Sei sulla pagina 1di 2

audio

A di Lorenzo Ortolani

(foto Diego Ronzio)

Il Pendulum, di Pietro Pirelli

Uno spettacolo generato dalla logica, dagli algoritmi e dagli attori, in una interazione particolare tra la macchina scenica e i performer stessi, con il fine di rappresentare e rispettare lessenza della vita di Alan Turing: ricca, drammatica e complessa allo stesso tempo.

Multimedia Action
Turing - a staged case history
AGON un centro di produzione, ricerca e sperimentazione musicale, che rappresenta a Milano un punto di riferimento per la musica contemporanea e per la produzione artistica che utilizza come mezzo le tecnologie informatiche, elettroniche e genericamente multimediali. Tutta la produzione dello spettacolo Turing - a staged case history a cura di AGON. Dopo 23 anni di AGON, per la prima volta questo approccio di ricerca stato applicato anche in campo teatrale. Marchi ci spiega che la connessione tra la matematica e la scienza in questo spettacolo particolarmente vivida: gli strumenti interattivi e generativi sono i pi adatti a rappresentare teatralmente le teorie matematiche e scientifiche in questione e, con il palcoscenico illuminato, subito prima lo spettacolo, questo particolarmente evidente. Sei computer presenti on-stage, tutti connessi tra loro per la sincronia, di cui uno funge da master. In queste macchine molti software ben conosciuti nel mondo della produzione (musicale e video) digitale. Quindi Max/MSP, Processing, Ableton Live, Quartz Composer solo per citarne alcuni, oltre a qualche software realizzato ad hoc, come quello per la gestione delle cuelist. Presenti diversi sintetizzatori (tra cui un meraviglioso Buchla ed un EMI Synthi AKS), qualche spartito appoggiato sui tavoli e gli operatori, illuminati dalla luce fredda degli schermi LCD e da leggere incandescenze a pioggia. Un sistema audio immersivo, composto da numerosi diffusori, intorno la platea e anche dal soffitto. Vengono utilizzati tutti i diffusori presenti nel Teatro Studio, il teatro sperimentale del Piccolo Teatro di Milano, oltre numerosi diffusori d&b pi vari sub, a pavimento e sospesi (in tutto una trentina), per effetti speciali come il decollo di un bombardiere (con una efficace sensazione acustica dello staccarsi dal suolo) o i rumori di guerra. Incontriamo anche Pietro Pirelli, noto artista, musicista e performer, in questo caso presente sul palco nei panni di Kronos (divinit che rappresenta il tempo) che, riassumendo brevemente, controlla e scandisce il tempo dello spettacolo, fino a trovarsi faccia a faccia con Turing, durante una partita a scacchi. Particolarmente affascinante, tra le sue opere presenti, il laser pendulum, che genera suoni e variazioni luminose cangianti temporalmente tramite optosensori collegati ai computer e luce laser. Non racconteremo lo spettacolo cronologicamente, ma ci soffermeremo solo sui mezzi narrativi. Una enorme parte dello spettacolo pren-

A Staged Case History


A cento anni dalla nascita dello scienziato, uno dei padri dellinformatica, dopo ben tre anni di ricerca sui documenti storici, Maria Elisabetta Marelli (regista) in collaborazione con Agon realizza uno spettacolo che racconta la storia di Alan Turing, al Piccolo Teatro Studio di Milano. Ve ne parleremo con la preziosa collaborazione del prof. Massimo Marchi, uno dei fondatori di AGON, in questo caso alla direzione e implementazione informatico-tecnologica.

34 BACKSTAGE febbraio 2013

(foto Diego Ronzio)

(foto Diego Ronzio)

(foto Diego Ronzio)

Persone
progetto e regiaMaria Elisabetta Marelli musicheSandro Mussida,Pietro Pirelli,Giorgio Sancristoforo,Michele Tadini direzione implementazione informatico-tecnologicaMassimo Marchi regia del suonoHubert Westkemper video design e programmazioneStefano Polli design scenografia video e coordinamento videoClaudio Sinatti costumiRoberto uRban.0 Brancati laser pendulumPietro Pirelli,Gianpietro Grossi,Francesco Murano consulenza scientificaGiulio Giorello conAlessandro Bruni Ocaa(Alan Turing), Pietro Pirelli(Kronos) organoAntonio Frig live electronicsMassimo Marchi(direzione),Francesco Grani,Sandro Mussida, Giorgio Sancristoforo live videoStefano Polli e conNiccol Parodi(un uomo),Laila Fernandez/Federica Gelosa(una donna), allievi attori della Scuola del Piccolo ingegnerizzazione laser pendulumGianpietro Grossi motiongraphics e 3DDitroit programmazione videoDavide Molinaro programmazione audioFrancesco Grani,Antonello Raggi direzione di produzioneDalila Sena aiuto regiaDiego Ronzio assistente alla regiaJessica Cavallo assistente produzione videoDavide Valentino assistente costumiEleonora Terzi assistente organizzazioneFrancesco Vitale stage comunicazioneAlessandra Spadaro, Master Universit degli Studi Carlo Bo di Urbino sartoriaBrancato costumi teatrali acconciatureLola Dem Parrucchieri supporto tecnico audioAudio Sistemi supporto tecnico videoEletech sistemi video un particolare ringraziamento allemaestranzee agliuffici del Piccolo Teatro illustrazione fotografica del manifestoAndrea Piunti studio legaledAmmassa & Associati ufficio stampaCasi Umani Paola Conforti ufficio stampaMarco Guerini Comunicazione foto di scenaFederico Buscarino voci fuori scenaRoberto Carusi,Roberto Marelli,Francesco Paolo Salvi drammaturgiaMaria Elisabetta Marelli traduzione testiMassimo Marchi,Maria Elisabetta Marelli,Diego Ronzio adattamento testiMaria Elisabetta Marelli produzioneAGON www.turingcasehistory.net

de dai dati rilevati dai sensori, soprattutto sul protagonista, interpretato da Alessando Bruni Ocaa: cardiofrequenzimetro bluetooth, un sistema per lanalisi del respiro, Ms Kinect e optosensori sono alcuni dei generatori di variabili che in real-time contribuiscono alla creazione di musiche e immagini. Questi sensori permettono, ad esempio, linterazione con la colonna sonora e i video riprodotti negli schermi che compongono la scenografia, generando, di spettacolo in spettacolo, musiche e immagini differenti. Al centro della scena un basamento cilindrico, che nasconde, lato palco, il sensore Microsoft Kinect, utilizzato per la mappatura del corpo dellattore, che interagir con il suo stesso avatar proiettato sullo schermo alle sue spalle, a rappresentare la cura ormonale a cui Turing venne sottoposto nel 1952, a causa della sua omosessualit (illegale a quei tempi). Lalgoritmo, dopo la mappatura delle giunture dellattore, reagisce in base alla velocit dei movimenti, creando di volta in volta una sorta di aura nervosa che scompone la figura antropomorfa dellavatar. Alla destra ed alla sinistra del palcoscenico, due postazioni per i musicisti, generalmente seduti. Alle loro spalle, una serie di pannelli per la proiezione in una conformazione che ricorda, vagamente, un grande organo a canne (non a caso, proprio un organo verr proiettato). Tutti i contenuti/contributi non generati direttamente in scena sono documenti originali dellepoca, come ad esempio il suono della macchina Bombe (per la decodifica del codice Enigma), o quella di un bombardiere Lancaster. Oltre questo, nello spetta-

colo viene presentata una macchina per la cifratura della voce, una sorta di convertitore A/D, chiamata Delilah, documentata da Touring ma mai usata. Tutto il mix avviene su di un banco digitale Yamaha e un computer con interfaccia audio multicanale.

Conclusioni
Le note di regia, o il sito web (www.turingcasehistory.net) sono da consultare prima dello spettacolo. Un po come le medicine, ma il teatro almeno non fa male. Partiamo, per concludere, dal concetto di algoritmo generativo: questo non altro che una serie di equazioni matematiche che, reagendo con i risultati precedenti (ricorsivamente), evolve temporalmente; cos via, finch non interrompiamo levoluzione. Essendo dati numerici, possono essere manipolati per generare suoni, immagini, sensazioni. Ad esempio, nella scena che racconta ACE (Automatic Computing Engine) si parte da unonda quadra fino ad arrivare ad un organismo complesso sia a livello polifonico musicale che a livello timbrico sonoro. Morfogenesi, viene definita da Turing. Lipotesi della morfogenesi biologica era che i pattern biologici pi diffusi in natura (le spirali delle chiocciole, le macchie di leopardo, i pigmenti della pelle) si formassero con leggi riconducibili alla successione numerica descrivibile da equazioni. Questo processo (e molti altri), se non esplicitato in qualche modo (come nelle note nel foyer o come ho appena fatto io, o ancora meglio durante la scena, in maniera pi artistica), rischia di non essere compreso dallo spettatore, a dir la verit ci siamo ritrovati a discute-

re proprio di questo. Uno spettacolo del genere pi vicino allarte concettuale, dove lestetica e la percezione sono meno importanti dei concetti e delle idee che fondano lopera. Non certo una critica, ma una considerazione che spesso viene taciuta. Interessante, nel caso specifico, anche la bidirezionalit della recitazione, dove lattore non si esprime unidirezionalmente verso il pubblico, ma usa s stesso: una drammaturgia ricorsiva e interattiva.
RIPRODUZIONE RISERVATA

(foto Diego Ronzio)

febbraio 2013 BACKSTAGE 35

Potrebbero piacerti anche