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CRESCITA, EGUAGLIANZA E DIRITTI CIVILI AL CENTRO DEL NOSTRO IMPEGNO

di Roberta Mori, consigliera PD, coordinatrice nazionale commissioni parit regionali

LE DONNE DEL PSE PER UNA EUROPA GIUSTA!

COOPERAZIONE SOCIALE, RUOLO E VALORE NEL WELFARE DI COMUNIT


di Marco Carini consigliere regionale PD

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REDAZIONALE

l PES Women Summit, tenutosi a fine febbraio nella sede nazionale del Partito Democratico, ha segnato simbolicamente lavvio del congresso del PSE e della campagna elettorale, nello storico giorno delladesione del PD alla famiglia Socialista&Democratica europea. Oltre a chi scrive hanno partecipato diverse amministratrici o coordinatrici Donne Democratiche dellEmilia-Romagna che, a dire il vero, nella teoria come nella pratica si sono sempre sentite appartenenti a questa famiglia. Del resto, come ha sottolineato la presidente PES Women Zita Gurmai, noi siamo il partito che ha costruito un manifesto reale per le donne. Lo stesso slogan scelto per lincontro, Potere alle donne, molto concreto, cos come la volont di dedicarlo al tema del divario retributivo, alle politiche per superarlo e per unoccupazione femminile di qualit. Sono in pochi a sapere che il 28 febbraio la Giornata europea per la parit retributiva, nata quattro anni fa per sensibilizzare e ottenere politiche di riequilibrio. La differenza tra il salario orario medio lordo degli uomini e quello delle donne sullintera economia si attesta al 16,4% nellUnione. In alcuni paesi, come lItalia, lUngheria, il Portogallo, il divario retributivo tra i sessi aumentato negli ultimi anni; e se vero che assistiamo dal 2010 ad un timido livellamento, questo

in buona parte attribuibile a una diminuzione delle retribuzioni maschili, come conseguenza della crisi economica, pi che a un aumento di quelle femminili: parola della Vicepresidente della Commissione europea Viviane Reding. Ostacoli alla parit sono sistemi retributivi poco trasparenti, assenza di chiarezza giuridica nella definizione di lavoro di pari valore e la scarsa informazione, ad esempio non sono disponibili dati sui livelli salariali per categoria di dipendenti e le vittime di discriminazioni non sanno come presentare un ricorso efficace. Le donne democratiche e socialiste europee sono impegnate a rimuovere tali ostacoli e su politiche giuste che assicurino lautonomia femminile e un contributo pieno delle donne allo sviluppo economico.

Crescita e inclusione sono prioritarie, contro le politiche di austerit che ci hanno soffocato. Ci significa anche condivisione della responsabilit politica e una maggiore presenza femminile nel mondo del lavoro, delle professioni e ai vertici decisionali. Il rafforzamento economico e sociale delle donne avr effetti positivi in termini di maggiore eguaglianza dello sviluppo, giustizia sociale e diritti civili. Non da ultimo, vogliamo vivere in una societ dove gli stereotipi sessisti non trovino spazio e la violenza di genere sia finalmente sconfitta. Assieme alla presidente Zita Gurmai abbiamo lanciato lappello per istituire lAnno europeo contro la violenza alle donne. Ha chiuso i lavori del PES Women Summit il candidato Martin Shulz, il quale ha ribadito con forza che la campagna per i diritti, contro la violenza e contro il gap salariale non una campagna delle donne, ma di tutto il Partito socialista europeo e soprattutto un impegno che perseguir con determinazione da Presidente della Commissione Europea. Il nostro contributo si pu riassumere cos: per il lavoro e i diritti delle donne, cambiamo lEuropa!

totale di 37.646 dipendenti, con una crescita del 16,2% nel quinquennio 2007-2012. Pi del 77% degli addetti assunto con contratto a tempo indeterminato e ben il 76% del totale costituito da donne. L8% inne appartiene a categorie svantaggiate, ma sottolineo come nelle cooperative cosiddette di tipo B il numero di lavoratori svantaggiati arrivi al 40%, ben al di sopra della soglia del 30% stabilita dalla legge 381. Nel complesso parliamo di aziende che erogano servizi sociali, sociosanitari o educativi essenziali per la vita delle persone e soprattutto per la conciliazione delle attivit di cura e di lavoro delle donne, facendo della solidariet un valore imprenditoriale: forte legame locale, rapporto duciario con gli utenti, attenzione alla qualit del servizio ed al benessere del lavoratore/lavoratrice. Dopo ventanni dalla nostra prima normativa regionale che ha disciplinato le cooperative sociali molte cose sono cambiate, sia nella loro natura che nel sistema di welfare - sempre pi stressato - in cui si inseriscono. Oggi queste coop sono soggetti imprenditoriali a tutti gli effetti, uguali nei valori fondanti a quelle di un tempo ma profondamente diverse nelle loro relazioni col territorio, nella capacit di fare impresa portando beneci tanto a se stesse quanto alla collettivit, nel rapporto con il Pubblico. In particolare, se vero che la crisi economica ha signicato per tutte le amministrazioni pubbliche tagli di bilancio e impoverimento dei servizi ai cittadini, anche vero che le risposte a questa situazione possono essere diverse e, spesso, antitetiche: esternalizzare i servizi rinunciando di fatto al proprio

In Emilia-Romagna operano 920 cooperative sociali per un

ruolo pubblico, ovvero mantenerne in capo la programmazione ed il controllo e riscrivere, attraverso laccreditamento, le relazioni con gli erogatori nali per renderli parte del sistema stesso. proprio questultima la strada scelta in Emilia-Romagna, dove le cooperative sociali sono gi di fatto un interlocutore indispensabile delle Istituzioni, tanto che il Piano regionale Sociale e Sanitario ha attribuito loro una funzione portante del nuovo welfare di comunit. Una proposta di legge di cui sono primo rmatario e attualmente in discussione, interviene dunque ad aggiornare il sistema apportando alcune innovazioni. Data la rilevanza assunta e la funzione pubblica svolta, riformiamo lAlbo regionale delle cooperative sociali e individuiamo puntualmente i criteri di afdamento e conferimento dei servizi. Al proposito riteniamo giusto distinguere tra lafdamento diretto alle coop sociali di tipo B per linserimento di soggetti svantaggiati in virt della riconosciuta capacit di generare inclusione sociale e del forte legame col territorio e il metodo della gara, caratterizzata dalla presenza di clausole sociali, per le cooperative di tipo A. Inoltre ampliamo la gamma

dei servizi erogabili, comprendendo ad esempio la formazione professionale e permanente. La legge determina poi le forme di partecipazione della cooperazione sociale alla programmazione, gestione, realizzazione e valutazione dei risultati del sistema integrato di interventi e servizi alla persona. Inne, tra le forme di promozione ed incentivazione si prevede un fondo rischi consortile per il sostegno al credito, contributi ai datori di lavoro per nuove assunzioni di persone nelle categorie protette (che arriva no al 70% della retribuzione quando sono ex degenti psichiatrici o disabili con invalidit superiore ai due terzi), la possibilit di fruire dei servizi erogati dalla struttura regionale di acquisto, con un sensibile vantaggio economico per le cooperative. Con questa proposta mettiamo in valore la cooperazione sociale per offrire pi opportunit alle persone, nellambito di uno stesso sistema di diritti a cui non vogliamo per nessuna ragione rinunciare.

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NON SOLO CODICI ROSA. IMPEGNO BIPARTISAN PER LE DONNE VITTIME DI VIOLENZA
(Bologna, marzo 2014) Voto unanime su una risoluzione bipartisan che impegna la Regione Emilia-Romagna a favorire, sostenere e sviluppare le esperienze territoriali anche sperimentali di organizzazioni integrate e multidisciplinari dirette a potenziare prevenzione, diagnosi e cura delle patologie femminili e di genere correlate, nonch a portare a completa attuazione gli indirizzi gi adottati per laccoglienza delle vittime di violenza. Inoltre, sviluppo su tutto il territorio del c.d. Codice Rosa per la presa in carico delle donne e dei minori vittime di violenza che si rivolgono ai Pronto soccorso ospedalieri. La presidente dellAssemblea regionale Palma Costi e la consigliera Roberta Mori hanno espresso una soddisfazione non di rito: Laver portato anche le minoranze sulle nostre posizioni si tradurr in un impegno autentico della Regione ad estendere e rendere interdisciplinari, cio eficaci, gli interventi per le vittime di violenza di genere. Un tassello importante si aggiunto al lavoro della Commissione Parit, propedeutico allapprovazione (e attuazione) della legge quadro regionale.

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