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CAPITOLO 1

Atomo: complesso formato da particelle subatomiche quali gli elettroni ed i protoni ed


i neutroni. Questi ultimi due si uniscono insieme a formare il nucleo dellatomo! attorno
al quale si muo"ono gli elettroni. #ia i protoni che i neutroni possono a loro "olta
essere scomposti in particelle pi$ piccole chiamate quar% mentre gli elettroni non sono
di"isibili per cui insieme ai quar% sono de&niti particelle fondamentali indi"isibili.
Il protone ha carica elettrica positi"a e in numero di protoni presenti in un atomo da il
numero atomico dello stesso 'indicato con "alore () ha una massa di *+++ "olte quella
dellelettrone.
Il neutrone ha carica neutra e la stessa massa del protone. Insieme a lui costituisce
il nucleo dellatomo.
Lelettrone ha carica elettrica negati"a e in un atomo ruota intorno al nucleo 'orbitale
, questa regione in cui lelettrone ruota) in eguale numero rispetto ai protoni. -
lelettrone che determina la reatti"it. di un atomo per cui conoscendo il numero
atomico di questultimo si possono conoscere anche le propriet. chimiche dello stesso.
I "ari tipi di atomi sono detti elementi e sono raggruppati in base al numero atomico!
&no a /* quelli che si tro"ano in natura! gli altri con numero superiore sono costruiti
arti&cialmente.
Oltre al numero atomico un atomo , caratteri00ato dal numero di massa cio, dal
numero totale di protoni e neutroni 'indicato con lettera A). Atomi appartenenti allo
stesso elemento cio, con stesso "alore di ( ma con di"erso "alore di A sono detti
isotopi dellelemento.
Alcuni isotopi sono molto instabili per cui tendono a decadere in atomi pi$ stabili!
cedendo energia sotto forma di radia0ioni ! per questo sono detti radiotatti"i.
Le propriet chimiche di un atomo dipendono dal numero e dalla distribu0ione degli
elettroni. -ssi si distribuiscono su "ari li"elli energetici! il primo 'chiamato 1) , quello
pi$ "icino al nucleo e il suo elettrone , quello meno ricco di energia! pi$ ci si allontana
dal nucleo pi$ alta , lenergia dellelettrone. Ogni orbitale pu2 accogliere massimo due
elettroni che girano in "erso opposto. Il primo orbitale ha forma sferica! gli altri a
manubrio.
Perch3 un elemento sia stabile de"e a"ere lo stesso numero di elettroni e protoni per
cui gli elementi che a"ranno tutti i li"elli orbitali occupati dal numero di elettroni
necessario tenderanno ad essere stabili e non interagire con altri elementi! come i gas
nobili. #aranno in"ece molto reatti"i quelli che mancano di un solo elettrone per
completare il li"ello! come gli alogeni o i metalli alcalini. I primi per2 tendono a
saturare il loro li"ello energetico prendendo dagli altri elementi lelettrone mancante!
mentre i metalli alcalini tenderanno a cedere lunico elettrone che hanno nel loro
li"ello cos4 da scendere al sotto li"ello saturo.
Classi&cando gli elementi per numero atomico crescente si ottiene un sistema
periodico degli elementi chiamato Tavola di Mendeleev! di"isa in righe e colonne.
5elle prime ci sono i li"elli elettronici principali mentre nelle seconde il numero di
elettroni posseduti da ciascun atomo in ciascun li"ello. -lementi della stessa colonna
sono simili! per questo raggruppati in gruppi.
#ono gli elettroni degli orbitali esterni che danno origine alle reazioni chimiche. -ssi
si de&niscono elettroni di "alen0a. I legami chimici sono necessari per raggiungere la
massima stabilit. energetica! cio, ogni atomo de"e contenere il minimo possibile di
energia poten0iale. Tolti i gas nobili tutti gli altri elementi interagiscono tra loro per
arri"are alla stabilit. energetica.
6ai legami chimici nascono le molecole.
7n legame si de&nisce covalente quando due atomi mettono in comune uno o pi$
elettroni per giungere alla satura0ione. #e condi"idono un solo elettrone , un legame
semplice! altrimenti "iene de&nito doppio o triplo legame quando ne condi"ide
rispetti"amente due o tre. 5ella formula questo tipo di legame "iene indicato con un
trattino 'o due o tre negli altri casi). 8li elettroni cos4 condi"isi ruotano intorno ai nuclei
creando una nube elettronica che! nel caso di legame con molecole di atomi di"ersi si
distribuisce in maniera asimmetrica intorno ai loro nuclei. In questo caso il legame si
chiama covalente polarizzato. Questa asimmetrica deri"a dalla capacit. che hanno
gli atomi stessi di attrarre o cedere elettroni. #e agli atomi mancano pochi elettroni
per saturare il loro li"ello tenderanno ad attrarli e in questo caso si de&niscono
elettronegativi! se in"ece ne hanno pochi tenderanno a cederli! e si de&niranno
elettropositivi.
9olecole con nube elettronica asimmetrica si de&niscono molecole polari e sono
altamente idro&le se elettropositi"e. Le molecole con nube simmetrica si de&niscono
in"ece apolari e sono fortemente elettronegati"i e altamente idrofobe! non si
sciolgono cio, nellacqua.
7n atomo pu2 cedere o acquistare completamente elettroni perdendo la sua
condi0ione di carica neutrale! di"entando positi"o 'catione) o negati"o 'anione). -sso
si de&nisce ione e il legame ionico , quello che si crea tra gli ioni di segno opposto
che si attraggono lun laltro. 5e sono un esempio i sali. I sol"enti polari in"ece 'come
lacqua) distruggono la struttura di questultimi.
Oltre ai legami ionici e co"alenti ci sono i legami deboli! cio, lintera0ione tra atomi
che appartengono a molecole di"erse! e si formano e si distruggono con estrema
facilit.. In essi sono comprese le forze di van der Waals che sono delle intera0ioni
tra le cariche positi"e di un atomo! contenuta nel suo nucleo e le cariche negati"e di
un altro! contenuta nella sua nu"ole a elettronica. 7n esempio , il legame di
idrogeno. La lunghe00a di un legame dipende dalla distan0a dei due nuclei che
costituiscono il legame.
6ei /* elementi presenti sul pianeta solo *:! detti bioelementi sono costituenti della
materia. 6i questi! Lidrogeno! il carbonio! lossigeno e la0oto da soli costituiscono il
//; del corpo umano e si chiamano macroelementi. #ono in"ece microelementi
quelli pi$ scarsi! tipo il calcio ma che sono cmq elementi obbligati per gli organismi.
In&ne gli oligoelementi sono presenti solo in tracce nella materia "i"ente ma s"olgono
cmq importanti fun0ioni. La caratteristica dei macroelementi ,! oltre a quella di essere
molto abbondanti sul pianeta! quella di legarsi stabilmente tra di loro tramite la
forma0ione di legami co"alenti! sia polari00ati che non e tramite essi si costituiscono
un numero in&nito di molecole.
Il corpo umano , costituito per il <+; del suo peso di acqua. La molecola di acqua ,
costituita da un atomo di Ossigeno! al centro e due atomi di = ad esso legati
co"alentemente che formano una > ai lati! completamente saturi di elettroni! per
questo , una molecola molto stabile. #i chiama dipolo perch3 il suo "ertice O ha una
carica fortemente negati"a mentre le braccia = hanno una carica molto positi"a.
Questa organi00a0ione fa si che lacqua possa stabilire legami di idrogeno sia con
altre molecole polari che tra di loro. #ono per2 legami molto deboli per cui quando
lacqua , allo stato liquido le sue molecole sono in continua agita0ione termica e
creano continui legami che si spe00ano e si ricreano. #e in"ece la temperatura sale e
arri"a a 1++ gradi lintensit. del mo"imento , talmente forte che impedisce qualsiasi
forma0ione di legami di = tra le molecole per cui di"enta gassosa perch3 esse si
allontanano tra di loro. 6i"ersamente se la temperatura scende a + gradi o sotto il
mo"imento molecolare diminuisce al punto tale che i legami di idrogeno non possono
pi$ essere rotti perch3 manca lenergia su?ciente per cui si forma il ghiaccio con
molecole equidistanti e legate tra loro da quattro legami di idrogeno. A causa di questi
legami la distan0a tra le "arie molecole , maggiore rispetto allacqua liquida per cui la
densit. del ghiaccio , minore rispetto allacqua che , in"ece molto densa. Lacqua ha
anche una ele"ata coesione per "ia dei molteplici legami che rende le "arie molecole
acquose attratte luna allaltra inoltre per questo ha anche una ele"ata tensione
super&ciale! in quanto i legami di idrogeno si posi0ionano nel basso 'per cui gli insetti
possono correre sulla sua super&cie sen0a sprofondare).Lacqua ha anche un ele"ato
potere sol"ente! per e@etto della sua capacit. di legarsi alla super&cie di ioni e
molecole polari! per cui scioglie con facilit. ad esempio gi 0uccheri o il sale.
In&ne! una importante caratteristica dellacqua , che essa si ionizza! pu2 cio, creare
legami di idrogeno tra gli stessi = presenti nella sua molecola! creando due nuo"e
molecole ioni00ate: io ione idronio che ha formula =:OA e uno ione ossidrile con
formula O=B. Questi legami si creano continuamente cosicch, la quantit. degli idronio
e ossidrili , sempre stabile! generando la neutralit. dellacqua. Per questo si de&nisce
il suo PH 'concentra0ione di =A in una solu0ione) neutro. #e per2 in essa "engono
sciolti degli acidi che per natura hanno ele"ate concentra0ioni di =A il "alore si altera!
gli ossidrili diminuiranno! il P= salir. e la sostan0a si de&nisce acida. #e in"ece si
sciolgono sostan0e po"ere come lammoniaca 'capace cio, di rilasciare O=B)
aumenter. il numero di ossidrili per cui il "alore di P= scender. e si chiama sostan0a
basica. 6i norma linterno delle cellule , leggermente basico 'P= <!C).
La materia "i"ente , per2 formata anche da molecole idrofobe che sono fortemente
repulse dallambiente acquoso per cui si a""icinano tra di loro creando compartimenti
idrofobi do"e lacqua non pu2 entrare. - il caso della super&cie delle membrane
cellulari.
Il carbonio , uno degli elementi fondamentali nella costru0ione delle molecole gra0ie
alle particolari propriet. del suo atomo. La branca della chimica che studia i composti
del carbonio si chiama chimica organica ! sia naturali che di sintesi. Il carbonio ha la
caratteristica di formare quattro legami co"alenti! doppi! singoli o tripli legami. 9entre
il legame singolo in una molecola policarboniosa , rota0ionale cio, permette che
ciascuno dei due C ruotino liberamente tra loro! i doppi e i tripli legami non ruotano e
nelle molecole biologiche costituiscono pertanto punti di rigidit.. 6ata la grande
"ariet. di questo atomo! a parit. di molecola possono esistere di"erse forme
alternati"e della stessa chiamati isomeri! detti di struttura quando di@eriscono per la
di"ersa posi0ione degli atomi che la costituiscono! ottici quando sono speculari luno
dellaltro.
Lidrogeno e gli alogeni possono formare un solo legame! lossigeno e lo 0olfo due!
la0oto tre.
I composti organici possono essere classi&cati in base a gruppi funzionali! quando
hanno una serie di caratteristiche simili che costituisce il loro scheletro a cui poi
laggiunta di una molecola policarboniosa la porta ad acquisire caratteristiche
speci&che proprie raggruppabili in un gruppo fun0ionale. #ono gruppi fun0ionali:
8li Alcali che sono della famiglia degli idrocarburi e nascono dallunione di molecole
di carbonio e idrogeno. #ono sature perch3 il carbonio fa legami semplici 'con un solo
elettrone). In essi tro"iamo il metano! il butano! etano e propano. #ono tutti de&niti
para?ne e appartengono alla classe dei combustibili. Il petrolio stesso , formato da
idrocarburi. La tetrossodina! , formata da un ciclo di carboni.
8li Alcheni sono anche essi idrocarburi ma hanno desinen0a ene perch3 formati da
doppi legami carbonioBcarbonio. In questo caso sono insaturi e ne sono un esempio
lisoprene 'che fa la foschia sui monti) il charotene e il licopene 'il primo nelle carote!
laltro nei pomodori).
8li alchini sono in"ece formati da tripli legami di carbonio e sono insaturi! come ad
esempio come i Duorocarburi.
8li alcoli appartengono al gruppo degli ossidrili in cui un atomo di ossigeno , legato
da uno di idrogeno. =anno desinen0a olo e comprendono tutti gli alcol con uno o pi$
gruppi alcolici. #ono altamente idro&le. 7n esempio , la glicerina.
#imili agli alcoli ma con lo 0olfo al posto dellossigeno sono i tioli! caratteristici per il
catti"o odore che emanano. Anche il ca@, ne contiene tracce. Appartengono al gruppo
dei suldrile.
8li eteri sono formati da entrambi gli atomi di ossigeno legato ad un solo carbonio.
=anno desinen0a etere. #ono del gruppo dei carbossili.
5ei gruppi idrofobi! fortemente apolari! con desinen0a ile comprendiamo gli
aromatici! deri"ati dalla molecola del ben0ene e il gruppo metile deri"ato dal metano.
Le ammine! deri"ati dallammoniaca! con forti caratteristiche di basicit..
In&ne abbiamo gli aldeidi e i chetoni in cui un ossigeno ha un doppio legame con il
carbonio. - un esempio lacetone o la formaldeide. #ono del gruppo dei carbonili.
CAPITOLO *
6ella in&nita "ariet. dei composti organici alcuni sono sinteti00ati o utili00ati dagli
organismi "i"enti e sono per questo molto importanti. La chimica biologica studia
questi composti! tra cui i pi$ importanti sono gli 0uccheri! i lipidi! gli amminoacidi! i
nucleotidi. La loro importan0a , perch3 sono fondamentali per costituire le
macromolecole cio, le molecole polimeriche di grandi dimensioni che sono alla base
delle complicate fun0ioni cellulari. Oltre a ci2 queste molecole semplici sono
precursori di altre piccole molecole come tra gli 0uccheri il glucosio , il precursore del
glicogeno o del fruttosio. Tra i lipidi! gli acidi grassi sono precursori dei grassi di
accumulo e delle cere e di una serie di altre piccole molecole che regolano la fun0ione
di neurotrasmissione! come gli amminoacidi sono precursori delle proteine e di
importanti ormoni che regolano il sistema ner"oso centrale mentre i nucleotidi sono
precursori degli acidi nucleici e sono i depositi dellenergia chimica di pronto utili00o.
8li zuccheri sono una classe di molecole organiche chiamati carboidrati o idrati di
carbonio! la cui formula , C=
*
O. #ono degli alcooli poli"alenti 'hanno cio, almeno due
gruppi ossidrili) con un gruppo aldeidico e uno chetonico. 8li 0uccheri semplici! i
monosaccaridi sono classi&cati in base al numero dei loro atomi di C. La desinen0a
degli 0uccheri , oso o osio e tra i pi$ importanti abbiamo il glucosio! il ribosio
precursore dellE5A 'acido ribossinucleico) e il *Bdesossiribosio! precursore dellacido
desossiribonucleico! comunemente chiamato 65A. A"endo molti ossidrili gli 0uccheri
sono altamente idro&li per cui si sciolgono molto bene nellacqua perdendo la sua
tipica organi00a0ione cristallina.
>ista la sua enorme importan0a! tutti gli organismi trasportano lo 0ucchero. 5ei
mammiferi esso , trasportato dal sangue come monosaccaride e in"ece "iene poi
accumulato nelle cellule come glicogeno. 5elle piante "erdi in"ece "iene sinteti00ato
con la fotosintesi e poi trasportato alle parti della pianta gra0ie al fatto che le
molecole di glucosio sono legate a due a due 'disaccaridi) e non di"entano pi$
disponibili per i processi metabolici. Questo legame si chiama legame glicosidico ed
essendo molto stabile pu2 essere rotto solo da speciali en0imi! chiamati glicosidasi.
#ono esempi di disaccaridi! il maltosio! il fruttosio! il saccarosio! il lattosio.
Questultimo "iene sinteti00ato per essere prontamente usato dalluomo tramite un
en0ima detto lattasi. La sua assen0a genera la famosa intolleran0a al lattosio.
Laccumulo stabile dellecceden0a di glucosio disponibile , ottenuta mediante la
polimeri00a0ione di unit. mono e disaccaridi dando origine a molecole polimeriche
dette polisaccaridi. I "ari polisaccaridi di@eriscono tra di loro non solo per i legami tra i
"ari 0uccheri ma anche per la presen0a di rami&ca0ioni laterali. I polisaccaridi perdono
la caratteristica di solubilit. e possono costruire aggregati intracellulari di dimensioni
anche molto grandi. -ssi si di"idono in polisaccaridi di riserva e polisaccaridi di
struttura.
Quelli di riser"a sono forme pi$ o meno temporanee di deposito di glucosio che
lorganismo mette da parte ogni "olta che ne ha un eccesso. Quelli sinteti00ati dalle
piante sono detti amidi e una "olta sinteti00ati si a""olgono in spirale! di"entando
insolubili! mentre quelli sinteti00ati dagli animali sono chiamati glicogeno ed , molto
abbondante nel tessuto muscolare! nel fegato! nel sistema ner"oso.
I polisaccaridi di struttura sono ad esempio la cellulosa che crea delle strutture
complesse disponendosi in fasci paralleli e legandosi tra loro con legami deboli! dando
origine alle &bre! che costituiscono la parete cellulare! come ad esempio il legno nel
tronco dellalbero. Per essere tagliati , necessario un en0ima speci&co! la cellulasi
molto raro in natura! per questo le &bre non sono assimilate dalluomo ma
attra"ersano tutto lapparato digerente e "engono espulse con le feci. 5ella loro
discesa erodono le pareti del tubo digerente causando la produ0ione di muco e quindi
fa"orendo la digestione.
In&ne abbiamo gli olisaccaridi! corti polimeri di 0ucchero costituiti da poche unit.
monosaccaridi legate tra loro da legami glicosidici. -ssi sono importanti componenti
della membrana plasmatica delle cellule.
A di@eren0a degli 0uccheri i lipidi hanno la caratteristica di essere molto eterogenei
come molecola e condi"idono tra loro solamente un carattere di spiccata idrofobia!
do"uta alla presen0a di ele"ati legami CB= che a causa della loro apolarit.
impediscono alla molecola di interagire con lacqua. #ono in"ece solubili con i sol"enti
organici 'acetone! etere etc). Per questa loro caratteristica le molecole lipidiche
tendono ad essere repulse dallambiente acquoso ed a riunirsi tra loro creando dei "eri
e propri ambienti idrofobi! che nelle cellule corrisponde alle super&ci delle membrane!
do"e sono ospitate anche le molecole anpatiche! caratteri00ate dalla
contemporanea presen0a di regioni idro&le e idrofobe. I lipidi! in base alle loro fun0ioni
biologiche si di"idono in: trigliceridi! fosfogliceridi e gli steroidi.
I trigliceridi sono deputati al deposito dellenergia chimica per lorganismo! come i
polisaccaridi nello 0ucchero. 9entre in questultimo caso a""iene la polimeri00a0ione
del glucosio in amido o in glicogeno 'i primi per le piante! gli altri per gli animali) che ,
considerata energia di pronto inter"ento! che pu2 essere utili00ata anche in condi0ioni
di anaerobiosi! con i trigliceridi! che costituiscono il grasso di accumulo! per poter
essere utili00ati , necessaria una situa0ione di aerobiosi e rispetto ai polisaccaridi!
richiedono un tempo pi$ lungo per poter essere utili00ati. -ssi possono essere anche
de&niti come triBesteri del glicerolo con acidi grassi in quanto deri"ano dallunione di
un acido con tre molecole di acidi grassi 'esteri) e nel caso dei trigliceridi lacido , il
glicerolo. 5ella rea0ione chimica gli ossidrili dellacido reagiscono con il
carbossile'gruppo fun0ionale do"e la stessa molecola di carbonio lega con entrambe le
molecole di ossigeno) dei grassi cedendo una molecola di acqua e in questo modo la
molecola del trigliceride di"enta fortemente idrofoba. Il suo grado di satura0ione
inDuen0a note"olmente la sua densit. e punto di fusione! oltre che il suo ingombro
spa0iale! molto pi$ grande nei grassi saturi 'animali) che insaturi '"egetali). 5el nostro
organismo i lipidi sono prodotti da cellule adipose che nel loro insieme costituiscono
il tessuto adiposo do"e le gocce di trigliceridi in eccesso 'introdotte con il cibo)
"engono accumulate e schiacciano il nucleo e il citoplasma generando un aumento del
"olume del tessuto stesso. #e con la dieta queste sostan0e sono in sottonumero
rispetto al fabbisogno allora lorganismo intacca la riser"a di trigliceridi nel tessuto
adiposo! riducendone il "olume. 7na importante fun0ione del tessuto adiposo , quella
dellisolamento termico! cio, il mantenimento di una temperatura corporea stabile
e"itando la dispersione di calore. Altra fun0ione , quella di determinare i caratteri
sessuali secondari in fun0ione della sua distribu0ione in tutto il corpo umano.
I fosfogliceridi deri"ano in"ece dallunione di due esteri con il glicerolo mentre la
ter0a molecola di grasso reagisce con lacido fosforico! a sua "olta legato con laltra
molecola. In fun0ione del tipo di molecola i fosfogliceridi possono a"ere nomi di"ersi e
in ogni caso a"r. sempre una carica! o positi"a o negati"a. La caratteristica dei
fosfogliceridi , di essere molecole an&patiche! nel senso che hanno una testa 'do"e
lacido fosforico lega con laltra molecola) idro&la ed una coda fortemente idrofoba.
Poich3 la testa pu2 creare legami deboli con lacqua in un ambiente acquoso a""iene
che le teste dei fosfogliceridi si legano tra loro allontanando le code allesterno e
creando cosi aggregati molecolari lipidici! allontanati dallacqua.
7n esempio di aggregati molecolari lipidici , dato dai saponi! particolari molecole
an&patiche 'di forma a@usolata e &liforme) capaci di solubi00are nellacqua altre
molecole idrofobe! legandosi con loro e creando degli aggregati! dette micelle! che
comporta lisolamento dello sporco dal resto dellambiente. #e in"ece le molecole
hanno una forma to00a e cilindrica esse tendono ad aggregarsi tra di loro creando dei
doppi strati molecolari! come nel caso delle membrane cellulari! in cui i "ari lipidi sono
strettamente a?ancati gli uni agli altri con la testa ri"olta allesterno e la coda! di
entrambi gli strati allinterno. Questa , la struttura di tutte le membrane! quella
plasmatica! del reticolo endoplasmatico! dellapparato del 8olgi e dei mitocondri!
nonch3 di quelle che ri"estono la mielina. Questi doppi strati molecolari sono: 1B
molto stabili perch3 la simultanea esisten0a di parti idro&le e idrofobe li rende
resistenti a qualsiasi sollecita0ione esterna! ecce0ione fatta per i detergenti. * F sono
impermeabili alle molecole polari! comprese gli ioni in quanto le doppie facce esterne
della molecola interagiscono con lacqua circostante mentre lo strato idrofobo interno
costituito dalle due code , una barriere insormontabile a meno che non ci siano
particolari sistemi di trasporto ad opera di alcune proteine che pu2 attra"ersare la
membrana. : F!ono "uidi ai normali "alori di temperatura di una cellula. =anno
quindi una consisten0a oleosa e questo permette loro di fare dei mo"imenti particolari
tipo quello di rota0ione sul suo asse! di di@usione laterale! spostandosi cio, lungo tutta
la lunghe00a della membrana! di Dip Dop! saltando dal monostrato molecolare di
appartenen0a a quello opposto. Queste molecole sono costituite pre"alentemente da
fosfogliceridi ma non , raro tro"are in esse altri lipidi costituiti da una molecola di
0ucchero! detti glicolipidi! pur mantenendo le stesse caratteristiche di idrofobia e
idro&lia che consente la crea0ione della membrana.
8li steroidi sono in&ne molecole costituite da quattro anelli policarboniosi il cui pi$
importante , il colesterolo. -sso , un alcool e il suo ossidrile costituisce la parte
idro&la della molecola. Anchesso per2 , an&patico! per cui contribuisce alla crea0ione
delle membrane cellulari aumentando la compatte00a e la solidit. dello strato.
Lorgano che nel corpo ne regola la produ0ione , il fegato! che lo rice"e dallintestino e
lo sinteti00a di nuo"o per produrre gli acidi biliari che ri"ersati di nuo"o nellintestino
aiutano la digestione dei grassi. In&ne lo rilascia nel sangue legandolo a delle proteine
trasportatrici che si chiama lipoproteine a bassa densit. 'L6L). #e il colesterolo
pro"eniente dalla dieta , troppo leccesso di L6L si depositeranno sui "asi sanguigni
causandone lostru0ione e fa"orendo un processo degenerati"o chiamato
aterosclerosi. Le importanti fun0ioni del colesterolo sono! oltre ad essere un
costituente della membrana cellulare! in quanto , presente in pari numero
rispetto ai fosfogliceridi! , un importante precursore di alcune molecole ormonali
che regolano lequilibrio idrico! la resisten0a allo stress! e le fun0ioni riprodutti"e
dellorganismo.
Le proteine sono macromolecole che si costituiscono mediante un processo di
polimeri00a0ione di piccole molecole chiamate amminoacidi! che si uniscono tra di loro
tramite il legame peptidico. -sistono *+ tipi di amminoacidi che legandosi tra loro in
"ario modo possono creare le lunghe e di@erenti catene di proteine che ci sono
nellorganismo. -sse si di"idono in base alla fun0ione in proteine strutturali! che
formano le impalcature del citoscheletro! dei ribosomi nellE5A e della cromatina nel
65A. Altre forme di proteine sono gli enzimi# che s"olgono una fun0ione di
catali00a0ione di alcune rea0ioni chimiche ed in&ne ci sono le proteine di membrana
'che si tro"ano nella membrana plasmatica) e i fattori di trascri0ione che regolano il
processo di espressione genica. La proteina si pu2 organi00are in "ari li"elli di
strutture! primaria! secondaria! ter0iaria e in alcuni casi! quaternaria.
Alla base della proteina c, quindi lamminoacido! un insieme di molecole che
uniscono un carbossile da un gruppo acido e un gruppo amminico basico. -ntrambi
sono legati allo stesso atomo di Carbonio indicato con la lettera G. Questa , la
por0ione comune di tutti gli amminoacidi! quella "ariabile , costituita da una catena
laterale! detta anche residuo E per cui! ad ecce0ione della glicina 'che ha un solo
aotmo di =) latomo C dellamminoacido ha le sue quattro "alen0e legate ad atomi
di"ersi tra di loro 'una si lega con lossidrile! una con il carbossile! uno con = e laltra
crea il residuo E)! per questo "iene de&nito asimmetrico. 8li amminoacidi costituenti
delle proteine sono isomeri 'un isomero , una molecola che ne ha unaltra
speculare!una "erso destra e una "erso sinistra) le"ogiri. 8ra0ie alla presen0a di gruppi
acidi e basici! gli amminoacidi sono molecole anfotere cio, si possono comportare in
entrambe i modi per cui in un ambiente a p= neutro come lacqua lamminoacido si
dissocia subito e si solubili00a. Quando in"ece gli amminoacidi si legano tra loro con il
legame peptidico , il gruppo E che entra in contatto con lambiente circostante!
determinando le propriet. di tutta la catena che costituisce. In base a questo principio
gli amminoacidi si di"idono in:
Amminoacidi polari neutri il cui gruppo E , polare e non ioni00abile! per questo ha
una spiccata idro&lia. In esso sono compresi la #erina! la Treonina la Triosina!
Lasparagina e 8lutamannina.
Amminoacidi polari acidi! sono lacido glutamanninico e lacido aspartico che hanno
un carbossile nel gruppo E per cui si de&niscono biBacidi. - ioni00ato per cui si lega
con lacqua e conferisce alla proteina una caratteristica di acidit.
Amminoacidi polari basici che catturano un =A dallambiente circostante
rendendolo basico. #ono larginina! listidina e la lisina.
Amminoacidi Apolari che in"ece sono incapaci di interagire con le molecole dacqua
circostanti conferendo alle proteine una spiccata idrofobia e compongono le proteine
che poi "anno ad inserirsi nella membrana plasmatica. Eientra in questo gruppo la
glicina la quale con il solo atomo di idrogeno crea una catena polipeptidica che si
ripiega formando un gomito! come nel caso del collagene! importante costituente del
tessuto connetti"o. Ci sono poi alcuni amminoacidi che contengono un atomo di 0olfo!
la 9etionia e la cisteina. La prima s"olge il ruolo di donatore di metili nel fegato ed ,
lamminoacido do"e ini0ia la tradu0ione. La cisteina in"ece s"olge un ruolo molto
particolare nella struttura delle proteine.
5on tutti gli amminoacidi sono sinteti00ati autonomamente. Il corpo umano , in grado
di sinteti00arne solo 11 e poich3 tutti gli amminoacidi sono essen0iali per la crea0ione
delle proteine! i restanti / de"ono essere assunti con la dieta. #i de&niscono pertanto
come essenziali# sono in"ece non essenziali gli 11 che in caren0a nella dieta
possono cmq essere sinteti00ati dallorganismo. 7n altro importante ruolo s"olto dagli
amminoacidi! oltre a quello di sinteti00are le proteine , quello di essere precursori di
neurotrasmettitori o essere essi stessi neurotrasmettitori come nel caso del tiptofano
che , il precursore del neurotrasmettitore serotonina e la glicina! che in"ece , un
neurotrasmettitore esso stesso.
8li amminoacidi nel processo di sintesi proteica si legano tra di loro per creare la
catena polipeptidica attra"erso il legame peptidico. -sso , un legame tra il gruppo F
5=* di un amminoacido e il gruppo FCOO= di un altro amminoacido! rilasciando una
molecola di acqua. -un legame molto particolare e stabile in termini energetici per "ia
della "icinan0a dellatomo C con quello 5 rispetto a qualsiasi altro legame! rendendolo
simile ad un doppio legame e non , inoltre rota0ionale! per cui la catena della proteina
resiste allagita0ione termina &nch, non "engono introdotte delle proteasi come la
pepsina e la tripsina che ser"ono per tagliare le catene polipeptidiche cosi da rendere
disponibili gli amminoacidi per lorganismo. La proteina che si , cos4 creata a"r.
sempre alle sue estremit. un gruppo F5=*'detto terminale amminico che , lini0io
della proteina) e un gruppo FCOO= 'detto terminale carbossilico posto alla &ne) per cui
le "arie proteine si uniscono tra loro con lo stesso principio dando origine alla catena
polipeptidica. -ssa , costituita nella parte interna! lo scheletro assile! dalla
successione degli atomi C e 5 e poi intorno lo scheletro , ricoperto dai "ari gruppi $
degli amminoacidi che attribuiscono quindi alla catena una "ariet. di caratteristiche
di"erse in fun0ione del gruppo. Ci sar. quindi ad esempio una parte idro&la se il
gruppo E di quegli amminoacidi , polare neutro! seguito da una parte idrofoba nel
caso di amminoacidi con gruppo E apolare. La sequen0a di questi amminoacidi , detta
struttura primaria della proteina ed , quella che la caratteri00a. Ci sono poi strutture
successi"e secondarie e ter0iarie e per le proteine multimeriche anche quaternarie. -
nella struttura primaria che sono contenute le caratteristiche genetiche dellindi"iduo.
La struttura secondaria di una proteina , creata dai legami CB5 e CBC che si tro"ano
lungo lo scheletro della molecola e che sono di tipo rota0ionale! per cui la catena pu2
ripiegarsi incessantemente in questi punti per e@etto dellagita0ione termica. Questi
mo"imenti sono preclusi quando gli atomi 5 si legano con atomi = o gli C con atomi di
O e in questo caso la catena si a""olge a spirale su se stessa come una scala a
chiocciola! formando una GBelica! do"e la super&cie , ri"estita dai gruppi E dei "ari
amminoacidi conferendo la caratteristica di idro&lia o idrofobia allintera proteina. #e
entrambe le caratteristiche coesistono in "ari parti della proteina! la catena
polipeptidica "iene de&nita an&patica.7naltro tipo di struttura secondaria , quella di
foglietto H quando i legami di = si formano tra tratti di"ersi della stessa catena o tra
due catene polipeptidiche posi0ionate luna accanto allaltra. In questo caso infatti la
catena si distende come in un foglietto e sulle due facce sporgono i gruppi E dei "ari
amminoacidi. - possibile che entrambe le strutture si combinino tra loro generando
quelli che sono i moti"i della proteina! come in un pala00o ci sono i moti"i
architettonici! per cui nel caso delle GBeliche! abbiamo il moti"o a chiusura lampo di
leucine do"e questi amminoacidi si presentano con regolarit. ogni sette e il loro
gruppo E si unisce ad unaltra elica an&patica come nelle maglie di una chiusura
lampo. 7n altro esempio , il moti"o elica%ansa%elica do"e le GBeliche an&patiche
sono separate tra loro da un bre"e tratto di catena ripiegata! e possono disporsi anche
parallelamente come una 7. 5el caso in"ece dei foglietti H possiamo a"ere il moti"o
del &%barile do"e i "ari foglietti si dispongono a cilindro come delle doghe legate tra
loro da legami = e ri"estiti dai "ari gruppi E o ancora &%sand'ich do"e allinterno ci
sono i gruppi E dei due foglietti appaiati.
La struttura terziaria di una proteina consiste in"ece nellinsieme degli a""olgimenti
che essa assume! stabili00ati dalla forma0ione di legami tra i "ari gruppi E degli
amminoacidi che costituiscono la proteina. 6i solito questi legami sono deboli o si
tratta di intera0ioni di >an der Iaals 'agita0ioni tra ioni fortemente positi"i o negati"i).
In altri casi in"ece i legami possono essere co"alenti e quindi molto stabili. Il tipo di
moti"i che proteina costituir. come pure il numero di a""olgimenti! dipende dalla sua
struttura primaria e dal tipo di legami che la costituiscono. Con lacquisi0ione della
struttura secondaria e ter0iaria la proteina di dota di domini cio, di regioni della
catena con fun0ioni speci&che che le consentono di s"olgere la fun0ione biologica per
cui , stata costituita. - a quel punto che la proteina pu2 dirsi completa! quando cio, i
"ari legami sono talmente stabili che non possono subire modi&ca0ioni.
In&ne! alcune proteine! come lemoglobina hanno anche una struttura (uaternaria.
#ono principalmente proteine multimeriche! costituite cio, da pi$ catene
polipeptidiche o subunit. che possono essere tra loro uguali o di"erse e si legano
mediane legami deboli! per cui una minima "aria0ione in una subunit. causa una
"aria0ione anche nellaltra.
6opo la loro sintesi e lacquisi0ione dei "ari li"elli di struttura le proteine "anno
incontro ad ulteriori cambiamenti che si chiamano modicazioni post%traduzionali!
perch3 hanno luogo dopo la sintesi della proteina e le permettono di s"olgere cos4 una
particolare fun0ione biologica. Questo cambiamento , sempre ad opera di en0imi
speci&ci. #ono esempi di modi&ca0ione:
I tagli proteolitici ad opera di particolari en0imi! le proteasi che suddi"idono la
catena polipeptidica in pi$ parti! di cui ogni frammento pu2 s"olgere una particolare
speci&ca fun0ione! come quelle che si producono nellipo&si oppure dei "ari
frammenti!alcuni "engono eliminati! altri uniti insieme per creare una nuo"o proteina!
come nel caso dellinsulina che s"olge limportante fun0ione di concentra0ione del
glucosio nel sangue.
Laggiunta di porzioni non proteiche che a""iene ad esempio nella membrana
plasmatica si "eri&ca quando alla proteina "engono aggiunte delle por0ioni di natura
non proteica con legami di "ario tipo! creando quella che si de&nisce una proteina
coniugata. 5e sono un esempio le glicoproteine! che sono create con laggiunta di
oligosaccaridi durante il trasferimento della proteina nel reticolo endoplasmatico
rugoso e lapparato del golgi! o le lipoproteine! create dallaggiunta di residui lipidici
che si crea di solito con un legame co"alente e ad una delle estremit. della catena.
In&ne due tipi di modi&ca0ioni postBtradu0ionali di tipo re"ersibile sono la
fosforilazione e la defosforilazione che modi&cano il bilancio complessi"o delle
cariche elettriche di una proteina per "ariarne latti"it. biologica. La prima si ottiene
aggiungendo un gruppo fosfato al gruppo E di amminoacidi alcolici. Attra"erso poi un
particolare en0ima! la fosfatasi! la proteina "iene riportata nelle condi0ioni ini0iali.
5ella maggior pare dei casi le proteine non s"olgono la loro fun0ione da sole ma si
uniscono ad altre proteine creando dei complessi sopramolecolari le cui dimensioni
sono molto grandi e si distinguono luna dallaltra dalla presen0a dei "ari moti"i che le
caratteri00ano. 8eneralmente questi complessi si creano ad opera di legami deboli tra
le "arie subunit. che le costituiscono cosicch, possono essere subito riportate alla
posi0ione di parten0a! come nel caso dei complessi dei &lamenti di actina e miotina!
costituenti del citoscheletro. Altre "olte in"ece i legami che creano i complessi
sopramolecolari sono co"alenti quindi molto stabili! come nel caso delle molecole di
collagene che si uniscono tra di loro per creare le &brille di collagene e poi ancora le
&bre di collagene! alla base della crea0ione dei tendini! o ancora le &bre elastiche!
composte dallelastina! che conferiscono elasticit. al tessuto connetti"o.
8li acidi nucleici rappresentano il substrato molecolare dellinforma0ione genetica
che le cellule usano per costruire di "olta in "olta le proteine di cui hanno bisogno. 8li
acidi nucleici sono due macromolecole! polimeri lineari di molecole semplici dette
nucleotidi e sono rispetti"amente il )*A 'acido desossiribonucleico) a doppio
&lamento e l$*A 'acido ribonucleico) a &lamento singolo. La scoperta degli acidi
nucleici si e"ol"e tra la seconda met. del JIJ secolo e &no agli anni <+ del JJ secolo.
La prima scoperta della nucleina a""iene ad opera di Kriederich 9iescher studiando la
composi0ione chimica delle cellule del pus prele"ate dalle bende dei soldati feriti. Agli
ini0i del JJ secolo si scopr4 che la nucleina contene"a due basi a0otate puriniche ossia
ladenina e la gaunina e due basi a0otate pirimidiniche! la citosina e la timina e lo
0ucchero sotto forma di desossiribosio. #i arri"2 quindi alla scoperta dellacido
desossiribonucleico 65A e in seguito dellacido ribonucleico E5A che contene"a lo
0ucchero ribosio. #olo nella prima met. del JJ secolo! nel LM! ad opera di alcuni
ricercatori tra cui Chase si arri"2 alla conclusione de&niti"a che i caratteri genetici e la
loro trasmissione era proprio ad opera del 65A e non delle proteine. Kurono Cric% e
Iatson che de&nirono la struttura del 65A a doppia elica come la conosciamo oggi.
8li acidi nucleici sono polimeri di molecole semplici legate tra loro a formare lunghe
catene. La molecola base , il nucleotide! che contiene una molecola di zucchero
che nel 65A , il desossiribosio e nellE5A , il ribosio e + atomi di carbonio. Il primo
atomo di carbonio lega una base azotata primidinica o purinica formando un
nucleoside 'che pu2 essere riboN. o desossiriboN.) questa molecola andr. incontro ad
un processo di fosforila0ione legando un gruppo fosfato allatomo di CC e poi ancora
un secondo! un ter0o e cos4 "ia. A seconda del numero di gruppi fosfati che il
nucleotide ha si pu2 chiamare monofosforilati! bi fosforilato! trifosforilato. Le basi
a0otate de&nite basi puriniche 'se hanno una struttura molecolare simile alla purina) e
quelle che costituiscono gli acidi nucleici sono la Adenina e la ,uanina e poi tra le
basi pirimidiniche 'con struttura molecola simile alla pirimidina) ci sono la -itosina
l.racile e la Timina/ -ntrambe gli acidi 65A e E5A contengono queste basi a0otate
con lunica di@eren0a che il 65A non contiene l7racile! presente nellE5A ed al suo
posto contiene la Timina. Laltra di@eren0a deri"a dalla molecola di 0ucchero che li
costituisce. I nucleotidi sono i precursori degli acidi nucleici e s"olgono anche
limportante fun0ione di deposito dellenergia chimica usata dalla cellula per i suoi
fabbisogni energetici. ATP 'adenosintrifosfato)
Come i polisaccaridi nascono dal legame glicosidico e le catene polipeptidiche dal
legame peptidico cos4 gli acidi nucleici deri"ano dal legame fosfodiesterico con il
quale si unisce una molecola di acido fosforico con il CC di un nucleotide ed il C: di un
altro nucleotide! creando un ponte tra i due. Questo legame a""iene in tre fasi: 5ella
prima i nucleotidi "engono fosforilati nellatomo CC aggiungendo sequen0ialmente tre
gruppi fosfato e in uno dei due nucleotidi "engono tagliati due gruppi fosfato e
lenergia prodotta dal taglio "iene usata per unire il fosfato in CC del primo nucleotide
con lossidrile libero in C: del secondo nucleotide. Come per le proteine! lacido
nucleico a"r. sempre una testa con un gruppo fosfato in CC e una coda con un
ossidrile in C: per cui , possibile creare continuamente dei nuo"i legami &no ad
arri"are a delle catene lunghissime.
Il )*A come de&nito da Iatson e Cric% , una molecola costituita da due &lamenti
polinucleotidici associati tra loro ed a""olti su se stessi con andamento a spirale che
formano una doppia elica con a""itamento destrorso. Pu2 essere immaginato come
una scala con i montanti costituiti dallalternan0a dei desossiribosi e i gruppi fosfato ad
essi legati in posi0ioni C e :. 8li scalini sono le basi a0otate disposte allinterno. I due
&lamenti hanno un andamento antiparallelo! cio, uno ha una dire0ione CB: laltro ha
una dire0ione contraria cosicch, ad ogni li"ello ci sar. uno 0ucchero con CC da una
parte e uno 0ucchero con C: dallaltra. Altra caratteristica , che le basi a0otate sono
sempre costituite da una base purinica che si appaia con una pirimidinica. 5ello
speci&co lAdenina si unisce con la Timina tramite due legami di = mentre la Citosina
si unisce con la 8uanina con tre legami di =. In questo modo i due &lamenti sono
complementari tra di loro. Questi legami di = rendono uniti e stabili i due &lamenti e
fanno si che lingombro spa0iale della molecola sia sempre lo stesso in ogni suo punto!
creando due solchi! quello maggiore e quello minore. Altra caratteristica del 65A , che
lunione di queste basi a0otate crea un ambiente al suo interno fortemente idrofobo
che lo protegge da e"entuali attacchi di aggressi"i idro&li esterni! mentre al suo
esterno poich3 i gruppi fosfato hanno un gruppo acido libero di ioni00arsi! il 65A ,
fortemente idro&lo per "ia di queste innumere"oli cariche. Allinterno dei nuclei delle
cellule eucarioti il 65A forma un numero limitato di grosse molecole lineari chiamate
cromosomi che nellessere umano sono LM.
Il 65A pu2 essere replicato e ciascuna delle due eliche &glie nascono dalla
separa0ione dei &lamenti madre che trasferiscono ad esse tutte le caratteristiche in
esso contenute. Questo processo che negli organismi eucarioti a""iene nella fase # del
ciclo cellulare si chiama duplica0ione e pu2 a""enire solo in punti speci&ci del
cromosoma detti siti 0ri! nei quali la molecola di 65A "a incontro ad un processo di
denatura0ione consistente nella rottura dei legami = che tengono unite le basi a0otate
e cos4 i due &lamenti si separano. Linter"ento di alcune proteine apre la doppia elica e
altre si legano ai due &lamenti impedendo che essi si riuniscano. In pratica su 65A si
crea una forchetta di replica0ione do"e possono accedere liberamente i
desossiribonucleotidi trifosfati presenti nel nucleo e do"e si installa len0ima chia"e del
processo chiamato )*A polimerasi )*A dipendente. I due &lamenti che si sono
creati sono i &lamenti madre che hanno la fun0ione stampo per la duplica0ione del
65A. Questi hanno basi a0otate libere do"e per e@etto dellagita0ione termica
urteranno con i nucleotidi presenti e creeranno dei legami = se complementari! legami
che saranno stabili00ati dallen0ima 65A polimerasi con il legame fosfodiesterico.
Questa duplica0ione a""iene nei due &lamenti con un andamento continuo e
antiparallelo tra gli stessi per cui ci sar. un andamento CB: nel primo &lamento e un
andamento opposto nel secondo! entrambe accompagnati dallen0ima che stabili00er.
i "ari legami!ma mentre nel primo caso landamento , continuo! nel secondo ,
discontinuo dando origine a corte sequen0e chiamate lamenti di 01aza1i che poi
saranno uniti tra loro da un altro en0ima chiamato )*A ligasi.
L$*A , in"ece un acido nucleico composto da un solo &lamento e costituito da
nucleotidi il cui 0ucchero , il ribosio e la timina , sostituita dall7racile. Anche se il
&lamento dellE5A , singolo esso ripiegandosi su se stesso pu2 creare delle forcine pi$
o meno estese che si formano spontaneamente ogni "olta che le sequen0e
nucleotidiche che si incontrano sono tra loro complementari. Anche nel caso dellE5A
la forcina , poi stabili00ata dalla crea0ione di legami = con le "arie bari puriniche o
pirimidiniche nella sequen0a Adenina F 7racile e Citosina F8uanina. Le fondamentali
fun0ioni dell E5A sono: "eicolatore delle informa0ioni dal 65A alle proteine '$*A
messaggero o m$*A) la fun0ione strutturale come costituente dei ribosomi '$*A
ribosomale o r$*A) la fun0ione di trasportatore degli amminoacidi nel processo di
sintesi delle proteine o tradu0ione '$*A di trasferimento o t$*A) la fun0ione di
catalisi delle "arie rea0ioni chimiche connesse con il metabolismo degli acidi nucleici
come nel caso dei ribo0omi ed in&ne la fun0ione di regolatore dei processi della
trascri0ione e tradu0ione come nel caso dei small $*A/
Il processo di trascri0ione del 65A in E5A a""iene attra"erso len0ima $*A
polimerasi )*A dipendente simile allen0ima necessario per la replica0ione del 65A
proprio per il fatto che per questo processo si usa un &lamento stampo del 65A ma il
processo di trascri0ione , di tipo locale! legato cio, ad una sola sequen0a nucleotidica
pi$ o meno lunga chiamata gene. -sso , un segmento cromosomico che comprende
una sequen0a nucleotidica codi&cante per la struttura primaria di una proteina ed una
sequen0a nucleotidica regolati"a indicata come promotore del gene stesso. I geni sono
utili00ati per sinteti00are le proteine di cui lorganismo ha bisogno. Quando lorganismo
ne richiede una i fattori di trascri0ione del gene si posi0ionano sul promotore
permettendo allE5A di dare ini0io alla trascri0ione. In pratica alle sequen0e
nucleotidiche del 65A "iene segnalata la presen0a di un promotore genico e si "a
quindi al reclutamento dellE5A polimerasi per e@ettuare la trascri0ione. - una
sequen0a nucleotidica precisa che segnala il sito di ini0io do"e il 65A subisce una
denatura0ione locale! i due &lamenti si separano e su uno di essi '&lamento stampo)
a""iene la polimerizzazione dell$*A. LE5A polimerasi si libera dei fattori di
trascri0ione e scorre progressi"amente lungo il 65A stampo con una caratteristica e
cio, che percorre il &lamento con un andamento :BC mentre si accresce in dire0ione CB
:. 9ano a mano che lE5A a"an0a sul &lamento stampo il 65A si richiude dietro di
esso riprendendo la con&gura0ione ad elica. Lallungamento prosegue &nche lE5A
polimerasi incontra una sequen0a nucleotidica chiamata sito di terminazione che
segnala la &ne del gene. La sintesi della molecola di E5A , completata. LE5A
sinteti00ato "a incontro ad una serie di trasforma0ioni nel nucleo mentre lE5A
polimerasi di"iene disponibile per ulteriori trascri0ioni se richiesto.
CAPITOLO :
Le rea0ioni chimiche di@eriscono dalle rea0ioni nucleari in quanto questultime portano
ad un cambiamento nella struttura del nucleo mentre le rea0ioni chimiche a""engono
sempre a li"ello degli orbitali di un atomo. 8eneralmente tali rea0ioni a""engono tra
molecole di"erse! ma pu2 anche a""enire tra stesse molecole! come nel caso delle
macromolecole. -sse rispondono ai principi della termodinamica. 5el primo si
enuncia che il totale dellenergia posseduta da un determinato sistema e lambiente
che lo circonda de"e rimanere sempre costante per cui non ci sar. mai crea0ione di
energia! mentre nel secondo si enuncia che le trasforma0ioni energetiche sono
sempre accompagnate da dissipa0ione di una parte dellenergia libera nellambiente
'entropia o disordine dellambiente) qualunque sia il sistema cellula ambiente che
consideriamo. Questo per mantenere un determinato li"ello di energia interna da parte
della cellula stessa. Per compiere questa opera0ione lorganismo ha bisogno di un
continuo aOusso di energia! presa per le piante dal sole attra"erso la fotosintesi. 8li
organismi eterotro& in"ece rica"ano energia chimica dalla sintesi di "arie molecole
biologiche! con dissipa0ione di parte dellenergia nellambiente. 5el caso che
lorganismo sia dotato di pannicolo adiposo parte di questa energia "iene trattenuta
per aumentare la temperatura interna rispetto a quella esterna.
Perch3 una rea0ione chimica si "eri&chi , necessario un impatto o urto tra due
molecole che si de&niscono reagenti. Lenergia cinetica prodotta dallimpatto pu2 in
parte tramutarsi in energia chimica necessaria alla rottura dei legami chimici ed alla
crea0ione di nuo"i per creare nuo"e molecole dette prodotti. A?nch, per2 lurto dia
origine ad una rea0ione chimica , necessario che i reagenti siano forniti dellenergia di
atti"a0one necessaria! data dalla "elocit. dellimpatto 'la quantit. di molecole di
prodotto che si originano nellunit. di tempo) e la temperatura! oltre che la
concentra0ione dei reagenti. Ogni rea0ione chimica , sempre accompagnata da una
"aria0ione energetica! determinata misurando lenergia dei reagenti con quella del
prodotto. #e il contenuto energetico del prodotto , inferiore a quello dei reagenti ci
sar. una libera0ione di energia e si tratter. di una rea0ione esoergonica! rea0ione
chimica molto stabile che pu2 a""enire anche spontaneamente perch3 non richiede
energia di atti"a0ione. #i parla in"ece di rea0ione endoergonica se lenergia dei
prodotti , superiore a quella dei reagenti. - un tipo di rea0ione un po pi$ instabile e
richiede una determinata quantit. di energia dallambiente per atti"arsi. Le molecole
per compiere una rea0ione chimica de"ono a"ere di se stesse il contenuto energetico
necessario per innescare la rea0ione! anche se di tipo esoergonico. Questa energia si
chiama soglia di attivazione o energia di atti"a0ione della rea0ione. La de&ni0ione di
una data molecola come reagente o prodotto dipende in"ece dalla dire0ione della
molecola stessa. Quando due molecole urtano tra di loro! dando ini0io alla rea0ione
chimica formano il cosiddetto complesso atti"ato do"e i reagenti "engono a tro"arsi in
una condi0ione di forte instabilit.. A questo punto se la concentra0ione dei reagenti ,
superiore a quella dei prodotti! essa si sposter. "erso destra! dando origine ai prodotti
mentre se la concentra0ione dei prodotti , pi$ alta di quella dei reagenti si proceder.
"erso sinistra! re"ertendo alla condi0ione ini0iale! per cui una rea0ione chimica ,
teoricamente sempre re"ersibile perch3 pu2 ritornare alla condi0ione ini0iale se si
ritiene pi$ fa"ore"ole. #e la concentra0ione dei reagenti e quella dei prodotti , in egual
misura sembra che non si s"olga alcuna rea0ione chimica! in realt. si "eri&ca una
rea0ione di equilibrio. Poich3 soltanto una minima parte dei reagenti presenta il
contenuto energetico necessario per atti"are una rea0ione chimica! a?nch, questa si
"eri&chi , necessario fa"orire latti"a0ione ad esempio aumentando la temperatura!
con conseguente "eloci00a0ione delle rea0ioni chimiche. Ancora! si pu2 procedere
aumentando la concentra0ione delle molecole dei reagenti ma questo , possibile solo
in laboratorio poich3 nel corpo umano si s"olgono contemporaneamente moltissime
rea0ioni chimiche e aumentando alcuni reagenti si potrebbe si "eloci00are una
rea0ione ma creare degli scompensi per tutte le altre che si "eri&cano.
A li"ello biologico! per aumentare il numero di molecole di reagenti il corpo umano
procede gra0ie alluso di particolari catalizzatori che si legano in modo molto
speci&co ad un determinato reagente!non entra a far parte della rea0ione e non si
consuma al termine della stessa! per cui pu2 essere disponibili per successi"e
necessit.! anche in&nite!di abbassare la soglia di atti"a0ione! aumentando la
concentra0ione dei reagenti. In questo modo la cellula pu2 regolare le rea0ioni
chimiche in modo speci&co! perch3 ciascun catali00atore riconosce ed agisce solo in
speci&che rea0ioni chimiche. #ono catali00atori gli 2nzimi e i ribozomi per la
regola0ione dei processi di trascri0ione e tradu0ione dellE5A. 8li en0imi sono delle
proteine altamente speciali00ate per tale unica fun0ione e lele"ata quantit. di essi
consente di s"olgere una molteplicit. di atti"it. metaboliche per la cellula. -ssi! come
ogni proteina! hanno una struttura tridimensionale con "ari fattori sulla loro super&cie
e tutti hanno una regione detta sito attivo che riconosce speci&catamente la
molecola del substrato'cio, dei reagenti della rea0ione) gra0ie alla complementariet.
rispetto al suo sito atti"o. Tale riconoscimento si de&nisce riconoscimento stereoB
speci&co. Len0ima ha quindi nel suo sito atti"o una sorta di ca"it. che accoglie e
trattiene la proteina reagente il tempo necessario a?nch, si "eri&chi la rea0ione
chimica. Linsieme dellen0ima e della proteina si de&nisce complesso en0imatico
substrato ed , di fatto un complesso atti"ato. #i pu2 fare lesempio della serratura e
della chia"e! per spiegare come alcuni en0imi siano speci&ci solo per alcuni tipi di
proteine ed altri in"ece siano meno speci&ci! accogliendo al loro interno pi$ proteine
simili tra loro! come la serratura che pu2 accogliere pi$ chia"i. 8ra0ie allen0ima quindi
la maggioran0a degli urti produce una rea0ione chimica dando origine al risparmio di
energia necessaria al suo innesco. Len0ima per2 fa"orisce la rea0ione ma non ne
determina la dire0ione che in"ece dipende dalla concentra0ione molecolare dei
reagenti e dei prodotti. 8li en0imi biologici rispetto ai catali00atori non biologici
superano la condi0ione di instabilit. del complesso atti"atore en0imaBsubstrato
procedendo ad un cambiamento conforma0ionale dellintero en0ima dando origine
quindi a sua "olta ad una rea0ione chimica che trasforma i reagenti in prodotti.
Oltre a riconoscersi con la proteina complementare gli en0imi possono riconoscere e
quindi accogliere nel loro sito atti"o anche altre molecole dette inibitori enzimatici.
Queste possono formare complessi pi$ o meno stabili detti complesso en0imaBinibitore
'-BI). -ssi non possono essere metaboli00ati dallen0ima quindi non possono
trasformarsi nel prodotto della rea0ione! in pratica quindi bloccano la capacit.
catalitica dellen0ima e non permettono che una determinata rea0ione chimica
a""enga. A "olte sono naturalmente presenti nelle cellule! ed , il modo attra"erso cui
esse regolano le "arie rea0ioni chimiche ma! pi$ spesso! sono sostan0e esterne
allorganismo! come "eleni o farmaci introdotti nel corpo. Ad esempio laspirina 'acido
acetilsalicilico) , un inibitore en0imatico che blocca alcuni en0imi diminuendo la
produ0ione di prostaglandine anche a li"ello dellippotalamo riducendo quindi la
temperatura corporea per cui la febbre scende. In fun0ione della loro capacit. di
legarsi con len0ima si de&niscono inibitori competi"i e non competiti"i.
8li inibitori competitivi creano un complesso -BI instabile per cui in un tempo pi$ o
meno bre"e si scinder. spontaneamente lasciando len0ima libero di riprendere la sua
fun0ione o di riunirsi ad esso! in fun0ione della probabilit. che ha di incontrare un
substrato o un inibitore. 5e sono un esempio i farmaci.
5el caso in"ece di inibitori non competitivi essi si legano allen0ima in modo stabile
facendo perdere ad esso le capacit. di catali00atore anche a seguito dellaumento del
substrato per cui lunico modo che la cellula ha di ripristinare tale fun0ione , quello di
sinteti00are nuo"i en0imi che rimpia00ino quelli bloccati. 5e sono uno esempio i "eleni.
6ellenorme numero di en0imi presenti nel nostro corpo alcuni non sono sottoposti ad
alcun tipo di regola0ione della loro atti"it. di catali00atori per cui si de&niscono dotati
di atti"it. costituti"a. La maggior parte delle "olte in"ece gli en0imi sono sottoposti a
meccanismi che ne regolano il fun0ionamento gra0ie ad esempio a modi&ca0ioni postB
tradu0ionali re"ersibili o meno della proteina. #ono esempi di regola0ione:
latti"a0ione mediante taglio proteico! per cui alcuni en0imi "engono atti"ati solo a
seguito di un taglio proteolitico quando ad esempio si tro"a in una parte del corpo che
non , pi$ dannoso per la cellula.
Atti"a0ione mediante unione con un cofattore per cui len0ima pu2 atti"arsi solo in
presen0a di speci&che molecole chiamate cofattori.
Assemblaggio di subunit che sono normalmente separate tra loro e
indi"idualmente pri"e di atti"it. catalitica ma se unite insieme di"entano atti"e.
Traslocazione intracellulare cio, lo spostamento di un en0ima da un
compartimento do"e , inatti"o ad uno do"e ini0ia a s"olgere la sua fun0ione. Questo
perch3 i "ari en0imi s"olgono la loro atti"it. biologica solo in un determinato
compartimento e dopo la loro sintesi a li"ello citoplasmatico.
Attivazione3inattivazione mediante cambiamo di cariche elettriche! ad opera di
modi&ca0ioni postBtradu0ionali do"e "iene aggiunto un gruppo fosfato ad esempio che
modi&ca la carica elettrica dellintero en0ima. Ci sono en0imi che fun0ionano con
laggiunta di un gruppo carico e in"ece en0imi che fun0ionano con la perdita per cui
sia con la fosforila0ione che con la defosforila0ione , possibile atti"are o disatti"are un
en0ima. Lo stesso meccanismo fun0iona anche per consentire alla proteina di s"olgere
la sua atti"it. biologica.
Altri en0imi in&ne! in particolare quelli che regolano lo s"olgimento dellatti"it.
metabolica! sono sottoposti ad uno speciale tipo di regola0ione detta regolazione
allosterica. Questo , possibile quando len0ima ha sulla sua super&cie oltre al sito
atti"o! un altro sito detto sito allosterico in cui si legano molecole di"erse dai
substrati detti e@ettori allosterici che si possono di"idere! in base alla loro fun0ione in
inibitori allosterici e atti"atori allosterici. 5el primo caso causano linibi0ione
dellen0ima 'regola0ione allosterica negati"a)! nel secondo caso in"ece lo atti"ano
'regola0ione allosterica positi"a). In pratica essi fun0ionano in modo tale che se il sito
atti"o "iene occupato dal substrato esso non consentir. alle@ettore di legarsi al sito
allosterico. Per contro se si lega prima le@ettore esso causer. una modi&ca0ione
dellen0ima tale che non sar. pi$ possibile al substrato accedere al sito atti"o.
La probabilit. che si "eri&chi luna o laltra ipotesi dipende dalla concentra0ione degli
inibitori rispetto ai substrato. In particolare una regola0ione allosterica negati"a ,
frequente nel caso di en0imi che regolano lo s"olgimento di una catena metabolica.
Poich3 la sua atti"a0ione , necessaria quando la concentra0ione del prodotto &nale ,
bassa! ma , dannosa in caso contrario! , il prodotto che regola lo s"olgimento delle
"arie rea0ioni inibendo in modo negati"o il primo en0ima della catena! per cui
regolando il primo en0ima chia"e tutti gli altri agiranno in fun0ione della disponibilit.
dei substrati e quindi! dellatti"it. dellen0ima chia"e! pro"ocando una concentra0ione
sempre adeguata e costante di molecole.
Questo fenomeno , presente anche nelle proteine! a"enti uno o pi$ complessi proteici
con fun0ioni di"erse e pro""iste di uno o pi$ siti allosterici! per causare un
cambiamento conforma0ionale dellintera proteina.
CAPITOLO L
Attra"erso il processo di ontogenesi# da ununica cellula detta 0igote ed ottenuta
dalla fusione dei gameti parentali della feconda0ione si ottiene la forma0ione di di"ersi
tessuti! ognuno dei quali , costituito da cellule. Ogni cellula ha al suo interno tutto il
materiale ereditario stabilmente presente! di"isione dopo di"isione. Questo materiale
genetico , costituito dal 65A e dallE5A che lo rende materialmente disponibile. Il
65A forma dei corpuscoli detti cromosomi che nel caso della cellula eucariote ,
contenuto allinterno del nucleo.
Le cellule si possono di"idere in procarioti ed eucarioti. Le cellule procarioti sono le
forme cellulari pi$ semplici e probabilmente pi$ primiti"e. #ono infatti pri"e di un
nucleo di@eren0iato e di solito hanno un solo cromosoma detto nucleotide e associato
ad alcune proteine strutturali di base. Ai procarioti appartengono tutti gli organismi
unicellulari come i batteri i quali sono spro""isti di strutture citoscheletriche e di
membrane. Possono per2 scindersi molto "elocemente in cellule &glie! tutte uguali fra
loro e possono resistere agli ambienti ed alle temperature pi$ s"ariate. Questa
categoria di batteri si chiama estremo&li.
Le cellule eucarioti in"ece hanno un nucleo di@eren0iato! do"e sono contenuti i
cromosomi! ed esso , separato dal resto della cellula da una membrana chiamata
membrana cellulare. -sternamente al nucleo c, il citoplasma! al cui interno si tro"ano
grossi apparati molecolari quali i ribosomi! e! separati da un sistema di membrane!
anche i mitocondri! i cloroplasti 'nelle piante) e il reticolo endoplasmatico e lapparato
di 8olgi. Lambiente della cellula , costituito per il <+; di acqua e questo conferisce
alle molecole in essa disciolte una struttura stabile e fun0ionale. 7na parte delle
proteine situate nella cellula ha la fun0ione di garantire sostegno e mobilit. alla cellula
stessa! creando dei sistemi di &lamenti di dimensioni di"erse tra loro chiamati
citoscheletro. La cellula , in&ne protetta dallambiente esterno dalla membrana
plasmatica! costituita da lipidi! quindi altamente isolante.
La formula0ione della teoria cellulare nel corso del JIJ secolo , stata resa possibile
dalla scoperta del microscopio ottico! con cui si ini0i2 a studiare la cellula ad opera di
Eobert =oo%e nel 1MMC 'osser"2 se0ioni di corteccia di sughero). Per arri"are per2 alla
conoscen0a delle cellule cos4 dettagliata come labbiamo oggi dobbiamo ringra0iare lo
s"iluppo della microscopia e dellin"en0ione del microscopio elettronico! intorno alla
met. del JJ secolo.
Il nucleo , lorganulo centrale di maggiori dimensioni allinterno della cellula ed ,
separato dal resto del citoplasma da un sistema di doppie membrane chiamato
membrana nucleare. La sua composi0ione , simile a quella del reticolo
endoplasmatico con cui si tro"a in continuit. mentre sulla super&cie interna ha una
serie di proteine che fungono da siti di attacco dei cromosomi e da una matrice
proteica di proteine &lamentose chiamata lamina nucleare che conferisce rigidit.
strutturale al nucleo. La super&cie della membrana nucleare , interrotta da piccole
aperture chiamate pori nucleari che consentono lentrata e luscita di molecole!
attra"erso un sistema seletti"o creato con la presen0a al loro interno di proteine con
fun0ioni strutturali che leggono i segnali di locali00a0ione nucleare presenti nelle
proteine necessarie al nucleo stesso presenti in esse. 5e sono infatti dotate i
complessi del 65A polimerasi o E5A polimerasi! gli en0imi di modi&ca0ione etc.
Il 65A nucleare , in"ece strettamente associato a proteine dette istoni che
permettono la compatta0ione del materiale cromosomico ed insieme formano la
cromatina. 5egli eucarioti il materiale ereditario , enorme e per questo "iene di"iso
in segmenti chiamati cromosomi! ognuno dei quali corrisponde ad una molecola di
65A. 8li istoni permettono ai cromosomi di essere contenuti nel nucleo nonostante le
dimensioni. Infatti essi sono proteine basiche che per la loro particolare natura si
associano con la doppia elica del 65A facendola ruotare intorno allistone cos4 da
ridurne la lunghe00a. In particolare gli Istoni =*A =*P =: e =L si associano due per
tipo dando origine ad un complesso ottamerico! detto cuore istonico intorno al quale si
a""olge la molecola di 65A per due "olte e Q dando origine al nucleosoma che , la
struttura fondamentale della cromatina. I nucleosomi si ripetono tra di loro e formano
cos4 un &lamento elementare di cromatina e sono separati tra loro da piccoli tratti di
65A chiamati lin%er. 'come una colllana di perle). Alle loro estremit. tro"iamo poi
listone =1 che consente di unire pi$ nculeosomi insieme! gra0ie alla sua fun0ione di
istone lin%er. In questo caso si passa dalla struttura a &lo di perle alla struttura a
solenoide e questo , possibile gra0ie anche alla presen0a di en0imi che fa"orendo una
modi&ca0ione post tradu0ionale degli istoni li lega tra loro.
Il grado di condensazione della cromatina dipende dal ciclo cellulare. 5el periodo
che intercorre tra una di"isione e laltra detto interfase! la cromatina , distribuita in
modo pi$ o meno disparato nel nucleo. In particolare , di"isa in eucromatina 'poco
condensata) e etero cromatina 'molto condensata). La prima contiene geni
trascri0ionalmente atti"i mentre laltra contiene regioni cromosomiche non trascritte e
sequen0e ripetiti"e. 6urante la di"isione della cellula tutta la cromatina raggiunge il
li"ello massimo di condensa0ione cos4 da consentire la separa0ione e distribu0ione dei
cromosomi nelle cellule &glie sen0a la rottura della doppia elica. Questa fase si chiama
metafase.
Linforma0ione ereditaria contenuta nel 65A , rappresentata dai geni che permettono
alla cellula di sinteti00are le proteine di cui ha bisogno. -ssi non partecipano alla
sintesi della proteina ma inter"iene dopo che la sua informa0ione , stata trasferita in
molecole intermedie di E5A attra"erso il processo di trascri0ione. In pratica le
molecole di E5A "engono utili00ate in particolari apparati molecolari citoplasmatici
detti ribosomi do"e! attra"erso il processo di tradu0ione sinteti00ano le proteine. I geni
di tutti gli organismi "i"enti si possono attribuire a tre di"erse categorie:
I geni strutturali che sono trascritti negli E5A messaggeri. Ciascuno di essi ha una
sequen0a strutturale che , in grado di codi&care la sequen0a amminoacidica
necessaria alla struttura primaria di una proteina. Questa informa0ione , codi&cata
attra"erso il codice genetico che permette la con"ersione e a""iene nella regione
codi&cante dellE5A messaggero.
I geni ribosomali che sono trascritti nellE5A ribosomale. #ono geni che si associano
alle proteine ribosomali creando il complesso plurimolecolare del ribosoma.
I geni dell$*A transfer nei quali ciascuna molecola di tE5A , in grado di legare un
singolo amminoacido rendendolo disponibile per la sintesi proteica alla quale partecipa
leggendo le informa0ioni che arri"ano dallmE5A.
Il processo di trascri0ione a""iene gra0ie allen0ima $*A polimerasi )na
dipendente. Quello di tipo I trascri"e i geni ribosomali di grandi dimensioni. Quello di
tipo II trascri"e i geni strutturali e piccoli E5A nucleari che fungono da ribo0omi e
quello di tipo III trascri"e i geni tE5A e gli E5A ribosomali di piccole dimensioni. Perch3
la trascri0ione abbia ini0io , necessario che una sequen0a promotrice sia liberata dal
ripiegamento a""enuto sugli istoni. Terminato questo processo i "ari tipi di E5A
prodotti sono sottoposti ad un processo di matura0ione attra"erso "arie modi&ca0ioni
e tagli che permettono di ottenere le molecole di E5A necessarie per la sintesi
proteica.
Il processo di matura0ione a""iene allinterno del nucleo e gra0ie a ci2 si producono in
mE5A rE5A e tE5A e sono trasportati poi nel citoplasma attra"erso i pori nucleari.
Questo rilascio a""iene solo se essi sono maturati e nel caso degli rE5A essi lasciano il
nucleo associati con proteine ribosomali.
I trascritti dallE5A polimerasi II! i geni strutturali sono chiamati E5A etorogeni nucleari
'hnE5A) per "ia della loro lunghe00a e sono sottoposti ai seguenti processi:
capping che consiste nella modi&ca0ione dellestremit. C del trascritto mE5A
rendendolo pi$ stabilie gra0ie allaggiunta di una guaina metilatata.
#plicing che consiste in"ece nel taglio dellmE5A di"idendolo in introni e esoni. I primi
sono le parti dellmE5A non utili00ate mentre gli esoni saranno saldati insieme per
dare origine alla molecola continua di mE5A! composta anche di regioni codi&canti
necessarie per la sintesi di speci&che proteine.
Poliadenila0ione che consiste in"ece nellaggiunta di una lunga coda di adenine
sullestremit. : dellE5A
Lediting , un processo che genera in"ece il cambiamento della sequen0a di nucleotidi
a carico degli hmE5A che per2 raramente si "eri&ca nella nostra specie.
Per quanto riguarda in"ece la trascri0ione dei geni rE5A e tE5A! ad opera dellE5A
polimerasi I e E5A polimerasi III! nel caso degli rE5A di grandi dimensioni essa a""iene
in una speci&ca regione nucleare chiamata nucleolo! mentre per i piccoli rE5A e tE5A
essi sono prodotti al di fuori del nucleolo. In seguito sono tutti processati attra"erso un
processo simile allediting che quindi modi&ca le loro sequen0e nucleotidiche per
consentire una speci&ca fun0ione di sintesi proteica e per gli rE5A! essi sono associati
ai ribosomi formando le due subunit. ribosomali maggiore e minore 'rispetti"amente
con M+ e L+ catene proteiche).
8ra0ie alla scoperta del codice genetico si , compreso il modo in cui le informa0ioni
"engono codi&cate per e@ettuare una sintesi di proteina e si , "isto che non , il 65A a
partecipare al processo ma esso trasferisce le informa0ioni allE5A 'con la trascri0ione)
, lui lacido nucleico che procede alla tradu0ione del codice. -siste un codice
uni"ersale uguale per tutti gli esseri "i"enti! quindi deri"iamo tutti da un unico codice
ancestrale detto progenota. Lamminoacido "iene sinteti00ato gra0ie al codone
dellmE5A. 5ello speci&co i L mE5A si legano ai *+ amminoacidi nella misura di ::1
cio, tre mE5A rispetto ad un amminoacido. 8ra0ie a questo principio matematico la
codi&ca0ione dei *+ amminoacidi pu2 essere ridondante e degenerante cio, possono
essere eliminate le por0ioni &nali di amminoacidi per dare ini0io a por0ioni ini0iali di
altri. In&ne! a""iene anche la codi&ca0ione della termina0ione della catena. Tutto
questo gra0ie alle "arie molecole di tE5A che permetto il legame tra gli mE5A e le
catene di amminoacidi! nella sua regione dellanticodone do"e cio, , possibile che si
possa creare un legame di idrogeno co"alente tra le molecole di tE5A e il codone di
mE5A. Questo a""iene ad opera dei ribosomi che scorrono lungo tutta la sequen0a
dellmE5A e permetto il corretto posi0ionamento di tutti i tE5A e la forma0ione dei
legami peptidici con gli amminoacidi ad essi legati. In questo modo si crea la struttura
primaria di una proteina! la quale poi subisce le "arie fasi di ripiegamento su se stessa
e modi&ca0ioni postBtradu0ionali per acquisire la sua conforma0ione tridimensionale
con un tempo "ariabile. In&ne le proteine subiscono un processo di degrada0ione che!
nel caso di proteine non sinteti00ate correttamente , molto "eloce.
I geni di qualsiasi cellula non sono mai espressi tutti contemporaneamente. -sistono
infatti dei processi regolati"i che permettono solo ad una fra0ione di essi di dare
origine a prodotti proteici che determinano il fenotipo della cellula stessa. Questo
consente alle cellule di di@eren0iarsi tra di loro e di adattarsi entro certi limiti al "ariare
delle condi0ioni ambientali. La regola0ione a""iene in ogni fase del processo che
intercorre tra la forma0ione del gene e quella del relati"o prodotto proteico atti"o.
Questi processi sono comuni sia ai procarioti che agli eucarioti sebbene per
questultimi a""enga in un modo molto pi$ complesso. 7n primo li"ello di controllo ,
esercitato a li"ello della trascri0ione! che permette ad alcuni geni di essere atti"i e ad
altri di rimanere silenti. La struttura stessa della cromatina limita la disponibilit. del
65A per la trascri0ione per cui la sua modi&ca0ione ha un ruolo molto importante nel
suo controllo.
Lespressione genica "iene per2 controllata principalmente a li"ello della trascri0ione
stessa! gra0ie alla presen0a di fattori proteici a locali00a0ione nucleare che si legano a
sequen0e nucleotidiche regolati"e permettendo linter"ento dellE5A polimerasi. 5ello
speci&co! lE5A polimerasi II per2 non , in grado da sola di riconoscere i promotori
genici ed atti"are la trascri0ione. Ci sono dei fattori di trascri0ione generali 'TK) che
fanno parte del complesso proteico basale e agiscono su tutti i geni trascritti dallE5A
polimerasi II. Questi TK si legano lungo le sequen0e nucleotidiche! nello speci&co il
TATA boR a circa :+ nucleotidi a monte rispetto lini0io della trascri0ione. #eguono poi il
fattore TKIIP! lE5A polimerasi a cui si , legato il fattore TKIIK e poi altri due fattori! il
TKII- e TKII= e pu2 a"ere ini0io la trascri0ione. Alcuni geni strutturali sono pri"i del
TATA boR ma contengono altre sequen0e regolati"e riconosciute da altre subunit. che
legano anchesse la TATA boR e quindi permettono allE5A polimerasi di dare a""io alla
trascri0ione.
Altri fattori di trascri0ione sono detti speci&ci e modulano latti"it. dellE5A polimerasi
II legando sequen0e che controllano lespressione di singoli geni. Queste sequen0e si
chiamano cisBagenti e sono situate pi$ a monte delle sequen0e promotrici descritte
sopra.
Altri atti"atori trascri0ionali chiamati trans agenti hanno due speci&ci domini ben
distinti che hanno la capacit. di legare il 65A a li"ello di determinate sequen0e
nucleotidiche mentre laltro interagisce con i fattori di trascri0ione basali. Alcuni
atti"atori trascri0ionali hanno dei moti"i! come elicaBansaBelica! o chiusure lampo a
leucine o elica giro elica o ancora dita di 0inco. Il legame tra essi e i cis agenti da essi
riconosciuti permette ai relati"i domini di interagire coni fattori di trascri0ione generali
ed atti"are il processo.
In&ne esistono dei fattori che fungono da repressori della trascri0ione! riconoscendo!
come nel caso dellatti"a0ione! alcune sequen0e nucleotidiche presenti sui promotori
genici inibendone latti"it.. La repressione pu2 a""enire! fa"orendo la modi&ca0ione
della struttura della cromatina! o legandosi in concorren0a con gli atti"atori! o ancora ,
do"uta al fatto che alcuni di questi repressori hanno il dominio di legame con il 65A
ma non quello per i fattori di trascri0ione.
La regola0ione della trascri0ione pu2 inoltre a""enire anche ad opera di cis agenti
posti a bre"e distan0a dal promotore ma anche con distan0e molto pi$ grandi! e si
chiamano intensi&catori.
La capacit. delle sequen0e intensi&catrici e promotrici di guidare lespressione
genica! dipende sia dalla presen0a di una determinata cellula di enanchers
'intensi&catori) sia dallaccessibilit. del 65A a tali fattori ed allE5A polimerasi.
Questultimo requisito , fun0ione della struttura della cromatina. In particolare!
lassocia0ione del 65A con gli istoni di solito tende a bloccare lespressione genica
ostacolando lintera0ione delle proteine regolati"e con le sequen0e geniche
riconosciute. 9odi&ca0ioni degli istoni attra"erso lacetila0ione o la fosforila0ione
possono controllare la trascri0ione. In particolare si , notato come un iperacetila0ione
degli istoni coincide con una regione cromosomica ad alta atti"it. trascri0ionale! per
contro lipoacetila0ione di un istone causa geni fortemente inatti"i. Questo perch3 le
cariche positi"e della coda istonica tende a legarsi con le cariche negati"e dei gruppi
fosfato presenti nel 65A. Len0ima istone acetiltransferasi '=AT) catali00a laggiunta di
gruppi acetile alla coda degli istoni che quindi non si legano pi$ con il 65A e lo
rendono pi$ disponibile alla trascri0ione. Per contro la presen0a di un en0ima istone
deacetilasi '=6AC) catali00a il distacco dei gruppi acetile nella coda dellistone
restaurando la sua a?nit. con la carica negati"a presente nel 65A cosicch, "iene
inibita la trascri0ione.
Anche lassocia0ione di proteine non istoniche al 65A mantiene decondensata la
struttura della cromatina ed , quindi pi$ permissi"a per la trascri0ione! mentre alcuni
fattori di rimodellamento dei nucleosomi permette il riposi0ionamento di queste
strutture sen0a che si distacchino dal 65A ma rendendolo accessibile alle opera0ioni di
trascri0ione.
7n altro tipo di modi&ca0ione della struttura della cromatina a""iene attra"erso il
processo di metila0ione del 65A! causata dagli en0imi 65A metiltransferasi che crea
delle isole Cp8 'attra"erso un legame co"alente di un gruppo metilico con il CC delle
citosine) che "anno incontro a processi di massiccia metila0ione inibendo la
trascri0ione. In particolare questo processo sembra sia legato al mantenimento
inatti"o di determinati geni nel corso dello s"iluppo e si , "isto come alcune di queste
cellule siano metilate in maniera di"ersa nelluomo e nella donna. Questo fenomeno
"iene de&nito imprinting genomico. In questo modo uno dei due alleli! sia esso paterno
o materno "iene tenuto inatti"o per tutta la "ita dellindi"iduo in fun0ione del sesso
dello stesso. - a questa caratteristica che sono attribuite molte sindromi genetiche
che causano difetti dello s"iluppo.
La regola0ione dellatti"it. trascri0ionale di una cellula dipende quindi dalla struttura
della cromatina rispetto ad una determinata regione cromosomica nella quale si
tro"ano determinati geni ma anche dalla presen0a in una 0ona rispetto ad unaltra di
fattori di trascri0ione disponibili che possono o meno essere presenti in una
determinata area in fun0ione del programma di s"iluppo dellorganismo. #i possono
poi "eri&care dei segnali eRtra cellulari di di"ersa natura che possono modi&care
latti"it. di espressione genica di una cellula! per cui alcuni recettori presenti in una
determinata molecola! possono liberarsi per e@etto di una stimola0ione esterna e
trasferirsi allinterno del nucleo per atti"are lopera0ione di trascri0ione di geni che
normalmente sarebbero inatti"i.
Tutte queste opera0ioni di trascri0ione e matura0ione hanno una emi"ita "ariabile in
fun0ione della loro stabilit.. Cellule degradate "elocemente de"ono essere sinteti00ate
"elocemente mentre cellule pi$ stabili! come nel caso degli rE5A e tE5A! coin"olti nei
processi generali di sintesi proteica! hanno un li"ello di stabilit. tale per cui possono
essere sinteti00ati in maniera continua! cos4 da essere sempre disponibili! ma non ad
alta "elocit.. 8li mE5A in"ece! codi&cando speci&ci prodotti proteici! de"ono essere
sinteti00ati pi$ "elocemente per garantire una certa plasticit. cellulare che consente di
rimaneggiare lespressione genica in un tempo congruente rispetto la presen0a dello
stimolo. La regola0ione della stabilit. di un mE5A dipende dalle opera0ioni che
subisce! in particolare lelimina0ione del cappuccio in CC introdotto con il capping lo
rende facilmente e "elocemente degradabile.
Il processo di splicing permette ad alcuni geni di codi&care pi$ di una prodotto
proteico! gra0ie alla discontinuit. che si crea nel gene! unendo pi$ pe00i di"ersi tra
loro! mentre gra0ie allediting si pu2 dare la possibilit. al gene di codi&care pi$
prodotti di"ersi! a seguito della modi&ca del nucleotide.
Il sistema delle membrane della cellula , un insieme di strutture membranose che a
seconda dei "ari distretti in cui si tro"ano hanno fun0ioni e morfologie di"erse! pur
presentando la stessa struttura di base. La membrana che a""olge tutta la cellula e la
separa dal resto dellambiente si chiama membrana plasmatica. -ssa , in continuit.
con un sistema complesso di membrane! allinterno della cellula stessa chiamato
reticolo endoplasmatico! costituito da "escicole o cisterne o tubi che racchiudono
ca"it. comunicanti o meno con lambiente esterno. A sua "olta il reticolo
endoplasmatico si di"ide in rugoso 'E-E) o liscio 'E-L) a seconda che sia o meno
associato a ribosomi e quindi che sia o meno sede di sintesi proteica. -sso assume
caratteristiche morfologiche di"erse a seconda della posi0ione in cui si tro"a! ad
esempio la parte di reticolo che circonda il nucleo si di@eren0ia in parete nucleare
mentre nella parte pi$ esterna , in contatto con lapparato del 8olgi! anchesso un
sistema di membrane appiattite che s"olge una fun0ione importante per la secre0ione.
Tutte queste ca"it. presenti rappresentano dei "eri e propri microambienti allinterno
della cellula stessa. 5elle cellule eucarioti sono inoltre presenti "escicole membranose
che contengono sostan0e poten0ialmente pericolose come i calciosomi che sono
depositi dimanici di ioni Ca*A o i lisosomi che contengono en0imi inatti"i che
catali00ano la degrada0ione idrolitica di proteine o altre macromolecole o ancora i
fagosomi che contengono en0imi proteolitici. 5elle cellule neuronali ci sono in"ece
delle "escicole sinaitiche che trattengono un neurotrasmettitore. In&ne ci sono i
mitocondri! anchessi organuli membranosi che costituiscono le centrali energetiche
della cellula in quanto producono ATP 'adenosintrifosfato). -ntrambe i "ersanti della
membrana sono rispetti"amente ri"olti "erso lesterno e "erso linterno e questo
a""iene sia per la membrana cellulare che separa il citosol 'citoplasma fondamentale
della cellula) con lambiente eRtracellulare! sia per tutti gli apparati membranosi sopra
descritti quali il reticolo endoplasmatico e lapparato del 8olgi principalmente.
La struttura della membrana detta modello unitario a mosaico Duido , stato proposto
per la prima "olta nel 1/<* da #inger e 5icolson. La membrana , costituita da un
doppio strato molecolare di fosfogliceridi allinterno del quale sono inframe00ate
proteine singole o complessi proteici che in alcuni casi attra"ersano lintero spessore
della membrana! a@acciandosi da entrambe i lati. -sse si di"idono in proteine integrali
che possono essere separate dalla matrice lipidica solo da detergenti che distruggono
la membrana stessa e possono essere sia proteine trans membrana cio, che
attra"ersano lintera membrana! in quanto possiedono uno o pi$ domini idrofobi
oppure proteine ancorate a lipidi di membrana! gra0ie ad un legame co"alente tra un
amminoacido e un glicolipide per cui a"ranno lancora lipidica o allinterno o
allesterno della membrana. Le proteine periferiche in"ece si separano dalla
membrana mediante sostan0e polari o solu0ioni saline che non distruggono la
membrana stessa.
La membrana ha una struttura Duida come di un olio "iscoso che consente la
circola0ione di tutte le proteine in essa contenute e delle "arie molecole per lo
s"olgimento delle loro fun0ioni. La cellula stessa ne regola la giusta Duidit. per un suo
corretto fun0ionamento. Ci sono per2 dei fattori che possono inDuen0are tale Duidit.
ad esempio a causa di un alto contenuto di s&ngolipidi e colesterolo che la rendono pi$
rigida per cui le proteine in essa contenute! come le altre sostan0e restano bloccate al
loro interno! non di"enendo accessibili. 6altro canto un certo li"ello di rigidit.
consente ad alcune proteine di restare bloccate ad esempio nel citoscheletro o nella
matrice cellulare! rispetto al nucleo.
Il reticolo endoplasmatico , un insieme di tubi e sacchi appiattiti che si estende dalla
parete nucleare &no a tutto il citoplasma ed , formato da membrane che rappresenta
una por0ione sostan0iale della membrana della cellula. La membrana del reticolo ,
chiusa e delimitata da cisterne separate dallambiente citoplasmatico e lambiente di
tali cisterne! chiamato lume del reticolo , equi"alente allambiente eRtracellulare. Ci
sono tre por0ioni di reticolo: il E-L che , sede di rea0ioni metaboliche a carico di lipidi
e do"e a""iene la sintesi dei lipidi di membrana! il E-E do"e ci sono ribosomi
impegnati nella sintesi di proteine di membrana e di secre0ione e il E- di transi0ione
nel quale si formano le "escicole membranose che poi "anno "erso lapparato del
8olgi. 5el E-L la sintesi dei costituenti delle membrane cellulari a""iene ad opera di
en0imi situati nellinterfaccia tra il citosol e lambiente! per questo i fosfogliceridi e gli
altri lipidi di membrana si tro"ano in questa parte della membrana del reticolo.
Tutta"ia gra0ie ad un en0ima detto Dippasi i lipidi sono poi distribuiti lungo il lato
luminale. Anche gli ormoni deri"ati dal colesterolo sono sinteti00ati nel E-L.
Lapparato del 8olgi , un organico formato da cisterne appiattite delimitate da
membrana ed ha due interfacce! una pi$ con"essa ri"olta "erso il nucleo e il E- detta
cis ed una meno con"essa detta Trans ri"olta dallaltra parte. >eicolati da "escicole di
trasposto! i lipidi! le proteine di membrana e quelle di secre0ione arri"ano sul "ersante
cis! "engono elaborate! modi&cate ed in&ne sele0ione per raggiungere il proprio
speci&co sito d a0ione passando dal trans do"e si staccano "escicole membranose che
portano le proteine a destina0ione.
9entre le proteine destinate al nucleo o al citoplasma sono sinteti00ate da ribosomi
citoplasmatici! quelle che sono destinate ai "ari organuli cellulari o alla membrana
esterna e quelle di secre0ione sono sinteti00ate nel reticolo endoplasmatico.
Attra"erso una serie di esperimenti tramite pulseSchase'prima si forniscono
amminoacidi radioatti"i poi si boni&ca il terreno) si , compreso che le proteine
destinate ad abbandonare la cellula fanno un tragitto 'chiamato "ia secretoria) che
tramite le "escicole "a dal reticolo endoplasmatico allapparato del 8olgi e poi alle
"escicole secretorie ed in&ne allambiente eRtracellulare. Quelle in"ece destinate ai
comparti membranosi sono sempre sinteti00ate nel E- ma non si ri"ersano nelle sue
cisterne ma! a seconda della loro destina0ione seguono la parte di "ia secretoria a cui
sono interessate.
Le proteine di secre0ione sono sinteti00ate nel E-E ad opera di ribosomi che non sono
stabilmente associati ad esso ma sono destinati a lui alloccorren0a. -sse ini0iano tutte
con una sequen0a segnale amminoBterminale costituita da amminoacidi idrofobi che
indiri00a al E-E il ribosoma su cui , da poco ini0iata al tradu0ione. Quando la sequen0a
segnale emerge dal ribosoma! si lega ad una particella formata da un piccolo E5A
citoplasmatico che si chiama #EP 'particella di riconoscimento del segnale) che blocca
la tradu0ione e lega un recettore speci&co presente sulla membrana del E-E. L#EP si
stacca e la sequen0a segnale interagisce con un complesso di trasloca0ione della
proteina nascente presente sul E-E ed , inserita su un canale di membrana formato
da tre subunit. chiamato traslocone e la tradu0ione riprende. La sequen0a segnale ,
tagliata da una peptidasi del segnale e la proteina , rilasciata nel lume del E-E.
Le proteine di membrana sono di"ise in due categorie: integrali! che attra"ersano
completamente la membrana e periferiche che in"ece interagiscono in modo indiretto
con la membrana! a "olte anche per il tramite delle proteine integrali. Le proteine
integrali di tipo trans membrana sono inserite nel doppio strato lipidico della
membrana ma non "engono rilsciate! come quelle di secre0ione allinterno del lume
del reticolo! restando in"ece immerse allinterno della membrana! gra0ie alle loro parti
idrofobe ed alla presen0a di speci&che sequen0e amminoacide allinterno dello
spessore della membrana. La regione idrofoba della membrana funge da blocco della
trasloca0ione ancorando la membrana mentre la tradu0ione prosegue nel citoplasma
do"e si tro"er. la regione del traslocone da cui a"e"a ini0iato la tradu0ione e esso si
dissol"er. lasciando la proteina a contatto con lo strato della membrana. In alcune
con&gura0ioni pi$ complesse le proteine possiedono pi$ domini nello strato
membranoso!ognuno dei quali ha una sequen0a segnale e quella non rimossa pi$
orientare la proteina! facendola ripiegare su se stessa pi$ e pi$ "olte. Cos4 la catena
a"r. pi$ regioni idrofobe immerse nella membrana! pi$ regioni idro&le immerse nel
lume o nel citoplasma e le anse di collegamento fra questi domini. Questa
con&gura0ione fa si che come per i lipidi la proteina sia rigidamente posi0ionata nella
membrana e per questo destinata a s"olgere fun0ioni orientate dai suoi domini e dalla
sua posi0ione.
5el E- sono completati i processi di ripiegamento della proteina e di sintesi della
struttura ter0iaria e quaternaria per le proteine che la possiedono ed ini0ia anche il
processo di gilicosila0ione delle proteine ad opera di residui di aspargina! un
oligosaccaride che poi "a incontro a modi&ca0ione nellapparato del 8olgi. Le proteine
che non sono ben sinteti00ate e non hanno un corretto a""olgimento "engono
rapidamente riportate nel citoplasma per essere degradate.
5ellapparato del 8olgi la fase di glicosila0ione "iene portata a matura0ione gra0ie alla
presen0a di speci&ci en0imi che dipendono dalla struttura delle proteine stesse. Oltre
al processo di glicosila0ione nellapparato del 8olgi si s"olgono la fosforila0ione delle
glicoproteine o degli oligosaccaridi destinati a compartimenti cellulari quali i lisosomi.
Inoltre a""iene anche la forma0ione di ancore lipidiche che sporgono dallambiente
eRtracellulare. Queste ancore si creano gra0ie un legame co"alente con un glicolipide
'8PI) e questo solo per le proteine destinate alla membrana plasmatica. 6alla faccia
trans del 8olgi si staccano le "escicole che destinano le proteine "erso le loro fun0ioni.
8ra0ie ad una particolare sequen0a di amminoacidi di cui sono dotate!in questo
processo a""iene una sele0ione delle stesse! per cui alcune destinate a formare la
membrana del 8olgi sono trattenute al suo interno 'come a""iene nel E-E) altre
in"ece sono caricate e trasportate nelle "escicole.
Anche le "escicole sono formate da proteine di tipo strutturale! di ri"estimento!
proteine adattatrici e proteine che legano il 8TP a picche proteine 8 e ancora piccole
proteine Eab. Il fatto che le "escicole siano formate da tutte queste proteine di"erse fa
si che esse possano s"olgere la loro fun0ione di trasporto in maniera seletti"a ed a
bersagli di"ersi. 7na particolare proteina la clatrina s"olge un ruolo molto importante
nella forma0ione delle "escicole secretorie in quanto gra0ie alla sua struttura ed ai
legami che instaura con le altre proteine acquisisce la forma distorta e fa"orisce la
gemma0ione della "escicola. Le "escicole membranose destinate alla secre0ione si
uniscono alla membrana plasmatica attra"erso un processo detto esocitosi che pu2
a""enire per "ia costituti"a che regolata. 5el primo caso la "escicola gemmata
procede lentamente "erso la membrana plasmatica e si fonde direttamente con essa.
5el secondo caso in"ece la fusione con la membrana bersaglio a""iene attra"erso una
serie di fattori proteici. In pratica le proteine Eab facilitano la""icinamento delle
"escicole con le proteine bersaglio e linter"ento di proteine di trans membrana #5AE-
facilitano la forma0ione di coppie tra le "escicole e la membrana bersaglio che si
stringono insieme &no a formare la fusione.
La membrana plasmatica forma una barriera &sica tra lambiente acquoso
intracellulare e quello eRtracellulare e la comunica0ione con lambiente esterno
a""iene attra"erso lesocitosi e lendocitosi. 5el primo caso le "escicole si uniscono
alla membrana! nel secondo caso tratti membrana si staccano formando delle
"escicole chiamate endosomi che trasportano allinterno frammenti di membrana e
parti di liquido che ha inglobato allesterno e insieme ad esse le sostan0e e le
particelle che contengono. 8eneralmente queste "escicole si fondono con i lisosomi!
con un contenuto acido e una serie di en0imi idrolitici che sono in grado di digerire le
"arie macromolecole. -ssi sono poi sinteti00ati nel E- e il processo si ripete.
I lisosomi sono "escicole membranose contenenti en0imi idrolitici che "engono
utili00ati per la demoli0ione delle macromolecole. La natura degli en0imi "aria in
fun0ione della cellula do"e si tro"ano. -ssi sono sinteti00ati nel reticolo
endoplasmatico e poi trasferiti allapparato del 8olgi che li rilascia tramite lisosomi.
Questi ultimi! oltre a contribuire alla demoli0ione e digestione di proteine e corpi non
pi$ necessari alla cellula partecipano anche a numerosi processi morfogenetici.
I mitocondri sono organuli coin"olti nella produ0ione di energia allinterno della cellula
eucariote! trasformando lenergia contenuta nei carboidrati! lipidi e amminoacidi in
ATP mediante il ciclo di 1rebs e la fosforila0ione ossidati"a. I mitocondri possiedono
una membrana interna ed una esterna e quindi due compartimenti distinti! quello
interno chiamato matrice mitocondriale e quello tra le due membrane! chiamato
camera mitocondriale esterna. Allinterno della matrice mitocondriale la parte interna
della membrana si ripiega creando delle creste mitocondriali e nellinterno c, la
matrice! do"e c, la sede delle principali rea0ioni di trasforma0ione in ATP. In essa sono
contenuti speci&ci en0imi necessari allo s"olgimento del ciclo di 1rebs ed un
cromosoma! proprio del mitocondro e completamente indipendente dal 65A nucleare
e che codi&ca alcuni prodotti e geni per rE5A e tE5A proprie ma la maggior parte delle
proteine mitocondriali sono sinteti00ate nel citosol ad opera del 65A nucleare e poi
importate nei mitocondri con speci&ci indiri00amenti.
La teoria sulla scoperta dei mitocondri nasce nel 1/M< ad opera di 9argulis e dalla
successi"a teoria endosimbiotica secondo la quale una cellula procariote aerobia si sia
unita con una cellula eucariote anaerobia! secondo un processo fagocitotico nel quale
la cellula eucariote ha inglobato la procariote. Questa associa0ione ha permesso alle
cellule eucarioti di usare lossigeno per la produ0ione di ATP con conseguente
produ0ione di molta pi$ energia di quella che si pote"a ottenere sen0a la presen0a
dellossigeno. Il processo fagocitotico che ha portato alla nascita degli eucarioti
spiegherebbe la presen0a nei mitocondri del gene proprio come nei procarioti! la
di@eren0a di costitu0ione delle sue membrane!con quella esterna simile alle
membrane eucarioti e quella interna simile alla membrana procariote! dotata cio, di
un fosfolipide chiamato cardiolipina. Inoltre i mitocondri al loro interno hanno i
citocromi! che si tro"ano sulla membrana interna plasmatica dei procarioti.
La glicol4si , un processo metabolico mediante il quale! in condi0ioni di
anaerobiosi non stretta! una molecola di glucosio "iene scissa in due molecole
di piru"ato al &ne di generare molecole ad alta energia! come ATP e 5A6=.
La fun0ione principale dei mitocondri , quella di produrre energia. Le fasi ini0iali della
degrada0ione del glucosio e degli acidi grassi ha ini0io nel citoplasma. Il piru"ato e gli
acidi grassi sono importati nella matrice mitocondriale e utili00ati per formare
molecole di acetilcoen0ima A 'AcetilcoA) le quali entrano nel ciclo di 1reb 'o ciclo
dellacido citrico) e attra"erso una serie di rea0ioni chimiche! lAcetilcoA , trasformato
in CO*. 8li elettroni liberati dallossida0ione! ad alta carica energetica "engono
catturati dal molecole quali la nicotinammideBadeninaBdinucleotide '5A6) o la Da"inaB
adeninaBdinucleotide 'KA6) e ceduti ad altre molecole trasportatrici situate nella
membrana mitocondriale interna e trasferiti ad ossigeno molecolare. Le molecole di
5A6 e KA6 possono tro"arsi quindi allinterno del mitocondro sia in forma ossidata cio,
pri"a di elettroni che in forma ridotta cio, carichi di elettroni '5A6A e KA6 nel primo
caso e 5A6= e KA6=* nel secondo). A?nch, lenergia prodotta dagli elettroni non sia
completamente rilasciata allossigeno molecolare il trasferimento a""iene a proteine
carriers che comprendono anche i citocromi che costituiscono la catena di trasporto
elettronico e nel corso del trasferimento gli elettroni rilasciano energia libera che ,
utili00ata da alcune proteine della catena per spingere i protoni dalla matrice
mitocondriale alla camera mitocondriale esterna. -ssendo per2 le membrane
mitocondriali particolarmente impermeabili essi anche se "engono spinti con for0a non
possono attra"ersale se non per opera di altri complessi proteici denominati ATP
sintasi attra"erso i quali i protoni possono deDuire e per e@etto di questo processo
"iene prodotta lATP a partire dall A6P e da gruppi fosfato presenti nel citoplasma.
Questo processo si chiama fosforila0ione ossidati"a.
Oltre a questo unaltra importante fun0ione s"olta dai mitocondri insieme al reticolo
endoplasmatico , quella di partecipare ai processi di morte cellulare per apoptosi. La
cellula pu2 giungere a morte per necrosi ma in questo caso essa si rigon&a &no a
scoppiare e spargere tutto il suo citoplasma nellambiente eRtracellulare con
conseguente in&amma0ione oppure pu2 giungere ad una morte programmata per
apoptosi che consiste nel disassemblamento di tutte le pareti della cellula e la loro
elimina0ione attra"erso il processo di fagocitosi. Con lapopstosi la cellula si contrae e
attra"erso una serie di en0imi lentamente "engono smantellate le "arie parti: il 65A
"iene frammentato in segmenti! la super&cie cellulare perde il contatto con le cellule
circostanti e si formano delle "escicole chiamati corpi apoptotici che "engono poi
fagocitati. Questo processo pu2 a""enire per una "ia intrinseca ed una estrinseca. 5el
primo caso esso a""iene ad opera di ricettori di membrana! nel secondo inter"engono
i mitocondri. In entrambe i casi , atti"ata dallen0ima PclB*.
7nulteriore elemento della cellula , costituito dal Citoscheletro! un insieme di
strutture proteiche che determina la morfologia della cellula. #ono strutture proteiche
ad alta dinamicit. e possono essere rimaneggiate e assemblate e disassemblate
secondo la necessit. della cellula. Il citoscheletro s"olge inoltre importanti fun0ioni per
la motilit. della cellula! per la di"isione cellulare! per il mo"imento ed il trasporto di
molecole e organuli interni. Le tre strutture principali di proteine che formano il
citoscheletro sono i micro&lamenti! i &lamenti intermedi e i microtubuli. -sse sono
tenute insieme tra loro e con la membrana attra"erso numerose proteine accessorie.
I micro&lamenti sono &brille con diametro di < nm e sono costituite da due &lamenti di
una proteina chiamata actina che sono a""olti tra di loro. #i tro"ano particolarmente
nella parte periferica della cellula! al di sotto della membrana plasmatica. Lactina ,
una proteina globulare che possiede due estremit. di"erse che le permettono di
interagire secondo modalit. testaBcoda con altre actine e allungarsi in un polimero
&lamentoso chiamato actina K. Poich3 i singoli monomeri di actina sono fortemente
instabili e quindi si assemblano e disassemblano rapidamente! mole delle loro fun0ioni
dipende dalla capacit. di allungarsi attra"erso legami con nucleotidi ATP o A6P e
polimeri00arsi in micro&lamenti. 9olte sono le proteine che legano lactina nella forma
globulare! tra cui la spectrina e lactinina che consentono ai "ari &lamenti di formare
legami incrociati tra di loro o la distro&na e la catenina che li legano in"ece alla
membrana permettendo lintegrit. delle cellule e nel tessuto muscolare permette la
resisten0a alla contra0ione. Proprio questa resisten0a allallungamento consente di
e@ettuare estroDessioni pi$ o meno bre"e. Altre proteine come le miosine che sono
proteine motrici permettono in"ece la contra0ione delle strutture cellulari attra"erso la
trasforma0ione di energia ATP in energia meccanica. 5ella &bra muscolare la miosina
crea dei lunghi &lamenti che si alternano parallelamente a quelli di actina formando
delle strutture subcellulari chiamate sarcomeri! do"e le teste della miosina sporgono
dai &lamenti e lo scorrimento lungo il polimero dellactina con conseguente
contra0ione del muscolo. 7naltra fun0ione dei micro&lamenti , quella di fa"orire la
di"isione cellulare gra0ie ad un anello contrattile che si forma al dis sotto della
membrana e genera una stro00atura che di"ide la cellula in due. Altre miosine non
con"en0ionali! chiamate miosina I sono dotate di una coda corta e quindi sono
incapaci di formare polimeri per cui s"olgono una fun0ione di mo"imento e trasporto di
strutture quali "escicole membranose o altri organuli.
I &lamenti intermedi sono &brille costituite proteine eterogenee distribuite sia sul
nucleo sia nel citosol di tutte le cellule ai quali conferiscono resisten0a meccanica e
integrit. strutturale. Alcune di queste chiamate lamine formano la lamina nucleare che
ri"este e sostiene la parete nucleare. I &lamenti citoplasmatici in"ece danno resisten0a
a tutti gli altri compartimenti cellulari e conferiscono anche stabilit. ai microtubuli. La
struttura di tutte queste proteine! pur essendo molto eterogenee tra loro! , omogenea
ed , ad alfa elica &lamentosa con due estremit. globulari molto "ariabili. Ogni
proteina dei &lamenti intermedi , un monomero e associandosi tra di loro producono i
&lamenti de&niti"i. Allo stadio &nale sono molto compatti e non hanno le stesse
caratteristiche di dinamicit. dei micro&lamenti per questo hanno principalmente
fun0ioni strutturali! come le citocheratine delle cellule epiteliali.
I microtubuli sono in"ece tubi ca"i formati da una proteina chiamata tubulina la quale
a sua "olta , composta da due dimeri uniti fra di loro detti alfa e beta tubulina. 7n
ter0o tipo si chiama T tubulina. I dimeri di alfa e beta tubulina si uniscono a formare
proto &lamenti in maniera parallela ad altri! formando dei foglietti costituiti da 1:
proto&lamenti. A questo punto si richiudono e formano un cilindro con la parte centrale
ca"a. -ssi tendono a formarsi nel centrosoma per poi estendersi lungo la periferia.
-ssi s"olgono fun0ione di architettura cellulare! inoltre partecipano alla di"isione
cellulare formando il fuso mitotico. Anche i microtubuli come i micro&lamenti hanno
proteine che li stabili00ano! che li destabili00ano ed altre che si muo"ono lungo di essi
fa"orendo il trasporto di organuli e "escicole membranose. Queste proteine si
chiamano 9AP. Le proteine che fa"oriscono il mo"imento! anchesse della stessa
famiglia! si chiamano chinesine e le dineine! questultime con dimensione
maggiore!che si spostano lungo i microtubuli in dire0ioni opposte! la prima "erso la
parte positi"a! laltra "erso la parte negati"a.
6urante la sua "ita la cellula attra"ersa una serie di fasi che si ripetono a cicli regolari
che ne fa"oriscono la di"isione e la crescita. In passato si pensa"a che il periodo di
massima atti"it. cellulare fosse quello della di"isione cellulare e tutto il resto del
tempo si chiama"a interfase. In realt. in questa interfase si s"olgono una serie di fasi!
la prima subito dopo la di"isione chiamata fase 81 in cui la nuo"a cellula s"olge
intensa atti"it. di trascri0ione e tradu0ione che porta al suo accrescimento. #egue la
fase # do"e tutto il materiale genetico "iene replicato per essere poi di"iso. #i passa
poi alla fase 8* in cui "engono completati i processi di sintesi macromolecolari per
procedere alla di"isione e poi si passa alla di"isione "era e propria! la 9itosi do"e i
cromosomi i condensano i centrosomi si di"idono ai lati opposti della fase ed ini0ia a
crearsi il fuso mitotico. Lin"olucro nucleare si dissol"e! i mucrotuboli entrano in
contatto con i centromeri e i cromosomi si spostano sempre di pi$ ai lati! si
decondensano! danno origine ai due nuo"i nuclei e la di"isone si completa con la
stro00atura ad opera dei micro&lamenti. Ogni nuo"a cellula &glia a"r. LM cromosomi.
Kanno ecce0ione le cellule prodotte dalle gonadi! le cellule germinali che sono
destinate a partecipare alla riprodu0ione sessuale! le quali nella meiosi riducono il
numero dei loro cromosomi da LM a *: e si chiamano per questo aploidi. Con lunione
e la feconda0ione di due cellule si ricostituisce il patrimonio genetico.
5umerosi meccanismi di controllo inter"engono nel ciclo cellulare per garantire che si
passi da una fase allaltra solo dopo che si sono "eri&cate condi0ioni di completamento
di tutta la fase precedente. Ad esempio tra i fattori regolati"i ci sono le proteine cicline
che garantisce il passaggio dalla fase 81 alla fase #. C, poi una fase di controllo in
questo particolare passaggio do"e "iene "eri&cato che la cellula possieda tutti i fattori
di crescita e nutrienti necessari dopo la di"isione. #olo se ha superato questo controllo
la cellula entra in fase #! altrimenti "iene regredita in fase 8+. 7n altro punto di
controllo , in fase 8* do"e ci si accerta che la replica0ione del 65A sia completa e che
questo non sia danneggiato! in particolare gra0ie al fattore di trascri0ione pC: che! in
caso di danno del 65A ne blocca la replica0ione cos4 da e"itare che si creino cellule
con un 65A malato. #e il 65A , buono e quindi si pu2 procedere alla di"isione! il pC:
"iene degradato.
Tra le cellule di un organismo quelle dei neuroni ini0iano il di@eren0iamento &nale dopo
un periodo di forte prolifera0ione! al termine del quale a""iene un processo di mitosi
che ne segnala la &ne e porta le cellule in fase 8+. In questo modo le cellule neuronali!
pur essendo metabolicamente atti"e non si di"idono per cui! non replicando il 65A
esse dedicheranno la loro energia al mantenimento di fun0ioni speciali00ate.
8ra0ie allin"en0ione del microscopio ed alla nascita delle neuroscien0e! si , compreso
che anche i nostri processi mentali hanno radici biologiche! e si , scoperto lesisten0a
delle cellule ner"ose! nellencefalo! chiamate neuroni. La prima "isuali00a0ione dei
neuroni al microscopio si , a"uta gra0ie a Camillo 8olgi! medico italiano che in"ent2
un sistema di colora0ione detto rea0ione nera! attra"erso il quale fu possibile per la
prima "olta larchitettura delle cellule neuronali! gra0ie alla loro impregna0ione con
#ali di argento che li rese "isibili al microscopio su base chiara. Con la stessa tecnica
fu possibile "isuali00are anche i loro processi e le strutture intracellulari come
lapparato del 8olgi che ha preso da lui il nome. Con questo metodo egli postul2 la
teoria reticolare la quale propone"a che lencefalo fosse costituito da neuroni collegati
tra loro gli uni agli altri attra"erso i loro processi in modo da formare un reticolo
cellulare ininterrotto. Ku #antiago CaUal che formul2 in"ece la teoria del neurone!
nettamente contrapposta a quella di 8olgi! nella quale egli sostene"a che ciascun
neurone , in grado di comunicare con gli altri attra"erso particolari punti di
connessione 'a cui poi #herrington diede il nome di #inapsi) stabilendo quindi che
ciascun neurone , separato e distinto dagli altri! pur a"endo una teoria complessa! e
che possono collegarsi tra loro solo attra"erso le sinapsi. Le moderne tecniche
microscopiche hanno dato ragione a questultimo. Oggi si sa che ogni neurone ha la
capacit. di generare impulsi e trasmetterli alle altre cellule e che accanto ad essi ci
sono uninsieme di cellule accessorie! chiamate cellule gliali che supportano i neuroni
dal punto di "ista metabolicoSfun0ionale.
I neuroni sono caratteri00ati da una marcata polari00a0ione morfologica in quanto
hanno compartimenti subcellulari con fun0ioni speci&che. 5el neurone distinguiamo il
soma o corpo cellulare che , la sede del nucleo e di una cospicua quantit. di
citoplasma.In esso a""engono le principali atti"it. biosintetiche e trascri0ionali. 8li
E5A messaggeri sinteti00ati sono tradotti su ribosomi liberi del citoplasma o legati al
reticolo endoplasmatico rugoso a seconda della destina0ione &nale delle proteine. 5el
primo caso! sono en0imi citoplasmatici o nucleari o proteine del citoscheletro. 5el
secondo in"ece sono prodotti che possono partecipare alla costitu0ione della
membrana plasmatica o prodotti di secre0ione tra cui anche ormoni!
neurotrasmettitori o neuro ormoni. Queste proteine attra"ersano lapparato del 8olgi e
sono impacchettate e trasportate nei siti fun0ionali speci&ci. Altra parte del neurone
sono i dendriti che costituiscono processi cellulari rami&cati che partono dal corpo
cellulare e se ne allontanano per una certa distan0a lassone! altra dirama0ione che
sta"olta parte da una 0ona particolare del soma chiamata monticolo assonico e che si
pu2 portare a distan0e molto ele"ate! superiori a quelle dei dendriti. Alla sua base si
pu2 s&occare in rami&ca0ioni collaterali alle cui termina0ioni tro"iamo le sinapsi.
Tenendo conto di questa struttura caUal ha elaborato il principio della polari00a0ione
dinamica! secondo il cui il Dusso dellinforma0ione "iene raccolto dai dendriti e
attra"ersa il neurone! producendo delle perturba0ioni che sono poi elaborate e se i
segnali superano una certa soglia si produce un segnale di uscita che si incanala lungo
lassone e "iene destinato alle cellule bersaglio! secondo la speci&cit. del segnale. Ci2
che garantisce lidentit. e la fun0ione delle "arie parti del neurone , garantita dalle
di@eren0e nella composi0ione della sua membrana plasmatica! in fun0ione del
compartimento cellulare delimitato e la disposi0ione ordinata delle strutture
subcellulari ! garantite dal citoscheletro e dai sistemi interni di membrana. 8ra0ie a ci2
il neurone pu2 mantenere la sua polari00a0ione morfologica. Anche i dendriti sono
composti da sinapsi formate da altri neuroni che permettono ai primi di raccogliere le
informa0ioni pro"enienti dallesterno. Le sinapsi che permettono la raccolta di
informa0ioni si chiamano a@erenti e si di@eren0iano da quelle poste sullassone che
in"ece si chiamano e@erenti. 7n neurone pu2 a"ere migliaia di sinapsi a@erenti e
sempre un numero pi$ basso di e@erenti. Linforma0ione ner"osa che rice"e pu2
essere primaria! cio, pro"enire da input ambientali tradotti poi in impulsi ner"osi che
elaborata cio, prodotta direttamente dai neuroni in risposta alla rice0ione di impulsi
ner"osi pro"eniente da altri neuroni. 5ello speci&co tutti i dendriti hanno una sorta di
spine! piccole protuberan0e da cui entrano le informa0ioni che possono a"ere un
e@etto eccitatorio o inibitorio. Il soma raccoglie tutte le informa0ioni e quando quelle
eccitatorie sono superiori a quelle inibitorie! nel neurone si scatena un impulso
ner"oso che percorre lassone ed , condotto &no alle sinapsi e@erenti e destinato
quindi alle cellule bersaglio. Il ruolo di misuratore delle informa0ioni rispetto alla soglia
minima , s"olto dal monticolo assonico. Lassone , ri"estito di una guaina chiamata
mielina che rende pi$ rapida ed e?ciente la neurotrasmissione. Linforma0ione "iene
trasferita alle cellule bersaglio gra0ie alla fessura sinaptica a cui si agganciano le
sinapsi poste ai capi delle giunture dellassone.
5el nostro sistema ner"oso esistono una molteplicit. di neuroni molto di"ersi fra loro.
6a un punto di "ista fun0ionale essi si possono classi&care in neuroni sensoriali!
interneuroni e motoneuroni. 6a un punto di "ista della complessit. dei processi 'detti
neuriti) essi si possono classi&care in base al modo in cui i neuriti emergono dal corpo
cellulare. Parliamo di neuroni unipolari se si tratta di ununica semplice emergen0a
posta sul soma che si biforca in un dentrite ed un assone. #ono in"ece bipolari i
neuroni che hanno due emergen0e! poste ai lati opposti del soma e che hanno
ciascuno un dendrite ed un assone. In&ne sono multipolari i neuroni con molte
emergen0e da cui hanno origine dendriti ed assoni in quantit. "ariabile. Linsieme di
cellule che partecipano con i neuroni alla costitu0ione del sistema ner"oso centrale
sono dette cellule della ne"roglia o neuroglia e rappresentano le cellule gliali di"ise in
astrociti! microglia! cellule ependimali e oligodendriti e cellule di schVann.
8li astrociti possono costituire &no al C+; del "olume delle strutture cerebrali e sono
cellule stellate che a""olgono per intero i neuroni! sinapsi comprese ed anche le altre
cellule gliali. Il citoplasma di tali cellule , composto da faci &lamentosi formati da una
proteina chiamata proteina acida &brillare gliale '8KAP). #"olgono parecchie fun0ioni
tra cui produrre numerosi fattori di crescita e molecole di adesione e proteine della
matrice eRtracellulare. Partecipano quindi al processo di sopra""i"en0a e migra0ione
dei neuroni. Inoltre partecipano al loro metabolismo energetico fornendo substrati
nutriti"i e scambiando con essi prodotti della glicosi e della respira0ione cellulare.
Inoltre collaborano con i neuroni a li"ello della trasmissione! sia per il processo di
condu0ione che di riciclo dei neurotrasmettitori. In&ne essi prendono contatto con i
capillari encefalici e sono responsabili delle giunture delle cellule endoteliali. Inoltre
sequestrano anche sostan0e neuroatti"e e in caso di traumi possono di"entare
ipertro&ci.
La microglia ha una importante fun0ione macrofagica garantendo durante la fase dello
s"iluppo del sistema ner"oso il rimodellamento delle "arie strutture ner"ose!
fagocitando tutte quelle cellule che andando incontro al programma di morte cellulare
lasciano residui. 5el sistema ner"oso adulto in"ece garantiscono lomeostasi di tutto il
microambiente.
Le cellule ependimali sono disposte in uno strato che delimita la ca"it. interna del
sistema ner"oso centrale e formano una stretta connessione con gli astrociti. La loro
fun0ione fondamentale , quella di esser fonte di cellule staminali che possono
di@eren0iarsi sia in cellule gliali che in neuroni! permettendo quindi
lautorigenera0ione! se pure entro certi limiti.
8li oligodendrociti e le cellule di schVann si tro"ano rispetti"amente nel sistema
ner"oso centrale e in quello periferico. -sse si a""olgono intorno ai neuroni formando
la mielina che , formata per il :+; da proteine e il resto da lipidi e questultima agisce
come una guaina isolante che impedisce la dispersione degli impulsi ner"osi
garantendo una condu0ione assonica pi$ rapida ed e?ciente. #ono mie lini00ati solo
gli assoni che necessitano di arri"are a strutture pi$ lontane dai corpi cellulari e quindi
hanno bisogno di unalta "elocit. di condu0ione del segnale. -ssa ini0ia a s"ilupparsi
nel tardo periodo fetale del sistema ner"oso e continua &no ai *+ anni di "ita di
ciascun indi"iduo. 9entre gli oligodendrociti si a""olgono a pi$ assoni "icini! le cellule
di schVann si a""olgono intorno ad un solo assone. In pratica i processi di queste
cellule si appiattiscono! riducono la quantit. di citoplasma e si a""icinano alle super&ci
della membrana e poi si a""olgono intorno al tratto assonico. Poich3 le celllule gliali
sono pi$ piccole dellassone! a"remo lungo la sua lunghe00a tanti tratti di mielina!
separati da tratti isolai detti internodi e tratti pi$ bre"i sen0a mielina detti nodi di
Ean"ier. Tale opera0ione di riconoscimento delle membrane delle cellule gliali e
dellassone e il compattamento della prima sullassone "iene mediato dalla proteina
9A8. 7naltra proteina chiamata 9PP partecipa al compattamento delle lamine
membranose. In&ne gli oligodendrociti hanno una proteina proteo lipidica PLP che
partecipa anchessa in questa opera0ione di compattamento. Le cellule di schVann
hanno in"ece una proteina + Po che , coin"olta in questo processo di adesione. #e si
"eri&ca unaltera0ione nella struttura della mielina o alcuni assoni sono demielini00ati !
ad esempio a causa della perdita della proteina 9PP si possono "eri&care di"erse
malattie generati"e a li"ello del sistema ner"oso tra cui nelluomo la sclerosi multipla!
do"e si creano delle aree di distru0ione della mielina dette placche.
CAPITOLO C
Considerando la caratteristica di spiccata idrofobia della membrana plasmatica!
lingresso di molecole e ioni allinterno della cellula de"e obbligatoriamente passare
per dei trasportatori speci&ci. Il trasporto pu2 essere di tipo atti"o o passi"o. 5el caso
di trasporto passi"o! le molecole si muo"ono secondo il loro gradiente di
concentra0ione del soluto attra"erso un sistema di di@usione! cio, di uno spostamento
naturale delle molecole dalla 0ona a pi$ bassa concentra0ione alla 0ona a pi$ alta
concentra0ione &no a raggiungere una condi0ione di annullamento del gradiente
stesso! ossia di equilibrio di concentra0ione. Questo perch3 quando si , raggiunto
lequilibrio un casuale spostamento di una molecola da una parte allaltra sar.
compensato da un altro casuale spostamento in senso in"erso. Anche le molecole di
acqua poste ad esempio in due membrane semipermeabili 'cio, con dei pori di
apertura) si spostano &no a raggiungere lequilibrio secondo il principio dellosmosi!
secondo il quale! in caso di aggiunta nellacqua di 5aCI in una delle due membrane! il
legarsi del sale alle molecole di acqua libere ne causa uno squilibrio rispetto alle due
membrane. >isto che le molecole di acqua ioni00ate non possono attra"ersare la
membrana! si "eri&ca uno spostamento delle molecole di acqua libere nellaltra
membrana per raggiungere lequilibrio. 'La cellula passa da una situa0ione ipertonica
ad un ipotonica a seguito dellingresso dellacqua) #e le sostan0e che attra"ersano la
membrana sono dotate di carica elettrica per raggiungere la situa0ione &nale di
equilibrio si do"ranno tenere in considera0ione non solo la concentra0ione molecolare
ma anche le for0e elettrostatiche! in quanto con il trasporto passi"o si raggiunge
anche lequilibrio elettrochimico. In&ne una caratteristica importante per il trasporto
passi"o , che esso a""iene sen0a dispendio di energia. -sso si pu2 "eri&care per
di@usione semplice o di@usione facilitata.
#i parla di di@usione semplice nel caso di passaggio di molecole per le quali la
membrana plasmatica non costituisce una barriera. Parliamo quindi di molecole
apolari di piccole dimensioni altamente liposolubili quali O* CO* e 5* e piccole
molecole par0ialmente o completamente idrofobe. Il passaggio a""iene liberamente!
sfruttando gli spa0i che di "olta in "olta si formano fra le code dei fosfogliceridi. Il
grado di "elocit. , direttamente propor0ionale al grado di solubilit. della molecola nei
lipidi. 8li ioni liberi in"ece non possono attra"ersare la membrana con la di@usione
semplice! per "ia delle molecole di acqua ad esse legate! se non in quantit.
trascurabili.
La di@usione facilitata permette in"ece il passaggio di molecole altamente idro&le e di
ioni liberi! attra"erso la media0ione di appropriati complessi proteici piuttosto speci&ci!
secondo le molecole da trasportare! che sono immerse nello spessore della membrana
plasmatica e si a@acciano su ambedue i "ersanti. #i chiamano proteine canale e
proteine carrier. La di@usione facilitata si distingue inoltre da quella semplice anche
perch3 la "elocit. di trasporto dipende dal li"ello di satura0ione! per cui una "olta che
esso , stato raggiunto essa non aumenta pi$! in"ece nel caso della di@usione
semplice! il grado di "elocit. di trasporto dipende dallaumento di concentra0ione della
molecola. Pi$ , concentrata pi$ si sposter. "elocemente nella parte a bassa
concentra0ione secondo il gradiente di concentra0ione. 5ella di@usione facilitata
in"ece le proteine carrier o canale possono trasportare un certo li"ello di molecole &no
a che non raggiungono un li"ello di satura0ione tale per cui non possono pi$
raccogliere altre molecole e lunico modo per aumentarne il trasporto , aumentare Wil
canaleX cio, le proteine ad esso deputate. 7n caso particolare di di@usione facilitata
sen0a limiti di trasporto , quello delle molecole di acqua che sono trasportate
attra"erso le acquaporine le quali essendo molto abbondanti non consentono mai di
raggiungere il li"ello di satura0ione. Il passaggio delle molecole con le proteine carrier
a""iene gra0ie al fatto che esse si legano in modo diretto con il soluto creando un
complesso carrierBsoluto in"ece le proteine canale interagiscono con le molecole in
modo pi$ debole permettendo il passaggio attra"erso un poro idro&lo. Le proteine
carrier sono deputate sia al trasporto passi"o che atti"o! usano cio, una adeguata
sorgente di energia per fare un trasporto controcorrente! e sono destinate al trasporto
di sostan0e "arie e metaboliti! le proteine canale! sono in"ece proteine dal trasporto
passi"o deputate al solo trasporto di ioni. Per questo sono anche dette canali ionici.
In&ne ci sono anche le pompe ioniche! come sistemi di trasporto atti"o di ioni liberi.
Il trasporto atti"o "iene e@ettuato contro il gradiente di concentra0ione delle molecole!
ossia essa sposta da una 0ona a concentra0ione minore ad una a concentra0ione
maggiore! pertanto perch3 ci2 a""enga , necessario un dispendio energetico! quindi ,
possibile solo ad opera di trasportatori che siano in grado di utili00are una sorgente di
energia. In fun0ione del tipo di sorgente energetica! parliamo di trasporto atti"o
primario 'lenergia "iene prodotta dalla scissione dellATP in A6P) e trasporto atti"o
secondario 'se "iene sfruttato il gradiente elettrochimico di uno ione). Con il trasporto
atti"o "engono portate nella cellula sostan0e metaboliche quali 0uccheri! amminoacidi!
nucleosidi. Il trasporto del glucosio in"ece a""iene attra"erso una modalit. combinata
di trasporto atti"o e passi"o. 5ello speci&co esso attra"ersa lintestino e "iene
catturato dalla parte apicale delle cellule del lume intestinale che sfruttano il gradiente
elettrochimico 5aA come sorgente energetica per spingerlo allinterno della cellula
contro il gradiente di concentra0ione che "iene causato dallingresso di ioni 5aA
secondo il gradiente. In seguito le ele"ate concentra0ioni di glucosio nel citoplasma
permettono una sua uscita secondo il principio di di@usione facilitata. In pratica nel
trasporto atti"o lenergia "iene rica"ata accoppiando il trasporto di glucosio con lo
ione 5aA di cui si sfrutta il gradiente di concentra0ione ossia il principio di equilibrio
elettrochimico. Questo tipo di trasporto atti"o "iene detto cotrasporto di tipo simporto
cio, un trasporto atti"o di due sostan0e contemporaneamente accoppiate che "anno
nella stessa dire0ione. Il cotrasporto si de&nisce in"ece antiporto quando la molecola e
lo ione accoppiato "anno in dire0ioni opposte! come nel caso delle pompe ioniche. Il
trasporto in&ne si pu2 de&nire anche uniporto quando riguarda una sola sostan0a!
come nel caso del trasporto passi"o. 7naltra modalit. di trasporto atti"o , in"ece
quella secondaria! ad opera sempre di proteine carrier! de&nite quindi trasportatori di
membrana! in quanto esse sono situate nel doppio strato lipidico della membrana e si
estendono per tutta la lunghe00a della stessa! e! come i lipidi della membrana! hanno
spiccate regioni idrofobe al loro esterno. Queste proteine hanno in questa parte un sito
di riconoscimento chiamato sito di legame che riconosce la molecola da trasportare!
questultima si aggancia al sito e la proteina subisce una modi&ca0ione
conforma0ionale che trasferisce la molecola nella membrana. Questo a""iene
sfruttando lenergia di trasforma0ione dellATP in A6P che a""iene in una speci&ca
regione del "ersante intracellulare del trasportatore detto cassetta di legame dellATP.
Per questo le proteine carrier che sfruttano tale sistema energetico sono dette
trasportatori APC. I siti di legame sono alternati"amente esposti sia "erso linterno che
"erso lesterno! legando e rilasciando il soluto ad ogni ciclo di fun0ionamento.
I canali ionici sono proteine deputate al trasporto passi"o di ioni mediante di@usione
facilitata. -ssi sono generalmente una singola proteina! o un complesso di proteine
chiamate subunit. denominate con lalfabeto greco che formano insieme un
complesso proteico che interagisce direttamente con i lipidi della membrana! al cui
interno c, un poro acquoso 'gate) che si apre su entrambe i lati per fa"orire lingresso
di ioni secondo la spinta del gradiente elettrochimico. Questo per fa"orire la normale
condi0ione di di@eren0a tra cariche elettriche intracellulare e eRtracellulare!
modi&cando il poten0iale di membrana a riposo! a seconda del bisogno. In particolare!
i canali ionici sono molto importanti nei neuroni e nelle &bre muscolari! do"e il
passaggio di ioni ad altissima "elocit. genera dei segnali elettrici chiamati poten0iali
da0ione che sono alla base del fun0ionamento dei neuroni. La di@eren0a tra cariche
elettriche intra ed eRtracellulari corrisponde ad una di@eren0a di poten0iale chiamata
poten0iale di membrana a riposo che nei neuroni "a da B<+ a B1++ m>. Lingresso di
ioni con carica positi"a 'cationi) o luscita di ioni negati"i 'anioni) cormporta un
aumento del poten0iale! con a""icinamento allo 0ero! detto depolari00a0ione della
membrana! mentre un ingresso di anioni o uscita di cationi diminuisce il poten0iale!
cio, allontana dallo 0ero! causando una iperpolari00aione della membrana. Questo
incide fortemente sulla capacit. del neurone di generare poten0iali di a0ione. 7no
stesso canale ionico pu2 presentarsi con "arie isoforme! cio, con catene polipeptidiche
alternati"e! originate da processi di modi&ca0ioni postBtrascri0ionali quali lo splicing
alternati"o o lediting dellE5A fornendo allo stesso una speci&ca caratteristica
fun0ionale. 7naltra caratteristica importante dei canali ionici , quello della seletti"it.
per un dato ione. Infatti allimboccatura del suo poro acquoso esso , dotato di un &ltro
o anello di seletti"it. composto da amminoacidi con carica positi"a o negati"a che
permette il passaggio di cariche appropriate. Ad ecce0ione di alcuni canali ionici
sempre aperti! chiamati lea% che facilitano lingresso di ioni CIB e 1A! gli ioni si
possono aprire a seguito di uno stimolo appropriato causato da uno sbilanciamento di
cariche elettriche! e segue la fase secondo un ordine di chiusoBapertoBinatti"oBchiuso.
Lapertura a""iene a seguito dello stimolo mentre linatti"it. deri"a da unulteriore
modi&ca0ione che chiude il poro acquoso ed impedisce una nuo"a apertura
nonostante la presen0a dello stimolo. I canali ionici si di"idono in fun0ione della
modalit. di regola0ione dellapertura in canali regolati dal poten0iale di membrana!
canali regolati dal ligando e canali regolati da altre modalit. 'luce tensione
meccanica).
I canali ionici regolati dal poten0iale di membrana sono anche detti canali "oltaggio
dipendenti o canali regolati dal "oltaggio. -ssi si aprono quando il poten0iale di
membrana si depolari00a raggiungendo un "alore detto soglia del canale che
comporta una modi&ca0ione conforma0ionale del canale e quindi la sua apertura. -ssi
sono costituiti da quattro domini di amminoacidi ai quali corrisponde una singola
catena polipeptidica! anche se in qualche caso essi possono essere por0ioni di una
singola catena che si ripiega pi$ "olte nella membrana plasmatica. Ciascun dominio
contiene M segmenti trans membrana a""olti ad alfa elica denominati da #1 ad #M.
-ssi si dispongono in modo simmetrico formando un tetramero! nel quale la catena #C
ed #M delimitano il poro acquoso e sono dotati di una piccola ansa detta ansa =C
elettricamente carica che garantisce lalta seletti"it. del canale. I segmenti da #1 ad
#L si dispongono in"ece alla periferia del complesso mediandone lintera0ione con i
lipidi della membrana. Inoltre essi contengono una particolare regione amminoacidica
elettricamente carica che funge da sensore del "oltaggio! cio, sente quando la
membrana raggiunge il "alore di soglia e in quel caso atti"a la modi&ca0ione
conforma0ionale del complesso causando lapertura del poro. I canali ionici possono
poi a"ere delle subunit. accessorie che regolano la sua corretta locali00a0ione sulla
membrana.
I canali regolati da ligando! detti anche recettori canale o recettori ionotropi sono
complessi proteici caratteri00ati oltre che dalla presen0a del poro acquoso anche dalla
presen0a di una regione speci&ca detta sito recettoriale o sito di legame che
corrisponde ad una sorta di tasca che accoglie una molecola speci&ca di segnala0ione
chiamata ligando. I recettori ionotropi si di@eren0iano dai metabotropi che in"ece sono
pri"i di poro acquoso e quindi non sono attra"ersati da ioni. Il sito di legame si pu2
tro"are nel "ersante eRtracellulare o intracellulare e di conseguen0a il ligando pro"err.
rispetti"amente dallesterno o dallinterno della cellula. In pratica lincontro casuale tra
la molecola del ligando ed il sito di legame porta alla forma0ione di un complesso
recettoreBligando stabili00ato da legami deboli che per2 causano una modi&ca0ione
conforma0ionale del canale con apertura del poro acquoso. Tale complesso , del tutto
simile al complesso en0imaBsubstrato pertanto ha le stesse caratteristiche ossia! il
fatto che la crea0ione di tale complesso dipende da un impatto casuale del ligando con
il sito per cui sar. tanto pi$ probabile quanto pi$ molecole di ligando sono presenti.
Inoltre il sito pu2 legare molecole di"erse dal ligando ma simili ad esso che possono
fungere da agoniste 'quando producono lo stesso e@etto) o antagoniste 'quando
in"ece producono le@etto opposto cio, la chiusura del poro) competiti"e 'se il legame
, re"ersibile) e non competiti"e 'se il legame , irre"ersibile). 7na "olta che il
complesso recettoreBligando si , formato esso , re"ersibile! mediante lespulsione del
ligando o la sua degrada0ione. Come per i canali "oltaggio dipendenti anche i recettori
ionotropi possono andare incontro ad una fase di inatti"it. se si "eri&ca la chiusura del
poro con la contemporanea presen0a del ligando. In questo caso! si potr. "eri&care la
nuo"a apertura del poro solo una "olta che il ligando , stato espulso o "a in
degrada0ione. In&ne! alcuni recettori ionotropi sono pro""isti si siti di legame
addi0ionali 'detti siti allosterici) che legano molecole di"erse dal ligando chiamate
modulatori allosterici di natura endogena o esogena che possono inibire o poten0iare
la normale a0ione del ligando. Eispetto ai canali "oltaggio dipendenti i recettori
ionotropi presentano un numero "ariabile di subunit. da : a C a seconda dei "ari
canali. -ssi si di"idono in classi! regolati da neurotrasmettitori eRtracellulari che da
secondi messaggeri presenti allinterno della cellula 'cA9P! ioni Ca*A) ed in
particolare per il sistema ner"oso le pi$ importanti sono i recettori nicotinici! i recettori
del glutammato! i recettori nucleotidi ciclici i recettori regolati dal Ca*A e i recettori
atti"ati da altre modalit..
5ei recettori nicotinici i neurotrasmettitori regolatori sono classici come lacetilcolina!
la serotonina! il 8APA e la glicina e la loro apertura pu2 causare depolari00a0ione 'nei
primi due casi) o iperpolari00a0ione 'nei secondi due casi) della membrana cellulare.
-ssi sono composti da un insieme di C subunit. principali con le estremit. 5 e C
terminale in ambiente eRtracellulare e ciascuna delle subunit. contiene L regioni alfa
elica transmembrana che sono collegate da bre"i anse! tra le quali la regione 9:
delimita il poro acquoso. #ul "ersante eRtracellulare questi recettore presentano oltre
ai siti di legame siti allosterici. -ssi non trasportano ioni speci&ci come i canali
"oltaggio dipendente ma generici cationi '5aA 1A e Ca
*
A) oppure anioni 'CIB) a
seconda del &ltro di seletti"it. del poro acquoso '&ltro positi"o trasporto di anioni &ltro
negati"o trasporto di cationi). Le subunit. di questi recettori sono inoltre sottoposte a
splicing alternati"o o editing dellE5A cos4 da presentarsi sotto "arie isoforme in modo
da garantire la speci&cit. del recettore rispetto alla fun0ione del neurone nello
speci&co distretto cerebrale in cui si tro"a.
5ello speci&co il recettore nicotinico dellacetilcolina ACh! cos4 denominato dal suo
potente agonista! la nicotina presenta di"erse strutture e propriet. fun0ionali in
fun0ione del tessuto do"e sono espressi. Ad esempio quelli dei gangli spinali o del
cer"ello sono costituiti da sole subunit. alfa e beta con almeno Y possibili isoforme per
la subunit. alfa e : per la beta. I recettori nicotinici fungono da paradigma per lintera
classe di recettori ionotropi perch3 sono stati i primi ad essere stati caratteri00ati per
struttura fun0ionale e strutturale.
7n altro recettore di grande importan0a , il recettore CB=T: della serotonina! un
neurotrasmettitore molto importante. Questo recettore , composto da C subunit. che
si dispongono simmetricamente intorno ad un pro acquoso dal quale entra ioni 5aA e
Ca
*
A ed escono ioni 1A. #ono state identi&cate molte subunit. che si possono
combinare tra loro in "ario modo ma solo la subunit. CB=T:
A
porta il sito di legame per
la serotonina per cui de"e obbligatoriamente essere presente in ciascun recettore!
anche se le altre subunit. possono essere di"erse. Limportan0a di questo recettore
sta nel fatto che , coin"olto in "arie fun0ioni! tra cui nella trasmissione sensoria! nella
regola0ione di "arie fun0ioni del sistema ner"oso centrale! nel controllo del "omito!
nella perce0ione del dolore. 8li speci&ci meccanismi di questo recettore sono per2
ancora non chiari perch3 la somministra0ione di antagonisti non causa modi&ca0ioni
sostan0iali rispetto al recettore! fatta ecce0ione per la capacit. di controllare lo stimolo
del "omiti o nel controllo dellansia.
Il recettore 8APA
A
del neurotrasmettitore 8APA 'acido ZBamminobutirrico) ,
ampiamente distribuito nel sistema ner"oso centrale ed , uno dei pi$ importanti
inibitori dei circuiti del cer"ello. Infatti nel suo poro acquoso c, u &ltro di seletti"it.
con cariche positi"e che lo rende quindi permeabile agli anioni! nello speci&co agli ioni
CIB e per questo una delle sue fun0ioni principali , quella di bilanciare lingresso di
cariche positi"e da altri pori fa"orendo lingresso di quelle negati"e e quindi rende pi$
improbabile! contrasta! il raggiungimento da parte del poten0iale di membrana del
"alore di soglia dei canali "oltaggioBdipendenti. In pratica quindi il recettore 8APA
A
ha
come e@etto quello di contrastare gli stimoli eccitatori che continuamente giungono al
cer"ello. Il neurotrasmettitore 8APA infatti ha fun0ioni inibitorie. Il recettore ,
composto da C subunit. principali con quattro domini ad alfa elica e il dominio 9*
delimita il poro acquoso. La completa fun0ionalit. del recettore , per2 garantita dalla
contemporanea presen0a di almeno una subunit. G H Z. In particolare questultima
garantisce il legame del 8APA con le ben0odia0epine. Questo recettore infatti presenta
"ari siti di intera0ione con numerose altre molecole che possono essere sia endogene
che esogene e che fungono da agoniste o antagoniste rispetto al neurotrasmettitore.
In particolare! lintera0ione del 8APA con le ben0odia0epine , garantito dalla presen0a
tra le subunit. e Z di un sito P( che , il sito allosterico do"e esse "engono legate e
s"olgono la fun0ione di agoniste rispetto al 8APA! ra@or0ando la sua atti"it. quindi
fa"orendo un maggiore ingresso di ioni CIB e quindi aumentando la sua fun0ione
inibitoria. La caratteristica delle ben0odia0epine , che esse fun0ionano solo con la
contemporanea presen0a sul sito del 8APA e solo in concomitan0a con lui!
di"ersamente sono ine?caci. I barbiturici in"ece che "engono legati in una regione
molto "icina al poro acquoso! se in dosi eccessi"e possono sostituirsi completamente
al 8APA e aumentare la durata temporale dellapertura del poro! con conseguente
ingresso massiccio e non regolato di ioni CIB causando paralisi respiratorie e morte.
Letanolo in"ece agisce in modo speci&co sul recettore 8APA
A
poten0iandone le@etto!
per questo lalcol "iene facilmente usato per superare lansia sociale. Letanolo
inibisce anche i recettori 596A del glutamannato come anche i neuro steroidi!
sostan0e di origine endogena che modulano leccitabilit. neuronale interagendo anche
con il 8APA e che sono principalmente sinteti00ati a partire dal colesterolo. Il recettore
8APA
A
costituisce inoltre il bersaglio di numerose altre molecole naturali e non! di
natura antagonista come la picrotossina! utili00ata in passato come stimolante nel
sistema ner"oso.
Come il 8APA
A
anche il recettore 8lTE del neurotrasmettitore glicina media lingresso
di ioni CIB abbassando la possibilit. che il poten0iale di membrana raggiunga il "alore
soglia! ma nel cer"ello il recettore 8lTE , presente in quantit. molto pi$ limitata
rispetto al 8APA e si concentra soprattutto nel tronco encefalico! nel midollo spinale e
nella retina. La glicina inoltre! oltre che come ligando di questo recettore funge anche
da coagonista dei recettori 596A del glutammato. Il malfun0ionamento o lassen0a di
recettori 8lTE causa la comparsa di uneccessi"a rea0ione dallarme con gra"i
conseguen0e rispetto alla contra0ione muscolare con possibili blocchi respiratori. La
glicina come anche il glutammato e laspartato! fanno parte dei *+ amminoacidi che
partecipano alla sintesi delle proteine. 5ei neuroni per2 essi riescono a s"olgere
contemporaneamente fun0ioni di"erse! e nello speci&co ad operare da
neurotrasmettitori an0ich3 da strumenti di sintesi per le proteine! gra0ie al fatto che le
cellule neuronali hanno dei compartimenti del corpo cellulare ben distinti ciascuno dei
quali s"olge fun0ioni speci&che e determinate! come le sostan0e in esso presenti.
I recettori del glutammato si di"idono in tre categorie e nello speci&co recettori A9PA!
1ainato e 596A in quanto pur essendo tutti atti"ati dal glutammato hanno degli
agonisti speci&ci che ne garantiscono il fun0ionamento. Il glutammato , il
neurotrasmettitore in assoluto pi$ abbondante nel cer"ello ed , il principale
neurotrasmettitore con fun0ione eccitatoria! s"olgendo fun0ioni di grande importan0a
nella forma0ione dei circuiti ner"osi durante lo s"iluppo del sistema ner"oso centrale!
partecipando alla plasticit. sinaptica e quindi connesso con i processi
dellapprendimento e della memoria. #e stimolati eccessi"amente per2 possono
portare allatti"a0ione di processi di neurotossicit. causando malattie degenerati"e.
Questi recettori fa"oriscono lingresso esclusi"amente di cationi! in particolare
soprattutto di 5aA e 1A e di minori quantit. di Ca
*A
nei recettori A9PA e %aianato e
lin"erso per il recettore 596A. -ssi sono costituiti da C subunit. con il gruppo 5B
terminale nellambiente eRtracellulare e il gruppo CBterminale nel citoplasma. Le
subunit. hanno sempre tre regioni transmembrana! collegate dal unansa 9* posta tra
i domini 9* e 9: nel "ersante citoplasmatico con la fun0ione di controllare la
permeabilit. del poro acquoso. I recettori A9PA sono i pi$ abbondanti e presentano L
subunit. che presenta molte "arianti originale da modi&ca0ioni post trascri0ionali
dellE5A quali lo splicing alternati"o e lediting e modi&ca0ioni post tradu0ionali quali
la fosforila0ione. Queste modi&ca0ioni consentono a questi recettori! cos4 abbonanti di
formare dei complessi con altre proteine sinaptiche! regolando la modalit. del Dusso
trasmembrana e la durata temporale dellapertura del poro acquoso. 8ra0ie alla
fosforila0ione in"ece si garantisce il corretto indiri00amento del recettore alla
membrana e la quantit. di ioni che possono circolare! mentre con altre subunit. si
garantisce una maggiore seletti"it. del recettore ai cationi! permettendo ad esempio
lingresso di soli ioni 5aA e 1A e non ai Ca
*A
. Il 1ainato permette latti"a0ione di
recettori del glutammato che non rispondono agli agonisti dellA9PA e che rispondono
in"ece al %ainato! potente agente con"ulsi"ante. -ssi sono costituiti da tetrameri di C
subunit. anchesse sottoposte allo splicing alternati"o ed allediting che ne causano
importanti modi&ca0ioni. #ono molto distribuiti nel cer"ello e sembra che partecipano
alle fun0ioni dellapprendimento e della memoria! nonch3 al compito di regolare il
rilascio del glutammato dalle "escicole sinaptiche.
I recettori 596A hanno rispetto agli altri due recettori del glutammato caratteristiche
nettamente di"erse che li rendono unici tra i recettori ionotropi e molto simili ai
recettori metabotropi . Infatti questi recettori pur a"endo anche loro L subunit. che
sono sottoposte a modi&ca0ioni come gli altri 'non ci sono casi di editing) sono
caratteri00ati dalla presen0a di due siti di legami uno per il glutammato ed in
alternati"a laspartato ed uno per la glicina. Quindi per atti"arsi , necessario che siano
presenti entrambe i neurotrasmettitori. Inoltre poich3 il poro acquoso del recettore
596A , stabilmente occluso da uno ione 9g
*A
per fa"orire lingresso di ioni Ca
*A
,
necessario che il primo ione "enga espulso e questo , possibile gra0ie alla
depolari000a0ione della membrana! causata da un recettore A9PA 'che s"olge una
fun0ione glutammato dipendente). =anno inoltre la caratteristica di essere molto
permeabili agli ioni Ca*A e molto bassa per gli ioni 5aA e 1A. -ssi s"olgono un ruolo
centrale nella plasticit. sinaptica. #ono in&ne anche il bersaglio farmacologico di "arie
sostan0e sia endogena come le poliammide che esogena come la %etamina che
fungono da antagonisti non competiti"i inibendo il passaggio del Ca*A con
conseguen0e gra"i di psicosi e schi0ofrenie.
I recettori ionotropi dei nucleotidi ciclici comprendono due distinte famiglie di recettori!
gli C58 e =C5! entrambe permeabili ai cationi atti"ati dai nucleotidi cA9P e c89P!
che s"olgono il ruolo di secondi messaggeri nelle "ie di trasdu0ione del segnale.
-ntrambe i recettori sono composti da L subunit. con sei domini transmembrana! con
un ansa P che si a@accia nel poro acquoso e con i siti di legame completamente
immersi nel citoplasma. I recettori =C5 hanno inoltre un sensore di "oltaggio che li
rende dipendenti non solo dalla presen0a del ligando ma anche dalla
iperpolari00a0ione della membrana. #"olgono importanti fun0ioni come fotoricettori
della retina e delle cellule sensoriali dellepitelio olfatti"o come anche dei "ari distretti
del sistema ner"oso centrale.
I recettori atti"ati dal Ca
*A
costituiscono un raggruppamento eterogeneo di recettori
ionotropi il cui poro , seletti"o per il 1A e si apre quando il "ersante intracellulare lega
ioni Ca*A. #i di"idono in base al grado di permeabilit. del 1A in ele"ata! intermedia e
bassa. La loro struttura , simile a quella dei "oltaggio dipendenti del 1A. Eispondendo
agli aumenti intracellulari del Ca*A essi costituiscono importanti sistemi di risposta
allatti"a0ione dei recettori metabotropi del Ca*A come secondo messaggero.
I recettori ionotropi regolati dalla tensione meccanica sono comunemente detti
meccanorecettori e sono atti"ati da una "ariet. di stimoli pressori come quelli legati
alla perce0ione tattile e uditi"a e dellequilibrio e posi0ione del corpo nello spa0io e
regolano la pressione sanguigna e lomeostasi osmotica a li"ello del rene. Alcuni di
questi sono rile"atori di pressione! aprendosi in risposta alla somministra0ione di uno
stimolo pressorio! altri in"ece traducono i segnali pressori delle onde sonore in impulsi
ner"osi che a""isano il cer"ello dellarri"o di suoni! come quelli situati nellorecchio
interno.
A di@eren0a dei canali ionici che fa"oriscono la circola0ione di ioni con il trasporto
passi"o! le pompe ioniche s"olgono questa mobili00a0ione con il trasporto atti"o! per
cui contro il gradiente elettrochimico e con una spesa energetica causata dalla
modi&ca0ione della molecola ATP. Tra le pompe ioniche la principale , la poma 5aAB%A
che s"olge un essen0iale meccanismo di mantenimento omeostatico del bilancio
ionico fra esterno ed interno. Questo sistema di trasporto atti"o , presente in tutte le
membrane plasmatiche di tutto il nostro corpo e per il suo fun0ionamento consuma
circa il *C; dellATP presente nelle cellule e nei neuroni tale percentuale pu2 salire al
<+;. In pratica la sua fun0ione , quella di controllare il bilancio osmotico! fa"orendo il
rilascio di : ioni 5aA e lacquisi0ione di * ioni 1A! causando la perdita di una carica
netta positi"a! pertanto "iene anche detta pompa elettrogenica in quanto genera una
di@eren0a di poten0iale tra cariche elettriche. La pompa 5aAB1A , composta da due
subunit. una alfa e una beta. 5ellalfa "iene legata lATP e gli ioni 5aA e 1A mentre la
beta , responsabile della locali00a0ione della pompa nella membrana ed atti"a la
subunit. alfa. 5ello speci&co! tale pompa ionica , aperta "erso linterno della celllula e
qui lega : ioni 5aA consentendo cos4 di atti"are la sua capacit. di legare una molecola
di ATP e di autofosforilarsi rilasciando A6P nel citoplasma e successi"a apertura "erso
lesterno. Qui "engono rilasciati gli ioni 5aA e cos4 "iene consentito ai * ioni 1A di
legarsi al "ersante esterno della pompa fa"orendo il distacco interno del fosfato
inorganico. La pompa quindi si desforila e si chiude "erso lesterno e si riapre
allinterno e rilascia i due ioni 1A ed , pronta ad ini0iare un nuo"o ciclo.
Le pompe protoniche e@ettuano lo spostamento transmembrana di ioni =A contro il
loro gradiente di concentra0ione consumando energia ATP. Importanti pompe
protoniche sono presenti nella membrana interna dei mitocondri permettendo
laccumulo al loro interno di ioni =A e per i neuroni sono molto importanti le pompe
protoniche delle "escicole sinaptiche il cui accumulo di ioni =A contro il loro gradiente
di concentra0ione che "iene poi sfruttato per immettere le molecole del
neurotrasmettitore nelle "escicole stesse con un trasporto atti"o secondario.
CAPITOLO M
Attra"erso i canali ioni e la pompa 5aA B1A i neuroni riescono a mantenere la
condi0ione omeostatica di bilanciamento tra cariche intracellulari ed eRtracellulari
'poten0iale di membrana) e! sempre attra"erso questi strumenti riescono a generare
impulsi ner"osi consistenti in segnali elettrici dei poten0iali di a0ione che ripercorrono
tutta la membrana assonale e segnali chimici delle molecole di neurotrasmettitori
rilasciate a li"ello delle sinapsi. I segnali elettrici possono in alcuni casi anche passare
da neurone a neurone oppure tra cellule gliali e in questo caso si parler. di sinapsi
elettriche perch3 non "iene rilasciato nessun neurotrasmettitore. Oltre ai recettori
ionotropi esistono per2 altri tipi di recettori non pro""isti di poro acquoso che
permettono alla cellula di interagire con lambiente eRtracellulare e con le molecole
presenti! rispondendo alla presen0a! a li"ello eRtracellulare di una molecola segnale!
con latti"a0ione di importanti processi metabolici allinterno della cellula! oppure
regolando le intera0ioni tra cellula e cellula. Questi recettori possono a "olte essere
costituiti da subunit. di che in presen0a di ligando si uniscono tra loro oppure da una
singola catena polipeptidica che attra"ersa lintera membrana. Questi recettori si
possono classi&care in recettori legati ad atti"it. en0imatica e recettori legati alla
proteina 8 detti anche recettori metabotropi.
I recettori legati ad atti"it. en0imatica s"olgono compiti di grande importan0a
fun0ionale e sono molto eterogenei tra di loro. 8eneralmente sono catene
polipeptidiche che si uniscono luna allaltra attra"erso il loro sito recettoriale con il
ligando atti"ando latti"it. en0imatica propria. 5ella maggior parte dei casi tale
atti"it. en0imatica , unatti"it. proteinchinasica! in cui una proteina fosforila unaltra e
in qualche caso il ricettore stesso! mediante laggiunte di un gruppo fosfato di solito
deri"ato dallidrolisi dellATP. Ad esempio i recettori associati ad una atti"it. di tirosina
chinasi fosforilano la tirosina!etcN. Questo processo di fosforila0ione , molto
importante perch3 rappresenta il primo e"ento della cascata metabolica atti"ata
dallarri"o sulla cellula bersagli d fattori di crescita e ormoni! come il fattore di crescita
dellepidermide '-8K) o il fattore neurotro&co deri"ato dal cer"ello 'P65K) oppure
lormone insulina.
I recettori accoppiati alla proteina 8 sono anche detti recettori metabotropi perch3 la
loro stimola0ione ad opera di un ligando causa la comparsa di una risposta
endocellulare di tipo metabolico e non uno scambio di ioni liberi. Questi recettori
s"olgono un ruolo chia"e nel sistema ner"oso in quanto tra i loro ligandi ci sono anche
i neurotrasmettitori. I recettori metabotropi sono abbastan0a omogenei per cui
possono essere tutti raggruppati nella famiglia dei recettori 8PCE e sono tutti costituiti
da una catena polipeptidica che attra"ersa lo spessore della membrana con < domini
transmembrana e con una struttura secondaria alfa elica. 5el "ersante endocellulare
questi recettori si associano alla proteina 8 cos4 chiamata perch3 ad essa si lega una
molecola di 8TP o del suo deri"ato 86P. Questa proteina consiste in un eterotrimero di
: catene polipeptidiche rispetti"amente 8G 8H e 8Z e di questi , la catena 8alfa che
accoglie la molecola di 8TP. Il ricettore pri"o di ligando non interagisce con la proteina
8 che quindi conterr. una molecola di 86P. 5ello speci&co! larri"o del ligando che
s"olge la fun0ione di primo messaggero nel sito recettoriale situato sul "ersante
eRtracellulare causa un cambiamento del recettore che permette alla sua parte
interna di associarsi con la proteina 8 che perde la molecola di 86P e ne acquista una
di 8TP. Questo causa lintero distacco della proteina dal recettore e la sua suddi"isone
in due parti! una 8GB8TP e laltra 8HB8Z che rimangono ancorati alla faccia
citoplasmatica della membrana. -ntrambe possono legarsi ad un e@ettore primario! ad
esempio la subunit. 8GB8TP entra casualmente in contatto con len0ima adenilato
ciclasi che s"olge il ruolo di e@ettore primario e nello speci&co catali00a la
trasforma0ione di ATP in una molecola di cA9P e continua la sintesi di queste molecole
finch, per effetto dellidrolisi di cui , dotata la subunit. 8G la molecola di 8TP perde
un gruppo fosfato e si con"erte in 86P. Pu2 cos4 entrare in contatto con la subunit.
8HB8Z e ricompattarsi e dare a""io ad un altro pocesso di trasdu0ione di segnale. Il
ruolo della molecola di cA9P , quella di secondo messaggero dei processi di
trasdu0ione. Infatti essa si lega ad esempio ad un altro en0ima! la P1A che costituisce
le@ettore secondario. Questa molecola utili00a molecole di ATP per aggiungere gruppi
fosfato alle proteine e ne modi&ca quindi fun0ione e struttura! oltre che cariche
elettriche. -ssa inoltre una "olta atti"ata pu2 anche entrare nel nucleo e fosforilare un
importante fattore CE-P che atti"a la trascri0ione di "ari geni codi&canti proteine che
poi rllasciate nel citoplasma s"olgono importanti fun0ioni. Questo a""iene quando
leffettore primario si lega ad una specifica proteina 8 detta 8G
s
ma esistono altre
subunit. 8alfa che legate con e@ettori primari possono produrre e@etti del tutto
opposti! come ad esempio la subunit. 8alfa i che inibisce la produ0ione di cA9P e
quindi causa un abbassamento della P1A e il fattore CE-P nel nucleo pu2 di"entare
inatti"o. Ancora! se la proteina ha una subunit. 8alfa
q
"iene atti"ata la PLC che taglia i
lipidi in due frammenti che fungono da secondi messaggeri atti"ando "arie "ie
metaboliche! oppure la subunit. 8G
+
che , la pi$ abbondante nel sistema ner"oso
centrale e s"olge importanti e numerose fun0ioni tra cui lallungamento del cono di
accrescimento dellassone. Pertanto da una sola molecola di ligando che interagisce
con un recettore si possono scatenare una serie di rea0ioni metaboliche che portano
alla produ0ione di molte molecole e quindi ad una progressi"a ampli&ca0ione cellulare
del segnale ini0iale.
La impermeabilit. della membrana alle sostan0e idro&le permette di mantenere al suo
interno una concentra0ione di ioni liberi di"ersa rispetto lesterno e questo fenomeno ,
di fondamentale importan0a per le cellule neuronali che strutturano tale
concentra0ione! interna ed esterna per la trasmissione degli stimoli ner"osi. In questo
contesto la pompa 5aAB1A s"olge un ruolo centrale nel mantenimento di tali equilibri
elettrici! facendo fuoriuscire : ioni 5aA e entrare * ioni 1A! causando quindi una
diminu0ione di cariche positi"e! o aumento di cariche negati"e! rendendo quindi
lambiente intracellulare elettronegati"o rispetto lesterno. La sua a0ione! sempre
costante , poi bilanciata anche da modalit. di trasporto per di@usione secondo i
gradienti elettrochimici che permette il mantenimento dellequilibrio elettrochimico
che "uole una concentra0ione interna di 1+B:+ "olte inferiore rispetto allesterno degli
ioni 5aA e 1A. Il nostro interno cellulare per sua natura , fortemente elettronegati"o e
questo perch3 le proteine che lo compongono essen0ialmente acidi nucleici e altre
macromolecole hanno tutte una forte carica elettronegati"a e poich3 queste sono
associate a costituenti strutturali e obbligati della cellula non possono attra"ersare la
membrana plasmatica e prendono quindi il nome di anioni &ssi e si contrappone agli
anioni liberi che sono di piccole dimensioni e che con adeguati sistemi di trasporto
possono attra"ersare liberamente la membrana in un senso o nellaltro. La negati"it.
elettrica della cellula rende il suo interno fortemente attratti"o ai cationi liberi e
fortemente repulsi"o per gli anioni liberi. In particolare la membrana plasmatica ,
fortemente permeabile agli ioni 1A che "engono fatti entrare dalla pompa e sono
fortemente attratti dalle cariche negati"e intracellulari e quelli che sono in eccesso
rispetto a questa for0a di attra0ione elettrostatica possono uscire liberamente tramite
dei canali! detti canali Wlea%X che sono costantemente aperti. 6i"ersa , la situa0ione
per gli ioni 5aA in quanto la membrana , fortemente impermeabile a questi ioni in pi$
essi sono espulsi dalla pompa e possono quindi rientrare nella membrana sono con
altri sistemi di trasporto per di@usione facilitata. Per questo moti"o la loro
concentra0ione esterna , molto pi$ ele"ata rispetto linterno. 5el caso dei ioni CI
B
in"ece anche per essi ci sono dei canali lea% 'resting del CI
B
) sempre aperti ma
lambiente interno fortemente elettronegati"o causa una repulsione di tali ioni che si
distribuiscono quindi a ca"allo della membrana con una concentra0ione interna molto
pi$ bassa rispetto lesterno. 8li altri ioni liberi non hanno una abbondan0a tale da
modi&care lequilibrio elettrostatico ma s"olgono comunque ruoli importanti. Ad
esempio gli ioni Ca
*A
fungono da messaggeri intracellulari in molti processi di
trasdu0ione del segnale. -ssi hanno una concentra0ione molto bassa perch3 ogni
aumento pu2 causare fenomeni di grande importan0a come la regola0ione del
mo"imento di tutta la cellula o il suo indiri00amento "erso la morte programmata. Tale
bassa concentra0ione , grarantita da pompe del Ca
*A
che espellono tali cariche non
appena la loro concentra0ione intracellulare subisce un leggero aumento. 8li ioni 9g
*A
in"ece sono essen0iali perch3 connessi con latti"it. di molti en0imi e con il
metabolismo degli acidi nucleici. In&ne gli ioni =
A
e =CO
:
B
sono direttamente coin"olti
nel mantenimento dei "alori del ph a li"elli di neutralit..
Per misurare la distribu0ione delle cariche elettriche di una cellula essa "iene
considerata un compartimento distinto rispetto lesterno ed attra"erso lutili00o di
particolari strumenti elettrici nello speci&co la metodologia patch clamp , possibile
determinare il poten0iale di membrana a riposo cio, la di@eren0a di poten0iale
elettrico determinata dalla asimmetria delle cariche elettriche tra i due "ersanti della
membrana. Come detto questo "alore , fortemente negati"o ed oscilla tra un "alore di
B<+ e /+ m> in fun0ione delle speci&che cellule do"e "iene misurato. Attra"erso
lequa0ione di 8oldman si pu2 determinare lE9P 'poten0iale di membrana a riposo) in
fun0ione delle "ariabili che ne determinano il "alore inoltre con lequa0ione di 5ernst ,
possibile determinare il "alore che il poten0iale di membrana assumerebbe se fosse
completamente permeabile ad un determinato ione. 5ello speci&co si , "isto che per
gli ioni 1A e CIB essi sono prossimi alla normale condi0ione di equilibrio elettrochimico
mentre gli ioni 5aA e Ca*A sono in forte disequilibrio per cui mentre unimpro""isa
apertura di canali ionici per i primi due ioni causerebbero conseguen0e minime
sullequilibrio! nel caso degli altri due ioni si "eri&cherebbe una forte depolari00a0ione
ad opera soprattutto degli ioni 5aA che sono molto abbondanti nel "ersante
eRtracellulare rispetto in"ece agli ioni Ca*A. Questa depolari00a0ione causa la
genera0ione di stimoli ner"osi detti poten0iali da0ione che si propagano da un punto
della membrana &no alle giun0ioni sinaptiche do"e "iene tramutato in stimolo ner"oso
chimico.
Quando il poten0iale di membrana raggiunge un "alore de&nito "alore soglia si aprono
i canali ionici. Questo "alore corrisponde a circa BLCSBCC m> e si tratta pertanto di una
leggera depolari00a0ione che per2 fa"orendo lingresso! tramite i canali ionici 5aA e
1A si innesca il poten0iale di a0ione nelle sue tre fasi di salita 'forte depolari00a0ione)
discesa 'forte iperpolari00a0ione) e recupero 'lie"e depolari00a0ione). La prima fase
segue la leggera depolari00a0ione che causa lapertura dei canali ionici "oltaggio
dipendenti e quindi innesca una forte depolari00a0ione con cambio di segno da
negati"o a positi"o a li"ello del monticolo assonico. La membrana di"enta quindi
fortemente permeabile agli ioni 5aA &no a tendere al poten0iale di equilibrio di questi
ultimi. A causa del progressi"o decremento del gradiente elettrochimico i canali
entrano in condi0ione di refrattariet. e in questo momento rispondono anche i canali
"oltaggio dipendenti del 1A che tendono a portare questultimo in un li"ello di
equilibrio rispetto l5aA fa"orendo una loro fuoriuscita massicia che causa una
iperpolari00a0ione della membrana che ritorna bruscamente a "alori fortemente
negati"i che corrisponde alla seconda fase del poten0iale da0ione. 5ella ter0a fase di
recupro! la refrattariet. di entrambe i canali e la0ione della pompa 5aAB1A porta
lentamente le condi0ioni alla normalit. del "alore di poten0iale di membrana a riposo.
La durata di questo poten0iale nella maggior parte dei casi , di circa LBM ms in totale
mentre per quanto riguarda lampie00a rispetto ai punti di massima depolari00a0ione e
iperpolari00a0ione esso non dipende dai canali "oltaggio dipendenti ma dalla presen0a
eRtracellulare degli ioni. In ogni caso il poten0iale da0ione , un fenomeno tutto o nulla
per cui il neurone pu2 solo emettere o non emettere tale poten0iale!
indipendentemente dallampie00a.
La comparsa di un poten0iale di a0ione in un punto determinato della membrana
causa la comparsa di un nuo"o poten0iale di a0ione a "alle rispetto il primo e questo
solo perch3 la massiccia concentra0ione di ioni 5aA causa lapertura dei canali
"oltaggio dipendenti dal punto in cui ha origine la depolari00a0ione sino alle 0one
circostanti! diminuendo di intensit. lungo tutta la membrana e causando una
depolari00a0ione della membrana stessa a "alle con conseguente a""io di un nuo"o
poten0iale. Questo non pu2 a""enire nelle immediate "icinan0e anche perch3 li i canali
"oltaggio dipendenti sono in condi0ione di refrattariet.. In questo modo il poten0iale di
a0ione si autorigenera lungo tutta la membrana e si sposta in modo unidire0ionale in
a"anti. La somma di tutti questi poten0iali di a0ione! positi"i e negati"i che si
s"iluppano lungo i dendriti si sommano nel monticolo assonico dando origine ad un
poten0iale di a0ione che si s"iluppa in modo centrifugo lungo lassone &no ad arri"are
alla sua sinapsi. Per questo i dendriti sono de&niti a@erenti mentre gli assnoni sono
e@erenti. Alcune cellule del neurone! gli oligogendrociti e le cellule di #chVann hanno il
compito di ri"estire rispetti"amente i dendriti lassone di mielina che si distribuisce in
modo discontinuo! lasciando dei bre"i inter"alli detti nodi di Ean"ier. La struttura della
mielina , tale da a"ere una ele"ata resisten0a elettriche che rende di?cile la
depolari00a0ione che , in"ece pi$ intensa nei nodi! i quali! rispetto alle parti dotate di
mielina sono anche pi$ ricchi di canali "oltaggio dipendenti! quasi assenti negli
internodi della mielina. In questo modo il poten0iale di a0ione pu2 essere propagato
molto pi$ "elocemente perch3 a""iene in modo saltatorio e quindi raggiunge anche
regioni pi$ distanti con un consumo cellulare di ATP molto pi$ basso rispetto alle &bre
pri"e di mielina do"e in"ece il poten0iale si s"iluppa in modo continuo.
Le sinapsi chimiche sono strutture giun0ionali che mettono in connessione la
termina0ione dellassone di un neurone con la termina0ione di un dendrite di un altro
neurone fa"orendo il transito degli stimoli ner"osi. #ono possibili anche sinapsi con
copri cellulari o assoni di un altro neurone. -sse con"ertono gli stimoli elettrici dei
poten0iali da0ione in stimoli chimici! consistenti in molecole di neurotrasmettitori
rilasciati nello spa0io eRtracellulare dai neuroni. -sso fungono da elemento
polari00atore dello stimolo ner"oso in quanto la struttura necessaria per il rilascio del
neurotrasmettitore , situata nel neurone presinaptico mentre quella di rice0ione nel
postsinaptico. -sse sono composte da tre parti! la membrana presinaptica do"e
giungono i poten0iali da0ione! la membrana postsinaptica do"e sono rilasciate le
molecole di neurotrasmettitori e lo spa0io intersinaptico tra le due membrane do"e
sono di@usi i neurotrasmettitori. Questi ultimi sono "ari e numerosi e si distinguono in
neurotrasmettitori dalle grandi dimensioni e neurotrasmettitori dalle piccole
dimensioni chiamati classici. I neurotrasmettitori classici mediano sia rea0ioni
chimiche che elettriche e sono lacetilcolina 'ACh) la dopamina '6A) la noradrenalina
'5A) la norepinefrina '5-) ladrenalina 'A) la serotonina '#er o C=T) il glutammato
'8lu) laspartato 'Asp)! il 8AA e la glicina '8lT). Katta ecce0ione per lacetilcolina questi
neurotrasmettitori sono gli stessi amminoacidi che partecipano alla costru0ione delle
proteine o deri"ano da esse ma nel momento in cui sono situati nei terminali
presinaptici s"olgono la fun0ione di neurotrasmettitori mentre se gli stessi si tro"ano
nel corpo cellulare del neurone s"olgono la fun0ione di sintesi delle proteine! stesso
discorso "ale per gli en0imi. 6a qui la speci&cit. dei distretti cellulari delle sinapsi. I
neurotrasmettitori classici quindi sono sinteti00ati nel citoplasma del terminale
presinaptico! sono trasportati da "escicole sinaptiche e risasciati nello spa0io
intersinaptico. Qui si legano a speci&ci recettori inotropi o metabotropi posti sulla
membrana postsinaptica e sono eliminati dallo spa0io intersinaptico da meccanismi di
degrada0ione en0imatica.
5el terminale presinaptico arri"ano quindi i segnali elettrici sinteti00ati poi in
neurotrasmettitori e trasportati dalle "escicole sinaptiche nel terminale postinaptico.
Le "escilole sinaptiche sono prodeotte nel corpo cellulare del neurone! nellapparato
del 8olgi. Qui sono trasportate dal Dusso assonale nel terminale presinaptico do"e
giungono a matura0ione e di"entano disponibili per accogliere il neurotrasmettitore.
Poich3 i neurotrasmettitori sono molecole fortemente idro&le il loro trasporto ad opera
delle "escicole , possibile gra0ie da uno scambio con ioni =A precedentemente entrati
nella "escicola ad opera di una pompa "escicolare a protoni '>BATPasi). La dimensione
delle "escicole , standard per cui accolgono tutte la stessa quantit. di
neurotrasmettitori de&nita quanto. 6opo il trasporto alcune "escicole si attaccano alla
parte interna della membrana presinaptica altre in"ece si legano al citoscheletro
costituendo un deposito di "escicole di riser"a. I segnali elettrici arri"ano nel terminale
presinaptico e li non si progagano pi$ gra0ie al fatto che esso , pri"o di canali
"oltaggio dipendenti di 5aA e 1A ma presenta in"ece canali "oltaggio dipendenti del
Ca*A che non modi&cano il poten0iale di membrana ma contribuiscono allesocitosi
delle "escicole ossia alla loro fusione con la membrana presinaptica per consentire
larricchimento e la modi&ca0ione della membrana stessa! oltre che il rilascio del
neurotrasmettitore nel terminale postsinaptico. Il processo di esocitosi , reso possibile
da una serie di proteine dette #5AE- che consentono alla "escicola sinaptica di
agganciarsi alla membrana presinaptica mediante chiusura a cerniera di "arie
subunit. di queste proteine. In seguito poi il legame di unaltra subunit. delle stesse
proteine! la sinaptotagmina con L ioni Ca*A permette la fusione dlele stesse e la
crea0ione di un poro di fusione. La membrana per2 non aumenta di spessore in quanto
contemporaneamente , interessata da un processo di endocitosi che causa la
forma0ione di nuo"e "escicole sinaptiche gra0ie alla in"agina0ione della membrana
stessa. 5ello spa0io intersinaptico "iene poi rilasciato il neurotrasmettitore che si
diffonde nella membrana postsinaptica ad opera di alcune proteine le Hneurine e le
neuroligine che garantiscono il passaggio dei neurotrasmettitori e un adeguato
posi0ionamento di queste giun0ioni sulle spine dendritiche. Inoltre nello spa0io
intersinaptico molti neurotrasmettitori "anno incontro ad un processo di degrada0ione.
Questo processo , molto importante in quanto garantisce la giusta quantit. di
neurotrasmettitori rilasciati nella membrana postsinaptica. 5ello speci&co un
neurotrasmettitore pu2 essere eliminato ad opera di un en0ima situato nella parte
esterna della membrana postsinaptica che procede alla sua degrada0ione o
inatti"a0ione. #e "iene degradato le sue parti prodotte "engono poi trasportate con
uno speci&co trasportatore retrogrado di nuo"o nel terminale presinaptico do"e si
rende disponibile per la sintesi di nuo"e molecole di neurotrasmettitori. -sso per2 pu2
essere rapidamente eliminato dallo spa0io intersinaptico ad opera di trasportatori
retrogradi che captano "elocemente il neurotrasmettitore e lo riportano nello spa0io
inersinaptico. In&ne alcuni neurotrasmettitori! in particolare il glutammato ed il 8APA
sono ricaptati dalle cellule gliali! in particolare dagli astrociti e ne di"entano una
componente essen0iale. #ono perci2 eliminati tramite di@usione eRtrasinaptica. Quelli
in"ece che entrano nella nel terminale post sinaptico tro"ano la membrana
postsinaptica do"e si legano a speci&ci recettori sia inotropi che metabotropi per la
produ0ione di nuo"i stimoli elettrici. 5el terminale postsinaptico tro"iamo anche la
densit. postsinaptica che costituisce un addensamento di molecole che sono poi
indiri00ate ai recettori della membrana. Il tipo di segnale che si genera dipende dal
tipo di recettore presente. Possiamo a"ere segnali PP#- ossia segnali di poten0iale
postsinaptico di tipo eccitatorio oppure PP#I ossia segnali di poten0iale postsinaptico
inibitorio. -ntrambe questi segnali hanno una propaga0ione di tipo spa0iale e
temporale lungo la membrana! do"uta alla quantit. di poten0iali che si generano e
alla "icinan0a delle "arie sinapsi! e la loro sommatoria genera il poten0iale da0ione a
li"ello del monticolo.
Oltre alle sinapsi chimiche il nostro organismo dispone di sinapsi elettriche che
consentono uno scambio diretto "eloce e bidirei0ionale tra cellula a cellula di ioni ed
altre piccole molecole. Queste sinapsi corrispondono in tutto alle giun0ioni gap che
costituiscono un insieme di subunit. proteiche che attra"ersano lintera membrana e
costituiscono dei canali con altre cellule. Le cellule unite da questo tipo di giun0ione
sono dette sinci0io metabolico! in quanto sono dotate di numerosi nuclei ma
condi"idono lo stesso citoplasma. Le giun0ioni gap si creano ad opera di una proteina
detta contessina che si unisce con altre generando i cosiddetti connessioni che si
raggruppano in speci&che regioni della membrana e si a""icinano a regioni simili di
unaltra membrana e si uniscono tra loro. La fun0ionalit. delle sinapsi elettriche ,
do"uta alla necessit. di alcune cellule di s"olgere una data fun0ione in modo sincrono
ed omogeneo tra loro come a""iene per le cellule epiteliali ciliate delle "ie aeree o
delle tube di Kallopio o ancora delle cellule dellepitelo assorbente dellintestino che
de"e assorbire i nutrienti. >ista la condu0ione bidire0ionale dello stimolo! tali sinapsi
sono limitate a 0one speci&che del sistema ner"oso e a particolari gruppi di neuroni. -
possibile in ogni caso che alcune sinapsi elettriche presentino il fenomeno della
retti&ca0ione! in"iino cio, il segnale elettrico con preferen0a da una dire0ione in
unaltra.
CAPITOLO <
In seguito alla feconda0ione da parte dello spermato0oo della cellula uo"o lo 0igote "a
incontro ad una prima di"isione cellulare e poi cicli successi"i che determinano il
numero di cellule o blastomeri dellembrione. I blastomeri si organi00ano in epiteli
monostrati&cati detti blastodermi. 6i questi alcune sue parti "anno incontro a
complessi mo"imenti morfogenetici che danno origine ad un embrione con tre strati
cellulari detti foglietti germinati"i detti endoderma! ectoderma! mesoderma. Il primo
da origine al ri"estimento degli organi dellapparato digerente! lapparato respiratorio!
la "escica e molte ghiandole. Lectoderma da origine al sistema ner"oso e
allepidermine mentre il mesoderma ad origine ai muscoli ossa e sistema circolatorio. Il
tessuto ner"oso ha quindi origine dallectoderma tramite un processo che si chiama
indu0ione neuronale che porta alla forma0ione della piastra neuronale da cui poi si
s"iluppano una serie di processi che portano alla forma0ione del tubo neuronale e alla
crea0ione di neuroni e cellule di #chVann. Lindu0ione dipende da segnali indutti"i
rilasciati dalla notocorda! un cordone di cellule temporanee che nascono nel
mesoderma. 5ella parte anteriore del tubo neuronale ini0ia a s"ilupparsi il cer"ello
nelle parti che costituiranno il cer"ello adulto! il prosencefalo! il mesencefalo ed il
romboecefalo e si originano poi le "escicole telencefali che e la corteccia cerebrale e
tutte le altre parti del cer"ello. 5ella parte posteriore in"ece si s"iluppa la prima forma
del futuro midollo spinale.
Il tubo neuronale , costituito da cellule staminali ner"ose da cui deri"ano i neuroni e
le cellule gliali del sistema ner"oso centrale. La loro di@eren0ia0ione e distribu0ione poi
dipende dalla speci&ca combina0ione di fattori estrinseci quali la presen0a di molecole
segnale eRtracellulari e fattori intrinseci quali fattori di trascri0ione! modi&ca0ioni
co"alenti della cromatina! piccoli E5A non codi&canti. Con il processo di neurogenesi
poi si moltiplicano ma la di"isione cellulare della parte anteriore del tubo , molto pi$
"eloce di quella del midollo spinale e questo per assicurare lo s"iluppo di questa
regione prima. Alcune cellule neuro epiteliali di"entano cellule della glia radiale che
sono in grado di auto propagarsi mediante di"isione cellulare anche asimmetriche che
permette la crea0ione di cellule &glie gi. di"erse alla nascita. La genera0ione di queste
cellule , lultima fase del neuro s"iluppo ed a""iene nel periodo perinatale. Con lini0io
della gliogenesi si interrompe la neurogenesi! attra"erso una serie di fattori
pro"enienti in gran parte dagli stessi neuroni neogenerati! la cui segnala0ione
interrompe la produ0ione dei geni proneurali! quali la neurogenina 1 e neurogenina *
per atti"are quella degli astrociti. I neuroni migrano poi nelle cellule di destina0ione
usando come substrato di trasporto proprio le cellule della glia radiale che si
distribuiscono lungo tutto il tubo neuronale. #econdo le due modalit. di migra0ione
tangen0iale e radiale! i neuroni formati per ultimi tendono a spostarsi negli strati pi$
esterni. Tra le molecole coin"olte in questa migra0ione! un ruolo cruciale , s"olto dalla
relina! una glicoproteina che legandosi ai propri recettori innesca una serie di
meccanismi per la corretta espressione cellulare.
6urante o immediatamente dopo la migra0ione si s"iluppano i dendriti e gli assoni! La
loro capacit. di allungarsi &no a tro"are i propri partner sinaptici dipende dal cono di
crescita! una struttura situata allestremit. del neurite che si sta allungando e che ,
speciali00ata nel riconoscimento dei "ari segnali presenti nellambiente e quindi di
dire0ionare la crescita. Lungo i dendriti si s"iluppano poi delle protuberan0e! le spine
dendritiche che hanno una massima dinamicit. durante lo s"iluppo e che si riduce poi
nellet. adulta. 7naltera0ione nello s"iluppo dei dendriti si accompagna a disturbi nel
neuro s"iluppo quale il ritardo mentale e una caren0a di spine o la presen0a di spine
sottili sembra sia una delle cause della sindrome di 6oVn.
Con la neurogenesi ini0ia anche la fase di sinaptogenesi che permette il normale
fun0ionamento del cer"ello gra0ie alla crea0ione di una complessa rete di circuiti
neuronali. Al momento dellarri"o di un assone al proprio bersaglio si da la""io ad una
serie di cambiamenti strutturali che trasformano lestremit. dellassone in elemento
presinaptico e la regione del contatto sul bersaglio in elemento postsinaptico. #ia il
presinaptico che il postsinaptico si corredano di proteine adeguate alla
speciali00a0ione fun0ionale delle sinapsi! quali le neuroligine sul postsinaptico e le
neureRine sul presinaptico che s"olgono il ruolo di di@eren0ia0ione dei terminali.
9uta0ioni ai geni codi&canti le neuroligine sono associate a disturbi dello spettro
autistico e a di"ersi disturbi cogniti"i.
5ellambito del neuros"iluppo la morte cellulare programmata , una fase cruciale del
normale s"iluppo stesso e consiste in una gran perdita di neuroni e si estende a tutte
le regioni del sistema ner"oso centrale e periferico. La fun0ione , legata
allelimina0ione di neuroni non ancora di@eren0iati! alla rimo0ione di tessuti
estemporanea ed alla regola0ione dellespansione dei progenitori neruonali. Tale
fenomeno interessa non solo i neuroni ma anche le cellule gliali.

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