Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
5 5 9
2 Disequazioni 13 2.1 Disequazioni con valore assoluto . . . . . . . . . . . . . . . . . 13 2.2 Disequazioni irrazionali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 14 3 Funzioni 3.1 Funzioni analitiche . . . . . . . . . . 3.1.1 Campo di esistenza . . . . . . 3.2 Propriet delle funzioni . . . . . . . . 3.3 Operazioni tra funzioni . . . . . . . . 3.3.1 Funzione inversa . . . . . . . 3.3.2 Composizione di funzioni . . . 3.4 Funzione esponenziale . . . . . . . . 3.5 Funzione logaritmica . . . . . . . . . 3.6 Relazione tra esponeziale e logaritmo
. . . . . . . . .
. . . . . . . . .
. . . . . . . . .
. . . . . . . . .
. . . . . . . . .
. . . . . . . . .
. . . . . . . . .
. . . . . . . . .
. . . . . . . . .
. . . . . . . . .
. . . . . . . . .
. . . . . . . . .
. . . . . . . . .
. . . . . . . . .
19 22 23 25 32 32 33 34 36 38
5 Disequazioni esponenziali e logaritmiche 42 5.1 Disequazioni esponenziali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 42 5.2 Disequazioni logaritmiche . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 43 6 Il piano cartesiano 6.1 Luoghi geometrici . . . . . . . . . . . 6.2 Funzioni nel piano . . . . . . . . . . 6.3 Triangoli nel piano . . . . . . . . . . 6.4 La retta nel piano . . . . . . . . . . . 6.4.1 Posizioni reciproche tra rette . 6.4.2 Fasci di rette . . . . . . . . . 6.4.3 Applicazioni . . . . . . . . . . 7 Le coniche 8 La 8.1 8.2 8.3 circonferenza Posizioni punto - circonferenza Posizioni della circonferenza . Posizioni retta - circonferenza 8.3.1 Rette tangenti . . . . . 8.4 Posizioni tra circonferenze . . 8.5 Applicazioni . . . . . . . . . . 8.6 Fasci di circonferenze . . . . .
. . . . . . .
. . . . . . .
. . . . . . .
. . . . . . .
. . . . . . .
. . . . . . .
. . . . . . .
. . . . . . .
. . . . . . .
. . . . . . .
. . . . . . .
. . . . . . .
. . . . . . .
. . . . . . .
46 51 54 57 61 64 67 71 79
. . . . . . .
. . . . . . .
. . . . . . .
. . . . . . .
. . . . . . .
. . . . . . .
. . . . . . .
. . . . . . .
. . . . . . .
. . . . . . .
. . . . . . .
. . . . . . .
. . . . . . .
. . . . . . .
. . . . . . .
. . . . . . .
. . . . . . .
. . . . . . .
81 84 87 90 92 93 96 99
parabola 103 Posizioni rispetto agli assi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 107 Rette tangenti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 109 Applicazioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 111
11 L'iperbole 11.1 Iperbole con fuochi sull'asse x 11.2 Iperbole con fuochi sull'asse y 11.3 Asintoti . . . . . . . . . . . . 11.4 Posizioni retta-iperbole . . . . 11.4.1 Rette tangenti . . . . . 11.5 Iperbole equilatera . . . . . . 11.5.1 La funzione omograca 11.6 Applicazioni . . . . . . . . . .
. . . . . . . .
. . . . . . . .
. . . . . . . .
. . . . . . . .
. . . . . . . .
. . . . . . . .
. . . . . . . .
. . . . . . . .
. . . . . . . .
. . . . . . . .
. . . . . . . .
. . . . . . . .
. . . . . . . .
. . . . . . . .
. . . . . . . .
. . . . . . . .
. . . . . . . .
Capitolo 1
Equazioni
1.1
Il valore assoluto o modulo di un numero x si indica con |x| e coincide col numero stesso se questo positivo, altrimenti coincide col suo opposto. In simboli:
|x| = x x
se x 0 se x < 0
Il caso pi semplice che riguarda le equazioni con i valori assoluti quello in cui l'incognita compare solo nel modulo; esse si riconducono al tipo |f (x)| = k , con k valore numerico, e presentano due possibili casi:
se k 0 allora si risolvono ponendo |f (x)| = k . se k < 0 allora sono impossibili.
Esempio:
se k 0: |2x 5| 3 = 0 = |2x 5| = 3 = 2x 5 = 3 = = x = 53 = x = 1 x = 4 2
Pi complesso il caso in cui l'incognita compare anche fuori dal valore assoluto; dovremo quindi distinguere due casi:
valore assoluto maggiore o uguale a zero: si risolve l'equazione come se
il segno dell'argomento.
f ( x ) 0 f ( x ) = g ( x ) f ( x ) < 0 f (x) = g (x)
|f (x)| = g (x) =
Esempio:
|2x 5| = 3x + 1
2x 5 0 2x 5 = 3x + 1 x 5 2 2x 3x = 5 + 1 x 5 2 x = 6
x=
4 5
S = {x = }
4 5
Per risolvere un'equazione in cui compaiono pi espressioni nei valori assoluti, invece, bisogna:
studiare il segno di ogni espressione nei valori assoluti; realizzare uno schema che ci aiuti a capire quanti casi eettivamente
condizione che ci si trovi nel settore voluto e togliendo tutti i valori assoluti dall'equazione, facendo attenzione a cambiare di segno quelli che risultano negativi nel settore esaminato.
Esempio:
|3x 2| |5 x| + x 7 = 0
A : 3x 2 0 B : 5x0
= =
2 3 x5 x
Sono stati individuati tre settori dierenti: per ogni settore scriviamo il sistema corrispondente.
x < 2 3 I: 3x + 2 5 + x + x 7 = 0 x < 2 3 = x = 10 2 x < 5 3 = 14 x = 5 x 5 = x = 4 3
= SI : x = 10
2 x<5 3 II : 3x 2 5 + x + x 7 = 0
= SII : x =
14 5
III :
x 5 3x 2 + 5 x + x 7 = 0
= SIII :
La soluzione nale data dall'unione delle tre soluzioni parziali. S = SI SII SIII = 10,
14 5
1.2
Equazioni irrazionali
Ricordiamo che un'equazione a coecienti irrazionali un'equazione in cui compaiono semplicemente dei radicali, mentre in un'equazione irrazionale l'incognita compare sotto il segno di radice. Il caso pi semplice che riguarda le equazioni irrazionali quello in cui l'incognita compare solo sotto il segno di radice; esse sono della forma:
n
f (x) = k
Esempio:
n dispari: 3 x 12 = 2 = x 12 = (2)3 =
se n pari e k 0:
x + 3 0 = x + 3 = 24
x 3 x = 16 3 = 13
= x = 13
Per risolvere un'equazione irrazionale in cui l'incognita compare anche fuori dal modulo e in cui l'indice del radicale dispari, basta portare l'equazione nella forma canonica n f (x) = k ed elevare ambo i membri alla n, in modo da eliminare la radice. Per risolvere un'equazione irrazionale in cui l'incognita compare anche fuori dal modulo e in cui l'indice del radicale pari, invece, bisogna portare l'equazione nella solita forma canonica n f (x) = k e poi si deve risolvere il seguente sistema, con due condizioni e un'equazione:
f (x) 0
10
5 2x = x
0 x 5 2 = x = 1 6 1,2
= x = 1 +
Nel caso in cui compaiono pi radici contenenti l'incognita, se le radici dovessero avere indici diversi, la prima cosa da fare riportare i radicali al minimo comune indice. Una volta ridotte le radici tutte allo stesso indice, la forma canonica delle equazioni con solo due radici la seguente:
n
f (x) =
g ( x)
11
3x + 1 = 2 x
1 x 2 3 = 1 x = 4
= x =
1 4
12
Capitolo 2
Disequazioni
2.1
Il caso pi semplice che riguarda le disequazioni col valore assoluto presenta l'incognita solo all'interno del valore assoluto; si distinguono due casi:
disequazione della forma |f (x)| k :
se k 0 allora bisogna risolvere il sistema equivalente f (x) k |f (x)| k ; se k < 0 allora vericata per ogni valore di esistenza di f (x).
13
Esempi:
se |2x 5| 3 0 = |2x 5| 3 = 3 2x 5 3 = = 3 + 5 2x 3 + 5 = 1 x 4 . |6x + 11| + 13 0 = |6x + 11| 13 = impossibile. |3x 2| 5 = 3x 2 5 3x 2 5 = 7 = 3x 5 + 2 3x 5 + 2 = x 1 x . 3 |12x 5| 7 = vericata x R.
2.2
Disequazioni irrazionali
Nella soluzione delle disequazioni irrazionali, di qualunque tipo, bisogna tener conto del fatto che un radicale esiste sempre, se il suo indice dispari, mentre esiste solo se l'argomento maggiore o uguale a zero, se l'indice pari. Il caso pi semplice di disequazione irrazionale presenta l'incognita solo all'interno del radicale; essa si presenta nella forma:
n
f ( x) k
f (x) k
Per quanto riguarda le soluzioni di una disequazione di questo tipo, si hanno i seguenti casi:
se n dispari basta elevare entrambi i membri alla n per far sparire la
radice:
f ( x) k n f ( x) k n
14
se k 0 bisogna imporre f (x) 0 e poi elevare entrambi i membri alla n; se k < 0 allora la disequazione n f (x) k risulta vericata per tutti i valori di x che soddisfano la condizione f (x) 0; se k < 0 allora la disequazione impossibile.
n
f (x) k
risulta essere
Se l'incognita compaia anche fuori dal segno di radice, dividiamo lo studio nei due casi in cui si abbia indice pari o dispari:
se n dispari, la disequazione si presenter nella forma
n
f (x) g (x)
f (x) g (x)
Esempio:
3 x3 2x + 1 x = x3 2x + 1 x3
= 2x 1 = x
1 2
15
f (x) g (x)
Esempio:
x2x5 x 2 0 x 5 0 x 2 0 x 2 (x 5)2
11 + 13 2x5 5x 2 11 + 13 = 2 x 2
f (x) g (x)
16
Esempio:
x2 x 6 x 2
x2 x 6 0 x20 x2 x 6 (x 2)2
v 2 x 3 = x2 ( x 0)3 1
= 3 x
10 3
Se in una disequazione compaiono due radicali, nel caso di indici diversi, si dovr dapprima portare tutto al minimo comune indice.
La disequazione irrazionale del tipo
n
f ( x)
g (x)
f (x)
g (x)
con n indice dispari, si risolve banalmente elevando ambo i membri alla n e risolvendo, quindi, la disequazione come se non ci fossero le radici:
f (x) g (x) f (x) g (x) La stessa disequazione irrazionale del tipo
n
f ( x)
g (x)
f (x)
g (x)
17
Esempi:
3 3 2 x = x 1 2 x = x 2 4 x + 2 4 4 x = x1 3
x+20 = 4x0 x + 2 4 x
x 2 = x4 x 1
= 1 x 4
18
Capitolo 3
Funzioni
Innanzitutto, si denisce relazione fra due insiemi A e B una legge che associa ad elementi dell'insieme A uno o pi elementi dell'insieme B . Una funzione un particolare tipo di relazione, infatti: si denisce funzione fra due insiemi A e B una relazione che associa ad ogni elemento di A uno e un solo elemento dell'insieme B .
In altre parole, una funzione una particolare relazione che a ogni oggetto del dominio associa al massimo un oggetto del codominio.
19
dipendente y e avere un'espressione tale che, sostituendo un valore consentito per la x, si ottiene un unico valore di y .
Nella rappresentazione graca, invece, ogni retta verticale deve tagliare
della funzione f , costituito da tutti e soli gli elementi che si ottengono applicando f agli elementi del suo dominio.
20
In simboli scriveremo:
f : A B
Considerato l'elemento x in A, indichiamo con y l'elemento in B che la funzione f associa ad x. Allora scriviamo y = f (x) e deniamo:
y immagine di x ; x controimmagine di y .
In tal caso l'insieme dei valori che si possono assegnare alla variabile indipendente x in modo che sia possibile calcolare la sua immagine y , detto campo di esistenza della funzione.
3.1
Funzioni analitiche
quali la somma, la sottrazione, la potenza, la radice, il prodotto e la divisione. A loro volta esse si dividono in:
funzioni algebriche fratte: se l'incognita x compare al denominatore di qualche frazione; funzioni algebriche intere: se l'incognita x compare solo nei numeratori della funzione; funzioni algebriche irrazionali: se l'incognita x compare sotto il segno di qualche radice; funzioni algebriche razionali: se l'incognita x non compare sotto il segno di radice.
Trascendenti: sono quelle che prevedono operazioni non algebriche,
22
l'insieme R.
Funzioni razionali fratte:
il campo di esistenza l'insieme delle x tali che il denominatore non sia nullo.
=
Esempio:
La funzione f (x) =
x3 + 1 denita x5 x R \ {5}
= il campo di esistenza :
tutto l'insieme R se l'indice della radice dispari; l'insieme delle x tali che l'argomento sotto la radice sia maggiore o uguale a zero, se l'indice della radice pari.
Esempio:
3 x3 + 2x 2 denita su tutto l'insieme R; la funzione f (x) = x 1 denita per
La funzione f (x) =
x 1 0 = x 1
23
il campo di esistenza si ottiene mettendo a sistema le condizioni di non annullamento del denominatore e di non negativit del radicando (se necessaria).
=
Esempio:
La funzione f (x) =
Esempio:
Funzioni goniometriche:
= il campo di esistenza :
24
tutto R se si tratta di funzioni cosx e sen x; l'insieme delle x tali che x = + k se si tratta della funzione 2 tanx. l'insieme delle x tali che x = k se si tratta della funzione cotan x.
3.2
immagine al pi di un elemento di A. A livello pratico, una funzione iniettiva se a due elementi distinti dell'insieme A corrispondono due elementi distinti dell'insieme B . In simboli:
x1 = x2 = f (x1 ) = f (x2 )
Analogamente, considerando il graco di una funzione, essa risulter iniettiva se, tracciata una qualsiasi retta orizzontale, essa interseca il graco al pi in un punto.
25
immagine di almeno un elemento di A. Praticamente, una funzione suriettiva se, nella sua rappresentazione sagittale, su ogni elemento di B arriva almeno una freccia. In simboli:
y B x A : y = f ( x)
Tracciando il graco della funzione, invece, essa risulter essere suriettiva se una qualsiasi retta orizzontale lo taglia almeno in un punto.
Notiamo che operando un'opportuna restrizione dell'insieme B si pu sempre rendere una funzione suriettiva.
26
si dice biunivoca (o biiettiva) se sia iniettiva che suriettiva; in tal caso tra A e B si pu stabilire una corrispondenza uno a uno. In simboli scriveremo che:
y B !x A : |y = f (x)
Questo permette di distinguere rapidamente una funzione non biunivoca da una biunivoca, guardando la rappresentazione sagittale. Per riconoscere una funzione biunivoca dal suo graco, bisogna vericare che una qualsiasi retta orizzontale taglia il graco esattamente in un punto.
27
Per altre propriet delle funzioni, facciamo la seguente premessa: sia f una funzione reale di variabile reale e x1 , x2 due qualsiasi elementi appartenenti a un generico intervallo del dominio, tali che x1 < x2 , allora:
se f (x1 ) < f (x2 ) allora la funzione strettamente crescente nel-
l'intervallo considerato;
se f (x1 ) f (x2 ) allora la funzione crescente nell'intervallo consi-
derato;
se f (x1 ) > f (x2 ) allora la funzione strettamente decrescente
nell'intervallo considerato;
se f (x1 ) f (x2 ) allora la funzione decrescente nell'intervallo
considerato;
Funzione strettamente
vamente verticali, orizzontali o oblique alle quali il graco della funzione si pu avvicinare indenitamente senza mai toccarle.
29
Figura 3.14. Asintoto obliquo intorno di x, f (x) rappresenta il valore pi grande assunto dalla funzione f in quell'intorno;
un punto x si dice minimo relativo per la funzione se, in un intorno di x, f (x) rappresenta il valore pi piccolo assunto dalla funzione f in quell'intorno; un punto x si dice massimo assoluto per la funzione se f (x) rappresenta il valore pi grande assunto dalla funzione f in tutto il suo dominio; un punto x si dice minimo assoluto per la funzione se f (x) rappresenta il valore pi piccolo assunto dalla funzione f in tutto il suo dominio.
altrettanto importante guardare dove rivolta la concavit del graco della funzione; in particolare, una funzione pu presentare una concavit verso l'alto o verso il basso.
Per descrivere la funzione a partire dal suo graco, necessario: Individuare il dominio. Dalla gura si deduce che il dominio della funzione f rappresentato dall'intervallo D : (, a) (b, +) . Massimi e minimi. Dalla gura si deduce che la funzione ammette tre punti di minimo relativo, x1 , x2 e x4 , ed un punto di massimo relativo x3 . Inoltre il punto x1 un punto di minimo assoluto.
31
Asintoti. Gli asintoti della funzione in questo caso sono tre: un asintoto verticale, uno orizzontale e uno obliquo. Concavit e essi. Analizziamo inne la concavit della funzione, individuando gli intervalli in cui essa rivolta verso il basso o verso l'alto. Di conseguenza troveremo i tre punti di esso, ovvero i punti in cui f cambia concavit.
3.3
e si scrive x = f 1 (y ).
32
Da un punto di vista pratico, data la funzione y = f (x), per denirne l'inversa bisogna cercare di raccogliere e isolare la x, esprimendola in funzione di y . Per essere invertibile, una funzione deve essere biunivoca. A livello graco, per quanto riguarda la suriettivit, abbiamo gi osservato che, se necessario, basta restringere il codominio; per l'iniettivit, invece, bisogna vericare che ogni retta orizzontale tagli il graco al massimo in un punto. Vericata la biiettivit della funzione, per ottenere il graco della funzione inversa, si deve operare una simmetria assiale rispetto alla retta bisettrice del primo e terzo quadrante.
33
Osservazione 1 : molto importante notare che per poter considerare la funzione g f , il codominio di f deve essere contenuto nel dominio di g .
Osservazione 2 : Se A e C sono uguali, allora si pu realizzare anche la composizione f g , ma in generale la composizione non commutativa:
f g =gf
3.4
Funzione esponenziale
Si dice funzione esponenziale di base a la funzione, denita sui numeri reali e che assume valori reali strettamente positivi, che a ogni valore x associa
f ( x ) = ax
con a R, a > 0, a = 1
34
Distinguiamo ora lo studio della funzione esponenziale per due intervalli. Per 0 < a < 1 , la funzione ax :
strettamente decrescente; maggiore di 1 per valori di x
negativi;
compresa tra 0 e 1 per valori di x positivi; tende a + per x che tende a ; tende a 0 per x che tende a +, avendo quindi l'asse x come
asintoto orizzontale.
positivi;
compresa tra 0 e 1 per valori di x negativi; tende a + per x che tende a + ; tende a 0 per x che tende a , avendo quindi l'asse x come
asintoto orizzontale.
35
Osservazione: un particolare tipo di funzione esponenziale, la pi usata in ambito matematico, quella avente per base il numero di Nepero e, che un numero irrazionale dal valore di 2, 7182818 . . . .
3.5
Funzione logaritmica
Si chiama logaritmo in base a di un valore positivo b, quell'esponente c al quale si deve elevare la base a per ottenere il valore c.
loga (b) = c b = ac
Dall'ultima uguaglianza, si pu dedurre che, poich l'esponenziale sempre positiva, il valore b dovr essere sempre strettamente maggiore di zero. Si chiama funzione logaritmica in base a la funzione, denita sui numeri reali strettamente positivi e che assume valori reali, che a ogni valore x associa:
f (x) = loga (x) con a R+ , a = 1
Osservazione: vi una propriet valida per qualsiasi base della funzione logaritmica:
loga (1) = 0 a R+ , ossia la funzione logaritmica passa sempre per
il punto (1, 0). Distinguiamo lo studio della funzione logaritmica per due intervalli.
36
37
Per il logaritmo, vi un altro caso particolare: se la base uguale a 10, allora si scriver semplicemente log.
3.6
Dalla denizione di logaritmo segue che la funzione logaritmica l'inversa della funzione esponenziale, infatti:
f (x) = y = loga (x) ay = x
In altre parole, se, scelto un argomento x, se ne fa prima l'esponenziale e poi il logaritmo o, viceversa, prima il logaritmo e poi l'esponenziale, sempre nella stessa base, si ottiene nuovamente l'argomento iniziale.
x = ax = loga (ax ) = x x = loga (x) = aloga (a ) = x
x
Il fatto che le funzioni esponenziale e logaritmica siano l'una l'inversa dell'altra visibile anche dalla simmetria dei graci di logaritmi e esponenziali con la stessa base.
38
Capitolo 4
4.1
Equazioni esponenziali
Ogni equazione in cui l'incognita gura come esponente di una o pi potenze viene detta equazione esponenziale. Non esiste un metodo risolutivo generale, ma vediamo alcuni casi per capire come approcciarsi alla risoluzione di equazioni di questo genere.
base: in tal caso, si ricorre, appunto, alle propriet del prodotto tra potenze con la stessa base.
39
ad ambo i membri:
log5 (5x ) = log5 (2) = x = log5 (2) 4x 8x+1 = 22x+1 : riscriviamo 4 = 22 e 8 = 23 , da cui: 22x 23(x+1) = 22x+1 = 22x+3x+3 = 22x+1
= 2x + 3x + 3 = 2x + 1 = 3x = 2 = x =
2 3
4.2
Equazioni logaritmiche
Un' equazione si dice logaritmica quando in essa compare il logaritmo dell'incognita, oppure il logaritmo di espressioni contenenti l'incognita. Per quanto riguarda la risoluzione delle equazioni logaritmiche, consideriamone il caso generale:
log A(x) = log B (x)
Banalmente, poich si tratta di logaritmi in base 10 ad ambo i membri, baster imporre l'uguaglianza degli argomenti
A(x) = B (x)
e poi vericare che i valori della x trovati sono accettabili per l'esistenza dei logaritmi.
Condizione di esistenza:
x 3 > 0 x > 0 = C.E: : x > 3
A questo punto, sulla base di alcune propriet dei logaritmi, riscriviamo l'equazione equivalente:
41
Capitolo 5
5.1
Disequazioni esponenziali
Ricordiamo dapprima le seguenti propriet relative alle disequazioni e funzioni esponenziali. Per ogni m, n R si ha:
per 0 < a < 1 = am > an m < n ; per a > 1 = am > an m > n .
0<a<1:
aA(x) > aB(x) = risolvere la disequazione A(x) < B (x) ; aA(x) < aB(x) = risolvere la disequazione A(x) > B (x) .
42
a>1:
aA(x) > aB(x) = risolvere la disequazione A(x) > B (x) ; aA(x) < aB(x) = risolvere la disequazione A(x) < B (x) .
Innanzitutto bisogna ricondursi al caso di potenze con la stessa base, quindi riscriviamo 9 = 32 :
314x > 32x+2
5.2
Disequazioni logaritmiche
Per poterle risolvere occorre tenere presenti le seguenti propriet relative alle funzioni logaritmiche. Per ogni m, n R si ha:
per 0 < a < 1 = loga (m) > loga (n) m < n ; per a > 1 = loga (m) > loga (n) m > n.
0<a<1:
loga A(x) > 0 = risolvere la disequazione 0 < A(x) < 1 ; loga A(x) < 0 = risolvere la disequazione A(x) > 1 .
a>1:
loga A(x) > 0 = risolvere la disequazione A(x) > 1 ; loga A(x) < 0 = risolvere la disequazione 0 < A(x) < 1 .
44
Innanzitutto, imponiamo la condizione di esistenza del logaritmo: C.E. : x > 3 Poi, al secondo membro sostituiamo 1 = log 10 ed otteniamo
log(x 3) < log 10
A questo punto, portiamo tutto al primo membro e sfruttiamo la propriet dei logaritmi secondo cui la dierenza di due logaritmi con ugual base un logaritmo che ha per base la stessa base e per argomento il rapporto degli argomenti, presi in ordine:
log(x 3) log 10 < 0 = log( x3 )<0 10
45
Capitolo 6
Il piano cartesiano
nome di asse delle ordinate. Scegliamo sull'asse x e y la stessa unit di misura, si ottiene cos un riferimento monometrico. Un piano in cui sono ssati un asse delle ascisse x, un asse delle ordinate y e un'unit di misura, si dice piano cartesiano.
46
Fra i punti del piano cartesiano e le coppie ordinate di numeri reali possibile stabilire una corrispondenza biunivoca. Preso un punto P sul piano cartesiano, si traccino i segmenti P H , parallelo all'asse y , e P K , parallelo all'asse x. Utilizzando l'unit di misura pressata, si denisce:
ascissa di
P
ordinata di
coordinate di
Viceversa, assegnata una coppia di numeri reali (x, y ), ad essa corrisponde uno ed un solo punto nel piano cartesiano, cos rintracciabile:
si calcola, a partire dall'origine O e sull'asse delle ascisse, la distanza x: il punto trovato H ;
47
si calcola, a partire dall'origine O e sull'asse delle ordinate, la distanza y : il punto trovato k ; da H si traccia la parallela all'asse delle y , da K la parallela all'asse
delle x; l'intersezione tra tali rette il punto P . Il piano risulta diviso dagli assi in quattro parti, detti quadranti, numerati dal primo in alto a destra procedendo in senso antiorario.
48
Distanza tra due punti: distinguiamo tre diversi casi, in base alla
Punti con la stessa ascissa: analogo discorso vale se i punti hanno la stessa ascissa, quindi, in generale si avrebbe:
AB = |yB yA |
Caso generale.
49
Dati due punti P e Q del piano cartesiano, rispettivamente di coordinate (xP , yP ) e (xQ , yQ ) , la loro distanza data dalla seguente formula:
D = PQ = (xP xQ )2 + (yP yQ )2
50
6.1
Luoghi geometrici
In geometria euclidea, si denisce luogo geometrico l'insieme di tutti e soli i punti del piano che godono di una data propriet. Poich esiste una corrispondenza biunivoca tra i punti del piano e le coppie ordinate di numeri reali (x, y ) il luogo geometrico pu anche essere denito come l'insieme di tutti e soli i punti del piano le cui coordinate vericano l'equazione del luogo.
51
Esempio.
L'asse del segmento il luogo geometrico dei punti equidistanti dagli estremi di un segmento.
In tal caso, note le coordinate di A = (x1 , y1 ) e B = (x2 , y2 ) e attribuite a C le coordinate (x, y ) , l'equazione del luogo sar data dalla condizione:
CA = CB = CA = CB
2 2
= (x x1 )2 + (y y1 )2 = (x x2 )2 + (y y2 )2
52
Esempio.
La circonferenza il luogo dei punti del piano equidistanti dal centro e la distanza ssa il raggio. Consideriamo il seguente problema: trovare la circonferenza con centro nell'origine e raggio r = 3.
Sia P = (x, y ) il generico punto del piano e O = (0, 0) l'origine degli assi cartesiani. Per appartenere alla circonferenza bisogna imporre che P O = r :
PO = (x 0)2 + (y 0)2 = x2 + y 2 = 9 x2 + y 2 = 3
coordinate sostituite rispettivamente a x e y vericano l'equazione del luogo. Viceversa, le coppie (x, y ) che soddisfano l'equazione del luogo sono coordinate di punti del luogo.
Esempio.
Un luogo rappresentato dall'equazione 3x + 2y 6 = 0. Il punto P = (0, 1) non appartiene al luogo, in quanto: F (0, 1) = 2 6 = 4 = 0 . Il punto Q = (2, 0) appartiene al luogo, perch: F (2, 0) = 6 6 = 0.
6.2
Ricordiamo che tra la funzioni, di particolare importanza, sono quelle funzioni che hanno come dominio e codominio i sottoinsiemi dell'insieme dei numeri reali: sono chiamate funzioni reali di variabile reale. La legge che denisce una funzione reale di variabile reale assegnata in forma algebrica e rappresenta una relazione tra numeri reali:
y = f ( x)
54
Le funzioni reali sono in denitiva luoghi geometrici, per questo possiamo trovare coppie di valori (x, y ) che ne soddisno l'equazione e successivamente rappresentare tali punti nel piano. Congiungendo tutti i punti si ottiene una linea che rappresenta il graco della funzione.
55
Il primo passo consiste nella costruzione di una tabella in cui inseriamo valori numerici a scelta per la variabile indipendente x e calcoliamo i corrispondenti valori di y .
x 1 1 2
y 2 1 4
0 1
0 2
Alle coppie (x, y ) della tabella corrispondono i punti A, B, C, D del piano rappresentati in gura.
Per tracciare approssimativamente il graco della funzione suciente congiungere i punti con una linea continua. 56
6.3
Il baricentro di un triangolo il punto di incontro delle mediane di un triangolo; Indicando con xG e yG le coordinate di tale punto, esse valgono:
xG = x1 + x2 + x3 y1 + y2 + y3 ; yG = 3 3
57
Esempio.
Dato il triangolo di vertici A = (0, 3), B (1, 2) e C (3, 4) , calcolare le coordinate del suo baricentro G.
xG = 0+1+3 4 = 3 3 ; yG = 3 2 4 = 3 3
4 G = ( , 3) 3
58
Esempio.
Determinare la misura del perimetro e dell'area del triangolo ABC di vertici A = (1, 2), B = (1, 0) e C = (3, 0). Come prima cosa realizziamo il disegno del nostro problema.
Il perimetro si calcola facendo la somma delle lunghezze dei lati, quindi baster utilizzare la formula per la distanza tra punti e sommare i risultati ottenuti.
AB = BC = AC = 8=2 2 (1 3)2 + (0 0)2 = 16 = 4 (1 3)2 + (2 0)2 = 8 = 2 2 (1 + 1)2 + (2 0)2 =
= p = AB + BC + AC = 2 2 + 4 + 2 2 = 4 2 + 4
L'area, invece, si calcola base per altezza diviso due, in questo caso considereremo come base il lato BC , poich la sua altezza relativa ricavabile dal graco, ossia AH = 2:
A= BC 59 AH 42 = =4 2 2
Esempio.
Determinare la misura dell'area del triangolo ABC di vertici A = (1, 3), B = (3, 1) e C = (4, 5). Come nell'esempio precedente, realizziamo subito il disegno del nostro problema, rappresentando i dati sul piano cartesiano.
Osserviamo subito che di questo triangolo non possibile trovare una altezza partendo dal graco. Occorre trovare una strategia alternativa. Consideriamo quindi il rettangolo CDEF , di cui possiamo calcolare l'area.
EF = |xC xA | = |4 1| = 3 ED = |yC yB | = |5 1| = 4 = ACDEF = EF ED = 12
Prendendo le informazioni necessarie dal disegno, calcoliamo ora le aree dei triangoli EBA, BF C e ACD:
AEBA = 22 14 23 = 2 ; ABF C = = 2 ; AACD = =3 2 2 2
60
6.4
Distinguiamo innanzitutto diversi casi, in base alla posizione della retta rispetto agli assi cartesiani.
Retta orizzontale: il valore della y di ogni suo punto resta costante, quindi avr equazione:
y=k
Retta verticale: il valore della x di ogni suo punto resta costante, quindi avr equazione:
x=k
Retta obliqua passante per l'origine: ogni punto forma con l'asse x dei triangoli rettangoli simili, quindi il rapporto tra la y e y =m. la x di ogni punto costante:
61
si deve aggiungere una quantit q che sar positiva se la retta traslata verso l'alto, negativa in caso contrario.
Vediamo come disegnare sul piano cartesiano una generica retta di equazione esplicita y = mx + q . Abbiamo due possibilit:
scegliamo alcuni valori arbitrari per x (ne bastano due) e troviamo i corrispondenti valori per la y , poi disegniamo i punti cos ottenuti e li uniamo; per il primo punto puntiamo la matita sull'asse y al valore q ; per i punti successivi, a partire dal punto (0, q ), consideriamo la m come una frazione in cui il denominatore ci dice di quante caselle spostarmi a destra ed il numeratore di quante caselle salire o scendere a seconda che sia positivo o negativo; inne si uniscono i punti ottenuti.
62
La forma esplicita permette di rappresentare una qualunque retta obliqua o orizzontale del piano, ma non le rette verticali. Introduciamo allora una forma di equazione che contenga tutte le rette del piano, anche quelle verticali. A ogni retta del piano corrisponde un'equazione lineare in due variabili del tipo:
ax + by + c = 0
e viceversa; questa forma di equazione detta forma implicita. In tal caso, con b = 0, si ha la generica retta verticale x = . Inne, a partire dalla forma implicita ax + by + c = 0 , ogni retta pu essere espressa in riferimento ai segmenti staccati sugli assi cartesiani dalla retta stessa. Tale forma detta equazione segmentaria.
c a
a b ax + by + c = 0 = ax + by = c = x y = 1 c c
63
Ponendo =
a c
Oer x = 0 si ha y = q , per y = 0 si ha x = p,
cio la retta stacca sugli assi cartesiani due segmenti di lunghezza rispettivamente p e q .
64
m =
1 m
A questo punto, consideriamo due generiche rette del piano con le loro equazioni: ax + by + c = 0 e a x + b y + c = 0. Per valutare quali posizioni possono avere reciprocamente, sar utile valutare il sistema delle due equazioni.
ax + by + c = 0 a x + b y + c = 0
65
Due rette di equazioni ax + by + c = 0 e a x + b y + c = 0 si dicono incidenti se hanno un solo punto in comune, ossia se vale la seguente condizione relativa al sistema:
a b = a b
due rette sono parallele e distinte se non hanno alcun punto in comune = il sistema risulter essere impossibile, ossia dovr valere la seguente condizione:
a b c = = a b c
due rette sono coincidenti se hanno tutti i punti in comune = il sistema risulter essere indeterminato, ossia :
b c a = = a b c
66
e due numeri reali non entrambi nulli p e q , si dice combinazione lineare delle equazioni la forma:
p r(x, y ) + q s(x, y ) = 0
con il vantaggio di avere un parametro in meno e con il piccolo svantaggio di non poter pi ottenere l'equazione s(x, y ) annullando la r(x, y ).
67
Date due rette di equazioni ax + by + c = 0 e a x + b y + c = 0, una loro combinazione lineare rappresenta un fascio di rette aventi tutte in comune un punto P.
ax + by + c + k (a x + b y + c ) = 0
Il punto P detto centro del fascio ; le sue coordinate sono date dall'intersezione delle due rette di partenza. Le due rette si dicono generatrici
del fascio
La seconda retta ( quella di equazione a x + b y + c = 0 ) la retta esclusa del fascio, poich non possibile dedurre la sua equazione a partire da quella del fascio di rette.
FASCIO PROPRIO.
Dato P = (x0 , y0 ), le due generatrici possono essere le rette y = y0 e x = x0 ; in tal caso il fascio si dice proprio ed ha equazione 68
della forma:
y y0 = m(x x0 )
dove la m rappresenta, al suo variare, il coeciente angolare di tutte le rette del fascio.
FASCIO IMPROPRIO.
L'insieme di tutte le rette del piano parallele ad una retta r data si chiama fascio improprio di rette parallele a r. Se r ha equazione in forma esplicita:
y = mx + q
69
70
6.4.3 Applicazioni
Esempi: Per quale valore di k il luogo geometrico x2 + ky 2 = 0 passa per il punto P = (2, 1) ?
Secondo quanto detto prima, per imporre che un luogo geometrico passi per un punto, bisogna sostituire le coordinate del punto nell'equazione del luogo e vericare quando essa risulta un'uguaglianza sempre vera:
= 22 + k (1) 2 = 0 = k + 2 = 0 = k = 2
Anche in tal caso, sostituiamo le coordinate del punto nell'equazione del luogo ed impostiamo che sia un'uguaglianza sempre vera:
1 = a2 + (3a)2 2 = 0 = 2a2 2 = 0 = a = 1 9
71
Trovare la retta di coeciente angolare m = 3 passante per il punto A = (1, 2). Noto m, la retta del tipo y = 3x + q ; ricaviamo q imponendo il passaggio per P :
2 = 3 (1) + q = q = 5
Trovare la retta passante per i punti A = (1, 1) e B = (3, 5). Impongo il sistema
1 = m + q 5 = 3 m + q q = 1 m = 5 = 3 m + 1 m q = 1 = m = 2
72
Il coeciente angolare della retta passante per i due punti A = (1, 2) e B = (3, 3) uguale a:
m= 1 1 23 = = 13 2 2
Dati il coeciente angolare m e un punto A = (xA , yA ) appartenente alla retta, deniamo l'equazione della retta scegliendo un secondo punto B = (xB , yB ) tale che la retta per A e B abbia coeciente angolare m. Applichiamo la formula precedente:
y yA yB yA = x xA xB xA = y yA = yB yA (yB yA ) xB xA
= y yA = m(yB yA )
Cerchiamo l'equazione della retta passante per due punti dati A = (xA , yA ) e B = (xB , yB ) . Imponiamo che un terzo punto generico P (x, y ) sia allineato con essi, ossia che il coeciente della retta passante per P e uno dei due punti 73
assegnati, per esempio A, e quello della retta passante per A e B siano uguali tra loro.
y yA yB yA = x xA xB xA = y yA x xA = yB yA xB x A
Considerata una retta r avente equazione in forma implicita ax + by + c = 0 e un punto P = (x0 , y0 ), la distanza tra il punto e la retta data dalla formula:
d(r, P ) = |ax0 + by0 c| a2 + b 2
Esempio:
74
Esempio 1: Asse di un segmento. Calcolare l'equazione dell'asse del segmento di estremi A = (1, 1) e B = (4, 2). Soluzione:
Considerato il generico punto P = (x, y ) deve risultare P A = P B , quindi con la formula della distanza tra punti:
(x 1)2 + (y 1)2 = (x 4)2 + (y 2)2
x2 + 1 2x + y 2 + 1 2y = x2 + 16 8x + y 2 + 4 4y
6x + 2y 18 = 0 = 3x + y 9 = 0
75
Esempio 2: Bisettrice. Calcolare l'equazione delle bisettrici degli angoli formati dalle due rette r : 3x + 4y 5 = 0 e s : x y + 2 = 0 . Soluzione:
Ricordando che la bisettrice la retta che divide un angolo in due parti congruenti, ossia il luogo dei punti del piano equidistanti dalle due rette (o semirette) che formano l'angolo in questione, per ricavarne l'equazione bisogna imporre che un generico punto P sia equidistante dai lati dell'angolo. Considerato, quindi, il generico punto P = (x, y ), deve risultare dP,r = dP,s :
|3x + 4y 5| |x y + 2| = 2 2 3 +4 12 + 12 2|3x + 4y 5| = 5|x y + 2|
2(3x + 4y 5) = 5(x y + 2)
2(3x + 4y 5) = 5(x y + 2)
76
Esempio 3: Retta. Calcolare l'equazione della retta passante per A = (1, 1) e distante 2 dal punto B = (3, 5). Soluzione:
m1,2 = 6
36 17 = 6
19
77
Esempio 4: Retta. Nel fascio di rette di equazione 3(k +1)x 2(2 k)y +5 2k = 0, individuare le generatrici e il centro del fascio. Soluzione:
Portiamo l'equazione nella forma canonica separando tutti i termini dipendenti da k da quelli indipendenti:
Le due generatrici sono quindi r : 3x 4y + 5 = 0 e s : 3x + 2y 2 = 0, che risulta essere la retta esclusa. Per trovare il centro si possono intersecare due qualsiasi rette del fascio, ad esempio proprio le generatrici:
3x 4y + 5 = 0 3x + 2y 2 = 0 = 1 7 9 6 7 1 y= x= 6 9
78
Capitolo 7
Le coniche
Si denisce supercie conica la supercie che si ottiene considerando nello spazio due rette incidenti e non perpendicolari e facendo ruotare in un giro completo una di esse intorno all'altra, detta asse della supercie conica.
delle due rette. Il vertice divide la supercie conica in due parti, dette falde.
Generatrice la retta che si fa
ruotare.
Ogni conica, nel piano cartesiano, rappresentata da un'equazione di secondo grado del tipo:
79
ax2 + bxy + cy 2 + dx + ey + f = 0
in cui almeno uno dei tre coecienti a, b, c deve essere diverso da zero. In base al valore assunto dal discriminante = b2 4ac si avranno i diversi tipi di conica:
> 0 = iperbole ; = 0 = parabola ; < 0 = ellisse .
80
Capitolo 8
La circonferenza
Vista come conica, si denisce circonferenza la linea chiusa che si forma intersecando la supercie conica con un piano perpendicolare all'asse.
Se il piano passa per il vertice, la circonferenza viene detta degenere e si riduce a un punto. Come luogo geometrico, invece, la circonferenza il luogo dei punti del piano che sono equidistanti da un punto ssato, detto centro . La distanza si chiama raggio .
81
Per arrivare all'equazione della circonferenza, quindi, imponiamo la condizione espressa nella denizione: considerato un generico punto P = (x, y ) del piano e ssati il centro C = (xC , yC ) e il raggio r, deve risultare P C = r; si arriva all'equazione della circonferenza:
2 2 x2 + y 2 2xC x 2yC y + x2 C + yC r = 0
82
Si possono anche scrivere le relazioni inverse, in modo da poter risalire alle coordinate del centro e al raggio rapidamente:
a xC = 2 b yC = 2 r = x 2 + y 2 c C C
83
Esempi:
Trovare la circonferenza di centro C = (2, 1) e raggio r = 3.
Poniamo:
a = 2 2 = 4 b = 2 (1) = 2 c = 22 + (1)2 32 = 4
8.1
centro minore del raggio e le sue coordinate sostituite nell'equazione della circonferenza danno un valore negativo.
un punto pu essere esterno alla circonferenza: la sua distanza dal
centro maggiore del raggio e le sue coordinate sostituite nell'equazione della circonferenza danno un valore positivo.
85
Esempi: Data la circonferenza x2 + y 2 x y 2 = 0 , determinare la posizione rispetto ad essa dei seguenti punti:
A = (1, 1) , B = (2, 1) , C = (3, 1) A = (1, 1) interno alla circonferenza, perch, sostituendo le sue
86
8.2
In tal caso l'ascissa del centro nulla, perci a = 0. Di conseguenza il centro ha coordinate C = (0, yC ) e l'equazione della circonferenza si riduce a
x2 + y 2 + by + c = 0 La circonferenza con il centro sull'asse delle x.
In tal caso l'ordinata del centro nulla, perci b = 0. Di conseguenza il centro ha coordinate C = (xC , 0) e l'equazione della circonferenza si 87
riduce a
x2 + y 2 + ax + c = 0 La circonferenza con il centro nell'origine degli assi.
In tal caso sia l'ascissa che l'ordinata del centro sono nulle, ossia a = b = 0. Il centro ha coordinate C = (0, 0) e l'equazione della circonferenza si riduce a
x2 + y 2 + c = 0 La circonferenza passante per l'origine degli assi.
88
In tal caso, imponendo il passaggio della circonferenza generica x2 + y 2 + ax + by + c = 0 per l'origine degli assi O = (0, 0), si ottiene c = 0. La sua equazione, quindi, risulta essere
x2 + y 2 + ax + by = 0 La circonferenza con centro sull'asse delle y e passante per l'o-
Questo caso l'unione del primo e del quarto caso discussi in precedenza; sotto le condizioni imposte sia a che c devono essere nulli e l'equazione della circonferenza sar
x2 + y 2 + by = 0
89
Stavolta l'unione del secondo e del quarto caso, quindi si ha b = c = 0 . L'equazione della circonferenza sar
x2 + y 2 + ax = 0
8.3
La posizione della retta rispetto alla circonferenza si pu determinare sia confrontando la distanza dal centro con la misura del raggio che controllando il numero di intersezioni tra i due luoghi geometrici:
x2 + y 2 + ax + by + c = 0 a x + b y + c = 0
Applicando il metodo di sostituzione per risolvere il sistema, si ottiene un'equazione di secondo grado, della quale necessario considerare il determinante , il cui valore stabilisce la posizione della retta rispetto alla circonferenza.
90
In tal caso:
la circonferenza e la retta non hanno alcun punto in comune; la distanza tra la retta e il centro della circonferenza maggiore del raggio. < 0 : il sistema non ammette soluzioni.
In tal caso:
la circonferenza e la retta hanno un solo punto in comune; la distanza tra la retta e il centro della circonferenza uguale al raggio. = 0 : il sistema ammette due soluzioni reali e coincidenti.
Retta secante la circonferenza.
91
In tal caso:
la circonferenza e la retta hanno due punti in comune; la distanza tra la retta e il centro della circonferenza minore del raggio. > 0 : il sistema ammette due soluzioni reali e distinte.
detto C il centro della circonferenza e P il punto di tangenza, si cerca una retta passante per P perpendicolare al raggio CP ; si utilizza la regola dello sdoppiamento: se P ha coordinate (x0 , y0 ) , la retta cercata ha equazione:
xx0 + yy0 + a x + x0 y + y0 +b +c=0 2 2
8.4
Circonferenze secanti.
In tal caso:
le circonferenze hanno due punti in comune; la distanza tra i due centri minore della somma dei due raggi.
Circonferenze tangenti esternamente.
In tal caso:
le circonferenze hanno un solo punto in comune; la distanza tra i due centri uguale alla somma dei due raggi.
Circonferenze tangenti internamente.
93
In tal caso:
le circonferenze hanno un solo punto in comune; la distanza tra i due centri uguale al modulo della dierenza dei due raggi.
Circonferenze esterne.
In tal caso:
le circonferenze non hanno alcun punto in comune; la distanza tra i due centri maggiore della somma dei due raggi.
Circonferenze interne.
In tal caso:
le circonferenze non hanno alcun punto in comune; la distanza tra i due centri minore della dierenza dei due raggi.
Circonferenze concentriche.
94
In tal caso:
le circonferenze non hanno alcun punto in comune; le circonferenze hanno lo stesso centro.
Per stabilire la posizione reciproca di due circonferenze, si pu anche determinare il numero dei loro punti d'intersezione. Per trovare tali punti bisogna risolvere il sistema costituito dalle equazioni delle due circonferenze:
x2 + y 2 + ax + by + c = 0 x2 + y 2 + a x + b y + c = 0
Se le circonferenze non sono concentriche, a e a sono diversi, cos come b e b , e si pu applicare il metodo di riduzione sottraendo membro a membro le due equazioni. Si ottiene cos la retta:
(a a )x + (b b )y + c c = 0
Questa retta chiamata asse radicale . Nel caso di due circonferenze secanti / tangenti, essa la retta perpendicolare alla congiungente i due raggi e passante per i punti / punto di contatto delle due circonferenze. Nota l'equazione dell'asse radicale, si possono trovare i punti di contatto tra le due circonferenze anche risolvendo il sistema costituito da una qualsiasi delle due circonferenze e l'asse radicale. 95
8.5
Applicazioni
Vediamo le situazioni che potremmo dover arontare. 1. Conoscendo centro e raggio. In tal caso, per trovare l'equazione della circonferenza, si pu imporre che il generico punto del piano disti r dal centro, oppure si possono usare le formule opportune per trovare i valori di a, b e c .
2. Conoscendo gli estremi di un diametro. In questo caso si pu trovare il centro come punto medio del segmento e il raggio come semidistanza tra i due punti.
96
Un metodo alternativo quello di mettere a sistema tre equazioni, le prime due imponendo che gli estremi del diametro appartengano alla circonferenza, e la terza equazione a scelta esprimendo un'informazione sul centro o sul raggio. 3. Conoscendo il centro della circonferenza e un punto appartenente ad essa. In questo caso si pu ricavare il raggio come distanza tra il centro e tale punto e poi scrivere l'equazione, conoscendo centro e raggio.
97
Anche in questo caso vi il metodo alternativo di risolvere un sistema, stavolta di due equazioni: una che deriva dalle coordinate del centro e una dalla condizione di appartenenza del punto dato alla circonferenza. 4. Conoscendo due punti appartenenti alla circonferenza e la retta a cui appartiene il centro appartenente. In tal caso, si pu intersecare la retta cui appartiene il centro con l'asse del segmento avente per estremi i due punti di passaggio e si individua cos il centro. La sua distanza da uno dei due punti il raggio.
5. Conoscendo il centro e una retta tangente alla circonferenza. In questo caso la distanza tra retta e centro pari al raggio e ci riporta sempre nel primo caso. possibile mettere a sistema le condizioni espresse dal centro con la nullit del determinante dell'equazione risolvente del sistema costituito dalla tangente e dalla circonferenza generica.
98
6. Conoscendo tre punti appartenenti alla circonferenza. Oltre al sistema con le tre equazioni che esprimono il passaggio per i punti, si potrebbe trovare il centro intersecando due assi a scelta tra quelli dei tre segmenti formati dai tre punti, ricavando quindi il raggio.
8.6
Fasci di circonferenze
99
e due numeri reali non entrambi nulli p e q , si dice combinazione lineare delle equazioni la forma:
p (x2 + y 2 + ax + by + c) + q (x2 + y 2 + a x + b y + c ) = 0
con il vantaggio di avere un parametro in meno e con il piccolo svantaggio di non poter pi ottenere la seconda circonferenza. Date due circonferenze generatrici di equazioni x2 + y 2 + ax + by + c = 0 e x2 + y 2 + a x + b y + c = 0, e un parametro reale k, si dice fascio di circonferenze l'insieme delle curve aventi equazione
x2 + y 2 + ax + by + c + k (x2 + y 2 + a x + b y + c ) = 0
Notiamo che per k = 1, se le due generatrici non sono concentriche, spariscono i termini di secondo grado e rimane una retta; questa retta, che fa parte del fascio, l'asse radicale.
Se le due generatrici hanno due punti in comune, questi sono detti punti base del fascio e tutte le curve del fascio, compreso l'asse radicale, passano per questi punti.
100
Se le due generatrici hanno un solo punto in comune, questo detto punto base del fascio e tutte le curve del fascio, compreso l'asse radicale, passano per questo punto.
Se le due generatrici non hanno punti in comune l'asse radicale esterno a tutte le circonferenze.
Se le due generatrici sono concentriche, non ci sono punti in comune e l'asse radicale non esiste.
101
Esempio: Trovare la circonferenza passante per i punti A = (0, 1) e B = (1, 0) e avente centro sulla retta r : y = x + 1. Soluzione.
Cerchiamo una circonferenza del tipo: x2 + y 2 + ax + by + c = 0 . Poich il centro appartiene alla retta r, le sue coordinate generiche sono C = (x, x + 1), quindi risulta che
a = x 2 = b a = + 1 2 2 ossia abbiamo ottenuto una relazione tra a e b. Mettiamo a sistema tale a = x 2 b = x + 1 2
102
Capitolo 9
La parabola
l'angolo di apertura del cono; l'angolo che il piano secante forma con l'asse di rotazione del cono.
Vista come conica, la parabola la linea che si forma intersecando la supercie conica con un piano inclinato di un angolo = .
103
Se il piano passa per il vertice, la parabola verr detta degenere e risulter, quindi, costituita da due rette coincidenti. In quanto luogo geometrico, invece, la parabola il luogo dei punti del piano equidistanti da un punto assegnato, detto fuoco, e da una retta ssa, detta direttrice. Partendo da questa denizione e chiamando F il fuoco e d la direttrice, per ottenere l'equazione della parabola basta imporre che il generico punto P del piano sia equidistante da F e da d. Consideriamo un caso molto particolare: una parabola avente il fuoco sull'asse y , la direttrice parallela all'asse x e l'origine degli assi equidistante da entrambi.
104
Operando poi una generica traslazione della curva e ridenendo i coecienti, si giunge all'equazione di una generica parabola:
y = ax2 + bx + c
Analizziamo ora gli elementi notevoli della parabola e le loro equazioni, in relazione al caso di parabola con direttrice parallela all'asse delle y di equazione generale y = ax2 + bx + c. Poniamo = b2 4ac.
Concavit:
105
Direttrice : ha equazione y =
1+ ; 4a b ; 2a
Vertice: ha coordinate V =
Consideriamo ora il caso in cui la direttrice sia parallela all'asse x e vediamo come diventano le varie formule in questa circostanza.
Equazione : x = ay 2 + by + c ; Concavit:
106
Direttrice : ha equazione x =
Vertice: ha coordinate V =
9.1
La parabola ha il vertice coincidente con l'origine degli assi. In tal caso b = 0 e c = 0, e l'equazione della parabola :
y = ax2
107
La parabola passa per l'origine degli assi, quindi il punto O = (0, 0) soddisfa l'equazione. In tal caso c = 0 e l'equazione della parabola diventa:
y = ax2 + bx
La parabola ha una sola intersezione con l'asse x , quindi = 0 e l'ascissa del punto di intersezione si ottiene come unica soluzione dell'equazione di secondo grado.
La parabola ha due intersezioni con l'asse x , quindi > 0 e le ascisse dei punti di intersezione si ottengono come soluzioni dell'equazione di secondo grado.
108
La parabola non ha alcuna intersezione con l'asse x , quindi < 0 e l'equazione di secondo grado non ha soluzioni.
9.2
Rette tangenti
109
equazioni;
trovare l'equazione risolvente di secondo grado e porre il suo determi-
trovati nell'equazione del fascio. Se il punto appartiene alla parabola, si applica la regola dello sdoppiamento:
y + y0 x + x0 = axx0 + b +c 2 2
110
9.3
Applicazioni
Calcolare l'equazione della parabola con fuoco F = (1, 2) e vertice V = (1, 1).
Soluzione.
1 b= 2 c = 5 4
1 5 1 = y = x2 x + 4 2 4
111
1 11 , 2 4
e direttrice
Soluzione.
= y = x2 x + 3
112
Esempio 3 : Caso in cui siano noti tre punti appartenenti alla parabola.
Calcolare l'equazione della parabola passante per i punti A = (0, 5), B = (1, 6), C = (3, 2).
Soluzione.
Imponiamo il passaggio della generica parabola y = ax2 + bx + c per i tre punti assegnati
5=c 6=a+b+c 2 = 9a + 3b + c c=5 = b=2 a = 1
= y = x2 + 2x + 5
113
Esempio 4 : Caso in cui siano noti due punti appartenenti alla curva ed il suo asse di simmetria.
Calcolare l'equazione della parabola passante per i punti A = (2, 7), B = (2, 9) e avente asse di simmetria x = 4 .
Soluzione.
Imponiamo il passaggio della generica parabola y = ax2 + bx + c per i due punti assegnati e poi sfruttiamo l'equazione dell'asse.
7 = 4a 2b + c 9 = 4 a + 2b + c b = 4 2a 1 a= 2 = b=4 c = 1
1 = y = x2 + 4x 1 2
114
Esempio 5 : Caso in cui siano noti un punto appartenente alla parabola ed il suo vertice.
Calcolare l'equazione della parabola passante per il punto A = (1, 0) e 1 1 . avente vertice V = ,
2 2
Soluzione.
Imponiamo il passaggio della generica parabola y = ax2 + bx + c per il punto assegnato e poi sfruttiamo le condizioni sulle coordinate del vertice.
0=ab+c b 1 = 2a 2 b2 + 4ac 1 = 4a 2 9 a= 2 9 = b= 2 c = 9 a=0 b=0 c = 0
9 9 = y = x2 + x + 9 2 2
115
Esempio 6 : Caso in cui siano noti due punti appartenenti alla parabola ed una retta tangente ad essa.
Calcolare l'equazione della parabola passante per i punti A = (0, 3), B = (1, 5) e tangente alla retta y = 2x + 1 .
Soluzione.
A questo punto, le tre condizioni da imporre sono il passaggio per i due punti assegnati e che il determinante trovato sia nullo.
(b 2)2 4a(c 1) = 0 3=c 5 = a + b + c a=0 = b=2 c = 3 a=8 b = 6 c = 3
Passiamo ora a risolvere altri problemi inerenti alla parabola; in particolare, aronteremo problemi in cui, data l'equazione della parabola, si chiede di determinare alcuni suoi elementi oppure alcune relazioni con altri enti geometrici legati ad essa. 116
Esempio 7:
b 1 14 , = 2, 2a 4a 4
3 = F = (2, ) ; 4
Direttrice: y = Asse: x =
1+ 1+4 5 = = y = ; 4a 4 4
b = x = 2 . 2a
117
Esempio 8:
Mettiamo a sistema le due equazioni e, per sottrazione, ricaviamone una di secondo grado, di cui calcoliamo il determinante.
y = x 2 y = x2 + 2x + 1 = x2 x 3 = 0
= 1 + 12 = 13 > 0
L'equazione ammette due soluzioni distinte, quindi la retta secante la parabola. Calcolando le due soluzioni del sistema si determinano i punti di intersezione:
x 1 2 13 1 + 13 x 1 = 2 = 3 + 13 y = 1 2 1 13 x 2 = 2 3 13 y = 2 2
1 ,2
y = x 2
118
Esempio 8:
Calcolare l'equazione della retta parallela alla bisettrice del primo e terzo quadrante e tangente la parabola y = x2 3x + 2.
Soluzione.
La retta bisettrice del primo e terzo quadrante ha equazione y = x, quindi il fascio di rette parallele a essa : y = x + k. Intersechiamo il fascio di rette con la parabola e chiediamo che ci sia una sola soluzione, imponendo che il determinante dell'equazione risolvente sia nullo.
y = x + k y = x2 3x + 2 = x2 4x + 2 k = 0
= 16 4(2 k ) = 8 + 4k = 0 = k = 2
Un particolare problema che si incontra nello studio della parabola, il calcolo dell'area del cosiddetto segmento parabolico.
Denizione 9.1 (SEGMENTO PARABOLICO).
Data una retta secante la parabola in due punti A e B , la parte di piano compresa tra il segmento AB e l'arco di parabola AB detto segmento parabolico. Per determinare l'area del segmento parabolico bisogna: 119
za tra due punti, calcolare la misura di due lati del rettangolo ABB A ;
calcolare l'area del rettangolo ABB A ; l'area del segmento parabolico 2 i dell'area del rettangolo. 3
120
Capitolo 10
L'ellisse
Sia l'angolo di apertura del cono; sia l'angolo che il piano secante forma con l'asse di rotazione del cono.
Si denisce ellisse la linea chiusa che si forma intersecando la supercie conica con un piano inclinato di un angolo > .
121
non parallelo a nessuna generatrice; interseca una sola falda della supercie conica.
Inoltre, se il piano passa per il vertice, l'ellisse viene detta degenere e si riduce a un punto. Come luogo geometrico, l' ellisse il luogo dei punti del piano tali che la somma delle loro distanze da due punti ssi, detti fuochi, costante.
Consideriamo l'ellisse avente fuochi sull'asse x e simmetrici rispetto all'origine degli assi. Chiamando F1 = (c, 0) e F2 = (c, 0) i fuochi, per ottenere l'equazione dell'ellisse basta imporre per ogni generico punto P = (x, y ), la quantit P F1 + P F2 sia costante. Se poniamo il valore della costante uguale a 2a, otteniamo la seguente formula:
(x + c)2 + y 2 + (x c)2 + y 2 = 2a
x2 y 2 + 2 =1 a2 b
Analizziamo gli elementi notevoli dell'ellisse e le loro equazioni in relazione a quella della conica.
sono sull'asse y e a2 c2 = b2 .
Fuochi: indicati in gura con F1 e F2 , i fuochi hanno coordinate F1,2 = (c, 0) Vertici: sono quattro e sono dati dall'intersezione dell'ellisse con gli
assi cartesiani
A1,2 = (a, 0) ; B1,2 = (0, b) Assi: i segmenti B1 B2 e A1 A2 sono detti rispettivamente asse minore
Osservazione: la misura a del semiasse maggiore anche uguale alla misura del segmento F2 B2 .
In un'ellisse il rapporto tra la distanza focale, ovvero la distanza tra i due fuochi, e l'asse maggiore detto eccentricit.
2c c e= = = 2a a a2 b 2 a = 0 < e < 1
a=b e=0
124
0<b<a 0<e<1
e0
10.1
Rette tangenti
La pi semplice forma di rette tangenti ad un'ellisse costituita dalle rette parallele agli assi coordinati. Dall'equazione dell'ellisse, infatti, si possono trovare facilmente le coordinate dei vertici. Trattandosi di tangenti parallele agli assi, le loro equazioni saranno quindi:
125
y = b ; y=b; x = a ; x=a.
Passiamo ora al caso pi generale. Da un punto del piano si possono tracciare due tangenti alla curva se il punto esterno all'ellisse, se ne pu tracciare una sola se appartenente alla curva, mentre se interno non si possono tracciare tangenti. Per determinare le equazioni delle tangenti bisogna:
126
il valori o i valori nell'equazione del fascio. Se il punto appartiene all'ellisse, si pu usare la regola dello sdoppiamento:
xx0 yy0 + 2 =1 a2 b
10.2
Applicazioni
127
Esempio : conoscendo fuoco e vertici. Calcolare l'equazione dell'ellisse con un fuoco F = (2, 0) e vertice V = (5, 0). Soluzione.
L'ascissa del fuoco ci dice che: c = 2 . L'ascissa del vertice ci dice che: a = 5 . Sappiamo che vale la relazione c2 = a2 b2 = b2 = 25 4 = 21 Quindi, l'equazione dell'ellisse risulta essere:
x2 y 2 + =1 25 21
Osservazioni:
nulla cambia se noto un vertice dell'asse y ; se sono noti due vertici, uno sull'asse x e uno sull'asse y , si hanno
direttamente a e b.
128
Esempio : conoscendo un fuoco e un punto di passaggio. Calcolare l'equazione dell'ellisse con un fuoco F = (3, 0) e passante per il punto P = (0, 1) . Soluzione.
L'ascissa del fuoco ci dice che: c = 3 . 0 1 Imponiamo il passaggio per il punto P : 2 + 2 = 1. a b A questo punto ci manca una terza equazione, che possiamo trovare nella relazione c2 = a2 b2 . Quindi, mettiamo a sistema le tre condizioni:
c=3 1 =1 2 b 2 c = a2 b 2 a2 = 10 = b2 = 1 c = 3
129
Esempio : conoscendo l'eccentricit e un punto di passaggio. Calcolare l'equazione dell'ellisse passante per il punto A = ( 3, 2) e con
eccentricit e =
Soluzione.
6 . 3
Stavolta dobbiamo imporre un sistema nelle sole incognite a e b, sfruttando il passaggio per il punto e il valore dell'eccentricit.
3 2 2 + 2 =1 a b 2 b2 a 6 = a 3 a2 = 9 = b 2 = 3
130
21 2
Soluzione.
Imponiamo il sistema due equazioni due incognite, sfruttando il passaggio per i due punti.
1 + a2 2 + a2 21 =1 4b2 18 =1 4b2
131
3 . 2
Imponiamo il sistema tre equazioni tre incognite, sfruttando l'ascissa del fuoco, il valore dell'eccentricit e la relazione generale.
c=3 c 3 = a 2 a2 = b 2 + c 2 a = 2 3 b2 = 3c = 3
132
Esempio : conoscendo un punto appartenente e una retta tangente. Calcolare l'equazione dell'ellisse tangente alla retta x + 4 3y 8 = 0 e pas
3 2
u =
1 16
v = 1
133
Capitolo 11
L'iperbole
In qualit di conica,l' iperbole la linea che si forma intersecando la supercie conica con un piano inclinato di un angolo < .
bene osservare che il piano interseca entrambe le falde della supercie conica, quindi la conica costituita da due diverse curve, dette rami dell'iperbole. Se il piano passa per il vertice, esso taglier il cono lungo due sue generatrici; l'iperbole verr quindi detta degenere e risulter costituita da due rette incidenti. 134
In quanto luogo geometrico, inne, l' iperbole il luogo geometrico dei punti del piano per i quali costante la dierenza delle distanze da due punti ssati, detti fuochi.
11.1
L'equazione di un'iperbole, i cui fuochi appartengono all'asse x e sono simmetrici rispetto all'asse y ,
x2 y 2 2 =1 a2 b
Essa detta equazione canonica o normale. Le coordinate dei fuochi sono F1 = (c, 0) e F2 = (c, 0), dove c2 a2 = b2 , quindi a < c . La quantit c detta semidistanza focale. 135
Deniamo ora i vertici di un'iperbole. I vertici reali di un'iperbole avente i fuochi sull'asse x sono i due punti d'intersezione tra la conica e l'asse x. Si chiama asse trasverso la retta che congiunge i vertici A1 e A2 dell'iperbole. Quindi, nel caso di un'iperbole con i fuochi sull'asse delle x, ossia di equazione
x2 y 2 2 = 1 , l'asse trasverso proprio l'asse x e i suoi vertici reali sono i a2 b punti A1 = (a, 0) e A2 = (a, 0).
Inoltre, si deniscono i vertici non reali dell'iperbole B1 = (0, b) e B2 = (0, b) e la retta passante per tali punti detta asse non trasverso. importante sottolineare che i vertici non reali non rappresentano l'intersezione dell'iperbole con l'asse delle y , dato che tale conica non incontra mai l'asse delle ordinate. 136
I vertici A1 e A2 sono i punti d'intersezione dell'iperbole con l'asse x, ovvero le soluzioni del sistema:
2 2 x y = 1 16 9 y = 0 = x = 4 y = 0
Come nel caso dell'ellisse, anche per l'iperbole denita l'eccentricit, ma in maniera diversa.
Denizione 11.1 (ECCENTRICIT).
L'eccentricit di un'iperbole il rapporto tra la distanza focale e la lunghezza dell'asse traverso. L'eccentricit di un'iperbole un valore maggiore di 1 e si indica con e :
e= c >1 a
137
c e= = a
a2 + b 2 = a
11.2
In modo analogo a quanto detto per l'iperbole con i fuochi sull'asse x, si procede per l'iperbole con i fuochi sull'asse y .
L'equazione canonica di un'iperbole, i cui fuochi appartengono all'asse y e sono simmetrici rispetto all'asse x,
x2 y 2 2 = 1 a2 b
138
Le coordinate dei fuochi sono F1 = (0, c) e F2 = (0, c), dove c2 b2 = a2 , quindi b < c . I vertici reali di un'iperbole avente i fuochi sull'asse y sono i due punti d'intersezione tra la conica e l'asse y , ovvero:
B1 = (0, b) ; B2 = (0, b)
l' asse trasverso l'asse y . I vertici non reali dell'iperbole, in tal caso, sono i punti A1 = (a, 0) e A2 = (a, 0) e l'asse non trasverso l'asse x.
139
140
11.3
Asintoti
Gli asintoti sono le rette a cui si avvicinano indenitamente i rami dell'iperbole senza mai toccarli. Essi si possono anche denire come le tangenti all'iperbole all'innito. Gli asintoti di un'iperbole sono le rette di equazione:
b y= x a
141
Esempio.
Iperbole: x2 y 2 = 1 = a = 4 ; b = 3 16 9 3 4
Asintoti: y = x
Iperbole: x2 y 2 = 1 = a = 2 ; b = 4 4 16 4 2
Asintoti: y = x = 2x
11.4
Posizioni retta-iperbole
Enunciamo ora le quattro possibili posizioni che una retta pu assumere rispetto ad un'iperbole, mostrando le rispettive gure. 1. Un'iperbole e una retta possono essere secanti in due punti P e Q.
142
3. Una retta pu essere esterna all'iperbole e non avere punti in comune con essa.
143
della conica;
si eseguono i calcoli per giungere ad un'equazione risolvente di secondo
144
se m1 = m2 = esistono due rette tangenti ed il punto P = (x0 , y0 ) interno all'iperbole; se m1 = m2 = esiste una retta tangente ed il punto P = (x0 , y0 ) appartiene all'iperbole; se m1 , m2 non sono numeri reali = non esistono rette tangenti e il punto interno all'iperbole.
sostituire i valori m1 , m2 , se numeri reali, nell'equazione del fascio.
145
9 y = mx m 5 2 x 4y 2 = 9
dell'equazione risolvente:
5 = (180m2 )2 25(1 4m2 )(9)(36m2 + 25) = m = 4 8 Le due tangenti all'iperbole passanti per P sono: y= 5 9 x 8 5 ; y= 5 9 x 8 5
11.5
Iperbole equilatera
146
147
Esiste poi un particolare tipo di iperbole equilatera, quella relativa agli asintoti.
Denizione 11.3 (IPERBOLE EQUILATERA).
L'iperbole equilatera relativa agli asintoti quella relativa ad un nuovo sistema di riferimento avente come assi gli asintoti dell'iperbole.
148
Cambiando, dunque, il sistema di riferimento, l'equazione dell'iperbole relativa agli asintoti si pu scrivere :
xy = k
con k costante positiva o negativa. Questa equazione indica che tra le variabili x e y c' una proporzionalit inversa; k rappresenta la costante di proporzionalit. Gli assi di simmetria dell'iperbole equilatera riferita agli asintoti sono le bisettrici dei quadranti e, quindi, i fuochi e i vertici appartengono ad una delle due bisettrici, che risulter quindi asse trasverso della conica.
Un'iperbole equilatera che ha gli asintoti paralleli agli assi cartesiani ha un'equazione del tipo:
y= ax + b cx + d c = 0 ; ad bc = 0
d a C= , c c
149
11.6
Applicazioni
Impareremo ora ad utilizzare le propriet dell'iperbole. Poich nell'equazione dell'iperbole sono presenti due coecienti a e b, per determinarla occorrono due condizioni sull'iperbole. Conoscendo, dunque, due condizioni si pu impostare un sistema di due equazioni in due incognite a e b; vediamo una serie di esempi di casi possibili.
150
Esempio: conoscendo un fuoco e un punto appartenente all'iperbole. Calcolare l'equazione dell'iperbole avente fuoco F = ( 5, 0) e passante per
,1 . il punto P = 2 Soluzione: Si osservi che il fuoco si trova sull'asse delle x. Ricordiamo che un fuoco di un'iperbole giacente sull'asse x ha coordinate F = (c, 0), da cui c = 5. 5
Inoltre, ricordando che per un'iperbole vale la relazione c2 = a2 + b2 , poich c2 = 5, ne consegue che a2 + b2 = 5. Quest'ultima equazione deriva dalla condizione relativa al fuoco.
Consideriamo ora la condizione secondo cui il punto P = , 1 appartiene 2 all'iperbole; sostituendo, dunque, le coordinate del punto P nell'equazione generica dell'iperbole si ha:
1 5 2 =1 2 4a b
151
Esempio: conoscendo un vertice non reale e l'eccentricit dell'iperbole. Calcolare l'equazione dell'iperbole avente vertice non reale V = (2, 0) ed
3 5
Inoltre, dalle coordinate del vertice V = (2, 0) otteniamo a = 2 = c2 = a2 + b2 = 4 + b2 . Mettendo a sistema le due condizioni otteniamo il sistema:
3 5 c = b 5 c2 = 4 + b2 b 2 = 5 = c = 3
152
Esempio: conoscendo un fuoco e un asintoto dell'iperbole. Calcolare l'equazione dell'iperbole avente fuoco F = (5, 0) ed asintoto
y=
2 x. 3
c2 = 25
b a
b a
2 3
153
Esempio: conoscendo un vertice reale e una retta tangente all'iperbole. Calcolare l'equazione dell'iperbole avente vertice reale V = (2, 0) e tangente 2x 3y 2 = 0 . Soluzione: Dalle coordinate del vertice deduciamo: a = 2 , quindi l'iperbole avr equazione:
x2 y 2 2 =1 4 b
Mettiamo a sistema l'equazione dell'iperbole con quella della retta tangente ad essa:
2 x y2 2 =1 4 b 2x 3y 2 = 0
Impariamo ora a risolvere alcuni problemi generali sull'iperbole, utilizzando le denizioni di iperbole, di fuochi, di vertici, di asintoti per risolvere tali problemi.
154
Esempio. Dati i punti F1 = ( 3, 0) e F2 = ( 3, 0), determinare il luogo geometrico dei punti P del piano tali che
|P F1 P F2 | = 2
Soluzione: Considerato il generico punto P = (x, y ), consideriamo la sua distanza dai punti F1 e F2 :
P F1 = (x + 3)2 + y 2 P F2 = (x 3)2 + y 2
(x +
3)2 + y 2 = 3)2 + y 2 =
(x
3)2 + y 2 + 2 3)2 + y 2 2
(x +
(x
(x +
(x +
3x 1 =
(x
3)2 + y 2
3x 1 =
(x
3)2 + y 2
155
Esempio. Determinare l'equazione dell'iperbole con i fuochi sull'asse x e passante per i punti P = ( 3, 1) e Q = ( 6, 3). Soluzione: x2 y 2 Nella generica equazione dell'iperbole 2 2 = 1, imponiamo il passaggio a b per i punti P e Q. Otteniamo quindi il sistema:
3 2 a 6 a2 1 =1 b2 9 =1 b2 3b2 a2 = a2 b2 = 6b2 9a2 = a2 b2
L'iperbole cercata :
8 2 y2 x =1 21 7
156
Esempio. Determinare l'equazione dell'iperbole con i fuochi sull'asse y e passante per i punti P = ( 3, 1) e Q = ( 6, 3). Soluzione: x2 y 2 Nella generica equazione dell'iperbole 2 2 = 1, imponiamo il passaga b gio per i punti P e Q. Otteniamo quindi il sistema:
3 2 a 6 a2 1 = 1 b2 9 = 1 b2 3b2 a2 = a2 b2 = 6b2 9a2 = a2 b2
Le soluzioni ottenute sono, ovviamente, non accettabili, quindi l'iperbole cercata non esiste.
157
Esempio. Individuare gli asintoti dell'iperbole x2 y 2 = 9 . Scrivere poi l'equazione dell'iperbole ottenuta ruotando il graco dell'iperbole precedente di 45 in senso antiorario intorno all'origine degli assi. Soluzione: L'iperbole data equilatera, dato che nella sua equazione a = b. In tal caso gli asintoti sono le bisettrici dei quadranti, ovvero:
a y = x = y = x b
Per la seconda parte dell'esercizio, osserviamo che ruotando il graco di 45 in senso antiorario, si ha che:
gli asintoti dell'iperbole coincidono con gli assi del piano cartesiano; l'iperbole equilatera avente come asintoti gli assi del piano cartesiano
ha equazione: xy = h . Per ottenere l'equazione in questo caso, ovvero il valore di h, applichiamo la regola per la rotazione ed otteniamo:
h= a2 2 = xy = 9 2
158
equazione x2 = 1 . 3 Soluzione: Consideriamo il sistema costituito dalle equazioni della retta e dell'iperbole:
y + x + 1 = 0 3x2 y 2 = 3 y = x 1 = x2 (3 1) 2x (3 + 1) = 0
y2
Determiniamo le soluzioni dell'equazione risolvente del sistema e, sostituendo i valori ottenuti nel sistema, otteniamo i punti di intersezione della retta con l'iperbole:
x2 ( 3 1) 2x ( 3 + 1) = 0 = = 1 + ( 3 1)( 3 + 1) = 3 4 1 3 = = x1 = 2 + 3 x2 = 1 31
x1,2
Dato che il sistema ammette due soluzioni, la retta e l'iperbole sono secanti nei punti:
A = (2 + 3, 3 3) ; B = (1, 0)
159