realt operative C.F. Marco Bandioli C.S. Difesa Installazioni e Difesa NBC - Comando in Capo Dip. Mar. Alto Tirreno FORZE ARMATE Le Regole di Ingaggio: natura e metodologie L a pi accreditata definizione delle Regole di Ingaggio (Rules Of Engagement ROE), che meglio si adatta alle pi disparate situazioni operative che si possano sviluppare a terra, in mare o in cielo, risulta essere quella fornita dal testo militare United Kingdom Glossary of Joint and Multinational Terms and Definitions, che cos recita: Le ROE sono quelle direttive diramate dalle competenti autorit militari che specificano le cir- costanze ed i limiti entro cui le forze possono ini- ziare e/o continuare il combattimento con le forze contrapposte. Le ROE rappresentano, in buona sostanza, la tra- duzione, con terminologia militare, della volont poli- tica volta a codificare i comportamenti autorizzati/non autorizzati da assumere/non assumere in presenza di determinate attivit od azioni svolte da presenze non riconosciute o considerate ostili se non addirittura nemiche. Pi specificatamente, si tratta di una serie di istru- zioni predefinite, dettagliate e, soprattutto, non inter- pretabili, che stabiliscono il comportamento tattico di una unit per lassolvimento della missione assegnata, 28 consentendo, limitando o negando, a seconda delle situazioni, determinate azioni in modo da permettere il pieno raggiungimento degli obiettivi militari neces- sari per il conseguimento degli obiettivi politici. Dette regole comportamentali rappresentano un imprescindibile punto di necessaria convergenza e di forzata compatibilit tra i seguenti elementi spesso in contraddizione: la volont politica; i sentimenti del momento che lopinione pubblica avverte; il Diritto internazionale dei conflitti armati; la necessit militare dellautodifesa; le necessit militari operative per lassolvimento della missione. I possibili contrasti, che si possono sicuramente percepire a sensazione, risultano ancora pi evidenti nel momento in cui le limitazioni imposte vengono inserite in contesti non ben definiti e dove le missioni sono fortemente condizionate da una situazione con- tinuamente mutevole. In tali casi le ROE sono soggette ad una continua verifica della loro compatibilit con lassolvimento della missione assegnata: se non permane tale compa- tibilit devono essere modificate le ROE o deve essere cambiata la missione iniziale. Le ROE vengono pertanto stilate nella piena con- sapevolezza che esse prevedano ladeguamento della necessit militare alla necessit politica risultando, contestualmente, pienamente legittime, operativa- mente valide e realisticamente attuabili, anche in situazioni operative in cui gli uomini che sono tenuti ad osservarle possono non avere la possibilit di disporre al momento degli elementi necessari per avere una chiara percezione di che cosa stia accadendo o per la notevole rapidit con cui si sviluppa lazione ostile o perch lattivit militare si svolge in situazioni operative ed ambientali estreme, nel cui contesto alcu- ne soluzioni tattiche potrebbero essere di difficile attuazione. Peraltro, limpiego legittimo della forza, nel suo pi ampio spettro di possibilit, vincolato sia dalle leggi nazionali e sia, in un contesto multinazionale, dal Diritto e dalla Giurisprudenza internazionali che, attraverso trattati, convenzioni e consuetudini inter- nazionali, stabiliscono in modo inequivocabile in che modo legittimato luso della forza, chi autorizzato ad usare la forza, su chi e su che cosa pu essere usata la violenza, con quali mezzi, con quali forme ed in quale misura, ovvero viene anche stabilito il livello di violenza ammesso. In ogni caso, per quanto le ROE possano essere sti- late correttamente, o possano essere estremamente dettagliate e scrupolose, non sostituiranno mai la capacit decisionale di colui che si trova sul campo, a terra con i propri uomini e mezzi, in mare sulla plancia di una nave od in volo nello stretto abitacolo di un velivolo. Neppure pensabile che, anche con il pi evoluto, sofisticato ed affidabile sistema di comu- nicazioni, le autorit politiche e militari, magari a migliaia di chilometri dal teatro operativo, possano gestire la promulgazione o limplementazione delle ROE da lontano, n corretto lasciare al comandante sul campo la totale responsabilit della gestione delle operazioni senza ROE adeguate e ben definite. Esistono due metodi di approccio per stilare le ROE. Essi rappresentano quanta autonomia decisio- nale e quale libert dazione si voglia lasciare agli ele- menti operativi che saranno chiamati ad applicare le ROE sul campo. Tali metodi si differenziano sulla base dei criteri con i quali specifici comportamenti posso- no essere o meno avallati dalle autorit politico-mili- tari, ovvero: su autorizzazione (Positive Command), ovvero la specifica minuziosa di tutte le attivit, azioni, misu- re, e reazioni che sono autorizzate; tramite divieto (Command by Negation), ovvero viene autorizzato tutto ci che non espressamen- te negato. Contrariamente a quanto pu apparire in un primo momento, lazione del comando tramite divie- to consente di esercitare un ben pi ampio spettro di opzioni comportamentali, a meno di ci che espres- samente negato dalle autorit superiori, rispetto alla- zione del comando su autorizzazione, dove si elen- cano tutti i soli comportamenti autorizzati. Quando pertanto si concordano le ROE nellam- bito di un contingente multinazionale, occorre armo- Aeronautica Militare in Afghanistan Le regole dingaggio tra volonta politica e realt operative 29 nizzare le ROE dei singoli contingenti nazionali, valu- tando le singole esigenze nazionali ed i conseguenti vincoli che andranno necessariamente ad influenzare i comportamenti operativi. Regole definite per situazioni variabili Nella compagine internazionale, ormai piena- mente multipolare e pluridimensionale, sono avve- nuti significativi cambiamenti che hanno prodotto il manifestarsi delle pi svariate azioni ostili, a parti- re dallevento potenzialmente ostile sino ad arriva- re allattacco in corso, applicando metodologie tipiche dei conflitti a bassa intensit (conflitti di limitata intensit con impiego di una o pi unit di modesta consistenza per conseguire obiettivi limita- ti), di guerra non convenzionale (impiego di criteri dottrinali strategici/operativi/tattici e di combatti- mento non ortodossi) e di guerra asimmetrica (impiego disinvolto di criteri dottrinali ed operativi anomali, illegittimi, illegali, o comunque contrari al Diritto internazionale, per contrastare in tal modo il divario, ovvero la asimmetricit, esistente con il nemico). I moderni conflitti armati si manifestano inoltre senza atti formali iniziali, senza dichiarazioni di guer- ra, peraltro di difficile realizzazione pratica in conside- razione del fatto che sovente i conflitti sorgono allin- terno di sovranit nazionali o nellambito di realt locali circoscritte. In circostanze politicamente incerte e diplomatica- mente ambigue che favoriscono linstaurarsi di stati di tensione, di crisi o di situazioni indefinite di non pace e di non guerra, si configurano due tipologie di situazioni nelle quali la corretta gestione politico- militare delle ROE assume un ruolo estremamente significativo: Operazioni militari diverse dalla guerra (Military Operations Other Than War MOOTW); Operazioni di guerra non militari (Non Military War Operations NMWOs). Nellampio ventaglio di dette possibili intermedie situazioni tra una teorica pace assoluta ed una teori- ca guerra totale, le Regole di Ingaggio saranno volte a gestire le pi disparate situazioni sul campo, assu- mendo varie configurazioni operative che andranno da un uso non letale della forza, tipico delle Forze di Polizia, da cui le Constabulary oriented ROE, dette anche Law Enforcement ROE, sino a prevedere luso letale della forza, tipico delle operazioni belliche, ovve- ro delle ROE militari vere e proprie. Il noto concetto di Operazioni militari diverse dalla guerra deve essere visto nel contesto di quanto stabilito dallart.5 del Trattato della NATO che sanci- sce il criterio di concorso comune alla difesa della col- lettivit NATO, o di una Nazione appartenente alla NATO, qualora si dovesse manifestare un attacco dallesterno (ovvero si dovesse presentare una situa- zione difensiva che implica automaticamente la guer- ra). Viceversa, per intendere Operazioni di non guer- ra, si parla di non article 5 Operations, ovvero di tutte quelle operazioni militari che si svolgono in tempo di pace. Da una situazione di pace pi o meno diffusa si perviene, in linea di massima, al conflitto armato attraverso stati di tensione che, degradandosi, si trasformano in stati di crisi e, quindi, in conflittua- lit aperta. Le Operazioni in tali contesti, di risposta alle crisi, assumono la definizione di Crisis Response Opera- tions (CROs), dette anche Non article five CROs. Tali Operazioni si suddividono in ulteriori sottotipo- logie, la pi importante delle quali rappresentata dalle Operazioni di Supporto alla Pace, ovvero dalle Peace Support Operations (PSOs), chiamate anche Missioni di Petersberg(cos definite durante la riu- nione del Consiglio dei Ministri della UEO avvenuta a Petersberg nel 1992), che, a loro volta, a seconda della loro funzione definita dalla Carta dellONU, si suddividono in: Operazioni con funzione Conciliativa (dal Cap. VI della Carta dellONU); Operazioni con funzione Coercitiva (dal Cap. VII della Carta dellONU). Alla funzione Conciliativa si ricollegano i seguenti tipi di missione: Humanitarian Aid (Aiuto umanitario); Conflict Prevention (Prevenzione dei conflitti); Peace Making (Edificazione della Pace). Alla funzione Coercitiva si ricollegano i seguenti Le regole dingaggio tra volonta politica e realt operative 30 tipi di missione: Peace Keeping (Mantenimento della pace); Peace Enforcement (Imposizione della pace); Peace Building (Consolidamento/Costruzione della pace). Di fatto, negli ultimi tempi, il concetto del Peace Keeping ha assunto sia un aspetto pi conciliativo (lasciando il ruolo coercitivo prevalentemente al Peace Enforcement) che un aspetto pi multiruolo, dove la missione assegnata pu spaziare anche nellambito delle altre, variando al variare della situazione in atto. Conseguentemente, in tali difficili contesti, la ste- sura delle ROE, partendo da una struttura di base consolidata (Standing Rules Of Engagement SROE), dovr ufficializzare la legittimit/legalit comporta- mentale degli elementi operativi: per una situazione di crisi, evitando/prevenendo eventuali azioni conflittuali ma prevedendo possi- bili azioni conflittuali (jus ad bellum); per una situazione di conflitto armato in atto (jus in bello); per una situazione post-conflittuale, o di stabilizza- zione (jus post bellum). Il concetto, invece, delle Operazioni di guerra non militari risale al 1999, quando il Col. Liang ed il Col. Xiangsui dellAeronautica Militare Cinese intui- rono la possibilit dello svilupparsi di una forma di conflitto asimmetrico, di guerra senza limiti, in grado di minacciare la sicurezza e la stabilit interna di una nazione attaccandone tutti gli interessi vitali attraverso azioni/operazioni offensive, non convenzionali, ordinate e condotte da elementi non militari. Tali azioni di destabilizzazione, considerate in molte nazioni come veri e propri atti di guerra per- petrati da Stati canaglia (Rogue states), afferiscono la sfera istituzionale, culturale, religiosa, commerciale, economica, diplomatica, ambientale, energetica e del- linformazione di uno Stato. Tra queste tipologie di attivit primeggiano, naturalmente: il terrorismo (finalizzato a destabilizzare lassetto istituzionale, politico e sociale di una nazione); le attivit criminali varie (finalizzate a creare un sistema di connivenze e corruzioni con il quale attuare le opportune pressioni nei settori di inte- resse); i conflitti identitari (finalizzati a sfruttare il princi- pio di autodeterminazione dei popoli per professa- re una presunta identit nazionale, religiosa, lin- guistica o di clan); il commercio degli stupefacenti (finalizzato allin- debolimento delle fasce pi giovani di una societ, creando un progressivo aumento di tossicodipen- denti con tutti i conseguenti problemi riversati dai medesimi sulla societ stessa); attivit varie legate allimmigrazione (finalizzate al permeare massivamente una nazione in modo da consentire linfiltrazione di cellule terroristiche, di elementi provenienti dalla delinquenza comune o da organizzazioni criminali transnazionali). Quelle nazioni che hanno valutato opportuno contrastare tali attivit non con forme di dialogo con- ciliativo ma con azioni preventive hanno imple- mentato delle ROE che armonizzano comportamenti del tipo Law Enforcement con comportamenti del tipo Military, nonch misure suggerite dai servizi di informazione e sicurezza. Vincoli politici e necessit operative Le Regole di ingaggio si fondano sulla solida base concettuale, a prescindere dalla natura della missione da assolvere, che specifico diritto/dovere del respon- sabile delle operazioni sul campo il garantire, sempre e comunque, la difesa e la sicurezza degli uomini e dei mezzi posti sotto la propria tutela. Quindi, in base alla natura della missione ed a seguito della valutazione delle varie situazioni che si potranno verificare in zona di operazioni, si codifica- no tutte le regole comportamentali ritenute necessarie, ricordando i vincoli imposti dalle autorit politiche. Le ROE saranno cos, di fatto, la diretta espressio- ne delle intenzioni che le autorit politiche hanno pre- ventivamente deciso di manifestare. Peraltro, eventua- li provocazioni od attivit ostili intenzionalmente pro- gressive, possono essere finalizzate per: valutare le capacit di allertamento e di reazione delle forze; stabilire la natura della missione; individuare quali tipi di ROE siano implementate; Le regole dingaggio tra volonta politica e realt operative 31 stabilire la permissivit politica. Necessit politiche possono infatti richiedere una certa visibilit che porta inevitabilmente ad una maggiore vulnerabilit delle unit operative, come pure una eccessiva richiesta di tolleranza pu impor- re, tatticamente parlando, di essere sottoposti al fuoco nemico prima di essere autorizzati allimpiego della forza. Di contro, proprio per evitare la perdita di uomini e mezzi, risulta talvolta necessario intervenire con la forza prima che la minaccia si sia manifestata con un attacco vero e proprio. A tale proposito, opportuno riflettere sul fatto che la controparte ostile pu deliberatamente porre in atto azioni illegali o che si pongono ai limiti della legalit, in modo tale da for- zare una situazione per instaurare un clima di pressio- ne psicologica che induca, sul filo dellemotivit o del- lesasperazione, alluso della forza, passando automati- camente, alla luce del giudizio di una Comunit inter- nazionale totalmente ignara degli specifici dettagli tec- nici, alla parte del torto o della prevaricazione, nono- stante sia stata effettuata una corretta applicazione delle ROE in vigore. Per tutte le Forze Armate del mondo il contenuto specifico delle ROE coperto dalla tutela del segreto, tuttavia, non raro scoprire che la loro natura, o parte della loro generica sostanza, sia trapelata agli organi di informazione (e quindi immediatamente divulgata): si tratta di una eccellente forma di deterrenza e di sicura dissuasione. In via pre- liminare, in determinate e complesse situazioni sul campo (sia in ambiente terrestre che navale od aereo), non semplice stabilire rapidamente, e senza un ragio- nevole dubbio, se unazione in corso pu essere intesa come una manifestazione di volont ostile o antici- pazione di azione effettivamente ostileod atto ostile od un non meglio specificato intendimento/intento ostile o atto potenzialmente ostileo minaccia imminente oppure si gi in presenza di un attacco in corso. pertanto auspicabile che, nel caso di situa- zioni in cui il grado di indeterminatezza sia molto ele- vato, vengano predisposte ROE con varie opzioni che prevedano anche diversi livelli di autorit preposte alla decisione di implementazione in modo di dare la possibilit di fronteggiare gli eventi con una certa fles- sibilit. In tal caso indispensabile che siano chiara- mente definite quali tipologie di ROE siano in vigore, lAutorit che pu autorizzare il passaggio ad altra tipologia o se sia possibile il passaggio automatico da una tipologia allaltra. Inoltre, fattore molto impor- tante, pu essere stabilito dalle ROE se sia o meno suf- ficiente un unico intento ostile per far scattare la prevista azione/reazione per minaccia imminente, oppure sia necessaria una sommatoria di azioni pro- vocatorie, contemporanee o successive, per attuare una reazione. Peraltro, in uno specifico contesto ope- rativo, la percezione elettronica dellattivazione di un radar guidamissili, la manovra cinematica di un mezzo, lavvicinarsi di un velivolo o di un automezzo, il transito di un uomo in una determinata area o la semplice azione di presenza di unit militari, possono rivelarsi azioni che, in base alle ROE in vigore, assu- mono di fatto una connotazione di estrema valenza. Appurate le varie implicazioni delle Regole di Ingaggio, come c da aspettarsi e come facilmente intuibile, la possibilit di errore, in circostanze di note- vole indeterminatezza e con tempi minimi di reazione a disposizione, pu essere elevata. Una numerosa serie di incidenti verificatisi nel passato, dal fuoco aperto per errore su unit amiche, allabbattimento di aerei civili per presunta violazione dello spazio aereo da parte di un velivolo considerato ostile, al subire un attacco senza attivare la prevista difesa per mancanza di dati certi sul- lidentificazione di una unit non riconosciuta, sono i pi validi esempi di quanto sia difficile decidere la cor- retta azione, peraltro prevista dalle ROE per la deter- minata circostanza. I pochissimi secondi, che le circo- stanze possono mettere a disposizione per poter deci- dere, possono essere ampiamente sufficienti per trasfor- mare una perfetta azione difensiva in un errore, in una imperdonabile carenza di capacit professionale diffici- le da giustificare in una comoda e climatizzata aula di tribunale. Pertanto, poich il successo di una missione si misura tanto in termini politici che in termini mili- tari, pi il meccanismo e le implicazioni delle Regole di Ingaggio saranno noti, pi sar chiaro come una deci- sione politica assunta ai massimi livelli istituzionali potr arrivare, tradotta in sigle, numeri e termini mili- tari, sino nel pi remoto angolo del mondo ove sar presente, di guardia, una sentinella italiana. Carabinieri dellMSU in un posto di blocco in Iraq Le regole dingaggio tra volonta politica e realt operative 32