A sette anni dallinizio della crisi economica mondiale, in Europa non se ne vede la fne. Tutti gli indicatori economici indicano che non abbiamo ancora raggiunto i livelli ante 2007. Anzi siamo ulteriormente regrediti. Sia che guardiamo il debito, o la crescita del il, o le diseguaglianze tra paese e paese e allinterno degli stessi, o landamento della produzione e della produttivit!, o il livello delle retribuzioni, o soprattutto la disoccupazione, emerge un "uadro che non accenna a migliorare. #Europa ha oggi 27 milioni di disoccupati. $ella sola zona euro i disoccupati sono %& milioni, oltre 7 in pi' rispetto al 200(, con un aumento senza precedenti dal secondo dopoguerra che continuer! nel 20%). Aumentano le disuguaglianze tra gli stati membri, con una di*+erenza di "uasi 2, punti percentuali nel tasso di disoccupazione tra il livello pi' basso -Austria. e "uello pi' elevato -Spagna e /recia.. 0l numero di persone a rischio di povert! o esclusione sociale 1 salito a %2),2 milioni nel 20%2, il 2),(3 della popolazione europea. #0talia con il 2&,&3 1 seconda solo alla /recia nella zona euro. 0n "uesto senso la situazione 1 peggiore del periodo successivo alla grande crisi del %&2&, "uando sette anni dopo era in atto persino nel nostro paese una ripresa, poi stroncata dallo scoppio della seconda guerra mondiale. 4a non in tutto il mondo la situazione 1 "uesta. ure senza tornare ai periodi migliori, la disoccupazione sta lentamente diminuendo negli Stati 5niti dAmerica. $ei paesi emergenti la crisi 1 stata contenuta e limitata nei suoi e*+etti. 6uesto accade perch7 lEuropa oltre che vittima della crisi lo 1 delle sue politiche. A di*+erenza in+atti di altri paesi, le politiche fn "ui seguite dalla 5nione europea, ispirate alla perpetuazione delle dottrine neoliberiste malgrado la loro evidente sconftta storica, hanno portato il declino sociale ed economico a livelli fn "ui sconosciuti. A tutto ci8 si aggiunge unaltra grave e pi' recente minaccia9 il Ttip -artneriato transatlantico per il commercio e gli investimenti., un accordo discusso segretamente che permetterebbe alle imprese 5sa di b:passare "ualun"ue legge di tutela del lavoro o dellambiente nella loro attivit! in Europa. 0n "ueste condizioni l5nione europea e la sua moneta sono votati al +allimento. $on perch7 manchi una politica, ma perch7 sono guidati da una politica sbagliata messa in atto da una governance costruita su principi e modalit! neoautoritari. /li ultimi accordi come il fscal compact, il Six pack e il Two pack costringono i paesi pi' deboli a un rientro +orzato del debito che ha gi! provocato non solo recessione economica, ma persino laumento del debito stesso. $el caso di alcuni paesi, come l0talia, si 1 addirittura modifcata la ;ostituzione immettendovi lobbligo del pareggio di bilancio. 0n generale si 1 tolto potest! di decisione sulle politiche di bilancio ai singoli paesi senza democratizzare gli organi sovrannazionali. 0l risultato 1 che i popoli contano due volte 1 meno nelle decisioni +ondamentali e il concetto di cittadino dEuropa resta un miraggio perch7 esso non ha alcun potere su organi di governo che vengono decisi in sedi non rappresentative della volont! popolare. Se vogliamo salvare lidea di Europa < cos= come era stata pensata nel +amoso 4ani+esto di >entotene del %&)% ? come solidariet! tra i popoli, come costruzione di un unico spazio democratico in cui +are valere i diritti dei cittadini, come soggetto politico di pace nel mondo, come luogo per lavvio di politiche economiche che puntino allo sviluppo di settori produttivi "ualitativamente innovativi, dalla di+esa dei beni comuni alla tutela dellambiente, come ambito per un nuovo modello economico e sociale, c1 bisogno di unimmediata e radicale inversione di rotta. er "ueste ragioni abbiamo costruito la lista Laltra Europa con Tsipras, per unire movimenti, associazioni e semplici cittadini, +orze politiche della sinistra e democratiche, in una lista di cittadinanza attorno alla proposta , avanzata dal artito della Sinistra Europea, della candidatura di Ale@is Tsipras a residente della ;ommissione Europea. 5n uomo solo non cambia le cose. E vero. 4a Ale@is Tsipras rappresenta lesperienza di S:riza che in /recia ha ottenuto grandi e crescenti consensi proprio nella lotta contro le politiche liberiste imposte dalla 5e e una nuova modalit! di rapporto con i cittadini +ondato sul protagonismo popolare nelle lotte. 0l suo programma < esplicitato in dieci punti che accompagnano la sua dichiarazione di accettazione della candidatura alla residenza della ;ommissione europea ? prevede un radicale cambiamento della Europa attuale e dei trattati, a cominciare dallabolizione del fscal compact, una modifcazione del ruolo della Aanca centrale europea che deve diventare prestatore in ultima istanza, una ristrutturazione del debito dei paesi in maggiore di*fcolt!, un rilancio di una politica economica +ondata sul rie"uilibrio tra nord e sud dellEuropa, sulla priorit! del lavoro e delloccupazione, sulla con"uista di un buon +uturo per le nuove generazioni, sul rifuto del Ttip, negoziato nella segretezza, sullapertura di un vero processo partecipato a livello popolare per dare allEuropa una vera ;ostituzione che non sia B"uella di CavosD, ovvero "uella +ondata sugli interessi del capitale fnanziario e del commercio internazionale, ma sul diritto dei cittadini europei e dei migranti ad avere diritti. 6uesto programma risponde al grande problema che noi europei in particolare abbiamo di +ronte9 come uscire dalla crisi senza un massacro sociale, ma aprendo un nuovo +uturo alle giovani generazioni. $elle note che seguono abbiamo voluto o*+rire ai cittadini italiani un appro+ondimento e unulteriore articolazione di "uei punti programmatici per +acilitare la partecipazione consapevole al voto del 22 maggio. 2 Linversione di rotta nelle politiche europee 5ninversione di rotta richiede di agire immediatamente, sul piano economico e sociale, almeno su tre +ronti contemporaneamente9 mettere fne allausterit!, avviare politiche economiche espansive e innovative, puntare alla piena occupazione e alla riduzione dellorario di lavoro. #a natura di "uesti obiettivi rende chiaro che non vogliamo semplicemente tornare alla situazione precedente la grande crisi, ma avviare un nuovo modello di sviluppo economico e sociale che impedisca il moltiplicarsi delle crisi intimamente connesse al sistema capitalistico. $on solo, "uindi uscire dalla crisi, ma anche dal capitalismo in crisi. #analisi della crisi economica mondiale chiarisce che non siamo di +ronte solo ad una crisi fnanziaria, ma a una crisi delleconomia reale enormemente ampliata dalla dimensione internazionale e fnanziarizzata che ha assunto il capitalismo globale, in particolare dagli anni $ovanta del secolo scorso in poi. 6uesta crisi ha molteplici cause e ragioni, nessuna delle "uali va dimenticata. >i 1 la di*fcolt! crescente delle economie pi' sviluppate < in primo luogo "uella statunitense, luogo da cui la crisi 1 partita < di mantenere un e"uilibrio +ra le crescenti capacit! produttive con una domanda e*+ettiva, ovvero dotata di mezzi di pagamentoE vi 1 limpossibilit! sul lungo periodo di superare "ueste di*fcolt! attraverso un aumento vertiginoso dellindebitamento dei cittadiniE vi 1 la tras+ormazione del debito privato in debito pubblicoE il passaggio dallo stato fscale allo stato debitore con la perdita del principio di progressivit! dellimposta fscale e al contrario la creazione di zone +ranche per i grandi capitaliE la a*+ermazione del principio dellautonomia delle banche centrali dal Tesoro dei singoli stati sul cui modello 1 nata la AceE vi 1 lappro+ondirsi delle grandi diseguaglianze +ra paesi e, allinterno dei singoli paesi, dei redditi, con limpoverimento relativo e assoluto di grandi masse di popolazione, compresi i ceti mediE vi 1 laumento della disoccupazione e della precarizzazione dei rapporti di lavoroE lintensifcazione dello s+ruttamento del territorio e delle risorse naturali, nonch7 il peggioramento del clima che mette a repentaglio lecosistema del pianetaE il passaggio dai sistemi democratici a una sorta di postdemocrazia, ossia a sistemi di governo e di governance sempre pi' lontani e impermeabili alla volont! e al controllo popolariE vi 1 la*+ermarsi della guerra come mezzo di risoluzione privilegiato delle controversie internazionali. #a risposta da dare a una simile crisi epocale non pu8 essere semplifcata, ma costituisce un insieme di politiche e di azioni a diversi livelli che devono essere condotte contemporaneamente sia al livello della societ! civile che nelle istituzionali nazionali e internazionali. #a progressiva perdita di ruolo e potere degli stati?nazione, sia verso lalto, con laumento del potere decisionale dei grandi potentati economici e degli organismi internazionali, sia dal basso, con il moltiplicarsi di spinte regionalistiche e localiste, ci indica che lambito europeo deve diventare il terreno migliore per condurre le politiche anticrisi che di seguito proponiamo. Se l5nione Europea 1 oggi 3 decaduta in unoligarchia al servizio delle banche, delle multinazionali e dei ricchi, il cambiamento radicale che proponiamo sta nel ri+ondarla perch7 possa essere lo strumento della solidariet! e delluguaglianza, del rispetto della natura, della Bvita buonaD per le donne e gli uomini che la abitano. E perch7 sia soggetto attivo per la pace e la cooperazione a livello globale. Mettere fne allausterit e modifcare radicalmente i Trattati #Europa 1 sullorlo di un collasso. 6uesto non 1 dovuto alleuro in s7, ma allimpianto neoliberista dei trattati e alle politiche di austerit! che hanno peggiorato e radicalizzato "uellimpianto. #introduzione di una moneta unica in unarea economicamente disomogenea avrebbe dovuto essere contestuale a politiche di convergenza economica sul terreno della condivisione del debito, degli investimenti, delle politiche fscali, dei salari e dei diritti del lavoro. #impianto dei trattati ha invece +avorito la crescita delle disuguaglianze. #e politiche di austerit! stanno aumentando ancora di pi' la divaricazione tra le diverse aree e tra le classi allinterno di ogni paese9 limposizione del rientro dal debito a tappe a +orzate serve a produrre ulteriori privatizzazioni con lobiettivo di tras+ormare i diritti sociali e i beni comuni in merce per la valorizzazione del grande capitale. #a pressione verso le cosiddette Bri+orme strutturaliD serve per cercare di abbattere ulteriormente Fel+are, salari e diritti del lavoro. er "uesto mettere fne allausterit! e cambiare radicalmente i Trattati 1 lobiettivo che perseguiamo. erch7 esso sarebbe in grado di costruire una risposta progressiva tanto alla crescita dei divari territoriali, "uanto alla spoliazione di diritti sociali e del lavoro. #uscita del nostro paese o dei paesi pi' deboli del Sud dellEuropa dallEuro non sarebbe in+atti una risposta a tali problemi di +ondo, che riguardano leconomia reale e le sue strutture. $ei tempi brevi essa comporterebbe un incremento non controllabile e repentino della inGlazione, che, in assenza di meccanismi di indicizzazione delle retribuzioni, provocherebbe unulteriore riduzione del potere dac"uisto delle persone a basso reddito. $ello stesso tempo non risolverebbe il problema del debito, essendo in buona parte nel nostro caso, posseduto da istituzioni fnanziarie estere -almeno il )03.. 6uesti svantaggi non sarebbero compensati da una riac"uistata capacit! competitiva delle nostre merci e "uindi delle nostre esportazioni < come avvenne con la svalutazione della lira del %&&2 < sia perch7 nel +rattempo si 1 immiserita la nostra capacit! produttiva soprattutto in campi innovativi, sia perch7 il ra*+orzamento della capacit! produttiva ed esportativa, in "uesti venti anni, da parte dei paesi emergenti pone la competizione su basi del tutto di*+erenti, non essendo possibile "uella di prezzo. #a e*+ettiva realizzazione di unEuropa solidale 1 dun"ue lobiettivo che perseguiamo. 4 #a fne dellausterit e la cancellazione del Fiscal o!"act, la modifca radicale dei Trattati# a "artire da $uello di %aastric&t, sono un assoluta necessit!. #opposizione esplicita della /ermania e dei paesi dellarea centrale a tali modifche, pu8 essere battuta dalla costruzione di una coalizione degli altri stati. >a tenuto conto in+atti del rilevante interesse tedesco alle esportazioni nel resto dellEuropa. $on avere operato in "uesta direzione ed avere allopposto ratifcato il Hiscal ;ompact e il complesso delle politiche di austerit!, 1 la responsabilit! enorme dei governi dei paesi cosiddetti Bperi+ericiD, che hanno sacrifcato agli interessi del capitale fnanziario "uelli della grande maggioranza della popolazione dei propri paesi. Come affrontare la questione del debito pubblico 4ettere fne allausterit! signifca in primo luogo a*+rontare e risolvere il problema del debito pubblico senza condurre leconomia in recessione o in depressione. Civersamente dalla propaganda dominante, il rapporto tra debito e il, passato in Europa dal II,%3 del 2007 al &2,73 del terzo semestre del 20%,, non 1 aumentato per leccesso di spesa per i diritti sociali. #e cause, oltre "uelle pi' antiche di cui abbiamo parlato nel paragra+o precedente, risiedono nellenorme "uantit! di risorse che sono state messe a disposizione per il salvataggio del sistema bancario, pari a ).200 miliardi di euro, e nella contrazione del il determinata dalla crisi. 0n "uesto modo si 1 realizzata una gigantesca tras+ormazione di debito privato in debito pubblico. er salvare lEuropa bisogna imporre una trattativa politica sulla "uestione del debito a livello europeo e in una sede comune. E interesse di tutti i paesi a pi' alto debito costruire unintesa su "uesto obiettivo e non continuare a seguire la strada della totale soggezione alle attuali norme. er "uesto avanziamo lidea di una on'erenza del De(ito Euro"eo# "uale misura urgente per +ermare la china della depressione. Seppure in condizioni diverse lo si +ece nel %&2, a #ondra per sanare i debiti della /ermania e permettere la sua rinascita economica. #a ristrutturazione del debito per altro non riguarda solo il caso della /ermania postbellica ma anche le vicende pi' recenti di Argentina, 0slanda, Ecuador. Jgnuno di "uesti casi presenta delle specifcit! che riguardano la storia economica di ogni singolo paese e le modalit! della +ormazione del debito, ma tutti dimostrano che 1 possibile a*+rontare "uesto tema in termini non distruttivi per i paesi debitori, a di*+erenza di come si 1 +atto con la /recia e come si vorrebbe +are con il Fiscal Compact. $ella sede europea bisogna dun"ue < anche attraverso unanalisi che porti alla separazione del debito interno e di "uello estero di ogni paese, e, per "uanto possibile, di "uello in possesso di hedge fund, +ondi di investimento, banche, imprese da "uello di*+uso tra piccoli risparmiatori < giungere a un taglio dei debiti che per le loro dimensioni appaiono chiaramente non riscuotibili, a una ristrutturazione dei rimanenti, allungando i periodi della restituzione, a +orme di mutualizzazione su scala europea del debito. 0n sostanza a un insieme di misure che sono lesatto 5 contrario del Fiscal o!"act# c&e $uindi )a a(olito prima del suo ingresso in vigore previsto nel 20%I. Tali misure si confgurano come alternative anche al cd. Hondo salva Stati -4eccanismo europeo di stabilit!, 4ES. che invece prevede una pratica pesantemente intrusiva nelle politiche economiche dei singoli stati +ruitori del prestito. Cel resto le misure di austerit! fn "ui adottate si +ondavano su calcoli matematici addirittura sbagliati, come ha riconosciuto lo stesso Hmi, poich7 applicavano moltiplicatori che calcolavano le riduzione della economia reale a seguito dei tagli della spesa pubblica in termini del tutto +alsi e riduttivi. 0n 0talia abbiamo un problema in pi'9 come ritornare alla 'or!ulazione ori*inaria dellarticolo +, della nostra ostituzione, eliminando la modifca ? votata da pi' dei due terzi delle camere e "uindi non sottoponibile in "uanto tale a re+erendum < che impone il pareggio di bilancio. E evidente che, persistendo lattuale composizione del parlamento, una simile modifca non 1 possibile per via puramente parlamentare. E "uindi necessario, come stanno proponendo diversi giuristi, organizzare un re'erendu! sulle le**i ordinarie a""licati)e del pareggio di bilancio e promuovere una legge costituzionale di iniziativa parlamentare che sottragga almeno la spesa per scopi sociali dallobbligo del pareggio di bilancio, sul modello di "uanto avviene in altri paesi. La riforma radicale dei Trattati, del ruolo della Bce e della overnance fnan!iaria 4odifcare i trattati signifca anche e prioritariamente ridefnire i compiti a*fdati alla Aanca centrale europea. Abbiamo bisogno di una banca centrale che +unga da prestatore < e compratore ? in ultima istanza, ovvero che possa ac"uistare i titoli di stato dei paesi pi' in di*fcolt! per inibire allorigine la possibilit! di speculazione da parte dei poteri fnanziari privati. 0l divieto a +arlo, previsto dal Trattato, 1 del tutto assurdo, in+atti 1 lunico caso al mondo tra le Aanche centrali. /razie a "uesto sistema, tra il 20%% e il 20%2, la A;E ha prestato alle banche europee oltre %000 miliardi di euro al tasso di interesse del %3. 6uelle medesime banche hanno poi prestato agli stati a tassi di interesse nettamente superiori, in 0talia fno a oltre il I3. 6uesto comporta la necessit! di cambiare la missione che i Trattati a*fdano alla -ce. 6uestultima non pu8 avere come obiettivo prevalente che linGlazione non passi il 23. er di pi' siamo in una +ase dove il pericolo 1 lopposto, cio1 la deGlazione, ovvero il crollo di tutti i prezzi , in primis "uello del lavoro, cio1 le retribuzioni, Alla lotta allinGlazione va sostituita la priorit! della lotta alla disoccupazione. Cel resto anche la Hederal Keserve americana ha nel suo statuto lobbligo di regolare le proprie mosse sullandamento del tasso di disoccupazione interno. 6uesto si pu8 +are modifcando e integrando gli articoli , e %27 del Trattato 5e, nonch7 lart. 2 dello Statuto del Sistema europeo di Aanche centrali -Sebc. e della Ace, in modo da porre lobiettivo della piena occupazione tra i fni prevalenti dell5nione e delle sue istituzioni fnanziarie. 6 0n sostanza la Ace dovrebbe operare per +avorire una !utualizzazione del de(ito. 0n particolare bisogna attuare ci8 di cui da tempo si sta parlando, ma che non viene attuato per lopposizione esplicita di alcuni paesi membri, come la /ermania, che potrebbe essere superata con una pressione congiunta da parte degli altri stati. Jvvero lemissione di Eurobond, cio1 la creazione di titoli di debito pubblico emessi da uno dei paesi dellEurozona, ma sottoscritti da tutti gli stati membri in modo da suddividere il rischio, gestiti da un organo europeo appositamente creato. Jgni paese membro dovrebbe avere la possibilit! di emettere un prestito obbligazionario fnalizzato esclusivamente alla creazione di lavoro con la contemporanea garanzia da parte della Ace di ac"uisto di una "uota congrua sul mercato secondario. #a Ace dovrebbe essere tenuta a vincolare il credito a banche dellEurozona a piani di aumento delloccupazione nel paese richiedente, per evitare, come 1 gi! successo, che tali crediti giacciano inerti nelle banche. Allo stesso modo la Ace potrebbe +avorire il credito a banche che garantiscano prestiti a basso interesse nei con+ronti del sistema delle "iccole e !edie i!"rese, il pi' so*+erente della paralisi del credito attualmente in atto. oich7 gli obiettivi della Ace cambierebbero da "uelli puramente destinati a tutelare la stabilit! monetaria, cio1 dei prezzi, a "uelli della stabilit! fnanziaria e dello sviluppo delleconomia reale e delloccupazione, il arlamento europeo deve assumere un ruolo di indirizzo *enerale nei con'ronti della -anca entrale# la "uale con cadenza almeno semestrale dovrebbe ri+erire allorgano politico sullandamento degli obiettivi prefssati, superando per "uesta via il divorzio +ra banca centrale e +orme democratiche della rappresentanza politica su cui si basano le dottrine neoliberiste in particolare dagli Jttanta del secolo scorso. >a contrastato il potere di inGluenza che hanno le grandi agenzie di rating private sulle decisioni di investimento in titoli del debito pubblico. 0 loro rating possono mettere in gravi di*fcolt! uno Stato, mentre la storia di "uesta crisi ha dimostrato la loro totale incapacit! di prevederne lo scoppio e lo sviluppo. 0noltre il conGlitto di interesse 1 pi' che evidente, poich7 nella propriet! delle tre principali agenzie di rating operanti nel mondo sono presenti +ondi di investimento privati di grande rilevanza. 0n "uesto modo una ristrettissima elite pu8 decidere delle sorti del debito pubblico di uno stato sovrano, del rendimento dei suoi titoli, dei tassi di interesse e degli spread. E necessario "uindi che la 5e si doti di una*enzia di ratin* "u((lica, che emetta valutazioni sulla a*fdabilit! fnanziaria dei singoli paesi in base a criteri riguardanti gli aspetti delleconomia reale, "uali lincremento della occupazione. Combattere lo strapotere della fnan!a e reolamentarne le attivit 7 #a fne delle politiche di austerit! comporta per8 un intervento deciso sul +unzionamento della fnanza nel suo complesso, per +are prevalere rispetto a "uesta le istanze delleconomia reale. 0n sostanza bisogna rendere meno vantaggioso limpiego e lo spostamento di capitali dalle attivit! produttive a "uelle puramente speculative. Aisogna cio1 mettere i bastoni tra le ruote della speculazione fnanziaria mondiale e limitare lo strapotere delle banche, "uello che alcuni autori chiamano la creditocrazia, ovvero i poteri di "uellelite cui non conviene la diminuzione del debito pubblico o privato poich7 vive dei lauti proventi dei tassi di interessi. Jvvero bisogna mettere in pratica "uellobiettivo delleutanasia dei rentiers, di cui parlava Le:nes, ma che non avviene spontaneamente. $el contesto europeo si 1 cominciato a discutere di "uesti temi con lo scoppio della crisi mondiale e il +allimento di alcuni grandi istituti bancari. $el +rattempo il potere delle banche in Europa si 1 venuto enormemente consolidando e concentrando. $el 20%%, secondo un rapporto presentato u*fcialmente alla ;ommissione europea, nella 5e esistevano nove gruppi bancari i cui attivi superavano un trilione di euro. #e classiche banche troppo grandi per potere +allire - too big to fail). #e misure adottate o sono insu*fcienti o vanno nella direzione opposta a "uella necessaria. Anzich7 pensare a ridurre le dimensioni delle banche, che le spingono di per s7 a privilegiare lattivit! speculativa rispetto a "uella di servizio alleconomia reale, a eliminare lopacit! del sistema, nel "uale prospera un vero e proprio sistema bancario ombra, i governanti europei si sono mossi nella direzione di accrescere la vigilanza della Ace sul sistema bancario, in modo tale da renderlo oltretutto di improbabile attuazione, e obbligare le banche ad aumentare il proprio capitale per renderle pi' solide -cosa che in 0talia 1 stata risolta recentemente con il trucco dellaumento del valore delle "uote delle banche private in AanMitalia.. 0l tanto esaltato progetto per l5nione bancaria, che verr! prossimamente votato dal arlamento europeo prima delle prossime elezioni, non s+ugge a "ueste contraddizioni. ;i8 che bisogna urgentemente +are 1 invece se"arare in !odo drastico le (anc&e co!!erciali da $uelle di in)esti!ento# il che signifca +are in modo che esse non +acciano parte dello stesso gruppo fnanziario, al fne di non esporre il risparmio dei cittadini ai rischi della cosiddetta fnanza creativa. Aisogna imporre un tetto !assi!o per le retribuzioni e i bonus dei dirigenti degli istituti bancari e delle societ! di capitale, poich7 la loro indeterminatezza non 1 solo +oriera di uninaccettabile divaricazione reddituale, ma 1 anche un viatico verso operazioni rischiose alla ricerca della massima profttabilit!, al fne di garantire il massimo dei guadagni privati. Aisogna imporre il di)ieto di collocare 'uori dal (ilancio "ualsiasi +orma di attivo o di passivo, in modo da rendere trasparente il bilancio delle banche e evitare che "ueste aggirino norme e controlli. 8 >a attuata una drastica li!itazione e una re*olazione dei titoli deri)ati -"uelli che hanno scatenato il lato fnanziario dellattuale crisi in corso e che circolano sul mercato fnanziario in una "uantit! pari ad almeno pi' di dodici volte il il mondiale.. Ceve essere garantito che le transazioni avvengano in modo regolamentato -cosa che non avviene attualmente., che una delle controparti -il che ora non accade nel &(3 dei casi. sia in possesso del BsottostanteD da cui il titolo deriva. >a proibita la produzione di titoli derivati basati sulla scommessa su disastri fnanziari -come i ;ds, certifcati di protezione del credito., o collegati allaumento dei prezzi dei generi alimentari di base o a pratiche distruttive dellambiente -ad esempio lestrazione di gas naturale mediante fracking, ovvero la +rantumazione delle rocce con +orti getti dac"ua pressurizzata.. >a combattuta la fnanza ombra e comun"ue +atta emergere e regolata lattivit! -come nel caso di Hondi che +unzionano come banche accettando depositi o erogando crediti.. >a vietata la cartolarizzazione dei prestiti, in particolare "uando "ueste portano alla creazione di titoli derivati strutturati, "uali le ;do, contenenti elevate "uantit! di titoli di credito ad elevato rischio. L "armoni!!a!ione fscale, la lotta allevasione e ai paradisi fscali Kegimi fscali +ortemente di*+erenziati sono concausa nello spostamento di capitali a scopo speculativo e +onte di ulteriori diseguaglianze. Aisogna "uindi puntare a una vera armonizzazione fscale +ra gli stati membri ancorata ad alcuni principi comuni, "uali "uelli che il peso maggiore del prelievo fscale deve poggiare sulle rendite e non sul lavoro e sui capitali reinvestiti, che si limiti laccumulazione di ricchezza inerte con congrue tasse di successione e la presenza di tassazioni "atri!oniali so**etti)e, partendo pure da ali"uote basse e progressive, in grado di raggiungere tutte le +orme di ricchezza in possesso alle singole persone. er "uanto riguarda il nostro paese la lotta alle)asione fscale rimane un compito centrale. 0n+atti da noi levasione 1 tra le pi' alte in Europa e costituisce un pesante di*+erenziale negativo. erch7 sia e*fcace bisogna concentrare lattivit! di E"uitalia non tanto sulle dichiarazioni contenenti errori tutto sommato marginali, puniti con multe eccessive < che creano ostilit! di*+usa verso il fsco ? "uanto sugli evasori totali e le grandi evasioni. #a lotta allevasione fscale non pu8 ovviamente essere +atta solo allinterno dei singoli paesi, data la volatilit! dei capitali. Kichiede una strategia internazionale sulla "uale la 5e pu8 e deve impegnarsi. Si calcola, ad esempio, che per i cd. "aradisi fscali passi circa la met! del commercio mondiale e che in essi si trovino la met! degli attivi bancari. E i paradisi fscali non stanno solo alle ;a:man, ma anche in Europa, come in #ussemburgo, a ;ipro o in Jlanda. E "uindi necessario che nel nostro continente si applichi una vera tassazione sulle transazioni fnanziarie, allo scopo di contenere i movimenti di capitale a solo fne speculativo -To(in ta/., anche con unali"uota di entit! modesta, come lo 0,02 richiesto da un movimento internazionale, purch7 estesa alla pi' 9 ampia base imponibile, includendo azioni, obbligazioni, derivati. Aisogna che ci sia una rendicontazione fnanziaria paese per paese -countr b countr reporting. per le imprese multinazionali. E indispensabile attuare una trasparenza delle in+ormazioni che riguardano la composizione societaria delle imprese, al fne di individuare "uali siano e dove siano i veri proprietari delle stesse. 0l che ha anche un e*+etto positivo nella lotta internazionale al riciclaggio. Aisogna intervenire sul cd. trade mispricing, ovvero la pratica in uso da parte delle aziende multinazionali di alterare la base imponibile in alcuni paesi spostandola laddove minore 1 la pressione fscale. >a impedito che le imprese partecipate dal nostro 4inistero delleconomia abbiano fliali, sussidiarie e controllate nei paradisi fscali. #er un nuovo modello sociale ed economico$ la conversione ecoloica delleconomia e la ricerca della piena occupa!ione orre fne allausterit! vuole dire rilanciare uneconomia basata sulla "ualit! pi' che sulla crescita "uantitativa e sulla ricerca della "iena occu"azione. er Nilliam Aeveridge, uno degli artefci dello stato sociale britannico e "uindi del modello sociale europeo che ha caratterizzato i principali paesi del nostro continente nel trentennio seguito alla Seconda guerra mondiale il concetto di piena occupazione era strettamente connesso a "uello di un lavoro BdecenteD, ossia giustamente retribuito e dotato di diritti. #e teorie neoclassiche, riprese poi da "uelle neoliberiste, hanno invece sostenuto unidea di tutto sbagliata, che Oames L. /albraith sosteneva andasse Bgettata nel +ossoD, ovvero "uella che andasse mantenuto un certo tasso di disoccupazione per non incrementare linGlazione. 6uello che proponiamo 1 invece legare il cambiamento del modello di produzione alla ricerca della "iena occu"azione, almeno come obiettivo tendenziale -del resto solo in una societ! statica, anche demografcamente, esso potrebbe essere raggiunto in modo pienouna volta per tutte. e alla riduzione dellorario di la)oro. #o stesso obiettivo del reddito !ini!o *arantito non viene posto da noi in contrasto con il perseguimento di una piena e buona occupazione, ma come strumento indispensabile per spezzare i ricatti nel mercato e nel mondo del lavoro e a*+ermare il diritto allesistenza. #e politiche economiche si intrecciano cos= con "uelle del lavoro, della riduzione dellorario di lavoro, della conversione ecologica e del miglioramento della "ualit! della vita, anche se "ui le esponiamo distintamente. 0l primo problema che unEuropa unita e solidale deve porsi 1 leli!inazione de*li s$uili(ri tra i vari paesi e tra zona e zona dello stesso paese. #a stessa moneta unica non pu8 sopravvivere se non si attua un rie"uilibrio generale +ra $ord e Sud dellEuropa, +ra Jvest ed Est, allinterno dei singoli paesi. Se s"uilibri gi! cos= gravi continueranno ad appro+ondirsi lo stesso Euro 1 destinato a implodere. Sono le attuali politiche della 5e che mettono a repentaglio lesistenza di una moneta 10 unica e spingono verso la creazione di aree monetarie diverse -come un Euro del Sud e uno del $ord. che cristallizzerebbero le di*+erenze. 6uesto signifca che non possono esistere paesi esportatori in modo prevalente e paesi sostanzialmente solo importatori. 0l rie$uili(rio delle (ilance dei "a*a!enti deve essere un obiettivo da perseguire per la stessa stabilit! europea. #a storica $uestione !eridionale italiana, ulteriormente aggravatasi in "uesta crisi, deve trovare una sua soluzione in ambito europeo. E a tutti gli e*+etti una "uestione europea. $ello stesso tempo il 4ezzogiorno d0talia 1 immerso nel 4editerraneo e "uindi la sua rinascita dipende dallo sviluppo di tutta la zona euromeditterranea. ;ome diceva Aldo 4oro9 !"essuno # chiamato a scegliere fra l$essere in %uropa ed essere nel &editerraneo poich' l$%uropa intera # nel &editerraneo!. #a ;ostituzione di una o!unit %ed0Eu potrebbe essere una delle azioni "ualifcanti che la 5e dovrebbe avanzare nel semestre di presidenza italiana, attraverso la preparazione di una ;on+erenza diplomatica, aperta ai soggetti attivi nella societ! civile, subito dopo le elezioni maggio, articolata in un con+ronto +ra le carte dei diritti +ondamentali della 5e, "uelli dei aesi arabi, della ;arta 0slamica e dell5nione A+ricanaE un incontro di tutti i soggetti economici interessati, pubblici e privati, per dare vita a un piano in un "uadro di uneconomia circolare nel bacino del 4editerraneoE la convocazione di Stati generali della giovent', data la grande incidenza delle giovani generazioni soprattutto nel bacino meridionale nel 4editerraneo, per dare vita a piani di lavoro e di scambi culturali, come la defnizione di un Erasmus 4editerraneo, che darebbe fato anche alle nostre 5niversit! del 4ezzogiorno che perdono il %03 degli studenti allanno. 0l rie"uilibrio di cui parliamo comporta che a livello europeo si ra*+orzi il bilancio comunitario e si attuino grandi scelte programmatrici su cui condurre iniziative produttive innovative. 0l (ilancio euro"eo 1 oggi unentit! irrisoria ed 1 stato diminuito recentemente. 0ndica che non si vuole condurre una politica comune sui grandi temi delleconomia reale. Esso va "uindi aumentato in modo congruo < ad esempio dallattuale %,23 al 23 del il europeo ?, va fnanziato con una imposta europea, "uale potrebbe essere la Tobin tax, anche per sottrarlo al predominio dei contributi dei paesi pi' +orti, e va creata la fgura istituzionale che lo gestisca sulla base delle grandi scelte di investimento indicate dal arlamento. $on va con+uso il concetto di "ro*ra!!azione con "uello di dirigismo. 6uestultimo del resto 1 gi! in atto, poich7 le scelte economiche produttive sono prevalentemente +rutto delle esigenze della /ermania di mantenere il proprio primato nel settore mani+atturiero per garantire la propria politica neomercantile basata sulle esportazioni. 5na programmazione a livello sovrannazionale signifca tenere conto delle diverse condizioni e vocazioni produttive dei vari paesiE operare scelte condivise non solo dai governi ma anche dalle popolazioni interessateE pensare lEuropa come 11 multicentrica e il territorio come una rete non come una dorsale di attraversamentoE +are della di+esa dellambiente, della cultura e dei beni culturali, dei beni comuni naturali e sociali, delle istituzioni del Fel+are che garantiscono luniversalit!, la gratuit! e la "ualit! dei servizi alle persone, la base materiale della cittadinanza, la leva di un nuovo sviluppo e non il limite da abbattere per estendere il campo di profttabilit! della grande fnanza e del capitale privato. 0n "uesto "uadro linter)ento "u((lico diretto in econo!ia < oltre per ci8 che riguarda il (elfare state ) pu8 e deve un nuovo ruolo, purch7 accompagnato da una +errea intransigenza nei con+ronti della corruzione e della malagestione, capace non solo di rispondere ai bisogni elementari e primari della popolazione, ma anche a "uelli pi' maturi, derivanti dal processo di allargamento dei diritti. #intervento pubblico pu8 in+atti arrivare l! dove "uello privato non ha interesse ad andare, ovvero nei settori pi' innovativi, a redditivit! di*+erita, ad alta intensit! di lavoro. ;i8 che vogliamo 1 esattamente lopposto di ci8 che sta succedendo e che 1 alla base delle dottrine neoliberiste, ovvero che il settore pubblico con"uisti sempre maggiore peso nelleconomia reale, non necessariamente e non tanto inglobando i settori privati, "uanto innovando terreni e modalit! di sviluppo economico e produttivo. E laddove si verifcano scontri tra principi costituzionali, "uali il diritto alla salute e "uello al lavoro, come 1 successo ad esempio all0lva di Taranto, a causa delle logiche di profttabilit! del privato, oppure conGlitti tra la volatilit! dei capitali privati e la stanzialit! delle +orze del lavoro, come avviene nei processi di delocalizzazione, lo Stato pu8 e deve agire con pesanti +orme dissuasive fno alla nazionalizzazione delle imprese. 6uesto comporta anche una politica di contrasto alle delocalizzazioni operate allunico scopo di operare in situazioni di basso costo del lavoro, di minore tassazione, di assenza di organizzazioni e attivit! sindacali. #e delocalizzazioni sono ovviamente il contrario del processo di internazionalizzazione delle imprese, che pure deve essere sottoposto a precise verifche sulle condizioni di lavoro, salariali e normative applicate nelle fliali estere. >anno "uindi introdotti precisi obblighi per chi ritiene di dovere semplicemente spostare le proprie attivit! altrove, "uali la restituzione de*li incenti)i o delle riduzioni fscali fno a "uel momento godute in virt' della legislazione dello Stato ospitanteE limpegno a collaborare alla riallocazione dei la)oratori in altre attivit! e unit! produttiveE lassunzione dei costi dello smantellamento o del riattamento delle strutture industriali e della (onifca dei terreni. #imposizione di simili misure potrebbe anche avere il positivo e*+etto di costringere le multinazionali a riconsiderare i vantaggi economici delle delocalizzazioni. Linee essen!iali per una nuova politica economica climatica e ambientale $on possiamo "ui sostituirci a un simile processo non certo di breve periodo, ma solo accennare ai settori economici +ondamentali nei "uali 1 urgente intervenire per una vera conversione ecologica 12 delleconomia, per uneconomia climatica e ambientale, che ingloba il tema della giustizia sociale, e per la creazione di nuovo lavoro di "ualit!. Abbiamo bisogno di un nuovo corso delleconomia che abbia "uel +orte impatto di cambiamento che ebbe il ne% deal di Celano Koosvelt nellAmerica degli anni Trenta. #a cura del territorio, il suo riassetto idro*eolo*ico sono ancora ai giorni nostri delle priorit!, proprio a causa delle modalit! devastanti che lo sviluppo economico ha assunto con sempre maggiore aggressivit!. 0n particolare riteniamo urgente e possibile che il prossimo arlamento Europeo, con i necessari passaggi istituzionali, giunga alla elaborazione di un Piano euro"eo "er loccu"azione, il "uale stanzi almeno %00 miliardi di euro per dieci anni per +ornire occupazione a 2?I milioni di disoccupati e inoccupati entro un tempo breve, naturalmente tenendo conto delle situazioni nazionali dove 1 pi' grave la condizione delloccupazione, come il nostro che avrebbe bisogno nel pi' breve tempo possibile di un milione di posti di lavoro in pi'. >isto "uello che si 1 +atto e si speso per salvare le banche non si tratta di una richiesta irrealizzabile. #a voce pi' signifcativa del bilancio europeo 1 ancora la*ricoltura. Essa rimane +ondamentale per il soddis+acimento dei bisogni reali delle popolazioni. 6uindi le aree agricole vanno di+ese dalla cementifcazione o dalla tras+ormazione in puro terreno di collocazione di strutture energetiche. #a politica agricola comunitaria va pro+ondamente ri+ormata, evitando di privilegiare le aree +orti, lo sviluppo speculativo delle bioenergie, lasservimento allindustria di tras+ormazione, o il ricorso agli Jgm. 0 re"uisiti ambientali e "uelli contenuti nella strategia per la Aiodiversit! della 5e, vanno direttamente integrati nella nuova politica agricola europea. >a +avorita la ripopolazione delle zone rurali interne ? come nel 4ezzogiorno d0talia, anche con la distribuzione in comodato duso delle terre incolte, degli immobili non utilizzati o confscati alle mafe, a cooperative o imprese individuali < e delle zone mediterranee, "uale +attore per garantire unautosu*fcienza alimentare, la di+esa e la "ualifcazione del territorio, occasione di nuova occupazione che innovi e a*fni la produzione dei prodotti agricoli e dei loro derivati, garantendo una ricca variet! dei medesimi. #Europa ha una grande risorsa9 la dieta mediterranea, gi! riconosciuta come patrimonio dellumanit! da parte dell5nesco, su cui +are leva per garantire un nuovo sviluppo "ualitativo dellagricoltura e un contenimento dellallevamento intensivo di animali a scopo alimentare, teatro di violenza e so*+erenza per il vivente animale che dobbiamo e possiamo evitare. Aisogna di+endere i nostri mari da pratiche di pesca eccessiva e illegale, in modo da ottenere una ripopolazione ittica e garantire la sopravvivenza di tutte le specie.
P proprio dal dossier agricoltura che emerge con +orza la doppia valenza del te!a a!(ientale. Ca una parte lQambiente va considerato come valore intrinseco, e la tutela della biodiversit!, del paesaggio, degli ecosistemi va incentivata con +orza attraverso il rilancio dei programmi europei relativi. CallQaltra va sottolineato che lQambiente, secondo la legislazione comunitaria, andrebbe BinternalizzatoD in ogni aspetto dellQattivit! ed in ogni politica dellQ5nione. Se da una parte "uesta 13 ha condotto notevoli passi in avanti, sussistono ritardi e contraddizioni, ma anche grandi potenzialit! . 0l settore energia?clima ne 1 la prova evidente anche alla luce delle recenti decisioni del ;ommissario Aarroso e della ;ommissione di rivedere al ribasso gli impegni per le riduzioni di emissioni di gas serra e il sostegno alle rinnovabili, a +avore di una maggior en+asi su +onti energetiche a basso costo per le imprese. ;irca l(03 delle normative sulla!(iente viene deciso dalla 5e. E "uindi "ui che si gioca la grande partita sul clima e per la tras+ormazione del modello energetico. Aisogna "uindi garantire che tutti gli obiettivi assunti in "uesti campi dalla 5e per il 2020 vengano conseguiti e ra*+orzati. Altrimenti non 1 possibile arrivare ad una riduzione complessiva delle emissioni sul pianeta dell(03 entro il 2020, la cui tappa intermedia al 2022 1 fssata in un range tra il )03 e il I03. #a crisi economica porta con s7 gi! naturalmente una riduzione dei consumi energetici. E il caso in cui da una cosa cattiva pu8 nascere una cosa buona9 il raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni pu8 e "uindi deve essere anticipato. 0n particolare in Europa bisogna entro il 2022 ridurre i gas serra del I03 e aumentare le energie rinnovabili del )23 -stroncando ogni tendenza al ritorno del nucleare o al mantenimento della dipendenza energetica del nostro paese dal gas russo o dallo shale gas americano, estratto con la devastante pratica del fracking, o al rilancio del carbone e del petrolio la cui ricerca 1 +ortemente invasiva degli e"uilibri ambientali. e ridurre i consumi energetici del )03. $el campo dellener*ia la transizione dalle +onti +ossili a "uelle rinnovabili richiede una decisa scelta nel campo della ricerca scientifca e degli investimenti in "uesta direzione. $essun paese pu8 +arcela da solo. E "uanto mai necessaria una "ro*ra!!azione delle "olitic&e ener*etic&e a li)ello euro"eo, cosa fn "ui non accaduta e una delle cause pi' evidenti della debolezza dellEuropa nel "uadro economico mondiale. Cel resto "uesto tema si incrocia con problemi decisivi e strategici di politica estera, come 1 del tutto evidente anche nella grave crisi ucraina tuttora in corso. A tale fne 1 indispensabile la promozione, culturale e pratica, di un diverso modello di produzione e consumo, +ondato non sulla crescita infnita delle merci, ma sullassunzione del concetto di limite e la produzione di nuovi beni9 la riproducibilit! della natura, laccesso ai saperi, la cura delle persone e la "ualit! delle relazioni. >a bene evidenziata la relazione tra ambiente, debito ecologico, giustizia ambientale e riconoscimento e tutela dei beni comuni. roprio la "uestione dellaccessibilit! e della gratuit! dei ser)izi idrici 1 stata al centro di un grande movimento sia sul piano nazionale che europeo. #ac"ua come bene comune 1 diventato un concetto di*+uso e condiviso tra le popolazioni. 0n 0talia lesito del re+erendum 1 stato il migliore di sempre -ha votato S= oltre la met! degli aventi diritto al voto, "uindi la maggioranza assoluta.. 0n Europa liniziativa promossa dal sindacato europeo dei servizi pubblici -Epsu. ha raccolto pi' di 14 un milione(00mila sottoscrizioni. #a risposta della ;ommissione Europea alle tre "uestioni poste con l0;E 1 stata per8 generica ed elusiva. 0n+atti sul primo tema < garantire il diritto universale allaccesso allac"ua per tutti i cittadini europei < viene a*+rontato sostenendo che la 5e promuover! una consultazione pubblica per ra*+orzare "uesto diritto. Sugli altri due temi < evitare la liberalizzazione del servizio idrico e toglierlo dalle materie oggetto dei trattati internazionali di libero scambio < la ;ommissione evita di prendere posizione, con+ermando di +atto unopzione privatizzatrice. Cobbiamo al contrario ribadire e ottenere la piena attuazione degli obiettivi sopra richiamati dall0ce -0niziativa dei ;ittadini Europei., anche per rendere concreto lesercizio di "uesto strumento, entrato in vigore nellaprile del 20%2, di partecipazione e di democrazia di cui lEuropa ha tanto bisogno. #economia della conoscenza deve essere uno dei punti +ondamentali di una programmazione e di una politica di investimenti pubblici a livello europeo. ;os= non 1 stato. articolarmente nel nostro paese. #o sviluppo della rete nelle sue +orme pi' evolute e libere 1 non solo una necessit! economica, ma il suo libero accesso 1 un diritto per tutti, un bene comune. E "uindi importante che si completi, nella legislatura entrante, in tutte le parti necessarie allapplicazione corretta, la recentissima decisione del arlamento europeo di porre fne ai costi del roaming entro il 20%2 e di garantire che laccesso ad 0nternet sia +ornito in con+ormit! con il principio di Bneutralit! della reteD, il che signifca che tutto il tra*fco internet deve essere trattato allo stesso modo, senza discriminazioni, limitazioni o inter+erenze, indipendentemente da mittente, destinatario, tipo di servizio, contenuto, dispositivo, servizio o applicazione. i' in generale va superato listituto dei co"1 ri*&t e il siste!a dei (re)etti, ovvero tutto ci8 che anzich7 garantire la giusta remunerazione del lavoro umano in campo cognitivo ed il suo riconoscimento sociale < che vanno accuratamente assicurati e protetti ? lo tras+orma in propriet! delle imprese e ne confsca la distribuzione, a*+ermando al contrario la libera circolazione, di*+usione e utilizzo delle opere creative dellintelletto umano. #a concezione dellEuropa come rete non deve riguardare solo il mondo virtuale, ma anche "uello fsico e investire pienamente la politica dei tras"orti delle persone e delle cose. >a combattuta "uindi una visione che si basa su attraversamenti del territorio secondo grandi dorsali9 la visione che ha partorito i +amosi corridoi, di cui la Ta) Torino0Lione rappresenta uno degli aspetti giustamente pi' contestati per il carattere +araonico, costoso e invasivo del territorio, mentre esistono concretamente soluzioni alternative assai migliori sia per metodi, che per costi pi' contenuti, che per risultati. #unit! dEuropa si +a anche collegando tra loro fsicamente i vari punti del suo territorio, non solo le grandi capitali. er "uesto la politica dei trasporti pubblici va progettata costruendo una rete sia a livello nazionale che sovrannazionale, in modo da +avorire lincontro tra persone e lo sviluppo delle economie locali. 15 0l Trattato di #isbona ha a*fdato alla ;ommissione europea la competenza sul co!!ercio internazionale. 0n "uesto modo a livello multilaterale, multi bilaterale, bilaterale la ;ommissione europea negozia con aesi terzi, senza alcuna consultazione con le istituzioni dei aesi membri, regole e condizionalit! che impattano pesantemente sui sistemi produttivi ad ogni livello. 0n "uesto "uadro di oscurit! e di accentramento si sta discutendo il Transatlantic Trade and &nvestment #artnership 'Ttip(# un trattato di libero scambio tra 5nione europea e 5sa. #oggetto delle trattative segrete, lanciate u*fcialmente nel luglio 20%,, riguarda non solo le barriere tari*+arie, ma anche "uelle non tari*+arie che riguardano standard di sicurezza e di "ualit! di aspetti sostanziali della vita dei cittadini, "uali lalimentazione, listruzione e la cultura, i servizi sanitari, i servizi sociali, la tutela ela sicurezza del lavoro. #oggetto della trattativa 1 dun"ue la mercifcazione dei servizi pubblici, dei beni comuni e dei diritti dei cittadini a vantaggio della propriet! privata e delle mire di guadagno dei grandi centro economici. Aloccare "uesto Trattato, scoperchiare la segretezza delle trattative, 1 il primo passo indispensabile per ripensare il commercio su basi diverse. #e grandi mobilitazioni che dalla fne degli anni $ovanta in poi si sono generalizzate contro il NTJ -Jrganizzazione mondiale del commercio, J4; nellacronimo italiano. sottolineano come attraverso le politiche commerciali sia passata tanta politica di spoliazione delle popolazioni e di incremento delle ingiustizie e delle diseguaglianze che hanno caratterizzato "uesta +ase storica della globalizzazione. er "uesto la governance del commercio internazionale deve essere riportata allinterno dellJnu superando il Nto e la segretezza delle sue trattative. 0l co!!ercio, interno ed internazionale, pu8 invece essere un +attore di benessere di*+uso anche a livello locale, pu8 diventare lo stimolo e il viatico per un diverso modello produttivo. Aisogna "uindi progettare fliere a partire dal loro valore sociale, ecologico, territoriale, oltre che economico. 0l problema non 1 "uindi "uello del &ade in ma piuttosto "uello del &ade how. Aisogna pensare a progetti di cooperazione produttiva solidale, anche locale ma aperti al mondo. ;ome abbiamo detto nel caso dellagricoltura nel "uadro 4editerraneo, dove la creazione di un marchio 4EC potrebbe "ualifcare i prodotti agricoli di "ualit! sociale e ambientale. Aisogna rivalorizzare il ruolo dei mercati rionali, ridestinando a "uesto scopo spazi sottoutilizzati, sperimentando nuove +orme di connessione tra banco di vendita, luogo -o*fcina, laboratorio. di produzione, spazio di +ormazione, sia nei grandi centri urbani che nei luoghi pi' peri+erici. Aisogna aiutare lo sviluppo della piccola distribuzione organizzata, i gruppi di ac"uisto solidale che si sono di*+usi come +orma di autodi+esa nei con+ronti della crisi che ha colpito le capacit! dac"uisto. Tutto ci8 va accompagnato da modelli di certifcazione alternativi rispetto a "uelli tradizionali, sperimentando la certifcazione partecipata, ovvero una relazione organizzata tra produttori e consumatori. Allo stesso tempo vanno ridotte le complessit! burocratiche connesse allesercizio delle attivit! commerciali, senza +are venire meno i controlli indispensabili sulligiene, la "ualit! delle merci e le condizioni in cui si svolge il lavoro. 16 La piena e buona occupa!ione e la ridu!ione dellorario di lavoro $on esistono le politiche dei due tempi, sia a livello statale che a livello di impresa in campo occupazionale. #a storia del nostro paese < e non solo < lo ha ampiamente dimostrato. ;ome non c1 prima lausterit! e poi il rilancio della crescita, cos= non avviene che le imprese prima aumentino la produzione e poi aprano possibilit! occupazionali. er cui verrebbero sempre prima i sacrifci dei diritti. #a ricerca della "iena occu"azione 1 "uindi allo stesso tempo un +attore e un risultato di uno sviluppo costruito sui basi "ualitativamente nuove come abbiamo fn "ui descritto nelle linee essenziali. 4a non essendo un prodotto automatico di "uestultimo essa richiede delle apposite politiche. Soprattutto in "uesto campo, "uello del lavoro, bisogna muoversi in modo diametralmente contrario alle politiche dominanti, che in+atti hanno accresciuto disoccupazione, precariet! e povert!, compreso il dilagante +enomeno dei workers poor. Jggi, in Europa, dopo che la bugia della Bausterit! espansivaD si 1 rivelata come tale, le classi dominanti puntano su "uella che potremmo chiamare la "recariet es"ansi)a, ossia la fnzione che abbattendo ogni regola del mercato del lavoro si aprano le porte alle assunzioni da parte delle imprese. 0l governo italiano, con il decreto Poletti, che cozza contro le stesse norme della 5e < per "uesto sosteniamo con convinzione la denuncia promossa dallAssociazione dei giuristi democratici dello Stato italiano nella persona del suo residente del ;onsiglio dei 4inistri per violazione del diritto comunitario ? e lannunciato Oob Act, appare come la punta di diamante in "uesta operazione di totale mistifcazione e di concreto abbattimento dei diritti dei lavoratori. #a nostra proposta 1 che lobiettivo della "iena occu"azione, ovvero di un lavoro decente a una retribuzione su*fciente a soddis+are i bisogni delle persone, sia inserito esplicitamente e in modo cogente nei Trattati europei. ;he, come abbiamo gi! detto, sia la diminuzione del tasso di disoccupazione il parametro che regola le azioni della Ace e degli altri organi europei. ;he si stimolino i paesi europei, condizionando gli eventuali prestiti a "uesto fne, a che +ormulino precisi e circostanziati piani del lavoro per incrementare loccupazione ad ogni livello e in ogni settore. ;he si produca, a partire dal settore mani+atturiero e nel campo dei lavori prevalentemente manuali e ripetitivi, una consistente riduzione dorario su scala giornaliera e settimanale, la cui e*fcacia ai fni del mantenimento e dellincremento delloccupazione 1 gi! stata sperimentata con successo in alcune grandi aziende europee. ;he si a*+ermi a livello europeo il principio del contratto di lavoro a tempo indeterminato come regola generale del rapporto di lavoro. ;he il ricorso del contratto a termine sia sempre ritenuto uneccezione da motivare da parte del datore di lavoro e tale da costituire un costo aggiuntivo. ;he siano cancellate tutte le altre norme che incrementano la precariet!, come il lavoro interinale, il lavoro a chiamata, il fnto 17 lavoro a progetto, il fnto lavoro autonomo ecc. -in 0talia ne esistono pi' di )2 e sarebbe noioso nominarle tutte.. ;he ci si muova verso una convergenza salariale tra i vari paesi europei per evidenti ragioni di giustizia sociale e retributiva e per evitare vantaggi che +acilitino delocalizzazioni di imprese. ;he a "uesto fne si stabilisca un salario minimo orario al di sotto del "uale non sia possibile scendere e al di sopra del "uale parta la libera contrattazione sindacale per gli aumenti retributivi a livello di contratti nazionali, territoriali e aziendali. ;he il diritto di sciopero sia comun"ue garantito in ogni settore economico e produttivo e contemporaneamente sia previsto il divieto di serrata, come 1 nella ;ostituzione italiana. ;he la rappresentanza sindacale sia regolata da precise norme, per via contrattuale eRo legislativa, in modo tale che sia garantita la democrazia interna alle organizzazioni sindacali e che le lavoratrici e i lavoratori abbiamo la possibilit! di esprimersi attraverso un voto segreto e garantito da precise modalit! almeno sugli esiti degli accordi che li riguardano direttamente. ;he sia garantita la possibilit! della partecipazione dei lavoratori a +orme di controllo dellimpresa e delle scelte sugli investimenti, senza che ci8 diventi una limitazione o un condizionamento della libert! di lotta sindacale per il miglioramento delle proprie condizioni retributive e lavorative. ;he vengano generalizzati, indipendentemente dai vari settori e dalle dimensioni dellimpresa, ammortizzatori sociali che proteggano il reddito dei dipendenti nei periodi di crisi o di riorganizzazione aziendale. ;he venga istituito in ogni paese +orme di reddito minimo, o basic income, che sottragga i giovani dal ricatto della povert! e del sottolavoro, o addirittura del lavoro nellambito delleconomia criminale, e li metta in condizione di trovare un lavoro decente. ;he la +ormazione diventi permanente e permetta al lavoratore un continuo aggiornamento di +ronte ai cambiamenti produttivi, tecnologici, organizzativi e culturali dellambiente di lavoro e di "uello sociale. ;he il servizio dellimpiego pubblico venga opportunamente dotato di tutti gli strumenti conoscitivi per +acilitare lincontro tra domanda e o*+erta del lavoro. )ifesa e universali!!a!ione dello stato sociale* +n social compact ;ome sappiamo uno dei mantra del neoliberismo 1 la riduzione del ruolo dello Stato a tutti i livelli, particolarmente nel campo della risposta ai diritti e ai bisogni dei cittadini. 0l !odello sociale euro"eo, basato sul nesso +ra welfare state e piena occupazione, 1 stato "uindi posto sotto attacco in "uesti ultimi decenni per creare spazio libero alla privatizzazione e alle logiche del proftto nel campo dei servizi ai cittadini ogni livello. 0n+atti la presenza di unistruzione, di una sanit!, di una previdenza ? e, nei paesi pi' avanzati, di altro ancora ? universali e gratuiti sottraeva spazio al mercato privato, dando vita a un modello di sviluppo tendenzialmente alternativo a "uello capitalistico classico. $el nostro paese, come si pu8 vedere ad esempio nel campo previdenziale, tale attacco 1 stato particolarmente intenso e violento, s+ondando +acilmente nel ventre molle della sinistra tradizionale < ora non pi' nemmeno defnibile tale < e della moderazione delle politiche 18 sindacali avviata con le politiche concertative degli anni $ovanta. 6uesto attacco 1 stato anche +acilitato dai mutamenti intervenuti nella catena della produzione del valore, dal processo di fnanziarizzazione del capitale, dagli aspetti concreti che ha assunto la globalizzazione. $on solo vengono smantellati interi sistemi pubblici di Fel+are, ma si tende alla costruzione di piccoli sistemi di Fel+are aziendale, spesso con la compiacenza delle organizzazioni sindacali, che rendono addirittura esclusivi servizi che dovrebbero essere universali ed a carico della fscalit! generale. er cui non si tratta soltanto di di+endere lo stato sociale, nella speranza di ricostruirlo come prima, ma di dare vita a un sistema di welfare europeo, di contrapporre al fscal compact un social compact* 5n social compact che comprender! misure immediate per a*+rontare le conseguenze sociali delle politiche di austerit!, "uali la crescente povert! e marginalit! sociale, intervenendo con programmi di sostegno alle categorie maggiormente colpite "uali giovani, anziani, donne < nel "uadro di "uel piano straordinario per la piena e buona occupazione di cui abbiamo gi! parlato ? e in settori +ortemente compromessi dalle politiche di taglio della spesa pubblica, in primis il settore sanitario. ;os= +acendo si costruiranno le premesse necessarie per la tutela ed il rispetto della dignit! e dei diritti umani, sociali ed economici di ogni persona che vive nel territorio dellQ5nione, senza distinzione alcuna. $on si tratta soltanto di ripristinare lo stato sociale come era ai tempi del suo massimo sviluppo nei tre decenni successivi al secondo dopoguerra, ma a*+ermare un nuovo spazio pubblico in cui i (eni co!uni# naturali e sociali, e gli istituti del Fel+are siano sottratti alle logiche di mercato e del proftto e gestiti secondo pratiche di de!ocrazia "arteci"ati)a. $on partiamo da zero. #a arta dei diritti 'onda!entali della Ue, che ha uno status pari a "uello dei trattati istitutivi, pur +ra diversi limiti e cose da cambiare, riconosce il diritto allistruzione, alla non discriminazione, alla piena partecipazione dei diversamente abili, alla tutela in caso di licenziamento ingiustifcato, il diritto alla previdenza sociali, allassistenza sociale e abitativa, a un elevato livello di tutela della salute. Tutte cose non solo rimaste disattese, ma peggiorate dalle politiche concrete della 5e e dei singoli stati nazionali in nome dellausterit!. $el programma Europa2020 1 stato ricompreso un importante obiettivo sociale9 la riduzione di 20 milioni della popolazione a rischio di povert! ed emarginazione. 4a la povert! 1 cresciuta di (,7 milioni dal 200&. $el "uadro della lotta alla povert!, alla disoccupazione e alla precariet! 1 "uindi +ondamentale la generalizzazione di un reddito !ini!o 2basic income), che in 0talia manca totalmente -anche se nellattuale arlamento vi sono proposte di legge di iniziativa parlamentare e popolare che attendono di essere discusse., secondo le stesse indicazioni contenute nella Kisoluzione del arlamento europeo del 20 ottobre 20%0 BSul ruolo del reddito minimo nella lotta contro la povert! e la promozione di una societ! inclusiva in EuropaD. Tale misura non va intesa come alternativa al 19 lavoro n7 condizionata allaccettazione di "ualun"ue tipo di lavoro, ma come un concreto sostentamento che metta in condizioni i giovani di trovare un lavoro decente -decent work). 0n "uesto senso tale misura va accompagnata da un insieme di servizi gratuiti, che vanno dalla +ormazione alla +ruizione delle mani+estazioni culturali, a particolari +acilitazioni per assolvere alle esigenze abitative e di trasporto. 0l nuovo Fel+are deve cio1 +arsi carico del grande problema dellenorme disoccupazione giovanile, cosa che non era presente in "uesta misura nel passato, deve essere particolarmente, anche se non esclusivamente, un Fel+are di nuova generazione per le nuove generazioni. #a $uestione dellistruzione assume "uindi un ruolo centrale. #e politiche educative europee negli ultimi decenni, dal processo di Aologna alla strategia di #isbona, sono state attraversate da una continua contraddizione, una tensione tra due tendenze contrapposte "uanto reciprocamente legate9 da una parte le promesse di internazionalizzazione, convergenza e investimento sullQeconomia della conoscenza -il )03 di laureati, la dispersione scolastica sotto il %03, ecc.., dallQaltra lQintroduzione nei sistemi pubblici di logiche e modelli sempre pi' standardizzati, parcellizzati, aziendalistici -i crediti, la valutazione nozionistica, i ranking < le classifche ?delle universit!.. #a crisi e lQausterit: hanno messo defnitivamente una pietra sopra la prima di "ueste due tendenze, lasciando spazi senza precedenti alla seconda. S in corso un attacco predatorio ai processi +ormativi, con lQobiettivo di smantellare i sistemi educativi pubblici per aprire spazi di proftto al credito e ai privati. 0 tagli allQistruzione e al diritto allo studio e lQaumento vertiginoso delle tasse universitarie caratterizzano diverse aree dellQEuropa, dai cosiddetti iigs al Kegno 5nito, a prescindere dalle diverse situazioni dei bilanci pubblici, e arrivano anche alle politiche dellQ5nione Europa, se si pensa al recente dibattito sulla tras+ormazione delle borse Erasmus in prestiti. Aisogna invertire la rotta, rivendicando anche in sede 5E il rilancio degli investimenti pubblici su scuola# uni)ersit e ricerca. Serve una B4aastricht dei saperiD, un accordo, vincolante e reso attuativo per mezzo di interventi sanzionatori, sul raggiungimento di determinati obiettivi9 "uote di investimento in istruzione e ricerca, servizi minimi agli studenti -borse di studio, alloggi, accesso alla cultura, reddito., sostegno allQinnovazione, nella prospettiva di un generale livellamento verso lQalto delle politiche dellQeducazione e di una reale convergenza sulla best practices a livello continentale, che renda possibile una reale internazionalizzazione dei percorsi educativi e di ricerca. Aisogna che il diritto a lavorare dove si vuole non si tras+ormi nella +uga delle migliori conoscenze verso i paesi pi' +orti economicamente, accrescendo cos= le diseguaglianze e perpetuandole nel tempo. Cobbiamo impedire che passi una linea, su cui insiste particolarmente la /ermania, per cui esperienze come lErasmus verrebbero fnalizzate ai bisogni immediati dellimpresa, poich7 la +unzione della scuola di ogni ordine e grado deve essere la +ormazione di un cittadino europeo 20 dotato di una cultura critica e universale e non solo specialistica. Allo stesso tempo una attenzione particolare va rivolta ai percorsi e ai periodi di +ormazione strettamente intesa, garantendo uninterlocuzione con il mondo del lavoro, dal dottorato di ricerca agli stage, salvaguardando "uestultimo in particolare da +orme odiose di s+ruttamento di lavoro non pagato. Serve un impegno reale dellQ5nione nella costruzione di un sistema di Fel+are della +ormazione e del lavoro, che garantisca continuit! di assistenza e reddito. Tutto ci8 comporta una diversa concezione della cultura e dei (eni culturali. #a cultura non 1 solo un patrimonio da conservare, magari con logiche di nicchia, cui si ha accesso in modo discriminato per censo e +acilit! di accesso. B#a cultura < come scrive Telmo iovani < 1 proprio "uesto9 trasmissione non genetica delle in+ormazioniD. E un diritto delle "ersone# 3 un (ene co!une. #a sua trasmissione e la +ruizione dei suoi prodotti deve essere libera e universale, anzi l5nione europea deve +arsi concretamente carico della sua di*+usione eliminando tutti gli ostacoli materiali e sociali che la impediscono. $on ha senso alcuna separazione, come tra cultura umanistica e cultura scientifca, e il pluralismo degli approcci e dei punti di vista 1 un suo carattere essenziale. #a cultura, nel suo senso pi' ampio, 1 un +attore dello sviluppo civile, morale materiale del nostro contenente ed 1 la chiave che lo apre al resto del mondo. 0n "uesto "uadro va concepita la tutela dei (eni culturali e "aesa**istici, testimonianza perenne dello sviluppo umano e naturale. #e risorse pubbliche ad essi dedicate non sono un lusso, ma un elemento della conversione ecologica delleconomia. 0l privato pu8 concorrere a "uesto compito, a condizione che si smantelli lidea che la cultura sia solo occasione di grandi eventi, ove il contenuto culturale diventa accessorio e pretesto per iniziative commerciali e legate alla profttabilit!. $el campo della ricerca# il ruolo sempre maggiore ricoperto dai +ondi europei, in particolare da "uelli gestiti della ;ommissione, pone "uestioni che vanno a*+rontate, dallQ accountabilit democratica degli obiettivi a cui "uesti +ondi sono rivolti alla garanzia della libert! di ricerca in un contesto in cui modellare obiettivi e progetti sugli standard defniti dalla ;ommissione 1 lQunico modo di vedere fnanziato il proprio lavoro di ricerca. Su "uesto cQ1 bisogno di un dibattito aperto, se vogliamo un mondo del sapere in grado di sfdare le opinioni convenzionali e precostituite, consentendo cambi di rotta e analisi critiche dellesistente. 5na cittadinanza europea dei saperi, che preveda lQaccesso universale e gratuito alla conoscenza in tutto il continente, livelli standard di diritto allo studio e Fel+are studentesco in tutti i paesi, investimenti sulla libera ricerca, 1 un tassello necessario nella costruzione di unQaltra Europa. #a conoscenza, in "uesto contesto, pu8 essere il motore della tras+ormazione del mondo in cui viviamo, in una prospettiva di giustizia sociale e ambientale. 0nvertire la rotta sulle politiche educative e di ricerca pu8 permettere allQEuropa di compiere uno scatto di inno)azione senza precedenti, imprimendo una nuova direzione allo sviluppo, coinvolgendo le universit!, le +orze sociali e le comunit! locali nella costruzione di nuove fliere produttive, al servizio del territorio e 21 della societ!, invece che della loro distruzione. #a di+esa del diritto alla salute si ripropone con nuova +orza dentro la crisi e le politiche di austerit!. roprio "ueste ultime hanno aggravato pesantemente la situazione sanitaria in importanti paesi europei. >alga per tutti lesempio della /recia. #a rivista specializzata *ancet ha recentemente pubblicato dati aggiornati sulla situazione sanitaria in "uel paese, da cui risulta che sono aumentati i casi di in+ezione T0> tra i tossicodipendentiE che 1 aumentata la mortalit! tra le persone ultra22enni a causa della di*fcolt! di accesso ai servizi e per la carenza di cura delle malattie cronicheE che 1 aumentata la mortalit! in+antileE che tra il 20%2 e il 20%, sono raddoppiati i casi di tubercolosi. Anche "uesto dimostra che la sanit! incrocia la grande "uestione dei beni comuni e va garantita entro lambito pubblico e gratuito per tutti i cittadiniE contrastando i processi di privatizzazione delle strutture sanitarie e parasanitarie, i tagli della spesa sanitaria e i sistemi di ticket, le politiche oligopolistiche, a volte persino criminali, delle grandi imprese +armaceuticheE garantendo la gratuit! di tutti +armaci essenziali e salvavita, classico esempio di bene comune non naturale ma socialeE attuando politiche di convergenza della e*fcienza e della "ualit! delle strutture sanitarie su scala europea, e delle stesse retribuzioni e possibilit! di guadagno del personale medico e paramedicoE abbattendo tutte le limitazioni alle prestazioni mediche che devono rispondere alla e*+ettiva esigibilit! di servizi sociosanitari +rutto delle lotte dei movimenti e sanciti legislativamente, come "uello delle donne sullaborto oppure "uello contro ogni +orma di segregazione della malattia mentale o "uello per una libera scelta sulla fne della propria vitaE rivedendo laccreditamento al privato convenzionato secondo una +unzione sussidiaria allinterno della programmazione pubblica. $on va infne dimenticato che per garantire e*+ettivamente il diritto alla salute e per renderlo meno costoso per la collettivit!, bisogna cominciare dalla "re)enzione# il che chiama in causa il +unzionamento dei servizi di prevenzione sul territorio, per controllare la salubrit! dellambiente e nei luoghi dove si svolgono attivit! lavorative, per diminuire drasticamente lincidentistica e le !orti sul la)oro. 0n tutta Europa, e particolarmente in 0talia, 1 stato preso di mira il diritto alla "ensione. #a situazione, gi! drammatica, diventer! tragica "uando entreranno nellet! pensionabile le generazioni vittime di una precarizzazione costante dei rapporti di lavoro e inserite in un sistema pensionistico puramente contributivo. 0l che, connesso con lauspicabile aumento della speranza di vita, render! "uesta, nella sua +ase fnale, pi' una so*+erenza che un vantaggio. #a materia pensionistica 1 di competenza dei singoli stati. 4a lEuropa non pu8 dimenticare che la condizione in cui si svolge la vecchiaia dei propri cittadini, la cui percentuale sui giovani 1 destinata ad aumentare, 1 una misura del suo grado di civilt!. Cel resto la ;ommissione europea 1 pi' volte intervenuta con direttive e raccomandazioni in modo gravemente restrittivo in materia previdenziale. 6ueste ultimamente hanno riguardato meno il nostro paese, perch7 gi! pesanti sono state le controri+orme "ui e*+ettuate. Si tratta "uindi di voltare pagina. 22 0l diritto allautosu*fcienza dopo una vita di lavoro deve essere garantito a tutti. #a vecchiaia non 1 uguale per tutti. ;hi ha +atto un lavoro usurante, manuale, stressantemente ripetitivo, vi giunge in condizioni peggiori e con minori speranze di vita, come dimostrano tutte le statistiche. $on ha "uindi senso n7 continuare nelle politiche di elevazione dellet! pensionabile < del resto non seguite da tutti i paesi, visto che la /ermania ha ridotto senza penalizzazione let! pensionabile da I7 a I, anni U n7 progettare limiti uguali per tutti. Siamo convinti che chi ha lavorato come operaio in +abbrica, o ha svolto mansioni similari < dando "uindi al concetto dei lavori usuranti uninterpretazione pi' moderna e estensiva, non solo legata, ad esempio, al lavoro in miniera ?, dopo ,2 anni di lavoro abbia pieno diritto di godersi una pensione dignitosa. 6uindi non si pu8 pensare a tagli pensionistici "uali misure di austerit! per il risanamento dei bilanci. $el caso italiano 1 stato dimostrato che non solo l0nps 1 in attivo, ma che fnanzia il defcit dello stato. Al contrario bisogna ele)are i !ini!i e il grado di copertura -in sostanza i Btassi di sostituzioneD. delle pensioni per evitare la precipitazione degli anziani nella +ascia della povert!. #a previdenza complementare pu8 rimanere una libera scelta dei cittadini, ma non deve diventare sostitutiva per linsu*fcienza di "uella obbligatoria e pu8 essere garantita da istituti pubblici anzich7 privati, al fne da sottrarre il risparmio previdenziale dei cittadini alle manovre speculative nel campo della fnanza internazionale di cui sono spesso attori i +ondi pensionistici, compresi "uelli di categoria o aziendali. #a persistenza di rapporti di lavoro instabili e discontinui impone di +avorire sistemi pensionistici di tipo retributivo anzich7 contributivo, altrimenti lo stato dovr! soccorrere in altra +orma, con una spesa ancora maggiore, i cittadini anziani privi di protezione previdenziale o sotto i minimi vitali. $aturalmente le politiche per gli anziani non si risolvono nel diritto alla pensione. #Europa pu8 condurre unazione che sviluppi politiche di )ecc&iaia atti)a# +avorendo, ove le condizioni soggettive lo permettano, la presenza degli anziani in vari servizi sociali di ogni livello destinati al soddis+acimento dei bisogni dei cittadini, valorizzandone il ruolo e la +unzione nella societ! e non solo nella +amiglia. #a "uestione a(itati)a, anche a causa dei processi migratori da un lato e della concentrazione dei capitali nelle speculazioni edilizie dallaltro, 1 tornata ad essere tema di prima grandezza nella vita "uotidiana delle persone. >i sono grandi di*+erenze di approccio in Europa. #0talia 1 uno dei paesi che sta peggio, essendo crollata ogni +orma di edilizia popolare e sociale, mentre si continua a costruire nuovi appartamenti che restano invenduti. 0n altri paesi europei si hanno invece esperienze positive che vanno generalizzate, come il social housing, la tras+ormazione di zone di insediamento industriale in strutture abitative e sociali, la cura dei centri storici, la manutenzione del patrimonio abitativo esistente, la costruzione di case popolari, politiche di contenimento dei prezzi, a partire da "uelli della*ftto. Tutto ci8 dimostra che si pu8 intervenire in "uesto campo garantendo il diritto allabitare senza cementifcare il territorio e dare spazio alla speculazione 23 edilizia. & diritti dei miranti #QEuropa che vogliamo deve diventare uno s"azio culturale a"erto, con unQidentit! plurale e dinamica, capace di +ondare le relazioni tra gli stati membri e con i paesi terzi sul reciproco rispetto, sul riconoscimento delle specifche diversit! culturali, sulla promozione delle libert! e dei diritti +ondamentali, sul mantenimento della pace tra i popoli, sulla garanzia del principio di eguaglianza, sul rifuto di ogni +orma di discriminazione, sul ripudio della @eno+obia e del razzismo. 0l contrario della concezione ora dominante dellEuropa come una BHortezzaD. 0n "uesto "uadro la "uestione dei diritti dei !i*ranti assume un ruolo +ondamentale nel nostro programma. 0 ,2,& milioni di migranti che risiedono nei paesi dellQ5nione Europea rappresentano il 73 della popolazione -pari a 20, milioni.. 0 migranti comunitari costituiscono un terzo dei residenti stranieri, mentre sono 20,7 milioni i cittadini di paesi terzi, pari al ),%3 dellQintera popolazione europea. A dispetto di un ampio riconoscimento teorico dei benefci delle migrazioni nei suoi documenti u*fciali, l5nione Europea ha sino ad oggi concentrato la sua attenzione su politiche fnalizzate a prevenire, "uando non ad impedire, e a controllare i Glussi migratori, lasciando in secondo piano il processo di comunitarizzazione delle politiche di accoglienza, di inclusione sociale dei migranti, dei richiedenti asilo e dei ri+ugiati, lattuazione dellQAgenda europea per lQintegrazione dei cittadini di paesi terzi e dellAgenda su migrazioni e sviluppo. #a BcooperazioneD con i paesi terzi 1 stata subordinata alla gestione delle politiche migratorie tramite lo*+erta di incentivi a combattere limmigrazione irregolare. Hino alla costruzione di lager anche nel bacino sud del 4editerraneo. #a stipula a livello comunitario di patti e accordi bilaterali con i paesi terzi ha privilegiato i paesi di transito e di origine dei migranti diretti in EuropaE laiuto europeo per lo sviluppo destinato a "uesti paesi 1 stato sempre pi' condizionato alla loro frma di accordi di riammissione dei migranti giunti irregolarmente in Europa e rintracciati dalle autorit! del paese di destinazione. 0l +allimento di un approccio alle migrazioni prevalentemente sicuritario 1 tragicamente esemplifcato dalla morte di migliaia di migranti nel 4editerraneo e dalle numerose violazioni dei diritti umani dei migranti, dei richiedenti asilo e dei ri+ugiati nelle strutture di detenzione allestite nei diversi stati membri dell5nione e in alcuni paesi confnanti. $ellQattuale +ase di crisi economica e sociale 1 importante che lQ5nione Europea ra*+orzi il proprio impegno nella lotta a tutte le +orme di @eno+obia e di razzismo combattendo ogni +orma di 24 discriminazione legata allQorigine nazionale, ai tratti somatici, alla lingua, alla religione, alle diversit! culturali reali o presunte. #a crescita di movimenti nazionalisti, populisti e @eno+obi che utilizzano strumentalmente il tema delle migrazioni per accrescere il proprio consenso presso lQopinione pubblica rappresenta un pericolo per la costruzione di unQEuropa democratica, solidale, coesa e di pace. ;ombattere la concezione dellEuropa come una +ortezza signifca in primo luogo abbandonare il programma Hronte@ -lacronimo inglese che sta per Agenzia europea per la gestione della cooperazione internazionale alle +rontiere esterne degli Stati membri dell5nione europea. unistituzione con sede centrale a >arsavia, in olonia. #Agenzia 1 nata il , ottobre 2002 con decreto del ;onsiglio Europeo, con lobiettivo di coordinare e controllare il pattugliamento delle +rontiere esterne aeree, marittime e terrestri per "uanto riguarda gli Stati dell5nione Europea, ma anche di stabilire e incoraggiare la nascita di accordi con i aesi confnanti con l5E per le "uestioni relative alla riammissione dei migranti e@tracomunitari respinti lungo le +rontiere. er "uesti scopi Hronte@ dispone di 2I elicotteri, 22 aerei, %%, navi e sofsticate attrezzature radar in caso di attacco aereo o marittimo. ;ontro la vergogna europea di porre barriere ai diritti umani si sono levate voci autorevoli e sono cresciuti importanti movimenti. 4a molta strada c1 ancora da +are. 0l ) aprile 20%) 1 stata lanciata la campagna BLEuro"a sono anc&ioD che si rivolge esplicitamente a tutti i candidati al arlamento europeo. #a nostra lista risponde positivamente a "uellappello +acendo proprie le dieci richieste +ormulate, che "ui riassumiamo come parte integrante del nostro programma9 +. ,atifca della Conven-ione dell./"0 del +12+32+445 6sui diritti dei lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie6. A distanza di 2, anni dal varo della ;arta da parte dellQAssemblea delle $azioni 5nite, essa non 1 stata ancora ratifcata da parte di nessun paese europeo. ;hiediamo che lQ5nione Europea ratifchi la ;onvenzione al fne di assicurare un "uadro di ri+erimento omogeneo ed universale a livello comunitario per la garanzia dei diritti umani dei migranti e dei loro +amiliari. 3. 7aran-ia del diritto di voto amministrativo ed europeo. 5na parte signifcativa dei cittadini che vivono in Europa 1 esclusa dalla possibilit! di partecipare attivamente alla vita della comunit! in cui risiede. S urgente unQazione dellQ5nione Europea fnalizzata ad armonizzare le legislazioni nazionali al fne di riconoscere ai cittadini stranieri non comunitari il diritto di voto alle elezioni amministrative ed europee, al fne di colmare una grave discriminazione nellQesercizio del pi' elementare diritto alla partecipazione democratica. 25 8. ,iconoscimento della cittadinan-a europea. S urgente unQazione dellQ5nione Europea fnalizzata ad armonizzare le legislazioni nazionali al fne di +avorire lQac"uisizione della cittadinanza del paese di residenza da parte dei cittadini stranieri stabilmente residenti e da parte dei Vfgli dellQimmigrazioneV nati in Europa o "ui tras+eritisi in tenera et! e che +re"uentano le nostre scuole. Si tratta, anche in "uesto caso, di promuovere un principio di uguaglianza e di inclusione sociale. 9. 7aran-ia del diritto di arrivare legalmente in %uropa. S urgente lQadozione da parte dellQ5nione Europea di politiche migratorie che rendano e*+ettivamente possibile alle donne, agli uomini e ai bambini di altri continenti di raggiungere legalmente il territorio europeo senza mettere a rischio la propria vita. 0n particolare, 1 necessario9 a. ampliare e armonizzare le norme che regolano lingresso nell5nione Europea per motivi di lavoroE b. ri+ormare il Kegolamento Cublino 000, abolendo lobbligo di presentare richiesta di asilo nel primo paese di arrivoE c. aprire canali di ingresso protetto per le persone bisognose di protezione internazionale. :. ;olitiche migratorie aperte all.inserimento degli stranieri nel mercato del lavoro. 5na gestione corretta e positiva delle politiche migratorie, oltre che a rispondere alle necessit! del mercato del lavoro consentendo agli immigrati pari opportunit! ed un permesso di soggiorno per ricerca occupazione, cosa che non avviene con le norme irrazionali in vigore, deve anche +acilitare lQinserimento lavorativo per i richiedenti asilo e per i titolari di protezione internazionale che sino ad oggi sono anchQessi penalizzati dalle norme restrittive ed anchQessi in balia del lavoro nero e del supers+ruttamento. <. 7aran-ia della libert= personale e chiusura dei centri di deten-ione. 0n tutti i paesi europei sono presenti centri di detenzione nei "uali sono detenuti i migranti colpiti da provvedimenti di espulsione. Si tratta di strutture chiuse e presidiate dalle +orze dellordine in cui viene limitata la libert! personale delle persone detenute. Tali centri espongono i migranti a trattamenti inumani e degradanti e non garantiscono lQe*+ettivit! dei provvedimenti di espulsione auspicata dai legislatori nazionali. #a chiusura delle strutture di detenzione in tutti i paesi dell5nione 1 necessaria e urgente. >. ?iritto a un$accoglien-a dignitosa. 0 sistemi di accoglienza dei migranti, dei richiedenti asilo e dei ri+ugiati dei diversi stati membri sono +ortemente di*+erenziati e caratterizzati da standard di accoglienza diversifcati. #a standardizzazione e larmonizzazione dei sistemi di accoglienza sono indispensabili anche al fne 26 di rie"uilibrare la presenza dei migranti e dei richiedenti asilo nel territorio dell5nione e +avorire il loro inserimento sociale e lavorativo nella societ! di residenza. 1. 7aran-ia della parit= di accesso ai sistemi di welfare. #accesso dei migranti allistruzione, ai servizi sanitari, alle prestazioni sociali e previdenziali deve essere garantito in tutti i paesi dell5nione Europea. Sollecitiamo l5nione Europea ad intraprendere iniziative volte a ra*+orzare la prevenzione e la tutela contro le discriminazioni istituzionali che diano luogo a disparit! di trattamento in "uesti ambiti. 4. *iberare il dibattito pubblico dalla xenofobia e dal ra--ismo. Sollecitiamo un maggiore impegno delle istituzioni comunitarie fnalizzato a ra*+orzare la prevenzione, il monitoraggio e il contrasto di tutte le +orme di stigmatizzazione e di istigazione alle discriminazioni e al razzismo nei con+ronti dei migranti e delle minoranze da parte di rappresentanti del mondo politico, istituzionale e dellQin+ormazione. +5. Tutela dei diritti dei minori. Tutti i paesi dell5nione Europea devono proteggere i diritti dei minori stranieri sulla base di una parit! di trattamento con i cittadini dei paesi di residenza e di transito. 0 minori stranieri non possono essere espulsi e in nessun caso pu8 essere limitata la loro libert! personale. LEuropa si pu, solo costruire con la democra!ia Se si vuole avere la prova della tendenziale incompatibilit! tra il moderno capitalismo e la de!ocrazia, persino nelle sue +orme classiche, cio1 puramente rappresentative, basterebbe guardare, oltre allevidente involuzione dei sistemi istituzionali nei singoli paesi, alla storia della +ormazione della governance europea. 6uesta si 1 venuta delineando con crescente velocit! e decisione proprio in "uesti ultimi anni. Si pu8 dire che le +orze dominanti hanno utilizzato la crisi per costruire un sistema a?democratico e sempre pi' autoritario. /li stati nazionali perdono di sovranit! a +avore di organismi del tutto impermeabili alla volont! popolare, perch7 non elettivi. 6uesta costruzione ha portato al comando unoligarchia tecnocratica il cui disegno politico 1 sostenere il potere delle multinazionali, delle banche, delle classi e dei ceti pi' ricchi rovesciando lausterit! addosso alle popolazioni europee. #a prossima legislatura europea deve diventare una le*islatura costituente. erch7 "uesto accada per8 non 1 su*fciente che un numero di pensatori illuminati si riunisca per decidere un testo di una nuova ;ostituzione. ;1 bisogno della partecipazione viva di movimenti, organizzazioni politiche e sindacali, cittadini. Abbiamo bisogno di avviare subito dopo le elezioni del 22 maggio 27 una vera e propria ca!"a*na costituente capace di coinvolgere i soggetti sociali oltre che le intellettualit! nellelaborazione di un nuovo disegno democratico e costituzionale, con cui ridare credibilit! al progetto di unit! europea. #idea di +ondo da perseguire 1 "uella di una Euro"a 'ederale. #e ragioni stanno scritte nel celebre %ani'esto di 4entotene del %&)%, che +ond8 le basi ideali di "uesto progetto9 B% @uando, superando l$ori--onte del vecchio continente, si abbracci in una visione di insieme tutti i popoli che costituiscono l$umanit=, bisogna pur riconoscere che la federa-ione europea # l$unica garan-ia concepibile che i rapporti con i popoli asiatici e americani possano svolgersi su una base di pacifca coopera-ione, in attesa di un piA lontano avvenire, in cui diventi possibile l$unit= politica dell$intero globo!. /li estensori di "uel bellissimo documento non potevano certo sapere che dieci anni prima, rinchiuso nelle carceri +asciste, Antonio 5ra!sci aveva scritto in "uelli che diventeranno i Buaderni del carcere che Besiste oggi < eravamo nel %&,%? una coscien-a culturale europea ed esiste una serie di manifesta-ioni di intellettuali e uomini politici che sostengono la necessit= di una unione europeaC si puD anche dire che il processo storico tende a @uesta unione e che esistono molte for-e materiali che solo in @uesta unione potranno svilupparsiC se fra x anni @uesta unione verr= reali--ata la parola na-ionalismo avr= lo stesso valore archeologico che l$attuale municipalismo!. er muoversi in "uesta direzione che richiede un percorso tuttaltro che breve, bisogna in primo luogo che i poteri del Parla!ento euro"eo# unica struttura elettiva fnora esistente, vengano ampliati. A "uesto fne 1 bene che il arlamento di Strasburgo sia eletto su liste europee e non pi' nazionali, come avviene oggi. 0l arlamento deve diventare il luogo del potere legislativo in Europa. 6uindi ad esso va a*fdato il compito di con+erire e togliere fducia a un vero governo europeo, con il conseguente superamento di "uegli organi non elettivi, ma nominati dai singoli governi, cui 1 ora delegato il potere reale a livello europeo, come la ;ommissione europea, il ;onsiglio europeo, la riunione dei ministri delle fnanze -Ecofn.. 0n "uesto "uadro il bilancio europeo deve essere incrementato ? per cominciare nella misura e con le modalit! gi! dette ? e vi deve essere una fgura ministeriale a governarlo. #a Aanca centrale europea deve seguire gli indirizzi di +ondo che derivano dalle politiche economiche decise dal arlamento, ponendo al primo posto lobiettivo della piena e buona occupazione. Tuttavia un impianto istituzionale democratico non pu8 reggere, specialmente su scala sovrannazionale, senza +orme di partecipazione diretta dei cittadini alle decisioni. >a "uindi intensifcato da subito lutilizzo del diritto d6iniziati)a dei cittadini euro"ei -0;E. che consente ad un !ilione di cittadini euro"ei di prendere direttamente parte allQelaborazione delle politiche dellQ 5E, invitando la ;ommissione europea a presentare proposte legislative sulla materia oggetto della raccolta delle frme. Hin dora, "uindi, ci dichiariamo impegnati a sostenere la raccolta delle frme per lIE che reclama una nuovo corso nelle "olitic&e econo!ic&e euro"ee 2-e% )eal . Europe* #er un piano europeo straordinario per lo sviluppo sostenibile e loccupa!ione 7 888.ne8deal9euro"e.eu :. #attivazione di +orme di democrazia diretta e partecipata serve anche 28 per ri+ondare la politica a livello europeo e ridare +orza ai cosiddetti corpi intermedi, "uali le organizzazioni politiche e sindacali, le associazioni, i movimenti organizzati e strutturati, che sono indispensabili per contestare la curvatura violentemente autoritaria in atto. +n nuovo concetto di cittadinan!a europea 0n "uesto modo si pu8 dare concretamente vita alla idea di una cittadinanza euro"ea# +rutto di un processo storico e sociale, non +ondato sulletnia o sul territorio, che ha arricchito le persone di nuovi bisogni e di nuovi diritti, del Bdiritto di avere dirittiD, come diceva Tannah Arendt. Anche "ui scontiamo un processo negativo. 0l modo con cui concretamente 1 avvenuto il processo di unit! europea ha spesso +atto arretrare +rontiere del diritto che negli Stati nazionali parevano ac"uisite. Si pu8 +are lesempio del diritto del lavoro, che ha subito pesanti arretramenti con le negative sentenze della ;orte di /iustizia europea riguardanti i casi >iMing, #aval e Ku*+ert. ;ome hanno sostenuto giuristi illustri lEuropa +unziona oggi come integrazione negativa, attraverso la ;orte di /iustizia, decostruendo i diritti sociali nazionali. Succede nel campo del diritto la stessa cosa che accade per la democrazia. Si tratta "uindi di promuovere un processo contrario9 unintegrazione positiva del diritto, raccogliendo il meglio di ci8 che 1 stato prodotto nei singoli paesi, basandosi sul principio della costituzionalizzazione della persona. 0n "uesto "uadro vanno ria*+rontate le "uestioni di genere. Lautodetermina!ione delle persone e la questione del enere* Sebbene l0talia presenti storicamente asimmetrie di genere nettamente peggiori del resto dEuropa tanto nella condizione materiale delle donne -per tasso di occupazione, di*+erenze retributive, incidenza della precariet!, diversit! di trattamento nei luoghi di lavoro., "uanto nel dominio maschile che ancora segna lo spazio pubblico, la pesante regressione culturale determinata dal ventennio berlusconiano e le politiche di attacco al Fel+are, conseguenti allausterit:, hanno ovun"ue peggiorato la loro condizione. $el 4ezzogiorno d0talia ormai si pu8 parlare di discriminazione di genere nel mercato del lavoro, perch7 con le retribuzioni cos= basse, alle donne conviene pi' sopperire allassenza di servizi sociali stando in +amiglia che cercare lavoro. $on solo "uindi bisogna superare, particolarmente in 0talia, i tratti +amilistici della costituzione materiale del Fel+are state, ma riprendere una lotta per +avorire lingresso delle donne nel mondo del lavoro, visto che il tasso di occu"azione 'e!!inile 1 molto lontano dagli obiettivi posti a #isbona. er "uesto il contrasto allausterit! 1 un impegno generale contro limbarbarimento delle relazioni sociali, e tanto pi' un obiettivo che vede protagoniste le donne per contrastare la regressione inaccettabile che viene loro prospettata. 6uella che in 0talia ha colpito le donne in modo particolare con la controri+orma delle pensioni Hornero che le impedisce comun"ue di andare in 29 pensione prima dei I7 anni, perch7 una vita lavorativa passata +ra aspettative non retribuite, part time, periodi pi' lunghi di attesa per entrare nel lavoro stabile e rientrarvi dopo le gravidanze, non permetter! loro di cumulare i )% anni e I mesi utili alla pensione anticipata - oggi solo il 23 delle pensionate del settore privato ha pi' di ,2 anni di versamenti.. J "uella che in /recia, a causa dello smantellamento della sanit! pubblica, ha privato molte donne dellassistenza medica al parto e dove un taglio cesareo costa pi' o meno tre salari minimi. #a regressione sul terreno della condizione materiale connessa alla riduzione dei servizi e della responsabilit! pubblica nella s+era della riproduzione sociale, si accompagna ad un attacco sia ai diritti riproduttivi che allaborto, come nel caso della Spagna, alla riproposizione di orientamenti conservatori ed autoritari sui diritti delle persone #/AT6. ;io1 a dire ad un attacco allautodeterminazione. Autodeterminarsi, in+atti, non pu8 che presupporre la tras+ormazione sia delle modalit! del produrre e del riprodurre, sia degli stereotipi culturali imposti da una dominazione autoritaria che ha radici pro+onde nella societ! e ne modella le credenze e gli orizzonti di senso. er "uesto rilanciamo la lotta per lautodeterminazione delle persone in tutta Europa. #Qeterogeneit! dei diritti delle persone nei diversi stati dimostra che "uesti sono dovuti pi' alla contaminazione e alla +orza delle lotte che ad una capacit! di incidere delle risoluzioni europee, recepite spesso in modo da anestetizzare gli avanzamenti proposti. E importante con"uistare pienamente la +acolt! dei cittadini e cittadine europei < e di tutti e tutte coloro che abitano nell5nione Europea ? di determinare non solo se e $uando a)ere un f*lio, ma anche se e co!e essere !asc&i e 'e!!ine. er ra*+orzare "uesta +acolt! di decidere di s7 e per s7 molte leggi posso essere messe in campo. artendo dallQassoluta parit! di accesso al matrimonio, adozione e fliazione a "ualun"ue cittadinoRa a prescindere dal proprio orientamento sessuale. 4a non 1 solo il campo delle leggi, ma "uello ben pi' ampio delle norme ad essere il terreno di battaglia sulle "uestioni di genere. $on si tratta di rivendicare solo norme antidiscriminatorie ma di condurre un lavoro sulle culture e le pratiche politiche attualmente esistenti e ancora prevalenti -+ondati sul pregiudizio secondo il "uale le donne sono ancora considerate come il W secondo sesso X e su unasimmetria di potere +ra sessi che impedisce alle relazioni umane di uscire dalla W preistoria X ., a partire dalla rimessa in discussione della BruolizzazioneD del +emminile e del maschile. 0n "uesta direzione, crediamo che la genitorialit! sia oggi un terreno di con+ronto politico9 il lavoro di cura allinterno della +amiglia deve essere redistribuito. #a paternit! e la maternit! devono essere garantite a tutti e a tutte a prescindere dalle condizioni lavorative e i congedi per paternit! devono essere obbligatori e consistenti. Cobbiamo garantire a ciascunaRo non solo lQaccesso gratuito ai migliori mezzi che la medicina mette a disposizione, ma anche tutele economiche per ogni genitore, in modo che il diritto alla fliazione diventi concreto ed esigibile. 30 Allo stesso modo ribadiamo il diritto di ciascunaRo di scegliere liberamente se si vuole essere madre o padre, perch7 rifutiamo che la genitorialit! debba essere un destino. #a presenza di leggi, norme e trattamenti diversi nei paesi europei rispetto a tutti "uesti temi 1 il +rutto di di*+erenze storiche, culturali, sociali e politiche le "uali non possono essere aggredite solo con misure legislative unifcanti, ma su cui bisogna agire, nel rispetto di una giusta riconoscimento delle di*+erenze < che non pu8 per8 tras+ormarsi in diseguaglianza e minorit! di diritti < a*fnch7 il diritto ad avere diritti sia a*+ermato concretamente in ogni angolo dEuropa . LEuropa e il Mediterraneo 0l %editerraneo pu8 e deve rovesciare la condizione di subordinazione in cui 1 stato posto e diventare elemento di rilancio di unaltra Europa. #a sua sponda meridionale 1 attraversata da processi diversi, contradditori, ma che almeno al loro inizio hanno assunto aspetti liberatori di una "uantit! enorme di popolazioni. Sono in+atti state chiamate le "ri!a)ere ara(e. #QEuropa, mentre vedeva erodere al suo interno gli spazi di democrazia reale, colpevolmente o scientemente non era in grado o non voleva cogliere la portata della crisi politica in "uei paesi, sintomo ancor pi' evidente del +allimento del processo di Aarcellona e di partenariato euromediterraneo. Se guardiamo poi al modello di sviluppo, il neoliberismo e la fnanziarizzazione sono +acce della stessa medaglia, che in termini euromediterranei si 1 tradotta in accordi di commercio ed investimento mirati "uasi esclusivamente ad aprire i mercati di manodopera a basso costo per le imprese europee in delocalizzazioneE ad accedere a settori chiaveE ad assicurare lQaccesso a +onti energetiche cos= necessarie per alimentare un modello di sviluppo ad alto impatto ambientale. Aisogna sostituire allo spazio dallo Bstato di eccezioneD, "uale 1 adesso "uello del bacino sud del 4editerraneo, la costruzione di uno spazio comune dei popoli di ambedue le sponde, andando oltre lo status?"uo, ancora una volta ria*+ermato in maniera compulsiva dallQ5nione Europea allQindomani delle rivolte di Tunisi e iazza Tahrir. 0n "uestQottica il nuovo arlamento Europeo dovr! +arsi carico di svolgere unQinchiesta ed una valutazione delle relazioni tra Unione Euro"ea e "aesi del %editerraneo, avvalendosi del contributo dei movimenti e delle organizzazioni sociali delle due sponde che +accia luce su corresponsabilit! politiche, violazioni dei diritti umani, sociali, ambientali, ed economici causati dalle politiche di partenariato, commerciali, di sicurezza ed investimenti privati dellQ5nione Europea nel suo Sud e nellQaltra riva del 4editerraneo. A "uesto pu8 aggiungersi la proposta di una ;on+erenza Euromediterranea, una sorta di una Bcon+erenza di TelsinMiD per il 4editerraneo. LEuropa e il mondo 31 i' in generale, "uesta Europa appare del tutto imbelle nella sua "olitica estera# proprio perch7 1 un progetto politico incompiuto. $on parla ad una sola voce, basti pensare ai casi di #ibia e Siria. E pi' recentemente alla vicenda ucraina, ove le responsabilit! europee dirette e indirette sono pesanti. #a fgura dellQAlto rappresentante per gli a*+ari esteri e la politica di sicurezza dell5nione europea, istituita nel 200& non ha certo colmato "uesto vuoto. Ca una parte manca una visione strategica dellQ5nione +erma alla dottrina Solana, la European Securit: Strateg: che a suo tempo cre8 non pochi mal di testa nella Nashington neocon, vista la propensione alla prevenzione politica dei conftti in tempi di guerra preventiva. 4a spesso lQapproccio strategico 1 determinato dagli interessi dellQindustria militare, come dimostrato nella recente discussione in seno al ;onsiglio Europeo del dicembre scorso. CallQaltra, prevale un approccio intergovernativo alle "uestioni e@traeuropee, con variabili combinazioni di politiche nazionali di potenza o comun"ue di inGluenza. Tra "ueste si distinguono specialmente "uelle delle antiche potenze imperiali -/ran Aretagna e Hrancia., cui si aggiungono le ambizioni dell0talia come media potenza militare, gli interessi economici perseguiti dalla politica di Aerlino verso lo spazio dellEuropa centro?orientale e@?socialista -dentro e +uori l5nione., nonch7 le concorrenti e attive gelosie polacche. 0l nucleo duro, "uello economico?fnanziario di Hranco+orte e Aerlino, insiste nelle sue velleit! di con"uistare i mercati dellQe@ Europa Jrientale, e mettere alla +rusta i paesi del suo Sud, in virt' di un patto contratto a suo tempo con arigi. Scelta scellerata, come dimostrarono il nau+ragio dellQ5nion por le 4editerran7e di SarMoz: e la +allimentare politica +rancese nel 4aghreb e non solo. E "uindi necessario nellimmediato dotarsi degli strumenti atti a perseguire una politica estera comune "uali ad esempio un 'orte cor"o di"lo!atico euro"eo, ma soprattutto vanno completamente ripensate le modalit! con le "uali lQEuropa si relaziona con il resto del mondo. A partire dalle aree geografche pi' vicine "uali il 4editerraneo, i -alcani, la Russia. otenze e blocchi emergenti, "uali l6A!erica Latina ormai rivendicano verso lQ5nione Europea il proprio diritto sovrano di imporre regole sociali ed ambientali e di trattare a pari livello. Jltre ad un nuovo rapporto tra paesi del 4editerraneo e dellQAmerica #atina e dellQA+rica lQ5nione Europea dovr! "uindi rivedere pro+ondamente le sue relazioni con gli Stati 5niti dQAmerica a partire dallQopposizione al artenariato Transatlantico per gli 0nvestimenti ed il commercio -Ttip. di cui abbiamo gi! detto. er "uanto riguarda lQA'rica, la 5E dovr! impegnarsi per contribuire alla soluzione pacifca e diplomatica dei conGlitti, nel Sahel, come nei /randi #aghi, ed in particolare nel ;orno dQA+rica oltre che in 4edio Jriente, in particolare in alestina e Siria. ;i8 comporta, tra laltro e in primo luogo, un serio e critico riesame dei rapporti con potenze regionali "uali lArabia Saudita e 0sraele, la cui inGluenza su tali conGlitti 1 stata negativa nel recente passato, cos= come lo sono state molte azioni intraprese dai maggiori paesi dell5nione, insieme con gli 5SA, entro un "uadro di acritica e spesso non chiara condivisione di posizioni e di strategie con "uei governi o regimi. 32 #Q5nione europea deve svolgere un ruolo centrale nella coo"erazione internazionale allo sviluppo, rilanciando un approccio +ondato sui diritti +ondamentali, sul partenariato ed il protagonismo diretto dei nuovi soggetti della cooperazione e non sul sostegno al settore privato ed ai partenariati pubblico?privati. LEuropa come for!a di pace #QEuropa non ha ancora sviluppato una sua reale olitica Estera e di Di'esa per ragioni storiche -basti pensare al grande numero di basi statunitensi ancora ospitate sul territorio europeo. e per mancanza di autorevolezza e unit! politica. 0 paesi pi' +orti nella 5e, o che si sentono tali, "uali /ermania, Hrancia e 0nghilterra tendono a costruire un loro sistema di relazioni economiche, fnanziarie e militari che non intendono mettere in comuneE dal canto suo l0talia non 1 da meno con il suo attivo presenzialismo militare in tragiche situazioni di conGlitto di cui +avorisce di +atto la cronicizzazione, dovuta alle politiche ine*fcaci o negative nel cui "uadro esso si inserisce. 4a soprattutto in ambito europeo ha pesato e ancora pesa enormemente la presenza della $ATJ, che ha sempre svolto un ruolo importante per orientare e determinare il coordinamento della politica estera e di di+esa dei aesi europei. Ci +atto la $ato ha rappresentato un potente strumento ideologico e pratico di surrogaRsupplenza di unautonoma politica europea. #a $ato ha determinato i modi del rapporto dellEuropa con il suo lato orientale, dopo la fne dell5nione sovietica e lo sbriciolamento del sistema delle e@ Kepubbliche legate al ;remlino. #o stesso Tenr: Lissinger ha recentemente, in occasione della crisi ucraina, apertamente criticato la politica di annessione alla $ato dei paesi dellest europeo. #idea di Bun ordine stabile e giusto in EuropaD a*fdato alla $ato e allesclusiva alleanza con gli Stati 5niti ha una storia antica -Kapporto ierre Termel %&I7. e continua a svolgere un ruolo +ondamentale. 6uesto stato di cose non pu8 continuare. #Europa pu8 e deve promuovere un processo di su"era!ento della ;ato, la cui persistenza come strumento particolare ed esclusivo di sicurezza appare sempre meno giustifcabile "uasi un "uarto di secolo dopo la fne della divisione dellEuropa e del mondo in blocchi contrapposti, mentre rischia proprio di suscitare nuovamente e in nuove +orme una tale pericolosissima contrapposizione. Allinterno dei suoi attuali confni e nel mondo, lEuropa deve esigere il disar!o nucleare, una drastica riduzione di ogni +orma di armamento convenzionale e delle spese militari, misure severe per la limitazione e il controllo del commercio delle armi, la conversione dellindustria bellica er la sicurezza euro"ea non c1 alcun bisogno di costruire un nuovo esercito europeo, +onte di nuove spese -basti pensare agli F<= il cui ac"uisto da parte dell0talia vogliamo bloccare., ma soprattutto di una visione militarista che lo "ualifcherebbe come il braccio armato della BHortezza EuropaD. 33 Si pu8 procedere allinte*razione de*li eserciti nazionali, con un loro snellimento e una consistente riduzione di spesa, che possono diventare un corpo capace di intervenire in aree a rischio con i criteri e gli strumenti della prevenzione pacifca, della tutela dei diritti umani, della gestione politica dei conGlitti, sempre e solo sotto lQegida e la legittimazione delle ;azioni Unite. Accanto a "uesti possono agire cor"i ci)ili di "ace# costituiti anche su base volontaria. #a sicurezza europea, come dei suoi cittadini, comporta una lotta senza "uartiere alla grande criminalit! organizzata, al tra*fco di armi, preziosi, stupe+acenti -cui 1 +unzionale la li(eralizzazione delluso delle dro*&e le**ere: e alle nuove +orme in cui si organizza leconomia criminale, in stretto rapporto con la fnanziarizzazione del mondo economico. #a dimensione internazionale della %afa e delle sue molteplici varianti, delle organizzazioni criminose costruite sulla base di a*fliazioni segrete hanno invaso il mondo. Sono tra le prime ad avere capito le leggi della globalizzazione. E contro "ueste che va rivolta lazione dei servizi di intelli*ence e di "olizia. resso il arlamento europeo si 1 costituita una commissione -la ;rim. con il compito di mettere ordine nelle legislazioni degli Stati membri per giungere alla prima normativa comune per il contrasto alla criminalit! organizzata e alla corruzione. E un passo avanti che va sostenuto e incrementato. 0l arlamento di Strasburgo ha varato un Ra""orto contro la cri!inalit or*anizzata e la corruzione, che rappresenta il primo concreto piano dazione dell5e per contrastare "uesti +enomeni a livello transnazionale e per superare "uelle barriere legislative anche grazie alle "uali, purtroppo, le mafe hanno potuto alimentare il proprio immenso giro di a*+ari. er esempio, il rapporto introduce il reato di associazione mafosa a livello 5e, un reato sconosciuto fnora alla maggior parte dei paesi europei. 0l arlamento ha varato anche la direttiva sulla confsca dei beni che sono provento di reato. #a direttiva dovrebbe essere +ormalmente approvata dal ;onsiglio nelle prossime settimane e introduce per la prima volta un testo unico europeo in tema di se"uestro dei beni della criminalit! organizzata. #a necessit! di leggi transnazionali per combattere il crimine organizzato 1 nota da tempo. E uno degli strumenti pi' e*fcaci 1 proprio "uello della confsca dei beni. Secondo la direttiva approvata a Strasburgo, i beni potranno essere confscati a seguito di una condanna penale defnitiva, ma anche nel caso di procedimenti che non possono giungere a conclusione. #e nuove norme consentiranno agli Stati membri di confscare beni ottenuti mediante attivit! criminali, tra cui ad esempio corruzione, partecipazione a unQorganizzazione criminale, pornografa in+antile o criminalit! in+ormatica. Secondo il testo, i 2( stati membri dovrebbero adottare misure che consentano lQutilizzo dei beni confscati per interesse pubblico e ne incoraggino il riutilizzo sociale. Jggi, meno dellQ%3 dei proventi di reato in Europa sono confscati. 34 0l lavoro +atto fnora al arlamento, per8, non (asta. 0l rapporto sulla criminalit! organizzata, per diventare operativo, deve ancora passare dalle +orche caudine di ;ommissione e ;onsiglio. E la stessa direttiva sulla confsca va migliorata -purtroppo molte delle indicazioni del arlamento sono state stralciate dagli stati membri.. 0l nostro impegno 1 "uindi pieno per ribadire ancora una volta che senza una lotta alla mafa realmente globale, oltre che europea, la criminalit! organizzata continuer! a proli+erare in tutta l5e. Ecco il nostro proramma di obiettivi concreti per una Europa di pace, di solidariet, di socialit, di civilt* +nEuropa di nuova enera!ione per le nuove enera!ioni* /i soliti conservatori fnti realisti che ci diranno$ ma 0 unutopia1 2ispondiamo$ perch3 no4* Ma, come dice 56munt Bauman, 0 unutopia attiva, capace di muovere idee, persone, movimenti, passioni per cambiare lordine di cose esistenti* #er questo abbiamo costruito la lista 7Laltra Europa per Tsipras8* ,oma, +: aprile 35+9, a cura del gruppo di programma del Comitato /perativo "a-ionale della lista E*$altra %uropa per Tsipras! 35