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glie e le comunità territoriali, accollandosene gli oneri nata dalla difficile conciliazione tra famiglia e lavoro.
maggiori”. Fare impresa senza che nessuno si prenda cura dei
Delle imprenditrici che affrontano le crisi come oppor- figli piccoli o dei familiari anziani è davvero una sfida
tunità di cambiamento, degli strumenti per favorire la difficile. O meglio, non è una sfida, ma la sfida. Questo
creazione di impresa si è parlato nella tavola rotonda il tema centrale della tavola rotonda - e dell’interven-
“Reagendo alla crisi. Creatività e sviluppo nelle im- to del Ministro del Lavoro, della Salute e delle Poli-
prese imprese femminili” a cui hanno preso parte, tiche sociali Maurizio Sacconi - che ha aperto la
moderati dal giornalista MediasetClaudio Brachino, seconda giornata della Convention. “Inventare e re-
il leader dell’UDC Pier Ferdinando Casini, le sena- inventarsi: nuove forme di conciliazione nella piccola
trici Rossana Boldi (Presidente della Commissione impresa” questo il titolo della tavola rotonda nel cor-
Politiche dell’Unione Europea) e Patrizia Bugnano so della quale rappresentanti del Parlamento italiano
(Segretario della Commissione Industria), il respon- ed europeo si sono confrontati sulle proposte di
sabile delle Pmi del Partito Democratico Gian Carlo Confartigianato Donne Impresa per un nuovo model-
Sangalli e Raffaello Vignali, Vice presidente della lo di welfare a misura di lavoratrici autonome. Mode-
Commissione Attività produttive della Camera dei rati dalla giornalista televisiva Rai Mariella Zezza sono
Deputati. Tra le proposte di cui si è parlato, l’esperien- intervenuti: Anna Maria Corazza Bildt Europarla-
za francese sull’autoimprenditoria, illustrata mentare e imprenditrice che Donna Impresa, inoltre,
dall’imprenditrice Valerie Pizzi e dall’addetto Fisca- ha premiato con il Sole d’argento, Francesca Pelaia
le dell’Ambasciata di Francia in Italia Anne-Claire Dirigente del Servizio Interventi per la conciliazione
Jarry Bouabid, e il progetto per l’imprenditoria fem- della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Alessan-
minile di Artigiancassa, presentato dal Presidente dro Rosina Professore di Demografia all’Università
dell’Istituto di credito Silvano Berna. Cattolica del Sacro Cuore di Milano, Annamaria
Se è vero che le piccole imprese rosa sono una risor- Serafini, Vicepresidente della Commissione parlamen-
sa di cui il Paese non può fare a meno, è almeno tare per l’infanzia e l’adolescenza del Senato della Re-
altrettanto vero che l’attività delle imprenditrici è fre- pubblica.
“In sala – spiega Rosa Gentile - oggi ci sono i rappre- po economico, hanno prodotto benessere per le fami-
sentanti delle piccole imprese che la crisi ha di quel glie e le comunità territoriali, accollandosene gli oneri
sistema produttivo che autorevoli osservatori ed maggiori”.
opinionisti oggi riscoprono e di cui celebrano il ruolo Il rimedio alla crisi? Le piccole imprese – “Studi
economico e sociale”. evidenziano che per uscire dalla crisi occorre punta-
“La crisi economica è esplosa sui mercati in modo re sulle piccole imprese, sulle eccellenze del Made
devastante, determinando il blocco dell’economia. Le in Italy e sui distretti produttivi. Questo ci fa sicura-
imprese hanno visto diminuire gli ordini e il fatturato. mente piacere, considerato il fatto che negli anni
La conseguente riduzione dei livelli di produzione ha precedenti, il nostro mondo produttivo non è stato
determinato anche una acuta crisi finanziaria. Al calo oggetto di particolare attenzione. Ma noi come
delle transazioni tra imprese si è affiancato un incre- imprenditrici, non abbiamo smesso di produrre, di
mento dei tempi di pagamento e la restrizione delle credere nelle nostre aziende e nella qualità dei nostri
banche nell’erogazione del credito. Pur in presenza prodotti. Con lo spirito di sacrificio necessario abbia-
di segnali di rallentamento della caduta, si evidenzia mo creato benessere per noi stesse, le nostre fami-
tutt’ora un progressivo deterioramento del mercato glie e i nostri dipendenti”.
del lavoro, con la crescita del tasso di disoccupazio- “La crisi non scoraggia l’imprenditoria femminile, anzi.
Giorgio Guerrini, Presidente di Confartigianato Imprese e Rosa Gentile, Presidente di Confartigianato Donne Impresa
ne. tutto ciò influisce negativamente anche sui livelli Il nostro Osservatorio, elaborato dall’Ufficio Studi di
dei consumi”. Confartigianato, evidenzia che le aziende gestite da
La Presidente delle Imprenditrici di Confartigianato si donne reagiscono alle difficoltà con coraggio, creati-
è rivolta alla platea lanciando alcune domande. Sono vità, flessibilità, e in questo particolare periodo dan-
gli stessi interrogativi che da dodici mesi agitano gli no vita ad attività innovative contribuendo così alla
animi di chi fa impresa. ripresa economica. Noi imprenditrici affrontiamo la
“Ci chiediamo: quando finirà la crisi? Il peggio è crisi come opportunità. L’opportunità è quella di cam-
passato? Quale sarà l’intensità e la durata della ripre- biare il modello di sviluppo, ripensando i tradizionali
sa? Domande a cui oggi è difficile dare una risposta”. interventi per la creazione d’impresa e mutando atteg-
“Nelle piccole imprese, che noi di Confartigianato giamento nei confronti dell’autoimprenditorialità”.
rappresentiamo, lavora il 67% degli occupati del Troppe donne a casa, troppe culle vuote – Esauriti
settore privato. Nonostante la crisi le imprese che i temi della politica economica la leader delle
assumono, registrano difficoltà di reclutamento e imprenditrici artigiane è passata a un altro argomento
tendono a resistere maggiormente nella tutela del che, vista la platea costituita da donne imprenditrici,
capitale umano rappresentato dai dipendenti”. è addirittura più scottante del precedente: la questio-
“L’occupazione femminile ha dato segnali di maggio- ne demografica, le culle vuote.
re tenuta rispetto a quella maschile, eppure è proprio “Da anni l’Italia cresce poco o nulla dal punto di vista
il lavoro autonomo femminile quello maggiormente economico e ancora meno dal punto di vista
esposto alla crisi. Noi crediamo che la crisi economi- demografico. Al fine di rilanciare la ripresa economi-
ca sia anche una crisi di valori! Le imprenditrici sono ca dell’Italia si possono e si devono fare molte cose:
coloro che silenziosamente in questi anni, hanno
garantito coesione sociale, hanno assicurato svilup-
.. liberalizzazioni
mercati più efficienti, certezza nei pagamenti
Roma, 10 novembre 2009 IMPRESA ARTIGIANA On Line - Pagina 4
..unpiù fisco più leggero per le imprese acquisire insieme il peso economico necessario per
competere in un sistema economico globale”.
incentivi alla ricerca e innovazione
.“Mapiù c’èsostegno alla famiglia”. “Nel Mezzogiorno d’Italia l’incidenza delle titolari
d’impresa è più alta rispetto alla media del Paese, a
una cosa da fare forse più importante e ur-
gente su cui puntare : il lavoro delle donne. Per far dimostrazione del fatto che in queste aree
ripartire l’Italia si deve dare più spazio alle donne, ai l’autoimpiego è sicuramente una soluzione per ovviare
loro talenti, ai loro bisogni, e senza di loro l’Italia non alla disoccupazione. Ma occorre variare i modelli
può tornare a crescere bene. Troppe donne a casa, strutturali che in Italia costituiscono un vincolo per la
troppe culle vuote. Si tratta di un circolo vizioso da partecipazione delle donne al mercato del lavoro iden-
cui bisogna uscire al più presto. Guardando all’espe- tificando nell’incentivazione dei servizi alle famiglie
rienza di altri paesi, quali la Francia, puntare sulle e alle imprese una precondizione necessaria”.
donne conviene in quanto si creano circoli virtuosi che “La natalità nel nostro Paese è bassa. Anche l’età
generano più crescita e benessere”. media delle donne alla nascita dei figli è superiore alla
“Alla luce di tutto ciò abbiamo voluto dare a questi due media europea. Sulle donne sono focalizzate le atti-
giorni un titolo per noi significativo: Donne e impresa vità del lavoro familiare e và considerato che la lavo-
– Volàno di ripresa economica. La tavola rotonda di ratrice autonoma mediamente lavora nove ore setti-
oggi tratta questi temi e si titola “REAGENDO ALLA manali in più rispetto ad una dipendente. La carenza
CRISI- CREATIVITA’ E SVILUPPO NELLE IMPRE- di posti negli asili e nelle strutture di cura e assisten-
SE FEMMINILI. za per la popolazione anziana rappresentano un diva-
La crisi, opportunità per avviare le riforme parten- rio che pesa in modo decisivo nella conciliazione tra
do da credito e welfare - La crisi, ne siamo convinte lavoro e famiglia”.
rappresenta per noi donne imprenditrici una opportu- Avviandosi alla conclusione Rosa Gentile ha tra-
nità per crescere, per cambiare ed esigere quanto di dotto in numeri l’effetto della scarsa occupazio-
meglio il nostro sistema economico riesce ad espri- ne femminile. “La minore partecipazione delle don-
mere. Tuttavia occorre attivare politiche di sostegno ne italiane al mercato del lavoro rappresenta un vin-
per l’imprenditoria femminile prima fra tutte una po- colo allo sviluppo economico; volendo ipotizzare una
litica creditizia ed un nuovo modello di welfare più maggiore crescita occupazionale rapportata al tasso
attento alle donne, alle famiglie, alle imprenditrici”. medio di occupazione dell’area europea potremmo
“Le imprese femminili, come rilevato da diversi studi, conseguire come risultato 2.200.000 circa di nuove
hanno subito un calo inferiore rispetto alle imprese occupate in più e un maggiore PIL nominale pari a
maschili e la spinta della crisi ha aperto nuovi spazi 144,8 miliardi e una crescita reale del Pil del 7,2%.
di creatività attraverso la creazione di nuove profes- Appare poco come risultato?”
sioni che utilizzano anche sistemi tecnologici innova- “Dal nostro Osservatorio emergono le priorità che le
tivi”. istituzioni dovrebbero attivare per favorire
“Nonostante le obiettive difficoltà del mercato, le l’imprenditoria femminile. E’ necessario introdurre una
nostre imprese hanno mostrato segnali di dinamismo, “RIVOLUZIONE CULTURALE” che riconduca lo
dando impulsi positivi al mercato del lavoro, in misu- sviluppo economico del paese ad un reale
ra superiore rispetto alla media del comparto artigia- coinvolgimento delle imprenditrici, non solo per esi-
no, impulsi che si sono tradotti nella creazione di nuova genze di giustizia e di equità sociale, ma soprattutto
occupazione. Hanno mostrato capacità di adattamen- perché le imprenditrici rappresentano un volàno per
to ai mutamenti dell’economia, orientando verso la la crescita dell’Italia”.
formazione continua e le differenti strategie di rete per “Noi ci crediamo. E voi”.
della conciliazione, lavorerebbero più donne e circo- pubblici per sostenere le donne nella cura dei figli e
lerebbe più ricchezza per tutti. dei familiari anziani”.
Nelle richieste alla politica e alle istituzioni per favo- Secondo l’Osservatorio di Confartigianato la spesa
rire il lavoro imprenditoriale femminile spicca al primo pubblica per la famiglia in Italia è la metà di quella
posto la necessità di investimenti in servizi all’infan- media europea: 1,1% del Pil contro il 2,1% della media
zia e alla famiglia, soluzione indicata come prioritaria Ue.
dal 25% delle imprenditrici, cui si affianca la richiesta La spesa sociale al netto delle pensioni è pari al 10,1%
di politiche di sostegno al reddito delle famiglie (17%). del Pil contro il 14,6% della media europea.
Tra le altre richieste un maggiore sostegno anche Allarmanti i dati dell’Osservatorio di Confartigianato
interno all’azienda, tramite la diffusione di forme con- sulla carenza di offerta di posti negli asili nido pubbli-
trattuali temporaneamente flessibili (indicata dal 23% ci: la percentuale di bambini fino a 3 anni che ne
delle imprenditrici) e la detassazione del lavoro fem- fruiscono è del 6,3%, a fronte del 19,6% dei 4 mag-
minile (14% delle risposte). giori Paesi europei.
Nell’Osservatorio presentato alla Convention di Non va meglio per i servizi di cura e assistenza agli
Confartigianato Donne Impresa, l’Ufficio Studi Confe- anziani. L’indicatore esaminato è dato dal numero di
derale ha misurato i divari che separano il nostro Paese letti per lungodegenti in ospedali e case di cura ogni
dalla media europea per quanto riguarda la condizione 1000 abitanti con oltre 65 anni; tale indice è del 15,7%
femminile e l’accesso al mercato del lavoro. nel nostro paese, di gran lunga inferiore al 41,4% della
“L’ Italia –ha spiegato Enrico Quintavalle - ha il record media europea.
negativo per la partecipazione delle donne italiane al Anche nella formazione permanente il nostro Paese
mercato del lavoro: il tasso di attività delle donne con mostra un divario consistente: la quota di popolazio-
più di 15 anni di età è del 38,7%, rispetto al 53,1% della ne femminile tra 25 e 64 anni che partecipa ad attività
media europea. Il lavoro femminile, sia autonomo che formazione e training è del 6,6%, circa la metà del
dipendente, è ostacolato dalle carenze dei servizi 12,4% medio europeo.
basciata di Francia in Italia che ha affiancato Valerie – ho seguito per cinque anni un corso di formazione
Pizzi nell’incontro con le imprenditrici di sul restauro. Poi ho realizzato un attento business plan
Confartigianato, tira dritto. Rileva la contraddizione ma della mia futura attività in attesa del via libera allo
si concentra su quello che funziona nel suo Paese, statuto per gli auto imprenditori. A gennaio del 2009
sorvolando benignamente sulla situazione italiana. ho registrato la mia impresa personale. E’ stata inte-
“Negli ultimi venti anni in Francia – spiega Jarry ressante la facilità dell’iscrizione, ci sono voluti solo
Bouabid– è in corso un’inversione di tendenza. I Go- quindici minuti, tutto on-line. Dopo otto giorni mi è
verni che si sono succeduti, infatti, hanno curato molto arrivato a casa il numero di iscrizione. Ho trasforma-
le piccole imprese, nonostante il nostro sistema pro- to una stanza di casa in laboratorio e tutto il tempo
duttivo rimanga industriale. A partire dal 2008 sono at- che risparmio in spostamenti o in burocrazia, lo de-
tive le norme a favore dell’autoimprenditorialità: stu- dico a mio figlio che ha sette anni”.
denti, funzionari, pensionati possono verificare la loro Conciliare lavoro e famiglia per Valerie Pizzi è una
idea imprenditoriale creando una piccola impresa. Dal sfida vinta. Forse ci sarebbe riuscita anche se non
punto di vista fiscale le aliquote sono basse, non si avesse trasformato parte della casa in una bottega,
paga l’Irpef o l’Iva, ma solo un forfait: 12% fino a perché è vero che in Francia gli asili sono tanti anche
32.000 euro di guadagni; 23% fino a 80.000 euro. Se se non sufficienti, ma a differenza dell’Italia le fami-
poi non si ha fatturato, non si paga nulla”. glie hanno a disposizione pure altri strumenti che da
E i benefit non finiscono qui. Sono previsti aiuti ed noi non esistono. Spiega l’Addetto Fiscale dell’Am-
incentivi per l’accesso al credito oltre a corsi di for- basciata di Francia Anne Claire Jarry Bouabid: “Ab-
mazione per i futuri imprenditori, tarati sulle materie biamo gli assegni per la maternità, 800 euro mensili
gestionali. per tre anni, meccanismi di crediti di imposta per far
“Dopo che ho contrattato la fuoriuscita dall’azienda seguire i bambini, oltre alla figura delle custodi fami-
in cui lavoravo – riprende l’imprenditrice Valerie Pizzi liari che hanno in cura fino a tre bambini”.
sizione la loro esperienza e il loro know how per in- particolari linee di credito per sostenere l’impresa rosa
dividuare le soluzione più idonee e rispondenti alle reali anche nei periodi di maternità delle imprenditrici, o
necessità delle donne lavoratrici in un’ottica di pari specifiche linee di microcredito per rafforzare
opportunità con i loro colleghi di sesso maschile”. l’autoimprenditorialità di donne espulse dal mondo del
“La diffusione dell’imprenditorialità femminile – si lavoro e relativi percorsi di formazione e accompagna-
legge nel protocollo d’intesa– è un fenomeno in co- mento, sono solo due dei punti toccati dal protocollo.
stante aumento, ma continuano ad essere presenti In base all’intesa, Artigiancassa, si impegna, tra l’al-
ostacoli che spesso, per motivazioni sociali, cultura- tro, a fornire alle imprenditrici interessate consulen-
li ed economiche, penalizzano questo settore rispet- za e supporto tecnico-finanziario per lo sviluppo e la
to a quello “tradizionale” maschile. In questo conte- creazione di attività imprenditoriali e di aggregazioni
sto, favorire l’accesso delle donne all’imprenditorialità, di imprese “in cui vi sia una significativa maggioran-
attraverso l’offerta di prodotti e servizi adeguati, è za” di imprenditrici donne. A tal fine Artigiancassa
fondamentale per sostenere l’occupazione femmini- metterà a disposizione la propria rete di strutture
le e favorire lo sviluppo-socio economico del Paese”. territoriali, individuando per ciascuna una figura
Confartigianato Donne Impresa e Artigiancassa, at- referente.
traverso il progetto di collaborazione si impegnano a Confartigianato Donne Impresa e Artigiancassa, con-
mettere al servizio reciproco le specifiche competen- giuntamente, si impegnano ad instaurare relazioni di
ze, capacità e attività sviluppate nei rispettivi ambiti, collaborazione reciproca, istituendo tavoli di confronto
con il fine di “valorizzare e incentivare la crescita e per “favorire lo scambio e l’integrazione di tutte le
l’innovazione delle imprese femminili, favorire l’occu- informazioni utili alla programmazione di azioni mira-
pazione femminile, individuando e riducendo gli osta- te ed efficaci” e a creare dei focus group per permet-
coli” all’agevole sviluppo delle imprese guidate da tere alle aziende di “discutere, osservare e/o esami-
donne. nare un nuovo prodotto o una nuova soluzione, prima
L’individuazione di nuovi strumenti finanziari e di che esso sia disposizione del pubblico”.
Da sinistra: le senatrici Rossana Boldi (Presidente della Commissione Politiche dell’Unione Europea) e Patrizia
Bugnano (Segretario della Commissione Industria), il responsabile delle Pmi del Partito Democratico Gian Carlo
Sangalli, il leader dell’UDC Pier Ferdinando Casini, Raffaello Vignali, Vice Presidente della Commissione Attività
produttive della Camera dei Deputati, Claudio Brachino, giornalista Mediaset e moderatore dell’incontro.
indicato il modello tedesco di Angela Merkel che ha so al credito e sulle politiche fiscali, l’Europa nel frat-
“avviato la riduzione fiscale partendo dalle famiglie tempo ha fatto passi avanti da gigante. Perché? “Ci
con più di un figlio”. Sostenere le famiglie per Casini sono troppi uomini nelle istituzioni”. Quanto alle pro-
è un imperativo categorico: davanti alla crisi, in poste per favorire il lavoro femminile, la senatrice ha
mancanza di un efficace welfare, le famiglie hanno ricordato che “al Senato e alla Camera abbiamo tanti
reagito come un “grande ammortizzatore sociale”, un disegni di legge. In questa legislatura è necessario
“cuscinetto”. Quanto alle iniziative anticrisi del Go- varare misure semplici ed efficaci”. Poi, anche lei si
verno Berlusconi, il leader dell’Udc ha bocciato il taglio è tolta un sassolino dalla scarpa, osservando come
dell’ICI: “E’ stato un errore – ha detto -, un salasso la maggioranza da una parte sostenga la necessità di
per i comuni che ha avuto come conseguenza il taglio aumentare di numero gli asili e dall’altra “nell’attuale
sui servizi sociali. Alla fine la misura ha penalizzato Finanziaria tagli i finanziamenti al settore”.
proprio le donne”. E’ toccato all’onorevole Raffaele Vignali rimettere in
Anche l’onorevole Sangalli non ha potuto esimersi dal equilibrio una bilancia ì fortemente sbilanciata da una
dare un colpetto al Governo (“Nell’attuale recessio- parte. Vignali ha ricordato come la crisi si sia abbat-
ne – ha spiegato - serviva una politica chiara : abbia- tuta su un “Paese con tanti vincoli” e che il Governo
mo detassato gli straordinari dimostrando di non capire si sia dato quale obbligo quello di “mantenere la sta-
nulla della natura della crisi”) anche se il suo intervento bilità”. Le iniziative si sono concentrate
è stato decisamente mirato agli argomenti che stan- prioritariamente sul mantenimento dei posti di lavo-
no più a cuore alle donne imprenditrici. A Casini, che ro: “Mantenere il personale attivo è il migliore ammor-
ha invocato grandi riforme, Sangalli ha risposto che tizzatore sociale”. “Per la prima volta – ha rimarcato
“il potenziale di riforma del Paese è rappresentato da – sono stati estesi gli ammortizzatori sociali anche alle
sei milioni di piccole imprese, che sono persone, che PMI”. Sulla famiglia riconosce che “bisogna fare di
sono famiglie senza garanzie, senza ammortizzatori più” e si è detto d’accordo sul “quoziente familiare”.
sociali”. Particolarmente esposta la situazione delle Ma attenzione: la formula di Vignali è lontana
donne imprenditrici “che – ha ricordato – non hanno dall’assistenzialismo pubblico. “Bisogna fare” non
nessuno degli strumenti di cui dispongono i lavoratori significa che lo Stato deve fare. Anzi, largo spazio alla
dipendenti”. “Il sostegno che dobbiamo dare alle libera concorrenza. Semmai lo Stato va ridimensio-
imprese femminili – ha concluso – è di offrire loro nato perché “si mangia il 53% del PIL”. La proposta
prospettive future”. è quella di “sostenere quello che nasce nella socie-
Secca la replica della senatrice Patrizia Bugnano ai tà”. Porta ad esempio il caso della Lombardia dove
due politici che l’hanno preceduta, sospettati di vo- “il 68% degli asili sono privati e non godono di sov-
lare troppo alto. “Non voglio intervenire sui massimi venzioni pubbliche”. E le scuole? “Liberalizzarle”,
sistemi. E’ stato detto che un più facile accesso delle dice. Poi una proposta a misura di PMI: “Stiamo
donne al mercato del lavoro farebbe crescere il PIL. presentando il Disegno di legge sullo Statuto delle
Partiamo da qui”. Bugnano ha ricordato che, mentre Imprese che sancirà i diritti di queste ultime nei con-
in Italia si è fermi da decenni al dibattito sul sostegno fronti dello Stato”.
alle donne madri, sulla cura degli anziani, sull’acces- A dar manforte al Vice Presidente delle Attività Pro-
IMPRESA ARTIGIANA On Line- Pagina 11 Roma, 10 novembre 2009
duttive Camera dei Deputati Vignali, la Presidente zati in ambito UE, che l’Italia ha recepito lo scorso
della Commissione Politiche dell’Unione Europea del anno. Quanto al taglio del’IRAP ha detto: “Attenzio-
Senato della Repubblica Rosa Boldi, che così ha ne, è una tassa che ne racchiude altre, come quella
esordito incassando gli applausi della platea: “Il ta- sulla salute. Eppoi, l’85% della tassa è pagata dalle
glio dell’ICI è stato sommariamente giusto. Mi fa prime 100.000 imprese italiane”. Anche Patrizia
piacere, poi, che sia stato riconosciuto che anche i Bugnano si è detta scettica sulla proposta dello Sta-
piccoli imprenditori sono lavoratori. Finora non è sta- tuto delle Imprese: “E’ demagogico. Abbiamo il vin-
to così, altrimenti non ci sarebbe stata una tassa colo del patto di stabilità: se il problema è quello dello
ingiusta e punitiva come l’IRAP”. Boldi ha anche Stato che non paga, non lo farà né prima né dopo”.
parlato dello specifico ruolo che la UE riconosce Sulle politiche a sostegno della famiglia si è rischiato
all’imprenditoria femminile. “Un ruolo fondamentale l’incidente diplomatico. Frainteso un passaggio del
per la crescita delle economie europee a cui concorrono discorso di Casini in cui sottolineava che la denatalità
tanto le imprenditrici quanto le lavoratrici dipendenti”. è una questione politica, e che con l’attuale trend
Quanto alle misure per agevolare il lavoro rosa “la stra- negativo delle nascite, quello di aumentare il numero
da è già tracciata, passa attraverso la formazione, lo di scuole e asili rischia di essere un falso problema”.
scambio di buone prassi, il confronto continuo”. E meno male che ci sono gli extracomunitari a riem-
Poche sorprese dall’ultima tornata di domande. pire le culle. E’ stato quest’ultimo rilievo che alcune
Sangalli bolla la proposta dello Statuto per le Imprese imprenditrici non hanno mandato giù. Per loro, infatti,
di Vignali con un laconico “non so se serva a qualche va corretta rapidamente la stortura di uno Stato che
cosa”, di contro sottolinea la necessità di dare piena di fatto impone alle lavoratrici autonome di scegliere
attuazione allo Small Business Act, il pacchetto di tra professione o maternità non prevedendo nessuna
misure e di proposte politiche a misura di PMI realiz- politica di sostegno alla famiglia.
Da sinistra: Francesca Pelaia, Dirigente del Servizio Interventi per la conciliazione della Presidenza del Consiglio dei
Ministri, Alessandro Rosina, Professore di Demografia all’Università Cattolica del Sacro Cuore Milano, Mariella Zezza,
giornalista Rai e moderatrice dell’incontro, Anna Maria Corazza Bildt Europarlamentare e imprenditrice, Annamaria
Serafini, Vicepresidente della Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza del Senato della Repubblica.
liazione del Consiglio dei Ministri, e Alessandro norma sulla sospensione per maternità è obbligatoria
Rosina, professore di Demografia all’Università Cat- esclusivamente per il lavoro dipendente”, ma il recente
tolica del Sacro Cuore di Milano. impegno dimostrato in questa direzione dal Ministero
Il primo a rompere gli indugi nel confronto moderato del Lavoro dimostra “l’affermazione, o quantomeno
dalla giornalista televisiva, Mariella Zezza, è stato il l’inserimento, del tema della conciliazione nell’agen-
professor Rosina, che ha denunciato le difficoltà tut- da politica italiana”. Sul territorio, però, le regioni che
te italiane “di attuare efficaci politiche di conciliazio- hanno lavorato in questa direzione si contano sulle dita
ne, nonostante le ottime opportunità di sviluppo e di una mano. “Emilia Romagna, Veneto, Toscana e
ricchezza create” da iniziative di questo tipo. “In Italia Piemonte, dove è stato accolto il 100% dei progetti
- ha continuato - c’è bisogno di un intervento deciso previsti dall’articolo 9 della 53/2000, sono le realtà
della classe politica per aprire una nuova stagione di regionali che hanno aperto in maniera più decisa alla
iniziative per la conciliazione e per avviare una rivo- conciliazione”.
luzione culturale necessaria per abbattere gli ostaco- “Investire sul capitale umano è dare una spinta alla
li che ne impediscono lo sviluppo in Italia”. produttività e allo sviluppo del Paese. L’Europa l’ha
Curioso, inoltre, il dato fornito da Rosina sulle man- capito, noi ancora no - ha debuttato senza mezzi
cate nascite nel nostro Paese. “Negli ultimi 30 anni termini la senatrice Annamaria Serafini - Nonostante
- ha detto - sono circa 6 milioni i bambini non nati” a le gravi difficoltà economiche, la Francia e la Germa-
causa di un welfare che non aiuta le giovani famiglie nia hanno investito in maniera decisa sugli asili nido.
a mettere al mondo figli. E in Italia?”.
Una legge sulla conciliazione esiste, però, è il decreto In Italia la nascita di un asilo nido che segua i ritmi
ministeriale 53/2000. C’è chi la critica, come il Ministro scanditi dai tempi dell’imprenditorialità, che riesca ad
del Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali, Mau- assecondare i bisogni e le necessità delle mamme
rizio Sacconi, e chi la sostiene, come Francesca Pelaia, imprenditrici è un episodio più unico che raro. Un’ec-
dirigente del Servizio interventi per la conciliazione della cezione che, a Prato, è nata dall’iniziativa dell’Asso-
Presidenza del Consiglio dei Ministri. ciazione provinciale di Confartigianato. “L’albero del
“La 53/2000, e più in particolare l’articolo 9, è una melograno - Centro per l’infanzia e la famiglia” è un
norma buona per i bisogni emergenti e per sperimen- asilo nido aziendale compatibile con i tempi di lavoro
tare soluzioni efficaci, percorribili e risolutive. Ora, delle mamme imprenditrici, che offre l’opportunità di
però, bisogna fermarsi per analizzarne le criticità come “accompagnare i bambini anche di pomeriggio, secon-
gli aspetti positivi. In Italia - ha sottolineato - esisto- do le esigenze dei nostri orari di lavoro”, come ha
no limiti strutturali all’affermazione dell’auto- ricordato Rosa Gentile, Presidente di Donne Impresa.
imprenditorialità, soprattutto femminile. Esiste ancora “L’Italia chiude il Ministero per la famiglia, investe il
una differenza sostanziale tra trattamento delle lavo- 20% in meno della media europea per le politiche
ratrici dipendenti e autonome”. familiari e non crede davvero al lavoro delle donne”,
La libertà di scegliere una maternità, e la conseguen- ha ripreso la senatrice Serafini. “Il nostro è un welfare
te astensione dal lavoro, è un diritto della donna, e non di tipo mediterraneo, che investe poco sulla famiglia
esclusivamente delle lavoratrici dipendenti. “Oggi, la e ancor meno sui servizi. Per queste ragioni - ha
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concluso - il nostro Paese ha uno dei tassi di disoc- anticrisi varato dal Governo svedese è dedicata alla
cupazione femminile tra i più bassi d’Europa ed un formazione delle donne, una leva decisiva per la ri-
tasso demografico che inizia a farsi davvero preoc- presa ed il rilancio economico di tutto il Paese”.
cupante”. Una tesi apprezzata dalle oltre 150 imprenditrici pre-
Ma è stata Anna Maria Corazza Bildt a spostare l’at- senti al Centro Congressi Capranica e da Alessandro
tenzione del convegno sulla “fondamentale importan- Rosina, che ha rilanciato l’argomento sottolineando
za di avviare un dibattito sociale, prima ancora che come “la bassa incidenza di occupazione in Italia priva
politico, sulla dignità della donna. Senza questo pas- l’intero Paese di una fetta consistente di opportunità
saggio non si può neanche pensare alla definizione economiche ed occupazionali, in termini di ricchezza
di leggi”, ha aggiunto la parlamentare europea prima e di produttività. Lavoro femminile che porterebbe
di presentare le tipicità del welfare svedese. “In ricchezza in primo luogo ai bilanci delle famiglie ita-
Svezia esiste uno straordinario sistema sociale esclu- liane”. “Occorre un nuovo modello sociale con cui
sivamente per le lavoratrici dipendenti. Per le affrontare questi temi. Come molti studi hanno
imprenditrici, invece, non esiste un sistema di garan- diomostrao, ad esempio, la conciliazione rappresen-
zie sociali altrettanto efficace. Recentemente, però, ta un efficace investimento sociale - ha sottolineato
anche la politica svedese sta discutendo di estende- Francesca Pelaia chiudendo la tavola rotonda - Ogni
re quei diritti anche alle lavoratrici autonome. Non è euro investito nella conciliazione, infatti, genera un
un caso, infatti, se la parte più importante del pacchetto ritorno di 16 euro”.
posti di lavoro, il lavoro noi ce lo creiamo da sole”. Che non vogliamo e non dobbiamo delegare. Ma l’ac-
La Presidente di Confartigianato Donne Impresa solle- compagnamento deve esserci e deve essere efficace”.
cita strumenti per favorire la conciliazione lavoro-fami- Il documento con le proposte del movimento Donne
glia: “Abbiamo bisogno di un welfare che sia strutturato Impresa per un welfare a misura di lavoratrici autono-
secondo le nostre esigenze” perché, sottolinea, “le me, presentato nel corso della Convention, per Rosa
nostre sono micro imprese, per pensare alla famiglia oggi Gentile non rappresenta un punto di arrivo ma di parten-
dobbiamo lasciare il lavoro. Per noi la maternità è im- za: “Ci ha permesso di puntare l’obiettivo. Non ci fer-
portante e la cura della famiglia rappresenta un valore. miamo, quel progetto parte oggi”.