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Recupero urbano
Nel comune, non solo l’area del Brenta ha bisogno di rifarsi il trucco.
• A ridosso delle strade regionali e provinciali il territorio è sconvolto dal traffico, dal rumore,
dalle vibrazioni e dalle polveri sottili e non è raro imbattersi in dimore vecchie che
necessitano di restauri importanti.
• Lungo molti tipi di percorsi e in prossimità degli snodi ferroviari c’è uno stato di perenne
insicurezza, per il fatto che spesso le porte di casa si aprono direttamente su strade trafficate,
prive di marciapiedi.
• Vicino ad alcune aziende è persistente o il rumore o il traffico pesante o la polvere o l’odore.
• Nei quartieri costruiti prima della legge Buccalossi del 1977 manca un piano urbanistico e
edifici di uno o due piani si ergono spesso molto vicini tra di loro su strade sprovviste di
marciapiedi e con parcheggi inesistenti.
• Nel paesaggio agrario, la città diffusa ha frammentato il territorio innalzando edifici che
sono spesso di qualità elevata, ma sono quasi sempre privi di servizi, marciapiedi e
parcheggi.
Ma una volta individuati, quale di questi ambienti dovrebbe essere recuperato per primo?
Se l’obiettivo è agire per il bene della popolazione, è chiaro che l’intervento più opportuno
dovrebbe essere quello che va ad operare laddove è più palpabile la sofferenza del vivere. Ma
viviamo in un mondo imperfetto, per cui non si può agire senza far i conti con le esigenze di chi
investe il proprio denaro.
Probabilmente la cosa migliore è inserire in ogni nuovo PUA l’obbligo di comprare un certo
numero di crediti edilizi da una di queste aree. Questo significa che i PUA dovranno essere
più estesi per permettere un equo recupero degli investimenti. Ma ciò valorizzerà il territorio,
permetterà di ampliare le strade ad alto traffico e sicuramente alzerà la qualità media della
vita. Ovviamente resta inteso che l’iniziativa va applicata con il consenso di tutti i soggetti
interessati e che, all’atto dello spostamento, queste case saranno demolite.
Nuovi Insediamenti
Tutta l’attività di recupero urbano si perde in un nulla se non s’impostano norme che regolino
il posizionamento delle nuove costruzioni:
• va definita un’area di rispetto tra gli edifici e il ciglio
delle vie che sia ampia almeno 50 metri lungo le strade
statali, regionali e provinciali e almeno 150 lungo le
autostrade e le linee ferroviarie;
• va sottoscritto un impegno affinché nelle aree di rispetto
vengano piantate siepi e alberi, onde abbattere il rumore
del traffico, bloccare l’inquinamento da polveri sottili e
unire tra di loro le aree naturalistiche;
• va stabilito che i cancelli degli edifici di nuova costruzione si aprano su strade
secondarie in modo da ridurre il rischio di incidenti e
rendere più fluido il traffico stradale.
• va deliberato, infine, che le aree residenziali non possano
essere attraversate, ma che siano accessibili solo
muovendosi intorno ad una sorta di anello che le circonda.
E’ innegabile che non si può rifare un intero paese, ma se si opera con intelligenza in 30-40 anni,
per gradi, si possono raggiungere questi risultati, attraverso sensi unici, viabilità forzate e
abbattimenti di edifici.
Viabilità in Centro
La prevista strada che collega Vigonza con
Perarolo in sé non è un’opera sbagliata, se
viene usata solo per i trasferimenti urbani, ma
nella situazione attuale è impensabile che questa
eventualità si verifichi. E’ importante applicare
delle modifiche al percorso. Va eliminato un
tratto della nuova strada che gira intorno al
piano complesso N.5. di Perarolo e il PAT deve
dichiarare che nella rimanente parte del
percorso vanno inseriti dei sensi unici di
marcia che orientino il traffico lontano dal
centro di Vigonza.
Contemporaneamente va migliorata la viabilità
lungo la Noalese:
• o abbattendo gli edifici che si ergono a ridosso
della strada tra Busa e Mellaredo
• o costruendo una circonvallazione.
Viabilità a Pionca
Anche il piano complesso N.2 prevede una nuova strada. E’ un’ottima occasione per cominciare
a costruire una tangenziale per Pionca, ma è essenziale che non ci si dimentichi della zona di
rispetto. In caso contrario si sposta solo il disagio, senza vantaggi sostanziali per la comunità.
Servizio di autobus
Amareggia profondamente che, per l’ennesima volta, sia negato a Vigonza l’arrivo del servizio
urbano di Padova. Vent’anni fa si diceva che sarebbe arrivato dopo la
costruzione della bretella e il miglioramento della viabilità di Busa, poi si
è sostenuto che bisognava aspettare l’accordo sui percorsi del trasporto
extra-urbano delle provincie di Padova e Treviso, oggi si afferma che il
traffico sulla Noalese è troppo lento e sottovoce qualcun altro sussurra che
non si può far niente senza la complanare.
E’ una scelta inaccettabile che è contraria a quel principio di sostenibilità
che è alla base della legge 11.
I nostri amministratori non possono accettare che l’autobus continui
ad essere una merce di scambio mai resa per stendere strade in questo
territorio e ancor meno possono tollerare che l’autobus non arrivi a Vigonza per altri 10 anni.
Piste ciclabili
Le piste ciclabili hanno un posto d’onore nel novero delle richieste che la popolazione fa
all’amministrazione comunale. E’ per questo che è importante che ci sia più di un impegno formale.
E’ necessario soprattutto che venga data loro continuità.
Attualmente, infatti, abbiamo tanti spezzoni di tracciato che muoiono in mezzo a dei rettilinei o in
prossimità degli incroci.
Sarebbe opportuno che l’intendimento del PATI di unire fra di loro tutte le piste ciclabili di
interesse sovra-comunale venisse esteso anche alle piste comunali.
Marciapiedi
Una strada senza marciapiede è pericolosa per chi vi si avventura a piedi, soprattutto se si tratta di
bambini e di anziani.
Bisognerebbe che il PAT pensasse di estendere i marciapiedi su tutte le strade a partire da
quelle ad alto traffico.