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MILANO - Secondo la proiezione stilata dall'istituto di ricerca e analisi macroeconomica Prometeia, in sei anni, cio dall'immediata vigilia della

crisi ad oggi, il tasso di disoccupazione in Italia praticamente raddoppiato. Nel 2007, quando si raggiunse il picco sui mercati finanziari prima dello scoppio del pandemonio con i mutui subprime e dell'avvio della recessione, il tasso di senza lavoro nel Belpaese si aggirava sul 6%, mentre nel 2013 siamo vicini al 12% e secondo le recenti stime della Commissione europea l'anno prossimo supereremoquesta soglia. In questo quadro si inserisce il grido di Raffaele Bonanni: il governo trovi "1,5 miliardi di euro entro maggio" per il rifinanziamento della Cig in deroga. "A rischio ci sono oltre 700mila cassintegrati, che altrimenti andranno ad aumentare le fila dei disoccupati" spiega il segretario generale della Cisl. "La vera emergenza - aggiunge Bonanni - la cassa integrazione in deroga, ma dobbiamo discutere del dramma degli esodati, delle misure per favorire la creazione di posti di lavoro e della riduzione delle tasse a lavoratori e pensionati per far crescere i consumi". Perch a rischio la "tenuta sociale" del Paese. Al governo, Bonanni chiede di aprire il confronto con le parti sociali "al pi presto" e comunque "prima di illustrare a Bruxelles le misure" per l'occupazione e la crescita". "Siamo al limite del crollo", conclude il sindacalista. Secondo lo studio di Prometeia, all'Italia servir arrivare almeno fino al 2020 prima di tornare a un livello di disoccupazione del 9%, che poi quello che si registrava alla fine del 2011. Tanto per capirsi, gli Stati Uniti hanno appena festeggiato la discesa al 7,5% di senza lavoro. Nel suo rapporto 'Uno sguardo al 2020', Prometeia stima poi che il livello del Pil alla fine di quell'anno sar ancora inferiore ai valori pre-crisi (fine anni '90) di circa il 2%. Per l'istituto, tra il 2015 e il 2020 il tasso di crescita medio si collocher stabilmente in territorio positivo (+1,1%) ma in linea con il 2000-2005. Servir inoltre la seconda parte del prossimo anno per vedere la recessione alle spalle. Non basteranno in definitiva 14 anni per recuperare i livelli di crescita perduti: il doppio di quanto, negli anni Novanta, impieg la Finlandia, pi del triplo di quanto impieg la Svezia. Strettamente legati all'impossibilit di crescere a ritmi elevati e alla tensione del mondo del lavoro ci saranno dei cambiamenti strutturali del tessuto produttivo: l'industria, a causa della recessione "ridurr in modo permanente l'occupazione a favore di un incremento di produttivit". E, di conseguenza, "l'input di lavoro complessivo non recuperer i livelli pre-crisi", proprio soprattutto a causa del settore industriale. "Un sacrificio occupazionale che consentir per alla produttivit media, se non proprio di cancellare 15 anni di stagnazione, quantomeno di invertire la rotta".

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