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Periodico indipendente - Ottobre 2009 - anno 2 numero 12 - Fondatore Nunzio Balducci

Si alla Metrotopolinitana coratina

N
iente paura amici del comitato antiparcheg-
gio, il nostro è solo un innocuo suggerimen-
to, nemmeno tanto strampalato (per il quale
non ci incateneremo sotto Palazzo S. Cataldo), che
rivolgiamo ai nostri amministratori comunali e che
trae origine dalla considerazione che essendo oramai
Corato diventata una città “groviera”, (dove si scava
ovunque, malgrado il suo sottosuolo imponga altre
scelte) non dovrebbe essere difficile scavare qualche
metro quadro in più, nel caso in cui il parcheggio
interrato in Piazza Vittorio Emanuele dovesse essere
realizzato. Del resto, questa proposta è in sintonia
con il virus del “fascino delle grandi opere”, che ha
infettato il centrodestra nazionale con il ponte sullo
stretto e quello coratino con la costruzione del me-
gaparcheggio (vera pandemia per la quale non c’è
ancora un vaccino). Scavare per scavare, perché
non pensare, dunque, anche ad una rete ferrovia-
ria sotterranea che congiunga i diversi cunicoli già
presenti (alludiamo per es. a quelli leggendari che
incoraggiavano “incontri ravvicinati del quarto tipo”
fra i padri domenicani della Chiesa di S. Domenico e
le monachelle della Chiesa di S. Benedetto senza che
i fedeli ne fossero a conoscenza)? Sarebbe comodo,
del resto, prendere il metrò da Via Don Minzoni per
scendere in via S. Vito per un caffè ed una briosche
evitando le buche più dure che “assassinano” le no-
stre auto.
Nunzio Balducci
LA CAPASANA 2
Anche i cunicoli antichi
minacciati dal parcheggio
P
assando dal faceto al serio, tra i tanti
motivi che si oppongono alla realizza-
zione di un megaparcheggio interrato
non sono stati sinora citati i cunicoli, i cam-
minamenti che nessuno ha più ispezionato
da almeno 70/80 anni. E dire che proprio
ad essi ha pensato, con inatteso riguar-
do, l’amministrazione in carica. Ai primi
del 2008 dall’albo pretorio ho ottenuto in
lettura una delibera di giunta del 16/ feb-
braio/ 2008 in cui si ratificava il compenso
di € 19.900 per l’ingegnere a cui era sta-
to dato l’incarico di redigere uno studio di
fattibilità per il recupero dei “cunicoli sot-
terranei risalenti al 1500, che collegano
il Municipio con il centro storico.”. Questa
decisione della giunta Perrone si collegava
ad una delibera di giunta dell’ottobre 1999,
amministrazione Di Gennaro, con la quale
il Comune di Corato aderiva al programma
C.I.P.E. di recupero dei centri storici stan-
ziando la somma di 100 milioni di lire quale
quota di co-finanziamento degli interventi
candidati. Questi interventi vennero suc-
cessivamente inseriti anche nei program-
mi dei finanziamenti regionali e Comuni-
tari. Salito a Palazzo S. Cataldo il Sindaco
Perrone, si scelse di inserire tra i progetti
candidabili uno che riguardasse questi an-
tichi tunnels. Il suggerimento venne forse
dall’ingegnere barese, Sabino Di Bartolo-
meo, che aveva da poco restaurato la fac-
ciata della Chiesa dell’Incoronata con la ri-
apertura della trifora. La delibera del 2008
spiegava che era stato scelto l’ing. Di Bar-
tolomeo, in quanto “tecnico esperto in tale
specifica branca” e che egli “dopo appro-
fondita ricerca storica presso il Genio Civile
di Bari e le biblioteche di Corato, Napoli e
Bari, con nota del 16 Ottobre 2006” inviò 4
copie dello studio di fattibilità che preven-
tivava questa spesa; recupero gallerie e in-
dagini speleologiche: € 300.000, recupero
cripta di S.Cataldo e mura del santuario:
€ 300.000, sistemazione dell’area di piaz-
za C. Battisti: € 900.00, per un totale di
un milione e 500.000 euro. La delibera si
concludeva con l’impegno della ammini-
strazione di reperire le risorse finanziarie
per la bisogna. Encomiabile intento che
non è sinora andato in porto. Ebbene tale
progetto, con grande paradosso, sarebbe
compromesso da quest’ultimo progetto
sul parcheggio interrato. Se il Sindaco va
a leggersi la relazione dell’ing. Di Barto-
lomeo, dovrebbe certo trovare la descri-
zione che Saverio R. Grossi, un impiegato
comunale, fece di questi camminamenti,
La quiete dopo la tempesta
S
embra che la ragione abbia avu-
to il sopravvento sulla imbecil-
lità e sia tornato il sereno. Le
telefonate offensive contro la nostra
redazione sono cessate, l’autore o gli
autori evidentemente hanno compre-
so che attraverso i tabulati è possibi-
le rintracciarli e che l’allarme lanciato
nel numero scorso, ha riscosso tanta
solidarietà e non ci ha trovati isolati.
Abbiamo, infatti, ricevuto tangibili in-
coraggiamenti da numerosi lettori e
da tutti i media locali, a cominciare
da Lo Stradone, Piazza Sedile, Video
Puglia e, soprattutto, Corato live e Il
Notiziario che ci hanno dedicato uno
spazio. Grazie a tutti. A conferma della
decadenza in cui versano, segnaliamo,
al contrario, il completo e indecente
disinteresse dell’intera classe politica
con esclusione di alcuni, che, a tito-
lo personale, ci hanno mostrato vici-
nanza: ci riferiamo all’ Avv. Ricchiuti,
al Dott. De Lillo, all’ Avv. F. Edmondo
Stolfa, al Sig. Amorese e al Dott. De
Palma
Su Corato live, nella parte occupata
Rettifichiamo:
“Il consigliere regionale Sergio
Tedeschi giocò la schedina”
E
gregio Nunzio Balducci, chi le
scrive é un lettore del suo gior-
nale, che lo ha trovato simpatico,
costruttivo e sincero, ma non in tutte
le sue pagine. Mi riferisco all'articolo
inerente al consigliere regionale Sergio
Tedeschi, premettendo che non sono
un parente del sopraccitato e non ho
rapporti stretti, mi permetta, però,
una riflessione a titolo di consiglio. La
prossima volta che scrive un articolo
non scriva opinioni personali, ma si li-
miti a scrivere l'articolo in se e per se.
Ripeto questa non vuole essere una
minaccia, ma solo un consiglio, poiché
come lettore mi ha infastidito tutta la
sua premessa. Il Consigliere Regiona-
Solidarietà da un lettore
F
inalmente ho potuto grazie al Vo-
stro « CAPASANA » credere anco-
ra a un’informazione locale LIBE-
RA , INDIPENDENTE. Grazie di avermi
dato questo piacere. Lo stile che im-
piegate é molto gradevole .
Vi auguro di continuare per il piace-
di cui ebbe visione o relazione negli anni
’20: ebbene un cunicolo, a nord, partendo
dal municipio, dopo varie svolte giunge in
via S. Benedetto, sotto l’ex convento delle
monache. Di qui, attraversando il fu Largo
delle Croci o del Calvario (l’attuale piazza V.
Emanuele) si dirige verso il convento delle
Domenicane, cioè l’edificio del Liceo. Dun-
que, uno scavo così profondo nella piazza
non potrà non intercettare e distruggere il
camminamento principale e sue eventuali
diramazioni, posto a circa 2 metri e mezzo
sotto il livello stradale. Pochi anni fa il cu-
nicolo si appalesò facendo sprofondare un
tratto di corso presso il tombino allo sboc-
co di via S.Benedetto. Era il tratto di corri-
doio sotterraneo che Niccolò Molinini ricor-
da di aver in parte esplorato da ragazzino
nel 1914, quando venne alla luce durante i
lavori per la posa dei tubi dell’Acquedotto.
E sotto la piazza potrebbero esserci altre
sorprese oltre ai cunicoli, legate ad antichi
edifici con termini non più esistenti, come
la chiesetta di S.Rocco.
Stordito dal nuovo mega-progetto, il Sin-
daco Perrone ha evidentemente dimentica-
to quello precedente.
Luigi Soldano
dai commenti degli utenti, abbiamo
appreso tanta solidarietà associa-
ta a diversi dissensi. Bene! Il nostro
giornale, in fin dei conti, si propone
di agitare le acque stagnanti di una
coscienza civile dormiente, e quindi
anche le critiche generano sostegno.
Qualche inesattezza, però, ci preme
correggere. A chi ci ha accusato di non
trovare, leggendoci, risposte ai propri
interrogativi esistenziali, facciamo no-
tare umilmente che dai nostri articoli
difficilmente si ricevono “risposte” di
questa natura, Queste manie di gran-
dezza non ci appartengono. A costoro,
però, diciamo di non disperare, perché
potrebbero acquietarsi, rispolverando
una pubblicazione che, seppure data-
ta, risulta essere ancora in auge, e che
è deputata da più di duemila anni a
questa funzione, chiamasi il Vangelo!
La LCS di Nunzio Balducci
le Sergio Tedeschi la schedina (definita
tale dal suo articolo) l'ha giocata can-
didandosi cinque anni fa alle regionali;
si informi meglio, poteva dire che non
aveva giocato la schedina, allorché Te-
deschi fosse stato preso esternamente
e messo come assessore esterno il che
a me non risulta. Un ultima gentilezza
spero che date voce anche a dei sem-
plici lettori e che questa lettera venga
pubblicata sul prossimo vostro numero
di giornale
Distinti saluti, Massimiliano
re di tutti, fatelo “senza paura e sen-
za rimproveri come diceva il Cavaliere
Bayard »
Sinceramente
Louis joseph Mininno
 LA CAPASANA 3

“Per Berlusconi Il “bidet di trionfo”

i tempi belli hanno finito” N
in cose della vita), tal Peppino Quercia da
Corato, incontrato casualmente al bar dello
sport davanti ad una Peroni a canna lunga
che, fra un “Hic!” e un “Sic!”, ha voluto,
su queste vicende, esprimere la sua per-
sonalissima opinione . “ Dopo la sentenza
sul lodo Alfano (ndr) per Berlusconi i tempi
belli hanno finito, non più gnocche, non più
scampoletti, ma mò (leggi: adesso) la ga-
leraaaaaa!”
E infatti, riteniamo che il saggio Peppino,
pur non essendo un politologo e non aven-
do studi regolari alle spalle, ci abbia az-
zeccato. Per il Cavaliere mala tempora
currunt, la moglie Veronica gli ha fatto tro-
vare le valigie sull’uscio di casa, un debito
di 750 milioni di euro verso De Benedetti
gli pende sulla testa (grazie alle vicende
legate al lodo Mondadori), è stato pesca-
on è un mistero che il nostro pre-
sidente Silvio Berlusconi si ritenga
un “grande conquistatore”. Egli ha
negato di aver mai dato soldi - nean-
che un euro - per ottenere prestazioni
sessuali. “Senza conquista - egli ha det-
to - non c’è gusto”. Bisogna credergli.
Sappiamo che lui non mente mai e che
per questo è tenuto in altissima conside-
razione in tutto il mondo, a cominciare
dall’amico Joseph Ratzinger. Tra Papi e
Papa l’affinità di vedute non poteva non
mancare.
Sulla veridicità di Berlusconi latin lover
qualche mese fa arrivò l’eloquente te-
stimonianza dell’ex presidente francese
Jaques Chirac, il quale riferì che il nostro
premier si vantò con lui delle sue capa-
cità amatorie.
Nel corso di un viaggio in Italia, l’ex pre-
sidente francese fu ospitato di passaggio
in una delle residenze private di Berlu-
sconi, e questi gli avrebbe confidato con sconi” con la seguente sentenza di ispi-
razione dantesta proiettata da fasci di
voce orgogliosa e viso raggiante: “Caro
Jacques, vedi questo bidet? Tu nean- luce nel cielo e visibile da centinaia di
che immagini quante paia di chiappe ha chilometri:
ospitato!”. “Fatti non foste a viver come bruti
Non solo. Notando un bel po’ di riviste ma...

D
opo la sentenza sul lodo Alfano, che
ha visto cadere la testa del Cava-
liere sotto la scure dei giudici costi-
tuzionali, molti giornali hanno riportato le
dichiarazioni e le riflessioni forbite di auto-
revoli esponenti del mondo politico e della
cultura che hanno relazionato non solo sul
merito della stessa, ma anche sulle ten-
sioni susseguitesi agli attacchi ferocissimi
contro il Presidente Napolitano e i giudici
della Corte Costituzionale. Noi, al contra-
rio, della grande stampa nazionale e inter-
nazionale, e in ossequio al nostro stile (se
volete strampalato) desideriamo corregge-
re la rotta e rendere pubblico il commento
di un italiano medio, di colui il quale non
ha mai contato politicamente più del due
di briscola, ma che, essendo anch’egli cit-
tadino di questa Italia decadente, merita
attenzione. Ci riferiamo ad un distinto si-
gnore (avanti con gli anni e quindi esperto
to in flagrante mentre ospitava signore di
dubbia moralità a Palazzo Grazioli, dovrà
subire diversi processi in qualità di impu-
tato e sul versante strettamente politico
ormai è legato mani e piedi agli umori dei
leghisti di Bossi. Chi sta peggio di lui, alzi
la mano. Queste vicende probabilmente
alimenteranno nella PDL una discussio-
ne che potrebbe portare alla sua sostitu-
zione. In questo caso noi suggeriremmo
come suo degnissimo sostituto un signore,
che da diverso tempo scalpita in panchi-
na e che in questi ultimi mesi con le sue
prese di posizione sta facendo dimenticare
le sue origini fasciste: alludiamo all’attuale
Presidente della Camera, Gianfranco FINI,
sempre che il 25 ottobre p.v, data delle
primarie nel PD. non venga cooptato ed
eletto segretario.
Nunzio Balducci
illustrate sparse nelle stanze, Chirac
chiese: “Silvio, ma perchè lasci in giro
queste riviste?”. “Jacques - pare abbia
risposto il nostro premier sfogliandone
una a caso ed indicando le immagini di
alcune belle ragazze come una volta si
mostrava la collezione Panini dei gioca-
tori - questa ce l’ho, questa pure, questa
anche...”.
A distanza di qualche mese, cassa-
ta ogni ipotesi di reato e bollata di ri-
dicolo la magistratura, arriva non solo
la riabilitazione, ma la celebrazione del
“novello Casanova italico”. Infatti, una
speciale commissione nazionale, con la
consulenza di esperti internazionali, è
stata incaricata di proporre una nuova
“grande opera” che ricordi e simboleggi
per l’eternità la grandezza del premier
Silvio Berlusconi. L’opera sarà “Il Bidet
di Trionfo”. Sarà l’ottava meraviglia del
mondo. La meraviglia delle meraviglie.
L’opera farà impallidire per grandezza e
splendore ogni altra finora realizzata.
Non sarà né una statua e né un palazzo,
ma un’ardita costruzione che esprimerà
per mangiare, bere e dar nella gnocca”
In basso verranno scolpiti a caratte-
ri cubitali, di gran lunga più luminosi e
visibili delle battaglie incise sull’Arco di
Trionfo parigino, i nomi di tutte le “eroi-
che escort” che, nelle sontuose ville e
nel corso di strabilianti feste, sono state
conquistate dal divo Silvio Berlusconi da
Arcore:
“Patrizia D’Addario, Manila Gorio, Barba-
ra Montereale, Noemi Letizia etc. etc.”
Pare che in onore della regione della
“escort delle escort”, cioè della Puglia,
l’impianto termo-idraulico della grande
opera sarà affidato ad una nota ditta di
Corato.
Corato grazie a questa storica parteci-
pazione potrà finalmente assurgere al
rango di “Città del Bidet” e far parte del
relativo “Ordine Nazionale delle Gnoc-
che di Silvio”.
Ovviamente il Sindaco coglierà l’occasio-
ne per una settimana di festeggiamenti.
Nel frattempo c’è già chi giura che al
centro dello stemma civico di Corato tra
le quattro torri, al posto del cuore, verrà

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una filosofia di vita. Un’opera maestosa, inserito il “Bidet di Trionfo”
unica e totale, che celebrerà l’essenza
della vita secondo il “paradigma Berlu- Gatto Rosso&Sorcio Verde
LA CAPASANA 4
IL SINDACO PERRONE:
“sul parcheggio adesso parlo io”
L
’ imput per l’incontro con il Sin-
daco Perrone spunta dalla volontà
della redazione di riparare ad una
palese scorrettezza perpetrata ai Suoi
danni nel numero scorso, allorquando
erano state ospitate solo le opinioni
contrarie al megaparcheggio
N. BALDUCCI: Dunque, Signor Sindaco
vuole esporre anche sul nostro giorna-
le le Sue ragioni?
SINDACO: Innanzitutto ci tengo subito
a precisare che sulla vicenda del par-
cheggio ci sono state strumentali en-
fatizzazioni, che nulla hanno a che fare
con la sostanza della proposta e molto
con la voglia di visibilità da parte di
alcuni anonimi personaggi e di alcune
forze politiche. Cioè a dire: alcune for-
ze dell’opposizione stanno cercando di
rendersi oltremodo visibili diffondendo
informazioni false e pretestuose pur di
giustificare la loro presenza in città..
N. BALDUCCI: Signor Sindaco, mi sem-
bra, in verità, che non si tratti tanto
di iniziative nate dai partiti, ma della
opinione di comuni cittadini non orga-
nizzati. La nostra stessa posta elettro-
nica è stata invasa da e-mail in forte
dissenso con la Sua proposta e in città
sono state raccolte diverse migliaia di
firme a testimonianza della contrarietà
al parcheggio.
SINDACO: Che i coratini non siano
d’accordo lo si vedrà in seguito, allor-
ché si porrà alla loro attenzione un que- di riqualificare diverse piazze, fra cui soprattutto, non abbiamo alcuna in-
sito corretto e non il semplice “volete il anche Piazza Vittorio Emanuele. Non tenzione di eliminare i monumenti esi-
parcheggio”? e, comunque, la questio- bisogna dimenticare che noi vogliamo stenti e perfino la celebre Montagnola
ne non va posta in questi termini. Noi fare innanzitutto un parco mantenendo sarà salva. I coratini non vedranno in-
non abbiamo deciso alcunchè; siamo gli alberi di alto fusto, il verde, addirit- taccato l’anello de lo stradone.
in attesa di progetti che valuteremo e tura un laghetto, fare sì che le famiglie
che sottoporremo al giudizio della cit- possano sostare in tutta tranquillità e, N. BALDUCCI. - Quindi Lei ci assicura
tà se dovesse- che non ci sarà da parte Sua
ro soddisfarci. alcuna prova di forza? Anche
Cioè a dire che perchè in questi giorni mi chie-
nel momento devo come mai Lei intendes-
in cui dovesse se dissipare il gradimento ac-
pervenirci un quisito in questi anni con una
progetto valido proposta piena di insidie e mi
e perfettamen- sembrava che ciò poteva rap-
te conforme ai presentare per Lei la classica
requisiti da noi buccia di banana su cui scivo-
richiesti, solo lare
allora inter-
rogheremo la SINDACO- Non solo non ci sa-
città. Ci con- ranno prove di forza, ma io
fronteremo con confido nel fatto che i coratini,
tutti e arrive- una volta informati corretta-
remo anche ad mente su ciò che realmente si
esporre un pla- vuole fare, mi appoggeranno a
stico attraverso maggioranza senza che sorga
il quale chiede- la necessità di indire addirittu-
remo ai coratini ra un referendum. Anzi, Le dico
“lo volete o non che per le opposizioni questa
lo volete”? Del contrarietà pretestuosa avrà
resto, tutto ciò un effetto boomerang, così
ha una radice, come è già accaduto quando
non nasce per decisi di chiudere al traffico Via
caso, ma na- Duomo. Tutti contrari allora e
sce dall’impe- tutti d’accordo adesso.
gno che abbia-
mo preso con Nunzio Balducci
i nostri elettori

LE BUGIE HANNO LE GAMBE CORTE…
SPECIE QUELLE DEL SINDACO PERRONE
L
a vicenda del progettato megapar-
cheggio interrato in piazza Vittorio
Emanuele sta diventando una lunga
storia dagli aspetti tragicomici. C’è ormai
materiale sufficiente per una telenovela, o,
meglio, per un film da “neorealismo me-
ridionale” di Nico Cirasola, Sergio Rubini
o Giuseppe Tornatore. Ci sono ormai tutti
gli ingredienti per una storia che, riden-
do ridendo, ci spiega ancora una volta le
contraddizioni della politica meridionale e
l’arretratezza del Sud d’Italia per la ten-
denza ad interpretare in modo personali-
stico e interessato anche i grandi problemi
collettivi.
Ormai in questa brutta storia del parcheg-
gio si vedono sempre più i contorni della
politica che, con la scusa del “fare”, ma-
schera solo “affari”. Movimenti di risorse
al di sopra, se non contro, i bisogni della
gente, in cui la politica non è un fine ma
solo un mezzo. Purtroppo il Sud è il Sud,
e Corato non fa eccezione. E forse non è
solo questione di singole menti diaboliche,
ma il frutto, come direbbe Saviano, del “si-
stema”.
Chiusi il mio libro “Clientes” dicendo che,
non solo il fenomeno del clientelismo non
è morto, ma che da diversi lustri si assiste
alla sua naturale e triste evoluzione, ovve-
ro al “lobbismo”. Un lobbismo che da noi
è semplicemente “amorale”. Amorale per
il fatto che il potere politico non solo si ali-
menta delle clientele, ma che alla fine, non
producendo affatto il “bene comune”, si ri-
solve nel tornaconto di pochi. Spero di sba-
gliarmi. Intanto i fatti legati alla questione
del megaparcheggio interrato in piazza Vit-
torio Emanuele a Corato tendono e conver-
gono tutti nel confermare questa ipotesi.
Ed ecco i fatti, aggiornati al 25 settembre
2009, data in cui s’è tenuta nella Sala Giun-
ta del Palazzo di Città di Corato una riunio-
ne congiunta delle Commissioni consiliari
Cultura e Urbanistica, entrambe interessa-
te alla questione del megaparcheggio.
I partiti di opposizione per la voce dei con-
siglieri F. Stolfa, F. Mazzilli, M. Arsale e A.
Amorese hanno espresso la loro avversi-
tà al progetto e hanno chiesto spiegazioni
all’Amministrazione. Le risposte, per nien-
te confortanti, che sono arrivate ancora
una volta dal sindaco Perrone, hanno se-
guito un andamento coerente e ordinato
sul piano politico, estremamente confuso
e contraddittorio sull’idea, la motivazione e
la finalità del progetto, oltre che su quello
della prassi amministrativa.
Insomma, come nella conferenza stampa,
e senza tener affatto conto della volontà
contraria della città di Corato, è stato ri-
badito che il megaparcheggio si farà. Se il
progetto “si può fare e ci piacerà”, ha det-
to il Sindaco, l’opera si farà. La città verrà
ascoltata, e, come per la pedonalizzazione
di via Duomo, si vinceranno le resistenze
negative, quelle che oggi sono alimentate
da sparuti gruppi di disfattisti in cerca di un
po’ di visibilità.
I punti su cui fonda la sua convinzione il
Sindaco sono esposti di seguito così come
sono emersi dalle sue parole nel corso
dell’incontro. Essi, come cercherò di dimo-
strare, sono falsi e contradditori. Essi sono
tali da suggerire che non ci troviamo di
fronte ad uno sforzo dell’Amministrazione
finalizzato a risolvere un grave problema
della città, ma forse ad altro.
1. “Corato ha bisogno del parco. La
richiesta è arrivata dai cittadini. Abbiamo
la proposta di un privato che vuole realiz-
zare l’opera”.
Prima di tutto un parco, ed anche bello
grande, Corato già lo possiede. Secondo, la
parola “parco” è assolutamente impropria
per indicare una villa o una piazza alberata.
E, come si può ben vedere, piazza Vittorio
Emanuele è già, nonostante l’incuria e il
degrado in cui forse volontariamente la si
è lasciata negli ultimi anni, una bella piaz-
za preziosamente alberata. Se c’è stata la
richiesta di un privato di realizzare un me-
gaparcheggio interrato già dal 2006, allora
significa che nel programma elettorale è
entrato non un vero “bisogno” della città, o
una proposta collegialmente discussa nel-
la coalizione che ha supportato l’elezione
del Sindaco e che attualmente governa la
città, ma un interesse estraneo ai bisogni
della gente. E, conseguentemente, emerge
il personalismo decisionale del Sindaco già
LA CAPASANA 5
Entrambe oggi sono, pur con mille accor-
gimenti e qualche “furbata”, perseguibili.
Come si vede anche questo è un modo for-
viante di porre la questione, specie quando
già ci sono migliaia di coratini che si sono
espressi per il no al parcheggio.
7. “La ditta potrebbe perdere perché
abbiamo posto dei vincoli nelle richieste”.
Tra tutte le frasi del Sindaco questa, ap-
la “fattibilità” dell’opera. parentemente meno importante, è la più
significativa. Essa contraddice una serie di
5. “Le valutazioni cultu- affermazioni e comportamenti. Infatti, si fa
rali quando sarà le faremo”.
riferimento ad una impresa di cui esplici-
Tra tutte le affermazioni, la
più incongruente e inaccet- tamente il Sindaco non ha fatto il nome, e
tabile è questa. Ma come, il richiama “vincoli nelle richieste” che fanno
Sindaco, che è anche Asses- supporre non solo l’offerta di un’opera in
sore alla Cultura e all’Urbani- project financing, ma un vero progetto con
stica, per un bene così impor- tanto di computo metrico da cui si ricava
tante e prezioso della città, il
il costo dell’opera determinato nella som-
cui valore “culturale, storico,
etno-antropologico, e paesag- ma, come si vocifera, di oltre 11 milioni di
gistico” è così evidente, ritie- euro.
ne nientemeno di dover fare A proposito della “ditta” nulla è finora tra-
“dopo” le indispensabili valu- pelato dalla bocca del Sindaco. Eppure egli
tazioni. In pratica gli elementi la dovrebbe conoscere molto bene. Ormai
costanti e invariabili dell’evo-
anche questo è una specie di segreto di
luzione del corpo della città
vengono tenuti in “secondo Pulcinella, in quanto da tempo circola il
ordine”. Sarebbe come ampu- nome della “DEC di Bari”, l’azienda della
tare le gambe a una persona famiglia Degennaro di “orientamento ber-
per poi chiedergli quanto egli lusconiano” che realizza in tutta Italia e
prima di essere eletto. ci tenesse. Praticamente una contraddizio- all’estero grandi opere pubbliche. E allora
Non solo. Si dimostra anche che il Sindaco ne e una falsità. Ancor più che esistono al- ci chiediamo, vista la “contiguità politica”
per anni ha tenuto “chiusa e inaccessibi- cune leggi (la legge 41/2004 e una legge e forse la vicinanza imprenditoriale tra
le” nel cassetto la richiesta di un privato di regionale del 2003) fatte appositamente
l’impresa della famiglia Degennaro e quel-
realizzare un’opera fondamentale per tutta per dare ai sindaci la possibilità di tutelare
la della famiglia Perrone, se non vi siano
la città, la quale, viceversa, aveva tutto il il patrimonio culturale delle proprie città da
diritto di sapere e di esprimere il proprio interventi e attacchi che possono arrivare rischi di improprie sovrapposizioni di inte-
giudizio. Non risulta che in nessun comizio da interessi privati e particolari. ressi, o di veri e propri “conflitti”, in questo
della campagna elettorale sia venuta fuo- “affaire” di piazza Vittorio Emanuele II. Su
ri l’idea qualificante (sic!) di un megapar- 6. “Vogliamo assicurare alle forze po- questo punto il Sindaco Perrone dovrebbe
cheggio interrato nella storica piazza. litiche che tutto sarà fatto secondo le rego-
essere estremamente chiaro, preciso ed
2. “Con l’opera del parco (ovvero del le. Rassicuriamo anche la città che non ci
esplicito verso tutta la città.
megaparcheggio) i monumenti non scom- saranno colpi di testa. E che, se non ci sa-
paiono. Anzi, proprio il monumento ai Ca- ranno le condizioni tecniche o non ci con- Di certo c’è una cosa. Ed è che anche a
duti sarà sostituito, magari con uno che viene, l’opera non si farà”. Bitonto si è tentato di realizzare un me-
assomigli alla statua scomparsa di ‘Ciaula gaparcheggio interrato nel centro, ma lì
d’ore’, come ci ha chiesto di fare un’asso- La prima affermazione di rassicurazione l’opposizione civile della città e di qualche
ciazione cittadina e come abbiamo richie-
delle forze politiche è allo stato delle cose architetto sensibile (che purtroppo a Co-
sto alla Soprintendenza”.
autocontraddittoria. Finora, infatti, le re- rato non si è visto) ha mandato a monte
Ma come, prima si dice che i monumenti
non scompaiono e subito dopo si dice che gole, specie quelle della trasparenza, non l’“insana intenzione”.
uno dei due monumenti verrà sostituito. E sono state seguite. Non solo nei confronti Per quanto riguarda il sottoscritto, devo
che, forza maggiore, la Montagnola sarà dell’opposizione ma anche verso una parte certo ringraziare anche pubblicamente tut-
conservata, mentre presumibilmente il della maggioranza e verso la città. Di con- ti coloro che mi hanno permesso di parlare
complesso della vasca verrà sostituito. In-
seguenza è difficile pensare che ciò possa nel corso dell’incontro in Comune, ma devo
somma nulla cambierà e tutto cambierà.
avvenire nel futuro. anche far notare che sulle importanti que-
In conclusione a salvarsi potrebbe essere
E, per quanto riguarda i “colpi di testa”, stioni sollevate con la mia lettera protocol-
solo e unicamente il pezzo della “bella ra-
questi ci sono già stati, in quanto voler fare lata presso gli uffici comunali fin dall’ormai
gazza della montagna”. Sempre che, rima-
un megaparcheggio interrato su un sito di
nendo in qualche disordinato deposito per lontano 25 agosto scorso non ho ancora
così grande valore e meritevole di per sé
qualche anno, non vada in frantumi acci- ricevuto risposta.
di ogni forma di conservazione, tutela e
dentalmente. Anche questa è un’evidente
valorizzazione, costituisce già un “colpo
“turlipinatura”, una bugia dalle gambe cor-
di testa”. Né, evidentemente, è possibile
tissime.
accettare di legare la decisione alla “mera Gaetano Bucci
possibilità tecnica” o alla “convenienza”.
3. “Dobbiamo riqualificare la piazza
per farla diventare un parco”.
Anche questo è falso. Anzi, oltre che falso,
è anche ingannevole. Infatti, l’unica cosa
che impedirebbe alla piazza di essere ri-
qualificata “a parco”, come dice il Sindaco,
è proprio la realizzazione del parcheggio
sotterraneo, in quanto non ci sarebbe-
ro più le condizioni di conservazione o di
nuovo impianto per le piante di alto fusto.
E, come si sa, non c’è parco senza pian-
te alte. Le quali poi, com’è noto e si è già
detto, non servono perché già ci sono.
Anzi, se c’è un errore in tutti gli interventi
di “riqualificazione delle piazze” realizzati
finora dall’Amministrazione è proprio quel-
lo di aver ridotto enormemente il numero
degli alberi e resa pressoché inesistente
la “massa verde” che serve ad arricchire
l’aria di ossigeno.
4. “Da un’indagine che abbiamo fat-
to, abbiamo rilevato che c’è bisogno del
parcheggio in centro, perchè la gente il
parcheggio in periferia non lo vuole. E al-
lora dobbiamo fare arrivare le macchine in
centro”.
Apprendiamo solo ora che è stata fatta
un’indagine da cui risulta che la gente a
Corato si “straccia le vesti di dosso” per ot-
tenere un megaparcheggio in centro. Stra-
no. O i coratini sono tutti usciti pazzi o l’in-
dagine è stata fatta da qualche altra parte.
Come si spiegherebbero, altrimenti, tutto
questo popò di contestazioni e le migliaia di
firme raccolte dai ragazzi de “La Destra” se
i coratini “agognano” al parcheggio come
i martiri al paradiso? E poi, ammettendo
che questa indagine sia stata veramente
fatta, allora perché non è stata resa pub-
blica? Forse l’indagine, acuto osservatore
qual è, l’ha fatta personalmente in Sindaco
e gli è rimasta impressa nella mente come
“folgorazione”. Magari al fine di verificare
LA CAPASANA 6
FACCIA A FACCIA CON UN ASSESSORE SCOMODO
CARLO ROSELLI : Il coraggio di andare controcorrente
P
. PICCA - Ringrazio per l’intervista
concessami e approfitterei per chie-
derLe, come mai altri membri della
maggioranza la hanno, invece, rifiutata,
paura, incompetenza o cosa?
ASSESSORE ROSELLI- Se altri miei colle-
ghi declinano dal concedere interviste, do-
vranno in seguito anche assumersene la
responsabilità per questo silenzio.
P. PICCA - Il Presidente della Camera dei
Deputati Gianfranco Fini, ha rinunciato ad
usufruire della legge sulla sospensione dei
procedimenti giudiziari alle quattro cariche
più alte dello Stato, Sostiene di voler esse-
re processato come un qualsiasi altro citta-
dino in merito alle querele del PM di Cam-
pobasso Woodcock . Lo stesso PM, vista
la sensibilità istituzionale, pare che abbia
deciso di concedere il segno di pace ritiran-
do la querela; pensa che insieme avessero
architettato il tutto per creare un distinguo
con Berlusconi che mette in campo barrie-
re su barriere per evitare i processi?
ASSESSORE ROSELLI - Da un pò di tem-
po a questa parte mi sto rendendo conto
di quanto sia di esempio la figura di Fini,
sia da un punto di vista istituzionale, che
come persona, per cui sono orgoglioso di
lui, poiché sta interpretando alla lettera in
tutti i suoi passaggi la carta costituzionale
dei nostri padri fondatori del 1946. Penso
che l’esempio di Fini rappresenti al tempo
stesso un monito per gli altri; sono con-
trariato dall’idea che la legge non debba
essere uguale per tutti.
P. PICCA - Cosa succederà se il 7 ottobre
non dovesse essere dichiarato costituzio-
nale il lodo Alfano, pensa che il Cavaliere
modificherà la Costituzione a colpi di legge
costituzionale ad personam?
ASSESSORE ROSELLI - Se non dovesse es-
sere recepito dalla suprema corte, eviden-
temente Berlusconi dovrà essere processa-
to, come tutti e penso che questo metterà
tutti a tacere. Escludo a priori, che si possa
proporre una legge costituzionale del ge-
nere, perché rappresenterebbe un grave
strappo alla democrazia del paese.
P. PICCA - Con voto di fiducia 270 SI, 250
NO, 22 deputati dell’opposizione, PD e UDC
compresi, assenti e la legge sullo scudo fi-
scale passa. Il Presidente della Repubblica
rinuncia a rimandarla alle camere e la pro-
mulga nonostante migliaia di firme fossero
state raccolte contro tale provvedimento.
Forse Di Pietro usa spesso termini troppo
forti, come in questo caso definendo vile
l’atteggiamento di Napolitano, ma sta di
fatto che il Capo dello Stato ha realmente
rinunciato ad esercitare il suo ruolo istitu-
zionale. La domanda nasce spontanea: a
che cosa serve il Presidente della Repubbli-
ca, visto che ci costa più dei Reali di Londra,
se si limita ad una mera figura rappresen-
tativa, non sarebbe meglio riconoscergli un
semplice gettone di presenza?
ASSESSORE ROSELLI - La mia personale
posizione, in quanto fondatore del circolo IV
Torri e quella di Luigi Scaringella suo presi-
dente, e non quella del PDL locale e nazio-
nale, è la seguente: ritengo che tale legge
che dovrebbe intercettare 300miliardi di
euro entro il 31/12 e che prevede il rientro
dei capitali dall’estero, dai famosi paradisi
fiscali non è assolutamente giusta perché
il 5% di ammenda è davvero irrisoria. Tale
legge, in Europa applica il 40-50% per chi
fa rientrare capitali fuori dalla tassazione
del proprio paese. Se qualcuno di noi sba-
glia nella compilazione della dichiarazione
dei redditi, spunta immediatamente una
sanzione del 35-40%. Tale provvedimento
non solo aiuterà gli imprenditori evasori,
ma alimenterà il riciclaggio di capitali con
dubbie provenienze, che potranno ritorna-
re “smacchiati” e il tutto, senza dover for-
nire la minima giustificazione all’ufficio del-
le entrate. In questo modo andremo a chi
ha guadagnato illegalmente dalla vendita
di armi e droga, dicendogli, prego si acco-
modi, mi paghi solo un piccolo obolo, molto
più conveniente della tassazione nazionale
(36%) e da questo momento in poi faccia il
bravo che la perdoniamo! Immaginate che
questa legge è valida anche per gli eredi,
ad esempio dei mafiosi, che potranno così
sistemare ogni pendenza dei propri genito-
ri. Comodo non credete? Non capisco per-
ché allora si è voluto fortemente il 41bis?
Questo scudo fiscale, mi sembra più che
altro uno scudo dello Stato verso la delin-
quenza organizzata, un autentico concor-
dato dello Stato con la malavita. .
P. PICCA - Cosa pensa, come Assessore al
traffico, del parcheggio interrato in Piazza
Vittorio Emanuele? Perché si è scelta pro-
prio quella piazza, non bastava riqualificar-
la, come tutte le altre piazze ?
ASSESSORE ROSELLI - Al nord come Mila-
no, Bologna, Assisi, Firenze o come nella
stessa capitale esistono già dei parcheggi
nel centro. A Corato penso che prima di
parlare di un eventuale altro parcheggio,
bisognerà necessariamente vedere l’im-
patto sul traffico di quello di Piazza Indi-
pendenza. Il primo nemico del traffico sono
gli stessi automobilisti, perché i coratini
preferiscono piuttosto offrire caffè a tutti,
ma non pagare il parcheggio per il proprio
veicolo. Per cui in base a tali abitudini dei
cittadini, immagino che non sarà molto
conveniente per coloro che hanno investito
nel project financing con il parcheggio di
Piazza Indipendenza. In base a questi ri-
sultati, si potrà parlare o meno del secondo
parcheggio e contemporaneamente ascol-
tare il parere della gente che manifesta.
P. PICCA - Cosa intende il Sindaco con il
termine “mele marce”? E Lei si sente una
di esse?
ASSESSORE ROSELLI - La mela marcia è
la persona che ha tradito il suo partito, tale
termine usato inopportunamente dal Sin-
daco, a me certamente non appartiene. Il
fatto è che io ho avuto il coraggio di far
notare al partito che in base agli accordi
preelettorali presi in tempi non sospetti,
la candidatura per la Provincia sarebbe
toccata a me, ma dal momento in cui un
sondaggio ha preferito Caputo a me, ho
fatto un passo indietro e ho gestito la sua
campagna elettorale, come fosse la mia.
D’altro canto vorrei far notare che durante
il rituale passaggio per i seggi, durante il
voto ed allo scrutinio, c’ero solo io del PDL
con il candidato Caputo, alcune volte ab-
biamo incontrato Diaferia e Damasco, ma
gli altri dov’erano? Ergo, chi sono le vere
mele marce?
P. PICCA - Pensa che Perrone potrebbe di-
mettersi per essere candidabile alle regio-
nali?
ASSESSORE ROSELLI - Ritengo che il no-
stro Sindaco continuerà a fare il Sindaco,
però questo è solo il mio pensiero; di certo
al momento non esiste una figura che po-
trebbe sostituirlo.
P. PICCA - Cosa farà Sergio Tedeschi, vista
la sua provenienza dalle liste di AN?
ASSESSORE ROSELLI - Il suo intento è ov-
viamente quello di candidarsi per tale com-
petizione regionale.
P. PICCA - Cosa prevede nel suo futuro po-
litico, se futuro ci sarà? Pensa che questa
intervista possa pregiudicarne la sua car-
riera?
ASSESSORE ROSELLI - Non penso che
questa intervista potrà pregiudicare la mia
carriera, che se dovrà esserci, sarà sempre
all’insegna della lealtà e della sincerità, a
volte anche scomoda. Resterò sempre una
persona come tutti conoscono: umile, di-
sponibile e trasparente.
 LA CAPASANA 7

SCUOLA DI SOPRAVVIVENZA
ropei e di quelli in collaborazione con enti
esterni. E sono gli stessi che falsamente,
e molto ipocritamente vanno blaterando
delle ingiustizie della scuola e del falli-
mento della Gelmini.

O SCUOLA DI CONVENIENZA?
Le cose stanno molto diversamente.
L’ho detto e lo ripeto. I guai della scuola
italiana derivano da una male interpreta-
ta autonomia. L’autonomia, senza rischi e
responsabilità, senza effettivi controlli dal
basso e dall’alto, senza trasparenza, ha

I
l sito informatico cittadino “CoratoLi-
ve” e il giornale “Il Notiziario” hanno
fotografato qualche settimana fa, in
un pezzo di viva attualità intitolato “Scuo-
la di sopravvivenza”, la situazione della
scuola di Corato. L’articolo riportava una
“rassegna delle posizioni” dei dirigenti
scolastici delle scuole cittadine alla ripresa
del nuovo anno scolastico sotto gli effetti
“disastrosi” dei provvedimenti restrittivi
assunti dal ministro Gelmini.
La scuola è stata, con qualche ragione,
rappresentata in una situazione di “mera
sopravvivenza”, specie per i cospicui tagli
al personale non di ruolo e per il grave
ridimensionamento dell’offerta formativa
nella fascia dell’obbligo.
Non possiamo negare la veridicità di tale
situazione, ma non possiamo sottrarci
ad analizzare con più attenzione e sen-
za preclusioni di sorta le situazioni reali
che si sono venute a creare. Situazioni
“paradossali” in cui le criticità delle sin-
gole unità scolastiche mascherano anche
ingiustificati privilegi, anacronistiche ren-
dite, disparità di trattamento, e, in certi
casi, veri e propri “abusi da posizione do-
minante”.
Tutto ciò, a parte le oggettive “fesserie
governative”, rende irricevibili talune af-
fermazioni di dirigenti scolastici e inse-
gnanti, i quali tendono a farsi difensori
anche di problemi che loro stessi contri-
buiscono a creare, o ad esacerbare. Certi
docenti e presidi “a pancia piena” preten-
dono di farsi “paladini” degli interessi dei
colleghi precari, ovvero di professionisti
che proprio nelle unità scolastiche, nelle
singole scuole subiscono ormai da anni
pesanti esclusioni, disparità di trattamen-
to, gravi angherie economiche e di status
professionale. Sono pochissime, infatti,
le scuole che danno ai docenti precari le
stesse possibilità di quelli di ruolo, o che
aprono ad essi il “cuore della solidarietà
professionale”. Anzi, nella scuola un dif-
fuso egoismo è diventato la norma. E non
c’è scuola dove la stessa difesa della lega-
lità serve solo alla conservazione di piccoli
e grandi interessi “cristallizzati” da decen-
ni di inazione, di conveniente chiusura al
nuovo.
Chi dice, per esempio, che nella scuola
italiana di oggi mancano le risorse dice
una cosa vera, ma fino ad un certo punto.
Infatti, se è vero che le risorse nazionali,
mediamente e comparativamente con al-
tre nazioni europee, sono diminuite, è an-
che vero che nella scuola dell’autonomia,
specie in quella più vicina al mondo del
lavoro, ci sono risorse che sono rimaste
sostanzialmente invariate negli anni e o si
sono addirittura accresciute. Ciò significa
che mentre lo stato licenzia e non assu-
me, le scuole si spartiscono, distribuendo-
le al loro interno e in modi discutibilissimi,
risorse europee e nazionali, e cospicui fi-
nanziamenti regionali legati alla formazio-
ne professionale. Le cifre sono consistenti
e si aggirano, secondo le scuole e le possi-
bilità di ampliamento o di recupero dell’of-
ferta formativa, fino a diverse centinaia di
euro l’anno. Con quali risultati e con quali
ricadute sulla marea dei docenti precari?
In ciò il ministro Gemini non c’entra af-
fatto. Le responsabilità sull’efficacia degli
interventi, oltre che nella “equanimità” e
“trasparenza” nella gestione delle risorse,
spetta tutta alle singole scuole; ai dirigen-
ti scolastici, allo staff di direzione e agli
organi collegiali (collegi dei docenti, con-
sigli d’istituto e rappresentanze sindaca-
li). Ebbene, che cosa avviene a questi li-
velli? Quale sensibilità e solidarietà questi
signori e questi organi mostrano verso i
docenti precari? Nessuna! Quali “politiche
e gestioni inclusive” mettono in campo.
Nessuna! Quali manifestazioni di soste-
gno organizzano? Nessuna!
I docenti di ruolo, anzi una piccola parte di
essi, solitamente quelli già meglio pagati,
accedono a tutti i progetti, alle collabora-
zioni esterne sulla formazione professio-
nale, a corsi per la dispersione e l’arric-
chimento dell’offerta formativa, a progetti
sull’orientamento in entrata o in uscita e,
ovviamente, a coprire le ore eccedenti il
normale orario contrattuale.
Ora, se è vero che certi “extra” non pos-
sono normativamente essere passati ai
precari, ci sono specifiche “occasioni di
lavoro”, come le ore eccedenti non at-
tribuite con nomine degli uffici scolastici
provinciali, che invece potrebbero finire
ai giovani colleghi precari. Basterebbe la
rinuncia degli insegnanti di ruolo per at-
tivare le graduatorie d’istituto e rendere
concrete molte occasioni di lavoro per i
giovani insegnanti. Insomma, lavorare
meno ma lavorare tutti… possibilmente.
Questo purtroppo non avviene.
Ed ecco un esempio concretissimo. Il rife-
rimento è “emblematico” e non vale solo
per sé. All’inizio dell’anno scolastico il Col-
legio dei Docenti dell’Istituto d’Arte di Co-
rato ha “genericamente e teoricamente”
riconosciuto la bontà di una proposta, del
sottoscritto e di qualche altro collega, di
rinunciare tutti alle ore eccedenti le diciot-
to contrattuali al fine di far lavorare, sugli
spezzoni residui, i docenti precari esclusi
dall’insegnamento. Questa proposta “buo-
na in teoria” nei fatti, e per motivazioni
capziose e inconsistenti, è stata respinta.
Qual è stato di conseguenza il risultato?
Chi aveva le diciotto ore, tra l’altro già
“ben pagate” per via dell’anzianità, non
ha rinunciato alle ore eccedenti, portando
così il proprio monte ore anche a venti-
quattro. Così sono state “arraffate” quelle
“risorse di equità e solidarietà” che avreb-
bero perlomeno lenito certe sofferenze
dei precari e arricchito la scuola del con-
tributo di insegnanti giovani.
Non solo. Questi “signori della cattedra”,
dietro la scusa della “privacy”, come sem-
pre non sono disposti a rendere pubblici
i loro introiti extra. Questi signori sono
sempre gli stessi. Sono gli incontentabili
che si spartiscono la torta dei progetti eu-
trasformato gli istituiti scolastici in vere
e proprie satrapie. Di conseguenza le pur
modeste risorse, in questi tempi di vacche
magre, diventano “manna dal cielo”. Una
manna che, nel silenzio, cade solo per po-
chi “eletti”. La gran parte degli studenti,
ed oggi anche dei docenti, è fuori dai
giochi. E i risultati sono sotto gli occhi di
tutti.
La scuola sempre più si definisce come
luogo degli interessi cristallizzati, mentre
tutto degrada senza che nessuno si assu-
ma le proprie responsabilità.
Sulla base di questo modesto ragiona-
mento, vorrei retoricamente domandare
al prof. De Mitri, Dirigente dell’Istituto
d’Arte di Corato, che chiudeva i pezzi di
“CoratoLive” e de “Il Notiziario”: «Egre-
gio Dirigente, a che serve lamentarsi dei
prossimi cambiamenti della ‘riforma Gel-
mini’ o dell’eventualità di un Istituto d’Ar-
te concorrenziale a quello di Corato nella
neonata provincia BAT? Lei pensa di com-
battere la “consunzione” della scuola e la
crisi dell’istruzione con l’ipocrisia?»
Bisognava da tempo, da diversi anni im-
postare, in modo meno egoistico, più soli-
dale, trasparente ed efficiente la gestione
della scuola. Adesso che la tempesta è
arrivata, come dicono gli inglesi, “time is
over”. Il momento è passato e i danni fatti
sarà difficile ripararli.
Ovviamente il caso citato ad esempio è
solo uno tra i tanti che l’attualità ci met-
te sotto gli occhi. Di altri consimili ce ne
sono, ed anche a iosa, in tutta la nostra
“bell’Italia” e, ovviamente, anche a Cora-
to.
Dare “solo” la colpa al ministro di turno
non serve a niente, se non si è capaci di
cospargersi il capo di cenere, mettersi la
mano sulla coscienza e, soprattutto, “ri-
spondere senza alibi fasulli” e affrontare
con “rinnovato spirito” le prossime sfide.
Gaetano Bucci

AVIS
Associazione Volontari Italiani Sangue, è una associa-
zione di donatori di sangue, di estensione nazionale,
sorta con lo scopo di propagandare e diffondere la
cultura della donazione del sangue come atto di soli-
darietà umana e civile compiuta in modo volontario,
anonimo e gratuito.
L’AVIS Comunale di Corato fondata nel 1981 grazie
all’impegno di donatori e volontari è cresciuta in que-
sti anni fino a raggiungere il numero di circa 2000
donazioni annue.
Donare il sangue è un gesto intelligente, è un atto
di grande civiltà che consente di esercitare il proprio
spirito altruistico e disinteressato, poichè il semplice
gesto del donatore contribuisce a salvare la vita e ad
alleviare le sofferenze a chi è a noi sconosciuto.
LA CAPASANA 8
LA CAPASANA 9
LA CAPASANA 10
Fonzie è ri-tornato dopo una pausa di circa sei mesi
FONZIE E’ TORNATO
E
bbene si! Fonzie è ri-tornato Inter-
ruzione causale e non casuale per
essermi schierato alle provinciali in
qualità di responsabile dell’ ufficio stampa
dell’UDC. Non mi sembrava pertanto il caso
di dover avere la doppia veste di opinioni-
sta politico e, al contempo, di portavoce
di uno schieramento politico. Detto questo
e ringraziando tutti coloro che durante la
mia assenza mi hanno cercato su “La Ca-
pasana” nella rubrica intitolata MISSING,
faccio presente che da questo mese sarò
nuovamente impresso sulla carta, e per-
tanto attendo vostre segnalazioni alla mail
pinopicca@libero.it
Da un po’ di tempo a questa parte ci sono
due termini che mi ronzano nella testa,
presi in prestito dal grande vignettista da
poco scomparso Jaco Vitt e precisamen-
te: Sinisdestra e Destrinistra. La cosa è
semplice; ci sono uomini di sinistra, vedi
Niki Vendola sempre più impegnati a mo-
strarsi di destra in tutto e per tutto, con
attacchi alla magistratura, vedi contro la
De Geronimo, tipico di altri uomini piccoli
di statura, che ambiscono al Colle e che
Basta giudizi, tornano i voti
D
alle primarie fino alle superio-
ri, a cominciare da quest’anno
la valutazione di tutti gli stu-
denti è espressa con un numero. E
senza il sei non si è promossi.
Otto, sei, quattro in pagella tornano
i voti numerici per tutte le materie
e in tutte le scuole Nella scuola pri-
maria gli alunni sono valutati dall’in-
segnante unico o dai docenti della
classe tenendo conto del livello di co-
noscenza e del rendimento scolastico
complessivo nelle singole materie
Solo per l’insegnamento della religione
viaggiano spesso in auto straniere, maga-
ri Escort. Bene, Il nostro caro Presidente
della regione più gettonata d’Italia, turisti-
camente parlando, da quando ha creato un
suo partito, Sinistra e Libertà è sempre più
impegnato a rinnegare se stesso e azze-
rando la sua giunta, perché ritenuta non
degna della sua persona, ha aperto i suoi
orizzonti verso mete finora mai esplorate,
come l’Assessore all’agricoltura Stefano in
quota UDC. Qui la domanda nasce sponta-
nea, ma che c’entra adesso il partito di Ca-
sini? Probabilmente Niki sta facendo l’amo-
re, in senso metaforico ovviamente, con il
bel tenebroso bolognese Pierferdi. Prove
generali di apparentamento si sono viste
anche a Chianciano alla riunione degli Stati
Generali, dove si è parlato nuovamente di
grande centro, magari con Rutelli che po-
trebbe spostare il suo asse al centro, con
la benedizione della seconda carica dello
stato, il Presidente della Camera Fini che
borbotta contro il Cavaliere per averlo per-
cosso a colpi di Feltri col giornale di fa-
miglia. Ed ecco che finalmente arriva un
provvedimento che mette tutti d’accordo;
cattolica resta la valutazione attraver-
so un giudizio sintetico
Nella scuola elementare gli alunni non
sono ammessi alla classe successiva
solo nei casi eccezionali e motivati.
Nella scuola secondaria di primo grado
gli studenti sono valutati nelle singole
materie compresa la musica.
Soltanto l’insegnamento della re-
ligione cattolica continua a essere
espresso con giudizio Per essere
promossi all’anno successivo è ne-
cessario avere almeno sei in ogni
materia Per l’ammissione all’esame
chi ruba con la mano destra e chi con la
sinistra a prezzi discount, ovviamente, solo
il 5% e si chiama scudo fiscale! Probabil-
mente la destra e la sinistra hanno finito
per assomigliarsi e non ci appartengono
più, sono dei concetti superati . Le idee e
gli ideali hanno lasciato il posto a clientele,
a privilegi e agli spot, vedi “Porta a porta”
spostata in prima serata per lodare l’ope-
rato del Cavaliere a L’Aquila. Bene dunque,
quando qualche politico ha il coraggio di
uscire fuori dal coro, di rendersi mela di
colore diverso nel paniere e non necessa-
riamente marcia. E’ di qualche settimana
fa l’annuncio provocatorio del neo consi-
gliere regionale Tedeschi di voler elimina-
re i gettoni di presenza ai consiglieri co-
munali durante le commissioni, che come
sapete si possono indire quotidianamente
per un semplice aggiornamento, anche al
giorno successivo. Bravo Sergione! Spero
lo pensi sul serio e non solo adesso che
sei diventato parlamentare regionale. Rac-
coglieremo insieme le firme per sostenere
questa lodevole iniziativa e i primi a cui la
chiederemo saranno proprio i tuoi colleghi
al comune; voglio proprio vedere chi dei
trenta avrà il coraggio di firmare. A pro-
posito di firme, ho potuto scorgere in uno
spazio pubblicitario che in consiglio comu-
nale siede gente come Vincenzo Capuano,
nientepopodimeno che Presidente provin-
ciale dell’Ass. Pensionati Europei che addi-
rittura raccoglie firme per una proposta di
legge di iniziativa popolare per l’ innovazio-
di stato di terza media gli studenti
devono avere la sufficienza in tutte
le materie, compreso il voto in con-
dotta In sede d’esame finale i me-
ritevoli possono avere la lode dalla
commissione che decide all’unani-
mità. Nelle scuole superiori, la valu-
tazione è fatta dal consiglio di clas-
se. La decisione sulla promozione
sospesa per chi non ha conseguito
la sufficienza in una o più materie
Sono previsti corsi di recupero delle
carenze dimostrate. Al termine del
consiglio di classe, dopo aver accer-
tato il recupero delle lacune forma-
tive, viene formulato il giudizio fina-
le e la promozione o la bocciatura;
sono ammessi all’esame di maturità
ne del sistema pensionistico INPS (insom-
ma vorrebbe elevare la pensione minima
a 1000 euro). Bello, se ciò fosse possibile,
peccato che già allo stato attuale l’INPS è
quasi al collasso. Da dove attingere queste
risorse? Si tratta del solito spot elettorale,
per giustificare il proprio scranno inutile in
consiglio comunale? Ricordo al consigliere
che l’organo sovrano deputato a legiferare
è il Parlamento e non la legge di iniziativa
popolare, dove, ammesso che si raccol-
gano 500mila firme, sarà senz’altro riget-
tata, perché materia inammissibile e che
comunque, quando ad essa si ricorre è per
manifestare un mancato collegamento del-
la periferia con il centro. Non dimenticare
caro Vincenzo che il tuo partito è “prima di
tutto” un partito “unito nel centro-destra”
dove il suo massimo esponente è il Mini-
stro degli affari regionali, per cui non vedo
perché sforzarti con la tua raccolta firme,
quando basterebbe una semplice telefona-
ta al tuo leader maximo Raffaele Fitto per
avere una corsia privilegiata? In caso non
ti risponderà al telefono, non dovrai far
altro che riferirlo al neo eletto consigliere
provinciale Malcangi, che certamente potrà
aiutarti in questa tua più che degna raccol-
ta firme. Se però, ciò nonostante non acca-
drà nulla, chiediti il perché. E’ solo becero
e populistico marketing pre e post elezioni;
il solito spottone da cui la gente ha impara-
to a diffidare. .
PINO PICCA
gli studenti che conseguono la suf-
ficienza in tutte le materie e in con-
dotta. L’educazione fisica concorre
come ogni altra disciplina alla de-
terminazione della media dei voti.
L’insufficienza nel voto di condotta
inferiore a sei comporta la non am-
missione all’anno successivo o agli
esami di stato Gia nel primo quadri-
mestre del 2009 c’è stata la valuta-
zione del comportamento; le insuffi-
cienze sono state circa 34 mila, che
si possono recuperare nella seconda
parte dell’anno.
Antonella Nocca
 LA CAPASANA 11
Ambra. Oggi il 75% circa della produzione panificazione e pizza.

TANDOI MOLINI E PASTIFICI

dei pastifici di TANDOI è distribuita in Ita-
lia; il restante 25% in Europa e nel resto AMBRA. IL COLORE DEL MEDITERRA-
del Mondo. NEO DA OLTRE UN SECOLO, UNA STO-

Garanzia di origine e gusto

In Italia i pastifici con il proprio molino
sono meno del 10%; Tandoi è in questo
10%.La flessibilità degli impianti e il know
how consentono di rispondere e adeguar-
si ai gusti e alle esigenze dei consumato-
RIA CHE SI RINNOVA OGNI GIORNO
120 anni fa, nel cuore di Puglia,nasce pa-
sta Ambra. Da allora inizia una bella storia
italiana, fatta di lavoro instancabile, crea-

L
'azienda coratina Molini TANDOI ormai
da anni è leader nel mercato locale
per consumo domestico. Da tre gene-
razioni la famiglia Tandoi si occupa della
trasformazione dei prodotti agricoli e oggi,
nel settore molitorio e pastaio. La trasfor-
mazione effettuata in poche ore è di quan-
to di più antico e nobile la natura e la storia
ci hanno tramandato è un grande impegno
e noi dice Filippo Tandoi lo interpretiamo
come una missione. Il miglioramento delle
tecnologie il controllo delle materie prime
ci permettono di garantire la sicurezza e la
bontà dei nostri prodotti. L'attenzione per
la qualità e l'origine del grano garantiscono
la sicurezza e la costanza della qualità dei
prodotti. Il primo e più importante control-
lo riguarda proprio la materia prima poichè
è da questo momento in poi che inizia tutto
il processo produttivo, sottoposto a rigidi
controlli.
Tutto comincia nel 1982 con la costruzione
a Corato del nuovo molino a tenero Moli-
no Tandoi srl, in seguito all'acquisizione del
Molino Campanile di Andria.
La crescita continua con l'acquisizione
dell'Industria Molitoria Pellegrino di Andria
e, otto anni dopo, il Molino Elia di Bari. Nel
1985 il Molino di Corato si amplia e de-
nominazione sociale diventa Molini Tandoi
Pellegrino.
Nel 1990 con la costruzione della sezione a
grano duro il cui utilizzo e prevalentemente
per la pasta l’azienda decise di acquisire il
Pastificio Pedone srl di Lecce per integrasi
nella produzione di pasta secca. La pasta
costituisce la base delle nostre abitudini
alimentari ed è irrinunciabile per la tavola
della maggior parte della popolazione ita
iana e, in particolare, pugliesi. Il 2005 la
Tandoi F.lli s.p.a. acquisisce il molino e pa-
stificio lucano Pasta di Matera; e ultimo il
consolidamento nella produzione della pa-
sta con la storica azienda pugliese Pasta
ri. Ampia è infatti la gamma dei formati e
delle tipologie, cui si aggiungono anche i
prodotti ai cereali, ottenuti utilizzando non
solo miscele di grano duro e grano tenero,
ma anche di orzo, avena, farro, grano sa-
raceno, segale e prodotti integrali.
Il marchio Ambra è caratterizzato da pro-
dotti dedicati a consumatori attenti sem-
pre più al benessere e alla salute, atten-
zione che la famiglia Tandoi, con la Linea
Benessere, non trascura. Gli amanti della
tradizione possono scegliere tra i classici
formati di pasta corta e lunga e le paste
al bronzo, le paste lunghe speciali, gli ziti,
zitoni e fusilli bucati lunghi di Matera, le
paste a sfoglia, le lasagne festonate e le
paste giganti di Corigliano d'Otranto. Ce
n'è per tutti i gusti.
La passione per il grano ha creato un team
di aziende che curano ogni dettaglio del
processo produttivo. Si producono oltre 20
tipi di farine e semole per il settore della
tività e rispetto della tradizione. Oggi Am-
bra si presenta con una nuova immagine
e una nuova forma. Confezioni dai colori
accattivanti per riempire in modo ottimale
lo scaffale:maggiore riconoscibilità e quan-
tità di prodotto in un display compatto.
Il segreto della bontà dell’intera gamma
di pasta sta nella miscela 100% Ambra,
un’esclusiva selezione di grano duro del
Mediterraneo, la cui formula nasce dalla
ricerca e da un’impareggiabile esperienza
molitoria.
Confezioni pratiche e funzionali per una
moderna interpretazione della catego-
ria pasta. Ambra è sempre alla ricerca di
nuovi prodotti, formati e suggestioni, per
soddisfare al meglio le esigenze del consu-
matore e accendere nuove motivazioni di
acquisto. Per questo alla pasta si aggiun-
gono l’olio extravergine di oliva, le farine
e il cous cous, i pelati e la passata di po-
modoro.

professionale e gemellaggi con i mi-

Centro Danza Etoile, dal 1979 la realtà della danza a Corato gliori centri professionali europei.
Ha partecipato a rassegne, festival,
conferenze, mostre e concorsi vin-

30 anni a passo di danza

cendo premi nazionali e sommando
riconoscimenti. Ha fondato e diret-
to la Compagnia di danza “Ananta”
divulgando il profilo storico, sociale,
Generazioni di ballerini con un unico sogno in testa: filosofico, culturale della danza.
Il Centro Danza Etoile si afferma sul
territorio come una scuola di danza
ricercare la bellezza attraverso quei movimenti che armonizzano il corpo con alle spalle anni di esperienza,
che mira ad un’accurata scelta di

I
l Centro Danza Etoile continua ad
essere dal 1979 il protagonista a
Corato sulla scena della danza.
Fucina di numerosi talenti che oggi
portano nel mondo la passione del-
la danza come professionisti, inse-
gnanti, coreografi, danza terapeuti
o semplicemente portando nella vita
quotidiana l’armonia, la bellezza, la
cultura e la disciplina dell’arte tersico- programmi completi con l’attenzione
po correttamente impostato e lavora-
rea. continua verso chi pratica l’arte. Ol-
to perché possa diventare armonioso,
Artefice di questo progetto innovati- tre a confermare le iniziative collau-
sciolto ed agile strumento di espres-
vo e audace per i tempi che furono, date, le novità dell’anno accademi-
sione degli stati d’animo.
è Cristina Colonna “Honoris Causa” co 2009/10 sono : corso di Musical,
per la brillante competenza nell’ambi- Bollywood dance, Open card, Tran-
Nel corso della sua carriera ha or-
to coreutica. La filosofia è sviluppare sformational Dance, Learning love &
ganizzato per la prima volta a Cora-
nell’allievo la gioia di danzare, facendo dance (corso di ballo e tecniche di
to stage internazionali con docenti di
leva sulla perfetta padronanza del cor- relazione).
fama mondiale, corsi di avviamento

“Fedeltà, Fratellanza, Libertà, Amore”

COMUNICATO STAMPA

Ciclamini della Solidarietà per l’ANT Dietro un piccolo fiore un grande gesto
d’amore.

Al via la nuova campagna nazionale di raccolta fondi della Fondazione ANT

Sabato 24 e domenica 25 ottobre 2009 le date nazionali.

Torna ad ottobre la nuova campagna di fundraising della Fondazione ANT. Per

tutto il mese migliaia di ciclamini saranno offerti dai Volontari della Fondazio-
ne in tutte le principali piazze italiane.

Sabato 24 e domenica 25 ottobre 2009: saranno le date delle giornate na-

zionali della Campagna dei Ciclamini della Solidarietà.
La raccolta fondi attraverso i Ciclamini andrà a sostegno degli Ospedali Domi-
ciliari Oncologici, gli ODO-ANT, della ricerca scientifica e della prevenzione.

“La Fondazione ANT Italia Onlus finanzia la propria attività soprattutto attra-
verso la raccolta fondi – afferma Raffaella Pannuti, Segretario Generale ANT Dietro un piccolo fiore
– e in quest’anno, questa campagna assume ancor più valore affiancandosi un grande gesto d’amore
al mese della Prevenzione ANT. La campagna “Ciclamini della Solidarietà
2009” sarà un ulteriore modo per sostenere il nostro progetto – Eubiosia –
un progetto di Vita”. PER LA FONDAZIONE ANT ITALIA ONLUS
Per informazioni sulle Piazze dove saranno offerti i ciclamini si può visi- Il Vostro contributo andrà a sostegno nei prossimi giorni, per le strade e le
tare il sito: www.antitalia.org o chiamare l’Ufficio Promozione ANT allo piazze della vostra città, dell’assistenza domiciliare gratuita ai Sofferenti di
051.7190111. tumore e dei progetti di prevenzione ANT.
sarà un gran fiorire di ciclamini.
La Fondazione ANT Italia Onlus si occupa dal 1978 di assistenza domiciliare
gratuita ai Sofferenti di tumore, di ricerca, di prevenzione e di formazione FONDAZIONE ANT ITALIA ONLUS
rivolta ai Volontari e ai Professionisti. Fino ad oggi ANT ha assistito, gratuita- ISTITUTO DELLE SCIENZE ONCOLOGICHE DELLA SOLIDARIETÀ E DEL VO-
mente e a domicilio, oltre 70.000 Sofferenti di tumore e le relative Famiglie LONTARIATO
in tutta Italia, 24 ore su 24, tutti i giorni della settimana.
VIA JACOPO DI PAOLO, 36 - 40128 BOLOGNA - TEL.051 7190111/123
Bologna, settembre 2009 C.C.POSTALE 11424405 - C.F. PER IL CINQUE X MILLE 01229650377

Contact: Raffaella Pannuti WWW.ANT.IT

Segretario Generale Fondazione ANT Italia Onlus Via J. di Paolo 36 -40128
Bologna
TEL.: 051.7190102 FAX: 051.7190150 Cell: 348.3102842 spazio offerto da:

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E-MAIL: raffaella.pannuti@antitalia.org

L’EUBIOSIA E’ VITA
c/c postale nazionale 11424405 AMMINISTRAZIONE DI CONDOMINIO
Dott.ssa Paola Caterina - Via Andrea Doria, 5
Tel/fax 080.872.06.11 - cell. 347.79.00.892 - paola.caterina@gmail.it
LA CAPASANA 12
Libera stampa in
libero stato
N
ello scorso numero è stato detto che
dalla libertà di espressione del pen-
siero si è passati al diritto di infor-
mare, essere informati e informarsi fino
ad arrivare al concetto di pluralismo con
l'avvento dell'informazione attraverso lo
strumento radiotelevisivo.
Ora se prendiamo il caso delle Iene ci ren-
diamo conto che la polemica non scoppia
sul punto che i dati relativi ai “tamponi”
rilevatori erano anonimi e che quindi nes-
suno poteva risalire al parlamentare che
aveva di recente fatto uso di sostanze stu-
pefacenti, (che pure è fondamentale in uno
stato di diritto) quanto se fosse giusto che i
cittadini avessero conosciuto certi partico-
lari della vita privata dei parlamentari.
"Se un deputato è tossicodipendente, è
bene che gli elettori lo sappiano", disse
l'onorevole Pierferdinando Casini e il Par-
lamento si divise tra fautori e avversari di
un "antidoping" istituzionale obbligatorio.
Ma il punto essenziale non è questo. A ben
guardare, la vicenda apre la questione
della censura dell'informazione operata dal
Garante per le Telecomunicazioni. Se sul-
la vicenda dei dati raccolti e conservati da
Telecom ci si lamentava sulla scarsa soler-
zia del Garante nel verificare le modalità di
trattamento delle informazioni conservate
nelle banche dati degli operatori telefonici,
e constatato che i trattamenti presentava-
no gravi rischi per la privacy di milioni di
cittadini, l'autorità aveva semplicemente
concesso un termine ( poi prorogato) per
"mettere a norma" gli archivi, nel caso in-
vece dei dati (anonimi) dei parlamentari,
si era mosso con assoluta tempestività e
mano pesante, vietando la trasmissio-
ne dell'inchiesta.
Due pesi e due misure?
Sembrerebbe di sì: alcuni cittadini sareb-
bero più garantiti di altri, che non hanno
mezzi per fare pressioni sul custode supre-
mo della riservatezza.
Inoltre l'azione del Garante è, tecnicamente
e giuridicamente, una censura sull'informa-
zione, espressamente vietata dall'articolo
21 della Costituzione. Il decreto legislativo
196/03 , il cosiddetto "codice della priva-
cy", dà al Garante la facoltà di bloccare i
trattamenti di dati svolti in violazione delle
norme. Può questa facoltà estendersi fino
alla censura dell'informazione?
Un costitu-
zionalista direbbe che si deve valutare il
bilanciamento tra due diritti fondamentali,
quello della dignità personale e quello del-
la libertà di espressione. 
Ma, a modesto
avviso, se la notizia "c'è", come in questo
caso, la censura è inammissibile.
Tornando al discorso sull'informazione
analizziamo il concetto di diritto di crona-
ca, il diritto alla satira il diritto di critica.
La cronaca si distingue dalle varie forme di
espressione principalmente per due ragio-
ni. In primo luogo, si manifesta attraverso
la narrazione di fatti. In secondo luogo, si
rivolge alla collettività indiscriminata. La
collettività, infatti, delega periodicamente
la gestione della “cosa pubblica” (res pu-
blica) ai suoi rappresentanti eletti in Parla-
mento. E la delega deve avvenire con pie-
na cognizione di causa. La collettività deve
avere un quadro dettagliato sia di ciò che
accade nel Paese, sia delle persone alle
quali delega l’esercizio della sovranità. Ma,
non disponendo di mezzi idonei, ecco che
gli organi di informazione si incaricano di
puntare i riflettori su quegli aspetti la cui
valutazione determina la scelta del delega-
to. Di qui l’insostituibile funzione della cro-
naca: la raccolta di informazioni e la loro
diffusione, in virtù del rapporto privilegiato
che gli organi di informazione vantano con
la realtà, allo scopo di consentire al popo-
lo un corretto e consapevole esercizio di
quella sovranità che l’art. 1 Cost. gli attri-
buisce. Tuttavia, vi sono articoli di cronaca
riguardanti personaggi o aspetti che non
presentano punti di contatto con la gestio-
ne della cosa pubblica, ma che per vari
motivi destano l’interesse della collettività.
Si pensi agli artisti, ai campioni dello sport,
agli argomenti culturali. Anche su que-
sti personaggi e argomenti la collettività
va tenuta informata. Qui la funzione della
cronaca è quella di mantenere saldo il le-
game che unisce la collettività al personag-
gio, nonché di agevolarne la crescita intel-
lettuale. Sotto questo aspetto si può dire
che la collettività vanta un vero e proprio
diritto alla informazione. O perché è fun-
zionale all’esercizio di quella sovranità che
per Costituzione le appartiene, o perché
ne favorisce la crescita in termini cultura-
li e intellettuali. Ma si potrebbe affermare
che esiste, in correlazione al diritto della
collettività ad essere informata, anche un
obbligo di informazione? In realtà, si tratta
soltanto di verificare se, in base ad alcu-
ne norme, tra collettività ed organi di in-
formazione si possa delineare un rapporto
che, sebbene privo di rilevanza giuridica,
sia tale da attribuire alla manifestazione
di pensiero che accompagna la cronaca un
valenza tutta particolare all’interno dell’art.
21 Cost. Ebbene, di vero e proprio obbligo
di informazione si potrebbe formalmente
parlare con riferimento a quei soggetti che
esercitano un servizio dichiarato pubblico
dalla legge, perché inteso in favore della
collettività indiscriminata. Secondo le leggi
di disciplina del sistema radiotelevisivo che
finora si sono succedute, l’attività radiote-
levisiva ha sempre costituito “un servizio
di preminente interesse generale”. E alla
relativa attività di informazione è sempre
stata attribuita la massima importanza,
dal momento che “I soggetti titolari di con-
cessione per la radiodiffusione sonora o
televisiva in ambito nazionale sono tenuti
a trasmettere quotidianamente telegior-
nali o giornali radio” (art. 20, comma 6°,
L. n. 223/1990, nota come “legge Mam-
mì”, confermato dalla L. n. 112/2004, nota
come “legge Gasparri” e dall’art. 7, com-
ma 2° lett. b), D.Lgs. n. 177/2005, noto
come “Testo Unico della radiotelevisione”).
L’attività informativa radiotelevisiva è dun-
que un obbligo per i maggiori concessio-
nari. Per la carta stampata, non c’è dubbio
che molti quotidiani e periodici a diffusione
nazionale assolvano ad una funzione in-
formativa indispensabile per la collettività.
Ma è anche vero che nella L. n. 47/1948
(“legge sulla stampa”) non vi è norma sulla
quale fondare un obbligo di informazione
analogo a quello dei concessionari radiote-
levisivi nazionali. Tuttavia, l’attività di qua-
si tutti i quotidiani e i periodici è esclusi-
vamente informativa. Per non dimenticare,
poi, quelle norme deontologiche che disci-
plinano la professione giornalistica e che
espressamente parlano di “diritto dei citta-
dini all’informazione” e di “diritto dovere di
cronaca”, senza fare distinzione tra mezzi
di informazione. Di norma, i limiti alla li-
bertà di manifestazione del pensiero sono
rappresentati dal rispetto di quei diritti in-
violabili che l’art. 2 Cost., norma “aperta”
a sempre nuove istanze di tutela della per-
sona, fin dalla sua nascita si è incaricato
di accogliere e garantire: a cominciare da
concetti come onore, decoro, reputazione.
Diritti della persona che l’ordinamento tu-
tela attraverso la previsione di reati come
l’ingiuria (art. 594 c.p.) e la diffamazione
(art. 595 c.p.). E, nel conflitto tra manife-
stazione del pensiero e diritto inviolabile,
è sempre quest’ultimo a prevalere. Non
così per il diritto di cronaca. Costituendo
al tempo stesso espressione della libertà
di pensiero ed insostituibile strumento di
informazione al servizio esclusivo della col-
lettività, il diritto di cronaca vanta una tu-
tela rafforzata. E finisce per prevalere sul
diritto del singolo individuo, anche se “in-
violabile”. Il reato di diffamazione, l’illecito
civile, qui non sorgono, pur in presenza di
una obiettiva lesione, perché è lo stesso
ordinamento giuridico a permetterla (art.
51 c.p.: “L’esercizio di un diritto […] esclu-
de la punibilità”). Nel linguaggio giuridico
in questo caso si dice che il comportamen-
to illecito è scriminato, e la lesione non dà
luogo ad alcuna responsabilità. Il diritto
inviolabile del singolo individuo soccom-
be di fronte all’esigenza informativa, ma
nel rispetto di alcune precise condizioni.
La giurisprudenza, a partire dalla storica
sentenza che scrisse il cosiddetto decalo-
go del giornalista (Cass. 18 ottobre 1984
n. 5259) si è incaricata di stabilire queste
condizioni: a) la verità dei fatti (oggettiva
o “putativa”); b) l’interesse pubblico alla
notizia; c) la continenza formale, ossia la
corretta e civile esposizione dei fatti. In as-
senza anche di uno solo di questi requisiti,
il diritto inviolabile risorge in tutta la sua
pienezza, rendendo illecita la manifesta-
zione di pensiero.
Nel prossimo numero terminerò discutendo
sul diritto di satira e sul diritto di critica.
Avv. Grazia Balducci
LA CAPASANA 13
LA CAPASANA 14
Lettere al direttore
Oggetto: segnalazione di degrado di
Via Gravina. Sottovia di via Ruvo.
I
ll. mo Sindaco, io sottoscritto Ma-
rio Conca, in qualità di responsabile
dell’esercizio della Conca Autoservizi,
con la presente sono a segnalarle quello
che lei dovrebbe conoscere perfettamente
e cioè lo stato di degrado in cui versa Via
gravina fino all’altezza del Palazzetto. Non
trovo le parole per descriverle in che situa-
Riceviamo e volentieri
pubblichiamo
Leggo sul vs.gionale l’articolo sul
Parco S. Elia a firma di Gaetano
BUCCI del quale avevate mandato
una bozza per eventuali imprecisio-
ni. Non mi sembra che l’articolo pub-
blicato sottolinei al di là della giusta
protesta del socio lavoratore alcuni
aspetti fondamentali.
-le cooperative sia rosse che bian-
che non sono s.r.l. quindi non hanno
capitali e non possono avere dalle
banche alcuna liquidità se non of-
frendo garanzie personali.
F
ino a qualche anno fa incombeva an-
cora la minaccia della casa di riposo
intesa come “ospizio”, nel senso di-
spregiativo del termine, considerata alla
stregua di una casa di cura o manicomio.
Invece, crediamo che oggi il termine sia
stato rivalutato dai fatti, in quanto le case
di riposo sono diventate sempre più popo-
lari nella nostra società. Al giorno d’oggi la
casa di riposo è una risorsa utile per tutte
zione si trova la suddetta strada ed è per
questo che la invito, se non lo ha già fatto,
a percorrerla a piedi e poi in macchina o
se preferisce la invito sul nostro autobus
per farle apprezzare il comfort di viaggio.
I nostri autobus la percorrono circa 1300
volte all’anno e lei potrà immaginare che
un mezzo pesante che giornalmente la at-
traversa quattro volte a lungo andare su-
bisca danni alle sospensioni, ai supporti,
all’allestimento interno, etcc. Fino ad oggi
e per un ventennio circa, ho soprasseduto,
ma d’ora innanzi inoltrerò le fatture di ripa-
razione direttamente al Comune di Corato
perché paghi per le sue inadempienze.
Credo ad ogni modo che i danni procurati
ai nostri mezzi siano poca cosa se parago-
nati ai danni di immagine che quella strada
provoca al vostro comune. Infatti la pre-
detta strada è sede di Supermarket, Store
monomarca, Hotel, Centro Wellness, Villa
Comunale, Piscine, Stadio, Palazzetto, atti-
vità economiche e non mi sembra il caso di
continuare. Potete immaginare i turisti che
l’attraversano per raggiungere il Nicotel che
immagine si fanno della vostra città e più
grave ancora della nostra regione; oppure
tutti i francesi che per vacanza vengono a
Corato più volte all’anno per ricongiungersi
con le proprie famiglie d’origine. Se inve-
ce chiedesse ad un suo concittadino che è
-costituire una cooperativa nel no-
stro sud diventa quindi difficilissimo
atteso che le paventate agevolazioni
non esistono.
-Inoltre la nostra cooperativa è on-
lus di tipo B che significa che per
legge il 30% dei soci lavoratori deb-
bono avere una certificazione di ina-
bilità del 65% e quindi non potendo
percepire alcuna pensione vengono
attraverso la cooperativa aiutati ad
entrare nel mondo del lavoro com-
patibilmente con l’inabilità possedu-
quelle famiglie che hanno un parente biso-
gnoso di cure al quale non possono presta-
re assistenza adeguata. Considerato che,
giustamente, anche le donne lavorano, ci
sono sempre meno persone in grado di se-
guire adeguatamente un anziano in casa.
La soluzione della casa di riposo in questi
casi è ottimale: l’anziano è costantemente
seguito e riceve le cure più adatte a lui in
un ambiente attrezzato per ogni esigenza.
costretto ad attraversarla per tante ragioni
diverse, forse le potrà meglio spiegare l’in-
sostenibilità di un degrado simile per una
comunità civile.
Visto che mi sono deciso a scriverle non
posso non ricordale, inoltre, l’urgenza di
provvedere a dei sottovia o cavalcavia
per eliminare le perdite di tempo fermi ai
passaggi a livello. Quello di via Ruvo, ed
esempio, viene attraversato dai nostri au-
tobus circa 7000 volte l’anno e se si tiene
conto che dobbiamo rispettare degli orari
non si può pensare di stare fermi anche
per dieci minuti.
Scusandomi per la lungaggine della pre-
sente ma certo della sua sensibilità verso
tali problematiche, rimango a disposizione
per ogni eventualità e colgo l’occasione per
inviarle molti distinti saluti.
Poggiorsini, lì 09 settembre 2009
Con Osservanza
(Mario Conca)
Tel. 0803231019
mobile 3935141620
www.conca.it
Gli articoli pubblicati riflettono esclu-
sivamente il libero pensiero dei singoli
autori e non impegnano in alcun modo
la linea di condotta della Proprietà e del
Direttore responsabile.
ta
-Infine siamo obbligati per legge ad
accogliere su segnalazione dei ser-
vizi sociali ragazzi con problemi di
tossicodipendenza e /o arresti do-
miciliari con il medesimo fine d’inte-
grazione sociale.
QUESTO ASPETTO CHE EVIDEN-
TEMENTE L’OPINIONE PUBBLICA E
TANTOMENO LA PUBBLICA AMMINI-
STRAZIONE CONOSCE SPERAVAMO
FOSSE DA VOI ESALTATO E RESO
CON LA FORZA DEI VOSTRI OTTIMI
ARTICOLISTI NELLA GIUSTA CON-
SIDERAZIONE GIORNALISTICA
Distinti Saluti
Geom. Ermenegido Piarulli
Amministratore Unico
Coop.Thule
Inoltre, trascorrere il tempo assieme ad
altre persone della stessa età può creare
dei legami che possono dare un pizzico di
colore ad una vita che probabilmente si sa-
rebbe consumata in un letto e in comple-
to abbandono; oltre a ciò crediamo che le
case di riposo siano attrezzate anche per
scopi ludici che stimolano gli anziani in di-
verse attività idonee a combattere la noia
e la solitudine. In conclusione, pensiamo
Alla redazione de
LA CAPASANA - Corato
V
olevo complimentarmi con Voi
de "La capasana"
Sono una mamma - lavoratri-
ce, sempre super impegnata, che
avendo poco tempo per andare in
edicola ha trovato nella cassetta
delle lettere della propria abitazione
copia del Vs. periodico.
Ancora complimenti !!!!
Antonella Mangione
La Capasana
Proprietà:
L.C.S. di Nunzio Balducci
Direttore Responsabile:
Luigi Soldano
Coordinamento Editoriale:
Ettore Adduci
Impaginazione e grafica:
Antonio Avella
Fotografia: Chiara Cioce
Vignettista:
Antonio Avella
Collaboratori:
Grazia Balducci, Massimo Maino, Rosi-
ta Zezza, Anna Balducci, Gaetano Bucci,
Pino Picca, Nino Leone, Giada Liso.
Tipografia:
Poligrafica Ruggero – Avellino-
Sede legale:
Via Verdi n. 46 –70033 Corato (Ba)
PER LA PUBBLICITA’:
080/8986381 – 393/2516125
340/8994207
www.lacapasana.net
e-mail:lacapasana@libero.it
Registrazione presso il TRIBUNALE DI
TRANI N. 7 del 18 luglio 2008
che ormai tutti abbiano compreso che la
casa di riposo non è più un luogo da cui te-
nersi lontani, ma che possa rappresentare
la soluzione per tutte quelle famiglie che
trovandosi in disagio trovano un’ organiz-
zazione capace di offrire servizi idonei per
la cura della persona che ne necessita.
DUCCIO E PEPPE
LA CAPASANA 15
LA CAPASANA 16

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