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Podgorica, i costi folli del Parlamento

Stipendi e rimborsi smisurati per i legislatori montenegrini che pesano enormemente sul bilancio pubblico di un Paese di appena 650.000 abitanti. 1,83 milioni di euro sottratti dal bilancio pubblico del Montenegro nel 2012 per finanziare le elefantiache spese del Parlamento di Podgorica: un dato agghiacciante che fa il paio con unaltra cifra siderale, 1,47 milioni, sborsata per pagare gli stipendi dei parlamentari, comprensivi di indennit, diaria, spese di viaggio e gettoni supplementari per il lavoro nelle Commissioni. Di cifre del genere, lultimo rapporto del Centro internazionale per leducazione civica (Cce), ripreso ampiamente dal quotidiano Vijesti, ne elenca un bel po: a stupire lassoluta discrepanza tra la popolazione totale del Montenegro (appena 650.000 abitanti), gli stipendi da fame percepiti mediamente nel Paese (circa 430 euro) e gli enormi capitali spesi per remunerare i legislatori del Paese. Del resto gli analisti del Cce sottolineano un altro punto fondamentale: il lavoro dei parlamentari, le loro attivit, i risultati ottenuti sono assolutamente sproporzionati rispetto alle pesanti buste paga percepite mensilmente; non c, inoltre, trasparenza riguardo alla comunicazione delle spese sostenute per ogni singola voce contenuta negli stipendi dei Parlamentari. Da tempo il governo montenegrino promette la pubblicazione di tutti i salari dei parlamentari (comprensivi di ogni voce) su internet, ma ancora nulla stato fatto al riguardo. Gli stipendi dei legislatori montenegrini non prevedono soltanto la remunerazione per il lavoro svolto, ossia lindennit, bens anche la diaria (parte della retribuzione che spetta come rimborso spese), i gettoni attribuiti per i lavori nelle Commissioni, e i rimborsi dei viaggi sia nazionali che esteri. I dieci parlamentari che hanno percepito lindennit pi elevata sono: Ranko Krivokapic ( 19.200), Radivoje Nikevi ( 18.518), Ljerka Dragicevic ( 18.248), Branko Radulovic ( 18.248), Neven Goovi ( 18.176), Rifat Rastoder ( 18.111), Novica Stanic ( 18.027) Branko Cavor ( 18.017), Miodrag Vukovic ( 17.954) e Velizar Kaludjerovi ( 17.843). Calcolando invece lo stipendio totale (comprensivo quindi di diaria, gettoni, viaggi nazionali ed esteri), i dieci legislatori pi ricchi sono: Ranko Krivokapic ( 34,809), Basil

Laloevi ( 31.011), Goran Danilovi (30.691 ), Ervin Spahic ( 30.352), Miodrag Vukovic ( 29.696), Dobrica Sljivacanin (27,396 ), Biancaneve Jonica ( 26.412), Lui krelja ( 26,123), Valentina epanovi ( 25.995) e Milutin Simovic (25.569). Come ricorda lanalisi del Cce, a pesare sulle casse pubbliche non sono tanto le indennit percepite dai parlamentari, quanto tutte le voci di contorno: benefici, rimborsi, gettoni e principalmente le spese di viaggio. Paradossalmente lanno scorso il Parlamento ha speso molto di pi per finanziare i viaggi in Montenegro, che le trasferte allestero. I dieci parlamentari che hanno percepito i maggiori rimborsi per i viaggi effettuati nel Paese sono: Dobrica Sljivacanin ( 6.872), Zoran Gospic ( 6.011), Vladimir eki ( 5.785), Husnija abovi ( 5.729), Lui krelja ( 5.249), Ervin Spahic ( 5.213), Fahrudin Hadrovi ( 5.155), Hidajeta Bajramspahic ( 5.154), Drago antri ( 4.750) e Samir Agovic (4277 ). I dieci legislatori, invece, che hanno incassato di pi per i loro viaggi allestero sono: Ranko Krivokapic ( 11.109), Goran Danilovi ( 9.181), Miodrag Vukovic (8576 ), Zoran Vukcevic ( 7.935 ), Valentina epanovi ( 7.035), Basil Laloevi ( 6.709), Snezana Jonica ( 5.716), Milutin Simovic ( 4.903) e Aleksandar Damjanovic (3431 ).

Bosnia, ancora boicottaggio


Prosegue il blocco delle istituzioni centrali bosniache da parte dei politici croati e serbi. Prosegue il boicottaggio delle istituzioni centrali bosniache da parte dei rappresentanti croati e serbi. La mancata partecipazione ai lavori stata spiegata in questi giorni dagli esponenti dei due popoli, tra cui il presidente della Repubblica Srpska, l'entit serba, Milorad Dodik, con la presunta mancanza di sicurezza dovuta alle manifestazioni in corso a Sarajevo. Lo stesso presidente del consiglio dei ministri bosniaco, il croato Vjekoslav Bevanda, ha dichiarato oggi al quotidiano "Glas Srpske" di non voler convocare le riunioni dell'esecutivo in quanto "ci potrebbe mettere in pericolo i membri del consiglio". Bevanda ha dichiarato che "in questo momento appare troppo rischioso mandare anche solo un uomo a

lavorare a Sarajevo" e pertanto "non esistono condizioni per le riunioni dell'esecutivo". Il presidente del consiglio dei ministri bosniaco ha sottolineato che nel Paese esistono strutture il cui lavoro quello di garantire la sicurezza e queste strutture devono dare delle garanzie affinch le riunioni possano riprendere. Bevanda ha detto che la seduta del Consiglio fiscale stata tenuta telefonicamente in quanto non possiamo permetterci di perdere quello che abbiamo ottenuto dal Fondo monetario internazionale (Fmi). Il politico croato ha anche commentato gli inviti dei manifestanti di Sarajevo a un suo arresto, dichiarando che "questo la dice lunga sul carattere 'pacifico' dei manifestanti, i quali hanno tentato di uccidermi, ma senza successo". Bevanda era presente nel momento del blocco della sede delle istituzioni centrali di Sarajevo da parte dei manifestanti, che ha avuto luogo gioved scorso, ed era tra i pochi che sono riusciti ad abbandonare, scortato, il palazzo in cui sono rimasti bloccati 1.500 impiegati del parlamento e delle istituzioni centrali e 250 cittadini stranieri. La manifestazione, organizzata per chiedere l'approvazione della nuova Legge sui codici fiscali, senza la quale i bambini nati in Bosnia dopo il mese di febbraio non sono in grado di ottenere documenti di viaggio, stata letta dai vertici della Repubblica Srpska come "un tentativo di linciaggio dei deputati parlamentari serbi". A quelle serbe si sono aggiunte in seguito osservazioni analoghe da parte dei rappresentanti croati. L'Unione democratica croata (Hdz) ha annunciato per primo di non intendere pi partecipare alle riunioni delle istituzioni centrali finch esse saranno tenute a Sarajevo. Gli esponenti del Partito socialdemocratico (Sdp, leader della maggioranza nell'entit musulmana e croata e partner nella maggioranza centrale) hanno invece auspicato nei giorni scorsi, in diverse occasioni, le elezioni anticipate come unica soluzione all'impasse politica. Il vice presidente dell'Sdp e ministro dei Trasporti bosniaco, Damir Hadzic, ha infatti dichiarato all'agenzia "Anadolu Balkans" che il suo schieramento " pronto ad andare subito alle elezioni parlamentari anticipate, visto che i cittadini desiderano cambiamenti". Il ministro Hadzic, di etnia bosniaca musulmana, ha invitato gli esponenti degli altri due popoli a "comportarsi in modo responsabile e svolgere il lavoro per cui sono stati pagati". Hadzic ha detto che l'integrit e il lavoro delle istituzioni centrali non devono essere messi in dubbio in alcun

modo". Secondo Hadzic, attualmente non in pericolo nessuno e ci sarebbero condizioni normali per lavorare. Inoltre, sostiene Hadzic, dichiarazioni legate a presunti pericoli a Sarajevo sono una scusa per "indebolire ulteriormente lo Stato bosniaco".

Rs-Gazprom, firmata la road map


stato siglato ieri a Banja Luka il piano per la realizzazione di progetti nel settore energetico sul territorio dellentit nell'ambito del progetto South Stream. Il presidente della Repubblica Srpska, l'entit serba della Bosnia, Milorad Dodik, e il vicepresidente del consiglio d'amministrazione della societ russa Gazprom, Aleksandar Medvedev, hanno firmato oggi a Banja Luka la road map per la realizzazione di progetti nel settore energetico sul territorio dellentit nell'ambito del progetto South Stream. Nel corso della conferenza stampa dopo lincontro, Dodik ha dichiarato di essere stato "informato del fatto che il prezzo del gas per la Bosnia-Erzegovina scender del 13 per cento in modo retroattivo, a partire dal primo marzo di quest'anno". Dodik ha sottolineato che "questo dimostra che Gazprom comprende la situazione di questo territorio". Nell'ambito del progetto "sono previste costruzioni congiunte di centrali termoelettriche alimentate a gas". Medvedev ha detto che "questo documento apre un nuovo livello di cooperazione tra la Russia e la Repubblica Srpska, ma anche con la Federazione di Bosnia ed Erzegovina, l'altra entit del paese. Medvedev ha inoltre evidenziato che il progetto gode del sostegno anche del governo centrale bosniaco. Dodik aveva incontrato ieri il responsabile della compagnia energetica russa, Leonid Cugunov, per tracciare unanalisi sulle attivit attuali e su quelle future legate alla costruzione del South Stream. Dodik, durante il colloquio, ha ribadito la disponibilit della Repubblica Srpska, le cui autorit forniranno i prerequisiti per garantire il successo del progetto.

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