Molti organismi ricevono dei geni extracromosomiali come ad esempio quelli dei mitocondri che in genere vengono ereditati dalla linea femminile. L'eredit non mendeliana ha 4 caratteristiche fondamentali : 1. Non si ottengono rapporti di segregazione mendeliana perch! non " coinvolta la segregazione meiotica. #. $ geni extranucleari manifestano in genere una eredit uniparentale. $l fenotipo che esprimono" quello materno e quindi si parla di eredit materna. %uesta eredit " dovuta al fatto che il gamete femminile contiene una quantit di citoplasma superiore a quella del gamete maschile e quindi anche gli organelli come i mitocondri sono di derivazione materna. &. $ geni extranucleari non possono essere mappati sui cromosomi nucleari. 4. Non " influenzata dalla sostituzione nucleare con un genotipo diverso. L'eredit non mendeliana " stata osservata in vari organismi uno di quelli su cui si " valutata questa condizione " in Mirabilis jalapa conosciuta come 'ella di notte. %uesta pianta pu( presentare le foglie in diversi colori infatti normalmente le foglie sono verdi ma si ritrovano anche foglie 'ianche in quanto una mutazione del cp)N* +)na del ,loroplasto- fa si che il colore verde dei cloroplasti non si esprima. .icordiamo che i cloroplasti 'ianchi non sono fotosintentici. *lcuni esempi di eredit non mendeliana legata al mitocondrio sono : mutanti respiratori nel lievito fenotipo po/0 di Neurospora e nel Maschio la sterilit citoplasmatica. La Neurospora crassa che ha la mutazione po/0 " una neurospora a crescita lenta in pratica una mutazione che consiste di una delezione di 4'p porta ad una deficienza di alcuni citocromi mitocondriali + a causa di una mutazione dell' r.N* della su'unit piccola del ri'osoma mitocondriale- che portano ad una crescita lenta dell'organismo. %uesta mutazione " legata alla madre infatti se la femmina ha la mutazione po/0 tutta la sua progenie la possieder mentre se il maschio " affetto dalla mutazione non la trasmetter ai figli. Il Dna promiscuo " un trasferimento di materiale genetico dal cloroplasto al mitocondrio oppure da mitocondrio e cloroplasto al nucleo ad esempio questo avviene in molte piante in cui si osservano delle inserzioni di genoma mitocondriale o dei cloroplasti nel genoma nucleare. Ma il )N* promiscuo non " un caso relegato solo alle piante ma anche agli uomini. $nfatti nel )N* umano sono stati identificati circa #12 frammenti di )N* mitocondriale. La Maschio3sterilit citoplasmatica " stata identificata in molte specie di interesse agronomico come: mais grano segale girasole sorgo colza ecc. La pi4 studiata " la ,M536exas del Mais. $l )N* mitocondriale determina delle patologie se esso " alterato ovviamente " inutile ricordare che tali patologie materne vengono trasmesse a tutta la prole se invece interessano il maschio esse non verranno trasmesse alla prole alcune di queste patologie sono: Neuropatia ottica ereditaria di Le'er 5indrome di 7earns35a0re ed 8pilessia mioclonica a fi're stracciate. 8sistono anche eredit /iller in cui il rimescolamento citoplasmatico porta anche alla trasmissione di alcuni virus presenti nel citoplasma. L'effetto materno " diverso dall'eredit non mendeliana. Mutazioni Cromosomiche Le mutazioni cromosomiche possono essere distinte in spontanee e in indotte. Le prime sono spontanee mentre le seconde possono essere l'effetto di una esposizione ad agenti mutageni sia chimici che fisici. %ueste mutazioni determinano la variazione della struttura e9o del numero di cromosomi + aneuploidie o poliploidie- le mutazioni possono essere rilevate mediante analisi genetica. Le anomalie cromosomiche si possono distinguere in : 3 Costituzionali: se tutte le cellule dell'organismo presentano il cromosoma a'errante. La causa in genere " un gamete difettivo o una fecondazione anormale. 3 Somatiche: che si verificano solo in alcune cellule o tessuti e determina un individuo geneticamente a mosaico. Le mutazioni costituzionali spesso sono dovute ad anomalie nel gamete quindi si parla di mutazione germinale. *d esempio se uno spermatozoo " portatore di una mutazione essa si presenter anche nello zigote e quella mutazione sar propra di tutto l'organismo che si svilupper. :ccorre ricordare che uno zigote non significa necessariamente un individuo " possi'ile avere # o pi4 individui dallo stesso zigote e quindi la mutazione si esprimer su tutti gli individui che si avranno dallo zigote. ;na mutazione somatica pu( avvenire durante lo sviluppo dell'organismo e alcune linee cellulari di quell organismo che presentano la mutazione l'avranno e la trasmetteranno a linee cellulari derivanti dalla linea cellulare mutata queste mutazioni in certe linee cellulari possono avvenire anche da adulti e determinano l'insorgenza del cancro. Anomalie strutturali 5ono il risultato di rotture cromosomiche ed eventualmente di ricongiungimenti di porzioni cromosomiche. 8sse si distinguono in : delezioni duplicazioni inversioni e traslocazioni. Le anomalie strutturali si distinguono in : 3 Anomalie bilanciate dove non si ha acquisizione o perdita netta di materiale cromosomico +inversioni traslocazioni 'ilanciate- ed in genere non hanno effetti sul fenotipo. 6ranne la rottura cromosomica che distrugge un gene o che influisce sull'espressione genica e le traslocazioni 'ilanciate <3autosoma che vanno incontro ad inattivazione del cromosoma <. 3 Anomalie sbilanciate dove si ha l'acquisizione o la perdita di materiale cromosomico +delezioneduplicazione-. )ovute ad una segregazione errata durante la meiosi in un portatore di una anomalia 'ilanciata. Le anomalie cromosomiche strutturali possono essere il risultato di : a. 8rrori nella riparazione del )N* '. .otture dei cromatidi + che si possono verificare durante la fase 5 del ciclo cellulare - c. .otture dei cromosomi nella fase =1 d. .iparazione scorretta delle rotture che pu( causare la formazione di cromosomi acentrici cromosomi dicentrici o isocromosomi. La maggioranza delle mutazioni causata dalla rottura del DA. Le estremit rotte non hanno telomeri e possono diventare estremit >adesive? per cui potremmo avere dei cromosomi ad anello. Le delezioni possono essere di due tipi interstiziali o terminali. ;na delezione interstiziale cade nel mezzo di un cromatidio ed interessa le regioni presenti nel mezzo del cromatidio come risultato avremo un cromatidio pi4 corto dove a''iamo perso l'informazione genetica contenuta in quelle regioni delete. Nella delezione terminale perdiamo le regioni terminali dei cromatidi ed esse ne rimuovono le estremit.%ueste portano ad un danno nella doppia elica di )N* e quindi avremo il caso in cui delle estremit di )N* si ricom'inano >a caso? ma intanto l'informazione contenuta in quel tratto perso verr persa questo spiega anche perch! una delezione " pi4 pericolosa di una duplicazione in quanto in un caso perdiamo informazione genetica mentre nel secondo caso la raddoppiamo. Nelle delezioni interstiziali osserviamo anche che le regioni che non vengono interessate dalla delezione sono quelle che mantengono il centromero e solo quelle che mantengono il centromero verranno passate ai figli in pratica se io ho un taglio lungo un 'raccio del cromosoma solo le regioni connesse al centromer( non verranno perse in quanto durante la duplicazione cellulare i microtu'uli del fuso mitotico si agganciano al centromero quindi se una regione si trover staccata da esso avremo che quella regione non passer alle cellule figlie che quindi avranno una perdit di informazione notevole rispetto ad una delezione nelle regioni terminali del cromosoma. La duplicazione delle sequenze pu( portare al crossing3over ineguale in cui si ha un crossing3over che genera una delezione interna in pratica durante la meiosi 1 si forma una ansa di delezione e quindi quando i due cromosomi omologhi si appaieranno questo far si che uno dei due perda quella regione interessata dall'ansa di delezione questo genere una parziale monosomia in quanto i geni interessati sull' ansa non verranno deleti mentre quelli sull'omologo si e quindi avremo i cromosomi omologhi dove su uno avremo tutti i geni di quel cromosoma mentre l'altro risulter difettivo di alcuni e quindi parliamo di emizigosi. L'emizigote " un gene presente in singola copia. Le duplicazioni Le duplicazioni sono causate da eventi di crossing3over ineguale fra cromosomi omologhi queste duplicazioni determinano un maggior numero di copie di una determinata regione cromosomica. Le duplicazioni possi'ili sono: a. in tandem in cui i segmenti sono l'uno vicino all'altro '. in tandem in!erse in cui l'ordine dei geni del segmento duplicato " inverso rispetto all'originale c. in tandem terminali" in cui i segmenti in tandem sono disposti all'estremit del cromosoma. Le in!ersioni #elle in!ersioni il segmento tra $ punti di rottura si reinserisce dopo una rotazione di %&'( nello stesso cromosoma# $n genere le inversioni non causano anormalit nei portatori dell'inversione purch! il riarrangiamento sia 'ilanciato quindi non vi sia stata una perdit o un aumento di materiale genetico. Nella progenie dei portatori " possi'ile che si formino riarrangiamenti cromosomici s'ilanciati. Nell'uomo " frequente l'inversione sul cromosoma + inv+1-p11q1#- @ l'inversione tra la regione 1 sotto 'anda 1 del 'raccio corto del cromosoma 1 e quella del 'raccio lungo regione 1 sotto'anda #+ questa inversione " pericentrica- . %uesta inversione non ha effetti dannosi ma nelle coppie portatrici di inversione il rischio di a'orti " del &AB. Le inversioni possono essere anche paracentriche e pericentriche. Nel primo caso a''iamo inversioni che interessano una regione che non si trova a cavallo di # 'raccia del cromosoma e quindi non interessa nemmeno la zona centromerica mentre nel caso di quella pericentrica a''iamo una inversione che interessa regioni che si trovano su 'racci cromosomici differenti quindi l'inv+1-p11q1# " una inversione pericentrica in quanto interessa una regione del 'raccio corto + p @ petit3- e una del 'raccio lungo +q- . Cromosoma ad anello o )ing#cromosome ,on il termine ring si intende una a'errazione cromosomica provocata da una doppia rottura in cui le parti terminali sia p che q sono perse il telomero e alcune parti informazionali quindi vengono perse. 8ssa " una mutazione s'ilanciata e l'effetto dipende da quanto )N* viene perso. $l cromosoma C ad anello causa ritardo nella crescita e nello sviluppo ritardo mentale tratti facciali caratteristici anormalit scheletriche pro'lemi di locuzione ed altri. La traslocazione avviene quando # cromosomi non omologhi si scam'iano tratti di )N*. La traslocazione reciproca pu( portare a # tipi di risultati. Nel primo caso a''iamo uno scam'io di frammenti centrici ed acentrici e questo porter ad avere un cromosoma dicentrico e un cromosoma acentrico +che non ha il centromero- e queste cellule non sono sta'ili nella mitosi. $nvece se lo scam'io interessa due frammenti acentrici a''iamo la traslocazione reciproca e quindi la cellula sar sta'ile in mitosi. $l cromosoma dicentrico " il risultato di una traslocazione tra un frammento acentrico ed uno centrico e quindi avremo un cromosoma con # centromeri ed un cromosoma senza centromeri che quindi nella mitosi non verr agganciato dai microtu'uli del fuso mitotico e quindi l'informazione di quel cromosoma viene persa nella progenie. La traslocazione pi* comune +uella )obertsoniana" il riarrangiamento avviene con una frequenza di 191AAA individui. $nteressa i 'racci lunghi dei cromosomi acrocentrici +quei cromosomi che presentano il centromero in prossimit delle estremit- i 'racci corti vengono persi. $ portatori hanno un cariotipo caratterizzato da 4D cromosomi e queste traslocazioni sono considerate 'ilanciate anche se si perde del materiale.$n questo tipo di traslocazione i cromosomi sono sta'ili. La traslocazione " responsa'ile di un particolare tipo di cromosoma che si ritrova nei pazienti affetti da Leucemia Mieloide Cronica +,ML-. ;n frammento del 'raccio lungo del cromosoma ## viene traslocato sul 'raccio lungo del cromosoma 1 questa traslocazione " frequente nelle cellule tumorali. Nella patologia descritta avviene che un parte del gene a'l che si trova sul cromosoma ## viene traslocato sul gene 'cr che si trova sul 'raccio lungo del cromosoma 1 e questo porta alla produzione di una proteina chimerica a'l3'cr che induce la proliferazione cellulare + a'l da protoncogene ad oncogene-. L'isocromosoma un cromosoma che presenta $ bracci uguali essi si originano in seguito ad un processo di delezione di un 'raccio del cromosoma da cui si originanoe una successiva duplicazione del 'raccio non deleto a questo punto una traslocazione sul centromero dello stesso porta alla formazione del cromosoma che presenta # 'racci di ugual lunghezza e con la stessa informazione genica. ;n esempio di isocromosoma " quello del cromosoma < nella sindrome di 6urner in cui a''iamo un isocromosoma che presenta due 'racci lunghi +q-. E&1F Mutazioni geniche 3 Le mutazioni di coppie di 'asi possono avvenire in qualunque parte del genoma di un organismo. 3 Le mutazioni pi4 importanti per i genetisti sono quelle che cadono nei geni 3 Le mutazioni sono la pi4 importante fonte di varia'ilit genetica delle specie e sono quindi importanti elementi per il processo evolutivo. ;n carattere " controllato da uno o pi4 geni. ;n carattere monogenico " dipendente da un solo gene ma per ogni gene esistono # forme alternative e quindi queste vengono definiti alleli. Ma come si sono originati gli alleliG * causa di una mutazione genica. $n genere una mutazione porta alla perdit di funzione delle proteina e in molte patologie si riscontrano mutazioni a carico di singoli geni. Le mutazioni geniche sono , silenti" missenso" delezioni-inserzioni di .rame" nonsenso" .rame#shi.t" splicing" delezioni-duplicazioni" con!ersioni geniche" in!ersioni" trasposizioni di elementi ripetuti e mutazioni dinamiche/ *desso prendiamo in esame le varie mutazioni geniche : 3 Mutazioni puntiformi esse sono sostituizioni geniche che coinvolgono l'alterazione di uno o pochi nucleotidi. Ma l'effetto sul )N* e sulle proteine pu( essere molto profondo. 8ssa consiste nel cam'io di una coppia di 'asi in un gene. 3 Mutazioni silenti esse sono mutazioni che interessano un intero codone che codifica per un aminoacido che per( non porta un cam'io dello stesso + questo perch! il codice genetico " degenerato ed " ridondante - 3 Mutazioni missenso sono quelle mutazioni che portano ad un cam'io nel codone ed alla sintesi di un aminoacido differente queste mutazioni in genere portano solo piccole variazioni di funzione nella proteina ma ci sono casi particolari in cui essa ha conseguenze molto gravi. 3 Mutazioni sinonime sono quelle mutazioni che non portano ad un cam'io del prodotto proteico in pratica un codone viene sostituito con un codone che codifica un'altro aminoacido ma esso ha propriet simili a quello sostituito quindi non porta grandi danni alla proteina. %uesta sostituzione di aminoacido " detta sostituzione conservativa dove un aminoacido viene sostituito da un altro aminoacido con propriet chimiche simili. $n pratica la carica elettrico dell'aminoacido sostituito " uguale a quella di quello di partenza e questo non determina variazioni nel folding della proteina in quanto le cariche elettriche sono fondamentali per il ripiegamento proteico e un cam'io di forma portere''e anche ad un cam'io di funzionalit. 3 Mutazione nonsenso " quella mutazione che determina la sostituzione di un codone con un codone di stop e quindi avremo un prodotto proteico non completo . La funzionalit proteica dipender da dove " avvenuta la sostituzione con il codone di stop. 3 Mutazione frame3shift sono mutazioni che comportano uno slittamento nel frame di lettura del gene possono essere causate da una inserzione9delezione di un numero di nucleotidi non dividi'ile per & quindi questo determina una spostamento della cornice di lettura e quindi un prodotto genico alterato 3 Mutazioni in siti di splicing sono mutazioni che interessano il pre3m.N* che deve essere spliciato e queste mutazioni possono determinare un cam'io nei siti di splicing e quindi la possi'ilit di avere diversi siti di splicing che porteranno ad m.N* maturi differenti e proteine differenti. =li effetti fenotipici delle mutazioni sono : perdita di funzione acquisto di funzione condizionali letali morfologiche e 'iochimiche. EHF )iparo del DA $l )N* pu( essere riparato occorre ricordare che i danni al )N* sono piuttosto frequenti e che le cellule hanno meccanismi di riparazione. ;na riparazione del )N* costa di 4 fasi chiave: 1. $dentificazione del danno al )N*I #. *ttivazione dei meccanismi di riparoI &. 5intesi del )N* +polimerasi- 4. 5aldatura delle estremit del )N* +ligasi- I sistemi di riparo del DA che ho gi visto in Jiologia Molecolare qui vengono solo elencati quindi li elencher( anche io : a. *ttivit di proof3reading della )N*polimerasi : attivit esonucleasica &'3D' '. 5istema di riparo da alchilazione delle 'asi che avviene per mezzo dell'enzima metil3trasferasi c. 5istema di riparo che escinde i nucleotidi dal filamento particolarmente utile quando si formano i dimeri nucleotidici +timina3timina- d. 5istema di riparazione per appaiamento errato c. 5istema di riparazione per ricom'inazione
0enetica del Cancro Le cellule che si discostano dal loro programma genetico normale e danno origine a masse di tessuto sono dette tumori. $l processo che porta una cellula a rimanere 'loccata nella sua fase di crescita " detta trasformazione. Le cellule sane crescono solo quando il 'ilanciamento tra segnali di stimolazione ed ini'izione provenienti dall'esterno consentono la proliferazione cellulare. Le cellule trasformate quindi crescono indipendentemente dagli stimoli esterni sono in grado di eludere gli stimoli apoptotici e non mostrano ini'izione da contatto. 5e le cellule trasformate rimangono circoscritte in una massa tumorale unica il tumore " definito 'enigno. 5e invece queste cellule iniziano ad espandersi e a distruggere i tessuti circostanti questo viene definito maligno. ed " indicato con il nome di cancro. Le cellule tumorali utilizzano i vasi sanguigni preesistenti in genere l'organismo tende ad occluderli in maniera tale da portare queste cellule in condizioni ipossiche ma esse hanno dei fattori pro3angiogenici per cui si formano nuovi vasi sanguigni che le alimentano questi vasi si collegano al sistema circolatorio e linfatico e da li queste cellule possono spostarsi per tutto l'organismo. %uando delle cellule tumorali maligne si diffondono per tutto l'organismo si parla di metastasi. La metastasi " influenzata da condizioni anatomiche e dall'affinit delle cellule tumorali a svilupparsi in determinati tessuti. La comparsa di tumori nell'organismo si definisce oncogenesi. Il controllo del ciclo cellulare La progressione del ciclo cellulare " strettamente controllata dall'attivit di molti geni. $ punti di controllo o chec/point sono delle tappe fondamentali in cui il ciclo cellulare si arresta. Le fasi del ciclo cellulare sono =1353=#3M. $l primo chec/point " tra la fase =1 e quella 5 e sta'ilisce se la cellula deve o meno proseguire nella fase 5 del suo ciclo. La fase =1 permane fintanto che la cellula non " >pronta? per la fase 5 oppure le condizioni am'ientali non lo consentono. ;n altro chec/point molto importante " quello tra la fase =# e quella M. $l terzo chec/point " nella fase M in cui i cromatidi devono essere attaccati 'ene al fuso mitotico per innescare la separazione dei cromatidi e il completamento della mitosi. Le transizioni del ciclo cellulare sono irreversi'ili. 5e c'" un danno al )N* o al fuso mitotico si attiva il chec/point della fase M che arresta il ciclo cellulare ed attiva i meccanismi di riparo se il danno viene riparato allora la cellula prosegue il ciclo cellulare. 5e il danno non viene riparato allora la cellula va incontro all'apoptosi. Il ciclo cellulare ha 1 componenti chia!e per il suo controllo : a. le cicline che sono delle proteine cosK chiamate in quanto la loro concentrazione cresce e decresce durante il ciclo cellulare. '. le chinasi dipendenti dalle cicline +,d/- esse presentano # domini uno " catalitico +fosforilazione attivatoria- mentre l'altro " un dominio regolatorio +fosforilazione ini'itoria- c. regolatori dei complessi ,d/9ciclina ,iascuna delle fasi del ciclo cellulare " caratterizzata dalla presenza di specifici complessi ciclina9cd/: CICLIA D - Cd2 3"4"5 6 0% CICLIA E - Cd7$ 6 0%-S CICLIA A - Cd7$ 6 S CICLIA A - Cd7% 6 0$ CICLIA 8 -Cd7% 6 0$-M )urante la fase =1 il repressore trascrizione p.J1 si lega ed inattiva il fattore di trascrizione 8#L che regola positivamente la trascrizione dei geni necessari all'entrata in 5 +richiesti per la sintesi del )N*-. $n risposta agli stimoli mitotici si formano # complessi =19,d/ che fosforilano p.J1. ;na volta fosforilato p.J1 " inattivo e si stacca da 8#L quindi il fattore 8#L " li'ero di attivare i geni per l'entrata nella fase 5 del ciclo cellulare. )urante la fase =# si forma un complesso =#9,d/ che " ini'ito dalla fosforilazione del dominio regolatorio della ,d/ da parte della chinasi Mee1. %uando la cellula " pronta ad entrare in mitosi interviene la fosfatasi ,dc#D che svolge una azione antagonista attivatrice rispetto alla Mee1. La defosforilazione del dominio regolatorio e la fosforilazione del dominio catalitico rendono attivo il complesso =#9,d/ e quindi possi'ile la transizione di fase da =# ad M. *l chec/point M si forma un complesso che media l'u'iquitinazione della 5ecurina che " una proteina che fino alla metafase 'locca la proteina 5eparasi. La degradazione della 5ecurina fa in modo che la 5eparasi possa separare i cromatidi fratelli che sono uniti dalle ,oesine. 5uccessivamente i cromatidi fratelli possono migrare in modo opposto rispetto ai poli +*nafase-. Il cancro una malattia genetica ,i sono molte indicazioni che suggeriscono che il cancro sia una malattia genica : 3 Ni " una forte incidenza di tumori particolari in alcune famiglie umane. $ tumori ricorrenti nelle famiglie sono detti cancro familiareI se il tumore non sem'ra ereditato allora si parla di cancro sporadico. 3 *lcuni virus inducono il cancro. $n quanto l'espressione del genoma virale durante il ciclo cellulare pu( portare a delle alterazioni dello stesso e del sistema di controllo. 3 Le cellule che discendono da cellule cancerose sono tutte cancerose. 3 L'incidenza del canco aumenta in seguito all'esposizione agli agenti mutageni. 3 *lcune mutazioni cromosomiche sono associate a particolari forme di cancro. $n questo caso la rottura di alcuni cromosoma influenza il ciclo cellulare ed " responsa'ile della perdita del controllo sul ciclo cellulare. I geni ed il cancro Nel cancro i geni che mutano appartengono a & classi : proto3oncogeni i geni soppressori di tumori e geni mutatori o del riparo. 1. $ prodotti dei proto3oncogeni stimolano la proliferazione cellulareI i proto3oncogeni mutati sono detti oncogeni ed essi possono essere pi4 attivi dei geni normali o attivi in tempi e modi non appropriati. #. $ prodotti dei geni soppressori di tumori non mutati ini'iscono la proliferazione cellulare le forme mutate hanno perso la loro azione ini'ente. &. $ prodotti dei geni mutatori o del riparo non mutati sono necessari durante il processo di replicazione del )N* per mantenere integro il genoma quando perdono la loro funzione normale rendono la cellula soggetta all'accumulo di errori e quindi a mutazioni. I proto#oncogeni cellulari La maggior parte dei proto3oncogeni umani ed animali sono geni normali che sono mutati e sono detti proto3oncogeni. 8ssi svolgono un ruolo molto importante nella regolazione del ciclo cellulare. 5ono geni il cui prodotto proteico promuove la proliferazione cellulare. 8' sufficiente che muti un solo proto3 oncogene di una coppia di omologhi per produrre un oncogene e quindi la perdita di controllo del ciclo cellulare. Oer tanto queste mutazioni sono dominanti + in quanto si esprimono anche se uno solo dei proto3oncogeni e mutato-. Oer definizione un oncogene " un gene che determina la proliferazione cellulare non controllata. 5ono circa un centinaio i prodotti dei proto3oncogeni che sono stati identificatiI essi sono stati anche raggruppati in diverse classi in 'ase alla somiglianza delle loro sequenze nucleotidiche o alle omologie nelle sequenze aminoacidiche dei loro prodotti genici ogni classe " caratterizzata da un particolare tipo di proteina. $n tutti i casi il prodotto di un proto3oncogene " coinvolto nel controllo positivo della crescita e del differenziamento cellulare i prodotti dei proto3 oncogeni stimolano la crescita cellulare. Da proto#oncogene ad oncogene Nelle cellule normali l'espressione dei proto3oncogeni " strettamente controllata in modo che la crescita e la divisione cellulare avvengano soltanto quando ci( " appropriato. %uando i proto3oncogeni mutano in oncogeni questo controllo viene meno e quindi si va incontro ad una proliferazione cellulare non programmata. 5ono 4 i tipi di mutazione che portano i proto3oncogeni a divenire oncogeni. 1- Mutazioni puntiformi nella regione codificante del gene oppure nelle sue regioni di controllo possono mutare un proto3oncogene in oncogene causando un'aumento nell'attivit del prodotto genico oppure nella espressione del gene che a sua volta determina un aumento di quantit del prodotto genico. #- )elezione di una parte della regione codificante o delle sequenze di controllo di un proto3oncogene. Le delezioni causano alterazioni nella quantit o nelle attivit delle proteine codificate che stimolano la crescita determinando l'attivazione non programmata di alcuni geni che promuovono la proliferazione cellulare. &- La 6raslocazione in seguito alla quale un proto3oncogene va sotto il controllo di un promotore pi4 forte per cui si ha una overespressione e quindi un aumento del suo prodotto genico e della sua funzione. *lternativamente si acquisteranno nuove funzioni. 4- *mplificazione genica +aumento del numero di copie di un gene-. *lcune cellule tumorali presenta pi4 copie dei proto3oncogeni. %uesto determina un aumento della quantit di prodotto genico ed una aumento di attivit dello stesso che innesca la proliferazione non controllata delle cellule. 9ncogenesi !irale La trasformazione delle cellule in uno stato neoplastico pu( derivare da infezioni da parte di virus tumorali che inducono la cellula infetta a proliferare in modo incontrollato e a produrre un tumore. +5inceramente credo che dipenda da dove si inserisce il genoma virale credo che se si inserisca all'interno di una regione codificante per il sistema di controllo dei proto3oncogeni esso lo alteri e quindi si ha una alterazione nel controllo del ciclo cellulare-. 8sistono virus tumorali ad .N* +causa comune di insorgenza di cancro negli animali- e a )N*. *lcuni esempi di virus sono : virus del sarcoma di .ous in pollo e il virus umano dell'immunodeficienza o P$N l'agente virale che " causa della sindrome dell'immunodeficienza acquisita *$)5. 8sempi di virus a )N* che possono provocare tumori sono : Oapilloma virus PJN che causa l'epatite J 8pstein3Jarr virus che causa la Mononucleosi. I !irus ad )A :)etro!irus; che causano tumori presentano all'interno del core proteico di forma icosaedrica # copie di .N* a singola elica di C31A /'. $l core " circondato da un rivestimento mem'ranoso l'envelope nel quale sono inserite delle glicoproteine. %uesto guscio glicoproteico interagisce con la mem'rana plasmatica delle cellule per l'esattezza con i recettori presenti sulla MO. quindi il virus penetra nella cellula +8u/ar0a-. $l genoma virale penetra nel nucleo della cellula e per azione di una trascrittasi inversa codificata dal gene pol viene sintetizzata una copia di )N* a doppia elica del genoma virale +)N* provirale- usando il filamento di .N* come stampo. $l )N* provirale si integra nel cromosoma dell'ospite e le sequenze terminali vengono duplicate producendo lunghe sequenze ripetute +L6.- queste sequenze contengono segnali di regolazione della sequenza virale. $nfine le porzioni rimaste a singola elica + per effetto di tagli asimmetrici- sono copiate completando la struttura della doppia elica in questo modo l'integrazione determina la duplicazione del )N* del sito di integrazione. ;na volta integrato il )N* provirale" trascritto dalla .N* polimerasi $$ dell'ospite dando origine per splicing alternativo a m.N* virali. 5ono & i geni che codificano per le proteine necessarie alle funzioni del loro ciclo virale essi sono gag pol ed en!. $l gene gag codifica per un precursore delle proteine virali il gene pol invece per un precursore della trascrittasi inversa e il gene env per un precursore delle glicoproteine dell'involucro virale. $ retrovirus che trasformano una cellula in virt4 dell'azione di uno o pi4 oncogeni virali sono chiamati retrovirus trasducenti o retrovirus oncogeni acuti poich! hanno prelevato un oncogene dal genoma cellulare. $l genoma virale si integra casualmente sul cromosoma e quindi successivamente esso va incontro ad un processo di riarrangiamento che comporta delle delezioni a volte vengono deleti anche i geni gag env e pol. %uando la cellula si duplicher tutte le cellule figlie avranno il genoma virale inserito nel genoma cellulare ma il genoma virale e per la precisione le sequenze L6. determineranno il ciclo cellulare di quelle cellule quindi avremo che alcuni proto3oncogeni vengono sovraespressi e quindi si trasfromino in oncogeni. $ retrovirus non sono in grado di produrre progenie virale in quanto mancano di alcuni geni per la riproduzione virale. %uesti retrovirus tuttavia possono produrre progenie virale se la cellula viene attaccata anche da altri virus helper che forniscono loro i prodotti genici necessari per la riproduzione virale. $ retrovirus che non posseggono oncogeni ma sono in grado di attivare gli oncogeni presenti nelle cellule +proto3oncogene Q oncogene- sono detti retrovirus non trasducenti oppure retrovirus oncogenici cronici. $l )N* virale si integra sul cromosoma dell'ospite in forma di proto3oncogene a quel punto i proto3oncogeni passeranno sotto il controllo dei meccanismi di controllo del virus e quindi avremo overespressione del proto3oncogene che diverr oncogene quindi la cellula si trasformer in cellula tumorale. $n questo caso si parla di Mutagenesi inserzionale. 8sistono retrovirus non trasducenti a lunga latenza che portano oncogeni prettamente virali. $n questo caso la trasformazione della cellula " dovuta agli oncogeni virali. $n entram'i i casi il genoma virale " intatto e quindi competente nella replicazione. I !irus tumorali a DA trasformano le cellule nello stato canceroso per azione di uno o pi4 geni del genoma virale. %uesti virus procedono nel loro ciclo senza trasformare la cellula in una cellula cancerosa. $n genere il )N* virale viene replicato in quanto si integra. 5e la proteina che regola la replicazione del )N* virale si attiva allora la cellula si trasforma nello stato canceroso in quanto la proteina fa si che la cellula ospite proliferi senza un controllo. $l papillomavirus " un classico esempio di virus a )N* che pu( provare un tumore in particolare il tumore della cervice uterina. + Le verruche della pelle sono tumori R -. I geni soppressori dei tumori $ prodotti normali dei geni soppressori dei tumori i'iscono la crescita e la divisione cellulare. %ualora il gene soppressore dei tumori venga inattivato allora anche l'azione ini'itoria " persa e quindi pu( inziare la proliferazione cellulare non programmata. Le mutazioni a carico dei geni sopressori dei tumori sono recessive +fortunatamente- poich! la proliferazione cellulare pu( avvenire se entram'i gli alleli sono inattivati. EHF Il gene soppressore dei tumori <=41 $l gene 6OD& codifica una proteina di D&/)a chiamata pD&. %uesto gene " coinvolto nel DAB dei tumori umani. $l gene 6OD& " localizzato sul cromosoma 1Cp1&.1 + 'raccio corto del cromosoma 1C regione 1 'anda & e sotto'anda 1 -. ,hi possiede un 6OD& mutato sviluppa la sindrome di Li3Lraumeni in cui l'individuo sviluppa tumori in vari tessuti. %uesta mutazione " autosomica dominante. La proteina pD& " composta di &1& aa ed " un fattore trascrizionale regolato dalla fosforilazione e dalla sua interazione con un'altra fosfoproteina il regolatore negativo Mdm#. $n una cellula normale entram'e le proteine non sono fosforilate il che consente loro di legarsi insieme. Mdm# degrada pD& e quindi la quantit di pD& " 'assa nella cellula. %uando il )N* " danneggiato pD& avvia una cascata di eventi che portano all'arresto nella fase =1 del ciclo cellulare. $l danno al )N* determina la fosforilazione di entram'e le proteine che non formano il complesso Mdm#3pD& e la degradazione di pD& non avviene e quindi essa si accumula. Lunzionando come fattore trascrizionale pD& accende la trascrizione dei geni della riparazione del )N* e di M*L1 quest'ultimo codifica una proteina di #1/)a chiamata p#1 che si lega al comprello ,$,L$N* )9,d/ che ricodiamo essere un chec/point della fase =195 e ne ini'isce l'attivit questo comporta un 'locco nell'entrata della fase 5 e quindi il ciclo si arresta in fase =1. %uindi pD& svolge un ruolo nella morte programmata delle cellule +apoptosi-. )urante l'apoptosi il )N* " degradato e il nucleo si condensa e successivamente la cellula viene eliminata dai fagociti. OD& non induce i geni della riparazione del )N* e M*L1 ma attiva il gene J*< +fattore pro3apoptotico-. La proteina J*< 'locca la funzione della proteina J,L3# che " un repressore della attivit meta'olica dell'apoptosi. ;na volta che il repressore " 'loccato allora la cellula procede con il suicidio. 5e entram'i gli alleli del gene 6OD& sono mutati a''iamo una pD& non funzionale che quindi non porter alla attivazione di M*L1 e quindi non a''iamo p#1 che non 'loccher l'attivit di ciclina )3,d/ e la cellula sar incapace di arrestarsi in =1 la cellula proceder nella fase 5. Il gene mutatore 5i definisce gene mutatore un qualsiasi gene che una volta mutato aumenta la frequenza di mutazioni spontanee in altri geni. $n una cellula normale questi geni sono coinvolti nella replicazione e nella riparazione del )N*. %uindi se questi geni mutano allora possiamo avere una alterazione dei processi replicativi e di riparazione. %uindi la cellula accumula errori e quindi mutazioni. Nella patologia del cancro al colon senza poliposi + PNO,,- a''iamo che sono 4 i geni umani coinvolti in questa patologia: hM5P1 hMLP1 hOM51 e hOM5# occorre una mutazione di questi geni per determinare un aumento della pro'a'ilit di contrarre questa patologia. $nfatti questa malattia " autosomica dominante e occorre una sola mutazione per inattivare l'allele +non mutato-. La mutazione di questi geni comporta un accumulo di errori nel )N* cellulare e quindi un aumento di mutazioni. %uesto indica che esistono pi4 geni coinvolti nello sviluppo del cancro quindi parliamo di geni sentinella e geni custodi :riparatori;. $ geni sentinella ini'iscono la crescita cellulare e controllano il ciclo cellulare. %uindi se questi geni mutano avremo divisioni incontrollate. Molti oncosoppressori ed oncogeni sono geni sentinella. $ geni custodi invece codificano per proteine atte a preservare l'integrit del genoma. %uindi le proteine codificate da questi geni riparano i danni al )N* se una mutazione cade in qualcuno di questi geni quel meccanismo di riparazione verr compromesso e indirettamente aumenteranno la frequenza di mutazioni nel genoma che quindi potr far insorgere tumori. 0enetica dello s!iluppo Lo sviluppo" il processo di crescita regolata che deriva dall'interazione del genoma con il citoplasma e con l'am'iente esterno. 8sso implica lo sviluppo programmato di eventi fenotipici a livello cellulare generalmente irreversi'ili. Oer un organismo multicellulare lo sviluppo inizia con la formazione di uno zigote in seguito alla fusione di uno spermatozoo e di una cellula uovo. Lo zigote " totipotente il che significa che tale cellula pu( svilupparsi in qualsiasi tipo cellulare dell'organismo. $ diversi tipi cellulari in cui una cellula pu( svilupparsi determinano il suo potenziale di sviluppo. Man mano che lo sviluppo procede il potenziale di sviluppo si riduce. %uando il programma genetico sta'ilisce il destino di una cellula essa diventa determinata e si parla di determinazione questa fase " ancora una fase precoce dello sviluppo. Le modifiche cellulari avvengono durante la determinazione e seguono una direzione che portano ad uno stato sta'ile. ;na cellula determinata ha un potenziale di sviluppo pari a A. La determinazione cellulare pu( avvenire attraverso vari meccanismi ma quello pi4 diffuso " quello della induzione cellulare. $n pratica una cellula o un gruppo di cellule invia un segnale induttivo ad altre cellule che avranno cosK influenzato il loro sviluppo in un determinato tipo cellulare. )opo la determinazione a''iamo il differenziamento che " l'aspetto pi4 spettacolare dello sviluppo. $n questa fase le cellule determinate vanno incontro ad uno sviluppo cellula3specifico quindi daranno origine a vari tipi cellulari con identit specifiche. ,ollegato al differenziamento vi " la morfogenesi in questo processo vengono generate le strutture anatomiche e le strutture cellulari specifiche. La morfogenesi implica divisioni cellulari regolate e modifiche della morfologia cellulare. Nella morfogenesi animale il movimento cellulare " fondamentale. Q 5viluppo in )rosophila Q 8moglo'ina nello sviluppo dell'uomo )icombinazione nei geni degli anticorpi Ni sono delle eccezioni alla regola che non vi sia perdita di informazione genetica nell'uomo durante lo sviluppo. ;n esempio " la perdita di )N* durante lo sviluppo delle cellule che producono gli anticorpi. Le cellule responsa'ili della specificit immunologica sono i linfociti le cellule 6 e le cellule J. Le cellule J si sviluppano nel midollo osso adulto. %uando queste cellule vengono attivate da un antigene le cellule J si sviluppano in plasmacellule che secernono gli anticorpi. =li anticorpi si legano specificamente agli antigeni che hanno stimolato la loro produzione. L'istaurarsi di una immunit per un certo antigene dipende dalla selezione clonale un processo per cui le cellule che hanno gi l'anticorpo specifico sulle loro mem'rane cellulari sono stimolate a proliferare e a secernere quell'anticorpo. )urante lo sviluppo ogni linfocita viene predestinato a reagire con un particolare antigene anche se la cellula non " mai stata esposta all'antigene. Ni sono milioni di cellule J in un organismo e possono venire prodotti milioni di anticorpi diversi per ogni antigene. ,ome gruppo gli anticorpi fanno parte delle proteine dette immunoglo'uline +$g-. 5ono costituite da # catene polipeptidiche corte chiamate catene leggere +L- e # catene polipeptidiche lunghe chiamate catene pesanti+P-. Le # catene P sono legate insieme da ponti disulfuro ed una catena L " legata a ciascuna catena P da ponti disulfuro. La struttura assomiglia ad una S in cui i # 'racci legano l'antigene. Le due catene L sono identiche per ciascuna molecola di $g cosK come le # catene P. La regione a cerniere consente ai 'racci di muoversi nello spazio il che facilita la reazione di legame dell'antigene. Nei mammiferi vi sono D classi di anticorpi + $g* $g) $g8 $g= ed $gM-. La classe pi4 a''ondante di immunoglo'uline presenti nel sangue " quella delle $g= ogni catena polipeptidica di un anticorpo " organizzata in domini di 11A aa. Nel caso di $g= a''iamo che ogni catena L ha # domini ed ogni catena P ne ha 4. $ domini di entram'e le catene presentano delle zone N3terminali che sono molto varia'ili e costituiscono i siti di legame con l'antigene queste sono dette regioni varia'ili. L'altra regione " la regione costante. ;n mammifero pu( produrre 1AT2 @ 1ATU anticorpi diversi. 6uttavia non vi sono a''astanza geni nel genoma per specificare un tale numero di anticorpi. 6ale varia'ilit " spiega'ile con il fatto che vi sono dei riarrangiamenti nel )N* che avvengono durante lo sviluppo delle cellule J. %uesti riarrangiamenti consistono nella congiunzione di diversi frammenti genici in modo da formare un gene che verr trascritto per produrre la catena $gI questo processo " chiamato ricombinazione somatica.