Sei sulla pagina 1di 35

LE PROPOSTE DELLA LISTA LALTRA EUROPA PER TSIPRAS

LEuropa nella crisi economica mondiale


A sette anni dallinizio della crisi economica mondiale, in Europa non se ne vede la fne. Tutti gli
indicatori economici indicano che non abbiamo ancora raggiunto i livelli ante 2007. Anzi siamo
ulteriormente regrediti. Sia che guardiamo il debito, o la crescita del il, o le diseguaglianze tra
paese e paese e allinterno degli stessi, o landamento della produzione e della produttivit!, o il
livello delle retribuzioni, o soprattutto la disoccupazione, emerge un "uadro che non accenna a
migliorare. #Europa ha oggi 27 milioni di disoccupati. $ella sola zona euro i disoccupati sono %&
milioni, oltre 7 in pi' rispetto al 200(, con un aumento senza precedenti dal secondo dopoguerra
che continuer! nel 20%). Aumentano le disuguaglianze tra gli stati membri, con una di*+erenza di
"uasi 2, punti percentuali nel tasso di disoccupazione tra il livello pi' basso -Austria. e "uello pi'
elevato -Spagna e /recia.. 0l numero di persone a rischio di povert! o esclusione sociale 1 salito a
%2),2 milioni nel 20%2, il 2),(3 della popolazione europea. #0talia con il 2&,&3 1 seconda solo alla
/recia nella zona euro. 0n "uesto senso la situazione 1 peggiore del periodo successivo alla grande
crisi del %&2&, "uando sette anni dopo era in atto persino nel nostro paese una ripresa, poi
stroncata dallo scoppio della seconda guerra mondiale. 4a non in tutto il mondo la situazione 1
"uesta. ure senza tornare ai periodi migliori, la disoccupazione sta lentamente diminuendo negli
Stati 5niti dAmerica. $ei paesi emergenti la crisi 1 stata contenuta e limitata nei suoi e*+etti.
6uesto accade perch7 lEuropa oltre che vittima della crisi lo 1 delle sue politiche.
A di*+erenza in+atti di altri paesi, le politiche fn "ui seguite dalla 5nione europea, ispirate alla
perpetuazione delle dottrine neoliberiste malgrado la loro evidente sconftta storica, hanno
portato il declino sociale ed economico a livelli fn "ui sconosciuti. A tutto ci8 si aggiunge unaltra
grave e pi' recente minaccia9 il Ttip -artneriato transatlantico per il commercio e gli
investimenti., un accordo discusso segretamente che permetterebbe alle imprese 5sa di b:passare
"ualun"ue legge di tutela del lavoro o dellambiente nella loro attivit! in Europa.
0n "ueste condizioni l5nione europea e la sua moneta sono votati al +allimento. $on perch7
manchi una politica, ma perch7 sono guidati da una politica sbagliata messa in atto da una
governance costruita su principi e modalit! neoautoritari. /li ultimi accordi come il fscal compact, il
Six pack e il Two pack costringono i paesi pi' deboli a un rientro +orzato del debito che ha gi!
provocato non solo recessione economica, ma persino laumento del debito stesso. $el caso di
alcuni paesi, come l0talia, si 1 addirittura modifcata la ;ostituzione immettendovi lobbligo del
pareggio di bilancio. 0n generale si 1 tolto potest! di decisione sulle politiche di bilancio ai singoli
paesi senza democratizzare gli organi sovrannazionali. 0l risultato 1 che i popoli contano due volte
1
meno nelle decisioni +ondamentali e il concetto di cittadino dEuropa resta un miraggio perch7
esso non ha alcun potere su organi di governo che vengono decisi in sedi non rappresentative della
volont! popolare.
Se vogliamo salvare lidea di Europa < cos= come era stata pensata nel +amoso 4ani+esto di
>entotene del %&)% ? come solidariet! tra i popoli, come costruzione di un unico spazio
democratico in cui +are valere i diritti dei cittadini, come soggetto politico di pace nel mondo,
come luogo per lavvio di politiche economiche che puntino allo sviluppo di settori produttivi
"ualitativamente innovativi, dalla di+esa dei beni comuni alla tutela dellambiente, come ambito
per un nuovo modello economico e sociale, c1 bisogno di unimmediata e radicale inversione di
rotta.
er "ueste ragioni abbiamo costruito la lista Laltra Europa con Tsipras, per unire movimenti,
associazioni e semplici cittadini, +orze politiche della sinistra e democratiche, in una lista di
cittadinanza attorno alla proposta , avanzata dal artito della Sinistra Europea, della candidatura
di Ale@is Tsipras a residente della ;ommissione Europea.
5n uomo solo non cambia le cose. E vero. 4a Ale@is Tsipras rappresenta lesperienza di S:riza che
in /recia ha ottenuto grandi e crescenti consensi proprio nella lotta contro le politiche liberiste
imposte dalla 5e e una nuova modalit! di rapporto con i cittadini +ondato sul protagonismo
popolare nelle lotte.
0l suo programma < esplicitato in dieci punti che accompagnano la sua dichiarazione di
accettazione della candidatura alla residenza della ;ommissione europea ? prevede un radicale
cambiamento della Europa attuale e dei trattati, a cominciare dallabolizione del fscal compact,
una modifcazione del ruolo della Aanca centrale europea che deve diventare prestatore in ultima
istanza, una ristrutturazione del debito dei paesi in maggiore di*fcolt!, un rilancio di una politica
economica +ondata sul rie"uilibrio tra nord e sud dellEuropa, sulla priorit! del lavoro e
delloccupazione, sulla con"uista di un buon +uturo per le nuove generazioni, sul rifuto del Ttip,
negoziato nella segretezza, sullapertura di un vero processo partecipato a livello popolare per dare
allEuropa una vera ;ostituzione che non sia B"uella di CavosD, ovvero "uella +ondata sugli
interessi del capitale fnanziario e del commercio internazionale, ma sul diritto dei cittadini
europei e dei migranti ad avere diritti. 6uesto programma risponde al grande problema che noi
europei in particolare abbiamo di +ronte9 come uscire dalla crisi senza un massacro sociale, ma
aprendo un nuovo +uturo alle giovani generazioni.
$elle note che seguono abbiamo voluto o*+rire ai cittadini italiani un appro+ondimento e
unulteriore articolazione di "uei punti programmatici per +acilitare la partecipazione consapevole
al voto del 22 maggio.
2
Linversione di rotta nelle politiche europee
5ninversione di rotta richiede di agire immediatamente, sul piano economico e sociale, almeno
su tre +ronti contemporaneamente9 mettere fne allausterit!, avviare politiche economiche
espansive e innovative, puntare alla piena occupazione e alla riduzione dellorario di lavoro. #a
natura di "uesti obiettivi rende chiaro che non vogliamo semplicemente tornare alla situazione
precedente la grande crisi, ma avviare un nuovo modello di sviluppo economico e sociale che
impedisca il moltiplicarsi delle crisi intimamente connesse al sistema capitalistico. $on solo,
"uindi uscire dalla crisi, ma anche dal capitalismo in crisi.
#analisi della crisi economica mondiale chiarisce che non siamo di +ronte solo ad una crisi
fnanziaria, ma a una crisi delleconomia reale enormemente ampliata dalla dimensione
internazionale e fnanziarizzata che ha assunto il capitalismo globale, in particolare dagli anni
$ovanta del secolo scorso in poi. 6uesta crisi ha molteplici cause e ragioni, nessuna delle "uali va
dimenticata. >i 1 la di*fcolt! crescente delle economie pi' sviluppate < in primo luogo "uella
statunitense, luogo da cui la crisi 1 partita < di mantenere un e"uilibrio +ra le crescenti capacit!
produttive con una domanda e*+ettiva, ovvero dotata di mezzi di pagamentoE vi 1 limpossibilit!
sul lungo periodo di superare "ueste di*fcolt! attraverso un aumento vertiginoso
dellindebitamento dei cittadiniE vi 1 la tras+ormazione del debito privato in debito pubblicoE il
passaggio dallo stato fscale allo stato debitore con la perdita del principio di progressivit!
dellimposta fscale e al contrario la creazione di zone +ranche per i grandi capitaliE la a*+ermazione
del principio dellautonomia delle banche centrali dal Tesoro dei singoli stati sul cui modello 1 nata
la AceE vi 1 lappro+ondirsi delle grandi diseguaglianze +ra paesi e, allinterno dei singoli paesi, dei
redditi, con limpoverimento relativo e assoluto di grandi masse di popolazione, compresi i ceti
mediE vi 1 laumento della disoccupazione e della precarizzazione dei rapporti di lavoroE
lintensifcazione dello s+ruttamento del territorio e delle risorse naturali, nonch7 il
peggioramento del clima che mette a repentaglio lecosistema del pianetaE il passaggio dai sistemi
democratici a una sorta di postdemocrazia, ossia a sistemi di governo e di governance sempre pi'
lontani e impermeabili alla volont! e al controllo popolariE vi 1 la*+ermarsi della guerra come
mezzo di risoluzione privilegiato delle controversie internazionali.
#a risposta da dare a una simile crisi epocale non pu8 essere semplifcata, ma costituisce un
insieme di politiche e di azioni a diversi livelli che devono essere condotte contemporaneamente
sia al livello della societ! civile che nelle istituzionali nazionali e internazionali. #a progressiva
perdita di ruolo e potere degli stati?nazione, sia verso lalto, con laumento del potere decisionale
dei grandi potentati economici e degli organismi internazionali, sia dal basso, con il moltiplicarsi
di spinte regionalistiche e localiste, ci indica che lambito europeo deve diventare il terreno
migliore per condurre le politiche anticrisi che di seguito proponiamo. Se l5nione Europea 1 oggi
3
decaduta in unoligarchia al servizio delle banche, delle multinazionali e dei ricchi, il cambiamento
radicale che proponiamo sta nel ri+ondarla perch7 possa essere lo strumento della solidariet! e
delluguaglianza, del rispetto della natura, della Bvita buonaD per le donne e gli uomini che la
abitano. E perch7 sia soggetto attivo per la pace e la cooperazione a livello globale.
Mettere fne allausterit e modifcare radicalmente i Trattati
#Europa 1 sullorlo di un collasso. 6uesto non 1 dovuto alleuro in s7, ma allimpianto neoliberista
dei trattati e alle politiche di austerit! che hanno peggiorato e radicalizzato "uellimpianto.
#introduzione di una moneta unica in unarea economicamente disomogenea avrebbe dovuto
essere contestuale a politiche di convergenza economica sul terreno della condivisione del debito,
degli investimenti, delle politiche fscali, dei salari e dei diritti del lavoro. #impianto dei trattati ha
invece +avorito la crescita delle disuguaglianze. #e politiche di austerit! stanno aumentando
ancora di pi' la divaricazione tra le diverse aree e tra le classi allinterno di ogni paese9
limposizione del rientro dal debito a tappe a +orzate serve a produrre ulteriori privatizzazioni con
lobiettivo di tras+ormare i diritti sociali e i beni comuni in merce per la valorizzazione del grande
capitale. #a pressione verso le cosiddette Bri+orme strutturaliD serve per cercare di abbattere
ulteriormente Fel+are, salari e diritti del lavoro.
er "uesto mettere fne allausterit! e cambiare radicalmente i Trattati 1 lobiettivo che
perseguiamo. erch7 esso sarebbe in grado di costruire una risposta progressiva tanto alla crescita
dei divari territoriali, "uanto alla spoliazione di diritti sociali e del lavoro.
#uscita del nostro paese o dei paesi pi' deboli del Sud dellEuropa dallEuro non sarebbe in+atti
una risposta a tali problemi di +ondo, che riguardano leconomia reale e le sue strutture. $ei tempi
brevi essa comporterebbe un incremento non controllabile e repentino della inGlazione, che, in
assenza di meccanismi di indicizzazione delle retribuzioni, provocherebbe unulteriore riduzione
del potere dac"uisto delle persone a basso reddito. $ello stesso tempo non risolverebbe il
problema del debito, essendo in buona parte nel nostro caso, posseduto da istituzioni fnanziarie
estere -almeno il )03.. 6uesti svantaggi non sarebbero compensati da una riac"uistata capacit!
competitiva delle nostre merci e "uindi delle nostre esportazioni < come avvenne con la
svalutazione della lira del %&&2 < sia perch7 nel +rattempo si 1 immiserita la nostra capacit!
produttiva soprattutto in campi innovativi, sia perch7 il ra*+orzamento della capacit! produttiva
ed esportativa, in "uesti venti anni, da parte dei paesi emergenti pone la competizione su basi del
tutto di*+erenti, non essendo possibile "uella di prezzo.
#a e*+ettiva realizzazione di unEuropa solidale 1 dun"ue lobiettivo che perseguiamo.
4
#a fne dellausterit e la cancellazione del Fiscal o!"act, la modifca radicale dei Trattati# a
"artire da $uello di %aastric&t, sono un assoluta necessit!. #opposizione esplicita della /ermania
e dei paesi dellarea centrale a tali modifche, pu8 essere battuta dalla costruzione di una
coalizione degli altri stati. >a tenuto conto in+atti del rilevante interesse tedesco alle esportazioni
nel resto dellEuropa. $on avere operato in "uesta direzione ed avere allopposto ratifcato il Hiscal
;ompact e il complesso delle politiche di austerit!, 1 la responsabilit! enorme dei governi dei paesi
cosiddetti Bperi+ericiD, che hanno sacrifcato agli interessi del capitale fnanziario "uelli della
grande maggioranza della popolazione dei propri paesi.
Come affrontare la questione del debito pubblico
4ettere fne allausterit! signifca in primo luogo a*+rontare e risolvere il problema del debito
pubblico senza condurre leconomia in recessione o in depressione. Civersamente dalla
propaganda dominante, il rapporto tra debito e il, passato in Europa dal II,%3 del 2007 al &2,73
del terzo semestre del 20%,, non 1 aumentato per leccesso di spesa per i diritti sociali. #e cause,
oltre "uelle pi' antiche di cui abbiamo parlato nel paragra+o precedente, risiedono nellenorme
"uantit! di risorse che sono state messe a disposizione per il salvataggio del sistema bancario, pari
a ).200 miliardi di euro, e nella contrazione del il determinata dalla crisi. 0n "uesto modo si 1
realizzata una gigantesca tras+ormazione di debito privato in debito pubblico.
er salvare lEuropa bisogna imporre una trattativa politica sulla "uestione del debito a livello
europeo e in una sede comune. E interesse di tutti i paesi a pi' alto debito costruire unintesa su
"uesto obiettivo e non continuare a seguire la strada della totale soggezione alle attuali norme. er
"uesto avanziamo lidea di una on'erenza del De(ito Euro"eo# "uale misura urgente per +ermare
la china della depressione. Seppure in condizioni diverse lo si +ece nel %&2, a #ondra per sanare i
debiti della /ermania e permettere la sua rinascita economica. #a ristrutturazione del debito per
altro non riguarda solo il caso della /ermania postbellica ma anche le vicende pi' recenti di
Argentina, 0slanda, Ecuador. Jgnuno di "uesti casi presenta delle specifcit! che riguardano la
storia economica di ogni singolo paese e le modalit! della +ormazione del debito, ma tutti
dimostrano che 1 possibile a*+rontare "uesto tema in termini non distruttivi per i paesi debitori, a
di*+erenza di come si 1 +atto con la /recia e come si vorrebbe +are con il Fiscal Compact.
$ella sede europea bisogna dun"ue < anche attraverso unanalisi che porti alla separazione del
debito interno e di "uello estero di ogni paese, e, per "uanto possibile, di "uello in possesso di
hedge fund, +ondi di investimento, banche, imprese da "uello di*+uso tra piccoli risparmiatori <
giungere a un taglio dei debiti che per le loro dimensioni appaiono chiaramente non riscuotibili, a
una ristrutturazione dei rimanenti, allungando i periodi della restituzione, a +orme di
mutualizzazione su scala europea del debito. 0n sostanza a un insieme di misure che sono lesatto
5
contrario del Fiscal o!"act# c&e $uindi )a a(olito prima del suo ingresso in vigore previsto nel
20%I. Tali misure si confgurano come alternative anche al cd. Hondo salva Stati -4eccanismo
europeo di stabilit!, 4ES. che invece prevede una pratica pesantemente intrusiva nelle politiche
economiche dei singoli stati +ruitori del prestito. Cel resto le misure di austerit! fn "ui adottate si
+ondavano su calcoli matematici addirittura sbagliati, come ha riconosciuto lo stesso Hmi, poich7
applicavano moltiplicatori che calcolavano le riduzione della economia reale a seguito dei tagli
della spesa pubblica in termini del tutto +alsi e riduttivi.
0n 0talia abbiamo un problema in pi'9 come ritornare alla 'or!ulazione ori*inaria dellarticolo +,
della nostra ostituzione, eliminando la modifca ? votata da pi' dei due terzi delle camere e
"uindi non sottoponibile in "uanto tale a re+erendum < che impone il pareggio di bilancio. E
evidente che, persistendo lattuale composizione del parlamento, una simile modifca non 1
possibile per via puramente parlamentare. E "uindi necessario, come stanno proponendo diversi
giuristi, organizzare un re'erendu! sulle le**i ordinarie a""licati)e del pareggio di bilancio e
promuovere una legge costituzionale di iniziativa parlamentare che sottragga almeno la spesa per
scopi sociali dallobbligo del pareggio di bilancio, sul modello di "uanto avviene in altri paesi.
La riforma radicale dei Trattati, del ruolo della Bce e della overnance fnan!iaria
4odifcare i trattati signifca anche e prioritariamente ridefnire i compiti a*fdati alla Aanca
centrale europea. Abbiamo bisogno di una banca centrale che +unga da prestatore < e compratore ?
in ultima istanza, ovvero che possa ac"uistare i titoli di stato dei paesi pi' in di*fcolt! per inibire
allorigine la possibilit! di speculazione da parte dei poteri fnanziari privati. 0l divieto a +arlo,
previsto dal Trattato, 1 del tutto assurdo, in+atti 1 lunico caso al mondo tra le Aanche centrali.
/razie a "uesto sistema, tra il 20%% e il 20%2, la A;E ha prestato alle banche europee oltre %000
miliardi di euro al tasso di interesse del %3. 6uelle medesime banche hanno poi prestato agli stati a
tassi di interesse nettamente superiori, in 0talia fno a oltre il I3.
6uesto comporta la necessit! di cambiare la missione che i Trattati a*fdano alla -ce. 6uestultima
non pu8 avere come obiettivo prevalente che linGlazione non passi il 23. er di pi' siamo in una
+ase dove il pericolo 1 lopposto, cio1 la deGlazione, ovvero il crollo di tutti i prezzi , in primis "uello
del lavoro, cio1 le retribuzioni, Alla lotta allinGlazione va sostituita la priorit! della lotta alla
disoccupazione. Cel resto anche la Hederal Keserve americana ha nel suo statuto lobbligo di
regolare le proprie mosse sullandamento del tasso di disoccupazione interno. 6uesto si pu8 +are
modifcando e integrando gli articoli , e %27 del Trattato 5e, nonch7 lart. 2 dello Statuto del
Sistema europeo di Aanche centrali -Sebc. e della Ace, in modo da porre lobiettivo della piena
occupazione tra i fni prevalenti dell5nione e delle sue istituzioni fnanziarie.
6
0n sostanza la Ace dovrebbe operare per +avorire una !utualizzazione del de(ito. 0n particolare
bisogna attuare ci8 di cui da tempo si sta parlando, ma che non viene attuato per lopposizione
esplicita di alcuni paesi membri, come la /ermania, che potrebbe essere superata con una
pressione congiunta da parte degli altri stati. Jvvero lemissione di Eurobond, cio1 la creazione di
titoli di debito pubblico emessi da uno dei paesi dellEurozona, ma sottoscritti da tutti gli stati
membri in modo da suddividere il rischio, gestiti da un organo europeo appositamente creato.
Jgni paese membro dovrebbe avere la possibilit! di emettere un prestito obbligazionario
fnalizzato esclusivamente alla creazione di lavoro con la contemporanea garanzia da parte della
Ace di ac"uisto di una "uota congrua sul mercato secondario.
#a Ace dovrebbe essere tenuta a vincolare il credito a banche dellEurozona a piani di aumento
delloccupazione nel paese richiedente, per evitare, come 1 gi! successo, che tali crediti giacciano
inerti nelle banche. Allo stesso modo la Ace potrebbe +avorire il credito a banche che garantiscano
prestiti a basso interesse nei con+ronti del sistema delle "iccole e !edie i!"rese, il pi' so*+erente
della paralisi del credito attualmente in atto.
oich7 gli obiettivi della Ace cambierebbero da "uelli puramente destinati a tutelare la stabilit!
monetaria, cio1 dei prezzi, a "uelli della stabilit! fnanziaria e dello sviluppo delleconomia reale e
delloccupazione, il arlamento europeo deve assumere un ruolo di indirizzo *enerale nei
con'ronti della -anca entrale# la "uale con cadenza almeno semestrale dovrebbe ri+erire
allorgano politico sullandamento degli obiettivi prefssati, superando per "uesta via il divorzio +ra
banca centrale e +orme democratiche della rappresentanza politica su cui si basano le dottrine
neoliberiste in particolare dagli Jttanta del secolo scorso.
>a contrastato il potere di inGluenza che hanno le grandi agenzie di rating private sulle decisioni di
investimento in titoli del debito pubblico. 0 loro rating possono mettere in gravi di*fcolt! uno
Stato, mentre la storia di "uesta crisi ha dimostrato la loro totale incapacit! di prevederne lo
scoppio e lo sviluppo. 0noltre il conGlitto di interesse 1 pi' che evidente, poich7 nella propriet! delle
tre principali agenzie di rating operanti nel mondo sono presenti +ondi di investimento privati di
grande rilevanza. 0n "uesto modo una ristrettissima elite pu8 decidere delle sorti del debito
pubblico di uno stato sovrano, del rendimento dei suoi titoli, dei tassi di interesse e degli spread. E
necessario "uindi che la 5e si doti di una*enzia di ratin* "u((lica, che emetta valutazioni sulla
a*fdabilit! fnanziaria dei singoli paesi in base a criteri riguardanti gli aspetti delleconomia reale,
"uali lincremento della occupazione.
Combattere lo strapotere della fnan!a e reolamentarne le attivit
7
#a fne delle politiche di austerit! comporta per8 un intervento deciso sul +unzionamento della
fnanza nel suo complesso, per +are prevalere rispetto a "uesta le istanze delleconomia reale. 0n
sostanza bisogna rendere meno vantaggioso limpiego e lo spostamento di capitali dalle attivit!
produttive a "uelle puramente speculative. Aisogna cio1 mettere i bastoni tra le ruote della
speculazione fnanziaria mondiale e limitare lo strapotere delle banche, "uello che alcuni autori
chiamano la creditocrazia, ovvero i poteri di "uellelite cui non conviene la diminuzione del debito
pubblico o privato poich7 vive dei lauti proventi dei tassi di interessi. Jvvero bisogna mettere in
pratica "uellobiettivo delleutanasia dei rentiers, di cui parlava Le:nes, ma che non avviene
spontaneamente.
$el contesto europeo si 1 cominciato a discutere di "uesti temi con lo scoppio della crisi mondiale
e il +allimento di alcuni grandi istituti bancari. $el +rattempo il potere delle banche in Europa si 1
venuto enormemente consolidando e concentrando. $el 20%%, secondo un rapporto presentato
u*fcialmente alla ;ommissione europea, nella 5e esistevano nove gruppi bancari i cui attivi
superavano un trilione di euro. #e classiche banche troppo grandi per potere +allire - too big to fail).
#e misure adottate o sono insu*fcienti o vanno nella direzione opposta a "uella necessaria.
Anzich7 pensare a ridurre le dimensioni delle banche, che le spingono di per s7 a privilegiare
lattivit! speculativa rispetto a "uella di servizio alleconomia reale, a eliminare lopacit! del
sistema, nel "uale prospera un vero e proprio sistema bancario ombra, i governanti europei si
sono mossi nella direzione di accrescere la vigilanza della Ace sul sistema bancario, in modo tale
da renderlo oltretutto di improbabile attuazione, e obbligare le banche ad aumentare il proprio
capitale per renderle pi' solide -cosa che in 0talia 1 stata risolta recentemente con il trucco
dellaumento del valore delle "uote delle banche private in AanMitalia.. 0l tanto esaltato progetto
per l5nione bancaria, che verr! prossimamente votato dal arlamento europeo prima delle
prossime elezioni, non s+ugge a "ueste contraddizioni.
;i8 che bisogna urgentemente +are 1 invece se"arare in !odo drastico le (anc&e co!!erciali da
$uelle di in)esti!ento# il che signifca +are in modo che esse non +acciano parte dello stesso
gruppo fnanziario, al fne di non esporre il risparmio dei cittadini ai rischi della cosiddetta
fnanza creativa.
Aisogna imporre un tetto !assi!o per le retribuzioni e i bonus dei dirigenti degli istituti bancari e
delle societ! di capitale, poich7 la loro indeterminatezza non 1 solo +oriera di uninaccettabile
divaricazione reddituale, ma 1 anche un viatico verso operazioni rischiose alla ricerca della
massima profttabilit!, al fne di garantire il massimo dei guadagni privati.
Aisogna imporre il di)ieto di collocare 'uori dal (ilancio "ualsiasi +orma di attivo o di passivo, in
modo da rendere trasparente il bilancio delle banche e evitare che "ueste aggirino norme e
controlli.
8
>a attuata una drastica li!itazione e una re*olazione dei titoli deri)ati -"uelli che hanno
scatenato il lato fnanziario dellattuale crisi in corso e che circolano sul mercato fnanziario in una
"uantit! pari ad almeno pi' di dodici volte il il mondiale.. Ceve essere garantito che le
transazioni avvengano in modo regolamentato -cosa che non avviene attualmente., che una delle
controparti -il che ora non accade nel &(3 dei casi. sia in possesso del BsottostanteD da cui il titolo
deriva. >a proibita la produzione di titoli derivati basati sulla scommessa su disastri fnanziari
-come i ;ds, certifcati di protezione del credito., o collegati allaumento dei prezzi dei generi
alimentari di base o a pratiche distruttive dellambiente -ad esempio lestrazione di gas naturale
mediante fracking, ovvero la +rantumazione delle rocce con +orti getti dac"ua pressurizzata.. >a
combattuta la fnanza ombra e comun"ue +atta emergere e regolata lattivit! -come nel caso di
Hondi che +unzionano come banche accettando depositi o erogando crediti.. >a vietata la
cartolarizzazione dei prestiti, in particolare "uando "ueste portano alla creazione di titoli derivati
strutturati, "uali le ;do, contenenti elevate "uantit! di titoli di credito ad elevato rischio.
L "armoni!!a!ione fscale, la lotta allevasione e ai paradisi fscali
Kegimi fscali +ortemente di*+erenziati sono concausa nello spostamento di capitali a scopo
speculativo e +onte di ulteriori diseguaglianze. Aisogna "uindi puntare a una vera armonizzazione
fscale +ra gli stati membri ancorata ad alcuni principi comuni, "uali "uelli che il peso maggiore del
prelievo fscale deve poggiare sulle rendite e non sul lavoro e sui capitali reinvestiti, che si limiti
laccumulazione di ricchezza inerte con congrue tasse di successione e la presenza di tassazioni
"atri!oniali so**etti)e, partendo pure da ali"uote basse e progressive, in grado di raggiungere
tutte le +orme di ricchezza in possesso alle singole persone.
er "uanto riguarda il nostro paese la lotta alle)asione fscale rimane un compito centrale. 0n+atti
da noi levasione 1 tra le pi' alte in Europa e costituisce un pesante di*+erenziale negativo. erch7
sia e*fcace bisogna concentrare lattivit! di E"uitalia non tanto sulle dichiarazioni contenenti
errori tutto sommato marginali, puniti con multe eccessive < che creano ostilit! di*+usa verso il
fsco ? "uanto sugli evasori totali e le grandi evasioni.
#a lotta allevasione fscale non pu8 ovviamente essere +atta solo allinterno dei singoli paesi, data
la volatilit! dei capitali. Kichiede una strategia internazionale sulla "uale la 5e pu8 e deve
impegnarsi. Si calcola, ad esempio, che per i cd. "aradisi fscali passi circa la met! del commercio
mondiale e che in essi si trovino la met! degli attivi bancari. E i paradisi fscali non stanno solo alle
;a:man, ma anche in Europa, come in #ussemburgo, a ;ipro o in Jlanda. E "uindi necessario che
nel nostro continente si applichi una vera tassazione sulle transazioni fnanziarie, allo scopo di
contenere i movimenti di capitale a solo fne speculativo -To(in ta/., anche con unali"uota di
entit! modesta, come lo 0,02 richiesto da un movimento internazionale, purch7 estesa alla pi'
9
ampia base imponibile, includendo azioni, obbligazioni, derivati. Aisogna che ci sia una
rendicontazione fnanziaria paese per paese -countr b countr reporting. per le imprese
multinazionali. E indispensabile attuare una trasparenza delle in+ormazioni che riguardano la
composizione societaria delle imprese, al fne di individuare "uali siano e dove siano i veri
proprietari delle stesse. 0l che ha anche un e*+etto positivo nella lotta internazionale al riciclaggio.
Aisogna intervenire sul cd. trade mispricing, ovvero la pratica in uso da parte delle aziende
multinazionali di alterare la base imponibile in alcuni paesi spostandola laddove minore 1 la
pressione fscale. >a impedito che le imprese partecipate dal nostro 4inistero delleconomia
abbiano fliali, sussidiarie e controllate nei paradisi fscali.
#er un nuovo modello sociale ed economico$ la conversione ecoloica delleconomia e la ricerca della
piena occupa!ione
orre fne allausterit! vuole dire rilanciare uneconomia basata sulla "ualit! pi' che sulla crescita
"uantitativa e sulla ricerca della "iena occu"azione. er Nilliam Aeveridge, uno degli artefci dello
stato sociale britannico e "uindi del modello sociale europeo che ha caratterizzato i principali
paesi del nostro continente nel trentennio seguito alla Seconda guerra mondiale il concetto di
piena occupazione era strettamente connesso a "uello di un lavoro BdecenteD, ossia giustamente
retribuito e dotato di diritti. #e teorie neoclassiche, riprese poi da "uelle neoliberiste, hanno invece
sostenuto unidea di tutto sbagliata, che Oames L. /albraith sosteneva andasse Bgettata nel +ossoD,
ovvero "uella che andasse mantenuto un certo tasso di disoccupazione per non incrementare
linGlazione.
6uello che proponiamo 1 invece legare il cambiamento del modello di produzione alla ricerca della
"iena occu"azione, almeno come obiettivo tendenziale -del resto solo in una societ! statica, anche
demografcamente, esso potrebbe essere raggiunto in modo pienouna volta per tutte. e alla
riduzione dellorario di la)oro. #o stesso obiettivo del reddito !ini!o *arantito non viene posto
da noi in contrasto con il perseguimento di una piena e buona occupazione, ma come strumento
indispensabile per spezzare i ricatti nel mercato e nel mondo del lavoro e a*+ermare il diritto
allesistenza. #e politiche economiche si intrecciano cos= con "uelle del lavoro, della riduzione
dellorario di lavoro, della conversione ecologica e del miglioramento della "ualit! della vita,
anche se "ui le esponiamo distintamente.
0l primo problema che unEuropa unita e solidale deve porsi 1 leli!inazione de*li s$uili(ri tra i
vari paesi e tra zona e zona dello stesso paese. #a stessa moneta unica non pu8 sopravvivere se non
si attua un rie"uilibrio generale +ra $ord e Sud dellEuropa, +ra Jvest ed Est, allinterno dei singoli
paesi. Se s"uilibri gi! cos= gravi continueranno ad appro+ondirsi lo stesso Euro 1 destinato a
implodere. Sono le attuali politiche della 5e che mettono a repentaglio lesistenza di una moneta
10
unica e spingono verso la creazione di aree monetarie diverse -come un Euro del Sud e uno del
$ord. che cristallizzerebbero le di*+erenze.
6uesto signifca che non possono esistere paesi esportatori in modo prevalente e paesi
sostanzialmente solo importatori. 0l rie$uili(rio delle (ilance dei "a*a!enti deve essere un
obiettivo da perseguire per la stessa stabilit! europea.
#a storica $uestione !eridionale italiana, ulteriormente aggravatasi in "uesta crisi, deve trovare
una sua soluzione in ambito europeo. E a tutti gli e*+etti una "uestione europea. $ello stesso
tempo il 4ezzogiorno d0talia 1 immerso nel 4editerraneo e "uindi la sua rinascita dipende dallo
sviluppo di tutta la zona euromeditterranea. ;ome diceva Aldo 4oro9 !"essuno # chiamato a scegliere
fra l$essere in %uropa ed essere nel &editerraneo poich' l$%uropa intera # nel &editerraneo!.
#a ;ostituzione di una o!unit %ed0Eu potrebbe essere una delle azioni "ualifcanti che la 5e
dovrebbe avanzare nel semestre di presidenza italiana, attraverso la preparazione di una
;on+erenza diplomatica, aperta ai soggetti attivi nella societ! civile, subito dopo le elezioni
maggio, articolata in un con+ronto +ra le carte dei diritti +ondamentali della 5e, "uelli dei aesi
arabi, della ;arta 0slamica e dell5nione A+ricanaE un incontro di tutti i soggetti economici
interessati, pubblici e privati, per dare vita a un piano in un "uadro di uneconomia circolare nel
bacino del 4editerraneoE la convocazione di Stati generali della giovent', data la grande incidenza
delle giovani generazioni soprattutto nel bacino meridionale nel 4editerraneo, per dare vita a
piani di lavoro e di scambi culturali, come la defnizione di un Erasmus 4editerraneo, che darebbe
fato anche alle nostre 5niversit! del 4ezzogiorno che perdono il %03 degli studenti allanno.
0l rie"uilibrio di cui parliamo comporta che a livello europeo si ra*+orzi il bilancio comunitario e si
attuino grandi scelte programmatrici su cui condurre iniziative produttive innovative.
0l (ilancio euro"eo 1 oggi unentit! irrisoria ed 1 stato diminuito recentemente. 0ndica che non si
vuole condurre una politica comune sui grandi temi delleconomia reale. Esso va "uindi
aumentato in modo congruo < ad esempio dallattuale %,23 al 23 del il europeo ?, va fnanziato
con una imposta europea, "uale potrebbe essere la Tobin tax, anche per sottrarlo al predominio dei
contributi dei paesi pi' +orti, e va creata la fgura istituzionale che lo gestisca sulla base delle
grandi scelte di investimento indicate dal arlamento.
$on va con+uso il concetto di "ro*ra!!azione con "uello di dirigismo. 6uestultimo del resto 1
gi! in atto, poich7 le scelte economiche produttive sono prevalentemente +rutto delle esigenze
della /ermania di mantenere il proprio primato nel settore mani+atturiero per garantire la propria
politica neomercantile basata sulle esportazioni. 5na programmazione a livello sovrannazionale
signifca tenere conto delle diverse condizioni e vocazioni produttive dei vari paesiE operare scelte
condivise non solo dai governi ma anche dalle popolazioni interessateE pensare lEuropa come
11
multicentrica e il territorio come una rete non come una dorsale di attraversamentoE +are della
di+esa dellambiente, della cultura e dei beni culturali, dei beni comuni naturali e sociali, delle
istituzioni del Fel+are che garantiscono luniversalit!, la gratuit! e la "ualit! dei servizi alle
persone, la base materiale della cittadinanza, la leva di un nuovo sviluppo e non il limite da
abbattere per estendere il campo di profttabilit! della grande fnanza e del capitale privato.
0n "uesto "uadro linter)ento "u((lico diretto in econo!ia < oltre per ci8 che riguarda il (elfare
state ) pu8 e deve un nuovo ruolo, purch7 accompagnato da una +errea intransigenza nei con+ronti
della corruzione e della malagestione, capace non solo di rispondere ai bisogni elementari e
primari della popolazione, ma anche a "uelli pi' maturi, derivanti dal processo di allargamento
dei diritti. #intervento pubblico pu8 in+atti arrivare l! dove "uello privato non ha interesse ad
andare, ovvero nei settori pi' innovativi, a redditivit! di*+erita, ad alta intensit! di lavoro. ;i8 che
vogliamo 1 esattamente lopposto di ci8 che sta succedendo e che 1 alla base delle dottrine
neoliberiste, ovvero che il settore pubblico con"uisti sempre maggiore peso nelleconomia reale,
non necessariamente e non tanto inglobando i settori privati, "uanto innovando terreni e
modalit! di sviluppo economico e produttivo. E laddove si verifcano scontri tra principi
costituzionali, "uali il diritto alla salute e "uello al lavoro, come 1 successo ad esempio all0lva di
Taranto, a causa delle logiche di profttabilit! del privato, oppure conGlitti tra la volatilit! dei
capitali privati e la stanzialit! delle +orze del lavoro, come avviene nei processi di delocalizzazione,
lo Stato pu8 e deve agire con pesanti +orme dissuasive fno alla nazionalizzazione delle imprese.
6uesto comporta anche una politica di contrasto alle delocalizzazioni operate allunico scopo di
operare in situazioni di basso costo del lavoro, di minore tassazione, di assenza di organizzazioni
e attivit! sindacali. #e delocalizzazioni sono ovviamente il contrario del processo di
internazionalizzazione delle imprese, che pure deve essere sottoposto a precise verifche sulle
condizioni di lavoro, salariali e normative applicate nelle fliali estere. >anno "uindi introdotti
precisi obblighi per chi ritiene di dovere semplicemente spostare le proprie attivit! altrove, "uali la
restituzione de*li incenti)i o delle riduzioni fscali fno a "uel momento godute in virt' della
legislazione dello Stato ospitanteE limpegno a collaborare alla riallocazione dei la)oratori in altre
attivit! e unit! produttiveE lassunzione dei costi dello smantellamento o del riattamento delle
strutture industriali e della (onifca dei terreni. #imposizione di simili misure potrebbe anche
avere il positivo e*+etto di costringere le multinazionali a riconsiderare i vantaggi economici delle
delocalizzazioni.
Linee essen!iali per una nuova politica economica climatica e ambientale
$on possiamo "ui sostituirci a un simile processo non certo di breve periodo, ma solo accennare ai
settori economici +ondamentali nei "uali 1 urgente intervenire per una vera conversione ecologica
12
delleconomia, per uneconomia climatica e ambientale, che ingloba il tema della giustizia sociale,
e per la creazione di nuovo lavoro di "ualit!. Abbiamo bisogno di un nuovo corso delleconomia
che abbia "uel +orte impatto di cambiamento che ebbe il ne% deal di Celano Koosvelt nellAmerica
degli anni Trenta. #a cura del territorio, il suo riassetto idro*eolo*ico sono ancora ai giorni nostri
delle priorit!, proprio a causa delle modalit! devastanti che lo sviluppo economico ha assunto con
sempre maggiore aggressivit!. 0n particolare riteniamo urgente e possibile che il prossimo
arlamento Europeo, con i necessari passaggi istituzionali, giunga alla elaborazione di un Piano
euro"eo "er loccu"azione, il "uale stanzi almeno %00 miliardi di euro per dieci anni per +ornire
occupazione a 2?I milioni di disoccupati e inoccupati entro un tempo breve, naturalmente
tenendo conto delle situazioni nazionali dove 1 pi' grave la condizione delloccupazione, come il
nostro che avrebbe bisogno nel pi' breve tempo possibile di un milione di posti di lavoro in pi'.
>isto "uello che si 1 +atto e si speso per salvare le banche non si tratta di una richiesta
irrealizzabile.
#a voce pi' signifcativa del bilancio europeo 1 ancora la*ricoltura. Essa rimane +ondamentale
per il soddis+acimento dei bisogni reali delle popolazioni. 6uindi le aree agricole vanno di+ese
dalla cementifcazione o dalla tras+ormazione in puro terreno di collocazione di strutture
energetiche. #a politica agricola comunitaria va pro+ondamente ri+ormata, evitando di privilegiare
le aree +orti, lo sviluppo speculativo delle bioenergie, lasservimento allindustria di
tras+ormazione, o il ricorso agli Jgm. 0 re"uisiti ambientali e "uelli contenuti nella strategia per la
Aiodiversit! della 5e, vanno direttamente integrati nella nuova politica agricola europea. >a
+avorita la ripopolazione delle zone rurali interne ? come nel 4ezzogiorno d0talia, anche con la
distribuzione in comodato duso delle terre incolte, degli immobili non utilizzati o confscati alle
mafe, a cooperative o imprese individuali < e delle zone mediterranee, "uale +attore per garantire
unautosu*fcienza alimentare, la di+esa e la "ualifcazione del territorio, occasione di nuova
occupazione che innovi e a*fni la produzione dei prodotti agricoli e dei loro derivati, garantendo
una ricca variet! dei medesimi. #Europa ha una grande risorsa9 la dieta mediterranea, gi!
riconosciuta come patrimonio dellumanit! da parte dell5nesco, su cui +are leva per garantire un
nuovo sviluppo "ualitativo dellagricoltura e un contenimento dellallevamento intensivo di
animali a scopo alimentare, teatro di violenza e so*+erenza per il vivente animale che dobbiamo e
possiamo evitare. Aisogna di+endere i nostri mari da pratiche di pesca eccessiva e illegale, in modo
da ottenere una ripopolazione ittica e garantire la sopravvivenza di tutte le specie.

P proprio dal dossier agricoltura che emerge con +orza la doppia valenza del te!a a!(ientale. Ca
una parte lQambiente va considerato come valore intrinseco, e la tutela della biodiversit!, del
paesaggio, degli ecosistemi va incentivata con +orza attraverso il rilancio dei programmi europei
relativi. CallQaltra va sottolineato che lQambiente, secondo la legislazione comunitaria, andrebbe
BinternalizzatoD in ogni aspetto dellQattivit! ed in ogni politica dellQ5nione. Se da una parte "uesta
13
ha condotto notevoli passi in avanti, sussistono ritardi e contraddizioni, ma anche grandi
potenzialit! . 0l settore energia?clima ne 1 la prova evidente anche alla luce delle recenti decisioni
del ;ommissario Aarroso e della ;ommissione di rivedere al ribasso gli impegni per le riduzioni
di emissioni di gas serra e il sostegno alle rinnovabili, a +avore di una maggior en+asi su +onti
energetiche a basso costo per le imprese.
;irca l(03 delle normative sulla!(iente viene deciso dalla 5e. E "uindi "ui che si gioca la grande
partita sul clima e per la tras+ormazione del modello energetico. Aisogna "uindi garantire che tutti
gli obiettivi assunti in "uesti campi dalla 5e per il 2020 vengano conseguiti e ra*+orzati. Altrimenti
non 1 possibile arrivare ad una riduzione complessiva delle emissioni sul pianeta dell(03 entro il
2020, la cui tappa intermedia al 2022 1 fssata in un range tra il )03 e il I03. #a crisi economica
porta con s7 gi! naturalmente una riduzione dei consumi energetici. E il caso in cui da una cosa
cattiva pu8 nascere una cosa buona9 il raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni
pu8 e "uindi deve essere anticipato. 0n particolare in Europa bisogna entro il 2022 ridurre i gas
serra del I03 e aumentare le energie rinnovabili del )23 -stroncando ogni tendenza al ritorno del
nucleare o al mantenimento della dipendenza energetica del nostro paese dal gas russo o dallo
shale gas americano, estratto con la devastante pratica del fracking, o al rilancio del carbone e del
petrolio la cui ricerca 1 +ortemente invasiva degli e"uilibri ambientali. e ridurre i consumi
energetici del )03.
$el campo dellener*ia la transizione dalle +onti +ossili a "uelle rinnovabili richiede una decisa
scelta nel campo della ricerca scientifca e degli investimenti in "uesta direzione. $essun paese
pu8 +arcela da solo. E "uanto mai necessaria una "ro*ra!!azione delle "olitic&e ener*etic&e a
li)ello euro"eo, cosa fn "ui non accaduta e una delle cause pi' evidenti della debolezza
dellEuropa nel "uadro economico mondiale. Cel resto "uesto tema si incrocia con problemi
decisivi e strategici di politica estera, come 1 del tutto evidente anche nella grave crisi ucraina
tuttora in corso. A tale fne 1 indispensabile la promozione, culturale e pratica, di un diverso
modello di produzione e consumo, +ondato non sulla crescita infnita delle merci, ma
sullassunzione del concetto di limite e la produzione di nuovi beni9 la riproducibilit! della natura,
laccesso ai saperi, la cura delle persone e la "ualit! delle relazioni.
>a bene evidenziata la relazione tra ambiente, debito ecologico, giustizia ambientale e
riconoscimento e tutela dei beni comuni.
roprio la "uestione dellaccessibilit! e della gratuit! dei ser)izi idrici 1 stata al centro di un
grande movimento sia sul piano nazionale che europeo. #ac"ua come bene comune 1 diventato un
concetto di*+uso e condiviso tra le popolazioni. 0n 0talia lesito del re+erendum 1 stato il migliore di
sempre -ha votato S= oltre la met! degli aventi diritto al voto, "uindi la maggioranza assoluta.. 0n
Europa liniziativa promossa dal sindacato europeo dei servizi pubblici -Epsu. ha raccolto pi' di
14
un milione(00mila sottoscrizioni. #a risposta della ;ommissione Europea alle tre "uestioni poste
con l0;E 1 stata per8 generica ed elusiva. 0n+atti sul primo tema < garantire il diritto universale
allaccesso allac"ua per tutti i cittadini europei < viene a*+rontato sostenendo che la 5e
promuover! una consultazione pubblica per ra*+orzare "uesto diritto. Sugli altri due temi < evitare
la liberalizzazione del servizio idrico e toglierlo dalle materie oggetto dei trattati internazionali di
libero scambio < la ;ommissione evita di prendere posizione, con+ermando di +atto unopzione
privatizzatrice. Cobbiamo al contrario ribadire e ottenere la piena attuazione degli obiettivi sopra
richiamati dall0ce -0niziativa dei ;ittadini Europei., anche per rendere concreto lesercizio di
"uesto strumento, entrato in vigore nellaprile del 20%2, di partecipazione e di democrazia di cui
lEuropa ha tanto bisogno.
#economia della conoscenza deve essere uno dei punti +ondamentali di una programmazione e di
una politica di investimenti pubblici a livello europeo. ;os= non 1 stato. articolarmente nel nostro
paese. #o sviluppo della rete nelle sue +orme pi' evolute e libere 1 non solo una necessit!
economica, ma il suo libero accesso 1 un diritto per tutti, un bene comune. E "uindi importante
che si completi, nella legislatura entrante, in tutte le parti necessarie allapplicazione corretta, la
recentissima decisione del arlamento europeo di porre fne ai costi del roaming entro il 20%2 e di
garantire che laccesso ad 0nternet sia +ornito in con+ormit! con il principio di Bneutralit! della
reteD, il che signifca che tutto il tra*fco internet deve essere trattato allo stesso modo, senza
discriminazioni, limitazioni o inter+erenze, indipendentemente da mittente, destinatario, tipo di
servizio, contenuto, dispositivo, servizio o applicazione.
i' in generale va superato listituto dei co"1 ri*&t e il siste!a dei (re)etti, ovvero tutto ci8 che
anzich7 garantire la giusta remunerazione del lavoro umano in campo cognitivo ed il suo
riconoscimento sociale < che vanno accuratamente assicurati e protetti ? lo tras+orma in propriet!
delle imprese e ne confsca la distribuzione, a*+ermando al contrario la libera circolazione,
di*+usione e utilizzo delle opere creative dellintelletto umano.
#a concezione dellEuropa come rete non deve riguardare solo il mondo virtuale, ma anche "uello
fsico e investire pienamente la politica dei tras"orti delle persone e delle cose. >a combattuta
"uindi una visione che si basa su attraversamenti del territorio secondo grandi dorsali9 la visione
che ha partorito i +amosi corridoi, di cui la Ta) Torino0Lione rappresenta uno degli aspetti
giustamente pi' contestati per il carattere +araonico, costoso e invasivo del territorio, mentre
esistono concretamente soluzioni alternative assai migliori sia per metodi, che per costi pi'
contenuti, che per risultati. #unit! dEuropa si +a anche collegando tra loro fsicamente i vari punti
del suo territorio, non solo le grandi capitali. er "uesto la politica dei trasporti pubblici va
progettata costruendo una rete sia a livello nazionale che sovrannazionale, in modo da +avorire
lincontro tra persone e lo sviluppo delle economie locali.
15
0l Trattato di #isbona ha a*fdato alla ;ommissione europea la competenza sul co!!ercio
internazionale. 0n "uesto modo a livello multilaterale, multi bilaterale, bilaterale la ;ommissione
europea negozia con aesi terzi, senza alcuna consultazione con le istituzioni dei aesi membri,
regole e condizionalit! che impattano pesantemente sui sistemi produttivi ad ogni livello. 0n
"uesto "uadro di oscurit! e di accentramento si sta discutendo il Transatlantic Trade and
&nvestment #artnership 'Ttip(# un trattato di libero scambio tra 5nione europea e 5sa. #oggetto
delle trattative segrete, lanciate u*fcialmente nel luglio 20%,, riguarda non solo le barriere
tari*+arie, ma anche "uelle non tari*+arie che riguardano standard di sicurezza e di "ualit! di
aspetti sostanziali della vita dei cittadini, "uali lalimentazione, listruzione e la cultura, i servizi
sanitari, i servizi sociali, la tutela ela sicurezza del lavoro. #oggetto della trattativa 1 dun"ue la
mercifcazione dei servizi pubblici, dei beni comuni e dei diritti dei cittadini a vantaggio della
propriet! privata e delle mire di guadagno dei grandi centro economici. Aloccare "uesto Trattato,
scoperchiare la segretezza delle trattative, 1 il primo passo indispensabile per ripensare il
commercio su basi diverse. #e grandi mobilitazioni che dalla fne degli anni $ovanta in poi si sono
generalizzate contro il NTJ -Jrganizzazione mondiale del commercio, J4; nellacronimo
italiano. sottolineano come attraverso le politiche commerciali sia passata tanta politica di
spoliazione delle popolazioni e di incremento delle ingiustizie e delle diseguaglianze che hanno
caratterizzato "uesta +ase storica della globalizzazione. er "uesto la governance del commercio
internazionale deve essere riportata allinterno dellJnu superando il Nto e la segretezza delle sue
trattative.
0l co!!ercio, interno ed internazionale, pu8 invece essere un +attore di benessere di*+uso anche a
livello locale, pu8 diventare lo stimolo e il viatico per un diverso modello produttivo. Aisogna
"uindi progettare fliere a partire dal loro valore sociale, ecologico, territoriale, oltre che
economico. 0l problema non 1 "uindi "uello del &ade in ma piuttosto "uello del &ade how. Aisogna
pensare a progetti di cooperazione produttiva solidale, anche locale ma aperti al mondo. ;ome
abbiamo detto nel caso dellagricoltura nel "uadro 4editerraneo, dove la creazione di un marchio
4EC potrebbe "ualifcare i prodotti agricoli di "ualit! sociale e ambientale. Aisogna rivalorizzare
il ruolo dei mercati rionali, ridestinando a "uesto scopo spazi sottoutilizzati, sperimentando
nuove +orme di connessione tra banco di vendita, luogo -o*fcina, laboratorio. di produzione,
spazio di +ormazione, sia nei grandi centri urbani che nei luoghi pi' peri+erici. Aisogna aiutare lo
sviluppo della piccola distribuzione organizzata, i gruppi di ac"uisto solidale che si sono di*+usi
come +orma di autodi+esa nei con+ronti della crisi che ha colpito le capacit! dac"uisto. Tutto ci8 va
accompagnato da modelli di certifcazione alternativi rispetto a "uelli tradizionali, sperimentando
la certifcazione partecipata, ovvero una relazione organizzata tra produttori e consumatori. Allo
stesso tempo vanno ridotte le complessit! burocratiche connesse allesercizio delle attivit!
commerciali, senza +are venire meno i controlli indispensabili sulligiene, la "ualit! delle merci e le
condizioni in cui si svolge il lavoro.
16
La piena e buona occupa!ione e la ridu!ione dellorario di lavoro
$on esistono le politiche dei due tempi, sia a livello statale che a livello di impresa in campo
occupazionale. #a storia del nostro paese < e non solo < lo ha ampiamente dimostrato. ;ome non
c1 prima lausterit! e poi il rilancio della crescita, cos= non avviene che le imprese prima
aumentino la produzione e poi aprano possibilit! occupazionali. er cui verrebbero sempre prima
i sacrifci dei diritti. #a ricerca della "iena occu"azione 1 "uindi allo stesso tempo un +attore e un
risultato di uno sviluppo costruito sui basi "ualitativamente nuove come abbiamo fn "ui descritto
nelle linee essenziali. 4a non essendo un prodotto automatico di "uestultimo essa richiede delle
apposite politiche.
Soprattutto in "uesto campo, "uello del lavoro, bisogna muoversi in modo diametralmente
contrario alle politiche dominanti, che in+atti hanno accresciuto disoccupazione, precariet! e
povert!, compreso il dilagante +enomeno dei workers poor. Jggi, in Europa, dopo che la bugia della
Bausterit! espansivaD si 1 rivelata come tale, le classi dominanti puntano su "uella che potremmo
chiamare la "recariet es"ansi)a, ossia la fnzione che abbattendo ogni regola del mercato del
lavoro si aprano le porte alle assunzioni da parte delle imprese.
0l governo italiano, con il decreto Poletti, che cozza contro le stesse norme della 5e < per "uesto
sosteniamo con convinzione la denuncia promossa dallAssociazione dei giuristi democratici dello
Stato italiano nella persona del suo residente del ;onsiglio dei 4inistri per violazione del diritto
comunitario ? e lannunciato Oob Act, appare come la punta di diamante in "uesta operazione di
totale mistifcazione e di concreto abbattimento dei diritti dei lavoratori.
#a nostra proposta 1 che lobiettivo della "iena occu"azione, ovvero di un lavoro decente a una
retribuzione su*fciente a soddis+are i bisogni delle persone, sia inserito esplicitamente e in modo
cogente nei Trattati europei. ;he, come abbiamo gi! detto, sia la diminuzione del tasso di
disoccupazione il parametro che regola le azioni della Ace e degli altri organi europei. ;he si
stimolino i paesi europei, condizionando gli eventuali prestiti a "uesto fne, a che +ormulino
precisi e circostanziati piani del lavoro per incrementare loccupazione ad ogni livello e in ogni
settore. ;he si produca, a partire dal settore mani+atturiero e nel campo dei lavori
prevalentemente manuali e ripetitivi, una consistente riduzione dorario su scala giornaliera e
settimanale, la cui e*fcacia ai fni del mantenimento e dellincremento delloccupazione 1 gi! stata
sperimentata con successo in alcune grandi aziende europee. ;he si a*+ermi a livello europeo il
principio del contratto di lavoro a tempo indeterminato come regola generale del rapporto di
lavoro. ;he il ricorso del contratto a termine sia sempre ritenuto uneccezione da motivare da
parte del datore di lavoro e tale da costituire un costo aggiuntivo. ;he siano cancellate tutte le altre
norme che incrementano la precariet!, come il lavoro interinale, il lavoro a chiamata, il fnto
17
lavoro a progetto, il fnto lavoro autonomo ecc. -in 0talia ne esistono pi' di )2 e sarebbe noioso
nominarle tutte.. ;he ci si muova verso una convergenza salariale tra i vari paesi europei per
evidenti ragioni di giustizia sociale e retributiva e per evitare vantaggi che +acilitino
delocalizzazioni di imprese. ;he a "uesto fne si stabilisca un salario minimo orario al di sotto del
"uale non sia possibile scendere e al di sopra del "uale parta la libera contrattazione sindacale per
gli aumenti retributivi a livello di contratti nazionali, territoriali e aziendali. ;he il diritto di
sciopero sia comun"ue garantito in ogni settore economico e produttivo e contemporaneamente
sia previsto il divieto di serrata, come 1 nella ;ostituzione italiana. ;he la rappresentanza
sindacale sia regolata da precise norme, per via contrattuale eRo legislativa, in modo tale che sia
garantita la democrazia interna alle organizzazioni sindacali e che le lavoratrici e i lavoratori
abbiamo la possibilit! di esprimersi attraverso un voto segreto e garantito da precise modalit!
almeno sugli esiti degli accordi che li riguardano direttamente. ;he sia garantita la possibilit!
della partecipazione dei lavoratori a +orme di controllo dellimpresa e delle scelte sugli
investimenti, senza che ci8 diventi una limitazione o un condizionamento della libert! di lotta
sindacale per il miglioramento delle proprie condizioni retributive e lavorative. ;he vengano
generalizzati, indipendentemente dai vari settori e dalle dimensioni dellimpresa, ammortizzatori
sociali che proteggano il reddito dei dipendenti nei periodi di crisi o di riorganizzazione
aziendale. ;he venga istituito in ogni paese +orme di reddito minimo, o basic income, che sottragga
i giovani dal ricatto della povert! e del sottolavoro, o addirittura del lavoro nellambito
delleconomia criminale, e li metta in condizione di trovare un lavoro decente. ;he la +ormazione
diventi permanente e permetta al lavoratore un continuo aggiornamento di +ronte ai cambiamenti
produttivi, tecnologici, organizzativi e culturali dellambiente di lavoro e di "uello sociale. ;he il
servizio dellimpiego pubblico venga opportunamente dotato di tutti gli strumenti conoscitivi per
+acilitare lincontro tra domanda e o*+erta del lavoro.
)ifesa e universali!!a!ione dello stato sociale* +n social compact
;ome sappiamo uno dei mantra del neoliberismo 1 la riduzione del ruolo dello Stato a tutti i livelli,
particolarmente nel campo della risposta ai diritti e ai bisogni dei cittadini. 0l !odello sociale
euro"eo, basato sul nesso +ra welfare state e piena occupazione, 1 stato "uindi posto sotto attacco
in "uesti ultimi decenni per creare spazio libero alla privatizzazione e alle logiche del proftto nel
campo dei servizi ai cittadini ogni livello. 0n+atti la presenza di unistruzione, di una sanit!, di una
previdenza ? e, nei paesi pi' avanzati, di altro ancora ? universali e gratuiti sottraeva spazio al
mercato privato, dando vita a un modello di sviluppo tendenzialmente alternativo a "uello
capitalistico classico. $el nostro paese, come si pu8 vedere ad esempio nel campo previdenziale,
tale attacco 1 stato particolarmente intenso e violento, s+ondando +acilmente nel ventre molle della
sinistra tradizionale < ora non pi' nemmeno defnibile tale < e della moderazione delle politiche
18
sindacali avviata con le politiche concertative degli anni $ovanta. 6uesto attacco 1 stato anche
+acilitato dai mutamenti intervenuti nella catena della produzione del valore, dal processo di
fnanziarizzazione del capitale, dagli aspetti concreti che ha assunto la globalizzazione. $on solo
vengono smantellati interi sistemi pubblici di Fel+are, ma si tende alla costruzione di piccoli
sistemi di Fel+are aziendale, spesso con la compiacenza delle organizzazioni sindacali, che
rendono addirittura esclusivi servizi che dovrebbero essere universali ed a carico della fscalit!
generale. er cui non si tratta soltanto di di+endere lo stato sociale, nella speranza di ricostruirlo
come prima, ma di dare vita a un sistema di welfare europeo, di contrapporre al fscal compact un
social compact*
5n social compact che comprender! misure immediate per a*+rontare le conseguenze sociali delle
politiche di austerit!, "uali la crescente povert! e marginalit! sociale, intervenendo con
programmi di sostegno alle categorie maggiormente colpite "uali giovani, anziani, donne < nel
"uadro di "uel piano straordinario per la piena e buona occupazione di cui abbiamo gi! parlato ? e
in settori +ortemente compromessi dalle politiche di taglio della spesa pubblica, in primis il settore
sanitario. ;os= +acendo si costruiranno le premesse necessarie per la tutela ed il rispetto della
dignit! e dei diritti umani, sociali ed economici di ogni persona che vive nel territorio dellQ5nione,
senza distinzione alcuna. $on si tratta soltanto di ripristinare lo stato sociale come era ai tempi
del suo massimo sviluppo nei tre decenni successivi al secondo dopoguerra, ma a*+ermare un
nuovo spazio pubblico in cui i (eni co!uni# naturali e sociali, e gli istituti del Fel+are siano
sottratti alle logiche di mercato e del proftto e gestiti secondo pratiche di de!ocrazia
"arteci"ati)a.
$on partiamo da zero. #a arta dei diritti 'onda!entali della Ue, che ha uno status pari a "uello
dei trattati istitutivi, pur +ra diversi limiti e cose da cambiare, riconosce il diritto allistruzione, alla
non discriminazione, alla piena partecipazione dei diversamente abili, alla tutela in caso di
licenziamento ingiustifcato, il diritto alla previdenza sociali, allassistenza sociale e abitativa, a un
elevato livello di tutela della salute. Tutte cose non solo rimaste disattese, ma peggiorate dalle
politiche concrete della 5e e dei singoli stati nazionali in nome dellausterit!. $el programma
Europa2020 1 stato ricompreso un importante obiettivo sociale9 la riduzione di 20 milioni della
popolazione a rischio di povert! ed emarginazione. 4a la povert! 1 cresciuta di (,7 milioni dal
200&.
$el "uadro della lotta alla povert!, alla disoccupazione e alla precariet! 1 "uindi +ondamentale la
generalizzazione di un reddito !ini!o 2basic income), che in 0talia manca totalmente -anche se
nellattuale arlamento vi sono proposte di legge di iniziativa parlamentare e popolare che
attendono di essere discusse., secondo le stesse indicazioni contenute nella Kisoluzione del
arlamento europeo del 20 ottobre 20%0 BSul ruolo del reddito minimo nella lotta contro la povert!
e la promozione di una societ! inclusiva in EuropaD. Tale misura non va intesa come alternativa al
19
lavoro n7 condizionata allaccettazione di "ualun"ue tipo di lavoro, ma come un concreto
sostentamento che metta in condizioni i giovani di trovare un lavoro decente -decent work). 0n
"uesto senso tale misura va accompagnata da un insieme di servizi gratuiti, che vanno dalla
+ormazione alla +ruizione delle mani+estazioni culturali, a particolari +acilitazioni per assolvere
alle esigenze abitative e di trasporto. 0l nuovo Fel+are deve cio1 +arsi carico del grande problema
dellenorme disoccupazione giovanile, cosa che non era presente in "uesta misura nel passato,
deve essere particolarmente, anche se non esclusivamente, un Fel+are di nuova generazione per le
nuove generazioni.
#a $uestione dellistruzione assume "uindi un ruolo centrale. #e politiche educative europee negli
ultimi decenni, dal processo di Aologna alla strategia di #isbona, sono state attraversate da una
continua contraddizione, una tensione tra due tendenze contrapposte "uanto reciprocamente
legate9 da una parte le promesse di internazionalizzazione, convergenza e investimento
sullQeconomia della conoscenza -il )03 di laureati, la dispersione scolastica sotto il %03, ecc..,
dallQaltra lQintroduzione nei sistemi pubblici di logiche e modelli sempre pi' standardizzati,
parcellizzati, aziendalistici -i crediti, la valutazione nozionistica, i ranking < le classifche ?delle
universit!.. #a crisi e lQausterit: hanno messo defnitivamente una pietra sopra la prima di "ueste
due tendenze, lasciando spazi senza precedenti alla seconda.
S in corso un attacco predatorio ai processi +ormativi, con lQobiettivo di smantellare i sistemi
educativi pubblici per aprire spazi di proftto al credito e ai privati. 0 tagli allQistruzione e al diritto
allo studio e lQaumento vertiginoso delle tasse universitarie caratterizzano diverse aree
dellQEuropa, dai cosiddetti iigs al Kegno 5nito, a prescindere dalle diverse situazioni dei bilanci
pubblici, e arrivano anche alle politiche dellQ5nione Europa, se si pensa al recente dibattito sulla
tras+ormazione delle borse Erasmus in prestiti.
Aisogna invertire la rotta, rivendicando anche in sede 5E il rilancio degli investimenti pubblici su
scuola# uni)ersit e ricerca. Serve una B4aastricht dei saperiD, un accordo, vincolante e reso
attuativo per mezzo di interventi sanzionatori, sul raggiungimento di determinati obiettivi9 "uote
di investimento in istruzione e ricerca, servizi minimi agli studenti -borse di studio, alloggi,
accesso alla cultura, reddito., sostegno allQinnovazione, nella prospettiva di un generale
livellamento verso lQalto delle politiche dellQeducazione e di una reale convergenza sulla best
practices a livello continentale, che renda possibile una reale internazionalizzazione dei percorsi
educativi e di ricerca. Aisogna che il diritto a lavorare dove si vuole non si tras+ormi nella +uga delle
migliori conoscenze verso i paesi pi' +orti economicamente, accrescendo cos= le diseguaglianze e
perpetuandole nel tempo.
Cobbiamo impedire che passi una linea, su cui insiste particolarmente la /ermania, per cui
esperienze come lErasmus verrebbero fnalizzate ai bisogni immediati dellimpresa, poich7 la
+unzione della scuola di ogni ordine e grado deve essere la +ormazione di un cittadino europeo
20
dotato di una cultura critica e universale e non solo specialistica. Allo stesso tempo una attenzione
particolare va rivolta ai percorsi e ai periodi di +ormazione strettamente intesa, garantendo
uninterlocuzione con il mondo del lavoro, dal dottorato di ricerca agli stage, salvaguardando
"uestultimo in particolare da +orme odiose di s+ruttamento di lavoro non pagato. Serve un
impegno reale dellQ5nione nella costruzione di un sistema di Fel+are della +ormazione e del lavoro,
che garantisca continuit! di assistenza e reddito.
Tutto ci8 comporta una diversa concezione della cultura e dei (eni culturali. #a cultura non 1 solo
un patrimonio da conservare, magari con logiche di nicchia, cui si ha accesso in modo
discriminato per censo e +acilit! di accesso. B#a cultura < come scrive Telmo iovani < 1 proprio
"uesto9 trasmissione non genetica delle in+ormazioniD. E un diritto delle "ersone# 3 un (ene
co!une. #a sua trasmissione e la +ruizione dei suoi prodotti deve essere libera e universale, anzi
l5nione europea deve +arsi concretamente carico della sua di*+usione eliminando tutti gli ostacoli
materiali e sociali che la impediscono. $on ha senso alcuna separazione, come tra cultura
umanistica e cultura scientifca, e il pluralismo degli approcci e dei punti di vista 1 un suo
carattere essenziale. #a cultura, nel suo senso pi' ampio, 1 un +attore dello sviluppo civile, morale
materiale del nostro contenente ed 1 la chiave che lo apre al resto del mondo. 0n "uesto "uadro va
concepita la tutela dei (eni culturali e "aesa**istici, testimonianza perenne dello sviluppo umano
e naturale. #e risorse pubbliche ad essi dedicate non sono un lusso, ma un elemento della
conversione ecologica delleconomia. 0l privato pu8 concorrere a "uesto compito, a condizione che
si smantelli lidea che la cultura sia solo occasione di grandi eventi, ove il contenuto culturale
diventa accessorio e pretesto per iniziative commerciali e legate alla profttabilit!.
$el campo della ricerca# il ruolo sempre maggiore ricoperto dai +ondi europei, in particolare da
"uelli gestiti della ;ommissione, pone "uestioni che vanno a*+rontate, dallQ accountabilit
democratica degli obiettivi a cui "uesti +ondi sono rivolti alla garanzia della libert! di ricerca in un
contesto in cui modellare obiettivi e progetti sugli standard defniti dalla ;ommissione 1 lQunico
modo di vedere fnanziato il proprio lavoro di ricerca. Su "uesto cQ1 bisogno di un dibattito aperto,
se vogliamo un mondo del sapere in grado di sfdare le opinioni convenzionali e precostituite,
consentendo cambi di rotta e analisi critiche dellesistente.
5na cittadinanza europea dei saperi, che preveda lQaccesso universale e gratuito alla conoscenza in
tutto il continente, livelli standard di diritto allo studio e Fel+are studentesco in tutti i paesi,
investimenti sulla libera ricerca, 1 un tassello necessario nella costruzione di unQaltra Europa. #a
conoscenza, in "uesto contesto, pu8 essere il motore della tras+ormazione del mondo in cui
viviamo, in una prospettiva di giustizia sociale e ambientale. 0nvertire la rotta sulle politiche
educative e di ricerca pu8 permettere allQEuropa di compiere uno scatto di inno)azione senza
precedenti, imprimendo una nuova direzione allo sviluppo, coinvolgendo le universit!, le +orze
sociali e le comunit! locali nella costruzione di nuove fliere produttive, al servizio del territorio e
21
della societ!, invece che della loro distruzione.
#a di+esa del diritto alla salute si ripropone con nuova +orza dentro la crisi e le politiche di
austerit!. roprio "ueste ultime hanno aggravato pesantemente la situazione sanitaria in
importanti paesi europei. >alga per tutti lesempio della /recia. #a rivista specializzata *ancet ha
recentemente pubblicato dati aggiornati sulla situazione sanitaria in "uel paese, da cui risulta che
sono aumentati i casi di in+ezione T0> tra i tossicodipendentiE che 1 aumentata la mortalit! tra le
persone ultra22enni a causa della di*fcolt! di accesso ai servizi e per la carenza di cura delle
malattie cronicheE che 1 aumentata la mortalit! in+antileE che tra il 20%2 e il 20%, sono raddoppiati i
casi di tubercolosi. Anche "uesto dimostra che la sanit! incrocia la grande "uestione dei beni
comuni e va garantita entro lambito pubblico e gratuito per tutti i cittadiniE contrastando i
processi di privatizzazione delle strutture sanitarie e parasanitarie, i tagli della spesa sanitaria e i
sistemi di ticket, le politiche oligopolistiche, a volte persino criminali, delle grandi imprese
+armaceuticheE garantendo la gratuit! di tutti +armaci essenziali e salvavita, classico esempio di
bene comune non naturale ma socialeE attuando politiche di convergenza della e*fcienza e della
"ualit! delle strutture sanitarie su scala europea, e delle stesse retribuzioni e possibilit! di
guadagno del personale medico e paramedicoE abbattendo tutte le limitazioni alle prestazioni
mediche che devono rispondere alla e*+ettiva esigibilit! di servizi sociosanitari +rutto delle lotte dei
movimenti e sanciti legislativamente, come "uello delle donne sullaborto oppure "uello contro
ogni +orma di segregazione della malattia mentale o "uello per una libera scelta sulla fne della
propria vitaE rivedendo laccreditamento al privato convenzionato secondo una +unzione
sussidiaria allinterno della programmazione pubblica. $on va infne dimenticato che per
garantire e*+ettivamente il diritto alla salute e per renderlo meno costoso per la collettivit!,
bisogna cominciare dalla "re)enzione# il che chiama in causa il +unzionamento dei servizi di
prevenzione sul territorio, per controllare la salubrit! dellambiente e nei luoghi dove si svolgono
attivit! lavorative, per diminuire drasticamente lincidentistica e le !orti sul la)oro.
0n tutta Europa, e particolarmente in 0talia, 1 stato preso di mira il diritto alla "ensione. #a
situazione, gi! drammatica, diventer! tragica "uando entreranno nellet! pensionabile le
generazioni vittime di una precarizzazione costante dei rapporti di lavoro e inserite in un sistema
pensionistico puramente contributivo. 0l che, connesso con lauspicabile aumento della speranza
di vita, render! "uesta, nella sua +ase fnale, pi' una so*+erenza che un vantaggio. #a materia
pensionistica 1 di competenza dei singoli stati. 4a lEuropa non pu8 dimenticare che la
condizione in cui si svolge la vecchiaia dei propri cittadini, la cui percentuale sui giovani 1
destinata ad aumentare, 1 una misura del suo grado di civilt!. Cel resto la ;ommissione europea 1
pi' volte intervenuta con direttive e raccomandazioni in modo gravemente restrittivo in materia
previdenziale. 6ueste ultimamente hanno riguardato meno il nostro paese, perch7 gi! pesanti
sono state le controri+orme "ui e*+ettuate. Si tratta "uindi di voltare pagina.
22
0l diritto allautosu*fcienza dopo una vita di lavoro deve essere garantito a tutti. #a vecchiaia non 1
uguale per tutti. ;hi ha +atto un lavoro usurante, manuale, stressantemente ripetitivo, vi giunge in
condizioni peggiori e con minori speranze di vita, come dimostrano tutte le statistiche. $on ha
"uindi senso n7 continuare nelle politiche di elevazione dellet! pensionabile < del resto non
seguite da tutti i paesi, visto che la /ermania ha ridotto senza penalizzazione let! pensionabile da
I7 a I, anni U n7 progettare limiti uguali per tutti. Siamo convinti che chi ha lavorato come operaio
in +abbrica, o ha svolto mansioni similari < dando "uindi al concetto dei lavori usuranti
uninterpretazione pi' moderna e estensiva, non solo legata, ad esempio, al lavoro in miniera ?,
dopo ,2 anni di lavoro abbia pieno diritto di godersi una pensione dignitosa.
6uindi non si pu8 pensare a tagli pensionistici "uali misure di austerit! per il risanamento dei
bilanci. $el caso italiano 1 stato dimostrato che non solo l0nps 1 in attivo, ma che fnanzia il defcit
dello stato. Al contrario bisogna ele)are i !ini!i e il grado di copertura -in sostanza i Btassi di
sostituzioneD. delle pensioni per evitare la precipitazione degli anziani nella +ascia della povert!.
#a previdenza complementare pu8 rimanere una libera scelta dei cittadini, ma non deve diventare
sostitutiva per linsu*fcienza di "uella obbligatoria e pu8 essere garantita da istituti pubblici
anzich7 privati, al fne da sottrarre il risparmio previdenziale dei cittadini alle manovre
speculative nel campo della fnanza internazionale di cui sono spesso attori i +ondi pensionistici,
compresi "uelli di categoria o aziendali. #a persistenza di rapporti di lavoro instabili e discontinui
impone di +avorire sistemi pensionistici di tipo retributivo anzich7 contributivo, altrimenti lo
stato dovr! soccorrere in altra +orma, con una spesa ancora maggiore, i cittadini anziani privi di
protezione previdenziale o sotto i minimi vitali.
$aturalmente le politiche per gli anziani non si risolvono nel diritto alla pensione. #Europa pu8
condurre unazione che sviluppi politiche di )ecc&iaia atti)a# +avorendo, ove le condizioni
soggettive lo permettano, la presenza degli anziani in vari servizi sociali di ogni livello destinati al
soddis+acimento dei bisogni dei cittadini, valorizzandone il ruolo e la +unzione nella societ! e non
solo nella +amiglia.
#a "uestione a(itati)a, anche a causa dei processi migratori da un lato e della concentrazione dei
capitali nelle speculazioni edilizie dallaltro, 1 tornata ad essere tema di prima grandezza nella vita
"uotidiana delle persone. >i sono grandi di*+erenze di approccio in Europa. #0talia 1 uno dei paesi
che sta peggio, essendo crollata ogni +orma di edilizia popolare e sociale, mentre si continua a
costruire nuovi appartamenti che restano invenduti. 0n altri paesi europei si hanno invece
esperienze positive che vanno generalizzate, come il social housing, la tras+ormazione di zone di
insediamento industriale in strutture abitative e sociali, la cura dei centri storici, la manutenzione
del patrimonio abitativo esistente, la costruzione di case popolari, politiche di contenimento dei
prezzi, a partire da "uelli della*ftto. Tutto ci8 dimostra che si pu8 intervenire in "uesto campo
garantendo il diritto allabitare senza cementifcare il territorio e dare spazio alla speculazione
23
edilizia.
& diritti dei miranti
#QEuropa che vogliamo deve diventare uno s"azio culturale a"erto, con unQidentit! plurale e
dinamica, capace di +ondare le relazioni tra gli stati membri e con i paesi terzi sul reciproco
rispetto, sul riconoscimento delle specifche diversit! culturali, sulla promozione delle libert! e dei
diritti +ondamentali, sul mantenimento della pace tra i popoli, sulla garanzia del principio di
eguaglianza, sul rifuto di ogni +orma di discriminazione, sul ripudio della @eno+obia e del
razzismo. 0l contrario della concezione ora dominante dellEuropa come una BHortezzaD. 0n "uesto
"uadro la "uestione dei diritti dei !i*ranti assume un ruolo +ondamentale nel nostro programma.
0 ,2,& milioni di migranti che risiedono nei paesi dellQ5nione Europea rappresentano il 73 della
popolazione -pari a 20, milioni.. 0 migranti comunitari costituiscono un terzo dei residenti
stranieri, mentre sono 20,7 milioni i cittadini di paesi terzi, pari al ),%3 dellQintera popolazione
europea.
A dispetto di un ampio riconoscimento teorico dei benefci delle migrazioni nei suoi documenti
u*fciali, l5nione Europea ha sino ad oggi concentrato la sua attenzione su politiche fnalizzate a
prevenire, "uando non ad impedire, e a controllare i Glussi migratori, lasciando in secondo piano il
processo di comunitarizzazione delle politiche di accoglienza, di inclusione sociale dei migranti,
dei richiedenti asilo e dei ri+ugiati, lattuazione dellQAgenda europea per lQintegrazione dei cittadini
di paesi terzi e dellAgenda su migrazioni e sviluppo.
#a BcooperazioneD con i paesi terzi 1 stata subordinata alla gestione delle politiche migratorie
tramite lo*+erta di incentivi a combattere limmigrazione irregolare. Hino alla costruzione di lager
anche nel bacino sud del 4editerraneo. #a stipula a livello comunitario di patti e accordi bilaterali
con i paesi terzi ha privilegiato i paesi di transito e di origine dei migranti diretti in EuropaE laiuto
europeo per lo sviluppo destinato a "uesti paesi 1 stato sempre pi' condizionato alla loro frma di
accordi di riammissione dei migranti giunti irregolarmente in Europa e rintracciati dalle autorit!
del paese di destinazione.
0l +allimento di un approccio alle migrazioni prevalentemente sicuritario 1 tragicamente
esemplifcato dalla morte di migliaia di migranti nel 4editerraneo e dalle numerose violazioni dei
diritti umani dei migranti, dei richiedenti asilo e dei ri+ugiati nelle strutture di detenzione allestite
nei diversi stati membri dell5nione e in alcuni paesi confnanti.
$ellQattuale +ase di crisi economica e sociale 1 importante che lQ5nione Europea ra*+orzi il proprio
impegno nella lotta a tutte le +orme di @eno+obia e di razzismo combattendo ogni +orma di
24
discriminazione legata allQorigine nazionale, ai tratti somatici, alla lingua, alla religione, alle
diversit! culturali reali o presunte. #a crescita di movimenti nazionalisti, populisti e @eno+obi che
utilizzano strumentalmente il tema delle migrazioni per accrescere il proprio consenso presso
lQopinione pubblica rappresenta un pericolo per la costruzione di unQEuropa democratica, solidale,
coesa e di pace. ;ombattere la concezione dellEuropa come una +ortezza signifca in primo luogo
abbandonare il programma Hronte@ -lacronimo inglese che sta per Agenzia europea per la
gestione della cooperazione internazionale alle +rontiere esterne degli Stati membri dell5nione
europea. unistituzione con sede centrale a >arsavia, in olonia. #Agenzia 1 nata il , ottobre 2002
con decreto del ;onsiglio Europeo, con lobiettivo di coordinare e controllare il pattugliamento
delle +rontiere esterne aeree, marittime e terrestri per "uanto riguarda gli Stati dell5nione
Europea, ma anche di stabilire e incoraggiare la nascita di accordi con i aesi confnanti con l5E
per le "uestioni relative alla riammissione dei migranti e@tracomunitari respinti lungo le
+rontiere. er "uesti scopi Hronte@ dispone di 2I elicotteri, 22 aerei, %%, navi e
sofsticate attrezzature radar in caso di attacco aereo o marittimo.
;ontro la vergogna europea di porre barriere ai diritti umani si sono levate voci autorevoli e sono
cresciuti importanti movimenti. 4a molta strada c1 ancora da +are. 0l ) aprile 20%) 1 stata lanciata
la campagna BLEuro"a sono anc&ioD che si rivolge esplicitamente a tutti i candidati al arlamento
europeo. #a nostra lista risponde positivamente a "uellappello +acendo proprie le dieci richieste
+ormulate, che "ui riassumiamo come parte integrante del nostro programma9
+. ,atifca della Conven-ione dell./"0 del +12+32+445 6sui diritti dei lavoratori migranti e dei membri delle
loro famiglie6.
A distanza di 2, anni dal varo della ;arta da parte dellQAssemblea delle $azioni 5nite, essa non 1
stata ancora ratifcata da parte di nessun paese europeo.
;hiediamo che lQ5nione Europea ratifchi la ;onvenzione al fne di assicurare un "uadro di
ri+erimento omogeneo ed universale a livello comunitario per la garanzia dei diritti umani dei
migranti e dei loro +amiliari.
3. 7aran-ia del diritto di voto amministrativo ed europeo.
5na parte signifcativa dei cittadini che vivono in Europa 1 esclusa dalla possibilit! di partecipare
attivamente alla vita della comunit! in cui risiede.
S urgente unQazione dellQ5nione Europea fnalizzata ad armonizzare le legislazioni nazionali al
fne di riconoscere ai cittadini stranieri non comunitari il diritto di voto alle elezioni
amministrative ed europee, al fne di colmare una grave discriminazione nellQesercizio del pi'
elementare diritto alla partecipazione democratica.
25
8. ,iconoscimento della cittadinan-a europea.
S urgente unQazione dellQ5nione Europea fnalizzata ad armonizzare le legislazioni nazionali al
fne di +avorire lQac"uisizione della cittadinanza del paese di residenza da parte dei cittadini
stranieri stabilmente residenti e da parte dei Vfgli dellQimmigrazioneV nati in Europa o "ui
tras+eritisi in tenera et! e che +re"uentano le nostre scuole. Si tratta, anche in "uesto caso, di
promuovere un principio di uguaglianza e di inclusione sociale.
9. 7aran-ia del diritto di arrivare legalmente in %uropa.
S urgente lQadozione da parte dellQ5nione Europea di politiche migratorie che rendano
e*+ettivamente possibile alle donne, agli uomini e ai bambini di altri continenti di raggiungere
legalmente il territorio europeo senza mettere a rischio la propria vita. 0n particolare, 1 necessario9
a. ampliare e armonizzare le norme che regolano lingresso nell5nione Europea per motivi di
lavoroE b. ri+ormare il Kegolamento Cublino 000, abolendo lobbligo di presentare richiesta di asilo
nel primo paese di arrivoE c. aprire canali di ingresso protetto per le persone bisognose di
protezione internazionale.
:. ;olitiche migratorie aperte all.inserimento degli stranieri nel mercato del lavoro.
5na gestione corretta e positiva delle politiche migratorie, oltre che a rispondere alle necessit! del
mercato del lavoro consentendo agli immigrati pari opportunit! ed un permesso di soggiorno per
ricerca occupazione, cosa che non avviene con le norme irrazionali in vigore, deve anche +acilitare
lQinserimento lavorativo per i richiedenti asilo e per i titolari di protezione internazionale che sino
ad oggi sono anchQessi penalizzati dalle norme restrittive ed anchQessi in balia del lavoro nero e del
supers+ruttamento.
<. 7aran-ia della libert= personale e chiusura dei centri di deten-ione.
0n tutti i paesi europei sono presenti centri di detenzione nei "uali sono detenuti i migranti colpiti
da provvedimenti di espulsione. Si tratta di strutture chiuse e presidiate dalle +orze dellordine in
cui viene limitata la libert! personale delle persone detenute. Tali centri espongono i migranti a
trattamenti inumani e degradanti e non garantiscono lQe*+ettivit! dei provvedimenti di espulsione
auspicata dai legislatori nazionali. #a chiusura delle strutture di detenzione in tutti i paesi
dell5nione 1 necessaria e urgente.
>. ?iritto a un$accoglien-a dignitosa.
0 sistemi di accoglienza dei migranti, dei richiedenti asilo e dei ri+ugiati dei diversi stati membri
sono +ortemente di*+erenziati e caratterizzati da standard di accoglienza diversifcati. #a
standardizzazione e larmonizzazione dei sistemi di accoglienza sono indispensabili anche al fne
26
di rie"uilibrare la presenza dei migranti e dei richiedenti asilo nel territorio dell5nione e +avorire
il loro inserimento sociale e lavorativo nella societ! di residenza.
1. 7aran-ia della parit= di accesso ai sistemi di welfare.
#accesso dei migranti allistruzione, ai servizi sanitari, alle prestazioni sociali e previdenziali deve
essere garantito in tutti i paesi dell5nione Europea. Sollecitiamo l5nione Europea ad
intraprendere iniziative volte a ra*+orzare la prevenzione e la tutela contro le discriminazioni
istituzionali che diano luogo a disparit! di trattamento in "uesti ambiti.
4. *iberare il dibattito pubblico dalla xenofobia e dal ra--ismo.
Sollecitiamo un maggiore impegno delle istituzioni comunitarie fnalizzato a ra*+orzare la
prevenzione, il monitoraggio e il contrasto di tutte le +orme di stigmatizzazione e di istigazione
alle discriminazioni e al razzismo nei con+ronti dei migranti e delle minoranze da parte di
rappresentanti del mondo politico, istituzionale e dellQin+ormazione.
+5. Tutela dei diritti dei minori.
Tutti i paesi dell5nione Europea devono proteggere i diritti dei minori stranieri sulla base di una
parit! di trattamento con i cittadini dei paesi di residenza e di transito. 0 minori stranieri non
possono essere espulsi e in nessun caso pu8 essere limitata la loro libert! personale.
LEuropa si pu, solo costruire con la democra!ia
Se si vuole avere la prova della tendenziale incompatibilit! tra il moderno capitalismo e la
de!ocrazia, persino nelle sue +orme classiche, cio1 puramente rappresentative, basterebbe
guardare, oltre allevidente involuzione dei sistemi istituzionali nei singoli paesi, alla storia della
+ormazione della governance europea. 6uesta si 1 venuta delineando con crescente velocit! e
decisione proprio in "uesti ultimi anni. Si pu8 dire che le +orze dominanti hanno utilizzato la crisi
per costruire un sistema a?democratico e sempre pi' autoritario. /li stati nazionali perdono di
sovranit! a +avore di organismi del tutto impermeabili alla volont! popolare, perch7 non elettivi.
6uesta costruzione ha portato al comando unoligarchia tecnocratica il cui disegno politico 1
sostenere il potere delle multinazionali, delle banche, delle classi e dei ceti pi' ricchi rovesciando
lausterit! addosso alle popolazioni europee.
#a prossima legislatura europea deve diventare una le*islatura costituente. erch7 "uesto accada
per8 non 1 su*fciente che un numero di pensatori illuminati si riunisca per decidere un testo di
una nuova ;ostituzione. ;1 bisogno della partecipazione viva di movimenti, organizzazioni
politiche e sindacali, cittadini. Abbiamo bisogno di avviare subito dopo le elezioni del 22 maggio
27
una vera e propria ca!"a*na costituente capace di coinvolgere i soggetti sociali oltre che le
intellettualit! nellelaborazione di un nuovo disegno democratico e costituzionale, con cui ridare
credibilit! al progetto di unit! europea.
#idea di +ondo da perseguire 1 "uella di una Euro"a 'ederale. #e ragioni stanno scritte nel celebre
%ani'esto di 4entotene del %&)%, che +ond8 le basi ideali di "uesto progetto9 B% @uando, superando
l$ori--onte del vecchio continente, si abbracci in una visione di insieme tutti i popoli che costituiscono
l$umanit=, bisogna pur riconoscere che la federa-ione europea # l$unica garan-ia concepibile che i rapporti con
i popoli asiatici e americani possano svolgersi su una base di pacifca coopera-ione, in attesa di un piA lontano
avvenire, in cui diventi possibile l$unit= politica dell$intero globo!.
/li estensori di "uel bellissimo documento non potevano certo sapere che dieci anni prima,
rinchiuso nelle carceri +asciste, Antonio 5ra!sci aveva scritto in "uelli che diventeranno i
Buaderni del carcere che Besiste oggi < eravamo nel %&,%? una coscien-a culturale europea ed esiste una serie
di manifesta-ioni di intellettuali e uomini politici che sostengono la necessit= di una unione europeaC si puD
anche dire che il processo storico tende a @uesta unione e che esistono molte for-e materiali che solo in @uesta
unione potranno svilupparsiC se fra x anni @uesta unione verr= reali--ata la parola na-ionalismo avr= lo
stesso valore archeologico che l$attuale municipalismo!.
er muoversi in "uesta direzione che richiede un percorso tuttaltro che breve, bisogna in primo
luogo che i poteri del Parla!ento euro"eo# unica struttura elettiva fnora esistente, vengano
ampliati. A "uesto fne 1 bene che il arlamento di Strasburgo sia eletto su liste europee e non pi'
nazionali, come avviene oggi. 0l arlamento deve diventare il luogo del potere legislativo in
Europa. 6uindi ad esso va a*fdato il compito di con+erire e togliere fducia a un vero governo
europeo, con il conseguente superamento di "uegli organi non elettivi, ma nominati dai singoli
governi, cui 1 ora delegato il potere reale a livello europeo, come la ;ommissione europea, il
;onsiglio europeo, la riunione dei ministri delle fnanze -Ecofn.. 0n "uesto "uadro il bilancio
europeo deve essere incrementato ? per cominciare nella misura e con le modalit! gi! dette ? e vi
deve essere una fgura ministeriale a governarlo. #a Aanca centrale europea deve seguire gli
indirizzi di +ondo che derivano dalle politiche economiche decise dal arlamento, ponendo al
primo posto lobiettivo della piena e buona occupazione.
Tuttavia un impianto istituzionale democratico non pu8 reggere, specialmente su scala
sovrannazionale, senza +orme di partecipazione diretta dei cittadini alle decisioni. >a "uindi
intensifcato da subito lutilizzo del diritto d6iniziati)a dei cittadini euro"ei -0;E. che consente ad
un !ilione di cittadini euro"ei di prendere direttamente parte allQelaborazione delle politiche dellQ
5E, invitando la ;ommissione europea a presentare proposte legislative sulla materia oggetto
della raccolta delle frme. Hin dora, "uindi, ci dichiariamo impegnati a sostenere la raccolta delle
frme per lIE che reclama una nuovo corso nelle "olitic&e econo!ic&e euro"ee 2-e% )eal .
Europe* #er un piano europeo straordinario per lo sviluppo sostenibile e loccupa!ione 7
888.ne8deal9euro"e.eu :. #attivazione di +orme di democrazia diretta e partecipata serve anche
28
per ri+ondare la politica a livello europeo e ridare +orza ai cosiddetti corpi intermedi, "uali le
organizzazioni politiche e sindacali, le associazioni, i movimenti organizzati e strutturati, che
sono indispensabili per contestare la curvatura violentemente autoritaria in atto.
+n nuovo concetto di cittadinan!a europea
0n "uesto modo si pu8 dare concretamente vita alla idea di una cittadinanza euro"ea# +rutto di un
processo storico e sociale, non +ondato sulletnia o sul territorio, che ha arricchito le persone di
nuovi bisogni e di nuovi diritti, del Bdiritto di avere dirittiD, come diceva Tannah Arendt. Anche
"ui scontiamo un processo negativo. 0l modo con cui concretamente 1 avvenuto il processo di
unit! europea ha spesso +atto arretrare +rontiere del diritto che negli Stati nazionali parevano
ac"uisite. Si pu8 +are lesempio del diritto del lavoro, che ha subito pesanti arretramenti con le
negative sentenze della ;orte di /iustizia europea riguardanti i casi >iMing, #aval e Ku*+ert. ;ome
hanno sostenuto giuristi illustri lEuropa +unziona oggi come integrazione negativa, attraverso la
;orte di /iustizia, decostruendo i diritti sociali nazionali. Succede nel campo del diritto la stessa
cosa che accade per la democrazia. Si tratta "uindi di promuovere un processo contrario9
unintegrazione positiva del diritto, raccogliendo il meglio di ci8 che 1 stato prodotto nei singoli
paesi, basandosi sul principio della costituzionalizzazione della persona.
0n "uesto "uadro vanno ria*+rontate le "uestioni di genere.
Lautodetermina!ione delle persone e la questione del enere*
Sebbene l0talia presenti storicamente asimmetrie di genere nettamente peggiori del resto
dEuropa tanto nella condizione materiale delle donne -per tasso di occupazione, di*+erenze
retributive, incidenza della precariet!, diversit! di trattamento nei luoghi di lavoro., "uanto nel
dominio maschile che ancora segna lo spazio pubblico, la pesante regressione culturale
determinata dal ventennio berlusconiano e le politiche di attacco al Fel+are, conseguenti
allausterit:, hanno ovun"ue peggiorato la loro condizione. $el 4ezzogiorno d0talia ormai si pu8
parlare di discriminazione di genere nel mercato del lavoro, perch7 con le retribuzioni cos= basse,
alle donne conviene pi' sopperire allassenza di servizi sociali stando in +amiglia che cercare
lavoro. $on solo "uindi bisogna superare, particolarmente in 0talia, i tratti +amilistici della
costituzione materiale del Fel+are state, ma riprendere una lotta per +avorire lingresso delle
donne nel mondo del lavoro, visto che il tasso di occu"azione 'e!!inile 1 molto lontano dagli
obiettivi posti a #isbona.
er "uesto il contrasto allausterit! 1 un impegno generale contro limbarbarimento delle relazioni
sociali, e tanto pi' un obiettivo che vede protagoniste le donne per contrastare la regressione
inaccettabile che viene loro prospettata. 6uella che in 0talia ha colpito le donne in modo
particolare con la controri+orma delle pensioni Hornero che le impedisce comun"ue di andare in
29
pensione prima dei I7 anni, perch7 una vita lavorativa passata +ra aspettative non retribuite, part
time, periodi pi' lunghi di attesa per entrare nel lavoro stabile e rientrarvi dopo le gravidanze, non
permetter! loro di cumulare i )% anni e I mesi utili alla pensione anticipata - oggi solo il 23 delle
pensionate del settore privato ha pi' di ,2 anni di versamenti..
J "uella che in /recia, a causa dello smantellamento della sanit! pubblica, ha privato molte donne
dellassistenza medica al parto e dove un taglio cesareo costa pi' o meno tre salari minimi.
#a regressione sul terreno della condizione materiale connessa alla riduzione dei servizi e della
responsabilit! pubblica nella s+era della riproduzione sociale, si accompagna ad un attacco sia
ai diritti riproduttivi che allaborto, come nel caso della Spagna, alla riproposizione di
orientamenti conservatori ed autoritari sui diritti delle persone #/AT6. ;io1 a dire ad un attacco
allautodeterminazione. Autodeterminarsi, in+atti, non pu8 che presupporre la tras+ormazione sia
delle modalit! del produrre e del riprodurre, sia degli stereotipi culturali imposti da una
dominazione autoritaria che ha radici pro+onde nella societ! e ne modella le credenze e gli
orizzonti di senso.
er "uesto rilanciamo la lotta per lautodeterminazione delle persone in tutta Europa.
#Qeterogeneit! dei diritti delle persone nei diversi stati dimostra che "uesti sono dovuti pi' alla
contaminazione e alla +orza delle lotte che ad una capacit! di incidere delle risoluzioni europee,
recepite spesso in modo da anestetizzare gli avanzamenti proposti.
E importante con"uistare pienamente la +acolt! dei cittadini e cittadine europei < e di tutti e tutte
coloro che abitano nell5nione Europea ? di determinare non solo se e $uando a)ere un f*lio, ma
anche se e co!e essere !asc&i e 'e!!ine. er ra*+orzare "uesta +acolt! di decidere di s7 e per s7
molte leggi posso essere messe in campo. artendo dallQassoluta parit! di accesso al matrimonio,
adozione e fliazione a "ualun"ue cittadinoRa a prescindere dal proprio orientamento sessuale.
4a non 1 solo il campo delle leggi, ma "uello ben pi' ampio delle norme ad essere il terreno di
battaglia sulle "uestioni di genere. $on si tratta di rivendicare solo norme antidiscriminatorie ma
di condurre un lavoro sulle culture e le pratiche politiche attualmente esistenti e ancora prevalenti
-+ondati sul pregiudizio secondo il "uale le donne sono ancora considerate come il W secondo
sesso X e su unasimmetria di potere +ra sessi che impedisce alle relazioni umane di uscire dalla
W preistoria X ., a partire dalla rimessa in discussione della BruolizzazioneD del +emminile e del
maschile.
0n "uesta direzione, crediamo che la genitorialit! sia oggi un terreno di con+ronto politico9 il
lavoro di cura allinterno della +amiglia deve essere redistribuito. #a paternit! e la maternit!
devono essere garantite a tutti e a tutte a prescindere dalle condizioni lavorative e i congedi per
paternit! devono essere obbligatori e consistenti. Cobbiamo garantire a ciascunaRo non solo
lQaccesso gratuito ai migliori mezzi che la medicina mette a disposizione, ma anche tutele
economiche per ogni genitore, in modo che il diritto alla fliazione diventi concreto ed esigibile.
30
Allo stesso modo ribadiamo il diritto di ciascunaRo di scegliere liberamente se si vuole essere
madre o padre, perch7 rifutiamo che la genitorialit! debba essere un destino.
#a presenza di leggi, norme e trattamenti diversi nei paesi europei rispetto a tutti "uesti temi 1 il
+rutto di di*+erenze storiche, culturali, sociali e politiche le "uali non possono essere aggredite solo
con misure legislative unifcanti, ma su cui bisogna agire, nel rispetto di una giusta
riconoscimento delle di*+erenze < che non pu8 per8 tras+ormarsi in diseguaglianza e minorit! di
diritti < a*fnch7 il diritto ad avere diritti sia a*+ermato concretamente in ogni angolo dEuropa .
LEuropa e il Mediterraneo
0l %editerraneo pu8 e deve rovesciare la condizione di subordinazione in cui 1 stato posto e
diventare elemento di rilancio di unaltra Europa.
#a sua sponda meridionale 1 attraversata da processi diversi, contradditori, ma che almeno al loro
inizio hanno assunto aspetti liberatori di una "uantit! enorme di popolazioni. Sono in+atti state
chiamate le "ri!a)ere ara(e. #QEuropa, mentre vedeva erodere al suo interno gli spazi di
democrazia reale, colpevolmente o scientemente non era in grado o non voleva cogliere la portata
della crisi politica in "uei paesi, sintomo ancor pi' evidente del +allimento del processo di
Aarcellona e di partenariato euromediterraneo. Se guardiamo poi al modello di sviluppo, il
neoliberismo e la fnanziarizzazione sono +acce della stessa medaglia, che in termini
euromediterranei si 1 tradotta in accordi di commercio ed investimento mirati "uasi
esclusivamente ad aprire i mercati di manodopera a basso costo per le imprese europee in
delocalizzazioneE ad accedere a settori chiaveE ad assicurare lQaccesso a +onti energetiche cos=
necessarie per alimentare un modello di sviluppo ad alto impatto ambientale.
Aisogna sostituire allo spazio dallo Bstato di eccezioneD, "uale 1 adesso "uello del bacino sud del
4editerraneo, la costruzione di uno spazio comune dei popoli di ambedue le sponde, andando
oltre lo status?"uo, ancora una volta ria*+ermato in maniera compulsiva dallQ5nione Europea
allQindomani delle rivolte di Tunisi e iazza Tahrir.
0n "uestQottica il nuovo arlamento Europeo dovr! +arsi carico di svolgere unQinchiesta ed una
valutazione delle relazioni tra Unione Euro"ea e "aesi del %editerraneo, avvalendosi del
contributo dei movimenti e delle organizzazioni sociali delle due sponde che +accia luce su
corresponsabilit! politiche, violazioni dei diritti umani, sociali, ambientali, ed economici causati
dalle politiche di partenariato, commerciali, di sicurezza ed investimenti privati dellQ5nione
Europea nel suo Sud e nellQaltra riva del 4editerraneo. A "uesto pu8 aggiungersi la proposta di
una ;on+erenza Euromediterranea, una sorta di una Bcon+erenza di TelsinMiD per il 4editerraneo.
LEuropa e il mondo
31
i' in generale, "uesta Europa appare del tutto imbelle nella sua "olitica estera# proprio perch7 1
un progetto politico incompiuto. $on parla ad una sola voce, basti pensare ai casi di #ibia e Siria. E
pi' recentemente alla vicenda ucraina, ove le responsabilit! europee dirette e indirette sono
pesanti. #a fgura dellQAlto rappresentante per gli a*+ari esteri e la politica di sicurezza dell5nione
europea, istituita nel 200& non ha certo colmato "uesto vuoto. Ca una parte manca una visione
strategica dellQ5nione +erma alla dottrina Solana, la European Securit: Strateg: che a suo tempo
cre8 non pochi mal di testa nella Nashington neocon, vista la propensione alla prevenzione
politica dei conftti in tempi di guerra preventiva. 4a spesso lQapproccio strategico 1 determinato
dagli interessi dellQindustria militare, come dimostrato nella recente discussione in seno al
;onsiglio Europeo del dicembre scorso. CallQaltra, prevale un approccio intergovernativo alle
"uestioni e@traeuropee, con variabili combinazioni di politiche nazionali di potenza o
comun"ue di inGluenza. Tra "ueste si distinguono specialmente "uelle delle antiche potenze
imperiali -/ran Aretagna e Hrancia., cui si aggiungono le ambizioni dell0talia come media
potenza militare, gli interessi economici perseguiti dalla politica di Aerlino verso lo spazio
dellEuropa centro?orientale e@?socialista -dentro e +uori l5nione., nonch7 le concorrenti e attive
gelosie polacche. 0l nucleo duro, "uello economico?fnanziario di Hranco+orte e Aerlino, insiste
nelle sue velleit! di con"uistare i mercati dellQe@ Europa Jrientale, e mettere alla +rusta i paesi del
suo Sud, in virt' di un patto contratto a suo tempo con arigi. Scelta scellerata, come
dimostrarono il nau+ragio dellQ5nion por le 4editerran7e di SarMoz: e la +allimentare politica
+rancese nel 4aghreb e non solo.
E "uindi necessario nellimmediato dotarsi degli strumenti atti a perseguire una politica estera
comune "uali ad esempio un 'orte cor"o di"lo!atico euro"eo, ma soprattutto vanno
completamente ripensate le modalit! con le "uali lQEuropa si relaziona con il resto del mondo. A
partire dalle aree geografche pi' vicine "uali il 4editerraneo, i -alcani, la Russia. otenze e
blocchi emergenti, "uali l6A!erica Latina ormai rivendicano verso lQ5nione Europea il proprio
diritto sovrano di imporre regole sociali ed ambientali e di trattare a pari livello. Jltre ad un nuovo
rapporto tra paesi del 4editerraneo e dellQAmerica #atina e dellQA+rica lQ5nione Europea dovr!
"uindi rivedere pro+ondamente le sue relazioni con gli Stati 5niti dQAmerica a partire
dallQopposizione al artenariato Transatlantico per gli 0nvestimenti ed il commercio -Ttip. di cui
abbiamo gi! detto.
er "uanto riguarda lQA'rica, la 5E dovr! impegnarsi per contribuire alla soluzione pacifca e
diplomatica dei conGlitti, nel Sahel, come nei /randi #aghi, ed in particolare nel ;orno dQA+rica
oltre che in 4edio Jriente, in particolare in alestina e Siria. ;i8 comporta, tra laltro e in primo
luogo, un serio e critico riesame dei rapporti con potenze regionali "uali lArabia Saudita e 0sraele,
la cui inGluenza su tali conGlitti 1 stata negativa nel recente passato, cos= come lo sono state molte
azioni intraprese dai maggiori paesi dell5nione, insieme con gli 5SA, entro un "uadro di acritica
e spesso non chiara condivisione di posizioni e di strategie con "uei governi o regimi.
32
#Q5nione europea deve svolgere un ruolo centrale nella coo"erazione internazionale allo sviluppo,
rilanciando un approccio +ondato sui diritti +ondamentali, sul partenariato ed il protagonismo
diretto dei nuovi soggetti della cooperazione e non sul sostegno al settore privato ed ai
partenariati pubblico?privati.
LEuropa come for!a di pace
#QEuropa non ha ancora sviluppato una sua reale olitica Estera e di Di'esa per ragioni storiche
-basti pensare al grande numero di basi statunitensi ancora ospitate sul territorio europeo. e per
mancanza di autorevolezza e unit! politica. 0 paesi pi' +orti nella 5e, o che si sentono tali, "uali
/ermania, Hrancia e 0nghilterra tendono a costruire un loro sistema di relazioni economiche,
fnanziarie e militari che non intendono mettere in comuneE dal canto suo l0talia non 1 da meno
con il suo attivo presenzialismo militare in tragiche situazioni di conGlitto di cui +avorisce di +atto
la cronicizzazione, dovuta alle politiche ine*fcaci o negative nel cui "uadro esso si inserisce.
4a soprattutto in ambito europeo ha pesato e ancora pesa enormemente la presenza della $ATJ,
che ha sempre svolto un ruolo importante per orientare e determinare il coordinamento della
politica estera e di di+esa dei aesi europei. Ci +atto la $ato ha rappresentato un potente
strumento ideologico e pratico di surrogaRsupplenza di unautonoma politica europea. #a $ato ha
determinato i modi del rapporto dellEuropa con il suo lato orientale, dopo la fne dell5nione
sovietica e lo sbriciolamento del sistema delle e@ Kepubbliche legate al ;remlino. #o stesso Tenr:
Lissinger ha recentemente, in occasione della crisi ucraina, apertamente criticato la politica di
annessione alla $ato dei paesi dellest europeo. #idea di Bun ordine stabile e giusto in EuropaD
a*fdato alla $ato e allesclusiva alleanza con gli Stati 5niti ha una storia antica -Kapporto ierre
Termel %&I7. e continua a svolgere un ruolo +ondamentale.
6uesto stato di cose non pu8 continuare. #Europa pu8 e deve promuovere un processo di
su"era!ento della ;ato, la cui persistenza come strumento particolare ed esclusivo di sicurezza
appare sempre meno giustifcabile "uasi un "uarto di secolo dopo la fne della divisione
dellEuropa e del mondo in blocchi contrapposti, mentre rischia proprio di suscitare nuovamente e
in nuove +orme una tale pericolosissima contrapposizione. Allinterno dei suoi attuali confni e nel
mondo, lEuropa deve esigere il disar!o nucleare, una drastica riduzione di ogni +orma di
armamento convenzionale e delle spese militari, misure severe per la limitazione e il controllo del
commercio delle armi, la conversione dellindustria bellica
er la sicurezza euro"ea non c1 alcun bisogno di costruire un nuovo esercito europeo, +onte di
nuove spese -basti pensare agli F<= il cui ac"uisto da parte dell0talia vogliamo bloccare., ma
soprattutto di una visione militarista che lo "ualifcherebbe come il braccio armato della BHortezza
EuropaD.
33
Si pu8 procedere allinte*razione de*li eserciti nazionali, con un loro snellimento e una
consistente riduzione di spesa, che possono diventare un corpo capace di intervenire in aree a
rischio con i criteri e gli strumenti della prevenzione pacifca, della tutela dei diritti umani, della
gestione politica dei conGlitti, sempre e solo sotto lQegida e la legittimazione delle ;azioni Unite.
Accanto a "uesti possono agire cor"i ci)ili di "ace# costituiti anche su base volontaria.
#a sicurezza europea, come dei suoi cittadini, comporta una lotta senza "uartiere alla grande
criminalit! organizzata, al tra*fco di armi, preziosi, stupe+acenti -cui 1 +unzionale la
li(eralizzazione delluso delle dro*&e le**ere: e alle nuove +orme in cui si organizza leconomia
criminale, in stretto rapporto con la fnanziarizzazione del mondo economico.
#a dimensione internazionale della %afa e delle sue molteplici varianti, delle organizzazioni
criminose costruite sulla base di a*fliazioni segrete hanno invaso il mondo. Sono tra le prime ad
avere capito le leggi della globalizzazione. E contro "ueste che va rivolta lazione dei servizi di
intelli*ence e di "olizia. resso il arlamento europeo si 1 costituita una commissione -la ;rim.
con il compito di mettere ordine nelle legislazioni degli Stati membri per giungere alla prima
normativa comune per il contrasto alla criminalit! organizzata e alla corruzione. E un passo
avanti che va sostenuto e incrementato. 0l arlamento di Strasburgo ha varato un Ra""orto contro
la cri!inalit or*anizzata e la corruzione, che rappresenta il primo concreto piano dazione
dell5e per contrastare "uesti +enomeni a livello transnazionale e per superare "uelle barriere
legislative anche grazie alle "uali, purtroppo, le mafe hanno potuto alimentare il proprio immenso
giro di a*+ari. er esempio, il rapporto introduce il reato di associazione mafosa a livello 5e, un
reato sconosciuto fnora alla maggior parte dei paesi europei.
0l arlamento ha varato anche la direttiva sulla confsca dei beni che sono provento di reato. #a
direttiva dovrebbe essere +ormalmente approvata dal ;onsiglio nelle prossime settimane e
introduce per la prima volta un testo unico europeo in tema di se"uestro dei beni della criminalit!
organizzata. #a necessit! di leggi transnazionali per combattere il crimine organizzato 1 nota da
tempo. E uno degli strumenti pi' e*fcaci 1 proprio "uello della confsca dei beni. Secondo la
direttiva approvata a Strasburgo, i beni potranno essere confscati a seguito di una condanna
penale defnitiva, ma anche nel caso di procedimenti che non possono giungere a conclusione.
#e nuove norme consentiranno agli Stati membri di confscare beni ottenuti mediante attivit!
criminali, tra cui ad esempio corruzione, partecipazione a unQorganizzazione criminale,
pornografa in+antile o criminalit! in+ormatica. Secondo il testo, i 2( stati membri dovrebbero
adottare misure che consentano lQutilizzo dei beni confscati per interesse pubblico e ne
incoraggino il riutilizzo sociale. Jggi, meno dellQ%3 dei proventi di reato in Europa sono
confscati.
34
0l lavoro +atto fnora al arlamento, per8, non (asta. 0l rapporto sulla criminalit! organizzata, per
diventare operativo, deve ancora passare dalle +orche caudine di ;ommissione e ;onsiglio. E la
stessa direttiva sulla confsca va migliorata -purtroppo molte delle indicazioni del arlamento
sono state stralciate dagli stati membri.. 0l nostro impegno 1 "uindi pieno per ribadire ancora una
volta che senza una lotta alla mafa realmente globale, oltre che europea, la criminalit! organizzata
continuer! a proli+erare in tutta l5e.
Ecco il nostro proramma di obiettivi concreti per una Europa di pace, di solidariet, di socialit, di
civilt* +nEuropa di nuova enera!ione per le nuove enera!ioni* /i soliti conservatori fnti realisti che
ci diranno$ ma 0 unutopia1 2ispondiamo$ perch3 no4* Ma, come dice 56munt Bauman, 0 unutopia
attiva, capace di muovere idee, persone, movimenti, passioni per cambiare lordine di cose esistenti* #er
questo abbiamo costruito la lista 7Laltra Europa per Tsipras8*
,oma, +: aprile 35+9, a cura del gruppo di programma del Comitato /perativo "a-ionale della lista E*$altra
%uropa per Tsipras!
35

Potrebbero piacerti anche