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Condomini poco ef icienti


Secondo una ricerca del WWF i condomini italiani hanno un approccio negativo verso lefficienza energetica. Barriere culturali o finanziarie? Ecco i risultati...

Le barriere all'efficienza energetica nei condomini italiani. Analisi e proposte di intervento. questo il nome della ricerca condotta dal WWF, dal Politecnico di Milano e dallUniversit dellInsubria, nellambito della campagna GenerAzione Clima 2007 - Un milione di condomini efficienti, che ha come obiettivo quello di sensibilizzare e informare i condomini italiani sui benefici ottenibili con il risparmio energetico negli edifici.

Palazzi vecchi ed energivori La ricerca anzitutto fornisce alcuni dati sul patrimonio edilizio in Italia. Circa il 75% delle abitazioni italiane sono state costruite prima del 1976, anno in cui per la prima volta fu introdotta una normativa che prescriveva per legge criteri di efficienza energetica negli edifici. Ci significa che la maggior parte delle abitazioni attualmente esistenti nel nostro Paese risalgono a unepoca in cui erano assenti norme prescrittive sul rendimento energetico nell'edilizia, e che solo un numero (relativamente) piccolo di edifici sono stati realizzati con una qualche attenzione ai consumi energetici. Dunque gran parte delle case e dei palazzi in Italia si presentano, afferma la ricerca, come vecchie carcasse inquinanti e rumorose, che consumano e sprecano energia e sono nemiche dell'aria pulita e del clima. Il condominio contribuisce notevolmente all'inquinamento e agli sprechi energetici. Secondo i dati forniti nel 2005 da Adiconsum, su circa 400.000 condomini con impianti di riscaldamento centralizzati, circa 250.000 hanno impianti di riscaldamento vecchi di oltre 15 anni, dunque obsoleti, inefficienti e bisognosi di interventi di riqualificazione per migliorarne l'efficienza e per risparmiare combustibile. Secondo le stime, ogni anno questi condomini consumano 4 milioni di Tonnellate Equivalenti di Petrolio (TEP) ed emettono circa 15 milioni di tonnellate di anidride carbonica (CO ).
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I benefici monetari dell'efficienza energetica Intervenire per migliorare l'efficienza energetica nei condomini produrrebbe dei vantaggi anche economici. Secondo l'indagine del Wwf, che cita una ricerca dell'Istituto di Economia e Politica dell'Energia e dell'Ambiente (IEFE) dell'Universit Commerciale Luigi Bocconi, condotta sulla Provincia di Milano, un euro investito nella sostituzione dei vetri ne restituisce oltre quattro. Un euro investito nell'isolamento delle coperture o nella sostituzione delle caldaie ne rende pi di due; un euro investito nell'isolamento a cappotto, nella sostituzione dei serramenti o in impianti solari termici ne restituisce uno e mezzo. In altre zone dell'Italia, invece, dove i consumi invernali si riducono e cresce la disponibilit di energia solare, gli interventi pi convenienti sarebbero l'installazione di impianti solari termici e la sostituzione di vetri e serramenti che comportano una schermatura solare, mentre gli interventi sull'isolamento dei muri e del tetto e di sostituzione della caldaia diventerebbero meno convenienti. Eppure, nonostante l'evidenza dei benefici monetari e i vantaggi degli incentivi messi in campo con la Finanziaria 2007 (detrazione del 55%), i condomini italiani sono ancora lontani dal traguardo dell'efficienza energetica. Quali le cause? L'indagine individua quattro ordini di barriere: culturali, tecniche e professionali, finanziarie, normative. Barriere culturali La prima barriera culturale rappresentata dalla mancanza di informazione dell'utente finale, che non capace di seguire l'evoluzione tecnologica; in ogni caso, il suo interesse primario non indirizzato verso le tecnologie relative agli usi energetici. Di conseguenza, l'utente finale ignaro di quanto consuma e di quanto potrebbe risparmiare dal punto di vista energetico e monetario. Nel caso in cui le spese di riscaldamento rientrano nel computo delle spese condominiali, inoltre, i condomini non sono pi in grado di percepire la rilevanza delle spese energetiche, che vengono considerate come un dato di fatto consolidato sul quale non possibile intervenire. La seconda barriera di ordine culturale costituita dalla razionalit non economica del consumatore. A dispetto della teoria economica, secondo la quale il consumatore razionale sceglie il bene che costa meno

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08/04/2013 19:06

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sull'intero ciclo di vita, da diversi studi risulta che il consumatore medio applica in modo inconscio tassi di sconto pi alti agli investimenti riguardanti l'efficienza energetica rispetto ad altre forme di comune investimento disponibili. Ci significa che al fine di ottenere un risparmio economico, il consumatore valuta ogni investimento in soluzioni efficienti dal punto di vista energetico come se implicitamente comportasse forti rischi di insuccesso. La sovrastima degli extracosti, poi, rappresenta un altro ostacolo: nel settore immobiliare gli esperti tendono a sovrastimare gli extracosti - fino al triplo dell'importo reale - finalizzati a ridurre i consumi energetici. In questo modo, prima ancora di valutare gli effettivi costi e benefici, gli interventi vengono esclusi dalla realizzazione. Barriere tecniche e professionali La legge prevede che i tecnici che operano come Terzi Responsabili devono disporre di una idonea capacit tecnica, economica e organizzativa. Nella realt hanno un'ottima preparazione nel campo della conduzione dei sistemi e degli impianti, della sicurezza e dei vari regolamenti di igiene, ma risultano spesso non qualificati sotto il profilo economico e organizzativo. Sovente, quindi, non sono in grado di proporre interventi capaci di realizzare, in modo concreto, il potenziale di risparmio. Alla mancanza di formazione si aggiunge talvolta l'inerzia professionale: il tecnico tende a vedere ogni innovazione tecnologica che non ha ancora verificato direttamente come una possibile fonte di complicazioni, di malfunzionamenti o di pericoli per la sicurezza; quindi non solo non si fa promotore delle innovazioni, ma spesso fa da freno al sistema, sconsigliando i condomini che si rivolgono a lui. Un'altra barriera rappresentata dagli amministratori. O, meglio, dalla loro mancanza di motivazione. L'amministratore, infatti, con lo schema del Terzo Responsabile risulta non avere pi alcun obbligo per quanto riguarda gli aspetti inerenti l'impianto di riscaldamento e l'eventuale adozione di misure per contenere i consumi di energia, n alcun incentivo positivo a intervenire, se non la possibilit di aumentare il gradimento dei condomini nei suoi confronti. A sua volta il Terzo Responsabile, sebbene obbligato dalla legge ad adottare le misure necessarie per contenere i consumi di energia, di fatto, per mancanza di controlli, non viene sanzionato neppure per le situazioni di spreco energetico pi eclatanti. Barriere finanziarie Un ostacolo di natura finanziaria costituito dai cosiddetti split incentives o incentivi divisi, cio quella situazione per cui i proprietari potrebbero effettuare degli investimenti per l'efficienza energetica ma senza ricavarne alcun beneficio diretto, mentre i locatari potrebbero fruire di bollette pi leggere ma non hanno interesse ad investire in un immobile di cui non sono proprietari e che potrebbero lasciare dopo pochi anni prima di rientrare dall'investimento effettuato. Al problema degli incentivi divisi si aggiungono le difficolt di accesso al credito, che si verificano sia quando interviene direttamente l'utente finale sia quando a intervenire una ESC o mediante un meccanismo di finanziamento tramite terzi. Ostacoli normativi La normativa italiana prevede una serie di specifici strumenti - la Certificazione energetica, il Contratto servizio energia, i Certificati bianchi, il Conto energia per il fotovoltaico, le Esco - pensati per favorire la realizzazione di interventi migliorativi dell'efficienza energetica dei condomini. Purtroppo l'uso improprio di questi strumenti, o i tempi troppo lunghi della loro applicazione, ostacolano la piena realizzazione degli interventi, che risultano rallentati o del tutto impediti. Le proposte di intervento Al fine di superare queste barriere, la ricerca del WWF ha individuato tre aree di intervento prioritario: burocrazia, finanza e incentivi, formazione e sensibilizzazione. Bisogna anzitutto snellire la normativa, rendendola semplice ed efficace, rendere obbligatoria la certificazione energetica e sviluppare un piano nazionale per l'efficienza energetica nell'amministrazione pubblica, che coinvolga le amministrazioni locali nell'abbattimento delle barriere all'efficienza. Occorre poi elaborare un sistema di regole e di incentivi definiti nel lungo periodo (10 anni), in modo che sia chiaro che gli aiuti pubblici sono transitori e aiutano i cittadini a mettersi in regola con disposizioni normative vincolanti che verranno introdotte al termine del periodo di incentivazione. Bisogna infine lavorare sulla formazione dei tecnici, sull'informazione e sensibilizzazione dei cittadini e sulla presenza di energy manager nei condomini pi grandi. Il nesso tra la convenienza dei fornitori a vendere pi

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combustibile, l'indifferenza e la mancanza di motivazione degli amministratori, e la difficolt di intervento dei condomini che pagano la bolletta deve, secondo la ricerca, essere spezzato definitivamente.
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