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Thaci, statista o criminale?

Il New York Times ha pubblicato un lungo e approfondito ritratto sul primo ministro kosovaro dal passato ingombrante che ora, da uomo di Stato, vuole rifarsi una verginit politica Quando Hashim Thaci guidava la sanguinosa guerriglia dalle montagne del Kosovo contro la polizia e i paramilitari serbi, era cos abile a sfuggire alla cattura che i compagni di lotta lo soprannominarono il Serpente. Ma ora Thaci, attuale primo ministro del Kosovo ed ex comandante dellEsercito di liberazione nazionale (Kla), vuole essere ricordato soltanto come uno statista: del mese scorso il suo successo diplomatico pi importante, avendo accettato di stipulare un accordo di distensione e collaborazione con la Serbia, accolto in Europa e negli Stati Uniti come un trionfo della pace e della riconciliazione nella regione dopo le guerre balcaniche degli anni 1990 in cui hanno perso la vita 100.000 persone, quasi 10.000 solo in Kosovo. Grazie a questabile mossa giocata sullo scacchiere internazionale, Thaci stato ricevuto a Washington e Bruxelles come un salvatore dei Balcani e addirittura spuntata la notizia, assolutamente improbabile, di una sua candidatura al premio Nobel per la pace. Ma in Serbia il premier kosovaro viene tuttora considerato un criminale dallopinione pubblica e numerosi ex comandanti del Kla e diplomatici occidentali assicurano che durante la guerra del Kosovo del 98-99 fosse un capo spietato e temuto: del resto, secondo le accuse di Belgrado, avrebbe ordinato centinaia di arresti, omicidi e purghe all'interno dei ranghi dell'esercito ribelle. "La maggior parte dei serbi ritiene che Thaci sia un criminale di guerra impunito: in pratica incarna la doppia morale della giustizia del vincitore. - ha spiegato Ljiljana Smajlovic, presidente dellOrdine dei giornalisti serbi e uno dei pi noti editorialisti del Paese, al New York Times - naturale che egli voglia cancellare il suo passato, peraltro ogni criminale uscito indenne dalla guerra dellex Jugoslavia si reinventa come un liberaldemocratico". Durante lintervista concessa al prestigioso quotidiano statunitense - che sabato ne ha tracciato un lungo e approfondito ritratto - Thaci ha respinto con forza questi resoconti, sostenendo di aver combattuto una brutale guerra contro un nemico violento: "Ho sempre lottato dalla parte dei giusti e degli onesti,

liberando il mio popolo dalla tirannia contro un nemico spietato impegnato in un massiccio tentativo di genocidio", ha dichiarato il premier di Pristina. Eppure il passato continua a tormentarlo: in base a un rapporto del Consiglio d'Europa pubblicato nel 2012, lEsercito di liberazione nazionale del Kosovo, durante il periodo in cui fu diretto da Thaci, si finanziava prevalentemente mediante il controllo di una buona parte del traffico di eroina, cocaina, armi di contrabbando e persino organi umani. Secondo il documento, inoltre, il corpo armato sorto sulle ceneri del vecchio Uck (sciolto nel 1999 alla fine del conflitto) si sempre occupato di estorcere denaro agli uomini daffari sotto forma di supposte tasse per il governo autoproclamato da Thaci stesso: in pratica si tratta di unattivit di estorsione criminale per raccogliere il pizzo con metodi mafiosi. Thaci si scagliato contro il lavoro del Consiglio dEuropa definendolo spregevole e insulso, nonostante ad agosto del 2011 l'Unione Europea abbia istituito una task force ad hoc per indagare sulla veridicit di tali affermazioni, ma al momento il team assemblato dagli esperti comunitari non ha ancora pubblicato le sue conclusioni.

Banja Luka, tasse sulle importazioni?


Secondo lesecutivo serbo-bosniaco, applicare delle imposte sul commercio di carne, frutta e verdura risolleverebbe le sorti dei produttori della Bosnia Con un documento ufficiale inviato venerd scorso al ministero nazionale del Commercio estero, lesecutivo della Republika Srpska (lentit serba della Bosnia) ha chiesto ladozione di nuove tasse sulle importazioni di prodotti a base di carne, frutta, verdura in modo da proteggere lagricoltura nazionale. Mirko Sarovic, ministro bosniaco del Commercio estero, ha affermato che la richiesta arriver a breve sugli scranni del Consiglio dei ministri, il quale valuter presto la bont della mossa proposta da Banja Luka. Ho sempre sostenuto ogni iniziativa che favorisse la tutela della produzione nazionale e per questo sono daccordo con la proposta avanzata dalla Republika Srpska, ha dichiarato il ministro durante unintervista concessa al quotidiano Nezavisne Novine. Secondo

le intenzioni del governo serbo-bosniaco, il denaro raccolto dal pagamento delle imposte andrebbe trasferito alle due entit e al Distretto di Brcko e il nuovo regime fiscale non violerebbe alcun accordo internazionale siglato dalla Bosnia.

Srebrenica, donne malmenate: 8 feriti


Alcune donne denunciano di essere state picchiate dalla polizia bosniaca dopo avere sfondato un cordone di agenti Alcune donne hanno denunciato di essere state picchiate dalla polizia bosniaca dopo aver sfondato un cordone di agenti a Srebrenica riuscendo a entrare e deporre dei fiori nel magazzino di Kravice, dove i loro cari furono uccisi nel massacro del 1995. Secondo il quotidiano La Presse, la polizia serbo-bosniaca (Srebrenica si trova nella Repubblica serba di Bosnia) nega di avere utilizzato la forza, ma le vedove spiegano di essere state picchiate e che otto di loro sono rimaste ferite. Munira Subasic, che guidava il gruppo, dice di avere riportato lividi perch la polizia ha picchiato "con i gomiti e i piedi". Secondo la versione data dal capo della polizia serbo-bosniaca, Gojko Vasic, le donne non avevano il permesso di entrare nella struttura dal momento che si tratta di propriet privata ma hanno tagliato la recinzione per riuscire a introdursi. Il poliziotto sostiene inoltre che una delle donne abbia colpito un agente alla testa con il telefonino. L'11 luglio del 1995 le forze serbe invasero la citt di Srebrenica, nell'est della Bosnia, e uccisero oltre 8mila uomini e bambini bosniaci musulmani compiendo il 'massacro di Srebrenica', nota come la peggiore strage avvenuta in Europa dopo la seconda guerra mondiale. Circa mille delle vittime furono chiuse appunto nel magazzino di Kravice e freddate a colpi di arma da fuoco il 13 luglio. Alle famiglie non mai stato permesso di visitare il luogo del massacro. I corpi delle vittime di Srebrenica furono sepolti in fosse comuni, ma mesi dopo il massacro furono in parte spostati per nascondere l'accaduto e alcuni cadaveri vennero fatti a pezzi.

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