Sei sulla pagina 1di 318

>

/r////

//?//,//<

o4i

Digitized by the Internet Archive


in

2011 with funding from

Research

Library,

The Getty Research

Institute

http://www.archive.org/details/larchitetturagenOOvitr

L'ARCHITETTURA

GENERALE
IN

VITRUVIO
RIDOTTA
dell*

COMPENDIO
Scienze d Varigli
in

DAL SIC PERRAULT


Accademia
delie

ed arricchita

di

Tavole

Rame.

OPERA
Tradotta da! Francefe , ed incontrata in quella Edizione col Tefto dell' Autore, e col

Commento
alla quale
e le

di

Monsig. Barbaro

in oltre fi aggiuntola

Tavola

Regole del Piedefiailo

IN

VENEZIA,
Cefi

MDCCXLYI.I.
>

fcJfiLLA

Stamperia di Giambatista Ai^rizzi q^Gik*


Licenza de* Superiori
*
Privilegio*

ALV ILLUSTRISSIMO SIGKOK

JACOPO CAMPELLI

NOBILE
DELLA CITTA' DI BELLUNO.
Giambattista Albrizzi
Q*

Gir,

\^J
ma

*N' occafwn

favorevole per ren-

dere nota al pubblico e a Voflra Signoria HluflriJJma in gualche parte la (liy

che

da gran tempo
>

nodrifco al di

Lei degnijjmo Perjonale


fentata nella rijampa
torchi di
3

mi vienpreche fanno i miei


il

un Opera
il

d>

Architetto
fecolo del

pi
5

celebre che

vivejje nel

buon
dell

guflo

Quefta

Compendio
? 3

Architettura generale di Vitruvio, che porgo a Lei non gi col penfiere


cti Ella, -porti la [u,

cognizione

alla, let-

tura di uri Opera, nella quale fi


troppo
in di

pur

gi confumata
il

ma
e

perch
la

quella conferai

nome

me-

moria i un Servidore che Jofpiranja


la congiuntura per
io

ichiararfi.
fiafi

So ben

gi quanto Ella

a^vanz^ata in
la [celta copio-

tale Jorta

i fuj: jo

[a

Autori

Architetti

a Lei
;

raccolti

con molte cure e i[penj

come an-

che a Lei obbligato fia il Pubblico per anjer Ella fatto incider in rame li
[uoi prootti (X Architettura delineati i
s\
bile

buon gufo
idea
e
y

con s *vaga e no-

che avrebbero potuto recar


i

mento
fn
letto
,

nome a
che

pi progetti Adaei

non che
,

alla

Lei et allora

frefca

aeflranjafi fol per iarte cosi ventile


.

in

un

quefla

che de
,

fuoi

meriti

la

menoma, parte
opportuna

fu

fero molto per

me
,

nella,

congiuntura

preferite

aprendomi fortunatamente la via per Che per alacquifarmi un Padrone


.

tro

t Architettura

>

che rende

un fre,

gio non

ordinano alla fua Perfona


'virt

non farebbefv mcjfa


eccellenti
>
:

a fronte di tante ihe adornano anidi quella cognizione


e

mo
la

fua gentile
Fifica
nelle

perfetta nelle
y
:

Matematiche
quali

in tutta,
affi-

$* efercita

duamente
e

di quella Erudizione [ocra


in
cui tanto

profana

avanza
fua

quanto vedefi alla giornata accrefciuta d! ottimi Libri la fcelta


teca
:

Biblio-

e finalmente

di quel coflume di-

Jinto

e pregevoli/fimo > che


s\

m una forillufire^

tuna

avvantaggiata ed

ci

porge l Efemplare di uno fplendido e


perfetto

Cavalier Criftiano. * 4

Dopo il merito di quefli ed altri Perfonali fuoi fregi > quanti non ne ha Ella ancora fortito dalla natura come /' antico illujre natale > che lo
rende Nobile,
di-

una

cofpicua Citt

dalla quale fi fon ^veduti ufcire tanti ZJ omini illuflri , o per Itiafcita , o

per

Armi y

o per
i

Letteratura

ficchi

non insidia

Privilegi > o la Nobil-

t di fangue pia chiaro a qualunque


Citt foggetta alla SereniJJma

Domi-

nante: o l'affluenza di una fortuna , che diffonde/i largamente a ogni condizione di Perfone in opere di piet
di beneficenza e di jplendidezjj^

il

merito de Maggiori, che folamente in

un Giovanni Campelli , per le immenfe limoline da lui si largamente


dijpenfate

a Polveri

della

Citt di

Ve-

nezia,

rtjcuote

ancora un'iterfalmente
,

una ben degna riputazione

e la

pm

tenera ricordanza

potendoj

dir con

giuftizja

non ejjewi flato alcun Ponjsro o Luogo Pio in quefla s gran Metropoli , che non ne abbia rifen*
tito

Joccorfi

confiderabili

ancora

-per

l erudite

to

flampate
>

Opere di queflo Soggetin Poeja Sacra e pr-

fana
[u
.

che

lo

mettono al rango de
colti

fin eleganti

Letterati dell et

fono per Lei meriti fioreflieri s ne ha Ella btfogno di


Qtiefli tutti

dicenja

flima che fi proccura a pi gran pregio cgU ingegno y e colle Perfonali fue doti Refla
la
.

mendicar dalla forte

folo che

io

impetri dalla gelofa

fua moqueflo
y

deflia

un benigno perdono per


eh'

bench femplice tocco delle fue

lodi

fa-

pendo
ritarle

IU

ha pi a
;

cuore di
la

me-

che di udirle

e che

fua in-

nata

affabilit fi degni

accoglier fotte

il

fuo Patrocinio
la preferito
,

queft'

Optra

me
col

che

gli

umiliandomi
e

pi

profondo del mio rispetto


dinjozjone
.

delia

mia

PREFAZIONE
Del Traduttore.

truvio

noto abbaflanza ad ognuno eflfer flato Viuno de pi eccellenti Maeftri d'Ar-

chitettura

che ne

fecali

paflati

nella

noftra

Italia foriffero ; poich l'Opere Tue tante volte ristampate e in lingua latina , e in lingua volgare , e da pi iblimi ingegni commentate lo hanno dato chiaramente a conofcere Anche la Francia nel fecolo paliate ce ne ha dato un vero teflimonio della Tua grande eftimazione per quello celebre Autore , avendo Traduzione ancor' e (fa prodotta alla luce la in lingua Francete che ne fu fatta di tutta T Opera d'Architettura iVitruvio dal tanto rinomato Signor Verrault , uno de' pi illuftri delle foggetti che abbia avuto f Accademia Scienze di Parigi ; come pure il Compendio efatto e giudiziofo della fleifa Architettura , che per maggior vantaggio de' Profeflri e de' dilettanti di quell'arte , pubblic non molto d:rpo lo flefib Signor Verrault con le Tavole in rame di la mano delineate e queflo appunto quel Compendio che viene preientemente alla luce nel noflro idioma Italiano.. Vero che un' altra volta fi veduto non ha molti anni ufcir dalie (lampe un altro libretto d' Architettura con titolo confinale ; ma
.
:

con tutto il fondamento potiamo ben afferire * che quello non iblo era affatto diveri da queeh' era in oltre eoa luccinto , Ipiegato , che appena f gii mal , irebbe dato guidamente il titolo di puro indice , o di Semplice abbozzo di varie col in confulb non che quello di un elatto Compendio: e le ie Tavole in rame erano s mal dileguate ed incile e cos {corrette , che mal convenivano all' Opera di un Autore di s gran
llo noftro
,

ma
e

mancante

dunque che fi praticata nelitampa di quefl' Opereta , la lguente : In primo luogo ella fiata intieramente ed d'attamente tradotta con tuttala poflbile attenzione, lenza che nulla fiali ommeilbdi ci che v'era nell'Originale Francefe 2. Ella fi confrontata col Tello originale di Vitruyio e col Commento di Monllg. Barbaro,
la
.

merito La diligenza
.

e fi fono adoperati i di lui termini medefimi volgari tanto nella fpiegazione delle materie ,

quanto nel denominare tutti que' membri che all' Architettura appartengono ; in oltre ella l iupplita in cualche parte in cui pareva mancante , e fi ipiegato un p diffufamente qualche paragrafo , che per elTer affai difficile eigeva maggior chiarezza 3. Le Tavole in Rame fono fiate con gran diligenza dilegnate Tulle Originali di Parigi, cos pure incile da Valentuomo affai intendente del diigno e perito nell'Architettura poi i nuovo eliminate e corrette dove le Francei pa.

tivano

qualche
coordinate

difetto
,

fi

iono in
del

modo
.

che

corri fponda no

adequatamente

alla

ipiegazione

E perch nulla vi mancarle tetto bene di di eflenziale , fi {limato aggiungere in quella noflra edizione una Tavola in rame con la Pianta pure del Piedeftallo , e di mettervi iuo luogo la ipiegazione delle rea gole

membro

proporzione di quello cavata per altro dall' Opera ftefia di Vitruvio. poi dell' Ope4. Per compimento facilit ra , e per maggior comodo e 1' Studenti , fi inferro per via

della
,

de

di Alfabeto

il

Vocabolario de' Ter,

mini

ufati in quell'arte

con

la lo-

ro Ipiegazione antica e moderna , corrifpondente alle cole in detta Opera deferitte ; e T Indice degli Articoli , e di tutte le materie che vi li con-

tengono

AVVERTIMENTO
Dell'Autor Francese.

ALtre
travio
y

volte

fono

fiati

medi
di Vi-

alle ftarape

compendj
ve

ma pure non
,
,

ne ha

neppur uno guita T idea


libro
.

in cui fia fiata fe-

rileberto del?

Ohm

che ha fuggerita nel terzo fuo


>

Defidera qtieflo Autore

che nel compendiare Viiruvo , fi mettano in ordine le materie da lui trattate confufamente ; e che quanto fi ritrova in pi luoghi difperfo , concernente uno fiefTo foretto , tutto fi riduca ad u folo e medefimo capo Quefto Metodo , il quale dalla maggior parte degli Scrittori Antichi fi vede trafeurato > Ra to ofiervato nel Trattato prefente ; perch pu egli fervir molto ad apprendere , a ritenere le cole Si avuta con pi di facilit
. .

efatta attenzine a

non mettervi
cavata da

cofa

,
\

che non

fia

Vh

bens vi fi fono aggiunti imvio dapertutto oltre al tefto varj periodi che facevano a propofito per legar il difeorfo , e per renderlo pi chiaro. Se contuttoci* malgrado quelle tali cautele , vi refla qualche ofeurit y com* imponibile che non ve ne abbia pi d' una , il Lettore potr ricorrere al Vimivio Francefe imprec T anno precedente , fopra il quale flato formato quello compendio ; dove fi troyeranno nelle note , nelle figure , e nelle fpiegazioni che vi fono , tutte le
neceflarie dichiarazioni
ilo
.

Del

re-

quello piccolo Trattato non utile foltanto a coloro, che cominciano a fludiare T Architettura ; ma pu efiere ancora di vantaggio grande a quegli fefi che
in tale
ti
.

lludio vi
fi

fono

Poich non

confumapu dubitare ,

eh' effendo

flato

Vitruvio

un

> 1* autorit d di tutta l'Ana quella lui unita tichit , la quale fi truova rinchiufa ne' fuoi fcritti , non fia capace , prevenendo i Princi-

gran Valentuomo

pianti
ilri
,

e
le

di ftabilirele

confermando i Maebuone raaffi-

me

e
.

vere regole dell' Aixhi-

tettura

TAVOLA
De"
Capitoli
3

ed Articoli

della preferite

Opera

Articolo Primo

DELLA PREFAZIONE
Del
merito
di

Vitruvio
lui
,

di quello
pag. i

dell'

Opera di

Articolo Secondo.
Economia
bro
.

di

tutta

Opera

cogli

Arli-

g$menti in

rifiretto di

ciafchedun

li

PRima

divisone di tutta F Opera in tre parti , cio I. La coftruzion delle Fabbriche . IL La Gno-

monica III. La Mecanica . Seconda Divifione in tre parti, cio I. La Solidit IL La Comodit . III. La Bellezza Sommario de' dieci libri di Vitruvio . Del pri.
. .

mo

del fecondo e feguenti

PARTE
noi

MA

Contenente F Architettura a

comune
Antichi
.

cogli

CAPITOLO

I.

Dell* Architettura in generate

Articolo Primo.
Dell* Origine dell' Architettura
.

pag. i $

LA prima
all'

occafione di applicarli Architettura I primi modelli , che ha feguiti F Architettura > fono flati o naturali , o artifiziali . I primi Inventori flati fono i. Gli Architetti del Re Doro , 2. quelli del Principe Ione 3. Callima,
.

co, 4, Ermogene.

Antico lo Second*
Che cofa
fia

Architettura.

if

Definizione dell' Architettura L'Architettura debbe aver cognizione di undici cole, cio i. Della Scrittura II. Del Diiegno . III. Della Geometria. IV. Dell' Aritmetica . V. Dell' Iftoria . VI. Delia Fiiofoa morale. VII. Della Filofofia na- IX. turale. Vili. Della Medicina Della Giurii prudenza. X. Dell' Aflronomia. XI. Della Mufica.
. .

Articolo Terzo*
Quali fieno
ra
.

le

farti

dell'

Architettu-

31

L' Architettura ha otto parti , cio I. La Sodezza IL La Comodit . III. La Bellezza IV. L' Ordinanza . V. La Difpofizione VI. La Proporzione . VII. La Decenza , la quale ricerca , che abbiaci riguardo a tre cofe , cio i. Al.
.

lo Stato
la

2.

Al Cofhime
.

Natura de' luoghi


.

Vili.

V EcoII.

3.

Al-

nomia

CAPITOLO
Della Sodezza
delle

Fabbriche.

Articolo Primo.
Della [celta de* Materiali
.

pag. 39

VItruvio
II.

parla di cinque fpezie di Materiali , ciov I. Delle Pietre .


.

De' Mattoni
,

III.

Del Legname,
,

di cui f ne uia molte fpezie

come

Quercia , il Faggio , il Pioppo , il Salice , l'Alno, l'Olmo, il F raffino, il Carpino, il Pino, il Cipreflo, il Ginepro, il Cedro il Larice , V Oli/o. IV. Della Calcina V. Del Sabbione , di cui ve n ha cinque fpezie , cio il Sabbione 1. di Cava, 2. di Fiume ,-3. di Ghiara , 4. di Mare , V. della Pozzolana .
la
,
.

T Abete

Artcolo Secondo*
Dell' ufo de" Materiali
.

4/
Quel-

I.

1/

ufo
.

delle

Pietre
.

II.

lo del

Legname

III.

Quello de'
.

Mattoni IV. Quello della Calcina . V. Quello del Sabbione

Articolo Trzo.
Belle

Fondamenta

55

Convien confiderare tre> cofe nelle Fondamenta cio I. La elevazione del terreno II. L' annodamento del medefmo . III. La muratura*
,
.

Articolo Qjjarto.
Delle

Mura.
Muratura
,

17
cio

Vi fono
I.

fette fpezie di

Quella in LeIV. gatura III. Quella de' Greci Quella , che per ordini uguali di

La

Reticolata
.

II.

V. Quella che per ordini pietre VI. La Riempiuta . VII. dileguali La Comporta^ Tre cautele per tut,te le fpezie di muro , le quali fono L di mettervi ancore o chiavi . II. di fare , che tutto fia a
. .

piombo
maniere

III. di farvi degli alleg,

gerimenti
,

che
cio

fi

fanno in due
alleggerendo
, .

i.

il

muro per mezzo

di puntelli colonne , d' archi e di volte foftentando i terreni .

di
2.

Articolo Quinto.
Ve' Pavimenti

Terrazzi

66
,

Pavimenti fono di quattro

forte

cio I. Quelli a pie piano , che faalla maniera ordinaria , o ceanfx alla maniera de' Greci II. I Pavimenti che fono tra due Solaj III. I Pavimenti che fono fopra il colmo delle cafe in piatta-forma . IV. I Pavimenti in Soffittato , ne' quali fi confider il nudo del Pavimento j e le Cornici
.
.

Articolo Sesto,
Delle Incamiciature
.

7$

Le Incamiciature
te
,

fono di quattro for^

Quelle per Muri graffi . II. Quelle per le Pitture a frefco. III. Quelle per i Tramezzi . IV. -Quelle per i luoghi umidi .
cio
I.

CAPITOLO

III.

Della Comodit delle Fabbriche .

Articolo Primo*
-

Della comoda fitnazione delle Fabbripag. 78 che .

PErch un
fere baffo,

luogo

fia
.

comodo

debb'
.

effere I. Fertile

II. Accefllbije

III. Sano: per quefto

non debb' efpaludofo, n rivolto al


al
,

Mezzod
pofsa

Ponente
le

Come
fia

conofeerfx

un

luogo

fano

Articolo Secondo.
Della Efpofizione delle Fabbriche*

Si

La

Efpofizione d'
di lei
,

una
.

citt

dipende
al

dalla
cielo

fituazione

rifpetto

V Efpofizione
ti

ed a

venti

e delle parcio , e dagli ufi loro , I, Dalle qualit fecondo i quali fi debbono difporre diverfamente i luoghi da cuftodire le frutta , le Sale da mangiare nel!' inverno , e i bagni ; le Biblioteche , le Sale da mangiare per la Primavera , e per V Autunno ; gli Appartamenti da State , le Gallerie de' Quadri , e i
,

delle cafe

loro

dipende da due cofe

luoghi perdipignere
tura de. paefe
.

IL Dalla na-

Articolo Ter zo*


Della Difpofizione delle Fabbriche
.

84

La Difpofizione
prende quella

delle Fabbriche
>

com-

eh' convenevole

alle piazze pubbliche . ed alle cafe private , di cui ve n' ha due ipezie , cio I. le caie di citt , che fono o per i Grandi , o per i MerII. Le caie di villa , che catanti hanno dodici parti, cio i. la Cucina . 2. la Stalla de' buoi 3. i
.

Bagni
tina
.

4.
il

il

Torchio
.

5.

la

Can-

Coniervatojo dell' Olio . 8. le Stalle per le 7. gli Ovili Capre . 9. le Stalle de' Cavalli . io. le Tezze . 11. i Fenili. 12. i Mo6.

lini
ti

Il

lume
.

fa

una

delle par-

principali

Fabbriche per averne a fufficienza

comodit delle Ci che convien fare


della
.

Articolo Quarto.
Della

Torma comoda
delle
,

delle Fabbriche

8S

La comodit
re
I.

de dalla forma

Fabbriche dipenche debbono ave.

Le Mura

pubbliche differenti fecondo condo i Romani .

Piazze

II. Le della citt le quali erano , e fe1 Greci f

III.

Le

Scale

IV. Le Sale.

CAPITOLO
Della Bellezza
delle

IV.

Fabbriche.

Articolo Primo.
In che confifi a
briche
.

la Bellezza delle 'Fab-

pag. 92

VI

fono due fpezie di Bellezza nelle Fabbriche , cio I. quella, eh' Pofitiva , la qual dipende 1. dalla Simmetria . 2. dalla MaII. teria . 3. dalla Efecuzione Quella eh' arbitraria , la quale di due fpezie , cio 1. la Sa.

viezza
fitte

2. la Regolarit

che con-

nella oflervanza delle leggi preferitte dalla ragione , e dalPufanLa Bellezza delle Fabbriche za conifte nella proporzione di tre membri principali , che fono le Colonne , il Frontifpizio , 1" Erta . Da quefle cole ne rifultano due al.

tre

cio

il

Genere e V Ordine

Articolo Secondo.
Di
I

cinque Generi di Edificj.

$$
I.
il

cinque Generi d' Edificj fono

Picnoftilo . II. il Siftilo . III. il Diaftilo. IV.TAreoftilo. V. l'Euftilo


.

I-

dattati

agli

Generi debbon eflere adOrdini , attribuen-

do

il Dorico all' Areoftilo , il Jonico al Diaftilo e all' Euftilo , il Corintio al Siftilo e al Picno-

ftilo

Articolo Terzo.
Di cinqui
Ordini <F Architettura
.

104

La Di {Unzione
gli

le differenze de, e Ordini confiftono in due cofe, cio 1. nella Dilicatezza 2. nelF Ornamento. Vitruvio non iftabiliice che ioli tre Ordini.
.

Articolo Quarto.
Lelle
dini
cofe che fono
.

comuni a pi Orio5

Vi fono

fette cofe

comuni

a tutti gli

Ordini , cio I. I Gradini , ne' quali convien confiderare I. il loro numero , che debr/ eifere difpari
.

2.

la loro altezza
.

3.

la

loro
.

larghezza 4. i loro Pianerottoli II. Gli Stilobati, o Piedeitalli , che fono di tre ine , cio 1. quelli che fono dappertutto della medefigrofezza 2. quelli che hanno de'fporti. 3. quelli che hanno de* poggi . III. La diminuzione delle Colonne , eh' di tre forte , cio 1. la diminuzione verfo l'alto . 2. la diminuzione da balio , da cui ne
.

ma

deriva

la

nuzione

d'

Gonriezza . una colonna


,

3.

la

dimicolon-

in riguar-

do ne

dell' altra

cio

dell,

Ordini rifpetto a quelle de' primi ; delle colonne di mezzo rifpetto a quelle de' cantoni -IV. Le Canalature , che fono di tre ipezie , cio 1. quelle
de' fecondi

che Tono piatte, no poco Ica vate


che hanno due

z.
.
.

3.

quelle che foquelle che

fono pi incavate

V.
,

Frontoni
cio 1.
.

parti

il

Timpano

z.

la

Cornici , nelle fervare cinque cole

VI. Cornice quali convien


,

Le
ofla

cio

1.

maniera di collocare la ultima loro Cimala fopra i Frontoni z. la proporzione della loro ultima Cimadi lione la 3. le loro Tette 4. Dentelli . 5. i loro Modii loro
. .

Gli Acroterj Due per tutti i memEffe concernobri d' Architettura no la loro inclinazione , e il lo-,
glioni
.

VII.

regole

generali

ro fporto

Articolo Quinto,
DeW
ardine Tofcano

ji8

L' Ordine Tofcano confitte nelle proporzioni colonna eh' I. Della


.

comporta

di tre parti

le quali fo-

no

1.

il
,

Fufto.
II.

z.

la

Baie.

3.

il

Capitello to, che ha

Dell' Intavolamen-

1. due travi, che fervono d'Architrave . 2. un muret-

to , che terr luogo di Fregio. %< la Cornice , che ha de' Mutui i III. Del Front ifpicio .
'

Articolo Sesto
Dell'Ordine Dorico.

izi

/
L' Ordine Dorico con fi Ite nelle proporzioni I. Della Colonna , eli Hata differente , i. in diverfi tempi , 2. in opere differenti Le parti della colonna Dorica Tono, i. il Fulto 2. la Baie , eh' ella non avea anticamente , e eh' ella pren.

de
la

dall'

Ordine Attico

di

cui

Baie ha cinque parti , cio il Plinto , il Battone fuperiore , il Baftone inferiore , la Scozia , e i Gradetti o Libelli . 3. il Capitello che ha quattro parti , cio il

Dado, T Ovolo
la
.

gli

Anelletti

Gola II. Dell' Architrave , che ha due parti , cio , 1. la Ben-* da 2. le Goccie III. Del Fre.

gio

eh' divii in due parti , che fono, 1. le Metope 2. i Triglifi , che hanno quattro parti , cio Mezzi-Canali , Pianuzzi
,
.

Gambe , Canali e Capitelli IV, Della Cornice , che ha cinque parti a lei particolari , cio , i. Vie dritte 2. Goccie 3. Quadri con Fulmini . 4. una Scozia 5. Mu.

tuli

Articolo Settimo.
Dsir Ordine

J ottico

128

L' Ordine Jonico confitte nelle proporzioni . I. Del Piedestallo , le cui parti principali che in effo fi confederano , fono 1. la fu a altezza 2. il fuo Capitello 3. la fua Bafe . 4. il fuo Dado 5. il fuo Zocco . II. Della Colonna , che
.

ha
di

tre parti

cio

1.

il

FufTo

proporzioni fono Hate differenti in diverfi tempi ; e che pofa fopra la Baie fua in due maniere , cio fuori di piombo , e a

cui

le

2. la Bafe , nella quale confiderano le proporzioni delle fue parti , che fono il Plinto , il Toro, la Scozia Superiore, la Scozia inferiore , e gli Aftragali . 3. il Capitello j le cui pani iono il
.

piombo

fi

Dado

le

Volute

V Echino

il

Ca-

nale , la Cinta , V Aff . Le proporzioni del Capitello Jonico debbono effere differenti nelle colonne grandi da quelle delle colonII. Dell' Architrave , ne piccole i. il in cui convien confiderare rapporto che aver debbe ai Pie.

destalli

alla

differente
;

altez-

za delle Colonne

z.

la

fua lar-

ghezza nella parte di forto ; 3. lo iporto e T altezza della Cimafa ;


4. l'altezza delle fue

Fafcie

III.

IV. Della Cornice , le cui parti fono , 1. la prima Cimafa. 2. il Dentello. 3. la feconda Cimafa . 4. la Corona colla fua Cimacieta la Cimafa gran5.

Del Fregio

de
gli.

Proporzion generale
.

di

tutti

fporti

Articolo Ottavo.
DelF Ordine Corintio.
L' Ordine Corintio non
dal Jonico
,

141

differente

che n. Capitello Per altro egli compofo del Dorico , e del Jonico . Nel Capitello Co-

rintio

derare
2.
la

vi fono fette cole da conficio , i. la fiia altezza ; ; iua larghezza in alto ; 3.

quella a baffo ; 4. le fue Foglie ; 5. i Caulicoli ; 6. le fue Volute ; Gli ornamenti deli* 7* le lue Roie Ordine Corintio.
.

Artic olo Nono.


Dsir Ordine Compofto
L' Ordine
fcritto
.

144

Comporto non viene deEgli difeda Vitruvio


.

gnato

generale. Prende le parti , che compongono il fuo Capitello , dalP Ordine Corintio , dal Jonico , e dal Dorico .
folta nto in

* *

SECONDA PARTE
In cui
nei
fi

comune

contiene l'Architettura a cogli Antichi.


I.

CAPITOLO
Degli Edficj Pubblici.

Articolo Primo.
Delle Fortezze.

/wg.147

Regole LEcontengono
I.

La IL La Figura di tutta la Piazza . III. La coitruzione delle Mura % che comprende , 1. la loro grof-

le Fortificazioni quattro cofe , cio , Diipofizione dei Terrapieni .

per

fezza; 2. la loro materia; $. iloro Speroni ; IV. la figura e la diipofizione delle Torri , e delle Cortine
.

Articolo Secondo
De' Templi. 151

Divifion generale de' Templi in GreI Grechi erano chi , e Tofcani Nei quao rotondi , o quadrati drati y' ha tre cole da coniderare . I. Le parti che fono cinque , cio % 1. V Atrio . 2. il Poftico 3. il mezzo . 4. i Portici . 5. le Porte eh' erano di tre forte , cio , la Porta Dorica , di cui le parti erano 1' Antepagmento , il Fregio e La Porta Jonica , la Corona-piatta di cui le parti erano V Erta , il La Porta Fregio y e le Menible III. Attica II. La Proporzione . Afpetto eh' doppio , F Afpetto riguardo ai Cielo y e quello in riguardo alle parti appartentia due
. . . .
.

varie fpezie

no

di Templi , che foTempli fenza colonne ; i


,

Templi con colonne


otto l'pezie
,

che ibno di

Ante*

,
,

cio 1. il Tempio ad che era di tre maniere*, la


la
.

prima

Proftilo

3.

feconda , la terza F Amfiproflilo

2. il
4.

Perlptero 5. lo Pfeudodiptero . 6. il Diptero. 7. l' Ipetro. 8. loPieudoperiptero. I Templi rotondi erail Mono di due fpezie , cio noptero , e il Periptero rotondo . I Templi Toicani . Gli Antichi aveano quattordici fpezie di Tenv*
. :

pli.

Articolo Terzo.
Delle "Piazze Vuhbliche , delle Bafiliche , de" Teatri , de' Porti , de' Ba-

gni

e delle

Accademie.

167

Gli Ediicj per la comodit pubblica fono di dieci fpezie, cio I. Le pubbliche Piazze de' Greci e de*

Romani,
loro
.

1.

loro Peritili
.

2. la

proporzione

II.

Le
.

Baigli-

ene 1. la loro proporzione 2. le Colonne . 3. i loro Corridoi , eh' erano due V uno ipra V altro 4.
.

le loro Calcidiche

III.

che aveano tre parti , Gradi , che comprendevano


cheflra , di rame
tre parti
il
.

Teatri cio , 1.
I
1'
i
,

OrVali
Pro-

Portico in alto
2. la
il

Scena

che avea
,

cio

Pulpito

il

le

icenio, che. aveva le tre iue porte, Tue Macchine voltatili per Je

la

mutazioni , le quali facevano , che Scena fotte Tragica , Comica ,


.

e Satirica: il Parafceni 3. i Luoghi da Patteggio . .IV. I Porti , Artirziaeh' erano o Naturali , li , che fi fabbricavano in tre mala prima , la feconda , e l niere terza V. I Bagni , eh' avevano pi parti differenti per rifcaldare a poco a poco i corpi , per far fudare , per far rifcaldar 1' acqua , per VI. Le Paleftre, che avealavarfi no pi parti differenti , cio , 1. il Periitilo , che avea due forti di Portici , tre iemplici , ed un doppio . 2, lo Xilto , che anch' t^o avea due forte diportici, uno dopUna pianura pio , e due iemplici d' Alberi . $. lo Stadio , che avea due parti , cio i Gradi degli Spettatori , e la Piazza per gli efercizi del Corfo.
: .

**

CAPITOLO
Delle
Dei
Cortili delle Cafe

II.

Fabbriche Private

Articolo Primo.
.

pag,

79

LI que
ti
il
,

Cortili delle cafe erano di cinforte , cio quattro con ifpor-

che

fi

chiamavano:

il
,

Corintio , il Tetraftilo Volte , e uno Scoperto .

Tofcano, il fatto a

Articolo Secondo,
Degli Atr)
Veftiboli
.

181

La
za

proporzione

deva in tre maniere, la loro lunghezza alla


%

degli Atrj fi prencio I. Dal:

ma;
za
le
.

loro larghezeh* era di tre forte ,la prila feconda; la terza. II. Dal-

la loro
III.
.

lunghezza
Dalla

alla

loro altez-

Nave

di

mezzo

al-

Ale

Articolo Terzo.
Delle Sale.

i$$
le CoCizicene
: .

Vi erano
rintie
,

tre f'pezie

di Sale
,

r Egiziane

le

La proporzione

delle Sale

Articolo Quarto.
Della Diftribuzione
degli degli Antichi.

Appartamenti 185

La Di fi ri buz ione
ti

degli Appartamenera differente prefl ai Greci , e

ai

Romani

Greci
,

aveano

tre

cio quelli degli Uomini , quelli delle Donne , e quelli de' Foraflieri .
forte d'

Appartamenti

* * *

CAPITOLO

III.

Delle cofe che appartenevano ugualmente alle Fabbriche Pubbliche t e alle Private.

Articolo Primo.
Bella condotta tane .
delle

Acque

delle

Fon-

pag. 186

LA
no

maniera degli Antichi per livellar le acque Le conducevacon tre forte di Canali , cio
.

con Acquedotti , con Cannoni di piombo , e con Cannoni di terra


cotta
.

Articolo Secondo.
delle Cifi er ne
.

Dei Pozzi, e

189

Le Cautele
nello

, eh' ufavano gli Antichi fcavare i Pozzi , e nel far le Cifterne.

Articolo Tero,
Delle

Macchine per portare

e
.

per fol-

le vare

fajfi e gli altri pefi

191

Le Macchine
no
fatte

per

le

Fabbriche era-

a due fini , cio I. Per tirare le pietre , eh' erano di forma , 1. cilindrica , 2. quadrata
II. Per folbislunga , 3. cubica levare e metter a fuo luogo le pietre grandi . Erano quefte di tre fpezie , cio 1. quelle che l mane^giavano per mezzo di un Molinello ; z. quelle che fi maneggiavano per mezzo di una Ruota ,
.

3.

quelle che

fi
.

maneggiavanoa

forza

d uomini

Articolo Quarto.
Delle

Macchine per alzar

le

Acque. 197

Aveavi cinque fpezie


.

di

Macchine
I.

per alzar l'acque, cio


.

Il

Tim.

pano II. La Ruota a CaiTelle HI. IV- La Vite Le Catene a Vafi

<T Archimede Ctefibio .

V. La Tromba di

Articolo Quinto.
Dei Molin il Grano

ad Acqua
.

per macinare

il

zoz

I Molini ad acqua degli Antichi era-

no

fimili a' noftri

Articolo Sesto.
Dell' altre

Macchine Idrauliche

205

Quefte Macchine Idrauliche erano di


tre fpezie
,

cio
.

I.

Le

Clepfidre
fi

IL Gli Organi
per mifurare
1.
il
;

III. le

Macchine
fa
,

cammino che
a.

per acqua

per terra.

Articolo Settimo.
Delle Macchine da Guerra
.

207

V erano
guerra

tre generi
,

di

Macchine da
1.

cio

I.

Per lanciare

Strali
4.

a. Giavellotti ; 3. Pietre ;

Dardi

accefi
,

IL Per battere
1. I' Ariete; Per appreflar,

le
z.
fi

Mura
la

che erano
.

Trivella

III.

alle

mura

al
;

coperto

cio 1.

le

Teiluggini
.

*. le Torri di le-

gno

NOI RIFORMATORI
dello Studio di

Padova

A
lato
:

per la Fede di Revifiooe ed Approvazione del P. F. Vaolo Tomtnafo Mannelli Inqui-

Vendo veduto

fitore

di

Venezia

nel

Libro

intito-

Architettura Generale di Vitruvio

ridotta in

compendio

dai Sig* Perrault,

ultima edizione arricchita di figure in rame tradotta dal Francefe > non vi edere cofa alcuna contro alla fanta

Fede Cattolica; e parimente


contra Principi

per At-

tendato del Segretario noftro, niente

buoni

coftumi

concedemo Licenza

a Giambattfta Al-

brizz q. Gir. Stampatore di Venezia,

che polla edere ftampato, oflervando gli ordini in materia di Stampe , e prefentando le folite Copie alle Pubbliche Librerie di Venezia e di Padova*
Dat.
( (
ii

16. Febbraio

1746.

Z. Alvife Mocenigo z. Rif.

Zuane Querini

Proc. Rif.

Regiurato in lib. a carte 45. al num. 240 Micbiel Angelo Marino Srg.
Registrato al Magiftrato Eccell. contro la

Boemia.
trance[co

G adaldini

Sig*

COMPENDIO
DE' DIECI LIBRI

D'ARCHITETTURA DI VITRUVIO.

PREFAZIONE.
Articolo Primo.
Del merito di Vitruvio Opera d lui.
,

e del?

IN

Vitruvio tante fono Jc cofe> quali direttamente air Architettura non appartengono > che fembra efler quello libro men a propofito per ili mire chiunque abbia idea d* apprendere di tal arte i precetti ; che a render perfuafo tutto il rimanente del mondo , edere flato V Autore di lui T Architetto pi intendente di quanti mai viveflero; e non aver
le

Architettura

potuto altr'uomo pi giuftamente di lui meritar iJ goduto onore di fervir Giulio Cefare , ed Augufto, que' due Principi i pi grandi , e magnifici della Terra , in i pi un fecolo , nel quale ogni cofa era giunta al grado pi alto di Tua
perfezione
.

Imperciocch nel leggere queft'

Opera

tutta

ripiena

di

un'am-

mirabile diverfit di materie trattatevi con erudizione (ingoiare, fi

vede

che

quefto

grand'

uomo

acquiftata profonda cognizione avea , quale e quanta nella fua

profetinone fi richiede , per mezzi pi nobili , e pi capaci di produrre qualche cofa di perfetto ,

che non Tefercizio

e la

pratica

d'un'arte meccanica. EflTendo con- 3*-^ fumato in tutte Je cognizioni tanto delle beile lettere > che dell'

Arti liberali > il di lui fpirito avvezzo fin dalle fafce a comprender le cofe pi difficili, aveafi una tale
facilit acquiftata >

che non hanno

DI VlTRUVIO. pi femplici artigiani , di penetrare i fegreti pi reconditi, e tutte le difficolt d'un* arte cos valla e cos difficile , com' V Ar*
gi
i

chitettura

Nulla per dimeno, ficcom' vero non Tempre nelF efercizio dell' arti conofcerfi facilmente quale fa la capacit di coloro , che
vi travagliano ; quella di Vitruvio, avanti la pubblicazione del fuo Li;jk*-bro dall'Autore comporto in et gi matura , non ebbe tutto quel credito, ch'efla meritava :dimoftr
'

b. 6.

almeno
truvio di
ticoiare

nelle

Prefazioni

fue

Vi"

oem
*

non

effere in quefto par.

foddisfatto appieno quel fuo fecolo, in cui fi fono pur


trovati gli fpiriti cos ragionevoli,

appunto come

gli

altri

non ebbe
,

che fcarfo numero

di

perfone

le

quali fofTero in iftato di guardarli dalle forprefe delia falfa apparenza, e dall' ingiuftizie , che fa fare la prevenzione in pregiudizio di

quanti

fi

applicano a ben coltivare

4
i

Architetter
proprj loro talenti
.

pi clic fi , comparire farli Era Vitruyio un uomo di pocaub.*. apparenza nell* citeriore , che nonll^, avea accumulate molte fortune em dair efercizio di fua profetinone , Proim." e che eflndo flato allevato , e continuamente occupato nelle faenze , non avea n ftudiata , n praticata Tarte della Corte, n la degna maniera di portarli innanzi, e farli valere. Imperciocch , quantunque flato fofie raccomandato ad Augufto dalla Prirtcipeffaiib. j. Pro ""' Ottavia di lui forella , non parve eh' egli foffe impiegato in opere di grande importanza La Fabbrica pi bella tra le fatte fare da Augufto , eh' il Teatro di Marcello , fu ideata ed eretta da

un

altro Architetto

la

fola

che noi fappiamo

effere fiata
,

dotta dal noftro Vitruvio

connon
.

neppur ih Roma , ma in Fano, che una piccola Cittadella. Quin-^kdi effendo per la maggior parte

DI VlTRUVIO.
gli

Architetti
>

che aveano

voga
tal le-

alla et fua

ignoranti a

corretto a palefare ) neanche i primi principi della Jor arte ; la qualit femplice d'Architetto era divenuta talmente difprezzevole > che f il Libro di lui non avefTe avuto caratteri di un fapere ftradi

gno

non fapere (com*

egli

ordinario

ch'egli

non

avefle

{mentite , com' ha fatto , le difa v va ncaggiofe teftimonianze, che potea darne del di lui merito il fuo poco d'impiego; i precetti da non avrebbero gi Jafciatici lui avuta quell'autorit che fi conviene.

Imperciocch eflendo l'Architetla quale in tutto , ci che fa la bellezza , onde V opere fue fono capaci > non ha quafi altra regola che quel che appellali il buon gufto , e che fa il vero difeernimento del bello e del buono da ci che non tale; egli afflutamente neceffario il
tura un' arte

Architettura

quel gufto che fi , feguita, efler migliore d'un altro > a hne che quefta pcrfuafione infiperfuaderfi
di quanti a appigliano , venga a formare un'idea corretta e regolata, la quale per altro fenza quefta perfuafione reftarebbe vaga , ed fin per di ftabilire incerta quello buon gufto j di cui uopo convenire , s'ha bifogno d'aver qualcheduno , a cui riportarci $ che meriti tutta la credenza a mofpiriti

rmandoli negli

un

tale

Audio

fi

tivo della dottrina grande fcoperta

negli fcritti di lui , e che faccia credere aver lui tutta la neceffaria fulficienza per bene fcegliere nell'antichit quanto v'ha di pi fodo , e di pi a proposito per

fondare
ra
.

precetti dell'Architettu-

venerazione che fi ha primi Ritrovatori delle Arti non folranto naturale $ ma fondata ancora fulla ragione , per cui fi giudica che co* lui, il quale ebbe il primo penverfo
i

La

fiere

DI VlTfcUTI* f d'una cofa , abbia dovuto

aver anche un altro cervello > e molto pi di abilit per digerirne l'idea , di quanti pofcia dopo di
lui

hanno

travagliato nell'applica-

zione di condurla all'ultima fua perfezione. Avendo i Greci , che fono itati i Padri dell'Architettura,

come

lo

furono della maggior


*

parte

dell' altre fcienze

lafciate

molte opere tanto in fabbriche , che in ifcritti , confederate al tem-

po di Vitruvio come i modelli di quanto poteafi avere di pi compito in queft'arte;


fece Vitruvio
il

fcopo fuo principale


J* imitarli ;
il

feguirl

e perci egli cornpofe


tutte coterie opere che debbe far credere*
tralafciata cos*

fuo libro, di quanto d'eccelleaIl

te e di raro in

raccolfe.

ch'egli

non abbia

alcuna di quelle che poteano appartenere a formar queft'idea generale del bello e del buono poich non v' ha apparenza , che po:

tette

qualche cofa fcappare ad una

Architettura

menee,

quale da tanti lumi


.

dif-

ferenti apparifce rifchiarata

Ma perch la flima di Vitruvio oramai cos generalmente {labilit , che tutti i fecoli gi lo hanno meffo nel primo porto tra Je che per far valere i belle menti precetti dell' Architettura non
;

meitiere altrimenti
darli
,

il

raccomman-

che fon
truvio;

f coli' afTicurare , f cavati dal libro di Vieoi


fi

non

giudicato nel difegno,

ha di far un Trafunto , ed un compendio di quefto libro, poche


fi

quefte eccellen, che fono per le quali vi le perfone erudite , trovano l mille belle cofe cavate da una infinit d'Autori da Vitruvio letti, ma di cui le opere fi fono ai prefente fmarrite ; e fi contentato di parlarne nel Sommario , che fi ha fatto di ciafeun libro al principio di quello compendio ; nel qual compendio fi ha pollo ci foltanto > che pu fervir
terfi recidere tutte
ti e

curiofe ricerche

DI
preci fa mente

VlTHUVlO.
all'Architettura.

Le

materie per fi fono difpofte con un altr* ordine da quel di Vitruvio, il quale fovente lafcia quelle, di cui egli tratta, per riaflumerle dappoi L'ordine , che fi propofto in quello compendio tale , che dopo d'aver rapportato in poche parole quanto contenuto in tut.

ta l'opera

fi
,

fpiega pi partico-

Jarmente ci
effer utile

che fi giudicato acconcio a fervir a ed , coloro , che vogliono fudiare 1' Architettura Quefto Trattato
.

due parti. La prima parte contiene le maiTime ed i precetti , che poflbno addattarfi ali'
divifo in

Architettura Moderna.

La

fecon-

da comprende ci

che appartiene ed all' all' Architettura Prima , Antica , le ^uali tuttoch per lo
,

pi fpelTo deftinate a tali cofe , le quali non fono pi di noflro ufo , nulladimeno fervir molto pofibno
a formar
il

giudizio

ed

il

gufto,

io Architettura e a fomminiftrar degli efempj per quelle cofe , che a noi convengono Io fo diflinzione tra l'Architettura Prima > l'Architettura Antica * e l'Architettura Moderna : perch Prima Architettura fi chiama quella > di cui ha fcritto Vitruvio ^ e di cui veggonfi ancora degli efempj nelle Fabbriche , che fono reftate nell'Antica Grecia : 1* Architettura antica quella 5 che fi vede nelle Fabbriche fiate fatte dopo Vitruvio in Roma , iti Cofiantinopoli, in Francia > e in pi altri luoghi e l'Architettura Moderna quella , che per addactarfi agli ufi noftri > o per altre ragioni, ha cangiato qualche cola
:

<

nelle
zioni
,

difpofizioni e

nelle propor-

Prima, e l'Antica aveano in coftume d'offervare.


che
la

DI VlTRUVIO*

lt

Articolo Secondo.
Economia di
trhvio
cogli

tutta

l'opera di Vi' Argomenti Sommar),

di ciascun libro.

L'Opera
parti.

tutta
JLa

divifa in tre

/^
.di

prima riguarda
Fabbriche
;

lare

coftruzione

delle

la^rlin

feconda per Ja Gnomonica ; 1*5*^3 terza per Je Macchine , che fervono all'Architettura , ed alla guerra. La prima viene trattata negli otto primi libri ; Ja feconda nel nono, neir ultimo la terza. La prima parte , che per le E poich (ui^ Fabbriche , ha due capi gli Edifizj o fono pubblici, o fonOpaS
:

privati

ne parla che nel libro fedo ; e per quanto concerne quelli, che fono per lo pubblico , la parte , in cui f ne trat.

Dei

privati

ta, divifa ancora in tre parti; e fono quella , che rifguarda la fi* curezza* laqual confitte nelle For*

i%

Architettura
libro
alla

tificazioni defcritta

del primo

partiene
fi

capo terzo che ap, ; Religione , della.


al

quella

nel terzo e nel quale quarto Jibro ; e quella , che appartiene alia pubblica comodit , la quale comprende Je Piazze, le Cafe di Citt, i Teatri, i Bagni, le Accademie, e i Porti, delle

parla

quali cofe tutte

fa

difeorfo nel

quinto
il La

libro

Gn

."

moni*

La feconda parte , che la Gnomonica, ' viene trattata


libro

per
nel
le

La

nono.
parte terza
,

La

che

per

Seca* * ic *"
secrm-

Macchine , fi tratta e fpiega nel decimo ed ultimo libro,

dfc di " dell'

Oltra quelle materie particolari Architettura , v'ha tre cofe di anta ancora y c hc appartengono geneor f tre ralmente a tutte le Fabbriche; le quali tre c fe f no J a fodezza , la ioh iLa, comodit, e la bellezza. Della fodezza fi parla nelTundecimo capo ia, della comodit al "ino* del feflo libro *fettimo del medefimo libro; capo
'
:

m
e della r iettimo

Vitruvio.
in
i

i$
il

bellezza
-i

tutto

libro ll };
t-

belici

qual contiene gli or-. che la Pittura e laScoltura poffono dare a tutte le Poich per forte di Fabbriche quanto concerne la Proporzione , che debbe eflere fimata uno de* principali fondamenti della bellez,
il

namenti

za

quefta parte vien trattata in ogni luogo dell'opera.


,

Ma per far conofeere un pocosompi particolarmente con che ordi-J^j^


ne ciafeun
libro
r
,

fpiephi r

tutte
1i

le

^^

accennate cole

convien dire che nel primo dopo di avere trattatolo. di ci che appartiene all' Archi* tettura in generale per renumerazione delle parti , che la compongono , e di quelle , che fi richieggono in un Architetto ; V Autore comincia a fpiegare per minuto qual efler debba la fcelta de* luoghi , dove vuoili fabbricare , e qual' efpofizione aver debbano
gli edifizj

Vitruvio.

di

In feguito

per effere fani e comoegli parla dei fon*

Architettura i4 damenti y e del rimanente


la

del-

costruzione
,

delle

Fortificazio-

ni
ri

della

forma delle
delle

TorCit*

e
:

delle

muraglie

molto il itende fu i diverfi temperamenti di tutti i corpi , e


t

fuIJa

natura dei luoghi

de*

Deise
com<Jo.

venn. Nel facondo

libro egli parla dell'

origine dell'Architettura* e dice quali fieno fiate le prime abita-

zione degli in feguito


dei

Uomini
defli

Tratta
,

egli

materiali

cio

Mattoni, de! Sabbione, della


,

Calcina
<ii

del

Legname. Dopo
,

che parla delle maniere diverfe


,

di fituare

legare

murare
i

le

pietre: va filofofando fopra

prin-

cipi delle cofe , e fopra ci , che ie rende durevoli , fopra la natu-

ra della Calcina , fopra la fcelt* del Sabbione , e del tempo di far il taglio del legname.

Dd
prio,

Tratta il libro terzo delle proporzioni dei Templi , e dei fette loro generi y che fono il Tempio

DI VlTRUVIO. JJ detto volgarmente da noftri Fac* eia in Pilaflri , iJ Frodilo , detto Faccia in colonne , quello nominato Amfiproftilo , il Periptero , o fi a lo Alato d* intorno , il Pfeudodiptero , o fia il Falfo Alato di due ordini , il Diptero , o fia lo Alato di dite ordini , e P Ipetro,
cio
lo

[coperto

indi

parla degli

fpazj differenti delle colonne, on-

de nafeono le cinque maniere d Templi, che chiamano", il Pienoftilo ftilo


il
,
,

cio di fpeffe colonne , il Sicio di colonne pi larghe ,


,

Diaftilo

cio di colonne

ancora
cio

pi diflanti
lontane
r.e

PAreolHlo
,

di
,

colonne oltra quello


,

eh?

fi

conviene

e PEuitilo, cio di colon*


Si comincia poi do-

con ragionevoli e convenienti inter~


.

valli dfpofle

po quello
dettaglio
fi

a dar le
dell'

mifure

J I

ordine Ionico , e dimoflra come le proporzioni

delle
f

colonne

fono

.fiate

prc*

fopra quelle

del corpo

uma-

no.

i6
Del

Architettura
le

dar

Dei
quint0 *

quarto impiegato nel mifure del T ordine Corintio, e del Dorico per i Templi , con le proporzioni di varie parti , che gli compongono. Racconta 1* Autore quali fieno flati i primi Ritrovatori degli ordini d'Architettura appretto i Greci. quinto tratta degli Edifizj II
II libro
,

pubblici

cio delle Piazze

delle

Bafiliche, dei Teatri, dei Bagni, delle Scuole per le Scienze , e delle Accademie per gli Efercizj , e in
fine de' Porti di

mare. Si diffonde alla lunga l'Autore fopra la Mufica per occafone de' Teatri , nei quali gli Architetti avean in coftume di alleilire certi luoghi 7 ove riporre certi vafi di rame ac*
cordati in tuoni differenti per feryir di
s

Eco,

a fine d* accrescere co-

la

forza delia voce degli Attori

delie
?Jio.

Commedie
fefto

Nel
quale
la

quali foffero

infegna l'Autore, proporzioni , e le

forma delle Cafe private

>:

ViTRuTid.

if

appretto

mani,
ia i tali

Greci ed appreflb i Rotanto nella Citt che ali ;

Campagna
Cafe
,
,

e defcrive le parti
eh/ erano le Corti
,

gli

Atrj

le Sale
,

grandi

le
i

Sale

da mangiare

le

Camere

Gabi*

netti, le Biblioteche.
tratta Vitruvio delftU maniera d'impiegare la malta mo r per le intonacature, e per gli Tavolati ; e fpiega come debba pre3a

Nel fettimo

calcina e la polvere di per fare lo Stucco. Parla egli ancora degli altri ornamenti comuni ad ogni forta di Fabbriche , come della Pittura e dei
parare* la

marmo

differenti colori
tifiziali
,

naturali che ar?

foliti di ufare Antichi. L, ottavo impiegali tutto in par- Deir otun lare delle acque de' fiumi e delle fonti, cio della loro natura e del* le lor propriet ; e propone il mosii

cui eran

do

di cercar le di

ancor
Il

acque condurle
.

quello

nono

altres tutto

verte fulla Dei

i8

Architettura
vale a dire fulla

Gnomonica,

ma-

niera di formar orologi a Sole, e fopra di alcune regole di Geometria, che poflbno fervile
a mifu.

rare

piani e

corpi

folidi

Si

itende molto l'Autore fopra il corfo degli Aftri e fulla deferitone


delle Stelle
Dei
fiffe.

decimo perle Macchine, che decimo. ervono acj aJz^re e a gittar pefi molto grandi , e per quelle che fi adoperano a molti altri ufi , come air innalzamento dell'acque , ne* Mulini da biada , negli Organi da acqua, per la mifura dd cammino
II

che fi fa in viaggiando, tanto per acqua come per terra ma principalmente tratta l'Autore di quelle Macchine , che fervono alle Fabbriche ed alla Guerra .
:

COMPENDIO
DE' DIECI LIBRI

D'ARCHITETTURA DI VITRUVIO.

PRIMA PARTE,
In cui fi contiene l'Architettura che noi abbiamo comune
cogli Antichi.

CAPO PRIMO
Dell* Architettura in generale*

Articolo Primo.
Dell'origine dell' Architettura.

ib. 2.

'

<^ce che gli uomini , i quali Lapriabitavan per V innanzi a ma- SSoS niera di fiere felvagge ne' bofehi p} ic2J e nelle caverne , fi adunaflero la j^ prima volta per fabbricar Cafe etw-

Ci

*3

io Citt
fi

Architettura
;

e che ci avvenne per o* cafione del fuoco dal vento accefo-

a cafo in una forefta , da cui coloro che abitavan col , furon tratti fuori per lo fpettacolo della novit , e per gli ammirabili fuoi effetti poich in tal guifa effendon* in numero gli uomini fcon:

infieme tutti in un luogo aju, trovaron mezzo , tandofi gli uni gli altri , di metterli pi agiatamente al coperto,
trati

medefimo

che non erano fotto

gli alberi

nelle fpelonche. Quindi pretende-

fi,che l'Architettura fofle


cipio e
arti
:

il

prin-

l'origine di tutte
gli
riufciti
,

l'altre

poich vedendo

uomini

di cffer

nell' arte di fab-

bricare

che
il

la neceffit
,

fatta inventare
irrimi

pen fiero e
carvifi
.

avea loro ebbero perci il coraggio di rintrac,

Tcherciarne dell'altre
Archijiafefurono'

e di ben appli-

Ora ficcome
fono
cofe
>

in quella
,

volta
fall

fi

prefi degli alberi

de'

ed
f

tSr*T altre

che

la

natura da

DI
ftcffa

VlTRUVIO.

M
di

fomminiftr agli animali per metterli a coperto , e quelle tali


cofe
fi

fecero fervire

come

mo-

delli fopra cui fabbricaronfi

le pri-

me

cafe, le quali altro


f

da principio
chi d'alberi apprett fi

non erano non cefpugli e tronfvelti ; cofi appunto in tenne la itefifa maniera

per giugnere a qualche cofa di pi perfetto imperciocch paffandofi g^Jj' dall'imitazione del naturale a quella dell' artifiziale , s' inventarono
:

tutti gli

ornamenti degli Edifizj


,

pi artifizialmente lavorati, dando


loro la forma delle cofe

femplicemente neceffarie
briche pi naturali
:

alle

che fono Fabtetti

pezzi di lei

gname onde fono

formati

tavolati delle cafe,

fono

flati l'ori-

gine delle Colonne , degli Architravi, dei Fregi, dei Triglifi, dei Modiglioni , delle Cornici e de* Frontefpizj, che fi fanno di pietra

di

marmo Le Colonne
.

che debbon eflere

pi ftrette in alto che a baffo, fo*

n
no

Architettura
fiate Ja

prima volta fatte ad

imitazione dei tronchi degli alberi, e il loro ufo flato prefo da que* puntelli di legno , che fogliono farli per foftentare. Gii Architra-

che li pongono a tra ver fo fo* pra pi colonne , rapprefentano que* travi i quali reggono la parte anteriore del tetto , o quel trayerfo, che congiugne infieme pi puntelli. I Fregi imitano quella muratura che fi fa fopra Taccen* nato traverfo tra le tefte de* legni, che pofano fopra il dritto delle colonne. I Triglifi fono immagine delle piaftrelle di maftice o di legname lavorato , che mettevanfi
vi
fulle tefte de* travi per confettar-

J-iM-

ftremit

Cornici fono come Tefoffitto e dell'altre co f , onde fono comporti i tavolati o i fola} I Modiglioni rap* prefentano telta de* cantiela ri ; e i Dentelli quelle degli afleri o moraletti , che fportano fuori nel tavolato dei coperto. I Fronteli
.

Le

del

i$ DI VlTRUVIO. fpizjfono fatti a fomiglianza delle

travature

triangolari

de* tetti

di legname , ibpra cui giace il colmo. V'ha una terza origine ancora

pri-

delf Architettura , la quale fi de- Sntori fum dagl'Inventori degli Ordini, j^i ~ e da coloro che vi hanno aggiun- chitec
Db. 4.
* P tornamenti , onde gli Ordini fono futi medefimi vanno arricchiti. Si crede, che la prima Fabbrica la quale fu fatta fecondo qualcheduno degli Ordini che fono in ufo , fia {tata il Tempio che il Re Doro , g u
1

tl,r

ti gli

erger fece a
d*

Giunone

Quindi la quel ordinato, venne chiamata Dorica, allora quando il Principe Ione condottiere della Colonia ch'egli
.

Argo

condo

la

quale

^J maniera fJj^ Tempio fu

nella Citt

1 *'

flabil nell*

Alia
fui

vi ece

coftruire

modello di quello, che Doro avea prima fatto fabbride'

Templi

care in Grecia.

twei-

Ma

Ionj

avendo

cangiata

p r mc
.

qualche cofa nelle proporzioni e {^e

B 4

54

Architettura

negli ornamenti dell'Ordine Dorico, furon Autori d' un altro , che


appelloffi Ionico; fecondo
il

quale
.

crelTero

un Tempio
di tal

motivo

Diana II cangiamento fi fu,


a

eh* effendo quefto Tempio corifegrato a una Divinit , cui effi rapprefentavano fotto la figura d'

una Giovane
il

credettero tiTer a
le

propofito quello pi gentili


glio

rendere
,

affinch

Colonne i me-

corrifpondeflero alla ita tura di quella Dea ; e per tal ragione le adornarono pi dilicatamente, aggiugnendovi le bafi che rapprefentavano la calzatura di quel tempo , e facendovi le canaiaturc pi incavate , per imitare la cref-

patura d'un veftito fottile e leggero. Vi pofero ancora dei Rivolti al Capitello , pretendendo , che quefi aveller la forma dell' acconciatura

d'una Giovane

cui capelli ca-

lano dalla fronte e dall'alto della tefta , per effere al di fotto di ciaf

eheduna orecchia

raccolti

DI VfTROVIO. 2f In feguito Callimaco, Scultore* teniefe , arricch ancora di pi il Capitello delle Colonne , ponendovi dei Rivolti pi dilicati e in maggior numero , aggiugnendovi anche delle foglie d' Acanto
,

CaI,i "

e delle

rofe alle quattro fac-

ciate. Dicefi,

lo

il

quale

che quello Capitelfecondo Vitruvio ,

forma tutta la differenza dell'Ordine Corintio dal Ionico , fu inventato da quefV Artefice ingegnofo per tale occafione. Vide Callimaco le foglie d'una pianta di Acanto alzarfi all'intorno d'un caneflro , ch'era flato porto alla tomba d* una Giovane Corintia , e ch'erafi incontrato a cafo fui mezzo della
pianta ; egli perci avvifofl di rapprefentare quello caneftro per
lo
al

quale

Tamburo o Vafo del Capitello, vi fece un Tagliere per


.

imitare una tegola , con cui era il paniere coperto Vi rapprefent ancora la curvatura de* fufti dell'

Acanto

co' Fufti e Rivolti

quali

6 Architettura fempre pofcia fi aggiunferoal Capitello Corintio. Veggafi la Tavola IX. Quello medefimo Scultore invent altri ornamenti ancora , come quelli , che noi chiamiamo Uova * a cagione delie Ovali in rilievo, che fono ne* modani delle Cornici > e che ad Uova s' affomigliano Gli Antichi nominavano queft' ornamento Echino , che fignifica la fcorza fpinofa delle Caftagne, perch trovavano, che quelle Ovali rapprefentavano una Caftagna , la quale mezza s'apre, quand* ella matura. A Ermor gene. Vien fatta menzione ancora d nb. un altro celebre Autore, il quale 01 ha trovata la proporzione delle parti delle Fabbriche; e quelli Erniogene, al quale fi attribuifee in.
.

j
'

* La voce Frantefe Over che Ci legge nell'Originale? dai Sigg. Academici viene prefa per la voce Latina Echinu? > vale a dir Qjcch Veggafi il P^ebelet alla vo.

ce

Otei

DI VlTRUVIO. 27 venzione dell' Eutlilo, del Pfeudodiptero, e di quanto v'ha di pi bello e di meglio intefo nell'Architettura
.

Articolo Secondo*
Che
cofa fi a
/'

Architettura .
fcienza
Defi-

che debb'efTcr accompagnata ne deli* Ar( da una gran variet di ftudj e di,tenuta.
cognizioni
tre
arti
efla
fi
.

L'

Architettura una

col

cui
le

mezzo

ella

giudica di tutte
,

opere dell'al-

ad
ria

le quali appartengono Quefta fcienza colla Teo-

acquifta

ca.
la

La Teoria

di

cognizione , ci che a partiene, dallo ftudio de' libri, o da' viaggi , o dalla meditazione La Pratica la cognizione , che e fi acquiftata dall' efecuzione , dalla condotta delle Fabbriche
.
.

e colla Prati* > dell'Architettura che fi pu avere quefta fcienza ap-

Quefte due

parti

fono

talmente

28
quali

Architettura

che gli Architetti i , tentarono di giugner alla cognizione della lor arte per via
neceflkrie

del puro efercizio , non hanno potuto mai avanzarli, per quanto
di travaglio v'abbiano fpefo ; ap-

punto come quegli altri , i quali hanno creduto , la fola cognizione


delle
lettere

il

folo

difcorfo

poter condurli al fine pretefo. Oltre alla cognizione delle cofe L'Arcnc appartengono particolarmente od!bbe aver all' Architettura, ve ne ha un'infinit d'altre , che all'Architetto ztoie

affino

neceflarie.

Imperciocch convien , ch'egli ideila scrit- fappia mettere bene in carta, per
eftender
il

difcorfo e

l'idea delle

i dei

opere, eh' e' fi propone di fare. Egli debbe fa per difegnare> per formar i piani e 1' elevazioni delle Fabbriche, ch'intraprende.

^deUa

La
e
i

Geometria
le

gli neceflaria ,

metria.pcr

fue giufte mifure, fuoi livellamenti .


dell'

prendere

Ari?-

Egli ha bifogno

Aritmeti*

meuca.

DI VlTRUVlO. 2^ per poter fare i fuo calcoli Egli debbe fapere l'Iftoria , fine di poter render ragione della
ca
,
.

t^J

maggior

parte

degli

ornamenti

d'Architettura, che fono fondati Per modo d'efempio, full'Iftoria


.

f in vece di

Colonne

fa fo (tentare

Fabbriche da figure di Donne , che fi appellano Cariatidi , convien eh' e' fappia , che inventaron i Greci tali figure, per far intendere alla pofterit le vittorie da lor ottenute fopra i 9 popoli della Caria , de quali fecero cattive le Donne , e ne pofero le loro immagini nelle proprie Fabbriche E' neceflario inoltre, ch'egli fia
g' Intavolati delie
.

6 delia

iftruito
fia
1'

ne'
;

precetti

della Filofo-

^'^
laIe
-

Morale

animo grande ed

perch'ei aver debbe ardito , ma


,

fenza arroganza , giufto , fedele e affatto lontano dall' avarizia.


tale docilit

L'Architetto aver debbe ancora che lo rattenga dal ,

trafeurare e dallo fprezzarc gli av-

^o
ti

Architettura

vif,che poflbn eflTergli foni mi ni (Ira-

non (blamente dagli Artigiani minor conto , ma da quelli ancora, che non fono della fua prodi

fetinone

poich
e

egli
1

tutto

il

mondo
ti,

non

gi

foli

Architet-

che debbe giudicare dell'opere. Filofofia Naturale li ne- L ^Fiioio..ci. /r fi* Na- celiarla ancora per ifcopnre quali rurale. fieno j e ca gj on di molte cofe, alle quali debbe 1' Architetto porger rimedio. E neceflfaria inoltre qualche ? adia cognizione della Medicina , per diti faper le qualit dell' aria , che
Hea

La _

."

rendono i luoghi fani e abitabili. on kifogna ch'egli ignori nepgSpure la Giurifprudenza , e i co* rru-

* c,ua

dei
lodeir
nomia,

itumi de' luoghi per la creazione muri diviforj , per Je vedute e per gli fcolatoj delle acque.

Egli faper debbe l'Aftronomia % acciocch polla formare ogni forta d'orologi a fole.

Mufca*

E ra
gli

d'uopo parimente appreffo Antichi y che un Architetto

aveffe

le CaMacchine di Guerra , che ft tendevano con delle corde * di Minugia, di cui dovevano ofTervar i tuoni per giti-

ca

DI VlTRUVIO. cognizione della per faper condurre


la
,

31

Mufi-

tapulte

1'

altre

dicar della forza e della robustez-

za degli
tefi

ra d'archi
.

fatti a manie, che tali corde avean La Mufica era necefTaria an-

Alberi
,

cora agli Architetti antichi per faper accordare i vafi di rame, che
fi

foleano mettere ne* Teatri, detto


.

come

Articolo Terzo,
gitali fisico
le

parti dell* Ar.

chitettura
lib.i.
c 3
'

'TpRe

fono

le

cofe, che in ogniL*


ritrovarli
\\A

Ar-

Fabbrica
Le corde
fi

debbono

^T
OttO
>

pani

* cui

di

Minugia fono quelle cK coc


gli

fervano per
fi

no > come il violino > con budelli fanno


groffe

finimenti da Tuole quali e pi fot t ili e pi


liuto ec.

come

fi

vuole.

li

Architettura
;

Tempre unite infieme


Sodezza
lezza
,

e fono la

la

le

Comodit , e la Belquali provengono dalla


dalla Difpofizione di

Ordinanza e

tutte le parti concorrenti a coni*

porre qualunque Edificio , e che fono regolate per via di una giuda Proporzione in riguardo alla Decenza ed alla Economia . Quindi rifulta, efTer otto le parti dell' Architettura , cio la Sodezza, la Comodit, la Bellezza, l'Ordinanza , la Difpofizione > la

Proporzione,

la

Decenza e l'Eco-

nomia

j^J
w-

La

Sodezza dipende dalla bon-ub.r,

t delle

Fondamenta,

dalla fcelta

c,i

de* Materiali, e dal loro impiego,

che dee farli con un' Ordinanza , con una Difpofizione e con una Proporzione conveniente di tutte
le parti
,

coficch abbino colla-

zione
*.

Tuna

coir altre.

La

wT

confitte ancor efla nell'Ordinanza e nella Difpofizione, la quale deve efler fatta e tal-

La Comodit

DI VlTRUVlO. 35 mente a propofito,ch niuna cofa Tu*


fo impedifca delle parti deJrEdifizio.

La
ziofa

Bellezza richiede

che

la for-

La

ma della

Fabbrica

fia

elegante egra- ^ eIlex

mediante

la giufta

proporzione

di tutte le parti Sella

medefima

man tutte le parti d'unEdifizio abbiano xa


fi

L'Ordinanza ci, che fa, che

&

'or-

una conveniente grandezza, o effe confiderinofeparatamente, o pufi


il

re to

riguardila proporzione di tut-

compleffo dell'opera. Difpofizione la collocazione fatta a propofito, e il graziofo^.Jr*^

La

congiungimento
ti
,

di

tutte le par-fuone.

che compongono V opera , fecondo la qualit di ciafeuna. Quindi che nella fteffa guifa che l'Ordinanza riguarda la grandezza , cos la Difpofizione fatta per la figura e perlafituazione, che fono due cofe comprefe fotto la voce di Qualit , da Vitruvio attribuita alla Difpofizione, e da lui oppfla alla Quantit) che appartiene all'Ordinanza. Vi fono
tre inaniere,per le quali

pu l'Archi-

34

Architettura

tetto far vedere quale far Perfetta della Difpofizione della Fabbrica eh'
ci

vuole coftruire , cio l'Icnografia

ch' il Piano geometrale, P Ortografa ch' Ja Elevazione geometrica , e


la Scenografia

eh*

l'elevazione

profpettiva
<La
xohc.

La Proporzione , che appellali ancora Euritmia, e ci che forma quello congiungimento di tutte le parti dell'opera , e che ne rende
l'afpetto graziofo , allorch l'altezza corrilponde alla larghezza , e la larghezza alla lunghezza, avendo il tutto la giuda fua mifura. Ella vicn definita, la relazione che ha tutta l' opera co' le fue parti , e quella che quelle hanno feparatacoll'idea del tutto , fecondo mifura d'una certa parte: imperciocch ficcome nel corpo umano vi una relazione tra il piede, la
la

mente

mano,
s

il

dito, e le altre parti

co-

nelle opere perfette

un membro
Per modo

particolare fa giudicare della gran*

dezza di tutta l'opera.

DI VlTRUVIO. % d'efempio il Diametro d'una Colonna , o la lunghezza d'un Triglifo , fa giudicare della grandezza d'un

Tempio

Sopra di ci convien notare, che per efprimer quella relazione, che pi cofe hanno l'une all'altre per la grandezza , o pel numero differente delle loro parti, Vitruvio fi
ferve indifferentemente di tre vocaboli
,

che fono Proporzione , Eu-

ritmia e Simmetria . fi giudicato effer meglio di tutto ufare quello di Proporzione ; perch Euritmia una voce greca ilraordina-

Ma

che null'altro lignifica , f non Proporzione; e Simmetria, bench voce comune affai e ufitata , non fignifica per in Francefe ci , che Vitruvio intende per Proporzione perciocch fotto quefla voce Proporzione egl' intende una relazione di ragione : e Simmetria in Francefe vuol dire foltanto una relazione di parit e d* uguaglianza . Poich il vocaboloria,
:

Architettura $6 Simmetria tanto in Greco, che in Latino fjgnifica Ja relazione , per modo di efempio, che le fineftre
di otto piedi di altezza

altre fineftre di piedi Tei

hanno con > quando le


piedi di lar-

prime hanno quattro

ghezza, e tre Je altre: e Simmetria in Francefe la relazione, percagion d' efempio , che Je fineftre

hanno

l'une all'altre,

quando

effe

fono tutte d'altezza e di larghezza uguale, e che il lor numero e i loro fpazj fono uguali a dritta e a finiftra ; per maniera che , f gli fpazj fon difuguali da una parte ,
pari difuguaglianza
tre parte ancora.
Decn
za
,

fi

ritrovi dall'al-

che l'afpetto j talmente corretdella Fabbrica cerca, to, che non v'abbia cofa, la quab le non fia approvata , e fondata fu b autorit. Ora la Decenza qualche doawe c ?fe richiede , che s'abbia riguardo a tre cofe, le quali fono lo Stato, il Cola

ka Decenza

&

fia

fiume , e
i Alio

la

Natura
che

stato.

II riguardo > &

fi

ha

allo Sta-

DI VlTRUVlO. 37 fi fcelga , per cagion d' che , efempio , altra Difpofizione, e fi ufi no altre Proporzioni per un Palazzo , ed altre per una Chiefa. o Il riguardo, che fi ha al Coftu* me . me, fa per modo d'efempio, che fi adornino gl'Ingrefl ed i Veftibuli, quando le parti di dentro fono ricche e magnifiche Il riguardo, che fi haallaNatu* Na!u ra de'luoghi , fa che fcelganfi diverf*j hi ; fi afpetti per le differenti parti degli difizj, a fin di renderli pifani e pi comodi. Per modo d'efempio le camere fi efpongono a Ponente, e le Biblioteche a Levante; gli Appartamenti d'Inverno all'Occafo iberno, e le Gallerie di Quadri, e di altre curiofit, che vogliono un lume fempre uguale , a Settentrioto
fa

ne
to

L'Economia
vuol
egli
farli
,

fa, che

l'

Architet-

v
^

avendo riguardo
ed

alla fpefa

che

mia."

alle qualit de'

ma-

teriali

che tro va nfi nel luogo, dov* dee far l'Edifizio, prenda Icfue

38

Architettura

mifure, per regolare la fua Ordinanza e la fua Difpofizione , cio a dire per dare alla fua Fabbrica una grandezza , ed una forma conveniente.

come
ed

Quefte otto parti r r ti j


li

8 v fi riferirono, cono * y e detto, alle tre prime , ma,

&

cio alla Sodezza,


alla Bellezza,

alla

Comodit
fuppon-

Je quali

gono ]' Ordinanza , Ja Proporzione, la Decenza, e l'Economia. E


quefto fi il motivo , per cui quefta prima parte fi divide folamente in tre Capi , che fono della Sodezza, della Comodit e della Bellezza delle Fabbriche.

DI VlTRUVIO.

39
II.
.

CAPITOLO
Della

Sodezza

delle

Fabbriche

Articolo Primo.
ceka de* Materiali . Della f
Vimivio-r

ffrio
f

JL vio

Materiali di cui parla Vitru, fono la Pietra , i Matto*


,

Sf Fin> il Legname gjf" Sabbione.


cio

la

Calcina ed

il

Pietre,

Tutte le Pietre non fono gi d* u c una forta ve ne ha di tenere , di mediocremente dure, e di durifli* me.
*

Quelle che non fon dure > fi tagliano facilmente^ fon buone per impiegare nelle parti di dentro ed al coperto; ma i geli e le pioggie le fanno andare in polvere; e iefi mettano in
falfo, e

opera vicino al mare , le rode il il gran caldo le guafta. Quelle che fono di mediocre du,

rezza

refiftono al carico

ma

40
facilit

Ap.CHlTETTURA
di quelle , che con fcheggiano al fuoco Havvi ancora un'altra forta di
fi
.

ne truovano

Pietra

ch'

una

fpezie

di

Tufo
,

di tali pietre altre fon

rofle

altre

bianche , e che fi tagliano colla fega , appunto come il legno. I migliori Mattoni fon quelli , j2_ ni. ch'effendo fol tanto ben feccati , non

nere, ed altre

fono cucinati al fuoco: ma vi fi vogliono molti anni per feccarli bene.

Quindi eh* aveavi una leggete. 0, in litica, Citt d'Africa, la quale 3 proibiva il metter in opera Mattoni, che non folTero flati formati
cinque anni prima: poich in tali forte di Mattoni l'aridezza chiudea per maniera i pori della Terra al di fuori, che nuotavano fopra l'acque come una pietra pomice, ed aveano una leggerezza , ch'era d' una grande utilit nelle Fabbriche, La Terra di cui formavanfii Mattoni , era molto graffa , ed era or-

DI VlTRUVIO. 41 dinariamente una fpezie di Creta bianca : dovea ella eflere fenza ghiara , e parimente fenza fabbio-

ne, affinch

Mattoni ne
,

riufcif-

e men facili a femperarfi: frammifchiavafi anche della paglia per meglio legarne in*
fero pi leggeri

fieme
1

le parti

Dei
g

II

Legname,
il

del quale

fi

fa

ufo

me
S?

!dl
ufo

nelle Fabbriche,
il

Faggio,

com' la Quercia, Pioppo, l'Olmo , il

Cipreflb, l'Abete, non tutto uTezfe ' come gualmente a propofito , n l'una iono fpezie e cos propria come lo
l'altra.
L'Abete *

L'Abete, perch contiene molto d'aria e di fuoco, e poco di terra e d'acqua , leggero, e non
piegafi cos facilmente;

ma

egli

fottopofto a'tarli, e a prender fuo-

co.
Ia Qer-

La Quercia, eh' pi terreftre, dura eternamente nella terra: fuor della terra fi guaita e fi fende. Il Faggio, che ha poco di teriiFag***' reftre , d'umido, e di Fuoco, ma

4>

Architettura
d'aria
,

molto

poco fodo', e facil-

mente fi rompe. upjopIl Pioppo, il Tiglio e il Salice Tiglio, non fon buoni, che per quell'opeleggerezza , e ad efler tagliato ; ci che gli rende proprj per la fcultura. Lwino. L'Alno buono affai per far delle palificate ne' luoghi paludofi. L'oiL'Olmo, ed il Fraffino hanno Sffi-qnefta propriet, che facilmente 110 non fi echeggiano , e fono alquanto
j

^u- re
Ja

m cu
-

r i cerca fi ]a

facilit

fleffibili
ti

mio.

e fer jr u i gli quindi e , che nlieme Antichi di quefto legno formavano i gioghi degli Animali. u Pino, Il Pino e ilCiprefl hanno queprevfto difetto, che fi piegano facilI]

Car-

Carpino pieghevole *

mo

mente, e fi curvano fotto il pefo , per cagione della loro umidit grande; ma dall' altra parte hanno quefto vantaggio, che la loro umidit non foggetta a generar tarli , per motivo della loro amarezza che gli fa morire.

DI VlTRVUIO. 43 Ginepro, e il Cedro hanno II ciiCe-Ja virt medefima di prefervarfi dio. dalla corruzione; il Ginepro perla
11

GI ~

Sandaracca che e il Cedro per lo Tuo olio chiamai! Ccdrum da'Latini. Il Larice poflede anch'egli querta
fua
eh*
Ja
-,

gomma,

iteffa

virt
fi

ma

la

Tua

particolar

propriet
cia.

La

Storia

non s'abbruriferifee una cofa


ch'ei

memorabile i quello legno; ed , che Cefare avendo attediato un Cartello a pie dell'Alpi, dove una Torre vi avea , fabbricata di quello

legno

la

quale facea

la di

lui

principal difefa , credette d' impadronirfene affai facilmente facendo un gran fuoco a pie della Torre; ma dopo che tutto il legname che a quefto fine fu accefo, rerimafe la Torre ft confunto , fenza punto eflere fiata danneggiata dal fuoco.

L'Olivo ancora
vizio per efTer porto

di

grande fer-^ 1
fondaCitt
:

'

nelle
delle

menta e

nelle

mura

44

Architettura

poich allora quando dopo d'efler un poco abbruciato, s'intreccia tra mezzo le pietre, per farlo fervire di chiavi , dura eternamente , e

non

corre punto pericolo di


.

cor-

rompere* La Calcina fi fa con delle pie- [ib hi Caicina tre bianche, ovvero con delle felci ; ma efla migliore per la muratura, quanto pi le pietre fon dure. Quella, ch' di pietre fpugnofe, pi a propofito per le incamiciature y Dei V'ha cinque fpezie di Sabbione, Lib. ^ c 4 ne, d e fono il fabbione di Cava, il "' ve fabbione di Fiume, la Ghiara, il ha "que Sabbione del mare, ' e la Pozzola'

j.
'

'

na

miglior Sabbione quello, il quale frofinato tra le mani , fa


Il

ne

dello flrepito; ciocch non avviein quello eh' terrofo ; poi.

ch non ha punto d'afprezza Un altro contrafTegno della bont dei Sabbione, quando efTendo meflo fopra un drappo bianco , non vi

iafcia

DI VlTRUVIO. alcun fegno dopo


.

45
d' effere

flato fcoflb
C?3

Sabbione > che fi fcava neiJa terra , e chiamai! Sabbione di Cava, ha Je accennate propriet, ed
(limato
altri.

"

migliore di tutti gii iJ Vitruvio ne afTegna quattro fpezie, cio il bianco , il nero, il rotto, e il carboncino. * pi Se non vi (la luogo alcuno , da
'

cui pofTa trarli

buon Sabbione

di

Cava,

fi

potr ufar Sabbione ma-

rino, ovver diFiume, cfV anche migliore per V incamiciature di

quello di Cava, il quale eccellente per la muratura a motivo che prontamente fi fecca. l Sabbione che fi prende dalla d

Ghiara,

Ghiara purch
Il

anch'elio

molto buono

f\

getti via quello al dilTopra


.

ch' troppo grolTo


1

Ma^

Sabbione del mare il men buoperch no ; vuole gran tempo a feccarfi. Per quefta ragione cofa necefflaria il far la muratura,dove conven-

46 ga

Architettura
ufarfi

quefta force

in pi volte, e in

di] Sabbione > tempi diverfi

Sabbione , che fi ritrova apPo?ioUa. preflb Napoli , chiamato Pozzolana, cos a propofito per far buona malta , quando venga mefcolato con la calcina , die non folamente nelle Fabbriche ordinarie , ma eziandio nel fondo del mare quefta forta di malta fa corpo , e s'indura a maraviglia. Se ne fervivano gli Antichi per coftruire i
gli Sporti nel mare Im^ U perciocch dopo aver fatto con pali e con tavole delle Barricate , git-

Moli e

tavan dentro nel ricinto delle dette Barricate quefta malta fenza levarne l'acqua, perch la malta e le pietre che gettavanfi infieme la facevano ufeire, e cos feccavafi la

malta in mezzo all'acque*

Di Vitruvio.

47

rticolo Secondo.
Dell' ufo de'

Materiali

mf* T A
Pietre.

P r ma cofa , cui bifogna met- *.* c


*

ter cu ra nel

le pietre nelle

porre in opera Fabbriche , fi di

cavarle dalla petriera

due anni

a-

vanti d'impiegarle nel lavoro, e di tenerle efpofie in luogo feoperto,


affinch quelle
,

le

quali in quello
dal-

mezzo rimarranno danneggiate


le ingiurie dell'aria
,

pofic nelle fondamenta; e l'altre, che do-

fieno

po
fa

d'eflere fiate provate dalla flefnatura, faranno ritrovate buone, fieno per la muratura fopra

terra
1 Uufo

Convien ancora ufare molta caufelT-tela per porre il legname in iftato di fervire alle Fabbriche . Iniperciocch bifogna , che quefto fia
fiato tagliato in un tempo conveniente, ch' quello appunto, in cui l'umore che confervava la for-

Lib.
c ' 7'

48

Architettura

za degli Alberi, il meglio condizionato : ciocch avviene durante

l'Autunno e

il

Verno
il

nel qual

legname ripieno d'umidit troppo abbondante, che

tempo non

lo indebolire col dilatar le Tue

bre; ma caftigato dal freddo. Ci tanto vero, che il legname degP Alberi, i quali crefcono e divengono affai grandi in brieve tempo a motivo dell'abbondanza della loro umidit, tenero , facile a romper* , e poco atto ad effermeflbin lavoro ; ficcome l' efperienza fa vedere negli Abeti chiamati Supernati , i quali crefcono nell'Italia di

fi- Lib.t. 0, I0 *

qua dall'Appennino
.

verfo

il

Marc

Adriatico Imperciocch fon effit grandi e belli , ma il loro legno nulla punto vale per ufo di fabbricare : laddove quelli che fono dall' altra parte della montagna, efpofti al caldo e al fecco nomina^ ti Infernati, fono molto migliori nel lavoro .

Qucfta foverchia umidita

tal-

DI VlTRUVIO. mente contraria agli Alberi


tal volta
li
fi

49 che
:

in neceffit di forar-

nel piede per Iafciarla fcolare


il

e quefto

motivo, per cui fi introdotta la pratica che debbefi offervare per fare il taglio del legname da fcrvirfene nelle Fabbriche; cio ,
di fare alcuni tagli nel piede dell'al-

bero attorno attorno, tagliando non folamente la corteccia , ma ancora una parte del vivo del legno y e di
lafciarlo cos

qualche tempo prima


,

di gettarlo a terra

affinch quella

fi vada a tempo fcolando . Egli ancora facile il giudicare quanto fia importante 1' evacuazione di quelta umidit foverchia per fortificare il legname, e per guardarlo dalla corruzione, f li confider, che i pali foliti a por-

umidit difcenda

fi

tramezzo

le

pietre

nelle

mura

delle fortificazioni delle Citt per-

^;

,(

che fervano di chiavi, quando fieno flati un poco bruciati efterigr-

o
jf

Architettura
fen-

mente , durano perpetuamente

za corro mpcrf. jUufo I Mattoni non debbono effer imtoni


.

piegati

le

non

in

muri

affai grotti;

e quefta la cagione , per la quale nella Citt di Roma non fabbricavafi con mattoni; perch a motivo di rifparmiar luogo , non era permeilo di farvi muri pi larghi d'un piede e mezzo ; ciocch non fa pi di
ledici pollici

mezzo

incirca

del

noftro piede.

Non

facevafi

ne anche

la

parte ***

fuperiore delle

mura con

mattoni-,

poich ficcome quefti apprefl gli Antichi non erano cotti , cos quella parte di muraglia facilmente farebbefi guaftata dair acqua della pioggia , in cafo che qualche tegola del coperto fi fofle rotta o moffa di luogo. Quindi , che la

fommit

delle

mura

facevafi di pezzi

di tegole dell'altezza

d'un piede e mezzo; com prefavi una cornice,

fia

un coperto

fatto di quefta mate-

DI

VlTRUVlO.

fi

fi, per portar fuori

Tacque, e di-

fendere il rimanente del muro. Sce m glievan ancora per la costruzione di


quefte
tali
,

cornici

migliori pezzi

di tegole

cio quelli

che effendo

itati fatti di

tegole le quali aveano

lungo tempo fervito fopra i tetti, davano a conofcere d'efler ben cotte , e di efler fatte di buona materia. La muratura di Mattone era {limata a tal fegno dagli Antichi, che
tanto pubbliche lor palazzi pia belli erano fatti di tal materia. ci che principalmente rendea confiderai le una tal forta di fabbricare, era la lunga durata: imperciocch quando i Periti erano chiamati per efti mare le Fabbriche, diffalcavano fempre da ci che giudicavano aver coftato il fabbricarle , Foctantefima parte per ciafeun anno dacle loro

Fabbriche

quanto private,

Ma

ch era ltato fatto il muro ; poich fupponevano, che i muri non potettero ordinariamente durare pi d'ottant'anni; laddove le Fabbriche %

$2
di

ARCHITETTURA

Mattoni venivano fempre apprezche azate quei tanto appunto veano coftato, come f aveller dovuto durar eternamente.
4 L'ufo

Per ben impiegare la Calci nac'l^ 7 diciiu Sabbione, e farne buona Malta , convien primieramente, che la Calcina fia fmorzata bene , e che fia Hata lungo tempo in conferva , affinch f vi ha un qualche pezzo men cotto degli altri nella fornace , pofla anch' effo , venendo fmorzato a bell'agio , ftemperarfi cos facilmente, come quegli alfono Itati cotti perfettatri che Quella una cofa che mente molto importa , maffimamente nel.

'

le

incamiciature

ne' lavori
vi

di

ftucco: perch

quando

refano

di quefti tali piccoli pezzi di Cal-

cina

mezzo

cotti, allorch
,

vengo-

no poi
giare e

a finorzarfi

fanno fchiegfia

lavoro . Per cono/cere, f la Calcina


il

rompere

fmorzata bene , ella fi taglia con unafeheggiadi legno, o pure f le

caccia dentro

Di VitruviO un coltello
con

il poich
fcheg,

f s'incontrano

quella

gia di legno piccoli fafletti


il

o che

coltello ne fla cavato fuori net-

to, fegno che ben condizionata


ella fotte tale
fa
,
,

Calcina non e perch quando ; farebbe anche grafla


fi

al coltello

attaccherebbe

Convien
contrario
ta

ofTervare ancora, che per


la

Malta non
bafta
,

ben preub.7.
c' J *

parata, e che non ftata mefcia-

quanto

quando

ella s*

attacca alla cazzuola,


y i/afe

feiouc.

Per impiegar poi bene il Sab- jjb. 2 bione, bifogna confederar ci che c * fi vuol fare poich f Ja Malta dee fervire all'incamiciature, non deve adoperar il Sabbione im> fi
*

mediatemente dopo
to fcavato
;

ch'effo
fa

flala

perch

feccare
fa

Malta troppo predo , e quefta


crepolare le

intonaccature:
fi

ma

poi per

Io contrario f

voglia

impiega-

re nel corpo della

Muratura, non

bene che
i\o all'aria

fla flato
;

gran tempo efpopoich il Sole e la Luna

$4
*ii

Architettura
manieralo alterano, che
la

piog*
alla
-! 6 -*'
*

gi Io difcioglie, e lo cangia fine quafi tutto in terra.

che debbono 1 c Sabbione e la Calcina per far buona Malta, debb'efTer tale, cio che vi fi mettano tre parti di fabbione di Cava, odue parti di fabbione di Fiume ovvero di Mare con una parte di Calcina ; e far migliore ancora, f vi fi aggiunga al fabbione di Mare e di Fiume una terza parte di pezzi di Tegole ben petti, e ben crivellati

La proporzione
il

avere

Una

delle principali

cofe

cheui.?,
'

c convien ofTervare nella Malta ,fi il ben prepararla, e ben mefcolarla. Gli Artefici ab antico nella Grecia erano cos attenti in quello , che ogni volta che f ne formava , impiegavano attorno d'efsa

dieci

uomini , da' quali la faceano lungo tratto di tempo rivoltare e ri-

mefcolare , ciocche facea acquiftare alla malta durezza tale, che i pezzi d'incroftatura i quali cadeno da/

DI

VlTRUVlO.
.

muri vecchi, fervivano


tavole da dipignere

S$ a far delle

Articolo Terzo.
Delle Fondamenta.

ConvienTLFondamento la partedelleFab.Lib.fi. confii_'ii -x i xC.ii. derar JL bnche la pai importante poich Gunon fi pu rimediare a'difetti di qucl

jjj^Jjk "lo

cos facilmente

come fi rimedia

a*

cio

'

difetti

che avvengono alle altre partL


c
'

feava-

Fer fondare unEdifizio, duo-Db.i.


terreno, f fi pu , fin a dove fi truova il terreno fodo ; anzi e bene fcavare nel fodo ftef* fo tanto quanto neceflario per foftentar il pefo delle muraglie ; avertendo di farlo in maggior larghezfcavare
il
J'

dcher-P
* cn0
-

raglia

za, di quello che ha da edere la mual di fopra della levata di

di terra.
roda-"

Allorch
fi

fi
,

far ritrovato

il

ter- Lib., #

memo reno fermo


defiSoTfodo,

per renderlo vieppi 0,


.

dovr battere con quel lini-

mento che chiamali Montone

fj

ArchitetUra

Ma f

non

pofla giugnerfi fin af

terren fodo,

e che non

fi

truovi

altro che terra morta

converr fcavare fin fi potr , e poi conficarvi de'Pali d'Alno, d'Ulivo o di Quercia un poco abbruftoliti , e cacciarli a forza con le macchine l'uno all'altro pi vicino che fi potr ; e poi riempiere di carbone tutti i vani che fono
tra

o paludofa , a tanto che

mezzo

Pali.

Fatto quello, converr in tutta! la Lib.r. i La Mura- fofla che far fiata fcavata , fab- c * bricare una Muratura con pietra la pi foda che fi pofla trovare.
*

Per legar

me

le

Pietre nelle

Edifizj

maaciormente infiefondamenta di grandi, vi fi mettono Pali

d'Ulivo un poco abbruftoliti, e li-

mati afsai d'appreflb tra l'una e l'altra filla di pietre, perch fervano co-

me ci Chiavi e di Arpioni: poich quefto legname cos preparato non fottopofto n a tarlarli, nadefser corrotto in maniera veruna dal tempo, potendo durar eternamen-

DI VlTRUVIO. Sf tanto fotto terra quanto nell* acqua fenza guaftarfi.


te,

Quando

fi

voglia fare delle

Can- *

tineo altri Luoghi fotterranei , bifogna che le Fondamenta fieno molto pi larghe: poich il Muro che
deefoftentare il terreno di fopra , richiede una groflezza grande per refiftere alla fpinta che fa la terra
in tempo del verno , nella qual ftagione ella fi gonfia , e divien pi pefante a cagion delle acque ,
di cui

imbevuta.

Articolo Quarto.
Vi fono
(erte

Lib.
.,

, 8-

fpeiie di Muratura , * ioc

Delle

Mura

T A Collocazione delle pietre uniXmu te colla Malta, che noi chiamiamo la Muratura ofia la maniera di far muro, e di fette fpezie: ve
ne ha tre di pietre tagliate , cio quella eh' in forma di Reticella, quella eh* in Legatura, e
quella
eh' chiamata

Greca

ve

j8

Architettura
tre altre di

ne ha e non
di

pietre

grezze

eh* ordini Uguali di pietre , quella eh' di ordini Difuguali, e quella eh' Guarnita e riempiuta nel mezzo : la fettima quella eh*
tagliate
,

cio quella

?La
lata*

comporta di tutte l'altre. La Muratura eh' in forma di " rete , che noi polliamo chiamare
perci Reticolata, quella ch' fatta di pietre, le quali effendo per-

fettamente quadrate nelle loro facciate, fono pofte in maniera, che le commeflure procedano obliquamente, e le diagonali fono V una a piombo, l'altra a livello. Quefto genere di muratura il pi vago alla
vifta ;

ma
.

il

lavoro fottopolto a

fenderfi
la

Si veda la

Figura

del-

Tavola I. La Muratura, detta in Legatu* lacera, quella ( come Vitruvio la


in cui le pietre ie timi. fp ga )
le
,

fono pofte
le

l'une fopra l'altre a guifa di tegocio a dire


,

in

cui

com-

mefsure dei piani vanno a

livello ,

DI VlTRUVIO.

$p

l'erte a

Ter co

piombo, in maniera chedella commeflura che divide


dall' altra
,

due

pietre l'una
il

cada

(opra

mezzo

a dirittura della pie.

tra che (la di fotto

Alcuni chiamano Incerta quefla Maniera di murare ma ci mala" mente, perch in Vitruvio leggo:

no Incerta

in vece 'Inferta

I noflri

Muratori l'appellano in Legatura : ella men bella ma pi foda che Si veda la Figura la Reticolata BB della Tavola I. 3 Quei. La Muratura, che dice Vitru Greci. vio effer particolare de* Greci, in cui dopo d'aver pQfte quella due pietre che fanno ciafeunauna facciata efteriore nel muro, f ne pone una per lungo delle altre due che venga a fare nel muro facciata di qua e di l, e fiofservi femprequePotrebbeii fto medefimo ordine chiamare quefta maniera doppia Legatura poich la legatura non
.
.

gi foltanto di pietre d'una ftefla


facciata l'une coll'altre,

ma

ella

6o ancora

Architettura
di pietre

d'una facciata

coli'

altra, a pietre le

motivo di quelle lunghe quali edendo pcfte a tra.

ciata

pietre d'una fac, legano le con quelle dell'altra Si cfTervi la figura CC della Tavola I. La Maniera di murare per ord- 4 Quei; L e ni di pietre Uguali, chiamata da- P e r orgli Antichi Ifodomum^ non dif-g""^ ferente da quella che fi fa in Lega-P ietre tura f non cheinquefro, chele pietre non fono tagliate Veggafi la figura D. della Tavola I. L'Altra maniera per ordini Difu-yQ ^-

verfo

guali
gliate

appellata Pfcud-fodomitm

, per or-

fatta anch'erta di pietre


,

non

ta-^g,'^*

porte
vi

in legatura;
fretta

ma

non fon
fezza
;

elle gi della
fi

grof-

oflferva rugua$Jian-

za

non

in

ciafehedun ordine,-

effendo per altro gli ordini delle pietre tra di loro dfuguali. Si veda la figura E della Tavola I.

La Muratura che Guarnita o q^_


fia

riempiuta nel mezzo, nominata ni Emphttondagti Antichi , fi fa anche

DI VlTfcUVIO. quefta di pietre non tagliate


ordini
;

6l
,

e per

ma
alle
fi

le pietre

non
alle

fi

pongo-

no che
e
il

bande o
riempie
,

facciate,

mezzo

di faffi gettati-

vi alla rinfufa nella m2lta. Si veda


la figura
la I.

FF,

GG H

della.

Tavomuras'
,

In tutte quefte fpeiie la tura far fempre migliore,


fia fatta di
zi

ella

pietre mediocri
,

e an-

piccole che grandi

affinch la

malta penetrandole in pi luoghi, rattenga meglio, e la forza fua non fi perda s predo , etfendo attratta da pietre grandi , nelle cui commeflure fi vede che U malta
le

polvere fi guada , e fi riduce in colPandaredel tempo: ci che non fi feorge nelle Fabbriche antiche , le quali fono (tate fatte di pietre piccole Dal che fi ricava, non doverfi ufarrifparmio di Malta. Quindi , che Vitruvio propo7 la Compe. ne una ccrta man era dj far muro, la quale chiamar fi potrebbe o Compofta, perch' ella fatta nfieme
. j

z
di

Architettura
pietre tagliate e
di pietre nori

lavoratejowero Ramponata, perch le pietre da una facciata all' altri fono fermate con cie'ramponi di ferro. La bruttura tale iTendo le
.

facciate del

muro
fi

fabbricate di pie-

tre tagliate,

guarnifee il mezzo che fi lafciato voto e fi riempie di malta e d'ogni forta di fall gettativi cos alla rtnfufa. Pofcia fi legano le pietre di una facciata con quelJe dell'altra per via di

ramponi
.

di fer-

ro
fi

figillati

con piombo

quefto

fa in

tal

modo
,

acciocch l'abch' nella par-

bondanza della malta


te riempiuta

nichi

una commeflure formano le

fomminiftri e comuumidit {ufficiente alle


delle pietre grotte
facciate
.

che

Si vegga la

Figura k della Tavola I. L Se re"" s * polTono fuggerire molte cau- e ,c ^ e tele per rendere la Muratura pi <ii inu-^foda e pi durevole e quefte cau; io rio/ tele cadono in acconcio fopra tutte le accennate fpezie di Muratura Quando s'abbiano a far muraglie
l,

j.

J.

VlTRUVIO. % per Fabbriche r pefanti e r metter^. vian- mailiccie , fi guarnilcono dalla parte chiavici dentro di pali lunghi d'Ulivo un poco abbrufloliti , per farli fervire di Chiavi e d'Ancore poich quefio legno in tal maniera preparato
DI
*

Di

affai groffe

non
L?! P er
hK

fi corrompe giammai. E' di grande importanza ancora


*a

Sodezza delle
fia tirato
>

Mura

che
e che

apiom-
*

tutto

Pilaftri

le

piombo, Colonne, e le
ben
a
,

Pile
il

fiano talmente fituate

che

fo-

do corrifponda

al

fodo:

poich f

v'ha qualche parte di Muro o qualche Colonna la quale s'appoggi fui falCo y egli imponbile che l'Opera duri lungo tempo. Vi fono ancora due maniere di
fortificare
i

leggri"

Muri

e quelle fono

alleggerirli del proprio lor pefo, Se"fi'^ fanno o pur d'alleggerire il pefo della terra
manieC
j

1?m

che debbo n elfi foftentare. La prima maniera di alleggerire Aiig*" B a q ue mo g n ^ ne> <I ua h vi foo^

'

no

nella parte di fopra delle porte o delle fineftre.


,

de'vani

come

+
Quefti
< 9n
1

Architettura
tali

alleggerimenti poflo-

no

eflere di

due forte. La prima


il

li,

di mettere al di fopra del Liftel-

o che foftenta

Muro

fopra

il

vano delle porte e delle fineflre, due puntelli che pofando nella
parte inferiore fopra de'Pilaftri unifcano nella fuperiore.
s'

L'altra maniera di fare fopra

SmT. vani
oita
.

degli Archi a

volta

con

pietre tagliate a guifadi conio e ten-

denti ad

un centro
cos

poich eflen-

do
la

muri

affodati col

mezzo

di quefti tali

Alleggerimenti
eh*
nella

muraglia

, tutta parte di

fotto

non

decliner

punto

re-

dando

fcaricata dal pefo della par:

te che di fopra

e f Je avvenifle

un qualche difetto col lungo paffare di tempo, ella potrebbe riflabilirfi

fenza
la

che

puntellare
c
ftentn1

foffe bifogno di parte di fopra.

La Seconda maniera
rire
li

di alleggeratti

e per

que muri che

fono

tcrr """e-

a foftentamento di terreno; poich

oltre

alla

groffezza

ftraordinarii

Di VTRUVIO. 6$ debbono avere , convien loro che


fare ancora degli Speroni neIJe fronti

dalla parte del terreno

ttanti gli

, tanto diuni dagli altri, quant' T

altezza del

muro

ma debbono

efli

avere tanto di piede ofia di Scarpa quanta pure 1' altezza del muro, in modo che a poco a poco inai* zandof fi reftringano tanto, che di fopra fiano cos groffi quanto
groffo
il

Che

fi

muro dell'opera che fi fa. giudichi , non efler Li ^


c'

quelli tali Speroni fufficienti, s'ap-

poggier ancora il muro che fo(tiene il terreno , ad altri Speroni nella parte di dentro, fatti come denti di fega , che verranno a fare degli angoli fportanti in fuori, ed altri rientranti nel fito dov'effi al muro fono congiunti. L'effetto di quelli Speroni nonmb.. **' fol tanto di foftentar il terreno colla loro refiflenza, ma d'eluder

anche

del terreno medefimo, feparandolo in pi parti.


la

forza della fpinta

Architettura

Articolo Quinto.

D? Pavimenti o
iPavimenti fcnodi

Terrazzi

XTI
%/

Y SS^no;
cica

ha quattro forte di Pavi-Lib. .* \ e. i. f r menti: alcuni fono a pie pia.

due folari; altri fono colmo delle cafe in piatta forma; ed altri fono in Sofaltri tra

pofti fopra

il

fittato.

che fono a pie r primieramente convien ila pie , fh^fa' fpianare e livellare il fuolo, s'ee fermo e fodo ; e f non o a?ia ** manie, tale , convien batterlo col MontoiwrS" ne > eh' lo finimento con cui fi battono li pali in terra; e dopo avere Uefo fopra il fuolo cos apparecchiato una prima incroftatura, detta dagli Antichi Statumcn^ ch'era di faffi e di rottami della groffczza che pu capir un pugno, mirti nella malta di calcina e di fabbione ; convien porre la feconda mano, eh* 01 appellavano Rudusp ch'era fatta
Quel.

Per

far quelli u

piano

t)l

VlTRUVIO.

i pietre e di rottami pi

f minuti,

de'quali ce ne vogliono tre parti ia

una

di Calcina, s'effi fono nuovi, perch f fieno prefida rovine vecchie, vi fi vorranno cinque parti

di tal terrazzo in
I

due

di calcina

Greci aveano una maniera di 6 alla fare i Pavimenti ne'luoghi baffi ,do- Lib man rade' ve regnano d ordinano il freddoe dreci l'umidit, che gli rendeva efenti da tali incomodi Scavavano ia terra a due piedi d'altezza, e dopo d'averla ben battuta, vi mettevano una mano di terrazzo , o fia ii pavimento di tettole cos colmato, che avefle un poco di pendo dalle due parti ove faceano dc'Canali atti a far fcolare P acqua fott terra: indi ponevano fopra quefla prima Intonacatura un letdi to carbone, quale battuto e livellato che Taveano , coprivanlo d> un altro Strato di Calcina , di Sabbione , e di Cenere ; e quefto poi lo polivano , quand' ra fecco > con una Cote. Quefl
'

fs

68

Architettura

Pavimenti aveano Ja qualit di forbir l'acqua fubito che vi cadea fopra,


ficch vi
fi

potea camminare a piedi

fcalzi, fenza efser


vinjenti

punto incomoda-

vate* dal freddo


Quanto
tra

poi ai Pavimenti dei Sobifogna aver attenzione, che 5oIa J-fe vi ha qualche Parete o Tramezzo al di fotto , quello non giun* ga a toccare il Tavolato di fopra,
chefoSue

laj ,

affinch f il Tavolato venifse ad ab-

bacarli dal pefo, iettando

il Tramezzo faldo e fermo, non doveffe il Pavimento per forza romper-

e crepare fopra di elfo. Per far quelli Pavimenti, convien inchiodare le tavole da tutte
fi

le

bande fopra ciafehedun Trave,

affinch quelle

non

fi

gettino

fendano. Quelle Tavole bifogner coprirle di felce o di paglia, per impedire che la calcina non guadi il legname ; poi vi fi {tender fopra h prima mano formata d'una miilura di malta e di rottami groffi quanto pu capir un pu-

non

fi

Vitruv. j gno, che converr battere lungamente con leve; e in tal maniera formeraffi una crolla mafficcia , che avr
nove oncie di grofsezza fopra di una tal crolla fi metter come per Nucleo o Anima un'altra pafta , che
:

queben peftata, che di ogni due parti ne abbia un* altra di calcina Sopra l'Anima fi. porr il Pavimento o di taglietti di petruccie , o di quadri grandi ben drizzati a fquadra ed a livello; e dopo di ci Ci ander fregando per legare tutti li rilievi ed inuguaglianze che vi fi potettero incontrare nelle giunture; infine vi fi paller fopra una compofizione di Calcina, di Sabbione e di Marmo peftato, per ben riempiere ugualmente tutte le commeflure. *iPaSe fi vuol fare un Pavimento eh*
avr
di Tei dita; e
lla far fatta di teftola
.

non

meno

tuhe" abbia a fiare allo feoperto fopra 1 terrazze acc i pofla refiftere e con-

Sbm
caft

il

colmo

fervarfi contra le
il

piogge e contra

gelo, e che

non redi danneg-

jo
P
l

Architettura
** a *

}! for

-~3* ato

ran
fi

ca * ore

convien

Travi Tavolato, conficcarne con chiodi un altro per traverfo del primo , cosicch faccia una doppia armatura alla travamenti; poi ftefavi la prima mano nella maniera gi detta, felciare con Tegole grandi di due piedi in quadrato, Je quali debbon cflere fcavate fu gli orli in forma

dopo che

inchiodato fui

il

di mezzi canali della grandezza

d*

che poi convien riempiere di calcina /temperata con olio. Quefte tegole della felciata debbon effere pofte in maniera che fiadito
,

un

no
due

rilevate nel

mezzo, dando loro

pendo per ogni fei piedi, cio a dire unaquarantottefima parte. Poi fopra queflo Jaftridita
di

eato fi porr il Nucleo , fopra di cui , dopo che far flato battuto ben bene nel modo che tutto il
refto , fi metter un laftricato di grandi pietre quadrate Ora per ovviare , che 1* umidit non appora'Pavimenti di tal ti nocumento

Di Vitruvio.
forta
,

7t
d* imbeverli

buona co fa

ogn*anno di tanta feccia d' olio , quanta ne poflbn ricevere IJ Difotto de' Pavimenti ed !*' imefni jnSoftu-Soffittati debbon effer fatti ancor quali effi con gran diligenza Per fare i nflde *Soffittati a volta, convien inchion u do ai Travi de' folaj , ovvero a dare J el P a Timen- Travicelli de' tetti, di due piedi in te due piedi, alcuni Pezzi di legno archeggiato ( detti volgarmente Se* fii) Bifogna far fcelta di legname, il quale non fia foggetto a corromperli, com' il Ciprefl,il Bofl, il Ginepro, l'Ulivo, e non gi
.
fi

la Quercia , perch fi fcheggia o il torce, e fa fendere quel lavoro dove s'impiega . Effen*

adoprare

o travicelli comparcon catene di legno , e confitti con chiodi alla Travatura, vi fi attaccherannocon giunchi di Sparto Ifpanico palulre delle canne Greche battute e fchiacciate . Si ufavano quelle Canne in luogo delle Late, o vogliami dire Cantinelle , che **
gli Afferi
titi

do

Architettura 1* inchiodano al d d'oggi per fare La parte di Graticci delle Volte


.

fopra di quefte

Canne

fi

coprir

con una Intonacatura di malta e di fabbione , per impedire che le


gocciole d'acqua
quelli Soffittati;
,

le quali vi pof-

fon cader dall'alto

non guaftino , dopo di che con-

verr incamiciare la parte di fotto che noi diciamo il cielo, fgroffandola con geflo , ed eguagliandola pofcia

con malta
,

di

calcina e di

fabbione

pulirla

finalmente

con una mano

di calcina mifta col

marmo.
Lib.y.

Faceano talvolta gli Antichi le Volte doppie, allorch temeano , che l'umidit folita a generarti da' vapori che fi follevano in alto,

non guaftaffe la Struttura di legname che fta fopra delle Volte:


ci

consumavano

di fare prin-

cipalmente ne' bagni. Le Cornici , che fi fanno attor-gf^ no via de'Soffittati , debbon eflere leggiere e piccole , poich dee

di temerli che

Vitruvio*
il

73

grande loro fporto

non le renda pefanti , e fottopoHe a cadere. Convien perci farle


Stucco di marmo fenza getto, affinch feccandofi tutto il lavoro a nel tempo medefimo , fia
tutte di

men

foggetto a romperfi.

Articolo Sesto*
Delle Incamiciature *

L.b. 7
4.

Incamiciature che du* IeIu ami m tempo, e che non ci .-mire ono di fiano mai foggette a fcrepolature, quattro JL bifogna aver attenzione di tion ap^f plicarle fopra muratura, la quale non fia ben fecca: perch altrimenti fuccede , che V Incamiciatura
'

PErfare

rino lungo

'

eh' efpofta

all' aria

feccandofi

pi pretto della parte interiore del Muro, fi fende e fi rompe.


Lib.7.

Per far poi l'Incamiciatura con x V in.


.

metodo, convien applicarla di ma- c ?niN no in mano , oflervando di nonp'Musrof metteryi una nuova mano > f quel- fi.
"

74
la

Architettura

fopra cui debbe effer pofta, non fia prima quali fecca affatto . Sei
gli Antichi ; malta fatta con Calcina e Sabbione e tre di Stucco fatto con polvere di marmo e di calcina. Le prime mani che vi mettevano erano fempre pi grolle che l'ultime ; ed aveano ancora quella attenzione, di non metter in oprala malta di Sabbione o,di Stucco nell* Incamiciature , le prima non fofle fiata lungo tempo battuta e mefeolata , principalmente lo Stucco, che lo dovea eflere fino a tanto , che non fi teneiTe pi alla Cazzuola . tifavano parimenti gli Antichi diligenza molta nel battere le Incamiciature e nel ribatterle pi volte dacch erano applicate, e nel Jifciarle: ci che dava loro una durezza , unabianchezza,ed una pulitezza tale fpecchj . t.LTn- c ke &ccalc lucenti come camiQuelle Incamiciature fatte in tal dapitu-modo fervevano ancora per dipi* r a Fr e Vco .gnervi a Frefco ; perch i colori , ve-

mani ne metteano
tre di
;

Di Vitruvio.
nendo
applicati fopra ia

71

Malta pria ia fi fecchi, penetrano, che e fanno infieme con efsa uno fteflo corpo, di maniera tale, che quantun-

que poi la pittura

fi

lavi,
:

non

pi

foggetta a cancellarli ci che non avviene di quella , la quale fatta


3 L'iir

fopra la Malta gi fecca Applicavano pure gli Antichi "re quefte Incamiciature fopra i TraP e T, a " mezzi o Pareti di Jepno riempiuti tJ meni. a ^, di terra grana , inchiodando delle Canne, come noi facciamo le Latte o vogliam dir Cantinelle , e
fia
.
' .

>

{tendendovi fopra della terra poi vi mettevano un' altra

grafsa,fila
,

di

Canne
dopo

a traverfo delle

prime

poi un'altra
di

mano

di

terra grafsa ;

che

applicavano

fopra

di quella gli ftrati di

Malta, e di

Stucco nella maniera gi detta.


4 L'in. camiesature pe'iuo-

mid?."

luoghi badi ed j*f Antichi moItC al, , ,, tre cautele , principalmente nelle P art * interne : poich per quello
i

^er I ncam iciare


sii
.

umidi ufavano

che riguarda

il

di fuori,

fi

conten-

Architettura j6 tavano di farvi l'Incamiciatura dal bafso de'Muri fino all'altezza di tre piedi con Cemento Ma al di dentro, quando il terreno nella parte di fuori era pi alto del pie piano interno, vi facevano contro al muro maeftro un altro muretto flretto, tra l'u.

no
le

e l'altro de'quali vi iafciavano

folamente l'intervallo d'un Canao Condotto , che faceano pi baffo del pie piano della fianza, acciocch riceveffe f acqua tramandata dai muri
al di fuori.
,

e la facefse fcolare
a fin d'impedire * che poteano rinfer-

Ed

che

vapori,

rarfi tra quefti

muri , non v'ingene*


,

rafsero molta acqua

vi

faceano ver-

fo l'alto del contra muretto alcuni

per dove potefsero i vapori- fortire: poi quefto contra muretto veniva incamiciato al di fuori
Spiragli
,

con Malta

Stucco nella maniera

gi efpofta.

Quando
to,
tal

il fitoera troppo riftretche non permettefse che

DI VlTRUVIO. nel di dentro fi facefsero

77

muri,, vi metteano delle incavate, Time fopra l'altre contro al muro ; e quefle poi le ricopri-

Contra Tegole

vano, e le incamiciavano di Malta e di Stucco. Tali Tegole ch'erano impegolate nella parte interiore , e che formavano certi mezzi canali, lafciavano fcolare nell'accennato
dal

Condotto T acqua

che
detti

ftillava

muro maeftro , e
fortire
i

lafciavano anSpira-

che

pe' gi

vapori che dall'umidit vi s'ingeneravano


gli tutti

7^

Architettura

CAPITOLO Ut
bella

Comodit

delle

Fabbriche

A rticolo Primo.
Della comoda Situazione Fabbriche
.

delie

Lib.i.

dee confiderare l'Architetto* fi e Ja comodit del luogo, dovado 7 debb' gli intende di fabbricar un EdifiAcre zio. Quindi , che l'Architetto Dinocrate fu biasimato da Aleffandro , perch aveagli propoflo un bel difegno per fabbricare una Citt in un luogo iterile, ed ingofia
lll

\J

Proem.

abile a foftentarne
i.Ferti-

gli

abitatori
0,3
'

Convien per tanto


fertile

feiegliere iinLi^.i.

ed abbondante da f 2 Acccf fteflb , e che per altro abbia Fiufiuie ^ e p ort j ca ac j ^i fomminiftrarp
.

luogo

gli tutte quelle

comodit

di cui

proveduti fono i luoghi circonvicini*

DI VlTRUVO.
3.sano.
qScfto

7^
l'aria
fia^- lbi
c'

La
fana
.

terza cofa , che


fia

Per quello bifogna che


foIJevato, a fin
alle nebbie.

il

SeEb'
*?<?
1

luogo

d'efTere

men
di

f tt0 Pft

Deb-

PaiudVbe efler

anche lontano dalle PaJua motivo della corruzione , che


efler cagionata dagli
aliti

pu

invi

fetti de*

velenofi

animali

che

s'ingenerano , e che rendono i luoghi all'intorno inabitabili quando per non fi dia il cafo , che le Paludi appreflb al Mare fiano
follevate in maniera

acque

vi

che le lor > pofsano fcoJare; echeall*

incontro anche il Mare quando fi gonfia in tempo di burrafche , poffe portarvi le Tue, e far morire con la fua falfedine le beftie venefi-

che
vllto a

d'uopo confiderare ancora , che

Mezzo-l'aria
a

nente

non pu efler fana in una Citt pofta fulla fpiaggia del Mare, quando detta fpiaggia fia volta verfo al Mezzod o pur verfo a Ponen*
te:
il

caldo indebolifce

poich d'ordinario avviene che i corpi, e che?

So
il

Architettura

freddo gli fortifica ; e refpericnza fa vedere , che coloro i quali partano da paefi freddi a paefi caldi, difficilmente refiftono a foggiornarvi fenza che vi fi ammalino ; laddove per lo contrario gli
abitanti de' paefi caldi,

qualunque
Settentrio-

volta paffino
Co

verfo

il

cenouniuo{i

ne, ftanno meglio di falute. Gli Antichi aveano in coflume di formar giudizio della qualit

llf

dell'Aria , dell'Acque, e de'Frutti ~che poflbno rendere malfano un luogo, dalla coftituzione de' corpi
degli

Animali
.

che

vi

fi

erano
quefti

nutriti, confiderandone di
gl'inteflini
effi

Imperciocch f in ritrovavano corrotto o livido il fegato, conghietturavano quindi , che lo fteffo farebbe degli uomini ancora .

DI

VlTRUVIO.

8l

Articolo Secondo.
Della Efpofizione delle Fabbriche
.

d'un luogo fano, ***. c, convien prendere legiufte midfpen- Ture per la Difpofizione deJJe cona fecondo il pi vantaggiofo d lf trade a *P ett0 del cielo. La miglior EfpoTiene rer ri- Azione far di fare che il vento non iFcie- imbocchi le contrade in que'luoghi, affai freddi, e iVeafi dove ve ne ha di ftraordinariamente impetuofi L'EfroAfpetto delle Cafe private^.,. delie viene renduto comodo dalle aper- c -** 6 ture, che loro fi danno differentedeife' niente per ricever l'aria e il lume, pani
(celta
d'una

SrTJAwa la
JL

de dT dueco- r fi
e e r3aiie

feconc* * a qualit delle parti che trovano nelle Fabbriche.

k
iti

naj, e

Imperciocch leDifpenfe i Grageneralmente tutti que'Iuoghi

L ib
c 9 f'

ne quali vogliafi chiudere , e cuftodire qualche cofa , debbono efler do i debbo- efpofti yerfo il Settentrione > ed
ed ufi,

tz
iporre diverfa

Architettura
pchhTimo dominaci dai
i

tu di- e fl" er
.

rag-

g del OOIC . Gli ufi differenti delle parti IToghi


a

chej^
.

ftodire

pongono com r &


cano ancora

le

Fabbriche
.

, *

ricer-

icfrut-

difterenti Lipoiizioni:

poich le Sale da mangiare in temP d'Inverno, e i Bagni doveano g aT r inver-a pp re flo gli Antichi riguardare a perch tale i Ba*- Ponente d'Inverno sni i luoghi pi calSituazione rende di a motivo del Sole, che vi batLe
saie

da

an

-,

'

te co'fuoi

raggi fu

quell'ora
effi

del

giorno

in cui aveano

per co-

ftume
Le B h
-

di fervirfi di s fatti

Appar-

tamenti

Le Biblioteche effer debbono ^ te rivolte a Sol Levante; perch gli ufi loro richiedono il chiaro della mattina ; oltre di che i libri non guaftano tanto nelle Bibliotefi
che efpofle in tal guifa , quanto in quelle che guardano a Mezzod e a Ponente, le quali fono fog gette a' tarli , e ad una umidit che ingenera muffa fu* libri. Le Sale da mangiare per la

iVda
manre

Priver
bon

Di VitruviO 8$ e per l'Autunno dtb-

effere voltate all'Oriente, affinch eflendo riparate dalla mag* r"r ia forza del Sole, eh' quella veggio**
fSumano,

^ a quand' vicino a tramontare, fieno quelli luoghi temperati in quel tempo che fi Coc

^e^

gliono adoperare. Gli Appartamenti che fono per P tam en-Ia State, riguarderanno a SettentTlonQ y P er aver cos * P* u di frenale.
Gii

feo
J^Gai-

molto proprio ancora per le Gallerie di Pitture, togli e per quei luoghi ove fi dipigne; T d acciocch i colori, per la fermeze l1gn J~ za ed egualit de'Jumi che vi in tutto il giorno, fiano nelle opere impermutabili. i.DaiE duopo aver anche riguardo Libi a 01
de'Qua

QuefVAfpetto

*?

i ra

alla diverfit

de* paefi

dove

'

gli

paefe

ecceffi dei caldo e del

chiedono

Situazioni

freddo riAfpetti e

Strutture differenti. Imperciocch


ne' paefi Settentrionali le Cafe deb-

bon

eflere fatte a

volta con

p-

Architettura $4 che aperture, e rivolte verfo le parti del mondo ove regna il caldo; per lo contrario nelle Regioni calde e Meridionali convien farvi delle aperture grandi, e rivolte a Settentrione; affinch l'Arte e l'Induftria polla

rimediare a

ci, che la natura dei

luogo ha

in f d'incomodo

A rticolo Terzo.
Della
m

Difpofizionc

delle Fabbriche.

h*-

T A

DifpoGzionc, o Diftribu- Ub
Edifizj

dn Fabbri-fce alla

zione degli

con trib i-

c * 6-

cSm-

Comodit loro , quando g n ' co & fituata bene, in modo

e abbia a fervir a Ji ufi > rcui S ch'eie deftinato l'Edifizio. Quindi , evoie che la Piazza pubblica e il Mercaluzie t0 devon eflere nel mezzo della rubb Gitt feppure non vi fia un qual-

S3u.

che Porto o Fiume

Perciocch
le

il

Mercato non
s fatti

debb'efler lontano da
,

luoghi

donde

merca*

^
priva-

tanzie

Di Vitruvo, $$ debbono effere trafportate . Le Cafe private debbon avere le Iib


c'

loro parti differentemente difpofte cut vi fecondo la diverfa condizione di 3^* chi le abita Imperciocch nel*
.

ci
i a

fpeie,] e

Le
d

Cafe de'Grandi ' gli Apparta, o rr i j menti del padrone non debbono

ci tt J eflere full'entrata;
f

ma

fogliono an-

no o p
Grandi

,z *

fabbricarli dinanzi a' loro appar-

tamen ti de'luoghi vacui,


li,

come a

dire de'VeftiboIi, Cortili, Perirti*

Sale,

e Giardini
il

ricevervi

ancora per gran numero delle per*


.

fone, che hanno affare co'Grandi,


e che loro fan corte

Mercatanti debbon j*^ uLa. avere fuiringreffo le loro Botteghe, i loro Magazzini, e gli altri luoghi, ove hanno a trattare co'foreftieri . Alle Cafe di Villa convien dare ci/ *fun altro ordine e un'altra difpof?a,che Janno zione diverfa da quella delle cafe x
cafe
de'
dodici parti,
,.

Le

G ditta.

fy.

Imperciocch

la

Cucina debb*

cucina efsere prefso la Stalla de' Buoi, in guifa che le Mangiatoie riguar*

'**

Architettura %6 dino verfo il Focolare e verfo il dcBuoiLevante quefto fa che i Buoi non diventino ombrofi, e non abbiano il pelo arricciato. j.iBa^ I Bagni debbon eflere anch'efll
:

alia

Cucina

vicini, affinch

il

ca-

mino
4.
il

pofla fervire

ribaldarli.

debb' effer n II Torchio non * J ntano sd Cucina , eu ur So. P perch cos far comodo al fervizio eh'

neceflario per la preSe il parazione delle Ulive debbe fufolo a non Torchio , piedi di aver meno di quaranta lunghezza, e fedici di larghezza y f non ve n'ha che un foio: ma f vi far luogo per due preli, fi diano ventiquattro piedi per lunghezza.
.

s:

la 3 1* "
1

n .

Congiunta al Torchio far la Cantina , di cui le fineflre guarderanno a Settentrione, doveilSole

non pu
.

rifeaidare
il

calore

rende debile
lo contrario
il

perch il vino e la
in

guafta
6.ii

Per
cui
fi

luogo
>

fo

conferva riporto folio

debb*

DI

eflere rivolto a

VlTRUVIO. 87 Mezzod; perch ^jjj,

buona cofa, che iJ calor mite deloiio. Soie trattenga l'olio Tempre fluido. Gli Ovili, e le Staile per le Ca-;- gii * pre debbon eflere molto grandi ,g.Te per far s, che ciafcuna di tali be-^fj; itie abbia almeno quattro piedi di capre. fico da occupare.

Le Stalle
fieno
nel

de' Cavalli

convienche*
alla

cafadeW valli% pi caldo, purch non luogo


fabbricate

vicino

guardino al focolare; perciocch i cavalli che veggono fovente il fuoco, fanno il pelo arricciato. te Le Tezze ed i Fenili, che fono *zie i luoghi ove fi cuftodifcono la paglia t\ ed il fieno, come anche i Molini,^" bifogna che fi facciano un poco MoIini lungi dalla cafa a motivo del peil!

ricolo del fuoco.

In ogni forta di Fabbrica bifo-inme 3 gna aver attenzione, che tutte ledeiie"
parti fienor illuminate bene
:

wia^jj.

fopra tutto il lume neceflar io al- ^cole Scale, agli Anditi , ed alle SaleSdS-

da mangiare.

brkht"

$8
cacche

Architettura
q Ue
>

vien aggrandir le finertre quanto far peflibile, ed alzarle fino [pi cienta a tanto, che per la loro apertura
a
fuffi-

convcna A-ofcuri re rer

juoghj

che

fono

re

dalle Fabbriche vicine, con-

fipofla veder

il

cieloalia fcoperta.

Articolo Quarto.
Della ferma comoda delle Fabbriche
Iaco :
SSie"
1

che uno Ila della lh>. Comodit del luogo in cui c h ^d' vuol fi fondare una Citt, perrrfez-

XV

Sficurato

i.

"

rende
forma

la

20 delh cognizione che fi avr del* bont della (u aria, della fua
e della facilit che predar
]

debbo- fertilit,

oave

e Strade , i Fiumi, e i p Porti di mare di farvi venire ogni cofa necelTaria ; convien provvede-

(f ono

ni,

re a ben munirla con fortificaziole quali confiftono non folamente nella fodezza de' Muri e de'

Rampati,
iato,

ma

della quale fi gi parprincipalmente nella foreffer fatti.

ma

con cui devono

Di Vitruvio.
1

S9

La
eisere

figura d'una Piazza

non debb'
,

delie

ne quadrata

ne compofta

d'angoli troppo avanzati in fuori

ma

convien ch'efsa abbia gran nudi

mero
.

fenofit
efser

affinch

il

ne-

veduto da pi luoghi Imperciocch gli angoli , che troppo s'avanzano all'infuori, fono inopportuni alladifcfa , e pi favorevoli agli afsedianti che agli aiTediati. Bi fogna procurare di rendere l'avvicinamento alle mura pi difficile, che mai fi pofsa. La forma pi comoda delle pi\b v,h ^ t Ie c *' Pi * l *J>liche piazze fi , che abbiano per b che eh' larghezza due terzi della longhezza J ro I Greci adornavano le pubdiffebhche piazze con doppj portici ali' feccnHo intorno e con fpefse colonne , e reu# di fopra nei palchi o ta fselli facevano i luoghi da pafseggiare Ma i Romani avendo ritrovato Secon' -

mico pofsa

Roma e ^ser incomoda tale quantit di Coll lonne y le pofero in maggior diftanza, diftribuendoie con pi fpaziofi e larghi intervalli, a fine

che

^
90

Architettura

fi potefsero piantar delle botteghe , le quali non fofsero ofcure 1 Le scale. Le Scale degli Edlfizj pubblici LJI ^* % debbono efser larghe e dritte ; e
.
>-

ltto que' portici vi

e mol, anche g* ingreffi , a fine che il popolo pofsa entrare ed ufeire comodamente Si parla
ti
.

bifogna che fiano molte

pi ampiamente de' gradini delle Scale nel Capo feguente Articolo 4.

lJe

Le Sale, in cui abbiano a farfi ub.^ grandi Afsemblee, debbono avere^/


Ja travatura

molto

alta

Per dare-

Sf-

ioro una giuda proporzione, bifogna unire infieme la lunghezza e la larghezza della Sala, poi fi pigli la

met

di tutta

la

fomma,

ec!*.*'

tanto f gli dia per altezza. Le Sale poi, nelle quali non fi vorr un
s

grande innalzamento

avranno

tanto di altezza, quanta far una volta e mezza la loro larghezza. Ne'luoghi vafti e afsai follevati, c!'J' per rimediare all'incomodo che vi

Di Vitruvio. 91 cagionare fuol il rimbombo delle voci, convien fare all'intorno nel
mezzo de'Pareti un Cornicione in forma di cintura , a fine che ritardata da qucfto la voce prima che
fia

nel!' aere diffipata

pervenga
;

alle orecchie degli uditori

altri-

menti ne venirebbe , che la voce dopo efser andata a percuoterli contra i muri, andrebbe a ribattere una feconda volta nel cielo della 3 Sala e farebbe un doppio rifuono molto faftidiofo
.

yz

Architettura

CAPITOLO

IV.

Della Bellezza delle Fabbriche].

Art icolo Primo.


In che
confifla

la Bellezza delle Fabbriche .

iTodu
fpeiie

Imma fpezie di Bellezza;


,

T ^
piace

Fabbriche aver poflbno due

V una
.

lewa'Pofitiva
1

Arbitraria l'altra
Poftiva

La

J?

Bellezza
ftefla

briche,
i!qSei-

quella, che neceffariamente da per f La Bellezza Arbitraria

po quella

jjj^f fariamente,
pende

che non piace gi necefma l'aggradimento di effa dipende dalle circoftanze che l'accompagnano.
,

simme-

La

Bellezza Poli ti va confitte in

trc C0 ^e principali , cio nell' u*!<uha Mate- guaglianza della relazione che le
?!

Vair parti

fione"

hanno l'une all'altre, e che chiamali Simmetria ; nella ricchezza della Materia ; e nella

propriet

politezza ed aggiu-

Di Vitruvio
fatezza
dell'

55
alla

Efecuzione.
rele parti

Per quanto appartieni!


lazione uguale, che

d'una Fabbrica hanno l'une all'altre, Vitruvio

non ne ha

parlato

non
la uba.
'

f forf allora, ch'ei

antepone

flruttura reticolata all'altre fpezie


di

Muratura, a motivo della uniformit, ch'ell'ha nella figura e nella fituazione delle fue pietre : ma per quello concerne la ricchezza e la materia, ei ne lafcia la
difpofizione a chi fa la fpefa della Lib
*
-

I(

Fabbrica; e confeffa inoltre, che c 2 la bellezza dell' efecuzione interaLjb6 mente dipende dall'induftria, ed afe u." tenzione dell' artefice i-Quel; La feconda fpezie di bellezza cio Arbitra-quella che non piace f non f per
.

d?tte circoftanze
duefpe- di
cio'

chefaccompagnano, due forte; l'una fi chiama


.

Saviezza, l'altra Regolarit La ragioneSaviezza nell'ufo conftte Sa'weiIa

vole delle bellezze Pofitive , che rifulta dall'Impiego, e dalla Collocazione conveniente delle parti
,

94

Architettura

per la perfezione delle quali fi data ad una Materia ricca e prcziofa una Figura uguale e unifor-

me

con tutta la pulitezza, prpriet , e correggimento pofl-

bile.

Vkruvio apporta due efempj


quella fpezie di bellezza
.

di [jb
c

**

II

pri-

mo
gne

, quando
nelle pietre
,

fi

fanno delle Bua fin di

nafeondere le commeifure, ponendole immediatamente r une fopra l'altre

cuoprano co' loro cagionano una pi diletteuna bellezza ed vole apparenza di componimento* Il Secondo efempio , quando fi iib. ha la mira, che gli Appartamene * d'Inverno non abbiano nei pati
in

modo, che

le

fporti: poich

tali rilievi

7a

reti

foffittati f non poca , e nei fcultura, e che gli ornamenti non

poich ha Io fieno di ftucco : flucco una bianchezza tale e cosi

luminofa,cheogni

menoma macchia

o bruttura lo deforma, e per altro non potrebbefi impedire^ che il fumo

del fuoco
fi

DI Vitruvio. 95 vi , e delle torcie che

accendono nella ftagione d' inverno, non guaflaffe il bel colore


tai lavori, a' quali la

di

fuligine

s'attacca
1

'intagli della fcultura,

ed entra per maniera neche non


levare
.

il
*.

pu pi

La

teliti',

La Regolarit dipende dall' ofavanza delle leggi , che fono


flabilite

^
te.

fifte

per le Proporzioni di tutt'


.

jeiiof- i

membri d'Architettura

L'ofler-

zVdd- vanza di tali leggi


es8,

produce

una

bellezza gioconda agl'Intendenti d'

, i quali amano que* proporzioni per due motivi. laRa- Il primo motivo , ch'efse fonitone date fono la maggior parte fulla Ragione, la qual vuole per efempio, che le parti che foftengono, e che fono di fotto , fieno pi forti di quelle che flanno di Co* pra; ficcome fi offerva ne' Piedcflali, che fono pi larghi delle colonne ch'elfi foftengono; e nelle olonne , che fono pi larghe a

pareri-Architettura
fle

bafso che in alto.

*ufaa-

RCHITET^UF. motivo la Prevenzione, ch' uno de'pi ordinarj fondamenImti della Bellezza delle cofe perciocch ficcome amafi la forma
$6
L'altro
.

degli abiti, che portano

perfotal

naggi

della

Corte

bench
a

forma non abbia alcuna Pofitiva


bellezza
,

ma

fol tanto

cagion

del merito pofitivo di quefti per-

fonaggi; cos ancora porta il cofiume , che s* amino le Proporzioni de'membri dell' Architettura
piuttofto a motivo della

buona o-

pinione conceputa univerfalmente di coloro, che le hanno inventate, e per cagione dell'altre pofitive bellezze {coperte nell' opere degli Antichi, nelle quali quelle Proporzioni truovanfi ofTervate , Poi,che per verun altro motivo ch fovente quelle proporzioni fono con tra la ragione ; ficcome fi vede nel Toro, o fia Battone della bafe Jonica , nelle fafee degli Ar.

chitravi,

e degli

Antepagmenti o

vogliam

dir

Erte delle porte, dove

t>i

Vitrvo*

.97

il

forte vien portato dal debole; e

molte altre cofe , che la fola Ufanza rende fopportabili Ora quefte Proporzioni appar-LaBeitengono a tre principali membri ,de"e* i quali fono le Colonne, i F^on-^e confine tifpicj , e le Erte Le Colonne generalmente pre- proporre , e in quanto fon oppofte a'Jj ^
in
. .

Frontifpicj, e all'Erte,
parti
,

hanno tre m .

cio

il

Piedestallo
:

la

Colon-

pria-

na a e gli Ornamenti cia&itedti- chi fona di quefte tre parti ancora di 3ol |f vifa in tre altre; imperciocch il ,e

Piedeftallo

comporlo

della fu a

Bafe, del
la

Dado,

Colonna
,

e della Cornice: comprende la fua Ba,

fe

il

fuo Fufto
,

il

fuo Capi,

tello; e gli
nel!'

Ornamenti confiftcno
nel Fregio

Architrave

nella Cornice.
II

Frontifpicio ha anch' eflb


,
,

treiiFron.
ci.

parti
nici

cio

il

Timpano
,

le

Cor tn

e sii Acroterj
le ftatue.

che fono

que' Piedeftaletri di

fopra dove

vanno

9&
L'Er-

V Antepagmento
Stipiti e d'

Architettura
o Erta che comporto di un* Importa o fia
,

vogliam chiamarlo,

due

Sopralimitare per traverfo , il quale foftiene anch'elfo un Fregio , e poi fopra di quefto vi la fua
la Forma, e le di tutteque^Proporzioni differenti ni art e ^ * vengono a formare due alP du"'!tre tre cofe principali , alle quali fi pu

Daque-

Cornice . LaDifpofizione,

che coflituifce la , e quefte fono il Genere, e l'Ordine Il Genere dipende dalla PrOli Gnere. p 0rz i one > cne p a flfa tra ] a gro
riferire tutto ci

bellezza degli Edificj

fezza delle

Colonne, e
fi

l'interval-

frappone. Ordine anch' erto dipende _ v 0r dine, in parte dalla proporzione , eh' tra la groflezza delle Colonne , e Ja loro altezza; ma a quella proporzione convien aggiugnere ancora molte altre cofe, che appar-

lo che tra lor

forma delle parti principali delle Colonne > e dell*


alla

tengono

altre

D VlTRUVIO. 99 parti che le accompagnano,


Je

come fono

Porte

le

Paltre cofe, che variano i diverfi ordini.

Erte , e fecondo

Articolo Secondo.
D^cinqne Generi
icinqueX
l'Ediifo "
n*

d* Edifiz).
-

fono cinque generi d' Edi- Lib * Q,%. li primo chiamato Pycnojlyloy cio a dire di colonne

J\

fizj.

* n
ftiio.

affai

fpeffe

la di

cui

proporziol'altra

ne

tale,
vi

che
fi

tra

runa e

Colonna
Vegga
la II. smiio.

poffa porre la grof.

fezza d'una
la

Figura

Colonna e me^za Si A A. della Tavo-

Secondo detto Syflyto, vale a dire dove le colonne fembrano cfler unite infieme ; fono effe per non ottante
di

un poco pi

tra

che nel Pienoftilo: imperciocch V Intercolunnio y o fia fpazio che v' tra coloro difcofte

io

Architettura

lonna e colonna , di due groffezze di colonne.


II difetto,

che

fi

nota

nel

Si-

glilo,
ftilo

egualmente che nel Pieno-

le Fabbriche le quali

quello, che gl'ingreffi delfono attorniate d colonne cos difpofte , fono angufti : di maniera che , ficcome avverte Vitruvio , le Dame che fi portano ai Templi , tenendoli per mano di qualche perfona, fono coftrette a lafciarf; poich due perfone non potreb-

bero paflare al pari tra gl'in tcrcolunnj. Si vegga la Figura BB. della

Tavola IL
?..

II

terzo

io!*

'"eh*

nominato quanto dire, dove

Diaflylo-,
le colon-

ne fono

tra di loro fiaccate e lon-

tane, in maniera tale che nell'intercolunnio fi poffa frapporre la groflezza di tre colonne ; ma queita difpofizione patifee un inconveniente, cio, che gli Architravi, i quali pofano da una colonna all'altra, per la grandezza de-

Tavola IL Quarto " appellato Areoflylo, H&a che quello dove le colonne fono
della

CC

DI VlTROYIO tot corrono pericolo di fpezzarfi , perch gli Antichi faceanli di una fola pietra Veggafi la Figugii fpazj
.

rare.

Qui non

v' certa regola di

proporzione; ma fempre per la diftanza d'una colonna all'altra maggiore che nel Diaftillo Quindi che in quefto genere non fi pu mettervi Architrave d* altra forta , che di legno Si oflervi h Figura DD. della Tavola II.
. .

Lib

j./'EuU1 *

Il

Quinto detto Eufyloy cio

dove le colonne fono dittanti runa dall'altra con una pi conveniente proporzione che negli altri

generi:

perciocch

fi

devono
groflez.

fare gl'intercolunnj

della

due colonne e un quarto'; con quefto particolare per , che lo intercolunnio di mezzo tanto a fronte, quanto di dietro deve efza di
fer pi largo degli altri , dovendoli fare della groflezza di tre co-

Architettura ro ionne Quindi , che quefto genere oltrepafla gli altri in bellezza, in fermezza, e in comodit . Vedafi la Tavola III. uttocn l'effenziale de' cinque JiTeb-* bon ef generi confitta nella proporzione
.

jfjjj^'lonna

che paffa tra la groffezza della Coed il fuo intercolunnio ;ef" *"" fi per ancora fono differenti per la. * * bucndo i proporzione che corre tra la groffezza della colonna, e la fua altezza Imperciocch i generi ne* quali le colonne fono fpeffe , e molto da vicino l'ime all' altre , debbon avere Je colonne pi fotti*; all'incontro pi groffe fi hanno a tenere in quegli altri , dov*
ditti!
.

effe

vanno

in

maggior diftanza

La

verit

che quelle

[ ib ** nulla di meno , c 7 proporzioni non fono


;

g$ fempre

offervate

e che bene

fpeffo alle colonne

Joniche , ed alle Corintie che fono le pi dilicate, fi danno Intercolunnj pari a quelli che proprj fono dell' ordine Tofcano , ch' queir Ordi-

Di Vitruvio.
ne,
ricfaTr

in cui Je
.

Colonne fono

le

103 pi
fi

groffe

^a

la

pratica te pi ordinaria

Areo-

colonne dell' AreoftiJo in modo che Ja groflezza di quel di fare Je


le fia l'ottava

parte della loro al,

tezza

fjT
JiW
11

Nel

DiaftiJo

nell'Euftilo

fi

Diafti-jivjjg

altezza della colonna inotto parti e mezza , per darne una

di quelle alla groflezza.


co-

Nel
P arti

Siftilo,
fi

l'altezza

delle

co-

alsJ^lonne
ai

pc-

ha a dividere in nove e mezza > e a M* groflezza f


.

noftiia.ne

d una

Nel
la

Pienotti lo la groflezza delfi

colonna

fa della

decima par-

te dell'altezza.

La ragione di quefte differenti proporzioni fondata fu quefto ; che fi confider, che l'aria la quai' entra tra i vani delle colonne, confuma e fminuifee la groflezza loro a proporzione, che vi pi di vano e di fpazio; perciocch quanto pi fi rauna d'intorno alle co,

i4 Architettura Ionne di aere e di luce, tanto pi pajono fottili: quindi , che per
Ja

medefima ragione fi creduto uopo d* ingroflare Je colonne delle Cantonate di una cinquantefima parte di diametro di pi delle altre. Vedafi la Tavola IL e la Tavola III.
efler

A rticolo Terzo.
De' cinque Ordini d'Architettura.

ftlnxj-T ye^c A.
fetixcii
Ordini
coufifto.

cinque Ordini d'Architettura fono il Tofcano , il Dorico , JonicOjil Corintio, ed il Com


'

P" t0

Quefti Ordini diverfi fono flati inventati per foddisfar al difegno, Suecclo che fi potrebbe avere di far delle

Fabbriche pi
pi

omeno
:

mafliccie,

o meno adorne
la

ch
e

diftinzione

Imperciocdegli Ordini

confitte

in

quefte
gli

ficcome

due cofe ; Ordini Tofcano e

Dorico fono i pi rnaflcq

ma men
i

DI

ll^
cena.
i. nell

ornati
.

e
.
.

l$ VlTRUVlO. come il Corintio e il


i
\

Compofito fono
pi ricchi
v

pi dilicati

ma

i
!

*.

orna-

memo

mezzo s come negli ornamenti


doeflmenomafficco

Jonico tiene il ; nelle fue proporzioni ,


cosi
il

fuoi

eflen-

ma

pi orna-

to del Tofcano e del Dorico ; e pi mafficcio e men ornato del Corintio e del Compofito Ora bench Vittimo non abbiado.*
.

di vifa T Architettura , f non innF? Ordini, cio Dorico, Jonico, [f^'tre c e f- Corintio , ei non lafcia per di dar &

2S

e[i

***

proporzioni del Tofcano, e di parlare del Compofito ancora.


le

ts

Architettura

Articolo Quarto.
Delle cofeche fono comuni a pi
Ordirti.

vi fono
lette co

coa

JL

TJRima
] '

di trattare delle differen*

ze di quefti

cinque Ordini

eg u a proposito di parlare delle ?wi 0r - cofe che fono comuni a pi Or^.


cio'

dini,

come fono

Gradini, iPiedelle
i

deftalli, la

Diminuzione
Cornici , e
gli

co*

lonne, JeJoroCanalature,
tifpicj
,

Fron*
.

ie

Acroterj

I Gradini, che fono nella fronai.wT te deTempli, oscdeepre di numero


rarfi

debbon
difpari

eflere
:

fem-

affinch
?
;

lo'romi-tando

"

r0

avendo meno il pie deliro in monIib fopra il primo gradino, lo c 3 fteflo piede venga a pofarfi anche
tempio. Effi non debbon eflere n
pi alti di fei

debb'ef-fuii^itimo di fopra entrandoli nel


1

"

fp'ari

ortzi-

onde

e dieci linee
.

tei",
jf

ne' pi badi di oncie fei

La

La

loro larghezza

effer

debbenb.
e
c*
2*

iatghei-proporzionata alla loro altezza;

107 DI VlTRUVIO. quefta proporzione ^ebb'eflere di tre a quattro ; in guifo che f i gradini hanno fei oncie d'altezza, che fono due volte tre, ne abbiano
otto di larghezza, che fono due volte quattro, fecondo la propor-

zione del Triangolo Rettangolo inventato da Pittagora. vPianerottoli di ripofo ? o fia ^ ibj** I io Pia erotto quei Scalini pi larghi che fi fanno per ripofarvi fopra , non ckbbou effere n pi ftretti di kdci onde, n pi larghi di oncie ventiGradini che attorniano due I
.

tutto

un

edilizio,
ftefla

convien che fie-

no d'una
n.i
Stiioba-p

larghezza.

I Stilobati o Piedeftalli , che in un'iftefmolte colonneo 0rtano ti,cher ... fono di fa fila, avranno miglior grazia , te! cio f fu la drittura diciafcuna colonq na 6 facciano loro degli fporti ,che c'he fo-

fa

^'avanzino in fuori
a

in guifa di Scamilli

poich altrimente f il z^Quei Piedeftallo fofle tutto fegueate della Affla grofsezza dappertutto, raflbhanno
grof-o

Sgabelli

de'fpor-

migliarebbe ad

un

canale

xo8
i; Qiiei

Architettura
abbiali idea di fare dei

Se

hanno tra'Piedeftalli ,

Poggi convienche quefti

Jf'^Tieno dell'altezza de* PiedeflaUi, e che le cornici de' PiedeftaJJi e de*

Poggi fieno in tutto limili, e


fpondenti.
ni.La

corri-

per dar loro pm di grazia , imii!u tando in quello i tronchi degli alaude beri, i quali fono pi groffi verfo ^ piede , che verfo Ja parte lupe'ako riore. Ma bifogna av vertire>che quella tal diminuzione deve efler minore nelle Colonne grandi; perciocch quelle hanno la parte loro fuorte,
'

colonne debbon effer^ le maniera , che vadano recoion. ftringendofi edicrefcendoverfo J'alje, eh* to, per aumentare Ja Jorofodezza,e * * * di tre
mui'onefatte in
.

Tutte

'

..

periore pi difcolta dalla villa , e T per confeguenza fanno parere que-c

.,

*.

medefima parte pi fottile , fecondo l'ordinario effetto della proila

fpettiva, che fminuifee fempregli oggetti a niifura che fi vanno al-

lontanando dall'occhio

La

regola di

tal

differente

Di*

Di Vitp.uvio.

109

minuzionc quefta ; che f una Colonna far di quindici piedi d'


altezza
j

fia

divifa la groflezza

dd

iufto da

baffo

in
fi

fei

parti, e di

cinque

di quelle
:

faccia la grof-

fezza di fopra queJJa che far alta

da quindici a venti piedi rto da baffo fia divifo in

>

il

fu-

fei

parti

mezza , e di quelle fiano e date cinque e mezza alla groffezquella che far dai za di fopra venti fino ai trenta , la pianta fi partir in fette parti , ed in fei
:

di quelle

fi

far la diminuzione di

fopra: quella dai trenta fino a'quaranta,a baffo fi divider in fette e mezza, e di fopra avr fei parti e

mezza
quanta

di

groflezza

quella
alli

che
cin-

far, dai
,

quaranta
fia

fino

divifa

da
f

baffo

in

otto parti

ne dia di e fette , Qiiefte diminugrofsezza in alto. zioni per non appartengono ali* ordine Tofcano , perch le Codevono lonne di queft* ordine ficeffer molto pi diminuite ;

ti

Architettura
far detto qui apprefso
Ja
.

come
.

La

OJtra

wrefonei
f

in alto

Diminuzione che fi delia Colonna, ve n'ha

un'altra che fi fa da baffo, fo!da ancora cui ne e da quefta ne deriva che Ja ColaGon-Jonna vien ad avere nel mezzo fie " a come una fpezie di pancia , che volgarmente appellali Gonfiezza > J b o Tumidezza La mifura di quella gonfiezza fi prende dalla larghezza del quadrato o filetto , che forma il fpazio che tra una fcanalaturae l'altra, da Vitruvio chiamato Scria o Pianuzl
.

'

3,

3.

la ZO.

* m
ne

d'

Havvi parimente un' altra Diminuzione nelle Colonne , ed


che
fi

wTquelIa
Jj^jjg
deiraic7o'

fa

all'une rifpetto

dell'altre.

colonc de

Jeco n j,
crdini
rifpetto

Quefta diminuzione due forte, cio o quando oJtre il primo ordine di colonne f n e mette un altro di fopra; imperciocch in tal cafobifogna , che le colonne del fecondo ordine fiedi

a queile

no pi

d' quarto di quelle che fono a Triti) ft

piccole e

pm

.....

lottili di

un
baP

Di ViTRUVio.
e,

irt

ovvero quando fi fanno de' Colonii iedi Portici, che abbiano delle Colon- nb.j. c rifySo ne fulJe cantonate: poich allcra na cnc quelle di mezzo fieno de'Can- bi ^ g toni, pi fottili d' una cinquantefma parte , che noi fono le colonne pofte fu i cantoni. Le Scanalature fono chiamate IV u Scia- cos , perch appunto fono come chetanti mezzi canali, che vanno ub 4
e
J

fo

4e dall'alto della r

Colonna

al

baffo *

lm

*j*

Effe rapprefentavano le falde de* veftimenti delle matrone , di cui

Colonne erano l'immagine. Sono le Scanalature di tre fpezie;le due prime fono particolari
le

dell'ordine Dorico; la terza co-

mune
al

al

Jonico,

al

Corintio, edr lb4


c

Composito. Le prime due fpezie fono pi femplici , n fi fan* no in tanto numero quanto l'altre.

i.Queihe {lno

La

fpezie pi femplice quel,

la delie fcanalature

che

non

fo-

9Mm$m

no
fcie

incavate

ma che formano
membri come
flri-

foltanto dverfi

fafcie

angolate

ma

piane.

IZ
i.Q^uci-

ARCHITETTURA
fpezie di

ioo

fc a
te

cx> a,
-

fcanalature quella che ha qualche cavit, ma molto leggera . Per incavarle bi-

L'altra

, i di cui fiano eguali a quello fpazio ove vuoili incavare la fcanalatura,

fogna fare un quadrato


lati

e pollo un piede del compafso nel mezzo di quefto quadrato, con^ b3 Paltro fi raggiri intorno la circonferenza, formando una linea curva che tocchi da un angolo della fcanalatura all'altro; e quanto di cavo far tra la circonferenza e la quadrata defcrizione , tanto
fia

refto poi

cavato a quella forma . Del , fia nell'una o nelP al-

maniera che fi canalino le colonne, bifogna che le fcanalature fieno fempre al numero di
tra

venti
*

o,i

Negli

altri

}ono
prlTincavate

ventI(l uattro

trentadue

Ordini f ne fanno Lib.* e ta * volta fino a > allorch fi vuol far


grofle di
realt
:

p arere

quello che

Colonne pi non fono in


1*

dm.
c * 4,

imperciocch

occhio giudica

le

di

Vitro vio.

113

eofe pi grandi , quaudo effe hanno pi punti e pi fpeffi, Ji quali

la vifta

fanno in certa maniera vaga? con maggior circuito Co.

pra pi oggetti ; Quefte fcanalature fono molto pi incavate , che quelle dell'Ordine Dorico; e la profondit loro tale, che bifogna , che una

Squadra
vit

effendo pofta nella ca-

col fuo angolo il , fondo > e con le braccia o lati i due fpigoli della canalatnra. Vitruvio non ha infegnato , quale

tocchi

debba

effer

la

proporzione delle
del Pia*
altra

fcanalature in riguardo

nuzzo
di

che forma lo fpazio che


tra
,

mezzo

V una e

l*

ut. c ,f

n qual debba effere la larghezza di queftoPianuzzo , eh* egli ha flabilito per regola della Pancia o Gonfiezza della colonna I Frontoni o per meglio dirifroa. *. Frontifpicj, con altro nome da Vi- 3? truvio chiamati Faflisj ,fono com-J?"'" par*
fcanalatura
. '

Hmc

u.cgpoit del
Timpa "
'

Architettura Timpano, e delle CorPer formar V altezza del nici Timpano , bifogna dividere in
.

U4

nove

parti
le

tutta

Ja

larghezza

eh' tra

due eftremit
,

della

Cimafa

del Gocciolatolo

fopra

del quale pofardebbe ilFrontifpi-

cio, e darne
parti al
.

una

di quelle

nove

Timpano,

La
ri11

"

La groflezza della Cornice , aggiunta che fia a quefta nona parte , far T altezza di tutto il
Frontone.
Il piano del Timpano deve ripofare fui vivo ; per confeguenza bifogna che corrifponda a piombo fui collarino, e fui vivo delia

colonna
clinici, nei.

^ e C k

C^e

^ n0

COmum

, fono > che bir che la Cornice del FronSfdn^tone fia grande egualmente e pa" a ^( ue ^ a cne dHbtto , tolcaJefdo" i-*ta ne 1* ultima Cimafa grande , la "di quale fi lafcia fuori in tutto, n SnJfi mette fu la Cornice difetto

tutte le Cornici

convienfogna

Itf va pofta foIa-f lm * mente lulle Cornici , che fono in maf pendo fopra il Frontone. FronQuella Cimafa grande debbaIJ^ aver d' altezza una ottava parte pi , che la Corona , o Goccio- SSia
DI
del

VlTRUVI
;

Frontone

ma

w
tima

latojo.

Ne*
f

Siti
,

Frontoni

ha 1 ** conviene nelle Cima-j.ie


ne* quali

non
,

v*

grandi delle cornici

tagliar-

S*

*
'

vi delle tefte di lione

ma

in di- Li0HC

danza tale, che ve ne abbia una corrifpondente ad ogni Colonna, e che le altre corrifpondano a quelle laftre grandi , che cuoprono il tetto Quelle tefle di Jio.

ne devono effer forate , acci quel buco ferva di condotto pefr


gittare l'acqua, che cola dal tet-

to fu la Cornice

-,

ma

bifogna av-

vertire, che queft* apertura

fia

condotto fi deve fare folamente a quelle Tefle che corrifpondono


a drittura fu
efca con
le

Colonne, non
l'acqua
fole,

alle altre, affinch tutta

impeto per quelle 2

n6

Architettura

e che non ve ne cada tra Co* Jonna e Colonna fopra le perfone , che vi paflano per entrare
fotto
i

Portici

Conviene faper ancora , che negli Edificj de* Greci giammai


4 .iio-

us di porreDentelIi fotiu. *to ai Modiglioni; perch quegli rMo-'Afferi che noi diciamo moraletti digiionon poflbno eflere fotto i Ganterj : e quefto un mancamene to grande, che quello, che nella Verit della ftruttura debbe effer pofto fopra , nella Rapprcfentazione venga mefl fotto Per quefta fteffa ragione gli Antichi non approvarono i Mo1 diglioni ne Frontifpic) , n i Dentelli; non volendo altro che perch n i Cornici fmplici Canteri , n i Moraletti poflbno

non

fi

eflere nella

medefima pofitura
i

che yanno
de'qali

Frontoni

a diritto

non poflbno ufcire; ma foltanto verfo la Gronda ,


efli

alla quale cfli

propendono .

ai

Vitro vio.

117

fono tre P'ede-Ji ftalli , che vanno due fu i can-tcrjT toni, ed uno nel mezzo del FronGli Acroterj
tifpicio per foftentare

delle Sta-

Quelli de' cantoni debbon eflere tanto alti, quanto la me.

tue

t dell'altezza dei

Timpano; ma

quello di mezzo debbe eflere pi alto degli altri P ottava parte.

Tutti

pofti fopra

lonne
vi,
i

Capitelli delle Co n < ra fi cio a dire gli Architravi


i

Membri, che faranno^?*


( 11

Fregi, le Cornici, i Tim-b!i dT , e gli Acroter) , debbono ". eflere inclinati e pendenti infuo- Efirc
pani
ri la

duodecima parte

della loronlnlV

altezza.
le

Vi ha un'altra regola genera- Jf

ancora ; ed , che tutti iMem- fp rt0 bri che fportano in fuori , debbon avere il loro fporto eguale
alla loro altezza
.

^
-

u8

Architettura

Articolo Quinto.
Dell* Ordine Tofcano.

Tolca-

13 hanno tre parti

le quali pof-

fifte"'fono effere differenti


nelle

lioni.

fecondo gli Ordini divert cio le Colonne, i Frontiipicj e gli Antepagmenti o fian Erte ; e che le Colonne hanno tre parti, che fono il Piedestallo , il Fufto della Colonna
e
i fuoi Ornamenti , cio a dire r Architrave, il Fregio e la Cor

nice

e quella
truvio
i.Deiia

proporzione de* Piedeftalli, delle Porte e delle Erte deir Ordine Tofcano in Vi-

La

non fi ritrova. La proporzione della Colonna


che la fua grofTezza da , debba effere la fettima par-

iib
c* 7'

SS^

tale

m ec** ft a d P' trepar-te della


-

fua altezza . La fua didi fopra della quarii'miniraon i. Fufto ta parte della grofsezza della Co"

)I

VlTRUVtO.
.

1X9

La Bafe ha di *. u ionaa da piedi altezza la met del diametro della Colonna. Il Plinto, ofia Orlo, che debb* efsere rotondo , fa la met della Bafe, e l'altra met per lo Toro da noi detto Battone , e per quella parte che fi chiama Apofige , o fia voJgarmente la Cimbia e Collarino. L' altezza del Capitello delincapitellp4 la met del diametro della Colonna da piedi la larghezza deli* Abaco , o fia Dado , uguale a tutto il diametro da bafso della Colonna : V altezza poi del Capitello fi divide in tre parti , e di quelle conyien darne una al Plinto che le ferve di Dado , T altra all' Echino o fia Ovolo ,
:

lo

Gola del CapitelV Aftragalo o fia Tondino , e V Aponge o Cimbia, che fono immediatemene la terza alla
,

comprefovi

te fotto

alPOvolo.
le

Sopra

(are dei Moralli ,

Colonna convien po-n.Deir o fian Traviar

no
gj
che

Architettura

congiunte inficme con chiavi e arpioni fatti a coda di Rondine, Quelli

i.

Due
VI

Moralli debbon efsere


dall'altro
fi

che
r

'dittanti
;

T uno
fi

Jf

Ar- incirca

perch le

un dito toccafsero,
,

chitra-j|

legname

rifcalderebbe

fi

marcirebbe.
un Sopra i Moralli, cheferviranSTchno di Architrave, fi fabbricher J* un muretto, che far le veci di

iiFre-fregJQ
glO.
i
.

La

La Cornice , che

fi

pofa fopra

S quefto muretto , o
Mimi-

fregio , ha de' Mutfi , o fia Modiglioni , che fanno fporto. Tutto quefto coronamento avr

la quarta parte dell'altezza della

Colonna
ti

muretti poi

fat-

tra

1*

eftremit

de' travi

debbono pofare fopra le ne, faranno guerniti e ricoperti con tavole inchiodate fulle tede
delie travi.
Il Frontifpicio
,

che Colon-

re

di

muro

che pu cfse* di legno , *

DI VlTRUVlO. Z1 che dee foftenere il Colmello , Canterj e Tempiali , ha una i proporzione particolare : poich deve efserc molto follevato , a fine di dar alla gronda un pendo (ufficiente per lo fcolo dell' acque. Veggafi la Tavola V.

Articolo Sesto.
Dell' Ordine Dorico.

^.4. CI

Tj

Colonna Dorica ha avute l* o r e in diffe.^eicol proporzioni anche

JLj

in diverfi tempi

renti Edificj
differenti
:

avvegnach

"j^

nell* ori-popar*

gine Tua primiera, ella non aveaJ'Sd altezza che fei volte il fuo^jjgj diametro ; effendo ftata prefa*^ quefta proporzione dall' imita- rn " zione di quella del corpo umano, Vfidf temp% nel quale la lunghezza del piede 5 la fella parte dell altezza di tutto il corpo In feguito poi T altezza della Colonna fu fatdi
.

in
ta di

Architettura
fette
.

diametri della grof-

fe2za
i.

in

d.fte-

remi.

Ma quefla proporzione , eh* ebbero da principio le Colonne j e> Tem pjj ^ fu p c ^ n gi ata i n quella de* Teatri , di cui fi accrebbe di un mezzo diametro
l'altezza; cio a dire alle

Colon-

aflegnarono quindici Moduli: imperciocch nell'ordine Do- - ib -* rico il femidiametro della Colonna da piedi il Modulo, che negli altri Ordini il diametro

ne

fi

intero
Lep<ir .
e

La Colonna Dorica compa rU come le altre , del Furto , col uBafe e. dei Capitello ; tutnon parli punto Vitruvio Padella Bafe: dal che facile cofa La il dedurre , che nelle Fabbriche |^e eh' eiia antiche queftV Ordine non ne non avert; perch in fatti vien detavea antica to , che quando fi volle rendere uien e 1' ordine Jonico pi delicato del Dorico , vi fi aggiunfe una Bafe; e vedefi ancora in alcuni avanna Doa

della

,o

"to che

di ViTRurio.
21

*|

antichi delle Fabbriche di queft*

ie Colonne non hanno Bafe alcrimente: Ma quando ch'tiia

Ordine, che
la
fi

voglia fare

vi

fi

mette lag"de

bafe Attica, di cui la tale:

proporzione^
cui

Tutta

la

Bafe

debbe aver un di

Modulo
.

d'altezza, cio a dire la&aar

met del diametro della Colon- JJJ^ na Quefto Modulo fi divide in cio, tre parti ; una fc ne d all' altezza del Plinto o fia Orlo , ilnpimreftante
fi

partir

in

quattro

t0

'

>

una delle quali fi dar al Toro o fia Battone di fopra ; le altre a


tte
fi

Ba-

partiranno ancora in due{j, p"! parti eguali , V una fi dar al rto Battone di fotto > e P altra alla Ba;i

Scozia o

Cavetto , con li fuoi f^loGradetti o Liftelii. Quefta parte[*gj_ poi del Cavetto fi divide in fei ,xia,ei una delle quali fi d al Gradetto dot* o Lifteiri di fopra , l'altra al Gradetto di fotto, e le altre quattro reftano La larghezza di tutal Cavetto
fia
* .

te

le Bafi

in generale

d'un

ARCHITETTURA 124 quarto di pi per ogni Iato della groflezza delia

Colonna da

pie,

di

ma

tale fporto ecceflvo

e fenza efempio; e Vitruvio fteffo lo fa minore nella Bafe Jonica


z. il
.

L* altezza del Capitello fi-*;* milmente come quella della Bache ha fe <j'un Modulo; e la larghezparti, za e di due Moduli e mezzo n)a-Eflendo poi V altezza del CapirVva-^llo divifa in tre parti, una conf -Vieo darne al Plinto , o Dado JjjJ letVi ecolla fua Cimafa. L* altra per
'

*"

Go-|,

Echino

o
e

fia

Ovolo
.

co* fuoi

Anelimi
alla

la

terza appartiene

Gola

del Capitello

L* Architrave , il quale comn.Deir ***- prende la fua Benda o fiaFafcia, che ha colle Goccie che fono fotto i Triglifi parimente , , come il pJJda

La

Capitello

d'

un Modulo
la
>

la

Benda.
*.

Benda o Fafcia per

fettima

Le parte di

un Modulo
la fefta

e le Goc-

fte~

eie colla loro

Regoletta, debboparte d*

no pendere

un

li] DI VlTRUVlO* Modulo. La larghezza della par*


te di Cotto dell* Architrave
,

cio

il piano di fotto che fi pofa fopra il Capitello, debb'efler uguale alla larghezza o fia al vivo

della

Colonna

di (opra

Sopra l'Architrave vi il Fre-j***gio, e in quello convien difpor- Fregio,


re a giuda diftanza i Triglifi, gSflo le Metope. I Triglifi hanno

un^
.
.

1> '

modulo e mezzo d' altezza , t<** uno di larghezza: le Metope fo * r Metano tanto alte , quanto larghe pc Bifogna collocare un Triglifo che
i

il

a drittura fui vivo di ciafeheduna Colonna , e neJP intercolunnio di mezzo ne debbono effere tre. Ma fu le cantonate , o angoli che fiano vi fi vogliono Semimetope , ovvero fo*
rifSrifca

lamente

parti di

Metope.
r

La
f

larghezza del Triglifo fidi


fei parti

glifi ,

, e di qnefte^J no per ban * mezza parte ne da per li Mezzi-Canali , dopo icio Meniquali fc ne lafcia una parte per Ca, al3

vider in

lafcia
/

i26

Architettura
,
li

banda
pianui-per

tre Pianuzzi

ed un* altra nel mezzo , che Vitru-

chiama Femora , vale a dire o Cofcie ; e le due che fono una per banda tra le GamCanaii,be, fi Jafciano ai due Canali che fono intieri , e che verranno intagliati in modo, che t Angolo delia Squadra v* entri nel mezGam- vio
'

be

Gambe

zo
c*rt-

, e le braccia della fquadra facciano le fponde. Il Capitello del Triglifo debbc avere la fetta par-

te
iVjDdr

d'un Modulo.

r ke,
cinque rla
tjco'a-

Sopra il Capitello del Trigfifo pofa ilCorniccione, o fiaGoc* y ciolatojo . Il fuo fporto d un
parte di
:

j*

n, cio

mezzo modulo , e d* una fefta modulo P altezza fua j, un mezzo mo dulo, comprefa la Cimafa Dorica , che ha di fopra ,e quella che ha difotto
.

piano della Cornice , i. vie drittc, alla parte che guarda in gi e fporta in fuori, convien fcavare e partire le dritture delle vie, che corrifpondano a piombo ai lati
il

Stto

de' Triglifi

DI VlTRUVIO. e al mezzo ,

HI
delle

Metope

Similmente a dritto dei Tri. *-Goccie glifi fi fcoJpifcono delle Goccie al numero di nove; delle quali
*

debb* efler tale, che ve ne abbia fei per lunghezza y e tre per larghezza . Negli fpazj poi che fono a diritto delle Metope , perch fono elfi pi
la diftribuzione

grandi di quelli
ritto

che fono a di,

dei

Triglifi

non

vi far
,

intaglio di forte alcuna

falvo

che per avventura de* Fulmini , j.Qu*o fia di quelle fiamme co* dardi Fuimi-che fi ufavano anticamente Di ni pi verfo Torlo della corona converr intagliare una Scozia , o fia 4. u.u D
* .

^ Cavetto.
al

Scozia

Lib.4.
:.

Alcuni fanno avanzar a piom-

y.

mu-

bo
li,

di fopra de' Triglifi le tefte tuli i

dei Canterj per formare

Muta-

o Modiglioni

le Cornici , ficcome dalla difpofizione delle Travi venuta P invenzione de*

no

, che foftengodi maniera che

128
Triglifi
,

Architettura
cos dai fporti de*

Can-

ragione della difpofizione de* Modiglioni, che {ottengono le Cornici . Vedafi la Tavola VI.

terj (lata

ritrovata Ja

Articolo Settimo.
Dell'Ordine Jonic.

di parlare della proporzione delle Colonne deU'Orconfitte . t J dine Jonico , par certo condedie
r

meo

^ n^o-T)Riaia
jL

52!?f" cente
61
",

c0 ^*a

c^e

ragioniamo

del

giacch nel!* Arti> Piede 6fillio colo IV. del Capitolo IV. di vmT quefto noftro Libro abbiamo ofJjj^frrvato effer quefta una delle cojn eiTo f e che fono comuni a molti Orride- di ni > perch alcune volte fi p>{o

piekft a Ho

ll

'nc fotto alle Colonne per eleBen vero varle con grazia che , come abbiamo notato negli Articoli feguenti , in Vitruvio non fi danno Piedeftalli da fe
*

DI VlTRUVlO.
feparati dal
brica
,

ti$
della fab-

bafamento

n alle opere Tofcane y Doriche ; ma per P Ordine Jonico , Corintio e Comporto fi truovano f non altro le proporzioni generali, o fiale mifure delle parti principali che compongono il Piedeftallo , le quaciafcheduno de' fopraddctli in Ordini vengono a (tare quati
n
alle
le

li

medefme

-,

raccogliendo-

fi quefte dal Libro terzo e dal Libro quinto , dove egli ragiona del Poggio della Scena Diverfe per tanto fono nell' Architettura le mifure de' PiedeHalli ; ma tutte per fi cava.

no
lo
:

dall'

altezza
la

della

Colonna

comprefa
parte
,

fua Bafe e Capitelaltri


la

fono la terza quarta , altri fono d' una quarta e mezza , ed altri d' una quinta parte dell* Colonna e quefta diverfit naaltri
:

perch

fcc dalle

cui

diverfe intenzioni con r Architteto fupplir vuole al-

Architettura ijo Ja grandezza e bellezza delle Fabbriche.

Vitruvio per
dell' altezza

fa

il

Piedeftallo
deila

d'un terzo
gli
.

Co-

affegna e proporL'altezza tutta Lib lLa zioni feguenti fua ai- dej piedeltaJlo far divifa in otto e. * 1 parti una di quelle fi d agli ornamenti o membre'li di fopra ,
y

lonna

le

"

che fono come il Capitello o Cifj mafa de! Piedeftailo ; due fi dan2.H
Aio

j.

I.a

no

alla fua
fia

Bafe:

fuaBa
4iifuo

do o
largo

ai

Tronco

quale deve efler


il

al Damezzo , il largo quanto


il

rcfto

di

Dad0s

Zocco
.

della

Bafe della
poi de! Pie,

Co onna
deftai'o
y.iifuo^i
fi

La Bafe
due
fi

divide in tre parti


,

quelle

danno

a)

Zocco-co, e
vi

altra

alle altre

parti

Zocche

n.Dei

C
ion,
a

di (pra. Si vegga la TaVII. La proporzione delle Colonne ub*. 1, dell'Ordine Jonico fui principio

fono

vola

'

che
ti,

ha

due

quefta: cio eh' ella dovefle avere di altezza otto moduli , o


era

Jtofdifia

otto delle fue groffezze

Ma

gli

I$I DI VlTRUVIO. Antichi vi aggiunfero ben pre

c,lJ

Je

lto una mezza grotlezza , aJJor-zioni che per far riufcire la Colonna^ Jonica pi bella della Dorica y f^r non {blamente per via della fiialn^*-

altezza

ma

ancora per via de'teni'

fuoi ornamenci , vi fottopofero la Bafe , la qua.e non era fiata > ancora mai in ufo neli Ordine Dorico. Le Colonne debbono ripofare peo he fopra le Bai ioro in due manie- fop re. Imperciocch tal volta videb-faa in

bono
pofar

ftare a
vi

piombo ; debbono fuori


di

tal

volta a nIe _

ue

di

fkotoh^jg*

bo ne

,
,

come

farebbe quelle Coion-Jj


fuori
,

che fono

quando boT"
.
!

ve ne abbia pi di una fila Poich bifogna , che la parte de la Colonna , la quale riguarda al di dentro verfo il muro dell' Edifi* zio y fia a piombo ; e che queir altra, la quale al di fuori, abbia tutta la
fia inclinata

Diminuzione, e che
verfo
il

muro

Le

Colonne poi , che fono I z

nella par-

i$2

Architettura
de* Portici
il

te interiore

e che

ftanno
Arioiu-na
bo
"

tra

muro
,

ia

colonefTer

eferiore

debbono

La

piombo. La larghezza

della Bafe Joni-

ncuL* ca ^ ^ el diametro delia Colonna, qnai? e di pi tanto quanto un quarfi

deranoto

ed un

ottavo del

detto dia-

poS- metro. La di lei altezza per la d e quella almet * ^ e * diametro ie fu


:

parti,

tezza divifachefia in tre parti, f

no "ne dar una al Plinto o pur Orlo poi divifo il *^ lin *che vogliam dirlo
,

reftante in fette parti

trediqueal

To-^ e ^e n

sdegneranno

Toro o

Battone di fopra; indi partendo

ugualmente le quattro che reitno, le due pi aite faranno per


LaSco
zia fu

Ja

Scozia o Cavetto di fopra col

fuo Arrapalo

re,

due

pm

baile

o Tondino ; e !e ferviranno per la

Lasco-

Scozia o Cavetto di fotto , che foiqT^pP^rirt pi grande di quello di re > e fopra , a motivo eh' eito fporgi A-ter fino zi? eftremo dell' Orlo .

&?'

Gli Aftragali o Tondini debbono

I$$ DI VlTRUVIO. avere P ottava parte della Scozia , lo fporto della quale far
dell'

ottava parte di tutta


alla

la

BaSi

fe

unrta
la

feftadecima

parte
.

del diametro della

Colonna
il

veda

Tavola Vili.

Per quello che concerne


pitello, bjfogna
,

Ca-^ ?

che il Taglie- teiio, 1 re o Dado, dagli Antichi detto LSf Abaco , fia tanto lungo e largo [r^

quanto lagroiTezza del piede del- do la Colonna , aggiuntavi una diciottefima parte: la met poi del Dado debb* efTere V altezza del Capitello, comprefo per il giro
della

>

Dado
no

dall'angolo del indentro in ciafcheduna Facciata dove foritirarti

Voluta. convien

Ma

le

parte

Volute mezza

una dodicesima
di queft'

altezza
chia-

del Capitello; e di l tirar delle

lnee perpendicolari, che

fi

mano
nove

Cateti
parti e

e di

poi dividere

tutta la groflezza del Capitello in


lafciarne

mezza , e di quefte una e mezza perlagrofI


3

154

fezza del

Architettura Dado, a fin di

fare le

Volute dell' altre otto , che fopravanzano. Allora avendo lafciate fotto il reVoime, Dado quattro parti e mezza di
quefte otto , convien tirar una linea in quel to che taglia per traverfo le due , e i punti del taglio faranno i centri degli Oc. chi , i qua'i avranno di diametro una ddle otto parti . Nella met dello fpazio dell'Occhio faranno collocati i centri, da' quali
fi

tirer

col

fpirale della

compafl ia linea Voluta, cominciando

in alto da fotto ai

Dado, e andando

nei quattro fuoi quarti diminuendo , fino a tanto che fiafi arri-

vato a diritto de! primo quarto, ed aflegnando a ciafchedun quarto un centro particolare. Nel rimanente bifogna , che Ja grettezza di tutto ii Capitello maniera , che di fa divfa in nove parti e mezza, ch'ella contiene,
la

Voluta penda

della ter-

DI VlTRUVlO. 135 ghezza di tre parti pi iti gi da dove comincia !' Aflragalo o

Tondino
il

della

Colonna

di ibpra,

quale dee palTare per il centro dell'Occhio delia Voluta.


Il

retto
,

eh'
nel

al

difopra

dell* L .*c

'

Aflragalo
nel

debb' eflcr impiegato


,

"**

Dado

Canale
,

,
il

e neli*
di cui

Echino ovver Ovolo

(parto oltre il quadrato dei Dado debb* efler deila grandezza deli*

Occhio Il Canale aver dee d'incava tu.

11

ca-

ra la dodicefiuia parte larghezza .

della fua

uaI(?s

parte laterale LaCin . dee fportar fuori del Dado tanto, quanto v' ha di fporto dal centro del/ Occhio fidel

La Cinta

della
y

Capitelo

no alia eiremit Ovoio La groflVzza


.

delio fporto dell'

dell'

Alte

delle

Volute , o fia la grolTezza della Voluta veduta per fianco, e che fa ci, chechiamafi volgarmente
il

Baiauftro, non dee puaco ecI

diametro dell' Occhio . Veggafi la Tavola IX. Quefte proporzioni per del le rio. fola17 dei" Capitello Jonico fervono cgf" mente per le Colonne di quinjoiiico dici piedi ; ma le Colonne che ne ricercano no erte" fono pi grandi , parlando e generalmend'altre: frJnti neije te y convien accrefeer le grandez* " ne ze delle proporzioni a mitura che r an da la Colonna pi grande , per 6 l'urti* ragione (Iella , per cui fi dlie colon- gi detto , che tanto meno fi coieT hanno a diminuire le Colonne, quanto fono effe pi alte . Cos quando le Colonne faranno alte fopra quindici piedi , converr aggiugnere , per cagion d'efempio , una nona parte al diametro della Colonna per formar la larghezza del Dado, al quale non fi aggiugne che una diciottefima
il
i

I$5 cedere

ARCHITETTURA.

i.Deti'parte
Archi

nelle

Colonne

di

piedi

quindici. kTcu Gli Architravi


Tiei

poferanno

fo-

pra le

Colonne con

degli fporti

di ViTRurio. 137 eguali a quelli de* Piedeftalli , iag^


cafo

che non

fieno

tutti

della

-n

medefima grolTezza , ma a niera di Sgabelli, a fin di far


care
la

ma- rocche fpic-^L


d'ft-

Simmetria.
5

La

loro a tezza debb' efler dif-n, e ai'

ferente a proporzione dell al tez-fe rei u za della Colonna; perciocch fedita

Colonna
per

alta

dai dodici ai

'e

co-

quindici piedi, T Architrave far


alto
della
la met Colonna da

del

diametro
,
fi

piedi: s'ella
di-

dai piedi quindici ai venti

vider in quindici parti


della

1*

altezza

Colonna
all'

e f ne dar
:

una

parte
tal

Architrave
far
,

parimente
in

s'ella dai venti ai

venticinque,
parti
1'

altezza

divifa

dodici e mezza
far

Architrave
di
fac-

alto

quanto una parte


proporzione

quelle;
cia!]

e cos a

nell'altre.
nej-*'

L'Architrave debbe avere la parte di fotto che pofa pra h Capitello > tanto di

J*

fo-ghe<.za

iar pane

138
di

Architettura
.

foc-ghezza

3.

Lo

quanto la Coionna di fo* pra ne ha fotto il Capitello Lo fporto della Cimafa deJF
al-

/r 3- Architrave dee corrifpondere


adii
J

groflezza

da

piedi

deJJa

Co-

cim

e V altezza di quella Ci; mafa debb' effere la fettima parte dell'altezza di tutto T Archi-

Jonna

trave.
4-T'aiA

II reftante ch' lotto la


fi

Cimafa
,

de"
a

divide

in

dodici parti

e di

lek

"quefteconvien alTegnarne

tre alla

prima Fafcia difotto alla feconda di mezzo

, >

quattro
e cinque

alla terza di fopra fu di cui ita la

Cimafa.
jy.Dei Fr C io.

Il

Fregio deve
a to
j

elTer

un quarto
dell'

men

dell' altezza

Ar;

chitrave con ia fua Cimafa

pure non vi fi voglia intagliare qualche cofa poich allora , acciocch fi goda l'intaglio, e che Ja fcultura abbia miglior garbo 7 dovr il Fregio elTer un quarto
:

pi alto dell'Architrave.

DI

Sopra
te de!

il

I}$ VlTRUVIO. Fregio converr fare 1


aita ia fetrima

una Cimala,

,^ par-mce,
e
1

Fregio, ed avr lo fporto P ar ti

lu

uguale alla Tua altezza. ~{^ Il Dentello che Ita fopra que-Jj
ita

Cimafa,

far dell'altezza del-mafe!

la Fafcia

di mezzo delF Architra-D nfporto anch' egli ugua- telI uno ve, con
le alla

fua altezza. Il taglio poi

efler

la feparazione dei Dentelli dee fatto in tal maniera , che la larghezza di ciafehedun Dentello fia per la met della fua altezza ; e che il cavo del taglio cio lo fpazio che v' tra un Dentello e F altro , che anche Metopa fi chiama , abbia due
ila

terzi della

larghezza dello fteflo


fopra
il

Dentello.

La Cimala che va
teilo, avr
del

Den- vj*
c\*

un

terzo dell' altezza a*

Dentello medefimo. La Corona o Cornice colla fua orJ:a Cimacieta far alta quanto iaj^^
di
.

mafa

Falcia
trave

mezzo

dell'

Archi- cWcieu
.

140
Cinufa grande-d'

Architettura

^a

Ciraafa grande debbe aver altezza una ottava parte di


dell'

pi

altezza

della

Corona

Cornice o Gocciolatojo che vogliamo chiamarlo. Lo fporto di tutta la Corni* Pm m zion ce , comprefo il Dentello , deb* e uguale allo fpazio che ?fi" di t>e effer v> ^ a * Fregio fi *1 di fopra ! Srti della Cimafa grande E in generale , tutti gli fporti avranno molto miglior grazia , quando faranno uguali air altezza de*
1

membri

fportanti

Veggafi

la

Tavola Vili.

DI VlTRUVIO.

141

Articolo Ottavo.
Dell* Ordine Corintio.
Lib.4.
<

Colonne dell' Ordine Co-^ ^ nntio non hanno neflun al-corintra proporzione che fia diverfadiffS m dalle Joniche, falvo che nelCa- |al pitello, di cui P altezza fa , ch'Jo ^ effe apparifcano pi gentili , ecaV tell * pi alte. Gli altri Membri, come l'Architrave, il Fregio e la p er aiCornice pigliano le loro propor- ^. zioni dall'Ordine Dorico, e daRom PJonico, nulla avendo di par ti co- Dorico Jare. Poich i Modiglioni Corin-jo^L tj fono ad imitazione de'Mutuli dell'Ordine Dorico; ei Dentelli NeICa< g^** fono prefi dal Jonico Ci eflendo cos , altro nonno *i reit , che di dare le proporzio- ,2" ni del Capitello , e fono tali ."^* Il Capitello , comprefo P A ba- <* co o Dado far alto , quanto 81. ia fua aldiametro delia Colonna da piedi tezza

Li

T E

Architettura 4 Per aver poi Ja larghezza di iua lar- _ * r hezzaderto Abaco, convien fare , che
*

La

,naIt0
'Ja

fua diagonale che pafla da

un

angolo all' alno del quadro, fia dell' altezza del Capi* il doppio teilo. La piegatura in entro che le fi-onci dell'Abaco debbonoavere nel mezzo , far della nona

a ffo

*
'

parte della fua larghezza. Il baffo dd Capitello uguale ai collo , o fia al vivo della Colonna di fopra La groffezza deir A bri fi & della co o altezza fettima parte di tutto il Capi.

tello; le altre

Tei

fi

diftribuifco.

no
4.

in quella maniera

Le

Due di quelle parti convien darle


no al fecondo, o fia all'ordine di mezzo, e ognuno di quefi Ordini
far

jjj^" per altezza al primo ordine di Foglie da baffo; due altre fi daran-

compofio

di

quattro foglie.

*'

*
fi

coli,

Caulicoli poi dire piccoli Steli


effi

o
,

voglian*

anch'
glie
,

comporti d' e che nafcono tra mezzo

che fono altre Fo-

DI VlTRUVIO.

143

alle foglie dell' ordine fuperiore,

avranno

Je alcre

due

parti

com-

prefevi le Volute.

Qu.fte Volute nafcono dal di e Vot dentro de' Caulicoli ; e di questeite, le une che fono le pi grandi, fi (tendono fino all' eilremit
degli angoli deli*

fono fotto

alle

Abaco Rofe.

altre

E
ti

mezzo
s

quelle Rofe che fono nel 7i u " di ciafcheduna delle fron^; Ro

dell'Abaco, debbono effere cograndi , quanto groflb l\ A-

baco.

Gli Ornamenti deli' Ordine GIfor Corintio , cio a dire 1 Archi- ti deli; trave , il Fregio e la Cornice ,corin* non fono punto differenti da quel- ti0 li dell'Ordine Jonico Si veda la
* .

Tavola X.

i44

Architettura

Articolo Nono.
Dell
L*
9

Ordine Compofio

Or-T TItruvio non ha punto par- rib * lato dell' Ordine Compo-'* &. pofto come d'un Ordine diiinto ,fto , ' non e

'

Corintio , dal Jonico e dal Die* egli foJtanto, che viti -u- Dorico VJ0: fopra la Colonna Corintia metteva!! talvolta un Capitello comporto di pi parti, ch'erano pref dall'Ordine Corintio, dal Jonico e dal Dorico. Ma di lcavaG unaconfeguenE dil^'^za , che l'Ordine chiamato preramo fen temente Comporto, potea efj'cia^e.Tere flato in ufo al tempo d Vitruvio, bench allora non f ne
deicritdaJ
.

facefle

ch

il

non
.

un Ordine feparato, poinortro Ordine Comporto efifenzial mente diverfo dal

Corintio, falvo che nel Capitello Potrebbe!! dir anche , che per quefta foia d.fferenza de! Ca-

DI VlTRtJVlO.

145

ptelloegli ntendeffe di coftituire

dal Corinfecondo Vitruvio, il folo Capitello Corintio coftituifce l'Ordine Corintio. Ora le parti che il noftro Or- Prcn<fe dine Comporto prende dal Corinche tio, fono il Tagliere o Abaco, e g~
differente
tio ; poich
J

un Ordine

due ordini di foglie d' Acanto j- ch'effo ha ritenuti , tutto che il c


i

'
*

Corintio
livo.

abbia

lafciate

le

foglie

Lr
ti0

*f

d'Acanto per affumer quelle tfO-SS"

Le

altre parti

eh' ei prende Da ,j
niC0

dall'Ordine Jonico, fono JeVolute, le quali egli forma in certa maniera fui modello delle Volute
dell'Ordine Corintio
,

piegandole,

imperciocch nel Capitello Jonico fono effe diritte, e cos anche il fuo Abaco. L'Echino , o quarto di tondi-,

come anche l'Abaco

Dai
"

ha fotto 1' Abaco, lo^ri prende dall'Ordine Dorico, piut-

no

eh' egli

torto che dal Jonico; perch quefto

Echino

immediatamente

fot-

14^
to
I*

ARCHITETTURA
;

Abaco , appunto come nell* ciocch non ha Ordine Dorico


luogo nel Jonico , il quale tra T Echino e P Abaco vi mette la Scorza o Canale che fa la Voluta
.

Pu

dirfi

nulla

di

meno
dell'

eh/ egli imita

P Echino

Or-

dine Jonico in quefto, eh' elio J intagliato d Ovi , i quali non fi trovano che rare volte nei Capitello

Dorico

ma

bens

Tempre

nel Jonico

COMPENDIO
DEI DIECI LIBRI

47

D'ARCHITETTURA DI VITRUVIO.
<&

$ 4* 4" 4 4" 4- 4 4" 4 4* 4* 4*

4"

4 4* 4* 4*4" 4* 4 4" 4*
1

SECONDA PARTE*
In cui
noi
fi

comune

contiene l'Architettura a cogli Antichi.

CAPITOLO PRIMO
Degli Edificj pubblici.

Articolo Primo
Delle
Lib.i.
c
-

Fortezze
:Rc-

J-

/^ Li Edificj o fono pubblici oLeE vj fonopriyati. Quelli che fono


,

fcr _ u
m

pubblici

appartengono o

alla

Si^^

curezza, o alla Religione, o allan*con80" Comcdit pulblica. Le Fortifica- no" zioni ddk citt fono per la Sicu* *&"* rezza i Templi per la Religio* ci9
j

t+%

Architettura
le

ne;
tri

Piazze, Je Bafiliche,
Ja

Tea-

Accademie per Comodit.


e le

pubblica

La

La difpozione
ra pie ni appreflo
tale
,

e la figura de'Ter- Lib


gli

.
J

r.

rione

Antichi
s*

era

Terra
pieni.

che

le

Torri
,

avanzaffero
gli af-

uor j d e ]j e mura

affinch quanfulie
,

do

il

nemico s'appretTafle,
che (lavano
ed a finifra
gli

Tediati

Torri, a

dritta

lo potelTero

incomodare ne' fianchi.

Aveano

Antichi

la

mira an-

cora di render malagevole al

mico l'avvicinamento

alle

Nemura,

facendo in maniera , che le ftrade, le quali conducono alle porte


,

non
fi

foller gi diritte

ma

che andaflero per torto cammino


alla

niftra della
:

porta loro cor-

Imperciocch per tal mezzo gli Affedianti erano obbligati a prefentare a que* che {lavano fulle Torri, il proprio fianco dritto , che non va coperto
rifpondente
dallo feudo,
lura*

La Figura

d'

una Piazza

forte

I ViTRUVl*
tor

14^

dovea efler gi n quadrata, ditww n comporta d'angoli che utcmc*xa ro troppo in fuori ; ma la faceano foltanto compofta di molti giri perch gli angoli che vengono in fuori fono favorevoli piuttofto agli Afledianti, che agliAf- UILa
:

fediati

*JJ*-

Groffezza della Muraglia era delie u r* tale , che due uomini armati ,d, e incontrandofi P uno con P altro jJJJJjfc, potettero facilmente pafsare fenza > L

La

impedimento Rendevano
durabili le

grof-

gli

Antichi fode
loro
,

e^z

"'
a

col naefrjjJJ^, tervi tramezzo alle pietre de* ba-na.


floni d' Olivaflro
liti
,

Mura

mezzo abbrufta,

*&

fine di legarle

e di fer-

marle. Tuttoch- non vi Ca cofa , la quale renda tanto forti i Terrapieni, quanto il terreno, gli Antichi nulla di meno non aveano in coftume di terrapienare le mura; tolto che nei cafo, in cui vi fofse flato per avventura un luo-

150

Architettura
della

go

Piazza

il

quale fofse

fiato

dominato da qualche eminenza, dalla quale gli Afsedianti


avefser potuto entrare a pie piano

fulle
3.

HoPe
.

mura. Per fortificare quelle opere ter*


la

Iuni

rapienate, e per impedire che

Terra non fprgnefse e rovefciaffe i due muri che la foftentavano , vi faceano degli Speroni o contrafforti,

per traverfo d'

uno

de'

due muri
ti,

all'altro, a fine che la

terra eflendo feparata in pi par-

non

avcffe tanto di pefo per

rovefciare le
iv. la
S

mura

Le Torri
o rotonde, o
cni
>

de?Ji Antichi

erano

e "ia

fatte di molti fian.

fizhn glie
'

P ercn ^ quelle che fonb quadrate, reftano preftiflmo rovinate dulie Macchine da guerra, egli
Arieti urtando ne rompono facilmente le cantonate. ^ muro poi eh era verfo la parte interiore delle Torri , do1

e delie
2*tine

veva effer divifo con ifpacj tanto grandi quanto erano le Torri, e

le vie nelle parti di

IJI dentro delle Torri erano congiunte loiamente con delle travi appoggiate fulle
,
;

DI

VlTRUVIO*

due eftremit
cate con
ferro

fenza efler attaca fine che f il

nemico fi rbffe impadronito di qualche parte della muraglia , gli


Attediati poteffer

leva e
di

le

dette

legno , ed impedire che non paflafe pi olvie, o


tre
ila
il
.

ponte

Articolo Secondo.

DJ
Lib. 4
e. 4.

Templi

fecondo genere di pubblici ILEdificj che fono quelli, qua ne^u?


dv,
i

appartengono alla Religione >%?* fono i Templi. Erano quelli ap Grechi pred gli Antichi di due forti :fcani. altri erano alla Greca , ed altri alia maniera Tofcana I Templi alla maniera Tofca-J h?e~; na erano Quadrati ; i Greci ftUjJn^
li
.

faceano talvolta Rotondi

e taHuadr*

ij
Ne'qua.voJta
.

Architettura
.

Quadrati. Ne' Templi r Quadrati 7*-, ~ v'ha tre drati de Greci v* ha tre cole da
e
cor, fi-

confiderare

cio

Je

Parti delie
e

dcrare

-quali erano comporti, la Propor-

zionedi tutto Afpetto.


i.

il

Tempio,

il

Tuo

Le
tl

Le

parti

de*

erano M ?he fono dn- cinque


c!oV

u P*

f vente &1

Templi quadrati numero di


effi

poich avean
,

quafi

tutti

V Antitempio
del

o vogliam

dire Atrio

anteriore

Pronaos
parte

o Portico, nella parte Tempio , chiamato il Pofttempio y o fia la


del

pofteriore

Tempio

ap-

pellata Pojlicurn> ovver Opiflbodo-

mos\ il mezzo del Tempio nominato Celia o Secos ; i Portici o Ale; e la Porta.
i.L'atrio

L'Atrio o Antitempio * era un luogo coperto full' entrata della maggior parte de* Templi, di tanta larghezza , di quanta era il Tempio ftefl. Gli Atrj erano di tre forte: gli uni erano /ottenuti da Colonne da tre iati : gli altri non aveano Colonne che nella

DI
facciata

VlTRUVlO.
;

I?$
i

davanti

effendo

loro

lati foftentati
ti

da due aledi parecontinuati alle pareti dei Tem.*

pio

nei due Iati

venivano foftentati la met da colonne, e la met da' muri eh* erano la continuazione delle pareti latei

terzi

rali del

Tempio
o

Il Pojcoy

fia

il

di dietro del ^'P*-

Tempio
do anch'

era pari all'Atrio, aven*


eflb

una Porta

Tutti
gi

Templi per non aveano

il

loro Poflicoy bench aveffero quafi tutti il Pronao o Atrio.


Il mezzo del Tempio che chia- 3 raezzo# mavafi Cella , era un luogo ferrato da quattro muri , non ricevendo lume che per la Porta ;
.

toltone

il

cafo in cui egli fofle fla,

to feoperto in feguito.
I Portici

ficcome far fpiegato

che formavano

le

Ale 4 .i Pots.
-

de'

Templi , erano certe file di tIci Colonne , talvolta femplici , e talvolta doppie
,

che andavano

at-

torno

ai fianchi de*

Templi

al di

tj4

Architettura
.

fuori. Alle volte per quefta parte mancava ad alcuni Templi

Porte de'Templi erano difY esa- ferenti fecondo Ja differenza dell* d Jref r- 01 'dine d* Architettura , a norma e del quale era fabbricato il Temi .\ pio. Aveavi Ja Porta Dorica, la Jonica, e l'Attica. LaPotaltezza della Porta Dorica prende vafi in quefto modo , che rica, di
i.

Le

fc

JJj
crano
3

*iiwfo in tre parti e

to che
al

v* era dal

mezza il tratpavimento fino

fondo del foffitto dell' Atrio y quale foffitto chiama vafi Lacnnar due di quelle parti davanfi all' altezza del lume della porta fotto il Liflello o Sopracigiio :
il
\

poi divifa
dici,

tal'

altezza in parti do-

prendevanfene cinque e mezla

za per

larghezza del

lume

del-

la porta da

bado;

ma

l'ait effer

dovea pi riftretto della terza , della quarta, e anche dell'ottava


parte dell'Importa

oErta, feconla fua


al-

do

1'

altezza della porta ; perch

-quanto maggiore era

DI

VlTRUVIO

155

tezza, tanto
delie
te

meno
.

flretta ella do-

La groflezza vea cffer di fopra Impofle o Erte nella fronte dovea effer per la duedecima pardell'

altezza

del

lume

della

porta.

Ma T Erta andava aneli* *&*/-* raftremandof di fopra per la de- meut; cimaquarta parte della fua larghezza ; ed era foitanto orlata da
una Cimafa con

un Aftragalo o

Tondino

Poi fopra quefta Cimafa , cio fopra quella eh* era in alto nel Sopraciglio o Sopralimitare, (1 face

un Fregio chiamato Hyper-^^,

thyron

eh' era

della

medefima

810

'

groffezza del Sopraciglio; e fopra

quefto Fregio mettevafi

una Cimafa Dorica con un Tondino o

de' quali

Aftragalo Lesbio, l'uno e l'altro doveano avere un poco di fporto Indi fopra quefti Ornamenti
.

era fituata
la

la

piccola

fua

Corona piatta con a CoCimafa o Gola /pTi,


r

la

i5* quale

Architettura
avea
era

quanta
ciglio

che
.

tanto di fporto > V altezza del Sopras' imponeva fopra I'


delle Porte

Erte
laPorni,.i,d>

fj

altezza

Joniche

prendevafi nella maniera mcdefima

Jj,?
erano

che nelle porte Doriche: ma per larghezza , conveniva la divider I' altezza in due parti e mezza, per darne una e mezza al
avere

lume da

baffo

il

reftrigniinento
fteffo,

poi facevafi nel


nella porta
L'Erra,

modo
.

che
delle

La

Dorica larghezza o groffezza


I*

Erte era per


te
.

altezza

del

lume

nella fronte la quartadecima par-

Di

poi

fi

dividea quefta grof-

fezza in fei parti, e


f

una di quelle
la

ne pendeva
il

per

Ci ma fa

poi divifo
ti ,

refto in dodici par-

tre

feia

davanfene alla prima Fa* comprefo il fuo A dragalo o

Tondino, quattro alla feconda, e cinque alla terza. li FieIl Fregio nominato Hyperthyron iu formavau con le proporzioni me*

DI

defime
rico
.

VlTRUVIO. 157 come neh' Ordine Do-

Le Menfole , o come altri IeLe\fen. foIej chiamano Cartelle, fcolpice a dritta e a finiftra, pendevano lontane
a livello del da baffo del Sopraci-

comprendervi la Foglia, ch'effe aveano da baffo. La


glio

fenza

loro

larghezza

in

alto era
,

della
baf-

terza parte dell' Erte

ma

da

fo erano Ja quarta parte pi fottili

che

di fopra.
fimilitaPor-

Le Porte Attiche erano


alie

Doriche , ma le loro ErteJJ^*" non aveano che una Benda fola fotto la Cimafa ; e quefta Benda o Fafcia avea folamente di larghezza due parti delle fette, nelle quali dividevafi tutto quello , che reflava dell'Erta. * La proporzione de' Templi era ir. La tale, che doveano effcr due voice JJ22I tanto lunghi, che larghi: ma ci non debbefi intendere precifamente> che di que* Templi, i quali

ib -

i5&

Architettura
;

erano fenza Colonne

di cui di-

vifa emendo la larghezza in otto parti, alla larghezza f ne davano

quattro.
I

Templi per che aveano

Jo Lib

4*

alato attorno di colonne y non poteano avere quefta proporzione doppia ; attcfoch la lunghezza avea folta nto il doppio degi* in-

tercolunnj ; e per confeguenzaL'b- j. avea una colonna di meno dei*'*

doppio delle colonne ch'erano in fronte, e nel da dietro; per efemfronte aveva fei coerano dunque cinque intercolunnj; laonde f fi volevano raddoppiar g* intercolunnj, e
pio
,

la

lonne

vi

farli

dieci

bacavano undici
g'

co-

lonne, perch no Tempre un

intercolunnj foco-

meno ddh

lonne, in. Per lo Afpetto de' Templi, due intendere in Vircrro >cofe fi pofibno truvio Difpoiizione che le la , cio ^4,
parti

dd Tempio hanno

le

une

DI

VlTRUVIO.
il

159
verfo
le

rifpetto all'altre; e la Difpofizio-

ne
Uh.
C,J *
4.

di

tutto

Tempio

parti del cielo.

Per quello concerne la Difpo-L' AfAzione del Tempio rifpetto alrSard cielo, gli Antichi aveano Tempre c ^ lo f la mira , che i Templi volti foffero verfo l'Oriente; purch non fofle (iato il luogo mal difpofto per ci fare, e che qualche grande ftrada non gli avelte obbligati a voltarli altramente. L Af Per quello poi che Ci appartie- petto
.

ne
le

alla

Difpofizione delle parti


,

>

guati
a

cio dell'Atrio, del Poflico

del

m Tempio,

Ale,

della parte interiore


1

delwwte.

tI

e delle Porte, era que*a


differente ne'

,\

idi ti

due
ie

ita

una co fa

Tem- }^
c

pli eh*

erano fenza Colonne,

da^

quelli ne' quali v'erano


Lft. e,4#
4.

Colonne. fro: I Templi fenza Colonne eraniTemquelli, che non arrivavano a venti L' c

piedi di larghezza. Di quefti


fi

Templi Ionne *

divideva
,

la
fi

larghezza in quattro
faceva
la

parti

lunghezza

del doppio > cio di otto, e que*,

iSo
ile otto

Architettura
fi

compartivano inquefta maniera , cio cinque f ne davano alla lunghezza dell'interiore del Tempio , o ila alla Cella ,
Je altre tre
fi

affegnavano

all'

A-

trio
piTcon'

* Templi poi che aveano Co-^-*' Jonne, erano di otto fpezic La ne eh \ , r fono di prima e la pi lemplice era quelad An> * a quale chiamavano fpSie 1 ci Q ia Pi' 3 " iri faccia tes > ^ perii Tem- che in quefta fpezie di Templi ^^,non aveavi che due colonne dei&' avanti tra due Ante . SfS?* 1 ^acc ^ a
Colon-

i-i

manie.

Erano quelli Templi


niere.

di

tre

mama-

iapri-

La prima

e la pi femplice

ma

>

niera era quella che nelle canto-

nate avea due Ante o Pilaftri , e nella facciata dinanzi del Tempio avea due Colonne, le quali fofte-

nevano
La
a,

il

Frontifpicio
f

La

feconda maniera
effe

anch'

efa
;

non avea

non due Colonne


tra

ma
una

erano

due Ante in
le

ifiefla fila

con

Ante

fleffe;

f'b.4.

e quelle

t6t r>i Vitruvio* Ante con le due Colon*


la

ne terminavano e chiudevano
pio
all'
.

parte anteriore dell'Atrio del Tem-

La maniera
incontro

terza era,
delle

quando Latcr due Colonne

'

eh* erano nella facciata dinanzi >


la

quale chiudeva f Atrio, f ne metteva due altre ancora nella parte di dentro dell' Atrio. Quefte colonne interiori per erano

men
ta
,

grofle di quelle della faccia-

tutto che
:

foflero di uguale
grotte

altezza
rire

ma

a fine di farle appaa

ugualmente
fi

quelle
effe del-

di fuori, vi
le

faceano in

canalature in
,

ro
to

maggior numeformandovene fino a ventot-

o trentadue, fuppofto che quel:

ne aveller ventiquate quello faceafi per lafciar pi libero efpaziofo l'andito dell' interiore dell'Atrio. Quelli Temle di fuori

tro

aveano anche quello di partiche la parte anteriore , dell' Atrio era chiufa con alcuni
pli

colare

iz

Architettura
,
,

parapetti di

me
gio

alti

marmo o di legnaquanto farebbe il pog*

in

vano

le

per gf

per che fi lafciafue entrate nel!' Atrio intercolunnj , tra Je Ante


.

modo

o
*
io.

Pilaftri delie ale

A
'

feconda fpezie di Templi a colonne era chiamata Proflilo, che

La

non era differente dalla prima , f non in quello; che oltraiedue colonne del Tempio ad Antes ,
avea due altre colonne fopra le cantonate dirimpetto ai Pilaftri
.

%mg
proni-

La

terza
,

fpezie

era

appellata
ifteflb

AmfpYoflilo

perch lo

mo-

do e numero di colonne che nel Proftilo vi fono nella facciata dinanzi, quello lo ferva anche nella
4.1! pc

parte di dietro del

La quarta
rip tero
i

fpezie dicevafi

Tempio. UPe,

opter.

e j era quella cne tanto

nella facciata anteriore

quanto

nella pofteriore avea fei colonne, e undici per ogni lato , contando in tal numero quelle de* cantoni. Lo fpacio che v* era dal muro

DI VlTRUYIO 16$ uguara della Cella alle colonne > le allo fpacio che v'era tra colonna e colonna La fpezie quinta era il PfifoJz
dodipteroy eh* quanto dire fallo

doppio . Avea quefto otto colonne nella facciata anteriore , ed altrettante nella pofteriore , e quindici per ogni lato , comprefevi quelle degli angoli Le Colonne erano lontane dal muro quanto Io fpacio di due intercolunnj , e lagroffezza di una colonna.

Diptero

diptcro '

fallo alato

Diptero ,<5.iidiptero# ed era quello che avea otto coionne dinanzi, ed otto di dietro, e due ordini o due ale di colonne d'intorno la cella. La fettima fpezie nominavafi^.uipctro Ipetro , perch il di dentro del Tempio era feoperto Avea quefto dieci colonne dinanzi, e dieci di dietro-, e nel rimanente erafimile al Diptero : ma eflb avea quefto di particolare , che nella
fella fpezie

La

era

il

Architettura i*4 parte di dentro avea tutto all'intorno due ordini di colonne uno
fopra P altro, ed erano alquanto rimote dai pareti , per formar de* Portici , come ne* Pendili
.

L' ottava appellava!! Pfeudopc-tib. dopeti-np^ro , o fallo Penptero ; perrtcr0, che la difpofizione delle fue coionne era pari a quella delle Colonne del Periptero ^ avendo il Tempio fei colonne nella faccia*

Lo

ta anteriore, fei nella poftenore,

e undici nelle Ale.

Ma

la

Difpoera

fizione de* pareti del

Tempio

differente in quefo, ch'effi {ten-

de vanfi fino
quefte

alle

colonne, coliche
Porti-

non formavano pi

erano tutte attaccate ai pareti , falvo quelle dell' Atrio , ch'erano Ifolate* I Templi Rotondi eranodidue iTemwndrforte . I primi erano chiamati m Monopteri ; perch non aveano pad\ nc
,

co

ma

zzie, reti,

avendo foltanto l'ala, cio

SVo-a dire le colonne, che fofteneano opteuna Cupola . La proporzione le r.

DlVlTRUVIO.
ro era tale
il
,

l6 S
,

che dividendo tutto

Tempio

in tre parti

un

ter-

zo f ne dava ai gradi , o fia alla falita fui piano del Tempio > fopra di cui ripofvano le Colonne 5 che aveano la loro altezza uguale alla diftanza che palla da una Colonna air altra che gli diametralmente oppofta . La feconda forte che era ap-n Pep e pettata Periptero , avea le ale di ro o, ,? colonne fopra i Stilobati o Piede- do ftalli a torno a torno del Teui pio, il quale era rotondo; lofpa9 zio eh era tra il Stilobate ed il Parete della cella, era della quint
*

ta parte di tutto
il

il

Tempio

diametro della Cella doveva effer tanto , quanta era V altezza


di tutta la

Golonna fopra

il

Sti-

lobate

I Templi alla maniera Tofca-iTem^ na erano quadrati, e avevano cin-j nT? que parti in lunghezza , e quat-

tro in larghezza

L* Atrio
,

,
il

eh'
ri-

era

tanto grande

quanto
3

i66

manente
ne
:

Architettura dei Tempio ,

fronte dinanzi
i

di quattro

avea Ja colon-

fianchi erano chiufi la

me-

t dalla continuazione
laterali del

de* pareti

e l'altra me: nel mezzo poi dell' Atrio eranvi due altre colonne all'incontro di quelt da

Tempio >

due colonne angolari

L'interno del Tem* pio avea due Cappelle per parte. Si truova, che gli Antichi aveaGI*
le di fronte
.

Tempio fenza Colonne 2. fpexfe II Tempio ad Ames y o fa Fac ^Cia in Pilaftri 3. li Tempio ad
. .

aveiao quat- i, li

110

quattordici fpezie di

Templi.

AtttQS

con due colonne nelFiftefla fila in cui fono le Ante. 4. Il Tempio ad Ante: con colonne di groffezza ineguale. 5. Il Proftilo. 6. L' Amfiproftilo 7. Il Periptero . 8. Lo Pfeudodiptero 9. Il Diptero, IO. L'Ipetro. n.LoPfeudoperiptero . 12. Il Monoptero . 13. Il Periptero rotondo. 14. Il
.

Tofcano . Vegganfi
III. e

le

Tavole IL

IV.

DI VlTRUVIO.

1*7

A r TicoLo Terzo.
Delle Piazze Pubbliche , delle Ba* filicbcy de' Teatri , de* Porti y
de'

Bagni, e delle Accademie

IL

terzo genere di pubblici Edi- gitela

ficj, cio quelli

feono per
di tutto
il

che fi cofrui- pernia comodit e per l'ufo 575"" popolo , fono di felino

fpezie; cio le Piazze pubbliche


le Bafiiiche,
i

,^#5
J

Teatri,

Porti, iJ3*

Bagni, e

le

Accademie.

Piazze pubbliche appreflb il i* m Greci erano tutte all'intorno a&$F* ornate con fpefie colonne : ma^fg^ appreflb i Romani le colonne e he ci ed? ma~ attorniavano le Piazze , aveanoS. degl' intercolunnj pi larghi ;

Le

perch formavano
itili
,
.

effe

de* Peri-

J;

fotto cui eranvi delle bot-.*^-

teghe

proporzione delle pubblicher Piazze era tale, che divifaJa lira-|J?r

La

Architettura i6f ghezza in tre parti , due


davano
n. ic
che.

ne

alla larghezza

Le
mai

Bafiliche

non aveano giam-

di

larghezza

meno

che

la
,

Ia
iVro
r
."

terza parte della loro lunghezza

zionc

n P iu c ^ e * a

m et.

Le Colon-

Le Colonne erano tanto alte , quanto erano larghe le Ale o fia i Portici ; e quefte Ale aveano
di larghezza
la terza parte dello fpacio della gran volta di mezzo .

vi io- Sopra le dette Ale eravi una -^"feconda fila di colonne, le quali c r formavano dei Poggiuoli o Corj d alti y e quefte colonne erati uno rido}
r5tro.no pofate fopra un Piedeftailo in forma di Parapetto affai alto ,

acciocch quelli che paffeggiavano in quefti alti Corridoi non foffero veduti da quelli > eh* erano
abbaflb
*.
.

Le

Negli eftrem poi delle grandi


fi

{,. Bafiliche ,
diche,

faceano delle Sale

chiamate Calcidiche , le quali aveano la comunicazione di una

DI

VlTRUVIO
per via

l6)

con
alti
,

1*

altra

dei Corridoi

ze

e fervivano a dar le Udiene per amminiftrar la Giu.

stizia

I Teatri erano comporti di tre

^i
che

parti

cio de*
de'

na
I
li

,
.

Gradi , della SceLuoghi da paffegdi

gtere

d ' cio
.

S^

Gradi che fervivano agli Spettatori , erano


,

fediv IGr a *

dilpofticom-

in femicerchio

uno

fpacio voto nel

e racchiudevano J^'no mezzo e nel

piano del Teatro, che chiamava!! V Orcheflra . Lib.y. L'Orcheftra era fatta ne' Tca- L o r tri de'Greci per fare i Balli; ma cheftra in quella de' Romani vi erano i feggi dei Senatori, perch i Balli pretto di loro fi facevano nella Scena uh. y. Sopra gli ultimi e fupremi Gra- 11 poriu di di fopra eravi all' intorno un** Portico di colonne: ed ogni tanti Gradi eravi una cinta, cio un piano o pianerottolo , fopra il quale attorno fi camminava Tre
>

i7o Architettura erano quefti piani; il primo alla parte pi baffa , il fecondo nel

mezzo, e V altro di fopra,


Ja fcala

e quel-Lib.

y.

per

cui

fi

faliva

fino ai

c * 6*

primo piano, non feguitava fino al fecondo; ma tra mezzo nel fecondo piano eravi un* altra fcala, che conduceva al terzo ; e vi erano a quefto effetto alcune apriture o vie, che andavano alle falite ed alle fcale drizzate. I Gra di erano alti dai quattordici ai

totto

quindici pollici ai trenta.

e larghi dai veaal di

Tra

Gradi del Teatro

Lib. y.
c#

fopra dei pianerottoli, eranvi ne* Teatri grandi tredici Celle , nelvafile quali fi collocavano de' Vafi di
ra

me.

*rame, accordati
ni

in differenti tuo-

rimbombo fer, che col loro vivano a rendere pi chiaro il fuono della voce de* Recitanti. La Scena era comporta del Pulmfch
sarti,

P' t0

^el
Il

P yofCel
g'

>

C t Para*
il luogo , venivano a

cio

fcerno

Pulpito era
Attori

puoi" fopra

cul

DI VlTRUVIO. 171 rapprefentare le Joro parti . Eflb non era alto pi di cinque piedi fopra il pavimento dell* Orcheflra.
Il
Ja

Proscenio era la facciata del- n *10 ' Scena , la quale era adornata eh"
di

di varj ordini

colonne un

fo-

aveY *

pra E altro; ma proporzionati in guifa tale, che il fecondo era pi


piccolo di e il terzo

un quarto
fi

del

andava

primo , diminuen-

do con

la ftefla

proporzione.
:

Quefta facciata avea le apertu- Ie tre quella di mezzo fue p^ re da tre porte eh' era la pi grande , appellaya-" fi la porta Reale ; le altre due chiamavano* le porte de* Forefiieri
.

Quelle tre porte venivano chi- Le a


f

per

via
,
.

di

Macchine

fatte

a^
.
.

* di tre fae-.v 0,rar f e compofte r per le T. mutaciate dipinte , per rapprefentare delie Fabbriche in profpettiva -Squali Servivano quelle Macchine a fr&"3 re i cangiamenti de Scene, al-'*kr lorche fcevanfi girare ; ayvegna-fe

triangolo &

li

ijz Architettura che le pitture che vi erano fopia, rapprefentavano tre forte di Fabbriche, e per confeguenza for-

mavano
tragi]

comi- la
sadri- la
ca
'

tre forti di Scena , cio Tragica con Palagi magnifici Comica con privati Edificj , e
-,

Satirica

cio a dire Paftorale

con luoghi
recci
.

campeftri

e bofche-

il

P4-

H
tro
,

Parafcerno
dove
,

Poflfceno era

rafet-

un luogo o
no,
i fi

portico dietro al Tea-

gli Attori fi ritiravaabbigliavano , o ripetevano

Balli

e dove

riponevano
ai

le

Macchine.
j.iLue-

Vicino ancora

Teatri eranvi

raVcl-de' pubblici i0% re , lunghi

Luoghi da paffeggiauno Stadio , che fa novanta pertiche incirca Erano


.

file d'Alberi, e intorno da doppj Portici , ciafchedun de' quali era tanto largo, quanto erano alte le colonne del i fuori ; poich le interiori erano pi alte d'una quinta parte, che Pefteriori, ed

quefti piantati di
all'

chufi tutti

c^if'

1 VlTRUVlO. 17$ erano anche d'Ordine differente : Imperciocch 1' efteriori erano d' ordine Dorico , e le interiori d* ordine Jonico , ovvero Corintio, G ^ Antichi coftruivano i Porti JJ^* in due maniere, quelli eh* era- ch'erano formati dalla natura, vi face- Naturano foltanto de4 Portici all' in- ralia torno con dei Magazzini ; e dall* una air altra parte vi piantavano delle Torri , dalle quali con Macchine fi poteva tirare dall' una all' altra banda una catena per chiuder il Porto. Quelli poi , eh' erano artifizia-o A r . zi li , fi fabbricavano in tre manie\f e

re.
foni

La prima
o

era di fare de' caf-

'fi*,

ferragli di

legname

foltan-

woia

tanto , fenza votare P acqua rac-J^!" " chiufa nel recinto de' medefimi; e Lapri poi gettarvi tra s fatti ferragli delle pietre, e della malta impaftatacon la Pozzolana, il tutto alla rinfufa e fenza ordine : perch ci facea ufeir l'acqua contenuta fra i cationi; ed erano. di pi perfuafi

Architettura 174 che quella malta feccherebbcfi


mezzo all'acqua.
t
fl

iti

'de' caflbni

feconda maniera era di fare o ferragli doppj , con calcarvi dentro della terra grafia air ordinaria ; e poi dopo che
era votata

La

col mezzo trombe , fabbricare nel fondo del mare che v* era tra quei fers*

V acqua

di

ragli

Lai-

Laterza maniera era

di coftruir

un Molo
del

fopra
il

V orlo e gengiva
dentro,

Mare* e
:

di gittarvelo

allorch
ftanza

lavoro era fecco abbaci che non richiedeva fe


di

non due meli

tempo

Per po-

ter far cadere quefto tal

Molo

in

Mare

lo fabbricavano

orlo del fopra un letto di fabbione, ch'effi formavano vicino al detto orlo, a fine che quefto fabbione che

met fuir Mare medefmo, e met

non
muri
tarlo

era trattenuto f
eretti
,

non che da folamente per foftendurante il tempo in cui fi


il

fcccava

Molo

lo iafciafle cade-

DI VlTRUVIO. 17$ porMare a iJ allorch veniva , tar via il Sabbione , dopo d* aver
re
atterrati
"> y-

I
gli
IV,
!

i muri predetti. Bagni degli Antichi erano V B *!

comporti
- -

di pi ftanze, altre peraveva,

Uomini

ed altre per

le

Item^ni

mine. rcmi Alcune di quefte flanze avea- Pern._ no un calor mite e temperato per Saldar
riscaldare

d ine

pi

e
.

prepararli

infenfibiJmente ad un

cor- a lo

calor
fu;

icorpi '

pi forte dare
dare
,

valevole a farli

La Camera
e che

eh* era per far fu-p erfar

Antichi appella- iudare vano Lacomcum , era rotonda e formata a volta a maniera di Forno , pertugiata in aito da un* apertura rotonda, che fi chiude* va ed apriva con un coperchio di rame , fofpefo ad una catena , per cui mezzo aumentavafi e diminuivafi il calore , a proporzione ch'era alzato, od abbaflato il detto coperchio. Un folo e medefimo Fornello
gli

iyS
rifcaldava
1*

Architettura
tanto
,

1"

aria

quanto

acqua

attefa
,
i

la

difpofizione

de' Juoghi

quali

meno
il

vicini al

erano pi o Fornello , donde


,
i

calore comunicava^ alle ftanze


i

per di fotto
perforati .
r

folaj

quali erano

L'acque erano anch'effe diverfamente temperate dalla differen* ir r ^ te umazione di tre gran Vali di per u- rame , 1* acqua de* quali pafHfcaf-

dar r acqua,

"

fi
'

fava

dair

uno
tubi

nell* altro
,

v*

erano dei

quefte tre forti d' gni .


1V Le
.

che portavano acque ne' Ba-

!"

Accademie degli Antichi ***;*


,

^"heCh'effi chiamavano Paleflrc


ayeno
L

Iuo-

go dove
le

la

Giovent apprendeva
e gli efercizj
,

| a rti
mi",
**.'

lettere

erano

compofte Pendilo ,
Stadio.

di tre parti, cio

d'un

d'

un Xifto>

e d*

uno

Jiftito i

" Pendilo era una corte attor^e 'niata da Portici , i quali erano di dllefor. due forti , cio tre ve ne avea eh* Fert1ci.eran femplici , ed uno doppio.

DI VlTRUVIO. 177 appoggiati a]T tre pezzi di appartamenti compo-ci. fti di molte Sale grandi , ove faceano i Filofofi Je loro difpute e le loro conferenze. II pezzo di appartamento ch'un era per lungo del portico doppio,^ ed una parte degli appartamenti
I Semplici erano

,.

che formavano le due facciate , erano diftribuiti anch' effi in pi

membra, per
efercizj

gli fludj

e per gli
:

Giovent poich v'erano Scuole , Bagni, Stuffe e Giuochi di Balla.


della

Lo Xifto era un luogo piantato l# Lo ifto d'Alberi, e chi ufo da' Portici per x L * .. che a^v n ^ ogni lato. Quelli Portici erano diveadue

due

forti

Uno

era doppio

ed era appog-

^
Un0

cl ]

giato a quel pezzo di appartamene to, a cui era attaccato il Portico

doppio del
I

Perirtelo.
.

Semplici faceano due ale Due Sotto quefti Portici femplici v'era- Pf^T. no delie flrade un poco pi fonde , dove fi faceano gli efercizj ;

Architettura 178 rimanente dei Portico era pi e il alto tanto a dritta quanto a finiftra, per coloro che voleanopaffeggiare
gli altri
,
fi

durante
.

il tempo in cui efercitavano nelle fira-

de profonde
u na
.

Piazza ch'era chiufa daquepiauura n il * d'Albe Iti tre Portici , era piantata d Alberi, i quali faceano de* ftradoni, dove s* efercitavano gli Atleti du.

La

rante l'Inverno, quando era buon

tempo.
3.

Lo
'a-

Lo

Stadio era a canto del Pe.

che

Era quefto novanta pertiche, cio fiancheggiato z una banda da 1 gradi molti gradi , che formavano una fpma- fpezie di Teatro lungo , ed incurri: vato nei due eftremi Quefti graia P IaMjdi erano fatti, perch la gente fu
ridilo e dello Xifto
di

uno ftradone pa rtt'

eferdxj
1

quelli poteflfe

comodamente guarmentre
s'

do

01"

dare

gli

Atleti,

efercita-

vano nel corfo.

t)

Vitruvio.

t7

CAPITOLO

ti
.

Delle Fabbriche Private

Articolo Primo
Dei
Db. <s.T
Cortili delle

Cafe.

** I_J
ti,

Cafe degli Antichi aveanoucotcinque forti di Cortili , Ij^j; quali la maggior parte erano co-an?^
perti tutti all' intorno dagli fpor-quefor-

che fofteneano il Canale , in^o, andavano ad unirfi ed a feolare tutte le acque dei tetti . _' Quefti Cortili fatti con ifporti a co n erano di quattro fpezie La prima chiamavafi Tofcana Quello *" Cortile era attorniato da unofpor-chia^ av a " to> il cui pender era in piovere , e fi pofava fu quattro travi fofte- l[J Q ^ liuti da altri travi interpenfivi p fti ne* cantoni , e che venivano ad incontrare i travi in queHuo* go, dove s' univano.
cui
. tt
.

JJJ,

i8o
lindo"
'

Architettura
a feconda fpezie

era chiama.
le

ta Corintia. Ella

aveya

mede-

fime travi

ma

quelle erano
,

u
di

poco pi in fuori dei muri

quel che foffero nei cortili Tofcani, e pofavano fopra colonne.


11

Te.

La

terza

fpezie

era

nominata

,raftilo

*Tetrafti!a, poich le travi erano

foftenute fol tanto da

quattro co-

quali fervivano in vece de' travi interpenfve che fi adole

lonne,

raoa

peravano nel cortile Tofcano La quarta fpezie era quella fat'ta a Volte perch lo /porto eh' avea tutto all' intorno a era pog.

giato fopra volte.

e
tu

uno

La quinta fpezie di Cortile che non avea lporto alcuno , e che tenea il nome di Scoperto o Difpluviato > avea il Canale in cui fcolavan le acque poflo a livello folamente del muro > e quefto era coperto foltanto dal tetto fenza che venifle in fuori col piovere.

IDI

VlTRUVlO#

tti

Articolo Secondo,
Degli Atrj
tib.6.
e* 4
-

o Veflboli.

Cafe degli Antichi aveanoLaproo Veftiboli grandi T^ aveano quefti tal-gup "j e magnifici

T E
JLj
i

degli Atrj
.

volta fino

a quindici pertiche di^vai


i
i

lunghezza e nove di larghezza, Cniere, c,oc venivano foftenuti da due file di colonne, che faceano un'Ala per
parte
.

trema-

La proporzione
ghezza con
la

della

loro lar-i.Daiu

lunghezza prende-Jj La prima &gf\ vafi in tre maniere era > quando divifa la lunghezza ro ara in cinque parti , davanfene tre?h'" a ,' alla larghezza: la feconda, quan jjjrte
.

divifa quella in tre

alla fai*Layrj1

ghezza f ne affegnavano due: laSconterza


,

quando dopo

d' aver for-f/,^

,*

mato un quadrato
devafi.

per la nale di tal quadrato, e la laterale per la larghezza.

perfetto, pren* lunghezza la diago-

itz
ii.Dai.
'

Architettura

L' altezza poi era tale , che leun quarto della Junghezvatone un'. 1 ^ ava a ^ a a tezza za * *' rei ^ ^ > 5iuoa ro a i-mifurando dal pavimento da baffo tc " a fino alla trave o catena del tetto , che fomentava l'arca o fia lacaffa di tutto il colmo; avvertendo inoltre che il colmo dovea effer prfondato, o rizzato in declivio fopra il Lacunare o travatura , la
^
*

fettima parte di tutta l'altezza. La proporzione , che l'Andito di mezzo tra le Colonne avea Nate
ni.
n

zu aUe" Aie. do la

COtl

^e

era differente fccon-

grandezza degli Atrj: poich quanto pi erano grandi gli Atrj , tanto meno larghe erano Je Ale a proporzione dell'Andito di mezzo in maniera che quando 1' Atrio era lungo cento piedi , le Ale non erano pi larghe della quinta parte di tal lunghezza ; e quando effo non avea di lunghezza che trenta piedi, davafi
:

alle

Ale

la terza

parte.

DI VlTRUVIO.

1*5

A RtiColo Terzo.
Delle Sale.

AVeano

gli
,

di Sale

Antichi tre fpezie eracio Je Corintie ,5^"'


dI Sa,e;
.

P Egiziane , e le Ozicene Le Corintie aveano delle CofcI .eCo ni


lonne dintorno apprett
e
tali
i

pareti,
il

Colonne foftentavano

cielo

fatto bens a volta,

ma

alquanto

fchiacciato e piano.

Le Sale Egiziane aveano le lo- L'Egiliane * ro Colonne d' intorno alquanto lontane dai pareti a maniera di Pendilo, efortentavano folamente un Architrave fenza Fregio, e fenza Cornice Ma fopra queito Architrave vi avea un altro ordi.

ne di Colonne , tra le quali v* erano le fineftre che davano lume


dentro Lo fpazio poi che v'era dall' Architrave che fofteneva le colonne di fopra fino ai pareti , era coperto di un paalla parte di
.

i8f

Architettura
,

vi mento

palleggiare

e fervi va di loggia per dintorno ia Saia allo

fcoperto
ie cxicenc j.

Le
al

Sale

Ozicene aveano quefto^


'

6-

p art C0 are ^ c h> eran0 voltate Settentrione, ed aveano la veErano effe duta fopra Giardini principalmente in ufo appreffo i Greci. La proporzione delle Sale era La prr loro lunghezza foff,c dli-'quefta, che la ieSaie.f e \\ doppio della larghezza loro: quanto poi a ci che concerne l
J
.

, oflervavafi quefta reV altezza di tutte per avere , Je forte di itanze , che fono pi univanfi inlunghe che larghe fieme ia lunghezza e la larghez-

loro altezza

gola

za loro, e di quella fomma prendevafi la met per la loro al*


tezza
.

Le Stanze che non erano

pi

Junghe che larghe , ma quadrate, aveano in altezza tutta iaioro larghezza , e ia met della medefi

ma

larghezza

DI VlTRUVIO.

185

Articolo Quarto.
Della Diftribuzionc degli Ap~

pan ament
ut>. 6

degli Antichi.

CI0
*

T*

Romani
e

diftribuivano

Greci ordinavano La diin differente^"*


.

cgl maniera i loro Appartamenti A ] r, i tamenRomani aveano Cortili iib. 6. Poich CJ e *ed Atrj , ficcome gi s' detto
'

$&?

ma

ci

non
,

de* Greci

vedeva nelle Cafe^X perch quefte aveano a jGre^


fi
,

foltanto un'Entrata

Andito
fi

affai ftretto,

per

ovvero un Remi ul " il quale


.

paffava in

un

Periftilo

Tale
Stan-

Andito da una parte avea


za del Portinaio Stale de' Cavalli.
>

la

e dall' altra le

Le Cafe
ito
,

di quefie

due Nazi- IG **"


{
m

ni erano differenti ancora inque-veano

che

gli

Appartamenti delle $
i

Donne

appreffo
tale

Greci erano

^:
cio

feparati da quelli degli

Uomini

ti,

in maniera

che aveano finodegV

de' luoghi a parte per mangiare. ST^

i8
Quelli

Architettura
delle Foreftiere
riferva per
,
i

Aveano ancora
Foreftieri
,

Donneo Appartamenti di
Quelli

e in quefti gli davano d'alloggiare, perch non Soltanto Kihc * g* invitavano a menfa > e non
gli
il

primo vano.

banchettavano , f non che giorno in cui arriva-

CAPITOLO

III.

Delle eofe , che appartenevano ugualmente alle Fabbriche Pubbliche , e alle Private .

Articolo Primo.
Della condotta delle Acque delle Fontane

jJf*TT Cofa molto importante pemib. 6 331 X2j condurre le Acque il livel- c
'

i.
*

chTSr larle

a fine di fapere,

s elle

pof-

i'^

1
;

andare a que* luoghi , ove Adopefi pretende di condurle ravano per ci gli Antichi un
faiio
.

DI Vitruvio. 187 Strumento chiamato Cborobate , il quale veniva diretto dal piombo pendente , e talvolta anche dall'acqua , quando il vento im-

L'b.
e. 7>

pediva col movimento che fi potere ufar il piombo. 8. Conducevano sii Antichi lei>ra. p j- duceacque in tre maniere , cio a di- vano n tre re per via d'Acquedotti, per via^ tc ^Cadi Cannoni di piombo, e per via
.

cio' Cannoni di terra cotta. Ai Canali , o Letti degli A e- con quedotti davano mezzo piede dfdSJT pendo o livello per ogni cento piedi di lunghezza- e quando s'incontravano montagne nei loro

di

cammino
zio
,
i

, le foravano , e vi fa* ceano de* pozzi di fpazio in ifpa-

quali pozzi
la

andavano a

ri-

loro bocca fino alla ferire con cima della montagna , per darvi
aria.

Cannoni di piombo erano01* Car.no #-. lunghi almeno nove piedi Gfini j faceano gli Antichi di lame pie-^T^
I

gate in tondo, e di groffezze dif-

i88
ferenti
delia
,

Architettura
fecondo
la

proporzione

groflezza de'

condur quelli
rio

Cannoni . Per Cannoni f gli da-

va quel pendo , eh' era neceffae quando vi s' incontrava ;


valle

una qualche
loro
,

nel

cammino

veniva livellata e pareggiata , con apparecchiarvi di fotto una Muratura Se per le


ella
.

valli

erano molto lunghe

fi

fa-

ceano difeendere i corfi dei Cannoni in luogo chino, per poi farli di nuovo rifalire Faceano ancora gli Antichi di fpazio in ifpa.

zio alcuni
fortire
i

fpiragli

venti

per cui far , e de' cartelli o

conferve per conofeere pi facilmente f i Cannoni abbiano fatto danno, e potervi rimediare in
qualfivoglia fito.
Canno.
i

Cannoni
groffi

di

terra

cotta erafinufTati

amo

due dita, e

da

cotu.

una parte, acciocch uno potefle entrare neJP altro . Dipoi le imboccature di que' Cannoni fi otturavano

con

calce viva flempe-

DI VlTRUVIO.
rata nell'olio: e

189
occorre-

quando

va fare qualche gombito o piegatura j fi adoperava una pietra di fafl rollo j e quefta forata , acciocch potefle ricevere e unire
in effe le

due eftremit

de*

Can-

noni

Articolo Secondo.
De
y

Pozzi

delle

Cifterne

que fotterranee hanno fo-^cv ^ vente delle qualit cattive , e cVj* ?


ci

A
fa

Vendo

ofTervato

che

le Ac*i_ecau-

efalano
allorch

vapori

capaci di

foffocarchind.
ca , v are I

coloro che lavorano


,

ne' pozzi
,

fcavati che fiano

co-*

" 1,

mincia P acqua a raunarfi ; ufavano gli Antichi quefta cautela ,


di calarvi
:

gi una lucerna accee f quella per la forza del vapore veniva eftinta, era quefto
indizio
della

un

cattiva

qualit

dell'acqua.

t$

Architettura
Ciferne

faceva tifi racco* derne.gliendo P acqua della pioggia nel-

KeUu

Le

conferve fotterra; di cui i mued il fondo fabbrica> vanfi con malta fatta di calcina
le
ri

laterali

bione

viva fortiflima, di afpriflmo fabe di giera e fcagliuzze ,

, il tutto ben battuto e mifto infieme Gji Antichi facevano molti Confervatoj, acciocch pattando P acqua dall'uno nell'altro, deponefle e lafciafle tutto il limo ne' primi. Effi ancora vi gettavano nell* acqua delle loro Ciflerne un poco di fale, per renderla pifottile e pi leggiera.
.

mezzane

DI VlTRUYIO.

191

Articolo Terzo.
Delle Macchine per portare
foli e zar e
i >

per

fajji

e gli

ah

tri pefi

tib .io.

^Tefifonte e Metagene fuo

V_J
pio

* fi-^M* c Architetci gliuolo del Tem-pe'r^ic

Macchine per condurre quei granfa a a pezzi di pietre, che dovevano Ter <* m,CK vire per fare Je Colonne e gli rr
t
fi
.

d'

Efefo

inventarono

delle Mche

chitravi. Quella che fu fatta per Per


tirare
i

ri-

furti delle

Colonne

era^i*
'

unafpezie diTeJajo fatto di qua t- ch er *: tro pezzi di legno ben connetti , forma cio due traverfi congiunti con due lunghi quanto i furti delle 1. cu" colonne; poi nelle tefte dei furti ^* delle Colonne impiombavano bene un fufo o pirone di ferro per banda ; e nei due traverfi del Telajo vi ponevano due armille'o cer1

chielli di ferro, nei quali faceva-

no entrar

detti

pironi a guifa

i9i
di
aff
:

Architettura
cos
,
fi
i

Macchina
cerchielli

tirando i buoi la pironi rinchiufi nei

mente vogliendo

andavano continua, e con elfi per

confeguenza fi girava attorno anche Ja Colonna; e in quello modo ella ferviva afe fteffa di Ruota Quefta invenzione era riufcita affai bene , attefa la difpofi* zione del luogo per cui tali pie.

dovevanfi trafportare , perch era tutta campagna piana ed uguale. L'altra Macchina fatta per con* 1 .Q,, a . {Jr^. durre gli Architravi era un TesaJajo confimile, che rinchiudeva due Ruote affai grandi; e nel mezzo o centro di quelle v* incannavano bene Je tede dell' Architrave , il quale fervendo come di aff , yeniva in tal modo foftentato
tre

dalle

Ruote medefime

poi con
i

la fleffa

ragione di mettervi
.

pi-

roni ed i cerchielli , conducevano anche quelle pietre Una terza Macchina fu anco* tlcaf"

ra

DI inventata

VlTRUVlO
per

195
la

trafportare

gran pietra che dovea


Bafe
lo

fervir di

alla Statua coloflale d'Apolera lunga dodici pieperch , di, alta cinque e mezzo , e larga fette e quattro pollici . Si fecero dunque due gran Ruote , nelle quali eflendo incaffati e ben chifi i capi della pietra , veniva ella dalle ruote foftentata poi da una ruota all' altra attaccarono dei full che univano infieme le ruote, e che formavano una fpecie di rochello attorno la detta pietra , e intorno ai fufi di quel rochello vi circondarono delle funi , le quali le facevano tirare da' buoi, e cos feiogliendofi le funi, voltavanfi attorno le ruote. Quegli per che avea tentato il trasporto di quefta pietra col mezzo della detta Macchina , non pot riufeire nella fua idea ; perch non potendo i buoi tirare d* una ugual forza le funi , la Macchina non andava mai dritta, ma fi voi:

Architettura i$4 geva ora in una parte ora nell* altra , dal che per, drizzarla era
duopo
di

rarla di

quando in quando tinuovo indietro, e cos la


.

fatica era
il
ie

Per

vana Perci, che concerne


pei! gravi
.

la eleva- Lib, 2

v^re"

elione dei
f rte di

aveavi tre
era
di.

a "uo toogo iene*

Macchine
^ AP

La prima
fi
,.
.

piene
grandi.

Cavaletta o savernache

ca

, >

comporr
i

di jre pezzi

di le-

Se g n

quali nelle tefe di fopra

erano congiunti da un pirone o fpezi" cio 'cavicchia che trapalava d'uno neh"
e^chealtro: Drizzati poi detti legni eraSegga* vano cne Ter
** au allargati, due di elfi (lavano da un lamezzo to, e feparati l'uno dall'altro, e Moli"" il terzo era loro oppofto: poi ne* dio. j ue Jegni eh' erano da una tefla banda, fi ficcavano due caftignol.

00

ta *

g u ^a

<*a

t>

Je

gattelli

alle quali

fi

racco-

mandava un Molinello che tirava una fune , Ja quale parlava per una Taglia o Recamo a tre iotelle
,

di cui la

parte che conte-

neva due rotelle era attaccata neJ-

DI VlTRUVlO,
la

$f
la
la

fommit della Macchina s e parte di fono che conteneva


.

terza rotella era attaccata al pelo

da follevari
Lfb.ro.

La

fionda Macchina

era pi J-Qrt

prima in quello ^manesav Taglie, ciafcunaconf/ *r che avea due ." due ordini di rotelle * e che in" , di una unaRuoluogo di un Molinello avea ta,e gran Ruota, o Ila Timpano, dal quale veniva tirata una fune pafpolTente della
1

fata nelle dette rotelie ; e fopra il Timpano avea un' altra fune
intortigliata

da un* Argana

Timpano

quale era tirata Quella Ruota o che nei vogliamo chia,

la
.

marla, talvolta era cos grande e vuota, fcch di dentro vi poteffero camminar uomini , e farla girare fenz* Argana. Lib.io. La terza avea folamente unlun-?.Quefe "*' go e forte pezzo di legno, il qua-<f' ma! ia le veniva afficurato, e tenuto fer-;* n| da quattro bande con quattro^ mo d uo* r m r r

come appunto li iuol fare mini. 1 ad un albero d un naviglio, Per


farte
,

i$$

Architettura
delle

mezzo
piegare

dette

farte

facevafi

voltare

quel

legno da qual parte fi ogni qualvolta da una banda


farte
fi

pezzo di voleva ,
le

tiravano, e

dall' altra de.

liramente fi ammollavano Le Taglie poi, tanto quella eh' era


attaccata di fopra alla trave, quanto quella eh' era attaccata al pe fo , aveano ciafcheduna tre ordi-

ni di rotelle

numero
ne
,

di

quali erano al tre per ciafcun ordi,

le

funi
tro

a fine di farvi paffar effe tre , le quali fi riportavano reall'al-

golatamente da un ordine
delle
rotelle

della Taglia
,

di

fopra
linelli

a quella

di fotto

non

venivano tirate gi pervia di Moo di Ruote , ma dopo effer calate al pie della Macchina, dove era legata una terza Taglia di tre rotelle al pari , venivano paf-

fate ciafcheduna di

effe
,

una
capo
filai

di quelle
fi

rotelle

funi per e a ogni

attaccavano pi perfone in dalle quali fi facevano ordir

i$1 DI VlTRUVI fatamente tirare ; e cosi con fa-

Macchina follevava i pefi e prontamente e vigorofamente.


cilit la

Articolo Qjjarto.
Delle

Macchine per alzare le Acque*

bb.io.T7 Ratto quefte Macchine dicin-Aveav*


*

9*

X2 que

fpezie
,

La prima

era ilfS?

Timpano
forte:
il

di cui

aveavene

due^
:

ac*

primo levava una quan-p aitita d acqua > ma poco alto Tacque* poich effa non montava che5! on

all' aff

dello fteffo

Timpano

il*-

quale era una gran Ruota fatta di tavole fermate e porte infieme > nel di cui concavo otto tavole erano pofte per traverfo , che eoa uno de* capi loro toccavano P aff , e con P altro P eftrema circonferenza > e compartivano la parte di dentro in otto fpacii e* gualij poi d'intorno alla fronte* o circonferenza > cio per taglio del

Architettura 198 Timpano, in ciafcheduna di quelle


feparazioni v'era un'apertura o buco di mezzo piede , acciocch l'ac-

qua

vi poteffe

entrare nel

dal quale poieffendo alzata e


dei buchi

Timpano, man-

data fopra l'affe, fi fcolava pervia o colombari cavati nelP aff come tanti canali adrittura di ciafcuno di quei compartimenti, n. La La feconda Macchina era una a cLf- Ruota, che levava l'acqua tanto felIe * alto , quanto era la fua circonferenza ; e ci per mezzo di molte

erano incaftrate , e che verfavano la loro acqua in unvafo o conferva molto capace , alCaffelle
>

che

vi

d' intorno alla fua fronte

lorch dopo effer levate in alto , cominciavano a calar a baffo . La terza Macchina era la Catein. Le e a Vafi ; effa era raddoppiata na avafi e rivolta per foflentare e innalza,

re certe fpezie di vafi o fecchielli, i quali facevano come una corona, che appoggiata ibpra la fronte

d'una Ruota > alzava

in alto l'ac-

DI VlTRUVIO. 199 qua cavata da quei vafi , e la verfava in una fpezie di tinazzo , o
conferva allorch i mentovati vafi fi voltavano per difcendere. iib.io. era la Vi '{?.- l * La quarta Macchina Vite di / cu. , .t 1 r da , che fi attnbuiice ad Archi- Archime mede, quantunque Vitruvio non nomini T Inventore Qiiefta Vida era fatta di un pezzo di le* gno lungo fedici volte quanto era il fuo diametro : attorno dei le,

'

gno vi fi poneva obbliquamente una piana di SeJice o Vitice unta di liquida pece
;

e quefta fa-

intorno da un capo air altro di quel pezzo di legno Sopra tal piana ponevanfene dell'altre, tanto eh' effe facevafi

poi

girare

cefiero la giravolta come d'una di quelle Scale che fon fatte a lumaca.

Fatto quello coprivafi queir invoglio o Vida con tavole, che al di dentro s* impegolavano , e al di fuori fi legavano con cerchi di

Su le due tefte poi dei gno fi ponevano dei pironi


ferro.

le-i
,

200

Architettura
1

quali paflando

entro de mafcoli rendevano la Macchina mobile . Quefta Vida era fituata fecondo
il

modo

della inclinazione del

mag-

gior lato del triangolo rettangolo di Pittagora , del quale fi parlato qui addietro al propofuo della

Salita

delle

Scale

Tal Mac-

v.

china alzava facilmente una quantit grande d* acqua y ma non la potea portar molto in alto. La La quinta Macchina era lanb.io*
om
dl

^lf-

Tromba di Ctefibio , fabbricata nel modo feguente: Eravi primieramente una


fpecie di

C'

1U

Conca

col

fuo coperchio ben faldato e {lagnato infieme, dalla cui femmitufeiva, una canna o tromba fottile che vogliam dirla: Nel fondo di quella Conca eranvi due buchi coperti con animelle di cuojo o di legno, in modo che fi potevano alzare e badare come fi fa ne' folli ; e a quelle bocche o buchi erano faldate due canne, le quali, flendendofi

una dalla

deftra e

V altra

dalla

201 DI VlTRUVIO. andavano ben {lagnate a riferire preffo al fondo di alcune trombe o fecchi , nel fondo dei quali
finiftra,

eranvi parimente
nella
la
.

le

animelle

come

Conca In quefi fecchi poi per

bocca di fopra faceva!! entrare

un

jMafcolo per ciafcuno , ben tornito e


a (laggiato

come
fi

Ci
fi

fa

in

un

fchizs'

zatojo, e quello

alzava e
.

ab-

bacava come

voleva

Quando
,

adunque
follevavafi

fi

levava
fubito

un Mafcolo

V animella nel

fondo del Secchio, e l'acqua entrando per la bocca dd medefimo,


veniva da quello aflrbita ed emil Secchio quando poi il detto Mafcolo fi abballava, calcava egli allora l'acqua; e quella non potendo pi ufcire per la bocca di fotto, perch la trovava otturata dall* animella , era forzata dalla compresone del Mafcolo di afcender per la canna ed entrar nella Conca . In tanto dall' altro Secchio
piva
:

alzandofi
fteffa

il

Mafcolo
-,

facevafi

la

operazione

ma come V ac-

2oz

Architettura
di

quello , quallora per la comprelone doveva afcender per la canna, vi trovava l'altr' acqua nella Conca , e non poteva pi tornar a baffo per efler Je bocche otturate dalle animelle ; cosi ne feguiva che V acqua nella Conca
era forzata di faiire in alto
ufcire per la
,

qua

e di

tromba di fopra , e fi faceva andare dove fi volea Tutte quefle Macchine per alzar l'acque erano mo(Te, e girate, o a braccia da uomini, ovvero da ruo.

lini j i quali erano fatti andare dall' acqua di qualche rufcello , o di qualche fiume
.

Articolo Quinto.

D? Molirt ad acqua per


il
i

macinar

grano

Moli ni ad acqua per macinarLib.ro. x e. /v erano grano , anch elii grati col mezzo d' una gran RuoA.fti chi eia :ta , la quale avea molte pinne r no fimi* Ja'no-o ale , che dalla correnta deli' acqua venendo fpinte , facevano
ad acqua
lini
1

Mo-"|'
I

..

JL

>

li).

il

DI VlTRUVIO. 203 che la Ruota a forza fi volgerle . L* ade di quefta gran ruota paf fava per un* altra ruota, la quale era dentata ed in coltello , e faceva andare attorno un rochello dentato porto orizontalmente; nel mezzo del quale pafava per lun-

go un barione
trava da capo in

di ferro

eh' endi

un
,

ferro fatto in

forma
cui
il

di feure

e per

mezzo

detto battone era ben aflcurato e riabilito nella mola; poi fopra quefta v'era la Tramoggia
in forma d' imbuto
le
,

dalla
il

veniva fomminiilrato

quagrano

alle

mole.

Articolo Sesto.
Dell atre Macchino Idrauliche
9

AVeavi
forza d'

ancora
,

diverfe

altre LeMac

Macchine

che

agivano

in-

acqua , come le Glepfr^Jl dre , sii Orfani , e le Macchine^ e per miiurare il cammino che ia-do, ceano le barche e i navigli.

204
T.e
l'.

Architettura
Ciepfidre indicavano le re Lib -**

Le

dre

per mezzo dell acqua , la quale palfando lentamente per un piccolo

buco fatto nel fondo di unvafo, e cadendo in un altro, fecondo che fi andava follevando infenfibilmente nel vafo eh' erta riempiva , faceva parimenti alzare un pezzo di fovero, il quale pendendo da uno

de' capi d'

una catena

eh/ era in-

tortigliata attorno

che avea

full'

ad un aff , e altro capo attaccato


ripieno
di

un

piccolo

facchetto

fabbione, e

un poco meno pefan-

te del fovero, facendo girare l'affe , facea girar ancora un itiletto che v'era allo fteflb ade attaccato, e che indicava l'ore fopra un Quadrante, dove erano ordinatamen-

ti.

cu
~

fegnate. Gli Organi fonavano per mez-rjb.i*. zo di due'fondelli a guifa di Ma- 1 '* fcoli , che s' alzavano e abballavano nei Moggietti , o Secchielli cote
-

me

nella

Macchina Ctefibica

Fondelli fpignendo l'aria convio-

VlTRUVIO. 2 0f lenza in un imbuto rovefciato in una caffa di rame e mezzo piena d'acqua, premevano T acqua, e
DI

obbligavano a falire intorno del; dal che avveniva , che facendola la fua gravit rientrare nell'imbuto, cacciaffe Paria nelle canne , e cosi le faceffe Tuonare ,
la

la cafla

producendo foltanto quell'effetto, che fanno i mantici negli Organi


noftrali
Lib.io.
.

r* 4

Mifuravano gli Antichi il cam-iu.Te mino che fanno i vafcelli fui Taccine mi' qua , per mezzo di un Molino ,j^ rare
ch'era attaccato al vafcello, echfi*i muno t girava-^per cagion della refiftenza,"^ che incontravano le fue pinne * Per

nel!'

acqua , allorch il vafcello ac * ,a andava avanzando. L'affe di quefio Molino ayea un piccolo den* te, che ogni giro che faceva, urtava e fpigneva uno dei denti d* una gran ruota , la quale ne facea girar un' altra , e quella un* altra ancora , che faceva andar at-

torno un

ftiieto

e quefto indica-

106

Architettura

va il numero de' giri dei Molino, da'quali era facile il fupputarele pertiche e le leghe della ilrada gi
fatta
*. Per terra .
.

fervivano ancora della Macchina medefima per terra, attaccando al moggetto della ruota d* un cocchio un dente , che facea girare pi ruote, come nella Macchina precedente; all' ultima delle
si

quali era attaccato

un

ftileto,

che

dimoftrava il numero delle pertiche e delle leghe. Aveavi ancora in qucfa Macchina una fpeziedi ruota da conto , la quale ad ogni miglio che il cocchio faceva , Jacadere un faflblino in uh vafo di rame, per dinotare col loro numero, e per avvertire ancora
fciava
col

fuono ogni volta che

fi

avea

fatto

un miglio

di

cammino.

DI VlTRUVIO.

207

Articolo Settimo.
Delle Macchine
lib.io.T
*'**'

da Guerra.
degli v'era-

Macchine da guerra
a tre

X-J Antichi fervivano


cipali ufi.

printer?
C"

Imperciocch erano ef-chhle f fatte o per de' itrali , da r ,. lanciare 'guerra, com erano gli Scorpioni ovvero cio de' giavelotti, come erano le Catapulte; o delle pietre, come erano le Ballifte ; o de' dardi infuocati , come erano i Brulotti ; o pure erano fatte per abbatter le mura, com'erano gli Arieti, eie Trivelle ; o per appreflarfi alle mura al coperto , o per monta.

re fopra

terrapieni
,

com*

era-

no
iib
c.iS
io.

le

Teftuggini
.

e le Torri di
Per

legno Gli Scorpioni erano certe gran-idi Arbaleftre, delle quali


fi

lancia-

fervi"

vano

gli
,

mura

ttr Antichi per difendere kjlf e dalle quali anche gli

io8

Architettura

attediami che {lavano nelle Torri di legno, tiravano fopra i difenfori delle
x.Gia'

medefime mura.
de'

Le Catapulte lanciavano
Giavelotti di
piedi
di

dodici
:

in

quindici
effe
fia

lunghezza
di

erano

compofte

due Alberi, o

grotti pezzi di legno , ficcati contra l'altro, come due Alberi, i quali fi piegavano tirandoli con un molinello ; e quando quelli Alberi erano dirteli, urtavano allora tutti e due infieme, e fpigne-

due l*un

vano
etti

il

giavelotto
1'

Tendenvanfi

uno appretto V altro con una medefima corda fatta di menugia , acciocch il maftro che conduceva la Macchina , potirandoli
tette etter attcurato

beri
egli

erano
la

, che i due alugualmente Ci comprendeva , facendo Tuo-

tefi

nar

corda allorch ciafeun dei

gli albei

era tefo, e

quando

J'ettre-

mit d'alto era


pitello della

tirata fino al CaMacchina, dov'erano

DI VlTRUVIO. 209 fermati con cavicchie di ferro, le quali ad un tratto levavanfi con un colpo di martello , quando
erafi al

punto

di fare la

fcarica-

un rotolo, che paffava a traverfo di un orecchione, per mezzo di cui fi alzava o fi 9 abbaflava il capo d uno degli altura. Aveavi
beri dalla

mentare
tenfione
della

, ,

parte a baffo per au. o per ifminuire la fua fecondo che il mafiro

Macchina lo giudicava neceffario dal fuono delia corda


che tirava queft' alberi , i quadoveano far rendere un fuono medefimo > quando erano teVeggafi la Tavofi ugualmente la xir. Le Ballifte fi tendevano nella *;&*ne maniera medefima , che le Ca* tapulte ; ma in luogo di Giali
. *

velotti effe fcagliavano grofle pie-

tre

I Brulotti erano

Macchine

che'**|j

dl

aio

Architettura

lanciavano dardi > a* quali era attaccata una materia combuftibile, che s'accendeva in quel punto in cui fi.volea lanciarli contra le Macchine da guerra , o con* ra i vafcelli > per appiccarvi il fuoco *** Ariete era fatto per battere btV le Mu le Torri e le Mura, e per farvi "ano bfeccie. Era quefta una gran traSf"tc ferrata fu Ja cima > la quale Doveva era grofla e mafficcia quefta efler fofpefa nel fuo mezzo, e fi fpigneya a forza di brac. ;

cia
Trivef. ve

ia"

"gliante

era molto fomi-Lib.io. Ariete , efTendo una '* Trave ferrata in teda > il di cui ferro per era aguzzo Ella ferviva

^a

Trivella
all'

per ifpczzare una qualche pietra della muraglia , e per tritarla in pi fcheggie; a fine che fopravve-

nendo

pofcia

1*

Ariete a battere
,

l'altre pietre ficuate air intorno

1$ potefle

t VlTRDVIO. iti fiaccare , fpignendole


,

nel buco
la
Lib.10. c * I0
*

flato

prima fatto con

Trivella.

Le Teftuggini erano gran Tor-m-^


legno larghe e bafle, che fa-f5ttat1 cevanfi rotolare fopra fei , ovverlfri di

otto ruote. rano effe coperte di*? ? * e pelli di buoi > di frefco fcorticati,V. L e a fine di difenderle dal fuoco. loro tifo era di coprire^coloro ,
1

tlT

che fi avvicinavano alle niura per minarle * o per batterle cogli


Arieti
*

Le Torri
per follevare
tezza delle

di

gli affedianti all'


,

legno erano fatte- f al-dMe-

mura

onde cacciarne 8no

gli affediati a colpi di frecce e co-

e per paflrvi fo, pra per via di pnti che vi fi ca* Erano effe alte talvolta lavano fino a trenta pertiche , avendo Si coprivano nella Venti piani maniera fleffa , che la Testuggine , di pelli recentemente fcortigli Scorpioni
.
.

aia
cate
;

Architettura

ed erano guernite di Cent' uomini, parte de* quali erano irapiegati a muoverle, parte a tirare
(pra gli attediati .

PINE

ut

AVVERTIMENTO.

QW
dire
9

fi fono mcffe le Figure ft* tanto pi neceffarie al? inteU

^Vigenza di Vitruvio ;
quelle che fervono
le

cio

a far com>

prendere
chitettura

regole

che

d V Ar~
quali

per

gli Edificj , i

pofono ejfer di noflro ufo. Le Fi* gure dell* altre cofe di cui tratta Vitruvio > fono fiate omeffe ; e fi
giudicata baflare
lanterne
il

darne una fo%

per fervir d cfetnpio in ciafchedm genere ; vote a dire una


i

per tutti i Teatri


chine

Templi

una per
le

tutti

e una per tutte

Mas*

SPIEGAZIONE
Della Tavola
QUefta
Tavola contiene
le fette
.

I.

fpezie di

Mu*

A. la prima fpezie , ^ch'efl} chiamavano Reticulatum, cio a dire muro fatto a guifa di rete , perch appunto le commeffure delle pietre vengono a formare una figura fimigliante ad una rete BB. la feconda chiamata Iajcrtum , cio a dire in Legatura , a cagione , che le pietre fono pofte in maniera , che ciafcuna legata , ed impegnata con quattro altre , due di fopra , e due di fotto CC. la terza fpezie , eh' era particolare de' Greci Quefta ii pub chiamarla a doppia Legatura perch la , legatura non foltanto tra le pietre di una medefima facciata, ma ancora tra quelle: delle due facciate che fi fa col mezzo delle pietre pofte per traverfo D D. la quarta nominata I/bdornum , a motivo che l corfi fono uguali in altezza JET. la quinta appellata Vfeiidifodomum , perch i fuoi cord erano difuguali in altezza F. GG. H. la fefta , detta Empieei , poich era effa riempiuta , e imbonita nel mezzo E. F. fx)no le pietre , che facevano le facciate GG. fono mani di malta ftefa tra l'un corfo e l'altro di pietre H. V incamiciatura delle facciate . K. la fettima , che fi pub chiamare Compofia , ovvero Ramponata , a cagion che le facciate fue fono di pietre tagliate , e il mezzo guernito e riempiuto di malta e farfi alla rinfufa , e perch le facciate fue fono legate 1' una con l'altra con ramponi di ferro Quefta Tavola ha rappor-* to alle pagine s'. 79. 60. 61, e 6i.
.

ratura degli Antichi

Tavola I

SPIEGAZIONE
Della Tavola
QUefta
no
*mm

IL

Tavola e quella che flegue


i

,
.

contengo-

cinque generi di Edificj


, 1'

AA.

il

une coli' altre , non effendo lo fpazio tra colonna e colonna 9 che d' una groffezza e mezza della colonna . BB. il Sifitto , cio a dire dove le Colonne fembrano effer unite infieme , effendo 1' intercolunnio di due groffezze . CC. il Diaftilo , cio a dire dove le Colonne fono tra di loro lontane j effendo la diftanza tra 1* una e V altra di tre groffezze DD. 1* Areoftiio , cio dove le Colonne fono rare . Effo non ha alcuna certa proporzione : nella Figura fi fono dati quattro diametri ali* intercolunnio : ma effo ne pub avere anche di pi , Il quinto genere appellato Euftilo , nella terza Tavola . Quella fe.

fono

PicoJilo affai fpeffe

quello cio

dove

le

Colonne

conda Tavola ha rapporto C IOX.

alle pafiifl

99* 10

Xavote- 31

SPIEGA ZIONE
Della Tavola
QUefta
HI.
Tavola contiene il piano , e V eleva* zione del quinto genere d' Edificj , ap**~peliato Eujilo ; cio a dire , dove le Colonne fono dftanti 1' uu^ dall' alrra con una proporzione pi comoda , che negli altri generi . I Cuoi intercolunnj tutti hanno due diametri e un quarto , a riferva di quel di mezzo delle facciate anteriori , e pofteriori , cui fi danno tre diametri interi Qiiefta Figura ha rapporto alla pag. ior. Il Piano eh' in quefta Tavola , ferve parimente a far conofeere , quali foner le diffe.

renti parti

delle quali
.

Templi degli Antichi

erano comporli

AA. AA. fono le Ale , a guiia di Corridoj o di Portici , bordeggiate da una fila di colonne da un lato , e dal parete del Tempio^ dall' altro B. la parte chiamata Pronaos t tio a dire V Atrio la parte detta Pojitum , cio il da dietro del Tempio D. la parte nominata Cella , cio V interiore del Tempio . licfto Piano ha rapporto alla pag. i;j.
.

TTlcvvofa.

Ili

SPIEGAZIONE
Della Tavola
#Ontiene

IV*

quella Tvola li plano e 1* elevaxion perfpettiva d* u Tempio Exaftilo , e Pfeudodiptero , cio a dire che ha fei Colonne tanto nella facciata davanti , che in quella di dietro , e che ha de* Portici femplici , ma che fono cos larghi , quanto i due Portici dei Templi che gli hanno doppj Quello piana e querV elevazione poffono fervire d' efempio pet

va

gli altri

Templi

quali

in ci

che concerne

le parti

cedente Periptero
li

eflenziali , fpiegate nella Tavola pre fono fimili quello , come; fono il

il Diptero e 1' Ipetro , e i qua, fono differenti che nel numero delle colonne 3 o in altre circoiUnie di ni na

non

tura

-Zax/ola,

VS

SPIEGAZIONE
Della Tavola
QUefta

V.

Tavola Contiene le proporzioni dell* Ordine Tofcano AA. la Bafe della * che ha d' altezza la met del diametro della Colonna Ella divifa in due

"" Colonna
;

parti uguali

quella

di

fotto

per

lo Plinto

Orlo fegnato J. quella di (opra inarcata dalla K. pei- lo Toro o Battone e per la Cimn"a

bia

BB.
,

uguale a
parti
l

il quella

Capitello

prima

di cui V altezza , della Bafe Si divide in tre delle quali fegnata L. per la
.

Gola

o fia , terza marcata N. per lo Plinto o Dado . C. una delle facciate delle travi che fervono d' Architrave EE. fono la parte di fotto delle fuddette Travi $ che corrifpondono al diametro di fopra della Colonna ^ fegnato iD. La F. un arpione a coda di Rondine , che unifce le due travi infieme G. il muretto , che ferve di Fregio , H. la Cornice Quefts

La

infeme con , feconda fegnata


.

Cimbia
per

1'

Aftragalo

M.

V Echino

Ovolo

La

Tvola ha rapporto

alla

pagina

119.

no.

Javis&i.

V-

SPIEGAZIONE
Della Tavola
\J
VI.

-jf\Uefta Tavola contiene la proporzione dell* A.B. e lo fpaccato del Ordine Dorico ^^Tufto della Colonna : quello fpaccato fa. vedere il piano ielle due fpezie di canalatute , che fono particolari all' Ordine Dorico . La met fegnata A. quella che ha delle cambiature che non fono incavate , ma che formano foltanto delle ftrifcie , o fafcie piane . ha le canalature legJB. T altra met , che germente fonde , e che non fono incavate , f
.

Effe formanfi col fono uguali z D. E. F. il Capitello diciafcheduna fafcia D. per la Gola vifo in tre parti uguali E. per F Echino e per gli Anelletti . F. per lo Dado G. V Architrave . H. il Triglifo K. la Semi-Metopa la /. la Metopa
lati
. .
.

non un quarto di cerchio . mezzo del quadrato C. i cui

Goccie , che Hanno Cornice M. N. 0. fono le Goccie , che fotto il Triglifo ftanno fotto il Piano della Cornice alla parte che guarda in gii e che fporta in fuori a dritQuella Tavola ha rapporto alto de' Triglifi la pagina iti. nz. e feg.
.

fono
.

le

fei

lavoz- VI
a

SPIEGAZIONE
Della Tavola
QUefta
Tavola

VII.

contiene la proporzione del Jonico , la quale pu fervicon poca differenza anche nell' Ordine Corintio e Compofto F. E. dinotano il Fufto e la Baie della Colonna col fuo diamePiedeftallo
*** re
.

tro , fare tutta fere

dalle quali fi prendono le regole per le midel PiedeltaHo D. A. dimoftrano l' altezza del PiedeltaHo , che appunto viene ad efun terzo della Colonna , e che ordinariamente fi divide in otto parti . D. fono gli ornamenti e membrelli , che fono come la Cimafa o Capitello del Piedeftallo , alti tutti inficine una delle otto parti C. il Dado o Tronco di mezzo , che ha cinque di quelle parti di
. .

altezza , e di larghezza tanto quanto il Zocco della Bafe della Colonna B. A. dinotano la Bafe intiera del Piedeftallo , alta le due reftan fi ti parti , che per fuddividono in tre appunto il fuo Zocco che ha due di quelle parti di altezza B. fono gli altri membrelli che vanno di fopra del Zocco per comporre la Bafe , alti la terza parte . Quefta Tavola ha rap.

porto alla pagina 130.

TcLiro/n VII.

SPIEGAZIONE
Della Tavola
QUefta
*

Vili.

Tavola contiene le proporzioni delf Ordine Jonico , e della Bafe Attica A.


.

Plinto della Bafe Attica , eh* la BB. fono i due terza parte i tutta l Bafe Tori o Baffoni di quella Bafe , il fuperiore de* quali la quarta parte di ci che refta dopo che fi avr fatto il Plinto : l inferiore la met di ci che refta ancora ; e V altra met la Scozia C. La D. il Plinto della Baie Jonica , Ch' la terza parte dell' altezza di tutta la Bafe E. il Toro che contiene tre parti di quelle fette , nelle quali fi divide ci che refta : effendo le quattro altre per le due Scozie , e per i due Aftragali , che fono tra il Toro e il Plinto F. il Capitello , le proporzioni del quale fono fpiegate pi a lungo nella Tavola IX. K- 1' Architrave , che ha quattro parti , cio la prima Fafcia fegnata G. la feconda fegnata H. la terza fegnata I. e la Cimafa
il
.
.

CHI

fegnata K.

Cornice
tello
:

La L. il Fregio. MNOPQ^J 1 Al la prima Cimafa A/, ilDen. .

feconda Cimafa P. la Corona con la fua Cimacieta Q^ la Cimafa graaQuella Tavola appartiene alle pagg. ijl <de
0. la
.

i6, 1J7. e feguenti.

favola. Vili.

^d^^

J^-c

SPIEGAZIONE
Della Tavola
y"\Uefta Tavola contiene
le

IX.

proporzioni del quale qui non fi. A. B. la met delvede che la met la larghezza del Dado o Abaco , la quale fi regola l'opra la larghezza del piede della Colonna , di cui la met fegnata B 18. Poich effendo il piede della Colonna divifo in 1 8. parti , dicianove di quelle f ne danno al Bado A. C. il ritiramento che Convien fare per all' indentro dall' angolo A. del Dado ZX la quale dee regolare descriver la linea ella traverfo di cui Voluta a V occhio della , Per fare tal ri tiramento , fi prendee paflare de una parte e mezza delle dodici , nelle quali divifa 1' altezza o groffezza . F. di tutto il Capitello : la qual altezza uguale alla Qtiefta altezza met della larghezza del Dado fegnata C. D. divifa in 9. parti e mezza , del-

V^ ^^

Capitello Jonico

del

&

le quali f ne d una e mezza al Dado , e quattro e mezza dal Dado fino al mezzo dell* occhio , eh attraverfato dalla linea G. H. I numeri 1,2,5,4. indicano i quattro centri de* quattro primi quarti della Voluta ; i quattro fecondi quarti , e i quattro terzi ( poich la Voluta ne ha dodici ) fi prendono nelle diagonili 1 , ? , e 2 , 4. H. I. T Aftragalo della Colonna di fopra che corrifponde all' occhio della L. Voluta , K. K. 1' Ovolo o Echino 1' Alfe delle Volute M. M. la cnta della Quella Tavola ha parte laterale delle Volute rapporto alla pag. 13?. 34- *21.
.

'Ta,x>oltz

IX

SPIEGAZIONE
Della Tavola
QUcfU
*"""

X.

Tavola contiene le proporzioni del Capitello Corintio , in cui confitte tutta la differenza , che paffa tra l'Ordine Jonko ed il Corintio i il quale , fecondo Vhravio non ha altra Baie , ne altro Fufto , ne altro Architrave
,

ne altro Fregio
,

n altra Cor-

nice , f non che la Jonica A. il Capitello Corintio , il quale , fecondo la proporzione di Vitruvio , non ha d' altezza niente pi che il diametro della Colonna da piedi B. il Capitello del Panteon , eh' la fettima parte pi alto , cio della groflezza del Dado l'altezza del Capitello divifa in fette parti , delle
, .

CD.

quali una ne ha il Dado ; due ne hanno le Volute ed i Caulicoli ; le Foglie dell' ordine di mezzo, due ; ed altrettante quelle dell' ordine di fotto . Per aver la larghezza del Dado , convien augnare alla fua Diagonale E. F. il doppio della fua altezza C. D. Per aver la grandezza della piegatura in entro fegnata H. bifogna divider la larghezza del Dado . C, in nove parti , e dargliene una In fondo della Tavola fi rapprefentata la pianta d' Acanto , che rinveftlfce il ceftello coperto da una tegola ; da dove , dice Vitruvio , che lo Scultore Callimaco ha prefo il primo modello del Capitello Corintio Quefta Tavola ha rapporto alle pagg. 141. 141. e Ug.
.

SPIEGAZIONE
Della Tavola
leda Tavola
contie

XII.

G,, ,.!:..,[
IiiVm
usiti

Albct

apprefenrato
'

come fermato
", effend letmato aneli' erto cchina fegnato 1

"rW.n^untTd,'
il

uando

Maitre,

de

leeno

',

eh'

nec

Manto
f'man!:
1 1

rande

E.

fo,

tun',",-.

"dei!li*Al't4

r"ap,

che atttaverl'a un Ganretro , ver meno del qua il le vie fermato 1' Albero al Capitello palfa per 1' orecchione /. Quella rotolo che
.

M=4. LUJ lJ qm ^
L

SPIEGAZIONI

cheltra

no vY Inttetti , pe' quali li dalPuirieo ndl'Orr.,11'.,.., C le il

KDEDK.

il

Pulpito

eh'

luogo

J\i

M.

il
i

l'epara

Pianerottolo , che eradi di ("opra da

K1HIK,

la

a porta Reale de' Forellieti

-Z~lvocl

JCJJ

VOCABOLARIO,
O
S
I

SPIEGAZIONE
Delle parole
difficili

che s in.

contrano in Vitru^vio

Baco

lignifica

generalmente una

tavoletta , che ierviva di Credenza apprett gli Antichi * Era anche una tavola quadrata , ibpra
.

la quale fcrivevanfi i numeri d' Aritmetica In termine d' Architettura T Abaco la parte fupeChiamali da* riore del Capitello Francefi il Tagliere , e da' noftri anche il Dado . Quello termine li.

gnificava altre volte una tavoletta di legno, perch allora fi ufavano tavolette di legno , eh' erano quadrate . pag. i $ $ Acanto . Quefta una pianta , che

ha

le foglie larghe

e lunghe

del-

la cui figura gli Antichi fi fono ferviti per ornamento nel Capitel-

Colonne , ed hanno ancora adornata la maggior parte de* membri d'Architettura. 25. 145
lo delle

Acrotere

generalmente apprett gli Antichi figniflca ogni eflremit del corpo , come negli Animali il
nafo
nelle , le dita : finimenti e termini de' Tetti fono chiamati Acroterj % nella maniera medefima , che ne* Navigli cos fono chiamati glifperoni , che gli Antichi appellavano
,

r orecchie
i

Fabbriche

anche
croterj

roflri

Negli Edifici

gli

A-

fono particolarmente quei piccoli promontori piede flalli , che fono polli fui mezzo, e fu gli angoli de' Frontifpicj per foflenere delle Statue. 97. 117 Ala fignifica una fila di Colonne , che vien aggiunta ai lati di un di un Atrio , di una Tempio , Bafilica , fia al di dentro , fia al di fuori . Cos chiama fi , perch ila per fianco di un Edificio , ficcome le Ale d' un uccello fono a' fianchi del fuo corpo. 155 Allegerimento un mezzo , di cui f ne vale V Architettura per ovvia-

re * che i muri non fi stendano fopra i vani delle porte e delle fine ftre . Ci fi fa in due maniere , cio o per via di puntelli polli un contra 1' altro e uniti in alto, o per via di un'arcata. 64 Amfiproftilo era una ipezie di Tempio, cheavea quattro Colonne nel-

davanti , ed altrettante in quella di dietro. i6z Anelktti fono certi piccoli membri quadrati , voltati in rotondo , che al Capitello Dorico al fi mettono
la facciata

di quel membro fatto in quarto di tondo , da noi detto Ovopur appellato Echino. lo , 124 Ante un Pilaftro quadrato , che gli Antichi mettevano fui cantoni de'
di fotto

muri de' Templi. 160 Antepagmento quell'ornamento otelajo , che borda i tre lati delle noi lo chiamiamo Erta , ed porte anche Importa 98.155
_

<

Architrave
ftro
.

lignifica

il

Trave mae-

Quefta quella parte dell* Edificio , che immediatamente pofata fopra i Capitelli delle Colonne Quindi che i Greci lo
.

chiamano
re

Epistilio
1

cio
le

quello eh
,

fopra

a diColon-

ne

97

o fia quel legno centro di una RuoVitruvio chiata o di altra cofa ma con quefto nome anche I1 orlo o filetto della Voluta , che fa la di lei grotfezza ai lati , e che fa T eftremit di ci , che appellali comunemente ilBaluftro. 135 Aftragalo fignifca il Talone , per la lua rafTomiglianza che ha appunto con la rotondit del talone . Quefto un membro d' Architettura , che fi mette alle Bafi , alle Cornici , all'Erte, agli Architravi ec. Elfo rotondo come una bacchetta , e per quefto noi lo chiamiamo
Aff
il
,

Cardine

che

pafla per

il

anche Tondino.
Atleta fignifica combattente
ti
.

119

li

Gli AtleapprefTo gli Antichi erano queleh' elrcitavanfi nel corfo , nel,

la lotta ec. 178 Atrio e Antitempio un luogo coperto full' ingreilb de' Templi 153 Attico fignifca quello , eh' della
.

Citt d' Atene , ovvero del fuo Territorio In Vitruvio quefto


.

il

nome

della Bafe

che

Moder-

ni hanno data alla Colonna Dorica . Vien fatta menzione ancora delle porte Attiche ; perch tali cofe fono fiate inventate dagli A-

teniefi

le noftre

Noi appelliamo Attico nelFabbriche un piccolo Or-

dine pofato ibpra un altro molto pi grande ; perch in luogo di Colonne > queito piccolo Ordine non ha altro per T ordinario che Pilafbri d' una maniera particolare , e d' un Ordine , il quale nomina (1 appunto Attico. 123

BAlluftre

la parte laterale del


.

Cale

pitello Jonico

I noftri Artefici

hanno dato queflo nome , perch ha in qualche maniera la forma di


Bafilica

135 Reale Era qnefta appreso gli Antichi una gran Sala , che avea due file di Colonne , le quali faceano una gran navata in mezzo , e due Ale alle bande fopra le quali Ale aveavi dei Corridoi Quefte Sale eh' erano ftate fatte da principio per 1
lignifica
.

un

Ballultro.

Palazzi dei Re , ferv irono poicia per amminiftrar la Giuflizia , ed in fine furono impiegate nelle Chiefe de'Criftiani, i quali hanno da-

to pofca fempre tal forma alle Chiefe da loro fabbricate . 148* 168

Benda o FafcU un membro quache termina 1' ArchitraOrdine Dorico , e che paffa immediatamente fotto i Triglifi 124 % Bugna la parte ^ di muro , che ft
drato
,

ve

dell*

la fportare fuori del lavoro : ciocch fi fa per farvi degl* intagli

di fcultura

per nafcondere le
.

commeffure
fte

col loro fporto ultime vi fi mettono


i
.

Que-

con

un
94

ordine uguale fecondo


pietre

corfi delle

CAlcidca

era

una gran Sala


Corridoio
.

alta

Ella era chiamata cos a cagione della Citt di Calcide , nella quale fu la prima volta fabbricata una tale fpezie di Edificio. 168 Canalature , o Scanalature fono certi mezzi canali , che fono incavati dalF alto ai baffo delie Co-

piana con

un

lonne. 106. in Canale nel Capitello fonico e quel-

la parte eh' ltto il Dado , pofata fopra 1* Echino od Ovo , e che il rivolta in giro da ciafeheduna banda per far le Volute .

Tal parte nominata Canale , perch ella un poco incavata . pagg. i$ 5 146
.

Cariatidi

mine
ne,

fono certe itatue di Femle quali fervono di Colon-

29

Cateto lignifica ci , che fi lafcia calare in gi perpendicolarmente . Con tal nome chiamiamo noi una linea a piombo , o fia una linea

perpendicolare.
Caulicolo
fignifca
le

133

un

piccolo ftelo

Chiamali cos

mezzo
rintio
,

ci che forte Foglie del Capitello


fi

tra

e che

curva lotto

le

CoVo142

lute , Cella lignifica in

generale un piccolo luogo in una Fabbrica Quefta particolarmente ne' Templi degli Antichi la parte di mezzo, racchiufa da pareti . Era ella veri fi.

milmente chiamata
era piccola

cos

perch

in confronto di tutto il Tempio , i di cui Portici eh* erano attorno la parte nominata Cella , occupavano la parte principale. 15?

Cborobate

lignifica ci

che ferve a

far la defcrizione cT un paefe , ed a trovarne la Umazione . Egli

propriamente quello

miamo
fatto

Livello

col

piombo
.

che noi chiaelfo e coli' acqua .

quando

Cir.iafa fignifica

lS 7 , eh* ondato Quello in Architettura un membro , di cui la met con v elsa ,

P a -

ci

e T

altra

di due

forte

met concava . Ve ne ha 1' una chiamata ;

dritta , di cui la parte pi avanzata concava l'altra detta Talone , o fi a Gola rovefeia , di cui la parte pi avanzata con-

Gola

vella
to

Cmafa grande V ultimo

membro

12. 138. e feg. e pi al, Si chiade' Corniccioni


.

ma
ta.

altrimente
.

grande

Gola
115.

drit-

140 Gli artefici cos appellano Cimbia ci che Vitruvio chiama Apofigz , cio fuga , ed Apotefi , cio ritiramento Quella non altra cola , che un quarto di tondo cavo, che va da un piccolo quadrato , o filetto ritirando^, per guadagnare ed unirfi al vivo d'una Colonna, od'un 119 Muro, o d' una Falcia.
.

Cinta l parte , che fa il mezzo del Balluftro della Voluta Jo-

nca. 135 Coda di Rondine un pezzo di legno , d' altra materia , che ferve ad attaccare inficine due altri pezzi Cos chiamali , perch va allargandofi a maniera di coda di Rondine.. 120 Corona propriamente la parte della Cornice , che noi chiamiamo
.

Gocciolatoio , o Lagrima tojo . Ella ivente vien prel da Vitruvio per tutta: la Cornice 115. 139. 140. Corona-piatta un membro particolare della Porta Dorica Ella fatta per via di uno slargamento ftraordinario della fafcia del Gocciolatoio , ficch eli' ha lei volte pi di larghezza & che non ha di lporto. Quella Corona non fi truava negli avanzi dell' Antichit , le non che negli icritti di Vitruvio . t?5
.

Q. *

quella DAdo mezzo

parte che nel de' Piedeftalli , cio a dire quel membro , eh* tra la loro Baie , e la loro Cornice Egli
.

chiamato

perch per lo pi di forma cubica , come appunto un Dado 97. 130. Alle volte fi chiama Dado anche l'Abacosi
,
.

e il Plinto del Capitello . , 124. 133. Dentello un membro della Cornice Jonica , eh* quadrato e incit da pi tagli ; i quali formando una cavit tra un Dentello e 1' altro , vengono a dargli la forma d' una raftelliera di denti 116. 139 Diaftdo la fpezie d* Edificio , dove le Colonne fono tanto dittanti F una -dall' altra , che neir intercolunnio vi poflan capire tre diame.

co

tri

di Colonna.

100
reftrignimento
,

Diminuzione

lo

che
fin

d alle dove va a
fi

Colonne
finire
il

in

alto
.

pag.

Fuilo 10S

dptero ^ fignifica
.

ci

che ha Ala

doppia Gli Antichi cos chiamavano que' Templi , eh' erano attorniati da due file di Colonne : poich quefte due file formavano due Portici , eh* effi appellavano Ale . 16$

Echino
fo
.

lignifica un Riccio fpino* Cos s' appella un membro d' Architettura , che noi appelliamo un quarto di tondo . Tal nome gli flato dato a cagione della forma , che fi d per ordinrio a quefto quarto di tondo , la qual pretendevi che rapprefenti una caftagna colla feorfa fua fpinofa mezzo aperta , che i Greci chiamano Echino , a motivo eh' ella coperta di punte , come un RicChiamafi ancora queft' Echicio
.

no
lo
,

cos tagliato

Ovo
s'

oppur Ovo-

perch quefte
vi
.

vagne che
in ovale
Gfiftilh.

Vedi

caintagliano , fono 26. 119. 124. 135 Architrave

tali pretefe

Q. 3

Euritmia lignifica Troporzine


lla

'

"Que preia nel luo lignifipoicato generale in Architettura ch particolarmente ella fignihca la proporzione del movimento della Danza , e della Mufica 34
.

parola

"Euftilo

una Fabbrica , dove La le Colonne ibno ben fituate proporzione tale , che %Y intercolunni Tono di due diametri ed
lignifica
.

un quarto.

ioi

FAfcia
ra
,

un membro d'Architettuche ha molto di larghezza , e poco di fporto. La fi mette agli Architravi , e agli Antepagmenti ,
Erte".

138
Liflello
.
,

Filer

Vedi

"Fregio
lla

quella

parte

che
e
la

po-

Cornice 97- i?S Frefco la pittura a fguazzo , che fa lbpra V incamiciatura di fi malta , prima che quella fot fectra
.

F Architrave

ca'.

: '

"--'

74
-

Frontiftcio

o Frontone

quella parte

che copre h Cornice *rie'lF'entrate , formando un triangolo. 97.113


-

Tuflo la parte principale

della
,

co-

lonna

eh' tra la Baie

'1

Ca-

pitello.

97

Cos Vitruvio chiama ci, GAmba v'ha di

che

mezzo
.

trai canali,

che fono ne' Triglifi iz. Vedi Pia nu zzo . Genere Le Faboriche fi dicono effere ditferenti in Genere , allorch la proporzione \ che paffa tra
.

la

grofiezza

delle

colonne
tra

fpazkv che

ha

le

me

Gnomonica gi da ile

fono differenti . la feienza di fare oroloElla cos chiamata


.

e lo , medel9S

dalla parola Greca Gnomon , che lignifica ci , che fa conofeere : perch il Gnomone uno fi ilo , verghetta di ferro , la quale fa conofeere F altezza del Sole , i fegni ne* quali egli fi trova , e le ore s per mezzo della fua om-

bra

18

Goccie Cono certe piccole parti


fi

che , pongono al numero di, fei fotte ciafehedun Triglifo nel!' Architrave dell'Ordine Dorico. 1*4.

Gocciolatolo

la

parte della

Corni-

ce, che altrimenti dicef Corona . Cos detto perch il fuo ufo di fare fgocciolare 1' acqua lungi
dal muro , facendola cadere a goccia a goccia , a guifa di lagrime . 114. 126. 140. Vedi Corona Gola la parte pi ftretta del Capitello Dorico , eh' tra TAftragalo del Fu fio di fopra della Colonna y e tra gli Anelletti . 119. 124 Gonfiezza , e Tumidezza V aumentazione di grofiezza che fi d alle colonne a diritto del terzo del Fufto verfo il baffo. 11 Gradetto % Liftello , o Fileto un piccolo membro quadrato e dritto .
.

1*3.

Icnografia
piede
fzio.

fignifica veftigio
,

cio a
terra
.

dire la figura

che

la

pianta del
la

imprime
il

fopra

Chiamai! cos
Idraulica

piano d' un Edi-

34
fignifica

una Macchina

che lavora a forza d* acqua , principalmente quando vi ha dei cannoni , o delle doccie. 203.204 Quefta e la parte fuperiore Impofta d' un Pilaftro , fopra ir quale pofa la falcia di un' Arcata , o pur un
.

Liftello

Sopraciglio

Benda*

Intavolato lignifica Solajo , e viene dalla parola latin* Tabulatum . Quefta in Architettura la parte , eh' compofta dell*

ovvero una 154 propriamente il


,

Architrave , del Fregio e della Cornice : perch in effetto quefta parte la eftremit del folajo t eh* fftenuto dalle colonne ,
^

dai

muro
.

ne

non vi fono colon119


3

tfcrtro figniica ci

eh* e al di fio-

pra della porta. Qiieia una Tavola larga , eh' nelle porte Doriche al di lpra del Sopraciglio , in

forma di Fregio. 155. 156 Ipetro lignifica un Edi tzio , la cui parte interiore allo "feoperto , ed
^

eipofla

alla pioggia
i

Gli Antichi
16

appellavano cos aveano Tetto.

Templi che non

LAconko

fudare perch' era

era una StufFa fecca per far Ella era cos chiamata , . molto in ufo appreflb
.

Lacedemoni
Lacunare
,

7%

Soffitto il

fopra de' Portici-.

Tavolato di 154

Lift elio per Sopraciglio , e Sopralimitare , la parte fuperiore d' una por-

ta , od' una fneira ; ficcome foglia la parte inferiore , che gli

nomila

154.

55

M
MEnfola

detta altrimenti Cartella


l dell'

un membro d'Architettura
mette di qua e di
per fo di

che

il

Erta della Porta Jonica , mentare la Cornice , che


fopra
.

v'

Metopa lignifica

ma

fi

lo

gio dell'

ghn.

Modiglione in Italiano un lignifica piccolo modulo , una piccola miQuefta una parte , eh' iura fovente ripetuta nella cornice Corintia Comporta , e che io (tiene lo iporto del Gocciolatolo . Quella parte chiamata il modulo piccolo in confronto del modulo grande , il quale il diametro della colonna ; perch ficcome le proporzioni -d' Un Edificio dipendono dal diametro della colonna ; cos ancora la grandezza dei modiglioni , il loro numero , e i loro fpaz lamenti d^bbon avere una corrilpon.

157 Fronte. Cosi chiafpazio eh' nel FreOrdine Dorico tra i Tri125 _
la
,

-"

denza con tutta la Fabbrica 116. r 4x f Modulo e una milura , che fi prende per regolare tutte le proporzioni cT una Fabbrica NelP Ordine Dorico quefto la met del diametro della colonna negli altri Ordini il modulo il diametro tutto intero izz
,
.

Monoptero
ci

lignifica

in

Architettura
.

che non ha f non V ala Era quefta una fpezie di Tempio


,

rotondo
pola
.

era

il cui coperto fatto a cufoflenuto fol tanto da co-

lonne 164 Montone una Macchina , che folleva in alto una malfa aifai pelante , la quale poi fi lafcia cadere fopra i pali , che voglionfi conficcar nella Terra. 55. <5*5 Moralle un pezzo di legno lungo come un trave , ma che non fi groffo quanto un trave. 119. izo Mutulo fignifica tarpato e mutilato Quefta una fpezie di Modiglione nella Cornice dell' Ordine Do.

rico,

ii 7

N
Nucleo
tichi
to
,
.

mezzo

e Anima la parte di dei Terrazzi degli An-

EflI lo facevano con cemenche mettevano tra mezzo a

di miftura formata di rottami e di malta fatta di calcina e fbbione , ed ii mattone o

una mano

pavimento.

69

OCchh
la

glia
ia
.

. Quefto il mezzo delVoluta Jonica , che fi tain forma d' una piccola no134

Orcbefira

il luogo > dove fi Era quefto il fito pi baffo del Teatro , ch'era tra la Scena , cio a dire , tra il luogo dove i Comici rapprefentavano , e tra i gradi dove flavano feIn quefto dendo gli Spettatori luogo appunto coflumavafi di fare

lignifica

danza

balli

delle

Comedie

de' Greci

pag. Ordine

169

Gli Edifci fi dice che fo. no d' Ordine differente , allora quando ia proporzione eh* tra la

delle colonne . e la loro* colle altre cole che convengono a quefta proporzione , differente 9$ Orlo Vedi Vlinto Ornamenti .. Vitruv io cosi chiama l'Ar

gramezza

altezza

chitrave ce
.

,.

il

Fregio

la

Corni-

97

Ortografia

una deferi zione retta . Quefta la maniera di difegnare T elevazioni delle Fabbriche , nella quale tutte le linee orizontali fono rette e parallele , e non obblique. , come nella perfpetti-

va

Ovolo

34 che altramente chiamafi Echino , allora quan.

QuefP

ci

do

. intagliato
,

di fcultura

Ve-

di Echino

PAlefira
luogo
:

fignifca
,

propriamente
lottatori
fi

-il

dove

s'

efereia^
1

tavano ma la parola ogni forta d' efercizio .


cento Varaf

ftende

la parte di dietro della Scena. i?z Periptero fignifica ci i che ha un' ala tutt* attorno Era quefta una fpezie di Tempio , che avea del-

76 del

Teatro,

le colonne da tutti quattro i lati , e eh' era differente dal Proftilo , perch quefto non ne avea che d* avanti , e dall' Amfiproililo , che non ne avea che davanti e d dietro , e non gi alle ban-

de.
Veriftilo fignifica ci
,

i6z che ha delle

Egli dif. Periptero in quefto , che le colonne del Periftilo fono nel di dentro , come attorno una corte , e quelle del Periptero fono nel di fuori , come ne' Templi degli Antichi 85. 167. 175 "Pianerottoli fono gli fpazj , che ftantutt' attorno

colonne
ferente

dal

no

tra

poirfi

gradini delle Scale per rinel falire , o per entrare

negli Appartamenti.

107

Tianuzzo detto da Vitruvio Femur , vale a dire Cofcia , o Gamba % la parte del Triglifo , eh* tra

mezzo
ve
le

ai

canali.

iz6
,

dofono affai fpefle V una coli* altra ; in guifa che g' intercolunni hanno (blamente un diametro e mezzo della Colonna . pag. 99 Vie deft allo e la parte , che fotti e ne la Colonna. 95. izS. e cg. Vilctftro un pezzo di pietra come una colonna quadrata , di cui una parte incartata nel Muro , ed ha la fua Baie e Capitello come le Colonne . Alle volte con tal noTicnoftilo lignifica

una Fabbrica

colonne

me

chiamiamo Vedi Ante.

anche

le

Ante

63. 160

Vlaffondo Soffitti . Vedi Lacunare . Vlinto lignifica un mattone , o un quadro di terra cotta Quefto in
.

Architettura fi prende per una parte eh* quadrata , e che fa il fondamento della Baie delle colonne; fi appella anche 1 Orlo . 119 Vortica e. un luogo lungo , e coperto

da un foffittato , foftenuto fopra colonne. 153


la parte di dietro d* una Fabbrica. 15?. 159 Yrofcenio lignifica il davanti della SceEra quello un Edificio tanna to alto , quanto il fupremo Portico del Teatro , di cui la facciata era adornata ili pi ordini di colonne * 1 71
Voftko
<

Vroftilo

lignifica

ci

che ha colon-

davanti folamenCos chiamavafi una delle te fpezie di Templi degli Antichi i6z pag. Vfeudodiptero fignifica falfo Diptero Era quella una fpezie di Tempio , eh' avea de' Portici tutt* ali* intorno , ognuno de* quali era tanto largo , quanto il doppio Portico i<5$ del Diptero. Tfeudoperiptero , o falfo Periptero una fpezie di Tempio , in cui le colonne dei Iati fono attaccate ai pareti del di dentro del Tempio % il quale allargato fino a racchiudere nel di dentro quello fpazio , eh' aflegnato ai Portici nel Pe-

ne

nella

faccia

riptero.
Vulpito era
il

luogo

fopra cui

164 Co-

li

mici rapprefentavano ; eh' propriamente ci , che noi chiamiamo il Teatro. 170

un piccolo membro quadrato , che a diritto di ciafehedun Triglifo lotto la Benda dell' Architrave , e da cui pendono le Goccie nell' Ordine DoEgoletta

rico.

124

Hudus

era una malta grotta , che l ufava per uguagliare la fuperfzie de' muri , che s' incroftavano , prima di darvi la mano di malta fina , con cui ricoprivafi la fu perii zie . Serviva ancora a fare la feconda mano de' Ter66 razzi.

SCena

Tabernacolo , Tenda, Era quefla nel Teatro degli Antichi una gran facciata di Fabbrica adornata di Colonne e di Statue , che avca tre grandi aperture , nelle quali aveanvi pitture di profpettiva , che rappreientavano le abitazioni , ove foggiornavano i perfonaggi , i quali venivano a recitare le Tragedie o
lignifica

Padiglione

1 70. e feg. Comedie . Scenografia la terza maniera di difegnare un Edifzio , allorch rapprefentato in profpettiva . Que-

llo termine fignifca ancora la rapprefentazione in rilievo , alzato

che

fi

chiama Modello.
.

34

Scozia fignifca tenebra Queft' un membro d* Architettura incavato come un mezzo canale : per tal ragione fi chiama anche Navicella Egli particolarmente aftiffo alle Ball % dove vi fi mette tra i Tori, e gli Aftragali . Si mette anche talvolta al di fctto del Gocciolatojo nel.

la

Cornice

dell'
9

Ordine Dorico

129.127. Simmetria lignifica generalmente appreso i Greci ed i Latini , la relazione che la grandezza di un tutto ha con le lue parti ; quando quella tal relazione uguale in un altro tutto ancora rispetto alle fue parti, dove la grandezza differente Prefib a noi particolarmente il termine lignifica quella relazione, che le parti dritte hanno con le finiftre > le alte con le bafle ec. in tutto ci che le pu rendere limili V une all' altre . 36. 92 Sijilo lignifica una Fabbrica , dove le colonne fembrano elTer unite iniieme , perch Y intercolunnio non che di due diametri di colonna 9^ Soffitto. Vedi Lacunare* Stadio Quella parola lignifica un luogo , dove alcuno fi ferma , quantunque fa eflb quello dove fi corre Gli Antichi hanno cos chiapag.
:

mato lo que pafl

di cento venticinfi dice eh' Ercole correfie fenza mai fennarfi , e fen-

fpazio
,

che

za prender

risto

in Architettura

quello di Teatro

Edilzio in maniera comporto di moki gradi , affai lungo , ed incurvato da ambe V eftremit , dove poteano metterfi quelli , che voleano ede,

un

re fpettatori
ti
.

del

corfo

degli Atle-

172.178
lignifica

Statumen

generalmente tutto ci , che li adopra per foflentare , ed appoggiare qualche cola . In Architettura una fpezie di malta mifta di fafl e di rottami , della quale facevafi la prima mano de* Terrazzi. 66
.

Stilobate ^ lignifica porta-colonna lo chiamiamo Piedeflallo .

Noi
107.

128. e feg. Stucco , fpezie di malta fatta di polvere di marmo e di calcina . 74

TAglia

un iftromento , che fi u& per alzar peli . E' comporlo di due pezzi i legno forati e incavati , in cui vi fono girelle di ottone . Attaccali uno ditali pezzi di legno al luogo , verfo il quale fi vuol alzare

il

pel; e
fi

altro al pefo fteffo,

il

va levando , allorch tirando le funi che paifano ipra le girelle dell' una e dell' altra parte della Taglia , fi fanno avvicinare quefte due parti l'una all'alquale
tra
.

Tagliere

una

tavoletta

legno
ta del

Qiieft' Capitello

194. *95 quadrata di la parte pi alVedi Abaco , e


.

Dado.
Teoria fignifica contemplazione Quefta la cognizione che fi ha d'una cola , allorch 1' intelletto ne ha comprefe le cagioni , lenza che la la fperienza le abbia pratica y 2 7 moflrate
.

Timpano

lignifica

un Tamburo

Que-

fondo de' Frontifpizj , che riiponde al vivo del quefta parte triangolaFregio re , e pola fulla Cornice dell' Intavolato , ed ricoperta da due altre Cornici in pendo. 97.114 Toro , che noi chiamiamo Battone > un membro nelle Bah" rotondo in Viene forma d' un graffo anello dalla parola latina Toil termine
lla la parte dei
:
.

rus

che

figniflca

un

letto

uh

materaffo.

96.123

Triglifo lignifica Intagliato in tre luoghi Quefl* una parte , eh'


.

Dorico a ciaicheduna colonna , ed in certe determinate diitanze negl' intercolunnj . 125


nel Fregio dell' Ordine
diritto di

VEflbolo
tutt'
i

te
ri

ingreffo , di paflaggio

lignifica generalmente campi , che fono full' e che fervono {blamen-

a molti
ufi

altri

quali
.

hanno

altri

particola$5. 181

Voluta lignifica attortigliata . Queft' una parte dei Capitelli degli Ordini Jonico , Corintio , e Compoito , che rappre lenta una feorza d' albero attortigliata 7 e rivoltata in linea fpirale, 134

Xlfto
llo

lignifica rafchiato.

Era queefercita-

un

luogo

,
.

dove

s'

Egli chiamato cos , perch gli Atleti fi facevano raichiar la pelle di tutto il corpo con delle ftriglic , per farne cadere il iudore , e per render il crpo medefimo unito , fdrucciolofo, e menatto a dar preia alle mani de' Lottatori, 177
gli Atleti

vano

II fine del preferiti Libro che fi

vende Lire

6.

Il

THE GETTY CENTER


LIBRARY

Potrebbero piacerti anche