Sei sulla pagina 1di 8

PROPOSTA DI LEGGE N.

43
Presentata dai consiglieri
Venier Romano, Ciani, Marin, Asquini

<<Disposizioni per la coesistenza fra agricoltura convenzionale, biologica e


transgenica>>

Presentata il 24 novembre 2008


db
Signor Presidente, Componenti della Giunta, Colleghi Consiglieri,

con il presente progetto di legge i sottoscritti proponenti si prefiggono l’obiettivo di


normare la coesistenza nella nostra Regione fra l’agricoltura convenzionale, quella biologica
e quella che intende utilizzare organismi geneticamente modificati o, più propriamente ,
geneticamente migliorati. Questo è infatti, il miglioramento genetico, lo scopo per il quale
da anni lavorano i genetisti di tutto il mondo.

E’ giusto per tanto sgombrare subito il campo da alcuni equivoci. Prendendo ad


esempio il mais, la pianta maggiormente coltivata nella nostra Regione, è evidente che il
miglioramento genetico è finalizzato ad ottenere una maggiore resistenza ad alcune
malattie e ad alcuni parassiti animali, consentendo così un uso molto minore di fitofarmaci
e quindi un minore impatto ambientale delle coltivazioni.

Questo un tempo si otteneva attraverso l’incrocio di più varietà, due volte all’anno
nei due diversi emisferi, ottenendo così l’ibrido da coltivare, mentre oggi si ottiene
trasferendo in laboratorio una cellula, o più, da una varietà ad un’altra in tempo reale. Si dice
che chi coltiverà i mais OGM non potrà riprodurre nella propria azienda il seme da coltivare
nell’anno successivo. Ma questo avviene già da mezzo secolo, poiché gli ibridi di mais non
rigenerano se stessi, né se creati in laboratorio, né se ottenuti attraverso gli incroci varietali.
Ed è solo un esempio fra i tanti possibili.

Questo progetto di legge è apparentemente semplice e snello, composto da pochi


articoli, ma il suo contenuto è molto importante per il futuro del comparto primario del Friuli
Venezia Giulia, con ricadute molto significative sull’economia, sulla società civile e
sull’ambiente della nostra Regione proprio in un momento in cui l’agricoltura locale soffre la
drammatica concorrenza di paesi in cui la disponibilità di terreni agrari è infinita ed in cui i
costi di produzione sono minimali rispetto ai nostri. Ed in un momento in cui i trasporti di
derrate agricole non sono più un problema e le barriere doganali sono state abbattute dagli
accordi politici internazionali.

Non solo: anche la genesi del provvedimento proposto, ancorché sostanzialmente


dovuto, è complessa, poiché a monte vanno considerati, appunto, gli accordi mondiali sul
commercio (prima G.A.T.T. ed ora W.T.O), le normative europee, quelle statali ed una
sentenza della Corte costituzionale italiana dello scorso anno che attribuisce alle Regioni, e
non allo Stato, la potestà legislativa di disciplinare le modalità applicative del principio di
coesistenza fra coltivazioni convenzionali, biologiche e transgeniche, sancito dall’Unione
Europea.

Inoltre il provvedimento proposto è urgente, poiché durante la scorsa legislatura la


maggioranza di allora, pur avendo affrontato il tema non ha avuto il coraggio di varare un
testo di legge in materia, stralciando il Disegno di legge n. 237 dal calendario consiliare pur
dopo l’approvazione nella Commissione di merito.

Non si può attendere oltre una normativa che consenta la coesistenza fra le varie
tipologie colturali, anche perché è assurdo che la nostra comunità continui ad importare e

I
consumare cibi e bevande prodotti da piante geneticamente migliorate senza poterle
produrre.

Come dire ...........oltre al danno, la beffa!

Sperando fortemente in una sollecita approvazione di questa proposta, l’augurio è


che prevalga il buon senso.

VENIER ROMANO
SANTIN
CIANI
MARIN
ASQUINI

II
Atti consiliari -1- Consiglio regionale Friuli Venezia Giulia
X LEGISLATURA – PROPOSTA DI LEGGE N. 43
<<«TitoloPresentato»>>

Art. 1
(Disposizioni per la coesistenza fra agricoltura convenzionale, biologica e transgenica)

1. Al fine di garantire lo svolgimento dell’attività agricola, di tutelare la libertà


di iniziativa economica e il diritto di scelta del consumatore sancito, la presente legge
definisce il quadro normativo di riferimento per la disciplina, ad opera della Regione Friuli
Venezia Giulia, delle modalità di realizzazione e gestione della coesistenza fra coltivazioni
convenzionali, biologiche e transgeniche, che si avvalgono di organismi geneticamente
modificati, così come stabilito dalla raccomandazione n. 2003/556/CE del 23 luglio 2003
recante orientamenti per lo sviluppo di strategie nazionali e migliori pratiche per garantire
la coesistenza tra colture transgeniche, convenzionali e biologiche e dalla legge 28 gennaio
2005, n. 5 (Conversione in legge, con modificazioni, del decreto legge 22 novembre 2004, n.
279, recante disposizioni urgenti per assicurare la coesistenza tra le forme di agricoltura
transgenica, convenzionale e biologica).

2. Il presente provvedimento e le relative norme tecniche di attuazione


seguono i criteri stabiliti dalla raccomandazione n. 2003/556/CE ovvero, nello specifico, la
proporzionalità, la trasparenza e la scientificità delle misure da intraprendere. Al fine della
verifica della congruità rispetto al diritto comunitario il presente provvedimento è notificato
alla Commissione europea, prima della sua approvazione, ai sensi della direttiva 98/34/CE
del Parlamento europeo e del Consiglio che prevede una procedura d’informazione nel
settore delle norme e delle regolamentazioni tecniche e delle regole relative ai servizi della
società dell’informazione.

Art. 2
(Definizioni)

1. Ai sensi della presente legge si intendono:

a) per “coltivazioni biologiche” quelle che adottano i metodi di produzione


regolati dal regolamento (CE) n. 2092/91 del Consiglio, del 24 giugno 1991, relativo al
metodo di produzione biologico di prodotti agricoli e alla indicazione di tale metodo sui
prodotti agricoli e sulle derrate alimentari;

b) per “coltivazioni transgeniche che fanno uso di organismi geneticamente


modificati” quelle che utilizzano i prodotti ottenuti con i metodi di cui al decreto legislativo
8 luglio 2003, n. 224 (Attuazione della direttiva 2001/18/CE concernente l’emissione
deliberata nell’ambiente di organismi geneticamente modificati);

c) per “coltivazioni convenzionali” quelle che, per i metodi e/o i materiali


utilizzati, non rientrano nelle precedenti categorie.

2. La presente legge non regola la prevenzione e la gestione delle conseguenze


pregiudizievoli per l’ambiente e per la salute umana delle coltivazioni di cui al comma 1
Atti consiliari -2- Consiglio regionale Friuli Venezia Giulia
X LEGISLATURA – PROPOSTA DI LEGGE N. 43
<<«TitoloPresentato»>>

poiché tali aspetti sono disciplinati dalla direttiva 2001/18/CE del Parlamento europeo e
del Consiglio, del 12 marzo 2001, sull’emissione deliberata nell’ambiente di organismi
geneticamente modificati e che abroga la direttiva 90/220/CEE del Consiglio, e dal decreto
legislativo 224/2003 di recepimento della stessa direttiva.

Art. 3
(Principi)

1. Le misure per la gestione della coesistenza devono corrispondere a criteri


di efficienza ed efficacia economica ed essere proporzionate.

2. Nell’adozione si tiene conto della necessità di evitare che ciascuna forma di


coltivazione si svolga a danno di altre e che si impongano oneri non necessari a carico degli
operatori delle filiere di produzione.

3. Nel valutare la proporzionalità si tiene conto delle soglie di tolleranza


individuate dal regolamento (CE) n. 1829/2003 del Parlamento europeo e del Consiglio, del
22 settembre 2003, relativo agli alimenti e ai mangimi geneticamente modificati, per la
presenza accidentale e tecnicamente inevitabile di materiale geneticamente modificato in
prodotti convenzionali e biologici. In assenza di soglie di tolleranza, per le sementi valgono
le indicazioni della normativa sementiera sulle impurità.

4. Nell’adozione delle misure di coesistenza occorre avere riguardo alle specie


e varietà vegetali esistenti già coltivate e a quelle da immettere in campo e alle specifiche
interazioni fra esse, nonché alle condizioni dei luoghi in cui si attuano le coltivazioni,
secondo il principio della valutazione “caso per caso”. Occorre, altresì, tener conto dei
risultati delle prove in campo e delle valutazioni scientifiche in ordine ai rischi di
commistione fra colture che fanno uso di organismi geneticamente modificati e le altre
colture indicate all’articolo 1, comma 1.

Art. 4
(Contributi)

1. La Giunta Regionale è autorizzata finanziare le spese riguardanti:

a) la realizzazione di studi e ricerche specifiche riguardanti la materia;

b) la progettazione e la realizzazione di strutture atte alla lavorazione e alla


conservazione separate dei prodotti ottenuti dai diversi sistemi produttivi;

c) l’acquisto di attrezzature necessarie alle attività di cui alla lettera b);


Atti consiliari -3- Consiglio regionale Friuli Venezia Giulia
X LEGISLATURA – PROPOSTA DI LEGGE N. 43
<<«TitoloPresentato»>>

d) il programma di divulgazione necessaria a una corretta campagna di


commerciali.

Art. 5
(Separazione delle filiere di produzione)

1. I produttori di sementi, gli agricoltori, gli operatori della trasformazione e


della commercializzazione adottano misure per favorire la separazione delle filiere di
produzione, tenendo conto delle esigenze di tracciabilità ed etichettatura.

Art. 6
(Misure applicative)

1. Nell’adottare misure per la realizzazione e gestione della coesistenza la


Regione Friuli Venezia Giulia fa riferimento ai principi della buona pratica e tecnica agricola
intendendole come l’insieme dei metodi di gestione, delle pratiche di separazione già
collaudati e dell’esperienza agricola relativa alle pratiche di produzione sementiera.

2. Nel caso di coltivazioni che fanno uso di piante geneticamente modificate si


ritiene che rientrino nella buona pratica agricola, a seconda delle circostanze e secondo i
principi indicati all’articolo 2, le misure volte a impedire la presenza accidentale in altri
terreni confinanti nella fase della semina o del raccolto, nonché a evitare incroci con altre
colture o con piante selvatiche di terreni confinanti, e in specie: l’adozione di distanze
minime, la selezione delle varietà, la lotta alle piante infestanti o l’impiego di barriere
naturali contro i pollini.

3. Con riferimento allo stoccaggio degli organismi geneticamente modificati


rientrano nella buona tecnica le misure atte a evitare miscugli con altri prodotti attraverso
la separazione materiale e la pulizia dei depositi e dei recipienti.

4. Con riferimento alla lavorazione possono essere adottate regole di


organizzazione della produzione che consentano la lavorazione in tempi e modi diversi delle
diverse materie prime.

5. Con riferimento al trasporto di organismi geneticamente modificati


adottare qualsiasi misura atta a evitare fuoriuscite e miscugli , con la separazione materiale
e la pulizia dei mezzi e recipienti.

6. Le organizzazioni professionali possono emanare codici di buona pratica per


la coesistenza fra coltivazioni e fra produzioni differenti impegnando i loro associati ad
adottare il disciplinare di coltivazione che potrà costituire oggetto di divulgazione ai fini
della commercializzazione.
Atti consiliari -4- Consiglio regionale Friuli Venezia Giulia
X LEGISLATURA – PROPOSTA DI LEGGE N. 43
<<«TitoloPresentato»>>

7. La Regione Friuli Venezia Giulia promuove l’adozione di strumenti di


informazione e di formazione sulle buone pratiche agricole degli operatori delle filiere di
produzione. A questo proposito essa nomina un Comitato di esperti nel campo delle
agrobiotecnologie incaricato di redigere un codice di buone pratiche agricole della Regione
Friuli Venezia Giulia per la coesistenza fra colture. Gli esperti sono scelti fra ricercatori
pubblici che abbiano pubblicato lavori sulle agrobiotecnologie su riviste internazionali
specialistiche.

Art. 7
(Responsabilità)

1. Coloro che, nell’impiegare materiale genetico, provocano danni per effetto


della propagazione di tale materiale sono obbligati al risarcimento quando il danno provoca:

a) la necessità di inserire un’informazione supplementare in etichetta se


questa indicazione è tale da determinare un deprezzamento del prodotto;

b) la perdita di una certificazione, se tale perdita è tale da determinare un


deprezzamento del prodotto;

c) l’impossibilità di immettere il prodotto sul mercato.

2. L’agricoltore e l’operatore non possono essere considerati responsabili per il


danno che sia stato provocato in osservanza delle buone pratiche agricole riconosciute
dalle Associazioni di categoria e dagli operatori della filiera ovvero delle indicazioni
contenute nell’autorizzazione alla coltivazione da parte dell’Autorità competente.

Art. 8
(Comitato tecnico scientifico in materia di biotecnologie)

1. È costituito presso la Direzione centrale competente in materia di risorse


agricole il Comitato tecnico scientifico in materia di biotecnologie, di seguito denominato
Comitato.

2. Il Comitato esprime pareri, proposte e indirizzi in materia di organismi


geneticamente modificati e di biotecnologie.

3. Il Comitato è presieduto dal Direttore centrale competente in materia di


risorse agricole o suo delegato ed è composto da un rappresentante designato da ciascuna
delle Organizzazioni professionali agricole maggiormente rappresentative a livello
regionale, nonché da un esperto in biotecnologie designato da ciascuno dei seguenti enti:

a) Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente (ARPA);


Atti consiliari -5- Consiglio regionale Friuli Venezia Giulia
X LEGISLATURA – PROPOSTA DI LEGGE N. 43
<<«TitoloPresentato»>>

b) Agenzia regionale per lo sviluppo rurale - ERSA;

c) Università degli studi di Trieste;

d) Università degli studi di Udine;

e) AREA Science Park di Trieste;

f) Futuragra – associazione culturale di agricoltori.

4. Il Comitato è nominato con deliberazione della Giunta regionale e resta in


carica cinque anni.

5. La deliberazione della Giunta regionale di cui al comma 4 stabilisce


l’ammontare del gettone di presenza spettante ai componenti del Comitato per la
partecipazione alle sedute, nonché il rimborso delle spese nella misura prevista dalla
normativa regionale in materia di funzionamento di organismi collegiali.

Art. 9
(Sanzioni)

1. Chiunque arreca un danno documentato alle altre colture ottenute in base


ai principi stabiliti all’articolo 6, comma 1, è tenuto al risarcimento dello stesso. Il
risarcimento è determinato in base ai criteri stabiliti dagli articoli 2043 e seguenti del codice
civile.

Art. 10
(Norme finanziarie)

1. Gli oneri derivanti dall’applicazione del disposto di cui agli articoli 4 e 8 fanno
carico all’unità previsionale di base ______________ dello stato di previsione della spesa del
bilancio pluriennale per gli anni 2009-2011 e del bilancio per l’anno 2009, con riferimento al
capitolo _________ del documento tecnico allegato ai bilanci medesimi.

Potrebbero piacerti anche