [] paura, sembri, intervistare, sapere e il dialogo viene in questi casi
pregiudicato dalla paura di non esporsi troppo, concentrandosi sui Fattori Benefici Intervistati,
altro acronimo che esprime la paura di mettersi in gioco nellincontro con la diversit, timore che
spinge a rifugiarsi nei luoghi comuni e nel gi noto. Ma proprio sullincontro delle somiglianze,
tra ci che sembra uguale ma non lo , che si fonda la speranza di unincontro finalmente libero da
pregiudizi con la diversit.
Un altro testo dalla raccolta Pecore nere, Salsicce della somala Igiaba Scego, esplora con ironia
la difficolt nel definire la propria identit appartenente ad una sola tradizione culturale. La
protagonista, somala di religione musulmana sunnita, decide di mangiare in incognito delle
salsicce , in una drastica iniziazione allitalianit 11 provocata dalla riflessione su la domanda ti

Babel Hotel Vite migranti nel condominio pi controverso dItalia, a cura di R. PARENZAN, Castel Gandolfo, Infinito,
2011, p. 16.
10
C. S. AMMENDOLA, Grande dolce, F.B.I., geloso segreto in Babel Hotel Vite migranti nel condominio pi controverso
dItalia, a cura di R. PARENZAN, Castel Gandolfo, Infinito, 2011, pp. 33-35.
11
F. PEZZAROSSA, I cibi dei migranti, cit., p. 105.

38

senti pi Somala o Italiana? che le stata rivolta durante un colloquio di lavoro. Limpossibilit di
rispondere con convinzione la porta ad elencare
mi sento somala quando 1) bevo il t con il cardamomo, i chiodi di garofano e la cannella; [] 6)mangio la
banana insieme al riso, nello stesso piatto, intendo []
Mi sento italiana quando: 1) faccio una colazione dolce [] faccio altre 100 cose, e chi se le ricorda tutte! 12

rendendo evidente la forzatura di definizioni univoche che generano conflitti e repulsioni, verso
cui declina lesperimento gustativo, avvertito come forzoso intervento di conversione.13
Il consumo prolungato di generi alimentari tipici del paese dapprodo pu generare lansia di un
appiattimento abitudinario alle nuove usanze con il progressivo distacco dalle tradizioni originarie,
nel cuoco iraniano immaginato da Amara Lakhous, Parviz Monsoor Samadi, una vera paura di
dimenticare la cucina iraniana se impara quella italiana, 14 non esente da sentimenti di repulsione
(anche fisica) che si manifestano anche nei testi dello scrittore Moahmed Bocuchane, che si dichiara
inorridito dal consumo sfrenato che gli italiani fanno di pasta e pizza: [] stavolta riesco a
mangiare un intero piatto di pasta. Che strano! Subito dopo sono stato assalito da un sonno
tremendo.15 Il caso dello scrittore marocchino un emblematico esempio di integrazione che
rimasta nel suo stadio embrionale, a causa della mancanza di disponibilit nel comprendere la
diversit e del conseguente arroccamento identitario, sentimenti comuni a Parviz, che si rifiuta di
imparare litaliano e smarrito nellalcool16 trova rifugio nella cucina, luogo della tranquillit:
la memoria, la nostalgia e lodore dei suoi cari tutti insieme. 17 Il protagonista del romanzo di
Lakhous, Ahmed, ha un atteggiamento opposto: la nostalgia per la patria lo spinge al mimetismo
nella nuova identit italiana, nella ricerca di unidentificazione che passa attraverso il cibo Fra
poco mi scioglier nella pasta e diventer a mia volta una pizza e si rivela limitata agli stereotipi
dellitalianit: le tre C: cappuccino, cornetto e Corriere della sera.18
La dimensione comunitaria del pasto condiviso non si limita ad unesperienza legata al gusto.
Nel caso delle ricette provenienti da culture diverse
non ci si limita a gustare, a conoscere attraverso il palato [], ma si conosce un modo di vita, una storia, una
prospettiva. Grande enfasi data al fatto che al cibo dellaltro si accompagnano, nellevento, la narrazione e
lincontro, la testimonianza, la possibilit di discutere, comprendere, sapere. Il cibo dellaltro non solo
mangiato, ma incorporato grazie alla narrazione della sua preparazione19

12

I. SCEGO, Salsicce in Pecore nere a cura di F. CAPITANI e E. COEN, Roma, Laterza, 2005, pp. 23-36.
F. PEZZAROSSA, I cibi dei migranti, cit., p. 105.
14
A. LAKHOUS, Scontro di civilt per un ascensore a piazza Vittorio,Roma, E/O, 2011, p. 22.
15
M. BOUCHANE, Chiamatemi Al, a cura di C. DE GIROLAMO e D. MICCIONE, Milano, Leonardo, 1991, p. 45.
16
F. PEZZAROSSA, I cibi dei migranti in Banchetti Letterari, cit., pp. 103-104.
17
A. LAKHOUS, cit., p. 23.
18
Ivi. p. 31.
19
E. COLOMBO, G. NAVARINI, G. SEMI, I contorni del cibo etnico in Cibo, cultura, identit a cura di F. NERESINI, V.
RETTORE, Roma, Carocci, 2008, p. 81.
13

39

come emerge nella raccolta Mi racconto Ti racconto nella quale si mette in evidenza, attraverso
interviste dirette ad alcuni migranti, la provenienza ibrida, presso molte culture tra cui litaliana, di
sapori, prodotti, arte e musica. Ogni intervista preceduta da una scheda storica del Paese di
provenienza e seguita da alcune ricette tipiche. La maggiore conoscenza di noi e degli altri aiuta a
riconsiderare i germi lasciati da secoli di colonialismo, dalle vanit storiografiche dei vincitori,
dalle mortificanti semplificazioni massmediatiche, dai vuoti di memoria storica, dalla superficialit
e dai pregiudizi, per concentrarsi sulle condizioni di esistenza degli immigrati, senza le quali
ogni pratica interculturale rimane semplice esercizio di retorica.20
auspicabile che una visione scevra da pregiudizi venga gi diffusa in ambito scolastico, primo
cantiere di cittadinanza, ma anche in tutti gli ambiti che creano cultura e informazione,
sottolineando ad esempio il contributo e la partecipazione dei diversi popoli e culture al definirsi
dellidentit e della cultura italiana nel corso dei secoli.21

20

R. RASHIDY, Riflessioni sul fenomeno dellimmigrazione di oggi in ID. (a cura di), Mi raccontoTi racconto,
Bologna, Coop Editrice, 2007, p. 23.
21
Ivi, p.26.

40

3.2 LA CASA COME SPAZIO GOVERNABILE

Molte dinamiche osservate tra gli occupanti di Casa de nialtri, esprimono il desiderio di una
casa come spazio governabile, che rifletta la propria personalit e in cui la persona si senta
riappacificata con la condizione di doppia assenza in un altro paese, dove si soffre lestraneit ai
luoghi di approdo e contemporaneamente la distanza dagli spazi in cui sono radicate le proprie
origini.22 Tra le priorit degli occupanti, quella di ritagliarsi uno spazio confortevole e privato stata
certamente vissuta dalla maggior parte come condizione inalienabile del loro soggiorno allex asilo:
dal punto di vista dellabitante la casa il luogo in cui si forma, si custodisce e si esprime la
propria identit.23 Per quanto una delle migliori qualit di chi abituato a vivere in strada sia
proprio la grande capacit di adattamento, lorganizzazione degli spazi era vissuta da molti con una
certa ansia a causa dellimpossibilit di avere uno spazio intimo, ad eccezione delle famiglie, cui
erano riservate le aule pi piccole. Un caso a parte, utile ad evidenziare la ricerca di una dimensione
privata, rappresentato dalluso pressoch esclusivo fatto da due abitanti di Casa de nialtri di un
ambiente dellex asilo Regina Margherita, avvenuto durante il periodo conclusivo delloccupazione,
quando il numero di abitanti si era ridotto e alcuni spazi rimanevano inutilizzati. I due si
impegnavano con tutte le forze per rendere la stanza un luogo accogliente, che potesse ricordare un
salotto, dove si chiacchiera in compagnia. Il rischio che si corre quello della chiusura nello spazio
confortevole, che pu portare a tralasciare la dimensione sociale. Non da sottovalutare tuttavia
limportanza del sentirsi a casa in uno spazio la cui organizzazione sfugge alla definizione netta
entro un solo modello abitativo, per diventare il prodotto complessivo delle esigenze e delle
abitudini quotidiane di ognuno: concezioni cos diverse della casa contribuiscono a fare della
percezione dellordine proprio e altrui un delicato sensore del tasso di esclusione o integrazione
delle comunit immigrate.24
Nel romanzo Amiche per la pelle25 di Laila Wadia, descritto il processo di sedentarizzazione,
allinterno di un vecchio stabile, di alcune famiglie di migranti provenienti da culture diverse. In un
primo momento ognuno cerca istintivamente, come mossa in difesa della propria appartenenza
etnica, di dare segnali forti di identificazione,26 ma lesigenza di un insediamento stabile induce a
rivalutare la grande variet di valori e abitudini, che diventano una risorsa condivisa. Il restauro del
vecchio condominio, situato a Trieste, la spinta per mettere in comune le esperienze, a sforzi per
22

A. SAYAD, La doppia assenza: dalle illusioni dellemigrato alle sofferenze dellimmigrato, Milano, Cortina, 2002.
M. GOLINELLI, cit., p. 22.
24
C. PASQUINELLI, La vertigine dellordine. Il rapporto tra s e la casa, Milano, Baldini Castaldi Dalai, 2004, p. 59.
25
L. WADIA, Amiche per la pella, Roma, E/O, 2007.
26
Ibidem.
23

41

costruire significati collettivi e di valenza interculturale. 27 Sperando in un sereno approccio futuro


alla complessit etnica, nella narrazione si confrontano storie e lingue diverse, che provano a
costruire un presente significativo dai frammenti identitari che ognuno conserva dal proprio passato.
Per questo si rende necessaria una reale disponibilit allibridazione, alla messa in comune del
proprio capitale culturale che si arricchisce e viene riqualificato: lessere a casa richiede impegno,
non solo unesperienza, ma anche unattivit.28
Ladattamento allalloggio un fenomeno complesso, che pu seguire diverse modalit: per
molti soggetti che si sono trovati a vivere in case culturalmente e strutturalmente lontane da quelle
delle proprie origini, necessario imparare a fare mente locale, ricostruire i propri punti di
riferimento per misurarsi e definirsi in un contesto al quale non si sente di appartenere. 29 Altro
aspetto centrale delladattamento la partecipazione dei futuri inquilini alla progettazione degli
alloggi, che restituisce allabitante la capacit/possibilit di produrre la casa in relazione ai propri
bisogni, aspettative, modelli culturali, 30 come gi sperimentato dalle esperienze di autocostruzione
e autorecupero. Limpossibilit di intraprendere la dimensione progettuale a Casa de nialtri, per
quanto gli spazi fossero al centro di continue modifiche e adattamenti, unita alla forte densit
abitativa nella struttura, pu essere la causa di alcune situazioni di disagio nella coabitazione. Infatti
la gestione degli spazi della casa riflette il modello di relazioni interpersonali concepito ed
accettato in quella famiglia-gruppo-comunit-cultura contribuendo a definire anche modalit di
configurazione dei rapporti di potere.31 Per questo motivo si rende necessario tenere conto
dellesistenza, presso ogni cultura, di una diversa rispondenza tra classificazione e qualificazione
degli spazi, organizzazione della societ in classi, ceti e gruppi e razionalizzazione ideologica.32
Nella descrizione della realt multietnica dellHotel House, Adriano Cancellieri utilizza nella sua
tesi di dottorato il metodo dellosservazione partecipata, confrontando interviste raccolte durante un
soggiorno prolungato presso la struttura con note etnografiche e spunti sociologici.
interessante rilevare la descrizione del residence come una palestra per la convivenza, un
luogo liminale, un punto di incontro tra esperienze differenti, caratterizzato da una continua
esplorazione e un perpetuo sconfinamento.33 Raramente questi sconfinamenti sfociano in conflitti
aperti, ma coabitazione pacifica non corrisponde a fusione e assimilazione alle abitudini altrui: pi
27

F. PEZZAROSSA, Una casa tutta per s. Generazioni migranti e spazi abitativi, cit., p. 73.
A. HELLER, Dove siamo a casa? in Id. Dove siamo a casa. Pisan Lectures 1993-1998, Milano, Franco Angeli, 1999,
p. 42.
29
M. GOLINELLI, cit., p. 29.
30
Ibidem
31
Ivi, p. 31.
32
Ibidem
33
A. CANCELLIERI, Hotel House. In un palazzo il mondo. Confini sociali e uso quotidiano di uno spazio multietnico
in Osservatorio provinciale delle Immigrazioni (a cura di), Volti di unItalia multietnica. Spazi abitativi, stili di
abbigliamento e giovani generazioni di origine immigrata, Torino, LHarmattan Italia, 2009, p. 46.
28

42

che allimmagine del melting pot, secondo lautore bisogna rifarsi a quella del mosaico, nel quale il
rispetto delle distanze, da parte di ogni tassello, permette la neutralizzazione dei conflitti:
Attraverso continui giochi dappropriazione e riappropriazione dei territori, contemporaneamente
si ha una messa in comune e una divisione dello spazio. 34 Si vengono a creare micro-territori
specifici, che mutano di significato periodicamente in base ai determinati bisogni e usi di un etnia,
rendendo esplicito il riferimento a certi stereotipi riconoscibili, che contribuiscono a rappresentare e
concretizzare nella realt i confini sociali tra gruppi nazionali.
Secondo lautore, proprio questa marcatura dello spazio pubblico e dei suoi edifici, avvenuta
con relativa facilit, ha reso possibile il costituirsi di un equilibrio tra la variet di etnie: il piano
terra occupato da una ventina di esercizi commerciali, gestiti da persone che appartengono ai
principiali gruppi nazionali presenti nel residence, ma non demarcati in modo esclusivo dal punto di
vista etnico. Emerge che ogni gruppo svolge un ruolo rilevante in determinati ambiti e spazi
dellHotel House, lasciare agli altri la libert di gestire i propri spazi, la prima condizione per
poter fare altrettanto: la tolleranza una virt interessata e il rispetto dellaltro un mezzo attivo
per preservare la propria sfera personale.35
Il rapporto con la casa spesso vissuto dai migranti in maniera problematica, specialmente
quando si rendono necessarie soluzioni transitorie che non soddisfano il bisogno aspirazione della
persona, scissa tra i sentimenti di attaccamento, lealt, solidariet e we-feeling36 verso la casa di
origine, e la ricerca di appartenenza sociale alla realt di approdo. La casa ideale in grado di
coniugare le origini con larrivo,37 trovare un punto dincontro tra le appartenenze molteplici del
migrante, portando a compimento il tentativo di combinare modelli differenti senza voler perdere
le proprie origini, ma desiderando di essere pienamente parte della comunit di arrivo.38
Molti scritti di autori migranti si concentrano sullapproccio problematico ad una dimensione
abitativa che pu rivelarsi costrittiva, in particolare la scrittrice italo-somala Igiaba Scego indaga in
Dismatria il sentimento di precariet che attanaglia lo straniero, il distacco dagli spazi e dai modi
di vita originari.39 Il titolo un neologismo, che racchiude in s il desiderio di aprire una breccia
nella stabilit linguistica della cultura ospitante per esprimere il distacco forzato dalla matria, la
Somalia, che alcuni membri della famiglia di cui si parla nel racconto conoscono solo attraverso i
discorsi dei pi anziani, consci che
non saremmo pi tornati nella nostra Somalia, perch di fatto non esisteva pi la nostra Somalia[] quella
sognata, quella vagheggiata, sopravviveva solo nei nostri sogni ad occhi aperti, [] La nostra Somalia ormai era
34

Ivi, p. 47.
Ivi, p. 48.
36
M. GOLINELLI, cit., p. 56.
37
Ivi, p. 57.
38
Ivi, p. 58.
39
F. PEZZAROSSA, Una casa tutta per s. Generazioni migranti e spazi abitativi, cit., p. 103.
35

43

morta, defunta, finita. Ma noi, come chi vuol negare levidenza, facevamo finta che lei, quella donna capricciosa
che ci tormentava, si fosse assentata solo per un attimo40

Questa tensione verso la terra di origine la causa di uninstabilit esistenziale, rappresentata


dalle valigie, in cui ogni membro della famiglia conserva il suo mondo e che sostituiscono gli
armadi: la sicurezza, la stabilit, diventare sedentari, diventare italiani tutto avrebbe infranto il
nostro bel sogno.41
La protagonista avverte dunque lesigenza di stabilit, La conquista di una casa propria una
conquista importante, un modo di affermare la propria esistenza nellaltrove 42 nella speranza di un
futuro che riesca a coniugare due orizzonti culturali cos distanti. Lo spazio dellabitare spesso
percepito in una dimensione di sogno in cui si intrecciano il ricordo, lesperienza del presente e le
speranze nel futuro, cercando di evitare il confronto con lumiliante situazione attuale. La
confessione del bisogno della madre, per il quale necessario alla protagonista una presa di
coscienza
Mamma invecchi di trentanni sotto i miei occhi. Nessuno in casa le aveva mai parlato cos. Avevo rotto il patto
dei dismatriati. Ero un paria ribelle.43

rivela il bisogno di quelle memorie in valigia, che sorreggono latteggiamento dialettico di


unesistenza divaricata e strabica nel tentativo di partecipare a due mondi, 44 come rivela il
contenuto dellultima valigia, nascosta dalla madre al resto della famiglia, che accanto al ricordo di
un passato ormai irrecuperabile, ha cominciato ad accumulare frammenti di unidentit ormai
inconsapevolmente ibrida, nutrita dai simboli del territorio italiano che modellano i contorni di
unaltra possibile matria.45
Un caso unico nel variegato panorama della letteratura di migrazione in lingua italiana,
rappresentato dallinsolito percorso intrapreso da Maksim Cristan, autore dellautobiografico
(fanculopensiero). Ex manager di oggetti di arredamento in Croazia, decide di abbandonare affetti
ed impegni per trasferirsi nellidolatrato Occidente, scegliendo una particolare dimora:
Abito in una piccola piazza di una grande citt. E, sia chiaro, non ho niente da lamentare della mia abitazione
attuale. molto spaziosa. Il mio salotto cos grande che di sera ospita centinaia di persone [] Malgrado ci
ammetto che almeno due giorni allanno darei in cambio la mia enorme villa a cielo aperto per una stanzetta[]
Un tetto, una stufa, un paio di quaderni e una penna. 46

40

I. SCEGO, Dismatria in Pecore nere, a cura di F. CAPITANI e E. COEN, Roma, Laterza, 2005, p. 12.
Ibidem
42
L. CURTI, Vicino a casa, lontano da casa: voci da un impero minore in Id., La voce dellaltra. Scritture ibride tra
femminismo e postcoloniale, Roma, Meltemi, 2006, p. 211.
43
I. SCEGO, Dismatria, cit., pp. 19-20.
44
F. PEZZAROSSA, Una casa tutta per s. Generazioni migranti e spazi abitativi cit., p. 105.
45
Ibidem
46
M. CRISTAN, (fanculopensiero), Milano, Feltrinelli, 2007, p. 11.
41

44

Emerge la necessit della scrittura, vissuta come luogo spirituale e mentale in cui sia possibile
ricostruire la propria identit,47 ma si impone levocazione di unavventura negli spazi pubblici di
una grande metropoli come Milano, che si svela attraverso lesplorazione di quei non-luoghi
conosciuti solo nei momenti di transito, spesso distratto e diffidente, della gente comune. Questi
spazi sono popolati da unumanit eccezionale che costruisce alternative allalienazione
postmoderna degli appartamenti, con il supporto di una sentimentalit vera e profonda, che riesce a
emergere solo grazie a chi ha deciso di esplorare lentamente i silenzi della citt.48
Il radicamento nelle piazze non passivo, ma rivolto ad indagare le trasformazioni che
attraversano la vita urbana, abbandonata dallautore solo per necessit vitale a beneficio di dimore
occasionali, temporanee, di transito49 che realizzano convivenze tra le pi varie, alla scoperta di
unumanit solidale alla condizione degli esclusi e degli emarginati:
Era una via di mezzo tra un ostello della giovent, un centro sociale e un canile. A qualsiasi ora del giorno e della
notte cera gente che entrava e che usciva, chi si faceva una spaghettata[] In quella situazione la mia presenza
non destava alcun scalpore e, anzi, dopo qualche tempo, gli avventori del luogo cominciarono a considerarmi
come uno della casa.50

Un decisivo incontro amoroso sar loccasione di rinascita e porr fine al percorso di discesa,
abbrutimento e transito penitenziale.51
Nella variet delle dimore occasionali, emerge in Cristan la particolarit della casa-auto, gi
comparsa nellOdissea autobiografica in cui Pap Khouma racconta la sue esperienza di migrazione
nellItalia degli anni 80,52 prima testimonianza dellutilizzo alternativo del mezzo di trasporto,
elemento centrale nella giornata del migrante, costretto ad una mobilit incessante53 tra spiagge e
periferie. Non a caso proprio lautore senegalese stato il pioniere della vendita ambulante nel
metr di Milano, tra i primi migranti a cogliere intuitivamente la potenzialit inespressa dei nonluoghi urbani, che diventano luogo di incontro. Grazie anche al mutuo aiuto, proprio questi nonluoghi favoriscono la costruzione di forti legami, che rispondono al bisogno di solidariet e
assistenza reciproca allinterno di una comunit, in assenza di un radicamento nel territorio. La
principale vocazione di queste relazioni di sostituire temporaneamente la famiglia, rifiutando il
costante approccio relazionale occidentale basato sullutilitarismo. Esse nascono al margine del
costante brulicare urbano, in cui la fa da padrone lindifferenza e in alcuni casi un malcelato
47

C. ROMEO, A casa, senza casa: la relazione con lo spazio, in TutteStorie, n.8, 2001, p. 79.
M. CRISTAN, cit., p. 49.
49
F. PEZZAROSSA, Una casa tutta per s. Generazioni migranti e spazi abitativi, cit., p. 84.
50
M. CRISTAN, cit., p. 144.
51
F. PEZZAROSSA, Una casa tutta per s. Generazioni migranti e spazi abitativi, cit., p. 85.
52
P. KHOUMA, Io, venditore di elefanti: una vita per forza fra Dakar, Parigi, Milano a cura di O. PIVETTA,
Milano,Garzanti, 1990.
53
F. PEZZAROSSA, Una casa tutta per s. Generazioni migranti e spazi abitativi, cit., p. 85.
48

45

fastidio, ne costituiscono lantitesi pi diretta, espressione di unumanit che si ferma ad ascoltare


laltro, per cercare di comprenderlo.
La necessit di un rifugio demergenza, unita alla capacit di rivalutare gli spazi e i luoghi
abitualmente scartati dalluso comune con modalit di gestione alternativa, che capovolgono il
punto di vista predominante e derivano direttamente dalle esigenze contingenti, costituisce la
prerogativa di molte occupazioni a fine abitativo.
Uno dei primi casi italiani rappresentato dalloccupazione avvenuta nel 1990 presso lex
pastificio Pantanella, da parte di circa tremila migranti. Mohsen Melliti, narra nel romanzo
Pantanella. Canto lungo la strada le speranze, le discussioni, le riflessioni di questa umanit varia
attraverso il percorso di alcuni personaggi che mantengono un ruolo centrale, pur smarriti nella
moltitudine di etnie presenti nella Citt, come lautore si riferisce alla fabbrica, La citt
ricominci lentamente a muoversi. Lo spazio in cui si concentra un cos elevato numero di persone
assume i contorni di una babele in cui facile perdere lorientamento e i propri obbiettivi. Lo
spaesamento emerge nella realt narrata: nella privazione di alcuni beni primari, necessari ad uscire
dalla condizione di marginalit, diviene problematico definire una gerarchia dimportanza:
Il sugiurno per prima cosa.
No, la casa.
No, il lavoro.
Il gruppo si era diviso in tre fazioni e ognuno voleva che la sua richiesta fosse messa al primo posto.

54

La Pantanella uno spazio ingovernabile, in cui la massiccia presenza di persone porta i pi


intraprendenti ad auto-organizzare servizi a pagamento, (ristorante, bar, barbiere) ci scatena tra
alcuni commercianti esterni una concorrenza spietata, avendo fiutato lopportunit di lucro nel
fornire merce alle attivit interne alla strutture. Nella giungla etnica, lunico momento di serenit, in
cui le tensioni si stemperano, la notte, quando un gruppo di occupanti si radunano al centro del
piazzale della citt bevendo birra. Tra racconti, canti e balli che ognuno attinge dal proprio
bagaglio culturale, sembrano trovare una dimensione parallela, sospesa tra la nostalgia del luogo
dorigine e il conforto temporaneo nellintimit del gruppo ristretto, che condivide le stesse criticit
quotidiane
Sentivano gioia e tristezza insieme. Era come se tutta lumanit si fosse riunita a divertirsi in unesplosione di
allegria infantile, che nasceva dal profondo[]anche se in ogni mente si conservavano migliaia di
preoccupazioni quotidiane.55

Torna la centralit di valori come la condivisione e la solidariet reciproca, con dinamiche che
vanno a sovvertire le abitudini occidentali, a partire dalluso alternativo di alcuni luoghi, che in

54
55

M. MELLITI, cit., pp. 28-31.


Ivi, p. 14.

46

mancanza di una dimora, divengono spazio dellintimit: la piazza in Cristan, lauto in Pap
Khouma.
La distanza, inizialmente irriducibile dalle consuetudini di chi immerso nella realt urbana, pu
alimentare incomprensione e diffidenza nei confronti delluso libero e creativo dei luoghi e nonluoghi della quotidianit. Cos, nel timore di veder turbati equilibri collaudati, si preferiscono
evitare i contatti e le occasioni di scambio, accentuando le distanze e relegando tali esperienze in
realt parallele, che scorrono accanto senza avere la possibilit di incidere, esporre la propria
ricchezza. La letteratura si offre dunque come unico medium capace di indagare leccezionale
singolarit di queste esperienze, altrimenti destinate a rimanere inespresse, eternamente nascoste al
margine del brulicare urbano, secondo Gabriella Turnaturi: Le scienze sociali azzerano le piccole
differenze e i dettagli sotto limperativo di far emergere luniversale []. La letteratura d voce allo
scarto, al singolare, al dissimile e proprio per questo produce verit, se per verit intendiamo il tener
insieme differenze e singolarit, universale e particolare.56

3.3 LA LINGUA COME CASA

Il dialogo e la comunicazione reciproca sono due valori centrali, ma spesso assenti allinterno del
contesto di convivenza multietnica, di cui Casa de nialtri costituisce la realizzazione pratica. La
mancanza di un confronto diretto pu infatti condurre verso fraintendimenti e ostilit che si
impongono come barriere nellincontro tra due persone provenienti da culture diverse. Per questo
motivo, la comunit di occupanti si riuniva in assemblea con lo scopo di rendere partecipi tutti gli
occupanti dei problemi relativi al rapporto con le istituzioni e della gestione della struttura. Lo
scopo quello di sperimentare una pratica di democrazia diretta, che incoraggi i singoli a diventare
protagonisti

e intervenire, discutere, proporre. Per realizzare ci fondamentale una reale

disponibilit allascolto, coinvolgendo, tramite la traduzione di ogni intervento, anche coloro che
non conoscono lidioma locale.
Nel contesto Casa de nialtri queste pratiche hanno portato risultati positivi, contribuendo in
certi casi ad un confronto consapevole sul terreno, per molti ancora inesplorato, della lingua
dadozione. Non sono per da celebrare incondizionatamente, poich normale che si creino dei
gruppi in base alla nazionalit di provenienza o alla conoscenza comune di una lingua: il caso
56

F. PEZZAROSSA, Una casa tutta per s. Generazioni migranti e spazi abitativi, cit., p. 83.

47

degli occupanti che provengono dalla Somalia, raramente presenti allassemblea per la scarsa
dimestichezza con la lingua, si affidano al resoconto dellunico ragazzo che conosce lItaliano. In
questo caso evidente come sia difficile per il migrante il confronto con unaltra cultura se la
persona non ha la possibilit di rimanere aggrappata, tramite lidentificazione in valori rassicuranti e
condivisi dalla Comunit di origine, alla cultura di riferimento.
La discorsivit quotidiana contribuisce al riconoscimento in certe pratiche e modalit di gestione
degli spazi, che diventano riconoscibili proprio grazie alla loro denominazione. Questo aspetto
emerge in molti scrittori migranti, per i quali la crescente abitudine nel maneggiare il linguaggio,
traslata sul piano simbolico dellabitare la lingua:
Ci che emerge in questi scrittori, che luogo rappresenta qualcosa in pi del territorio. La teoria del luogo
non propone una semplice separazione fra il luogo nominato e descritto nel linguaggio, e qualche luogo
reale che gli inaccessibile, ma indica piuttosto che, in un certo senso, il luogo corrisponde al linguaggio,
qualcosa in flusso costante, un discorso in continuo sviluppo.57

Attivare un corso di italiano avvertita dunque come una delle strategie pi efficaci nel favorire
la costruzione simbolica di una seconda casa per il migrante. La difficolt del processo evidente,
perch lindividuo non pu semplicemente smantellare il proprio edificio linguistico precedente e
dalle macerie costruirne uno nuovo. La metafora che questo processo suggerisce potrebbe essere
quella del trasloco: ledifico (linguistico) cambia allesterno, nellottica di una prontezza
comunicativa verso laltro che si acquisisce con pazienza e impegno, ma allinterno il migrante ha
bisogno (almeno nei primi tempi) della sua casa dorigine, riferimento imprescindibile alle proprie
radici che fondamentale e conforta.
Un ruolo fondamentale nellapprendimento della lingua del Paese ospite svolto dalla prima
variet dialettale incontrata dallo straniero al suo arrivo nel luogo dapprodo Una sorta di lingua
matrigna, di adozione che accompagna il soggetto nella sua infanzia, letteralmente quando non
ancora in grado di esprimersi. Spesso tracce di inflessioni ed espressioni vernacolari lasciano il
segno in quellinterlingua che costituisce il primo stadio di apprendimento e che trattiene
dellitaliano standard solo alcuni frammenti dello scostante gergo burocratico e legislativo. 58
Tuttavia linfanzia linguistica non sostituisce quella anagrafica, rendendo evidente la diversa
concezione da parte dei nativi, per i quali la parola del dialetto strettamente connessa alla realt
vissuta, perch incorporata dalla persona prima del contatto con la lingua ufficiale. Tahar Lamri a
registrare lincolmabile distanza: queste stesse parole [del dialetto romano] non significano nulla
per la mia infanzia.59
57

Ivi, p. 78.
U. FRACASSA, Macchie dialettali nelle scritture migranti in Italia, in Id., Patrie e lettere. Per una critica della
letteratura postcoloniale e migrante in Italia, Roma, Perrone, 2012, p. 108.
59
T. LAMRI in Voci in pellegrinaggio e trasmissioni essenziali: il teatro delloralit, intervento in occasione del forum
Letteratura
della
migrazione
(del
2005)
disponibile
su
58

48

La crescente propriet nel maneggiare la nuova lingua costituisce uno dei passi principali nel
processo di inserimento in una cultura estranea a quella dorigine. Nel caso dei migrant writers
questo aspetto appare centrale: considerata

49

la potenzialit identitaria e di cittadinanza implicita nelluso letterario della lingua [] la scelta dellitaliano
come mezzo despressione artistica costituisce, per quanti lo adottano senza lipoteca dellimposizione coloniale,

50

il primo segnale di appartenenza e la pi esplicita richiesta di cittadinanza.60

Se la capacit di esprimersi correttamente in Italiano non manca di sorprendere i lettori


autoctoni, fornendo agli scrittori migranti la possibilit di ridiscutere, in letteratura, ci che
proprio e ci che altro, ci che dentro e ci che fuori, dal canone, dalla storia letteraria, dai

51

confini, geografici e mentali,61 lo straniamento del lettore amplificato nel caso in cui lautore
padroneggi anche le varie inflessioni locali, arrivando a descrivere la realt con un grado di
complessit pari a quello dellosservatore nativo.
Ugo Fracassa, nella raccolta di saggi Patrie e Lettere, individua lo sfoggio di una tale maturit
espressiva come strategia di affrancamento da parte di alcuni autori dalla condizione di scrittore
immigrato, che lo stereotipo vuole produttore di testi riconducibili a ben determinati schemi,
generici, tematici e stilistici, riconoscibili nella forma della testimonianza del viaggio e
dellintegrazione, felice o meno. Gli scrittori migranti, acquisito lo ius soli con la padronanza
dellitaliano, sembrano rivendicare, col ricorso ai dialetti, un metaforico ius sanguinis,
particolarmente rilevante considerato che la scelta dellitaliano come lingua letteraria, per la

52

maggior parte degli autori stranieri risponde ad unadesione squisitamente sentimentale, 62 visto il
ruolo marginale della nostra lingua nelluniverso della comunicazione e delleditoria.
La specializzazione dialettale conferma le motivazioni affettive prima che veicolari della
scelta, poich il linguaggio, oltre che strumento indispensabile, uno dei principali segni di
riconoscimento dellappartenenza ad una comunit linguistica. Proprio in questottica possibile
spiegare la scelta del nome Casa de nialtri, che colloca unesperienza fortemente multietnica, nata
dallincontro tra realt molto distanti tra loro, nella dimensione locale del dialetto, tramite il quale
indotto limmediato riconoscimento della paternit delliniziativa, rivendicata da quella che prima
di tutto una comunit di parlanti, circoscritta, per nascita o adozione, ad un determinato territorio.
Il ricorso al dialetto per i migranti, al contrario dei nativi, non costituisce un ritorno alle origini,
al seno materno, in quanto conoscenza dellelemento tipico che avviene in fase di maturit
linguistica. Scartata anche lipotesi di un vernacolo lingua della realt, teso ad esprimere il
contatto con il vissuto quotidiano, applicata al romanzo di Lakhous, Scontro di civilt per un
ascensore in piazza Vittorio, in cui i personaggi dai connotati dialettali non oltrepassano il limite del
bozzetto, arrestandosi ben al di qua della soglia del realismo; si afferma la dimensione personale, e

53

talvolta politica,63 di ogni utilizzo della materia dialettale. Nel panorama variegato della letteratura
migrante, molti autori allargano la dialettica binaria lingua ufficiale variet dialettale, che
governa la questione della lingua a livello di storia letteraria nazionale, in una tricotomia
italiano, dialetto, lingua dorigine dove il ruolo di lingua dominante che minaccia di estinzione
quella subordinata non riservato allItaliano, sempre pi esposto alle contaminazioni e riemersioni
dalla lingua madre: la lingua italiana [] una bellezza che si ha il dovere di ferire [] una

54

purezza che ha lassoluto bisogno di essere contaminata. 64 In molti casi infatti il dialetto di
adozione a stringere un accordo e gemellarsi con la lingua dorigine nel segno di una minorit

55

condivisa, a livello quantitativo65 generando imprevisti e talora felici esperimenti, che collocano
lutilizzo del dialetto nella sfera dellesperienza personale, dimostrando la persistente validit, tanto

56

per i migranti quanto per gli autoctoni, dellanalisi di Alberto Asor Rosa: parola [] dialettale e

57

individuo tendono a fare corpo pi di quanto facciano corpo dialetto e popolo.66

58

CONCLUSIONI

Il presente lavoro non ha pretesa di completezza sulle complesse dinamiche di accoglienza e dei
percorsi di integrazione, piuttosto intende fornire confronti utili ad individuare miglioramenti
strategici nella gestione di tali esperienze, tramite la messa in luce degli elementi peculiari ad ogni
realt.
A fronte dei dati presentati nel primo capitolo, appare necessario il ricorso a forme di sostegno
alternative nellapproccio allemergenza abitativa, che si propongano come supporto alle forme di
assistenza statale gi presenti nel territorio. Lefficacia del percorso approntato dagli enti statali
spesso limitata da una cronica insufficienza di risorse e comporta il rischio di una progressiva
dipendenza dellutente dai servizi erogati.
Si rivela dunque prezioso esaminare un campione delle varie esperienze che sono emerse in
Italia come modalit alternative di sostegno ai senza dimora, mettendo in evidenza convergenze e
divergenze nei percorsi in modo da arricchire e diversificare gli esempi di sostegno e di accoglienza
forniti nel territorio italiano.
La descrizione specifica della realt anconetana prende le mosse dalla partecipazione personale
ai vari momenti dellesperienza di cohousing e rappresenta un contributo utile ad individuare alcune
tematiche e caratteristiche comuni alle altre realt presenti sul territorio italiano. evidente che i
progetti di autorecupero o cohousing realizzati con la collaborazione e il sostegno delle pubbliche
amministrazioni hanno pi ampio respiro e sono destinati ad avere concreta realizzazione. Tra
queste la pi recente lesperienza dellex Liceo Socrate di Bari, che con lappoggio delle
Istituzioni e di Ingegneri Senza Frontiere si pone come unesperienza replicabile in altre citt. Va
sottolineato che anche ad Ancona negli ultimi mesi ripreso il dialogo con le Istituzioni , in
particolare tra la Regione Marche e le associazioni che supportano Casa de nialtri con lo scopo di
individuare una struttura adeguata ad ospitare i senza dimora attuando dove possibile anche
lesperienza dellautorecupero.
Elemento centrale della ricerca la dimensione multiculturale di questa esperienza, indagata
anche alla luce delle tematiche emerse negli scritti di autori migranti. Il dato letterario fornisce la
possibilit di individuare particolarit e snodi fondamentali che richiamano sia riferimenti ad altre
narrazioni, sia dinamiche osservate nella realt della convivenza. In questo modo entrambi i
contributi si ridefiniscono nel confronto, che si rivela utile ad osservare sotto una luce diversa non
solo gli elementi che emergono positivamente, ma anche le maggiori criticit nel complesso
rapporto del migrante con labitazione.
59

RINGRAZIAMENTI

Si ringrazia il professor Fulvio Pezzarossa per la disponibilit e lattenzione con cui ha seguito il
presente lavoro; il signor Carlo Cardarelli di Unione Inquilini per aver fornito, in formato digitale,
tutti i quotidiani locali consultati per la stesura del capitolo di cronaca su Casa de nialtri; tutte le
persone che hanno contribuito a rendere lex asilo di via Ragusa uno straordinario esempio di
convivenza tra persone che non condividevano nulla, a parte la condizione di homelessness.
Un pensiero particolare va a tutti gli abitanti di Casa de nialtri, per le ore passate a confrontarci
tramite lo scambio di idee, riflessioni e tradizioni culturali, e per avermi dimostrato che ridurre la
migrazione ad un problema di ordine pubblico unoffesa alla dignit umana.

<http://ww3.comune.fe.it/vocidalsilenzio/atti04tavolarotonda.htm>
60
U. FRACASSA, Strategie di affrancamento in Id., Patrie e lettere. Per una critica della letteratura postcoloniale e
migrante in Italia, Roma, Perrone, 2012, pp. 74-75.
61
Ivi, p. 75.
62
U. Fracassa, Macchie dialettali nelle scritture migranti in Italia, cit., p. 110.
63
Ad esempio nel caso di RIBKA SIBHATU, scrittrice Eritrea giunta in Italia negli anni 90 a causa di persecuzione
politica. Nei suoi versi in romanesco emerge unapostrofe vernacolare che innesca la rivendicazione identitaria, : Visto
cher nero / nun bello / per nun toffenne / mejo ditte de colore // Ma quale offesa / Ve dico io che / so bella nera.
64
Dichiarazione che risale al 2003, pubblicata ora col titolo Il pellegrinaggio della voce: esperienze e complessit della
scrittura migrante in <http://ww3.comune.fe.it/vocidalsilenzio/lamri.htm>
65
U. FRACASSA, Macchie dialettali nelle scritture migranti in Italia, cit., p. 111.
66
A. ASOR ROSA, Centralismo e policentrismo nella letteratura italiana unitaria, in Id. (direzione di) Letteratura
italiana: storia e geografia, Torino, Einaudi, 1989, p. 42.

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U. FRACASSA, Macchie dialettali nelle scritture migranti in Italia in Id., Patrie e lettere. Per una critica della
letteratura postcoloniale e migrante in Italia, Roma, Perrone, 2012, pp. 103-112.
Gli stranieri in Italia: situazione abitativa e censimento delle strutture di accoglienza, a cura di MARIA GABRIELLA
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La popolazione in forte disagio abitativo in Italia.La condizione dei richiedenti asilo, dei rifugiati e dei rom, a cura di
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P. PEZZANA, Presentazione dati ISTAT su servizi per persone senza dimora, Roma, 3 novembre 2011, disponibile su
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F. PEZZAROSSA, Una casa tutta per s. Generazioni migranti e spazi abitativi in Certi Confini:sulla letteratura italiana
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F. PEZZAROSSA, I cibi dei migranti in Banchetti Letterari, a cura di G. M. ANSELMI e G. RUOZZI, Roma, Carocci, 2011,
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street
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Rapporto annuale del sistema di protezione richiedenti asilo e rifugiati, a cura di A. CALDAROZZI e M. GIOVANNETTI,
Roma, Cittalia, 2011.
Rapporto annuale del sistema di protezione richiedenti asilo e rifugiati, a cura di DANIELA
Roma, Cittalia, 2013.

DI

CAPUA e PAOLO TESTA,

R. RASHIDY, Riflessioni sul fenomeno dellimmigrazione di oggi in Id. (a cura di), Mi raccontoTi racconto, Bologna,
Coop Editrice, 2007, pp. 17-26.
C.ROMEO, A casa, senza casa: la relazione con lo spazio, in TutteStorie, n.8, 2001, pp. 75-98.
A. SAYAD, La doppia assenza: dalle illusioni dellemigrato alle sofferenze dellimmigrato, Milano, Cortina, 2002.
UNITED STATES DEPARTMENT OF HOUSING AND URBAN DEVELOPMENT, Homelessness Prevention and Rapid ReHousing Program, disponibile su <https://www.hudexchange.info/hprp/>, ultimo accesso 7/10/2014.

ARTICOLI GIORNALISTICI1

G. BOLAFFI, nato un racket di poveri che opprime altri poveri, Repubblica, 6 novembre 1990, p. 21.
F. ALVARO, Sgombero alla Pantanella, allarme in periferia, LUnit, 8 novembre 1990, p. 13.
A. ANACLERIO, Socrate occupato, la vita di 50 migranti che sperano in una delibera, 7 novembre 2012, disponibile su
<http://www.barinedita.it/inchieste/n281---socrate-occupato----la-vita-di-50-immigrati-che-sperano-in-una-delibera>,
ultimo accesso 7/10/2014.
C. ZUNINO, Gli italiani nella morsa della crisi si prendono i palazzi lasciati vuoti, Repubblica, 12 maggio 2013, p.
28.
G. GRUCCIONE, La decadenza del villaggio olimpico: ecco perch si sta sbriciolando, Repubblica, 13 luglio 2013, p.
38.
A. POLO, Assalto alle case popolari. Centinaia di occupazioni abusive, 12 agosto 2013, disponibile su
<www.news.immobiliare.it>, ultimo accesso 7/10/2014.
Emergenza abitativa, a Milano sorge il primo albergo sociale, 30 settembre 2013, disponibile su
<http://www.ediliziaurbanistica.it/pf/testo-news/33884/Emergenza-abitativa-a-Milano-sorge-il-primo-albergo-sociale>,
ultimo accesso 7/10/2014.

Molti articoli non sono firmati, pertanto si deciso di elencarli in ordine cronologico. Le ultime sei voci provengono
da blog online: in assenza di un riferimento cronologico, si deciso di elencarle in ordine alfabetico.

Marche, oltre 1200 sfratti in un anno ad Ancona il vertice su nuove abitazioni, Il messaggero, 28 novembre 2013,
disponibile
su
<http://www.ilmessaggero.it/marche/marche_oltre_1200_sfratti_in_un_anno_ad_ancona_il_vertice_su_nuove_abitazio
ni/notizie/377494.shtml>, ultimo accesso 7/10/2014.
Ancona- sullassemblea del 29.11 per il diritto alla casa, 1 dicembre 2013, disponibile su
<http://www.globalproject.info/it/in_movimento/ancona-sullassemblea-del-2911-per-il-diritto-alla-casa/15903>, ultimo
accesso 9/10/2014.
Ancona. Assemblea emergenza casa, Umanit nuova, 3 dicembre 2013, 38, disponibile
<http://www.umanitanova.org/n-38-anno-93/ancona-assemblea-emergenza-casa>, ultimo accesso 9/10/2014.

su

Rimini,
occupata
Casa
Madiba,
8
dicembre
2013,
disponibile
su
<http://www.globalproject.info/it/in_movimento/rimini-aperta-la-porta-dei-nuovi-diritti-nasce-casa-madiba/15952>,
ultimo accesso 7/10/2014.
E. GAROFALO, M.VERDENELLI, Mancinelli, sono rivoluzionari della domenica, Il Messaggero, 24 dicembre 2013,
p.5.
A. ROSSI, La scelta di Torino, profughi e rifugiati avranno la residenza, La Stampa, 24 dicembre 2013, p. 8.
Migranti, cin cin con i vicini di casa, Corriere Adriatico, 2 gennaio 2014, p. 6.
Intanto alcuni vicini storcono il naso, Il resto del Carlino, 3 gennaio 2014, p. 2.
G. BOVE, Asilo occupato prime crepe: gruppo tratta con il Comune, Il Messaggero, 4 gennaio 2014, p.42.
Scuola pericolosa e occupazione illegale, Adesso tutti fuori di l, Il resto del Carlino, 8 gennaio 2014, p. 5.
In cento allAssemblea Da qui non ci spostiamo, Il resto del Carlino, 8 gennaio 2014, p. 4.
L. NICCOLINI, Lasilo spetta a noi, ma siamo impotenti, Corriere Adriatico, 11 gennaio 2014, p. 12.
P. CURZI, Ex asilo occupato, scontro sui numeri, Il resto del Carlino, 11 gennaio 2014, p. 3.
Residenza a Torino, tra atti dovuti e diritti al ribasso, 15 gennaio 2014, disponibile su <http://viedifuga.org/?p=10229>,
ultimo accesso 7/10/2014.
P. CURZI, I senza casa invitano le famiglie dei disabili, Resto del Carlino, 17 gennaio 2014, p. 5.
Ed ora lex asilo diventa un caso politico, Il Resto del Carlino, 18 gennaio 2014, p.5.
M. ROCCHETTI, Noi non togliamo spazio ai disabili, Corriere Adriatico, 18 gennaio 2014, p. 3.
Rifugiati a Roma, almeno 2500 vivono per strada o in case occupate, 19 gennaio 2014, disponibile su
<http://www.agenzia.redattoresociale.it/Notiziario/Articolo/453003/Rifugiati-a-Roma-almeno-2500-vivono-per-lastrada-o-in-case-occupate>, ultimo accesso 9/10/2014.
A. COMIRATO, Viaggio negli angoli degli invisibili, Corriere Adriatico, 20 gennaio 2014, p.4.
L. B. SALAH, Povert, in 900 dormono senza un tetto, Corriere Adriatico, 21 gennaio 2014, p. 2.
A. CAMILLETTI, Palazzi senza speranza, una raffica di ex, Corriere Adriatico, 1 febbraio 2014, p.13.
Il gruppo a caccia di immobili, Corriere Adriatico, 1 febbraio 2014, p. 13.
D. FO, Un atto di forza sbagliato, Corriere Adriatico, 6 febbraio 2014, p. 6.
G. GODIO, Case occupate a Torino: un tetto, per cominciare, 4 marzo 2014, disponibile su <http://viedifuga.org/?
p=10729&utm_source=feedburner&utm_medium=email&utm_campaign=Feed%3A+viedifuga%2Fnews+
%28Vie+di+fuga+%C2%BB+News%29>, ultimo accesso 7/10/2014.

A. CORI, Occupata palazzina in via de Maria, tensione con i proprietari, un ferito, Repubblica, 6 marzo 2014,
disponibile
su
<http://bologna.repubblica.it/cronaca/2014/03/06/news/occupata_palazzina_in_via_de_maria_tensioni_con_i_proprietar
i_un_ferito-80336044/>, ultimo accesso 7/10/2014.
Reggio Emilia, ottenuta residenza nella casa occupata da alcuni migranti provenienti dalla Libia, 8 marzo 2014,
disponibile
su
<http://www.meltingpot.org/Reggio-Emilia-Ottenuta-residenza-nella-casa-occupatada.html#.VDKy3_l_tIE>, ultimo accesso 9/10/2014.
Bari, al Socrate lautorecupero per prendersi una casa, 24 marzo 2014, disponibile su
<http://www.meltingpot.org/Bari-Al-Socrate-l-auto-recupero-per-prendersi-una-casa.html#.U_t6xvl_tIE>,
ultimo
accesso 8/10/2014.
Crowdhousing: una risposta concreta contro la rendita e per il diritto alla citt, 29 marzo 2014, disponibile su
<https://labasoccupato.wordpress.com/2014/03/29/crowdhousing-una-risposta-concreta-contro-la-rendita-e-per-ildiritto-alla-citta/>, ultimo accesso 7/10/2014.
Migranti, la guerra del Mediterraneo, 31 marzo 2014, disponibile su <speciali.espresso.repubblica.it>, ultimo accesso
7/10/2014.
Rimini, Casa Madiba: ponte tra scuola, nuovi diritti e accoglienza degna, 10 aprile 2014, disponibile su
<http://www.meltingpot.org/Rimini-Casa-Madiba-ponte-tra-scuola-nuovi-diritti-e.html#.VDKxrfl_tIE>, ultimo accesso
7/10/2014.
ASSOCIAZIONE SOCRATE, ISF BARI, Intervento di autorecupero dellex ist. Classico liceo Socrate, 29 aprile2014,
disponibile su <http://issuu.com/autorecuperosocrate/docs/documento_di_sintesi>, ultimo accesso 7/10/2014.
La croce rossa al Selam Palace di Roma: intervento indispensabile, 12 maggio 2014, disponibile su
<http://www.cri.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/22220>, ultimo accesso 7/10/2014.
Inclusione e rigenerazione urbana, cos rivive lex Socrate di Bari, Repubblica, 22 maggio 2014, disponibile su
<http://bari.repubblica.it/cronaca/2014/05/22/news/protocollo_socrate-86856995/>, ultimo accesso 7/10/2014.
Cucine senza frontiere, 10 giugno 2014, disponibile su <http://www.casabettola.org/archives/2502>, ultimo accesso
7/10/2014.
Edificio occupato da 31 famiglie. Social log: la risposta al piano casa , Corriere di Bologna, 18 giugno 2014,
disponibile su <http://corrieredibologna.corriere.it/bologna/notizie/cronaca/2014/18-giugno-2014/occupato-edificioabbandonato-social-log-risposta-piano-casa-223417604876.shtml>, ultimo accesso 7/10/2014.
I milleduecento rifugiati invisibili di Selam, il palazzo dei fantasmi, 19 giugno 2014, disponibile su
<http://www.redattoresociale.it/Notiziario/Articolo/462961/I-milleduecento-rifugiati-invisibili-di-Selam-il-palazzo-deifantasmi>, ultimo accesso 7/10/2014.
Housing sociale: a Milano alloggi in cambio di attivit di volontariato, 1 luglio 2014, disponibile su
<http://www.ediliziaurbanistica.it/pf/testo-news/39411/Housing-sociale-a-Milano-alloggi-in-cambio-di-attivita-divolontariato>, ultimo accesso 7/10/2014.
Mutui pi difficili per gli immigrati: diminuiscono le domande di credito e gli importi richiesti, Il sole 24 ore, 3 luglio
2014, disponibile su <http://www.casa24.ilsole24ore.com/art/mutuo-casa/2014-07-03/mutui-difficili-immigratidiminuiscono-122342.php?uuid=Abi8JuzJ>, ultimo accesso 7/10/2014.
Negata la residenza agli occupanti: il Piano casa marginalit ed esclusione sociale, 3 luglio 2014, disponibile su
<https://labasoccupato.wordpress.com/category/crowdhousing-2/>, ultimo accesso 7/10/2014.
Assemblea pubblica, casa Madiba Network uno spazio da difendere, area ex Hera uno spazio da riutilizzare, 5 luglio
2014, disponibile su <http://www.globalproject.info/it/in_movimento/rimini-assemblea-pubblica-casa-madiba-networkuno-spazio-da-difendere-area-ex-hera-uno-spazio-da-riutilizzare/17479>, ultimo accesso 7/10/2014.

Reggio
Emilia,
diritto
allabitare,
accoglienza,
residenza,
11
luglio
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<http://www.meltingpot.org/Diritto-all-abitare-accoglienza-residenza.html#.VDKyW_l_tIF>
,
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disponibile
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ultimo
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L. BAGNOLI, Emergenza sfratti, via al fondo per aiutare gli inquilini. Ma i soldi non bastano, Il fatto quotidiano, 20
luglio 2014, p. 16.
Affitti, uno su due non viene pagato. Casi di insolvenza su del 5% rispetto al 2013, Il fatto quotidiano, 26 luglio2014,
disponibile su <http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/07/26/affitti-uno-su-due-non-viene-pagato-casi-di-insolvenza-sudel-5-rispetto-a-2013/1072820/>, ultimo accesso 7/10/2014.
E. FRASCAROLI, Palazzo occupato, lassessore Monti smentisce la Frascaroli: Residenze gi tolte a chi non ne ha il
diritto, Il Resto del Carlino, 31 luglio 2014, p. 15.
A. DI GIACOMO, Tra i migranti di Santa Chiara occupata: non vogliamo tornare a dormire per strada, Repubblica,
10 agosto 2014, p. 35.
Casa te la scippano. Migliaia le occupazioni abusive, 18 agosto 2014,<http://www.blitzquotidiano.it/cronacaitalia/casa-te-la-scippano-migliaia-le-occupazioni-1950804/>, ultimo accesso 7/10/2014.
M. PASQUINI, Sfratti illegali, Il Manifesto, 19 agosto 2014, p. 14.
A. DI GIACOMO, Netzanet, nellex liceo Socrate nasce la salsa di pomodoro a sfruttamento zero, Repubblica, 24
agosto 2014, p. 41.
Autorecupero Socrate: unaltra casa possibile, disponibile su <http://www.isfbari.org/autorecupero-socrate.html>,
ultimo accesso 7/10/2014.

Blog Casa Cantoniera, disponibile su <http://www.anomaliaparma.org/casa-cantoniera-2/>, ultimo accesso 7/10/2014.


Biosteria, disponibile su <http://www.anomaliaparma.org/biosteria-2/>, ultimo accesso 7/10/2014.
Blog ex Moi, disponibile su <http://exmoi.wordpress.com/about/>, ultimo accesso 7/10/2014.
Casa Cantoniera Autogestita, disponibile su <http://casacantonierautogestita.blogspot.it/>, ultimo accesso 7/10/2014.
Eventi, disponibile su <https://labasoccupato.wordpress.com/category/eventi/>, ultimo accesso 7/10/2014.
Incontri e serate, disponibile su <http://casacantonierautogestita.blogspot.it/>, ultimo accesso 7/10/2014.

INDICE

PREMESSA.........................................................................................................................................1
1. EMERGENZA ABITATIVA IN ITALIA.........................................................................................3
1.1 QUADRO INTRODUTTIVO SULLEMERGENZA ABITATIVA IN ITALIA.......................3
1.2 PROCEDURE E STRUTTURE DI ACCOGLIENZA IN ITALIA PER RIFUGIATI E
RICHIEDENTI ASILO....................................................................................................................6
1.3 MODELLI DI INTERVENTO IN AIUTO AI SENZA DIMORA............................................8
1.3.1 Housing first............................................................................................................................9
1.4 ALCUNI CASI DI OCCUPAZIONE A FINE ABITATIVO IN ITALIA.................................11
1.4.1 Bari....................................................................................................................................13
1.4.2 Bologna.............................................................................................................................15
1.4.3 Rimini................................................................................................................................16
1.4.4 Reggio Emilia....................................................................................................................17
1.4.5 Parma.................................................................................................................................18
1.4.6 Torino................................................................................................................................19
1.4.7 Roma.................................................................................................................................20
1.4.8 Milano...............................................................................................................................23
2. IL CASO DI ANCONA: CASA DE NIALTRI..........................................................................24
2.1 CRONACA DELLOCCUPAZIONE.......................................................................................24
2.2 LINEE GUIDA DEL PROGETTO ED ELEMENTI COMUNI AD ALTRE REALTA` IN
ITALIA...........................................................................................................................................31
3. DINAMICHE E TEMI CHE EMERGONO NEGLI SCRITTI DI AUTORI MIGRANTI...........35
3.1 LA CUCINA.............................................................................................................................35
3.2 LA CASA COME SPAZIO GOVERNABILE.........................................................................40
3.3 LA LINGUA COME CASA.....................................................................................................46
CONCLUSIONI.................................................................................................................................50
RINGRAZIAMENTI.........................................................................................................................51
BIBLIOGRAFIA................................................................................................................................52

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