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Misure e Strumentazione Dispense rielaborate A cura di "Z"

Indice
1 Strumenti Digitali 1.1 Campionamento . . . . . . . . 1.2 Errori di campionamento . . . 1.2.1 Errore di aliasing . . . 1.2.2 Errore di troncamento 1 1 2 2 3 5 5 5 6 7 7 8

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2 Conversione Analogico-Digitale 2.1 Quantizzazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2.1.1 ADC . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2.2 Errore di quantizzazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3 Conversione Digitale-Analogico 3.1 Procedimento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3.2 Errori di conversione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

4 Voltmetri Digitali 9 4.1 Composizione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9 4.2 Vantaggi del DVM . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10 5 Multimetri Digitali 5.1 Composizione . . . . . . . . . . 5.2 Misura di correnti . . . . . . . . 5.3 Misura di tensioni . . . . . . . . 5.4 Voltmetri termici . . . . . . . . 5.4.1 Voltmetro a termocoppia 5.4.2 Voltmetro a transistor . 5.5 Misura di resistenze . . . . . . . 5.6 Classicazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11 11 12 13 13 13 14 15 15

6 Contatore Universale 17 6.1 Composizione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 17 i

6.2 6.3 6.4

6.5

Massima frequenza misurabile . . Accuratezza . . . . . . . . . . . . Funzioni del Contatore Universale 6.4.1 Contatore di impulsi . . . 6.4.2 Misura di frequenza . . . . 6.4.3 Rapporto fra frequenze . . 6.4.4 Misura di periodi . . . . . 6.4.5 Altre possibili misure . . . Errori . . . . . . . . . . . . . . . 6.5.1 Errore di conteggio . . . . 6.5.2 Errore della base dei tempi 6.5.3 Errore di scatto . . . . . . 6.5.4 Errori sistematici . . . . .

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19 19 20 20 20 21 21 21 22 22 22 23 23 25 25 26 28 28 28 29 30

7 Oscilloscopio Digitale 7.1 Composizione . . . . . . . . . . . . . . 7.2 Tubo a raggi catodici . . . . . . . . . . 7.3 Funzioni delloscilloscopio . . . . . . . 7.4 Campionamento . . . . . . . . . . . . . 7.4.1 Campionamento in tempo reale 7.4.2 Campionamento ripetitivo . . . 7.5 Comandi delloscilloscopio . . . . . . .

Capitolo 1 Strumenti Digitali


Gli strumenti digitali possono essere considerati combinazioni di porte logiche che variano stato a velocit molto elevata. Negli ultimi tempi essi tendono a sostituire gli strumenti analogici grazie ad alcuni vantaggi quali il costo, la facilit di lettura, lalto livello di accuratezza e precisione, lelevata immunit al rumore e la possibilit di autoregolazione. Essi presentano anche alcuni limiti, principalmente la dipendenza dalla temperatura e la sensibilit ai campi elettromagnetici.

1.1

Campionamento

Nella maggior parte dei sistemi di misura elettronici riveste una grande importanza loperazione di campionamento di un segnale analogico. Le conversioni AD vengono eettuate dallADC1 e quelle DA dal DAC2 . Lutilit della conversione pu essere particolarmente apprezzata nel caso di collegamenti a lunga distanza senza perdita di informazioni, caso in cui un segnale digitale si comporta in modo nettamente migliore di uno analogico. Loperazione consiste nel prodotto fra il segnale analogico continuo ed Operazione di
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Analog to Digital Converter 2 Digital to Analog Converter

campionamento

1. STRUMENTI DIGITALI

una serie di impulsi unitari e periodici, di periodo Tc detto anche intervallo di campionamento. Il suo reciproco fc , nota come frequenza o velocit di campionamento.

1.2

Errori di campionamento

Durante il campionamento si pu incorrere in due errori: aliasing e troncamento.

1.2.1

Errore di aliasing

Anch il segnale campionato contenga le stesse informazioni delloriTeorema di ginale bisogna necessariamente rispettare il teorema del campionamento di Shannon Shannon, che aerma che un segnale analogico il cui spettro si estenda dalla frequenza nulla a fM pu essere completamente rappresentato da una sequenza regolare di campioni, ottenuti con una frequenza non inferiore a 2fM , ovvero se fc 2fM . La frequenza fc /2 prende il nome di frequenza di folding, mentre 2fM il Nyquist rate , con fM Nyquist frequency. Non rispettare questo teorema comporta linsorgere dellerrore di aliasing . Possiamo considerare il segnale x(t) modulato da un treno di impulsi s(t) denito come: s(t) =

k=

(t kTc )

in modo da fornire un segnale xc modulato in ampiezza: xc (kTc ) =


k=

x(t) (t kTc )

la cui trasformata di Fourier pari a: Xc ( ) = X ( ) S ( ) 2 2 k S ( ) = ( ) = c ( k c ) Tc k= Tc Xc ( ) = c


k=

X (k c ) ( k c )

con c = 2 = 2 fc . Tc Lo spettro del segnale campionato perci quello del segnale analogico ripetuto periodicamente a frequenze multiple di quella di campionamento.

1.2 ERRORI DI CAMPIONAMENTO

Nelle operazioni concrete la nestra di osservazione utilizzata per il campionamento determina una limitazione nel tempo del segnale analogico, dando luogo ad un segnale a spettro teoricamente innito. Questo causerebbe inevitabilmente lerrore di aliasing, per cui nella realt il segnale viene limitato in banda da appositi ltri analogici prima che il campionamento venga eettuato.

1.2.2

Errore di troncamento

Lerrore di troncamento ha origine dalla parte di segnale esterna alla nestra di osservazione, che pu contenere informazioni importanti che andrebbero perdute in caso il segnale analizzato non sia del tipo a decadimento rapido. Gli spettri dei segnali nestrati sono generalmente dierenti da quelli dei segnali originari, e ci e dovuto sia al campionamento vero e proprio sia alla discontinuit introdotta dalla pi o meno brusca interruzione del segnale che introduce frequenze spurie. Da un punto di vista matematico loperazione di nestratura equivale a: 1. limitare i campioni ad un numero pari ad N ; 2. moltiplicare ogni campione per una funzione peso wrett (t), con Tw /2 t Tw /2 , con Tw = N Tc 1 se |k | N/2 wrett (kTc ) = 0 se |k | > N/2 il che equivale a dover considerare un nuovo segnale campionato a nestrato dato da: xcw (kTc ) = x(t)wrett (kTc ) (t kTc )
k=

il cui spettro si ottiene tramite:

Xcw ( ) = X ( ) Wrett ( ) S ( ) Tra le diverse tecniche applicabili per ridurre gli eetti della dispersione delle Riduzione degli frequenze la pi utilizzata consiste nel cercare di attenuare le discontinuit so- eetti della stituendo la nestra rettangolare con una funzione peso che presenti derivate dispersione nulle agli estremi dellintervallo di osservazione: M 1 2 m w(t) = (1) Ak cos mt Tw m=0 M 1 m m (1) Ak Wrett W ( ) = 2 Tw m=0

1. STRUMENTI DIGITALI

Le pi note tra queste funzioni sono quelle di Hanning, di Hamming, di Harris, di Blackman, e di Kaiser. Va sottolineato che il problema della dispersione dovuta al troncamento non si verica nel caso in cui si riesca a campionare un numero intero di periodi del segnale.

Capitolo 2 Conversione Analogico-Digitale


2.1 Quantizzazione

Il processo di trasformazione di un segnale da forma donda analogica in insieme di dati discreti e digitali denito quantizzazione. Essa una delle due fasi, assieme alla codica, della conversione AD di un segnale. Per un segnale analogico campionato, ad ogni campione iene assegnato un numero nito di livelli, o canali, di eguale ampiezza q chiamati quanti. Il risultato di una misura ottenuta con strumentazione digitale un multiplo intero di q , che costituisce quindi la risoluzione del dispositivo.

2.1.1

ADC

Quantizzazione e codica sono eseguite da appositi ADC, che possiedono un numero massimo di quanti in cui suddividere il segnale in ingresso in base al numero di bit necessari a rappresentarlo. Lapproccio pi comune di assegnare ad ogni campione analogico il numero di quanti che meglio lo approssima. Confrontando campione analogico ed insieme di quanti si pu denire lo scostamento tra le due grandezze, e quando esso risulter nullo o inferiore ad un minimo prestabilito e dipendente dallADC, il processo di quantizzazione sar terminato. Indicando con X lampiezza del campione analogico, la portata o valore di fondo scala XF S e la risoluzione o valor minimo Xmin sono dati da: XF S = qM = q 2n XF S Xmin = q = 2

2. CONVERSIONE ANALOGICO-DIGITALE

con M modulo in bit del convertitore ed n numero di bit dello stesso. Inoltre si ha che n1 Ai X = XF S 2n1 i=0 con A = {0; 1}.

2.2

Errore di quantizzazione

La conversione AD comporta sempre una perdita di informazioni tra i livelli di soglia analogici ed una distorsione in uscita. Questo errore di quantizzazione intrinseco alla natura del processo di conversione e non eliminabile, ed ha un andamento tipico a dente di sega con ampiezza variabile tra 0 e q/2. Poich la sua ampiezza inversamente proporzionale a 2n lunico modo per ridurne il rumore e aumentare in numero di bit dellADC. Il valor medio del rumore nullo, mentre deviazione standard e varianza risultano: q XF S q = = 2 3 2n+1 3 2 = X2 S q2 = 2nF 12 2 +2 3

da cui possibile esprimere il numero di bit del convertitore in funzione della varianza del rumore, ovvero del rapporto segnale/rumore SNR1 dellADC: n= 1 1 1 X2 log2 2 F S = log2 SN Rc 2 q 12 2 con SN Rc = XF S 1 2 12 q

Altri parametri che caratterizzano un ADC sono il campo dinamico, DR2 , ovvero il rapporto tra il minimo ed il massimo livello del segnale misurabile con una data accuratezza, ed il tempo di apertura, ta , dellADC, ossia il tempo in cui la conversione viene eettuata ed in cui si avr una variazione in ampiezza V : DR = 20 log2 2n = 20n log2 2 = 6, 02n dB V = ta V (t) t

V coincide con lerrore che si commette considerando costante in ta il segnale. Se non elevato o comunque comparabile con q/2 si puevitare di far procedere lADC da un campionatore. Ci equivale a dire che ta denisce la massima frequenza di un segnale sinusoidale convertibile senza far uso del campionatore.
1 2

Signal Noise Ratio Dynamic Range

Capitolo 3 Conversione Digitale-Analogico


Spesso pu essere necessario convertire dei dati disponibili in codice numerico in un segnale analogico, ad esempio nel caso di un oscilloscopio. Poich il segnale in uscita da un DAC in genere una tensione, una corrente o una carica elettrica, mentre la quantit in ingresso un numero, la tecnica base consiste nel convertire il numero in tante unit base del segnale in uscita e successivamente di sommarle mediante un circuito analogico sommatore.

3.1

Procedimento

Ipotizziamo ad esempio che il segnale in uscita al DAC sia una tensione elettrica e che lunit base di riferimento sia k , in Volt. Tale quantit rappresenta anche il valore pi piccolo in uscita al DAC, ovvero la sua risoluzione, e corrisponde al LSB in digitale. Inoltre poniamo che il DAC abbia modulo M = 2n , con n numero di bit. Per un DAC unipolare, ovvero con solo numeri positivi in ingresso, la tensione in uscita assume lespressione: V V = k (An1 2n1 + An2 2n2 + + A1 21 + A0 20 ) n1 Ai 2i = k
i=0

dove le cifre A possono assumere valori 0 o 1. Quando tutti i bit sono pari ad 1 si ha il valor massimo della tensione: Vmax = kN2max = k
n1 i=0

2i = k (M 1) = kM k = VF S k

3. CONVERSIONE DIGITALE-ANALOGICO

Ne risulta che la massima tensione in uscita sar sempre inferiore a VFS e tale scarto sar tanto minore quanto migliore la risoluzione del DAC.

3.2

Errori di conversione

Vi sono inne errori di deriva dello zero (oset), di taratura (o guadagno) e di non linearit del DAC, errori comuni anche agli ADC, che inuiscono negativamente sulle prestazioni dello strumento. Per quanto riguarda lerrore di linearit, se ne distinguono due tipi: integrale e dierenziale. Il primo rappresentato dal massimo scarto tra la curva caratteristica reale e quella ideale, ottenuta in genere con il metodo dei minimi quadrati, mentre il secondo denito come la massima deviazione dallunit base k della dierenza tra due valori analogici contigui. Se questultimo, espresso in termini di k ossia LSB, risulta inferiore ad 1 LSB non si ha omissione di codice nella conversione DA ed il DAC di denisce monotone. Quella della monotonicit una caratteristica fondamentale anch il DAC ora una buona conversione.

Capitolo 4 Voltmetri Digitali


LADC il componente principale contenuto in un DVM, ovvero un voltmetro digitale, uno strumento versatile che pu risultare anche molto accurato.

4.1

Composizione

LADC converte un campione continuo, proveniente dallingresso in continua o da un SHA o da un convertitore CA/CC, in una parola digitale che invia in ingresso ad un visualizzatore numerico o ad un sistema di elaborazione dei dati. Gli ADC sono in grado di convertire solo livelli di tensione continua o variabile lentamente, per cui predisponendo un SHA prima del convertitore si potranno ottenere maggiori informazioni sullandamento nel tempo del segnale. Questo richieder particolare attenzione ad evitare gli errori di aliasing e di troncamento, e implicher che i dati vengano elaborati

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4. VOLTMETRI DIGITALI

e visualizzati ad una velocit dierente da quella di acquisizione. Se invece si ha interesse solo alla misura del valore ecace di una grandezza alterata baster far precedere lADC da un convertitore AC.

4.2

Vantaggi del DVM

Tra i maggiori vantaggi del DVM c la facilit duso, quasi tutti infatti hanno lindicazione automatica della polarit, la selezione automatica della portata e lindicazione del sovraccarico. I valori tipici di risoluzione di un DVM sono di 1 mV in CA e 100 V in CC. I DVM che al loro interno contengono un microprocessore orono lanalisi Analisi nel dominio del tempo dei dati nel dominio del tempo e basano il calcolo del valore ecace dei segnali campionati sullapprossimazione: N 1 T 1 1 Veff = Vi2 dt = Vi (tk )Vi (tk ) T 0 N k=0 dove N il numero di campioni memorizzati della forma donda in ingresso Vi . Per rendere pi veloce il processo il DVM pu disporre di un accumulatore che esegue le operazioni di prodotto e di somma, mentre allo stesso tempo un contatore valuta il numero di periodi considerato. Per evitare errori di troncamento infatti il numero di campioni N ed il periodo di campionamento devono essere tali che venga processato un numero intero di periodi del segnale in esame.

Capitolo 5 Multimetri Digitali


Un DVM lelemento base di un multimetro digitale, o DMM, uno strumento in grado di misurare non solo tensioni ma anche correnti CC e CA, resistenze e a volte anche impedenze. Sono dotati di un partitore di tensione per la variazione automatica della portata. Per la misura di grandezze alternate si utilizza un apposito convertitore CC/CA, mentre per la misura delle resistenze si fa uso di un convertitore resistenza/tensione. Alcuni DMM dispongono inoltre di un convertitore da alta a bassa frequenza per poter estendere il campo di misura ai Mhz.

5.1

Composizione

Nei DMM sono impiegati vari tipi di diodi: quelli Zener, i PIN ed i tunnel. I primi in particolare consentono la regolazione della tensione continua e Diodi Zener permettono di ottenere riferimenti stabili, lavorando in condizioni di scarica consentono di mantenere costante la tensione ai morsetti del carico al valore VB al variare della corrente entro il limite nominale. I diodi utilizzati nei calcolatori devono presentare un breve tempo di commutazione dalla condizione di polarizzazione diretta a quella inversa, nellordine di pochi nanosecondi per i componenti pi pregiati. La particolarit dei diodi PIN quella di presentare una stretta regione Diodi PIN di spazio isolante tra la giunzione p e quella n, in modo da non alterare sensibilmente le caratteristiche di raddrizzamento del diodo. Questi diodi possono essere impiegati in campi di frequente no ad 1 Ghz, con impedenze variabili tra 10 k ed 1 , il che ne ha permesso la diusione nel campo degli attenuatori per alte frequenze. Agendo opportunamente sullo stato di svuotamento della giunzione pn i diodi possono essere utilizzati come condensatori varia-

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5. MULTIMETRI DIGITALI

bili alla alte frequenze, la cui capacit varia con la tensione di polarizzazione inversa tra 50 pF e 100 pF nei tipi di maggior diusione.

5.2

Misura di correnti

Per poter misurare una corrente necessario collegare un amperometro in serie con il carico elettrico in cui la corrente circola. Questa corrente d luogo, negli strumenti analogici, ad una coppia di deessione che fa ruotare il componente mobile dellamperometro, mentre negli strumenti digitali d luogo ad unindicazione numerica. Qualsiasi strumento di misura non dovrebbe alterare i parametri o le condizioni del circuito al quale collegato, per cui la resistenza interna dellamperometro dovrebbe essere molto pi piccola Eetto di carico di quella del carico. In ogni caso, a parit di tensione di alimentazione, la corrente che circoler nel carico sar sempre pi piccola di quella che sarebbe circolata in assenza dellamperometro. Questo leetto di carico, che d luogo ad un errore sistematico. Un amperometro non deve mai essere collegato in parallelo ad una FEM o ad un carico in tensione, in quanto, a causa del basso valore della sua resistenza interna, la circolazione di correnti elevate lo danneggerebbe. Inoltre esso va sempre collegato ad un carico che assorba una corrente inferiore alla Shunt portata massima dellamperometro. Quando necessario misurare correnti di intensit superiori a quelle sopportabili dal circuito interno necessario ricorrere a resistori posti in parallelo al circuito stesso detti derivatori o shunt . Nella gura stata indicata con IFS la corrente di fondo scala dellamperometro privo di derivatore, con Rm la sua resistenza interna e con RS e IS resistenza e corrente relative al derivatore. Esaminando il circuito si pu facilmente vericare lesistenza della relazione: Rm IF S = RS (I IF S ) da cui RS = IF S Rm I IF S

La resistenza RS costituita da materiale conduttore poco inuenzato dalle variazioni termiche e pu essere predisposta sia allinterno che allesterno dello strumento, a seconda che debbano essere misurate correnti pi o meno elevate. Lamperometro pu essere congurato per orire portate multiple, faAmperometro a portate multiple cendo uso di diversi derivatori commutabili che consentono il passaggio da

5.3 MISURA DI TENSIONI

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una portata allaltra senza che vi sia linterruzione del circuito elettrico. In alternativa alla congurazione semplice pu essere utilizzata la congurazione universale o di Ayrton, che ha il vantaggio di consentire una protezione dellamperometro grazie alla presenza costante di una resistenza ad esso in parallelo, anche se ci ne limita la sensibilit.

5.3

Misura di tensioni

A dierenza di un amperometro un voltmetro misura la ddp fra due punti e deve quindi essere collegato in parallelo alla sorgente di FEM o ad un componente del circuito. Nel caso dei voltmetri in CC analogici occorre rispettare le polarit della sorgente, per cui i terminali dello strumento sono contrassegnati con i segni +/. Allinterno dello strumento sono montati resistori addizionali che consentono di ottenere portate multiple, no ai 500 V, mentre per tensioni pi elevate su pu ricorrere a divisori esterni. Quando un voltmetro collegato in parallelo su un carico percorso da Eetto di carico corrente o su una sorgentedi FEM esso deriva una certa quantit di corrente, per cui d luogo ad una misura di tensione inferiore a quella eettivamente esistente, dando luogo ad un errore sistematico noto anche in questo caso come eetto di carico. Quanto maggiore la resistenza interna del voltmetro rispetto a quella del carico, tanto minore sar la corrente assorbita. I DMM sono dotati di un partitore di tensione per la variazione automatica della portata, mentre per la misura di grandezza alternate si utilizza un apposito convertitore CA/CC.

5.4

Voltmetri termici

I voltmetri termici a vero valore ecace possono essere a termocoppia o a transistor.

5.4.1

Voltmetro a termocoppia

Nel voltmetro a termocoppia la tensione in ingresso, dopo essere stata sottoposta ad un opportuno condizionamento, consente la circolazione di una corrente nel riscaldatore R della prima termocoppia, in modo che in uscita a questa si abbia una tensione continua proporzionale al valore ecace della tensione da misurare. Per ridurre notevolmente gli errori dovuti alla natura non lineare delle termocoppie la tensione in uscita alla prima bilanciata da quella di una termocoppia identica con un riscaldatore percorso dalla corrente di retroazione, opportunamente amplicata. Quanto maggiore la dierenza

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5. MULTIMETRI DIGITALI

tra le due tensioni ai morsetti delle termocoppia, maggiore risulter il riscaldamento della termocoppia di bilanciamento, il che comporter un aumento di V2 nch non risulter uguale a V1 , in modo da ottenere luguaglianza, a meno del fattore di condizionamento, tra la tensione continua misurata dal voltmetro ed il valore ecace della tensione applicata allo strumento. Poich leetto termico sulla termocoppia in ingresso dipende dal quadrato del valore ecace della tensione applicata, il voltmetro misurer il valore ecace quale che sia la forma donda della tensione da misurare. Questi voltmetri a termocoppie hanno un ampio campo di frequenze e possono misurare anche i microvolt.

5.4.2

Voltmetro a transistor

Altri voltmetri termici a vero valore ecace sfruttano linuenza della temperatura sul funzionamento dei componenti elettronici allo stato solido.

5.5 MISURA DI RESISTENZE

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Nel voltmetro a transistor vi sono due circuiti integrati identici, costituiti da un resistore e da un transistor, realizzati sulla stessa basetta e montati sullo stesso supporto in modo da uguagliare linuenza della temperatura ambientale. Come nel caso precedente, la tensione da misurare determina il riscaldamento del resistore R e quindi del transistor TR1 . La corrente che in esso uisce aumenta e diminuisce la tensione allingresso invertente dellamplicatore. La tensione di sbilanciamento viene amplicata no a che, per il riscaldamento del resistore R relativo a TR2 , aumenta anche la corrente in questultimo e si riduce la tensione allingresso non invertente dellamplicatore portandosi alla tensione presente sul terminale invertente. Nella condizione di equilibrio la tensione continua misurata dal voltmetro in CC uguale al valore ecace della tensione in ingresso, qualunque sia la sua forma donda.

5.5

Misura di resistenze

Per la misura di resistenze si utilizza un circuito apposito, costituito da un generatore di corrente continua E e da un amplicatore. Il resistore variabile R permette di variare la portata dello strumento. Esaminando il circuito si pu vericare che, ponendo R2 R, sussiste la relazione: ER2 Vu = Rx RR1 La scala di uno strumento simile tarata direttamente in . Il valore della resistenza incognita Rx direttamente proporzionale alla tensione Vu , per cui al crescere di Rx lindice di un ohmmetro analogico si sposter da sinistra verso destra, al contrario di ci che avviene con tensioni e correnti.

5.6

Classicazione

I DVM ed in generale i DMM sono spesso classicati in base al numero Np di cifre piene disponibili sul display. In aggiunta a queste vi in genere una mezza cifra o cifra parziale, che pu assumere due soli valori possibili, 0 o 1, ed la prima cifra allestrema sinistra del display. Nelle speciche dello strumento viene indicato il numero Np 1/2 digit. Lerrore percentuale nei DMM

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5. MULTIMETRI DIGITALI

variabile a seconda delle caratteristiche costruttive, della tecnologia utilizzata e del costo. Valori tipici sono compresi tra 0,1% e 0,001%, ma accuratezze maggiori sono possibili, a patto di accettare la stabilit dello strumento per un periodo di tempo limitato, superato il quale bisogner ricorrere ad una Errori percentuali nuova taratura o accontentarsi di una pi bassa accuratezza. Nelle speciche dei DVM e dei DMM sono forniti due valori di errori percentuali, uno di lettura, eL% , ed uno di portata, eP % . Indicata con P la portata e con L la lettura, lerrore percentuale complessivo si ottiene da: e% = eL% + eP % P L

A volte il valore di eP fornito in digit, con riferimento allultima cifra sulla destra del display. In tal caso per calcolare eP % bisogna dividere eP per la massima indicazione ottenibile sullo schermo e moltiplicare il tutto per 100. Laccuratezza dello strumento inoltre legata alle condizioni operative in cui viene utilizzato e alle grandezze di inuenza, tra le quali notevole rilievo assume la temperatura al punto che il costruttore specica i valori di temperatura relativi al compo di normale funzionamento dello strumento e lerrore percentuale di temperatura nel caso si operi al di fuori di tale campo. Va anche ricordato che i DMM presentano unimpedenza dingresso molto elevata, in genere superiore ai 10 M, il che rende trascurabile lerrore di consumo.

Capitolo 6 Contatore Universale


Data la sua elevatissima accuratezza e la capacit di misurare oltre al tempo e alla frequenza anche una serie di grandezze riconducibili a misure di tempo, il contatore universale uno strumento che si va sempre pi diondendo. Esso in grado di fungere da contatore di eventi elettrici in ingresso, di misurare rapporti di frequenze, dierenze di fase, ritardi di un evento rispetto ad un altro, tempi di salita e di caduta, cicli di funzionamento di un dispositivo ad intermittenza o di unonda quadra, di tensioni, ampiezze di impulsi e altre grandezze simili.

6.1

Composizione

Un contatore universale costituito essenzialmente da cinque blocchi: una sezione di ingresso; una porta principale; ununit di conteggio decimale (DCU), con visualizzatore; un circuito base dei tempi, con divisore a decadi; un microprocessore con compiti di controllo e selezione delle diverse funzioni, in base a quanto denito sul pannello esterno dalloperatore. Laccuratezza nelle misure di tempo e frequenza raggiungibile con questi contatori molto elevata ed legata al particolare tipo di orologio utilizzato. Si arriva ad incertezze di 1 parte su 1014 con orologi atomici al cesio retroazionato, mentre livelli pi bassi si hanno con orologi al rubidio controllati da un circuito risonante, o con cristalli di quarzo. Valori medi di incertezza sono di 1 parte su 108 . La sezione di ingresso del contatore in genere costituita da due canali Sezione di ingresso gemelli il cui scopo adattare i segnali da misurare agli stadi successivi e a convertirli in forme compatibili con i circuiti logici interni al microprocessore. costituita essenzialmente dai seguenti componenti in cascata:

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6. CONTATORE UNIVERSALE un connettore di ingresso con opzione CC/CA; un attenuatore automatico; un limitatore di tensione per la protezione dei circuiti elettronici; un amplicatore a guadagno variabile con adattatore dimpedenza; un circuito di Schmitt con livello di trigger e pendenza dellimpulso in uscita variabile.

A volte previsto anche un ltro LP1 con frequenza di taglio variabile.

Il segnale di ingresso pu essere convertito o in una serie di impulsi successivamente contati dal contatore decimale o in una nestra di osservazione per la denizione dei segnali di start e stop al conteggio di un treno di impulsi provenienti dallorologio principale. Il segnale squadrato in uscita al trigger di Schmitt inviato in ingresso al microcontrollore che, in base alla funzione scelta, determina il tipo di segnale da inviare alla porta principale. Nel caso di misura della frequenza il segnale in ingresso al contatore, dopo essere stato squadrato, passa attraverso un derivatore e un clipper in modo da avere una serie di impulsi di breve durata, distanziati tra loro di un tempo pari al periodo del segnale da misurare. Nel caso invece di misure di tempo, in ingresso alla porta principale viene inviato
1

Low-Pass, ossia Passa-Basso

6.2 MASSIMA FREQUENZA MISURABILE

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un impulso di durata pari al periodo del segnale in ingresso o ad un suo multiplo.

6.2

Massima frequenza misurabile

Il tempo nito di commutazione, necessario per passare da uno stato allaltro nel circuito di Schmitt, pone dei limiti alla massima frequenza misurabile mediante il contatore. La porta principale a due ingressi una ordinaria porta AND che ha la funzione di lasciar passare una serie di impulsi proveniente o dal canale di ingresso o dallorologio principale per un tempo stabilito dalla porta logica di controllo, che ne abilita lapertura e la chiusura con segnali di start e stop. Per assicurare la massima velocit di passaggio degli impulsi attraverso la porta principale questultima realizzata ricorrendo alla famiglia logica ECL2 . La massima frequenza misurabile mediante un contatore universale intorno al GHz.

6.3

Accuratezza

Laccuratezza di tutto il contatore legata prevalentemente alle caratteristiche dellorologio principale. Questultimo, oltre allelevata accuratezza, deve presentare anche unottima stabilit. Gli oscillatori pi utilizzati sono quelli con cristalli di quarzo, ma loro stabilit minacciata dalla temperatura, dallinvecchiamento e dalle variazioni nella tensione di alimentazione. In genere la frequenza di tali oscillatori varia tra 1 e 10 MHz, e in questo campo forniscono le loro migliori prestazioni. Gli angoli di taglio rispetto agli assi cristallograci sono scelti tra i 35 18 ed i 35 20, in quanto in questo modo assicurata la minima inuenza della temperatura sulla frequenza di oscillazione. Gli oscillatori al quarzo possono inoltre essere del tipo compensato in temperatura (TCXO), in cui la compensazione mediante un altro oscillatore al quarzo soggetto alle stesse variazioni di temperatura, ma agente sulla frequenza in senso opposto. Gli oscillatori non compensati si utilizzano nei contatori da 4 a 6 cifre, mentre i TCXO sono impiegati nei contatori da 6
Emitter-Coupled Logic, ossia Logica ad Accoppiamento di Emettitore. Famiglia logica in cui la corrente pilotata, attraverso transistor a giunzione bipolare, in due possibili percorsi a seconda dello stato desiderato in uscita. Poich i transistor non vanno mai in regione di saturazione, lescursione di tensione tra livello logico alto e basso molto limitata: si possono quindi ottenere cambi di stato molto pi rapidi che nelle altre famiglie. Lo svantaggio maggiore che il circuito conduce continuamente corrente, il che porta ad alti consumi energetici.
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20

6. CONTATORE UNIVERSALE

a 7 cifre. Per migliorare ulteriormente laccuratezza, in modo da realizzare contatori da 7 a 9 cifre, bisogna far ricorso ad un sistema di controllo della frequenza e di stabilizzazione della temperatura con laggiunta di un contenitore termostato. Loscillatore al quarzo seguito da una serie di divisori, costituiti da contatori a decade, simili a quelli utilizzati nellunit di conteggio decimale, ognuno dei quali permette di ridurre la frequenza di un decimo. Si hanno cos dei rifermenti temporali in un ampio campo di valori, tipicamente 10 MHz per loscillatore al quarzo e da 100 ns a 10 s per i gradini temporali.

6.4
6.4.1

Funzioni del Contatore Universale


Contatore di impulsi

Il contatore universale pu fungere da contatore di impulsi, in genere associati ad una serie di eventi. In questi casi alla porta principale viene applicato costantemente un elevato livello di tensione proveniente dalla porta di controllo, mentre sullaltro ingresso possono essere inviati gli impulsi da contare. Inoltre, prima id passare alla porta principale gli impulsi possono passare attraverso divisori binari o a decade o simili in modo da essere contati a due a due o a dieci a dieci o come si desidera. Un contatore di eventi ha svariate applicazioni, come il conteggio dei colli che interrompono un fascio luminoso di una cellula fotoelettrica, o limplementazione di un tachimetro digitale, in cui con 60 fori equidistanziati sulla corona di un disco si misurano i giri al minuto di un albero in rotazione.

6.4.2

Misura di frequenza

La misura della frequenza avviene mediante il conteggio del numero di cicli del segnale in ingresso durante un intervallo di tempo noto ed accuratamente controllato. Mediante il circuito di Schmitt il segnale da misurare convertito in una serie di impulsi che si susseguono alla stessa frequenza di quella fondamentale e che vengono successivamente inviati tramite il microcontrollore alla porta principale, al cui secondo ingresso applicato un alto livello di tensione continua, di durata ben denita Tw , proveniente dalla base dei tempi tramite la porta di controllo. Dato N , numero di impulsi contati nel tempo Tw , la frequenza f del segnale in ingresso data da f = N/Tw . La scelta del tempo generalmente automatica, ma pu essere variata manualmente tramite il pannello di controllo.

6.4 FUNZIONI DEL CONTATORE UNIVERSALE

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6.4.3

Rapporto fra frequenze

Il contatore universale pu anche eseguire la misura del rapporto tra due frequenze. In casi del genere loscillatore principale disattivato, mentre i due segnali fA ed fB sono inviati in ingresso ai due canali A e B. Il segnale a frequenza pi bassa viene inviato al canale B ed utilizzato per azionare la porta di controllo, in sostituzione della base dei tempi. Il segnale sul canale A invece convertito in una serie di impulsi alla stessa frequenza di quella fondamentale fA , pertanto la DCU conter il numero di cicli di fA durante un periodo o un multiplo di dieci del periodo di fB . Nel caso si consideri un solo periodo per azionare i comandi di start e stop della porta di controllo si avr fA = N/TB ovvero N = fA /fB .

6.4.4

Misura di periodi

Unaltra funzione svolta dal contatore universale la misura di periodi. Poich il periodo linverso della frequenza sar suciente invertire le funzioni dei due ingressi della porta principale rispetto al caso della misura di una frequenza. In particolare il segnale in ingresso a fornire alla porta principale, mediante la porta di controllo, i segnali di start e stop. Questi sono distanziati fra loro di un periodo Ts , durante il quale vengono inviati sullaltro ingresso della porta principale degli impulsi ad una frequenza di ripetizione nota provenienti dalla base dei tempi. Dato N , numero degli impulsi a frequenza fC contati nel periodo Ts , si ha che Ts = N/fC .

6.4.5

Altre possibili misure

Le misure di tempo non si limitano a quelle di periodo, sono infatti possibili misure su uno stesso segnale o di ritardo fra segnali, e in base al tipo di misura da eseguire i segnali applicati ai canali di ingresso svolgono funzioni dierenti. Ad esempio, per misurare il ritardo di un evento rispetto ad un altro i due eventi vengono convertiti in segnali che fungono da comandi di start e stop per la porta di controllo attraverso i canali A e B, mentre dalla base dei tempi viene inviato sullaltro ingresso della porta principale un treno di impulsi a frequenza nota. Nel caso del ritardo tra due sinusoidi aventi uguale frequenza i comandi di start e stop sono in genere associati al primo passaggio dei segnali per lo zero con la medesima pendenza. Eseguendo due misure invertendo la pendenza del trigger e facendo la media dei risultati ottenuti si pu migliorare laccuratezza della misurazione. Il ritardo tra i due eventi dato dal rapporto tra il numero di impulsi che intercorrono tra lo start e lo stop e la frequenza degli impulsi stessi. Con una opportuna variazione della

22

6. CONTATORE UNIVERSALE

pendenza del trigger si possono anche misurare la durata di un impulso o il duty-cycle , ovvero il rapporto tra la durata ed il periodo di un impulso.

6.5

Errori

Laccuratezza e la risoluzione possono essere aumentate mediante operazioni di media, generalmente proposta come funzione selezionabile. In tal caso vengono opportunamente utilizzati il divisore a decade della base dei tempi o divisori specici che consentono di aumentare il tempo di osservazione. Diverse sono tuttavia le cause di errore nelle misure eseguibili tramite un contatore universale, raggruppabili nelle categorie: errore di porta o di conteggio 1, errore relativo alla base dei tempi, errore di scatto, errori sistematici.

6.5.1

Errore di conteggio

Lerrore di conteggio, come per i DVM e i DMM, un errore presente in tutti gli strumenti digitali che si basino su un conteggio di impulsi. Esso dovuto alla mancanza di sincronizzazione tra i due segnali applicati alla porta principale, in assenza delle quale il numero di impulsi contato tra i due comandi di start e stop, provenienti dalla porta di controllo, pu dierire di 1. Ci dipende dallistante di avvio del comando di start, in particolare se questo viene eettuato poco prima che il primo impulso da contare giunga sulla porta principale, o se il ritardo tra gli eventi di start e stop sia quasi pari allintervallo di tempo tra gli impulsi. Lerrore di conteggio determina quindi unambiguit di 1 nella LSD, e trattandosi di un errore assoluto evidente che in valori relativi la sua inuenza diminuisce allaumentare del numero N di impulsi contati nel tempo pressato dalla porta di controllo. Ne conviene che nel caso di segnali a bassa frequenza preferibile eettuare la misura del periodo, mentre per segnali ad alta frequenza si dovr misurare la frequenza. In alcuni contatori per evitare la presenza dellerrore di conteggio viene predisposto un sistema di sincronizzazione dei segnali applicati alla porta principale.

6.5.2

Errore della base dei tempi

Lerrore dovuto ad incertezze nella frequenza di ripetizione degli impulsi o nei comandi di start e stop si ripercuote direttamente sulla misura. Questi errori sono legati essenzialmente alle uttuazioni della frequenza delloscillatore principale da quella di taratura. Nei sistemi di maggior pregio sono presenti

6.5 ERRORI

23

componenti di controllo di questa frequenza in modo da ridurre notevolmente lentit dellerrore relativo alla base dei tempi.

6.5.3

Errore di scatto

Lerrore di scatto legato alla nestra di apertura del trigger di Schmitt. Oscillazioni indesiderate dellampiezza del segnale in ingresso, dovute alla presenza di rumore, possono determinare linsorgere di impulsi spuri. Agendo sullUTP e sullLTP, spesso in maniera automatica, si pu evitare linsorgere di questo errore. Allo scopo di ridurre ulteriormente errori di scatto dovuti a rumori esterni in alcuni contatori prevista la possibilit di far precedere il circuito di Schmitt da un ltro LP analogico che elimini le componenti alle frequenze pi elevate del rumore. Lapertura indesiderata della porta principale pu essere dovuta anche ad un rumore interno, ragion per cui nei contatori di maggior pregio si utilizzano componenti logici immuni da rumori. Trattandosi di errori casuali un altro modo per aumentare la precisione quello di eseguire la media di diverse misure.

6.5.4

Errori sistematici

Gli errori sistematici sono essenzialmente legati ai ritardi nei comandi start e stop della porta di controllo rispetto al vericarsi degli eventi che li determinano. Sono addebitabili alla presenza di linee esterne di collegamento tra sensori e contatore, oltre a canali di amplicazione interni al contatore e ai collegamenti tra trigger di Schmitt , base dei tempi e porta di controllo. Si pu migliorare laccuratezza eliminando o riducendo questi errori sistematici eettuando frequenti tarature del contatore, mentre gli errori non eliminabili sono riportati dal costruttore nelle speciche.

Capitolo 7 Oscilloscopio Digitale


Pur rappresentando la naturale evoluzione degli oscilloscopi analogici a memoria, loscilloscopio digitale se ne discosta considerevolmente come architettura e tende a svolgere una notevole variet di funzioni. Un oscilloscopio digitale in grado di misurare indierentemente fenomeni sia transitori che stazionari e ripetitivi, immagazzinandoli in una memoria dalla quale sono disponibili per essere visualizzati in tempi dierenti. Una caratteristica da sottolineare la possibilit di memorizzare dati da inviareal controllore di un sistema ATE1 .

7.1

Composizione

Sebbene gli oscilloscopi digitali si vadano sempre pi dierenziando da produttore a produttore, un elemento comune la presenza al loro interno di un microprocessore che consente allo strumento di operare in logica programmata e di svolgere unampia serie di misure. La disponibilit in tempi recenti di ADC e memorie veloci ha reso possibile la disponibilit di oscilloscopi ad alte prestazioni e ne ha facilitato la diusione su larga scala. In un oscilloscopio digitale vengono impiegate generalmente memorie tipo Memoria FISO2 poich le prestazioni in frequenza richieste al visualizzatore sono, a parit di banda passante, notevolmente inferiori a quelle degli oscilloscopi analogici. I dati vengono infatti memorizzati alla medesima velocit con cui sono convertiti da analogici a digitali, ma possono essere richiamati dalla memoria a velocit inferiore. Dato che la memoria pu trasmettere i dati a frequenze inferiori alla Visualizzatore
1 2

Automatic Test Equipment Fast In Slow Out

26

7. OSCILLOSCOPIO DIGITALE

decina di Hz loscilloscopio digitale fa uso di un CRT3 a bassa frequenza, che poco costoso, pi adabile e ha maggiore durata, ragion per cui si pu far ricorso sia alla deessione elettrostatica che a quella magnetica, oltre a poter impiegare CRT a colori. Il visualizzatore pi utilizzato negli oscilloscopi digitali il CRT a scansione completa o raster scan . Valori tipici delle frequenze di acquisizione dei dati in memoria sono di Orologio interno 100 MHz con convertitori ADC ad 8 bit. La velocit di campionamento, oltre ad essere legata alle caratteristiche dellADC e della memoria dipende anche dalla frequenza di oscillazione dellorologio della base dei tempi, che generalmente a cristalli di quarzo e controllato in frequenza. Campi medi di velocit vanno da 20 campioni al secondo con una risoluzione orizzontale di 5 s per divisione no a 100 M campioni al secondo con una risoluzione di 1 s per divisione.

7.2

Tubo a raggi catodici

Il CRT denito a copertura completa o raster scan poich quando eettua una scansione copre tutta la supercie dello schermo. Ha il vantaggio di poter essere sia alfanumerico che graco, in modo da poter svolgere la duplice funzione di terminale di calcolatore e di visore. La sua funzione convertire i caratteri o i bit contenuti nella memoria in un segnale video. Per far questo, il sistema di deessione orizzontale interessato da un segnale a dente di sega che consente la continua escursione del pennello elettronico dalla sinistra alla destra. Il sistema di deessione verticale anchesso eccitato da un segnale
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Catodic Ray Tube

7.2 TUBO A RAGGI CATODICI

27

a dente di sega, ma pi lento di quello presente sullasse x, e il rapporto delle frequenze dei due segnali determina il numero di linee orizzontali sullo schermo. Il fascio di elettroni, dopo aver tracciato la prima linea da sinistra a de- Tracciamento delle stra dello schermo, torna a sinistra ma in una posizione diversa da quella di linee sullo schermo partenza, proprio a causa della tensione presente sul sistema di deessione verticale, in modo che possa essere tracciata una nuova linea senza che questa si sovrpponga alla precedente. Durante la ritraccia il fascio viene interdetto per evitare lilluminazione dello schermo. Il tempo necessario a tracciare una linea dellordine di alcune decine di s, di cui il 15% necessario alla ritraccia. Il pennello elettronico esegue periodicamente loperazione di scansione dello schermo tracciando un certo numero di righe uniformemente distribuite, ad esempio se il tempo necessario per tracciare una riga di 64 s e vengono tracciate 256 righe, lo schermo sar scandito 60 volte al secondo. Linterdizione del fascio di elettroni si ha anche quando termina la rampa relativa allasse y , per consentire senza illuminazione che esso possa passare dal fondo dello schermo alla sua sommit per riprendere a scandire le linee orizzontali. Linformazione graca o alfanumerica convertita in un segnale modulato e successivamente applicato al sistema di interdizione del fascio di elettroni, ovvero in genere alla griglia di controllo del cannone di elettroni. Linformazione relativa ad una riga viene inviata sotto forma seriale, generalmente costituita da una serie di impulsi di durata variabile, al controllo del fascio di elettroni. Secondo lesempio precedente, in 64 s si susseguono tanti im- I pixel pulsi che consentono al fascio di illuminare la riga solo in alcuni punti, e tale processo si ripete per tutte le righe orizzontali. In denitiva limmagine che si otterr sar composta da una serie di punti, detti pixel , illuminati sullo schermo. Il compito di decidere quali pixel illuminare per ottenere un indicazione graca o alfanumerica eseguito da un apposito circuito integrato denominato generatore di forma o di carattere, costituito da una ROM e da alcuni circuiti di controllo. Si viene quindi a creare un legame biunivoco tra i bit della memoria i pixel dello schermo, cosicch se un bit ha valore 1 il corrispondente pixel sar eccitato ad ogni scansione e diventer luminoso. Generalmente su ogni linea sono previsti 1024 pixel. Poich sullo schermo delloscilloscopio digitale, oltre al graco della forma donda, sono presenti altre informazioni che una volta ssate restano costanti, come il reticolo del graco e le sue scale o la funzione prescelta, predisposta una memoria distinta da quella in cui sono conservate le informazioni relative alla forma donda del segnale, in modo da semplicare la gestione della memoria per la scansione dello schermo.

28

7. OSCILLOSCOPIO DIGITALE

7.3

Funzioni delloscilloscopio

Il costo di un oscilloscopio digitale pu lievitare notevolmente se al suo interno sono presenti dei ltri per lantialiasing, necessari per ottenere un campionamento corretto, e dei sistemi di controllo dei diversi componenti. Valori tipici delle banda di frequenza sono di 100 MHz con base dei tempi da 2 ns/div a 5 s/div e sensibilit verticali variabili tra 2 mV/div no a 5 V/div. Lo strumento pu anche eseguire misure di frequenze, di potenza, e a volte pu anche fungere da analizzatore di spettro. Poich la misura della frequenza in genere eseguita valutando il tempo tra due passaggi per lo zero della forma donda con la medesima pendenza, il risultato attendibile solo se il segnale presenta in un periodo un solo passaggio per lo zero con una stessa pendenza. Loscilloscopio digitale inoltre particolarmente adatto a misurare le caratteristiche di un segnale ad onda quadra. spesso presente un tasto apposito chiamato RISE TIME che una volta premuto consente la misura diretta del tempo di salita. Un altro tasto indicato con ALL fornisce sullo schermo i valori misurati non solo del tempo di salita ma anche della frequenza, delle durata dellimpulso, di eventuali sovraelongazioni, del valore ecace, dello scostamento dallo zero o oset, del ritardo, del tempo di caduta, del periodo e del duty cycle. Unaltra misura possibile quella del tremolio o jitter di un treno di impulsi causati dalle piccole ed inevitabili uttuazioni in frequenza nella tensione di alimentazione o da instabilit del sistema di controllo. In casi del genere loscilloscopio vene predisposto in modalit di persistenza innita, in modo da visualizzare sullo schermo tutti gli impulsi in entrata sul canale attivato ed evidenziare gli scostamenti in successione di un impulso rispetto ad un altro.

7.4

Campionamento

La forma donda visualizzata pu derivare da due tipi distinti di campionamento, in tempo reale o ripetitivo.

7.4.1

Campionamento in tempo reale

Il campionamento in tempo reale comporta lesame di una forma donda in un singolo passaggio, ovvero la campionatura sequenziale quando esse si presenta per la prima volta. I risultati migliori si ottengono quando la frequenza di campionamento, conversione e immagazzinamento molto pi elevata di quella del segnale, in quanto in casi del genere si avranno a disposizione parecchi pixel per visualizzare londa. Nel caso di campionamento in

7.4 CAMPIONAMENTO

29

tempo reale o ad un solo passaggio sono richiesti non solo ADC veloci, ma anche memorie in grado di immagazzinare i dati altrettanto velocemente. La ricostruzione dellimmagine sullo schermo pu avvenire sia per punti che per interpolazione lineare o sinusoidale. Non esiste una regola ssa per stabilire quando sia meglio ricorrere ad un metodo piuttosto che ad un altro, ma noto che, in base al Teorema di Shannon, per avere informazioni sucienti a ricostruire la componente del segnale a frequenza massima sono necessari pi di due punti. Se il numero di punti di poco superiore a due la ricostruzione per punti non comunque possibile, n suciente linterpolazione lineare, ma si dovr ricorrere ad uninterpolazione sinusoidale.

7.4.2

Campionamento ripetitivo

Il campionamento ripetitivo applicabile solamente a segnali periodici che si ripresentino uguali per un certo tempo, e non utilizzabile per eventi singoli. Il suo maggiore vantaggio consiste nel poter far uso di un ADC lento ma con una risoluzione elevata. Si suddivide in campionamento ripetitivo sequenziale e casuale. Campionamento ripetitivo sequenziale Il campionamento sequenziale molto simile a quello che si eettua in un oscilloscopio analogico a campionamento. Ad ogni evento di trigger si preleva un campione distanziato temporalmente dal precedente di uno stesso di uno stesso tempo di ritardo. La forma donda ricostruita utilizzando i punti immagazzinati nella memoria dopo che sono stati eseguiti diversi campionamenti. Se il segnale in ingresso a frequenza molto elevata si pu prelevare ogni campione dopo un certo numero di periodi della forma donda, a cui va sempre aggiunto il tempo di ritardo. In questo modo si ricostruisce il segnale che si verica dopo levento trigger. Campionamento ripetitivo casuale Il campionamento casuale si dierenzia dal precedente per lassenza di un legame tra listante del campionamento e levento di trigger. Viene eseguito con continuit sulle forme donda che si ripetono nel tempo senza attendere levento trigger, per questo denito casuale. Per la ricostruzione del segnale si valuta lintervallo di tempo tra listante di campionamento e levento trigger, e questo tempo viene associato nella memoria al punto campionato sotto la gestione della CPU. Il campionamento viene eseguito non solo dopo il vericarsi dellevento trigger, ma anche prima di questo. Ne deriva che, a

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7. OSCILLOSCOPIO DIGITALE

dierenza di quanto avviene nei normali oscilloscopi, con il campionamento ripetitivo casuale si ricostruisce la forma donda anche prima dellevento trigger, caratteristica nota come ricostruzione del segnale nel tempo negativo.

7.5

Comandi delloscilloscopio

In alcuni oscilloscopi digitali si tende a conservare un pannello di comando analogo a quello presente sugli oscilloscopi analogici, in modo da permettere una facile comprensione delle varie funzioni. Si pu avere rapido accesso a controlli quali il fattore di deessione, ossia la manopola VOLT/div, la posizione della traccia sullo schermo, e la base dei tempi principale. Negli oscilloscopi digitali pi sosticati, atti a svolgere una gran numero di misure, possibile programmare la sequenza di operazioni che si vuol far svolgere mediante una serie di selettori di funzione e una tastiera, generalmente esadecimale. Una volta stabilita la successione delle operazioni questa viene memorizzata per essere disponibile anche pi volte in seguito. Esiste anche un tasto che ha la funzione di evidenziare sullo schermo tutti i parametri selezionati, e molto spesso viene oerta la possibilit di collegare lo strumento ad un calcolatore. Questo pu far s che loscilloscopio si trasformi in una stazione remota di misura, che acquisisce dati che vengono poi memorizzati altrove, o in un visualizzatore di dati gi immagazzinati. Il calcolatore pu inoltre essere utilizzato per programmare lo strumento in automatico, in base a le deniti precedentemente.

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