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Linguaribile vizietto delle firme taroccate

Cerano molte buone ragioni per sottoscrivere i dieci referendum per i nuovi diritti umani (8 per mille, finanziamento pubblico dei partiti, divorzio breve, droghe, lavoro e immigrazione e per la giustizia giusta (ergastolo, custodia cautelare, responsabilit civile e risarcimenti, separazione delle carriere e magistrati fuori ruolo). Tutti temi tenuti a prudente distanza dal dibattito politico fatti salvi i timidi appoggi, in avvio di campagna, di esponenti e gruppi pi o meno organizzati del centrosinistra. Fino alla discesa in campo, fortemente sollecitata da Marco Pannella, di Silvio Berlusconi che quei referendum, a settembre, li firm tutti invitando il suo allora Popolo della Libert a impegnarsi nella raccolta dei consensi necessari. Almeno per i quesiti sulla giustizia, tema caro allex senatore soprattutto dopo la conferma in Cassazione della sua condanna per frode fiscale. Da quella firma la macchina del Popolo della Libert si doveva mettere al servizio della nuova causa: con modesta flemma nel bilancio che segnalava che quelle raccolte per i nuovi diritti civili erano molto meno delle 500mila necessarie, mentre sulla giustizia giusta, prima del vaglio della Cassazione, si era arrivati a quota 532mila poi ridotte di almeno 100mila dalla Suprema corte. Un taglio di entit non paragonabile a quello gi sperimentato in analoghe iniziative referendarie per Rita Bernardini, segretario di Radicali italiani che, su queste basi, ha proposto ricorso. Elencando le mille inutili difficolt burocratiche, ma dimenticandone una: la qualit e i metodi dei compagni di viaggio improvvisamente accorsi. Come nel caso di Silvia Garnero, nel 2009, a 25 anni, la pi giovane assessore dItalia alla Provincia di Milano dove oggi delegata a Expo 2015, alla Moda e agli Eventi. Non certo perch nipote della pitonessa Daniela Santanch, ma come lei pronta anche a raccogliere firme ai banchetti per assicurare giustizia giusta al leader del movimento. Una passione ora temperata dal fatto di essere stata indagata per aver autenticato 14 firme false proprio per quei referendum (13 disconosciute e una di un elettore morto). Lassessore obietta che le firme che ho autenticato rientrano nelle procedure previste, sulla base della documentazione fornita. Le si potrebbe certamente credere se non fosse che con le firme false in Provincia c una certa familiarit. Per le 700 che hanno permesso a Roberto Formigoni di candidarsi alla presidenza della Regione nel 2009, ora sotto processo, fra gli altri, anche Guido Podest della cui giunta fa a pieno titolo parte anche Silvia Garnero. Il presidente ha cercato di scaricare ogni responsabilit su Clotilde Strada ex segretaria di Nicole Minetti che ha per gi patteggiato una pena di 18 mesi dichiarando ai magistrati: Per la lista Formigoni per la Lombardia era stato raggiunto il quorum minimo di 3.500 firme. Ma ritenevo che sarebbe stato pi opportuno raccoglierne

altre, anche per evitare che in sede di controllo e verifica qualche firma fosse annullata non raggiungendo poi il quorum. Un metodo e una truffa replicabile. Per ironia della sorte, furono proprio i Radicali italiani a denuciarlo e a far avviare linchiesta. Cos, avvertito dal precedente, il pool del procuratore Robledo e del pm Filippini ha controllato anche le firme referendarie e aperto linchiesta. Con risultati che i Radicali, per le stesse ragioni, si sarebbero dovuti attendere. Con la saggezza di Laocoonte avrebbero potuto pur ricordare il suo Timeo Dnaos et dona ferentes. Soprattutto quando a portare doni sono uomini e donne del clan Berlusconi. (la Repubblica Milano, 15 dicembre 2013)

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