Sapienza Sapienza -- Universit di Roma Universit di Roma Facolt di Ingegneria Facolt di Ingegneria Corso di Laurea Magistrale in Ingegneria Civile Corso di Laurea Magistrale in Ingegneria Civile Anno Accademico 2009/2010 Anno Accademico 2009/2010 Lezione N10 Opere Portuali e Difese Costiere 1 Opere Portuali e Difese Costiere PROGRAMMA DETTAGLIATO DEL CORSO DI IDRAULICA DELLE CORRENTI A SUPERFICIE LIBERA E COSTRUZIONI MARITTIME Anno Accademico 2009-2010 Data Argomento Luned 01/03/2010 Morfodinamica fluviale Venerd 05/03/2010 HEC-RAS: Moto permanente Luned 08/03/2010 Sistemazioni Idrauliche fluviali: Opere trasversali Venerd 12/03/2010 HEC-RAS: Moto vario Luned 15/03/2010 Sistemazioni Idrauliche fluviali: Opere longitudinali Venerd 19/03/2010 HEC-RAS: Trasporto solido Luned 22/03/2010 Difesa idraulica del territorio Venerd 26/03/2010 EXCEL: Morfodinamica fluviale Luned 29/03/2010 Invasi e casse di espansione Venerd 09/04/2010 MACRA2: Progetto e verifica briglie Luned 12/04/2010 Dighe a gravit 2 Luned 12/04/2010 Dighe a gravit Venerd 16/04/2010 GEOSLOPE: Verifica arginatura in terra Luned 19/04/2010 Dighe ad arco Venerd 23/04/2010 EXCEL: Laminazione Luned 26/04/2010 Dighe in materiali sciolti Venerd 30/04/2010 HY-8: Dimensionamento idraulico opere cassa di espansione Luned 03/05/2010 Opere di scarico Venerd 07/05/2010 EXCEL: Statistica del moto ondoso Luned 10/05/2010 Opere di dissipazione Venerd 14/05/2010 EXCEL: Trasposizione del moto ondoso Luned 17/05/2010 Moto ondoso: genesi ed analisi statistica Venerd 21/05/2010 Luned 24/05/2010 Opere Portuali e Difese Costiere Venerd 28/05/2010 EXCEL: Dimensionamento Opera a parete verticale Luned 31/05/2010 Opere a gettata ed a parete verticale Venerd 04/06/2010 EXCEL: Dimensionamento Opera a gettata Un porto uno specchio dacqua sufficientemente protetto da una favorevole conformazione della costa o da opere artificiali che consentono la protezione e il sicuro ormeggio alle navi dai fattori meteomarini (moto ondoso, correnti, venti, effetti di marea). OPERE PORTUALI OPERE PORTUALI 3 Il porto ha una funzione di rifugio con due obiettivi fondamentali: - la definizione di unarea attrezzata con particolari strutture fisse per ricevere e ormeggiare le navi; - la predisposizione di un sistema di opere e mezzi mobili per trasferire merci e passeggeri dalle navi alla terraferma e viceversa. Le opere portuali si classificano in: opere esterne (frangiflutti) per la protezione dal mare opere interne per la movimentazione delle merci. OPERE PORTUALI OPERE PORTUALI Lavamporto la parte del porto che fornisce il primo riparo dalle azioni meteomarine, cos da consentire la manovra delle navi che si devono dirigere verso il porto interno. Laccesso allavamporto 4 Laccesso allavamporto avviene attraverso limboccatura portuale, che costituisce una parte del cosiddetto canale di accesso, delimitante la rotta delle navi e ricadente su fondali naturali o ricavati per escavazione per distanze anche grandi al di qua e al di l dellavamporto. Larghezza canale di accesso > 3I6 larghezza nave Profondit del canale > (2,5 m I4 m) + pescaggio nave Bacino devoluzione > 2I3 lunghezza nave I porti si distinguono in: porti esterni - naturali o artificiali; porti interni fluviali, lacuali o lagunari. OPERE PORTUALI OPERE PORTUALI 5 La disposizione adottata per le opere esterne portuali dipende da: Destinazione e importanza del porto; Natura e conformazione della costa; Esposizione del paraggio ai venti, al moto ondoso, alle correnti; Movimento dei sedimenti e mantenimento dei fondali portuali nel tempo; OPERE PORTUALI OPERE PORTUALI AA BB 6 CC DD EE SCHEMI PORTUALI A) Porti a bacino B) Porti con diga foranea principale parallela alla costa C) Porti con moli convergenti D) Porti canale E) Porti isola Sono costituiti da un molo sopraflutto (principale) radicato alla riva e parallelo alla costa, destinato a proteggere il bacino portuale dalle onde provenienti dal settore di traversia principale, e da un molo sottoflutto (secondario) destinato prevalentemente ad impedire lingresso delle onde dalla traversia secondaria. PORTI A BACINO PORTI A BACINO 7 Studio di agitazione interna per effetto del moto ondoso del porto turistico di Rodi Garganico (FG) PORTI A BACINO PORTI A BACINO 8 Questo schema adottato in localit senza problemi di trasporto solido e con settore di traversia ristretto di modo che unagitazione di una certa importanza non si possa introdurre nel porto; essa spesso adottata lungo coste rocciose con ripidi fondali. PORTI CON DIGA FORANEA PARALLELA ALLA COSTA PORTI CON DIGA FORANEA PARALLELA ALLA COSTA 9 PORTI CON DIGA FORANEA PORTI CON DIGA FORANEA PARALLELA ALLA COSTA PARALLELA ALLA COSTA 10 PORTI CON DIGA PORTI CON DIGA FORANEA PARALLELA FORANEA PARALLELA ALLA COSTA ALLA COSTA 11 Questo schema prevede due moli radicati alla riva e convergenti verso limboccatura, con un asse coincidente con quello dellampia traversia principale. PORTI CON MOLI CONVERGENTI PORTI CON MOLI CONVERGENTI 12 PORTI CON MOLI PORTI CON MOLI CONVERGENTI CONVERGENTI 13 Schema con due moli paralleli e pressoch normali alla costa, impiegato per assicurare laccesso ai fiumi (apporto solido fluviale quasi inesistente) o lagune. PORTI CANALE PORTI CANALE 14 PORTI CANALE PORTI CANALE 15 PORTI ISOLA PORTI ISOLA E uno schema utilizzato in presenza di spiagge molto sottili e con trasporto litoraneo rilevante. Questa soluzione prevede la collocazione delle opere portuali,interne ed esterne, ad una certa distanza dalla costa alla quale collegato da un semplice pontile di accesso su pali o addirittura solo per via marittima. 16 DIFESE COSTIERE DIFESE COSTIERE In funzione del regime del litorale (trasporto longitudinale o trasversale prevalente) possono essere: strutture di difesa aderenti strutture di difesa distanziate parallele alla costa strutture di difesa disposte normalmente alla costa Per ridurre limpatto ambientale possiamo avere: barriere sommerse opere di ripascimento artificiale (spiagge artificiali) 17 DIFESE COSTIERE DIFESE COSTIERE Gli interventi realizzati direttamente nell'area costiera al fine di controllarne levoluzione morfologica si distinguono in: interventi di difesa di tipo attivo in grado di alterare lidrodinamica costiera e/o il relativo trasporto solid; interventi di difesa di tipo passivo che proteggono passivamente il territorio costiero dallazione del mare senza alterare sostanzialmente il trasporto longitudinale. Appartengono alle difese di tipo attivo: 18 Appartengono alle difese di tipo attivo: le barriere parallele o distaccate tracimabili; i pennelli; gli interventi di ripascimento, gli impianti o i sistemi di by-pass della sabbia. Vengono considerate difese di tipo passivo le difese aderenti o radenti quali: i muri di sponda; i rivestimenti in massi (naturali o artificiali) della berma; gli interventi di ricostituzione e protezione naturale (con piantumazione di specie vegetali autoctone) delle dune. DIFESE COSTIERE DI TIPO PASSIVO DIFESE COSTIERE DI TIPO PASSIVO 19 DIFESE COSTIERE DIFESE COSTIERE 20 DIFESE COSTIERE DI TIPO ATTIVO DIFESE COSTIERE DI TIPO ATTIVO 21 DIFESE COSTIERE DIFESE COSTIERE 22 BARRIERE PARALLELE O DISTACCATE BARRIERE PARALLELE O DISTACCATE Le barriere parallele o distaccate tracimabili sono opere di difesa, generalmente del tipo a gettata, poste a distanza dalla linea di riva e con andamento planimetrico solitamente parallelo ad essa. Il principio ispiratore di queste opere quello di causare il frangimento delle onde determinando al loro tergo una zona protetta dallattacco diretto del moto ondoso incidente. Qualora il fondo sia costituito da materiale incoerente (sabbia o ghiaia), queste opere determinano anche una variazione del trasporto solido costiero favorendo 23 la sedimentazione di materiale al loro tergo. Le opere di difesa parallele trovano il loro principale campo applicativo nel caso di litorali soggetti ad attacchi di moto ondoso ortogonali rispetto alla costa. Nel caso di opere sommerse e moto ondoso incidente obliquo, laccoppiamento con pennelli che si devono intestare sulla difesa distaccata sicuramente da prendere in esame. BARRIERE PARALLELE O DISTACCATE BARRIERE PARALLELE O DISTACCATE La figura mostra lidrodinamica nel caso di barriere emergenti ed in condizioni idrauliche tali da determinare una portata di tracimazione sullopera trascurabile o nulla. In questo caso la linea dei frangenti in corrispondenza dei varchi si localizza planimetricamente pi verso il largo rispetto a quella che si localizza nella zona protetta dallopera. Ricordando che le onde frangenti determinano allinterno della zona di surf un aumento medio del livello marino direttamente proporzionale allaltezza delle onde al frangimento, nella zona compresa tra le opere e la costa si instaura uno squilibrio di livelli con valori massimi che si posizionano in corrispondenza dei varchi e valori minimi localizzati nelle zone protette 24 corrispondenza dei varchi e valori minimi localizzati nelle zone protette dalle opere BARRIERE PARALLELE O DISTACCATE BARRIERE PARALLELE O DISTACCATE Nel caso di barriere sommerse o di barriere emerse in condizioni idrauliche tali da dar luogo ad una tracimazione rilevante, lidrodinamica ora descritta cambia radicalmente. In questo caso si instaurano tra i varchi forti correnti di ritorno (dette di rip) che favoriscono la fuoriuscita del materiale allesterno del sistema di difesa. La formazione delle correnti di rip provoca lapprofondimento dei fondali tra i varchi con la formazione di veri e propri canali che penetrano verso la riva. Ci pu essere facilmente verificato mediante lesecuzione di rilievi batimetrici. Per evitare tali fenomeni, si evidenziata in precedenza la necessit di proteggere sempre i varchi con berme in pietrame 25 i varchi con berme in pietrame BARRIERE PARALLELE O DISTACCATE BARRIERE PARALLELE O DISTACCATE 26 BARRIERE PARALLELE O DISTACCATE BARRIERE PARALLELE O DISTACCATE Parametro Campo di variabilit h profondit di imbasamento della barriera rispetto al l.m.m. 2,5 I4,5 m Rc quota di coronamento della barriera rispetto al l.m.m. -1,5 I2,0 m B larghezza del coronamento della barriera 3,0 I15,0 m 1/nt pendenza del paramento lato terra 1:1 I1:2 1/nm pendenza del paramento lato mare 1:1,5 I1:3 SR spessore del rivestimento >= 2 DR = diametro medio degli elementi lapidei costituenti il rivestimento, variabile in funzione della pezzatura dei massi, solitamente 27 costituenti il rivestimento, variabile in funzione della pezzatura dei massi, solitamente compresa tra 1 e 7 t. SI spessore dello strato di imbasamento 0,5 I1,0 m d distanza della barriera dalla linea di riva variabile LB sviluppo longitudinale della barriera variabile LV ampiezza del varco tra le barriere contigue variabile RV quota di coronamento della protezione del varco rispetto al l.m.m. variabile SV spessore dello strato di protezione del varco rispetto al l.m.m. variabile d /LB rapporto tra la distanza della barriera dalla riva e lo sviluppo longitudinale della barriera variabile (regola la formazione del saliente o del tombolo) OPERE DI DIFESA OPERE DI DIFESA ORTOGONALI ALLA COSTA ORTOGONALI ALLA COSTA I pennelli sono opere di difesa, solitamente del tipo a gettata, con andamento planimetrico ortogonale o leggermente obliquo rispetto alla linea di riva. 28 PENNELLI PENNELLI MOTO ONDOSO INCLINATO MOTO ONDOSO INCLINATO La corrente generata dal moto ondoso frangente, nel caso di attacco obliquo del moto ondoso, la posizione planimetrica della linea dei frangenti si localizza, nelle zone dombra create dai pennelli, pi a riva rispetto a quella che si viene a trovare al di fuori di tale zona. Di conseguenza, come indicato nella sezione A-A, si instaura uno squilibrio di livelli che provoca la formazione di una corrente di rip nella zona di sottoflutto del pennello che favorisce la fuoriuscita di materiale solido dalla fascia attiva. Per evitare o contenere tale fenomeno consigliabile conformare a T la testata dei pennelli. In tal modo si favorisce la formazione di celle di circolazione chiuse che tendono a mantenere il materiale allinterno della singola cella. 29 PENNELLI PENNELLI MOTO ONDOSO ORTOGONALE MOTO ONDOSO ORTOGONALE Nel caso di attacco ortogonale del moto ondoso, la corrente di rip tende a spostarsi al centro della cella quando la linea di riva e la batimetria si dispone a lunata. Si osserva che questa situazione a rigore non si dovrebbe presentare nei casi applicativi in quanto i pennelli puri, cio non accoppiati ad altri sistemi di difesa quali ad esempio le barriere sommerse, dovrebbero essere utilizzati solo in presenza di un deciso trasporto longitudinale e quindi di incidenza obliqua del moto ondoso. 30 PENNELLI PENNELLI MOTO ONDOSO ORTOGONALE MOTO ONDOSO ORTOGONALE Parametro Campo di variabilit h profondit di imbasamento della testata del pennello rispetto al l.m.m. 2,5 I 4,0 m (*) Rc quota di coronamento del pennello rispetto al l.m.m. 0,5 I1,5 m RCT quota di radicamento a terra del pennello rispetto al l.m.m. 1,0 I 2,0 m B larghezza del coronamento del pennello 3,0 I6,0 m 1/np pendenza dei paramenti 1:1 I1:2 SR spessore del rivestimento >= DR (**) SI spessore dello strato di imbasamento 0,5 I1,0 m LP lunghezza del pennello variabile IP interasse tra i pennelli variabile I 31 IP interasse tra i pennelli variabile Rcs quota di coronamento del pennello sommerso rispetto al l.m.m. - 0,5 I- 2,0 m LPE lunghezza del pennello emergente variabile LPS lunghezza del pennello sommerso variabile IP/LP rapporto tra interasse e lunghezza dei pennelli regola la capacit di intercettazione del trasporto solido longitudinale e la stabilizzazione della linea di riva (*) I valori indicati valgono mediamente per i pennelli corti. Nel caso di pennelli lunghi la profondit di imbasamento delle testate deve essere tale da bloccare il trasporto longitudinale. (*) DR = diametro medio degli elementi lapidei costituenti il rivestimento, variabile in funzione della pezzatura dei massi, solitamente compresa tra 1 e 7 t. RIPASCIMENTI RIPASCIMENTI I ripascimenti consistono in versamenti periodici di sabbia e/o ghiaie lungo il litorale. A differenza delle opere descritte in precedenza il cui obiettivo quello di arrivare ad una stabilizzazione del litorale modificando la meccanica del trasporto solido costiero, con i ripascimenti ci si pone lobiettivo di rimuovere la causa dei fenomeni erosivi che dipende generalmente in modo primario dalla mancanza di alimentazione solida dei litorali ad opera del 32 di alimentazione solida dei litorali ad opera del trasporto solido fluviale. Pertanto un intervento di ripascimento puro deve necessariamente prevedere versamenti periodici protratti nel tempo fino a quando non viene rimossa la causa dei fenomeni erosivi. In sostanza quindi il calcolo delle perdite medie annue del materiale di ripascimento e la definizione degli intervalli di tempo compresi tra un versamento e laltro costituiscono una parte essenziale e di primaria importanza del progetto di un ripascimento. RIPASCIMENTI RIPASCIMENTI Oltre alla valutazione dei requisiti di qualit e di granulometria dei sedimenti da impiegare, il dimensionamento di un ripascimento si concretizza con: 1. il calcolo del bilancio dei sedimenti del tratto di litorale oggetto dellintervento. In particolare necessario determinare i seguenti parametri: profondit di chiusura rispetto al l.m.m. (hC); altezza di risalita del moto ondoso rispetto al l.m.m. (hS); orizzonte temporale dellintervento ovvero la vita utile del ripascimento (T); numero di versamenti nellorizzonte temporale dellintervento (N); portate solide longitudinali agli estremi del volume di controllo (QL1, QL2); perdite di sedimenti dovute al fenomeno delloverfill (QO); 33 perdite di sedimenti dovute al fenomeno delloverfill (QO); perdite di sedimenti dovute al trasporto solido trasversale (QT); volume di ripascimento (VR); 2. la previsione dellevoluzione della linea di riva nel tratto di litorale oggetto dellintervento al fine di garantire la funzionalit dellintervento di ripascimento come sistema di difesa costiera. In particolare necessario determinare i seguenti parametri: posizione della linea di riva dopo il versamento lungo il litorale (YR); posizione della linea di riva ad un anno dal versamento lungo il litorale (YE1); posizione della linea di riva a T anni dal versamento lungo il litorale (YET). 3. la definizione delle sezioni trasversali tipo di versamento e di esercizio. RIPASCIMENTI RIPASCIMENTI 34 PARAMETRI DEL RIPASCIMENTO PARAMETRI DEL RIPASCIMENTO M diametro medio dei sedimenti deviazione standard dei sedimenti hC profondit di chiusura rispetto al l.m.m. hS altezza di risalita del moto ondoso rispetto al l.m.m. X progressiva del tratto di litorale oggetto dellintervento T orizzonte temporale dellintervento N numero di versamenti nellintervallo di tempo T Yi (X) posizione iniziale della linea di riva lungo il litorale oggetto dellintervento YR (X) posizione della linea di riva dopo il versamento lungo il litorale oggetto 35 YR (X) posizione della linea di riva dopo il versamento lungo il litorale oggetto dellintervento YE1 (X) posizione della linea di riva ad un anno dal versamento lungo il litorale oggetto dellintervento YET (X) posizione della linea di riva a T anni dal versamento lungo il litorale oggetto dellintervento QL1 QL2 portate solide longitudinali agli estremi del volume di controllo QO perdite di sedimenti dovute al fenomeno delloverfill QT perdite di sedimenti dovute al trasporto solido trasversale qR quota del versamento rispetto al l.m.m. 1/nR pendenza del profilo di versamento VR (X) volume di ripascimento