Johannesburg, 5 dicembre 2013. Tutto il Sudafrica trattiene il respi-
ro mentre si spegne, alla presenza dei suoi cari, una delle personali- t pi luminose della storia di questo paese: Nelson Mandela, balu- ardo della libert, sostegno della vera giustizia. Dopo una vita passata a credere nei propri ideali e ad impegnarsi per labolizione del regime di segregazione razziale dell Apartheid, questo eroe dei giorni nostri si spento alla veneranda et di 95 anni. La notizia si diffusa a velocit impressionante in tutto il mondo, riportando alla luce la memoria comune di un uomo che ha saputo tenere le redini di un paese lacerato da unidea malsana, che ha saputo curarne le ferite e sottrarlo allingiustizia del sangue.
Continua a pag. 4 BANDO CONCORSO DI SCRITTURA Cari Mariottini, si avvicina il Natale: lucine colorate, abe- ti, presepi, altruismo, pubblicit di pandori e panettoni e tante altre cose belle che associamo a questa ricorrenza. Tra queste ci sono sicuramente le vacanze natalizie du- rante le quali finalmente faremo tutto ci che avremmo voluto fare in questi tre mesi: leggere un libro, rivedere qualche vecchio amico o amica... O scrivere qualcosa... E proprio a voi che prenderete carta e penna (o tastiera e monitor), si rivolge lo Zibaldone: basta che scriviate una storia che non sia pi lunga di una pagina e mezzo, su qualsiasi cosa vogliate, e noi la pub- blicheremo; infine il testo anche se l'avrete scritto con la penna, dovrete batterlo al computer e spedirlo all'e-mail rosa.algieri@libero.it . Potrete dare sfoggio delle vostre doti e farle conoscere ai vostri amici; dilettateci con storie d'avventura, di scoperta ma anche su di voi. Insomma scrivete, scrivete, scrivete. Scrivere prendere l'impronta dell'anima Multatuli, Idee. -Things we lost in the fire ..pag.2 - Il richiamo della natura ..pag.3 - Alle primarie voto anch io ..pag.3 - Fine di una vita spesa per il Sudafrica ..pag.4 - Giovent bruciata ..pag.5 - La stella di pietra ..pag.6 - A ottantanni sotto esame ..pag.7 - Non sono cianfrusaglie! ..pag.8 - Hunger Games ..pag.9 - Babbo Natale? Naah, troppo mainstream ..pag.10 - Le vostre voci ..pag.11-14 - Merry Ziba ..pag.15-18
Dicembre 2013 Lo Zibaldone N.2 Speciale Natale 2013 Index.. BABBO NATALE? NAAH, TROPPO MAINSTREAM! <<Il Natale si avvicina!>> esclama entusiasta la mia cuginetta di nove anni, con un sorriso sma- gliante ed elettrizzato. Non bastavano le lucine per le strade (gi appese da novembre, tra laltro), le decorazioni festose nei negozi, il colore rosso che padroneggia ovunque, gli aghi di pino sparsi per il salotto e una lista di regali da fare ad amici e parenti che pare infinita; no, ci vuole an- che la conferma di una bambina che ha lesatta met dei miei anni a farmelo ricordare.
Continua a pag.9 Lo Zibaldone, Pagina 2 Voci di corridoio In chiave di sol No, non vogliamo parlare di celebrazioni francesi ,tranquilli; il nome potrebbe ricordare la rivoluzione francese e la sua PRESA DELLA BASTIGLIA, e infatti in parte vero; la band, per, ha origine in Inghilterra. Nasce infatti dallidea del singer/ songwriter Dan Smith, loriginale ragazzo nato il 14/07/1986, giorno, appunto, della festa nazionale francese. Da l il nome della band, che non si pronuncia con accento francese ma con lo stile in- glese BASTIL. Inizialmente composta da 3 membri (Chris WOODY Wood alle percus- sioni, Dan Smith, come voce e tastiera, e Will Farquarson, come bassista), nel 2010, comincia la sua carriera suonando nei bar londinesi. Dopo aver firmato un contratto con le case discografiche Virgin Records e EMI music, e con lentrata nella band di Kyle Simmons, come tastierista, cominciano ad avere successo in Inghilterra. Non ben definito il loro stile musicale, ma lo si potrebbe collegare con i generi Alternative rock e Indie. Nel 2011 pubblicano i loro primi singoli (video musicali) FLAWS, OVERJOYED e BAD BLOOD. Il vero successo, per, arriva nellAprile 2013, con il loro singolo POMPEII e con luscita del primo album BAD BLOOD. A questo punto la band viene conosciuta in gran parte del mondo, il loro album scala le classifiche internazionali (1 in Inghilterra, 3 in Irlanda), e per i ragazzi comincia un incessante estate piena di concerti. A Marzo inoltre comincia a diffondersi anche il loro singolo LAURA PALMER, nome dovuto allossessione di Dan per il telefilm Twin Peaks. In Italia, sfortunatamente, giunge solo il singolo POMPEII che guadagna il 16 posto nella classifica dei brani pi ascoltati. In questo arco di tempo Dan elabora sempre pi canzoni, rilasciando in vari paesi gli EP della band ( dischi o vinili che hanno come te- ma una canzone in particolare, alcuni esempio sono il : Overjoyed EP, Laura Palmer EP, Flaws EP etc.). Il 14 Luglio, con il compleanno di Dan, esce in Internet il loro 6 video musicale della loro precedente canzone THINGS WE LOST IN THE FIRE. In Agosto i Bastille partono nel loro tour Americano ( credeteci o no, ma sono conosciuti anche l!!!), per la presentazione dell EP basato sul loro singolo HAUNT. Intanto nel mondo aumentano i loro fans, detti STORMERS. Il nome del fandom deriva dalla richiesta su Twitter di una ragazza a Dan, dove chiedeva come potevano essere chiamati i loro fans. Dan sugger alla ragazza il nome Stormers, derivante dal grido STORM THE BASTIL- LE!!, dei cittadini francesi durante la presa della Bastiglia. Oltre a riuscire a partecipare ai rinomati ITUNES FESTIVAL, annunciano la loro prima VERA data italiana. Si esibiscono infatti il 23 Novembre (2013) allAlcatraz di Milano e il 22 marzo 2014 al Mediulanum Forum di Milano, come tappa del Bad Blood tour pt. II.
Camilla Natalini, IV F Things we lost in the fire Uno sguardo alle band emergenti: LOggid Lo Zibaldone, Pagina 3 Arte, genio e follia Cari lettori, ho deciso di stupirvi con una notizia che sicuramente vi sorprender a tal punto da lasciarvi a bocca aperta. Anche le piante parlano. Ebbene si, pur sembrando creature cos inermi, passive ed incapaci di intendere e volere, forse anche a causa del loro saldo ancoraggio al terreno, ora pretendono di farsi sentire chiaro e forte. Il loro naturalmente un linguaggio diverso da quello umano, ma ugualmente capace di comunicare dolore, gioia o gratitudine. Il loro cervello sem- brerebbe situato nell'apice radicale delle radici e capace di far comunicare tra loro tutte le parti della pianta. Saranno mol- ti, infatti, gli esperimenti condotti dagli anni 70 del 1900 ad oggi, tra cui i primi atti ad indagare il diverso comportamento delle piante sottoposte o a gradevoli armonie o a rumori fastidiosi. Si scopr che, interagendo ogni nota con un amminoaci- do di una proteina, a seconda delle sequenze sonore prodotte, la pianta cresceva o meno rigogliosa. Addirittura un tenace americano, Luther Burbank, continuando per 7 anni a ripetere ad un cactus:'non avere paura,non hai bisogno delle tue spine perch io ti protegger' riusc ad ottenere il risultato sperato. proprio grazie a lui se noi oggi possediamo un cactus senza spine. Ma bene venire a conoscenza anche di altre esperienze, non meno interessanti di quelle esposte finora. Una tra queste, ad esempio, consistita nel radunare una decina di persone in una stanza ed ordinare ad una di loro di strappare una fogliolina ad una pianta collocata su un tavolo un po' distante. Dopo di che, avvicinatosi i partecipanti uno alla volta,le frequenze della pianta (registrate con un apparecchio apposito) si sono impennate alle stelle quando davanti ad essa stato il 'colpevole'. Non finisce qui. Si provato anche che, nel momento in cui un bruco od un qualsiasi altro insetto comincia a nutrirsi di essa, ecco che la parte della pianta colpita invia un segnale d'allarme a tutta la struttura ve- getale. Quest'ultima provveder a sprigionare una sostanza in grado di avvicinare i nemici dell'insetto divoratore. Perch, si sa, i nemici del tuo nemico sono amici. Da ci si pu dunque affermare che la pianta,quando viene tagliata o danneggiata in qualsiasi altro modo (dagli agenti atmosferici ad esempio) soffre. Non solo, resterete ancora pi interdetti nel sapere che nel 2008 la Svizzera stato il primo paese al mondo a riconoscere dei diritti ai vegetali. Questi diritti per nulla tol go- no alla possibilit da parte dell'uomo di utilizzarle per i suoi scopi, pur rispettando certi limiti e non alterandone il funziona- mento. Basti pensare che riconoscere la dignit agli animali non ha significato eliminarli dalla nostra catena alimentare o proibire la ricerca su di essi.
Samantha Galli, III G 1I vieIianc JIIa ratova. L8 dicembre scorso si sono tenute le primarie del PD per eleggere il nuovo segretario del partito e a gran maggioranza gli elettori hanno scelto Matteo Renzi, il sindaco di Firenze che ha letteralmente sbaragliato la concorrenza, costituita dai due candidati Giuseppe Civati e Gianni Cuperlo. Ma non questa la notizia. La vera novit stata lintroduzione del voto dei 16enni. Tutti coloro che infatti avevano compiuto al momento del voto il sedicesimo anno di et hanno potuto recarsi ai seggi ed esprimere la loro preferenza. La procedura di voto era molto semplice: dopo aver effettuato la registrazione on- line, i ragazzi si sarebbero dovuti presentare assieme ad un genitore al seggio scelto in fase di iscrizione e avrebbero dovu- to esibire un documento di riconoscimento. Si tratta di una grande opportunit che ci stata offerta, non tanto per linfluenza che nel risultato finale hanno avuto i voti di noi ragazzi (di cui da nessuna parte sono stati pubblicati i dati di affluenza alle urne), bens per una crescita personal e allinterno della nostra societ. Una societ che in questo senso ci viene incontro: il 10 settembre 2012 il Parlamento Europeo ha emesso una dichiara- zione con cui si istituzionalizza il diritto di voto ai sedicenni, attualmente concesso in Austria, nelle dipendenze della coro- na britannica (isola di Man, Jersey e Guernsey), in alcune zone di Norvegia, Germania e Svizzera. Nel corso del tempo il voto dei minori acquisir maggiore centralit: lesprimere formalmente la propria preferenza non sar pi solo un punto darrivo per i sempre interessati di politica, ma anche un punto di partenza per tutti quelli che per la prima volta si sentiranno coinvolti nelle sorti del paese e quindi in dovere di informarsi per poi dire la propria. In questo modo sar coinvolta una massa sempre pi consistente di giovanissimi, i quali non potranno che dare un risvol- to positivo alla politica del proprio paese, a prescindere dallorientamento al quale sono stati educati allinterno del nucl eo familiare. Non demagogia, ma semplice costatazione dei fatti. Martina Vaselli, IIF Lo Zibaldone, pagina 4 Attualita Voci di corridoio Johannesburg, 5 dicembre 2013. Tutto il Sudafrica trattiene il respiro mentre si spegne, alla presenza dei suoi cari, una delle personalit pi luminose della sto- ria di questo paese: Nelson Mandela, baluardo della libert, sostegno della vera giustizia. Dopo una vita passata a credere nei propri ideali e ad impegnarsi per labolizione del regime di segregazione razziale dell Apartheid, questo eroe dei giorni nostri si spento alla veneranda et di 95 anni. La notizia si diffusa a velocit impressionante in tut- to il mondo, riportando alla luce la memoria comune di un uomo che ha saputo tenere le redini di un paese lacerato da unidea malsana, che ha saputo curarne le ferite e sottrarlo allingiustizia del sangue. La popolarit di Mandela ha iniziato a diffondersi fin dalla sua giovinezza quando, una volta unitosi al partito dellAfrican National Congress, seppe fare della non violenza lo strumento privilegiato per abbattere le barriere razziali e rendersi simbolo di una mag- gioranza nera che non intendeva sottostare ancora allumiliante schiavit imposta da quella minoranza bianca che aveva invaso selvaggiamente il cuore della loro terra. I suoi ideali di uguaglianza lo portarono non solo a inimicarsi il governo razzista del Partito Nazionale, ma anche a trascorrere ben 27 anni nel carcere di Robben Island a partire dal 1964. In questo periodo per la forza del suo desiderio di libert non si assop nella polvere di quella prigione, ma aliment, completamente priva di vendetta, tutti coloro che inseguivano i pensieri di questo grande uomo, e manifestavano in suo nome la volont di ve- dere finalmente un paese senza discriminazioni. La voce di questo movimento si fece cos forte da e- splodere con la cancellazione dellApartheid a opera del presidente del Sudafrica Frederick De Klerk e con la scarcerazione di Mandela nel 1990, dopo la quale divenne presidente del Sudafrica, ma allo stesso tem- inc di una vita spcsa pcr il 5udafrica. po eroe vittorioso e fedele ai propri ideali, figura politica unificante e Premio Nobel per la Pace nel 1993. Solo po- chi anni dopo la finale di Coppa del Mondo di Rugby, nella quale la squadra nazionale del Sudafrica trionf contro gli imbattibili All Blacks, lo consacr come simbo- lo di una rinascita moderna che iniziava a farsi largo tra i pregiudizi sul colore della pelle e sulle tradizioni di un popolo diviso, ma che prendeva consapevolezza della propria potenziale forza nellunit. Questo personaggio seppe sfruttare la passione intrinse- ca di ogni essere umano nei confronti della propria terra per creare un unico ed autentico senso di appartenenza comune, che trasformava i dolori e le lotte degli anni precedenti in materiale fertile sul quale piantare le fondamenta di un futuro di pace. Quel grido che esplose nello sta- dio di Johannesburg dopo la vitto- ria sulla squadra di rugby pi forte del mondo si ripetuto alla com- memorazione svoltasi il 10 dicem- bre nel Fnb Stadium di Soweto, alla quale circa 90 mila persone allinterno della struttura ma an- che tutti i sudafricani radunati di fronte ai maxi schermi hanno intonato canti anti-Apartheid suonando vuvuzelas e ballando prima dellinizio della cerimonia. Un grido di dolore ma nel quale allo stesso tempo sta- to condensato un ringraziamento che viene del cuore. Tutta la popolazione del Sudafrica si stretta attorno al ricordo dell uomo che lha liberata da una schiavit pri- va di ogni fondamento. Alla commemorazione erano presenti anche novanta leader mondiali che hanno voluto partecipare al ricordo di un uomo cos importante per la storia Voglio ricorda- re con semplici parole la sua umilt, la sua grande uma- nit per la quale il mondo intero avr grande gratitudine per sempre", parole commosse del presidente sudafrica- no Zuma, che si rivolto a Mandela utilizzando quel so- prannome, Madiba, che lo ha reso icona di un popolo e simbolo di un secolo.
Margherita de Laurentiis I F Voci di corridoio Attualita Lo Zibaldone, pagina 5 Gioventu bruciata Pi della met degli studenti nelle scuole italiane affermano di non rispettare il divieto di fumo. Dicono di sen- tire il bisogno di una sigaretta; altri non si limitano solamente alle sigarette. La vera domanda : Perch inizia- no a fumare e quando? La maggior parte dei ragazzi iniziano a fumare gi dalle scuole medie. Forse quello che li spinge a farlo il de- siderio di sentirsi maturi,fare un passo nel mondo dei grandi. Oppure ci sono ragazzi che iniziano per seguire la massa, o almeno per provare quella sensazione, per far passare il tempo, oppure per calmare rilassarsi, per sembrare pi sicuri di s ed addirittura ci sono alcuni che lo fanno pensando di avere stile. Infine finiscono tutti nella trappola della dipendenza. Ecco alcuni dei danni provocati dal fumo: danni all'apparato respiratorio: -irritazione alle vie respiratorie; -riduzione delle difese immunitarie con un peggioramento del controllo sulle infezioni; -invecchiamento precoce del sistema polmonare; -asma; -bronchite acuta (poi cronica). Danni all'apparato cardio-circolatorio: -ostacola la circolazione del sangue nei vasi aumentando il rischio di infarto e di ictus; -impotenza nell'uomo; -invecchiamento precoce della pelle. Tumori: -tumore del rene e della vescica -tumori dell'esofago, del colon e del fegato. La speranza di vita di un fumatore comunque di 8 anni inferiore rispetto a quella dei non fumatori. (Per le ragazze):I danni del fumo di sigaretta per il cuore delle donne sono 5 volte maggiori rispetto a quelli causati negli uomini.
Smettendo di fumare si traggono i seguenti benefici: -aumenta la speranza di vita; -si riduce il rischio di tumori; -si riducono le affezioni delle vie respiratorie; -migliora la circolazione e si riduce il rischio di infarto e di ictus; -migliora l'efficienza fisica; -migliorano i riflessi; -le fratture guariscono prima; -migliora la qualit del sonno; -migliora lo stato della pelle e dei capelli; -l'alito e la persona perdono l'odore (sgradevole) di fumo.
COME DIRE DI NO AL FUMO? No grazie: un semplice "no grazie" spesso abbastanza. Ma talvolta un semplice "no grazie" non funziona. La gente continua a offrirti una sigaretta, sebbene tu labbia gi rifiutata. Perch vuoi che io fumi?:la domanda risulter troppo difficile, non trover una risposta.
Spero che con questo conciso articolo ognuno di voi abbia inteso che non c una ragione realmente valida che possa indurci a fumare, se non quella stessa forza di volont che spesso sviluppa in chi fuma anche il de- siderio di smettere. Pensate alla vostra salute..insomma, vogliatevi bene!
Radoi Maria Izabela, IVH Penso che la sigaretta abbia un gusto pi intenso quand' l'ultima. Anche le altre hanno un loro gusto speciale, ma meno intenso. L'ultima acquista il suo sapore dal sentimento della vittoria su s stesso e la speranza di un prossimo futuro di forza e di salute. - Italo svevo, La coscienza di Zeno Lo Zibaldone, Pagina 6 La Stella di pietra Il romanzo sto- rico rappresen- ta forse uno dei generi pi diffi- cili col quale un autore si possa cimentare; gli eventi storici hanno confini netti e definiti, eppure facili da oltrepassare, finendo inevitabilmente col tradire la realt dei fatti. Occorre essere estremamente accurati nel riporta- re ogni singolo dettaglio, onde evita- re che il tutto manchi di credibilit, ergo di quel fascino che solo un esatta ricostruzione storica sa dare. La situazione si complicherebbe ulteriormente se all'autore venisse la "malsana" idea di concatenare tra di loro eventi ambientati in epo- che storiche distanti diversi anni. Se non secoli. Ed proprio questa l'in- trigante tecnica del celebre scrittore italiano Marco Buticchi, che ha fatto di questo stile complesso e avvin- cente il suo biglietto da visita, dan- do alla luce storie uniche ed origina- li. Le opere dell'autore ligure si com- pongono infatti di singolari mosaici di cause ed effetti che si rincorrono attraverso le ere, mostrandoci come la storia sia un qualcosa di vivo e continuo. L'ultimo capolavoro dell'autore non tradisce le aspettative dei lettori di lunga data e al contempo appassio- na i neofiti del genere con un intrec- cio singolare. Cosa collega le vicende di un giova- ne Michelangelo alle prese con un falso d'arte, ai ben pi duri anni di piombo, segnati dallo sconvolgente operato delle Brigate Rosse? Ne sa qualcosa Sara Terracini, la protago- nista del romanzo, archeologa fre- sca di laurea e fautrice di una tesi rivoluzionaria, che vedrebbe il Lao- coonte non come un'opera della scuola di Rodi ma bens come un falso rinascimentale. La giovane dottoressa si scoprir per questo pedina di una partita molto pi grande di lei, che vede fronteggiarsi spie internazionali e terroristi rivolu- zionari in una battaglia tanto dura quanto violenta, spietata e cruciale per il bene della democrazia occi- dentale. E una delle armi fonda- mentali di questa battaglia senza esclusione di colpi si riveler pro- prio essere un misterioso bozzetto michelangiolesco del Laocoonte, capace di valere miliardi di lire e di gettare vergogna sulla chiesa di Roma... L'abilit del Buticchi nel creare sce- ne ad alto tasso d'azione vera- mente ammirabile, cos come la capacit che ha avuto di rendere il romanzo molto incalzante e dinami- co; l'autore infatti coordina all'inter- no di ogni capitolo (specie quelli ambientati nel Rinascimento) pi sequenze a s stanti anche distanti tra di loro nel tempo e nello spazio. Se ci rende la narrazione maggior- mente "sbrigativa" ha per il vantag- gio di permettere all'autore di far accadere molti eventi in poche pagi- ne, forse un a scapito delle sequen- ze descrittive. Cos facendo egli rie- sce a riproporre le vicende di Mi- chelangelo in maniera molto acces- sibile e allo stesso tempo accurata, dando quasi una veste moderna all'artista italiano. Di contro i perso- naggi degli anni di Piombo non han- no lo stesso fascino e, anzi, risulta- no sotto certi aspetti rispondenti ad alcuni stereotipi banali che a tratti li rendono figure quasi idealizzate. L'opera non eccelle per la struttura dei dialoghi (ispirati forse a quelli dell'attuale panorama letterario d'oltreoceano) che non appaiono troppo naturali e sinceri, ma ecces- sivamente costruiti e statici, in net- to contrasto con il ritmo del libro. La trama, il "filo rosso" che conduce le vicende narrate, senz'altro ge- niale: si intuisce chiaramente la grande ricerca storica effettuata da Buticchi che gli permette di rappre- sentare le epoche con squisita vero- simiglianza e profondit. Ahim, mi trovo costretto a puntare il dito con- tro il collegamento che sussiste tra i due spaccati storici. Per evitare di raccontarvi il finale, mi limito a dire che a mio avviso il nesso labile e sussiste quasi per caso. Inversa- mente l'importanza attribuita al fal- so del Laocoonte viene un po' esa- gerata: in un epoca di simonia, sa- cerdoti lascivi e papi guerrieri con tanto di figli bastardi, non sarebbe stato un falso d'arte a gettare fango sulla Santa Romana Chiesa, come invece si sostiene nel libro. Mi sento in ogni caso di consigliare vivamente questo libro a tutti coloro i quali desiderino restare catturati da una ricostruzione storica di rara bellezza, che forse vi inviter ad approfondire due delle epoche pi intriganti e controverse di tutta la nostra storia nazionale. Giovanni Ciocca, VB Arte, genio e follia Scripta manent Da Michelangelo alle Brigate Rosse, tra falsi d'arte e assassini spietati Scheda tecnica: Genere: Romanzo storico, Giallo, Avventura. Edito da: Longanesi. Anno di pubblicazione: 2013. Costo: 13,94 euro cartaceo, 9,99 euro ebook Lo Zibaldone, Pagina 7 Arte, genio e follia Dietro le quinte Che la modernit, tra i sui vari volti, ne abbia uno cinico e freddo un dato di fatto. E, del resto, una socie- t futura di una incomprensibile e grottesca spietatezza, lhanno immaginata in molti. Ma quando il futuro diventa futuro prossimo e infine cozza con il presente e le persone assumono la condizione di oggetti, tan- to da essere sottoposte a una periodica revisione e da essere rottamate qualora non la passino, quando vengono giudicate per ci che sono diventate fisicamente, senza tener conto di ci che sono state o di ci che le loro azioni hanno significato per gli altri, sorge spontanea la domanda: Cosa farei io, in quel caso? Questo tema viene brillantemente messo sulla scena del teatro Morlacchi da uno degli attori sicuramente pi amati dal pubblico umbro: Giampiero Frondini, che insieme agli attori Francesco Rossini e Caterina Fiocchetti, si produce in un mirabile adattamento in atto unico del racconto fantascientifico The Test (Lesame) di Richard Matheson. La trama semplice e agghiacciante: nel 2023, in America, a cau- sa del sovraffollamento e del progressivo invecchiamento della popolazione, tutti gli anziani dai sessantanni in su devono sottoporsi a un esame quinquennale che ne saggi le capacit intellettive, psico- logiche e fisiche; qualora il soggetto non passi lesame, sar terminato, a spese dello stato, con uniniezione, in un apposito centro. Ladattamento sentitamente offertoci da Andrea Jeva (attore e drammaturgo originario di Bari) e diretto dalla regia congiun- ta dei tre attori sovra citati con la preziosa collaborazione di An- drea Paciotto, ambientato in Italia, nel 2020 a San Marco, Pe- rugia. La leggera anticipazione temporale e il considerevole avvi- cinamento geografico altri effetti non sortiscono che lidentificazione del pubblico nei personaggi e nella situazione, che favorisce a creare un legame di intimit fra attori e spettato- ri. In particolare raccontata la storia di un ottantenne, Giampie- ro (Giampiero Frondini) che si prepara ad affrontare il suo quinto esame, di Francesco (Francesco Rossini) che cerca di aiutarlo a prepararsi, e di sua moglie (Caterina Fioc- chetti). Palesemente Giampiero non in grado di passare lesame, ma mentre ci si aspetterebbe contrizio- ne e disperazione nei familiari, questi dimostrano, e specialmente la moglie di Francesco, un senso di ras- segnato sollievo, quasi di liberazione nella imminente fine del vecchio. Il dramma ci presenta, cos, lo spaccato di una cinica societ futura, descrivendo la dignitosa resa del vecchio mondo che viene brutal- mente spazzato via con metodi assassini, le remore e il senso di smarrimento e incertezza di Francesco, che esita a rottamare il padre, avendo vissuto a cavallo tra la vecchia e la nuova generazione; infine la decisione di sua moglie e il suo desiderio che Giampiero venga eliminato in quanto, secondo la nuova con- cezione solo un vecchio inutile, che gira per casa e rompe tutto.Giampiero salter lesame e opter per il suicidio, quale onorevole gesto di libert estrema. Il passo successivo verr compiuto dai figli della cop- pia (non presenti sulla scena) che, come si sapr a fine spettacolo, faranno eliminare i genitori a soli 65 anni dopo il primo esame. Un opera estremamente attuale, deve far riflettere! risponde Giampiero Frondini, intervistato dopo la Pri- ma, alla mia domanda; Pensa solo che Matheson ha scritto il racconto nel 1954, ed era ambientato nel 2023. Noi, nel nostro adattamento, fatto nel 2013, lo abbiamo anticipato al 2020 tanta lattualit del tema. Incontro Frondini dietro le quinte, e tra un saluto di un amico e un complimento di uno spettatore mi concede, molto gentilmente, il tempo per un paio di domande. Quando gli chiedo cosa si prova a recita- re qualcosa di simile risponde: Le devi sentire, le cose. Io ho sempre messo in scena cose in cui credevo, teatro politico. Senza esibizionismi. Questo religioso, nel rapporto con lo spettatore. In ultima battuta gli faccio notare la grande affluenza di giovani a teatro Unottima cosa sorride vedo a teatro tutte le gene- razioni, anche pi anziani come me. Il teatro uno scambioc chi viene per ascoltare, chi parla. Cultural- mente magnifico: ci vuole pi cultura, per evitare un futuro di questo genere. Quando lo ringrazio per il tempo concessomi, sorride ancora, sinceramente, e si limita a dire:Lho fatto con piacere.
Luigi Leone Chiapparino, I G
Lo Zibaldone, Pagina 8 Non sono cianfrusaglie! Quella moderna forse la declina- zione dellarte con il maggior nu- mero di sfaccettature, metodi e tecniche d'espressione. Ed pro- prio la sua poliedricit che la ren- de di complicata comprensione a coloro che non le sono vicini. L'uo- mo medio ha talvolta un rapporto conflittuale con quest'ultima, ani- mato da forti pregiudizi che gli im- pediscono di comprendere ed ap- prezzare le opere; si infatti sem- pre alla ricerca di un significato morale, non necessario nella pura espressione di sensazioni visive che larte contemporanea. Un artista di oggi di certo pi svincolato dai canoni formali di uno del tempo che fu e sicuramen- te sa realizzare arte pi liberamen- te e spregiudicatamente rispetto alla classica tecnica figurativa, il che costituisce un ostacolo per chi pi avvezzo a questultima. Alla luce di ci si rende necessaria la presenza di una vera e propria educazione alla lettura delle opere darte che insegni a considerare quella contemporanea non come unanomalia, ma come un natura- le sviluppo delle capacit espressi- ve umane. Ed proprio per favori- re questo processo di arricchimen- to che da anni la nostra scuola opera mediante il Progetto Huma- nitas, con attivit extracurricolari che vedono come protagonisti vo- lenterosi studenti affamati di sa- pere artistico. Il primo di questi interessanti incontri si svolto nella Galleria Nazionale DArte dellUmbria con il Sovrintendente Dott. Fabio De Chirico che, alla presenza di un pubblico eccezio- nalmente attento, ha presentato una carrellata di opere contem- poranee al fine di favorire una vi- sione dinsieme dellevoluzione dellarte dalla seconda met dellOttocento ai nostri giorni, par- tendo da Manet fino a Jeff Koons. La capacit di sintesi e di esposi- zione del Sovrintendente si rive- lata a dir poco unica (nonostante la durata non indifferente dellincontro e la quantit di nozio- ni presentate da De Chirico), ha affascinato i presenti, erudendoli ed evitando cali di attenzione. Il giudizio complessivo da parte dei presenti si rivelato profonda- mente positivo, a dispetto di qual- che piccola pecca, tra cui annove- riamo un utilizzo poco corretto del relatore dellespressione piuttosto che, usata alla mene- ghina invece di oppure. Forse, anche soffrendo, a detta della referente del Progetto Huma- nitas Prof.ssa Antonella Pitzalis si sarebbe potuto rinunciare allImpressionismo per rafforzare la Contemporanea. Nel suo insie- me lincontro stato meraviglioso ed il Sovrintendente assai abile, specie nel rapportarsi con dei gio- vani. Sicuramente stato capa- ce nel riportare unampia fetta della storia dellarte riferisce la veterana del corso Rosa Algieri ( III L ) soprattutto con lutilizzo di un linguaggio piuttosto semplice - per cos dire - comprensibile ai pi. Molto interessante e completo il lavoro del Sovrintendente, favorito da un ottimo collegamento tempo- rale esposto mediante uneccellente scelta delle opere portate ad esempio. Ci scrive Giu- lia Biallo ( V B ) La carrellata stata molto sod- disfacente, sintetica e pertinente, ma troppo dilungata sullimpressionismo. Lartista che ho maggiormente gradito tra quelli presentati da De Chirico, lomonimo del relatore, con il qua- dro Le Muse Inquietanti. Questa lopinione di Tommaso Guarduc- ci ( V B ).
Alla fine dellincontro stato pos- sibile ammirare le opere recente- mente esposte alla Galleria dellartista Bizhan Bassiri, presen- te anchegli, che ci ha gentilmente illustrato i pensieri filosofici e le sensazioni che lo hanno portato alla realizzazione dellistallazione ospitata qui a Perugia. interes- sante come lAutore riesca ad av- valersi di forme elementari ed af- fatto dettagliate per esprimere concetti invero molto profondi, di chiaro stampo filosofico. Non cera infatti la volont arrogante di la- sciare solo alla mente dellosservatore lapprezzamento completo del suo lavoro. Le forme moderne ma con richiami alla classicit si fondono perfettamen- te nellambiente in piena armonia con le opere permanenti, creando un continuum spazio - tempo che collega passato e futuro, dialogo perfettamente riuscito tra opere Medioevali e Rinascimentali quali il Polittico di SantAntonio di Piero Della Francesca, in profonda ar- monia con lemblematica opera de La Serpe Aurea. Uninstallazione semplice ma effi- cace che trasmette perfettamente le idee dellartista, favorita dallatmosfera onirica e mistica delle luci e dei colori. Ancora dubbi sullarte moderna? Giovanni Ciocca Saverio Mannocci VB Arte, genio e follia Limpressione Come l'omonimo di un grande artista snocciola l'arte ai ragazzi del Progetto Humanitas La ragazza di fuoco il secondo film che fa parte della trilogia Hunger Games. Nel precedente film Katniss Everdeen e Peeta Mellark escono vincitori dalla 74a edizione degli Hunger Ga- mes, giochi che ricordano la supremazia di Capitol City su 12 distretti, ai quali partecipano 24 ragazzi che com- battono fra di loro fino alla morte. Durante il loro svolgi- mento, normalmente, solo una persona torna vittoriosa nel proprio distretto, ma questa volta ve ne sono due: interpretano infatti la parte di due innamorati. Nel se- condo film, dopo il tour della vittoria, si svolge la 75a edizione, cio quella della memoria: si svolge ogni 25 anni ed caratterizzata da uno svolgimento speciale. In questo caso saranno alcuni dei vincitori delle scorse edizioni a partecipare. Dal punto di vista scenografico rispetto al primo film si ha avuto un grande salto di qualit: la pellicola prece- dente, sebbene fosse molto fedele al libro fatta eccezio- ne per alcuni tagli irrilevanti, infatti, risultava noiosa e di una lentezza di scene impressionante. Non era il film di guerra e davventura che ci si aspettava da una trama del genere, non aveva azione e risultava pertan- to essere deludente. In quello successivo, invece, grazie anche ad un cambiamento dei registi e degli sceneggiatori, il film risulta pi movimentato e coinvolgente. Purtroppo particolarmente incentrato sul rapporto tra i due protagonisti, cadendo peraltro nel solito triangolo amoroso. Tuttavia, rispetto al primo film, che aveva come ulteriore pecca il fatto di non aver approfondito i perso- naggi a livello psicologico, emergono le loro personalit. Katniss una ribelle, combatte per i suoi o- biettivi, ha dei propri ideali, ma appena le persone a lei pi care vengono minacciate, scende a com- promessi, mostrando un atteggiamento ostile alle regole di Capitol City. Peeta un ragazzo la cui smi- surata umanit viene fuori in qualsiasi occasione, una persona reale, con sentimenti veri e non risul- ta mai ipocrita. Tutti gli altri personaggi, poi, hanno un motivo per cui combattere, che sia una realt da raggiungere o una persona da proteggere, ed hanno uno spirito di ribellione che brucia dentro ognuno di loro. Hunger Games, peraltro, non solo una storia di amore con uno sfondo davventura; lottare per ritro- vare lumanit persa in una societ superficiale, lottare per la libert, per il proprio futuro.
Cuoriosit!!! La pellicola stata presentata in anteprima allottava edizione del festival internazionale del film di Roma. Le riprese del film sono iniziate l11 settembre 2012 e sono durate quattro mesi, so- no state effettuate negli Stati Uniti dAmerica, precisamente nelle citt di Atlanta, Oahu, Oakland. Francesco Fantini, IV F; Margherita Carusillo, IV C; Amos Wolf, IV F Disegno di Alessandro Vagni Ricorda chi E il vero nemico. Cineforum Hunger GamesCatching Fire, il fenomeno dellanno. Voci di corridoio Lo Zibaldone, Pagina 9 <<Il Natale si avvicina!>> esclama entusiasta la mia cuginetta di nove anni, con un sorriso smagliante ed elettrizzato. Non bastavano le lucine per le strade (gi appese da novembre, tra laltro), le decorazioni festose nei negozi, il colore rosso che padroneggia ovunque, gli aghi di pino sparsi per il salotto e una lista di regali da fare ad amici e parenti che pare infinita; no, ci vuole anche la conferma di una bambina che ha lesatta met dei miei anni a farmelo ricorda- re. La vedo che si butta su un foglio, afferra una penna e, pensierosa, incomincia lentamente a scrivere una lettera a Babbo Natale, elencando uno ad uno tutti i suoi ambiti regali. Non so perch ma sento invadermi da uno strano senso di tristezza e in qualche modo di no- stalgia: sono anni che non riesco pi a pensare al Natale come una volta. Quando si piccoli il Natale forse il periodo pi bello dellanno: la famiglia riunita, i regali aspettano di essere scartati sotto lalbero, il presepe (costruito da noi, ovviamente) risplende di mille lucine e si procede ad una sistematica razzia di panettoni e di pandori senza troppi scru- poli, ecc.. Mentre ora? Anche solo il pensiero di attaccare una misera pallina argentata sullalbero un grande sforzo di volont. E che dire del grande cenone della vigilia? Una cena che sembra du- rare in eterno, con i soliti parenti che ripetono come un disco rotto cosa farai nel futuro?, come va la scuola?, quando durante le meritate vacanze lunica cosa a cui non si vorrebbe pensare proprio questo (per non parlare poi della fatidica domanda ce lhai il fidanzatino? seguita da un interminabile attimo di imbarazzo). Ci si potrebbe consolare con i dolci, allora... Neanche per sogno. C una dieta da seguire, non si pu sgarrare. Voglio o non voglio entrare nei nuovi jeans ancora incartati sotto lalbero? Per non parlare della televisione: oltre cento e passa cartoni, pubblicit, film, e chi pi ne ha pi ne metta, solo su un unico tema. Il Natale. E vai con le renne, gli elfi, i Babbi Natale, le Befane, i bambini buoni e cattivi, i pupazzi di neve, i negozi che sembrano risvegliarsi solo in questo periodo, ovviamente stracolmi di gente indaffa- rata che impedisce un sano e salutare shopping in santa pace. Guardo mia cugina che, tutta sorridente, finisce la sua lettera. Devo ammettere che un po mi manca tutto questo. Lemozione di scartare un regalo, la speranza di vedere Babbo Natale scendere dal camino, i film natalizi guardati sotto un comodo plaid, la gioia di stare tutti insie- me spensieratamente, cosa ormai impossibile con i mille pensieri e impegni che inevitabilmen- te segnano ladolescenza. Ma davvero finito quel periodo che sembra lontanissimo? Si con- clusa cos definitivamente lepoca di quellillusione, di quel senso di mistero che avvolgeva la leggenda di Babbo Natale, a cui ora non credo pi? Rifletto che tutto questo un po' mi manca e perci ogni anno non smetter mai di sperare di poter tornare di nuovo a quella magia. Mia cugina si interrompe, fissa il foglio e poi mi guarda con una faccia dubbiosa. <<Ma tu ci credi a Babbo Natale, vero?>> Esito nel risponderle. ovvio che vorrei risponderle con un secco: come fai a credere a un uo- mo barbuto che gira lintero emisfero terrestre in una notte, non curandosi dei fusi orari, su u- na slitta trainata da renne, VOLANTI per di pi, che ha deciso senza un preciso criterio logico cosa regalare a chi e a chi dare il carbone perch durante lanno stato un cattivo bambino? >> Ma poi la guardo e noto i suoi occhi luminosi, pieni di speranza e di quella buona ingenuit che solo linfanzia pu concedere, sorrido e le rispondo : <<S, ci credo.>> Federica Alberti, IIIL Lo Zibaldone, Pagina 10 Arte, genio e follia Le vostre voci Lo Zibaldone, Pagina 11 Le vostre voci Voci di corridoio un amore sotto l albero Quando una goccia di pioggia le cadde precisamente nel minuscolo spazio tra il collo e il cappotto, Annalisa decise che odiava il Natale e tutte quelle finte promesse che portava con s. Il meteo di tutta la settimana non aveva fatto altro che berciare che era prevista neve e che neve! Una di quelle nevicate bellissime che fanno proprio Natale come in tutti i film- e invece lunica cosa che si era ritrovata era, manco a dirlo, una pioggerella di quelle sottili che si infiltrano ovunque e ti bagnano fino al midollo senza che tu te ne accorga. Era tutta colpa di quello stupido Natale, decise Annalisa, visto che se non avesse dovuto fare tutti quei regali allultimo momento non sarebbe mai uscita di casa in quellumido pomeriggio in cui, per altro, facevano in tv le repliche delle prime puntate di The Vam- pire Diaries , telefilm che lei si era sempre imposta di vedere e che non aveva mai guardato in realt. Si ritrov a sbirciare le vetrine dei negozietti di Corso Vannucci, la maggior parte dei quali erano, ovviamente, chiusi oppure pieni solo di oggetti mezzi rotti e cianfrusaglie che nessuno degli acquirenti dei giorni precedenti aveva voluto comprare. Annalisa non li biasimava di certo: era evidente anche a lei che ridursi a fare i regali alle sue migliori amiche il 23 dicembre non era un comporta- mento da persone mature e organizzate che potessero aspettarsi davvero di trovare qualcosa con facilit, ma del resto non lo era neanche imprecare contro la pioggia e contro il Natale mentre da una grondaia una goccia pi grossa delle altre le cadeva tra le radici dei capelli, facendola sobbalzare in maniera piuttosto imbarazzante. -Se un piccione che ha sbagliato bagno pubblico, giuro che faccio una strage.- mormor, le labbra strette in una linea sottile e i pugni serrati. Si port con circospezione la mano alla testa e constat che almeno per quella volta la sfiga non si era accanita con- tro di lei, sospirando poi rumorosamente. Una porta alla sua destra si apr e lei fu investita da un profumo decisamente invitante che la costrinse a voltarsi, facendo s che i suoi occhi incrociassero prima una meravigliosa baguette dallaspetto davvero fragrante e poi un altro paio di occhi, che non avrebbe potuto definire in maniera diversa da spaventosamente appetitosi. Erano esattamente color cioccolato, ma non quel cioccolato scadente delle uova di Pasqua del supermercato che rimangono sugli espositori dopo la festa, no, quanto piuttosto dellesatto colore del cioccolato fondente della cioccolateria che avevano aperto da poco sul corso, cos dannatamente buono da far venire lacquolina in bocca ad Annalisa senza che potesse controllarsi. Quando si focalizz poi su tutto il resto dellaspetto, trov che appetitoso era decisamente laggettivo adatto da utilizzare. Non che fosse una maniaca o una di quelle ragazze che si farebbero anche un palo della luce, intendiamoci, ma semplicemente riconosceva la bellez- za di un ragazzo quando se la trovava davanti, per di pi se il suddetto ragazzo aveva tra le braccia un pacco pieno di pane, un sorri- so meraviglioso e un ombrello. Tossicchi involontariamente, ricordandosi del proprio aspetto sfatto, distrutto e orripilante e cerc di togliersi dal volto quellespressione insoddisfatta e infastidita che aveva deciso di adottare per lintero pomeriggio. Cioccolatino si volt verso di lei con quel sorriso spettacolare che poi, a guardarlo bene, neanche era perfetto, ma aveva un calore e unallegria dentro che spingevano Annalisa addirittura a pensare che forse il Natale non era poi quella gran rotture di palle che credeva- e mormor qualcosa. -Come?- chiese lei, istintivamente, sentendo poi le proprie guance che andavano a fuoco per limbarazzo. Cioccolatino sorrise di nuovo, arrossendo a sua volta e allungando un po lombrello davanti a s, impacciato e a disagio allo stesso tempo, quasi cercan- do di coprirla senza neanche volerlo fare realmente. -Ehm. Dicevo... Posso passare?- ripet lui, abbassando un po gli occhi. Annalisa deglut, abbassando lo sguardo e farfugliando qual- cosa a sua volta, indietreggiando ed inciampando negli ingombranti stivali di pelo che, per quanto caldi e comodi, non erano certo il massimo delleleganza. -Grazie. E... uhm. Buon Natale.- borbott Cioccolatino , salutandola con il mignolo e lanulare della mano che reggeva lombrello, scuotendo il braccio come un bambino. Istintivamente ad Annalisa venne da ridere e con uno sbuffo ricambi il gesto, ancora impa- lata davanti alla porta del panificio che, non essendo perfettamente chiusa, lasciava filtrare il profumo del pane. -Buon Natale anche a te, per quanto io lo detesti.- esclam, girandosi poi verso la panetteria ed arrendendosi allardente desiderio di entrare che fino a quel momento aveva fatto a pugni con la sua decisione di mettersi a dieta, anche a discapito dello spirito nata- lizio che prevedeva abbuffate indisciplinate ed infinite. Prese una ciabatta piccola e se la gust, chiedendosi come fosse possibile che fosse ancora calda e fragrante nonostante fossero le cinque di pomeriggio. Quando lo chiese alla commessa, quella rispose con un sorriso smagliante, dicendo Eh, la magia del Nata- le! che la spinse a dover trattenere la voglia di scoppiare a riderle in faccia ed andarsene dopo averla pesantemente insultata. Rimase nel negozi ancora qualche istante dopo aver finito di mangiare, giusto il tempo di riuscire ad avere la sensibilit alle mani e poter tirare fuori quaranta centesimi dal portafoglio senza rischiare di rovesciare tutto. Quando usc si tir su il colletto del cappotto, avvolgendo poi la sciarpa intorno ad esso abbastanza stretta da sembrare un salame o un hot dog riuscito per met e sospir, preparandosi mentalmente alla pioggia che lavrebbe assalita di nuovo, facendo un passo simile a quello di un soldato pi che a quello di una diciottenne in cerca di regali nel periodo natalizio. Era cos impegnata ad odiare il Natale e tutto ci che lo riguardava che si accorse solo dopo qualche istante che, bench tuttintorno a lei pioveva a dirotto, era ancora allasciutto. Sollev gli occhi, trovandosi davanti il sorriso timido di Cioccolatino, che la fissava quasi chiedendosi del perch stesse tenendo il proprio ombrello proteso sopra di lei e non sopra di s. -Ehm...- esord Annalisa, guardandolo con la stessa curiosit. Lo Zibaldone, Pagina 12 Voci di corridoio Le vostre voci -Uhm...- rispose lui e lei si sent perfettamente in sintonia con la sua incapacit di formulare pensieri coerenti. Visto cos da vicino, Cioccolatino era proprio buffo, con quella bocca leggermente troppo grande che sembrava essere perennemente sorridente e quei ricci che gli cadevano tra le sopracciglia, scontrandosi talvolta con unimperfezione della pelle che tuttavia non guastava con il suo generale bellaspetto. -Prima hai detto di detestare il Natale.- afferm lui, annuendo quasi rivolto a se stesso. Annalisa strabuzz gli occhi e non trov niente di meglio da fare che scrollare le spalle, quasi rassegnata. -Ecco...- continu lui :- volevo capire come mai, visto che sei la prima persona che lo dice.- Arross in maniera terribilmente tenera e Annalisa lasci che la propria bocca formasse una perfetta o nel tentativo di trovare una risposta intelligente da dare. -Dunque. Ci sono un sacco di motivi.- asser, chiedendosi perch stesse parlando con un ragazzo sconosciuto a proposito dei motivi per cui odiava il Natale. -Elencameli.- la spron lui, rendendo quella conversazione quanto meno irreale e assurda. -Innanzitutto, a Natale freddo. Certo, questo presupporrebbe la neve, ma piove, quindi niente neve n espressione tutta contenta, solo vestiti stesi ad asciugarsi sopra il termosifone. Poi a Natale bisogna fare regali e dannarsi per trovarne di decenti e di azzeccati per tutti e ridursi, come me, al 23 dicembre. E poi a Natale, tutti con questo Siamo tutti pi buoni, la magia del Natale e intanto ti alzano i prezzi e ti rifilano cose schifose o assolutamente inutili.- proclam, stringendo poi le labbra e alzando lo sguardo su Cioc- colatino, che la stava studiando con la testa leggermente chinata di lato, quegli occhi meravigliosi che la scrutavano senza sosta. -Mi sembra giusto. Ma non hai mai pensato ai lati positivi del Natale?- le chiese poi, aprendosi in un nuovo sorriso. Annalisa preg che non fosse uno psicopatico, un maniaco o uno di quelli che volevano venderle una piantina per aiutare chiss quale associazio- ne umanitaria, perch in tal caso leffetto che le provocava quella voce leggermente roca e quel sorriso allegro sarebbe andato del tutto sprecato. -Ah, ce ne sono, quindi?- domand, sarcastica, guadagnandosi unocchiataccia da Cioccolatino, che sembrava aver preso molto a cuore lintera questione. -A dire il vero s. Pensa un po!- esclam, strizzandole un occhio. -Elencameli.- -Mi rubi le battute, eh?- -Perdonami, non volevo offenderti.- -Bene, comunque sia. Sono belle le luminarie che per quanto sgangherate e rovinate mettono allegria alla gente, ci sono i panifici che sfornano pane caldo anche nel pomeriggio, ci sono i commessi e le commesse che augurano buon Natale a tutti i clienti, ci sono i regali sotto lalbero, le telefonate con la gente che non sentivi da tantissimo, i biglietti di auguri che ti mandano le compagnie telefoniche, i regali inattesi, quelli brutti per i quali devi sorridere... ci sono un sacco di cose.- concluse Cioccolatino, lasciando Anna- lisa completamente stupefatta. Mentre lo scambio di battute di poco prima era stato istantaneo e, in un certo senso, divertito, que- sta sembrava pi unarringa sentita e declamata con il cuore. La ragazza si sforz di chiudere la bocca e fu il suo turno di piegare la testa per studiare il ragazzo. -Sei il promotore di qualche iniziativa non a scopo di lucro che vuole difendere il Natale?- le usc dalle labbra prima che potesse controllarsi e di nuovo lui rise, costringendola a sorridere in risposta. Durante lintera conversazione erano rimasti fermi a qualche metro dalla panetteria e mentre lei era coperta dallombrello, lui era diventato ormai un pulcino bagnato un po troppo cresciuto, i capelli ricci completamente abbassati sulla fronte dalla pioggia. -A dire il vero no, ma potrei farlo se il mio discorso funzionasse cos bene.- comment, facendo poi un timido passo in avanti per ripararsi da quella pioggia che stava cadendo sempre pi forte. Annalisa fece in automatico un passo di lato, cos da lasciargli abba- stanza spazio sotto al minuscolo ombrello. Si impose di non arrossire e scroll le spalle, indicando poi lombrello sopra di s. -Scusa, non volevo usurparti il posto sotto lombrello. E comunque no, non mi hai convinta, per inciso. Mi hai fatto notare quanto il Natale renda la gente invasata e istericamente buona. Senza offesa...- gli diede un buffetto sul braccio e poi gli concesse un sorriso che le and ad occupare con prepotenza lintero volto. Cioccolatino sbuff e si abbass leggermente per guardarla negli occhi. -Sai, sembri un mostro verde e peloso che rifugge il Natale come la peste.- -E tu un elfo di Babbo Natale troppo cresciuto che si ritrova per errore nel mondo degli umani, non possiamo farci niente, mi sa.- di nuovo Annalisa parl senza aver pensato e si ritrov ad arrossire mentre lui spalancava leggermente gli occhi e portava istintiva- mente le spalle indietro. -Ci stiamo davvero insultando usando le trame dei film natalizi pi in voga?- domand poi con una risatina. -Esiste davvero un film con un Elfo di Babbo Natale troppo cresciuto?- chiese Annalisa, fingendosi sorpresa e guadagnandosi lennesima occhiataccia da parte di Cioccolatino. Ridacchi e gli pos una mano sul braccio, inclinando un po la testa. -Sei un caso perso, Grinch.- esclam poi lui, mentre Annalisa sospirava, portandosi una mano al petto. Tutta lirrealt di quella situa- zione le si par davanti nel momento in cui si rese conto che stava parlando con un ragazzo sconosciuto che le aveva anche appe- na dato un soprannome. -Anche tu, Cioccolatino.- le sfugg e di nuovo lo vide sbarrare gli occhi, prima di voltarsi e fissarla. -Perdonami se non conosco il tuo nome e ho pensato che avendo tu gli occhi color cioccolato questo potesse essere un buon nome per te nella mia testa. Avresti potuto farlo anche tu, ma poi avresti dovuto chiamarmi Cacchetta di Piccione e non so quanto sareb- be stato carino.- afferm, parlando a macchinetta come faceva ogni volta che era nervosa. -Ehm.- concluse poi, sentendosi unidiota. -Uhm.- conferm lui. Rimasero in silenzio per un po, prima di voltarsi luno verso laltra e scambiarsi un sorriso timido. -Comunque sia, a proposito di cioccolata. Laggi c una cioccolateria meravigliosa, che dici se continuiamo a discutere del tuo es- Lo Zibaldone, Pagina 13 Le vostre voci Voci di corridoio sere un Grinch l?- le domand Cioccolatino e Annalisa annu, pensando, non senza un certo senso di colpa, che ai regali delle sue amiche avrebbe pensato dopo. -Daccordo. Comunque sia, ce lho un nome. Mi chiamo Annalisa, per gli amici...- -Grinch.- -No, per gli amici Nala, ma fai un po tu.- disse, con finta noncuranza, lanciando poi unocchiata in tralice a Cioccolatino che stava sorridendo guadando davanti a s. Non aveva pi il pane tra le braccia, chiss dovera andato a finire. Forse se lera mangiato, o forse, pi probabilmente, lo aveva regalato a qualche barbone in preda al suo spirito natalizio. -Io sono Ivan.- disse lui, scandendo le parole come se stesse parlando ad un bambino. -Ottimo, credo sia meglio imbarazzante chiamarti cos che Cioccolatino.- disse Annalisa, contenta. -Effettivamente lo , sono daccordo con te, Grinch.- -Senti, Associazione Umanitaria, sfottimi poco.- -Ti correggerei con un ASINDAG, prego.- -Asi che?- -Associazione Salviamo Il Natale Da Affamati Grinch.- -Oh Cielo. Sei pessimo.- Annalisa scosse la testa, sospirando e guardando verso lalto, mentre le parole di Ivan le riempivano la testa e lei ridacchiava in automatico. Una luminaria, che probabilmente voleva rappresentare una palla di Natale un po troppo grande, pendeva un po stor- ta dallalto, ma per lo meno aveva ancora tutte le lucine e non era fatta troppo male e Annalisa si ritrov a guardarla senza togliersi il sorriso dalle labbra, ignorando la vocina nella sua testa che la catalogava come pacchiana, brutta, esagerata e concentrandosi solo su quella vicino a lei che descriveva linsieme di luminarie di quellanno come particolarmente pittoresco ed adorabile. Non prov nemmeno a controbattere, ma rimase zitta in risposta. Chiss che quel Natale non fosse cos orrendo come pensava.
Un anno dopo. -Buon Natale, piccolo Grinch!- -Non ci posso credere che tu mi chiami ancora cos. E soprattutto, non posso credere che tu mi abbia fatto un regalo quando ti ave- vo detto benissimo che non ne volevo.- brontol Annalisa, guardando il proprio fidanzato con le mani sui fianchi e unespressione torva sul volto. Il pacchetto che lui le stava porgendo era blu scuro, un po deforme e chiaramente artigianale, ma era decisamente adorabile nonostante tutto questo e Annalisa fu certa di essersi rammollita del tutto quando lo accett senza neanche protestare contro il consumismo natalizio dilagante. -Perdonami, dovevo portare avanti la causa della mia associazione...- si scus Ivan, scuotendo la testa riccia e puntandole gli occhi color cioccolato addosso, rischiando di farla sciogliere e mandare al diavolo tutta larringa contro il Natale che si era accuratamente preparata in testa. -Ah, gi. Tra parentesi, sei riuscito a cambiare quella A di Affamati con qualcosa di pi tenero e carino?- domand, avvicinandosi impercettibilmente. Lui alz gli occhi al cielo e le port un braccio intorno alle spalle. -Nala, nel caso non te ne fossi accorta, quella A non mai realmente stata per Affamati, ma sarebbe stato assurdo dirti dopo ne- anche due minuti che ti conoscevo che eri terribilmente Affascinante, no?- replic, posandole le labbra tra i capelli e portandole di nuovo davanti agli occhi il pacchetto. Annalisa resistette allimpulso di buttarlo via e gettarsi tra le braccia del suo ragazzo, ma pre- fer mantenere il proprio autocontrollo e aprire il regalo. -Mi hai davvero regalato il Dvd del Grinch? E di Elf? E di Mamma ho perso laereo?- piagnucol, guardandolo sconsolata. Ivan stava ridendo e la guardava con quellaria quasi afflitta che lo caratterizzava ogni volta che lei parlava del Natale. -Beh, sai com. Dovresti farti una cultura in questo campo.- comment, guadagnandosi un pugno da parte della ragazza. -Ti odio...- -E perfettamente in tema con il Natale e con laver appena ricevuto un regalo dal tuo ragazzo, il tuo commento.- -Fammi finire. Ti odio quando mi dimostri che per lo meno Natale servito a qualcosa.- -Ah s? E a cosa sarebbe servito?- le chiese lui, divertito. Annalisa alz gli occhi al cielo, chiedendosi perch tutte le volte che lei voleva dirgli qualcosa di carino lui la buttasse prima sul ridere e poi la baciasse o labbracciasse o le ricordasse quanto tutto quellaffetto fosse molto in tema natalizio. -Ad arricchire registi, attori e sceneggiatori di questi film, no?- comment lei, ritrovandosi poi avvolta nellabbraccio del ragazzo. Ricambi la stretta e gli baci la mascella, prima di allungare le labbra verso il suo orecchio. -Buon Natale...- sussurr. E in quel momento, ne era certa, quella frase valeva molto di pi di centinaia di Ti Amo messi insieme.
Silvia Guerriero II D Lo Zibaldone, Pagina 14 Voci di corridoio Ho freddo fin sotto alla pelle, fin dentro allo stomaco e ho voglia di pregare. Ma non ho quasi pi la forza di muovere le labbra, n dalzare la testa per implorare, ancora, con gli occhi, solo con gli occhi, qualcosa da mangiare. Riesco solo a guardare dritto, verso le cose che la vita mi fa capitare davanti, come le migliaia di passi e di vite che sintrecciano ogni giorno, per strada, dalla mattina alla sera e, raramente, di notte. Io non guardo quasi mai i volti; provo a immaginare tutto di chi mi passa davanti e quando tutto, poi, svani- sce, resto a guardare i passi che si allontanano e disfo, con un battito di ciglia, le storie che avevo costrui- to per ognuno. Stasera il corso s svuotato presto, c questo freddo di ferro nelle narici e questo vento che mi punge le tempie e c, poi, la Luna, che ogni sera pi lontana, ma stanotte non si vede per niente; da qualche parte e se la ride ed io lo sento nellaria, che domani Natale e scommetto che domani nevica, ci scom- metto un pezzo di pane col primo che passa, e poi sta a vedere che dovr spostarmi anche di qua e trova- re un posto vero dove poter stare. Sento dei passi che si avvicinano, dei passi di donna; ne sono certo non perch riesca a vederlo, ma per- ch, col tempo, ho imparato a riconoscerne la grazia: magari adesso si ferma e va a finire che stasera mangio qualcosa anchio. Alzo appena lo sguardo, quanto mi basta per sapere che avevo ragione: una donna, porta dei pacchi tra le braccia e cammina svelta nella sera, illuminata ancora per poco. Ha una sciarpa che la copre fin quasi sugli occhi e non mi vede nemmeno. O, forse fa soltanto finta. Per, certo che, neanche stavolta, io esisto. Mi colgo, con vergogna, a sperare che stia portandomi una coperta calda con cui riscaldarmi, o dei guanti, o, magari, del pane. Eppure, c qualcosa che vorrei ancora di pi, ancora di pi del pane, lo giuro; qualcosa come il calore umano di un sorriso o duna mano sulla fronte. Ma niente di tutto questo esiste, quando scender la notte nessuno si complimenter, con te, per la tua bont nei miei confronti. Poi la donna passa ed la volta di un uomo, che tiene per mano un bambino. Luomo cam- mina, chiss se felice per davvero, col suo passo sicuro; col passo sicuro di chi sta tornando a casa, alla sera, per consumare il proprio Natale; il bambino segue il suo passo a fatica, a tratti saltella, sorride sem- pre, guardando intorno. Poi, da lontano, mi vede e fa quegli occhi che fanno i bambini quando non capi- scono, quando non sanno cosa vedono e restano imbronciati; si ferma e allora il pap crede che sia stan- co e se lo prende tra le braccia. Stavolta sono esistito il tempo dellincredulit di un bambino e, allora, gli sorrido un po; gli sorrido anche se gi andato via e sorrido per lui e per tutti quelli che passano e non mi guardano, se non per errore. Forse non sanno che io non voglio rovinare le loro allegrie impulsive, di cui comprendo, dai loro volti, la fragilit e lillusione. E se passano e non mi guardano, solo perch agli ango- li dei miei occhi e fra le mie dita, c questa verit, da raccogliere, e nientaltro, che io abbia da offrire. Le luci si spengono tutte e la citt diventa un luogo intimo, che pochi hanno mai visto; resta solo la Luna, da qualche parte, ma non mi dato vederla. Sento i latrati di cani affamati, che rovistano dappertutto, cer- cando qualunque cosa; forse stanotte pregher per gli altri, prima che per me; per tutti quelli che domani mattina passeranno di qui, per i loro cuori infelici, per la loro paura dellumanit pi nascosta e vera, per le loro vite imperfette e fragilissime, su cui non passa un giorno che non singannino. I cani abbaiano contro le saracinesche, poi se ne vanno, col muso basso, perch tanto abbiamo perso anche oggi, e sabbandonano agli angoli. Forse stanotte pregher, piegato al gelo, fino a non aver niente da desiderare e pi nulla di cui potermi dispiacere. Siamo polvere e figli randagi della notte. Giulia Scialpi IIB Le vostre voci |oc tcddc Lo Zibaldone, Pagina 15 Voci di corridoio Merry Ziba Anche questanno arrivato il Natale, annunciato dalle decorazioni e il grande albero in Corso Vannucci, simpatici pupazzi di neve che fanno capolino dalle vetrine dei negozi e pubblicit dei panettoni in onda da inizio Novembre. In realt, vi una sostanziale differenza con il passato,non si pu negare: soltanto quattro o cinque anni fa infatti le strade del centro storico, cos come punti vendita e viuzze nel resto della penisola,erano invase da migliaia di ritardatari che stringevano trionfalmente in mano pacchetti e pacchettini di ogni foggia e taglia. Negli ultimi mesi pi che mai la crisi sembra gravare sugli italiani e neanche i perugini ne sono immuni. Durante le abitudinarie vasche per il centro impossibile non notare quanta poca gente affluisca rispetto agli altri anni ai negozi, seppur contrassegnati dalle pi inimmaginabili decorazioni. Abbiamo infatti intervistato una dei commercianti che in questo periodo (fino al 6 Gennaio) si trovano con i loro banchi presso il mercatino delle Strenne nella Rocca Paolina. La giovane ragazza, Chiara, facendo capolino tra le numerose cianfrusaglie in mostra, ha infatti confermato di aver venduto molto meno rispetto allannata precedente. Lo stesso ci dicono i commercianti del centro storico, colpiti da un non irri- levante calo delle vendite in generale per quanto riguarda la mercanzia di punta nel periodo nata- lizio. E se ci non vi convince, cari Mariottini, provate a fare un giro per le classi della scuola. Aria di peggioramento spira ovunque,sia in sede centrale che in succursale; noi ragazzi del ID labbiamo sperimentato in prima persona, con il nostro misero e spoglio albero di plastica e il fon- do classe che non riusciva a coprire le spese per festoni e lucine. Che si tratti di carente spirito natalizio pi che di crisi, difficile dirlo, ma ci basta ricollegare un attimo le cose e la risposta non difficile da trovare. Ricerche che le sottoscritte hanno condotto ancora pi in generale ci prova- no che la crisi economica pesa ancora e soprattutto sul bilancio delle famiglie. Praticamente il 40% degli italiani intenzionato a mantenere invariato il proprio budget di spesa natalizia e meno del 2% pronto ad aumentarlo. Quasi 6 italiani su 10 sono intenzionati a spendere complessiva- mente meno rispetto allo scorso Natale. A ridurre la spesa sono in prevalenza i consumatori pi giovani e quelli pi avanti negli anni, le donne pi degli uomini, i residenti nelle grandi aree metro- politane;daltronde, se ci pensiamo, i soggetti maggiormente colpiti dalla crisi. Unindagine di Con- fcommercio ha rilevato che tra i giovani vincono la tecnologia e gli acquisti on line, volti alla ricer- ca delle migliori offerte, mentre interessante notare che questanno ben tre italiani su quattro prediligeranno regali gastronomici, alternati ai cosiddetti pensierini, sempre apprezzati, non so- lo da chi li riceve, ma specialmente dal tormentato acquirente. Spese ridotte e contenute, dun- que, non si pu negare; ma, nonostante ci, non siamo ancora intenzionati ad arrenderci. La crisi, questo temibile concetto che fluttua aggressivo nella pungente aria di Dicembre e che vediamo ogni giorno sempre pi concretizzarsi, non pu averla ancora vinta. La tradizione dei regali ai fami- liari, agli amici e, in generale,alle persone a noi pi care, quella ancora non ce la portano via, e sono in molti studenti intervistati a confermarlo. Se deve essere un Natale al verde, verde come un abete, allora ricopriamolo di palline e luci colorate, magari comprate nei mercatini dellusato, ma comunque in grado di scaldarci i cuori. Che sia morto davvero anche il Natale? Che anche questa festivit cos sentita ed importante sia stata ridotta soltanto ad un pugno di spiccioli speso in pi con il rischio di non arrivare a fine mese? Ammesso infatti che il Natale sfavillante, bianco e rosso sia stato in parte trasmesso allimmaginario collettivo dalle pubblicit della Coca-Cola, in fondo, questa crisi magari riporter gli italiani allidea originaria della festa. Ci saranno regali in meno da scartare ma crediamo che verranno maggiormente apprezzati. Cos come si potr capire il valore della famiglia, di un abbraccio in pi, della gioia di passare qualche ora insieme. Tasche vuote, cuore pieno. Giulia Cruciani, Martina Gostinicchi, I D
Natale al verde, ricopriamolo di luci! Lo Zibaldone, Pagina 16 Voci di corridoio Siamo a dicembre, il clima pi rigido,il mercurio scende,il vento freddo tira da nord; niente di importan- te...ah gi... Natale! Si, proprio cos, anche quest'anno il 25 dicembre ,in verit gi da qualche settimana, tutto entra in unatmosfera di serenit, attesa e festosit. Le scuole sono serrate,in giro nessuno se non in centro o nei luoghi in cui allestito il presepe vivente,solo i negozi sono affollati dai ritardatari intenti ad acquistare il regalo desiderato. Dalle chiese si sente cantare "Adeste fideles", la famiglia riunita attorno all'alberello addobbato e i regali tanto attesi vengono scambi- ati tra parenti,familiari e amici; niente di speciale, ghiottonerie, bigliettini scritti ai genitori con le filastroc- che o le letterine, a volte il dono che avevi sempre sognato.... Ma che dico! No, non proprio questa l'aria che si respira. A casa solo i due poveri genitori coi vecchietti di casa , la tavola normale,il "servizio buono", l'albero piut- tosto spoglio, troppo alto, quasi sfiora il soffitto, il presepe tre statuette tra le quali San Giuseppe acefalo. I figli?? Boh, dalla vigilia stanno dagli amici,con il nuovo cellulare ultima moda,ovviamente gi consegnato, tanto che serve aspettare, l'importante avergli smessaggiato "grazie G1 e G2,l'anno prossimo voglio la play vita perfect". Poi il corri corri per salutare i vari parenti che non vedi da mesi, anche fratelli, gi, i vec- chi zii chi li vede pi.... Ma vogliamo che sia veramente cos quel giorno magico e unico del Natale? E' possibile che dappertutto ci siano gadget, cappelli rossi made in China con le pile scariche e botti di capodanno? Forse qualcuno potr obiettare "ma sei un po' anacronistico,forse andava bene una volta, cinquantanni fa ma ora..." Invece vi dico che forse abbiamo bisogno, almeno un giorno all'anno, di ritornare all'origine, all'essenza (non intendo qualcosa di troppo primitivo e decrepito) , ovvero trascorrere questa giornata cos realmente unica e profondamente intima in un modo sempre nuovo, piacevole ed emozionante. Il Natale una festa che significa in primis vita , ma non una vita normale,la vita di qualcuno che storica- mente conosciuto come Cristo, il messia, il salvatore, Ges di Nazaret. Lui nasce nella miseria di una stalla,accanto ai suoi genitori...ma ecco la stella e improvvisamente una moltitudine lodante viene recando doni.Anche alcuni re vengono ad adorare il bambinello ... Ma oggi cosa ci significa ci? Dopo tutto se uno festeggia qualcosa deve sapere ci per cui si allieta, tanto vale allora festeggiare la fine dell'anno e fare una pausa un po' pi lunga .... Ad esempio forse pochi sono a conoscenza del fatto che il giorno 25 dicembre era in realt il momento in cui la luce, dopo mesi di decadenza, inizia di nuovo a prevalere sulle tenebre, motivo per cui stata con- venzionalmente fissata quella data come memoriale della nascita della "luce del mondo". Luce come ritrovamento di s, della propria interiorit, del contatto, dei riti tradizionali .Luce come verit che vince sulla menzogna. Luce come speranza e gioia contro le paure e i momenti di crisi e di disagio. Non si pensi infatti che questa festa sia solo per chi crede: il Natale momento di comunione e conviviali- t e soprattutto giornata da essere usata in toto per cimentarsi in attivit che permettono di trascorrere del tempo con altri e con se stessi s e pensare finalmente che non si felici solo quando si riceve un dono, una telefonata inaspettata o un augurio sincero, ma anche se lo si fa, cio anche se (e soprattutto se) si esce dal bozzolo dell'io per diventare farfalla dai colori sgargianti, libera e portatrice di grazia e pienezza. In questi tempi in cui sembra essersi perso lautentico significato del Natale invito tutti a darsi un obiettivo, un tema per il quale vivere non solo le ventiquattrore natalizie,ma ogni giorno affinch non si spenga la Luce nata e ancora da alimentare,ma divenga un fuoco vivo e robusto, capace di resistere e infiammare gli altri. Chi crede che ci che affermo sia solo un insieme di frasi insensate in relazione alla realt dei fatti, conti- nui pure a contribuire all'economia consumistica del Natale, ma si ricordi che un anno conta mentre di Natale ne esiste uno solo. Auguro a tutti buone feste e di trovare pace e serenit, anche per mezzo di questo breve articolo forse troppo "farfallone", e di accendere dentro di voi la Luce per illuminare l'animo e la speranza di ognuno di voi.
Edoardo Batocchi, V G Merry Ziba Natale, una nuova luce per il mondo, non luci a neon Arte, genio e follia Lo Zibaldone, Pagina 17 Canto di Natale probabilmente il racconto ambientato in questo gioioso ma complesso e ricco di sfaccettature periodo invernale che maggiormente conosciuto e celebrato. Chi non conosce la storia di Ebenezer Scrooge e della sua straordinaria notte di conversione e salvezza? Il libro nato dalla pi che abile penna di Charles Dickens ( celeberrimo scrittore inglese nato nel 1812 e morto nel 1870 ) nel 1843 ed , oltre che uno straordinario racconto fantastico ambientato nel mese pi festoso dellanno, un romanzo sociale ricco di critiche e denunce alla societ che non ha interesse ad aiutare e ad interessarsi dei poveri, degli analfabeti e coloro che da sempre sono considerati la feccia dellumanit fin dai tempi pi antichi, troppo impegnata a venerare il denaro e a riempirsi la pancia noncurante dellaltro. La storia nota a tutti: Ebenezer Scrooge un avaro e spietato usura- io che odia qualsiasi forma di affetto e ama il denaro, durante la notte della vigilia di Natale ricever la visita del fantasma del suo ex socio in affari Jacob Marley il quale lo avvertir del fatto che la stra- da di odio e misantropia da lui intrapresa lo condanner alla dannazione eterna, spiegandogli che lunico modo per salvare la sua anima compiere un viaggio con tre spiriti ( Spirito del Natale Passa- to, del Natale Presente e del Natale Futuro ) mediante il quale riscoprir se stesso e la gioia di vive- re. La maestria di Dickens nel narrare senzaltro, insieme alla fantasia ed alle metafore, lelemento che rende questo breve romanzo un classico del periodo natalizio e della letteratura in generale, ma con il personaggio di Ebenezer Scrooge che il libro raggiunge lapice della bellezza e della fama. Scrooge entrato prepotentemente nellimmaginario collettivo, influenzando ed ispirando larte ed i media, basti dire che il Paperon De Paperoni di Carl Barks si chiama in originale Scrooge McDuck e condivide con lanziano usuraio londinese ( almeno agli albori ) sia il carattere spietato e misantropi- co sia lamore per il nobile metallo splendente. Scrooge il simbolo del riscatto sociale di uninfanzia povera e solitaria che degenera nella folle ossessione della ricchezza, accumulata ma non spendibile, in quanto simbolo della sua vittoria verso coloro privilegiati dalla nascita. inoltre molto interessante la dimensione religiosa dellintera opera che pur non nominando mai esplicita- mente il Cristianesimo, descrive una concezione della morte ( e quindi della dannazione ), dello spiri- to Natalizio, dellimportanza delle nostre azioni e del breve tempo che ci concesso per fare del be- ne, propri della gi nominata religione, mischiati ovviamente ad elementi pi fantasiosi come spiriti e affini. Il breve libro pu essere classificato anche come un racconto lungo ( circa 77 pagine ) a cui Dickens attribuisce la forma di un componimento poetico, teatrale e canoro. La vicenda infatti suddivisa in cinque grandi strofe: una di introduzione, tre in cui si svolgono gli avvenimenti vero fulcro del raccon- to ed un epilogo, nelle quali il protagonista compie un viaggio spirituale di conversione nei suoi ricor- di, che si alternano ad un luogo fisso di collegamento che la sua stanza, anche intesa come pal- coscenico, in cui Scrooge si muove prima del cambio di ogni scena. Infine il registro dellopera si at- testa su un livello medio, che rende la storia facilmente fruibile ad un pubblico di qualsiasi et . Un classico veramente sensazionale e profondo, ricco di atmosfera natalizia e di speranza come pochi altri. Se non lavete ancora letto, PENTITEVI E CORRETE IN LIBRERIA! Saverio Mannocci, VB Un grande classico sotto la neve Merry Ziba Inviate articoli e commenti alla nostra e-mail: lozibaldone@hotmail.it Lo Zibaldone, Pagina 18 Caporedattore: Rosa Algieri, IIIL Hanno partecipato a questo numero: Rosa Algieri; Margherita DeLau- rentiis; Radoi Maria Izabela; Samantha Galli; Camilla Natalini; Gio- vanni Ciocca; Luigi Leone Chiapparino; Francesco Fantini; Margherita Carusillo; Amos Wolf; Federica Alberti; Edoardo Batocchi; Saverio Mannocci; Martina Vaselli; Silvia Guerriero; Giulia Scialpi; Giulia Cruciani; Martina Gostinicchi; Sara Pacioselli. Grafica: Elisa Orr, IIB. Siamo anche su Internet! Ci potete leggere sul blog della scuola: www.blogmariotti.blogspot.it Grazie a Saverio Mannocci per aver contribuito alla realizzazione del nuovo logo del giornale. Lo staff dello Zibaldone ha deciso di ritornare alla ribalta per voi per concludere l'anno 2013 con un ultimo numero natalizio, sperando magari di lasciarvi quel pizzico di curiosit per l'anno a venire e in- folgorare i vostri animi con la magia del Natale. Infatti, nonostante le innumerevoli peripezie scolasti- che, gli impegni sportivi e sociali, siamo giunti al tanto atteso giorno X in virt del quale si apriranno finalmente le vacanze, delle quali la sola idea ha gi fatto breccia nella mente e nel cuore di tutti, la- sciando nell'aria quel profumo pi eccitato e frizzante che rende intrepidi noi studenti, specialmente in questi ultimi giorni di scuola. Basti passeggiare tra le classi e notare lo sfoggio di piccoli abeti ad- dobbati, le decorazioni color oro che adornano cattedre e lavagne e le luci dorate che trasmettono al- legria. Anche noi in effetti ammettiamo di non veder l'ora di posare le penne per andare sulla neve e tornare a gennaio pi carichi di prima! Questo anno sicuramente si rivelato importante per molti o pi arduo per altri, da aggiungere che sar l'ultimo Natale scolastico per le terze liceo in cari- ca (fortuna o malinconia?) e al contrario, il primo di una lunga carriera scolastica per i ragazzi del pri- mo anno. In ogni caso le regole "vacanziere" sono uguali per tutti, ovvero passare in gioia e diverti- mento questi giorni di riposo, senza fare corse contro il tempo per finire i compiti - dal momento che per una versione in meno non mai morto nessuno - e godersi veramente il Natale e il nuovo anno, tra pandori, torroni e la compagnia insostituibile delle persone care. We wish you a merry Christmas and a happy new year! Sara Pacioselli, IIIG Buon Natale!!
Leonardo Bettini - Bibliografia Dell'anarchismo. Volume 1, Tomo 1. Periodici e Numeri Unici Anarchici in Lingua Italiana Pubblicati in Italia. 1872-1971 PDF