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CASI STUDIO

Margherita Ferrante

ASSUNZIONE DI RESIDUI DI PESTICIDI ORGANOFOSFORICI CON STUDI SU DIETE TOTALI IN ITALIA

CASO STUDIO 1

Nello studio dei rapporti tra ambiente e salute, la valutazione dell'assunzione di sostanze tossiche con gli alimenti e le bevande rappresenta, ormai da molti anni, uno dei principali criteri di valutazione del rischio ed anzi, nel caso dell'impiego dei pesticidi in agricoltura, praticamente l'unico strumento conoscitivo che ha consentito in Italia di prendere provvedimenti sanitari mirati alla tutela della popolazione nel suo complesso, basandosi su specifici accertamenti della contaminazione degli alimenti e delle acque nel nostro ambiente.

Se infatti si considerano i provvedimenti restrittivi sull'impiego dei pesticidi adottati a decorrere dal 1968, facile osservare che la grande maggioranza di essi (oltre 15, riguardanti intere categorie di prodotti) sono stati definiti in base a valutazioni chimico-analitiche di alimenti e di acque; circa dieci provvedimenti, ma riguardanti singoli prodotti, sono stati adottati sulla base del progresso di studi di tossicologia animale effettuati prevalentemente all'estero, mentre un provvedimento (riguardante il divieto di impiego del fosdrin) stato adottato basandosi sul numero delle denunce dei casi di intossicazioni che si erano verifcati in Italia tra gli utilizzatori del prodotto

Dagli studi di epidemiologia ambientale e occupazionale effettuati in Italia, al contrario, nonostante la variet delle metodologie epidemiologiche utilizzate e l'impegno dei ricercatori, non scaturita alcuna chiara indicazione che potesse portare ad un conseguente provvedimento igienico-sanitario o normativo che interessasse tutta la popolazione.

Conseguentemente sia l'Organizzazione Mondiale della Sanit che lo speciale Comitato misto con la FAO, raccomandano in modo particolare due tipi di ricerche nel campo dei pesticidi : -Quelle di epidemiologia occupazionale, nelle quali tuttavia sia ben definito il fattore di rischio; - Quelle tendenti ad accertare la dose complessiva di una o pi categorie di questi prodotti assunta attraverso tutta la componente alimentare e/o ambientale

evidente che le indagini del primo tipo si basano sull'assunto che dove presumibilmente maggiore l'esposizione potrebbe essere pi agevole evidenziare l'eventuale danno correlato, mentre con le indagini del secondo tipo la dose di un ftofarmaco, o di un'intera categoria di ftofarmaci, assunta con la dieta nel suo complesso, viene paragonata, com' noto e come ha illustrato in precedenza anche il Prof. Camoni, alla dose giornaliera accettabile per l'uomo, definita per le varie sostanze in base a studi tossicologici su animali

Sulla base di questo secondo tipo di indagini in Italia si agito da oltre venti anni: infatti tra il 1968 ed il 1971-72 vennero realizzati i primi studi italiani sull'assunzione dei composti cloroorganici con diete totali e questi studi, uniti alle correlazioni trovate tra assunzioni con la dieta e depositi nei tessuti umani, portarono alla progressiva eliminazione dall'impiego in agricoltura di questa categoria di prodotti

D'altra parte, non si pu sottacere che il significato sanitario delle indagini sulle diete totali legato allo stesso concetto di dose giornaliera accettabile. Infatti, come azione di primo livello, questo parametro pu essere definito in via temporanea e, con l'approfondirsi delle ricerche pu essere soggetto a revisioni (in pi o in meno), fino ad arrivare alla valutazione definitiva, procedimento per il quale - in alcuni casi - possono occorrere molti anni.

A questo proposito significative risultano le valutazioni che nel corso del tempo, sono state date di due tipici inquinanti dell'ambiente italiano: il DDT e l'esaclorobenzene (HCB)

Come evidente il DDT oggi considerato quattro volte meno pericoloso di quanto non fosse giudicato venti anni or sono, mentre una situazione del tutto opposta presentata dall'esaclorobenzene

Nonostante limitazioni di questo tipo, tuttavia, le indagini sullo studio dell'assunzione dei pesticidi attraverso studi su diete totali sono effettuate in tutti i paesi occidentali e sono considerate tra le pi affidabili per la valutazione del rischio

Pertanto nel 1989 il Ministero della Sanit ha affidato a quattro istituzioni universitarie (Catania, Napoli, Roma, Piacenza) il compito di realizzare una ricerca in questo settore, prendendo in considerazione una categoria di prodotti aventi caratteristiche bio-tossicologiche simili . Successivamente, su base spontanea, si sono associate all'indagine anche l'ENEA ed il Dip. di Medicina Interna e San. Pubbl. dell'Univ. dell'Aquila.

Tali indagini possono essere realizzate sostanzialmente in tr modi:

- Il primo modo quello di raccogliere tramite un esame della Letteratura Scientifica il maggior numero possibile di dati sulla presenza dei residui dei pesticidi negli alimenti, elaborando poi le concentrazioni rinvenute in chiave di dosi assunte tramite i consumi alimentari della popolazione. Teoricamente il vantaggio di questo tipo di ricerche statistico-bibliografche quello di disporre di una notevole mole di dati di partenza (cio di una larga base campionaria). Ma gli svantaggi sono, a nostro parere, piuttosto numerosi: metodi analitici non uniformi, sensibilit analitiche diverse, accentrarsi delle analisi solo su particolari alimenti, in alcuni casi raccolta di dati palesemente poco attendibili oppure di dati di analisi finalizzate ad altri scopi (per esempio al controllo delle quantit massime dei residui tollerabili negli alimenti). Come hanno dimostrato recentemente Del R (8) e Camoni e coli. (9-12) l'elaborazione di questi dati sempre molto complessa ed i risultati difficilmente estrapolabili

- Il secondo modo, sperimentale, quello di procedere all'analisi di pasti completi e pronti al consumo di collettivit tipiche (giovani in servizio di leva, mense aziendali, universitarie, ospedaliere etc.). Di solito si studia la dose di pesticidi globalmente assunta in una settimana, ripetendo poi lo studio 3-4 volte in un anno. Indagini di questo tipo danno risultati molto attendibili per quanto riguarda le dosi dei contaminanti assunte dalla collettivit che viene campionata, ma non sono estrapolabili alla generalit della popolazione. Presentano inoltre notevoli difficolt analitiche dovendosi procedere all'analisi di alimenti in mescolanza tra loro, completi di condimenti (3, 5)

-Il terzo modo quello di effettuare, con metodiche standardizzate, l'analisi del maggior numero possibile di alimenti, rappresentativi di tutte le categorie alimentari, selezionando il campionamento in misura proporzionale ai consumi alimentari. La dose globalmente assunta dei pesticidi in studio viene poi stimata sulla base dei consumi alimentari medi valutati, ovviamente, al netto dei coefficienti di rifiuto o di trasformazione e rilevati da fonti ISTAT, da indagini campionarie dell'Istituto Nazionale della Nutrizione (I.N.N.) o da indagini a carattere regionale (13)

I vantaggi di un'indagine di questo genere, oltre ad essere quelli di ottenere risultati analitici uniformi, sono rappresentati anche dal fatto che con una adatta elaborazione dei dati dei consumi alimentari (per esempio calcolando i consumi tipici di una determinata fascia di et) si pu stimare l'assunzione di pesticidi non solo per l'uomo medio, ma per gruppi di popolazione considerati pi a rischio (per esempio per l'infanzia). Inoltre si ottengono informazioni abbastanza precise sulla distribuzione prevalente di determinati residui in determinati alimenti

Lo svantaggio rappresentato invece dal fatto che la dose assunta probabilmente sovrastimata, infatti di solito non si effettuano preparazioni culinarie degli alimenti prima delle analisi (la cottura, ad esempio, pu ridure il livello dei residui). Tale scelta operativa, tuttavia appare giustificata dal fatto che, in accordo con la legislazione vigente, il livello dei residui va verificato in qualsiasi momento intercorrente tra la raccolta ed il consumo.

evidente, in ogni caso, che queste indagini raggruppano due tipi di difficolt: -quelle proprie delle inchieste alimentari; -quelle proprie della ricerca di tracce dei residui di pesticidi negli alimenti. Consguentemente a queste considerazioni, l'indagine per il Ministero della Sanit stata programmata come segue: - innanzitutto si scelta una categoria di pesticidi particolarmente importante per l'agricoltura italiana, cio i pesticidi organofosforici, i quali, inoltre, presentano tutti un meccanismo d'azione sostanzialmente simile.

Tra i pesticidi organofosforici autorizzati all'impiego ne sono stati selezionati dai vari laboratori da 13 a 30, considerati i pi significativi in termini di impieghi

Quindi sono stati raccolti i dati sui consumi alimentari della popolazione, sia da fonte ISTAT, sia da indagini campionarie effettuate in nove Regioni dall'I.N.N. I dati forniti dall'I.N.N. sono stati considerati pi attendibili perch determinati su base sperimentale (13).

Nella terza fase sono state messe a punto le metodiche d'analisi per le varie categorie di alimenti, sia basandosi su metodi gi pubblicati, che sperimentando nuove procedure

Gli alimenti sono stati suddivisi in quattro categorie in rapporto al loro contenuto di acqua o grassi (Tabella 4) e per ogni categoria sono stati identificati i metodi pi opportuni di estrazione e di purificazione

Opportune prove di recupero hanno definito il grado di attendibilit del risultato e l'eventuale necessit di applicare dei coefficienti di correzione (procedimento che stato necessario per pochi pesticidi). Si operato generalmente con tr colonne gascromatografiche, preferenzialmente con rivelatore fotometrico per il fosforo; uno spettrometro di massa ha consentito la verifica di molti dati.

In ricerche di questo genere molto importante definire la sensibilit analitica, infatti il dato delle dosi assunte va considerato non tanto in valore assoluto, ma invece va visto in chiave di percentuale di dose accettabile. Cio l'ordine di grandezza della dose giornaliera accettabile del singolo pesticida che condiziona la sensibilit analitica indispensabile a dare un significato sanitario all'indagine Per esempio nella Tabella 5 sono riportate le D.G.A. di alcuni dei pesticidi considerati.

Allora come limite ottimale di determinazione stato definito quello che consente di valutare un'assunzione dell'ordine di almeno l'l/o della D.G.A.

Cos per un pesticida, nel caso particolare l'Azinfos, con una D.G.A. di 0,0025 mg/Kg di p.c./giorno, il limite ottimale di sensibilit analitica orientativamente di 4 ug/Kg di alimento (4 ppb), anche se, in realt, in alcuni casi si pu raggiungere una pi elevata sensibilit

Nella fase successiva si proceduto al campionamento di 75 generi alimentari (su 130 inizialmente considerati), nel senso che sono stati esclusi dal campionamento tutti quei prodotti che rappresentavano meno dell1% in peso della razione alimentare giornaliera. Il numero dei campioni prelevati di ogni genere alimentare stato proporzionale ai rispettivi consumi. Tranne per il latte,l'olio, il vino, che erano rappresentativi di grandi quantitativi, in genere i campioni, sia di alimenti di origine animale che vegetale, erano costituiti da 500 g/l'uno e con il mescolamento di 4 campioni si otteneva il pool che veniva analizzato (campione analitico

Nella Tabella 7 sono riportati, a titolo indicativo (infatti i dati non sono definitivi) la numerosit dei campioni, mentre il numero dei risultati analitici dato dal prodotto tra il numero dei campioni analitici ed il numero dei pesticidi ricercati: complessivamente quindi sono stati ottenuti fino ad oggi oltre 10.000 risultati analitici.

RISULTATI

Per quanto riguarda i risultati ottenuti, precisiamo ancora una volta che essi non sono definitivi, ma riteniamo che quelli definitivi non potranno discostarsi molto da quelli che presentiamo

Innanzi tutto gli alimenti di origine animale sono risultati praticamente indenni da residui di organofosforici (un solo campione positivo su oltre 300 analizzati), mentre quelli di origine vegetale, compresi la farina, il pane e le paste alimentari, mostrano una presenza diffusa ma a livelli non elevati di pesticidi organofosforici

Il fenomeno va visto in chiave qualitativa e quantitativa. Dal punto di vista qualitativo il rapporto tra pesticidi cercati e quelli trovati mostrato nella Tabella 8, la quale indica semplicemente quello che gi si sa da quando esiste il problema dei pesticidi: pi sostanze si cercano e pi sostanze si trovano

Facendo ora riferimento ai dati della zona di Roma, che abbiamo elaborato pi in dettaglio, il numero massimo di pesticidi che abbiamo identificato in alcuni campioni analitici stato di 6 organofosforici e complessivamente i pool analizzati hanno mostrato una percentuale di positivit del 59%. Questo dato per certamente sovrastimato perch trattandosi di pool di mescolamento di 4 campioni, basta un solo campione positivo per rendere positivo tutto il pool.

I pesticidi identificati con pi frequenza sono mostrati nella Tabella 9 con le rispettive percentuali di positivit

I dati pi interessanti sono ovviamente quelli relativi alle concentrazioni riscontrate ed alle dosi assunte. Per quanto riguarda le concentrazioni, solo in 4 casi abbiamo riscontrato livelli dell'ordine di grandezza dei ppm, in tutti gli altri casi si trattato di ppb (g/Kg), ovviamente sui pool analitici e non sui singoli campioni

Le dosi globalmente assunte con la dieta di tutti i giorni dall'uomo medio sono risultate non dosabili per 10 pesticidi, comprese tra 0,03 - 1g al giorno per 14 pesticidi, superiori ad 1 g/giorno e fino a 24 g/giorno per 6 pesticidi

La Tabella 10 mostra i 10 fitofarmaci che, in valore assoluto, danno luogo alle assunzioni giornaliere pi elevate in paragone con le rispettive dosi considerate come accettabili, allo stato attuale delle ricerche

Quindi le dosi assunte dei singoli prodotti sono notevolmente inferiori a quelle valutate come accettabili

D'altra parte, poich si tratta di assunzioni globali di pi prodotti aventi un meccanismo d'azione sostanzialmente simile (si tratta dell'inibizione dell'acetilcolinesterasi), una stima sanitaria omnicomprensiva del fenomeno pu essere effettuata a nostro parere (e come abbiamo gi realizzato negli anni '70 per i pesticidi clorurati) calcolando le dosi assunte come frazione percentuale della rispettiva dose accettabile, e quindi effettuando la somma delle varie frazioni . evidente che l'assunzione globale non deve dare un valore superiore al 100 dell'accettabilit complessiva.

I dati ottenuti per la zona di Roma mostrano che l'assunzione globale per questa categoria di prodotti rappresenta il 27% di quella che abbiamo prima definita come accettabilit complessiva (Tabella 11) e quindi la stima da noi effettuata, pur considerando tutte le cautele che devono accompagnare valutazioni di questo genere, porta a concludere che l'impiego di questa categoria di prodotti non sembra dar luogo ad assunzioni eccessive da parte della popolazione

Monitoraggio biologico sulla presenza di Hg, PCB e HCB in latte e capelli di donne residenti in un'area ad alta incidenza d nati malformati (Augusta)

CASO STUDIO 2

INTRODUZIONE

A seguito delle notizie e stampa riguardanti l'elevata incidenza di Malformazioni Congenite nell'Area del Polo Petrolchimico di Augusta - PrioloMelilli, segnalate da medici dell'Ospedale Moscate lo di Augusta e da precedenti pubblicazioni: scientifiche (1) del RTP (Registro Territoriale di Patologia) della Provincia di Siracusa e dell ISMAC (Indagine Siciliana Malformazioni Congenite), la Procura della Repubblica di Siracusa ha avviato apposite indagini contro ignoti, tendenti a verficare la veridicit e la portata scientifica delle suddette notizie ed, in caso positivo, a individuarne cause ed eventuali responsabilit di carattere penale

Una delle indagini stata affidata ad esperti dell'Universit, di Catania, del RTP di Siracusa e dell'Universit di Torino e riguardava la ricerca di eventuali fattori causali o di rischio collegati all'aumentata incidenza di Malformazioni Congenite

A tal fine stato organizzato dai consulenti incaricati uno studio retrospettivo caso/controllo su un campione globale di 1200 persone con una approfondita analisi multivariata che ha messo in evidenza un rischio significativo per consumo di acque di falda nella zona di Priolo e soprattutto per consumo di pesce osservati per il Totale Malformazioni sul totale dei Comuni

Tale rischio appare molto pi alto sulla totalit della Provincia di Siracusa (Odd Ratio = 1.26). E il segnale si rafforza proprio nel Comune di Augusta con una Odds Ratio =3,26 e con IC compresi tra 1.56 e 6.8l (5).

Le risultanze dell'indagine caso-controllo, pertanto, hanno dato luogo ad aftre indagini sulle concentrazioni di Hg. PCB ed HCB nel pescato della rada di Augusta (rilevatesi assai elevate), nonch sulla qualit delle acque di falda (rilevatesi pi inquinate nella stessa zona). Ma lo Studio Caso-Controllo ha soprattutto dato lo spunto ad una nuova indagine tesa al Monitoraggio Biologico del Mercurio, HCB e PCBs nei capelli e nel latte materno di un campione di 100 puerpere di Augusta e di 100 puerpere di Catania (non esposte al rischio generale in quanto non residenti ad Augusta), al fine di corroborare l ipotesi del supposto modello logico di relazione di causa -effetto (causa = consumo d pesce contaminato ; effetto = presenza di Hg. HCB e PCBs nei capelli e nel latte materno in concentrazioni maggiori rispetto a gruppi non esposti )

Obiettivi
L'ipotesi che alcune sostanze veicolate attraverso il pesce contaminato, abbiano potuto determinare la maggiore incidenza di Malformazioni Congenite ad Augusta risulta fondata sulla concatenazione di tre osservazioni

-Riscontro di associazione tra pesce consumato da gestanti e maggior rischio di malformazioni congenite per i propri figli -Riscontro di una elevata concentrazione di Mercurio, HCB e PCBs nei sedimenti e nel pesce del Golfo di Augusta

- Plausibilit biologica su associazione causale tra agenti inquinanti (Mercurio, HCBe PCBs) e aumento malformazioni

Le osservazioni sopracitate, sebbene concatenate tra di loro non sono sufficinti da sole a supportare l'ipotesi del nesso di causalit, Al fine di corroborare questa ipotesi necessario verificare che le suddette sostanze siano state realmente veicolate nell'organismo delle donne di Augusta in alte concentrazioni.

Da qui la necessit, appunto, del Monitoraggio Biologico L'Obiettivo e verifare l'ipotesi che Hg, PCBs e HCB present nei tessuti
biologici s trovino pi nei Casi che nei Controlli e pi negli Esposti che nei Non Esposti. Pertanto si rende necessario saggiare le concentrazioni di Hg. PCBs e HCB nei tessuti umani dove si concentrano maggiormente (Latte e Capelli) in puerpere di Augusta (esposte al rischio di consumo di pesce contaminato). suddivise in casi e controlli locali,e di Catania (non esposte al rischio) controlli remoti.

Materiali e metodi
Poich il prelievo del latte materno vincolato al verificarsi di nuovi parti, non e possibile saggiare le concentrazioni in modo retrospettivo (cio sulle stesse madri coinvolte nel precedente Caso-Controllo dal 1991 al 2000). Pertanto l'indagine viene limitata solo alle donne che partoriscono nei 6 mesi successivi all'avvio. Le donne di Augusta che nei successivi 6 mesi partoriranno eventuali figli malformati saranno arruolate come casi locali. Le altre come controlli locali

Si prevede di arruolarne circa 100.

Pari campione di 100 donne sar arruolato tra le puerpere Catanesi nello stesso periodo(controlli remoti).

A seguire si riporta l'esito del reclutamento

Presso il P.O. di Augusta ci sono stati 231 parti. Vengono escluse: a) 58 non residenti nellarea b) 12 che non: danno il consenso c) 27 che non hanno allattato d) 25 escluse per motivi di salute e) 9 di cui si rovina il prelievo

Se ne arruolano in tutto 100 (solo controlli locali perch non nascono nuovi malformati). Presso il P.O.Vittorio Emanuele di Catania si arruolano 100 controlli remoti.

Per quanto riguarda le conoscenze scientifiche sugli elementi indagati e sulle tecniche di rilevamento merita precisare quanto segue:

Il

Mercurio un metallo la cui presenza nellambiente di origine sia naturale

(ad esempio vulcanica) che antropica. Tra le origini industriali una delle pi note proprio quella dellimpianti Cloro-Soda. Presenta fenomeni di bio-accumulo. Sotto forma di Metil-Mercurio riesce a passare la barriera placentare e a dare danni sul nascituro, specie sul SNC, nonch aborti. I capelli prelevati dalle puerpere (dove si concentra in gran quantit) sono stati conservati in becker di plastica. I campioni , opportunamente trattati, sono stati analizzati col metodo della spetrofotometria ad assorbimento atomico con almeno tre letture per campione.

Hg
Il mercurio, tanto nella sua forma inorganica che nella sua forma organica (metilmercurio CH3Hg+), rappresenta un potente inquinante ambientale. Pu essere immesso nell'ambiente per azione antropica in forma inorganica a causa del cattivo smaltimento da parte di industrie che lo sfruttano in processi industriali di varia natura (per es.:nella catalisi della sintesi del cloruro di vinile, negli impianti cloro-soda, etc.). Dall'atmosfera, ove subisce rapida ossidazione alla sua forma bivalente (Hg2+), si ha la ricaduta negli ecosistemi acquatici e al suolo. Il passaggio all' ambiente acquatico pu avvenire, come nel nostro caso di studio, per diretta immissione illecita attraverso le normali condutture di allontanamento dei reflui industriali. Nell'ambiente acquatico, dove precipita nel sedimento, esso viene organicato a metilmercurio da parte di batteri. Risale attraverso produttori e consumatori primari e secondari, lungo la catena alimentare, giungendo fino all'uomo attraverso il pesce e sottostando a biomagnificazione; produce seri danni sulla salute umana essendo un agente teratogeno e mutageno.

I maggiori danni arrecati alla salute umana sono quelli dovuti ad esposizione intrauterina, in quanto esso in grado di passare attraverso la barriera placentare; riesce parimenti ad attraversare la barriera ematoencefalica causando danni per lo pi di natura neurologica, la cui magnitudo varia a secondo del grado di esposizione. Molti altri sono gli effetti connessi all'esposizione da mercurio come danni renali e danni cardiovascolari. L'OMS classifica il metilmercurio come un possibile cancerogeno.

Policlorobifenili (PCB o difenili policlorurati) sono una serie di composti

organoclorurati, non presenti in natura, costituiti da miscele di idrocarburi aromatici clorurati, ottenuti per clorazione di un gruppo bifenile aventi formula chimica C12H10-nCln, con n compreso tra 1 e 10. A seconda del numero degli atomi di cloro e della loro posizione nella molecola, ne deriva la possibile formazione di 209 diversi composti definiti congeneri (miscelati tra loro). Trovano largo impiego in Industria come isolanti elettrici, lubrificanti, pesticidi. Sono soggetti a bioaccumulo. LAgenzia internazionale per le ricerche sul cancro(IARC) di Lione ha classificato i PCB (e le diossine) come probabili agenti cancerogeni per luomo. Visto che non vengono filtrati dalla placenta, possono interferire, con vari meccanismi, con il sistema ormonale durante la gravidanza e danneggiare lo sviluppo del feto (specie Ipospadie)

United Nations Environment Programme Chemicals

Persistent Organic Pollulant


2001
ALDRIN CHLORDANE DIELDRIN

Convenzione di Stoccolma:
2004 limitare produzione e uso dei contaminanti organici persistenti (POPs) eliminare o ridurre, a livelli non pericolosi, le emissioni di queste sostanze nellambiente

ENDRIN HEPTACHLOR HCB MIREX TOXAFENE PCB DDT PCDD PCDF

POLICLOROBIFENILI PCB
MISCELA DI PIU CONGENERI

Cl m
12 CONGENERI DIOXIN LIKE PCB. SIMILI NELLA STEREOISOMERIA E NELLA TOSSICITAALLA 2,3,7,8-TCDD (LA DIOSSINA DI SEVESO)

2'

3'

Cl n
4'

6'

5'

PCB (m+n = 1 ~ 10)


209 CONGENERI 10 CLASSI DI OMOLOGHI OGNI CLASSE PIU ISOMERI

PROPRIETA
INSOLUBILIT IN ACQUA SOLUBILIT IN MEZZI IDROFOBI ELEVATA STABILIT PER INERZIA CHIMICA DIFFICOLT DI COMBUSTIONE RIDOTTA PRESSIONE DI VAPORE OTTIMI ISOLANTI ELETTRICI.

USI(PER LO PIU INDUSTRIALI)


SISTEMI CHIUSI CONTROLLABILI (SCARSE PERDITE NELLAMBIENTE) PCBs UTILIZZATI COME FLUIDI DIELETTRICI IN ACCUMULATORI TRASFORMATORI (77% DELLUTILIZZO). SISTEMI CHIUSI NON CONTROLLABILI (PERDITE FREQUENTI NELLAMBIENTE) PCBs UTILIZZATI COME FLUIDI IN SISTEMI IDRAULICI, RADIATORI, REFRIGERANTI NEI TRASFORMATORI ELETTRICI E NEI CONDENSATORI. USI DISSIPATIVI (DIRETTO CONTATTO DI PCBs CON LAMBIENTE) PCBs UTILIZZATI COME LUBRIFICANTI ED OLI DA TAGLIO, ADDITIVI E PESTICIDI, ADESIVI, COMPOSTI PLASTICI, VERNICI PLASTIFICANTI. E

UNICO SIGNIFICATIVO PROCESSO NATURALE DI DEGRADAZIONE CHIMICA AMBIENTALE FOTOLISI

EMIVITAPROLUNGATA NEI SEDIMENTI MARINI


GLI ORGANISMI A VITA LUNGA POSSONO ANDARE INCONTRO A FENOMENI DI:

BIOCONCENTRAZIONE
ARRICCHIMENTO ATTRAVERSO LE SUPERFICI DEL CORPO CHE CONSENTONO GLI SCAMBI.

BIOACCUMULO
ARRICCHIMENTO DI UNA SOSTANZA NEGLI ORGANISMI ATTRAVERSO QUALUNQUE VIA (RESPIRAZIONE, INGESTIONE CIBO, CONTATTO).

BIOMAGNIFICAZIONE
ARRICCHIMENTO ESPONENZIALE DI UN CONTAMINANTE NELLA CATENA ALIMENTARE

A CAUSA DELLA LIPOSOLUBILIT TENDENZAALLACCUMULO NELLAMBIENTE E SUCCESSIVAMENTE NELLA CATENAALIMENTARE E DA QUI NELLE SPECIE ANIMALI, UOMO COMPRESO

EMIVITA NEL CORPO UMANO ANCHE DI DIVERSI ANNI (IN MEDIA 7-10) SI ACCUMULANO NEL LATTE MATERNO E VENGONO PERCI TRASMESSI IN ALTE CONCENTRAZIONI AL LATTANTE AZIONE TOSSICA IN DIPENDENZA DEL GRADO DI CLORAZIONE E DEL TIPO DI ISOMERI (PI ATTIVI GLI ORTO SOSTITUITI)

EFFETTI SULLA SALUTE


AZIONE TOSSICA:
A CARICO DELLA PELLE, DEL FEGATO, DELLAPPARATO GASTRO-ENTERICO, DEL SISTEMA NERVOSO E DEL SISTEMA IMMUNITARIO.

-FORME ACUTE (INFREQUENTI)


IRRITAZIONE DELLE VIE RESPIRATORIE, DEPRESSIONE NEUROLOGICA CON ASTENIA E TORPORE, VOMITO, EPIGASTRALGIA, ACNE CLORICA.

-PER ESPOSIZIONE CRONICA:


ACNE, ECZEMA, IPERPIGMENTAZIONE CUTANEA, EDEMI PALPEBRALI E CONGIUNTIVALI, ANEMIA, DEPRESSIONE DEL SISTEMA IMMUNITARIO, EPATOPATIA CRONICA. I PCB POSSONO DETERMINARE EFFETTI TERATOGENI E MUTAGENI IN ALCUNE SPECIE ANIMALI, MENTRE COMPOSTI ALTAMENTE CLORURATI INDUCONO TUMORI IN RATTI E GATTI ANCHE SE, IN QUESTO ULTIMO CASO, LA RELAZIONE CON I PCB NON SEMPRE CHIARA. ATTUALMENTE NON VI EVIDENZA EPIDEMIOLOGICA DI EFFETTI ONCOGENI SULLUOMO. LIARC HA CLASSIFICATO I PCB COME 2A, PROBABILI AGENTI CANCEROGENI PER LUOMO.

Possono agire come DISTRUTTORI ENDOCRINI

L'ormone normale attiva il recettore a livello appropriato

Il composto capace di bloccare l'ormone interferisce con la rete di segnali degli ormoni prodotti dall'organismo.

In certi casi, i distruttori endocrini danno un segnale pi forte rispetto all'ormone normalmente prodotto dall'organismo (e nel momento sbagliato)

oppure, in altri casi, i distruttori endocrini danno un segnale pi debole del normale, e al momento sbagliato

INTERFERENZA SUL SISTEMA ORMONALE IN GRAVIDANZA DANNEGGIAMENTO SVILUPPO DEL FETO POSSIBILI CONSEGUENZE
ALLA NASCITA NELL'INFANZIA NELL'ADOLESCENZA NELL'ET ADULTA
bambino Difetti neuro-cognitivi I DISTRUTTORI ENDOCRINI AGISCONO ANCHE A BASSISSIMA DOSE ATTRAVERSO UN MECCANISMO DI POTENZIAMENTO RECIPROCO (SINERGIA) NON PI AFFIDABILI PERTANTO LE QUANTIT AMBIENTALI RITENUTE FINORA ACCETTABILI PER OGNUNO DI ESSI Criptorchidismo e ipospadia Riduzione delle difese immunitarie Intolleranze alimentari Ipereccitabilit nervosa Pubert precoce Alcune forme di tumore Infertilit Difetti dello sviluppo e ritardo della crescita fetale e del

I CONGENERI PCBs DIOSSINO-SIMILI


IN QUANTO IDROCARBURI AROMATICI ALOGENATI HANNO LA CAPACIT DI LEGARSI AL RECETTORE SPECIFICO

Aryl hydrocarbons receptor


ESPRIMENDO LA LORO ATTIVIT TOSSICA PER ASSUNZIONE DI UN POTENZIALE DI INDUZIONE DEI PRINCIPALI EFFETTI BIOCHIMICI PROPORZIONALE ALLAFFINIT DI LEGAME DI QUESTI CON LAh-recettore IN BASE ALLA STRUTTURADELLA MOLECOLA E AUMENTANDO ALLAUMENTARE DEL NUMERO TOTALE DEI SOSTITUENTI Cl. LA MASSIMA INTENSIT DI LEGAME SI HA PER PER LA 2,3,7,8,TETRACLORO-PARA-DIBENZODIOSSINA

xx Cl

Cl Cl yy

ortho meta X para X X X X


3 4 5 6 2 1 1' 6' 5'

X
2' 3'

X X

4'

OO
PCDD

X = Cl o H

PCB

Ah--recettore
PROTEINA CITOPLASMATICA PRESENTE NEI TESSUTI E NEGLI ORGANI BERSAGLIO CHE AGISCE COME FATTORE DI TRASCRIZIONE DEL DNA

LEsaclorobenzene ha avuto storicamente molti usi industriali e agricoli. E bench scomparso dalla produzione industriale sin dagli anni 70 per pericoli sulla salute esiste ancora sotto forma di sottoprodotti e di impurit derivati dalla produzione di composti clorurati ( solventi, pesticidi), nonch dalla loro combustione incompleta presso Inceneritori e Discariche, presenta bio-accumulo.

HCB
L'organizzazione Mondiale della Sanit (WHO) ha pubblicato il vol. n195 dei suoi "Environmental Health Criteria", dedicato all'Esaclorobenzene. Questo libro valuta i rischi per la salute umana e per l'ambiente derivanti dalla esposizione all'esaclorobenzene (HCB). Questo composto ha avuto storicamente molti usi industriali ed agricoli, compreso l'uso estensivo come concia della semente per prevenire le malattie fungine nella granella. Bench le preoccupazioni per gli effetti sulla salute e sull'ambiente abbiano indotto molti paesi ad interrompere la produzione negli anni '70, una produzione non controllata continua sotto forma di sottoprodotti e impurit derivanti dalla fabbricazione di solventi clorurati, composti aromatici clorurati, e pesticidi clorurati. Altri fonte residue di questo composto chimico altamente persistente comprendono le applicazioni di pesticidi contaminati, incenerimento incompleto di rifiuti contenenti cloruri, e rilasci provenienti da vecchie discariche di rifiuti. Una discussione sul comportamento ambientale di HCB mette in rilievo le propriet del composto, compresa la sua resistenza alla decomposizione, la mobilit, e la solubilit nei grassi, che aiuta a spiegare il suo ritrovamento in tutti i comparti ambientali e la sua presenza nei tessuti adiposi di quasi tutti gli individui della popolazione. Gli studi indicano che HCB soggetto a notevole bioaccumulazione e a bioincremento nella catena alimentare.

Per quanto riguarda i livelli ambientali e l'esposizione umana, l'alimentazione si dimostrata la via principale dell'esposizione della popolazione in generale. Bench HCB sia ampiamente disperso nell'atmosfera, le concentrazioni sono generalmente basse. Il contributo dei livelli nell'acqua potabile all'esposizione totale stimato altrettanto basso. Dati limitati indicano che, con una cattiva igiene industriale, i lavoratori impegnati in particolari occupazioni possono essere esposti a pi elevate concentrazioni della popolazione in generale. Una rassegna di dati sulla cinetica e sul metabolismo di HCB negli animali da esperimento conclude che il composto chimico prontamente assorbito per via orale e scarsamente attraverso la pelle. Gli studi dimostrano che HCB viene lentamente metabolizzato ed eliminato, si accumula nei tessuti ricchi di grasso, supera la barriera della placenta, ed presente nel latte materno. La parte pi ampia della pubblicazione valuta i dati provenienti da numerosi studi sugli effetti tossici negli animali da laboratorio. Studi convincenti hanno dimostrato che HCB carcinogeno negli animali e ha effetti negativi non neoplastici, a dosi relativamente basse, su una vasta gamma di organi e sistemi, compreso fegato, polmoni, reni, tiroide, tessuti germinali, e sistemi nervoso e immunitario.

La valutazione degli effetti sulla salute umana si fonda su numerosi esami condotti in seguito ad un caso di avvelenamento accidentale avvenuto in Turchia nel 1955-59. Del grano trattato con HCB stato macinato per fare il pane, ed ha comportato l'insorgenza di 600 casi di porfiria cutanea tardiva con indici alti di mortalit. In questo caso, le manifestazioni cliniche di avvelenamento hanno comportato disturbi nel metabolismo porfirinico, lesioni dermatologiche, iperpigmentazione, ipertricosi, fegato ingrossato, ingrossamento della tiroide e dei linfonodi, nonch osteoporosi o artrite. Bimbi in allattamento da madri esposte hanno sviluppato una malattia chiamata "pembe yara" e sono morti per lo pi entro l'anno. Il controllo dei sopravvissuti, dopo 20 o 30 anni, ha rivelato persistenti anomalie. Il rapporto non ha potuto contare su adeguati studi epidemiologici sul cancro in popolazioni esposte, compresi lavoratori. Sulla base di dati clinici provenienti da casi di avvelenamento accidentale, confermati da esperimenti sugli animali che dimostrano effetti negativi anche a dosi relativamente basse, il rapporto invita a prendere misure per ridurre i carichi ambientali di HCB e conclude affermando che dovrebbero essere trovate alternative per gli attuali usi del composto. Sono stati proposti i seguenti valori-guida per l'assunzione giornaliera totale nell'uomo di HCB: per effetti non neoplastici, 0.17 g/kg di peso corporeo, per effetti neoplastici 0.16 g/kg sempre di peso corporeo. Environmental Health Criteria n195, 1997, lingua inglese, sommari in lingua francese e spagnola. ISBN 92 4 157 195 0 . $ Usa 32,40. Distribuzione della WHO, 1211 Ginevra 27, Svizzera.

Considerando la loro affinit per i lipidi stato prelevato il latte equivalente alla intera poppata, utilizzando tiralatte monouso.

Il campione, opportunamente trattato, stato introdotto in una colonnina Bound Elut C18. Per la determinazione dei PCB e dell HCB la tecnica strumentale stata la gas-cromatografia con detector a cattura elettroni

RISULTATI

Riguardo al mercurio su 100 si osservato un valore medio ad Augusta pari a1.45 g/g (per i capelli), una deviazione standard di 0.96 una mediana di 1.15 g/g, un minimo di 0.09 g/g ed un massimo di 4.98 g/g. A Catania su 100 prelievi si giunti ad osservare una media di 1.14 ug/g, con una deviazione standard di 0,77, una mediana di 0,87 pg/g ,un minimo di 0,18 ug/g od un massimo di 4,18 ug/g. Dall'analisi statistica delle due popolazioni si calcolato un P pari a 0,011, dandoci conferma che la differenza osservata tra le donne di Angusta e quelle di Catania (con valori medi maggiori nelle prime Rispetto alle seconde) risultata statisticamente significativa

RISULTATI
Concentrazione media PCB tot. e HCB

PCB Controllo : 4,48 ng/ml Campione: 7,29 ng/ml p: < 0,01

HCB 0,18 ng/ml 0,31 ng/ml < 0,01

Grafico n. 1: concentrazione media (ng/ml) dei PCB e HCB


1.4 1.2 1 0.8 ng/ ml 0.6 0.4 0.2 0
1 5 18 31 28 52 44 66 101 81 77 118 153 141 138 126 128 156 169 180 170 206 209 HCB

AUGUS TA CATANIA

Grafico n. 2: PCB con differenza statisticamente significativa.


PCB
AUGUSTA CATANIA 1.50 1.00 ng/ml 0.50 0.00 81 101 118 138 141 153 156 169 170 206 209

Campione = rosso

Controllo = verde

Tabella n. 1: Frequenze percentuali, medie in ng/ml e totale delle medie dei PCB ricercati nel campione e nel controllo.

Congenere PCB 1 PCB 5 PCB 18 PCB 31 PCB 28 PCB 52 PCB 44 PCB 66 PCB 101 PCB 81 PCB 77 PCB 118 PCB 153 PCB 141 PCB 138 PCB 126 PCB 128 PCB 156 PCB 169 PCB 170 PCB 180 PCB 206 PCB 209 PCB TOTALI

Frequenza % Campione 27 13 63 42 70 72 47 68 69 52 65 86 65 53 85 47 43 84 82 81 10 82 73

Controllo 26 12 60 50 68 72 50 61 62 43 61 83 78 45 83 40 42 81 77 75 6 55 48

Media ng/ml Campione 1,149 0,072 0,266 0,055 0,118 0,335 0,096 0,110 0,167 0,800 0,060 0,282 0,912 0,067 1,300 0,094 0,046 0,195 1,158 0,398 0,010 0,050 0,102 7,294

Controllo 0,993 0,030 0,180 0,041 0,076 0,141 0,097 0,099 0,089 0,142 0,060 0,183 0,664 0,027 0,599 0,085 0,030 0,120 0,589 0,174 0,004 0,018 0,039 4,482

CONGENERI RISCONTRATI CON MAGGIORE FREQUENZA

Congenere

Frequenza %

Media ng/ml Controllo 0,018

Campione Controllo Campione PCB 206 82 55 0,050

PCB 209

73

48

0,102

0,039

HCB

93

82

0,310

0,175

FATTORI DI EQUIVALENZA TOSSICA (TEF) E DETERMINAZIONE DEI 2,3,7,8-TCDD EQUIVALENTI Le diossine ed i composti diossino-simili vengono rilevati come miscele complesse; inoltre non tutti i congeneri sono tossici o lo sono alla stessa maniera. Per permettere il confronto dei dati, i risultati analitici vengono espressi come tossici equivalenti che fanno riferimento alla 2,3,7,8,tetracloro-para-dibenzodiossina. 2,3,7,8-tetraclorodibenzo-pdiossina: il composto pi tossico del gruppo Safe introduce il concetto di Fattore di Tossico Equivalenza (TEF). La massima intensit di legame con lAh-R si ha per la 2,3,7,8-TCDD alla quale viene dato convenzionalmente un TEF = 1. PCB 126 e 169 sono tra i pi tossici PCBs in quanto pi simili alla 2,3,7,8TCDD. Moltiplicando la concentrazione dei singoli congeneri di PCB per il relativo fattore equivalente (TEF), possibile calcolare i 2,3,7,8-TCDD equivalenti (TEQ), applicando la seguente equazione:

TEQ = (PCBix TEFi)

COMITATO SCIENTIFICO PER LALIMENTAZIONE UMANA


CSAU - 30 MAGGIO 2001

DOSE SETTIMANALE AMMISSIBILE PER LE DIOSSINE ED I PCB DIOSSINA-SIMILI = 14 PG TEQ/KG PESO CORPOREO.

VALORE MEDIO DI INGESTIONE TOTALE GIORNALIERA TDI = 1-4 PG WHO-TEQ/KG PESO CORPOREO, DEFINITO DAL WHO NEL 1998.

Dei 23 congeneri presi in considerazione in questo studio, abbiamo estrapolato ai fini del TEQ i 3 PCBs diossinasimili pi tossici, e cio il PCB 126 (TEF 0,1), il PCB 169 (TEF 0,01) e il PCB 156 (TEF 0,0005). TEQs (pg) = (ng/ml x 120 ml) x TEF x 1000 I nostri valori pi elevati rispetto alla TDI 1-4 TEQ pg/Kg bw. Questi risultati sono in accordo con quanto pubblicato in altri studi sul latte materno, effettuati in diverse parti del mondo Concentrazione riscontrata dei congeneri a concentrazione pi elevata (studio effettuato in Finlandia)
CONGENERI
AREA URBANA AREA RURALE

PCB 138

1,527 ng/ml

0,875 ng/ml

PCB 153

2,474 ng/ml

1,488 ng/ml

PCB 169

1,069 ng/ml

0,576 ng/ml

ORDINE DI GRANDEZZA PARAGONABILE I CONGENERI A CONCENTRAZIONE MAGGIORE RISULTAVANO ESSERE SEMPRE 138, 153 E 169; QUESTI, A LORO VOLTA, RISULTAVANO MOLTO PI PRESENTI NELLE AREE URBANE RISPETTO A QUELLE RURALI.

Una certa variabilit degli ordini di grandezza tra i risultati ottenuti nel nostro studio e quelli ottenuti negli studi sopra menzionati da attribuire ad una serie di variabili quali: metodiche di laboratorio utilizzate concentrazione di grasso nel latte esaminato abitudini alimentari della popolazione e della donatrice quantit di latte prodotta periodo decorso dallinizio dellallattamento et della donatrice peso corporeo attuale della donatrice numero dei bambini allattati in precedenza numero dei bambini allattati contemporaneamente luogo dorigine e di residenza della donatrice stagione dellanno fumatrice o non uso di prodotti per la casa o personali (es. pesticidi, erbicidi,
cosmetici)

esposizione professionale.

CONSIDERAZIONI
RISPETTO ALLA TDI WHO-TEQ/KG PESO CORPOREO CHE RAPPRESENTA LA QUANTIT INGERITA OGNI GIORNO PER LINTERO ARCO DELLA VITA SENZA RISCHIO APPREZZABILE PER LA SALUTE DA UN SOGGETTO ADULTO, NEI NEONATI ALLATTATI AL SENO LESPOSIZIONE LIMITATA AD UN PERIODO DI VITA RELATIVAMENTE BREVE. IL BAMBINO PER ASSORBE SOSTANZA ANCHE DOPO IL PERIODO EMBRIONALE/FETALE. A QUESTO PROPOSITO, LA COMMISSIONE SCIENTIFICA EUROPEA HA REITERATO LE CONCLUSIONI DELLINCONTRO DELLOMS SUL SIGNIFICATO DELLA CONTAMINAZIONE DEL LATTE MATERNO CON DIOSSINE E PCBS, DICHIARANDO CHE LE CONOSCENZE ATTUALI NON GIUSTIFICANO DEI CAMBIAMENTI PER QUANTO RIGUARDA LA PROMOZIONE E IL SUPPORTO DELLE AZIONI CHE FAVORISCONO LALLATTAMENTO AL SENO CONSIDERANDO I BENEFICI NUTRIZIONALI E IMMUNITARI CHE ESSO IN GRADO DI DARE AI BAMBINI NEI PRIMI MESI DI VITA. DALTRA PARTE NECESSARIO SOTTOLINEARE CHE LA VALUTAZIONE DELLA TOSSICIT BASATA SOLO SUL TEF SOTTOSTIMATA, IN QUANTO PERMETTE DI EVIDENZIARE SOLO LA QUOTA DI TOSSICIT RELATIVA ALLATTIVIT DIOSSINA-SIMILE DEI PCB TRASCURANDO I POTENZIALI EFFETTI AVVERSI DEI CONGENERI NON PLANARI ORTO-SOSTITUITI OVVERO QUELLA QUOTA DI TOSSICIT DOVUTA A MECCANISMI INDIPENDENTI DALLATTIVAZIONE DELLAH-RECETTOREQUALI NEUROTOSSICIT, CARCINOGENICIT E DISTRUZIONE ENDOCRINA. DALLANALISI DEI RISULTATI EMERSO CHE ESISTE UNA CONTAMINAZIONE ABBASTANZA DIFFUSA, INFATTI, SEBBENE LA SOMMA DELLE CONCENTRAZIONI MEDIE DI TUTTI I PCB SIA PI ALTA NEI CAMPIONI DELLAREA INDUSTRIALIZZATA ANCHE I CAMPIONI DEL GRUPPO DI CONTROLLO RISULTANO AMPIAMENTE CONTAMINATI E I LORO VALORI DI TEQS SONO MOLTO ELEVATI.

di HCB e PCBs) siano elevate, ma la letteratura finora non ha evidenziato valide correlazioni tra mercurio ed Ipospadie (cio il tipo di M.C.pi diffusa ad Augusta) (2), bens tra PCBs e Ipospadia (6). Di contro una associazione causale molto forte risulta documentata nei confronti dei danni al S.N.C. (3), apparato che, invece, non risulta fortemente coinvolto nella maggiore incidenza di Malformazioni Congenite finora osservate .

Tuttavia il dato potrebbe essere falsato dal fatto che i danni provocati dal Mercurio sul S.N C. del nascituro sono quasi sempre talmente gravi da non essere compatibili con la vita (aborti spontanei) o, comunque, tali da determinare IVG (Interruzioni Volontarie di Gravidanza) a seguito di diagnosi prenatale del danno. A tal fine si reso utile completare lo studio con una nuova Indagine sull'Incidenza di IVG e Aborti Spontanei;..la parte sommersa

I dati dello studio (2000-04) indicano proprio ad Augusta il tasso pi elevato di IVG (di cui 1/3 per difetti del SNC), con valori doppi rispetto al resto della Provincia e quadrupli rispetto al riferinto Nazionale. I dati sono coerenti anche con i tassi di abortivit spontanea osservati dal 1991 al 2 000 in un campione della popolazione.

CONCLUSIONI
Il Nesso di Causalit si fonda sui 9 Postulati di Hill :Consistenza, Forza delIa Associazione, Riproducibilit, Specificit, Temporalit. Gradiente e Plausibilit biologica, Accordo,Analogia. Le ipotesi emerse rispettano 8 postulati su 9 ( difficile da accertare la Specificit), I precedenti studi, infatti, hanno messo in evidenza che: 1. Lo studio degli Indicatori ambientali ha verificato il nesso di causalit tra il supposto inquinamento industriale (Causa) e la contaminazione; dei sedimenti marini con sostanze, come HCB. PCB s e Hg (Effetto); 2. Lo studio dei Biomarcatori animali e ha verificato il nesso tra contaminazione dei sedimenti (causa) e contaminazione dei pesci (effetto) 3. Lo studio del monitoraggio Caso-controllo ha verificato il nesso tra consumo di pesce presumibilmente contaminato (Causa) e le malformazioni riconducibili ad HCB, PCBs ed Hg (Effetto); 4. Lo studio del Monitoraggio biologico su latte e capelli di gestanti ha validato il nesso tra l'ipotizzata veicolazione alimentare di Hg,HCB e PCBs (Causa) e l'accertata presenza degli stessi inquinanti nell'organismo umano delle gestanti (Effetto); 5. Lo studio complessivo ha evidenziato il nesso tra l'elevata presenza di HCB, PCBs ed Hg nell'organismo delle gestanti (Causa)e l'aumentata frequenza di malformazioni correlabili alle suddette sostanze nelle aeree pi esposte al rischio (Effetto).

I risultati delle indagini condotte consentono di giungere a due ipotesi causali: 1Ipotesi (nesso tra HCB-PCBs ed Ipospadie: La presenza di inquinanti quali HCB e PCBs nei sedimenti marini e nel pesce della Rada di Augusta riconducibile con altissima probabilit a contaminazioni di origine industriale ed ha prodotto, attraverso la veicolazione alimentare, effetti sull'organismo umano delle gestanti (soprattutto di Augusta), tradottisi in un aumentato rischio di malformazioni congenite (in particolare ipospadie) a danno dei propri neonati. 2Ipotesi (nesso tra Hg e IVG per MC del SNC e Aborti): La presenza di inquinanti quali il mercurio nei sedimenti marini e nel pesce della Rada di Augusta riconducibile con altissima probabilit a .contaminazioni di origine industriale ed ha prodotto attraverso la veicolazione alimentare, effetti sull'organismo umano delle gestanti (soprattutto di Augusta), tradottisi in un aumentato rschio di IVG (Interruzione Volontaria di Gravidanza) per malformazioni congenite del feto (in parsostanze, del Sistema Nervoso Centrale, SNC) e di aborti spontanei.

Una Azienda petrolchimica del luogo al termine di queste indagini ha deciso di riconoscere una sorta di risarcimento sotto forma di un ''ristoro" economico ammontante a circa 11 milioni di euro, poi assegnati a tutte le famiglie i cui figli avevano presentato malformazioni riconducibili in via ipotetica ed etopatogenesi da mercurio.

Una riflessione, in conclusione ci sembra d'obbligo.


; Il compito pi difficile in Sanit Pubblica quello di dire la verit delle cose con equilibrio. Non vero che tutto il male nelle industrie e tutto il bene dalla parte degli ambientalisti ad oltranza. La Verit, come sempre, sta nel mezzo. Quello che si pretende soltanto una produzione industriale che sia compatibile con le esigenze della salute e della sicurezza... Ma non dimentichiamoci che, in fondo, la vera grande ricchezza della Sicilia il turismo, la sua storia e lo straordinario patrimonio artistico e culturale che i nostri antichi padri ci hanno saputo regalare!

Concentrazione di benzene in aria: stima del rischio di leucemia per la popolazione della citt di Catania

CASO STUDIO 3

Introduzione/1
Data la provata pericolosit del benzene per la salute umana (5, 6, 7, 9, 21) la sua diffusione nell'ambiente di vita e di lavoro stata ampiamente studiata. L'esposizione individuale totale al benzene, di tipo non professionale, il risultato dell'insieme di diverse sorgenti e vie di esposizione (4, 11, 12, 24, 25, 26). Le principali vie di esposizione non professionale sono in ordine di importanza: la via aerea, la via digerente, lassorbimento cutaneo (16, 17, 20, 21).

Introduzione/2
Poich ormai provato (4, 13) che i contributi della dieta e dell'assorbimento cutaneo all'introduzione giornaliera di benzene sono insignificanti, la via di introduzione pi importante di gran lunga la via aerea. Le principali sorgenti di dispersione del benzene sono, pertanto, le attivit correlate con l'automobilismo (attivit di rifornimento, dispersioni dai veicoli, manutenzione veicoli), l'aria atmosferica (scarichi di motori a benzina, emissioni da stazioni di servizio, emissioni industriali, sorgenti naturali), l'aria indoor (aria proveniente dall'esterno, cottura e riscaldamento, fumo passivo, veicoli con motore a benzina e impianti in garages chiusi emissioni da materiali costruttivi), il fumo di sigaretta attivo e passivo(13, 16, 22)

Introduzione/3
In particolare, per i non fumatori (13) l'esposizione all'aria inquinata rappresenta il 98-99 della totale introduzione di benzene. L'Organizzazione Mondiale della Sanit nel 1987 (14) ha indicato concentrazioni di benzene in aria, in ambiente urbano, tra 3 e 160 mg/m3, con valori pi elevati in prossimit di stazioni di rifornimento di benzina, depositi di carburanti e industrie petrolchimiche. Attualmente, a seguito della crescente diffusione delle benzine verdi, pi del 90 delle emissioni di benzene nell'aria esterna dei centri abitati sono da attribuirsi alle emissioni di auto a benzina. Come noto, infatti, l'eliminazione del piombo tetraetile da questo carburante ha provocato un significativo incremento del contenuto di composti aromatici, compreso il benzene, al fine del raggiungimento dell'appropriato livello di ottani.

Introduzione/4
La concentrazione di tale elemento nelle benzine, che negli anni ' 80 aveva raggiunto i valori pi elevati, diminuita negli anni '90 quando gli aromatici sono stati sostituiti da sostanze organiche sostitutive (Metil Terbutil Etere) per il miglioramento degli ottani. Inoltre, recenti provvedimenti legislativi (revisione biennale degli autoveicoli, verifica periodica delle emissioni, misure di limitazione della circolazione, incentivi per il rinnovo del parco auto, attivazione del bollino blu) hanno consentito, in alcuni casi, di ridurre in maniera significativa le emissioni di benzene rispetto ai valori misurati in anni meno recenti.

Introduzione/5
Per quanto riguarda i parametri di rischio cancerogeno, e specificatamente di leucemia, sono disponibili diverse stime del Rischio Unitario (rischio per unit di concentrazione di benzene), nell'ipotesi di un'esposizione per un tempo di vita. In Italia nonostante siano stati effettuati numerosi studi non ancora stato stimato un valore preciso. Una relazione della Commissione Consultiva Tossicologica Nazionale (CCTN) cita come riferimento il valore proposto dal WHO nel 1987 (14) che stato determinato partendo dalla seguente formula: UR = Po * (RR - 1)/X
in cui: UR = rischio per esposizione unitaria (per mg/m3), P = rischio di background per un tempo di vita, RR = Rischio Relativo derivato da studi epidemiologici per la specifica esposizione X, espressa come media sul tempo di vita (in mg/m3). In detta formula interviene quindi un parametro specifico della popolazione in esame (P , rischio di background). Il parametro P , derivato dal tasso nazionale di mortalit per i maschi in USA pari a 0,007, il rischio relativo pari a 5,6 e l'esposizione a benzene media su tempo di vita pari a 8000 mg/m3

Introduzione/6
Il Rischio Unitario calcolato con questi dati e proposto dall'US-EPA dal WHO (10, 14) pari a 4 x IO-6 per 1 mg/m3 di benzene. Nella relazione della CCTN ( 1 ), da alcune considerazioni effettuate sui registri tumori di 9 province italiane, l'incidenza cumulativa di leucemia tra O e 74 anni di et stimata in Italia di 0,0049 per le donne e 0,0087 per gli uomini. Sulla base di un rischio di background di 0,0087 si ottiene quindi un Rischio Unitario di 5 x IO-6 nei maschi. Considerando per l'insieme della popolazione maschile e femminile il rischio di background medio pari a 0,007 e, pertanto, il Rischio Unitario coincide con quello proposto dal WHO. Ci sembra indicare che i parametri proposti dal WHO siano applicabili al caso italiano.

Introduzione/7
Su questa base presso il Dipartimento di Igiene e Sanit Pubblica di Catania stato effettuato uno studio allo scopo di operare una stima del rischio di leucemia per la popolazione della citt di Catania sulla base delle concentrazioni di benzene rilevate negli anni 1993-2000.

Materiali e Metodi/1
Sono stati analizzati i dati relativi al monitoraggio del benzene nell'aria esterna di Catania nel periodo gennaio 1998 -giugno 2000. La misura stata effettuata mediante la tecnica della gas cromatografia in continuo. Gli apparecchi erano posti in tre centraline fisse ubicate in siti caratterizzati da significative differenze di intensit di traffico veicolare e pertanto rappresentativi di diversi livelli di esposizione agli inquinanti aero dispersi. La centralina di Librino infatti sita in una zona residenziale alla periferia di Catania dove il traffico veicolare ridotto e poco significative sono le variazioni giornaliere. La centralina Stesicoro invece situata in pieno centro urbano con traffico pi o meno intenso nell'intero arco della giornata, compresa la notte, mentre la centralina Giuffrida si trova in via V. Giuffrida dove il numero di veicoli circolanti particolarmente intenso solo in alcune ore della giornata.

Materiali e Metodi/2
Il monitoraggio dei valori del benzene si riferisce all'intera giornata per tutti i giorni del mese con possibilit di caratterizzare i "trend" giornalieri, settimanali, mensili, stagionali e annuali. Nel presente studio stato analizzato in dettaglio il "trend" annuale e stagionale con lo scopo di effettuare una stima del rischio di leucemia e cancro per la popolazione locale. Nella citt di Catania il monitoraggio del benzene attivo fin dal 1998, mentre per i valori tabulati dal 1993 si fatto ricorso ad una tecnica simulativa consistente nella commutazione dei valori misurati di monossido di carbonio in valori di benzene, stante che stato individuato un rapporto pressoch costante fra le due specie chimiche di valore mediamente pari a 4,26 (3).

Risultati/1
Nella figura 1 indicato il "trend" temporale delle medie annuali nelle tre centraline di monitoraggio da gennaio 1993 al primo semestre del 2000. L'andamento a lungo termine caratterizzato da un andamento decrescente con gli anni, come descritto dal coefficiente correlazione (-0,765 e -0,792, rispettivamente a Librino e Giuffrida, P < 0,05). Il decremento risultato pi significativo nella stazione di V. Giuffrida (0,5 mg/m3 per anno con una diminuzione netta del 22% rispetto ai valori del 1998), ed presumibilmente spiegabile con la maggiore efficacia dei recenti interventi di risanamento ambientale.

di

Risultati/2
Soltanto nella centralina Stesicoro il coefficiente r risultato statisticamente non significativo, ma probabilmente tale risultato stato influenzato dalla media annuale eccessivamente elevata, a causa della non disponibilit dei dati relativi all'autunno '98 e all'estate '99, periodi questi tradizionalmente caratterizzati da concentrazioni pi modeste di benzene. La figura 2 mostra il "trend" temporale delle medie mensili delle tre stazioni. In tutti i casi si notano variazioni cicliche, con valori pi elevati a gennaio e pi bassi a luglio-agosto, ma mentre a Librino queste oscillazioni risultano lievi (circa 1 mg/m3), le altre 2 stazioni mostrano variazioni mensili di circa 4-7 mg/m3. Le oscillazioni, inoltre, sono pi ampie nel 1998 e meno nel 1999 e 2000, anche come effetto dell'andamento a lungo termine in diminuzione.

Risultati/3
Facendo riferimento alle misure effettuate per un periodo quasi triennale, si pu tentare una stima del rischio di leucemia per la popolazione locale applicando i valori del Rischio Unitario proposti dall'OMS. Per la scelta dei valori da considerare come riferimento necessario tenere presente le variazioni stagionali del benzene, ben evidenti nella citt di Catania, come descritto prima. Considerando le medie annuali, infatti, i picchi invernali sono attutiti dai minimi estivi. Pertanto, accanto alla media annuale si pu considerare come ulteriore riferimento la media mensile pi elevata registrata nel periodo invernale nel corso dei quasi tre anni di monitoraggio (tab. 1)

Risultati/4
Per la stima dell'esposizione media, pesata con il tempo, ci si riferisce sempre alla relazione della CCTN (1) considerando le seguenti categorie di persone: a) individui che vivono prevalentemente all'interno di edifici (uffici, altri luoghi di lavoro, abitazioni, ecc), con una percentuale di tempo di permanenza all'esterno di circa 3 ore giornaliere (12,5%); b) individui che permangono all'esterno per circa 6 ore (25%); c) individui che operano prevalentemente all'esterno per una percentuale di tempo giornaliero di circa 12 ore (50%). Facendo riferimento all'indicazione dell'OMS (14) di un rapporto di 1,5 tra concentrazione "outdoor" di benzene e corrispondente concentrazione "indoor", i fattori correttivi da applicare sono 0,71 nel caso a), 0,75 nel caso b), 0,83 nel caso c).

Risultati/5
Per le tre categorie di popolazione e per i citati livelli di concentrazione di benzene registrati a Catania (tabella 1), possibile quindi stimare l'esposizione media pesata giornaliera moltiplicando i valori della tabella 1 per i citati fattori correttivi relativi alle categorie a), b) e e) (tabella 2).

Risultati/6
Sulla base dei valori di esposizione pesata sopra riportati, adottando il parametro di Rischio Unitario di 4 x IO-6 proposto dal WHO si pu ottenere una stima di massima del rischio di leucemia per la popolazione locale (tabella 3).

Discussioni e conclusioni/1
Dalla stima del rischio di leucemia effettuata deriva l'ipotesi di un rischio massimo valutabile nell'ordine di 5 casi per centomila, in rapporto con le condizioni peggiori di esposizione (medie mensili pi elevate nei mesi invernali e individui che permangono in ambiente "outdoor" per circa il 50 del tempo giornaliero). Considerando tuttavia che nei mesi invernali la permanenza all'esterno degli edifici e, in particolare in prossimit del traffico automobilistico, limitata ad una frazione molto limitata della giornata, detta stima accettabile, almeno come stima media.

Discussioni e conclusioni/2
Considerando i valori di medie annuali, il rischio determinato varia da circa 7 casi per milione fino ad un massimo di 4 casi per centomila, con valori pi elevati nella centralina Stesicoro. I valori di rischio stimato non si sono per modificati in modo significativo nel corso del periodo di osservazione, nonostante l'osservato miglioramento delle concentrazioni di benzene. Ci implica che, per ottenere una riduzione accettabile del rischio, sono necessari ulteriori interventi di risanamento ambientale.

Epidemiological research into the consequences of vanadium assimilated through diet and of its effects on human health following research carried out on people from the Etna massif

CASO STUDIO 4

INTRODUCTION
Vanadium is a metal whose atomic number is 23; it belongs to the transitional metal group (5th A Group). Its presence is abundant in rocks and soil . In water the presence of Vanadium derives almost exclusively from the solubilization of the metal present in soil and in rocks, thus depending on the geographical area and the geological characteristics of the territory . Its concentrations can, therefore, vary considerably, ranging from undetectable values because they are below the limits of instrumental sensitivity, to 220 g/l, as has resulted in different parts of the world; usually the concentrations detected are between 1 and 6 g/l.

Ione vanadile (VO)2+ Vanadio tetravalente poco tossico ione vanadato (VO43),( VO2+) Vanadio Pentavalente forma pericolosa per luomo.

The DPR 236/88 relative to the quality of water destined for human consumption includes vanadium among toxic parameters, without indicating any maximum admissible concentration; it just points out that it has to be borne in mind. E.P.A. (Environmental Protection Agency), on the other hand, considers the 20 g/l limit acceptable for an adult weighing 70 kg exposed to vanadium for the rest of his life. The scientific knowledge in the relative literature does not enable us to evaluate the level of toxicity in man resulting from the ingestion of vanadium, partly because of the few studies carried out. For the moment only acute poisonings by inhalation have been recorded; we only know that vanadium can inhibit some enzymatic systems such as monoaminoxidase, ATPase, thyroxinase, cholinesterase, colesterolsynthetase and the sodiumpotassium pump.

Most people are exposed daily to very low levels of vanadium in food, drinking water, and air. Most of your intake is from food, and you eat about 10-20 micrograms daily. The vanadium in these sources is at least partially due to naturally occurring vanadium in rocks and soil. Vanadium is naturally found in soil and rocks at about 150 parts of vanadium per million parts of soil (150 ppm) in the earth's crust. Vanadium combined with oxygen (vanadium oxide) gets into the air when people burn fuel oil or coal. You can be exposed to vanadium if you breathe in this air. Vanadium pentoxide is in dusts in some factories that use it for making steel. Ash from burning fuel oil or the leftover products from processing vanadium-containing ore can be put into landfills following proper treatment procedures. If these products are crushed, it is possible that you might breathe in some dusts containing vanadium. Also, the action of rain and wind may cause some vanadium to move out of a landfill and onto nearby soil, food crops, and water supplies. Some foods contain either naturally occurring vanadium or vanadium from man-made sources; you can be exposed to vanadium when you eat these foods. Vanadium has been found in groundwater and at hazardous waste sites throughout the United States. The exposure routes most likely at hazardous waste sites are not well known.

A confirmation of this comes from studies on human metabolism carried out on people living in the North East of Thailand. In this area high vanadium levels have been detected in rocks and in underground waters, as well as high vanadium levels in the urine, kidneys and lungs of the in-habitants. Besides, in the same population there have been rather highly recurrent pathologies correlated with the metabolic disorders caused by vanadium . However, there has been a higher number of studies which record the toxicity of vanadium in experimental animals.

The quantity of vanadium introduced into the human organism through the intake of food is around 10/30 g/day '.The absorption at the intestinal level of the oligoelement introduced per os with food (especially wholemeal cereals, but also beef, chicken, milk, spinach, mushrooms, parsley) is very low (lower than 1% ) and seems to be influenced by its oxidation level. High concentrations are detectable in the kidneys, lungs, liver, spleen and testicles; they are lower in the muscles, bones and adipose tissue .

Since at least as from 1978 high concentrations of vanadium have been detected in the waters of some areas in the Etna massif, e.g. Adrano (C. >100g/1) compared to other areas, e.g. Acireale (C.< 5 g/1),we have made an attempt to study: a) the consequences of vanadium assimilated through the intake of food by monitoring the concentrations of vanadium itself in water, food and biological liquids, as well as by studying the alterations of indirect indicators of the presence of vanadium in the human organism; b) the effects of vanadium on human health in order to evaluate the existence of a vanadium toxicity in humans resulting from the ingestion of water and food

MATERIALS AND METHODS


The aim of the first phase of the research work was to study the consequences of vanadium assimilated through the intake of food. Two groups were compared, one potentially exposed to the vanadium risk factor through water and food; the other one not exposed at all. The first group was made up of 200 people who had been living for at least ten years in the town of Adrano, in particular in some areas where high levels of vanadium had been detected in the water system (C > 100 g/l); the second group consisted of 100 people who had been living for at least ten years in Acireale, a town in the layers of which low vanadium levels had been detected (C < 5 g/l). The recruited people (both from Adrano and from Acireale) were subjected to a semistructured type of interview consisting of preset questions; samples were taken in order to evaluate the vanadium, potassium, ATP-ase and cholinesterase leveis in their blood, as well as the levels of vanadium, citrate, potassium /pH and calcium in the urine (parameters correlated, in the relative literature, with the different concentrations of vanadium).

Besides, the recruited people were asked to put together in a suitable container the meals consumed during the day for a whole week; they were interviewed about their daily diet regarding 18 principal groupings of food. From these samples the levels of vanadium present in the food consumed by the inhabitants of Adrano and of Acireale were measured. The aim of the second phase of the research work was to study the effects of vanadium on human health. Given the limited resources and the restricted time at our disposal, preference was given to a longitudinal retrospective case-control kind of study concerning the diseases regarding which the relative literature has advanced hypotheses of a correlation with a high exposure to vanadium: diabetes mellitus, heart arrhythmia, renal lithiasis. Moreover, a study was carried out on arterial hypertension, a pathology of which Adrano presents a mortality cluster.

In order to avoid methodological distortions, cases and controls were taken from the population of Adrano itself in that the population of Acireale presents very different socioeconomic demographic characteristics. Using a probabilistic method, 50 diabetic patients and 50 hypertensive ones were recruited following a consultation of the ticket exemption archives arranged according to the pathology (D.M. 1.2.91) at the Basic Medicine Service in Adrano. Besides, 50 patients affected by renal lithiasis were recruited following a consultation of the authorization archives for hydroponic cures (ex art. 36 L. 833/78) and 50 patients affected by heart arrhythmia were recruited with the help of the specialized cardiologist of the General Surgery Department of the Basic Medicine Service. The matching being 1:2, the controls were distributed homogeneously according to sex and age; they were recruited according to their town of residence, having been chosen among the people who daily went to the blood test centres of the General Surgery Department of the Basic Medicine Service in Adrano or to the private ones operating within the national health service in the same town, simply picking out those who turned out to be healthy or, in any case, affected by pathologies different from the ones our study was interested in .

Both groups were subjected to a sampling session in order to gauge the values of vanadium, potassium, atpase and cholinesterase in the blood and vanadium, citrate, potassium, PH and calcium in the urine (these being, as is well known, correlated with the different concentrations of vanadium in the relative literature). Once the case group and the control group had been defined, we proceeded to establish the methodology where by the risk factor to be investigated was to be detected (the presence of vanadium). We preferred not to resort simply to the data based on memory in the form of an interview with the patients themselves regarding their past consumption of bottled or tap water (therefore rich in vanadium); this would have been a subjective yardstick which would not have been able to lead to exhaustive and quantifiable information. We therefore decided to choose a more objective and measurable criterion, based on the shifts from 0.75 g in the vanadium level in the blood of the subjects, 0.75 g being the maximum threshold of the normality range: under such a value the subjects examined were classified as "not exposed", whereas in case the value was exceeded, the subjects were considered "exposed.

All the data collected by means of semi-structured interviews and the blood, urine and food samples were inserted into an appropriately elaborated software program which, combining the functions of a database and of a calculating sheet, enabled us to elaborate the following statistical functions: the sample average of the values of vanadium and of the other parameters observed in the biological liquids of the people under observation; standard deviation; standard error and the reliable limits of the values observed. Through the Student "t" analysis we examined the statistical value of the differences observed and finally calculated the approximate relative risk ("Odds Ratio") between "exposed" and "not exposed", limiting ourselves to the pathologies in which statistically significant differences in the vanadium levels in the blood had been noticed.

RESULTS AND DISCUSSI0N The first datum of a certain importance concems the presence of vanadium in the daily diet of the two populations observed. The food consumed by the people who live in the areas supplied with water rich in vanadium (Adrano) is richer in vanadium (235.62 g/kg) compared to that consumed by the inhabitants of Acireale who live in areas supplied by water which is poor in vanadium (160.16 g/kg in food). The differences observed are accompanied by slight standard errors and by quite restricted reliable limits, thus turning out to be statistically significant with "p < 0.01

Nota bene in tutte le tabelle il Vanadio in g/l e non in mg/l

This datum seems to confrm the greater exposure of the subjects living in areas supplied with water rich in vanadium, regardless of their resorting to bottled water or to tap water, as a result of the presence of the element in the soil, in the irrigation water, in the water used for cooking food, in the food itself, etc. Besides, the comparison between the population which was more exposed to the introduction of the risk factor through the intake of food and the less exposed population, has highlighted statistically significant differences regarding the vanadium values in the blood, with an average of 0.65 g/l in the Adrano population and a 0.47 g/l average in the Acireale population, the standard error being 0.03 in the first case and 0.05 in the second, p being < 0.01 (Tab. 1). Less consistent but just as significant differences were observed in the different concentrations of vanadium in the urine, p being < 0.05 (Tab. 1). Finally, statistically insignificant differences were observed regarding the parameters correlated by the relative literature with the different vanadium concentrations (potassium, atpase and cholinesterase in the blood and potassium, citrate and calcium in the urine, with the exception of the PH in the urine of the more exposed subjects which turned out to be slightly more acidic (p < 0.05) (Tab. 1).

Observations seem to point out that exposure to the values found in the Adrano water (about 100 g/l) is enough to affect the presence of the element in the daily diet and to determine greater vanadium values in the main biological liquids of people but does not seem to be sufficient to determine significant alterations of the other hematochemical and urinary parameters observed. Regarding the study of the effects on health, the comparison between the cases and the controls has given different results in the pathologies studied. As far as arterial hypertension was concerned, there were no statistically significant differences in the vanadium leveis observed in the biological liquids of the cases and controls, the few differences noticed in the other parameters (cholinesterase in the blood and citrate in the urine) cannot, therefore, be related to the presence of the factor investigated (Tab. 2, Fig. 1).

On the other hand, the data related to the study of heart arrhythmia, renal lithiasis and diabetes mellitus turned out to be more relevant. In the comparison between cases and controls of ali three pathologies, differences of a certain interest regarding the vanadium levels in the blood and the urine of the subjects studied were observed. Such differences were accompanied by slight standard errors and very restricted reliable limits. Also statistically significant were the differences observed in the other parameters, particularly potassium and cholinesterase in the blood and potassium, citrate and calcium in the urine, though such results alone are not enough to prove a certain correlation between the different vanadium concentrations and the other parameters (which could be influenced also by factors other than vanadium). The greatest interest of the study, therefore, lies precisely in the different vanadium concentrations which turned out to be "surprisingly" higher among the controls compared to the cases with p < 0.01, odds ratio being 0.22 for diabetes, 0.17 for lithiasis and 0.36 for arrhythmias, as if pointing to a probable protective role of vanadium at the observed concentrations in the above-mentioned pathologies (Tab. 3-5, Fig. 2-4).

These data, though contrasting with the conclusions of the already mentioned study carried out in the North East of Thailand, seem to confirm the results observed in the other studies carried out on laboratory animals

CONCLUSIONS
In conclusion, therefore, the results of this research work on the one hand seem to confirm that exposure to the values observed in the Adrano water is enough to influence the presence of the element and to determine greater values of vanadium in the main urinary liquids observed; on the other hand, considering that there is a homoestatic mechanism as regards vanadium and that absorption is minimal compared to the quantity ingested, one can sensibly exclude the possibility of negative effects on human health, at least at the concentrations in the water studied. Yet, the rather interesting hypothesis of a protective role of vanadium regarding diabetes mellitus, renal lithiasis and heart arrhythmias seems to come to the fore. As a matter of fact, healthy controls have more vanadium in the blood and in the urine and in many cases the same thing occurs for the correlated biological parameters. This hypothesis is a result to be evaluated very carefully and to be confirmed by means of a further and more thorough longitudinal study, working on representative groups .

Chlorination by-products (CBPs) in drinking water and adverse pregnancy outcomes in Italy

CASO STUDIO 5

SINTESI
Chlorination by-products (CBPs) in drinking water have been associated with an increased risk of adverse pregnancy outcomes, including small for gestational age at term (term-SGA) and preterm delivery. Epidemiological evidence is weakened by a generally inaccurate exposure assessment, often at an ecological level. A case control study with incident cases was performed in nine italian towns between October 1999 and September 2000. A total of 1,194 subjects were enrolled: 343 preterm births (26th-37th not completed week of pregnancy), 239 term-SGA (from 37th completed week, and weight less that the lowest 10th percentile) and 612 controls. Exposure was assessed both by applying a questionnaire on mothers' personal habits during pregnancy and by water sampling directly at mothers' homes.

Levels of trihalomethanes 0'HMs) were low (median: 1.10 ug I-1), while chlorite and chlorate concentrations were relatively high (median: 216.5 pg I 1 for chlorites and 76.5 ug I 1 for chlorates) Preterm birth showed no association with CBPs, while term-SGA, when chlorite levels >200 ug I 1 combined with low and high levels of inhalation exposure are considered, suggested a dose-response relationship (adjustedOdds Ratios (ORs): 1.52,95%CI: 0.91-2.54 and 1.70,95%Cl: 0.97-3.0, respectively). A weak association with high exposure levels of either THMs >30 ug I 1 ), or chlorite or chlorate (> 200 ug I 1 ) was also found (adjustedOR: 1.38,95%CI: 0.92-2.07). Chlorine dioxide treatment is widespread in Italy; therefore, chlorite levels should be regularly and carefully monitored and their potential effects on pregnancy further evaluated and better understood .

INTRODUCTION
Drinking water disinfection with chlorine and related compounds is commonly applied worldwide because of its low costs and ease of use. However, water Chlorination can form different disinfection by-products (Chlorination by-products or CBPs) potentially dangerous for human health (Rook 1974, 1977; Aggazzotti and Predieri 1986; IARC 1991; WHO 1996). Trihalomethanes (THMs), such as chloroform, dichlorobromomethane, dibromochloro-methane and bromoform, are the most studied by-products and are considered as an index of the total amount of halogenated CBPs when chlorine or sodium hypochlorite are involved in the treatment. Some 780 ther by-products have been identified, including halogenated acetonitriles, acetic acids, aldehydes, chiorophenois and chioroacetones (Steven et al. 1987; IARC1991; WHO 1996). As opposed to sodium hypochlorite use,disinfection with chiorine dioxide forms low amounts of THMs but produces other CBPs, mainly chlorite and chlorate, which are able to induce oxidative stress and alteration in haematological parameters in animals (WHO 1996; IPCS 2000; USEPA 2000; Chang et al. 2001; OEHHA 2002).

Studies on laboratory animals have reported both reproductive and foetal development toxicity associated with CBPs exposure. An association between chlorinated drinking water exposure and adverse pregnancy outcomes, such as miscarriage, intrauterine growth retardation, still birth, preterm delivery, birth defects, small for gestational age and low birth weight has been suggested by a number of population-based epidemiological studies, although with conflicting results. Most studies have taken into account exposure to drinking water treated with chlorine or hypochlorite, while treatment with chlorine dioxide has been addressed in few studies. In these investigations an association has been suggested with: the occurrence of prematurity as assessed by the physician ;with somatic parameters at birth (small body length and cranial circumference) and neonatal jaundice ; and with congenital cardiac defects . In contrast, a study carried out in Sweden did not find any effect on several pregnancy outcomes in subjects living in areas supplied by chlorine dioxide-treated drinking waters.

On the whole, in all these studies the epidemiological evidence is weakened by methodological limitations. In particular, CBPs exposure assessment is often ecological and residual confounding due to unmeasured personal characteristics, such as alcohol intake, smoking habits and exposure to environmental tobacco smoke, may be present. Moreover, in many studies personal habits influencing not only oral, but also inhalation and dermal exposure to CBPs were not adequately addressed. As a matter of fact, CBPs can be ingested, can enter the body through the skin when taking a bath or swimming in a pool and/or be inhaled; some CBPs such as THMs, are volatile, and some others, even though not volatile, could spread as an aerosol when taking a shower. Chlorine dioxide treatment is widespread in Italy, and reproductive and developmental effects of chlorite and chlorate have not been fully investigated up to now. In order to evaluate the association between exposure to both THMs and chlorite or chlorate during the last trimester of pregnancy and pregnancy outcomes such as preterm delivery and small for gestational age at term (termSGA), we carried out a multicentre case-control study with incident cases. Personal exposure to CBPs was assessed by drinking water sampling at subjects homes and by collecting information both on personal factors influencing CBPs exposure and on a number of potential confounding factors or effect modifiers.

METHODS This study was carried out between October 1999 and September 2000 in public obstetric clinics of nine Italian cities (Genoa, Udine, Modena, Parma, Siena, Rome, L'Aquila, Naples and Catania). Almost all deliveries in Italy occur in hospital. While in Genoa, Rome, Naples and Catania the clinics involved in the study covered from 40 to 60% of total births in the surrounding municipal areas in the period, in Udine, Modena, Parma, Siena and L'Aquila the coverage was nearly 100%.

Case definition and recruitment


We studied preterm delivery and small for gestational age at term (termSGA) children born from mothers who were of Caucasian race, Italian citizens and resident in the nine cities and surrounding areas. Only live births were included. Eligible preterm cases were singleton children born between the 26th and 37th not completed week of pregnancy. Term-SGA cases were born from the 37th completed week and weighed under the lowest 10th percentile of weight according to standard values defined by the Italian Society of Paediatrics. New borns with congenital malformations and chromosomal abnormalities evident at birth were excluded. Controls were enrolled among singleton babies born in the same hospitals within a few days (the same day or the day after) after the cases delivery with a gestational age >37th completed week and a weight >10th percentile. The same exclusion criteria were applied to controls.

Subjects were recruited during their hospital stay just after delivery. Interviewers contacted the mothers and those willing to take part in the study signed a written informed consent and agreed to fill in a questionnaire and to provide a water sample from their home. Overall, 1,713 subjects (96% of those eligible) filled in the questionnaire. Due to financial constraints two of each three subjects were asked to provide a water sample regardless of the characteristics of water sources and disinfection treatment: 1,194 mothers (69.7%) provided a water sample from their home. This paper deals with this subset of subjects.

Data collection
Before hospital discharge, mothers received and filled in a structured questionnaire which had been validated in a previous study .The questionnaire referred to the last trimester of pregnancy and included tour parts. The first part was designed to collect information on socio-demographic characteristics of the respondent woman. The second part gathered information on house location, type of water supply (public water System or private well) and drinking water treatments. The third part assessed the woman's lifestyle during the last trimester of pregnancy. Alcohol consumption, cigarette smoking habits and environmental tobacco smoke exposure (one or more smokers at home) were investigated to control for potential confounding. In this section additional questions referred to personal habits related to exposure to CBPs in drinking water, such as kind of water (bottled or tap water, or both) and water-based beverages (tea, camomile tea, herb tea, etc.) usually drunk.

In addition, consumption of wine and spirits was recorded. In the same section of the questionnaire time spent cooking foods every day and frequency and duration of showers and baths were investigated, as these habits are involved in exposure to CBPs by inhalation. Also type and frequency of sports activities such as swimming pool attendance was investigated, as it is well known that CBPs are present, sometimes at appreciable levels, in swimming pool water and air. In the fourth part of the questionnaire, history of present and past pregnancies and the woman's health status were ascertained and validated against medical records which were considered as the gold standard.

Water sampling and analyses


Water samples were collected at women's homes within a few days of delivery by trained members of the study group. Total and individual THMs (chloroform, dichloro- bromomethane, dibromochloromethane, bromoform) were measured in each sample (n= 1,194), while chlorite and chlorate were investigated in water samples treated with chlorine dioxide or both chlorine and chlorine dioxide (893 samples, corresponding to 74.8% of the total). Methods of sampling were standardized and an interlaboratory quality control was carried out among the five laboratories involved in the study. Water sampling for THMs analyses is reported elsewhere . Water sampling for chlorite and chlorate analyses was performed by filling 250 mi opaque dark bottles, then by gurgling an inert gas (helium, argon, nitrogen) for 3-5 minutes and adding ethylenediamine in order to reach the concentration of 50 ml I 1. Samples were kept refrigerated until they were analysed (at a maximum of 7 days after). The head-space gas chromatographic technique was employed for THMs, and values of total THMs were reported as the sum of the single species concentrations. Since the analysis of dichlorobromomethane is the most sensitive, a level of dichlorobromomethane of 0.01 g I 1 was considered as the lowest detectable concentration for THMs. Chlorite and chlorate analysis was performed by ion chromatography: the limit of detection was 20 g I 1

Statistical analyses
Statistical analyses were performed with SPSS 10.0 for Windows (SPSS 2000). Cases and controls were compared by sociodemographic characteristics, personal habits and women's health status, computing odds ratios (ORs) and their 95% confidence intervals (95% CI) using a univariate logistic regression. The CBPs concentrations were compared using the Mann Whitney U test.

The association between exposure to CPBs and preterm delivery or term-SGA was evaluated by multivariate logistic models. Exposure to CBPs was defined taking into account concentrations in drinking water, tap water consumption (yes/no) and inhalation exposure (classified as 'high' when showering/bathing frequency is at least daily, and 'low' when it is less frequent).

The cut-off values for CBPs exposure levels were based on detection limits, on the value of 10 g I-1 for THMs and on limits set up by the Italian law on drinking water (30 g I-1 for THMs and 200 g I-1 for chlorite) (DPR n.236 1988; WHO 1996; DL n.32 2001). The value of 200 g I-1 was chosen for chlorate also according to the results of some toxicological studies (OEHHA 2002). As few subjects consumed tap water, and most of them were included in the category characterized by low concentrations of CBPs, it was not possible to create a composite exposure variable considering CBPs levels, tap water consumption and inhalation exposure at the same time. Therefore two composite exposure variables were created: one was based on CBPs levels and tap water consumption, and the other was based on CBPs levels and inhalation exposure.

The multivariate analyses were carried out adjusting for those variables significantly associated in univariate analyses: mother's education and smoking, tap water- based beverages intake, sex of the child and type of drinking water usually consumed (when not included in the composite exposure variable) for term-SGA analysis; and smoking, home cooking and type of drinking water usually consumed for preterm study. When adjusting for exposure to tabacco smoke, only active smoking (yes/no) was considered, as active and passive smoking exposures were highly correlated.

RESULTS
A total of 582 cases (343 preterm deliveries and 239 termSGA cases) and 612 controls completed the questionnaire and provided water samples. On the whole, few women used to drink tap water only (13.5%); however, many subjects (69.7%) used to drink water-based beverages such as tea, herbal tea, camomile tea, surrogate coffee, and drinks prepared with powders. Of the mothers, 25.2%were resident in areas supplied by drinking water treated with chlorine, 56.1 %in areas supplied by drinking water treated with chlorine dioxide and 18.7% in areas where both treatments were used. No differences between cases and controls according to water treatment were observed.

Table 1 shows the distribution of some of the variables derived from the questionnaire. Term-SGA cases were significantly associated with temale sex, low level of education (primary versus high school degree), number of cigarettes smoked during pregnancy and exposure to environmental tobacco smoke at home (when more than two smokers were present). With regard to water use, a moderate protective effect related to water-based beverages intake appeared, but no associations with tap water and total liquid intake (glasses/weeks) were observed. A weak protective effect was observed in women (only eight subjects) who used to drink both tap and bottled mineral water. When considering personal habits related to inhalation exposure to CBPs, neither home cooking, nor bathing and/or showering or attending an indoor swimming pool were significantly associated with term-SGA. Preterm delivery was not significantly associated with any variable except for a protective effect related to home cooking: this is probably due to the fact that women with preterm delivery are less likely to be involved in housework.

Levels ofTHMs, chlorite and chlorate are reported inTable 2. On the whole, levels of THMs were below the detection limit in 22.5% of the samples, and their concentrations appeared very low. Among THMs chloroform was the most represented substance; however, due to the low levels of each compound, only the total amount of THMs was considered. About 7% of the samples showed concentrations higher than 10 g I-1 , and only 0.5% had levels of THMs higher than 30 g I-1 , the limit set up in Italian law (DPR n.236 1988). Chlorite and chlorate, the main disinfection by-products derived from treatment with chlorine dioxide, were detected in 45% and 34% of the analysed samples, respectively. Sometimes concentrations were very high: 24% of the samples for chlorite and 6.2% for chlorate had concentrations higher than 200 g I-1, the limit set in Italian law for chlorite (DL n.32 2001). Moreover, 3.6% for chlorite and 0.7 %for chlorate showed levels higher than 1,000 g I-1 . No differences appeared between cases and controls either in the percentages of positive samples for THMs (76 vs. 79%), chlorite (47 vs. 43%) and chlorate (35 vs. 34%), or in the mean values among positive samples (3.0 g I-1 vs. 3.4 g I-1 for THMs, 294.3 g I-1 vs. 312.6 g I-1 for chlorite,150.5 g I-1 vs. 153.5 g I-1 for chlorate).

In order to assess an association, if any, between exposure to CBPs and the investigated outcomes taking into account multiple ways of exposure and potential confounders, a multivariate logistic analysis was performed. With regard to CBPs values, three exposure categories were built based on the detection limit and the value of 10 g I-1 for THMs. Also for chlorite and chlorate three categories were built: the detection limit, the limit set up in Italian law (chlorite) and a value calculated from toxicological studies (chlorate) were chosen as cut-off values (WHO 1996; DL n.32 2001; OEHHA 2002). With regard to term-SGA analysis, sex, education, water-based beverages intake, type of water usually drunk, active smoking (yes/no) were adjusted for, while for preterm delivery type of water usually drunk, active smoking (yes/no) and home cooking only were included in the model.

THMs exposure was not significantly associated with either term-SGA or preterm birth. For subjects exposed to THMs concentrations higher than 10 g I-1 , tap water consumers and at high inhalation exposure level (frequency of bathing/showering at least daily) adjusted ORs were 0.63 (95%CI: 0.31-1.28) for term-SGA and 0.73 (95%CI: 0.56-1.35) for preterm birth with respect to mothers at lower exposure levels. These results are probably due to the very low THM concentrations measured in most of the samples.

The relationship between chlorite and chlorate exposure and term-SGA is reported in Table 3.

The risk of term-SGA delivery appeared to increase, even though the association is not statistically significant, with increasing values of chlorite regardless of tap water consumption. However, when the mother's actual tap water consumption was taken into consideration, the association disappeared. In contrast, when the inhalation exposure status was considered, the risk increased according to the levels of chlorite.

With reference to women exposed to chlorite under the limit of detection or to chlorite ranging between 20 and 199 g I-1 and at low inhalation exposure, the risk of term-SGA expressed as adjusted OR (95%CI), was 1.10 (0.58-2.11) when chlorite ranged between 20 and 199 g I-1 and bathing/showering was at least daily, 1.52 (0.91-2.54) when chlorite was >200 g I-1 and at low inhalation exposure, and 1.70 (0.97-3.0) when both chlorite level and inhalation exposure were high. The analyses carried out on chlorate exposure do not show significant results: note the small numbers of subjects exposed to high concentrations both by ingestion and inhalation.

An overall exposure to high levels of CBPs in drinking water (THMs >30 g I-1, chlorites >200 g I-1 or chlorates >200 yg\~1) involved a subset of 59 term-SGA cases (24.9%) and 113 controls (18.6%); when this exposure was used as a dichotomous, independent vanable, and after adjusting for the same factors as before, a weak association was found (adjusted OR = 1.38, 95CI: 0.92-2.07). Preterm birth was not associated either with any level of exposure to chlorite or chlorate, or with the overall exposure to high levels of CBPs in drinking water as previously defined (adjusted OR =0.84, 95%CI: 0.59-1.19).

DISCUSSION
The main aim of this study was to attempt a more accurate evaluation of the exposure to CBPs in drinking water at the individual level both by applying a questionnaire on personal habits and by collecting water samples at subjects' homes within a few days of delivery. Sampling at home addresses the problem of misclassification due to spatial variability in CBPs content related to the distance of the residences from the disinfection plant, and attempts to reduce the problem of temporal variability with respect to routine data which are collected only quarterly. Residual misclassification could also be present since only one sample was collected in each subject's home. However among the Italian water supplies spatial variability is more important than temporal variability as few waterworks involved in this study (5 out of 92) are supplied with surface waters with unstable chemical physical characteristics. Moreover, in this way we had the opportunity to analyse CBPs, such as chlorite and chlorate, not routinely investigated.

In our study 74.8 %of the subjects were living in areas where drinking water was treated with chlorine dioxide and with both chlorine and chlorine dioxide. The main CBPs were therefore chlorite and chlorate, which showed high concentrations in several samples. In 24 % of the samples levels of chlorite were higher than 200 g I-1, which is the limit set by Italian law coming in torce in December 2006 (DL n.32 2001). In contrast levels of THMs were very low, and 0.5 of samples showed concentrations higher than 30 g I-1 l, which is the limit set by present Italian law (DPR n.236 1988).

The questionnaire gave information on individual habits influencing CBPs exposure by multiple routes, and also on potential confounders such as smoking habits, exposure to environmental tobacco smoke and alcohol intake. With regard to tap water intake, in our study only 13.5 %of the sample used to drink municipal tap water, even though many subjects (69.7%) drank water-based beverages. It should be noted that bottled mineral water in Italy is spring mineral water bottled directly without any disinfection treatment and therefore is CBPs free. With regard to inhalation and dermal exposure, bathing and/or showering were daily habits for about 38 %of the subjects, while only 4.2% attended an indoor swimming pool during pregnancy. The importance of these ways of exposure to CBPs is stressed by some studies which observed that the highest levels of THMs were found in blood and alveolar air of subjects who had taken a shower, while other studies have evaluated the intake, uptake and elimination of THMs in swimmers. Inhalation by home cooking appeared be a method of exposure for most subjects (91.5%).

In the multivariate logistic regression THMs exposure was not significantly associated with either term-SGA or preterm birth; THMs concentrations in drinking water were negligible in most samples. In contrast, while chlorite concentration did not show an association with preterm delivery, it was apparent for term-SGA newborns, suggesting a dose-response relationship. When chlorite level was higher than 200 g I-1 and the frequency of bathing/showering was at least daily, an OR equal to 1.70 (95% CI: 0.97-3.0) was found after adjusting for sex of the newborn, mother's education, waterbased beverages intake, type of water usually drunk and active smoking. In this study few women consumed tap water, therefore inhalation was the main exposure route to CBPs; however our findings suggesting an increased risk of term-SGA when subjects are exposed to chlorite via inhalation are surprising, as these inorganic compounds, in contrast to THMs, are not considered volatile. One explanation of this situation could be the presence of chlorite or chlorate as aerosols in shower vapours. An alternative explanation is that chlorite could act as a proxy for other CBPs formed by chlorine dioxide treatment or as a proxy of residual chlorine dioxide itself (IPCS 2000).

Chlorite and chlorate are the main CBPs derived from chlorine dioxide drinking water treatment; up to now their reproductive and developmental effects have not been investigated in epidemiological studies, as the few studies carried out considered water treatment only, and not single CBPs levels .Living in areas supplied by drinking waters treated with chlorine dioxide was significantly associated with small somatic parameters such as body length and cranial circumference, and a borderline association became evident with low body weight (adjusted OR: 5.9; 95%CI: 0.8-14.9) in a study carried out in Italy .This association was not observed in a study performed in Sweden. Reproductive and developmental effects of chlorite and chlorate have been studied in animal toxicological work: despite some inconsistencies an adverse developmental effect was observed in rats, mainly for chlorite (WHO 1996; IPCS 2000; USEPA 2000; OEHHA 2002).

The association between chlorite and term-SGA may have several possible explanations. First, the direct action of high levels of chlorite could cause developmental effects in newborns. However, other studies are needed on this subject in different populations and areas. Second, chlorite could be representative of other CBPs formed by chlorine dioxide or of residuals of chlorine dioxide itself. Lastly, the association could be affected by confounding due to some true determinant of term-SGA. Identification of such an unknown confounder is speculative. We adjusted our results for several personal habits; however, there may be other unknown environmental, behavioural or socio-economic factors, which might be involved in the occurrence of term-SGA and present in areas where drinking water treatments form high levels of CBPs, as suggested by the association with an overall marker of high exposure to chlorite, chlorate or THMs.

CONCLUSIONS
In our study THMs concentrations in drinking water were negligible in most samples and no significant association between THMs exposure and either term-SGA or preterm birth was observed. In contrast, high levels of chlorite were observed and an association with term-SGA new-borns was disclosed. Despite the lack of clear evidence of a causal association between chlorite levels in drinking water and reproductive outcomes, our study raises some concern because of the high levels of chlorite and chlorate frequently measured. As most water utilities, at least in Italy, are adopting chlorine dioxide as the main water disinfection treatment in order to reduce the amount of THMs, chlorite and chlorate will become the most widespread CBPs in drinking water. For this reason their levels should be regularly and carefully monitored and their potential effects on human health further evaluated and better understood.

Valutazioni critiche sull'utilizzazione di modelli matematici per il calcolo previsionale di immissione degli inquinanti atmosferici

CASO STUDIO 6

PREMESSA

L'esigenza di prendere decisioni su dati disponibili al fine di prevedere eventuali squilibri che con il tempo potrebbero provocare danni irreversibili, ha accentuato negli ultimi anni l'interesse per i modelli di dispersione atmosferica delle

sostanze inquinanti. Il termine modello e ormai diventato di largo uso nella letteratura scientifica. Con tale termine si indica uno strumento di natura logico matematica che esprime le connessioni tra i parametri definiti per un sistema. Attualmente la legislazione di molti paesi richiede l'uso di modelli specifici come strumento di verifica degli stendard fissati a tutela della salute e dellambiente.

Il problema dellinquinamento atmosferico notevolmente complesso nella sua essenza, in quanto la concentrazione ed il trasporto degli inquinanti in aria e la loro deposizione al suolo sono funzioni delle condizioni atmosferiche. Un inquinante aeriforme una volta emesso nellatmosfera viene coinvolto in una serie di processi fisici e chimici molto complessi per cui difficile ricostruirne la storia e predirne il futuro con precisione. Attualmente non esiste una teoria che descrive compiutamente e realisticamente tutti i fatti connessi allemissione, al trasporto, ed allimmissione degli inquinanti nell'ambiente circostante le sorgenti. Pur tuttavia schematizzando i fenomeni pi significativi possibile costruire modelli che hanno una buona rispondenza con la realt, e consentono di valutare in anticipo i rischi connessi con l'immissione di sostanze inquinanti nell'atmosfera.

Vero che la modellistica diffusionale implica una serie di conoscenze teoriche e sperimentali che non sempre sono disponibili per il sito in esame, ma anche vero che dati ed esperienze acquisiti e sperimentati per altri siti, congiuntamente alle informazioni disponibili, costituiscono una solida base per la costruzione di strumenti affidabili ed efficaci al fine di valutare limiti massimi di concentrazione che si possono verificare in una zona.

Di solito risultano pi efficaci e pi economiche tecniche semplici purch basate su di una approfondita analisi dei problemi, rispetto ad approcci pi sofisticati, difficili da gestire e nella maggior parte dei casi, di scarso rendimento per la richiesta di input micrometeorologici difficilmente disponibili o valutabili

DESCRIZIONE DI UN MODELLO DI FACILE APPLICAZIONE

Si vogliono qui richiamare i presupposti teorici da cui deriva il modello gaussiano oggi pi in uso, al fine di fissarne i limiti ed i pregi come predittore di eventi pericolosi per la salute. A tal fine si far riferimento ad una sorgente (camino) che emette nell'atmosfera una certa quantit di un inquinante, di cui si vuole predire la concentrazione che si viene a determinare nello spazio circostante la sorgente stessa. Come noto, i fenomeni di trasporto e ricaduta degli inquinanti atmosferici emessi da una o pi sorgenti possono essere parametrizzati quando possibile conoscere la situazione micrometeorologica dell'ambiente in cui essi vengono immessi.

La maggior parte dei modelli oggi utilizzati in questo campo fa uso della legge di conservazione della massa espressa in forma differenziale. Da questa sotto le ipotesi di atmosfera omogenea ed isotropa, e di costanza del gradiente termico, velocit e direzione del vento ed emissione dei fumi, si trae una soluzione particolare di tipo gaussiano

La soluzione la seguente : C = K exp (A y2) exp (-B z2)

C:

Concentrazione dell'inquinante ;

A, B : Sono funzioni della velocit del vento e delle condizioni micrometeorologiche dell'atmosfera. K: E' funzione anche della quantit d'inquinante emesso dalla sorgente nell'unit di tempo e della velocit del vento La funzione esponenziale exp(z) una funzione continua definita per ogni numero complesso z nel seguente modo:

In sostanza, se si suppone, in un contesto di ipotesi semplificative sullo stato fisico dell'atmosfera, che la distribuzione delle concentrazioni degli inquinanti sia gaussiana sui due piani orizzontale (x, y) e verticale (x, z), i parametri A e B possono essere descritti in termini delle deviazioni standard (y, z) delle gaussiane sui due piani. La [1] assume quindi la forma seguente:

C = K exp (1/2 (y/ y) ^2) exp (1/2 (z/ z) ^ 2)

Date le ipotesi di cui sopra, il 68% dell'inquinante emesso per unit di tempo si dispone all'interno di una superficie conica con base ellittica di altezza u t ed assi relativi alla base y, z. da una analisi dimensionale della [1] si deduce che K inversamente proporzionale ad u, y, z, e lo si pu descrivere in termini di y, z della velocit del vento (u) e della quantit Inquinante emesso in un secondo dalla sorgente (Q). Q K= u y z

[2]

La costante viene cos determinata: la quantit d'inquinante emesso dalla sorgente m un secondo uguale alla quantit d'inquinante che attraversa nello stesso tempo un piano perpendicolare alla direzione del vento. Tale quantit ottenuta moltiplicando per u i due membri della [2] con la sostituzione [3] ed integrando tra - e + rispetto ad y e z. Dal risultato dell'integrazione si trae =1/2 .

Considerando che, l'inquinante viene emessso ad altezza z=h (altezza della sorgente) con velocit Vf e temperatura T e che raggiunge lo stato termodinamico della atmosfera ad una altezza He = h+Sh la [1] assume la forma seguente

Q C (x, y, z, t) = exp (1/2 (y/ y) ^2 exp (1/2 ((z-He)/ 2 y z u / z) A2)+exp (1/2 ((z+He)/z) ^2)}

ve

y, z sono funzioni delle condizioni di stabilit e diffusivit atmosferiche h funzioni delle condizioni di stabilit atmosferica, velocit del vento contenuto entalpico e velocit dei fumi all'emissione; u funzione dell'altezza e delle condizioni di stabilit atmosferica;

l'ultimo termine dell'espressione precedente tiene conto della riflessione del terreno considerato perfettamente riflettente

Inoltre, poich l'effluente costituisce un sistema dinamico in movimento ed in continua evoluzione, i parametri di cui sopra debbono essere espressi in funzione del tempo trascorso dal rilascio o della distanza dalla sorgente. Da quanto detto evidente che la relazione che esprime ogni parametro rappresenta un modello matematico che tiene conto e schematizza una serie di fenomeni fisici, inerenti l'interazione tra i fumi e l'atmosfera circostante

Qui di seguito vengono sommariamente esposti i modelli che oggi sono pi in uso, per la valutazione di tali parametri Le condizioni termodinamiche e micrometeorologiche della atmosfera sono mutevoli e di difficile valutazione, pur tuttavia possibile classificare quelle che si riscontrano con maggiore frequenza nella realt, in funzione della velocit del vento, della radiazione solare e della nuvolosit. Le varie situazioni vengono riferite a sei o sette classi di stabilit atmosferica, che, denominate con le lettere dalla A alla F o G, sono relazionate con determinati intervalli di valori del gradiente di temperatura con l'altezza. Tale schematizzazione stata introdotta per la prima volta da Pasquill.

In riferimento allo schema anzidetto sono stati ricavati, sulla base di esperienze in condizioni particolari, e sono disponibili in letteratura, i coefficienti di diffusivit atmosferica [y, z] che tengono conto della turbolenza dell'aria

Nella maggior parte dei casi i fumi vengono emessi dalla sorgente con una certa velocit ed a una certa temperatura, quindi sono soggetti ad una spinta ascensionale. Il termine 5h (sovralzo dell'effluente) tiene conto della distanza verticale percorsa dai fumi dal punto di emissione alla quota a cui assumono lo stato termodinamico dell'aria circostante. Numerosissimi sono in letteratura i modelli empirici e teorici che descrivono questo fenomeno. Il pi affidabile, e per i presupposti teorici e per le verifiche sperimentali, certamente quello di Briggs che viene ormai accettato in tutto il mondo. La velocit del vento varia con l'altezza in direzione ed intensit, dipende dalle condizioni di stabilit atmosferica e della rugosit del terreno. Anche per questo parametro sono stati sviluppati molti modelli con considerazioni teoriche e/o empiriche. Generalmente si preferisce usare una legge di tipo logaritmico o esponenziale con l'altezza.

Il modello cos come stato espresso non adatto a trattare situazioni di calma di vento. Infatti si pu notare dalla sua espressione che al tendere di u a zero la concentrazione tende all'infinito. Pertanto, risulta inaffidabile per valori della velocit del vento < 2 m/s.

CONCLUSIONI
Quanto stato ricavato sinteticamente nel paragrafo precedente, anche se va integrato con altre considerazioni sulla reale struttura dell'atmosfera, basta a mettere in guardia gli utenti dei modelli matematici di diffusione da un uso acritico ed indiscriminato di essi, poich compito dell' utente scegliere i parametri pi adatti alla situazione in esame. E' evidente come sia essenziale una analisi attenta ed una conoscenza approfondita delle condizioni termodinamiche e micro-meteorologiche dell'atmosfera e dell'orografia del sito, per una corretta valutazione di tutti gli elementi da cui il modello gaussiano di base dipende.

Si tenga presente che l'ipotesi di base la legge di conservazione della massa e che molti dei parametri in uso sono stati ricavati con considerazioni teoriche e campagne sperimentali, con modelli di simulazione in vasche idrauliche ed in galleria a vento in circa 40 anni di ricerche.

Un modello ben costruito quindi un ottimo strumento di previsione, economico e disponibile in poco tempo. Esso indispensabile per il posizionamento di reti fisse di rilevamento e per il loro controllo. Va anche detto che le semplificazioni introdotte non infirmano la validit dei risultati (previsionistici), in quanto le ipotesi sono cautelative rispetto alla realt. Nel senso che un buon modello fornisce valori di concentrazioni che sono pi alti rispetto a quelli effettivamente rilevati. Infatti non risulta che siano stati rilevati valori maggiori di quelli previsti, se si eccettuano casi di particolari situazioni meteorologiche ed in siti orograficamente complessi.

Si vuole infine ribadire che un modello matematico non una formula astratta da applicare indiscriminatamente a qualunque situazione reale, ma uno strumento flessibile costruito caso per caso per rispondere ad esigenze particolari. Esso fornisce una immagine tanto pi aderente alla realt quanto meglio sono stati valutati gli elementi da cui dipende. Inoltre, costituisce una solida base per eventuali dettagli da ingrandire e/o perfezionare alla ricerca di ulteriori informazioni

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