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Quanto naturale lintelligenza artificiale ?

di
Giuseppe Bonaccorso
1
Premessa
Lo scontro dialettico tra naturale e artificiale deve certamente le sue origini, anche se in modo indiretto,
alla distinzione cartesiana tra res cogitans e res extensa: il filosofo francese partiva infatti dal presupposto
che esistesse una differenza netta tra chi in grado di pensare e tutto il resto delluniverso !n simile
approccio al pro"lema porta certamente verso una concenzione dellattivit# mentale che del tutto
svincolata dai limiti della materia inerte$ luomo, pur essendo fatto di atomi esattamente come una roccia,
costretto a possedere una sorta di vis viva che trasmuta la sua natura oggettivamente materiale in una
omologa defini"ile solo in termini metafisici %utto ci& ha portato negli ultimi ventanni ad un acceso
di"attito tra coloro che sono del parere che ontologicamente necessaria una distinzione tra mente e
cervello e chi, come me, sostiene che ci& che noi ci ostiniamo a chiamare mente non altro che il risultato
dellattivit#, reale e fisicamente analizza"ile, del sistema nervoso centrale Grazie alle moderne tecniche di
brain imaging come la '(% o la risonanza magnetica funzionale stato possi"ile provare sperimentalmente
che determinate aree del cervello si attivano solo )uando il soggetto in esame sottoposto a particolari test*
ad esempio, se si chiede di eseguire un calcolo numerico non troppo "anale si evidenzia una spiccata attivit#
"ioelettrica nellemisfero sinistro del cervello, mentre se la prova comporta la lettura mentale di un testo si
vede come larea di +ernic,e, responsa"ile della decodificazione semantica, entri in azione, permettendo
allindividuo di comprendere ci& che sta leggendo -aturalmente assurdo pensare che si possa effettuare
una localizzazione esatta di ogni funzione cere"rale poich, come avremo modo di vedere, la struttura stessa
del cervello tale da consentire una fusione di flussi informativi provenienti da sorgenti diverse ( proprio
grazie a tale peculiarit# che noi, ogni giorno, possiamo affrontare attivit# che scomposte in sotto.pro"lemi
risultere""ero proi"itive anche per il pi/ potente supercomputer 0ome fa notare 1l"erto 2liverio, nel
pro"lema della lettura necessario essere capaci di decodificare circa 34 caratteri al secondo senza alcun
tipo di vincolo sulle forme e sulle caratteristiche degli stessi* se io avessi deciso di scrivere )uesto articolo
utilizzando un font particolarmente ela"orato 5al limite "asti pensare ai manoscritti6 il mio cervello non
avre""e comun)ue avuto particolari difficolt# a guidare le mie dita sui tasti corretti e, rileggendo )uanto
scritto, io avrei lo stesso compreso il significato di ogni frase
!n cervello statico, cio fortemente localizzante, si trovere""e in estrema difficolt# ogni)ualvolta si
dovessero presentare alternative 7 funzionalmente e strutturalmente compati"ili 7 alle strutture pre.
immagazzinate* per tentare di comprendere come ci& possa avvenire do""iamo necessariamente andare
indietro nel tempo e interpellare il grandissimo filosofo 8mmanuel 9ant$ fu proprio lui, infatti, il primo
ricercatore a domandarsi come mai la riela"orazione mentale di un concetto fosse )uasi del tutto
indipendente dalla particolare esperienza che ci ha precedentemente condotti ad esso La prima volta che
lessi la 0ritica della :agion 'ura rimasi fortemente tur"ato dallacume dimostrato da 9ant )undo egli
spiegava, senza fare riferimento alla posteriore psicologia cognitiva, il perch, ad esempio, la mia idea di
casa fosse svincolata dalledificio in cui a"ito o da )uello che osservo guardando fuori dalla mia finestra
La sua indagine part; dal presupposto che il pensiero di un oggetto non si forma a partire da una
catalogazione di percezioni, ma piuttosto da una sintesi di un molteplice che scaturisce da una serie di
informazioni in ingresso$ la casa 7 intesa come concetto<oggetto 7 viene scomposta nelle sue parti
peculiari e, una volta che lidea ad essa collegata divenuta sufficientemente sta"ile
=
, il cervello ri.utilizza
)uesti dati per poter costruire una casa "asandosi sulle esperienze correnti o, anche solo sulla fantasia
-aturalmente 9ant non possedeva i mezzi di indagine necessari per potere, seguendo gli insegnamenti di
1
'er contatti$ http$<<>>>neuroingegneriacom
>e"mster?neuroingegneriacom
=
'er )uanto riguarda la sta"ilit# di unidea "asti pensare al riconoscimento dei volti 2gnuno di noi , pi/ o meno, in grado di
descrivere la fisionomia di un proprio parente stretto, ma se si chiedesse di fare lo stesso con un estraneo visto una sola volta la
situazione sare""e molto differente Gli elementi peculiari 7 tenete presente che il viso in esame , in )ueso caso, da considerarsi
come un concetto<oggetto 7 vengono ac)uisiti con una certa lentezza che richiede la transizione dalla memoria a "reve termine @B%
a )uella a lungo termine @L%* solo dopo che tale processo ha superato la fase di insta"ilit# iniziale, che culmina nella creazione di
un "acino di attrazione, sar# possi"ile sintetizzare lidea in modo a""astanza coerente con la realt#
Galileo, confermare sperimentalmente le sue ipotesi e di conseguenza si lasci& guidare solo dallintelletto*
oggi invece la situazione stata chiarita 5non del tutto, ma a""astanza per poterci scrivere sopra un
articoletto A6 e ad essa stato dato il nome di capacit# di generalizzazione %utto il resto dello scritto sar#
dedicato a )uesta caratteristica della mente, per cui chiedo al lettore di avere un minimo di pazienza affinch
io possa tornare momentaneamente alla domanda che fa da incipit allarticolo Quanto naturale
lintelligenza artificiale ? per chiarire alcuni punti essenziali
Be si chiedesse ad una persona se la sua intelligenza naturale ovvio che la risposta sare""e certamente
affermativa, ma se si chiedesse che cosa essa intenda per naturale si potre""ero collezionare cos; tante
spiegazioni da poter compilare una nuova enciclopedia "ritannica 2gnuno di noi convinto di essere un
mem"ro della natura, intendendo con ci& che il corpo e la mente si sono formati a partire da processi che
non possono in alcun modo essere definiti artificiali Questo vero, tuttavia a noi interessa capire se pu&
esistere una )ualche distinzione tra un uomo e unipotetica macchina pensante$ )uali parametri "isogna
prendere in considerazione ? (, soprattutto, a )uali test necessario sottoporre entram"e le parti ?
!n primo approccio potre""e essere )uello di chiedere alla macchina se essa naturale 5ci& si rif# al famoso
test di %uring6, ma che valore potre""e avere )uesta risposta ? !n eventuale s; o il suo contrario non ci
illuminere""ero pi/ di tanto* ovvio che un computer costruito dalluomo, ma altrettanto scontato che
gli elettroni, i protoni e i neutroni che lo compongono sono uguali sia allinterno del suo microprocessore,
sia nel cervello, nel cuore e nel fegato del soggetto umano$ entram"i sono costruiti a partire dai medesimi
elementi, ma, mentre la macchina fredda e inespressiva, la persona manifesta caratteristiche che noi
definiremmo emozionali 0i si potre""e allora chiedere se siano proprio le emozioni a fare la differenza,
ma, pur rispettando coloro che pensano che esse siano una sorta di ispirazione divina, giusto precisare
che ci& che noi chiamiamo paura, ansia o felicit# traduci"ile in tutta una serie di percezioni.ela"orazioni
cere"rali.auto condizionamenti dovuti ai neurotrasmettitori prodotti dai neuroni e da alcuni ormoni secreti
dalle ghiandole surrenali 8n altre parole, lemozione uno stato interno che scaturisce a partire da una causa
)ualun)ue, ma che si sviluppa seguendo una sorta di copione che il nostro organismo conosce estremamente
"ene 5Be non fosse cos; la vista di un grosso serpente potre""e attivare meccanismi selettivi che ripetano
dallinterno la frase -iente panico A, ma purtroppo il controllo automatico delle reazioni 7 e ci& vale
anche per le macchine 7 )uasi sempre preventivo e difficilmente modifica"ile dallo stesso organismo6
Bcartando, )uindi, anche lipotesi dellemozione non resta che rifarsi alle capacit# intellettive pure, vale a
dire alla logica, al pensiero astratto e, in ultima analisi, anche alle capacit# artistiche 1gli al"ori
dellintelligenza artificiale, grandi pioneri come @arvin @ins,C proposero )uella che per molti anni a
seguire fu la metodologia da adottare per affrontare pro"lemi di particolare complessit#* in particolare la
loro idea si "asava sul presupposto che laggettivo artificiale fosse riferito non tanto allintelligenza della
macchina, ma piuttosto al fatto che un "ravo programmatore riuscisse a scrivere algoritmi innovativi e
capaci di far fronte a situazioni computazionalmente molto pesanti 8n pratica, seguendo )uesto filone, la
risposta alla nostra domanda iniziale non pu& che essere$ Lintelligenza artificiale naturale tanto )uanto
lo un computer, con la differenza che, mentre luomo capace di astrarre ma non di calcolare
velocemente, il calcoltore, opportunamente predisposto dalloperatore, virtualmente in grado di assolvere
ad entram"i i compiti 8l pro"lema principale, tuttavia, nasce proprio dal fatto che senza lausilio
dellesperto umano non praticamente possi"ile effettuare )uella transizione di intelligenza che pu&
migliorare il comportamento delle macchine automatiche
Dortunamente la ricerca si spinta oltre il vicinissimo confine tracciato dai padri dellintelligenza artificiale
detta ormai classica e la cosa pi/ stupefacente stata non tanto la variazione di strategia, ma piuttosto
lidea che un calcolatore pu& divenire pi/ intelligente solo se imita operazionalmente e strutturalmente gli
organi animali preposti a svolgere tutte le svariate funzioni di controllo ed ela"orazione 8n parole povere, a
partire dai risultati della neurofisiologia, si pensato di implementare particolari strutture 5le reti neurali6
che avessero un funzionamento analogo a )uello delle omologhe naturali* in )uesto modo 7 che noi non
descriveremo per mancanza di spazio 7 fu immediato constatare che il ruolo del programmatore non era pi/
centrale, ma andava assumendo una posizione sempre pi/ marginale per lasciare spazio ad unevoluzione
interna semi.autonoma guidata solo dagli o"iettivi che si desiderava raggiungere 1d esempio, con una rete
di =4 neuroni, possi"ile far s; che essa apprenda 5apprendimento inteso come modificazione di alcuni
parametri caratteristici6 a riconoscere le lettere dellalfa"eto e sia in grando di riconoscere con estrema
facilit# un carattere distorto 2rmai molti soft>are per personal computer si "asano su )uesto approccio,
"asti pensare ai cosidetti 20:, ovvero a )uei programmi che sono in grando di convertire unimmagine
contenente del testo in un documento elettronico, oppure ai sofisticati strumenti utilizzati dalla polizia per
confrontare un volto sospetto con )uelli contenuti nella loro "anca dati* )uesti naturalmente sono solo "anali
esempi, ma in realt# lintelligenza artificiale "asata sul connessionismo
E
ormai cos; diffusa da essere un
re)uisito essenziale per ogni programmatore di sistemi intelligenti che si rispetti
( chiaro che adesso la risposta alla domanda inizia lentamente a volgere verso unaffermazione positiva,
ma ancora non chiaro perch un semplice cam"iamento di rotta a""ia determinato una rivoluzione la cui
portata comprensi"ile solo agli scrittori di fantascienza, ma di ci& parleremo ampiamente nel prossimo
paragrafo
La capacit di generalizzare e astrarre
0redo che )ualun)ue persona non a""ia alcuna esitazione nel dire che, )ualora venga suffragata lipotesi
anti.dualistica della mente, sia il cervello 7 con la sua attivit# 7 la vera causa dellintelligenza e di certo
verre""e negato il contrario* adesso se noi applichiamo il nesso causale al nostro pro"lema la domanda da
porsi $ )uale linea guida do""iamo seguire per pervenire ad un risultato concreto nel campo
dellintelligenza artificiale ? Be ci affidassimo esclusivamente alle teorie classiche evidentemente il percorso
sare""e dettato dalla progressione$ effetto causa, infatti, dopo aver constatato che un "uon
programmatore pu& insegnare ad una macchina ad eseguire compiti difficili, lo"iettivo principale
dovre""e essere solo )uello di fissare leffetto desiderato per cercare di conseguirlo con una )ualsiasi causa
5programma6 @a tale metodologia ha come effetto collaterale proprio )uello di allontanarci dalla natura per
farci tendere ad un risultato che non scaturisce dai medesimi effetti che si verificano in un cervello animale
1l contrario, il connessionismo procede secondo la relazione inversa$ causa effetto, cio parte
dallosservazione del funzionamento "ioelettrico dei neuroni che compongono il sistema nervoso centrale
degli organismi viventi e procede con un meccanismo detto ingegneria inversa, ovvero cercando, tramite
la simulazione e lesperimento sul campo, di rintracciare le cause prime che generano tutti gli effetti
dellattivit# cere"rale, primo fra tutti lintelligenza ( chiaro che )uesto procedimento, a differenza del
primo, molto pi/ lungo e la"orioso in )uanto, come fa notare 'aolo Legrenzi, esistono certamente
differenti cause che conducono agli stessi effetti, ma, dato che la psicologia umana sterminata, )ualora si
accettasse una )ualsiasi soluzione senza prima aver effettivamente verificato che la pi/ plausi"ile, si
rischiere""e di soddisfare un o"iettivo ma nel contempo si sopprimere""e la possi"ilit# che possano
emergere ulteriori risultati caratteristici
@ichelangelo soleva ripetere che egli vedeva allinterno di ogni "locco di marmo una statua e il suo ruolo
era solo )uello di asportare le parti in eccesso A Questa frase pu& certamente essere considerata il sottotitolo
allem"lema dellintelligenza artificiale moderna con la sola differenza che, mentre lo scultore poteva fare
uso della sua smisurata fantasia, lo scienziato deve attenersi alle osservazioni della realt#* in ogni caso,
credetemi, fino ad un secolo fa o poco pi/, tra un "locco di travertino e il cervello non cera, secondo il
punto di vista della maggioranza della gente, )uasi nessuna differenza A Bolo intorno al 1FG4 si cominciato
a comprendere che lunico modo di sgrovigliare la matassa era )uello di cercare di riprodurre le strutture
nervose di "ase e osservarne le propriet# emergenti, larrogante tentativo di forzare la natura con algoritmi
sempre pi/ sofisticati ha )uindi ceduto il passo ad una pi/ cauta analisi dei dati di fatto seguita da
unaccurata sperimentazione @a )uali sono le propriet# emergenti a cui a""iamo accennato ?
Be volete pensate metaforicamente$ la 'iet# o il Havid sono propriet# emergenti allinterno del contesto
"locco di marmo.attivit# di @ichelangelo* allo stesso modo possi"ile vedere che una rete neurale
artificiale svela i suoi segreti non tanto nella fase di progettazione, cio )uando si decide di realizzarla
tramite un programma al calcolatore, ma piuttosto durante il suo funzionamento ( come se un velo venisse
lentamente rimosso da un )uadro solo )uando esistono osservatori che gli dedicano attenzione, altrimenti la
tela rimane occultata e, tuttal pi/, se ne pu& conoscere lesistenza 7 ovvero leffetto che la sua presenza
produce allinterno di un museo 7 senza per& essere in grado n di studiarla, n tantomeno di replicarla 2ra
non vorrei che venisse associata allimmagine del ricercatore di neuroingegneria )uella del falsario artistico,
non tanto perch disprezzi lattivit# di )uestultimo, ma perch lo"iettivo dellintelligenza artificiale non
)uello di produrre cloni, ma semmai )uello di costruire macchine che riescano ad esprimere le loro
potenzialit# allo stesso modo della maggior parte degli esseri viventi di ordine superiore 8n altre parole,
)uesta disciplina deve prendere lispirazione dalla natura, ma non pu& pensare di esprimere i suoi risultati
secondo gli stessi canoni poich ci& oltretutto non sare""e in alcun modo conveniente
%uttavia a )uesto punto sem"ra )uasi che la domanda iniziale trovi una risposta negativa per )uanto
affermato finora$ non cos; Lerrore potre""e sorgere solo se si intendesse il soggetto dellinterrogativo
5lintelligenza artificiale6 legato al predicato nonimale 5 naturale6 da una relazione di contenimento* in tal
E
8l termine connessionismo si riferisce al fatto che il principio peculiare di ogni rete neurale proprio il fitto insieme di
connessioni 5sinaptiche6 tra i vari neuroni
senso la logica suggerire""e immediatamente che esiste una contraddizione netta ed giusto eliminarla @a
se si analizzano le propriet# dei sistemi artificiali e )uelle dei corrispondenti naturali, allora tutto cam"ia
perch la relazione diviene una semplice analogia @i spiego meglio$ lapproccio connessionista
naturale non perch utilizza cellule viventi allo stesso modo della "iologia, ma perch ri.implementa le
strutture organiche 5cercando di essere )uanto pi/ fedele possi"ile alloriginale6 con mezzi artificiali e si
attiene al loro funzionamento senza forzarne in alcun modo la dinamica Haltronde non ci sare""e altro
modo per osservare le propriet# emergenti che, allinterno del contesto classico, diverre""ero pre.
condizionate e pre.codificate* un esempio molto importante rappresentato dalle cosiddette B2@ 7 Belf
2rganizing @aps 7 ovvero da particolari reti neurali auto.organizzanti che sono in grado di immagazzinare
informazioni in modo )uasi autonomo, )ualora si pensasse di fare lo stesso seguendo le strategie classiche si
dovre""e scrivere un programma in grado di collocare ogni singolo dato in una certa posizione e tutto il
processo sare""e praticamente noto a priori 0on le B2@, al contrario, lutente<programmatore non conosce
)uali locazioni di memoria 5intese in senso lato6 verranno utilizzate in )uanto la stessa rete a sceglierle
secondo un principio di tipo associativo* ad esempio due volti con fisionomia molto simile verranno
collocati in posti relativamente vicini, in )uesta maniera )uando si effettuer# il recupero delle informazioni
non si deve procedere come se ci fosse una sorta di schedulazione, ma piuttosto fornendo alla rete gli
elementi peculiari da ricercare lasciando che essa si attivi maggiormente proprio in corrispondenza di )uei
dati che hanno una somiglianza pi/ spiccata 'enso che )uesto esempio a""ia chiarito la differenza tra un
approccio innaturale ed uno naturale e spero che il lettore si convinca che il territorio della
neuroingegneria lungi dallessere piano e "en segnalato, ma che esistono dei riferimenti 7 la nostra stessa
mente e le sue propriet# 7 che possono lentamente guidare la scienza sia verso la comprensione psicologica
delluomo, sia verso lac)uisizione di capacit# progettuali in grado di permettere la realizzazione di
macchine sempre pi/ vicine al modus operandi comportamentale degli esseri viventi
@a torniamo alla capacit# di generalizzazione a cui a""iamo accennato nel primo paragrafo$ lesempio delle
B2@ dovre""e gi# in parte aver chiarito che una struttura statica pu& fornire una )uantit# di informazione
pari al massimo a )uella pre.immagazzinata, al contrario una rete neurale addestrata con un insieme di dati
limitato pu& produrre uscite 5vale a dire risultati6 in numero teoricamente infinito 'ensiamo ad unalfa"eto
di =1 sim"oli scritti in caratteri %imes -e> :oman e associamo a ciascuna immagine della lettera un
sim"olo duscita 5ad esempio un numero6, ad apprendimento ultimato scegliamo una )ualsiasi lettera con un
carattere diverso come 1rial o Ielvetica, oppure deformiamo loriginale in modo casuale* sottoponendo in
ingresso )uesto campione, a meno che limmagine sia del tutto irriconosci"ile 7 ci& e)uivale ad una perdita
totale di informazione 7, otterremo in uscita il numero corrispondente alla lettera corretta La rete ha
generalizzato il campione originale generando una dispersione di possi"ili alternative ad esso che
permette il riconoscimento di forme simili* notate che la parola simile non ha un significato matematico
"en preciso A !n algoritmo classico pu& effettuare confronti ed eventualmente valutare la correlazione
esistente tra limmagine fornita e )uelle immagazzinate, ma tale processo porta ad un insieme di grandezze
puntuali che rappresentano il livello di somiglianza, e""ene, non esiste alcuna garanzia che due immagini
completamente diverse portino a correlazioni diverse 1nzi, pu& accadere proprio che, ad esempio, una % e
D, se confrontate con una :, forniscano un valore che , se non proprio identico, molto prossimo e )uindi
facilmente altera"ile dalla precisione finita dei calcolatori ( evidente )uindi che il principio di "ase di una
rete neurale permette di aggirare )uesto ostacolo e, a patto che il progetto sia "en strutturato, possi"ile
affermare che con un numero di operazioni estremamente limitato si possa pervenire ad un risultato molto
migliore di )ualsiasi altra soluzione adotta"ile
1 )uesto punto "ene ricordare che lo"iettivo della ricerca avvicinarsi alla natura, non superarla$ anche
una rete perfettamente addestrata pu& commettere errori, ma ci& non deve stupire pi/ di tanto perch la
generalizzazione comun)ue limitata anche negli esseri umani* inoltre molti risultati sorprendenti sono stati
raggiunti utilizzando poche decine di neuroni interconnessi, mentre, il cervello di una persona presenta circa
1J4 miliardi di neuroni e ciascuno di essi pu& avere anche =4444 interconnessioni 5le cellule di 'ur,inKe del
cervelletto possono averne anche =44444 A6 Dinora non sono state mai implementate reti neurali artificiali di
)uesta mole per il semplice motivo che la memoria e la potenza richiesta sono praticamente proi"itive, ma in
un prossimo futuro, grazie al trend in discesa del rapporto prezzo<prestazione dellhard>are, sar# possi"ile
fare esperimenti sempre pi/ complessi Gi# oggi ricercatori come 8gor 1le,sander dell8mperial 0ollege di
Londra hanno messo a punto dispositivi intelligenti estremamente versatili e capaci di generalizzare e
astrarre in modo al)uanto promettente e i computers utilizzati rientravano sempre nella fascia delle
>or,stations a medio<"asso costo
@a )uale o"iettivo si pu& raggiunge, oltre alla generalizzazione pura, addestrando una rete neurale ? 8l
campo dove possi"ile fare esperimenti particolarmente interessanti sicuramente )uello della ro"otica$ i
ro"ot antropomorfi, ad esempio, possono muoversi allinterno di un am"iente complesso e non strutturato e,
grazie alla possi"ilit# di possedere stati interni 5pensate alla sensazione provata mangiando una mela$ "ene
essa lo stato interno provocato dallinput sensoriale gustativo associato alla mela6, essi sono in grado di
rappresentarsi lo scenario in cui si muovono e gli elementi con cui interagiscono 8n pratica una simile
macchina si pu& comportare come un uomo primitivo che esplora cautamente il suo macrocosmo naturale e
impara ad identificare gli oggetti che lo compongono* lentamente, nel cervello delluomo primordiale<ro"ot,
si iniziano a formare associazioni attraverso i collegamenti tra i diversi neuroni, le )uali, come accade nei
"am"ini, su"iscono successivamente un processo di potatura che ha come scopo )uello di eliminare le
ridondanze e specializzare le singole aree
Quando a""iamo parlato delle B2@ a""iamo visto che esse si organizzano in modo da immagazzinare
informazioni, chiaro che dopo un certo lasso di tempo durante il )uale c stato un flusso di dati in
ingresso la rete inizia a saturare, cio non pi/ capace di specializzare le sue aree per permettere il recupero
corretto dei dati Questo processo accade anche negli esseri umani e lunico modo di prevenirlo )uello di
filtrare le informazioni percettive attraverso una serie di stadi che hanno come compito )uello di selezionare
solo i contenuti fondamentali ed eliminare tutto ci& che non necessario !n sistema artificiale pu&
funzionare in modo pressoch identico$ "asta gestire una memoria a "reve termine 7 pensate alla :1@ di un
computer . che riceve i flussi sensoriali e una memoria a lungo termine 5pi/ ampia della prima ma sempre
limitata6 dove vengono collocate le informazioni fondamentali La transizione dalla prima alla seconda
regolata da un processo che diventa sempre pi/ selettivo man mano che il ro"ot analizza e impara a
conoscere lam"iente e gli agenti in esso presenti$ allinizio essenziale che )uasi tutte le informazioni
passino nella @L%, garantendo in )uesto modo una solida "ase di partenza per lapprendimento, ma dopo un
certo tempo, che nelluomo termina nei primi anni dellinfanzia, )uesto processo deve necessariamente
ridursi sia per evitare il sovraffollamento della @L%, ma anche e soprattutto per lasciare spazio alla
capacit# di generalizzazione 8nfatti )uestultima fortemente su"ordinata ai gradi di li"ert# che possiede
una rete$ se si utilizzano troppi neuroni 7 o troppe connessioni sinaptiche tra di essi . si rischia un
apprendimento di tipo mnemonico ma una scarsa attitudine a cogliere le somiglianze, mentre se si esegue
una continua potatura adattativa si pu& riuscire a mantenere la rete in condizioni sia di ricordare che di
astrarre
Conclusione
Quanto naturale lintelligenza artificiale ? @olto, poco o nulla %utto dipende dalla strategia che si
intende adottare e, purtroppo, anche dai preconcetti che hanno spesso offuscato la vista degli scienziati$ un
"uon programma in grado di far fronte a svariati pro"lemi in modo ottimale, ma esso chiuso e limitato$
non ci si pu& aspettare nulla oltre gli o"iettivi che sono stati considerati in fase di progettazione !n
approccio connessionista, congiuntamente ai risultati forniti dalle scienze cognitive, pu& oltrepassare il
limite dellidea iniziale e s"ordare in un territorio completamente inesplorato, esattamente come accade
nei "am"ini che, da esseri del tutto immaturi, divengono lentamente persone sempre pi/ formate sia
fisicamente 5e ci& dettato dalle caratteristiche stesse dellam"iente in cui si trovano a vivere6 che
psicologicamente La maturit# rappresenta il culmine dei processi adattativi cere"rali e pu& essere
facilmente caratterizzata da tutte le con)uiste della mente individuale$ il coordinamento motorio, il
linguaggio, la capacit# di leggere e scrivere, le a"ilit# logico.matematiche, ecc 1ffinch un sistema
artificiale possa seguire lo stesso iter di sviluppo necessario che esso possieda le strutture di "ase
fondamentali, ma nel contempo importante che lagente, o il ro"ot, possa interfacciarsi con un am"iente
variegato che gli fornisca )uanti pi/ stimoli possi"ile* in altre parole ci si deve rendere conto che in )uesto
settore la ricerca deve o""ligatoriamente essere molto speculativa* se si mira a produrre soft>are intelligenti
ma con una scarso insieme di possi"ilit# dazione il risultato non pu& che mantenersi negli standard odierni
o migliorare solo leggermente, al contrario se si investe nel settore delle applicazioni svincolate dal contesto
5come i ro"ot antropomorfi o gli agenti virtuali con capacit# semantico.sintattiche6 molto pi/ pro"a"ile
che si pervenga in "reve tempo ad un lunga serie di con)uiste che, nella migliore delle ipotesi, pu&
culminare proprio nella realizzazione di macchine dotate di unintelligenza naturale
'er concludere )uesto articolo desidero ricordare che proprio Galileo Galilei, padre della scienza moderna,
fu il primo a far notare che se si desidera studiare la natura "isogna prima di tutto rispettarla$ le teorie sono
sempre "ene accette ma lo scienziato deve comun)ue affidarsi allesperimento sia come mezzo di convalida
delle stesse, sia per trovare nuovi spunti di ricerca Lintelligenza artificiale una scienza solo ed
esclusivamente )uando parte dalla realt# di "ase 5lintelligenza degli esseri viventi6, la studia e, solo dopo
averne compreso almeno )ualche aspetto, tenta di modellarla con i mezzi forniti dalla tecnologia moderna*
daltronde che senso avre""e parlare di )ualcosa che deve essere artificiale ma che nello stesso tempo
rispecchia una realt# naturale senza fare ricorso proprio alle sorgenti di cui luomo pu& disporre ?
Lingegneria del soft>are pu& essere daiuto, ma, a mio parere, lunica vera strada percorri"ile )uella
tracciata dalle neuroscienze e dalla psicologia cognitiva che, insieme con i risultati della matematica e della
fisica, possono veramente aprire le porte ad un nuovo ed affascinante millennio di con)uiste A
B8BL82G:1D81
2liverio 1, 'rima Lezione di -euroscienze, (ditori Laterza
Dloreano H, @attiussi 0, @anuale sulle :eti -eurali, (dizioni il @ulino
'arisi H, @ente$ i nuovi modelli di vita artificiale, (dizioni il @ulino
Legrenzi ', 'rima Lezione di Bcienze 0ognitive, (ditori Laterza
1le,sander 8, 0ome si costruisce una mente, (inaudi
-eisser !, 0onoscenza e realt#, (dizioni il @ulino
'enrose :, La mente nuova dellimperatore, (dizioni BuperBur

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