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Fonte: Adozione-felice.com
Anche le madri adottive possono fruire dei permessi giornalieri per allattamento. E questo è
possibile anche se il bambino è già grandicello, come del resto avviene spesso, specie nei casi di
adozione nazionale...
Le norme
Il decreto legislativo 26 marzo 2001, n.151 agli articoli 39, 40 e 41 prevede la possibilità, per la
lavoratrice madre ed in alcuni casi anche per il padre, di fruire di permessi giornalieri per poter
accudire il bambino.
Vediamo casi e durata di questi permessi:
- La lavoratrice madre può allontanarsi dall'azienda, nel corso della giornata, per due volte. le
pause possono essere, al massimo, di un'ora ciascuna. Però, se l'orario di lavoro è inferiore a sei
ore giornaliere, la lavoratrice potrà fruire di un permesso soltanto. La durata della pausa è
dimezzata (scende a mezz'ora) se la lavoratrice può utilizzare apposite strutture per la custodia del
bambino (ad esempio un asilo nido), istituite dal datore di lavoro all'interno dell'azienda o nelle
immediate vicinanze di essa (art. 49) .
- Il lavoratore padre ha diritto a fruire dei permessi sopra descritti, normalmente spettanti alle
madri, in quattro casi (art. 50):
a) nel caso in cui i figli siano affidati al solo padre;
b) in alternativa alla madre lavoratrice dipendente che non se ne avvalga;
c) nel caso in cui la madre non sia lavoratrice dipendente;
d) in caso di morte o di grave infermita' della madre.
In caso di parto plurimo, i periodi di riposo sono raddoppiati (art. 41).
I diritti dei genitori adottivi
Anche se questi permessi vengono comunemente detti "per allattamento", la loro funzione è,
principalmente, quella di salvaguardare la continuità del rapporto tra genitori e figlio.
L'art. 45 del decreto legislativo 151/2001 prevedeva la possibilità che di essi potessero fruire anche
i genitori adottivi, "entro il primo anno di vita del bambino".
Questa limitazione apparve subito inaccettabile, e tale da rendere concretamente inattuabile la
nporma i favore dei genitori adottivi. Infatti, sono frequenti i casi in cui il bambino arriva in
famiglia quando ha già alcuni anni di età; e nonostante ciò necessita, al pari di un neonato e forse
anche di più, di un frequente contattpo con i genitori, per aiutare il suo inserimento in un contesto
nuovo e sconosciuto.
Per questo, la Corte Costituzionale, con la sentenza n. 104 dell'1 aprile 2003, ha rimosso tale limite
massimo di età, stabilendo che i genitori adottivi possono fruiore dei prermessi di cui all'art. 39, 40
e 41 "entro il primo anno dall'ingresso del minore nella famiglia".
Conclusione
Ai sensi degli articoli 39, 40, 41 e 45 del decreto legislativo n.51 del 2001, i genitori adottivi, entro
il primo anno dall'arrivo del bambino, hanno diritto a fruire di permessi giornalieri che consentano
loro di accudire adeguatamente il minore.
I casi e la durata di tali permessi sono disciplinati dagli articoli 39, 40 e 41.
Per "ingresso del minore nella famiglia" dovrà intendersi la data dell'affidamento preadottivo del
bambino: è in tale momento, infatti, che comincia per la coppia il delicato ruolo connesso alla
genitorialità. Alla data della adozione definitiva, il bambino si sarà già inseirito, almeno in parte,
nella nuova