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I dispositivi di meridionalizzazione , di individuazione di un'area geografica e sociale interna da

segnare col marchio della colpa, del debito economico e politico, di zavorra, oggi operano nei
confronti del sud europeo ma trovano antesignani nella storia moderna e contemporanea degli stati-
nazione.
Questo meeting si riunisce a Napoli e per questo si ritiene opportuno di evocare spunti di memoria
storica relativamente ai temi della subalternit e della migrazione, una memoria che sappia essere
critica al punto giusto, rispetto alla storiografia dominante, da tematizzare i meccanismi di
colonialismo interna che il sud della penisola ha subito dal momento dell'unit ad oggi.
Pur senza cedere a retoriche nostalgiche ed identitarie, non si pu che leggere l'unit d'Italia come
un processo sussunto dalle forze pi! reazionarie della penisola, frustrando le aspirazioni di coloro
per i quali avrebbe dovuto essere anche uno strumento di giustizia sociale. "avoia, potenze straniere
interessate al recupero dei crediti nei confronti del #egno di "ardegna e alla costituzione di un
mercato pi! ampio in grado di sviluppare le forze produttive della penisola, capitalisti settentrionali
e latifondisti delle e$ %ue "icilie. %entro questo processo il saccheggio del "ud costituisce
l'accumulazione originaria con la quale al Nord viene avviata l'industrializzazione, mentre vengono
chiusi cantieri navali, fabbriche, fonderie, opifici, esistenti nella parte meridionale del nuovo Paese.
&lcuni studiosi come Nicola 'itara parlano dell'(nit come della nascita di una colonia, non
dichiarata, interna, ma non per questo governata con metodi meno autoritari. )asti pensare che nelle
e$ %ue "icilie entra in vigore la repressiva legge Pica, mentre nel resto del Paese c'* lo "tatuto
&lbertino. Il "ud vede cos+ la nascita del cosiddetto brigantaggio, come forma spontanea di
resistenza delle popolazioni locali agli eccidi, alle ruberie, alla spietata repressione militare, ma
anche come reazione alla mancata riforma agraria, all'inasprimento della pressione fiscale,
all'introduzione della leva obbligatoria e pi! in generale alle aspirazioni di giustizia sociale che
l'(nit aveva alimentato per poi negarle in chiave autoritaria. Questo avviene con la complicit
interessata del latifondismo e$ duosiciliano, del notabilato che si ricicla nazionale e classe dirigente
locale e delle mafie che proprio con l'(nit avviano un processo di istituzionalizzazione sconosciuto
prima di allora, che garantisce un controllo ferreo del territorio, ora in forme esplicite come a
Napoli nell'immediato periodo post-unitario, ora in via informale ma altrettanto efficace. ,a storia
delle mafie * una storia feroce e antipopolare. "ono i mafiosi che proteggono i latifondi, sono i
mafiosi che sparano sui contadini e che via via controllano pacchetti di voti, il flusso migratorio
verso il nord e le risorse del territorio. %urante il fascismo, poi, la politica agraria voluta da
-ussolini danneggi profondamente alcune aree del mezzogiorno, infatti la produzione si concentr
principalmente sul grano .battaglia del grano/ a scapito di colture pi! specializzate e redditizie che
venivano coltivate nelle aree pi! fertili e sviluppate mezzogiorno.& grandi linee si pu dire che dal
dopoguerra in poi si rafforza la tendenza che aveva gi caratterizzato l'unit d'Italia meno di un
secolo prima0 il sottosviluppo del "ud come condizione dello sviluppo del settentrione. (n "ud che
esce a pezzi dalla guerra e che viene letteralmente consegnato nelle mani delle mafie, che
consolidano il potere ricevuto dagli anglo-americani durante la campagna d'Italia. Quindi si anima
una nuova fase di emigrazioni verso l'estero ma anche verso le regioni settentrionali del paese. I
meridionali che emigrano vivono, con accenti diversi in base al fatto che si trasferiscano fuori dai
confini italiani o al loro interno, fenomeni di razzismo perpetuato negli ambiti di relazione sociale
ma anche e soprattutto nelle condizioni lavorative.
Per arrivare ai giorni nostri0 circa un anno fa il 1ensis ha pubblicato uno studio su 2,a crisi sociale
nel -ezzogiorno3.
I dati di questo lavoro, seppur parzialmente in quanto statistici, danno il polso di una situazione
effettivamente tragica. Nelle sue pagine si spiega come a sud della penisola italiana, si allargano le
distanze sociali e sono a rischio povert 45 famiglie su 677. 8In 1alabria, "icilia, 1ampania e
Puglia gli indici di diseguaglianza risultano pi! elevati della media nazionale9. Inoltre dagli studi
dell3Istituto risulta che0 8tra il :77; e il :76: il "ud-Italia ha visto scomparire oltre 477 mila posti di
lavoro, il <7= di quelli persi in tutto il Paese9. Quindi, mentre il 1entro-Nord .con 46.6:> euro di
pil pro capite/ * vicino alle cifre dei Paesi pi! ricchi d3?uropa, a "ud i redditi risultano persino
inferiori a quelli della @recia .6A.5BA contro 6;.>B>/. 8Negli ultimi decenni C si legge poi nel
medesimo report C il pil pro-capite meridionale * rimasto in modo stabile intorno al BA= di quello
del 1entro-Nord. Infine, la pubblicazione specifica0 8tutte le regioni meridionali si caratterizzano
per una incidenza del fenomeno DNeetE superiore alla media nazionale, il 46,5= dei giovani dai 6B
ai :5 anni non studia e non lavora, con una situazione da emergenza sociale in 1ampania .4B,:=/ e
in "icilia .4B,A=/. ? il :4,A= degli iscritti meridionali all3universit si * spostato verso una
localizzazione centro-settentrionale, contro una mobilit di solo il := dei loro colleghi del 1entro e
del Nord9.
Incrociando questi dati con altri sempre dello "vimez possiamo notare una forte emigrazione
interna che ha perso il carattere di massa degli anni 3B7 e 3<7, assumendo tratti di maggior
selezione, e che si traduce in un totale di circa : milioni e A77mila persone emigrate dal "ud verso il
Nord Italia. egli ultimi venti anni sono emigrati dal "ud circa :,A milioni di persone.
Nel :766 si sono trasferiti dal -ezzogiorno al 1entro-Nord circa 66> mila abitanti. #iguardo
alla provenienza, in testa per partenze la 1ampania, con una partenza su tre .4<.>77/F :4.577
provengono dalla "icilia, 65.577 dalla Puglia, 6>,:77 dalla 1alabria. ,a regione pi! attrattiva per il
-ezzogiorno resta la ,ombardia, che ha accolto nel :766 in media quasi un migrante su quattro,
seguita dal ,azio.
In dieci anni, dal :77: al :766, i meridionali laureati emigrati per l3estero sono stati oltre :7mila.
Nello stesso periodo sono emigrati soprattutto, circa B su 677, dalla 1alabria, dalla "icilia , dalla
1ampania e dalla Puglia.
I migranti sono soprattutto uomini. #iguardo al titolo di studio, il <>= dei cittadini meridionali,
oltre due su tre, che nel :766 hanno lasciato il -ezzogiorno per una regione del 1entro-Nord aveva
un titolo di studio medio-alto, diploma o laurea. I laureati meridionali diretti al 1entro-Nord sono
nel :766 il :B= del totale, pi! che raddoppiati in dieci anni. ,a quota pi! alta in -olise, dove quasi
un emigrato su tre * laureato. ,e regioni che attraggono pi! laureati sono la ,ombardia, un primato
che continua ininterrotto dagli anni <7, ,azio ed ?milia #omagna.
In dieci anni, dal :77: al :766, a livello locale, le perdite pi! forti si sono registrate a Napoli .-
5Amila/, Palermo .-:4mila/, )ari e 1aserta .-6>mila/, "alerno e Goggia .-67mila/. 1olpiti
anche Horre del @reco .-6Bmila/, Nola .-66mila/, Haranto .-6:mila/. &d attrarre meridionali
soprattutto #oma .I<>mila/, -ilano .IB4mila/, )ologna .I47mila/, Parma .I6:mila/, Girenze
.I66mila/, -odena .I67mila/, #eggio ?milia e )ergamo .I5mila/.

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