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o4i
Research
Library,
Institute
http://www.archive.org/details/larchitetturagenOOvitr
L'ARCHITETTURA
GENERALE
IN
VITRUVIO
RIDOTTA
dell*
COMPENDIO
Scienze d Varigli
in
ed arricchita
di
Tavole
Rame.
OPERA
Tradotta da! Francefe , ed incontrata in quella Edizione col Tefto dell' Autore, e col
Commento
alla quale
e le
di
Monsig. Barbaro
in oltre fi aggiuntola
Tavola
IN
VENEZIA,
Cefi
MDCCXLYI.I.
>
fcJfiLLA
JACOPO CAMPELLI
NOBILE
DELLA CITTA' DI BELLUNO.
Giambattista Albrizzi
Q*
Gir,
\^J
ma
*N' occafwn
che
da gran tempo
>
nodrifco al di
un Opera
il
d>
Architetto
fecolo del
pi
5
celebre che
vivejje nel
buon
dell
guflo
Quefta
Compendio
? 3
cognizione
alla, let-
pur
gi confumata
il
ma
e
perch
la
quella conferai
nome
me-
ichiararfi.
fiafi
So ben
gi quanto Ella
a^vanz^ata in
la [celta copio-
tale Jorta
i fuj: jo
[a
Autori
Architetti
a Lei
;
raccolti
come an-
che a Lei obbligato fia il Pubblico per anjer Ella fatto incider in rame li
[uoi prootti (X Architettura delineati i
s\
bile
buon gufo
idea
e
y
mento
fn
letto
,
nome a
che
pi progetti Adaei
non che
,
alla
Lei et allora
frefca
in
un
quefla
che de
,
fuoi
meriti
la
menoma, parte
opportuna
fu
me
,
nella,
congiuntura
preferite
tro
t Architettura
>
che rende
un fre,
gio non
mo
la
fua gentile
Fifica
nelle
perfetta nelle
y
:
Matematiche
quali
in tutta,
affi-
$* efercita
duamente
e
profana
avanza
fua
Biblio-
e finalmente
Jinto
m una forillufire^
tuna
avvantaggiata ed
ci
Cavalier Criftiano. * 4
Dopo il merito di quefli ed altri Perfonali fuoi fregi > quanti non ne ha Ella ancora fortito dalla natura come /' antico illujre natale > che lo
rende Nobile,
di-
una
cofpicua Citt
dalla quale fi fon ^veduti ufcire tanti ZJ omini illuflri , o per Itiafcita , o
per
Armi y
o per
i
Letteratura
ficchi
non insidia
Domi-
nante: o l'affluenza di una fortuna , che diffonde/i largamente a ogni condizione di Perfone in opere di piet
di beneficenza e di jplendidezjj^
il
a Polveri
della
Citt di
Ve-
nezia,
rtjcuote
ancora un'iterfalmente
,
e la
pm
tenera ricordanza
potendoj
dir con
giuftizja
non ejjewi flato alcun Ponjsro o Luogo Pio in quefla s gran Metropoli , che non ne abbia rifen*
tito
Joccorfi
confiderabili
ancora
-per
l erudite
to
flampate
>
fana
[u
.
che
lo
mettono al rango de
colti
fin eleganti
Letterati dell et
dicenja
flima che fi proccura a pi gran pregio cgU ingegno y e colle Perfonali fue doti Refla
la
.
folo che
io
fua moqueflo
y
deflia
lodi
fa-
pendo
ritarle
IU
ha pi a
;
cuore di
la
me-
che di udirle
e che
fua in-
nata
affabilit fi degni
accoglier fotte
il
fuo Patrocinio
la preferito
,
queft'
Optra
me
col
che
gli
umiliandomi
e
pi
delia
mia
PREFAZIONE
Del Traduttore.
truvio
chitettura
che ne
fecali
paflati
nella
noftra
Italia foriffero ; poich l'Opere Tue tante volte ristampate e in lingua latina , e in lingua volgare , e da pi iblimi ingegni commentate lo hanno dato chiaramente a conofcere Anche la Francia nel fecolo paliate ce ne ha dato un vero teflimonio della Tua grande eftimazione per quello celebre Autore , avendo Traduzione ancor' e (fa prodotta alla luce la in lingua Francete che ne fu fatta di tutta T Opera d'Architettura iVitruvio dal tanto rinomato Signor Verrault , uno de' pi illuftri delle foggetti che abbia avuto f Accademia Scienze di Parigi ; come pure il Compendio efatto e giudiziofo della fleifa Architettura , che per maggior vantaggio de' Profeflri e de' dilettanti di quell'arte , pubblic non molto d:rpo lo flefib Signor Verrault con le Tavole in rame di la mano delineate e queflo appunto quel Compendio che viene preientemente alla luce nel noflro idioma Italiano.. Vero che un' altra volta fi veduto non ha molti anni ufcir dalie (lampe un altro libretto d' Architettura con titolo confinale ; ma
.
:
con tutto il fondamento potiamo ben afferire * che quello non iblo era affatto diveri da queeh' era in oltre eoa luccinto , Ipiegato , che appena f gii mal , irebbe dato guidamente il titolo di puro indice , o di Semplice abbozzo di varie col in confulb non che quello di un elatto Compendio: e le ie Tavole in rame erano s mal dileguate ed incile e cos {corrette , che mal convenivano all' Opera di un Autore di s gran
llo noftro
,
ma
e
mancante
dunque che fi praticata nelitampa di quefl' Opereta , la lguente : In primo luogo ella fiata intieramente ed d'attamente tradotta con tuttala poflbile attenzione, lenza che nulla fiali ommeilbdi ci che v'era nell'Originale Francefe 2. Ella fi confrontata col Tello originale di Vitruyio e col Commento di Monllg. Barbaro,
la
.
merito La diligenza
.
e fi fono adoperati i di lui termini medefimi volgari tanto nella fpiegazione delle materie ,
quanto nel denominare tutti que' membri che all' Architettura appartengono ; in oltre ella l iupplita in cualche parte in cui pareva mancante , e fi ipiegato un p diffufamente qualche paragrafo , che per elTer affai difficile eigeva maggior chiarezza 3. Le Tavole in Rame fono fiate con gran diligenza dilegnate Tulle Originali di Parigi, cos pure incile da Valentuomo affai intendente del diigno e perito nell'Architettura poi i nuovo eliminate e corrette dove le Francei pa.
tivano
qualche
coordinate
difetto
,
fi
iono in
del
modo
.
che
corri fponda no
adequatamente
alla
ipiegazione
E perch nulla vi mancarle tetto bene di di eflenziale , fi {limato aggiungere in quella noflra edizione una Tavola in rame con la Pianta pure del Piedeftallo , e di mettervi iuo luogo la ipiegazione delle rea gole
membro
proporzione di quello cavata per altro dall' Opera ftefia di Vitruvio. poi dell' Ope4. Per compimento facilit ra , e per maggior comodo e 1' Studenti , fi inferro per via
della
,
de
di Alfabeto
il
mini
ufati in quell'arte
con
la lo-
ro Ipiegazione antica e moderna , corrifpondente alle cole in detta Opera deferitte ; e T Indice degli Articoli , e di tutte le materie che vi li con-
tengono
AVVERTIMENTO
Dell'Autor Francese.
ALtre
travio
y
volte
fono
fiati
medi
di Vi-
alle ftarape
compendj
ve
ma pure non
,
,
ne ha
rileberto del?
Ohm
che nel compendiare Viiruvo , fi mettano in ordine le materie da lui trattate confufamente ; e che quanto fi ritrova in pi luoghi difperfo , concernente uno fiefTo foretto , tutto fi riduca ad u folo e medefimo capo Quefto Metodo , il quale dalla maggior parte degli Scrittori Antichi fi vede trafeurato > Ra to ofiervato nel Trattato prefente ; perch pu egli fervir molto ad apprendere , a ritenere le cole Si avuta con pi di facilit
. .
efatta attenzine a
non mettervi
cavata da
cofa
,
\
che non
fia
Vh
bens vi fi fono aggiunti imvio dapertutto oltre al tefto varj periodi che facevano a propofito per legar il difeorfo , e per renderlo pi chiaro. Se contuttoci* malgrado quelle tali cautele , vi refla qualche ofeurit y com* imponibile che non ve ne abbia pi d' una , il Lettore potr ricorrere al Vimivio Francefe imprec T anno precedente , fopra il quale flato formato quello compendio ; dove fi troyeranno nelle note , nelle figure , e nelle fpiegazioni che vi fono , tutte le
neceflarie dichiarazioni
ilo
.
Del
re-
quello piccolo Trattato non utile foltanto a coloro, che cominciano a fludiare T Architettura ; ma pu efiere ancora di vantaggio grande a quegli fefi che
in tale
ti
.
lludio vi
fi
fono
Poich non
confumapu dubitare ,
eh' effendo
flato
Vitruvio
un
> 1* autorit d di tutta l'Ana quella lui unita tichit , la quale fi truova rinchiufa ne' fuoi fcritti , non fia capace , prevenendo i Princi-
gran Valentuomo
pianti
ilri
,
e
le
di ftabilirele
me
e
.
tettura
TAVOLA
De"
Capitoli
3
ed Articoli
della preferite
Opera
Articolo Primo
DELLA PREFAZIONE
Del
merito
di
Vitruvio
lui
,
di quello
pag. i
dell'
Opera di
Articolo Secondo.
Economia
bro
.
di
tutta
Opera
cogli
Arli-
g$menti in
rifiretto di
ciafchedun
li
PRima
divisone di tutta F Opera in tre parti , cio I. La coftruzion delle Fabbriche . IL La Gno-
monica III. La Mecanica . Seconda Divifione in tre parti, cio I. La Solidit IL La Comodit . III. La Bellezza Sommario de' dieci libri di Vitruvio . Del pri.
. .
mo
PARTE
noi
MA
Contenente F Architettura a
comune
Antichi
.
cogli
CAPITOLO
I.
Articolo Primo.
Dell* Origine dell' Architettura
.
pag. i $
LA prima
all'
occafione di applicarli Architettura I primi modelli , che ha feguiti F Architettura > fono flati o naturali , o artifiziali . I primi Inventori flati fono i. Gli Architetti del Re Doro , 2. quelli del Principe Ione 3. Callima,
.
co, 4, Ermogene.
Antico lo Second*
Che cofa
fia
Architettura.
if
Definizione dell' Architettura L'Architettura debbe aver cognizione di undici cole, cio i. Della Scrittura II. Del Diiegno . III. Della Geometria. IV. Dell' Aritmetica . V. Dell' Iftoria . VI. Delia Fiiofoa morale. VII. Della Filofofia na- IX. turale. Vili. Della Medicina Della Giurii prudenza. X. Dell' Aflronomia. XI. Della Mufica.
. .
Articolo Terzo*
Quali fieno
ra
.
le
farti
dell'
Architettu-
31
L' Architettura ha otto parti , cio I. La Sodezza IL La Comodit . III. La Bellezza IV. L' Ordinanza . V. La Difpofizione VI. La Proporzione . VII. La Decenza , la quale ricerca , che abbiaci riguardo a tre cofe , cio i. Al.
.
lo Stato
la
2.
Al Cofhime
.
Vili.
V EcoII.
3.
Al-
nomia
CAPITOLO
Della Sodezza
delle
Fabbriche.
Articolo Primo.
Della [celta de* Materiali
.
pag. 39
VItruvio
II.
De' Mattoni
,
III.
Del Legname,
,
come
Quercia , il Faggio , il Pioppo , il Salice , l'Alno, l'Olmo, il F raffino, il Carpino, il Pino, il Cipreflo, il Ginepro, il Cedro il Larice , V Oli/o. IV. Della Calcina V. Del Sabbione , di cui ve n ha cinque fpezie , cio il Sabbione 1. di Cava, 2. di Fiume ,-3. di Ghiara , 4. di Mare , V. della Pozzolana .
la
,
.
T Abete
Artcolo Secondo*
Dell' ufo de" Materiali
.
4/
Quel-
I.
1/
ufo
.
delle
Pietre
.
II.
lo del
Legname
III.
Quello de'
.
Articolo Trzo.
Belle
Fondamenta
55
Convien confiderare tre> cofe nelle Fondamenta cio I. La elevazione del terreno II. L' annodamento del medefmo . III. La muratura*
,
.
Articolo Qjjarto.
Delle
Mura.
Muratura
,
17
cio
Vi fono
I.
fette fpezie di
Quella in LeIV. gatura III. Quella de' Greci Quella , che per ordini uguali di
La
Reticolata
.
II.
V. Quella che per ordini pietre VI. La Riempiuta . VII. dileguali La Comporta^ Tre cautele per tut,te le fpezie di muro , le quali fono L di mettervi ancore o chiavi . II. di fare , che tutto fia a
. .
piombo
maniere
gerimenti
,
che
cio
fi
fanno in due
alleggerendo
, .
i.
il
di
2.
Articolo Quinto.
Ve' Pavimenti
Terrazzi
66
,
forte
cio I. Quelli a pie piano , che faalla maniera ordinaria , o ceanfx alla maniera de' Greci II. I Pavimenti che fono tra due Solaj III. I Pavimenti che fono fopra il colmo delle cafe in piatta-forma . IV. I Pavimenti in Soffittato , ne' quali fi confider il nudo del Pavimento j e le Cornici
.
.
Articolo Sesto,
Delle Incamiciature
.
7$
Le Incamiciature
te
,
Quelle per Muri graffi . II. Quelle per le Pitture a frefco. III. Quelle per i Tramezzi . IV. -Quelle per i luoghi umidi .
cio
I.
CAPITOLO
III.
Articolo Primo*
-
PErch un
fere baffo,
luogo
fia
.
comodo
debb'
.
effere I. Fertile
II. Accefllbije
Mezzod
pofsa
Ponente
le
Come
fia
conofeerfx
un
luogo
fano
Articolo Secondo.
Della Efpofizione delle Fabbriche*
Si
La
Efpofizione d'
di lei
,
una
.
citt
dipende
al
dalla
cielo
fituazione
rifpetto
V Efpofizione
ti
ed a
venti
e delle parcio , e dagli ufi loro , I, Dalle qualit fecondo i quali fi debbono difporre diverfamente i luoghi da cuftodire le frutta , le Sale da mangiare nel!' inverno , e i bagni ; le Biblioteche , le Sale da mangiare per la Primavera , e per V Autunno ; gli Appartamenti da State , le Gallerie de' Quadri , e i
,
delle cafe
loro
luoghi perdipignere
tura de. paefe
.
IL Dalla na-
84
La Difpofizione
prende quella
delle Fabbriche
>
com-
eh' convenevole
alle piazze pubbliche . ed alle cafe private , di cui ve n' ha due ipezie , cio I. le caie di citt , che fono o per i Grandi , o per i MerII. Le caie di villa , che catanti hanno dodici parti, cio i. la Cucina . 2. la Stalla de' buoi 3. i
.
Bagni
tina
.
4.
il
il
Torchio
.
5.
la
Can-
Coniervatojo dell' Olio . 8. le Stalle per le 7. gli Ovili Capre . 9. le Stalle de' Cavalli . io. le Tezze . 11. i Fenili. 12. i Mo6.
lini
ti
Il
lume
.
fa
una
delle par-
principali
Articolo Quarto.
Della
Torma comoda
delle
,
delle Fabbriche
8S
La comodit
re
I.
de dalla forma
Le Mura
Piazze
III.
Le
Scale
IV. Le Sale.
CAPITOLO
Della Bellezza
delle
IV.
Fabbriche.
Articolo Primo.
In che confifi a
briche
.
pag. 92
VI
fono due fpezie di Bellezza nelle Fabbriche , cio I. quella, eh' Pofitiva , la qual dipende 1. dalla Simmetria . 2. dalla MaII. teria . 3. dalla Efecuzione Quella eh' arbitraria , la quale di due fpezie , cio 1. la Sa.
viezza
fitte
2. la Regolarit
che con-
nella oflervanza delle leggi preferitte dalla ragione , e dalPufanLa Bellezza delle Fabbriche za conifte nella proporzione di tre membri principali , che fono le Colonne , il Frontifpizio , 1" Erta . Da quefle cole ne rifultano due al.
tre
cio
il
Genere e V Ordine
Articolo Secondo.
Di
I
$$
I.
il
I-
dattati
agli
do
il Dorico all' Areoftilo , il Jonico al Diaftilo e all' Euftilo , il Corintio al Siftilo e al Picno-
ftilo
Articolo Terzo.
Di cinqui
Ordini <F Architettura
.
104
La Di {Unzione
gli
le differenze de, e Ordini confiftono in due cofe, cio 1. nella Dilicatezza 2. nelF Ornamento. Vitruvio non iftabiliice che ioli tre Ordini.
.
Articolo Quarto.
Lelle
dini
cofe che fono
.
comuni a pi Orio5
Vi fono
fette cofe
comuni
a tutti gli
Ordini , cio I. I Gradini , ne' quali convien confiderare I. il loro numero , che debr/ eifere difpari
.
2.
la loro altezza
.
3.
la
loro
.
larghezza 4. i loro Pianerottoli II. Gli Stilobati, o Piedeitalli , che fono di tre ine , cio 1. quelli che fono dappertutto della medefigrofezza 2. quelli che hanno de'fporti. 3. quelli che hanno de* poggi . III. La diminuzione delle Colonne , eh' di tre forte , cio 1. la diminuzione verfo l'alto . 2. la diminuzione da balio , da cui ne
.
ma
deriva
la
nuzione
d'
3.
la
dimicolon-
in riguar-
do ne
dell' altra
cio
dell,
Ordini rifpetto a quelle de' primi ; delle colonne di mezzo rifpetto a quelle de' cantoni -IV. Le Canalature , che fono di tre ipezie , cio 1. quelle
de' fecondi
z.
.
.
3.
fono pi incavate
V.
,
Frontoni
cio 1.
.
parti
il
Timpano
z.
la
Le
ofla
cio
1.
maniera di collocare la ultima loro Cimala fopra i Frontoni z. la proporzione della loro ultima Cimadi lione la 3. le loro Tette 4. Dentelli . 5. i loro Modii loro
. .
Gli Acroterj Due per tutti i memEffe concernobri d' Architettura no la loro inclinazione , e il lo-,
glioni
.
VII.
regole
generali
ro fporto
Articolo Quinto,
DeW
ardine Tofcano
ji8
comporta
di tre parti
le quali fo-
no
1.
il
,
Fufto.
II.
z.
la
Baie.
3.
il
Dell' Intavolamen-
to , che terr luogo di Fregio. %< la Cornice , che ha de' Mutui i III. Del Front ifpicio .
'
Articolo Sesto
Dell'Ordine Dorico.
izi
/
L' Ordine Dorico con fi Ite nelle proporzioni I. Della Colonna , eli Hata differente , i. in diverfi tempi , 2. in opere differenti Le parti della colonna Dorica Tono, i. il Fulto 2. la Baie , eh' ella non avea anticamente , e eh' ella pren.
de
la
dall'
Ordine Attico
di
cui
Baie ha cinque parti , cio il Plinto , il Battone fuperiore , il Baftone inferiore , la Scozia , e i Gradetti o Libelli . 3. il Capitello che ha quattro parti , cio il
Dado, T Ovolo
la
.
gli
Anelletti
Gola II. Dell' Architrave , che ha due parti , cio , 1. la Ben-* da 2. le Goccie III. Del Fre.
gio
eh' divii in due parti , che fono, 1. le Metope 2. i Triglifi , che hanno quattro parti , cio Mezzi-Canali , Pianuzzi
,
.
Gambe , Canali e Capitelli IV, Della Cornice , che ha cinque parti a lei particolari , cio , i. Vie dritte 2. Goccie 3. Quadri con Fulmini . 4. una Scozia 5. Mu.
tuli
Articolo Settimo.
Dsir Ordine
J ottico
128
L' Ordine Jonico confitte nelle proporzioni . I. Del Piedestallo , le cui parti principali che in effo fi confederano , fono 1. la fu a altezza 2. il fuo Capitello 3. la fua Bafe . 4. il fuo Dado 5. il fuo Zocco . II. Della Colonna , che
.
ha
di
tre parti
cio
1.
il
FufTo
proporzioni fono Hate differenti in diverfi tempi ; e che pofa fopra la Baie fua in due maniere , cio fuori di piombo , e a
cui
le
2. la Bafe , nella quale confiderano le proporzioni delle fue parti , che fono il Plinto , il Toro, la Scozia Superiore, la Scozia inferiore , e gli Aftragali . 3. il Capitello j le cui pani iono il
.
piombo
fi
Dado
le
Volute
V Echino
il
Ca-
nale , la Cinta , V Aff . Le proporzioni del Capitello Jonico debbono effere differenti nelle colonne grandi da quelle delle colonII. Dell' Architrave , ne piccole i. il in cui convien confiderare rapporto che aver debbe ai Pie.
destalli
alla
differente
;
altez-
za delle Colonne
z.
la
fua lar-
Fafcie
III.
IV. Della Cornice , le cui parti fono , 1. la prima Cimafa. 2. il Dentello. 3. la feconda Cimafa . 4. la Corona colla fua Cimacieta la Cimafa gran5.
Del Fregio
de
gli.
Proporzion generale
.
di
tutti
fporti
Articolo Ottavo.
DelF Ordine Corintio.
L' Ordine Corintio non
dal Jonico
,
141
differente
che n. Capitello Per altro egli compofo del Dorico , e del Jonico . Nel Capitello Co-
rintio
derare
2.
la
quella a baffo ; 4. le fue Foglie ; 5. i Caulicoli ; 6. le fue Volute ; Gli ornamenti deli* 7* le lue Roie Ordine Corintio.
.
144
gnato
generale. Prende le parti , che compongono il fuo Capitello , dalP Ordine Corintio , dal Jonico , e dal Dorico .
folta nto in
* *
SECONDA PARTE
In cui
nei
fi
comune
CAPITOLO
Degli Edficj Pubblici.
Articolo Primo.
Delle Fortezze.
/wg.147
Regole LEcontengono
I.
La IL La Figura di tutta la Piazza . III. La coitruzione delle Mura % che comprende , 1. la loro grof-
per
fezza; 2. la loro materia; $. iloro Speroni ; IV. la figura e la diipofizione delle Torri , e delle Cortine
.
Articolo Secondo
De' Templi. 151
Divifion generale de' Templi in GreI Grechi erano chi , e Tofcani Nei quao rotondi , o quadrati drati y' ha tre cole da coniderare . I. Le parti che fono cinque , cio % 1. V Atrio . 2. il Poftico 3. il mezzo . 4. i Portici . 5. le Porte eh' erano di tre forte , cio , la Porta Dorica , di cui le parti erano 1' Antepagmento , il Fregio e La Porta Jonica , la Corona-piatta di cui le parti erano V Erta , il La Porta Fregio y e le Menible III. Attica II. La Proporzione . Afpetto eh' doppio , F Afpetto riguardo ai Cielo y e quello in riguardo alle parti appartentia due
. . . .
.
varie fpezie
no
che ibno di
Ante*
,
,
prima
Proftilo
3.
2. il
4.
Perlptero 5. lo Pfeudodiptero . 6. il Diptero. 7. l' Ipetro. 8. loPieudoperiptero. I Templi rotondi erail Mono di due fpezie , cio noptero , e il Periptero rotondo . I Templi Toicani . Gli Antichi aveano quattordici fpezie di Tenv*
. :
pli.
Articolo Terzo.
Delle "Piazze Vuhbliche , delle Bafiliche , de" Teatri , de' Porti , de' Ba-
gni
e delle
Accademie.
167
Gli Ediicj per la comodit pubblica fono di dieci fpezie, cio I. Le pubbliche Piazze de' Greci e de*
Romani,
loro
.
1.
loro Peritili
.
2. la
proporzione
II.
Le
.
Baigli-
ene 1. la loro proporzione 2. le Colonne . 3. i loro Corridoi , eh' erano due V uno ipra V altro 4.
.
le loro Calcidiche
III.
Teatri cio , 1.
I
1'
i
,
OrVali
Pro-
Portico in alto
2. la
il
Scena
che avea
,
cio
Pulpito
il
le
icenio, che. aveva le tre iue porte, Tue Macchine voltatili per Je
la
e Satirica: il Parafceni 3. i Luoghi da Patteggio . .IV. I Porti , Artirziaeh' erano o Naturali , li , che fi fabbricavano in tre mala prima , la feconda , e l niere terza V. I Bagni , eh' avevano pi parti differenti per rifcaldare a poco a poco i corpi , per far fudare , per far rifcaldar 1' acqua , per VI. Le Paleftre, che avealavarfi no pi parti differenti , cio , 1. il Periitilo , che avea due forti di Portici , tre iemplici , ed un doppio . 2, lo Xilto , che anch' t^o avea due forte diportici, uno dopUna pianura pio , e due iemplici d' Alberi . $. lo Stadio , che avea due parti , cio i Gradi degli Spettatori , e la Piazza per gli efercizi del Corfo.
: .
**
CAPITOLO
Delle
Dei
Cortili delle Cafe
II.
Fabbriche Private
Articolo Primo.
.
pag,
79
LI que
ti
il
,
che
fi
chiamavano:
il
,
Tofcano, il fatto a
Articolo Secondo,
Degli Atr)
Veftiboli
.
181
La
za
proporzione
ma;
za
le
.
loro larghezeh* era di tre forte ,la prila feconda; la terza. II. Dal-
la loro
III.
.
lunghezza
Dalla
alla
loro altez-
Nave
di
mezzo
al-
Ale
Articolo Terzo.
Delle Sale.
i$$
le CoCizicene
: .
Vi erano
rintie
,
tre f'pezie
di Sale
,
r Egiziane
le
La proporzione
delle Sale
Articolo Quarto.
Della Diftribuzione
degli degli Antichi.
Appartamenti 185
La Di fi ri buz ione
ti
ai
Romani
Greci
,
aveano
tre
cio quelli degli Uomini , quelli delle Donne , e quelli de' Foraflieri .
forte d'
Appartamenti
* * *
CAPITOLO
III.
Delle cofe che appartenevano ugualmente alle Fabbriche Pubbliche t e alle Private.
Articolo Primo.
Bella condotta tane .
delle
Acque
delle
Fon-
pag. 186
LA
no
maniera degli Antichi per livellar le acque Le conducevacon tre forte di Canali , cio
.
Articolo Secondo.
delle Cifi er ne
.
Dei Pozzi, e
189
Le Cautele
nello
Articolo Tero,
Delle
e
.
per fol-
le vare
191
Le Macchine
no
fatte
per
le
Fabbriche era-
a due fini , cio I. Per tirare le pietre , eh' erano di forma , 1. cilindrica , 2. quadrata
II. Per folbislunga , 3. cubica levare e metter a fuo luogo le pietre grandi . Erano quefte di tre fpezie , cio 1. quelle che l mane^giavano per mezzo di un Molinello ; z. quelle che fi maneggiavano per mezzo di una Ruota ,
.
3.
quelle che
fi
.
maneggiavanoa
forza
d uomini
Articolo Quarto.
Delle
le
Acque. 197
di
Macchine
I.
Il
Tim.
V. La Tromba di
Articolo Quinto.
Dei Molin il Grano
ad Acqua
.
per macinare
il
zoz
no
Articolo Sesto.
Dell' altre
Macchine Idrauliche
205
cio
.
I.
Le
Clepfidre
fi
IL Gli Organi
per mifurare
1.
il
;
III. le
Macchine
fa
,
cammino che
a.
per acqua
per terra.
Articolo Settimo.
Delle Macchine da Guerra
.
207
V erano
guerra
tre generi
,
di
Macchine da
1.
cio
I.
Per lanciare
Strali
4.
a. Giavellotti ; 3. Pietre ;
Dardi
accefi
,
IL Per battere
1. I' Ariete; Per appreflar,
le
z.
fi
Mura
la
che erano
.
Trivella
III.
alle
mura
al
;
coperto
cio 1.
le
Teiluggini
.
*. le Torri di le-
gno
NOI RIFORMATORI
dello Studio di
Padova
A
lato
:
Vendo veduto
fitore
di
Venezia
nel
Libro
intito-
ridotta in
compendio
ultima edizione arricchita di figure in rame tradotta dal Francefe > non vi edere cofa alcuna contro alla fanta
per At-
buoni
coftumi
concedemo Licenza
a Giambattfta Al-
che polla edere ftampato, oflervando gli ordini in materia di Stampe , e prefentando le folite Copie alle Pubbliche Librerie di Venezia e di Padova*
Dat.
( (
ii
16. Febbraio
1746.
Zuane Querini
Proc. Rif.
Regiurato in lib. a carte 45. al num. 240 Micbiel Angelo Marino Srg.
Registrato al Magiftrato Eccell. contro la
Boemia.
trance[co
G adaldini
Sig*
COMPENDIO
DE' DIECI LIBRI
D'ARCHITETTURA DI VITRUVIO.
PREFAZIONE.
Articolo Primo.
Del merito di Vitruvio Opera d lui.
,
e del?
IN
Vitruvio tante fono Jc cofe> quali direttamente air Architettura non appartengono > che fembra efler quello libro men a propofito per ili mire chiunque abbia idea d* apprendere di tal arte i precetti ; che a render perfuafo tutto il rimanente del mondo , edere flato V Autore di lui T Architetto pi intendente di quanti mai viveflero; e non aver
le
Architettura
potuto altr'uomo pi giuftamente di lui meritar iJ goduto onore di fervir Giulio Cefare , ed Augufto, que' due Principi i pi grandi , e magnifici della Terra , in i pi un fecolo , nel quale ogni cofa era giunta al grado pi alto di Tua
perfezione
.
Opera
tutta
ripiena
di
un'am-
vede
che
quefto
grand'
uomo
profetinone fi richiede , per mezzi pi nobili , e pi capaci di produrre qualche cofa di perfetto ,
e la
pratica
d'un'arte meccanica. EflTendo con- 3*-^ fumato in tutte Je cognizioni tanto delle beile lettere > che dell'
Arti liberali > il di lui fpirito avvezzo fin dalle fafce a comprender le cofe pi difficili, aveafi una tale
facilit acquiftata >
DI VlTRUVIO. pi femplici artigiani , di penetrare i fegreti pi reconditi, e tutte le difficolt d'un* arte cos valla e cos difficile , com' V Ar*
gi
i
chitettura
Nulla per dimeno, ficcom' vero non Tempre nelF efercizio dell' arti conofcerfi facilmente quale fa la capacit di coloro , che
vi travagliano ; quella di Vitruvio, avanti la pubblicazione del fuo Li;jk*-bro dall'Autore comporto in et gi matura , non ebbe tutto quel credito, ch'efla meritava :dimoftr
'
b. 6.
almeno
truvio di
ticoiare
nelle
Prefazioni
fue
Vi"
oem
*
non
appunto come
gli
altri
non ebbe
,
di
perfone
le
quali fofTero in iftato di guardarli dalle forprefe delia falfa apparenza, e dall' ingiuftizie , che fa fare la prevenzione in pregiudizio di
quanti
fi
4
i
Architetter
proprj loro talenti
.
pi clic fi , comparire farli Era Vitruyio un uomo di pocaub.*. apparenza nell* citeriore , che nonll^, avea accumulate molte fortune em dair efercizio di fua profetinone , Proim." e che eflndo flato allevato , e continuamente occupato nelle faenze , non avea n ftudiata , n praticata Tarte della Corte, n la degna maniera di portarli innanzi, e farli valere. Imperciocch , quantunque flato fofie raccomandato ad Augufto dalla Prirtcipeffaiib. j. Pro ""' Ottavia di lui forella , non parve eh' egli foffe impiegato in opere di grande importanza La Fabbrica pi bella tra le fatte fare da Augufto , eh' il Teatro di Marcello , fu ideata ed eretta da
un
altro Architetto
la
fola
effere fiata
,
connon
.
neppur ih Roma , ma in Fano, che una piccola Cittadella. Quin-^kdi effendo per la maggior parte
DI VlTRUVIO.
gli
Architetti
>
che aveano
voga
tal le-
alla et fua
ignoranti a
corretto a palefare ) neanche i primi principi della Jor arte ; la qualit femplice d'Architetto era divenuta talmente difprezzevole > che f il Libro di lui non avefTe avuto caratteri di un fapere ftradi
gno
egli
ordinario
ch'egli
non
avefle
{mentite , com' ha fatto , le difa v va ncaggiofe teftimonianze, che potea darne del di lui merito il fuo poco d'impiego; i precetti da non avrebbero gi Jafciatici lui avuta quell'autorit che fi conviene.
Imperciocch eflendo l'Architetla quale in tutto , ci che fa la bellezza , onde V opere fue fono capaci > non ha quafi altra regola che quel che appellali il buon gufto , e che fa il vero difeernimento del bello e del buono da ci che non tale; egli afflutamente neceffario il
tura un' arte
Architettura
quel gufto che fi , feguita, efler migliore d'un altro > a hne che quefta pcrfuafione infiperfuaderfi
di quanti a appigliano , venga a formare un'idea corretta e regolata, la quale per altro fenza quefta perfuafione reftarebbe vaga , ed fin per di ftabilire incerta quello buon gufto j di cui uopo convenire , s'ha bifogno d'aver qualcheduno , a cui riportarci $ che meriti tutta la credenza a mofpiriti
rmandoli negli
un
tale
Audio
fi
negli fcritti di lui , e che faccia credere aver lui tutta la neceffaria fulficienza per bene fcegliere nell'antichit quanto v'ha di pi fodo , e di pi a proposito per
fondare
ra
.
precetti dell'Architettu-
venerazione che fi ha primi Ritrovatori delle Arti non folranto naturale $ ma fondata ancora fulla ragione , per cui fi giudica che co* lui, il quale ebbe il primo penverfo
i
La
fiere
aver anche un altro cervello > e molto pi di abilit per digerirne l'idea , di quanti pofcia dopo di
lui
hanno
travagliato nell'applica-
zione di condurla all'ultima fua perfezione. Avendo i Greci , che fono itati i Padri dell'Architettura,
come
lo
parte
lafciate
feguirl
te e di raro in
raccolfe.
ch'egli
non abbia
alcuna di quelle che poteano appartenere a formar queft'idea generale del bello e del buono poich non v' ha apparenza , che po:
tette
Architettura
menee,
dif-
Ma perch la flima di Vitruvio oramai cos generalmente {labilit , che tutti i fecoli gi lo hanno meffo nel primo porto tra Je che per far valere i belle menti precetti dell' Architettura non
;
meitiere altrimenti
darli
,
il
raccomman-
che fon
truvio;
non
quefte eccellen, che fono per le quali vi le perfone erudite , trovano l mille belle cofe cavate da una infinit d'Autori da Vitruvio letti, ma di cui le opere fi fono ai prefente fmarrite ; e fi contentato di parlarne nel Sommario , che fi ha fatto di ciafeun libro al principio di quello compendio ; nel qual compendio fi ha pollo ci foltanto > che pu fervir
terfi recidere tutte
ti e
curiofe ricerche
DI
preci fa mente
VlTHUVlO.
all'Architettura.
Le
materie per fi fono difpofte con un altr* ordine da quel di Vitruvio, il quale fovente lafcia quelle, di cui egli tratta, per riaflumerle dappoi L'ordine , che fi propofto in quello compendio tale , che dopo d'aver rapportato in poche parole quanto contenuto in tut.
ta l'opera
fi
,
fpiega pi partico-
Jarmente ci
effer utile
che fi giudicato acconcio a fervir a ed , coloro , che vogliono fudiare 1' Architettura Quefto Trattato
.
due parti. La prima parte contiene le maiTime ed i precetti , che poflbno addattarfi ali'
divifo in
Architettura Moderna.
La
fecon-
da comprende ci
che appartiene ed all' all' Architettura Prima , Antica , le ^uali tuttoch per lo
,
pi fpelTo deftinate a tali cofe , le quali non fono pi di noflro ufo , nulladimeno fervir molto pofibno
a formar
il
giudizio
ed
il
gufto,
io Architettura e a fomminiftrar degli efempj per quelle cofe , che a noi convengono Io fo diflinzione tra l'Architettura Prima > l'Architettura Antica * e l'Architettura Moderna : perch Prima Architettura fi chiama quella > di cui ha fcritto Vitruvio ^ e di cui veggonfi ancora degli efempj nelle Fabbriche , che fono reftate nell'Antica Grecia : 1* Architettura antica quella 5 che fi vede nelle Fabbriche fiate fatte dopo Vitruvio in Roma , iti Cofiantinopoli, in Francia > e in pi altri luoghi e l'Architettura Moderna quella , che per addactarfi agli ufi noftri > o per altre ragioni, ha cangiato qualche cola
:
<
nelle
zioni
,
difpofizioni e
nelle propor-
DI VlTRUVIO*
lt
Articolo Secondo.
Economia di
trhvio
cogli
tutta
di ciascun libro.
L'Opera
parti.
tutta
JLa
divifa in tre
/^
.di
prima riguarda
Fabbriche
;
lare
coftruzione
delle
la^rlin
feconda per Ja Gnomonica ; 1*5*^3 terza per Je Macchine , che fervono all'Architettura , ed alla guerra. La prima viene trattata negli otto primi libri ; Ja feconda nel nono, neir ultimo la terza. La prima parte , che per le E poich (ui^ Fabbriche , ha due capi gli Edifizj o fono pubblici, o fonOpaS
:
privati
ne parla che nel libro fedo ; e per quanto concerne quelli, che fono per lo pubblico , la parte , in cui f ne trat.
Dei
privati
ta, divifa ancora in tre parti; e fono quella , che rifguarda la fi* curezza* laqual confitte nelle For*
i%
Architettura
libro
alla
tificazioni defcritta
del primo
partiene
fi
quella
nel terzo e nel quale quarto Jibro ; e quella , che appartiene alia pubblica comodit , la quale comprende Je Piazze, le Cafe di Citt, i Teatri, i Bagni, le Accademie, e i Porti, delle
parla
fa
difeorfo nel
quinto
il La
libro
Gn
."
moni*
per
nel
le
La
nono.
parte terza
,
La
che
per
Seca* * ic *"
secrm-
Oltra quelle materie particolari Architettura , v'ha tre cofe di anta ancora y c hc appartengono geneor f tre ralmente a tutte le Fabbriche; le quali tre c fe f no J a fodezza , la ioh iLa, comodit, e la bellezza. Della fodezza fi parla nelTundecimo capo ia, della comodit al "ino* del feflo libro *fettimo del medefimo libro; capo
'
:
m
e della r iettimo
Vitruvio.
in
i
i$
il
bellezza
-i
tutto
libro ll };
t-
belici
qual contiene gli or-. che la Pittura e laScoltura poffono dare a tutte le Poich per forte di Fabbriche quanto concerne la Proporzione , che debbe eflere fimata uno de* principali fondamenti della bellez,
il
namenti
za
fpiephi r
tutte
1i
le
^^
accennate cole
convien dire che nel primo dopo di avere trattatolo. di ci che appartiene all' Archi* tettura in generale per renumerazione delle parti , che la compongono , e di quelle , che fi richieggono in un Architetto ; V Autore comincia a fpiegare per minuto qual efler debba la fcelta de* luoghi , dove vuoili fabbricare , e qual' efpofizione aver debbano
gli edifizj
Vitruvio.
di
In feguito
del-
costruzione
,
delle
Fortificazio-
ni
ri
della
forma delle
delle
TorCit*
e
:
delle
muraglie
fuIJa
de*
Deise
com<Jo.
Uomini
defli
Tratta
,
egli
materiali
cio
Calcina
<ii
del
Legname. Dopo
,
di fituare
legare
murare
i
le
prin-
ra della Calcina , fopra la fcelt* del Sabbione , e del tempo di far il taglio del legname.
Dd
prio,
Tratta il libro terzo delle proporzioni dei Templi , e dei fette loro generi y che fono il Tempio
DI VlTRUVIO. JJ detto volgarmente da noftri Fac* eia in Pilaflri , iJ Frodilo , detto Faccia in colonne , quello nominato Amfiproftilo , il Periptero , o fi a lo Alato d* intorno , il Pfeudodiptero , o fia il Falfo Alato di due ordini , il Diptero , o fia lo Alato di dite ordini , e P Ipetro,
cio
lo
[coperto
indi
parla degli
Diaftilo
cio di colonne
ancora
cio
pi diflanti
lontane
r.e
PAreolHlo
,
di
,
eh?
fi
conviene
valli dfpofle
po quello
dettaglio
fi
a dar le
dell'
mifure
J I
delle
f
colonne
fono
.fiate
prc*
fopra quelle
del corpo
uma-
no.
i6
Del
Architettura
le
dar
Dei
quint0 *
quarto impiegato nel mifure del T ordine Corintio, e del Dorico per i Templi , con le proporzioni di varie parti , che gli compongono. Racconta 1* Autore quali fieno flati i primi Ritrovatori degli ordini d'Architettura appretto i Greci. quinto tratta degli Edifizj II
II libro
,
pubblici
delle
Bafiliche, dei Teatri, dei Bagni, delle Scuole per le Scienze , e delle Accademie per gli Efercizj , e in
fine de' Porti di
mare. Si diffonde alla lunga l'Autore fopra la Mufica per occafone de' Teatri , nei quali gli Architetti avean in coftume di alleilire certi luoghi 7 ove riporre certi vafi di rame ac*
cordati in tuoni differenti per feryir di
s
Eco,
la
delie
?Jio.
Commedie
fefto
Nel
quale
la
quali foffero
>:
ViTRuTid.
if
appretto
mani,
ia i tali
Campagna
Cafe
,
,
e defcrive le parti
eh/ erano le Corti
,
gli
Atrj
le Sale
,
grandi
le
i
Sale
da mangiare
le
Camere
Gabi*
netti, le Biblioteche.
tratta Vitruvio delftU maniera d'impiegare la malta mo r per le intonacature, e per gli Tavolati ; e fpiega come debba pre3a
Nel fettimo
calcina e la polvere di per fare lo Stucco. Parla egli ancora degli altri ornamenti comuni ad ogni forta di Fabbriche , come della Pittura e dei
parare* la
marmo
differenti colori
tifiziali
,
foliti di ufare Antichi. L, ottavo impiegali tutto in par- Deir otun lare delle acque de' fiumi e delle fonti, cio della loro natura e del* le lor propriet ; e propone il mosii
cui eran
do
di cercar le di
ancor
Il
acque condurle
.
quello
nono
altres tutto
i8
Architettura
vale a dire fulla
Gnomonica,
ma-
niera di formar orologi a Sole, e fopra di alcune regole di Geometria, che poflbno fervile
a mifu.
rare
piani e
corpi
folidi
Si
decimo perle Macchine, che decimo. ervono acj aJz^re e a gittar pefi molto grandi , e per quelle che fi adoperano a molti altri ufi , come air innalzamento dell'acque , ne* Mulini da biada , negli Organi da acqua, per la mifura dd cammino
II
che fi fa in viaggiando, tanto per acqua come per terra ma principalmente tratta l'Autore di quelle Macchine , che fervono alle Fabbriche ed alla Guerra .
:
COMPENDIO
DE' DIECI LIBRI
D'ARCHITETTURA DI VITRUVIO.
PRIMA PARTE,
In cui fi contiene l'Architettura che noi abbiamo comune
cogli Antichi.
CAPO PRIMO
Dell* Architettura in generale*
Articolo Primo.
Dell'origine dell' Architettura.
ib. 2.
'
<^ce che gli uomini , i quali Lapriabitavan per V innanzi a ma- SSoS niera di fiere felvagge ne' bofehi p} ic2J e nelle caverne , fi adunaflero la j^ prima volta per fabbricar Cafe etw-
Ci
*3
io Citt
fi
Architettura
;
a cafo in una forefta , da cui coloro che abitavan col , furon tratti fuori per lo fpettacolo della novit , e per gli ammirabili fuoi effetti poich in tal guifa effendon* in numero gli uomini fcon:
infieme tutti in un luogo aju, trovaron mezzo , tandofi gli uni gli altri , di metterli pi agiatamente al coperto,
trati
medefimo
gli alberi
il
prin-
l'origine di tutte
gli
riufciti
,
l'altre
poich vedendo
uomini
di cffer
bricare
che
il
la neceffit
,
fatta inventare
irrimi
pen fiero e
carvifi
.
Tcherciarne dell'altre
Archijiafefurono'
e di ben appli-
Ora ficcome
fono
cofe
>
in quella
,
volta
fall
fi
de'
ed
f
tSr*T altre
che
la
natura da
DI
ftcffa
VlTRUVIO.
M
di
fecero fervire
come
mo-
le pri-
me
da principio
chi d'alberi apprett fi
non erano non cefpugli e tronfvelti ; cofi appunto in tenne la itefifa maniera
per giugnere a qualche cofa di pi perfetto imperciocch paffandofi g^Jj' dall'imitazione del naturale a quella dell' artifiziale , s' inventarono
:
tutti gli
femplicemente neceffarie
briche pi naturali
:
alle
pezzi di lei
formati
fono
flati l'ori-
gine delle Colonne , degli Architravi, dei Fregi, dei Triglifi, dei Modiglioni , delle Cornici e de* Frontefpizj, che fi fanno di pietra
di
marmo Le Colonne
.
n
no
Architettura
fiate Ja
imitazione dei tronchi degli alberi, e il loro ufo flato prefo da que* puntelli di legno , che fogliono farli per foftentare. Gii Architra-
che li pongono a tra ver fo fo* pra pi colonne , rapprefentano que* travi i quali reggono la parte anteriore del tetto , o quel trayerfo, che congiugne infieme pi puntelli. I Fregi imitano quella muratura che fi fa fopra Taccen* nato traverfo tra le tefte de* legni, che pofano fopra il dritto delle colonne. I Triglifi fono immagine delle piaftrelle di maftice o di legname lavorato , che mettevanfi
vi
fulle tefte de* travi per confettar-
J-iM-
ftremit
Cornici fono come Tefoffitto e dell'altre co f , onde fono comporti i tavolati o i fola} I Modiglioni rap* prefentano telta de* cantiela ri ; e i Dentelli quelle degli afleri o moraletti , che fportano fuori nel tavolato dei coperto. I Fronteli
.
Le
del
travature
triangolari
de* tetti
di legname , ibpra cui giace il colmo. V'ha una terza origine ancora
pri-
delf Architettura , la quale fi de- Sntori fum dagl'Inventori degli Ordini, j^i ~ e da coloro che vi hanno aggiun- chitec
Db. 4.
* P tornamenti , onde gli Ordini fono futi medefimi vanno arricchiti. Si crede, che la prima Fabbrica la quale fu fatta fecondo qualcheduno degli Ordini che fono in ufo , fia {tata il Tempio che il Re Doro , g u
1
tl,r
ti gli
erger fece a
d*
Giunone
Quindi la quel ordinato, venne chiamata Dorica, allora quando il Principe Ione condottiere della Colonia ch'egli
.
Argo
condo
la
quale
nella Citt
1 *'
flabil nell*
Alia
fui
vi ece
coftruire
Templi
care in Grecia.
twei-
Ma
Ionj
avendo
cangiata
p r mc
.
B 4
54
Architettura
quale
.
crelTero
un Tempio
di tal
motivo
eh* effendo quefto Tempio corifegrato a una Divinit , cui effi rapprefentavano fotto la figura d'
una Giovane
il
credettero tiTer a
le
rendere
,
affinch
Colonne i me-
corrifpondeflero alla ita tura di quella Dea ; e per tal ragione le adornarono pi dilicatamente, aggiugnendovi le bafi che rapprefentavano la calzatura di quel tempo , e facendovi le canaiaturc pi incavate , per imitare la cref-
patura d'un veftito fottile e leggero. Vi pofero ancora dei Rivolti al Capitello , pretendendo , che quefi aveller la forma dell' acconciatura
d'una Giovane
lano dalla fronte e dall'alto della tefta , per effere al di fotto di ciaf
eheduna orecchia
raccolti
DI VfTROVIO. 2f In feguito Callimaco, Scultore* teniefe , arricch ancora di pi il Capitello delle Colonne , ponendovi dei Rivolti pi dilicati e in maggior numero , aggiugnendovi anche delle foglie d' Acanto
,
CaI,i "
e delle
ciate. Dicefi,
lo
il
quale
forma tutta la differenza dell'Ordine Corintio dal Ionico , fu inventato da quefV Artefice ingegnofo per tale occafione. Vide Callimaco le foglie d'una pianta di Acanto alzarfi all'intorno d'un caneflro , ch'era flato porto alla tomba d* una Giovane Corintia , e ch'erafi incontrato a cafo fui mezzo della
pianta ; egli perci avvifofl di rapprefentare quello caneftro per
lo
al
quale
imitare una tegola , con cui era il paniere coperto Vi rapprefent ancora la curvatura de* fufti dell'
Acanto
quali
6 Architettura fempre pofcia fi aggiunferoal Capitello Corintio. Veggafi la Tavola IX. Quello medefimo Scultore invent altri ornamenti ancora , come quelli , che noi chiamiamo Uova * a cagione delie Ovali in rilievo, che fono ne* modani delle Cornici > e che ad Uova s' affomigliano Gli Antichi nominavano queft' ornamento Echino , che fignifica la fcorza fpinofa delle Caftagne, perch trovavano, che quelle Ovali rapprefentavano una Caftagna , la quale mezza s'apre, quand* ella matura. A Ermor gene. Vien fatta menzione ancora d nb. un altro celebre Autore, il quale 01 ha trovata la proporzione delle parti delle Fabbriche; e quelli Erniogene, al quale fi attribuifee in.
.
j
'
* La voce Frantefe Over che Ci legge nell'Originale? dai Sigg. Academici viene prefa per la voce Latina Echinu? > vale a dir Qjcch Veggafi il P^ebelet alla vo.
ce
Otei
DI VlTRUVIO. 27 venzione dell' Eutlilo, del Pfeudodiptero, e di quanto v'ha di pi bello e di meglio intefo nell'Architettura
.
Articolo Secondo*
Che
cofa fi a
/'
Architettura .
fcienza
Defi-
che debb'efTcr accompagnata ne deli* Ar( da una gran variet di ftudj e di,tenuta.
cognizioni
tre
arti
efla
fi
.
L'
Architettura una
col
cui
le
mezzo
ella
giudica di tutte
,
opere dell'al-
ad
ria
acquifta
ca.
la
La Teoria
di
cognizione , ci che a partiene, dallo ftudio de' libri, o da' viaggi , o dalla meditazione La Pratica la cognizione , che e fi acquiftata dall' efecuzione , dalla condotta delle Fabbriche
.
.
Quefte due
parti
fono
talmente
28
quali
Architettura
che gli Architetti i , tentarono di giugner alla cognizione della lor arte per via
neceflkrie
del puro efercizio , non hanno potuto mai avanzarli, per quanto
di travaglio v'abbiano fpefo ; ap-
il
folo
difcorfo
poter condurli al fine pretefo. Oltre alla cognizione delle cofe L'Arcnc appartengono particolarmente od!bbe aver all' Architettura, ve ne ha un'infinit d'altre , che all'Architetto ztoie
affino
neceflarie.
Imperciocch convien , ch'egli ideila scrit- fappia mettere bene in carta, per
eftender
il
difcorfo e
l'idea delle
i dei
opere, eh' e' fi propone di fare. Egli debbe fa per difegnare> per formar i piani e 1' elevazioni delle Fabbriche, ch'intraprende.
^deUa
La
e
i
Geometria
le
gli neceflaria ,
metria.pcr
prendere
Ari?-
Egli ha bifogno
Aritmeti*
meuca.
DI VlTRUVlO. 2^ per poter fare i fuo calcoli Egli debbe fapere l'Iftoria , fine di poter render ragione della
ca
,
.
t^J
maggior
parte
degli
ornamenti
f in vece di
Colonne
fa fo (tentare
Fabbriche da figure di Donne , che fi appellano Cariatidi , convien eh' e' fappia , che inventaron i Greci tali figure, per far intendere alla pofterit le vittorie da lor ottenute fopra i 9 popoli della Caria , de quali fecero cattive le Donne , e ne pofero le loro immagini nelle proprie Fabbriche E' neceflario inoltre, ch'egli fia
g' Intavolati delie
.
6 delia
iftruito
fia
1'
ne'
;
precetti
della Filofo-
^'^
laIe
-
Morale
animo grande ed
^o
ti
Architettura
non (blamente dagli Artigiani minor conto , ma da quelli ancora, che non fono della fua prodi
fetinone
poich
e
egli
1
tutto
il
mondo
ti,
non
gi
foli
Architet-
che debbe giudicare dell'opere. Filofofia Naturale li ne- L ^Fiioio..ci. /r fi* Na- celiarla ancora per ifcopnre quali rurale. fieno j e ca gj on di molte cofe, alle quali debbe 1' Architetto porger rimedio. E neceflfaria inoltre qualche ? adia cognizione della Medicina , per diti faper le qualit dell' aria , che
Hea
La _
."
rendono i luoghi fani e abitabili. on kifogna ch'egli ignori nepgSpure la Giurifprudenza , e i co* rru-
* c,ua
dei
lodeir
nomia,
itumi de' luoghi per la creazione muri diviforj , per Je vedute e per gli fcolatoj delle acque.
Egli faper debbe l'Aftronomia % acciocch polla formare ogni forta d'orologi a fole.
Mufca*
E ra
gli
aveffe
le CaMacchine di Guerra , che ft tendevano con delle corde * di Minugia, di cui dovevano ofTervar i tuoni per giti-
ca
31
Mufi-
tapulte
1'
altre
za degli
tefi
ra d'archi
.
fatti a manie, che tali corde avean La Mufica era necefTaria an-
Alberi
,
cora agli Architetti antichi per faper accordare i vafi di rame, che
fi
come
Articolo Terzo,
gitali fisico
le
chitettura
lib.i.
c 3
'
'TpRe
fono
le
Ar-
Fabbrica
Le corde
fi
debbono
^T
OttO
>
pani
* cui
di
fervano per
fi
come
fi
vuole.
li
Architettura
;
e fono la
la
le
Ordinanza e
porre qualunque Edificio , e che fono regolate per via di una giuda Proporzione in riguardo alla Decenza ed alla Economia . Quindi rifulta, efTer otto le parti dell' Architettura , cio la Sodezza, la Comodit, la Bellezza, l'Ordinanza , la Difpofizione > la
Proporzione,
la
Decenza e l'Eco-
nomia
j^J
w-
La
t delle
Fondamenta,
dalla fcelta
c,i
che dee farli con un' Ordinanza , con una Difpofizione e con una Proporzione conveniente di tutte
le parti
,
zione
*.
Tuna
coir altre.
La
wT
confitte ancor efla nell'Ordinanza e nella Difpofizione, la quale deve efler fatta e tal-
La Comodit
La
ziofa
Bellezza richiede
che
la for-
La
ma della
Fabbrica
fia
mediante
la giufta
proporzione
medefima
&
'or-
re to
La
congiungimento
ti
,
di
tutte le par-fuone.
che compongono V opera , fecondo la qualit di ciafeuna. Quindi che nella fteffa guifa che l'Ordinanza riguarda la grandezza , cos la Difpofizione fatta per la figura e perlafituazione, che fono due cofe comprefe fotto la voce di Qualit , da Vitruvio attribuita alla Difpofizione, e da lui oppfla alla Quantit) che appartiene all'Ordinanza. Vi fono
tre inaniere,per le quali
pu l'Archi-
34
Architettura
tetto far vedere quale far Perfetta della Difpofizione della Fabbrica eh'
ci
eh*
l'elevazione
profpettiva
<La
xohc.
La Proporzione , che appellali ancora Euritmia, e ci che forma quello congiungimento di tutte le parti dell'opera , e che ne rende
l'afpetto graziofo , allorch l'altezza corrilponde alla larghezza , e la larghezza alla lunghezza, avendo il tutto la giuda fua mifura. Ella vicn definita, la relazione che ha tutta l' opera co' le fue parti , e quella che quelle hanno feparatacoll'idea del tutto , fecondo mifura d'una certa parte: imperciocch ficcome nel corpo umano vi una relazione tra il piede, la
la
mente
mano,
s
il
co-
un membro
Per modo
DI VlTRUVIO. % d'efempio il Diametro d'una Colonna , o la lunghezza d'un Triglifo , fa giudicare della grandezza d'un
Tempio
Sopra di ci convien notare, che per efprimer quella relazione, che pi cofe hanno l'une all'altre per la grandezza , o pel numero differente delle loro parti, Vitruvio fi
ferve indifferentemente di tre vocaboli
,
ritmia e Simmetria . fi giudicato effer meglio di tutto ufare quello di Proporzione ; perch Euritmia una voce greca ilraordina-
Ma
che null'altro lignifica , f non Proporzione; e Simmetria, bench voce comune affai e ufitata , non fignifica per in Francefe ci , che Vitruvio intende per Proporzione perciocch fotto quefla voce Proporzione egl' intende una relazione di ragione : e Simmetria in Francefe vuol dire foltanto una relazione di parit e d* uguaglianza . Poich il vocaboloria,
:
Architettura $6 Simmetria tanto in Greco, che in Latino fjgnifica Ja relazione , per modo di efempio, che le fineftre
di otto piedi di altezza
ghezza, e tre Je altre: e Simmetria in Francefe la relazione, percagion d' efempio , che Je fineftre
hanno
l'une all'altre,
quando
effe
fono tutte d'altezza e di larghezza uguale, e che il lor numero e i loro fpazj fono uguali a dritta e a finiftra ; per maniera che , f gli fpazj fon difuguali da una parte ,
pari difuguaglianza
tre parte ancora.
Decn
za
,
fi
ritrovi dall'al-
che l'afpetto j talmente corretdella Fabbrica cerca, to, che non v'abbia cofa, la quab le non fia approvata , e fondata fu b autorit. Ora la Decenza qualche doawe c ?fe richiede , che s'abbia riguardo a tre cofe, le quali fono lo Stato, il Cola
ka Decenza
&
fia
fiume , e
i Alio
la
Natura
che
stato.
fi
ha
allo Sta-
DI VlTRUVlO. 37 fi fcelga , per cagion d' che , efempio , altra Difpofizione, e fi ufi no altre Proporzioni per un Palazzo , ed altre per una Chiefa. o Il riguardo, che fi ha al Coftu* me . me, fa per modo d'efempio, che fi adornino gl'Ingrefl ed i Veftibuli, quando le parti di dentro fono ricche e magnifiche Il riguardo, che fi haallaNatu* Na!u ra de'luoghi , fa che fcelganfi diverf*j hi ; fi afpetti per le differenti parti degli difizj, a fin di renderli pifani e pi comodi. Per modo d'efempio le camere fi efpongono a Ponente, e le Biblioteche a Levante; gli Appartamenti d'Inverno all'Occafo iberno, e le Gallerie di Quadri, e di altre curiofit, che vogliono un lume fempre uguale , a Settentrioto
fa
ne
to
L'Economia
vuol
egli
farli
,
fa, che
l'
Architet-
v
^
avendo riguardo
ed
alla fpefa
che
mia."
ma-
teriali
che tro va nfi nel luogo, dov* dee far l'Edifizio, prenda Icfue
38
Architettura
mifure, per regolare la fua Ordinanza e la fua Difpofizione , cio a dire per dare alla fua Fabbrica una grandezza , ed una forma conveniente.
come
ed
&
alla
Comodit
fuppon-
Je quali
DI VlTRUVIO.
39
II.
.
CAPITOLO
Della
Sodezza
delle
Fabbriche
Articolo Primo.
ceka de* Materiali . Della f
Vimivio-r
ffrio
f
JL vio
la
Calcina ed
il
Pietre,
Tutte le Pietre non fono gi d* u c una forta ve ne ha di tenere , di mediocremente dure, e di durifli* me.
*
Quelle che non fon dure > fi tagliano facilmente^ fon buone per impiegare nelle parti di dentro ed al coperto; ma i geli e le pioggie le fanno andare in polvere; e iefi mettano in
falfo, e
opera vicino al mare , le rode il il gran caldo le guafta. Quelle che fono di mediocre du,
rezza
refiftono al carico
ma
40
facilit
Ap.CHlTETTURA
di quelle , che con fcheggiano al fuoco Havvi ancora un'altra forta di
fi
.
ne truovano
Pietra
ch'
una
fpezie
di
Tufo
,
rofle
altre
bianche , e che fi tagliano colla fega , appunto come il legno. I migliori Mattoni fon quelli , j2_ ni. ch'effendo fol tanto ben feccati , non
nere, ed altre
Quindi eh* aveavi una leggete. 0, in litica, Citt d'Africa, la quale 3 proibiva il metter in opera Mattoni, che non folTero flati formati
cinque anni prima: poich in tali forte di Mattoni l'aridezza chiudea per maniera i pori della Terra al di fuori, che nuotavano fopra l'acque come una pietra pomice, ed aveano una leggerezza , ch'era d' una grande utilit nelle Fabbriche, La Terra di cui formavanfii Mattoni , era molto graffa , ed era or-
DI VlTRUVIO. 41 dinariamente una fpezie di Creta bianca : dovea ella eflere fenza ghiara , e parimente fenza fabbio-
ne, affinch
Mattoni ne
,
riufcif-
e men facili a femperarfi: frammifchiavafi anche della paglia per meglio legarne in*
fero pi leggeri
fieme
1
le parti
Dei
g
II
Legname,
il
del quale
fi
fa
ufo
me
S?
!dl
ufo
nelle Fabbriche,
il
Faggio,
Cipreflb, l'Abete, non tutto uTezfe ' come gualmente a propofito , n l'una iono fpezie e cos propria come lo
l'altra.
L'Abete *
L'Abete, perch contiene molto d'aria e di fuoco, e poco di terra e d'acqua , leggero, e non
piegafi cos facilmente;
ma
egli
co.
Ia Qer-
La Quercia, eh' pi terreftre, dura eternamente nella terra: fuor della terra fi guaita e fi fende. Il Faggio, che ha poco di teriiFag***' reftre , d'umido, e di Fuoco, ma
4>
Architettura
d'aria
,
molto
mente fi rompe. upjopIl Pioppo, il Tiglio e il Salice Tiglio, non fon buoni, che per quell'opeleggerezza , e ad efler tagliato ; ci che gli rende proprj per la fcultura. Lwino. L'Alno buono affai per far delle palificate ne' luoghi paludofi. L'oiL'Olmo, ed il Fraffino hanno Sffi-qnefta propriet, che facilmente 110 non fi echeggiano , e fono alquanto
j
^u- re
Ja
m cu
-
r i cerca fi ]a
facilit
fleffibili
ti
mio.
e fer jr u i gli quindi e , che nlieme Antichi di quefto legno formavano i gioghi degli Animali. u Pino, Il Pino e ilCiprefl hanno queprevfto difetto, che fi piegano facilI]
Car-
Carpino pieghevole *
mo
mente, e fi curvano fotto il pefo , per cagione della loro umidit grande; ma dall' altra parte hanno quefto vantaggio, che la loro umidit non foggetta a generar tarli , per motivo della loro amarezza che gli fa morire.
DI VlTRVUIO. 43 Ginepro, e il Cedro hanno II ciiCe-Ja virt medefima di prefervarfi dio. dalla corruzione; il Ginepro perla
11
GI ~
Sandaracca che e il Cedro per lo Tuo olio chiamai! Ccdrum da'Latini. Il Larice poflede anch'egli querta
fua
eh*
Ja
-,
gomma,
iteffa
virt
fi
ma
la
Tua
particolar
propriet
cia.
La
Storia
memorabile i quello legno; ed , che Cefare avendo attediato un Cartello a pie dell'Alpi, dove una Torre vi avea , fabbricata di quello
legno
la
quale facea
la di
lui
principal difefa , credette d' impadronirfene affai facilmente facendo un gran fuoco a pie della Torre; ma dopo che tutto il legname che a quefto fine fu accefo, rerimafe la Torre ft confunto , fenza punto eflere fiata danneggiata dal fuoco.
L'Olivo ancora
vizio per efTer porto
di
grande fer-^ 1
fondaCitt
:
'
nelle
delle
menta e
nelle
mura
44
Architettura
poich allora quando dopo d'efler un poco abbruciato, s'intreccia tra mezzo le pietre, per farlo fervire di chiavi , dura eternamente , e
non
cor-
rompere* La Calcina fi fa con delle pie- [ib hi Caicina tre bianche, ovvero con delle felci ; ma efla migliore per la muratura, quanto pi le pietre fon dure. Quella, ch' di pietre fpugnofe, pi a propofito per le incamiciature y Dei V'ha cinque fpezie di Sabbione, Lib. ^ c 4 ne, d e fono il fabbione di Cava, il "' ve fabbione di Fiume, la Ghiara, il ha "que Sabbione del mare, ' e la Pozzola'
j.
'
'
na
ne
ch non ha punto d'afprezza Un altro contrafTegno della bont dei Sabbione, quando efTendo meflo fopra un drappo bianco , non vi
iafcia
45
d' effere
flato fcoflb
C?3
Sabbione > che fi fcava neiJa terra , e chiamai! Sabbione di Cava, ha Je accennate propriet, ed
(limato
altri.
"
migliore di tutti gii iJ Vitruvio ne afTegna quattro fpezie, cio il bianco , il nero, il rotto, e il carboncino. * pi Se non vi (la luogo alcuno , da
'
buon Sabbione
di
Cava,
fi
quello di Cava, il quale eccellente per la muratura a motivo che prontamente fi fecca. l Sabbione che fi prende dalla d
Ghiara,
Ghiara purch
Il
anch'elio
molto buono
f\
Ma^
Sabbione del mare il men buoperch no ; vuole gran tempo a feccarfi. Per quefta ragione cofa necefflaria il far la muratura,dove conven-
46 ga
Architettura
ufarfi
quefta force
in pi volte, e in
Sabbione , che fi ritrova apPo?ioUa. preflb Napoli , chiamato Pozzolana, cos a propofito per far buona malta , quando venga mefcolato con la calcina , die non folamente nelle Fabbriche ordinarie , ma eziandio nel fondo del mare quefta forta di malta fa corpo , e s'indura a maraviglia. Se ne fervivano gli Antichi per coftruire i
gli Sporti nel mare Im^ U perciocch dopo aver fatto con pali e con tavole delle Barricate , git-
Moli e
tavan dentro nel ricinto delle dette Barricate quefta malta fenza levarne l'acqua, perch la malta e le pietre che gettavanfi infieme la facevano ufeire, e cos feccavafi la
Di Vitruvio.
47
rticolo Secondo.
Dell' ufo de'
Materiali
mf* T A
Pietre.
ter cu ra nel
le pietre nelle
due anni
a-
le
quali in quello
dal-
fieno
po
fa
d'eflere fiate provate dalla flefnatura, faranno ritrovate buone, fieno per la muratura fopra
terra
1 Uufo
Convien ancora ufare molta caufelT-tela per porre il legname in iftato di fervire alle Fabbriche . Iniperciocch bifogna , che quefto fia
fiato tagliato in un tempo conveniente, ch' quello appunto, in cui l'umore che confervava la for-
Lib.
c ' 7'
48
Architettura
l'Autunno e
il
Verno
il
nel qual
tempo non
bre; ma caftigato dal freddo. Ci tanto vero, che il legname degP Alberi, i quali crefcono e divengono affai grandi in brieve tempo a motivo dell'abbondanza della loro umidit, tenero , facile a romper* , e poco atto ad effermeflbin lavoro ; ficcome l' efperienza fa vedere negli Abeti chiamati Supernati , i quali crefcono nell'Italia di
fi- Lib.t. 0, I0 *
qua dall'Appennino
.
verfo
il
Marc
Adriatico Imperciocch fon effit grandi e belli , ma il loro legno nulla punto vale per ufo di fabbricare : laddove quelli che fono dall' altra parte della montagna, efpofti al caldo e al fecco nomina^ ti Infernati, fono molto migliori nel lavoro .
tal-
49 che
:
in neceffit di forar-
e quefto
motivo, per cui fi introdotta la pratica che debbefi offervare per fare il taglio del legname da fcrvirfene nelle Fabbriche; cio ,
di fare alcuni tagli nel piede dell'al-
bero attorno attorno, tagliando non folamente la corteccia , ma ancora una parte del vivo del legno y e di
lafciarlo cos
di gettarlo a terra
affinch quella
fi vada a tempo fcolando . Egli ancora facile il giudicare quanto fia importante 1' evacuazione di quelta umidit foverchia per fortificare il legname, e per guardarlo dalla corruzione, f li confider, che i pali foliti a por-
umidit difcenda
fi
tramezzo
le
pietre
nelle
mura
^;
,(
o
jf
Architettura
fen-
piegati
le
non
in
muri
affai grotti;
e quefta la cagione , per la quale nella Citt di Roma non fabbricavafi con mattoni; perch a motivo di rifparmiar luogo , non era permeilo di farvi muri pi larghi d'un piede e mezzo ; ciocch non fa pi di
ledici pollici
mezzo
incirca
del
noftro piede.
Non
facevafi
ne anche
la
parte ***
fuperiore delle
mura con
mattoni-,
poich ficcome quefti apprefl gli Antichi non erano cotti , cos quella parte di muraglia facilmente farebbefi guaftata dair acqua della pioggia , in cafo che qualche tegola del coperto fi fofle rotta o moffa di luogo. Quindi , che la
fommit
delle
mura
facevafi di pezzi
di tegole dell'altezza
fia
un coperto
DI
VlTRUVlO.
fi
Tacque, e di-
cornici
migliori pezzi
di tegole
cio quelli
che effendo
itati fatti di
lungo tempo fervito fopra i tetti, davano a conofcere d'efler ben cotte , e di efler fatte di buona materia. La muratura di Mattone era {limata a tal fegno dagli Antichi, che
tanto pubbliche lor palazzi pia belli erano fatti di tal materia. ci che principalmente rendea confiderai le una tal forta di fabbricare, era la lunga durata: imperciocch quando i Periti erano chiamati per efti mare le Fabbriche, diffalcavano fempre da ci che giudicavano aver coftato il fabbricarle , Foctantefima parte per ciafeun anno dacle loro
Fabbriche
quanto private,
Ma
ch era ltato fatto il muro ; poich fupponevano, che i muri non potettero ordinariamente durare pi d'ottant'anni; laddove le Fabbriche %
$2
di
ARCHITETTURA
Mattoni venivano fempre apprezche azate quei tanto appunto veano coftato, come f aveller dovuto durar eternamente.
4 L'ufo
Per ben impiegare la Calci nac'l^ 7 diciiu Sabbione, e farne buona Malta , convien primieramente, che la Calcina fia fmorzata bene , e che fia Hata lungo tempo in conferva , affinch f vi ha un qualche pezzo men cotto degli altri nella fornace , pofla anch' effo , venendo fmorzato a bell'agio , ftemperarfi cos facilmente, come quegli alfono Itati cotti perfettatri che Quella una cofa che mente molto importa , maffimamente nel.
'
le
incamiciature
ne' lavori
vi
di
ftucco: perch
quando
refano
cina
mezzo
cotti, allorch
,
vengo-
no poi
giare e
a finorzarfi
fanno fchiegfia
rompere
caccia dentro
Di VitruviO un coltello
con
il poich
fcheg,
f s'incontrano
quella
o che
al coltello
attaccherebbe
Convien
contrario
ta
Malta non
bafta
,
ben preub.7.
c' J *
quanto
quando
ella s*
feiouc.
Per impiegar poi bene il Sab- jjb. 2 bione, bifogna confederar ci che c * fi vuol fare poich f Ja Malta dee fervire all'incamiciature, non deve adoperar il Sabbione im> fi
*
mediatemente dopo
to fcavato
;
ch'effo
fa
flala
perch
feccare
fa
intonaccature:
fi
ma
poi per
Io contrario f
voglia
impiega-
Muratura, non
bene che
i\o all'aria
fla flato
;
$4
*ii
Architettura
manieralo alterano, che
la
piog*
alla
-! 6 -*'
*
che debbono 1 c Sabbione e la Calcina per far buona Malta, debb'efTer tale, cio che vi fi mettano tre parti di fabbione di Cava, odue parti di fabbione di Fiume ovvero di Mare con una parte di Calcina ; e far migliore ancora, f vi fi aggiunga al fabbione di Mare e di Fiume una terza parte di pezzi di Tegole ben petti, e ben crivellati
La proporzione
il
avere
Una
delle principali
cofe
cheui.?,
'
c convien ofTervare nella Malta ,fi il ben prepararla, e ben mefcolarla. Gli Artefici ab antico nella Grecia erano cos attenti in quello , che ogni volta che f ne formava , impiegavano attorno d'efsa
dieci
mefcolare , ciocche facea acquiftare alla malta durezza tale, che i pezzi d'incroftatura i quali cadeno da/
DI
VlTRUVlO.
.
S$ a far delle
Articolo Terzo.
Delle Fondamenta.
ConvienTLFondamento la partedelleFab.Lib.fi. confii_'ii -x i xC.ii. derar JL bnche la pai importante poich Gunon fi pu rimediare a'difetti di qucl
jjj^Jjk "lo
cos facilmente
come fi rimedia
a*
cio
'
difetti
feava-
dcher-P
* cn0
-
raglia
di terra.
roda-"
Allorch
fi
fi
,
far ritrovato
il
ter- Lib., #
fj
ArchitetUra
Ma f
non
terren fodo,
e che non
fi
truovi
converr fcavare fin fi potr , e poi conficarvi de'Pali d'Alno, d'Ulivo o di Quercia un poco abbruftoliti , e cacciarli a forza con le macchine l'uno all'altro pi vicino che fi potr ; e poi riempiere di carbone tutti i vani che fono
tra
mezzo
Pali.
Fatto quello, converr in tutta! la Lib.r. i La Mura- fofla che far fiata fcavata , fab- c * bricare una Muratura con pietra la pi foda che fi pofla trovare.
*
Per legar
me
le
Pietre nelle
Edifizj
mati afsai d'appreflb tra l'una e l'altra filla di pietre, perch fervano co-
me ci Chiavi e di Arpioni: poich quefto legname cos preparato non fottopofto n a tarlarli, nadefser corrotto in maniera veruna dal tempo, potendo durar eternamen-
Quando
fi
Can- *
tineo altri Luoghi fotterranei , bifogna che le Fondamenta fieno molto pi larghe: poich il Muro che
deefoftentare il terreno di fopra , richiede una groflezza grande per refiftere alla fpinta che fa la terra
in tempo del verno , nella qual ftagione ella fi gonfia , e divien pi pefante a cagion delle acque ,
di cui
imbevuta.
Articolo Quarto.
Vi fono
(erte
Lib.
.,
, 8-
Delle
Mura
T A Collocazione delle pietre uniXmu te colla Malta, che noi chiamiamo la Muratura ofia la maniera di far muro, e di fette fpezie: ve
ne ha tre di pietre tagliate , cio quella eh' in forma di Reticella, quella eh* in Legatura, e
quella
eh' chiamata
Greca
ve
j8
Architettura
tre altre di
ne ha e non
di
pietre
grezze
eh* ordini Uguali di pietre , quella eh' di ordini Difuguali, e quella eh' Guarnita e riempiuta nel mezzo : la fettima quella eh*
tagliate
,
cio quella
?La
lata*
comporta di tutte l'altre. La Muratura eh' in forma di " rete , che noi polliamo chiamare
perci Reticolata, quella ch' fatta di pietre, le quali effendo per-
fettamente quadrate nelle loro facciate, fono pofte in maniera, che le commeflure procedano obliquamente, e le diagonali fono V una a piombo, l'altra a livello. Quefto genere di muratura il pi vago alla
vifta ;
ma
.
il
lavoro fottopolto a
fenderfi
la
Si veda la
Figura
del-
fono pofte
le
in
cui
com-
livello ,
DI VlTRUVIO.
$p
l'erte a
Ter co
due
pietre l'una
il
cada
(opra
mezzo
Alcuni chiamano Incerta quefla Maniera di murare ma ci mala" mente, perch in Vitruvio leggo:
no Incerta
in vece 'Inferta
I noflri
Muratori l'appellano in Legatura : ella men bella ma pi foda che Si veda la Figura la Reticolata BB della Tavola I. 3 Quei. La Muratura, che dice Vitru Greci. vio effer particolare de* Greci, in cui dopo d'aver pQfte quella due pietre che fanno ciafeunauna facciata efteriore nel muro, f ne pone una per lungo delle altre due che venga a fare nel muro facciata di qua e di l, e fiofservi femprequePotrebbeii fto medefimo ordine chiamare quefta maniera doppia Legatura poich la legatura non
.
.
ma
ella
6o ancora
Architettura
di pietre
d'una facciata
coli'
altra, a pietre le
ciata
pietre d'una fac, legano le con quelle dell'altra Si cfTervi la figura CC della Tavola I. La Maniera di murare per ord- 4 Quei; L e ni di pietre Uguali, chiamata da- P e r orgli Antichi Ifodomum^ non dif-g""^ ferente da quella che fi fa in Lega-P ietre tura f non cheinquefro, chele pietre non fono tagliate Veggafi la figura D. della Tavola I. L'Altra maniera per ordini Difu-yQ ^-
verfo
guali
gliate
appellata Pfcud-fodomitm
, per or-
non
ta-^g,'^*
porte
vi
in legatura;
fretta
ma
non fon
fezza
;
elle gi della
fi
grof-
oflferva rugua$Jian-
za
non
in
ciafehedun ordine,-
effendo per altro gli ordini delle pietre tra di loro dfuguali. Si veda la figura E della Tavola I.
6l
,
e per
ma
alle
fi
le pietre
non
alle
fi
pongo-
no che
e
il
bande o
riempie
,
facciate,
mezzo
di faffi gettati-
FF,
GG H
della.
Tavomuras'
,
ella
pietre mediocri
,
e an-
affinch la
malta penetrandole in pi luoghi, rattenga meglio, e la forza fua non fi perda s predo , etfendo attratta da pietre grandi , nelle cui commeflure fi vede che U malta
le
polvere fi guada , e fi riduce in colPandaredel tempo: ci che non fi feorge nelle Fabbriche antiche , le quali fono (tate fatte di pietre piccole Dal che fi ricava, non doverfi ufarrifparmio di Malta. Quindi , che Vitruvio propo7 la Compe. ne una ccrta man era dj far muro, la quale chiamar fi potrebbe o Compofta, perch' ella fatta nfieme
. j
z
di
Architettura
pietre tagliate e
di pietre nori
lavoratejowero Ramponata, perch le pietre da una facciata all' altri fono fermate con cie'ramponi di ferro. La bruttura tale iTendo le
.
facciate del
muro
fi
fabbricate di pie-
tre tagliate,
guarnifee il mezzo che fi lafciato voto e fi riempie di malta e d'ogni forta di fall gettativi cos alla rtnfufa. Pofcia fi legano le pietre di una facciata con quelJe dell'altra per via di
ramponi
.
di fer-
ro
fi
figillati
con piombo
quefto
fa in
tal
modo
,
nichi
che
Si vegga la
Figura k della Tavola I. L Se re"" s * polTono fuggerire molte cau- e ,c ^ e tele per rendere la Muratura pi <ii inu-^foda e pi durevole e quefte cau; io rio/ tele cadono in acconcio fopra tutte le accennate fpezie di Muratura Quando s'abbiano a far muraglie
l,
j.
J.
VlTRUVIO. % per Fabbriche r pefanti e r metter^. vian- mailiccie , fi guarnilcono dalla parte chiavici dentro di pali lunghi d'Ulivo un poco abbrufloliti , per farli fervire di Chiavi e d'Ancore poich quefio legno in tal maniera preparato
DI
*
Di
affai groffe
non
L?! P er
hK
Sodezza delle
fia tirato
>
Mura
che
e che
apiom-
*
tutto
Pilaftri
le
piombo, Colonne, e le
ben
a
,
Pile
il
che
fo-
do corrifponda
al
fodo:
poich f
v'ha qualche parte di Muro o qualche Colonna la quale s'appoggi fui falCo y egli imponbile che l'Opera duri lungo tempo. Vi fono ancora due maniere di
fortificare
i
leggri"
Muri
e quelle fono
alleggerirli del proprio lor pefo, Se"fi'^ fanno o pur d'alleggerire il pefo della terra
manieC
j
1?m
che debbo n elfi foftentare. La prima maniera di alleggerire Aiig*" B a q ue mo g n ^ ne> <I ua h vi foo^
'
no
de'vani
come
+
Quefti
< 9n
1
Architettura
tali
alleggerimenti poflo-
no
eflere di
li,
o che foftenta
Muro
fopra
il
vano delle porte e delle fineflre, due puntelli che pofando nella
parte inferiore fopra de'Pilaftri unifcano nella fuperiore.
s'
SmT. vani
oita
.
degli Archi a
volta
con
denti ad
un centro
cos
poich eflen-
do
la
muri
affodati col
mezzo
di quefti tali
Alleggerimenti
eh*
nella
muraglia
, tutta parte di
fotto
non
decliner
punto
re-
dando
te che di fopra
e f Je avvenifle
fenza
la
che
puntellare
c
ftentn1
La Seconda maniera
rire
li
di alleggeratti
e per
fono
tcrr """e-
oltre
alla
groffezza
ftraordinarii
ttanti gli
altezza del
muro
ma debbono
efli
avere tanto di piede ofia di Scarpa quanta pure 1' altezza del muro, in modo che a poco a poco inai* zandof fi reftringano tanto, che di fopra fiano cos groffi quanto
groffo
il
Che
fi
poggier ancora il muro che fo(tiene il terreno , ad altri Speroni nella parte di dentro, fatti come denti di fega , che verranno a fare degli angoli fportanti in fuori, ed altri rientranti nel fito dov'effi al muro fono congiunti. L'effetto di quelli Speroni nonmb.. **' fol tanto di foftentar il terreno colla loro refiflenza, ma d'eluder
anche
Architettura
Articolo Quinto.
D? Pavimenti o
iPavimenti fcnodi
Terrazzi
XTI
%/
Y SS^no;
cica
due folari; altri fono colmo delle cafe in piatta forma; ed altri fono in Sofaltri tra
pofti fopra
il
fittato.
che fono a pie r primieramente convien ila pie , fh^fa' fpianare e livellare il fuolo, s'ee fermo e fodo ; e f non o a?ia ** manie, tale , convien batterlo col MontoiwrS" ne > eh' lo finimento con cui fi battono li pali in terra; e dopo avere Uefo fopra il fuolo cos apparecchiato una prima incroftatura, detta dagli Antichi Statumcn^ ch'era di faffi e di rottami della groffczza che pu capir un pugno, mirti nella malta di calcina e di fabbione ; convien porre la feconda mano, eh* 01 appellavano Rudusp ch'era fatta
Quel.
Per
far quelli u
piano
t)l
VlTRUVIO.
i pietre e di rottami pi
f minuti,
una
di Calcina, s'effi fono nuovi, perch f fieno prefida rovine vecchie, vi fi vorranno cinque parti
di tal terrazzo in
I
due
di calcina
Greci aveano una maniera di 6 alla fare i Pavimenti ne'luoghi baffi ,do- Lib man rade' ve regnano d ordinano il freddoe dreci l'umidit, che gli rendeva efenti da tali incomodi Scavavano ia terra a due piedi d'altezza, e dopo d'averla ben battuta, vi mettevano una mano di terrazzo , o fia ii pavimento di tettole cos colmato, che avefle un poco di pendo dalle due parti ove faceano dc'Canali atti a far fcolare P acqua fott terra: indi ponevano fopra quefla prima Intonacatura un letdi to carbone, quale battuto e livellato che Taveano , coprivanlo d> un altro Strato di Calcina , di Sabbione , e di Cenere ; e quefto poi lo polivano , quand' ra fecco > con una Cote. Quefl
'
fs
68
Architettura
punto incomoda-
poi ai Pavimenti dei Sobifogna aver attenzione, che 5oIa J-fe vi ha qualche Parete o Tramezzo al di fotto , quello non giun* ga a toccare il Tavolato di fopra,
chefoSue
laj ,
e crepare fopra di elfo. Per far quelli Pavimenti, convien inchiodare le tavole da tutte
fi
le
affinch quelle
non
fi
gettino
fendano. Quelle Tavole bifogner coprirle di felce o di paglia, per impedire che la calcina non guadi il legname ; poi vi fi {tender fopra h prima mano formata d'una miilura di malta e di rottami groffi quanto pu capir un pu-
non
fi
Vitruv. j gno, che converr battere lungamente con leve; e in tal maniera formeraffi una crolla mafficcia , che avr
nove oncie di grofsezza fopra di una tal crolla fi metter come per Nucleo o Anima un'altra pafta , che
:
queben peftata, che di ogni due parti ne abbia un* altra di calcina Sopra l'Anima fi. porr il Pavimento o di taglietti di petruccie , o di quadri grandi ben drizzati a fquadra ed a livello; e dopo di ci Ci ander fregando per legare tutti li rilievi ed inuguaglianze che vi fi potettero incontrare nelle giunture; infine vi fi paller fopra una compofizione di Calcina, di Sabbione e di Marmo peftato, per ben riempiere ugualmente tutte le commeflure. *iPaSe fi vuol fare un Pavimento eh*
avr
di Tei dita; e
lla far fatta di teftola
.
non
meno
tuhe" abbia a fiare allo feoperto fopra 1 terrazze acc i pofla refiftere e con-
Sbm
caft
il
colmo
fervarfi contra le
il
piogge e contra
gelo, e che
jo
P
l
Architettura
** a *
}! for
-~3* ato
ran
fi
ca * ore
convien
Travi Tavolato, conficcarne con chiodi un altro per traverfo del primo , cosicch faccia una doppia armatura alla travamenti; poi ftefavi la prima mano nella maniera gi detta, felciare con Tegole grandi di due piedi in quadrato, Je quali debbon cflere fcavate fu gli orli in forma
dopo che
inchiodato fui
il
d*
che poi convien riempiere di calcina /temperata con olio. Quefte tegole della felciata debbon effere pofte in maniera che fiadito
,
un
no
due
rilevate nel
pendo per ogni fei piedi, cio a dire unaquarantottefima parte. Poi fopra queflo Jaftridita
di
eato fi porr il Nucleo , fopra di cui , dopo che far flato battuto ben bene nel modo che tutto il
refto , fi metter un laftricato di grandi pietre quadrate Ora per ovviare , che 1* umidit non appora'Pavimenti di tal ti nocumento
Di Vitruvio.
forta
,
7t
d* imbeverli
buona co fa
ogn*anno di tanta feccia d' olio , quanta ne poflbn ricevere IJ Difotto de' Pavimenti ed !*' imefni jnSoftu-Soffittati debbon effer fatti ancor quali effi con gran diligenza Per fare i nflde *Soffittati a volta, convien inchion u do ai Travi de' folaj , ovvero a dare J el P a Timen- Travicelli de' tetti, di due piedi in te due piedi, alcuni Pezzi di legno archeggiato ( detti volgarmente Se* fii) Bifogna far fcelta di legname, il quale non fia foggetto a corromperli, com' il Ciprefl,il Bofl, il Ginepro, l'Ulivo, e non gi
.
fi
la Quercia , perch fi fcheggia o il torce, e fa fendere quel lavoro dove s'impiega . Effen*
adoprare
o travicelli comparcon catene di legno , e confitti con chiodi alla Travatura, vi fi attaccherannocon giunchi di Sparto Ifpanico palulre delle canne Greche battute e fchiacciate . Si ufavano quelle Canne in luogo delle Late, o vogliami dire Cantinelle , che **
gli Afferi
titi
do
fopra di quefte
Canne
fi
coprir
le quali vi pof-
verr incamiciare la parte di fotto che noi diciamo il cielo, fgroffandola con geflo , ed eguagliandola pofcia
con malta
,
di
calcina e di
fabbione
pulirla
finalmente
marmo.
Lib.y.
Faceano talvolta gli Antichi le Volte doppie, allorch temeano , che l'umidit folita a generarti da' vapori che fi follevano in alto,
consumavano
di fare prin-
cipalmente ne' bagni. Le Cornici , che fi fanno attor-gf^ no via de'Soffittati , debbon eflere leggiere e piccole , poich dee
di temerli che
Vitruvio*
il
73
men
foggetto a romperfi.
Articolo Sesto*
Delle Incamiciature *
L.b. 7
4.
Incamiciature che du* IeIu ami m tempo, e che non ci .-mire ono di fiano mai foggette a fcrepolature, quattro JL bifogna aver attenzione di tion ap^f plicarle fopra muratura, la quale non fia ben fecca: perch altrimenti fuccede , che V Incamiciatura
'
PErfare
rino lungo
'
eh' efpofta
all' aria
feccandofi
metodo, convien applicarla di ma- c ?niN no in mano , oflervando di nonp'Musrof metteryi una nuova mano > f quel- fi.
"
74
la
Architettura
fopra cui debbe effer pofta, non fia prima quali fecca affatto . Sei
gli Antichi ; malta fatta con Calcina e Sabbione e tre di Stucco fatto con polvere di marmo e di calcina. Le prime mani che vi mettevano erano fempre pi grolle che l'ultime ; ed aveano ancora quella attenzione, di non metter in oprala malta di Sabbione o,di Stucco nell* Incamiciature , le prima non fofle fiata lungo tempo battuta e mefeolata , principalmente lo Stucco, che lo dovea eflere fino a tanto , che non fi teneiTe pi alla Cazzuola . tifavano parimenti gli Antichi diligenza molta nel battere le Incamiciature e nel ribatterle pi volte dacch erano applicate, e nel Jifciarle: ci che dava loro una durezza , unabianchezza,ed una pulitezza tale fpecchj . t.LTn- c ke &ccalc lucenti come camiQuelle Incamiciature fatte in tal dapitu-modo fervevano ancora per dipi* r a Fr e Vco .gnervi a Frefco ; perch i colori , ve-
mani ne metteano
tre di
;
Di Vitruvio.
nendo
applicati fopra ia
71
Malta pria ia fi fecchi, penetrano, che e fanno infieme con efsa uno fteflo corpo, di maniera tale, che quantun-
fi
lavi,
:
non
pi
fopra la Malta gi fecca Applicavano pure gli Antichi "re quefte Incamiciature fopra i TraP e T, a " mezzi o Pareti di Jepno riempiuti tJ meni. a ^, di terra grana , inchiodando delle Canne, come noi facciamo le Latte o vogliam dir Cantinelle , e
fia
.
' .
>
grafsa,fila
,
di
Canne
dopo
a traverfo delle
prime
poi un'altra
di
mano
di
terra grafsa ;
che
applicavano
fopra
Malta, e di
mid?."
luoghi badi ed j*f Antichi moItC al, , ,, tre cautele , principalmente nelle P art * interne : poich per quello
i
umidi ufavano
che riguarda
il
di fuori,
fi
conten-
Architettura j6 tavano di farvi l'Incamiciatura dal bafso de'Muri fino all'altezza di tre piedi con Cemento Ma al di dentro, quando il terreno nella parte di fuori era pi alto del pie piano interno, vi facevano contro al muro maeftro un altro muretto flretto, tra l'u.
no
le
folamente l'intervallo d'un Canao Condotto , che faceano pi baffo del pie piano della fianza, acciocch riceveffe f acqua tramandata dai muri
al di fuori.
,
e la facefse fcolare
a fin d'impedire * che poteano rinfer-
Ed
che
vapori,
vi
faceano ver-
per dove potefsero i vapori- fortire: poi quefto contra muretto veniva incamiciato al di fuori
Spiragli
,
con Malta
gi efpofta.
Quando
to,
tal
77
muri,, vi metteano delle incavate, Time fopra l'altre contro al muro ; e quefle poi le ricopri-
Contra Tegole
vano, e le incamiciavano di Malta e di Stucco. Tali Tegole ch'erano impegolate nella parte interiore , e che formavano certi mezzi canali, lafciavano fcolare nell'accennato
dal
Condotto T acqua
che
detti
ftillava
muro maeftro , e
fortire
i
lafciavano anSpira-
che
pe' gi
7^
Architettura
CAPITOLO Ut
bella
Comodit
delle
Fabbriche
A rticolo Primo.
Della comoda Situazione Fabbriche
.
delie
Lib.i.
dee confiderare l'Architetto* fi e Ja comodit del luogo, dovado 7 debb' gli intende di fabbricar un EdifiAcre zio. Quindi , che l'Architetto Dinocrate fu biasimato da Aleffandro , perch aveagli propoflo un bel difegno per fabbricare una Citt in un luogo iterile, ed ingofia
lll
\J
Proem.
abile a foftentarne
i.Ferti-
gli
abitatori
0,3
'
feiegliere iinLi^.i.
ed abbondante da f 2 Acccf fteflb , e che per altro abbia Fiufiuie ^ e p ort j ca ac j ^i fomminiftrarp
.
luogo
comodit
di cui
DI VlTRUVO.
3.sano.
qScfto
7^
l'aria
fia^- lbi
c'
La
fana
.
il
SeEb'
*?<?
1
luogo
d'efTere
men
di
f tt0 Pft
Deb-
PaiudVbe efler
pu
invi
fetti de*
velenofi
animali
che
s'ingenerano , e che rendono i luoghi all'intorno inabitabili quando per non fi dia il cafo , che le Paludi appreflb al Mare fiano
follevate in maniera
acque
vi
incontro anche il Mare quando fi gonfia in tempo di burrafche , poffe portarvi le Tue, e far morire con la fua falfedine le beftie venefi-
che
vllto a
Mezzo-l'aria
a
nente
non pu efler fana in una Citt pofta fulla fpiaggia del Mare, quando detta fpiaggia fia volta verfo al Mezzod o pur verfo a Ponen*
te:
il
caldo indebolifce
So
il
Architettura
freddo gli fortifica ; e refpericnza fa vedere , che coloro i quali partano da paefi freddi a paefi caldi, difficilmente refiftono a foggiornarvi fenza che vi fi ammalino ; laddove per lo contrario gli
abitanti de' paefi caldi,
qualunque
Settentrio-
volta paffino
Co
verfo
il
cenouniuo{i
ne, ftanno meglio di falute. Gli Antichi aveano in coflume di formar giudizio della qualit
llf
dell'Aria , dell'Acque, e de'Frutti ~che poflbno rendere malfano un luogo, dalla coftituzione de' corpi
degli
Animali
.
che
vi
fi
erano
quefti
nutriti, confiderandone di
gl'inteflini
effi
Imperciocch f in ritrovavano corrotto o livido il fegato, conghietturavano quindi , che lo fteffo farebbe degli uomini ancora .
DI
VlTRUVIO.
8l
Articolo Secondo.
Della Efpofizione delle Fabbriche
.
d'un luogo fano, ***. c, convien prendere legiufte midfpen- Ture per la Difpofizione deJJe cona fecondo il pi vantaggiofo d lf trade a *P ett0 del cielo. La miglior EfpoTiene rer ri- Azione far di fare che il vento non iFcie- imbocchi le contrade in que'luoghi, affai freddi, e iVeafi dove ve ne ha di ftraordinariamente impetuofi L'EfroAfpetto delle Cafe private^.,. delie viene renduto comodo dalle aper- c -** 6 ture, che loro fi danno differentedeife' niente per ricever l'aria e il lume, pani
(celta
d'una
SrTJAwa la
JL
de dT dueco- r fi
e e r3aiie
k
iti
naj, e
L ib
c 9 f'
ne quali vogliafi chiudere , e cuftodire qualche cofa , debbono efler do i debbo- efpofti yerfo il Settentrione > ed
ed ufi,
tz
iporre diverfa
Architettura
pchhTimo dominaci dai
i
tu di- e fl" er
.
rag-
chej^
.
ftodire
le
Fabbriche
.
, *
ricer-
icfrut-
difterenti Lipoiizioni:
poich le Sale da mangiare in temP d'Inverno, e i Bagni doveano g aT r inver-a pp re flo gli Antichi riguardare a perch tale i Ba*- Ponente d'Inverno sni i luoghi pi calSituazione rende di a motivo del Sole, che vi batLe
saie
da
an
-,
'
te co'fuoi
raggi fu
quell'ora
effi
del
giorno
in cui aveano
per co-
ftume
Le B h
-
di fervirfi di s fatti
Appar-
tamenti
Le Biblioteche effer debbono ^ te rivolte a Sol Levante; perch gli ufi loro richiedono il chiaro della mattina ; oltre di che i libri non guaftano tanto nelle Bibliotefi
che efpofle in tal guifa , quanto in quelle che guardano a Mezzod e a Ponente, le quali fono fog gette a' tarli , e ad una umidit che ingenera muffa fu* libri. Le Sale da mangiare per la
iVda
manre
Priver
bon
effere voltate all'Oriente, affinch eflendo riparate dalla mag* r"r ia forza del Sole, eh' quella veggio**
fSumano,
^ a quand' vicino a tramontare, fieno quelli luoghi temperati in quel tempo che fi Coc
^e^
gliono adoperare. Gli Appartamenti che fono per P tam en-Ia State, riguarderanno a SettentTlonQ y P er aver cos * P* u di frenale.
Gii
feo
J^Gai-
molto proprio ancora per le Gallerie di Pitture, togli e per quei luoghi ove fi dipigne; T d acciocch i colori, per la fermeze l1gn J~ za ed egualit de'Jumi che vi in tutto il giorno, fiano nelle opere impermutabili. i.DaiE duopo aver anche riguardo Libi a 01
de'Qua
QuefVAfpetto
*?
i ra
alla diverfit
de* paefi
dove
'
gli
paefe
chiedono
Situazioni
freddo riAfpetti e
bon
eflere fatte a
volta con
p-
Architettura $4 che aperture, e rivolte verfo le parti del mondo ove regna il caldo; per lo contrario nelle Regioni calde e Meridionali convien farvi delle aperture grandi, e rivolte a Settentrione; affinch l'Arte e l'Induftria polla
rimediare a
luogo ha
in f d'incomodo
A rticolo Terzo.
Della
m
Difpofizionc
delle Fabbriche.
h*-
T A
DifpoGzionc, o Diftribu- Ub
Edifizj
dn Fabbri-fce alla
zione degli
con trib i-
c * 6-
cSm-
e abbia a fervir a Ji ufi > rcui S ch'eie deftinato l'Edifizio. Quindi , evoie che la Piazza pubblica e il Mercaluzie t0 devon eflere nel mezzo della rubb Gitt feppure non vi fia un qual-
S3u.
Perciocch
le
il
Mercato non
s fatti
debb'efler lontano da
,
luoghi
donde
merca*
^
priva-
tanzie
loro parti differentemente difpofte cut vi fecondo la diverfa condizione di 3^* chi le abita Imperciocch nel*
.
ci
i a
fpeie,] e
Le
d
Cafe de'Grandi ' gli Apparta, o rr i j menti del padrone non debbono
ci tt J eflere full'entrata;
f
ma
fogliono an-
no o p
Grandi
,z *
come a
Sale,
e Giardini
il
ricevervi
Mercatanti debbon j*^ uLa. avere fuiringreffo le loro Botteghe, i loro Magazzini, e gli altri luoghi, ove hanno a trattare co'foreftieri . Alle Cafe di Villa convien dare ci/ *fun altro ordine e un'altra difpof?a,che Janno zione diverfa da quella delle cafe x
cafe
de'
dodici parti,
,.
Le
G ditta.
fy.
Imperciocch
la
Cucina debb*
cucina efsere prefso la Stalla de' Buoi, in guifa che le Mangiatoie riguar*
'**
Architettura %6 dino verfo il Focolare e verfo il dcBuoiLevante quefto fa che i Buoi non diventino ombrofi, e non abbiano il pelo arricciato. j.iBa^ I Bagni debbon eflere anch'efll
:
alia
Cucina
vicini, affinch
il
ca-
mino
4.
il
pofla fervire
ribaldarli.
debb' effer n II Torchio non * J ntano sd Cucina , eu ur So. P perch cos far comodo al fervizio eh'
neceflario per la preSe il parazione delle Ulive debbe fufolo a non Torchio , piedi di aver meno di quaranta lunghezza, e fedici di larghezza y f non ve n'ha che un foio: ma f vi far luogo per due preli, fi diano ventiquattro piedi per lunghezza.
.
s:
la 3 1* "
1
n .
non pu
.
rifeaidare
il
calore
rende debile
lo contrario
il
perch il vino e la
in
guafta
6.ii
Per
cui
fi
luogo
>
fo
debb*
DI
eflere rivolto a
buona cofa, che iJ calor mite deloiio. Soie trattenga l'olio Tempre fluido. Gli Ovili, e le Staile per le Ca-;- gii * pre debbon eflere molto grandi ,g.Te per far s, che ciafcuna di tali be-^fj; itie abbia almeno quattro piedi di capre. fico da occupare.
Le Stalle
fieno
nel
de' Cavalli
convienche*
alla
vicino
guardino al focolare; perciocch i cavalli che veggono fovente il fuoco, fanno il pelo arricciato. te Le Tezze ed i Fenili, che fono *zie i luoghi ove fi cuftodifcono la paglia t\ ed il fieno, come anche i Molini,^" bifogna che fi facciano un poco MoIini lungi dalla cafa a motivo del peil!
In ogni forta di Fabbrica bifo-inme 3 gna aver attenzione, che tutte ledeiie"
parti fienor illuminate bene
:
wia^jj.
fopra tutto il lume neceflar io al- ^cole Scale, agli Anditi , ed alle SaleSdS-
da mangiare.
brkht"
$8
cacche
Architettura
q Ue
>
vien aggrandir le finertre quanto far peflibile, ed alzarle fino [pi cienta a tanto, che per la loro apertura
a
fuffi-
juoghj
che
fono
re
fipofla veder
il
cieloalia fcoperta.
Articolo Quarto.
Della ferma comoda delle Fabbriche
Iaco :
SSie"
1
che uno Ila della lh>. Comodit del luogo in cui c h ^d' vuol fi fondare una Citt, perrrfez-
XV
Sficurato
i.
"
rende
forma
la
20 delh cognizione che fi avr del* bont della (u aria, della fua
e della facilit che predar
]
debbo- fertilit,
oave
e Strade , i Fiumi, e i p Porti di mare di farvi venire ogni cofa necelTaria ; convien provvede-
(f ono
ni,
re a ben munirla con fortificaziole quali confiftono non folamente nella fodezza de' Muri e de'
Rampati,
iato,
ma
ma
Di Vitruvio.
1
S9
La
eisere
non debb'
,
delie
ne quadrata
ne compofta
ma
mero
.
fenofit
efser
affinch
il
ne-
veduto da pi luoghi Imperciocch gli angoli , che troppo s'avanzano all'infuori, fono inopportuni alladifcfa , e pi favorevoli agli afsedianti che agli aiTediati. Bi fogna procurare di rendere l'avvicinamento alle mura pi difficile, che mai fi pofsa. La forma pi comoda delle pi\b v,h ^ t Ie c *' Pi * l *J>liche piazze fi , che abbiano per b che eh' larghezza due terzi della longhezza J ro I Greci adornavano le pubdiffebhche piazze con doppj portici ali' feccnHo intorno e con fpefse colonne , e reu# di fopra nei palchi o ta fselli facevano i luoghi da pafseggiare Ma i Romani avendo ritrovato Secon' -
mico pofsa
Roma e ^ser incomoda tale quantit di Coll lonne y le pofero in maggior diftanza, diftribuendoie con pi fpaziofi e larghi intervalli, a fine
che
^
90
Architettura
fi potefsero piantar delle botteghe , le quali non fofsero ofcure 1 Le scale. Le Scale degli Edlfizj pubblici LJI ^* % debbono efser larghe e dritte ; e
.
>-
e mol, anche g* ingreffi , a fine che il popolo pofsa entrare ed ufeire comodamente Si parla
ti
.
lJe
molto
alta
Per dare-
Sf-
ioro una giuda proporzione, bifogna unire infieme la lunghezza e la larghezza della Sala, poi fi pigli la
met
di tutta
la
fomma,
ec!*.*'
tanto f gli dia per altezza. Le Sale poi, nelle quali non fi vorr un
s
grande innalzamento
avranno
tanto di altezza, quanta far una volta e mezza la loro larghezza. Ne'luoghi vafti e afsai follevati, c!'J' per rimediare all'incomodo che vi
Di Vitruvio. 91 cagionare fuol il rimbombo delle voci, convien fare all'intorno nel
mezzo de'Pareti un Cornicione in forma di cintura , a fine che ritardata da qucfto la voce prima che
fia
pervenga
;
altri-
menti ne venirebbe , che la voce dopo efser andata a percuoterli contra i muri, andrebbe a ribattere una feconda volta nel cielo della 3 Sala e farebbe un doppio rifuono molto faftidiofo
.
yz
Architettura
CAPITOLO
IV.
iTodu
fpeiie
T ^
piace
V una
.
lewa'Pofitiva
1
Arbitraria l'altra
Poftiva
La
J?
Bellezza
ftefla
briche,
i!qSei-
po quella
jjj^f fariamente,
pende
che non piace gi necefma l'aggradimento di effa dipende dalle circoftanze che l'accompagnano.
,
simme-
La
trc C0 ^e principali , cio nell' u*!<uha Mate- guaglianza della relazione che le
?!
Vair parti
fione"
hanno l'une all'altre, e che chiamali Simmetria ; nella ricchezza della Materia ; e nella
propriet
politezza ed aggiu-
Di Vitruvio
fatezza
dell'
55
alla
Efecuzione.
rele parti
non ne ha
parlato
non
la uba.
'
antepone
Muratura, a motivo della uniformit, ch'ell'ha nella figura e nella fituazione delle fue pietre : ma per quello concerne la ricchezza e la materia, ei ne lafcia la
difpofizione a chi fa la fpefa della Lib
*
-
I(
Fabbrica; e confeffa inoltre, che c 2 la bellezza dell' efecuzione interaLjb6 mente dipende dall'induftria, ed afe u." tenzione dell' artefice i-Quel; La feconda fpezie di bellezza cio Arbitra-quella che non piace f non f per
.
d?tte circoftanze
duefpe- di
cio'
vole delle bellezze Pofitive , che rifulta dall'Impiego, e dalla Collocazione conveniente delle parti
,
94
Architettura
per la perfezione delle quali fi data ad una Materia ricca e prcziofa una Figura uguale e unifor-
me
bile.
di [jb
c
**
II
pri-
mo
gne
, quando
nelle pietre
,
fi
cuoprano co' loro cagionano una pi diletteuna bellezza ed vole apparenza di componimento* Il Secondo efempio , quando fi iib. ha la mira, che gli Appartamene * d'Inverno non abbiano nei pati
in
modo, che
le
fporti: poich
tali rilievi
7a
reti
luminofa,cheogni
menoma macchia
del fuoco
fi
di
fuligine
s'attacca
1
il
*.
pu pi
La
teliti',
^
te.
fifte
jeiiof- i
membri d'Architettura
L'ofler-
produce
una
, i quali amano que* proporzioni per due motivi. laRa- Il primo motivo , ch'efse fonitone date fono la maggior parte fulla Ragione, la qual vuole per efempio, che le parti che foftengono, e che fono di fotto , fieno pi forti di quelle che flanno di Co* pra; ficcome fi offerva ne' Piedcflali, che fono pi larghi delle colonne ch'elfi foftengono; e nelle olonne , che fono pi larghe a
pareri-Architettura
fle
*ufaa-
RCHITET^UF. motivo la Prevenzione, ch' uno de'pi ordinarj fondamenImti della Bellezza delle cofe perciocch ficcome amafi la forma
$6
L'altro
.
perfotal
naggi
della
Corte
bench
a
ma
fol tanto
cagion
fonaggi; cos ancora porta il cofiume , che s* amino le Proporzioni de'membri dell' Architettura
piuttofto a motivo della
buona o-
pinione conceputa univerfalmente di coloro, che le hanno inventate, e per cagione dell'altre pofitive bellezze {coperte nell' opere degli Antichi, nelle quali quelle Proporzioni truovanfi ofTervate , Poi,che per verun altro motivo ch fovente quelle proporzioni fono con tra la ragione ; ficcome fi vede nel Toro, o fia Battone della bafe Jonica , nelle fafee degli Ar.
chitravi,
e degli
Antepagmenti o
vogliam
dir
t>i
Vitrvo*
.97
il
molte altre cofe , che la fola Ufanza rende fopportabili Ora quefte Proporzioni appar-LaBeitengono a tre principali membri ,de"e* i quali fono le Colonne, i F^on-^e confine tifpicj , e le Erte Le Colonne generalmente pre- proporre , e in quanto fon oppofte a'Jj ^
in
. .
Frontifpicj, e all'Erte,
parti
,
hanno tre m .
cio
il
Piedestallo
:
la
Colon-
pria-
na a e gli Ornamenti cia&itedti- chi fona di quefte tre parti ancora di 3ol |f vifa in tre altre; imperciocch il ,e
Piedeftallo
comporlo
della fu a
Bafe, del
la
Dado,
Colonna
,
fe
il
fuo Fufto
,
il
fuo Capi,
tello; e gli
nel!'
Ornamenti confiftcno
nel Fregio
Architrave
nella Cornice.
II
treiiFron.
ci.
parti
nici
cio
il
Timpano
,
le
Cor tn
e sii Acroterj
le ftatue.
che fono
que' Piedeftaletri di
fopra dove
vanno
9&
L'Er-
V Antepagmento
Stipiti e d'
Architettura
o Erta che comporto di un* Importa o fia
,
vogliam chiamarlo,
due
Sopralimitare per traverfo , il quale foftiene anch'elfo un Fregio , e poi fopra di quefto vi la fua
la Forma, e le di tutteque^Proporzioni differenti ni art e ^ * vengono a formare due alP du"'!tre tre cofe principali , alle quali fi pu
Daque-
Cornice . LaDifpofizione,
che coflituifce la , e quefte fono il Genere, e l'Ordine Il Genere dipende dalla PrOli Gnere. p 0rz i one > cne p a flfa tra ] a gro
riferire tutto ci
fezza delle
Colonne, e
fi
l'interval-
frappone. Ordine anch' erto dipende _ v 0r dine, in parte dalla proporzione , eh' tra la groflezza delle Colonne , e Ja loro altezza; ma a quella proporzione convien aggiugnere ancora molte altre cofe, che appar-
tengono
altre
come fono
Porte
le
Erte , e fecondo
Articolo Secondo.
D^cinqne Generi
icinqueX
l'Ediifo "
n*
d* Edifiz).
-
fono cinque generi d' Edi- Lib * Q,%. li primo chiamato Pycnojlyloy cio a dire di colonne
J\
fizj.
* n
ftiio.
affai
fpeffe
la di
cui
proporziol'altra
ne
tale,
vi
che
fi
tra
runa e
Colonna
Vegga
la II. smiio.
fezza d'una
la
Figura
Secondo detto Syflyto, vale a dire dove le colonne fembrano cfler unite infieme ; fono effe per non ottante
di
un poco pi
tra
che nel Pienoftilo: imperciocch V Intercolunnio y o fia fpazio che v' tra coloro difcofte
io
Architettura
che
fi
nota
nel
Si-
glilo,
ftilo
le Fabbriche le quali
quello, che gl'ingreffi delfono attorniate d colonne cos difpofte , fono angufti : di maniera che , ficcome avverte Vitruvio , le Dame che fi portano ai Templi , tenendoli per mano di qualche perfona, fono coftrette a lafciarf; poich due perfone non potreb-
bero paflare al pari tra gl'in tcrcolunnj. Si vegga la Figura BB. della
Tavola IL
?..
II
terzo
io!*
'"eh*
Diaflylo-,
le colon-
ne fono
tane, in maniera tale che nell'intercolunnio fi poffa frapporre la groflezza di tre colonne ; ma queita difpofizione patifee un inconveniente, cio, che gli Architravi, i quali pofano da una colonna all'altra, per la grandezza de-
Tavola IL Quarto " appellato Areoflylo, H&a che quello dove le colonne fono
della
CC
DI VlTROYIO tot corrono pericolo di fpezzarfi , perch gli Antichi faceanli di una fola pietra Veggafi la Figugii fpazj
.
rare.
Qui non
proporzione; ma fempre per la diftanza d'una colonna all'altra maggiore che nel Diaftillo Quindi che in quefto genere non fi pu mettervi Architrave d* altra forta , che di legno Si oflervi h Figura DD. della Tavola II.
. .
Lib
j./'EuU1 *
Il
dove le colonne fono dittanti runa dall'altra con una pi conveniente proporzione che negli altri
generi:
perciocch
fi
devono
groflez.
fare gl'intercolunnj
della
due colonne e un quarto'; con quefto particolare per , che lo intercolunnio di mezzo tanto a fronte, quanto di dietro deve efza di
fer pi largo degli altri , dovendoli fare della groflezza di tre co-
Architettura ro ionne Quindi , che quefto genere oltrepafla gli altri in bellezza, in fermezza, e in comodit . Vedafi la Tavola III. uttocn l'effenziale de' cinque JiTeb-* bon ef generi confitta nella proporzione
.
jfjjj^'lonna
che paffa tra la groffezza della Coed il fuo intercolunnio ;ef" *"" fi per ancora fono differenti per la. * * bucndo i proporzione che corre tra la groffezza della colonna, e la fua altezza Imperciocch i generi ne* quali le colonne fono fpeffe , e molto da vicino l'ime all' altre , debbon avere Je colonne pi fotti*; all'incontro pi groffe fi hanno a tenere in quegli altri , dov*
ditti!
.
effe
vanno
in
maggior diftanza
La
verit
che quelle
g$ fempre
offervate
e che bene
Joniche , ed alle Corintie che fono le pi dilicate, fi danno Intercolunnj pari a quelli che proprj fono dell' ordine Tofcano , ch' queir Ordi-
Di Vitruvio.
ne,
ricfaTr
in cui Je
.
Colonne fono
le
103 pi
fi
groffe
^a
la
pratica te pi ordinaria
Areo-
tezza
fjT
JiW
11
Nel
DiaftiJo
nell'Euftilo
fi
Diafti-jivjjg
Nel
P arti
Siftilo,
fi
l'altezza
delle
co-
alsJ^lonne
ai
pc-
noftiia.ne
d una
Nel
la
colonna
fa della
decima par-
te dell'altezza.
La ragione di quefte differenti proporzioni fondata fu quefto ; che fi confider, che l'aria la quai' entra tra i vani delle colonne, confuma e fminuifee la groflezza loro a proporzione, che vi pi di vano e di fpazio; perciocch quanto pi fi rauna d'intorno alle co,
i4 Architettura Ionne di aere e di luce, tanto pi pajono fottili: quindi , che per
Ja
medefima ragione fi creduto uopo d* ingroflare Je colonne delle Cantonate di una cinquantefima parte di diametro di pi delle altre. Vedafi la Tavola IL e la Tavola III.
efler
A rticolo Terzo.
De' cinque Ordini d'Architettura.
ftlnxj-T ye^c A.
fetixcii
Ordini
coufifto.
P" t0
Quefti Ordini diverfi fono flati inventati per foddisfar al difegno, Suecclo che fi potrebbe avere di far delle
Fabbriche pi
pi
omeno
:
mafliccie,
o meno adorne
la
ch
e
diftinzione
Imperciocdegli Ordini
confitte
in
quefte
gli
ficcome
ma men
i
DI
ll^
cena.
i. nell
ornati
.
e
.
.
Compofito fono
pi ricchi
v
pi dilicati
ma
i
!
*.
orna-
memo
fuoi
eflen-
ma
pi orna-
to del Tofcano e del Dorico ; e pi mafficcio e men ornato del Corintio e del Compofito Ora bench Vittimo non abbiado.*
.
di vifa T Architettura , f non innF? Ordini, cio Dorico, Jonico, [f^'tre c e f- Corintio , ei non lafcia per di dar &
2S
e[i
***
ts
Architettura
Articolo Quarto.
Delle cofeche fono comuni a pi
Ordirti.
vi fono
lette co
coa
JL
TJRima
] '
ze di quefti
cinque Ordini
dini,
come fono
Gradini, iPiedelle
i
deftalli, la
Diminuzione
Cornici , e
gli
co*
lonne, JeJoroCanalature,
tifpicj
,
Fron*
.
ie
Acroterj
debbon
difpari
eflere
:
fem-
affinch
?
;
lo'romi-tando
"
r0
avendo meno il pie deliro in monIib fopra il primo gradino, lo c 3 fteflo piede venga a pofarfi anche
tempio. Effi non debbon eflere n
pi alti di fei
"
fp'ari
ortzi-
onde
e dieci linee
.
tei",
jf
La
La
loro larghezza
effer
debbenb.
e
c*
2*
107 DI VlTRUVIO. quefta proporzione ^ebb'eflere di tre a quattro ; in guifo che f i gradini hanno fei oncie d'altezza, che fono due volte tre, ne abbiano
otto di larghezza, che fono due volte quattro, fecondo la propor-
zione del Triangolo Rettangolo inventato da Pittagora. vPianerottoli di ripofo ? o fia ^ ibj** I io Pia erotto quei Scalini pi larghi che fi fanno per ripofarvi fopra , non ckbbou effere n pi ftretti di kdci onde, n pi larghi di oncie ventiGradini che attorniano due I
.
tutto
un
edilizio,
ftefla
no d'una
n.i
Stiioba-p
larghezza.
I Stilobati o Piedeftalli , che in un'iftefmolte colonneo 0rtano ti,cher ... fono di fa fila, avranno miglior grazia , te! cio f fu la drittura diciafcuna colonq na 6 facciano loro degli fporti ,che c'he fo-
fa
^'avanzino in fuori
a
in guifa di Scamilli
poich altrimente f il z^Quei Piedeftallo fofle tutto fegueate della Affla grofsezza dappertutto, raflbhanno
grof-o
Sgabelli
de'fpor-
migliarebbe ad
un
canale
xo8
i; Qiiei
Architettura
abbiali idea di fare dei
Se
hanno tra'Piedeftalli ,
corri-
per dar loro pm di grazia , imii!u tando in quello i tronchi degli alaude beri, i quali fono pi groffi verfo ^ piede , che verfo Ja parte lupe'ako riore. Ma bifogna av vertire>che quella tal diminuzione deve efler minore nelle Colonne grandi; perciocch quelle hanno la parte loro fuorte,
'
colonne debbon effer^ le maniera , che vadano recoion. ftringendofi edicrefcendoverfo J'alje, eh* to, per aumentare Ja Jorofodezza,e * * * di tre
mui'onefatte in
.
Tutte
'
..
.,
*.
lontanando dall'occhio
La
regola di
tal
differente
Di*
Di Vitp.uvio.
109
fia
divifa la groflezza
dd
iufto da
baffo
in
fi
fei
parti, e di
cinque
di quelle
:
faccia la grof-
>
il
fu-
fei
parti
mezza , e di quelle fiano e date cinque e mezza alla groffezquella che far dai za di fopra venti fino ai trenta , la pianta fi partir in fette parti , ed in fei
:
di quelle
fi
far la diminuzione di
fopra: quella dai trenta fino a'quaranta,a baffo fi divider in fette e mezza, e di fopra avr fei parti e
mezza
quanta
di
groflezza
quella
alli
che
cin-
far, dai
,
quaranta
fia
fino
divifa
da
f
baffo
in
otto parti
ne dia di e fette , Qiiefte diminugrofsezza in alto. zioni per non appartengono ali* ordine Tofcano , perch le Codevono lonne di queft* ordine ficeffer molto pi diminuite ;
ti
Architettura
far detto qui apprefso
Ja
.
come
.
La
OJtra
wrefonei
f
in alto
un'altra che fi fa da baffo, fo!da ancora cui ne e da quefta ne deriva che Ja ColaGon-Jonna vien ad avere nel mezzo fie " a come una fpezie di pancia , che volgarmente appellali Gonfiezza > J b o Tumidezza La mifura di quella gonfiezza fi prende dalla larghezza del quadrato o filetto , che forma il fpazio che tra una fcanalaturae l'altra, da Vitruvio chiamato Scria o Pianuzl
.
'
3,
3.
la ZO.
* m
ne
d'
wTquelIa
Jj^jjg
deiraic7o'
fa
all'une rifpetto
dell'altre.
colonc de
Jeco n j,
crdini
rifpetto
Quefta diminuzione due forte, cio o quando oJtre il primo ordine di colonne f n e mette un altro di fopra; imperciocch in tal cafobifogna , che le colonne del fecondo ordine fiedi
a queile
no pi
piccole e
pm
.....
lottili di
un
baP
Di ViTRUVio.
e,
irt
ovvero quando fi fanno de' Colonii iedi Portici, che abbiano delle Colon- nb.j. c rifySo ne fulJe cantonate: poich allcra na cnc quelle di mezzo fieno de'Can- bi ^ g toni, pi fottili d' una cinquantefma parte , che noi fono le colonne pofte fu i cantoni. Le Scanalature fono chiamate IV u Scia- cos , perch appunto fono come chetanti mezzi canali, che vanno ub 4
e
J
fo
4e dall'alto della r
Colonna
al
baffo *
lm
*j*
Colonne erano l'immagine. Sono le Scanalature di tre fpezie;le due prime fono particolari
le
mune
al
al
Jonico,
al
Composito. Le prime due fpezie fono pi femplici , n fi fan* no in tanto numero quanto l'altre.
i.Queihe {lno
La
la delie fcanalature
che
non
fo-
9Mm$m
no
fcie
incavate
ma che formano
membri come
flri-
foltanto dverfi
fafcie
angolate
ma
piane.
IZ
i.Q^uci-
ARCHITETTURA
fpezie di
ioo
fc a
te
cx> a,
-
fcanalature quella che ha qualche cavit, ma molto leggera . Per incavarle bi-
L'altra
e pollo un piede del compafso nel mezzo di quefto quadrato, con^ b3 Paltro fi raggiri intorno la circonferenza, formando una linea curva che tocchi da un angolo della fcanalatura all'altro; e quanto di cavo far tra la circonferenza e la quadrata defcrizione , tanto
fia
refto poi
maniera che fi canalino le colonne, bifogna che le fcanalature fieno fempre al numero di
tra
venti
*
o,i
Negli
altri
}ono
prlTincavate
ventI(l uattro
trentadue
p arere
quello che
dm.
c * 4,
imperciocch
occhio giudica
le
di
Vitro vio.
113
la vifta
pra pi oggetti ; Quefte fcanalature fono molto pi incavate , che quelle dell'Ordine Dorico; e la profondit loro tale, che bifogna , che una
Squadra
vit
col fuo angolo il , fondo > e con le braccia o lati i due fpigoli della canalatnra. Vitruvio non ha infegnato , quale
tocchi
debba
effer
la
proporzione delle
del Pia*
altra
fcanalature in riguardo
nuzzo
di
mezzo
V una e
l*
ut. c ,f
n qual debba effere la larghezza di queftoPianuzzo , eh* egli ha flabilito per regola della Pancia o Gonfiezza della colonna I Frontoni o per meglio dirifroa. *. Frontifpicj, con altro nome da Vi- 3? truvio chiamati Faflisj ,fono com-J?"'" par*
fcanalatura
. '
Hmc
u.cgpoit del
Timpa "
'
Architettura Timpano, e delle CorPer formar V altezza del nici Timpano , bifogna dividere in
.
U4
nove
parti
le
tutta
Ja
larghezza
eh' tra
due eftremit
,
della
Cimafa
del Gocciolatolo
fopra
cio, e darne
parti al
.
una
di quelle
nove
Timpano,
La
ri11
"
La groflezza della Cornice , aggiunta che fia a quefta nona parte , far T altezza di tutto il
Frontone.
Il piano del Timpano deve ripofare fui vivo ; per confeguenza bifogna che corrifponda a piombo fui collarino, e fui vivo delia
colonna
clinici, nei.
^ e C k
C^e
^ n0
COmum
, fono > che bir che la Cornice del FronSfdn^tone fia grande egualmente e pa" a ^( ue ^ a cne dHbtto , tolcaJefdo" i-*ta ne 1* ultima Cimafa grande , la "di quale fi lafcia fuori in tutto, n SnJfi mette fu la Cornice difetto
tutte le Cornici
convienfogna
Itf va pofta foIa-f lm * mente lulle Cornici , che fono in maf pendo fopra il Frontone. FronQuella Cimafa grande debbaIJ^ aver d' altezza una ottava parte pi , che la Corona , o Goccio- SSia
DI
del
VlTRUVI
;
Frontone
ma
w
tima
latojo.
Ne*
f
Siti
,
Frontoni
non
,
v*
tagliar-
S*
*
'
ma
in di- Li0HC
danza tale, che ve ne abbia una corrifpondente ad ogni Colonna, e che le altre corrifpondano a quelle laftre grandi , che cuoprono il tetto Quelle tefle di Jio.
to fu la Cornice
-,
ma
bifogna av-
fia
Colonne, non
l'acqua
fole,
n6
Architettura
e che non ve ne cada tra Co* Jonna e Colonna fopra le perfone , che vi paflano per entrare
fotto
i
Portici
us di porreDentelIi fotiu. *to ai Modiglioni; perch quegli rMo-'Afferi che noi diciamo moraletti digiionon poflbno eflere fotto i Ganterj : e quefto un mancamene to grande, che quello, che nella Verit della ftruttura debbe effer pofto fopra , nella Rapprcfentazione venga mefl fotto Per quefta fteffa ragione gli Antichi non approvarono i Mo1 diglioni ne Frontifpic) , n i Dentelli; non volendo altro che perch n i Cornici fmplici Canteri , n i Moraletti poflbno
non
fi
eflere nella
medefima pofitura
i
che yanno
de'qali
Frontoni
a diritto
propendono .
ai
Vitro vio.
117
fono tre P'ede-Ji ftalli , che vanno due fu i can-tcrjT toni, ed uno nel mezzo del FronGli Acroterj
tifpicio per foftentare
delle Sta-
tue
t dell'altezza dei
Timpano; ma
Tutti
pofti fopra
lonne
vi,
i
Fregi, le Cornici, i Tim-b!i dT , e gli Acroter) , debbono ". eflere inclinati e pendenti infuo- Efirc
pani
ri la
duodecima parte
della loronlnlV
altezza.
le
ancora ; ed , che tutti iMem- fp rt0 bri che fportano in fuori , debbon avere il loro fporto eguale
alla loro altezza
.
^
-
u8
Architettura
Articolo Quinto.
Dell* Ordine Tofcano.
Tolca-
le quali pof-
lioni.
fecondo gli Ordini divert cio le Colonne, i Frontiipicj e gli Antepagmenti o fian Erte ; e che le Colonne hanno tre parti, che fono il Piedestallo , il Fufto della Colonna
e
i fuoi Ornamenti , cio a dire r Architrave, il Fregio e la Cor
nice
e quella
truvio
i.Deiia
proporzione de* Piedeftalli, delle Porte e delle Erte deir Ordine Tofcano in Vi-
La
iib
c* 7'
SS^
tale
fua altezza . La fua didi fopra della quarii'miniraon i. Fufto ta parte della grofsezza della Co"
)I
VlTRUVtO.
.
1X9
La Bafe ha di *. u ionaa da piedi altezza la met del diametro della Colonna. Il Plinto, ofia Orlo, che debb* efsere rotondo , fa la met della Bafe, e l'altra met per lo Toro da noi detto Battone , e per quella parte che fi chiama Apofige , o fia voJgarmente la Cimbia e Collarino. L' altezza del Capitello delincapitellp4 la met del diametro della Colonna da piedi la larghezza deli* Abaco , o fia Dado , uguale a tutto il diametro da bafso della Colonna : V altezza poi del Capitello fi divide in tre parti , e di quelle conyien darne una al Plinto che le ferve di Dado , T altra all' Echino o fia Ovolo ,
:
lo
Gola del CapitelV Aftragalo o fia Tondino , e V Aponge o Cimbia, che fono immediatemene la terza alla
,
comprefovi
te fotto
alPOvolo.
le
Sopra
no
gj
che
Architettura
i.
Due
VI
che
r
'dittanti
;
T uno
fi
Jf
Ar- incirca
perch le
un dito toccafsero,
,
chitra-j|
legname
rifcalderebbe
fi
marcirebbe.
un Sopra i Moralli, cheferviranSTchno di Architrave, fi fabbricher J* un muretto, che far le veci di
iiFre-fregJQ
glO.
i
.
La
La Cornice , che
fi
pofa fopra
S quefto muretto , o
Mimi-
fregio , ha de' Mutfi , o fia Modiglioni , che fanno fporto. Tutto quefto coronamento avr
Colonna
ti
muretti poi
fat-
tra
1*
eftremit
de' travi
debbono pofare fopra le ne, faranno guerniti e ricoperti con tavole inchiodate fulle tede
delie travi.
Il Frontifpicio
,
che Colon-
re
di
muro
DI VlTRUVlO. Z1 che dee foftenere il Colmello , Canterj e Tempiali , ha una i proporzione particolare : poich deve efserc molto follevato , a fine di dar alla gronda un pendo (ufficiente per lo fcolo dell' acque. Veggafi la Tavola V.
Articolo Sesto.
Dell' Ordine Dorico.
^.4. CI
Tj
JLj
in diverfi tempi
renti Edificj
differenti
:
avvegnach
"j^
nell* ori-popar*
gine Tua primiera, ella non aveaJ'Sd altezza che fei volte il fuo^jjgj diametro ; effendo ftata prefa*^ quefta proporzione dall' imita- rn " zione di quella del corpo umano, Vfidf temp% nel quale la lunghezza del piede 5 la fella parte dell altezza di tutto il corpo In feguito poi T altezza della Colonna fu fatdi
.
in
ta di
Architettura
fette
.
fe2za
i.
in
d.fte-
remi.
Ma quefla proporzione , eh* ebbero da principio le Colonne j e> Tem pjj ^ fu p c ^ n gi ata i n quella de* Teatri , di cui fi accrebbe di un mezzo diametro
l'altezza; cio a dire alle
Colon-
aflegnarono quindici Moduli: imperciocch nell'ordine Do- - ib -* rico il femidiametro della Colonna da piedi il Modulo, che negli altri Ordini il diametro
ne
fi
intero
Lep<ir .
e
La Colonna Dorica compa rU come le altre , del Furto , col uBafe e. dei Capitello ; tutnon parli punto Vitruvio Padella Bafe: dal che facile cofa La il dedurre , che nelle Fabbriche |^e eh' eiia antiche queftV Ordine non ne non avert; perch in fatti vien detavea antica to , che quando fi volle rendere uien e 1' ordine Jonico pi delicato del Dorico , vi fi aggiunfe una Bafe; e vedefi ancora in alcuni avanna Doa
della
,o
"to che
di ViTRurio.
21
*|
Ordine, che
la
fi
voglia fare
vi
fi
mette lag"de
proporzione^
cui
Tutta
la
Bafe
debbe aver un di
Modulo
.
met del diametro della Colon- JJJ^ na Quefto Modulo fi divide in cio, tre parti ; una fc ne d all' altezza del Plinto o fia Orlo , ilnpimreftante
fi
partir
in
quattro
t0
'
>
Ba-
partiranno ancora in due{j, p"! parti eguali , V una fi dar al rto Battone di fotto > e P altra alla Ba;i
Scozia o
Cavetto , con li fuoi f^loGradetti o Liftelii. Quefta parte[*gj_ poi del Cavetto fi divide in fei ,xia,ei una delle quali fi d al Gradetto dot* o Lifteiri di fopra , l'altra al Gradetto di fotto, e le altre quattro reftano La larghezza di tutal Cavetto
fia
* .
te
le Bafi
in generale
d'un
Colonna da
pie,
di
ma
L* altezza del Capitello fi-*;* milmente come quella della Bache ha fe <j'un Modulo; e la larghezparti, za e di due Moduli e mezzo n)a-Eflendo poi V altezza del CapirVva-^llo divifa in tre parti, una conf -Vieo darne al Plinto , o Dado JjjJ letVi ecolla fua Cimafa. L* altra per
'
*"
Go-|,
Echino
o
e
fia
Ovolo
.
co* fuoi
Anelimi
alla
la
terza appartiene
Gola
del Capitello
L* Architrave , il quale comn.Deir ***- prende la fua Benda o fiaFafcia, che ha colle Goccie che fono fotto i Triglifi parimente , , come il pJJda
La
Capitello
d'
un Modulo
la
>
la
Benda.
*.
fettima
Le parte di
un Modulo
la fefta
e le Goc-
fte~
Regoletta, debboparte d*
no pendere
un
cio
il piano di fotto che fi pofa fopra il Capitello, debb'efler uguale alla larghezza o fia al vivo
della
Colonna
di (opra
un^
.
.
1> '
modulo e mezzo d' altezza , t<** uno di larghezza: le Metope fo * r Metano tanto alte , quanto larghe pc Bifogna collocare un Triglifo che
i
il
a drittura fui vivo di ciafeheduna Colonna , e neJP intercolunnio di mezzo ne debbono effere tre. Ma fu le cantonate , o angoli che fiano vi fi vogliono Semimetope , ovvero fo*
rifSrifca
lamente
parti di
Metope.
r
La
f
glifi ,
, e di qnefte^J no per ban * mezza parte ne da per li Mezzi-Canali , dopo icio Meniquali fc ne lafcia una parte per Ca, al3
vider in
lafcia
/
i26
Architettura
,
li
banda
pianui-per
tre Pianuzzi
chiama Femora , vale a dire o Cofcie ; e le due che fono una per banda tra le GamCanaii,be, fi Jafciano ai due Canali che fono intieri , e che verranno intagliati in modo, che t Angolo delia Squadra v* entri nel mezGam- vio
'
be
Gambe
zo
c*rt-
, e le braccia della fquadra facciano le fponde. Il Capitello del Triglifo debbc avere la fetta par-
te
iVjDdr
d'un Modulo.
r ke,
cinque rla
tjco'a-
Sopra il Capitello del Trigfifo pofa ilCorniccione, o fiaGoc* y ciolatojo . Il fuo fporto d un
parte di
:
j*
n, cio
mezzo modulo , e d* una fefta modulo P altezza fua j, un mezzo mo dulo, comprefa la Cimafa Dorica , che ha di fopra ,e quella che ha difotto
.
piano della Cornice , i. vie drittc, alla parte che guarda in gi e fporta in fuori, convien fcavare e partire le dritture delle vie, che corrifpondano a piombo ai lati
il
Stto
de' Triglifi
DI VlTRUVIO. e al mezzo ,
HI
delle
Metope
Similmente a dritto dei Tri. *-Goccie glifi fi fcoJpifcono delle Goccie al numero di nove; delle quali
*
debb* efler tale, che ve ne abbia fei per lunghezza y e tre per larghezza . Negli fpazj poi che fono a diritto delle Metope , perch fono elfi pi
la diftribuzione
grandi di quelli
ritto
dei
Triglifi
non
vi far
,
falvo
che per avventura de* Fulmini , j.Qu*o fia di quelle fiamme co* dardi Fuimi-che fi ufavano anticamente Di ni pi verfo Torlo della corona converr intagliare una Scozia , o fia 4. u.u D
* .
^ Cavetto.
al
Scozia
Lib.4.
:.
y.
mu-
bo
li,
Muta-
o Modiglioni
no
128
Triglifi
,
Architettura
cos dai fporti de*
Can-
ragione della difpofizione de* Modiglioni, che {ottengono le Cornici . Vedafi la Tavola VI.
terj (lata
ritrovata Ja
Articolo Settimo.
Dell'Ordine Jonic.
di parlare della proporzione delle Colonne deU'Orconfitte . t J dine Jonico , par certo condedie
r
meo
^ n^o-T)Riaia
jL
52!?f" cente
61
",
c0 ^*a
c^e
ragioniamo
del
giacch nel!* Arti> Piede 6fillio colo IV. del Capitolo IV. di vmT quefto noftro Libro abbiamo ofJjj^frrvato effer quefta una delle cojn eiTo f e che fono comuni a molti Orride- di ni > perch alcune volte fi p>{o
piekft a Ho
ll
'nc fotto alle Colonne per eleBen vero varle con grazia che , come abbiamo notato negli Articoli feguenti , in Vitruvio non fi danno Piedeftalli da fe
*
DI VlTRUVlO.
feparati dal
brica
,
ti$
della fab-
bafamento
n alle opere Tofcane y Doriche ; ma per P Ordine Jonico , Corintio e Comporto fi truovano f non altro le proporzioni generali, o fiale mifure delle parti principali che compongono il Piedeftallo , le quaciafcheduno de' fopraddctli in Ordini vengono a (tare quati
n
alle
le
li
medefme
-,
raccogliendo-
fi quefte dal Libro terzo e dal Libro quinto , dove egli ragiona del Poggio della Scena Diverfe per tanto fono nell' Architettura le mifure de' PiedeHalli ; ma tutte per fi cava.
no
lo
:
dall'
altezza
la
della
Colonna
comprefa
parte
,
fono la terza quarta , altri fono d' una quarta e mezza , ed altri d' una quinta parte dell* Colonna e quefta diverfit naaltri
:
perch
fcc dalle
cui
Vitruvio per
dell' altezza
fa
il
Piedeftallo
deila
d'un terzo
gli
.
Co-
affegna e proporL'altezza tutta Lib lLa zioni feguenti fua ai- dej piedeltaJlo far divifa in otto e. * 1 parti una di quelle fi d agli ornamenti o membre'li di fopra ,
y
lonna
le
"
che fono come il Capitello o Cifj mafa de! Piedeftailo ; due fi dan2.H
Aio
j.
I.a
no
alla fua
fia
Bafe:
fuaBa
4iifuo
do o
largo
ai
Tronco
rcfto
di
Dad0s
Zocco
.
della
Bafe della
poi de! Pie,
Co onna
deftai'o
y.iifuo^i
fi
La Bafe
due
fi
quelle
danno
a)
Zocco-co, e
vi
altra
alle altre
parti
Zocche
n.Dei
C
ion,
a
di (pra. Si vegga la TaVII. La proporzione delle Colonne ub*. 1, dell'Ordine Jonico fui principio
fono
vola
'
che
ti,
ha
due
Jtofdifia
Ma
gli
c,lJ
Je
lto una mezza grotlezza , aJJor-zioni che per far riufcire la Colonna^ Jonica pi bella della Dorica y f^r non {blamente per via della fiialn^*-
altezza
ma
fuoi ornamenci , vi fottopofero la Bafe , la qua.e non era fiata > ancora mai in ufo neli Ordine Dorico. Le Colonne debbono ripofare peo he fopra le Bai ioro in due manie- fop re. Imperciocch tal volta videb-faa in
bono
pofar
ftare a
vi
tal
volta a nIe _
ue
di
fkotoh^jg*
bo ne
,
,
come
che fono
quando boT"
.
!
ve ne abbia pi di una fila Poich bifogna , che la parte de la Colonna , la quale riguarda al di dentro verfo il muro dell' Edifi* zio y fia a piombo ; e che queir altra, la quale al di fuori, abbia tutta la
fia inclinata
Diminuzione, e che
verfo
il
muro
Le
nella par-
i$2
Architettura
de* Portici
il
te interiore
e che
ftanno
Arioiu-na
bo
"
tra
muro
,
ia
colonefTer
eferiore
debbono
La
piombo. La larghezza
deranoto
ed un
ottavo del
detto dia-
parti,
no "ne dar una al Plinto o pur Orlo poi divifo il *^ lin *che vogliam dirlo
,
trediqueal
To-^ e ^e n
sdegneranno
Toro o
Ja
fuo Arrapalo
re,
due
pm
baile
Lasco-
Scozia o Cavetto di fotto , che foiqT^pP^rirt pi grande di quello di re > e fopra , a motivo eh' eito fporgi A-ter fino zi? eftremo dell' Orlo .
&?'
I$$ DI VlTRUVIO. avere P ottava parte della Scozia , lo fporto della quale far
dell'
la
BaSi
fe
unrta
la
feftadecima
parte
.
Colonna
il
veda
Tavola Vili.
Ca-^ ?
che il Taglie- teiio, 1 re o Dado, dagli Antichi detto LSf Abaco , fia tanto lungo e largo [r^
quanto lagroiTezza del piede del- do la Colonna , aggiuntavi una diciottefima parte: la met poi del Dado debb* efTere V altezza del Capitello, comprefo per il giro
della
>
Dado
no
Voluta. convien
Ma
le
parte
Volute mezza
una dodicesima
di queft'
altezza
chia-
fi
mano
nove
Cateti
parti e
e di
poi dividere
154
fezza del
fare le
Volute dell' altre otto , che fopravanzano. Allora avendo lafciate fotto il reVoime, Dado quattro parti e mezza di
quefte otto , convien tirar una linea in quel to che taglia per traverfo le due , e i punti del taglio faranno i centri degli Oc. chi , i qua'i avranno di diametro una ddle otto parti . Nella met dello fpazio dell'Occhio faranno collocati i centri, da' quali
fi
tirer
col
fpirale della
in alto da fotto ai
Dado, e andando
nei quattro fuoi quarti diminuendo , fino a tanto che fiafi arri-
vato a diritto de! primo quarto, ed aflegnando a ciafchedun quarto un centro particolare. Nel rimanente bifogna , che Ja grettezza di tutto ii Capitello maniera , che di fa divfa in nove parti e mezza, ch'ella contiene,
la
Voluta penda
della ter-
DI VlTRUVlO. 135 ghezza di tre parti pi iti gi da dove comincia !' Aflragalo o
Tondino
il
della
Colonna
di ibpra,
retto
,
eh'
nel
al
difopra
dell* L .*c
'
Aflragalo
nel
"**
Dado
Canale
,
,
il
e neli*
di cui
(parto oltre il quadrato dei Dado debb* efler deila grandezza deli*
11
ca-
della fua
uaI(?s
parte laterale LaCin . dee fportar fuori del Dado tanto, quanto v' ha di fporto dal centro del/ Occhio fidel
La Cinta
della
y
Capitelo
dell'
Alte
delle
Volute , o fia la grolTezza della Voluta veduta per fianco, e che fa ci, chechiamafi volgarmente
il
diametro dell' Occhio . Veggafi la Tavola IX. Quefte proporzioni per del le rio. fola17 dei" Capitello Jonico fervono cgf" mente per le Colonne di quinjoiiico dici piedi ; ma le Colonne che ne ricercano no erte" fono pi grandi , parlando e generalmend'altre: frJnti neije te y convien accrefeer le grandez* " ne ze delle proporzioni a mitura che r an da la Colonna pi grande , per 6 l'urti* ragione (Iella , per cui fi dlie colon- gi detto , che tanto meno fi coieT hanno a diminuire le Colonne, quanto fono effe pi alte . Cos quando le Colonne faranno alte fopra quindici piedi , converr aggiugnere , per cagion d'efempio , una nona parte al diametro della Colonna per formar la larghezza del Dado, al quale non fi aggiugne che una diciottefima
il
i
I$5 cedere
ARCHITETTURA.
i.Deti'parte
Archi
nelle
Colonne
di
piedi
poferanno
fo-
pra le
Colonne con
degli fporti
che non
fieno
tutti
della
-n
Simmetria.
5
La
Colonna
per
alta
dai dodici ai
'e
co-
del
diametro
,
fi
piedi: s'ella
di-
1*
altezza
Colonna
all'
e f ne dar
:
una
parte
tal
Architrave
far
,
parimente
in
venticinque,
parti
1'
altezza
divifa
dodici e mezza
far
Architrave
di
fac-
alto
quelle;
cia!]
e cos a
nell'altre.
nej-*'
L'Architrave debbe avere la parte di fotto che pofa pra h Capitello > tanto di
J*
fo-ghe<.za
iar pane
138
di
Architettura
.
foc-ghezza
3.
Lo
quanto la Coionna di fo* pra ne ha fotto il Capitello Lo fporto della Cimafa deJF
al-
groflezza
da
piedi
deJJa
Co-
cim
e V altezza di quella Ci; mafa debb' effere la fettima parte dell'altezza di tutto T Archi-
Jonna
trave.
4-T'aiA
Cimafa
,
de"
a
divide
in
dodici parti
e di
lek
"quefteconvien alTegnarne
tre alla
, >
quattro
e cinque
Cimafa.
jy.Dei Fr C io.
Il
Fregio deve
a to
j
elTer
un quarto
dell'
men
dell' altezza
Ar;
pure non vi fi voglia intagliare qualche cofa poich allora , acciocch fi goda l'intaglio, e che Ja fcultura abbia miglior garbo 7 dovr il Fregio elTer un quarto
:
pi alto dell'Architrave.
DI
Sopra
te de!
il
una Cimala,
,^ par-mce,
e
1
lu
uguale alla Tua altezza. ~{^ Il Dentello che Ita fopra que-Jj
ita
Cimafa,
la Fafcia
di mezzo delF Architra-D nfporto anch' egli ugua- telI uno ve, con
le alla
efler
la feparazione dei Dentelli dee fatto in tal maniera , che la larghezza di ciafehedun Dentello fia per la met della fua altezza ; e che il cavo del taglio cio lo fpazio che v' tra un Dentello e F altro , che anche Metopa fi chiama , abbia due
ila
terzi della
Dentello.
La Cimala che va
teilo, avr
del
Den- vj*
c\*
un
Dentello medefimo. La Corona o Cornice colla fua orJ:a Cimacieta far alta quanto iaj^^
di
.
mafa
Falcia
trave
mezzo
dell'
Archi- cWcieu
.
140
Cinufa grande-d'
Architettura
^a
pi
altezza
della
Corona
Cornice o Gocciolatojo che vogliamo chiamarlo. Lo fporto di tutta la Corni* Pm m zion ce , comprefo il Dentello , deb* e uguale allo fpazio che ?fi" di t>e effer v> ^ a * Fregio fi *1 di fopra ! Srti della Cimafa grande E in generale , tutti gli fporti avranno molto miglior grazia , quando faranno uguali air altezza de*
1
membri
fportanti
Veggafi
la
Tavola Vili.
DI VlTRUVIO.
141
Articolo Ottavo.
Dell* Ordine Corintio.
Lib.4.
<
Colonne dell' Ordine Co-^ ^ nntio non hanno neflun al-corintra proporzione che fia diverfadiffS m dalle Joniche, falvo che nelCa- |al pitello, di cui P altezza fa , ch'Jo ^ effe apparifcano pi gentili , ecaV tell * pi alte. Gli altri Membri, come l'Architrave, il Fregio e la p er aiCornice pigliano le loro propor- ^. zioni dall'Ordine Dorico, e daRom PJonico, nulla avendo di par ti co- Dorico Jare. Poich i Modiglioni Corin-jo^L tj fono ad imitazione de'Mutuli dell'Ordine Dorico; ei Dentelli NeICa< g^** fono prefi dal Jonico Ci eflendo cos , altro nonno *i reit , che di dare le proporzio- ,2" ni del Capitello , e fono tali ."^* Il Capitello , comprefo P A ba- <* co o Dado far alto , quanto 81. ia fua aldiametro delia Colonna da piedi tezza
Li
T E
Architettura 4 Per aver poi Ja larghezza di iua lar- _ * r hezzaderto Abaco, convien fare , che
*
La
,naIt0
'Ja
un
angolo all' alno del quadro, fia dell' altezza del Capi* il doppio teilo. La piegatura in entro che le fi-onci dell'Abaco debbonoavere nel mezzo , far della nona
a ffo
*
'
parte della fua larghezza. Il baffo dd Capitello uguale ai collo , o fia al vivo della Colonna di fopra La groffezza deir A bri fi & della co o altezza fettima parte di tutto il Capi.
tello; le altre
Tei
fi
diftribuifco.
no
4.
in quella maniera
Le
jjj^" per altezza al primo ordine di Foglie da baffo; due altre fi daran-
compofio
di
quattro foglie.
*'
*
fi
coli,
o
,
voglian*
anch'
glie
,
DI VlTRUVIO.
143
avranno
Je alcre
due
parti
com-
prefevi le Volute.
Qu.fte Volute nafcono dal di e Vot dentro de' Caulicoli ; e di questeite, le une che fono le pi grandi, fi (tendono fino all' eilremit
degli angoli deli*
fono fotto
alle
Abaco Rofe.
altre
E
ti
mezzo
s
baco.
Gli Ornamenti deli' Ordine GIfor Corintio , cio a dire 1 Archi- ti deli; trave , il Fregio e la Cornice ,corin* non fono punto differenti da quel- ti0 li dell'Ordine Jonico Si veda la
* .
Tavola X.
i44
Architettura
Articolo Nono.
Dell
L*
9
Ordine Compofio
Or-T TItruvio non ha punto par- rib * lato dell' Ordine Compo-'* &. pofto come d'un Ordine diiinto ,fto , ' non e
'
Corintio , dal Jonico e dal Die* egli foJtanto, che viti -u- Dorico VJ0: fopra la Colonna Corintia metteva!! talvolta un Capitello comporto di pi parti, ch'erano pref dall'Ordine Corintio, dal Jonico e dal Dorico. Ma di lcavaG unaconfeguenE dil^'^za , che l'Ordine chiamato preramo fen temente Comporto, potea efj'cia^e.Tere flato in ufo al tempo d Vitruvio, bench allora non f ne
deicritdaJ
.
facefle
ch
il
non
.
Corintio, falvo che nel Capitello Potrebbe!! dir anche , che per quefta foia d.fferenza de! Ca-
DI VlTRtJVlO.
145
dal Corinfecondo Vitruvio, il folo Capitello Corintio coftituifce l'Ordine Corintio. Ora le parti che il noftro Or- Prcn<fe dine Comporto prende dal Corinche tio, fono il Tagliere o Abaco, e g~
differente
tio ; poich
J
un Ordine
'
*
Corintio
livo.
abbia
lafciate
le
foglie
Lr
ti0
*f
Le
altre parti
eh' ei prende Da ,j
niC0
dall'Ordine Jonico, fono JeVolute, le quali egli forma in certa maniera fui modello delle Volute
dell'Ordine Corintio
,
piegandole,
imperciocch nel Capitello Jonico fono effe diritte, e cos anche il fuo Abaco. L'Echino , o quarto di tondi-,
Dai
"
no
eh' egli
Echino
immediatamente
fot-
14^
to
I*
ARCHITETTURA
;
Pu
dirfi
nulla
di
meno
dell'
P Echino
Or-
dine Jonico in quefto, eh' elio J intagliato d Ovi , i quali non fi trovano che rare volte nei Capitello
Dorico
ma
bens
Tempre
nel Jonico
COMPENDIO
DEI DIECI LIBRI
47
D'ARCHITETTURA DI VITRUVIO.
<&
4"
4 4* 4* 4*4" 4* 4 4" 4*
1
SECONDA PARTE*
In cui
noi
fi
comune
CAPITOLO PRIMO
Degli Edificj pubblici.
Articolo Primo
Delle
Lib.i.
c
-
Fortezze
:Rc-
J-
fcr _ u
m
pubblici
appartengono o
alla
Si^^
curezza, o alla Religione, o allan*con80" Comcdit pulblica. Le Fortifica- no" zioni ddk citt fono per la Sicu* *&"* rezza i Templi per la Religio* ci9
j
t+%
Architettura
le
ne;
tri
Piazze, Je Bafiliche,
Ja
Tea-
pubblica
La
La difpozione
ra pie ni appreflo
tale
,
.
J
r.
rione
Antichi
s*
era
Terra
pieni.
che
le
Torri
,
avanzaffero
gli af-
uor j d e ]j e mura
affinch quanfulie
,
do
il
nemico s'appretTafle,
che (lavano
ed a finifra
gli
Tediati
Torri, a
dritta
lo potelTero
Aveano
Antichi
la
mira an-
mico l'avvicinamento
alle
Nemura,
non
fi
foller gi diritte
ma
niftra della
:
Imperciocch per tal mezzo gli Affedianti erano obbligati a prefentare a que* che {lavano fulle Torri, il proprio fianco dritto , che non va coperto
rifpondente
dallo feudo,
lura*
La Figura
d'
una Piazza
forte
I ViTRUVl*
tor
14^
dovea efler gi n quadrata, ditww n comporta d'angoli che utcmc*xa ro troppo in fuori ; ma la faceano foltanto compofta di molti giri perch gli angoli che vengono in fuori fono favorevoli piuttofto agli Afledianti, che agliAf- UILa
:
fediati
*JJ*-
Groffezza della Muraglia era delie u r* tale , che due uomini armati ,d, e incontrandofi P uno con P altro jJJJJjfc, potettero facilmente pafsare fenza > L
La
impedimento Rendevano
durabili le
grof-
gli
Antichi fode
loro
,
e^z
"'
a
Mura
mezzo abbrufta,
*&
fine di legarle
e di fer-
marle. Tuttoch- non vi Ca cofa , la quale renda tanto forti i Terrapieni, quanto il terreno, gli Antichi nulla di meno non aveano in coftume di terrapienare le mura; tolto che nei cafo, in cui vi fofse flato per avventura un luo-
150
Architettura
della
go
Piazza
il
quale fofse
fiato
fulle
3.
HoPe
.
Iuni
Terra non fprgnefse e rovefciaffe i due muri che la foftentavano , vi faceano degli Speroni o contrafforti,
uno
de'
due muri
ti,
non
rovefciare le
iv. la
S
mura
Le Torri
o rotonde, o
cni
>
de?Ji Antichi
erano
e "ia
fizhn glie
'
P ercn ^ quelle che fonb quadrate, reftano preftiflmo rovinate dulie Macchine da guerra, egli
Arieti urtando ne rompono facilmente le cantonate. ^ muro poi eh era verfo la parte interiore delle Torri , do1
e delie
2*tine
veva effer divifo con ifpacj tanto grandi quanto erano le Torri, e
IJI dentro delle Torri erano congiunte loiamente con delle travi appoggiate fulle
,
;
DI
VlTRUVIO*
due eftremit
cate con
ferro
leva e
di
le
dette
ponte
Articolo Secondo.
DJ
Lib. 4
e. 4.
Templi
appartengono alla Religione >%?* fono i Templi. Erano quelli ap Grechi pred gli Antichi di due forti :fcani. altri erano alla Greca , ed altri alia maniera Tofcana I Templi alla maniera Tofca-J h?e~; na erano Quadrati ; i Greci ftUjJn^
li
.
e taHuadr*
ij
Ne'qua.voJta
.
Architettura
.
Quadrati. Ne' Templi r Quadrati 7*-, ~ v'ha tre drati de Greci v* ha tre cole da
e
cor, fi-
confiderare
cio
Je
Parti delie
e
dcrare
il
Tempio,
il
Tuo
Le
tl
Le
parti
de*
u P*
f vente &1
poich avean
,
quafi
tutti
V Antitempio
del
o vogliam
dire Atrio
anteriore
Pronaos
parte
pofteriore
Tempio
ap-
mos\ il mezzo del Tempio nominato Celia o Secos ; i Portici o Ale; e la Porta.
i.L'atrio
L'Atrio o Antitempio * era un luogo coperto full' entrata della maggior parte de* Templi, di tanta larghezza , di quanta era il Tempio ftefl. Gli Atrj erano di tre forte: gli uni erano /ottenuti da Colonne da tre iati : gli altri non aveano Colonne che nella
DI
facciata
VlTRUVlO.
;
I?$
i
davanti
effendo
loro
lati foftentati
ti
pio
venivano foftentati la met da colonne, e la met da' muri eh* erano la continuazione delle pareti latei
terzi
rali del
Tempio
o
Il Pojcoy
fia
il
Tempio
do anch'
una Porta
Tutti
gi
il
toltone
il
to feoperto in feguito.
I Portici
che formavano
le
Ale 4 .i Pots.
-
de'
Templi , erano certe file di tIci Colonne , talvolta femplici , e talvolta doppie
,
che andavano
at-
torno
ai fianchi de*
Templi
al di
tj4
Architettura
.
Porte de'Templi erano difY esa- ferenti fecondo Ja differenza dell* d Jref r- 01 'dine d* Architettura , a norma e del quale era fabbricato il Temi .\ pio. Aveavi Ja Porta Dorica, la Jonica, e l'Attica. LaPotaltezza della Porta Dorica prende vafi in quefto modo , che rica, di
i.
Le
fc
JJj
crano
3
to che
al
v* era dal
fondo del foffitto dell' Atrio y quale foffitto chiama vafi Lacnnar due di quelle parti davanfi all' altezza del lume della porta fotto il Liflello o Sopracigiio :
il
\
poi divifa
dici,
tal'
za per
larghezza del
lume
del-
la porta da
bado;
ma
l'ait effer
do
1'
DI
VlTRUVIO
155
tezza, tanto
delie
te
meno
.
La groflezza vea cffer di fopra Impofle o Erte nella fronte dovea effer per la duedecima pardell'
altezza
del
lume
della
porta.
Ma T Erta andava aneli* *&*/-* raftremandof di fopra per la de- meut; cimaquarta parte della fua larghezza ; ed era foitanto orlata da
una Cimafa con
un Aftragalo o
Tondino
Poi fopra quefta Cimafa , cio fopra quella eh* era in alto nel Sopraciglio o Sopralimitare, (1 face
thyron
eh' era
della
medefima
810
'
de' quali
Aftragalo Lesbio, l'uno e l'altro doveano avere un poco di fporto Indi fopra quefti Ornamenti
.
era fituata
la
la
piccola
fua
la
i5* quale
Architettura
avea
era
quanta
ciglio
che
.
Erte
laPorni,.i,d>
fj
altezza
Joniche
Jj,?
erano
che nelle porte Doriche: ma per larghezza , conveniva la divider I' altezza in due parti e mezza, per darne una e mezza al
avere
lume da
baffo
il
reftrigniinento
fteffo,
modo
.
che
delle
La
altezza
del
lume
Di
poi
fi
una di quelle
la
ne pendeva
il
per
Ci ma fa
poi divifo
ti ,
tre
feia
Tondino, quattro alla feconda, e cinque alla terza. li FieIl Fregio nominato Hyperthyron iu formavau con le proporzioni me*
DI
defime
rico
.
Le Menfole , o come altri IeLe\fen. foIej chiamano Cartelle, fcolpice a dritta e a finiftra, pendevano lontane
a livello del da baffo del Sopraci-
fenza
loro
larghezza
in
alto era
,
della
baf-
ma
da
che
di fopra.
fimilitaPor-
Doriche , ma le loro ErteJJ^*" non aveano che una Benda fola fotto la Cimafa ; e quefta Benda o Fafcia avea folamente di larghezza due parti delle fette, nelle quali dividevafi tutto quello , che reflava dell'Erta. * La proporzione de' Templi era ir. La tale, che doveano effcr due voice JJ22I tanto lunghi, che larghi: ma ci non debbefi intendere precifamente> che di que* Templi, i quali
ib -
i5&
Architettura
;
di cui di-
quattro.
I
Jo Lib
4*
alato attorno di colonne y non poteano avere quefta proporzione doppia ; attcfoch la lunghezza avea folta nto il doppio degi* in-
doppio delle colonne ch'erano in fronte, e nel da dietro; per efemfronte aveva fei coerano dunque cinque intercolunnj; laonde f fi volevano raddoppiar g* intercolunnj, e
pio
,
la
lonne
vi
farli
dieci
bacavano undici
g'
co-
intercolunnj foco-
meno ddh
lonne, in. Per lo Afpetto de' Templi, due intendere in Vircrro >cofe fi pofibno truvio Difpoiizione che le la , cio ^4,
parti
dd Tempio hanno
le
une
DI
VlTRUVIO.
il
159
verfo
le
ne
Uh.
C,J *
4.
di
tutto
Tempio
Per quello concerne la Difpo-L' AfAzione del Tempio rifpetto alrSard cielo, gli Antichi aveano Tempre c ^ lo f la mira , che i Templi volti foffero verfo l'Oriente; purch non fofle (iato il luogo mal difpofto per ci fare, e che qualche grande ftrada non gli avelte obbligati a voltarli altramente. L Af Per quello poi che Ci appartie- petto
.
ne
le
alla
>
guati
a
del
m Tempio,
Ale,
delwwte.
tI
,\
idi ti
due
ie
ita
una co fa
Tem- }^
c
pli eh*
da^
Colonne. fro: I Templi fenza Colonne eraniTemquelli, che non arrivavano a venti L' c
Templi Ionne *
divideva
,
la
fi
larghezza in quattro
faceva
la
parti
lunghezza
iSo
ile otto
Architettura
fi
compartivano inquefta maniera , cio cinque f ne davano alla lunghezza dell'interiore del Tempio , o ila alla Cella ,
Je altre tre
fi
affegnavano
all'
A-
trio
piTcon'
* Templi poi che aveano Co-^-*' Jonne, erano di otto fpezic La ne eh \ , r fono di prima e la pi lemplice era quelad An> * a quale chiamavano fpSie 1 ci Q ia Pi' 3 " iri faccia tes > ^ perii Tem- che in quefta fpezie di Templi ^^,non aveavi che due colonne dei&' avanti tra due Ante . SfS?* 1 ^acc ^ a
Colon-
i-i
manie.
di
tre
mama-
iapri-
La prima
e la pi femplice
ma
>
nate avea due Ante o Pilaftri , e nella facciata dinanzi del Tempio avea due Colonne, le quali fofte-
nevano
La
a,
il
Frontifpicio
f
La
feconda maniera
effe
anch'
efa
;
non avea
ma
una
erano
due Ante in
le
ifiefla fila
con
Ante
fleffe;
f'b.4.
e quelle
ne terminavano e chiudevano
pio
all'
.
La maniera
incontro
terza era,
delle
'
quale chiudeva f Atrio, f ne metteva due altre ancora nella parte di dentro dell' Atrio. Quefte colonne interiori per erano
men
ta
,
tutto che
:
foflero di uguale
grotte
altezza
rire
ma
ugualmente
fi
quelle
effe del-
di fuori, vi
le
faceano in
canalature in
,
ro
to
ne aveller ventiquate quello faceafi per lafciar pi libero efpaziofo l'andito dell' interiore dell'Atrio. Quelli Temle di fuori
tro
aveano anche quello di partiche la parte anteriore , dell' Atrio era chiufa con alcuni
pli
colare
iz
Architettura
,
,
parapetti di
me
gio
alti
in
vano
le
per gf
modo
o
*
io.
A
'
La
non era differente dalla prima , f non in quello; che oltraiedue colonne del Tempio ad Antes ,
avea due altre colonne fopra le cantonate dirimpetto ai Pilaftri
.
%mg
proni-
La
terza
,
fpezie
era
appellata
ifteflb
AmfpYoflilo
perch lo
mo-
do e numero di colonne che nel Proftilo vi fono nella facciata dinanzi, quello lo ferva anche nella
4.1! pc
La quarta
rip tero
i
fpezie dicevafi
Tempio. UPe,
opter.
quanto
nella pofteriore avea fei colonne, e undici per ogni lato , contando in tal numero quelle de* cantoni. Lo fpacio che v* era dal muro
DI VlTRUYIO 16$ uguara della Cella alle colonne > le allo fpacio che v'era tra colonna e colonna La fpezie quinta era il PfifoJz
dodipteroy eh* quanto dire fallo
doppio . Avea quefto otto colonne nella facciata anteriore , ed altrettante nella pofteriore , e quindici per ogni lato , comprefevi quelle degli angoli Le Colonne erano lontane dal muro quanto Io fpacio di due intercolunnj , e lagroffezza di una colonna.
Diptero
diptcro '
fallo alato
Diptero ,<5.iidiptero# ed era quello che avea otto coionne dinanzi, ed otto di dietro, e due ordini o due ale di colonne d'intorno la cella. La fettima fpezie nominavafi^.uipctro Ipetro , perch il di dentro del Tempio era feoperto Avea quefto dieci colonne dinanzi, e dieci di dietro-, e nel rimanente erafimile al Diptero : ma eflb avea quefto di particolare , che nella
fella fpezie
La
era
il
Architettura i*4 parte di dentro avea tutto all'intorno due ordini di colonne uno
fopra P altro, ed erano alquanto rimote dai pareti , per formar de* Portici , come ne* Pendili
.
L' ottava appellava!! Pfeudopc-tib. dopeti-np^ro , o fallo Penptero ; perrtcr0, che la difpofizione delle fue coionne era pari a quella delle Colonne del Periptero ^ avendo il Tempio fei colonne nella faccia*
Lo
Ma
la
Difpoera
Tempio
de vanfi fino
quefte
alle
colonne, coliche
Porti-
non formavano pi
erano tutte attaccate ai pareti , falvo quelle dell' Atrio , ch'erano Ifolate* I Templi Rotondi eranodidue iTemwndrforte . I primi erano chiamati m Monopteri ; perch non aveano pad\ nc
,
co
ma
zzie, reti,
DlVlTRUVIO.
ro era tale
il
,
l6 S
,
Tempio
in tre parti
un
ter-
zo f ne dava ai gradi , o fia alla falita fui piano del Tempio > fopra di cui ripofvano le Colonne 5 che aveano la loro altezza uguale alla diftanza che palla da una Colonna air altra che gli diametralmente oppofta . La feconda forte che era ap-n Pep e pettata Periptero , avea le ale di ro o, ,? colonne fopra i Stilobati o Piede- do ftalli a torno a torno del Teui pio, il quale era rotondo; lofpa9 zio eh era tra il Stilobate ed il Parete della cella, era della quint
*
ta parte di tutto
il
il
Tempio
Golonna fopra
il
Sti-
lobate
I Templi alla maniera Tofca-iTem^ na erano quadrati, e avevano cin-j nT? que parti in lunghezza , e quat-
tro in larghezza
L* Atrio
,
,
il
eh'
ri-
era
tanto grande
quanto
3
i66
manente
ne
:
fronte dinanzi
i
di quattro
avea Ja colon-
me-
t dalla continuazione
laterali del
de* pareti
e l'altra me: nel mezzo poi dell' Atrio eranvi due altre colonne all'incontro di quelt da
Tempio >
L'interno del Tem* pio avea due Cappelle per parte. Si truova, che gli Antichi aveaGI*
le di fronte
.
Tempio fenza Colonne 2. fpexfe II Tempio ad Ames y o fa Fac ^Cia in Pilaftri 3. li Tempio ad
. .
aveiao quat- i, li
110
quattordici fpezie di
Templi.
AtttQS
con due colonne nelFiftefla fila in cui fono le Ante. 4. Il Tempio ad Ante: con colonne di groffezza ineguale. 5. Il Proftilo. 6. L' Amfiproftilo 7. Il Periptero . 8. Lo Pfeudodiptero 9. Il Diptero, IO. L'Ipetro. n.LoPfeudoperiptero . 12. Il Monoptero . 13. Il Periptero rotondo. 14. Il
.
Tofcano . Vegganfi
III. e
le
Tavole IL
IV.
DI VlTRUVIO.
1*7
A r TicoLo Terzo.
Delle Piazze Pubbliche , delle Ba* filicbcy de' Teatri , de* Porti y
de'
IL
feono per
di tutto
il
che fi cofrui- pernia comodit e per l'ufo 575"" popolo , fono di felino
,^#5
J
Teatri,
Porti, iJ3*
Bagni, e
le
Accademie.
Piazze pubbliche appreflb il i* m Greci erano tutte all'intorno a&$F* ornate con fpefie colonne : ma^fg^ appreflb i Romani le colonne e he ci ed? ma~ attorniavano le Piazze , aveanoS. degl' intercolunnj pi larghi ;
Le
perch formavano
itili
,
.
effe
de* Peri-
J;
teghe
La
ne
alla larghezza
Le
mai
Bafiliche
di
larghezza
meno
che
la
,
Ia
iVro
r
."
zionc
n P iu c ^ e * a
m et.
Le Colon-
Le Colonne erano tanto alte , quanto erano larghe le Ale o fia i Portici ; e quefte Ale aveano
di larghezza
la terza parte dello fpacio della gran volta di mezzo .
vi io- Sopra le dette Ale eravi una -^"feconda fila di colonne, le quali c r formavano dei Poggiuoli o Corj d alti y e quefte colonne erati uno rido}
r5tro.no pofate fopra un Piedeftailo in forma di Parapetto affai alto ,
acciocch quelli che paffeggiavano in quefti alti Corridoi non foffero veduti da quelli > eh* erano
abbaflb
*.
.
Le
{,. Bafiliche ,
diche,
DI
VlTRUVIO
per via
l6)
con
alti
,
1*
altra
dei Corridoi
ze
stizia
^i
che
parti
cio de*
de'
na
I
li
,
.
gtere
d ' cio
.
S^
fediv IGr a *
dilpofticom-
in femicerchio
uno
piano del Teatro, che chiamava!! V Orcheflra . Lib.y. L'Orcheftra era fatta ne' Tca- L o r tri de'Greci per fare i Balli; ma cheftra in quella de' Romani vi erano i feggi dei Senatori, perch i Balli pretto di loro fi facevano nella Scena uh. y. Sopra gli ultimi e fupremi Gra- 11 poriu di di fopra eravi all' intorno un** Portico di colonne: ed ogni tanti Gradi eravi una cinta, cio un piano o pianerottolo , fopra il quale attorno fi camminava Tre
>
i7o Architettura erano quefti piani; il primo alla parte pi baffa , il fecondo nel
e quel-Lib.
y.
per
cui
fi
faliva
fino ai
c * 6*
primo piano, non feguitava fino al fecondo; ma tra mezzo nel fecondo piano eravi un* altra fcala, che conduceva al terzo ; e vi erano a quefto effetto alcune apriture o vie, che andavano alle falite ed alle fcale drizzate. I Gra di erano alti dai quattordici ai
totto
Tra
Lib. y.
c#
fopra dei pianerottoli, eranvi ne* Teatri grandi tredici Celle , nelvafile quali fi collocavano de' Vafi di
ra
me.
*rame, accordati
ni
in differenti tuo-
rimbombo fer, che col loro vivano a rendere pi chiaro il fuono della voce de* Recitanti. La Scena era comporta del Pulmfch
sarti,
P' t0
^el
Il
P yofCel
g'
>
C t Para*
il luogo , venivano a
cio
fcerno
Pulpito era
Attori
puoi" fopra
cul
DI VlTRUVIO. 171 rapprefentare le Joro parti . Eflb non era alto pi di cinque piedi fopra il pavimento dell* Orcheflra.
Il
Ja
Proscenio era la facciata del- n *10 ' Scena , la quale era adornata eh"
di
di varj ordini
colonne un
fo-
aveY *
un quarto
fi
del
andava
primo , diminuen-
do con
la ftefla
proporzione.
:
Quefta facciata avea le apertu- Ie tre quella di mezzo fue p^ re da tre porte eh' era la pi grande , appellaya-" fi la porta Reale ; le altre due chiamavano* le porte de* Forefiieri
.
per
via
,
.
di
Macchine
fatte
a^
.
.
* di tre fae-.v 0,rar f e compofte r per le T. mutaciate dipinte , per rapprefentare delie Fabbriche in profpettiva -Squali Servivano quelle Macchine a fr&"3 re i cangiamenti de Scene, al-'*kr lorche fcevanfi girare ; ayvegna-fe
triangolo &
li
ijz Architettura che le pitture che vi erano fopia, rapprefentavano tre forte di Fabbriche, e per confeguenza for-
mavano
tragi]
comi- la
sadri- la
ca
'
tre forti di Scena , cio Tragica con Palagi magnifici Comica con privati Edificj , e
-,
Satirica
con luoghi
recci
.
campeftri
e bofche-
il
P4-
H
tro
,
Parafcerno
dove
,
Poflfceno era
rafet-
un luogo o
no,
i fi
Balli
e dove
riponevano
ai
le
Macchine.
j.iLue-
Vicino ancora
Teatri eranvi
file d'Alberi, e intorno da doppj Portici , ciafchedun de' quali era tanto largo, quanto erano alte le colonne del i fuori ; poich le interiori erano pi alte d'una quinta parte, che Pefteriori, ed
quefti piantati di
all'
chufi tutti
c^if'
1 VlTRUVlO. 17$ erano anche d'Ordine differente : Imperciocch 1' efteriori erano d' ordine Dorico , e le interiori d* ordine Jonico , ovvero Corintio, G ^ Antichi coftruivano i Porti JJ^* in due maniere, quelli eh* era- ch'erano formati dalla natura, vi face- Naturano foltanto de4 Portici all' in- ralia torno con dei Magazzini ; e dall* una air altra parte vi piantavano delle Torri , dalle quali con Macchine fi poteva tirare dall' una all' altra banda una catena per chiuder il Porto. Quelli poi , eh' erano artifizia-o A r . zi li , fi fabbricavano in tre manie\f e
re.
foni
La prima
o
'fi*,
ferragli di
legname
foltan-
woia
tanto , fenza votare P acqua rac-J^!" " chiufa nel recinto de' medefimi; e Lapri poi gettarvi tra s fatti ferragli delle pietre, e della malta impaftatacon la Pozzolana, il tutto alla rinfufa e fenza ordine : perch ci facea ufeir l'acqua contenuta fra i cationi; ed erano. di pi perfuafi
iti
'de' caflbni
feconda maniera era di fare o ferragli doppj , con calcarvi dentro della terra grafia air ordinaria ; e poi dopo che
era votata
La
col mezzo trombe , fabbricare nel fondo del mare che v* era tra quei fers*
V acqua
di
ragli
Lai-
di coftruir
un Molo
del
fopra
il
V orlo e gengiva
dentro,
Mare* e
:
di gittarvelo
allorch
ftanza
tempo
Per po-
Molo
in
Mare
lo fabbricavano
orlo del fopra un letto di fabbione, ch'effi formavano vicino al detto orlo, a fine che quefto fabbione che
non
muri
tarlo
era trattenuto f
eretti
,
fcccava
Molo
lo iafciafle cade-
DI VlTRUVIO. 17$ porMare a iJ allorch veniva , tar via il Sabbione , dopo d* aver
re
atterrati
"> y-
I
gli
IV,
!
comporti
- -
Uomini
ed altre per
le
Item^ni
mine. rcmi Alcune di quefte flanze avea- Pern._ no un calor mite e temperato per Saldar
riscaldare
d ine
pi
e
.
prepararli
infenfibiJmente ad un
cor- a lo
calor
fu;
icorpi '
pi forte dare
dare
,
valevole a farli
La Camera
e che
Antichi appella- iudare vano Lacomcum , era rotonda e formata a volta a maniera di Forno , pertugiata in aito da un* apertura rotonda, che fi chiude* va ed apriva con un coperchio di rame , fofpefo ad una catena , per cui mezzo aumentavafi e diminuivafi il calore , a proporzione ch'era alzato, od abbaflato il detto coperchio. Un folo e medefimo Fornello
gli
iyS
rifcaldava
1*
Architettura
tanto
,
1"
aria
quanto
acqua
attefa
,
i
la
difpofizione
de' Juoghi
quali
meno
il
vicini al
per di fotto
perforati .
r
folaj
quali erano
L'acque erano anch'effe diverfamente temperate dalla differen* ir r ^ te umazione di tre gran Vali di per u- rame , 1* acqua de* quali pafHfcaf-
dar r acqua,
"
fi
'
fava
dair
uno
tubi
nell* altro
,
v*
erano dei
!"
Iuo-
go dove
le
la
Giovent apprendeva
e gli efercizj
,
| a rti
mi",
**.'
lettere
erano
compofte Pendilo ,
Stadio.
d'un
d'
un Xifto>
e d*
uno
Jiftito i
" Pendilo era una corte attor^e 'niata da Portici , i quali erano di dllefor. due forti , cio tre ve ne avea eh* Fert1ci.eran femplici , ed uno doppio.
DI VlTRUVIO. 177 appoggiati a]T tre pezzi di appartamenti compo-ci. fti di molte Sale grandi , ove faceano i Filofofi Je loro difpute e le loro conferenze. II pezzo di appartamento ch'un era per lungo del portico doppio,^ ed una parte degli appartamenti
I Semplici erano
,.
membra, per
efercizj
gli fludj
e per gli
:
Lo Xifto era un luogo piantato l# Lo ifto d'Alberi, e chi ufo da' Portici per x L * .. che a^v n ^ ogni lato. Quelli Portici erano diveadue
due
forti
Uno
era doppio
ed era appog-
^
Un0
cl ]
doppio del
I
Perirtelo.
.
Semplici faceano due ale Due Sotto quefti Portici femplici v'era- Pf^T. no delie flrade un poco pi fonde , dove fi faceano gli efercizj ;
Architettura 178 rimanente dei Portico era pi e il alto tanto a dritta quanto a finiftra, per coloro che voleanopaffeggiare
gli altri
,
fi
durante
.
de profonde
u na
.
Piazza ch'era chiufa daquepiauura n il * d'Albe Iti tre Portici , era piantata d Alberi, i quali faceano de* ftradoni, dove s* efercitavano gli Atleti du.
La
tempo.
3.
Lo
'a-
Lo
che
Era quefto novanta pertiche, cio fiancheggiato z una banda da 1 gradi molti gradi , che formavano una fpma- fpezie di Teatro lungo , ed incurri: vato nei due eftremi Quefti graia P IaMjdi erano fatti, perch la gente fu
ridilo e dello Xifto
di
eferdxj
1
quelli poteflfe
comodamente guarmentre
s'
do
01"
dare
gli
Atleti,
efercita-
t)
Vitruvio.
t7
CAPITOLO
ti
.
Articolo Primo
Dei
Db. <s.T
Cortili delle
Cafe.
** I_J
ti,
Cafe degli Antichi aveanoucotcinque forti di Cortili , Ij^j; quali la maggior parte erano co-an?^
perti tutti all' intorno dagli fpor-quefor-
che fofteneano il Canale , in^o, andavano ad unirfi ed a feolare tutte le acque dei tetti . _' Quefti Cortili fatti con ifporti a co n erano di quattro fpezie La prima chiamavafi Tofcana Quello *" Cortile era attorniato da unofpor-chia^ av a " to> il cui pender era in piovere , e fi pofava fu quattro travi fofte- l[J Q ^ liuti da altri travi interpenfivi p fti ne* cantoni , e che venivano ad incontrare i travi in queHuo* go, dove s' univano.
cui
. tt
.
JJJ,
i8o
lindo"
'
Architettura
a feconda fpezie
era chiama.
le
ta Corintia. Ella
aveya
mede-
fime travi
ma
quelle erano
,
u
di
Te.
La
terza
fpezie
era
nominata
,raftilo
quattro co-
lonne,
raoa
peravano nel cortile Tofcano La quarta fpezie era quella fat'ta a Volte perch lo /porto eh' avea tutto all' intorno a era pog.
e
tu
uno
La quinta fpezie di Cortile che non avea lporto alcuno , e che tenea il nome di Scoperto o Difpluviato > avea il Canale in cui fcolavan le acque poflo a livello folamente del muro > e quefto era coperto foltanto dal tetto fenza che venifle in fuori col piovere.
IDI
VlTRUVlO#
tti
Articolo Secondo,
Degli Atrj
tib.6.
e* 4
-
o Veflboli.
Cafe degli Antichi aveanoLaproo Veftiboli grandi T^ aveano quefti tal-gup "j e magnifici
T E
JLj
i
degli Atrj
.
volta fino
lunghezza e nove di larghezza, Cniere, c,oc venivano foftenuti da due file di colonne, che faceano un'Ala per
parte
.
trema-
La proporzione
ghezza con
la
della
loro lar-i.Daiu
lunghezza prende-Jj La prima &gf\ vafi in tre maniere era > quando divifa la lunghezza ro ara in cinque parti , davanfene tre?h'" a ,' alla larghezza: la feconda, quan jjjrte
.
alla fai*Layrj1
quando dopo
,*
mato un quadrato
devafi.
itz
ii.Dai.
'
Architettura
L' altezza poi era tale , che leun quarto della Junghezvatone un'. 1 ^ ava a ^ a a tezza za * *' rei ^ ^ > 5iuoa ro a i-mifurando dal pavimento da baffo tc " a fino alla trave o catena del tetto , che fomentava l'arca o fia lacaffa di tutto il colmo; avvertendo inoltre che il colmo dovea effer prfondato, o rizzato in declivio fopra il Lacunare o travatura , la
^
*
fettima parte di tutta l'altezza. La proporzione , che l'Andito di mezzo tra le Colonne avea Nate
ni.
n
zu aUe" Aie. do la
COtl
^e
grandezza degli Atrj: poich quanto pi erano grandi gli Atrj , tanto meno larghe erano Je Ale a proporzione dell'Andito di mezzo in maniera che quando 1' Atrio era lungo cento piedi , le Ale non erano pi larghe della quinta parte di tal lunghezza ; e quando effo non avea di lunghezza che trenta piedi, davafi
:
alle
Ale
la terza
parte.
DI VlTRUVIO.
1*5
A RtiColo Terzo.
Delle Sale.
AVeano
gli
,
di Sale
pareti,
il
Colonne foftentavano
cielo
ma
alquanto
fchiacciato e piano.
Le Sale Egiziane aveano le lo- L'Egiliane * ro Colonne d' intorno alquanto lontane dai pareti a maniera di Pendilo, efortentavano folamente un Architrave fenza Fregio, e fenza Cornice Ma fopra queito Architrave vi avea un altro ordi.
i8f
Architettura
,
vi mento
palleggiare
fcoperto
ie cxicenc j.
Le
al
Sale
6-
p art C0 are ^ c h> eran0 voltate Settentrione, ed aveano la veErano effe duta fopra Giardini principalmente in ufo appreffo i Greci. La proporzione delle Sale era La prr loro lunghezza foff,c dli-'quefta, che la ieSaie.f e \\ doppio della larghezza loro: quanto poi a ci che concerne l
J
.
, oflervavafi quefta reV altezza di tutte per avere , Je forte di itanze , che fono pi univanfi inlunghe che larghe fieme ia lunghezza e la larghez-
loro altezza
gola
pi
Junghe che larghe , ma quadrate, aveano in altezza tutta iaioro larghezza , e ia met della medefi
ma
larghezza
DI VlTRUVIO.
185
Articolo Quarto.
Della Diftribuzionc degli Ap~
pan ament
ut>. 6
degli Antichi.
CI0
*
T*
Romani
e
diftribuivano
cgl maniera i loro Appartamenti A ] r, i tamenRomani aveano Cortili iib. 6. Poich CJ e *ed Atrj , ficcome gi s' detto
'
$&?
ma
ci
non
,
de* Greci
foltanto un'Entrata
Andito
fi
affai ftretto,
per
paffava in
un
Periftilo
Tale
Stan-
la
e dall' altra le
Le Cafe
ito
,
di quefie
che
gli
Appartamenti delle $
i
Donne
appreffo
tale
Greci erano
^:
cio
Uomini
ti,
in maniera
i8
Quelli
Architettura
delle Foreftiere
riferva per
,
i
Aveano ancora
Foreftieri
,
Donneo Appartamenti di
Quelli
e in quefti gli davano d'alloggiare, perch non Soltanto Kihc * g* invitavano a menfa > e non
gli
il
primo vano.
CAPITOLO
III.
Delle eofe , che appartenevano ugualmente alle Fabbriche Pubbliche , e alle Private .
Articolo Primo.
Della condotta delle Acque delle Fontane
jJf*TT Cofa molto importante pemib. 6 331 X2j condurre le Acque il livel- c
'
i.
*
chTSr larle
a fine di fapere,
s elle
pof-
i'^
1
;
andare a que* luoghi , ove Adopefi pretende di condurle ravano per ci gli Antichi un
faiio
.
DI Vitruvio. 187 Strumento chiamato Cborobate , il quale veniva diretto dal piombo pendente , e talvolta anche dall'acqua , quando il vento im-
L'b.
e. 7>
pediva col movimento che fi potere ufar il piombo. 8. Conducevano sii Antichi lei>ra. p j- duceacque in tre maniere , cio a di- vano n tre re per via d'Acquedotti, per via^ tc ^Cadi Cannoni di piombo, e per via
.
cio' Cannoni di terra cotta. Ai Canali , o Letti degli A e- con quedotti davano mezzo piede dfdSJT pendo o livello per ogni cento piedi di lunghezza- e quando s'incontravano montagne nei loro
di
cammino
zio
,
i
quali pozzi
la
andavano a
ri-
loro bocca fino alla ferire con cima della montagna , per darvi
aria.
Cannoni di piombo erano01* Car.no #-. lunghi almeno nove piedi Gfini j faceano gli Antichi di lame pie-^T^
I
i88
ferenti
delia
,
Architettura
fecondo
la
proporzione
groflezza de'
condur quelli
rio
una qualche
loro
,
nel
cammino
valli
fi
fa-
ceano difeendere i corfi dei Cannoni in luogo chino, per poi farli di nuovo rifalire Faceano ancora gli Antichi di fpazio in ifpa.
zio alcuni
fortire
i
fpiragli
venti
conferve per conofeere pi facilmente f i Cannoni abbiano fatto danno, e potervi rimediare in
qualfivoglia fito.
Canno.
i
Cannoni
groffi
di
terra
cotta erafinufTati
amo
due dita, e
da
cotu.
una parte, acciocch uno potefle entrare neJP altro . Dipoi le imboccature di que' Cannoni fi otturavano
con
DI VlTRUVIO.
rata nell'olio: e
189
occorre-
quando
va fare qualche gombito o piegatura j fi adoperava una pietra di fafl rollo j e quefta forata , acciocch potefle ricevere e unire
in effe le
due eftremit
de*
Can-
noni
Articolo Secondo.
De
y
Pozzi
delle
Cifterne
A
fa
Vendo
ofTervato
che
le Ac*i_ecau-
efalano
allorch
vapori
capaci di
foffocarchind.
ca , v are I
ne' pozzi
,
co-*
" 1,
gi una lucerna accee f quella per la forza del vapore veniva eftinta, era quefto
indizio
della
un
cattiva
qualit
dell'acqua.
t$
Architettura
Ciferne
KeUu
Le
conferve fotterra; di cui i mued il fondo fabbrica> vanfi con malta fatta di calcina
le
ri
laterali
bione
, il tutto ben battuto e mifto infieme Gji Antichi facevano molti Confervatoj, acciocch pattando P acqua dall'uno nell'altro, deponefle e lafciafle tutto il limo ne' primi. Effi ancora vi gettavano nell* acqua delle loro Ciflerne un poco di fale, per renderla pifottile e pi leggiera.
.
mezzane
DI VlTRUYIO.
191
Articolo Terzo.
Delle Macchine per portare
foli e zar e
i >
per
fajji
e gli
ah
tri pefi
tib .io.
V_J
pio
Macchine per condurre quei granfa a a pezzi di pietre, che dovevano Ter <* m,CK vire per fare Je Colonne e gli rr
t
fi
.
d'
Efefo
inventarono
delle Mche
ri-
furti delle
Colonne
era^i*
'
unafpezie diTeJajo fatto di qua t- ch er *: tro pezzi di legno ben connetti , forma cio due traverfi congiunti con due lunghi quanto i furti delle 1. cu" colonne; poi nelle tefte dei furti ^* delle Colonne impiombavano bene un fufo o pirone di ferro per banda ; e nei due traverfi del Telajo vi ponevano due armille'o cer1
no entrar
detti
pironi a guifa
i9i
di
aff
:
Architettura
cos
,
fi
i
Macchina
cerchielli
mente vogliendo
confeguenza fi girava attorno anche Ja Colonna; e in quello modo ella ferviva afe fteffa di Ruota Quefta invenzione era riufcita affai bene , attefa la difpofi* zione del luogo per cui tali pie.
dovevanfi trafportare , perch era tutta campagna piana ed uguale. L'altra Macchina fatta per con* 1 .Q,, a . {Jr^. durre gli Architravi era un TesaJajo confimile, che rinchiudeva due Ruote affai grandi; e nel mezzo o centro di quelle v* incannavano bene Je tede dell' Architrave , il quale fervendo come di aff , yeniva in tal modo foftentato
tre
dalle
Ruote medefime
poi con
i
la fleffa
ragione di mettervi
.
pi-
roni ed i cerchielli , conducevano anche quelle pietre Una terza Macchina fu anco* tlcaf"
ra
DI inventata
VlTRUVlO
per
195
la
trafportare
fervir di
alla Statua coloflale d'Apolera lunga dodici pieperch , di, alta cinque e mezzo , e larga fette e quattro pollici . Si fecero dunque due gran Ruote , nelle quali eflendo incaffati e ben chifi i capi della pietra , veniva ella dalle ruote foftentata poi da una ruota all' altra attaccarono dei full che univano infieme le ruote, e che formavano una fpecie di rochello attorno la detta pietra , e intorno ai fufi di quel rochello vi circondarono delle funi , le quali le facevano tirare da' buoi, e cos feiogliendofi le funi, voltavanfi attorno le ruote. Quegli per che avea tentato il trasporto di quefta pietra col mezzo della detta Macchina , non pot riufeire nella fua idea ; perch non potendo i buoi tirare d* una ugual forza le funi , la Macchina non andava mai dritta, ma fi voi:
Architettura i$4 geva ora in una parte ora nell* altra , dal che per, drizzarla era
duopo
di
rarla di
fatica era
il
ie
Per
la eleva- Lib, 2
v^re"
elione dei
f rte di
aveavi tre
era
di.
Macchine
^ AP
La prima
fi
,.
.
piene
grandi.
Cavaletta o savernache
ca
, >
comporr
i
di jre pezzi
di le-
Se g n
erano congiunti da un pirone o fpezi" cio 'cavicchia che trapalava d'uno neh"
e^chealtro: Drizzati poi detti legni eraSegga* vano cne Ter
** au allargati, due di elfi (lavano da un lamezzo to, e feparati l'uno dall'altro, e Moli"" il terzo era loro oppofto: poi ne* dio. j ue Jegni eh' erano da una tefla banda, fi ficcavano due caftignol.
00
ta *
g u ^a
<*a
t>
Je
gattelli
alle quali
fi
racco-
mandava un Molinello che tirava una fune , Ja quale parlava per una Taglia o Recamo a tre iotelle
,
di cui la
DI VlTRUVlO,
la
$f
la
la
da follevari
Lfb.ro.
La
fionda Macchina
era pi J-Qrt
prima in quello ^manesav Taglie, ciafcunaconf/ *r che avea due ." due ordini di rotelle * e che in" , di una unaRuoluogo di un Molinello avea ta,e gran Ruota, o Ila Timpano, dal quale veniva tirata una fune pafpolTente della
1
fata nelle dette rotelie ; e fopra il Timpano avea un' altra fune
intortigliata
da un* Argana
Timpano
la
.
marla, talvolta era cos grande e vuota, fcch di dentro vi poteffero camminar uomini , e farla girare fenz* Argana. Lib.io. La terza avea folamente unlun-?.Quefe "*' go e forte pezzo di legno, il qua-<f' ma! ia le veniva afficurato, e tenuto fer-;* n| da quattro bande con quattro^ mo d uo* r m r r
i$$
Architettura
delle
mezzo
piegare
dette
farte
facevafi
voltare
quel
pezzo di voleva ,
le
tiravano, e
ni di rotelle
numero
ne
,
di
le
funi
tro
golatamente da un ordine
delle
rotelle
della Taglia
,
di
fopra
linelli
a quella
di fotto
non
venivano tirate gi pervia di Moo di Ruote , ma dopo effer calate al pie della Macchina, dove era legata una terza Taglia di tre rotelle al pari , venivano paf-
fate ciafcheduna di
effe
,
una
capo
filai
di quelle
fi
rotelle
Articolo Qjjarto.
Delle
9*
X2 que
fpezie
,
La prima
era ilfS?
Timpano
forte:
il
di cui
aveavene
due^
:
ac*
primo levava una quan-p aitita d acqua > ma poco alto Tacque* poich effa non montava che5! on
all' aff
dello fteffo
Timpano
il*-
quale era una gran Ruota fatta di tavole fermate e porte infieme > nel di cui concavo otto tavole erano pofte per traverfo , che eoa uno de* capi loro toccavano P aff , e con P altro P eftrema circonferenza > e compartivano la parte di dentro in otto fpacii e* gualij poi d'intorno alla fronte* o circonferenza > cio per taglio del
qua
vi poteffe
entrare nel
Timpano, man-
data fopra l'affe, fi fcolava pervia o colombari cavati nelP aff come tanti canali adrittura di ciafcuno di quei compartimenti, n. La La feconda Macchina era una a cLf- Ruota, che levava l'acqua tanto felIe * alto , quanto era la fua circonferenza ; e ci per mezzo di molte
erano incaftrate , e che verfavano la loro acqua in unvafo o conferva molto capace , alCaffelle
>
che
vi
lorch dopo effer levate in alto , cominciavano a calar a baffo . La terza Macchina era la Catein. Le e a Vafi ; effa era raddoppiata na avafi e rivolta per foflentare e innalza,
re certe fpezie di vafi o fecchielli, i quali facevano come una corona, che appoggiata ibpra la fronte
in alto l'ac-
DI VlTRUVIO. 199 qua cavata da quei vafi , e la verfava in una fpezie di tinazzo , o
conferva allorch i mentovati vafi fi voltavano per difcendere. iib.io. era la Vi '{?.- l * La quarta Macchina Vite di / cu. , .t 1 r da , che fi attnbuiice ad Archi- Archime mede, quantunque Vitruvio non nomini T Inventore Qiiefta Vida era fatta di un pezzo di le* gno lungo fedici volte quanto era il fuo diametro : attorno dei le,
'
gno vi fi poneva obbliquamente una piana di SeJice o Vitice unta di liquida pece
;
e quefta fa-
intorno da un capo air altro di quel pezzo di legno Sopra tal piana ponevanfene dell'altre, tanto eh' effe facevafi
poi
girare
cefiero la giravolta come d'una di quelle Scale che fon fatte a lumaca.
Fatto quello coprivafi queir invoglio o Vida con tavole, che al di dentro s* impegolavano , e al di fuori fi legavano con cerchi di
le-i
,
200
Architettura
1
quali paflando
entro de mafcoli rendevano la Macchina mobile . Quefta Vida era fituata fecondo
il
modo
mag-
gior lato del triangolo rettangolo di Pittagora , del quale fi parlato qui addietro al propofuo della
Salita
delle
Scale
Tal Mac-
v.
china alzava facilmente una quantit grande d* acqua y ma non la potea portar molto in alto. La La quinta Macchina era lanb.io*
om
dl
^lf-
C'
1U
Conca
col
fuo coperchio ben faldato e {lagnato infieme, dalla cui femmitufeiva, una canna o tromba fottile che vogliam dirla: Nel fondo di quella Conca eranvi due buchi coperti con animelle di cuojo o di legno, in modo che fi potevano alzare e badare come fi fa ne' folli ; e a quelle bocche o buchi erano faldate due canne, le quali, flendendofi
una dalla
deftra e
V altra
dalla
201 DI VlTRUVIO. andavano ben {lagnate a riferire preffo al fondo di alcune trombe o fecchi , nel fondo dei quali
finiftra,
eranvi parimente
nella
la
.
le
animelle
come
un
come
fi
Ci
fi
fa
in
un
fchizs'
zatojo, e quello
alzava e
.
ab-
bacava come
voleva
Quando
,
adunque
follevavafi
fi
levava
fubito
un Mafcolo
V animella nel
alzandofi
fteffa
il
Mafcolo
-,
facevafi
la
operazione
ma come V ac-
2oz
Architettura
di
quello , quallora per la comprelone doveva afcender per la canna, vi trovava l'altr' acqua nella Conca , e non poteva pi tornar a baffo per efler Je bocche otturate dalle animelle ; cosi ne feguiva che V acqua nella Conca
era forzata di faiire in alto
ufcire per la
,
qua
e di
tromba di fopra , e fi faceva andare dove fi volea Tutte quefle Macchine per alzar l'acque erano mo(Te, e girate, o a braccia da uomini, ovvero da ruo.
lini j i quali erano fatti andare dall' acqua di qualche rufcello , o di qualche fiume
.
Articolo Quinto.
macinar
grano
Moli ni ad acqua per macinarLib.ro. x e. /v erano grano , anch elii grati col mezzo d' una gran RuoA.fti chi eia :ta , la quale avea molte pinne r no fimi* Ja'no-o ale , che dalla correnta deli' acqua venendo fpinte , facevano
ad acqua
lini
1
Mo-"|'
I
..
JL
>
li).
il
DI VlTRUVIO. 203 che la Ruota a forza fi volgerle . L* ade di quefta gran ruota paf fava per un* altra ruota, la quale era dentata ed in coltello , e faceva andare attorno un rochello dentato porto orizontalmente; nel mezzo del quale pafava per lun-
go un barione
trava da capo in
di ferro
eh' endi
un
,
ferro fatto in
forma
cui
il
di feure
e per
mezzo
detto battone era ben aflcurato e riabilito nella mola; poi fopra quefta v'era la Tramoggia
in forma d' imbuto
le
,
dalla
il
veniva fomminiilrato
quagrano
alle
mole.
Articolo Sesto.
Dell atre Macchino Idrauliche
9
AVeavi
forza d'
ancora
,
diverfe
altre LeMac
Macchine
che
agivano
in-
acqua , come le Glepfr^Jl dre , sii Orfani , e le Macchine^ e per miiurare il cammino che ia-do, ceano le barche e i navigli.
204
T.e
l'.
Architettura
Ciepfidre indicavano le re Lib -**
Le
dre
buco fatto nel fondo di unvafo, e cadendo in un altro, fecondo che fi andava follevando infenfibilmente nel vafo eh' erta riempiva , faceva parimenti alzare un pezzo di fovero, il quale pendendo da uno
una catena
tortigliata attorno
che avea
full'
un
piccolo
facchetto
fabbione, e
te del fovero, facendo girare l'affe , facea girar ancora un itiletto che v'era allo fteflb ade attaccato, e che indicava l'ore fopra un Quadrante, dove erano ordinatamen-
ti.
cu
~
fegnate. Gli Organi fonavano per mez-rjb.i*. zo di due'fondelli a guifa di Ma- 1 '* fcoli , che s' alzavano e abballavano nei Moggietti , o Secchielli cote
-
me
nella
Macchina Ctefibica
VlTRUVIO. 2 0f lenza in un imbuto rovefciato in una caffa di rame e mezzo piena d'acqua, premevano T acqua, e
DI
obbligavano a falire intorno del; dal che avveniva , che facendola la fua gravit rientrare nell'imbuto, cacciaffe Paria nelle canne , e cosi le faceffe Tuonare ,
la
la cafla
r* 4
Mifuravano gli Antichi il cam-iu.Te mino che fanno i vafcelli fui Taccine mi' qua , per mezzo di un Molino ,j^ rare
ch'era attaccato al vafcello, echfi*i muno t girava-^per cagion della refiftenza,"^ che incontravano le fue pinne * Per
nel!'
acqua , allorch il vafcello ac * ,a andava avanzando. L'affe di quefio Molino ayea un piccolo den* te, che ogni giro che faceva, urtava e fpigneva uno dei denti d* una gran ruota , la quale ne facea girar un' altra , e quella un* altra ancora , che faceva andar at-
torno un
ftiieto
e quefto indica-
106
Architettura
va il numero de' giri dei Molino, da'quali era facile il fupputarele pertiche e le leghe della ilrada gi
fatta
*. Per terra .
.
fervivano ancora della Macchina medefima per terra, attaccando al moggetto della ruota d* un cocchio un dente , che facea girare pi ruote, come nella Macchina precedente; all' ultima delle
si
un
ftileto,
che
dimoftrava il numero delle pertiche e delle leghe. Aveavi ancora in qucfa Macchina una fpeziedi ruota da conto , la quale ad ogni miglio che il cocchio faceva , Jacadere un faflblino in uh vafo di rame, per dinotare col loro numero, e per avvertire ancora
fciava
col
fi
avea
fatto
un miglio
di
cammino.
DI VlTRUVIO.
207
Articolo Settimo.
Delle Macchine
lib.io.T
*'**'
da Guerra.
degli v'era-
Macchine da guerra
a tre
printer?
C"
Imperciocch erano ef-chhle f fatte o per de' itrali , da r ,. lanciare 'guerra, com erano gli Scorpioni ovvero cio de' giavelotti, come erano le Catapulte; o delle pietre, come erano le Ballifte ; o de' dardi infuocati , come erano i Brulotti ; o pure erano fatte per abbatter le mura, com'erano gli Arieti, eie Trivelle ; o per appreflarfi alle mura al coperto , o per monta.
re fopra
terrapieni
,
com*
era-
no
iib
c.iS
io.
le
Teftuggini
.
e le Torri di
Per
lancia-
fervi"
vano
gli
,
mura
io8
Architettura
attediami che {lavano nelle Torri di legno, tiravano fopra i difenfori delle
x.Gia'
medefime mura.
de'
Le Catapulte lanciavano
Giavelotti di
piedi
di
dodici
:
in
quindici
effe
fia
lunghezza
di
erano
compofte
due Alberi, o
grotti pezzi di legno , ficcati contra l'altro, come due Alberi, i quali fi piegavano tirandoli con un molinello ; e quando quelli Alberi erano dirteli, urtavano allora tutti e due infieme, e fpigne-
due l*un
vano
etti
il
giavelotto
1'
Tendenvanfi
uno appretto V altro con una medefima corda fatta di menugia , acciocch il maftro che conduceva la Macchina , potirandoli
tette etter attcurato
beri
egli
erano
la
tefi
nar
gli albei
era tefo, e
quando
J'ettre-
DI VlTRUVIO. 209 fermati con cavicchie di ferro, le quali ad un tratto levavanfi con un colpo di martello , quando
erafi al
punto
di fare la
fcarica-
un rotolo, che paffava a traverfo di un orecchione, per mezzo di cui fi alzava o fi 9 abbaflava il capo d uno degli altura. Aveavi
beri dalla
mentare
tenfione
della
, ,
parte a baffo per au. o per ifminuire la fua fecondo che il mafiro
tre
I Brulotti erano
Macchine
che'**|j
dl
aio
Architettura
lanciavano dardi > a* quali era attaccata una materia combuftibile, che s'accendeva in quel punto in cui fi.volea lanciarli contra le Macchine da guerra , o con* ra i vafcelli > per appiccarvi il fuoco *** Ariete era fatto per battere btV le Mu le Torri e le Mura, e per farvi "ano bfeccie. Era quefta una gran traSf"tc ferrata fu Ja cima > la quale Doveva era grofla e mafficcia quefta efler fofpefa nel fuo mezzo, e fi fpigneya a forza di brac. ;
cia
Trivef. ve
ia"
"gliante
era molto fomi-Lib.io. Ariete , efTendo una '* Trave ferrata in teda > il di cui ferro per era aguzzo Ella ferviva
^a
Trivella
all'
per ifpczzare una qualche pietra della muraglia , e per tritarla in pi fcheggie; a fine che fopravve-
nendo
pofcia
1*
Ariete a battere
,
1$ potefle
nel buco
la
Lib.10. c * I0
*
flato
Trivella.
otto ruote. rano effe coperte di*? ? * e pelli di buoi > di frefco fcorticati,V. L e a fine di difenderle dal fuoco. loro tifo era di coprire^coloro ,
1
tlT
Le Torri
per follevare
tezza delle
di
mura
e per paflrvi fo, pra per via di pnti che vi fi ca* Erano effe alte talvolta lavano fino a trenta pertiche , avendo Si coprivano nella Venti piani maniera fleffa , che la Testuggine , di pelli recentemente fcortigli Scorpioni
.
.
aia
cate
;
Architettura
ed erano guernite di Cent' uomini, parte de* quali erano irapiegati a muoverle, parte a tirare
(pra gli attediati .
PINE
ut
AVVERTIMENTO.
QW
dire
9
^Vigenza di Vitruvio ;
quelle che fervono
le
cio
a far com>
prendere
chitettura
regole
che
d V Ar~
quali
per
gli Edificj , i
pofono ejfer di noflro ufo. Le Fi* gure dell* altre cofe di cui tratta Vitruvio > fono fiate omeffe ; e fi
giudicata baflare
lanterne
il
Templi
una per
le
tutti
Mas*
SPIEGAZIONE
Della Tavola
QUefta
Tavola contiene
le fette
.
I.
fpezie di
Mu*
A. la prima fpezie , ^ch'efl} chiamavano Reticulatum, cio a dire muro fatto a guifa di rete , perch appunto le commeffure delle pietre vengono a formare una figura fimigliante ad una rete BB. la feconda chiamata Iajcrtum , cio a dire in Legatura , a cagione , che le pietre fono pofte in maniera , che ciafcuna legata , ed impegnata con quattro altre , due di fopra , e due di fotto CC. la terza fpezie , eh' era particolare de' Greci Quefta ii pub chiamarla a doppia Legatura perch la , legatura non foltanto tra le pietre di una medefima facciata, ma ancora tra quelle: delle due facciate che fi fa col mezzo delle pietre pofte per traverfo D D. la quarta nominata I/bdornum , a motivo che l corfi fono uguali in altezza JET. la quinta appellata Vfeiidifodomum , perch i fuoi cord erano difuguali in altezza F. GG. H. la fefta , detta Empieei , poich era effa riempiuta , e imbonita nel mezzo E. F. fx)no le pietre , che facevano le facciate GG. fono mani di malta ftefa tra l'un corfo e l'altro di pietre H. V incamiciatura delle facciate . K. la fettima , che fi pub chiamare Compofia , ovvero Ramponata , a cagion che le facciate fue fono di pietre tagliate , e il mezzo guernito e riempiuto di malta e farfi alla rinfufa , e perch le facciate fue fono legate 1' una con l'altra con ramponi di ferro Quefta Tavola ha rappor-* to alle pagine s'. 79. 60. 61, e 6i.
.
Tavola I
SPIEGAZIONE
Della Tavola
QUefta
no
*mm
IL
,
.
contengo-
AA.
il
une coli' altre , non effendo lo fpazio tra colonna e colonna 9 che d' una groffezza e mezza della colonna . BB. il Sifitto , cio a dire dove le Colonne fembrano effer unite infieme , effendo 1' intercolunnio di due groffezze . CC. il Diaftilo , cio a dire dove le Colonne fono tra di loro lontane j effendo la diftanza tra 1* una e V altra di tre groffezze DD. 1* Areoftiio , cio dove le Colonne fono rare . Effo non ha alcuna certa proporzione : nella Figura fi fono dati quattro diametri ali* intercolunnio : ma effo ne pub avere anche di pi , Il quinto genere appellato Euftilo , nella terza Tavola . Quella fe.
fono
quello cio
dove
le
Colonne
alle pafiifl
99* 10
Xavote- 31
SPIEGA ZIONE
Della Tavola
QUefta
HI.
Tavola contiene il piano , e V eleva* zione del quinto genere d' Edificj , ap**~peliato Eujilo ; cio a dire , dove le Colonne fono dftanti 1' uu^ dall' alrra con una proporzione pi comoda , che negli altri generi . I Cuoi intercolunnj tutti hanno due diametri e un quarto , a riferva di quel di mezzo delle facciate anteriori , e pofteriori , cui fi danno tre diametri interi Qiiefta Figura ha rapporto alla pag. ior. Il Piano eh' in quefta Tavola , ferve parimente a far conofeere , quali foner le diffe.
renti parti
delle quali
.
erano comporli
AA. AA. fono le Ale , a guiia di Corridoj o di Portici , bordeggiate da una fila di colonne da un lato , e dal parete del Tempio^ dall' altro B. la parte chiamata Pronaos t tio a dire V Atrio la parte detta Pojitum , cio il da dietro del Tempio D. la parte nominata Cella , cio V interiore del Tempio . licfto Piano ha rapporto alla pag. i;j.
.
TTlcvvofa.
Ili
SPIEGAZIONE
Della Tavola
#Ontiene
IV*
quella Tvola li plano e 1* elevaxion perfpettiva d* u Tempio Exaftilo , e Pfeudodiptero , cio a dire che ha fei Colonne tanto nella facciata davanti , che in quella di dietro , e che ha de* Portici femplici , ma che fono cos larghi , quanto i due Portici dei Templi che gli hanno doppj Quello piana e querV elevazione poffono fervire d' efempio pet
va
gli altri
Templi
quali
in ci
che concerne
le parti
cedente Periptero
li
eflenziali , fpiegate nella Tavola pre fono fimili quello , come; fono il
il Diptero e 1' Ipetro , e i qua, fono differenti che nel numero delle colonne 3 o in altre circoiUnie di ni na
non
tura
-Zax/ola,
VS
SPIEGAZIONE
Della Tavola
QUefta
V.
Tavola Contiene le proporzioni dell* Ordine Tofcano AA. la Bafe della * che ha d' altezza la met del diametro della Colonna Ella divifa in due
"" Colonna
;
parti uguali
quella
di
fotto
per
lo Plinto
Orlo fegnato J. quella di (opra inarcata dalla K. pei- lo Toro o Battone e per la Cimn"a
bia
BB.
,
uguale a
parti
l
il quella
Capitello
prima
di cui V altezza , della Bafe Si divide in tre delle quali fegnata L. per la
.
Gola
o fia , terza marcata N. per lo Plinto o Dado . C. una delle facciate delle travi che fervono d' Architrave EE. fono la parte di fotto delle fuddette Travi $ che corrifpondono al diametro di fopra della Colonna ^ fegnato iD. La F. un arpione a coda di Rondine , che unifce le due travi infieme G. il muretto , che ferve di Fregio , H. la Cornice Quefts
La
Cimbia
per
1'
Aftragalo
M.
V Echino
Ovolo
La
Tvola ha rapporto
alla
pagina
119.
no.
Javis&i.
V-
SPIEGAZIONE
Della Tavola
\J
VI.
-jf\Uefta Tavola contiene la proporzione dell* A.B. e lo fpaccato del Ordine Dorico ^^Tufto della Colonna : quello fpaccato fa. vedere il piano ielle due fpezie di canalatute , che fono particolari all' Ordine Dorico . La met fegnata A. quella che ha delle cambiature che non fono incavate , ma che formano foltanto delle ftrifcie , o fafcie piane . ha le canalature legJB. T altra met , che germente fonde , e che non fono incavate , f
.
Effe formanfi col fono uguali z D. E. F. il Capitello diciafcheduna fafcia D. per la Gola vifo in tre parti uguali E. per F Echino e per gli Anelletti . F. per lo Dado G. V Architrave . H. il Triglifo K. la Semi-Metopa la /. la Metopa
lati
. .
.
Goccie , che Hanno Cornice M. N. 0. fono le Goccie , che fotto il Triglifo ftanno fotto il Piano della Cornice alla parte che guarda in gii e che fporta in fuori a dritQuella Tavola ha rapporto alto de' Triglifi la pagina iti. nz. e feg.
.
fono
.
le
fei
lavoz- VI
a
SPIEGAZIONE
Della Tavola
QUefta
Tavola
VII.
contiene la proporzione del Jonico , la quale pu fervicon poca differenza anche nell' Ordine Corintio e Compofto F. E. dinotano il Fufto e la Baie della Colonna col fuo diamePiedeftallo
*** re
.
dalle quali fi prendono le regole per le midel PiedeltaHo D. A. dimoftrano l' altezza del PiedeltaHo , che appunto viene ad efun terzo della Colonna , e che ordinariamente fi divide in otto parti . D. fono gli ornamenti e membrelli , che fono come la Cimafa o Capitello del Piedeftallo , alti tutti inficine una delle otto parti C. il Dado o Tronco di mezzo , che ha cinque di quelle parti di
. .
altezza , e di larghezza tanto quanto il Zocco della Bafe della Colonna B. A. dinotano la Bafe intiera del Piedeftallo , alta le due reftan fi ti parti , che per fuddividono in tre appunto il fuo Zocco che ha due di quelle parti di altezza B. fono gli altri membrelli che vanno di fopra del Zocco per comporre la Bafe , alti la terza parte . Quefta Tavola ha rap.
TcLiro/n VII.
SPIEGAZIONE
Della Tavola
QUefta
*
Vili.
Plinto della Bafe Attica , eh* la BB. fono i due terza parte i tutta l Bafe Tori o Baffoni di quella Bafe , il fuperiore de* quali la quarta parte di ci che refta dopo che fi avr fatto il Plinto : l inferiore la met di ci che refta ancora ; e V altra met la Scozia C. La D. il Plinto della Baie Jonica , Ch' la terza parte dell' altezza di tutta la Bafe E. il Toro che contiene tre parti di quelle fette , nelle quali fi divide ci che refta : effendo le quattro altre per le due Scozie , e per i due Aftragali , che fono tra il Toro e il Plinto F. il Capitello , le proporzioni del quale fono fpiegate pi a lungo nella Tavola IX. K- 1' Architrave , che ha quattro parti , cio la prima Fafcia fegnata G. la feconda fegnata H. la terza fegnata I. e la Cimafa
il
.
.
CHI
fegnata K.
Cornice
tello
:
feconda Cimafa P. la Corona con la fua Cimacieta Q^ la Cimafa graaQuella Tavola appartiene alle pagg. ijl <de
0. la
.
favola. Vili.
^d^^
J^-c
SPIEGAZIONE
Della Tavola
y"\Uefta Tavola contiene
le
IX.
proporzioni del quale qui non fi. A. B. la met delvede che la met la larghezza del Dado o Abaco , la quale fi regola l'opra la larghezza del piede della Colonna , di cui la met fegnata B 18. Poich effendo il piede della Colonna divifo in 1 8. parti , dicianove di quelle f ne danno al Bado A. C. il ritiramento che Convien fare per all' indentro dall' angolo A. del Dado ZX la quale dee regolare descriver la linea ella traverfo di cui Voluta a V occhio della , Per fare tal ri tiramento , fi prendee paflare de una parte e mezza delle dodici , nelle quali divifa 1' altezza o groffezza . F. di tutto il Capitello : la qual altezza uguale alla Qtiefta altezza met della larghezza del Dado fegnata C. D. divifa in 9. parti e mezza , del-
V^ ^^
Capitello Jonico
del
&
le quali f ne d una e mezza al Dado , e quattro e mezza dal Dado fino al mezzo dell* occhio , eh attraverfato dalla linea G. H. I numeri 1,2,5,4. indicano i quattro centri de* quattro primi quarti della Voluta ; i quattro fecondi quarti , e i quattro terzi ( poich la Voluta ne ha dodici ) fi prendono nelle diagonili 1 , ? , e 2 , 4. H. I. T Aftragalo della Colonna di fopra che corrifponde all' occhio della L. Voluta , K. K. 1' Ovolo o Echino 1' Alfe delle Volute M. M. la cnta della Quella Tavola ha parte laterale delle Volute rapporto alla pag. 13?. 34- *21.
.
'Ta,x>oltz
IX
SPIEGAZIONE
Della Tavola
QUcfU
*"""
X.
Tavola contiene le proporzioni del Capitello Corintio , in cui confitte tutta la differenza , che paffa tra l'Ordine Jonko ed il Corintio i il quale , fecondo Vhravio non ha altra Baie , ne altro Fufto , ne altro Architrave
,
ne altro Fregio
,
n altra Cor-
nice , f non che la Jonica A. il Capitello Corintio , il quale , fecondo la proporzione di Vitruvio , non ha d' altezza niente pi che il diametro della Colonna da piedi B. il Capitello del Panteon , eh' la fettima parte pi alto , cio della groflezza del Dado l'altezza del Capitello divifa in fette parti , delle
, .
CD.
quali una ne ha il Dado ; due ne hanno le Volute ed i Caulicoli ; le Foglie dell' ordine di mezzo, due ; ed altrettante quelle dell' ordine di fotto . Per aver la larghezza del Dado , convien augnare alla fua Diagonale E. F. il doppio della fua altezza C. D. Per aver la grandezza della piegatura in entro fegnata H. bifogna divider la larghezza del Dado . C, in nove parti , e dargliene una In fondo della Tavola fi rapprefentata la pianta d' Acanto , che rinveftlfce il ceftello coperto da una tegola ; da dove , dice Vitruvio , che lo Scultore Callimaco ha prefo il primo modello del Capitello Corintio Quefta Tavola ha rapporto alle pagg. 141. 141. e Ug.
.
SPIEGAZIONE
Della Tavola
leda Tavola
contie
XII.
G,, ,.!:..,[
IiiVm
usiti
Albct
apprefenrato
'
come fermato
", effend letmato aneli' erto cchina fegnato 1
"rW.n^untTd,'
il
uando
Maitre,
de
leeno
',
eh'
nec
Manto
f'man!:
1 1
rande
E.
fo,
tun',",-.
"dei!li*Al't4
r"ap,
che atttaverl'a un Ganretro , ver meno del qua il le vie fermato 1' Albero al Capitello palfa per 1' orecchione /. Quella rotolo che
.
M=4. LUJ lJ qm ^
L
SPIEGAZIONI
cheltra
KDEDK.
il
Pulpito
eh'
luogo
J\i
M.
il
i
l'epara
K1HIK,
la
-Z~lvocl
JCJJ
VOCABOLARIO,
O
S
I
SPIEGAZIONE
Delle parole
difficili
che s in.
contrano in Vitru^vio
Baco
lignifica
generalmente una
tavoletta , che ierviva di Credenza apprett gli Antichi * Era anche una tavola quadrata , ibpra
.
la quale fcrivevanfi i numeri d' Aritmetica In termine d' Architettura T Abaco la parte fupeChiamali da* riore del Capitello Francefi il Tagliere , e da' noftri anche il Dado . Quello termine li.
gnificava altre volte una tavoletta di legno, perch allora fi ufavano tavolette di legno , eh' erano quadrate . pag. i $ $ Acanto . Quefta una pianta , che
ha
le foglie larghe
e lunghe
del-
la cui figura gli Antichi fi fono ferviti per ornamento nel Capitel-
Colonne , ed hanno ancora adornata la maggior parte de* membri d'Architettura. 25. 145
lo delle
Acrotere
generalmente apprett gli Antichi figniflca ogni eflremit del corpo , come negli Animali il
nafo
nelle , le dita : finimenti e termini de' Tetti fono chiamati Acroterj % nella maniera medefima , che ne* Navigli cos fono chiamati glifperoni , che gli Antichi appellavano
,
r orecchie
i
Fabbriche
anche
croterj
roflri
Negli Edifici
gli
A-
fono particolarmente quei piccoli promontori piede flalli , che fono polli fui mezzo, e fu gli angoli de' Frontifpicj per foflenere delle Statue. 97. 117 Ala fignifica una fila di Colonne , che vien aggiunta ai lati di un di un Atrio , di una Tempio , Bafilica , fia al di dentro , fia al di fuori . Cos chiama fi , perch ila per fianco di un Edificio , ficcome le Ale d' un uccello fono a' fianchi del fuo corpo. 155 Allegerimento un mezzo , di cui f ne vale V Architettura per ovvia-
re * che i muri non fi stendano fopra i vani delle porte e delle fine ftre . Ci fi fa in due maniere , cio o per via di puntelli polli un contra 1' altro e uniti in alto, o per via di un'arcata. 64 Amfiproftilo era una ipezie di Tempio, cheavea quattro Colonne nel-
davanti , ed altrettante in quella di dietro. i6z Anelktti fono certi piccoli membri quadrati , voltati in rotondo , che al Capitello Dorico al fi mettono
la facciata
di quel membro fatto in quarto di tondo , da noi detto Ovopur appellato Echino. lo , 124 Ante un Pilaftro quadrato , che gli Antichi mettevano fui cantoni de'
di fotto
muri de' Templi. 160 Antepagmento quell'ornamento otelajo , che borda i tre lati delle noi lo chiamiamo Erta , ed porte anche Importa 98.155
_
<
Architrave
ftro
.
lignifica
il
Trave mae-
Quefta quella parte dell* Edificio , che immediatamente pofata fopra i Capitelli delle Colonne Quindi che i Greci lo
.
chiamano
re
Epistilio
1
cio
le
quello eh
,
fopra
a diColon-
ne
97
o fia quel legno centro di una RuoVitruvio chiata o di altra cofa ma con quefto nome anche I1 orlo o filetto della Voluta , che fa la di lei grotfezza ai lati , e che fa T eftremit di ci , che appellali comunemente ilBaluftro. 135 Aftragalo fignifca il Talone , per la lua rafTomiglianza che ha appunto con la rotondit del talone . Quefto un membro d' Architettura , che fi mette alle Bafi , alle Cornici , all'Erte, agli Architravi ec. Elfo rotondo come una bacchetta , e per quefto noi lo chiamiamo
Aff
il
,
Cardine
che
pafla per
il
anche Tondino.
Atleta fignifica combattente
ti
.
119
li
Gli AtleapprefTo gli Antichi erano queleh' elrcitavanfi nel corfo , nel,
la lotta ec. 178 Atrio e Antitempio un luogo coperto full' ingreilb de' Templi 153 Attico fignifca quello , eh' della
.
il
nome
della Bafe
che
Moder-
ni hanno data alla Colonna Dorica . Vien fatta menzione ancora delle porte Attiche ; perch tali cofe fono fiate inventate dagli A-
teniefi
le noftre
dine pofato ibpra un altro molto pi grande ; perch in luogo di Colonne > queito piccolo Ordine non ha altro per T ordinario che Pilafbri d' una maniera particolare , e d' un Ordine , il quale nomina (1 appunto Attico. 123
BAlluftre
Cale
pitello Jonico
I noftri Artefici
135 Reale Era qnefta appreso gli Antichi una gran Sala , che avea due file di Colonne , le quali faceano una gran navata in mezzo , e due Ale alle bande fopra le quali Ale aveavi dei Corridoi Quefte Sale eh' erano ftate fatte da principio per 1
lignifica
.
un
Ballultro.
Palazzi dei Re , ferv irono poicia per amminiftrar la Giuflizia , ed in fine furono impiegate nelle Chiefe de'Criftiani, i quali hanno da-
to pofca fempre tal forma alle Chiefe da loro fabbricate . 148* 168
Benda o FafcU un membro quache termina 1' ArchitraOrdine Dorico , e che paffa immediatamente fotto i Triglifi 124 % Bugna la parte ^ di muro , che ft
drato
,
ve
dell*
di fcultura
per nafcondere le
.
commeffure
fte
Que-
con
un
94
corfi delle
CAlcidca
era
alta
Ella era chiamata cos a cagione della Citt di Calcide , nella quale fu la prima volta fabbricata una tale fpezie di Edificio. 168 Canalature , o Scanalature fono certi mezzi canali , che fono incavati dalF alto ai baffo delie Co-
piana con
un
la parte eh' ltto il Dado , pofata fopra 1* Echino od Ovo , e che il rivolta in giro da ciafeheduna banda per far le Volute .
Tal parte nominata Canale , perch ella un poco incavata . pagg. i$ 5 146
.
Cariatidi
mine
ne,
29
Cateto lignifica ci , che fi lafcia calare in gi perpendicolarmente . Con tal nome chiamiamo noi una linea a piombo , o fia una linea
perpendicolare.
Caulicolo
fignifca
le
133
un
piccolo ftelo
Chiamali cos
mezzo
rintio
,
tra
e che
curva lotto
le
CoVo142
generale un piccolo luogo in una Fabbrica Quefta particolarmente ne' Templi degli Antichi la parte di mezzo, racchiufa da pareti . Era ella veri fi.
milmente chiamata
era piccola
cos
perch
in confronto di tutto il Tempio , i di cui Portici eh* erano attorno la parte nominata Cella , occupavano la parte principale. 15?
Cborobate
lignifica ci
che ferve a
propriamente quello
miamo
fatto
Livello
col
piombo
.
quando
Cir.iafa fignifica
P a -
ci
e T
altra
di due
forte
dritta , di cui la parte pi avanzata concava l'altra detta Talone , o fi a Gola rovefeia , di cui la parte pi avanzata con-
Gola
vella
to
membro
ma
ta.
altrimente
.
grande
Gola
115.
drit-
140 Gli artefici cos appellano Cimbia ci che Vitruvio chiama Apofigz , cio fuga , ed Apotefi , cio ritiramento Quella non altra cola , che un quarto di tondo cavo, che va da un piccolo quadrato , o filetto ritirando^, per guadagnare ed unirfi al vivo d'una Colonna, od'un 119 Muro, o d' una Falcia.
.
nca. 135 Coda di Rondine un pezzo di legno , d' altra materia , che ferve ad attaccare inficine due altri pezzi Cos chiamali , perch va allargandofi a maniera di coda di Rondine.. 120 Corona propriamente la parte della Cornice , che noi chiamiamo
.
Gocciolatoio , o Lagrima tojo . Ella ivente vien prel da Vitruvio per tutta: la Cornice 115. 139. 140. Corona-piatta un membro particolare della Porta Dorica Ella fatta per via di uno slargamento ftraordinario della fafcia del Gocciolatoio , ficch eli' ha lei volte pi di larghezza & che non ha di lporto. Quella Corona non fi truava negli avanzi dell' Antichit , le non che negli icritti di Vitruvio . t?5
.
Q. *
parte che nel de' Piedeftalli , cio a dire quel membro , eh* tra la loro Baie , e la loro Cornice Egli
.
chiamato
perch per lo pi di forma cubica , come appunto un Dado 97. 130. Alle volte fi chiama Dado anche l'Abacosi
,
.
e il Plinto del Capitello . , 124. 133. Dentello un membro della Cornice Jonica , eh* quadrato e incit da pi tagli ; i quali formando una cavit tra un Dentello e 1' altro , vengono a dargli la forma d' una raftelliera di denti 116. 139 Diaftdo la fpezie d* Edificio , dove le Colonne fono tanto dittanti F una -dall' altra , che neir intercolunnio vi poflan capire tre diame.
co
tri
di Colonna.
100
reftrignimento
,
Diminuzione
lo
che
fin
d alle dove va a
fi
Colonne
finire
il
in
alto
.
pag.
Fuilo 10S
dptero ^ fignifica
.
ci
che ha Ala
doppia Gli Antichi cos chiamavano que' Templi , eh' erano attorniati da due file di Colonne : poich quefte due file formavano due Portici , eh* effi appellavano Ale . 16$
Echino
fo
.
lignifica un Riccio fpino* Cos s' appella un membro d' Architettura , che noi appelliamo un quarto di tondo . Tal nome gli flato dato a cagione della forma , che fi d per ordinrio a quefto quarto di tondo , la qual pretendevi che rapprefenti una caftagna colla feorfa fua fpinofa mezzo aperta , che i Greci chiamano Echino , a motivo eh' ella coperta di punte , come un RicChiamafi ancora queft' Echicio
.
no
lo
,
cos tagliato
Ovo
s'
oppur Ovo-
perch quefte
vi
.
vagne che
in ovale
Gfiftilh.
Vedi
tali pretefe
Q. 3
'
"Que preia nel luo lignifipoicato generale in Architettura ch particolarmente ella fignihca la proporzione del movimento della Danza , e della Mufica 34
.
parola
"Euftilo
una Fabbrica , dove La le Colonne ibno ben fituate proporzione tale , che %Y intercolunni Tono di due diametri ed
lignifica
.
un quarto.
ioi
FAfcia
ra
,
un membro d'Architettuche ha molto di larghezza , e poco di fporto. La fi mette agli Architravi , e agli Antepagmenti ,
Erte".
138
Liflello
.
,
Filer
Vedi
"Fregio
lla
quella
parte
che
e
la
po-
Cornice 97- i?S Frefco la pittura a fguazzo , che fa lbpra V incamiciatura di fi malta , prima che quella fot fectra
.
F Architrave
ca'.
: '
"--'
74
-
Frontiftcio
o Frontone
quella parte
della
,
co-
lonna
'1
Ca-
pitello.
97
che
mezzo
.
trai canali,
che fono ne' Triglifi iz. Vedi Pia nu zzo . Genere Le Faboriche fi dicono effere ditferenti in Genere , allorch la proporzione \ che paffa tra
.
la
grofiezza
delle
colonne
tra
fpazkv che
ha
le
me
Gnomonica gi da ile
e lo , medel9S
dalla parola Greca Gnomon , che lignifica ci , che fa conofeere : perch il Gnomone uno fi ilo , verghetta di ferro , la quale fa conofeere F altezza del Sole , i fegni ne* quali egli fi trova , e le ore s per mezzo della fua om-
bra
18
che , pongono al numero di, fei fotte ciafehedun Triglifo nel!' Architrave dell'Ordine Dorico. 1*4.
Gocciolatolo
la
parte della
Corni-
ce, che altrimenti dicef Corona . Cos detto perch il fuo ufo di fare fgocciolare 1' acqua lungi
dal muro , facendola cadere a goccia a goccia , a guifa di lagrime . 114. 126. 140. Vedi Corona Gola la parte pi ftretta del Capitello Dorico , eh' tra TAftragalo del Fu fio di fopra della Colonna y e tra gli Anelletti . 119. 124 Gonfiezza , e Tumidezza V aumentazione di grofiezza che fi d alle colonne a diritto del terzo del Fufto verfo il baffo. 11 Gradetto % Liftello , o Fileto un piccolo membro quadrato e dritto .
.
1*3.
Icnografia
piede
fzio.
fignifica veftigio
,
cio a
terra
.
dire la figura
che
la
pianta del
la
imprime
il
fopra
Chiamai! cos
Idraulica
34
fignifica
una Macchina
che lavora a forza d* acqua , principalmente quando vi ha dei cannoni , o delle doccie. 203.204 Quefta e la parte fuperiore Impofta d' un Pilaftro , fopra ir quale pofa la falcia di un' Arcata , o pur un
.
Liftello
Sopraciglio
Benda*
Intavolato lignifica Solajo , e viene dalla parola latin* Tabulatum . Quefta in Architettura la parte , eh' compofta dell*
Architrave , del Fregio e della Cornice : perch in effetto quefta parte la eftremit del folajo t eh* fftenuto dalle colonne ,
^
dai
muro
.
ne
tfcrtro figniica ci
eh* e al di fio-
pra della porta. Qiieia una Tavola larga , eh' nelle porte Doriche al di lpra del Sopraciglio , in
forma di Fregio. 155. 156 Ipetro lignifica un Edi tzio , la cui parte interiore allo "feoperto , ed
^
eipofla
alla pioggia
i
Gli Antichi
16
LAconko
era una StufFa fecca per far Ella era cos chiamata , . molto in ufo appreflb
.
Lacedemoni
Lacunare
,
7%
Soffitto il
Tavolato di 154
Lift elio per Sopraciglio , e Sopralimitare , la parte fuperiore d' una por-
nomila
154.
55
M
MEnfola
un membro d'Architettura
mette di qua e di
per fo di
che
il
v'
Metopa lignifica
ma
fi
lo
gio dell'
ghn.
Modiglione in Italiano un lignifica piccolo modulo , una piccola miQuefta una parte , eh' iura fovente ripetuta nella cornice Corintia Comporta , e che io (tiene lo iporto del Gocciolatolo . Quella parte chiamata il modulo piccolo in confronto del modulo grande , il quale il diametro della colonna ; perch ficcome le proporzioni -d' Un Edificio dipendono dal diametro della colonna ; cos ancora la grandezza dei modiglioni , il loro numero , e i loro fpaz lamenti d^bbon avere una corrilpon.
157 Fronte. Cosi chiafpazio eh' nel FreOrdine Dorico tra i Tri125 _
la
,
-"
denza con tutta la Fabbrica 116. r 4x f Modulo e una milura , che fi prende per regolare tutte le proporzioni cT una Fabbrica NelP Ordine Dorico quefto la met del diametro della colonna negli altri Ordini il modulo il diametro tutto intero izz
,
.
Monoptero
ci
lignifica
in
Architettura
.
rotondo
pola
.
era
lonne 164 Montone una Macchina , che folleva in alto una malfa aifai pelante , la quale poi fi lafcia cadere fopra i pali , che voglionfi conficcar nella Terra. 55. <5*5 Moralle un pezzo di legno lungo come un trave , ma che non fi groffo quanto un trave. 119. izo Mutulo fignifica tarpato e mutilato Quefta una fpezie di Modiglione nella Cornice dell' Ordine Do.
rico,
ii 7
N
Nucleo
tichi
to
,
.
mezzo
una mano
pavimento.
69
OCchh
la
glia
ia
.
. Quefto il mezzo delVoluta Jonica , che fi tain forma d' una piccola no134
Orcbefira
il luogo > dove fi Era quefto il fito pi baffo del Teatro , ch'era tra la Scena , cio a dire , tra il luogo dove i Comici rapprefentavano , e tra i gradi dove flavano feIn quefto dendo gli Spettatori luogo appunto coflumavafi di fare
lignifica
danza
balli
delle
Comedie
de' Greci
pag. Ordine
169
Gli Edifci fi dice che fo. no d' Ordine differente , allora quando ia proporzione eh* tra la
delle colonne . e la loro* colle altre cole che convengono a quefta proporzione , differente 9$ Orlo Vedi Vlinto Ornamenti .. Vitruv io cosi chiama l'Ar
gramezza
altezza
chitrave ce
.
,.
il
Fregio
la
Corni-
97
Ortografia
una deferi zione retta . Quefta la maniera di difegnare T elevazioni delle Fabbriche , nella quale tutte le linee orizontali fono rette e parallele , e non obblique. , come nella perfpetti-
va
Ovolo
QuefP
ci
do
. intagliato
,
di fcultura
Ve-
di Echino
PAlefira
luogo
:
fignifca
,
propriamente
lottatori
fi
-il
dove
s'
efereia^
1
ftende
la parte di dietro della Scena. i?z Periptero fignifica ci i che ha un' ala tutt* attorno Era quefta una fpezie di Tempio , che avea del-
76 del
Teatro,
le colonne da tutti quattro i lati , e eh' era differente dal Proftilo , perch quefto non ne avea che d* avanti , e dall' Amfiproililo , che non ne avea che davanti e d dietro , e non gi alle ban-
de.
Veriftilo fignifica ci
,
Egli dif. Periptero in quefto , che le colonne del Periftilo fono nel di dentro , come attorno una corte , e quelle del Periptero fono nel di fuori , come ne' Templi degli Antichi 85. 167. 175 "Pianerottoli fono gli fpazj , che ftantutt' attorno
colonne
ferente
dal
no
tra
poirfi
negli Appartamenti.
107
Tianuzzo detto da Vitruvio Femur , vale a dire Cofcia , o Gamba % la parte del Triglifo , eh* tra
mezzo
ve
le
ai
canali.
iz6
,
dofono affai fpefle V una coli* altra ; in guifa che g' intercolunni hanno (blamente un diametro e mezzo della Colonna . pag. 99 Vie deft allo e la parte , che fotti e ne la Colonna. 95. izS. e cg. Vilctftro un pezzo di pietra come una colonna quadrata , di cui una parte incartata nel Muro , ed ha la fua Baie e Capitello come le Colonne . Alle volte con tal noTicnoftilo lignifica
una Fabbrica
colonne
me
anche
le
Ante
63. 160
Vlaffondo Soffitti . Vedi Lacunare . Vlinto lignifica un mattone , o un quadro di terra cotta Quefto in
.
Architettura fi prende per una parte eh* quadrata , e che fa il fondamento della Baie delle colonne; fi appella anche 1 Orlo . 119 Vortica e. un luogo lungo , e coperto
Vroftilo
lignifica
ci
che ha colon-
davanti folamenCos chiamavafi una delle te fpezie di Templi degli Antichi i6z pag. Vfeudodiptero fignifica falfo Diptero Era quella una fpezie di Tempio , eh' avea de' Portici tutt* ali* intorno , ognuno de* quali era tanto largo , quanto il doppio Portico i<5$ del Diptero. Tfeudoperiptero , o falfo Periptero una fpezie di Tempio , in cui le colonne dei Iati fono attaccate ai pareti del di dentro del Tempio % il quale allargato fino a racchiudere nel di dentro quello fpazio , eh' aflegnato ai Portici nel Pe-
ne
nella
faccia
riptero.
Vulpito era
il
luogo
fopra cui
164 Co-
li
un piccolo membro quadrato , che a diritto di ciafehedun Triglifo lotto la Benda dell' Architrave , e da cui pendono le Goccie nell' Ordine DoEgoletta
rico.
124
Hudus
era una malta grotta , che l ufava per uguagliare la fuperfzie de' muri , che s' incroftavano , prima di darvi la mano di malta fina , con cui ricoprivafi la fu perii zie . Serviva ancora a fare la feconda mano de' Ter66 razzi.
SCena
Tabernacolo , Tenda, Era quefla nel Teatro degli Antichi una gran facciata di Fabbrica adornata di Colonne e di Statue , che avca tre grandi aperture , nelle quali aveanvi pitture di profpettiva , che rappreientavano le abitazioni , ove foggiornavano i perfonaggi , i quali venivano a recitare le Tragedie o
lignifica
Padiglione
1 70. e feg. Comedie . Scenografia la terza maniera di difegnare un Edifzio , allorch rapprefentato in profpettiva . Que-
che
fi
chiama Modello.
.
34
Scozia fignifca tenebra Queft' un membro d* Architettura incavato come un mezzo canale : per tal ragione fi chiama anche Navicella Egli particolarmente aftiffo alle Ball % dove vi fi mette tra i Tori, e gli Aftragali . Si mette anche talvolta al di fctto del Gocciolatojo nel.
la
Cornice
dell'
9
Ordine Dorico
129.127. Simmetria lignifica generalmente appreso i Greci ed i Latini , la relazione che la grandezza di un tutto ha con le lue parti ; quando quella tal relazione uguale in un altro tutto ancora rispetto alle fue parti, dove la grandezza differente Prefib a noi particolarmente il termine lignifica quella relazione, che le parti dritte hanno con le finiftre > le alte con le bafle ec. in tutto ci che le pu rendere limili V une all' altre . 36. 92 Sijilo lignifica una Fabbrica , dove le colonne fembrano elTer unite iniieme , perch Y intercolunnio non che di due diametri di colonna 9^ Soffitto. Vedi Lacunare* Stadio Quella parola lignifica un luogo , dove alcuno fi ferma , quantunque fa eflb quello dove fi corre Gli Antichi hanno cos chiapag.
:
di cento venticinfi dice eh' Ercole correfie fenza mai fennarfi , e fen-
fpazio
,
che
za prender
risto
in Architettura
quello di Teatro
Edilzio in maniera comporto di moki gradi , affai lungo , ed incurvato da ambe V eftremit , dove poteano metterfi quelli , che voleano ede,
un
re fpettatori
ti
.
del
corfo
degli Atle-
172.178
lignifica
Statumen
generalmente tutto ci , che li adopra per foflentare , ed appoggiare qualche cola . In Architettura una fpezie di malta mifta di fafl e di rottami , della quale facevafi la prima mano de* Terrazzi. 66
.
Noi
107.
TAglia
un iftromento , che fi u& per alzar peli . E' comporlo di due pezzi i legno forati e incavati , in cui vi fono girelle di ottone . Attaccali uno ditali pezzi di legno al luogo , verfo il quale fi vuol alzare
il
pel; e
fi
il
va levando , allorch tirando le funi che paifano ipra le girelle dell' una e dell' altra parte della Taglia , fi fanno avvicinare quefte due parti l'una all'alquale
tra
.
Tagliere
una
tavoletta
legno
ta del
Qiieft' Capitello
Dado.
Teoria fignifica contemplazione Quefta la cognizione che fi ha d'una cola , allorch 1' intelletto ne ha comprefe le cagioni , lenza che la la fperienza le abbia pratica y 2 7 moflrate
.
Timpano
lignifica
un Tamburo
Que-
fondo de' Frontifpizj , che riiponde al vivo del quefta parte triangolaFregio re , e pola fulla Cornice dell' Intavolato , ed ricoperta da due altre Cornici in pendo. 97.114 Toro , che noi chiamiamo Battone > un membro nelle Bah" rotondo in Viene forma d' un graffo anello dalla parola latina Toil termine
lla la parte dei
:
.
rus
che
figniflca
un
letto
uh
materaffo.
96.123
VEflbolo
tutt'
i
te
ri
ingreffo , di paflaggio
a molti
ufi
altri
quali
.
hanno
altri
particola$5. 181
Voluta lignifica attortigliata . Queft' una parte dei Capitelli degli Ordini Jonico , Corintio , e Compoito , che rappre lenta una feorza d' albero attortigliata 7 e rivoltata in linea fpirale, 134
Xlfto
llo
lignifica rafchiato.
Era queefercita-
un
luogo
,
.
dove
s'
Egli chiamato cos , perch gli Atleti fi facevano raichiar la pelle di tutto il corpo con delle ftriglic , per farne cadere il iudore , e per render il crpo medefimo unito , fdrucciolofo, e menatto a dar preia alle mani de' Lottatori, 177
gli Atleti
vano
vende Lire
6.
Il