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internazionale IEC (e CENELEC): articolata in 5 parti, andr a sostituire le Norme CEI 81-1, 81-4 e la Guida CEI 81-8. La Norma entrer in vigore in giugno. Questo il primo di una serie di articoli che presenter i punti salienti della nuova Norma e ne approfondir le novit
NORMATIVA
llinizio di questanno terminato un complesso lavoro normativo, iniziato nel 2001 in sede IEC, che ha portato alla riorganizzazione ed al sostanziale allineamento(1), a livello internazionale, delle Norme riguardanti la protezione contro i fulmini. Per quanto riguarda lItalia, il processo di recepimento si concluso nel mese di aprile, con la pubblicazione della serie di Norme CEI EN 62305-1/4. Il nuovo corpo normativo sulla protezione contro i fulmini articolato in 5 parti (figura 1): la prima parte (IEC 62305-1) illustra i principi generali che sono alla base della protezione contro i fulmini; la seconda (IEC 62305-2) descrive la procedura di valutazione del rischio che permette di determinare la necessit o meno di misure di protezione; la terza parte (IEC 62305-3) fornisce le prescrizioni per la protezione delle strutture e delle persone, illustrando le misure che devono essere adottate per limitare i danni materiali ed alle persone;
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H Figura 1: Schema del nuovo corpo normativo relativo alla protezione contro i fulmini
la quarta (IEC 62305-4) fornisce, invece, le prescrizioni per la protezione degli impianti elettrici ed elettronici allinterno delle strutture; la quinta parte (IEC 62305-5), infine, descrive le misure di protezione atte a ridurre i danni materiali ed i guasti dei servizi entranti nelle strutture(2). I motivi principali che hanno portato a questo riordino sono stati la necessit di superare alcune zone dombra della precedente Norma IEC 1024(3), la volont di avere un approccio pi organico alla materia, di ampliare il campo dapplicazione che comprendesse non pi solo le strutture, ma anche i servizi e, soprattutto, di soddisfare la domanda di protezione derivante dalla crescente diffusione dei componenti elettrici ed elettronici, sempre pi critici nel contesto dei processi produttivi e sempre pi sensibili. Laspetto pi importante costituito dalla perfetta aderenza della struttura normativa con lo schema tipico della gestione del rischio descritto dalla Guida ISO/IEC 73 [2] (figura 2). Se, infatti, la Norma divisa materialmente in 5 parti, da un punto di visto logico la struttura della Norma CEI EN 62305 ricalca(4) la sequenza logica delle due fasi fondamentali del processo di gestione del rischio (risk management): valutazione(5) e trattamento. La valutazione del rischio comprende due fasi distinte. La prima la fase di analisi, nella quale si identificano tutti i rischi possibili e di ciascuno se ne determina una stima in termini di probabilit dellevento e di possibili conseguenze. Una volta completata lanalisi dei rischi, necessario confrontare i rischi stimati ed i criteri di rischio fissati dallorganizzazione per definire la rilevanza dei rischi e per stabilire laccettazione o meno di ogni rischio specifico; questa la seconda fase del processo di valutazione del rischio, detta di ponderazione. Il trattamento del rischio il processo di selezione e di attuazione di misure che modificano il rischio. Questo processo ha come elemento principale il controllo e la mitigazione del rischio,
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ma, in linea di principio, si pu estendere fino a comprenderne, per esempio, leliminazione, il trasferimento ed il finanziamento. La nuova Norma CEI EN 62305 affronta la gestione del rischio fulminazione esattamente in questo modo; la parte 2 fornisce la procedura per la valutazione del rischio, mentre le parti 3, 4 e 5 danno le indicazioni per il trattamento (misure di protezione) contro i danni alle strutture, persone, impianti interni e servizi.
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H Figura 3: Diagramma di flusso dellapplicazione delle nuove Norme alle strutture esistenti
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quanto illustra i principi generali che sono alla base della protezione contro il fulmine. La Norma CEI EN 62305-1 abbastanza agile (23 pagine) ed completata da 4 allegati informativi che approfondiscono gli aspetti legati ai parametri della corrente di fulmine (Allegato A), alle forme donda delle correnti di fulmine per scopi di ricerca (Allegato B), alla simulazione delle correnti di fulmine per le prove (Allegato C), ai parametri di prova per la simulazione degli effetti del fulmine sui componenti dellLPS (Allegato D) ed agli impulsi causati dal fulmine nei diversi punti dellinstallazione (Allegato E). Uno dei principali aspetti innovativi introdotti dalla Norma CEI EN 62305-1 costituto dalla definizione esplicita del meccanismo di azione del fulmine in termini di relazione causa/effetto tra fulmine inteso come sorgente di danno e danni conseguenti e tra danno e perdite relative. La Norma definisce: 4 sorgenti di danno (fulmine sulla struttura, fulmine vicino alla struttura, fulmine sui servizi entranti nella struttura, fulmine in prossimit dei servizi entranti nella struttura); 3 tipi di danno dovuti al fulmine (danni ad esseri viventi dovuti a tensioni di passo e di contatto, danni materiali, guasti agli impianti dovuti al LEMP); 4 tipi di perdite (perdita di vite umane, perdita di servizio pubblico, perdita di patrimonio culturale insostituibile, perdita economica).
In sostanza, la Norma prefigura queste relazioni: un fulmine pu agire in modo pericoloso in 4 modi diversi, ciascun modo pu provocare 3 tipi di danno differenti ed a ciascun danno possono corrispondere perdite di natura diversa. Ovviamente il tutto declinato in termini probabilistici; rischio continua, infatti, ad essere la combinazione delle probabilit di un evento e delle sue conseguenze ed definito come il valore della probabile perdita annua (persone e cose) dovuta al fulmine. Altro aspetto innovativo e sostanziale lintroduzione del concetto di protezione ideale alla quale tutte le misure di protezione tendono, la definizione dei livelli di protezione contro il fulmine (LPL) e delle zone di protezione contro il fulmine (LPZ).
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CEI 81-1 - Protezione delle strutture contro i fulmini CEI 81-3 - Valori medi del numero dei fulmini a terra per anno e per chilometro quadrato dei Comuni d'Italia, in ordine alfabetico CEI 81-4 - Protezione delle strutture contro i fulmini. Valutazione del rischio dovuto al fulmine CEI 81-4;V1 - Protezione delle strutture contro i fulmini. Valutazione del rischio dovuto al fulmine CEI EN 50164-1 - Class. CEI 81-5 - Componenti per la protezione contro i fulmini (LPC) Parte 1: Prescrizioni per i componenti di connessione CEI EN 61663-1 - Class. CEI 81-6 - Protezione delle strutture contro i fulmini Linee di telecomunicazione Parte 1: Installazioni in fibra ottica CEI R0BT-003 - Class. CEI 81-7 - Prescrizioni relative alla resistibilit per le apparecchiature che hanno un terminale per telecomunicazioni CEI 81-8 - Guida d'applicazione all'utilizzo di limitatori di sovratensioni sugli impianti elettrici utilizzatori di bassa tensione CEI EN 61663-2 - Class. CEI 81-9 - Protezione delle strutture contro i fulmini Linee di telecomunicazione. Parte 2: Linee in conduttori metallici CEI EN 62305-1 - Class. CEI 81-10/1 - Protezione contro i fulmini. Parte 1: Principi generali CEI EN 62305-2 - Class. CEI 81-10/2 - Protezione contro i fulmini Parte 2: Valutazione del rischio CEI EN 62305-3 - Class. CEI 81-10/3 - Protezione contro i fulmini Parte 3: Danno materiale alle strutture e pericolo per le persone CEI EN 62305-4 - Class. CEI 81-10/4 - Protezione contro i fulmini Parte 4: Impianti elettrici ed elettronici nelle strutture Norma It. CEI CLC/TR 50469 - Class. CEI 81-11 - Impianti di protezione contro i fulmini. Segni grafici
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so di una struttura, sia nel caso di un servizio (Allegati A-G), e che forniscono esempi svolti di valutazione del rischio relativi a varie tipologie di edificio (Allegato H). Le novit contenute nella Norma CEI EN 62305-2 sono varie; le principali sono sintetizzate di seguito. Scompare la procedura semplificata; tutte le valutazioni del rischio dovranno, quindi, essere condotte secondo la procedura illustrata dalla Norma. A differenza di quanto accadeva in precedenza, per possibile suddividere la struttura in zone ai fini della valutazione del rischio; il rischio relativo alla struttura sar la somma dei rischi parziali relativi alle singole zone. Questo dovrebbe permettere una maggiore flessibilit nella conduzione della valutazione e, soprattutto, nella scelta delle misure di protezione. Per quanto riguarda le componenti di rischio, la nuova Norma ne aggiunge 3 che prima non erano considerate, legate alle perdite di vite umane, relative a danni materiali e relative al guasto di un impianto per la fulminazione di un servizio. Altra novit importante che i valori delle perdi-
te sono definiti dal progettista che pu, ovviamente, rifarsi ai valori indicativi forniti dalla Norma, ma nel momento in cui li recepisce li fa propri in tutto e per tutto sotto la propria responsabilit. Sempre in termini generali, la Norma CEI EN 62305-2 fornisce un criterio per determinare la convenienza o meno di adottare misure di protezione nel caso di perdite economiche, a differenza di quanto faceva la precedente Norma CEI 81-4. Infine, con riferimento alle misure di protezione, si segnala che la nuova Norma stabilisce, di fatto, che le misure di protezione per gli impianti interni sono inefficaci se non si prevede un LPS.
NORMA CEI EN 62305-3: DANNO MATERIALE ALLE STRUTTURE E PERICOLO PER LE PERSONE
La Norma CEI EN 62305-3 definisce i requisiti per la protezione di una struttura contro i danni materiali per mezzo di un impianto di protezione (LPS) e per la protezione contro i danni agli esseri viventi causati dalle tensioni di contatto e di passo in prossimit dellLPS.
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La Norma fornisce gli elementi per scegliere e dimensionare il sistema di captatori, di calate e di dispersori che costituiscono lLPS. La Norma fornisce anche prescrizioni relativamente alla manutenzione dellimpianto. Non ci sono sostanziali novit rispetto alla precedente Norma CEI 81-1, fatta eccezione per alcune prescrizioni specifiche relative alle distanze fra le calate, alle dimensioni ed alle caratteristiche dei dispersori. La Norma CEI EN 62305-3 completata da 2 Allegati normativi relativi al posizionamento dei captatori (Allegato A) ed al calcolo della minima sezione dello schermo dei cavi entranti al fine di evitare scariche pericolose (Allegato B) e due Allegati informativi che forniscono informazioni dettagliate sulla modalit di calcolo della ripartizione della corrente di fulmine tra le calate e sulla realizzazione di LPS in zone con pericolo desplosione, nonch una serie di utili particolari costruttivi.
ne contro il LEMP per impianti elettronici nelle strutture esistenti, Coordinamento degli SPD) e da 1 Allegato normativo (Scelta ed installazione di un sistema di SPD).
1) interessante riportare il dato fornito dallIEC secondo il quale, nel mondo, esistono pi di 100 tra Norme tecniche e regolamenti nazionali che riguardano la protezione contro i fulmini[1]. 2) Questultima parte ancora in fase di preparazione. 3) IEC 1024-1. Protection of structures against lightning. Part 1: General principles. (1990). 4) La perfetta sovrapponibilit riguarda in realt le parti dalla 2 alla 5; la prima parte , infatti, di carattere introduttivo, generale. 5) Il termine valutazione deve essere inteso, infatti, come traduzione del termine assessment. 6) Cfr. [3], pagina V: [...] Questo periodo di contemporanea validit ha lo scopo di consentire la realizzazione delle misure di protezione in corso di esecuzione [...]. 7) Questa precisazione contenuta in tutte e quattro le parti pubblicate, nella premessa nazionale.
NOTE
[1] http://www.iec.ch
BIBLIOGRAFIA
[2] Guida ISO/IEC 73:2001: Risk Management Vocabulary - Guidelines for use in standards. [3] Norma CEI-EN 62305-1: Protezione contro i fulmini. Principi generali. I Edizione. [4] Norma CEI-EN 62305-2: Protezione contro i fulmini. Valutazione del rischio. I Edizione. [5] Norma CEI-EN 62305-3: Protezione contro i fulmini. Danno materiale alle strutture e pericolo per le persone. I Edizione. [6] Norma CEI-EN 62305-4: Protezione contro i fulmini. Impianti elettrici ed elettronici nelle strutture. I Edizione.
dott. ing. Angelo Baggini Facolt di Ingegneria - Universit degli Studi di Bergamo Dalmine (Bergamo) dott. ing. Franco Bua ECD Engineering Consulting and Design Milano - Pavia
AUTORI
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Questo articolo stato preparato nellambito del progetto LPQI (www.lpqi.org). Il Progetto stato cofinanziato dalla Commissione Europea e dallInternational Copper Association Ltd. Gli autori precisano per che il contenuto del presente articolo non riflette necessariamente la posizione della Commissione Europea e/o non implica alcuna responsabilit da parte della Commissione Europea.